El Caminun12

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ANNO 2°

Milano - Giugno 1956

Redazione: Corso Lodi, 58

Una copia L. 15

Abb. sostenitore L. 300

PERIODICO DEI LAVORATORI DELL'OM„ -

MUNTI AL PADRONE UNITA DELLA C. I.

Tutti i suoi membri debbono discutere con la Direzione - Cessino le trattative clandestine e separate

VOTO A SINISTRA

Il voto del 27 maggio indica la necessità di cambiare politica.

L'esame dei risultati elettorali permette di constatare. in tutto il Paese. lo spostawnw, a sinistra del corpo elettorale.

Il Paese guarda a sinistra e la conferma viene dalla caduta delle destre, dalle perdite democristiane, dallo stesso progresso dei socialdemocratici, che, avvenendo a spese della

D.C., e delle destre. indica anch'esso uno spostamento di masse di elettori dalle posizioni clericali e conservatrici verso la sinistra.

E' sintomatico che tale progresso socialdemocratico si sia manifestato proprio quando il PSDI si è presentato agli elettori non più abbracciato alla D. C. come ai tempi della legge truffa.

E' importante che la nuova spinta a sinistra abbia aperto situazioni completamente nuove in molte città, ove ha creato la possibilità concreta, reale, palpabile, dell'avvento alla direzione del Comune di quella maggioranza democratica di sinistra per la quale dalle nostre colonne avevamo invitato a votare.

I risultati delle elezioni comunali a Milano dicono che, insieme, le forze di ispirazione socialista hanno conquistato il 52 per cento dei voti e dei seggi, e cioè la maggioranza assoluta.

Una maggioranza delle forze di ispirazione socialista è dunque presente nella realtà dei fatti anche a Milano.

Per quanto ci riguarda noi lavoratori salutiamo favorevolmente i risultati del 27 maggio perchè capaci, di influire per la coesistenza e la collaborazione tra le forze cattoliche, repubblicane e di orientamento socialista.

Per noi, due sono i risultati da mettere in evidenza: la sconfitta dei pescicani della Triplice intesa e la rottura del monopolio clericale.

L'analisi fatta sui risultat dell'ultima elezione di C. I. da alcuni fogli padronali di fabbrica e i giudizi espressi sono stati veramente sorprendenti. Alla fine si domandavano ancora: — Come mai?...

Simili domande possono essere poste solo da gente che è ben lontana dalla realtà, o che finge di ignorarla, che certo non esperimenta sulla propria busta paga le sferzate dello scudiscio padronale, scudiscio che lascia segni profondi e che batte inoltre insistentemente sulle libertà, sulla dignità dei lavoratori e sulle tariffe di cottimo.

Su questa ultima questione ci vogliamo soffermare per la ennesima volta perchè la situazione in fabbrica lo richiede veramente.

E' appunto la questione dei cottimi che fa serpeggiare tra i lavoratori un forte malcontento, dovuto al fatto che si assiste ad un ulteriore peggio. ramento anche rispetto alla già grave situazione dello scorso anno, l'anno del « proviamo per un anno ». Ricordiamo che, sempre l'anno scorso, fu firmato separatamente tra CISL-UIL e Direzione un accordo che secondo le predette organizzazioni doveva rappresentare un passo avanti in materia di cottimi. L' accordo in questione non faceva altro che ribadire cosa -ià contemplata e regolamentata dal Contratto di Lavoro e dalle leggi, per la verità non mai pienamente rispettate dalla Direzione, che comunque maggiormente non le rispetta adesso 'favorita dalla passività dimostrata dalle renti CISL e UIL.

Questo voleva in fondo la direzione per potere agire imounemente.

Siamo convinti che dalla rottura trarranno largo giovamento le stesse vigorose forze che in seno alla Democrazia cristiana si sono battute per portare i loro rappresentanti ai comuni al posto degli uomini dei monopoli annidati nel-le loro liste.

All'inizio della attività della nuova C. I., la corrente FIOM, rendendosi interprete del malcontento dei lavoratori propose che sulla questione dei cottimi fosse fatto uno studio concreto accompagnato da una inchiesta generale della C. I. nei reparti.

A questo proposito in C. I. si realizzò un accordo completo e la FIOM più di ogni altra corrente ne fu particolarmente lieta. Però alle belle parole non seguirono i fatti; noi auspichiamo che lasciando da parte ogni indecisione CISL e UIL dimostrino più buona volontà e decisione; continuare a fare il contrario è come fare il gioco della Direzione.

La situazione esige che sia portata avanti un'azione che tuteli veramente ed energicamente gli interessi dei lavoratori. La difesa di questi interessi non può essere efficace quando dalle complesse trattative e discussioni sui cottimi si continua volutamente ad escludere gli eletti della corrente FIOM. E così, coi soliti pretesti, le tariffe di cottimo sono sempre più ridotte all'osso, come ad esempio sulla Linea Montaggio Trattrici, dove anche il signor Cavallero, cronometro alla mano, non manca di dare aiuto al già solerte ufficio analisi tempi.

Così pure nel reparto « 25 », dove gli operai, superato il periodo di avviamento in alcune lavorazioni, si trovano alle prese con tariffe di cottimo definitive che non permettono il raggiungimento di un guadagno minimo.

Decine di altri casi potremo enumerare nel quadro di una grave situazione che fa intendere chiaramente che è necessar39 che la C. I. unita si opponga decisamente ; bisogna trovare uniti tutte quelle in-

In questa situazione che apre vaste prospettive: sta alla lotta di tutti i democratici presenti in tutti i partiti far sì che vengano fatti ulteriori passi in avanti verso lo sbocco necessario dell' apertura a sinistra.

su tutti gli altri, che permet-

tese. sul problema trattato e è utile solo al monopolio, perciò chiedono sempre più nutano di risolverli e per fare merosi la cessazione delle tratquesto occorre non presentar- tative clandestine e separate si mai divisi di fronte alla par- tra la Direzione e una sola te padronale, così fortemente parte della C. L. essi sanno unita ed agguerrita. che più presto questa strada I lavoratori comprendono a sarà abbandonata e meglio saloro spese che questa divisione ranno difesi i loro interessi.

Un operaio in Comune

Siamo lieti di annunciare ai nostri lettori che il lavoratore Bosio Battista, membro della C. I. è stato eletto Consigliere Comunale.

« EI Caminun » che aveva nel numero di maggio annunciata' la sua candidatura invitando i lavoratori a dargli il voto di preferenza è soddisfatto.

I lavoratori dell' O. M. possono essere altrettanto soddisfatti poichè Bosio porterà in Comune la voce di tutti così come da anni egli fa in fabbrica nei riguardi della Direzione per difendere e salvaguardare gli interessi dei lavoratori senza distinzione di sindacato o di partito.

L'operaio Bosio in Comune significa inoltre che la classe operaia è matura per amministrare.

E' finAo il tempo in cui taluni consideravano gli operai e i lavoratori in generale, incapaci o non preparati a reggere la cosa pubblica.

Questo concetto retrogrado è quasi del tutto scomparso; per merito dei lavoratori onesti e capaci che da anni amministrano paesi e città oggi si guarda al consigliere comunale operavo con un'altra considerazione.

Quanta strada percorsa battendo le avversità; i piccoli uomini che non lo comprendono dovrebbero essere p'ù avveduti.

Bosio è in fabbrica un membro di C. I. eletto nella lista FIOM e il padronato non lo vuole ricevere per discutere sulle questioni riguardanti il suo mandato.

I lavoratori l'hanno portato in Comune e là Bosio discuterà su questioni che interessano centinaia di migliaia di cittadini e perciò anche di quelle dei lavoratori dell' O. M. I monopolisti hanno cercato di non ascoltarlo in fabbrica ed ora la sua voce si farà sentire dal Consiglio comunale.

Si rendono conto i discriminatori che è ora di Finirla con l'illegalità e che bisogna ritornare alla democrazia nella fabbrica?

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MILANO PER MEGLIO DIFENDERE GLI INTERESSI DEI LAVORATORI

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PROBLEMI SINDACALI
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la CONFERENZA MONDIALE DELLE LAVORATRICI

Si è chiusa il 17 giugno a Budapest la la Conferenza Mondiale delle lavoratrici indetta dalla Federaiione Sindacale Mondiale alla quale hanno partecipato lavoratrici di Paesi diversi ed appartenenti a sindacati di tendenze diverse.

La conferenza si è conclusa con la decisione di inviare alPU fficio internazionale del lavoro un memorandum sulla situazione e sulle rivendicazioni delle donne lavoratrici di tutto il mondo, in cui si chiede tra l' altro la ratifica da parte di tutti i Paesi della convenzione numero 100, sul principio "a uguale lavoro. uguale salario".

Un appello è stato rivolto alle lavoratrici di ogni Nazione.

" La discriminazione salariale, di cui noi facciamo le spese - dice tra l'altro l'appello -- è un'altra fonte di profitto per i datori di lavoro ed è un mezzo di costante pressione sui salari dei nostri fratelli e dei nostri mariti".

" A lavoro uguale, salario uguale, è un principio che risponde all'interesse comune di tutti i salariati. Vogliamo farla finita con tutte le forme di discriminazione in materia di salario, di impiego, di promozione. di qualificazione, di licenziamento. ma innanzitutto vogliamo affermare il nostro diritto al lavoro".

"Non tolleriamo più l'accelerazione dei ritmi di lavoro. il sempre maggiore sfruttamento e le giornate dí lavoro troppol unghe, che rovinano le nostre forze ed i nostri nervi. Lottiarno per un più breve orario di lavoro, in particolare per la settimana di 40 ore. senza diminuzione di salario".

" Partecipiamo attivamente alla vita ed alla direzione dei sindacati. Il sindacato è un difensore dei nostri diritti ed è la nostra guida.

"Divise siamo deboli ed alla mercè dei padroni. Dandoci la mano, rinsaldiamo i nostri legami di amicizia e la nostra unità".

Un particolare entusiasmo aveva sollevato nei giorni precedenti la relazione di Tsune

Deushi, capo dell'Unione degli insegnanti Saitama (Giappone) aderente alla Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi, che aveva parlato sul secondo punto all'ordine del giorno: La partecipazione più attiva delle lavoratrici al-

PER IL DISARMO

VERSO UN NUOVO INCONTRO?

la vita ed alla direzione dei sindacati". La relazione della Deushi ha avuto un eccezionale rilievo non soltanto per la sua ricca disanima della storia passata e presente dell'attività sindacale femminile nel mondo, ma per il vibrato invito alla unità d'azione fra lavoratrici nel mondo, di tutte le tendenze. La delegata giapponese così ha concluso: " Impegnamoci ad unire i nostri sforzi per realizzare l'unità di azione di tutte le lavoratrici organizzate, siano esse affiliate alla F.S.M. (Federazione Sindacale Mondiale), alla C.I.S.L. (Confederazione Internazionale Sindacati Liberi); alla C.I. S.C. (Confederazione Internazionale Sindacati Cristiani) o

FASCISMO

I.S.L.

membri di sindacati indipendenti, e di tutte le lavoratrici non organizzate d'Asia, d'Africa, d'Europa, dell'America del Nord e del Sud, per conseguile l'unità delle lavoratrici di queste regioni del mondo".

La necessità di ricostituire l'unità della classe operaia del mondo, attraverso la collaborazione di tutte le lavoratrici a qualsiasi sindacato appartengano si è fatta sentire come un'esigenza improrogabile. Ci auguriamo che tale esigenza, superando tutti gli ostacoli e le incomprensioni, le rivalità e gli antagonismi, sia accontentata non solo per le lavoratrici ma per tutti i lavoratori.

LA MANO PESANTE DI "PAPA„ VALLETTA

ll Presidente del Consiglio dell'Unione Sovietica Bulganin ha inviato al Presidente degli Stati Uniti 2'senhower un suo messaggio personale nel quale ha sottolineato che il disarmo è una delle più importanti e urgenti questioni internazionali.

Nella sostanza, il messaggio del presidente del Consiglio sovietico costituisce un appello ad Eisenhower perchè gli Stati Uniti si associno all'U.R.S.S. in passi concreti intesi a raggiungere un disarmo mondiale; anzi, come dice il messaggio, si uniscano ad essa « per un nuovo approccio alla soluzione del problema del disarmo ».

Altri messaggi sono stati inviati al Presidente del Consiglio italiano Segni, a Eden, Mollet e Adenauer.

2 GIUGNO

Sono passati 10 anni da quando il 2 giugno 1946 poneva termine alla monarchia in Italia.

I Savoia furono espulsi dal loro trono da una vigorosa spinta a sinistra. Il « referendum » ebbe, infatti, caratteristiche tali di giudizio popolare, non solo politico ma anche sociale. Contro la monarchia confluironoi i voti dei comunisti, dei socialisti e di quelli strati di borghesia avanzata che nella monarchia vedevano uno degli ostacoli più appariscenti contro le riforme, contro i mutamenti sociali. Vo• tarono contro la monarchia anche gran parte dei lavoratori cattolici, ed in particolare quelli che — sotto la guida di A. Grandi -- lottavano allora in modo aperto contro la

destra vaticana e contro il «centrismo» degasperiano, che camuffavano le loro aspirazioni immobilistiche sotto l'ambiguo velo dell'e agnosticismo istituzionale ».

La cacciata della monarchia fu dunque, sì un grande fatto unitario politico che legò in una battaglia memorabile tutti i partiti dell'antifascismo, dai liberali di sinistra ai comunisti, ma fu anche un episodio rilevante della lotta di classe in Italia, ;fu un colpo inferto ad un sistema tradizionale di dominio politico della classe dirigente.

A dieci anni di distanza dal « referendum ». mentre in pietosa maniere, la vecchia destra monarchica si incrina e si corrompe sempre più, le elezioni del 27 maggio hanno dimo—

strato la ininterrotta continuirà dell'avanzata delle sinistre, l'allargamento della piattaforMa repubblicana e sociale a strati impensabili.

La D. C., puntello principale dell'immobilità, che il 2 giugno 1946 fu trascinata di forza sulla snonda repubblica.: na. è ancora una volta chiamata a scegliere, ad uscire dal suo nuovo agnosticismo sociale, dalle sue nuove ibride alleanze con le forze della rivincita.

Inutili appaiono le manovre di corridoio, i piccoli e grandi mercati; non da questi fu salva la monarchia dieci anni fa, non con questi oggi la D. C. eviterà il rinnovarsi della nuova grande spinta a sinistra, verso la pace, verso il socialismo.

Nel mese scorso, nel giro di pochi giorni, la direzione delro.m. ha effettuato una serie di licenziamenti giustificandoli con motivi di carattere disciplinare. Volendo concedere, per amore di discussione, che le mancanze fossero veramente tali da richiedere una punizione, rimane il fatto che si è fatta uso della « pena » maggiore contemplata dal Contratto di Lavoro: il licenziamento.

Le decisioni della direzione sono state prese, a giudizio di tutti, in odio a taluni lavoratori per le loro idee politiche e sindacali.

Vi sono poi le dimissioni «spontanee »: quelle degli impiegati Gallo, Albertini e Alloni ad esempio non abbagliano nessuno e tutti sanno cosa è stato fatto per ottenerle. Tutti in fabbrica comprendono che la direzione ha agito discriminatamente colpendo quei lavoratori che hanno « idee contrarie » e si oppongono alla politica del monopolio.

Un altro caso limite, che dovrebbe far riflettere, è offerto dal licenziamento dell'operaio Facchin Giorgio eletto membro della C. I. Il Facchin che lavorava nel famigerato « reparto esperienze » è stato colpito per « scarso rendimento », dice ufficialmente la direzione; ma quanti sono i lavoratori che sono disposti a credere a questa panzana?

La stessa direzione non ci crede, non solo, ma in sede sindacale si è dimostrata incapace di sostenere la giustezza del provvedimento e ha preferito scendere sul terreno della corruzione per chiudere la questione.

Essa ha offerto nel giro di pochi minuti alcune centinaia di biglietti da mille affinchè la cosa fosseplacata ed evitare un serio giudizio sul suo operato.

Come valutare certi dirigenti d'azienda che credono di poter considerare tutti i lavoratori alla stregua di coloro che li servono? Se veramente pensano che i soldi comprano sempre la coscienza degli onesti si disilludano ; vi sono ancora uomini la cui dignità non è in vendita ; chi ha fede nell'idea liberatrice del socialismo ha ben altri ideali per il raggiungimento dei quali affronta sacrifici e avversità. Ne vale veramente la pena: ci sono ormai un miliardo di esseri umani che lo confermano e un miliardo di anime sono molte signori del monopolio. Troppe per essere tacitate e ignorate!

" Divise siamo deboli ed alla mercè dei padroni. Dandoci la mano, rinsaldiamo i nostri legami di amicizia e la nostra unità. „ — Invito all'unità d'azione di tutte le lavoratrici lanciato da TSUNE DEUSI-11, insegnante giapponese, della C.
DIFFONDETE EL " CAMINUN „ Direttore Resa. L. Banfi Autoriz. Trib. Milano 3763 Tip. S. Clerici - Milano
PADRONALE

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