ZONA 6: Problemi e scelte
SUPPLEMENTO A « MILANO OGGI » NUMERO UNICO - NOVEMBRE 1974

A CURA DELLE SEZIONI DEL P.C.I. DELLA ZONA 6:
SUPPLEMENTO A « MILANO OGGI » NUMERO UNICO - NOVEMBRE 1974
A CURA DELLE SEZIONI DEL P.C.I. DELLA ZONA 6:
Il Comune di Milano si trova ormai da tempo paralizzato da una crisi che è contemporaneamente finaziaria e politica.
La responsabilità della crisi finanziaria è anzitutto del governo che con la stretta creditizia e la riforma fiscale ha sottratto agli enti locali i già scarsi mezzi finanziari rendendoli del tutto insufficienti.
Il governo per risolvere i gravi deficit finanziari ha suggerito massicci ed indiscriminati aumenti delle tariffe pubbliche: questa è una strada sbagliata ed antipopolare.
Il Comune di Milano, invece, deve porsi alla testa di una battaglia generale in difesa delle autonomie degli enti locali, essendo questa l'unica via possibile per risolvere i problemi che vanno dalla casa ai trasporti, dalla scuola all'assistenza.
Alla crisi finanziaria si aggiunge la crisi politica; essa deriva dall'impotenza e dal logoramento della maggioranza di centrosinistra.
La responsabilità di ciò cade anzitutto sul partito di maggioranza relativa, la Democrazia Cristiana, che nella nostra città rappresenta gli interessi di gruppi privilegiati e parassitari.
La D.C. ha la responsabilità del malgoverno della cosa pubblica, dei fenomeni di clientelismo e di corruzione.
La D.C. vuole accentrare burocraticamente il potere, ostacolando il decentramento ai Consigli di Zona.
La D.C. ha imposto una discriminazione a sinistra contraria alla coscienza unitaria
sorta nella città.
Bisogna liquidare il fallimentare centrosinistra, è necessaria una nuova maggioranza espressione autentica della città che sappia fare scelte politiche nuove e coraggiose; ciò non può avvenire senza un nuovo rapporto con il P.C.I. e le masse lavoratrici che esso rappresenta.
Il Partito Comunista Italiano si è sempre mosso su questa linea unitaria e di lotta; infatti anche a livello di Consiglio di Zona 6, attraverso la spinta dei cittadini del quartiere, creando ampi movimenti unitari, si sono ottenuti significativi risultati politici riguardo ai vari problemi.
CASA
Vendite frazionate: attraverso la mobilitazione degli inquilini e col SUNIA (Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari) si è riusciti in parte a bloccare questo nuovo tipo di speculazione.
Speculazione edilizia: più volte bloccata con la richiesta del vincolo delle aree resesi libere a uso pubblico.
Risanamento delle case degradate ed edilizia popolare: si sta conducendo una battaglia unitaria per l'applicazione delle leggi 167 ed 865.
SCUOLA
Risanamento ed adeguamento delle vecchie scuole: in particolare si è ottenuto l'ampliamento delle scuole materne di
v.
Richiesta di nuove scuole: si sono individuate ed indicate anche le aree su cui costruire gli edifici, in particolare ex Salmoiraghi, ex giardino Firenze, piazza Po, ecc.
Sviluppo della vita democratica: si è sollecitata la costituzione dei Consigli dei genitori nelle scuole della zona appoggiando le loro iniziative.
VERDE
Salvaguardia e attrezzatura del già misero verde della zona: si è ottenuto la parziale sistemazione dell'area di via Pallavicino, e si sta operando per le aree abbandonate di piazza Giovanni XXIII e via Tolentino.
Reperimento e vincolo delle aree da destinare a verde attrezzato: in particolare si sta lottando per il recupero ad uso pubblico dell'area del Leone XIII, già comunale, attualmente in concessione (scaduta) all'ente privato.
TRASPORTI
Si sta conducendo la battaglia generale per la priorità del mezzo pubblico, potenziando la rete con nuove vetture e nuove linee, compresa una linea che colleghi i quartieri Magenta e Sempione.
SANITA'
Ospedale dei bambini « Buzzi » di via Castelvetro: è in corso una battaglia per l'ampiamento e la non costruzione della
ARREGHINI,via B. Ferrario 5 DAL POZZO, Via Cesariano 11 NOVELLI, Via Morbelli 8 RUBINI, Via S. Bernardo 1 I DATI SONO STATI DESUNTI DALLA TESI DI LAUREA DI UN GRUPPO DI STUDENTI DELLA FACOLTA' DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI MILANO Massena e di v. Pier Capponi.caserma all'interno.
Consiglio Sanitario di zona: si sta organizzando la lotta unitaria per un approfondimento dei problemi di medicina sociale preventiva in quartiere e sul lavoro.
CAROVITA
SO.VE.CO. (Società Vendite Controllate): è in atto una richiesta di potenziamento e di democraticizzazione dell'ente in collaborazione con le Cooperative alimentari e coinvolgendo la rete di distribuzione attuale.
DECENTRAMENTO
Battaglia unitaria con le altre zone di Milano per un effettivo decentramento dei poteri ai C.diZ. (Consigli di Zona) rispettando ed ampliando il regolamento attuale.
Controllo serio e partecipazione alla stesura dei bilanci comunali, anche con piani di zona, da parte dei C.diZ.
Potenziamento, nell'ambito dei C.diZ., di commissioni antifasciste per la difesa e lo
sviluppo della democrazia.
Attuazione e messa in opera dei tabelloni per l'affissione che consentano ai cittadini una maggior informazione sull'attività del C.diZ. e dei partiti.
LA GIUNTA COME HA RISPOSTO
A QUESTE PRECISE PROPOSTE?
La Giunta ha, in generale, largamente eluso le pressanti proposte fatte dai C.diZ., rinviando e non rispettando anche precisi impegni assunti.
In particolare per la zona 6 si sono verificati atti, da parte della Giunta, a dir poco scandalosi:
CASA
La Giunta ha permesso una colossale speculazione di miliardi sull'area ex Rusconi in via Colonna; si è sinora rifiutata di creare in zona insediamenti di EDILIZIA POPOLARE, di applicare le leggi sulla casa lasciando 20.000 cittadini in condizioni di estremo disagio, favorendo così l'espulsione dalla città dei ceti popolari.
SERVIZI
La Giunta da 3 anni rinvia la costruzione della scuola di piazza Po, nonostante il progetto approvato in Consiglio Comunale; dopo anni dal vincolo dell'area non ha ancora messo in bilancio gli edifici scolastici sull'area della ex Salmoiraghi; lascia da tempo in stato di abbandono le aree dell'ex Giardino Firenze, di v. Niccolini, di p.za Giovanni XXIII, e di v. Gracchi; non ha creato alcun centro culturale in zona. Non ha fornito la zona 6 (unica zona di Milano) di asili nido pubblici. Il Consiglio di Zona è uno strumento democratico conquistato dalle lotte dei lavoratori. Esso deve permettere ai cittadini di organizzarsi per far rispettare i propri diritti e per controllare ed esercitare direttamente il potere che ora, invece, rimane ancora accentrato, in mano ad una Giunta Comunale di centro-sinistra e ad un Governo che non sanno soddisfare neppure le più elementari esigenze delle grandi masse.
INDICAZIONI DEL CONSIGLIO DI ZONA 6 PER L'ASSETTO URBANISTICO DELLA ZONA
Il piano di zona approvato all'unanimità dal Consiglio di Zona 6 1'11-9-'73 dava alcune precise indicazioni per l'assetto urbanistico della zona.
Tali indicazioni sono ancora completamente valide e attuali ed è quindi necessario esporle chiaramente.
Perimetrazione delle zone degradate (Marghera e Paolo Sarpi) con richiesta del blocco delle licenze edilizie private. All'interno delle due zone piano integrativo di edilizia popolare in base alle leggi per il risanamento edilizio.
Individuazione delle aree libere e vincoli ad uso pubblico sulle medesime (scuole, servizi sociali, verde).
Mantenimento di tutte le attività produttive.
Aree da ristrutturare.
Anni e anni di scandalosa gestione urbanistica della nostra città hanno permesso alla speculazione edilizia di mangiarsi fetta per fetta i nostri quartieri. Così, chi ricorda la zona di via Canonica e quella di via Marghera prima della guerra e le confronta con quello che ne resta oggi, può constatare che le case popolari sono state ampiamente sostituite con case di lusso e che quelle poche che ancora resistono sono lasciate nel più completo abbandono.
Proprio su questo problema della casa si è sviluppato in questi anni un forte movimento che ha coinvolto nella lotta tutte le forze popolari che si sono fatte promotrici, insieme al SUNIA (Sindacato Unitario Inquilini), di varie mobilitazioni.
Oggi problema politico fondamentale è battersi per ottenere un nuovo piano di edilizia popolare per la nostra città che usando delle possibilità offerte dalla legge 865 unisca ai nuovi necessari insediamenti di edilizia popolare anche interventi di risanamento edilizio dei vecchi quartieri degradati.
Nella nostra zona ad esempio si pone con urgenza indilazionabile il problema dell'edilizia degradata.
Infatti circa 20.000 persone nella sola zona 6 abitano in edifici malsani (più del 13% dell'intera popolazione).
In altri termini vi è nel cuore di questa zona per tanti versi signorile e residenziale una vera e propria cittadina (delle dimensioni, per fare un esempio, di Cesano
Boscone oppure di Melegnano) dove le norme del vivere civile non possono ancora entrare.
Ci troviamo infatti di fronte ad edifici (oltre 300) che non hanno W.C. interni ma sono dotati solo di indecenti latrine esterne in uso a più nuclei familiari, che sono privi di riscaldamento centrale, che non sono dotati di ascensore pur essendo in generale alti più di tre piani; che infine sono staticamente instabili e presentano comunque infiltrazioni di umidità.
Si può rimanere increduli di fronte a tali constatazioni, perchè si stenta a concepire una simile realtà in pieno 1974. Per questo vogliamo fornire l'elenco dettagliato di tutti gli edifici malsani via per via, numero civico per numero civico.
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ZONA 6
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Sanzio Buonarroti 5 Wagner
Vercelli 3, 20, 31
Guido d'Arezzo
Rasori
S. Michele del Carso
F.
Tiziano 5, 15
Veronese 2
Giovio 45
Panizza
1
Cimarosa 13
Washington 17, 52, 56
Cirillo
Cagnola
Cesariano
Canonica 4, 24
Morselli (p.za)
Balestrieri Giannone
I comunisti della zona 6 propongono che tutte queste case vengano inserite nel piano di 167/865 e risanate senza nessuna discriminazione qualitativa e quantitativa.
Il criterio da seguire poi per effettuare il risanamento può essere questo:
L'amministrazione comunale emette ingiunzioni ai proprietari di case degradate affinchè vengano eseguite le opere necessarie; se la proprietà rifiuta di intervenire l'amministrazione comunale le esegue d'ufficio e le addebita immediatamente alla proprietà stessa.
L'amministrazione intavola trattative bonarie con i proprietari disposti ad
effettuare il risanamento a proprie spese e a mantenere gli stessi inquilini nei caseggiati risanati. In questo caso la trattativa può prevedere adeguamenti dei canoni concordati tra le parti. Dove è impossibile impostare la trattativa si procede all'esproprio degli edifici e al conseguente risanamento ai sensi della legge 865.
Il risanamento degli edifici viene effettuato dove è possibile; altrimenti si demolisce l'edificio e lo si ricostruisce.
I cittadini interessati dal risanamento in caso di necessità possono essere alloggiati provvisoriamente in alloggi sfitti vi-
cini. Non si tratta di un progetto irrealizzabile nè nuovo: a Bologna e in altre città con amministrazioni democratiche, questo sistema è stato ed è praticato con risultati positivi.
A questo proposito segnaliamo che nella nostra zona viene lasciato sfitto mediamente ben l'otto per cento delle abitazioni; è significativo inoltre che le più alte percentuali di appartamenti lasciati sfitti si riscontrino proprio nelle zone pù degradate, come si può vedere in questa tabella.
Non è più tollerabile che a Milano, mentre giacciono all'IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) 40.000 domande di famiglie che cercano casa, i proprietari, a difesa dei loro privilegi, sbarrino con assi incrociate le porte di ingresso di molte abitazioni come accade in via Balestrieri, in via Buonarroti, in via Tiziano, in via Washington (solo per fare qualche esempio).
Gravissime sono le responsabilità della Giunta e degli amministratori democristiani in primo luogo, che dal lontano 1949 ininterrottamente hanno l'assessorato dell'urbanistica e dal 1952, quasi inin-
terrottamente, dell'edilizia pubblica.
Da anni si parla di_piano integrativo di edilizia popolare ed ancora non si è visto nulla di concreto; non solo, ma l'assessore democristiano Velluto non si preoccupa di discutere le scelte del settore con i cittadini, con i consigli di zona, con le forze democratiche. Si dice che è pronto un piano (finalmente!) ma non si sa neppure se tiene conto delle richieste delle varie zone.
I comunisti della zona 6 chiedono che l'assessore venga a confrontarsi in pubblico con i cittadini sul piano dell'edilizia popolare prima di aver preparato il piano
stesso e non si limiti a mandarlo dopo, magari in visione, come è costume dell'amministrazione.
Queste sono in sintesi le proposte del PCI per una politica della casa in zona, politica che va collegata ed integrata con una adeguata mobilitazione di massa per ottenere risultasi positivi.
Un primo momento di tale mobilitazione è costituito dall'assemblea popolare del 5 dicembre p.v. indetta dal Consiglio di Zona alla quale chiamiamo a partecipare tutti gli inquilini, i lavoratori, e i cittadini della zona.
Il movimento democratico e popolare, con in testa il nostro partito, è riuscito a strappare un'importante conquista al Parlamento: la nuova legge sui fitti.
Non è che un primo passo verso obbiettivi, per noi fondamentali, come l'equo canone (cioè un canone non più lasciato all'arbitrio del padrone di casa, ma fissato dalla legge) e per un ben più massiccio intervento pubblico nella costruzione di alloggi economici; mentre va quindi intensificata la lotta per la casa, è compito di tutti i lavoratori chiedere la severa applicazione della legge che blocca (e in alcuni casi li riduce) i fitti, proroga i contratti e difende l'inquilino dagli abusi del padrone di casa.
Noi crediamo che questa sia una ma-
niera corretta e incisiva per combattere il caro-vita: è chiaro che se diminuisce la parte di salario spesa nell'affitto, aumenta il potere d'acquisto dello stesso salario. Gli aspetti più importanti della legge, che ogni inquilino deve esigere, sono:
1) IL BLOCCO DEL CANONE - Gli affitti non possono essere aumentati fino al 30 Giugno 1975, quando la famiglia dell'inquilino, complessivamente, non raggiunga i 4 milioni di reddito all'anno (dalla complementare del 1972). Qualora la famiglia dell'inquilino superi i 4 milioni di reddito, l'eventuale aumento non può superare il 5%. Il blocco vale per tutti gli immobili (abitazioni, uffici, laboratori...) e riguarda anche l'inquilino che subentra.
2) LA PROROGA DEL CONTRATTO - Tutti i contratti sono prorogati fino al 30 Giugno 1975, anche se è scaduto il contratto, purchè non si superino i 4 milioni di reddito. Sono quindi illegali gli sfratti sia a seguito di « finita locazione », sia a seguito di « vendita frazionata », anche quando si superano i 4 milioni di reddito. Per tranquillità dell'inquilino va ricordato che la domanda di sfratto può essere accettata, per legge, solo a 3 anni di distanza dall'acquisto. E nei fatti sono sempre almeno 6 anni. Lo sfratto è legale soltanto quando non viene corrisposto il canone.
3) LA RIDUZIONE DEL CANONE - In caso di locazione non soggetta a blocco, il canone oggi dovuto è il canone del 10 gennaio 1971 (anche se riguardava un altro inquilino): se ha subito aumenti, questi non possono superare il 10%. La riduzione riguarda anche gli inquilini che superano i 4 milioni di reddito annuo: essa però vale solo per gli immobili ad uso abitazione. Il proprietario è obbligato a rispondere entro 30 giorni all'inquilino che richiede l'importo del canone, pagato da un altro inquilino alla data del 1-1-71. In caso di mancata risposta, l'inquilino che sia venuto in altri modi a conoscenza dell'importo del vecchio canone, può iniziare a pagare il canone del
1-1-71 (tutt'alpiù aumentato del 10%) o può comunque rivolgersi al Pretore.
4) IL RISCALDAMENTO E LE SPESE
ACCESSORIE - L'inquilino può intervenire al posto del proprietario nella assemblea condominiale oppure può riunirsi in assemblea con gli altri inquilini, nel caso di un unico proprietario, per deliberare sulle spese e sulle modalità del servizio di riscaldamento.
L'assemblea può essere convocata dal padrone di casa o da almeno 3 inquilini. Per le spese accessorie, l'inquilino ha diritto di ottenere dal padrone la distinta delle spese (portiere, energia elettrica...), con i criteri di ripartizione e i documenti giustificativi delle spese stesse. Nei contratti bloccati, sono
bloccati gli aumenti delle spese, salvo che per aumenti « comprovati » dal padrone di casa.
Proprio per tutelare gli interessi degli inquilini, si è costituito un sindacato: il SUNIA, che in questi anni si è notevolmente rafforzato. Il SUNIA è stato determinante nelle battaglie vittoriose, condotte non solo nella zona ma in tutta Milano, contro gli sfratti, le vendite frazionate e nelle battaglie contro gli abusi dei padroni di casa. Presso il SUNIA ogni inquilino potrà avere tutti i chiarimenti del caso e la assistenza legale che gli occorre. La sede zonale del SUNIA è in Via Cucchiari 12 (provvisoriamente in Via Jacopino da Tradate 7).
Quale Piano Regolatore generale stanno preparando i nostri amministratori? Domanda legittima che tutti possiamo porci, con in prima fila i consigli di zona.
Si dice che il Piano Regolatore sarà pronto in gennaio; siamo ormai a novembre inoltrato e i consigli di zona non sanno ancora nulla delle scelte che a scatola chiusa verranno propinate alle zone.
Tale atteggiamento costituisce di per sè una pesante ipoteca sul futuro del P.R.G.: si rischia infatti di rendere vano il lavoro fatto a stretto contatto della realtà dai consigli di zona, dai partiti, dalle organizzazioni democratiche; lavoro che in molti casi è già sfociato in precise indicazioni di pianificazione urbanistica.
Inoltre la cosiddetta « Consulta permanente » per il Piano Regolatore (organimeno i presidenti dei consigli di zona) si smo in cui sono presenti tra gli altri alè riunita una sola volta: nell'ormai lontano luglio 1974: per l'insediamento!
I comunisti della zona 6 chiedono con forza che si riunisca la Consulta permanente e che gli amministratori prima di aver « confezionato » il piano vengano nella nostra zona ad incontrarsi con il consiglio e a sostenere un contraddittorio con i cittadini in pubbliche assemblee.
Questo perchè abbiamo cose precise da dire e da chiedere per la nostra zona.
SCUOLA
Alcuni dati:
Scuole Popolazione Posti alunno in età scol. esistenti
Asili nido 1861 *
Materne 5203 1964
Elementari 9072 5815
Medie 5025 4013
Totale 20161 10792
* calcolati come 40% di tutti i bambini in età compresa tra 0 - 2 anni.
Da ciò risulta che solo il 51% dei bambini in età scolare viene soddisfatto in zona; gli altri, con grave carico per le famiglie, devono trovare soluzioni di ripiego (scuole private, scuole pubbliche fuori zona, ecc.).
Se poi rivolgiamo la nostra attenzione alle scuole esistenti notiamo che la maggior parte di esse sono inadeguate: mancano aule, quelle che ci sono risultano spesso sovraffollate, non sono dotate di mensa, sono carenti gli spazi per le attività collettive e via di seguito.
E' necessario ed urgente sistemare le vecchie scuole eliminando il sovraffollamento, i doppi turni e creando tutte le strutture necessarie allo svolgimento della attività didattica complessiva almeno nella misura in cui è previsto dai decreti legge sulla edilizia scolastica.
Sistemate le vecchie strutture, per soddisfare le esigenze di oggi, a conti fatti occorrono:
31 asili nido da 60 posti l'uno
19 scuole materne per un totale di 132 sezioni
8 scuole elementari per un totale di 190 aule
4 scuole medie per un totale di 84 aule.
E' necessario quindi vincolare tutte le aree libere e quelle che si renderanno tali all'uso pubblico, coscienti però che tali aree non saranno sufficienti.
Bisogna quindi utilizzare anche immobili lasciati sfitti, uffici di aziende che hanno abbandonato l'attività o si sono trasferite.
Di fronte a tali carenze di attrezzature scolastiche come risponderanno la Giunta, l'Assessore, il nuovo Piano Regolatore?
Sinora abbiamo riscontrato solo gravi inadempienze che citiamo di seguito:
ex Salmoiraghi - La scuola non viene mai inserita nel bilancio comunale e, pur essendovi già il progetto, non viene realizzata;
via Niccolini - I lavori di costruzione non vengono appaltati;
piazza Po - Il progetto del consiglio non viene preso in considerazione;
Giardino Firenze - Non sono ancora stati sconfitti gli assalti degli speculatori che richiedono di costruire palazzi di lusso invece di scuole; Sistemazione complessiva dell'area di via Pallavicino.
In zona esistono solo 161.000 m2 di verde pubblico corrispondenti a 1,14 m2 per abitante contro i 9 m2 per abitante previsti dalla legge.
I Comunisti propongono che tutte le richieste del consiglio di zona siano assunte e fatte proprie dal Piano Regolatore. Sino ad oggi, come per la scuola, dobbiamo registrare da parte degli amministratori gravi iadempienze:
L'area dell'ex Giardino Firenze in via Tolentino; Sistemazione dei Giardini del Pallavicino;
Il recupero ad uso pubblico del campo sportivo in concessione (scaduta) all'Istituto Leone XIII.
DI INTERESSE COMUNE
Non vi sono centri civici o sociali. Non vi sono biblioteche rionali. La struttura ambulatoriale è inesistente e non vi sono le premesse per avviare un discorso sulle unità sanitarie locali.
Vi è la proposta del consiglio di zona di utilizzare la palazzina in costruzione all'interno dell'ospedale Buzzi, che dovrebbe ospitare una caserma della Polizia, in parte per l'ampliamento dell'Ospedale e in parte come struttura del Comitato Sanitario di zona.
Anche su questi problemi noi chiediamo che l'amministrazione intervenga con il suo peso politico perchè le scelte vadano nell'interesse della collettività.
Il servizio offerto agli utenti della zona è in alcuni momenti e su alcune linee insufficiente, soprattutto perchè la maggior parte dei capolinea sono in periferia e così i mezzi transitano in zona già carichi. Da ciò la necessità del potenziamento delle linee, soprattutto tranviarie, per la loro maggior economicità e capienza e per la loro maggiore velocità commerciale essendo in molti tratti separate dal traffico privato.
Prioritaria è la trasformazione della linea circolare 90/91 in linea rapida tranviaria di superficie totalmente protetta; questo al fine di dare un servizio adeguato ad un gran numero di lavoratori, in buona parte pendolari, che lavorano nelle fabbriche e negli uffici lungo il percorso della linea.
Siamo inoltre contrari alla proliferazione di linee di metropolitana meramente urbana che richiedono enormi spese e consentono gigantesche speculazioni edilizie.
Siamo infine decisamente contrari a ogni idea di asse attrezzato altrimenti detto autostrada urbana; ci è giunta voce infatti che il vecchio disegno del piano del 1953 di far incrociare le quattro autostra-
de in piazzale Baiamonti con conseguente sventramento dei quartieri popolari circostanti non sarebbe del tutto dimenticato.
E' necessario mantenere le attività produttive nella nostra zona come in tutte le altre per evitare che la nostra città diventi sempre di più una city esclusivamente commerciale con tutte le caratteristiche negative che questa trasformazione comporterebbe (congestione del traffico nelle ore di punta, ecc. ecc.).
Ma soprattutto è necessario arginare il pendolarismo che sarebbe alimentato dai trasferimenti industriali.
Infine per scoraggiare le intenzioni spe-
AREE LIBERE DISPONIBILI IN ZONA PER IL VERDE E LA SCUOLA
culative di chi vuole trasferire la produzione per realizzare sulle stesse aree palazzi di lusso od uffici si deve, nel nuovo Piano Regolatore, rigorosamente destinare ad uso industriale tutto quanto allo stato di fatto risulta come attività produttiva. Per le aree che si dovessero rendere libere a seguito di trasferimenti si deve proporre il vincolo d'uso pubblico come nel caso della fabbrica Mellin di via Alberto Mario.
Queste sono le cose che ci proponiamo come comunisti di dire all'assessore e alla Giunta, ma questo è anche il programma di lotta civile e democratica che intendiamo portare avanti nei nostri quartieri con tutti coloro che vogliono battersi per una città più giusta e più umana.
Area
via Washington - Caboto via Crippa - via Verga - Piazza Po via Farnese - via Frua - via Gracchi ex Salmoiraghi - via R. Sanzio « Pallavicino » del campo sportivo, in concessione scaduta, al « Leone via Nievo - via Uguccione - via Leone XIII via Savoia Cavalleria - via V. Monti - via Leone XIII via Savonarola - Procida - via Domodossola - via Corleone via Caracciolo - via Tolentino ex «giardino Firenze via Niccolini - piazza SS. Trinità via Stilicone via Govone - via Principe Eugenio ex Mellin - via Alberto Mario via Cecchi - via Fusano via Induno
AREE DA RISTRUTTURARE
PER RECUPERARLE A USO PUBBLICO
Caserma (via Monti - Savoia Cavalleria - Machiavelli - Pagano)
Zona tra le vie Cenisio - Messina - Coriolano
Zona tra le vie Procaccini - Messina - Luigi IX
I PROBLEMI DELLA CASA E DEL TERRITORIO
ARCHITETTURA
Alberto Samonà e Carlo Doglio (a cura di), Oggi l'architettura. Premessa di Luciano Anceschi, 1974. L. 3.200
Vittorio Gregotti, Il territorio dell'architettura. L. 1.500
Anatole Kopp, Città e Rivoluzione. Architettura e urbanistica sovietiche degli anni Venti. cura e introduzione di Emilio Battisti, trad. di Giovanna Silvestri, 1972. L. 4.500
CASA, CITTÀ E TERRITORIO
M. Boffi, S. Cofini, A. Giasanti, E. Mingione, Città e conflitto sociale. Inchiesta al Garibaldi-Isola e in altri quartieri periferici di Milano. L. 1.400
Lavoro collettivo di militanti del PCI, La lotta del " Garibaldi ". Come un vecchio quartiere del centro di Milano ha vinto la battaglia per la sopravvivenza. Libreria Feltrinelli di Milano, 1973. L. 800
Andreina Daolio (a cura di), Le lotte per la casa in Italia. Milano, Torino, Roma, Napoli. L. 1.800
Giuliano Della Pergola, La conflittualità• urbana. Saggi di sociologia critica. L. 2.200
Giuliano Della Pergola, Diritto alla città e lotte urbane. Saggi di sociologia critica. L. 1.500
Francesco Di Ciaccia, La condizione urbana. Storia della Unione Inquilini. Prefazione di Franco Catalano. L. 1.200
AA. VV., Decentramento e democrazia, a cura di Umberto Dragone (di prossima pubblicazione)
DI MILANO: VIA MANZONI 12 VIA S.TECLA 5
XIII »
COMUNE DI MILANO
ASSESSORATO AL DECENTRAMENTO
Il Consiglio di zona 6 indice per giovedì 5 dicembre 1974 alle ore 21, presso le Scuole di Via Mantegna n. 10 una
ASSEMBLEA POPOLARE
per la casa, il quartiere, gli affitti e i servizi pubblici.
Tutti i cittadini devono sentire il dovere di intervenire.