MENSILE
ANN03-K3
APRILE 1979
LIRE 300
MENSILE
ANN03-K3
APRILE 1979
LIRE 300
Ricorre in questi giorni l'anniversario del 25 aprile.
Questa data storica che ricorda l'insurrezione nazionale è per tutti noi non solo il simbolo della riconquista libertà, ma rappresenta anche e ricorda il momento in cui ci si rese pienamente conto di quanto, nel nostro Paese, la concquista e la difesa della democrazia sia strettamente legata alla necessità di porsi come obiettivo e di realizzare profonde trasformazioni economiche e sociali.
Questa ricorrenza cade oggi in un momento ancora difficile in cui la crisi appare irrisolta, tanto nel suo aspetto economico, quanto in quello politico e sociale.
Vogliamo entrate nel merito di questi due aspetti della crisi per dire anzitutto che, a nostro avviso, rimane preoccupante la situazione economica.
Noi non condividiamo le analisi di quanti cercano oggi di minimizzare l'aspetto e l'entità delle difficoltà nelle quali continuiamo a dibatterci.
È vero che i dati relativi alla produzione industriale del quarto trimestre del 78 evidenziano un aumento produttivo del 6%, ma noi riteniamo che ci voglia ben altro per poter parlare di mutamento qualitativo stabile della situazione economica del Paese.
Della stabilità di questo risultato ci fa dubitare una analisi della situazione economica internazionale e le ovvie considerazioni dei possibili futuri effetti di un aumento, facilmente prevedibile, dei prezzi del petrolio e delle materie prime.
Non vediamo poi come si possa pensare di stare andando verso una ripresa stabile al di fuori di un discorso di seria programmazione economica.
L'attuale ripresa in atto, in assenza di un intervento che la orienti e la diriga, non potrà infatti non tradursi in un fatto transitorio che non solo non risolverà i problemi ma che anche accentuerà gli squilibri della nostra economia.
Occorre allora capire quale è la natura del conflitto in atto: l'aspetto del contendere è oggi la distribuzione del reddito e, correlativamente, la scelta di chi debba avere il governo del processo economico.
La maggioranza che si è costituita dopo il 20 giugno, forte dell'appoggio esterno del Partito Comunista, ha insomma portato ad alcuni risultati, ha creato una nuova disponibilità di risorse ed è proprio questa la
questione sul tappeto: come devono essere utilizzate queste risorse, a chi bisogna togliere e a chi bisogna dare, a favore di chi e verso quali fini deve essere orientato lo sviluppo economico.
Bisogna risollevare il mezzogiorno, allargare e garantire l'occupazione, compiere riforme come quella del sistema pensionistico, dei contratti agrari, della scuola, della pubblica sicurezza, o bisogna invece tentare di riprodurre il vecchio distorto meccanismo di sviluppo e riprodurre i vecchi privilegi?
Noi crediamo che solo partendo dalla considerazione di questo conflitto "strutturale", riguardante cioè le condizioni materiali di vita di grandi masse, si possa cogliere fino in fondo la natura reale della crisi politica in atto.
La crisi del monocolore Andreotti che la democrazia cristiana stessa ha provocato rompendo tutti gli accordi di maggioranza, non ha insomma la sua spiegazione in una astrusa questione di formule, ma nella lotta di interessi contrapposti che in questo momento è in atto nel Paese.
In questo contesto, la D.C., dopo i segni di cambiamento manifestati l'indomani del 20 giugno, torna oggi a schierarsi sfacciatamente dalla parte di chi ha sempre esercitato il potere, di chi ha sempre goduto di impunità e privilegi e si assume cosi, di fatto, tutte le responsabilità delle elezioni anticipate. Ci auguriamo dunque che dinanzi ad una consultazione elettorale anticipata le sinistre lascino questo partito dinanzi agli elettori solo con le sue responsabilità. Formulando questo auspicio abbiamo in mente il recente comportamento del gruppo dirigente del partito Socialista che dimostra di non rendersi conto dei pericoli insiti nell'aprire una disputa fratricida nella sinistra e dei varchi che una simile situazione potrebbe aprire a chi oggi è contro gli interessi del movimento operaio italiano. Siamo infatti convinti, e questa crediamo sia la lezione dell'aprile, che l'unità nella classe operaia debba essere la premessa per l'unità della classe operaia col più vasto schieramento possibile di forze politiche e sociali, quale unica strada, oggi come ieri, per rafforzare la democrazia e fare della crisi l'occasione di un grande disegno trasformatore.
P.G.
a pagina 2: Cresce la lotta per il centro culturale
a pagina 5: Inchiesta sulle radio private nella zona
Gli ultimi due mesi sono stati, per quanto riguarda i problemi connessi alla realizzazione e alla localizzazione del consultorio familiare in via Settembrini 32, mesi piuttosto "caldi".
Gli inquilini dello stabile di via Settembrini 32, sollecitati dà alcuni incresciosi episodi hanno manifestato legittime preoccupazioni circa la mancanza totale di controllo e di servizio di vigilanza degli utenti dei servizi socio - sanitari che girano per lo stabile disturbando e a volte anche spaventando gli inquilini stessi; alcuni operatori dei servizi hanno d'altra parte denunciato una situazione insostenibile di conflittualità tra operatori ed inquilini, addossando a questi ultimi la responsabilità di alcuni atti vandalici cui sono stati fatti segno i servizi territoriali. Tutto questo mentre il C.d.Z. cerca di trovare una soluzione al problema ritenuto ormai indilazionabile della localizzazione e realizzazione del Consultorio come struttura integrata al S.I.M.E.E.. È stata infatti di Lunedì 26.2. la manifestazione indetta dal Coordinamento femminile per av-
viare a soluzione nel senso sopra indicato il problema del Consultorio, esercitando a tal fine tutta la forza che può esprimere un movimento pubblico ed unitario.
Gli operatori del S.I.M.E.E. hanno perfettamente colto II senso della manifestazione e in un primo documento del 28.2. hanno sottolineato come il tipo di intervento degli operatori del consultorio sia complementare alle funzioni del S.I.M.E.E. stesso che sono focalizzate sulla tutela dello sviluppo psicofisico del bambino. In un secondo documento del 14.3., a seguito di una richiesta di incontro del C.d.Z. col S.I.M.E.E. e la Provincia per individuare una disponibilità sia pur parziale di spazi attualmente occupati dal S.I.M.E.E. e destinabili a consultorio, è emersa chiaramente la disponibilità del S.I.M.E.E. ad ospitare sia pure in una sistemazione prowisoria la struttura iniziale del consultorio di zona. Nel corso di due successive riunioni tenutesi sia nella sede del S.I.M.E.E. che nella sede del C.d.Z.
è stata dichiarata la disponibilità del Comune ad organizzare il necessa-
Nella nostra città, negli ultimi anni, è andata sempre più crescendo la presenza di cittadini stranieri, provenienti soprattutto da alcuni Stati africani (Tunisia, Marocco, Egitto, Etiopia). Milano è diventata cosi la seconda città d'Italia quanto a numero di immigrati stranieri, superata solo da Roma con 80 - 100 mila presenze complessive.
A Porta Venezia numerosi sono i gruppi etnici africani, attirati dalla posizione particolare della nostra zona, a ridosso della stazione Centrale e dal suo ricco tessuto di attività commerciali e di pubblici esercizi.
Molti sono coloro che svolgono i lavori più umili nei ristoranti, o vengono assunti come domestici nelle abitazioni private, o praticano una
Siamo andati a trovare un giovanissimo frate eritreo,padre Andemariam, che opera nel convento dei Cappuccini di viale Piave, con il quale abbiamo avuto un cordiale colloquio sui problemi delle comunità africane in zona.
Padre Andemariam che ha abbandonato il proprio Paese nel '74, divide il proprio tempo tra il convento e gli studi (recentemente si è laureato in teologia).
Secondo il frate sono almeno mille gli Eritrei stabilitisi a Milano; essi sono presenti in numero consistente anche in altre grandi città, come Firenze, Bologna, Roma.
La maggior parte dei suoi connazionali ha trovato un lavoro e viene assunta con contratti annuali rinnovabili.
Il lavoro che viene loro offerto è prevalentemente quello domestico, per il quale fino a qualche anno fa c'era una forte richiesta in Italia, non soddisfatta da un'adeguata risposta da parte del mercato interno.
Era più facile trovare, osserva il frate, mano d'opera straniera. Ed è in questa direzione che si è rivolta la ricerca di collaboratori domestici, anche per la maggior disponibilità da parte della gente di colore, che spesso si, trova nella condizione di dover svolgere qualsiasi la-
attività commerciale ambulante.
Tra le comunità africane, alcune sono organizzate, altre del tutto prive di punti di riferimento.
Una delle più compatte è senza dubbio la comunità eritrea; altri gruppi etnici invece non si sono costruiti strutture di sostegno e vivono in modo più disgregato.
Ma quanti sono esattamente i cittadini di colore che si sono insediati a Milano e perchè, quali sono i problemi che ogni giorno debbono affrontare in una realtà tanto diversa da quella della loro terra d'origine?
"Porta Venezia" inizia con questo numero una inchiesta sulle comunità africane in zona, allo scopo di fornire dei primi dati conoscitivi su questo nuovo e consistente fenomeno che interessa la nostra città, ma del quale scarsa e approssimativa è la conoscenza.
voro, il più delle volte senza tutela sindacale, ad accettare le condizioni poste dai datori di lavoro.
Ma come mai, chiediamo, si è verificato proprio in questi ultimi anni il fenomeno sempre più esteso della immigrazione di lavoratori africani?
Per quanto riguarda il proprio paese, ci risponde il frate, ciò che ha spinto numerosi eritrei ad abbandonare la propria terra, è rappresentato da quanto sta avvenendo in Etiopia e in Eritrea, dalle desolazioni e dalle stragi cui da anni sono sottoposte quelle popolazioni.
In queste settimane, prosegue padre Andemariam, si parla del conflitto tra Cina e Vietnam che ha destato profonda impressione, ma il dramma di quei lontani paesi dell'Africa non è certo minore, anche se di esso la stampa non si occupa molto.
Esistono, domandiamo, particolari problemi tra la comunità eritrea e i cittadini milanesi?
Il frate ci risponde che gli unici problemi con gli Italiani sono dovuti o a incompatibilità tra datori dl lavoro e lavoratori, o a fraintendimenti generati più che altro da diversità dl tradizioni, storia e cultura.
Gli Eritrei ad esempio con II termine famiglia intendono qualcosa dl profondamente diverso da quanto (segue in ultimai
rio servizio di portierato almeno nelle ore di funzionamento dei centri, la disponibilità del S.I.M.E.E. alla creazione di un servizio integrato S.I.M.E.E./Consultorio, la iniziale ristrettezza dell'area per ora disponibile al servizio S.I.M.E.E./Consultorio relativamente al numero degli operatori attuali e potenziali, l'impegno quindi del C.d.Z. presso la Provincia affinché, quando a qualsiasi titolo si liberi uno spazio nello stabile, questi venga assegnato al servizio S.I.M.E.E. / Consultorio.
Se quindi si stanno creando delle solide basi per una agibilità sia pur parziale di spazi da destinare a consultorio, tenendo conto che ormai (segue in ultima)
11 Consiglio di Zona 3 di fronte all'estendersi del fenomeno della criminalità a Milano, e in particolare nella Zona 3, ribadisce la necessità di un intervento tempestivo e coordinato delle forze preposte alla difesa della convivenza civile e dell'ordine democratico.
Il Consiglio di Zona 3 intendendo dare un serio contributo a questa battaglia, ha costituito da tempo una commissione di studio sul fenomeno della criminalità politica e comune nella zona elaborando alcune proposte per sconfiggerla e ponendosi come punto di riferimento per la cittadinanza.
In questo quadro il Consiglio di Zona 3 mentre ribadisce la centralità dell'intervento degli enti locali e dello Stato, per dotare i quartieri di strutture che permettano la ricomposizione del tessuto sociale, rileva l'opportunità di una indagine precisa per evidenziare le caratteristiche del fenomeno della criminalità nella zona.
Per questo il Consiglio di Zona intende condurre una ricerca attraverso questionari da preparare e distribuire secondo criteri precisi e scientifici a categorie economiche, sociali e culturali operanti in zona.
Il Consiglio di Zona chiede pertanto la piena collaborazione dell'Amministrazione Comunale attraverso la commissione da questa istituita per la difesa dalla criminalità. Crediamo che particolare attenzione debba essere rivolta al fenomeno della emigrazione straniera la cui presenza complessa genera reazioni sempre più preoccupanti di rigetto e razzismo.
Inoltre il Consiglio di Zona ritiene essenziale utilizzare pienamente la vigilanza urbana e soprattutto il vigile di quartiere, secondo le nuove competenze stabilite dal D.P.R. 616. Il Consiglio ritiene necessario riflettere sulla esperienza dei vigili di quartiere e rivederne a fondo i compiti e la qualificazione.
Il Consiglio di Zona ritiene opportuno organizzare a questo riguardo un convegno specifico su questo tema, ed iniziative conseguenti, a cui invitare anche le rappresentanze sindacali della vigilanza, oltre ai responsabili della sede locale.
Avvertiamo infine una sentita esigenza di coordinamento, secondo le competenze specifiche, tra le forze dell'ordine, Amministrazione Comunale (in particolare Vigilanza Urbana) e istituzioni democratiche decentrate.
Per questo il Consiglio di Zona invita l'Amministrazione Comunale ad organizzare un incontro congiunto tra Amministrazione Comunale, Questura e Consiglio di Zona, per verificare le possibili soluzioni.
Come lo scorso anno durante il mese di aprile in casa comunista si procederà al rinnovo dei comitati di zona. Organismi di recente costituzione, nati sull'onda del decentramento amministrativo delle venti zone della città, rappresentano un momento di "coordinamento e direzione politica" dell'iniziative comunista per tutto quanto concerne le realtà zonali. Questi comitati affiancano e non si sovrappongono alle sezioni territoriali e di fabbrica che per il PCI, come è stato ribadito durante il recente congresso provinciale, rappresentano lo strumento politico fondamentale. Per un bilancio del lavoro svolto dal comitato del PCI della nosta zona rivolgiamo alcune domande al responsabile politico Carlo Montalbetti.
Quali sono stati i problemi più importanti che il comitato ha affrontato?
Sono stati numerosi. Tra questi centrale è stata la elaborazione di un progetto politico e amministrativo per la zona pienamente inserito nel contesto dello sviluppo della città. Credo che il contributo delle sezioni, del gruppo in C.d.Z. e in distretto abbia permesso di definire meglio la nostra politica locale di solidarietà democratica con gli altri partiti e le forze sociali, e i nostri obiettivi per il superamento dei problemi zonali.
Quali risultati sono stati conseguiti?
Direi importanti e positivi. La solidarietà tra i partiti, nonostante diversi tentativi soprattutto da parte DC di stravolgere e inaridire la politica di unità, ha tenuto e ha prodotto buoni risultati. Ritengo di grande valore l'approvazione del Piano pluriennale di attuazione di zona che prevede rilevanti interventi per la salvaguardia e miglioramento del territorio, per lo sviluppo dei servizi sociali, significativa è anche la recente determinazione del bilancio di zona. È da sottolineare il complessivo miglioramento della situazione riguardante l'edilizia scolastica che tra non molto sarà arricchita dal primo asilo nido di zona. Per la casa, che rimane una' delle questioni centrali della zona, è di grande significato l'avvio dell'esproprio da parte del Comune dello stabile di p.zale Datelo e il tenace lavoro della Commissione Casa del C.d.Z. per far fronte ai drammatici problemi connessi agli sfratti, alle vendite frazionate e al degrado degli stabili. Ma vorrei soprattutto ricordare la formazione di movimenti di massa, con la presenza attiva di comunisti, assieme ad altre forze, per
l'apertura di un consultorio, che dovrebbe entrare in funzione tra non molto, e per la realizzazione di un centro culturale polivalente aperto a tutti e in modo particolare alle giovani generazioni. Uno dei problemi più inquietanti di P.ta Venezia è il fenomeno della violenza che cosa avete fatto? Il nostro partito ha giudicato prioritaria l'iniziativa per una risposta democratica e di massa all'estendersi della criminalità politica e comune. Abbiamo chiesto la costituzione di una particolare commissióne in C.d.Z. che affrontasse questo problema e dopo la sua istituzione ci siamo impegnati a fondo con le altre forze per farla divenire un punto di riferimento per la cittadinanza. Abbiamo avanzato proposte per un maggior coordinamento tra le forze dell'ordine, che vanno potenziate negli organici, e la vigilanza urbana di quartiere, i cui compiti vanno meglio precisati. Sollecitiamo una indagine seria sulle caratteristiche e sulle cause degli atti criminosi nella nostra zona. Ma soprattutto ci preme operare perchè si rafforzi il tessuto connettivo della società civile, perchè sia più forte il collegamento tra istituzioni, corpi dello stato e cittadini. È necessario battere il nemico più insidioso e terribile della violenza: la paura e l'omertà.
Come mai la DC e gli altri partiti tendono a superare l'articolazione di più sezioni per zona per un unico organizmo locale e voi no?
Credo che ciò avvenga perchè alla base vi è una profonda diversità tra il nostro e gli altri partiti sulla concezione della funzione stessa del partito. Noi siamo per una organizzazione la più vasta e capillare possibile che permetta di allacciare e mantenere costantemente canali di comunicazione e di confronto con la gente. Negli altri partiti prevale la tendenza ad affidare la comunicazione ai grandi organi di stampa, alle campagne pubblicitarie e d'opinione. Quindi per noi la sezione, la cellula rappresentano strumenti essenziali di collegamento, di elaborazione politica, di discussione con i cittadini. Per questo, mentre gli altri partiti sono dotati di una sola sezione di zona con compiti prevalentemente elettorali e collegati al lavoro nelle istituzioni, il nostro partito non solo mantiene le sezioni di quartiere e di fabbrica ma tende a potenziarle e ad accrescerle.
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I lettori di Porta _Venezia avranno probabilmente letto sullo scorso numero il testo di una petizione, proposta ai cittadini dal giovani del Gruppo Promotore per il Centro Sociale. Vogliamo oggi parlarne un po' più diffusamente. Da due anni I giovani della zona 3 si battono per la costruzione di un centro culturale polivalente nel nostro quartiere. FIno a poco tempo fa sembrava certa e definitiva l'assegnazione di una parte dello stabile di via Settembrini 4 a questo scopo, ed era stato elaborato dall'assessore provinciale alla scuola e alla cultura Novella Sansoni un progetto dettagliato per dividere i locali disponibili tra le forze sociali e culturali operanti in zona.
Nel progetto era prevista questa divisione degli spazi: il primo e II secondo piano dovevano diventare la nuova sede dell'Istituto Tecnico Schiaparelli, mentre al piano terreno, oltre a un locale per l'Oratorio Femminile di S. Gregorio, uno per il Teatro del Sole e uno per il Centro Sociale, dovevano esserci alcuni spazi comuni, a disposizione di tutti i cittadini, tra i quali una biblioteca di zona, due palestre, una sala per proiezioni cinematografiche, e un'aula magna per dibattiti, spettacoli teatrali e musicali, eccetera. Oggi il progetto è fermo. Alcune forze politiche si sono opposte alla sua realizzazione, proponendo di assegnare l'intero stabile (di proprietà della Provincia) allo Schiaparelli.
Per questo i giovani del Centro Sociale, insieme con il Teatro del Sole, hanno elaborato una petizione, nella quale si chiede alle autorità
competenti che *venga rispettato il progetto di divisione dei locali, perchè finalmente i cittadini abbiano, com'è loro diritto, strutture ricreative e culturali funzionanti. I giovani del Gruppo Promotore del Centro Sociale chiedono oggi l'appoggio di tutti I cittadini a questa loro iniziativa, aderendo al testo della petizione con una firma. Le firme si raccolgono tutti i sabati al mercato rionale di via B. Marcello, e la domenica mattina davanti alle Parrocchie. A tutt'oggi, grazie anche a un rluscitissimo spettacolo del Teatro del Sole, organizzato proprio al fine di raccogliere firme, si sono contate circa mille adesioni: l'obiettivo è però quello di arrivare, entro qualche settimana, a 2000, 2500 firme. Perciò invitiamo tutti gli abitanti del quartiere a dare il loro contributo, aderendo alla petizione, proprio per dimostrare alle autorità che la cittadinanza appoggia l'iniziativa dei giovani, e auspica che al più presto esistano in zona locali dove i ragazzi possano ritrovarsi a discutere, fare sport, arricchirsi culturalmente e divertirsi. Crediamo che un'Iniziativa fortemente aggregante, e qualificante anche da un punto di vista politico, sia tanto più importante e urgente, quanto più oggi i giovani mancano di tensione ideale, di stimoli culturali, di lavori politici e sociali, e sono sempre più spesso spinti dalla solitudine e dalla disgregazione a compiere scelte sbagliate. E ci sembra giunto il momento di cessare la politica dei discorsi astratti e delle promesse mai realizzate, per comincia-
APPROVATO IL COMITATO DI GESTIONE PER IL CENTRO CULTURALE E SOCIALE
Il Comitato di gestione su ratifica del C.d.Z. sarà composto da:
- 5 esponenti del nucleo promotore dei giovani
- 3 rappresentanti del C.d.Z. di cui 1 della minoranza
- 1 rappresentante della parrocchia di S. Gregorio
- 1 rappresentante del Teatro del Sole
- 1 rappresentante del Circolo di P.zale Dateo
- 1 rappresentante del Teatro Immaginazione
- 1 rappresentante del Distretto
- 1 rappresentante della scuola in cui si insedia il Centro Culturale. Naturalmente la composizione del Comitato di Gestione non è rigida per cui le rappresentanze potranno essere allargate o ristrette in base alle esigenze e alle richieste.
re a risolvere i problemi concretamente, appoggiando tutte le forze politiche e culturali che da tempo propongono come soluzione a molti problemi del cittadini, giovani in particolare, l'attuazione di un serio e radicato intervento nel territorio, con l'ausilio di strutture adeguate.
II Consiglio di zona 3, a testimonianza del suo appoggio ai giovani del Centro Sociale, ha formato, tramite la sua Commissione Cultura, un Comitato di gestione, di cui fanno parte tutti coloro cui interessa la realizzazione del Centro Culturale Polivalente in via Settembrini, per promuovere e organizzare iniziative che sensibilizzino le autorità e i cittadini su questo problema - Comitato di Gestione che spera, naturalmente, di gestire, dopo la battaglia politica, anche le strutture e gli spazi di via Settembrini.
Anna Capellidi Enrico Moroni
Redazione: F. Alberti, E. Giannasi, L. Vincitorio, M. Sparacino, A. Capelli, L. Pagani, C. Oldrini, F. AlbaneseHanno collaborato: C. Montalbetti, P. Grillo, F. Di Roberto, G. Brighi, A. Padroni, Brusa, M. Scazzosi, G. Rastelli, E. Forni, SUNIA Zona 3, G. Patitucci, B. Negroni, A. Strik Lievers - Direttore responsabile: Cenati Roberto -Autorizzazione Tribunale di Milano n. 43 del 3/2/79 - Redazione e Amministrazione: via S. Gregorio, 48 - Milano - Stampa: Coop. "Il Guado" - 20020 Robecchetto con Induno (Mi) Tel. 0331/881475. SO VCCI
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Abbiamo visto come il ventennio fascista incise profondamente sull'assetto urbanistico della città, isolando i quartieri più ricchi dalle residenze degli operai e attuando di fatto una saldatura fra ceti medi e grande borghesia, in una politica economica che escluse quasi completamente il tema dell'edilizia sovvenzionata dai nuovi grandissimi piani di sviluppo, accentuando ulteriormente le discriminazioni sociali e sottraendo alla classe operaia la stessa ricchezza prodotta dal loro lavoro e a modestissime condizioni di salario; poichè per decenni questi lavoratori avevano costruito anche. le case per se stessi e per le proprie famiglie, e ora devono solo edificare i palazzi per i nuovi padroni, si verifica quindi una ancor più pesante ingiustizia sociale che porterà ben presto alla attività politica clandestina intorno ai partiti della sinistra che organizzerà la lotta armata di resistenza.
Il regime consente margini di azione agli intellettuali che si dedicano a studi di carattere storico - filosofico in continuità con il pensiero di fine secolo, ma che si vedranno costretti poi a fondare la ricerca sul recupero delle classicità romana che doveva sostenere culturalmente l'ideologia di potere, mentre si vietano proiezioni verso il pensiero internazionalista e razionalista che aveva già segnato la fine dei revival stilistici, condannando la cultura italiana ad un ruolo di arretratezza e provincialismo.
Ricordiamo che il riordino del centro città, era stato per molti decenni tema dominante per le varie amministrazioni prima e dopo l'unità
d'Italia e la sua sistemazione soggetto di concorsi pubblici realizzati in parallelo con lo sviluppo delle città fuori le mura dei bastioni; il Fascismo prosegue i temi di progetto sul centro, ma vanifica riducendo a episodi di scarsa importanza urbanistica gli interventi per l'edilizia popolare, lasciando al capitale pubblico modesta incidenza nel complesso dei fenomeni economici in atto, preferendo agli interventi edilizi nella grande città, la progettazione di nuovi quartieri moderni in città e paesi di minore importanza (come, Crescenzago etc.) che saranno solo in parte portati a termine.
Risulta chiara la politica culturale che deve accettare schemi afferenti da tutta l'Europa e trovare contemporaneamente giustificazioni nella storia antica per sostenere motivi ideologici, che vedono fin dai primi anni la politica colonialista e la preparazione alla guerra mondiale.
A Milano la sistemazione dei quartieri del centro domina il dibattito urbanistico, si ipotizzano tracciati alternativi, si bandisce nel 1932 il progetto "Manica Lunga" per l'intorno di Palazzo Reale e P.zza Duqmo il progetto "Torre Littoria" sulla stessa area. "Il campanile del Duomo si farà!" si afferma sulle pagine di un quotidiano dell'ottobre 1938 e intanto si abbattono centinaia di metri di isolati per costruire i nuovi enormi palazzi di corso V. Emanuele e S. Babila. li regime impone la sua architettura e cambia completamente l'aspetto del centro storico. Contemporaneamente si fondano negli anni dal 23 al 36 numerosi enti per la tutela e la salvaguardia dei beni culturali il "Comitato per il restauro dei
monumenti" per "l'archeologia e l'arte in Lombardia" e la "Società degli artisti e Patriottica". La costruzione dei grandi palazzi mette a nudo importanti tratti di antiche mura; nel 1931 viene alla luce gran parte dell'anfiteatro Romano che viene incamerato nei sotterranei della nuova Borsa; si restaurano la chiesa e il colonnato di S. Lorenzo, gran parte del danaro pubblico viene investito per la tutela della cultura, ma si trascurano i piani di edilizia sovvenzionata che sono rimasti sostanzialmente fermi al P.R. del 1910 - 1912 e si registra un peggioramento delle condizioni abitative. Il malcontento cresce, ma qualsiasi atto di ribellione contro il potere sarà duramente represso dalla polizia. Le situazioni abitative della classe operaia sull'intero territorio della città sono molto diverse e tali da costituire complesse e autonome realtà legate alla mobilità della forza - lavoro e ai luoghi della produzione industriale; lo sviluppo e le modificazioni dei fatti edilizi sono diretta conseguenza di tali fenomeni; nella nostra zona la maggior parte di stabili in via di degrado si rilevano negli isolati attorno all'area speculativa del Lazzaretto di cui abbiamo tracciato brevemente la storia; il corso Buenos Ayres e le vie B. Marcello e Morgagni da una parte costituiscono lo schema di lettura dei fatti in questione, mentre l'altra parte più antica di secoli si sviluppa intorno alla chiesa di S. Francesca Romana e al perimetro individuato dalle vie Piave - Bixio - Regina Giovanna ... dove le più antiche case databili al 1733 sono costruite sui fondi delle proprietà di S. Gregorio.
(segue) Claudio Oldrini
Ardino Saverio si autodefinisce miniaturista. Come.è diventato e cosa vuol dire miniaturista? Gli chiediamo. "È una professione, si riproduce in scala ridotta oggetti, costruzioni; io ho fatto per esempio in legno modellini fedelissimi all'originale di cannoni antichi, di navi, di monumenti ed anche di un complesso residenziale costruito in Brasile commissionatomi dalla stessa impresa costruttrice.
Certo che bisogna conoscere il disegno, avere tanta passione ed una buona attrezzatura. Sin da piccolo ero appassionato di disegno e poi quando vedevo una cosa grande mi veniva spontaneo farla in piccolo e così ho cominciato". Per avere uno stipendio fisso l'Ardino fa il portinaio in C.so Buenos Aires 30; questo mestiere gli lascia anche delle ore libere per lavorare ai suoi modellini, studiare, leggere, eh si perchè l'Ardino ha un'altra passione: Milano ed è con orgoglio che ci mostra stampe antiche, libri, pubblicazioni sulla sua città. "Ma dall'accento non mi pare Lei sia milanese" "SI, sono calabrese, ma da trent'anni sto qui, in C.so Buenos Aires e per me Milano è tutto "incalza Lei" che mi ha detto di essere milanese lo sa che cosa c'è scritto sulla targa posta sulla facciata del Duomo? Quanto è grande?
Quante sono le targhe in tutta Milano? Lo sa perchè questo corso si chiama Buenos Aires?" Sopraffatta
dalla sua foga mi vergogno quasi a confessare che non lo so e che l'idea di girare Milano col naso in sù a leggere le targhe non mi entusiasma. Mi entusiasma vedere i suoi lavori gli dico e, l'Arduino col ritrovato sorriso mi accompagna all'ultimo piano dello stabile a visitare il suo laboratorio. In mezzo alla stanza su un piano mobile c'è il suo capolavoro: il Duomo di Milano in miniatura. Due anni di duro lavoro è costata quest'opera in legno, perfetta anche nei più piccoli particolari; i rosoni con intarsi piccolissimi, le innumerevoli guglie cesellate con una precisione sbalorditiva, le scale con scorrimano che dalle guglie inferiori portano a quelle superiori, persino nelle vetrate ha cercato di riprodurre con minuscoli pezzi di vetro colorato l'effetto delle vetrate del Duomo. Ha riprodotto fedelmente le 135 guglie e le 2350 statue delle cattedrale non solo basandosi sui disegni, ma recandosi per mesi col suo taccuino ed il metro a ispezionare in lungo ed in largo l'interno ed esterno del Duomo. Un giorno che stava prendendo le misure dello zoccolo esterno della facciata è stato avvicinato da 3 uomini che presentatisi poi come poliziotti volevano accertarsi di cosa stesse facendo. Dopo il solito controllo dei documenti, intrattenevano l'Ardino in attesa di comunicazioni dalla Centrale ma, intanto il tempo passava e l'Ardino doveva tornare a
chiudere la portineria; cosicchè dopo una lunga discussione i poliziotti accettarono di accompagnarlo per rendersi conto a cosa gli servissero le misure.
Rimasero così colpiti dalla sua opera che, racconta l'Ardino, ogni volta che ebbero in seguito l'occasione di passare da C.so Buenos Aires si fermavano a fare una visitina al "Duomo".
La miniatura del Duomo è stata esposta in occasione di diverse mostre a Milano e attestati e riconoscimenti non sono mancati al bravo e simpatico Ardino che, come dice la poesia a lui dedicata dal Fumagalli ha voluto con quest'opera dire il suo grazie a Milano ed ai Milanesi. Salutandoci l'Ardino non perde l'occasione di dirci "Bisogna far qualcosa per valorizzare Porta Venezia, farla conoscere bene a tutti quelli del quartiere, lo dica nel suo giornale" e io lo dico, anzi lo scrivo.
L. V.EL DOM IN MINIADURA
A l'è stàa un Milanes de aduzion che l'hàa pensàa a stàa realizzazion.
L'è un bel omagg al gran Milan, per avech dàa un post un tocc de pan.
A ghe minga parol per feiicitass con un òmmen inscì ingegnus e no gradass. l'È verament un grant bel lavuràa, de pazienza vera arte d'abilitàa. Se vett, l'è fàa col coeur e tanti arnes quest, l'è el grazie, de tucc i Milanes.
V. Fumagallipotrete
prestiti fino a 5.000.000 restituibili in due anni ad un tasso agevolato con contributo regionale del 5% in conto interesse con la
Nella ricorrenza del 25 aprile e del 2 giugno, il C.d.Z e il Distretto stanno approntando un significativo programma di iniziative da realizzare con tutte le scuole della zona. Nel quadro delle scelte decise dalla commissione speciale per i problemi della criminalità politica e comune del C.d.Z, il programma avrà come tema la funzione insostituibile della scuola nell'impegno collettivo per sconfiggere la violenza attraverso la piena realizzazione dei valori della Resistenza e della Costituzione.
L'obiettivo che si pongono il C.O.Z. e il Distretto è di sensibilizzare attivamente tutte le componenti del mondo scolastico sul grave problema rappresentato dal clima di intolleranza, di violenza, nelle diverse forme in cui si presenta, che colpisce la pacifica convivenza civile.
È indispensabile comprendere a fondo le cause che hanno generato e che determinano la violenza per poter in modo serio ed efficace ricercare i mezzi per sconfiggerla. L'i-
niziativa di questi due organismi parte infatti dalla consapevolezza che và battuta la tendenza, purtroppo ancora diffusa, a delegare alle forze dell'ordine la soluzione del problema della criminalità.
In questo quadro appare essenziale il contributo educativo e formativo della scuola per mobilitare la coscienza democratica dei cittadini. Il programma si articolerà su diversi piani. Si prevedono dibattiti con i genitori e gli insegnanti; per le scuole dell'obbligo il tema proposto riguarda la condizione della devianza minorile e la politica per superarla (particolare attenzione sarà rivolta al ruolo degli enti locali e del tribunale dei minori); per le superiori il tema proposto riguarda la condizione giovanile, l'emarginazione e II problema drammatico della droga. A questi dibattiti è prevista la partecipazione di associazioni, studiosi ed operatori impegnati in questi settori.
Per l'attività didattica si propone la costituzione di una mostra di zona
che raccolga tutti i lavori (ricerche, temi, disegni o altro) elaborati dagli studenti delle scuole dell'obbligo e delle superiori sul tema proposto dal programma.
Per questo II C.d.Z. e il Distretto offriranno una' bibliografia e la possibilità di prendere contatti con esperti. Inoltre verrà inviata alle scuole la biografia dei partigiani caduti in zona invitando gli insegnanti ad utilizzare queste testimonianze di eroico sacrificio contro la tirannide e la violenza per l'affermazione degli ideali di libertà, democrazia e giustizia sociale.
Infine si prevede per la fine di maggio una festa di zona nella quale riportare tutti i risultati raggiunti dall'iniziativa.
Il C.O.Z. e il Distretto si sono impegnati nella elaborazione di questo impegnativo programma con l'intento di ripetere in modo più approfondito e articolato questa iniziativa contro la violenza nel prossimo anno scolastico.
Pochi mesi fa era molto di moda un termine particolare: "ripresine". Nel gennaio febbraio 1979, Infatti, quando si preparava l'imminente liquidazione del Governo di unità nazionale, quando occorreva dimostrare che le cose andavano ormai bene e la crisi economica era un ricordo, questo termine comparve su tutta la stampa, degli addetti al lavori e non. E un termine felice, che evoca sensazione di benessere, di roseo futuro, che spinge a denigrare chi ancora sostiene che la crisi esiste e che le difficoltà non sono per niente finite. E gli ultimi dati dimostrano proprio il fine politico della campagna sulla ripresine: Il livello dell'inflazione è ripreso a salire, raggiungendo livelli del 13%, e la bilancia commerciale è tornata dopo molti mesi in rosso.
E allora dov'è la ripresine? Il lettore avrà forse letto altrove di più e meglio su questo tema: ricordo solo come molti economisti abbiano cercato di smorzare gli entusiasmi, ricordando che l'economia italiana è strutturalmente difettosa e solo con interventi strutturali è possibile parlare di prospettive di ripresa "sana" e di lungo periodo, non certo affidandosi alle cosiddette libere forze del mercato.
Con un tasso di disoccupazione del 7,6% e del 12,7% per le donne, e ancora più alto per i diplomati ed i laureati, chi può parlare di "ripresine"?
Il C.O.Z. ha approvato definitivamente il progetto per il risanamento generale delle scuole Casati - Tadino, previsto nel bilancio di zona per il 1979. Per tutte e due gli stabili sono previste le seguenti opere: revisione del tetto; sostituzione serramenti interni; sostituzione serramenti esterni con adeguamento alle norme prescritte dalla 373 (vetro semidoppio raddoppiato con camera d'aria); rifacimento intonaci e relativo risanamento muri in elevazione; rifacimento totale della pavimentazione; tinteggi e verniciature.
La scuola elementare Casati si dovrà dotare di un bacino di utenza tale da costituire 6 corsi di 30 classi e in questo caso oltre alle opere so-
Nelle scorse settimane i partiti che compongono la maggioranza del Consiglio di Zona si sono riuniti per fare il punto dopo alcuni mesi di lavoro. Ricordiamo ai lettori che questo Consiglio di Zona ha iniziato la sua attività nel luglio dello scorso anno.
La discussione vedeva, soprattutto, sul modo di garantire una direzione più collegiale e quindi più efficace e concreta del Consiglio stesso.
Oggi non basta più una discussione generale o qualche presa di posizione di principio attorno ai problemi dell'urbanistica, della sanità o della scuola lasciando, poi, di fatto all'Amministrazione Comunale il compito di risolverli.
Con il Bilancio di Zona per il 1979 e la approvazione delle delibere quadro i Consigli di Zona hanno assunto poteri concreti di decisione.
É un argomento di cui si è già parlato altre volte sul giornale ma che assu-
Il C.d.Z. ha approvato l'inserimento di nuovi stabili degradati nell'elenco istituito ai fini dell'art. 18 delle legge 392 (equo canone), che determina il coefficiente 0,90 da calcolare per l'affitto.
Gli stabili sono:
Bixio 6 Lecco 2
Castaldi 28 Dei Mille 1
Lazzaretto 5 Uberti 2
Il C.d.Z. ha anche approvato lo stralcio dall'elenco dei seguenti stabili:
Castaldi 8
Eustachi 53
Frisi 5
Maiocchi 31
Regina Giovanna 9 x 14
Settala 34
Melzo 21
Stoppani 40
pradette deve essere prevista l'organizzazione funzionale degli spazi corrispondenti a 30 classi normali 5 interciclo più la biblioteca, la segreteria e la direzione.
Queste aule speciali devono essere, nel limite del possibile, baricentrali rispetto alle varie aule dell'edificio in modo da creare, mediante l'uso di pareti mobili, spazi flessibili. La spesa presunta per le opere alla Casati è di L. 48 0.000.000.
Per quanto concerne la media Tadino è necessario che si dato di un bacino di utenza, tale da costituire 6 corsi di 18 classi più 3 speciali, più la direzione, la biblioteca e la segreteria. Anche per questa scuola, le aule
speciali dovranno presentare elementi di flessibilità dello spazio attraverso l'uso di pareti mobili.
Dovrà essere inoltre previsto il nuovo ingresso principale da via S. Gregorio. La spesa prevista per le opere alla Tadino è di Lire 285.000.000.
Questi primi due progetti, che fanno parte di un primo lotto a bilancio del 1979, vanno comunque visti in modo organico e funzionale con lo stanziamento di un secondo lotto, che andrà a bilancio nel 1980, relativo all'abbattimento del corpo centrale, attualmente adibito a palestra più 5 aule e servizi, con la ricostruzione di 2 palestre sovrapposte, di 5 aule più servizi e blocco ascensori.
G. Brighi
me un valore ancora più grande dopo le decisioni prese dalla maggioranza che, naturalmente, verranno sottoposte alla discussione del Consiglio di Zona. La proposta principale è quella di costituire un ufficio di presidenza che affianchi il presidente ed il vice presidente nella gestione operativa del Consiglio della Zona, ferme restando le competenze della riunione dei capigruppo così come sono previste dal Regolamento.
Componenti di questa presidenza saranno alcuni consiglieri che avranno l'incarico del coordinamento dell'attività di un gruppo di commissioni riunite secondo il criterio dei dipartimenti.
Un primo gruppo di commissioni riguarda i servizi per la casa ed il territorio (Comm. Casa e Comm. Territorio ed Urbanistica), un secondo i servizi alla persone (Comm. Sanità, Cultura,
Nel complesso scolastico dl p.zale Bacone sono state realizzate due piscine: una piccola per gli alunni dell'ultima classe delle scuole materne e un'altra di m. 25 x 12,5 con cinque corsie.
Quest'ultima, dalle 9 alle 18,30, sarà usata per corsi di addestramento al nuoto degli alunni delle scuole della zona con un'equa distribuzione fra tutte le scuole. Tali corsi dovrebbero essere gratuiti. Per offrire al maggior numero dl alunni la possibilità di acquisire le fondamentali tecniche del nuoto, I corsi dovrebbero iniziare, per ogni ordine di scuola con I più grandi, dando la precedenza a chi non sa nuotare. A causa di lungaggini burocratiche la piscina comincerà a fun-
Scuola, Economia e Lavoro) ed un terzo i servizi per le strutture (Comm. Bilancio, Commercio e Manutenzioni).
Non occorre essere degli addetti ai lavori per capire che si tratta di proposte che interessano una migliore attività pratica del Consiglio di Zona e delle sue commissioni ma che nello stesso tempo, riconfermano la solidarietà democratica dei partiti che dal 1969 dirigono il Consiglio.
Siamo convinti che questa solidarietà — mantenendo i partiti le loro caratteristiche e peculiarità — debba continuare ad essere operante nelle prossime settimane, ci siano o meno le elezioni politiche anticipate. Il lavoro del Consiglio per la soluzione urgente di molti problemi che sono sul tappeto da tempo non può subire dei ritardi o delle battute di arresto. La gente, tutti i cittadini di Porta Venezia non lo capirebbero.
zionare nei mesi di maggio e giugno.
A partire dal prossimo ottobre fino a maggio sono previsti due corsi quadrimestrali con lezioni bisettimanali per circa 2.700 alunni e corsi intensivi di 15 giorni nel mese di giugno.
Appena realizzate alcune modifiche necessarie per rendere agibile la piscina agli adulti, questa sarà a disposizione dopo le 18,30 per corsi di nuoto liberi e corsi guidati con istruttori.
La gestione della piscina sarà affidata ad un Comitato di gestione dl cui faranno parte due membri del Consiglio di Zona, due membri del Distretto scolastico, tre rappresentanti dei Consigli del plesso Bacone.
L'unico dato di cui si deve e si può invece obiettivamente parlare è un moderato tasso di crescita della produzione industriale durante tutto il 1978, particolarmente accentuata nell'autunno. Vuol dire allora che è in atto una tendenza a produrre di più. Ma chi produce di più?
Uno degli effetti della pubblicità alla cosiddetta "ripresina", è stato l'emergere di un altro termine: "l'economia sommersa"; è opinione diffusa che l'aumento della produzione non sia che la punta visibile di un iceberg, di una altra economia "segreta", sconosciuta e fuori dalle cifre ufficiali, che si ingigantisce e cresce sull'onda della crisi, della disoccupazione, del bisogno.
La caratteristica fondamentale di questa economia è infatti lo sfruttamento del lavoro attraverso le forme più svariate, dal lavoro nero, magari anche ben retribuito ma illegale e non assistito, alla piaga del lavoro a domicilio, del doppio lavoro. È più che mai essenziale per elementari questioni di giustizia sociale e per la costruzione di un progetto di controllo e di indirizzo dell'economia, conoscere l'evolversi di questa economia sommersa e disporre degli
strumenti più Idonei per renderla sana nel modo più indolore possibile. E non si tratta solo di un intervento di tipo censorio verso queste forme di produzione, quanto, sovente, di dare loro dignità e legalità, anche attraverso l'introduzione di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro: esempio tipico la creazione di nuove figure professionali fino ad ora sconosciute, quale il lavoratore a tempo parziale, con pari tutela del lavoratore ad orario pieno. Qualsiasi intervento relativo a questi problemi non può che passare attraverso gli organi di partecipazione e di democrazia di base, quali il C.U.Z. sindacale ed il Consiglio di Zona. Eccoci, dunque, alla nostra zona: anche da noi esiste una vita economica non ufficiale: basti pensare al fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori immigrati di colore (quando riescono a trovare una occupazione, sia pure nera); al lavoro dato a domicilio; ed ancora ai lavoranti ed al garzoni senza "libretto". Nessuno, o pochi, si è mal mosso per cercare di identificare e portare alla luce questi problemi anche in Zona 3. Occorre riflettere sul che fare, in rapporto soprattutto alle caratteristiche sociali ed economiche della nostra zona. Conosciamo infatti la grande varianza sociale della popolazione della zona: pressochè assente la classe operaia industriale, vi è ceto medio, nelle sue varie stratificazioni e un ceto popolare di varia natura, lavoratori, pensionati, sottoproletari, con gli immigrati stabili o temporanei, soprattutto di colore.
Evidentemente questi diversi ceti sono coinvolti in modo ben diverso dai fenomeni dell'economia sommersa: una cosa è il giovane del ceto medio, magari studente, che nel lavoro a tempo parziale e precario trova una occasione di guadagno non indispensabile per vivere, sia pur necessario ed utile; un'altra cosa è chi deve ricorrere alla "carovana" per campare.
Diversa dunque la domanda di lavoro parziale o precario: alternativa richiesta al lavoro a tempo pieno e protetto, o ultima risorsa nel dramma della disoccupazione.
Particolare è anche l'offerta di lavoro precario: in zona, infatti, non vi è una solida struttura direttamente produttiva e le attività sono concentrate nel terziario, nei servizi e nell'artigianato.
Il lavoro da fare su questi temi è lungo e difficile: alla Commissione lavoro del Consiglio di Zona il compito di coordinare le iniziative.
Mario ScazzosiNei reparti troverete quel tocco particolare che cercate da sempre.
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Ristrutturazione alla "Casati" e alla "Tadino"
Si costituisce un ufficio di presidenza al C.d.Z.
Due piscine alla "Bacone"
Quello delle Radio private, è senz'altro un fenomeno di grande attualità ed interesse sia sotto l'aspetto dell'impegno socio - culturale che dell'evoluzione del costume (rottura del monopolio RAI, apertura degli spazi per le voci di chiunque etc.).
In Zona Venezia esistono una decina di radio di cui alcune hanno una natura essenzialmente commerciale mentre altre si propongono anche fini di sensibilizzazione e partecipazione del pubblico a problemi di attualità.
Abbiamo potuto verificare ciò attraverso la nostra inchiesta che ha toccato, per il momento tre emittenti fra le più ascoltate della zona: RADIO DIFFUSIONE LOMBARDA (fm. 94.700), RADIO EQUIPE (FM. 96.400) e RADIO MILANO INTERNATIONAL (fm. 101). Radio Diffusione Lombarda, una s.r.i. nata nell'autunno 1977 per iniziativa di tre soci, trasmise in un primo tempo soltanto musica ma ben presto adottò palinsesti più interessanti ed in onda ventiquattr'ore su ventiquattro. Utilizza un ponte radio tra via Guinizzelli 4, (qui è collocata) e piazza Duca D'Aosta dove si trova un ripetitore da circa due KW.
"Il nostro scopo non è assolutamente commerciale, tant'è vero che fino a poco tempo fa non cercavamo neppure la pubblicità vivendo di autotassazione - dice Pino, un collaboratore attivo fin dalla nascita della Radio - A noi interessa sopratutto l'impegno sociale ed abbiamo una tendenza progressista anche se non siamo legati a nessuna formazione politica".
Avete una rubrica di informazioni?
"Noi stessi siamo iscritti al tribunale come Quotidiano Indipendente e diamo giornalmente un notiziario, a carattere prevalentemente locale, desunto dai vari giornali".
I conduttori delle trasmissioni sono retribuiti?
"Noi siamo tutta gente appassionata, che proviene da altre radio: radio Palmanova, radio Veronica, radio Regione ed abbiamo voluto far qui una nuova esperienza, accettando per ora, in mancanza di fondi, di lavorare gratis".
Situazione simile da questo punto di vista a R.D.L. ma differente come contenuti, si ha a Radio Equipe 2 una s.r.l. nata nel Marzo 1977. Partita con un trasmettitore militare da sette watt, è oggi arrivata, grazie alle entrate pubblicitarie, a trasmettere con 1700 watt. "Dobbiamo uscire con questa potenza - dice Riccardo
Favali, titolare della Radio - per evitare di essere coperti dalle emittenti limitrofe alla nostra frequenza: si tratta di una vera e propria rincorsa alla potenza che sta costringendo alcune Radio ad acquistare trasmettitori sempre più potenti (si parla di
cinque KW.) e costosi (oltre I dieci milioni di lire)".
in quanti avete fondato questa Radio libera?
"Eravamo in cinque e tre di noi provenivano da una delle prime emittenti milanesi: Stereo Due Milano, che aveva dovuto chiudere dopo aver subito un grosso furto notturno alle apparecchiature."
Quanta pubblicità avete?
"Circa trenta inserzioni al giorno, cioè fino alle due o tre di notte quando si concludono le trasmissioni in diretta e partono i nastri registrati. Al mattino si ricomincia in diretta".
In quanti lavorate a Radio Equipe
Due?
"Siamo circa una ventina; nessuno di noi è pagato, lo facciamo per passione. I soldi della pubblicità, servono per le apparecchiature; la maggiore parte dei dischi, ce li inviano gratis le Case discografiche grazie soprattutto agli ottimi rapporti che la nostra collaboratrice Catl (una ragazza francese) ha instaurato con loro. Inoltre le Case discografiche ci concedono spesso, per intervistarli, cantanti famosi, come Walter Foini, Leano Morelli etc.".
Come si articolano i vostri programmi?
"La mattina abbiamo diverse rubriche interessanti, sulla cucina, la moda, l'erboristeria; poi c'è molta musica e la sera, da mezzanotte alle due, vanno in onda programmi di intrattenimento (oroscopo, telefonate etc.).
Trasmettete un notiziario?
"No perchè per mandarlo in onda occorre un giornalista iscritto all'albo e non è sempre facile trovarlo".
Qual'è il discorso culturale della vostra Radio?
"In alcune trasmissioni come ad esempio "II Dibattito", in onda tutti i martedì dalle 18 alle 19, affrontiamo temi di attualità come la droga, l'aborto o il Concordato e ne discutiamo in studio. Poi il Lunedì c'è Luigi Gazzetta, un poeta milanese che fa un programma sulla nostra città avvalendosi anche di telefonate in diretta degli ascoltatori".
Radio Equipe Due è insomma una radio giovane, ben organizzata, che ha trovato nel compromesso fra impegno sociale e commercialità, la strada giusta per evolversi e migliorare, tanto che nel giro di due anni s'è inserita nella graduatoria delle radio più ascoltate in città. In via Locatelli 1 si trova la prima e più ascoltata radio della città: Radio Milano International. Questa emittente iniziò le sue trasmissioni circa quattro anni fa, assumendo, fin da allora, un aspetto prettamente commerciale. Rino, ventisei anni, fratello del maggior azionista della radio (che è una S.P.A.), fu uno dei fondatori insieme ad altri due ragazzi "di cui uno oggi
fa II commerciante di legname In Canada e l'altro ... non so che fine abbia fatto".
Prima di fondarla facevi già li disc-jockey?
"No, assolutamente, lo sono diventato dopo, per necessità. Mi piaceva la musica, certo, ma come qualsiasi ragazzo. Trasmettere comunque mi piace molto specie perchè non mi impone degli orari fissi, permettendo quindi altre attività".
Quei!, Il tuo stipendio?
"Circa 350 mila lire al mese che comunque arrotondo con altri lavoretti".
La vostra radio trasmette musica ventiquattr'ore su ventiquattro; non vi sembra eccessivo? Perché non avete rubriche Interessanti, che tocchino problemi sociali, che tentino insomma di avvicinarvi al pubblico? "Fondamentalmente ritengo che la maggior parte della gente quando accende la radio vuole sentire cose allegre, divertenti, non penso che abbia voglia di ascoltare i problemi degli altri. Se li ascolta, dopo un po' gira la manopola e cerca la musica".
Come mai siete la radio più ascoltata di Milano?
"Probabilmente perchè siamo stati i primi e quindi ci siamo fatti un nome quando le altre radio erano ancora agli inizi".
Voi mandate In onda prettamente "disco - music"; se tu potessi fare un programma a tua preferenza, senza cioè considerare i desideri dei vostri ascoltatori, cosa trasmetteresti?
"Guarda, io sono per la musica molto tranquilla tipo: vecchia "West - Coast", vecchi "Chicago", i vecchi "Santana"..
Perché parli di "vecchi"?
"Beh, perchè oggi la disco - music è l'unico mercato fiorente e molti autori, come quelli che ti ho citato, sono stati costretti, per vendere di più, a modificare il loro stile, a renderlo ballabile, e questo, secondo me, ha distrutto il loro talento naturale".
Il disc - jockey che sta presentando il programma fra urla, echi e stacchetti (aiutato dal "banco di regia" costato ventidue milioni), è entrato bruscamente nell'ufficio e si lamenta col mio interlocutore per il troppo via vai di gente all'interno della radio.
"Si è trattato probabilmente di uno scatto di nervi dovuto alla stanchezza" mi dice Rino. Il d.j., comunque, è tornato dietro il "banco di regia" ed ha ripreso il programma. Lo sa anche lui che chi ascolta Milano International vuole solo musica e divertimento. I problemi, se li tengano i disc - jockey.
Fabio Albanese Giuseppina Rasteili
Con il prossimo numero "Porta Venezia" Inizia una serie di servizi sul principali problemi delle 20 zone della nostra città, attraverso interviste e contatti con I Consigli dl Zona.
In questo numero diamo, più sotto, l'elenco delle sedi dei 20 Consigli di Zona e del loro presidenti, con a fianco indicata la forza politica cui appartengono.
Zona DenomazIonÑ Sede Presidente
i Centro storico Via Marconl 2 Candelo Guido(PLI)
2 Centro direzionale Greco- Zara P.za XXV Aprile 6 luvara Romano (PRI)
3 Venezia Buenos Aires Via Boscovlch 42 P. Muzio (DC)
4 Vittoria - Romana - Molise V.le Molise 70 G. Jovane (PSDI)
5 Ticinese - Genova V.le Coni Zugna 62 L. Pichler (PRI)
6 Magenta - Semplone Via L. Nono 7 G. Badi (DC)
7 Bovisa - Dergano Via Guerzoni 38 V. De Bernardis (PSI)
8 Afforl - Bruzzano - Comaslna V.le Affori 21 Marilena Adamo (PCI)
9 Niguarda - Cà Granda - Bicocca Via Grlvola 10 A. Farina (PCI)
10 Monza - Padova Via Padova 118 L. Bulgheronl (PCI)
11 Citta Studi Argonne Via Ponzlo 35 B. Zocco (DC)
12 Feltre-Cimiano-Ortica-Lambrate-Carnia V.le R. di Lambrate 7 E. Spinazzola (PSI)
13 Forlanini Taliedo V.le Ungheria 29 S. Poggio (PCI)
14 Corvetto Rogoredo Vigentina Via Mompianl 5 F. Polifroni (PSI)
15 Chiesa Rossa Gratosoglio Via Boifava 17 G. Goggi (PSI)
16 Barona Ronchetto sul Naviglio Via S. Paolino 18 P. Marchetti (PSI)
17 Lorenteggio Inganni V.le L. Romane 54 C. De FlumerI (PSDI)
18 Baggio Forze Armate P.za C. Stovani 3 A. Ferrarl (PCI)
19 S. Siro Qt. 8 Gallaratese Via Pogatschnig 34 D. Pasquini (PCI)
20 Vialba Certosa Quarto OggiaroÖ P.le Accursio 5 G. Impari (PCI)
Si è svolto II 23.3.79 presso l'Aula Magna del liceo Volta un dibattito pubblico sul problema del contraccettivi, organizzato dal gruppo del cattolici della Nuova Corsia del Servi. In realtà oggetto delle relazioni tenute e del dibattito che ne è seguito è stato più precisamente II recente libro del vescovo tedesco Josef Reuss che ha per titolo "Pianificazione familiare e contraccezione". In sostanza si è trattato di un ripensamento critico di alcuni cattolici sull'enciclica "humanae vitae" a dieci anni di distanza sul problema sessuale e sulla contraccezione. Presenzia al dibattito Mario Cuminetti; erano presenti Sandro Magister (vaticanista dell'Espresso), Don Giovanni Piana (professore di Teologia morale a Novara), Don Gianangelo Palo (insegnante all'università di Friburgo).
li tema in discussione in sintesi è questo: Paolo VI in preparazione dell'enciclica "Humanae Vitae" (1968) dette compito ad una commissione di studiare il problema della contraccezione per stabilirne la liceità o meno. Nonostante i lavori della Commissione indicassero in modo maggioritario un indirizzo a considerare con più avvertenza il problema della contraccezione, ritenendola non generalmente illecita, il Papa così concluse nell'Enciclica: "l'interruzione diretta di una gravidanza iniziata, soprattutto l'aborto diretto, anche se fatto per ragioni di salute, non è un modo legittimo di limitare il numero dei figli, e quindi va assolutamente respinta. Va anche respinta ogni azione che, o in maniera preventiva o durante lo svolgersi dell'atto coniugale o ad atto concluso, lo dirotta dal decorso dei suoi effetti naturali per impedire la procreazione, o come fine o come mezzo al fine".
"Un atto coniugale compiuto In maniera Intenzionalmente infeconda è un atto In sè Immorale". Viene permesso al coniugi soltanto di seguire il ciclo naturale delle funzioni generative e quindi limitare il rapporto coniugale al rapporti infecondi. Sembrerebbe Inoltre che i coniugi dimostrano di amarsi veramente se hanno rapporti sessuali nel periodo infecondo per la donna.
Su quanto sopra enunciato nell'enciclica, non solo dei laici come noi, ma anche molti cattolici hanno preso le loro distanze. Infatti nella quinta assemblea plenaria del sinodo tedesco (tenuto nel 1973) è stato affrontato a grande maggioranza un documento sinodiale dal titolo "Matrimonio vissuto cristianamente e famiglia". In questo documento di cui tratta ampiamente il vescovo tedesco Reuss nel libro di cui abbiamo accennato, si parla anche della pianificazione familiare e della contraccezione.
In sintesi il documento sinodiale rivede criticamente quanto espresso dall'enciclica "Humanae Vitae" e afferma che una pianificazione familiare può essere necessaria e doverosa e che la contraccezione (non l'aborto) è affidata alla decisione responsabile dei coniugi.
Abbiamo assistito con vivo interesse alla discussione su questi temi di importanza fondamentale non solo per un avanzamento ideologico della Chiesa ma per un miglioramento delle condizioni di vita di milioni di famiglie che si richiamano al cattolicesimo.
Sempre al liceo Volta, il 5 aprile prossimo sarà organizzato un dibattito (dalia Corsia dei Servi) con tema "Coscienza cristiana difronte all'aborto".
Elisabetta Forni
Il Consiglio Comunale ha approvato definitivamente il bilancio per il 1979. Ci pare un buon bilancio perchè si realizza il pareggio, ma contemporaneamente, aumenta la spesa corrente, che viene qualificata nei servizi civili e sociali più importanti, e cresce la somma destinata agli investimenti. Inoltre per la prima volta i Consigli di zona sono stati chiamati a determinare parte del bilancio comunale con bilanci di zona oer un importo di 50 miliardi. E crediamo che questa scelta non sia legata solo al rafforzamento e all'estensione della partecipazione ma all'avvio di una profonda riorganizzazione nel governo del territorio dell'area metropolitana. In questa direzione può cominciare ad affermarsi una visione nuova della zona come vera e propria municipalità.
Inoltre non si può sottacere il fatto che dal punto di vista del metodo di elaborazione questo bilancio si presenta chiaro e pulito a differenza dei bilanci delle passate amministrazioni di centro - sinistra che mascheravano deficit di centinaia di miliardi. Siamo di fronte ad un bilancio per davvero in pareggio che da il senso di quanto sia profondamente mutata la situazione finanziaria del Comune.
Per questo appare strumentale e faziosa l'opposizione preconcetta che la DC ha dimostrato in tutto il dibattito consiliare che ha preceduto la votazione del bilancio. Una opposizione che ci è sembrata tutta rivolta alla ossessiva ricerca di costruire la rivincita elettorale e non attenta al bene della città.
Nella nostra zona vivono numerosi pittori e scultori della cui esistenza, anche per la mancanza di momenti di aggregazione e di incontro a P.ta Venezia, i cittadini non sono neppure a conoscenza.
Iniziamo con questo articolo dedicato al pittore Vittorio Trillicoso, una serie di servizi per fare conoscere questi artisti alla. cittadinanza.
Vittorio Trillicoso ha compiuto I suoi studi di scenografia alla Accademia dl Napoli e di scultura all'istituto d'arte.
Già lo stesso lavoro come scenografo al Piccolo Teatro di Milano lo aveva posto di fronte ad un problema: come estendere attraverso quello specifico linguaggio il contatto con la gente.
Ben presto ha trovato il proprio terreno più congeniale nella pittura e nella scultura.
I suoi primi quadri hanno avuto al centro il problema della rivolta nera negli Usa (anni 60) e in particolare la figura della donna che dei lutti di intere famiglie, era la persona più colpita perchè meno difesa. Il tema della donna che più di ogni altro soffre, che partecipa alla trasformazione della società, non più "donna ange-
lo" del 200, ma compagna dell'uomo e protagonista della vita sociale, è stato sempre privilegiato nelle sue pitture. Numerosi quadri sono dedicati alla donna indiana, vietnamita, alla donna in fabbrica.
La sua è una pittura moderna con una forma tra il surreale, l'astratto e il simbolico. Uno dei simboli più frequenti nei suoi quadri dai caldi colori tipici della scuola napoletana, è quello di un occhio o di un profilo di un uomo che rappresenta ciò che sta al di sopra di noi e ci condiziona muovendo i fili della società in cui viviamo.
Trillicoso è convinto profondamente dell'importanza dell'impegno sociale e politico dell'artista, che, attraverso il linguaggio del quadro può trasmettere determinati messaggi alla gente. Per questo, e soprattutto per avvicinare "i non addetti ai lavori" al linguaggio della pittura, ha fatto circolare i propri quadri nei punti di aggregazione (librerie, sale comunali), dove accanto al momento della visita ai dipinti, è possibile avere anche quello del dibattito sul loro significato. I risultati non sono mancati, in modo particolare tra i giovani.
La Segreteria Provinciale del SUNIA intende promuovere una azione vertenziale nei confronti della grande proprietà edilizia sulla base di una precisa piattaforma che comprenda alcuni punti essenziali della legge di Equo Canone (n. 392/1978) allo scopo di garantirne la corretta applicazione, evitando interpretazioni contrastanti con lo spirito della riforma ,e scongiurando per quanto possibile il prodursi di un pesante contenzioso giudiziario che inevitabilmente aggraverebbe le tensioni in atto nel mercato locatizio.
Con questa iniziativa il SUNIA si propone di sviluppare ulteriormente una prassi perseguita dalle proprie organizzazioni nazionali e locali, che ha permesso il raggiungimento di
II S.U.N.I.A. ritiene che l'entrata in vigore della Legge 392 sulla regolamentazione dei fitti, della Legge 457 e della Legge 10, che evidenziano le scelte riformatrici compiute dal Parlamento, abbia aperto maggiori spazi alla contrattazione tra la rappresentanza degli inquilini e la proprietà Edilizia. Questa piattaforma nasce perciò dalla convinzione che la corretta applicazione della nuova legge 392, assieme all'utilizzo degli strumenti offerti dalla legge 457 e dalla legge 10, possa accelerare la chiarificazione di un rapporto corretto tra inquilini e proprietà, rapporto capace di risolvere, nella tutela dei reciproci interessi sia le controversie in corso che i problemi derivanti dalla applicazione delle nuove ieggi. Si ritiene corretta unicamente un'applicazione contrattata della 392 in ogni sua parte e considerata nell'ambito dei nuovi strumenti normativi per il rilancio dell'edilizia abitativa nuova e per il risanamento del patrimonio esistente, problema sul quale riteniamo che I'A.M.P.E. (Associazione Milanese Proprietà Edilizia) per la sua natura debba essere particolarmente sensibile e responsabile.
RAPPRESENTANZA SINDACALE
Condizione preliminare per l'attuazione di tale rapporto è il riconoscimento come controparte degli organismi sindacali dell'inquilinato — Comitato Inquilini — e della loro organizzazione sindacale, SUNIA Provinciale e Nazionale. Questo riconoscimento è già stato accettato di fatto dalla Associazione della Proprietà Edilizia a seguito di ripetuti incontri fra le parti, a livello nazionale.
Tale riconoscimento deve essere formalizzato nello stesso contratto di locazione e decorrerà dalla data di comunicazione alla proprietà della costituzione del comitato e dei nominativi dei componenti scaturiti dalle assemblee.
La legge 392 determina un diverso rapporto di locazione che deve essere sancito con un nuovo contratto.
Tale contratto riteniamo debba contenere tutti gli elementi capaci di garantire un rapporto corretto e democratico tra proprietà e inquilini organizzati.
A tale fine si propone l'assunzione di un modulo di contratto concordato che preveda:
abolizione di tutte le clausole in contrasto con la normativa vigente; una durata uguale del contratto per tutti gli inquilini in 6 anni e quindi una omogeneità delle scadenze contrattuali;
la specifica nel contratto degli elementi che concorrono alla determinazione dell'affitto e la possibilità di contrattare la gradualità degli adeguamenti del canone;
piena applicazione dell'articolo della L. 392 relativo agli immobili adibiti ad uso abitazione a tutti gli alloggi affittiti originariamente ad uso diverso e omunque destinati palesemente ad uso abitativo; accorpamento dei box quali autorimessa sir gola, agli appartamenti (laddove queste realtà esistono).
intese e di accordi fra le parti, di notevole portata sociale. Vi è certamente noto che, dopo l'entrata in vigore della nuova normativa di equo canone sono stati stipulati importanti accordi fra il SUNIA, l'Associazione della Piccola Proprietà (UPPI) e l'Associazione degli Amministratori Immobiliari (ANAI), sia in materia di interpretazione della legge che nella definizione di un nuovo modulo di contratto di locazione.
Questi accordi che nella pratica gestionale si stanno rivelando di grande utilità, sono stati fino ad oggi elusi dalle Associazioni della grande proprietà edilizia, mentre di contro da questo settore, la cui consistenza nella nostra provincia è ben cono-
RISCALDAMENTO
Deve essere specificato nel contratto il pieno rispetto delle legge 392 che in tal senso prevede il diritto delle assemblee degli inquilini convocate dalla proprietà, o in sua assenza o rifiuto da almeno tre conduttori, a deliberare sulle forme, modalità ed esiti della gestione del riscaldamento, ivi compresa la scelta della ditta fornitrice. Le scelte fatte dall'assemblea diventeranno base per la formulazione delle gare di appalto indette dall'amministrazione.
INDICE ISTAT
Il principio dell'aggiornamento del canone secondo le variazioni del costo della vita, introdotto dal legislatore con la legge 392, va riferito alla deliberazione che il Parlamento assunse nel corso del dibattito parlamentare.
Ora, siccome il termine di riferimento per il computo dell'aggiornamento ISTAT è il periodo annuale, è necessario che trascorra almeno un anno dall'applicazione della legge di Equo Canone affinchè si verifichi il presupposto dell'applicabilità dell'aggiornamento stesso. Non avrebbe alcun senso far scattare l'aggiornamento sin dal primo giorno d'applicazione dell'Equo Canone: ciò infatti significherebbe ammettere che l'Equo Canone così come fissato dal legislatore sin dall'inizio sarebbe inferiore all'equità.
Per queste ragioni si richiede l'applicazione dell'ISTAT ai canoni andati in diminuzione con l'entrata in vigore della legge 392 a far data dall'1.11.1979.
SPESE ACCESSORIE
Si richiede di specificare nel contratto quelle a carico dell'inquilino e quelle a carico della proprietà.
Per le spese di portierato si richiede una suddivisione tra inquilino e proprietà, inferiore al massimo previsto a carico dell'inquilino, dall'articolo 9 della legge 392.
Richiediamo inoltre il pieno rispetto dell'art. 10 con possibilità ove richiesto dagli inquilini della cogestione di alcuni servizi fondamentali.
Si richiede la presentazione dei consuntivi entro il 31.3. dell'anno successivo restando comunque inteso che i conguagli e gli adeguamenti verranno corrisposti solo dopo avvenuta dimostrazione degli importi effettivi sostenuti.
GREGORIO
sciuta, vengono le più forti spinte alla vendita frazionata degli alloggi e il blocco del mercato delle abitazioni.
La piattaforma che vi accludiamo, per i contenuti e le finalità che si propone, tende invece a coinvolgere la grande proprietà edilizia nella gestione delle leggi di riforma che hanno modificato profondamente il quadro legislativo nel settore edilizio.
Per questi motivi nella formulazione degli obiettivi, non ci siamo limitati alla richiesta di una corretta interpretazione della legge di equo canone. Una serie di proposte vanno nel senso di improntare in modo nuovo i rapporti fra inquilini e la proprietà mediante il metodo della contrattazione, il riconoscimento del-
UNITA IMMOBILIARI SFITTE
Per lo sfitto attuale si ritiene che I'A.M.P.E. (Associazione Milanese Proprietà Edilizia) debba impegnarsi nei confronti dei propri associati a:
* facilitare la mobilità interna degli inquilini residenti in base alle oggettive necessità del nucleo e del reddito familiare; " comunicare all'Ente Locale, nel quadro della istituzione dell'anagrafe delle abitazioni, gli alloggi disponibili onde consentire allo stesso la sistemazione ad equo canone, di quelle famiglie che si trovano in condizione di necessità, per non gravare ulteriormente il già insufficiente patrimonio pubblico e su un mercato delle locazioni estremamente teso. Per quanto sopra detto, si richiede all'Associazione A.M.P E. regolare verifica sulla piena utilizzazione del patrimonio. Laddove dovessero risultare fenomeni di sottoutilizzo, anche segnalati dai Comitati Inquilini, si richiede la recessione del contratto e l'uso dell'appartamento così come indicato.
MAGGIORI ENTRATE
Si richiede una gestione concordata dei maggiori introiti, derivanti dall'applicazione della 392, finalizzati sia al mantenimento, miglioramento e risanamento dell'attuale patrimonio edilizio, sia alla costruzione di altri alloggi, di tipologia, conforme alle nuove normative edilizie, atte a garantire l'utilizzo più intensivo possibile delle risorse economiche esistenti, inquadrate nel piano regionale casa.
Mentre si richiedono sollecite risposte a questa piattaforma, si richiede il congelamento degli oneri condominiali, in attesa della definizione della vertenza, onde evitare che iniziative unilaterali della proprietà, trovino ferme risposte da parte degli inquilini organizzati.
I terreni sui quali riteniamo inoltre si debba iniziare un costruttivo confronto con la proprietà immobiliare sono:
i programmi di investimento nell'edilizia abitativa nuova;
i programmi di investimento sul risanamento e recupero del patrimonio edilizio esistente;
la definizione dei rapporti, da stabilire nella gestione del patrimonio immobiliare tra edilizia in affittoedilizia in proprietà ed edilizia ad uso diverso dall'abitazione.
l'organizzazione di caseggiato, le forme di determinazione democratica del costo e della gestione dei servizi. Un gruppo di richieste si riferiscono invece alla gestione delle leggi che attengono all'uso del patrimonio abitativo, per quanto riguarda il recupero degli alloggi degradati, altre attengono alla messa a disposizione dello sfitto, per affrontare il drammatico problema degli sfratti.
La contestualità di queste richieste ci sembra rispondere alla situazione e ai problemi che presenta il settore abitativo nella provincia di Milano, che per essere adeguatamente affrontati presuppongono un intervento che operi su tutti i piani: quello dei rapporti di locazione, del
territorio, delle misure di emergenza nell'uso dello sfitto. Per queste ragioni, la Segreteria del SUNIA ha ritenuto di interessare alla iniziativa le forze sindacali politiche e la stampa preoccupati che non venga meno in questa difficile e delicata fase di gestione, la presenza attiva di tutte le componenti sociali e politiche che hanno contribuito alla conquista di nuove e avanzate leggi di riforma. Ciò è tanto più importante in vista del primo atto di verifica del Parlamento sulle risultanze di questo primo periodo di applicazione della legge di equo canone e sulle valutazioni che dovranno essere fatte circa le modifiche alla nuova normativa che, vengono avanzate da più parti.
Rispetto alla programmazione da parte della proprietà immobiliare e delle rispettive imprese di costruzione ad esse collegate riteniamo, data la gravità del problema abitativo esistente, che si debba arrivare attraverso una comune definizione del fabbisogno abitativo e delle sue caratteristiche economiche, ad un programma di investimenti nell'edilizia abitativa nuova, diversamente indirizzato rispetto al passato.
Riteniamo necessario che in questa fase sia privilegiato l'investimento in edilizia abitativa di tipo "economico - civile" rispetto all'investimento in usi diversi dall'abitazione e in seconda e terza casa, o in edilizia di lusso.
Richiediamo perciò la definizione di quote di investimenti nell'indirizzo sopra esposto, attraverso l'uso concordato con il Comune dei suoli e precisamente attraverso l'utilizzo delle norme di convenzionamento in legge 10 e in legge 457.
PROGRAMMI
In base al nuovo quadro legislativo, riteniamo siano stati predisposti una serie di strumenti atti a stabilire l'intervento di mantenimento, risanamento e recupero del patrimonio edilizio esistente.
La stessa legge 392 nel momento in cui permette maggiori introiti e stabilisce un valor locativo a seconda dello stato manutentivo e di conservazione dell'alloggio ha creato la premessa all'interno di punti di riferimento economici, per l'articolazione di interventi di risanamento.
Gli scatti di coefficiente valutativo o il 5% sul capitale che si investe come valorizzazione del canone possono essere visti come stimolo per tali interventi.
Dato che risulta essere interesse comune dell'inquilinato vivere in un alloggio decente ed adeguato, riteniamo possibile un produttivo confronto per definire piani di risanamento di entità diversa a seconda dell'urgenza, che permettano la permanenza dell'inquilinato in condizioni soddisfacenti.
Dall'utilizzo sia degli stessi termini di valorizzazione previsti dalla legge 392 sia delle nuove predisposizioni legislative (convenzioni in legge 10, convenzioni in piani di recupero),
che in stretto rapporto con l'intervento diretto dello stato e del comune, garantiscano agli inquilini che abitano in condizioni inadeguate, una casa decente a seconda della capacità economica.
PROGRAMMI DI GESTIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE NELLA DESTINAZIONE AD AFFITTO, A PROPRIETA E AD USO DIVERSO DA ABITAZIONE
La conflittualità nata dal frazionamento immobiliare e dal cambiamento di destinazione d'uso può essere superata qualora da parte della proprietà vi sia la disponibilità a programmare, tenendo in considerazione sia il fabbisogno abitativo che esprime domanda in affitto, sia le esigenze produttive del territorio come è stato definito dal nuovo piano regolatore.
Ciò comporta una definizione delle quote di patrimonio che la proprietà intende mantenere in affitto, delle quote che intende vendere frazionatamente e delle quote ad uso diverso da abitazione.
La definizione programmatica di tali destinazioni d'uso compiuta in accordo con l'organizzazione sindacale degli inquilini e con il Comune, deve permettere un adeguamento di tali programmi allo sviluppo dell'offerta di abitazioni in affitto prevista dallo stesso Piano Decennale, tenuto conto sia delle esigenze finanziarie delle proprietà e società immobiliari, sia dei tempi e dei modi pubblici di far fronte al fabbisogno abitativo progresso ed insorgente della popolazione.
Sez. SUNIA via Porpora, 43 Direttivo Venezia B. Ayres
SALVATORE PRINCIPATO - Medaglia d'argento della Guerra '15 - '18 - fucilato a p.le Loreto il 10.8.1944;
RINO LABATE E ANDREA ZORZI - Partigiani della 10* Divisione Matteotti caduti in seguito ad una imboscata in Piazza Fili Bandiera il 14.2.1945;
SERGIO KASMAN - Capo di Stato Maggiore del Comando Piazza del Corpo Volontari della Libertà - Comandante delle formazioni Giustizia e Libertà. Ucciso in Pie Lavater il 9.2.1944 - Medaglia d'oro della Resistenza;
GIANCARLO BRUGNOLOTTI - Combattente della 3' GAP - Torturato e fucilato in via Cadamosto per rappresaglia ad un attentato, il 21.4.1945;
ITALO TACCONI - Partigiano della 123* Brigata Garibaldi. Ucciso in combattimani() in Viale Regina Giovanna il 20.4.1945;
GIANFRANCO MATTE! - Animatore della Resistenza romana. Deceduto nel febbraio 1944 in seguito a torture per non tradire i compagni nelle prigioni di via Tasso;
VITTORIO RESTI - Combattente della 3* GAP. Fucilato II 2.2.1945 al Campo Giuriati;
FENIDE RUSSO - Combattente della 3* GAP - deportata - Morta a Bolzano il 30.4.1945;
MARIO BOBBIO - Deportato a Mathausen, dove morì agli inizi del 1945;
GIOVANNI CERVI - Fucilato all'Arena il 19.12.1943;
NINO STEINER - Deportato a Mathausen dove mori il 3.4.1945;
GIUSEPPE COLOMBO - Partigiano della 2° divisione Giustizia e Libertà. Torturato e ucciso nel castello di Cigognola (PV);
ARTURO SALARI - Partigiano - deceduto in campo di concentramento il 26.4.1945;
LIBERO ROSSI - Partigiano della 117* Brigata Garibaldi - caduto durante l'insurrezione il 27.4.1945;
ANTONIO MARINO - Agente di P.S., caduto il 12.4.1974 mentre difendeva lo Sttto democratico in via Ciro Menotti;
GAETANO AMOROSO - Studente, ucciso dai fascisti il 27.4.1976.
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Sulla lapide situata alla destra del portone di via Paisiello, 7 vi è il ritratto di un volto di giovane donna: è il bel volto di JENIDE RUSSO, partigiana, staffetta della 3* Brigata GAP che in quella casa era nata e viveva coi genitori e due sorelle.
L'attività delle staffette partigiane era certamente una delle più importanti e indispensabili. A loro erano affidati i collegamenti, gli ordini, le informazioni per le città, i villaggi, le fabbriche. Erano loro che trasmettevano materiale di propaganda, armi, munizioni.
E questo fu il compito che Jenide Russo svolse dall'ottobre 1942 al marzo 1943, da Milano a Villa d'Ossola.
Nel marzo 1943 un membro della Cellula della 3' Brigata GAP venne arrestato e, uno alla volta, fece i nomi dei componenti la cellula; era lui stesso che accompagnava i fascisti
ad arrestare i compagni che furono presi tutti, e per prima Jenide. Il Comandante della formazione, Egisto Rubini, si uccise gettandosi dal 4° raggio della prigione di S. Vittore, dove Jenide venne trattenuta fino ad aprile; poi venne trasferita al campo di concentramento di Fossoli - blocco 18 - da dove, il 2 agosto venne inviata al campo di concentramento di Ravensbruch e poi, dal dicembre 1944 a Belsen. A Ravensbruch si era ammalata di tifo e a Belsen ebbe una ricaduta che, malgrado la sua robusta fibra, ne provocò la morte avvenuta presumibilmente il 30 aprile 1945, quando in tutta l'Italia ormai si cominciava a respirare aria di libertà.
Questa è la biografia semplice, di una ragazza semplice, generosa e spontanea che ci ha raccontato Giorgina, una delle sorelle di Jenide, che con la madre 94enne vive da an-
ni in un'altra zona di Milano, non più in via Paisello 7, da dove, in un lontano giorno del marzo 1943 Jenide fu portata via per non farvi più ritorno. Giorgina vive di quei ricordi, custodisce gelosamente documenti e le lettere che Jenide scriveva durante la prigionia; sono lettere nelle quali non vi è alcun rimpianto, sono lettere serene che cercano di rincuorare i familiari, dalle quali traspare la consapevolezza di aver fatto una scelta giusta, per la causa giusta, per la quale il prezzo avrebbe anche potuto essere molto alto. E Jenide, come migliaia di altri gene-rosi come lei, l'alto prezzo di questa scelta l'ha pagato con la sua giovane vita.
La notte del 18 marzo 1978, Fausto Tinelli e Lorenzo lannucci, due giovani simpatizzanti di sinistra che stavano percorrendo insieme l'isolata via Mancinelli per raggiungere il Centro Sociale Leoncavallo dove di lì a poco avrebbe avuto inizio un concerto di "blues", venivano assassinati atrocemente da un commando fascista. I notiziari RAI e gran parte della stampa, troppo occupati dal rapimento Moro, ignorarono i veri moventi e dedicarono alla morte di Fausto e laio solo spazi marginali.
Gli studenti e i lavoratori seppero però reagire e si mobilitarono fin dalla notte dell'assassinio. Ai funerali parteciparono centomila persone: una manifestazione popolare che non si vedeva dai funerali di Franceschi.
Oggi, a un anno di distanza, RAI e stampa hanno nuovamente ignorato quel tragico episodio. I giovani hanno voluto invece ribadire la ferma condanna al terrorismo fascista con due cortei che si sono svolti sabato 17 (uno in mattinata della FGCI, dell'MLS e del PDUP, e l'altro nel pomeriggio di DP e Lotta Continua) e che hanno visto la partecipazione complessiva di circa quindicimila persone (specie studenti).
Chi sabato è sceso in piazza, sa quanto sia importante ribadire la propria condanna ma sa anche quanto sia importante che il Movimento torni unito per superare in modo omogeneo questo grave momento di crisi. Serve a ben poco trovarsi in centomila ai funerali dei compagni uccisi se questa unità non viene poi
Gilda Patitucci mantenuta. Serve a ben poco indire due cortei, a un anno di distanza, quando entrambi in fondo manifestano per le medesime cose. La divisione della sinistra favorisce, è risaputo, il proliferare delle squadracce fasciste e il ripetersi di criminali aggressioni come quella di un anno fa in cui due di noi rimasero uccisi; due compagni di diciannove anni che come tanti avevano deciso di passare una serata ascoltando un concerto di "blues". Quel ricordo si fonde con quello di chi, prima e dopo di loro, è caduto vittima della violenza fascista. Per loro e per il nostro futuro, è necessario trovare una nuova unità, diversa, almeno nei contenuti, da quella di qualche sabato fa.
Fabio ~ansa*VIA LECCO, 10 (ANG. LAZZARO PALAZZI) TEL. 2711465
tutte le componenti sociali e pòlitiche della zona avvertono in maniera sempre più pressante la necessità a non più ritardare una corretta attuazione della legge regionale n. 44/76, l'Assessorato comunale alla Sanità per parte sua non sembra brillare per quanto riguarda l'attenzione a questo tipo di problemi: basti considerare che a più di due anni dall'entrata in vigore della legge 44 non ha ancora prodotto un regolamento ufficiale per l'organizzazione il funzionamento e la gestione de consultori familiari. Anche a questc ritardo comunque, che sicuramente contribuisce ad intralciare e a posticipare l'attuazione del Consultorio. I Consiglio di Zona e la Commissione Igiene e Sanità hanno teso ad ovviare con la decisione di realizzare anÑ ticipatamente un Comitato di Gestione ispirato ai criteri della gestione sociale del servizio come da Art. 4 della citata legge 44.
Franco DI RobertoIl Comitato di Gestione, sarà composto:
7 utenti eletti dall'assemblea degli utenti. Durante i primi 6 mesi di attività i 7 rappresentanti della utenza vengono transitoriamente eletti da una assemblea pubblica che solo in questa fase di avvio sostituisce l'assemblea degli utenti; trascorsi i primi 6 mesi di attività del consultorio questi 7 rappresentanti decadranno contesualmente alla nomina di 7 rappresentanti votanti dalla assemblea degli utenti;
3 rappresentanti del C.d.Z., 2 di maggioranza e 1 di minoranza;
3 rappresentanti delle associazioni femminili operanti in zona (1 per l'U.D.I., 1 per il C.I.F., 1 per i collettivi femministi);
1 rappresentante del distretto scolastico;
1 rappresentante eletto dagli operatori del consultorio;
1) 2 rappresentanti delle organizzazioni sindacali nominati dal C.U.Z. 1-3;
g) 2 rappresentanti delle organizzazioni sociali della zona (1 per il coordinamento femminile, 1 per il decanato).
Il Comitato di Gestione deve provvedere, nel quadro delle linee di politica socio - sanitaria del Comune e d'intesa con l'equipe degli operatori, alla elaborazione del programma di organizzazione del servizio in funzione dei reali bisogni dell'utenza, nonchè alla sua organizzazione e
gestione previa approvazione del C.d.Z.; deve promuovere Incontri periodici con l'equipe del consultorio per affrontare le problematiche che emergono nel corso dell'attività e per verificare che gli operatori agiscano in conformità delle finalità del servizio previste dalle leggi istitutive dei consultori; deve tenere collegamenti col C.d.Z. e con i servizi socio - sanitari esistenti nonchè con le comunità esistenti e con le loro rappresentanze organizzate per la promozione del servizio e in particolare per la promozione di attività di prevenzione e di educazione sanitaria.
Il comitato di gestione del consultorio deve inoltre adoperarsi perchè Ii servizio accanto alla erogazione di forme tradizionali di prestazioni individuali di tipo ambulatoriale (ostetrico - ginecologiche e/o psicologiche) elabori d'intesa col C.d.Z. e sviluppi forme nuove di intervento mirato alle realtà collettive presenti sul territorio attivando cosi un meccanismo di retroazione tra gestione e utenza che orienti i modi e i contenuti della gestione al di là della semplice rappresentanza dell'utenza. La verifica della significatività dell'intervento svolto deve essere un altro momento fondamentale dell'intervento del Comitato di Gestione.
Il comitato di gestione deve promuovere l'aggiornamento professionale degli operatori del servizio.
Il comitato di gestione deve tenere conto dell'utenza che lavora ad orario fisso e di conseguenza proporrà l'articolazione dell'orario di servizio in modo da adeguarlo il più possibile alle necessità degli utenti. Il comitato di gestione può organizzarsi in commissioni di lavoro su specifici problemi di interesse sociale avvalendosi della collaborazione dei tecnici del servizio stesso e degli altri servizi territoriali operanti. Tali commissioni di lavoro sono aperte alla partecipazione dei cittadini promossa tramite la Conferenza di Servizio e l'Assemblea degli Utenti.
Il comitato di gestione può e deve formulare proposte al C.d.Z. in ordine alla localizzazione del servizio, alle attrezzature necessarie, al personale necessario, alle convenzioni con Enti, alle consulenze, alle modifiche del regolamento.
Il comitato di gestione che rappresenta l'espressione della volontà degli utenti cui è rivolto il servizio ha la possibilità di chiedere al C.d.Z. la sostituzione del personale in servizio qualora non si adegui allo spirito ed alla lettera della legge istitutiva del servizio.
intendiamo noi.
In Eritrea esistono famiglie patriarcali numerosissime che si discostano dal tipo di famiglia (marito, moglie, figlio) esistente nelle grandi città dell'Italia settentrionale.
Le famiglie eritree, precisa il frate, si avvicinano in un certo mccio a quelle delle città meridionali, con le quali forse ci sono maggiori elementi comuni che non con i grandi centri urbani del nord.
Chi viene in Italia deve dunque necessariamente lasciare parte delle propria famiglia in Eritrea; generalmente si trasferiscono nel nostro Paese, nuclei familiari composti da marito moglie e figli, che però mantengono con la "famiglia" lontana un legame strettissimo.
Numerosi, precisa il frate, sono gli studenti eritrei in Italia, costretti per lo più a lavorare per potersi pagare gli studi.
Tuttavia, nonostante la presenza di una ampia fascia di persone qualificate, pochissimi sono coloro che si affermano socialmente, trovando un lavoro corrispondente al proprio livello di istruzione.
La situazione è capovolta se si considera la condizione degli Italiani in Etiopia: essi ci dice padre Andemariam, sono come dei piccoli padroni, e occupano posti di elevato prestigio sociale.
Non c'è in queste parole alcun accento polemico, anzi esse vengono pronunciate semplicemente, con l'animo di chi prende atto dell'esistenza di una pur dolorosa realtà.
Tuttavia, da esse emerge proprio questa realtà, la condizione di chi è costretto ad emigrare in un paese lontano, dove deve accettare un lavoro gravoso e spesso umiliante, così diverso da quello svolto dai la-
voratori italiani in Eritrea.
C'è un centro, chiediamo, in cui tutti gli Eritrei si riuniscono? Non esiste un centro di questo tipo, risponde il frate. Ci sono più centri. Il convento dei Cappuccini, ad esempio, è un punto di riferimento per la numerosa comunità eritrea che già nella propria terra aveva avuto modo di conoscere questi frati che operavano in Etiopia.
Padre Andemariam sottolinea che è stato proprio il convento dei Cappuccini a richiedere la presenza di un frate di colore a Milano, per soddisfare le necessità di una comunità così consistente come quella eritrea.
Del tutto assente invece è soato l'interessamento della Diocesi di Milano che ha completamente ignorato questo problema molto sentito di assistenza religiosa.
Riguardo ai rapporti con gli altri gruppi di africani presenti in zona (somali, egiziani, tunisini), padre Andemariam precisa che non esistono contatti tra essi e gli Eritrei.
Facciamo infine a padre Andemariam una domanda di carattere personale: se egli non sente nostalgia della propria terra.
Il frate osserva che nostalgia si ha di una cosa che si sa di non potere più raggiungere.
Non è questa la sua situazione, così come non è quella dei suoi connazionali che, se si sono stabiliti In Italia, lo hanno fatto con la prospettiva di rimanerci solo per un periodo ristretto di tempo, con la profonda determinazione di ritornare al più presto nella propria terra, non appena gli eventi lo consentiranno.
R. Cenati F. Albana*ociff som cir.ticoo regolo.
A4ets un"rtcrzioni a‘ g‘P