Milano dodici11

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MILANO DODICI

ANNO II - N. 27/28

FELTRE -CIMIANO LAMBRATE ORTICA

NOVEMBRE/DICEMBRE 1979 L. 300

MENSILE DI CULTURA POLITICA E ATTUALITA'

Finalmente il Consultorio in zona 12?

Anche la nostra zona, dopo tanta attesa, avrà il proprio consultorio secondo quanto la legge regionale n. 44 aveva programmato fin dal 1976.

Si tratta ora solo di tempi tecnici; infatti i locali ci sono; sono stati individuati nella struttura della Casa della madre e del fanciullo in via Pusiano; la Provincia ha concesso l'affittanza al comune e il Consiglio di zona ha già ricevuto l'impegno dall'Assessorato all'Igiene e sanità per il funzionamento del servizio entro l'anno.

Occorre però che ora le forze sociali e politiche della zona si mobilitino perchè i programmi diventino realizzazioni concrete. Occorre seguire da vicino la nostra pratica negli uffici tecnici del comune per sollecitarne l'evasione e per questo bisogna che anche la cittadinanza diventi protagonista mobilitandosi e partecipando alle delegazioni che andranno in comune per premere sui tempi di realizzazione.

Ma la partecipazione alla vita di questo servizio dovrà essere sollecitata anche per la sua gestione; infatti sarà proprio in questo spirito che la legge istitutiva dei consultori sarà realizzata cioè nel fatto che, con il Comitato per la partecipazione e la gestione, saranno anche gli utenti a contribuire a farne un servizio pubblico aperto alle esigenze degli utenti stessi. Un servizio pubblico che oltre alla gratuità e alla presenza di operatori specializzati (ginecologo;asairente sociale, ostetrica, psicologo e pediatra) si caratterizzerà in interventi volti alla sana e responsabile espressione della sessualità, in un armonico sviluppo della persona in modo da farne non un ambulatorio, come purtroppo accade in certe strutture sanitarie, ma un punto di riferimento per gli utenti che avranno bisógno di un servizio sociale nuovo, capace di intervenire nelle problematiche di quella parte tanto importante della nostra vita e cioè per una educazione sessuale, per una procreazione libera e consapevole, per l'assistenza alla maternità, all'infanzia e alla famiglia

Raggiungere queste finalità sarà anche consentire ad ogni donna di decidere se e quando essere madre, fornendo la più ampia informazione scientifica su tutti i metodi contraccettivi ed aiutarla anche a tutelare la sua salute con particolare riferimento al periodo in cui affronta la maternità.

Questo servizio sarà punto di riferimento anche per tutti quegli interventi relativi all'armonico sviluppo del singolo, della coppia e delle relazioni familiari compresi quelli fra genitori e figli in un momento in cui sembra così difficile la comunicazione tra le varie generazioni.

«Partecipare» è l'invito rivolto a tutti non solo quando funzionerà il consultorio ma anche ora che stiamo battendoci per farlo aprire.

La Commissione Igiene e Sanità del Consiglio di zona 12 ha formato una sottocommissione che appunto accetta il contributo di tutti: basta chiedere di partecipare!! â

Commissione Igiene e Sanità Consiglio di Zona 12

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Manutenzione nelle scuole "Maroncelli

Il Consiglio di circolo di Lambrate, nella riunione del 25/10/79 prende atto delle dichiarazioni dell'assessore Polotti rilasciate in pubblico incontro con la, delegazione dei Genitori e Direttrice didattica presenti i geom. Colombini (responsabile manutenzioni scuole), geom. Ragazzi e geom. Landino (responsabili manutenzioni scuole zona 12), Spinazzola (Presidente consiglio zona 12) sull'ordine prioritario dei lavori di manutenzione straordinaria da eseguire nelle due scuole in oggetto.

Per la scuola «E. Toti» di via Cima si prende atto delle dichiarazioni dell'assessore Polotti che i lavori potranno avere inizio non appena ultimata la gara e aggiudicato l'appalto. Per valutare l'entità dei lavori e soprattutto per concordare con gli utenti della scuola le modalità e l'avanzamento delle opere (rotazione nelle aule, eventuale reperimento di aule esterne, problema di ri-

e Toti"

scalda mento, doppi turni, ecc.) il Consiglio di circolo chiede al Consiglio di zona 12 come assicurato dall'Assessore la copia completa del progetto, stima e programmazione dei lavori, e un colloquio preventivo con l'arch. Benzoni.

Per la scuola «P. Maroncelli di via delle Rimembranze, in particolare si prende atto delle seguenti dichiarazioni rilasciate dall'Assessore:

1° entro il mese di novembre '79 verranno sistemate definitivamente le due aule e la sala medica (ala est) danneggiate dalla rottura del pluviale;

2° a giorni saranno iniziati e portati a termine i lavori di sostituzione e installazione dei serramenti (L. 43.000.000);

3° entro il 31/10/79 dovrà essere approntato il progetto e la stima dei lavori per l'impegno di spesa relativo alla ristrutturazione globale della scuola, compresi l'impianto elet-

trico e di riscaldamento (L. 450 milioni);

4° appalto e inizio lavori ristrutturazione globale entro il mese-di giugno '80. Anche per tale progetto il Consiglio di circolo chiede copia completa della documentazione e colloquio preventivo con l'arch. Benzoni;

5° stanziamento dell'importo necessario per il riordino completo del refettorio e relativi servizi igienici compresa la tinteggiatura, entro il mese di gennaio '80, da eseguirsi in manutenzione ordinaria (spesa prevista L. 5.000.000).

Preso atto delle predette assicurazioni rilasciate dall'assessore Polotti, il Consiglio di circolo di Lambrate, chiede che il Consiglio di zona 12 si faccia parte diligente per il controllo e l'effettiva realizzazione delle opere programmate nei tempi indicati.

Il presidente del Consiglio di circolo di Lambrate

G.P. Pesavento

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Rapito all'Ortica Cesare Pedesini articolo a pagina 3

Domenica 7 ottobre presso il Centro Sociale Ortica si è svolta la ormai tradizionale festa del nostro Mi 12. Una folla di cittadini della zona 12 ha partecipato alla manifestazione che è durata fino a tarda notte. Una particolare attenzione è stata data all'ultimo numero del nostro giornale che è andato completamente esaurito. Anche i giochi allestiti per l'occasione sono stati graditi dai partecipanti. Da segnalare che, il pomeriggio danzante è stato allietato dall'orchestra dei Sempre Giovani, infine non si può dimenticare che la gustosa piadina romagnola è stata opera di ‹Renata e Vittorio-, mentre la cena era stata particolarmente preparata da Carlo Romito (Resio). Il grande tombolone finale ha chiuso a tarda notte la simpatica manifestazione per il nostro Mi 12.

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Vendite Soveco

Lunedì ore 15 — Stazione di Lambrate

Giovedì ore 15 — Via Bistolfi

Venerdì ore 15 — Piazza Udine

Sabato ore 9 — Via Civitavecchia

Sabato ore 15 — Via Rimembranze di Lambrate

Sabato ore 15 — Via Crescenzago (Angolo Pisani Dossi)

Mercati rionali

Via Pisani Dossi — lunedì mattina

Via Rombon — giovedì mattina

Via Orbetello — giovedì mattina

Vigilanza urbana

Via Trentacoste 8, tel. 294819 (Presidio di Lambrate)

Consiglio di zona 12

Viale Rimembranze di Lambrate 7, tel. 293819

Biblioteca comunale

Presso la Scuola,elementare di via Feltre, aperta tutte le sere dalle 18 alle 20.

Circolo culturale Cesare Pavese

Via S. Fausti no 5, tel. 720322. Servizio di biblioteca: domenica dalle 10 alle 12.

Sindacati

Camera del lavoro - via Conte Rosso n. 30. Tel .2154634 - 2158547

Flm Lambrate - via Saccardo n. 39. Tel. 2150585 - 2157205

Lega Pensionati zona 12 - via S. Faustino n. 5. Tel. 710744

Sindacato Ferrovieri SFI - via S. Faustino n. 5. Tel. 710744

Cils Lambrate - via Saccardo n. 31. Tel. 2367233

Taxi

Piazza Bottini (Stazione di Lambrate) tel. 2364375

Piazza Udine tel. 2154972

Commissariato di polizia

Via Clericetti 42 tel. 206010 - 295231

Cinema Garden - via Durazzo n. 5. Tel. 2154701

Telefoni d'emergenza

Vigili urbani 7727

Polizia 113

Carabinieri 6220

Vigili del fuoco 34999

Soccorso ambulanze 7733

Socc. medico urgente 3883

I cittadini attendono

Alcuni cittadini ci hanno segnalato un _fatto che a loro sembra strano. C'è una lettera del Consiglio di zona all'assessore all'edilizia privata, arch. Achille Sacconi, senza risposta da due anni e mezzo. Si parla di una tettoia di cui il Consiglio di zona chiedeva la rimozione. Ma, ci dicono quei cittadini, quella tettoia è ancora al suo posto. Come mai? Non possiamo che girare la domanda a chi di dovere. Qui di seguito riportiamo la lettera in questione.

Oggetto: Tettoia del bar-ristorante di via Crescenzago 34.

Nel maggio del 1968, il sig. Livio Lenzi, titolare del bar-ristorante di via Crescenzago 34, fu autorizzato — con licenza n° 1138 (atti n. 244504 / 22973 / 67) — ad erigere una tettoia di fianco al proprio locale pubblico. La sopracitata autorizzazione è espressa nei seguenti termini: Costruzione provvisoria di tettoia con strutture in ferro smantabili, al servizio del bar-ristorante, da mantenersi per la durata massima di anni tre dalla data di emissione della presente licenza, con possibilità di risoluzione anticipata a semplice richiesta del comune.

In questi giorni è scaduto addirittura il terzo triennio della «provvisorietà- di tale autorizzazione. Si chiede pertanto l'immediata revoca della licenza.

Inoltre risulta che il sig. Lenzi non ha mai pagato la tassa per l'occupazione del suolo, dato che sembra non sia di nessuno; anche di questo fatto chiediamo che codesto Assessorato, tramite l'Assessore competente, effettui un opportuno accertamento.

Nell'attesa di un cortese riscontro, si porgono i migliori saluti.

I Martinitt e la grande Milano

In via Dante, presso il negozio della Richard-Ginori vi è stata all'8 e al 21 novembre una mostra dedicata ai «Martinitt».

La Richard-Ginori ha costitutito un fondo per la formzione professionale degli allievi dell'istituto nel campo della grafica e del disegno industriale, e in tale occasione ha organizzato questa mostra.

I «Martinitt» e la grande Milano», sotto questo titolo l'esposizione è una carellata storica sulla storia di questa istituzione. Si parte dal XVI secolo quando, dopo le guerre e le carestie, le città lombarde — e Milano fra queste — erano percorse da migliaia di bambini orfani costretti ad elemosinare il cibo.

Fu allora, infatti, che dalla decisione di prendersi cura di tali bambini nacquero i «Martinitt».

Via via, dalle immagini e dai documenti d'epoca, la storia dei Martinitt si mostra intrecciata a quella di Milano: c'è il tamburo delle formazioni dei Martinitt durante la Repubblica Cisalpina, il loro tricolore durante le 5 giornate,

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pag 2 - Milano 12 notizie dalla zona

Verso le elezioni dirette del C.d.Z.

Da alcune settimane sui giornali e ai vertici dei partiti si accenna a discutere sulla possibilità di apportare alcune modifiche alla Costituzione della Repubblica per renderla più attuale, in considerazione di una esperienza più che trentennale; si parla di trovare il modo di accelerare i tempi per legiferare dei due rami del parlamento, addirittura eliminandone uno o variandone i compiti; si discute pure sulla possibilità di accorciare il periodo di carica del Presidente della Repubblica.

Però, il vero problema, il nodo decisivo e che conta è e resta l'attuazione piena della Costituzione; non vorrei che la discussione per la sua modifica abbia l'effetto di una cortina fumogena che copra le responsabilità democristiane per non averla attuata dopo oltre trent'anni di potere.

Un aspetto non previsto dalla Costituzione per quanto concerne il decentramento politico-amministrativo (Regioni, Provincie, Comuni) sono i Consigli di zona ormai esistenti in tutte le città grandi e piccole e sanciti con una legge nel 1976.

Nella nostra città i Consigli di zona hanno compiuto dieci anni di vita, i comunisti ne sono sempre stati i più coerenti sostenitori oltre che i maggiormente impegnati a farli vivere e operare, questo perchè la loro linea politica individua in questi organismi l'occasione di incontro con le altre forze, per costruire una politica unitaria che nasca dal basso con il contributo dei partiti e del maggior numero di cittadini.

Ritengo che i comunisti e le altre forze di sinistra nei Consigli di zona, debbano, quando è necessario, essere anche fortemente critici nei riguardi dell'Amministrazione centrale della città, qualunque sia il colore della Giunta comunale; solo così contribuiranno ad una reale democrazia di base e a dare un apporto concreto ad un modo nuovo di governare non solo la città ma anche lo Stato.

Forse i Consigli di zona in alcune occasioni hanno costituito un appesantimento burocratico alla soluzione dei problemi, ma non credo che sia il prezzo che dobbiamo pagare per avere più democrazia, si tratta invece di aumentare il loro impegno, compreso quello delle commissioni in cui si articolano e di snellire i loro lavori.

Per quanto riguarda il Consiglio di zona 12 nei suoi 10 anni di vita si può dare un giudizio complessivamente positivo, con luci ed ombre che si alternano; il periodo con presidenza democristiana ha rivelato un metodo di direzione accentratrice e personale che in alcuni casi ha provocato addirittura rotture fra gli stessi consiglieri Dc; l'attuale presidenza socialista potrebbe essere criticata perchè alle volte manca di tempestività nel risolvere i problemi che emergono.

Il Consiglio di zona 12 non sempre pubblicizza capillarmente le sue iniziative e la sua attività: i cittadini non possono partecipare ed essere presenti se non sono informati; so bene che preparare assemblee, spettacoli, riunioni ecc..costa fatica e tempo libero da dare gratuitamente, però non c'è altra via per conquistare l'impegno di altri cittadini a partecipare e a decidere, per rompere la spirale della sfiducia che nasce anche dagli esempi di malcbstume e corruzione ad alto e basso livello.

Oggi i Consigli di zona hanno maggiori poteri decisionali e possibilità di intervento nella politica amministrativa cittadina, ma ritengo che si possano fare ancora dei passi avanti senza per questo sostituire il Consiglio e la Giunta comunali.

Poco o niente è stato fatto per colpire i dipendenti comunali disonesti dediti alle bustarelle: è una minoranza che getta discredito sull'intera categoria e sulla Giunta comunale; questi corrotti sono forse i principali nemici dei Consigli di zona perchè trovano in essi un ostacolo ai loro intrallazzi.

Spesso su questo argomento si sente mugugnare, non serve a niente, bisogna denunciare in modo preciso, per poi intervenire e togliere il sudiciume.

Il prossimo rinnovo dei Consigli di zona acquisterà più grande significato, non saranno più designati dai partiti e nominati dal Consiglio comunale, ma verranno eletti con il voto dei cittadini; questo sarà senza dubbio di grande stimolo all'impegno e alla responsabilità, per formare degli organismi che esprimano con più forza e convinzione gli interessi, le aspirazioni e i bisogni dei ceti popolari.

Aldo Boscolo

Il rapimento

Pedesini

Cesare Pedesini di 57 anni, titolare col fratello Carlo di un deposito di carburanti in via Ortica 3, é stato rapito mercoledì 14 novembre 1979. I fatti ormai sono noti e li riassumiamo brevemente. Alle ore 18,40 circa tre banditi col volto coperto dal passamontagna hanno fatto irruzione nell'ufficio di via Ortica 3 dove il Pedesini stava lavorando, lo hanno trascinato fuori e sono fuggiti a bordo di una Alfetta bianca seguita, sembra, da una vettura di complici.

Unico testimone del rapimento è stato l'impiegato Lorenzo Franzotti che ha poi provveduto ad avvisare la polizia. La moglie del rapito infatti, signora Mariuccia, lavora col marito, ma era da poco salita nell'abitazione sita nello stesso stabile della ditta. Il rapimento ha colpito molto gli abitanti del quartiere dove il Pedesini è molto conosciuto; qui ha iniziato l'attività con un deposito di carbone, per poi passare a rifornire i condomini di nafta e gasolio.

Non è certo un grande petroliere, ma il suo rapimento ci dimostra ancora una volta come l'industria del crimine si sia «aggiornata». Anche le bande più piccole si dedicano sempre meno agli assalti a banche o ad uffici postali, dove oltre al rischio dell'azione stessa si somma quello di un bottino non sempre sicuro, o meglio, definito. Conviene perciò, per questa gentaglia, sequestrare il titolare di una ditta anche piccola, poi sulla cifra del riscatto si metteranno d'accordo coi familiari del rapito, ma potranno «condurre la trattativa» da una odiosa posizione di forza.

Qualche persona «insospettabile» penserà poi a riciclare il denaro del riscatto, e ancora una volta sarà rispettato lo squallido copione di uno fra i più tristi fenomeni di questi anni settanta al quale non si riesce a porre freno.

la redazione

Proviamo a fare un bilancio

Da quattro anni Milano è governata da una giunta di sinistra. Non sempre le nostre aspettative, sono siate soddisfatte, a volte si sono visti dei risultati, altre cose potevano esser fatte meglio. Vogliamo provare a fare un bilancio? Ancora: da dieci anni a Milano agiscono i Consigli di zona. A centinaia, forse a migliaia, ,si contano i cittadini che hanno lavorato attivamente nel nostro C.d.Z. 12: oltre a tutti quelli che sono stati consiglieri centinaia di persone hanno permesso di funzionare alle commissioni, hanno partecipato alla preparazione del Piano regolatore, e del Consultorio, o hanno organizzato la manutenzione delle scuole, e così via. Anche qui grandi speranze, tanti risultati, ma anche tante delusioni. molta sfiducia; scontri con la burocrazia, malintesi, divergenze con la Giunta. Ecco: di tutto questo vorremmo che nel quartiere, nelle sezioni dei partiti, si discutesse di più; che se ne discuta in particolare nella sinistra, fra comunisti e socialisti. E vorremmo sollecitare la riflessione e il contributo di tutti, i cittadini.

Su questo numero ospitiamo un intervento su questi temi di Aldo Boscolo che, fin quasi dagli inizi, è stato per lunghi anni nel nostro Consiglio di zona per il Partito comunista e che — dimissionario per motivi di salute — continua a seguire da vicino l'attività del consiglio e presiede la «Commissione casa».

Invitiamo i consiglieri di zona, come coloro che nel Consiglio di zona e nelle sue commissioni hanno lavorato o lavorano, e tutti i cittadini ad intervenire.

La Redazione

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A 12 anni dalla morte i figli e i parenti ricordano

Ernesto Boiocchi

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Ad un anno dalla morte la figlia Carla il genero Luigi Morandi ricordano

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Angelo Scaramuzza

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Sono deceduti lo scorso mese Federico Arioli di anni 72, Francesco Rii gnoni di anni 61, Scaramuzza di anni 19.

Ai familiari le condoglianze di Milano 12.

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A 16 anni dalla morte Antonio e Mariuccia Scova ricordano Anna Conca e Enrico Scova

Il Circolo culturale Cesare Pavese partecipa al lutto dei soci Pino e Gabriella Caridi duramente colpiti per la morte della madre.

La redazione di Milano 12 partecipa al lutto di Vittorio Lobrano per la morte del padre Salvatore.

Si associano al lutto la sezione «E. Gnudi» del Pci, la Cooperativa familiare Ortica il Circolo culturale Cesare Pavese.

Attilio Bellettati e Carlo Casarini, la redazione di Milano 12 partecipano al lutto di Gina e Angelo Invernizzi'per la scomparsa del loro amato Ezio.

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12 - pag. 3
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All'Innocenti va tutto bene?

Intervento di Gianni Zanotti del C.d.F. della Nuova Innocenti

Nelle ultime settimane De Tommaso è tornato agli onori della cronaca. Non c'è giornale che non abbia parlato dei progetti, veri o presunti, dell'industriale argentino, dei risultati economici positivi della Nuova Innocenti sotto la sua gestione, e soprattutto della quàsi certa acquisizione in tempi brevi della maggioranza del pacchetto azionario, ora in mano Gepi.

Dalla stampa viene fuori un'immagine di industriale d'assalto, spavaldo, aggressivo, che sa far funzionare le fabbriche senza badare troppo ai sindacati e che, insomma, conosce il fatto suo. È l'immagine che di sè ama diffondere De Tommaso. Ma va davvero tutto bene all'Innocenti? Cosa c'è di vero nelle notizie apparse ultimamente?

Possiamo solo dire che se certi organi di stampa si fossero presi la briga di ascoltare anche il parere del Consiglio di fabbrica e della Flm anziché farsi semplici portavoce delle sparate pubblicitarie di De Tommaso avrebbero avuto un quadro più equilibrato della situazione e avrebbero reso un migliore servizio alla obiettività dell'informazione.

La prima cosa che non si può accettare g questa pretesa di De Tommaso di porsi a paladino del capitalismo «puro», della completa libertà dell'imprenditore, quel voler avere mano libera nelle proprie iniziative sia sul piano dei rapporti politici, sia soprattutto nei rapporti col sindacato. È possibile, infatti, accettare una filosofia del genere proprio da parte di chi ha costruito la sua fortuna (all'Innocenti come alla Benelli, alla Guzzi, alla Maserati) attraverso l'intervento e il finanziamento dello Stato? Si è sempre sottolineato troppo poco questo aspetto; ma se non sorprende che De Tommaso non voglia parlare di controllo sul suo operato sorprende invece di più che anche in altri ambienti, giornalistici e economici, ci si limiti a vendere all'opinione pubblica ciò che a De Tommaso interessa.

In realtà la filosofia dell'imprenditore argentino non è affatto quella del liberismo, perchè gli industriali classici volevano sì massima libertà d'azione e autoritarismo, ma almeno rischiavano in proprio. La filosofia che invece sorregge De Tommaso è molto più comoda e spregiudicata: lo Stato acquista gli impianti produttivi, l'imprenditore gestisce e guai a chi mette becco sulle prospettive future o sui livelli occupazionali, l'imprenditore se le cose vanno bene intasca i profitti. È senza dubbio una ricetta fenomenale: nessun rischio e tutti i vantaggi.

Pare che su questa facile strada tanti altri spavaldi industriali, grandi e piccoli, si siano incamminati. Il bello (o il tragico) è che proprio costoro sono i primi a gridare che solo il liberismo salverà la nostra industria!

Queste sono alcune considerazioni preliminari che però andavano fatte prima di discutere più nel concreto della situazione dell'Innocenti, e anche per mettere la questione coi piedi per terra. Non è infatti per demagogia o massimalismo che vogliamo, come Consiglio di fabbrica, sapere di più e verificare nel merito le scelte che in questa fabbrica vengono operate.

E infatti siamo ben lontani dagli entusiasmi interessati che De Tommaso cerca di diffondere sulla condizione della Nuova Innocenti.

È certo vero che in questi anni l'azienda ha realizzato profitti e si è rilanciata sul mercato; e noi siamo i primi a riconoscere la positività, quando si realizzano, di gestioni economicamente corrette. Ma perchè questi risultati economici siano duraturi e diano certezze si richiedono alcune condizioni. La prima è che non ci si limiti ad imporre il massimo di sfruttamento possibile nei confronti dei lavoratori tentando, nel contempo, con tutti i mezzi di indebolire il sindacato in fabbrica. Questo invece è quanto avviene da ormai troppo tempo.

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pratica rapporti industriali. Su ogni aspetto della vita di fabbrica la linea è quella dello scontro. Si potrebbero citare fin troppi esempi di arroganza padronale. Basti dire che la Flm è stata costretta a citare l'azienda per attività antisindacale sulla base dell'articolo 28 dello statuto dei lavoratori. L'esempio più illuminante l'abbiamo poi avuto col caso dei 61 licenziati alla Fiat: ebbene di fronte a questo atto il primo industriale in Italia a congratularsi con Agnelli è stato proprio De Tommaso che si è compiaciuto ufficialmente con la Fiat.

Questo fatto la dice lunga su qua= l'è la logica che presiede ai rapporti sindacali all'Innocenti: si cerca cioè di sconfiggere pesantemente l'organizzazione sindacale. Questa arroganza appare poi ancora più incredibile se si pensa che ciò per cui i lavoratori dell'Innocenti si sono battuti in questi anni è stato per imporre a De Tommaso il rispetto degli accordi del marzo '76, accordi che devono ancora essere realizzati.

Non si può quindi sbandierare ottimismo sapendo che gli impegni assunti non sono ancora stati rispettati, che l'accordo prevedeva circa 4.000 posti di lavoro mentre ora vi sono 3.000 lavoratori, che di questi quasi un migliaio sono ancora in cassa integrazione a carico dello Stato, che i tempi di rientro per tutti non sono ancora certi. Come si vede non sono cose di poco conto su cui si possa sorvolare limitandosi a dire che il bilancio è in attivo e quindi l'azienda è sana.

I lavoratori della Innocenti non possono quindi sposare gli entusiasmi di De Tommaso e questo perchè si rendono conto che i problemi di questa fabbrica son ben complessi e che il futuro è ancora troppo pieno di interrogativi inquietanti. La prima domanda che ognuno si fa é fino a quando durerà la produzione

Commercio

delle Mini 90 e 120. È evidente che un modello di auto non dura in eterno, ma da questo punto di vista non risulta che l'azienda abbia dei programmi sostitutivi.

Manca infatti di un ufficio di ricerca e progettazione proprio mentre il mercato delle 1.000 di cilindrata viene ormai coperto da numerosi modelli; inoltre si sa che i motori che si montano all'Innocenti provengono dalla Leyland con un accordo commerciale di 40.000 motori all'anno: questo significa che anche per le forniture meccaniche si dipende dall'estero e da una fabbrica come la Leyland di cui tutti conosciamo la profonda crisi.

Gli accordi prevedevano una riconversione della fabbrica tale da consentire produzioni alternative all'auto: motociclette, un veicolo polivalente. Di questo non si sa ancora niente, mentre si è introdotta una nuova produzione (anche con investimenti non indifferenti) di vetture Maserati di grossa cilindrata, non prevista dagli accordi, e che in ogni caso non pare offrire grandi possibilità in termini di posti di lavoro. Alla richiesta sindacale di discutere nel merito di questa nupva produzione (riflessi nei confronti della Maserati di Modena, livelli d'occupazione, organizzazione produttiva, prospettive, ecc.) si è sempre trovata di fronte una chiusura.

Per quanto riguarda la produzione moto c'è da dire che se è vero che in fabbrica si sta lavorando per attrezzare i nuovi capannoni, tuttavia i ritardi sono pesantissimi e intanto centinaia di lavoratori sono ancora

I lavoratori di fronte al contratto

I lavoratori del settore Commercio della zona 12 sono in lotta per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto il 30 giugno 1979.

Dopo aver presentato alla Confcommercio la loro piattaforma rivendicativa i lavoratori sono scesi in sciopero martedì 23/10, per quattro ore.

Ma quali sono queste richieste rivendicative, a cui la Confcommercio ha già fatto sapere che non sono di suo gradimento.

Infatti il «conto» che in questa piattaforma i lavoratori presentano alla Confcommercio prevede non solo rivendicazioni normalmente definite «conservatrici» ma vuole incidere sulla trasformazione del settore attraverso le richieste sui diritti di informazione aziendali, si vuole sottoporre a controllo il mercato del lavoro e l'occupazione e ufficializzare l'economia sommersa, superando il lavoro nero e precario, garantendo la stabilità dell'occupazione e la formazione professionale degli addetti.

Da qui le richieste per la contrattazione della mobilità da posto di lavoro a posto di lavoro, e la necessità di avere un adeguato strumento di lavoro (cassa integrazione). Da qui la richiesta di contrattare preventivamente il part-time per affrontare il problema, non per delegarlo al padronato, per non dovere perdere, attraverso la legge o la regolamentazione, il controllo del fenomeno.

Gli altri punti qualificanti del contratto: riduzione del nastro orario, festività, legge sulla parità, apprendistato, ambiente di lavoro e tutela della salute, diritti sindacali, salario e riparametrazione delle categorie, malattie professionali e infortuni. In sostanza questa impostazione del contratto conferma che i lavoratori ed il sindacato intendono battersi per la trasformazione attraverso la programmazione, del settore, per conseguire i seguenti obiettivi di interesse generale: incidere positivamente sul processo di formazione dei prezzi e ridurre, anche attraverso la trasparenza e il controllo pubblico e sociale, i costi di circolazione. Definire più adeguati rapporti tra settori produttivi e settore distributivo.

Scritto questo si può capire perchè la Confcommercio fa sapere che il contratto non è.. a sua misura.

Attilio Bellettati

in attesa di rientrare. Se questa è la situazione appare evidente che certi ottimismi sono fuori luogo e servono solo a nascondere i problemi veri. Noi sappiamo bene che la Gepi ha come fine istituzionale quello di acquisire aziende in crisi, risanarle e poi cederle ai privati. Da questo punto di vista non è sorprendente che De Tommaso stia pensando di assumere il controllo della Innocenti: ciò risponde ai fini e ai requisiti che presiedono alla Gepi stessa. e cioè di essere un organismo necessariamente temporaneo.

Ciò che invece non è accettabile è che ad esprimere un giudizio sul risanamento della fabbrica sia chiamato il solo De Tommaso: il giudizio deve invece coinvolgere le parti sociali e in primo luogo il sindacato, ed esso non può prescindere dalla risoluzione di tutti quegli aspetti che da anni poniamo sul tappeto.

In primo luogo avvio delle nuove produzioni, garanzie sui livelli di occupazione, prospettive certe e non di corto respiro.

È proprio per questo insieme di problemi che la Flm ha chiesto un incontro in sede di Ministero dell'Industria De Tommaso non può pensare di aggirare le questioni che invece sono ancora tutte aperte e sostenere che all'Innocenti tutto va bene. Non è così.

Fino a quando non si risolverà tutto questo, finchè non si completerà la ristrutturazione prevista e non saranno rientrati tutti al lavoro la crisi dell'Innocenti non sarà superata. Gianni Zanotti

Notizie dalla F.M.C.

I lavoratori della Fmc hanno eletto il nuovo Consiglio di fabbrica composto da 19 delegati, che si è strutturato nelle seguenti commissioni: ambiente di lavoro, stampa e cultura, organizzazione del lavoro, consiglio di lega, e cassa. Queste commissioni devono periodicamente relazionare al C.d.F. sul lavoro svolto. L'esecutivo del C.d.F. è formato da sei delegati: Remo Bologna, Silvano Campioni, Silvia Cerasoli, Maurizio Ciminaghi, Egidio Curto, Giuseppe Osio.

Uno dei primi compiti del nuovo C.d.F. è l'attuazione pratica di un accordo stipulato tempo fa con la direzione aziendale, e che prevede, in cambio di alcuni sabati lavorativi, l'assunzione di giovani secondo i termini della legge 285 sull'occupazione giovanile. m.g.

Elenco aziende settore commerciale della zona 12:

Anker Club Italiano dei lettori

Neo% ontana

Olimpia

Rossini illuminazione

Esse Lunga Feltre

Unes Durazzo

Impiegano in tutto 320 lavoratori circa.

dalle fabbriche pag 4 - Milano 12

Tagliabue ultimo atto I 61 e la Fiat

Dunque è deciso. La fonderia Tagliabue di via Oslavia verrà messa all'asta dal giudice curatore del fallimento nel mese di dicembre. Dopo diversi contatti con persone che promettevano parecchi soldi, ma che non dimostravano di avere la credibilità sufficiente, si è concretizzata una soluzione che vede impegnata la confinante Mirea snc, una ditta di materie plastiche che impiega circa una trentina di dipendenti.

I termini dell'acquisto, come risulta da un documento a disposizione della Flm sono i seguenti:

La Mirea snc come garanzia per la sua presenza nel giorno dell'asta si impegna con una fideiussione presso la Cassa di risparmio Pp.L1. per 900 milioni di lire (ciò vuol dire che se non si presenta all'asta perde detta cifra).

Offre per tutto l'impianto (territorio, muri e macchinario) la

cifra di 2 miliardi 200 milioni, ma senza assumere nessun lavoratore della Tagliabue.

3) Ottiene in cambio dal curatore del fallimento un contratto di affitto dell'impianto della durata di 7 anni alla cifra di 30 milioni l'anno.

(Questo per scoraggiare altri eventuali acquirenti. Infatti se qualcuno offrisse una cifra superiore alla sua, acquisterebbe il tutto ma non potrebbe «sfrattare» la Mirea prima di sette anni).

I lavoratori rimasti in forza al 10/10/79, data della cessazione dell'attività erano 72 e per questi è stata chiesta la cassa integrazione speciale, che ha la durata di 24 mesi, durante i quali possono essere COiloc-,t in fibre nnità produttive.

Fino qui il resoconto dei fatti, ma noi ci chiediamo se è davvero la conclusione della vicenda. Senza voler fare il processo alle intenzioni di nessuno, non possiamo dimenti-

care quanti vedono in questa zona di La mbrate, l'ideale per un investimento edilizio. Il quartiere è già collegato con i mezzi Atm, ha la metropolitana abbastanza vicina, la tangenziale est a due passi; ma il grosso difetto di essere piena di fabbriche e anni fa, come si ricorrerà, si tentò di chiudere la più grossa di queste, l'Innocenti, senza però riuscirvi. Altri guai hanno passato la Faema, la Bombelli e diverse altre fabbriche della zona, ora salta un anello di questa catena: la Tagliabue.

Giacinto Pannella detto Marco, artefice di questa situazione, se ne va per i più bei salotti parigini e di Francia a tenere conferenze e dibattiti sciaquandosi la bocca con lo champagne.

Se si pensa che a Torino il Pci ha perso il 7% rispetto al '76, si può ben immaginare con che facilità queste cose possono avvenire. Si è inoltre evidenziato come azioni terroristiche, quali attentati e ferimenti compiuti da brigatisti rossi, servono, e anche questa ne è una prova, a dare spazio a manovre reazionarie.

Anche se i lavoratori di questa fabbrica sono riusciti a limitare i danni personali, grazie all'esercizio provvisorio, non possiamo negare che il fatto più grave rimane: l'aver perso una unità produttiva di primaria importanza. Speriamo ora che qualunque cosa accada, questo fatto non apra la strada ad altri ancora più gravi, con l'ampliamento zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA di una speculazione edilizia.

Il giudice condanna la «Dropsa»

Lo scontro tra padronato e classe lavoratrice-sindacato, è tornato a farsi molto durò. In questi giorni, tutti stiamo discutendo sull'iniziativa della Fiat scesa in campo in prima persona con una iniziativa giuridicamente discutibile e col malcelato scopo di confondere le idee su terrorismo e lotte operaie.

Non ci deve sorprendere! Infatti, anche nella nostra zona abbiamo spesso assistito a sortite padronali tipo «anni '50», come ultimamente alla Dropsa di via Massimiano.

Questi i fatti. Dopo tre anni di cassa integrazione ordinaria (dal '75 al '78), la Direzione aziendale chiede l'intervento della speciale, giustificandola con la necessità di un piano di ristrutturazione interna. Vengono così inviati diciotto lavoratori ai corsi di riqualificazione professionale, ma la scelta delle persone fa pensare che gli obiettivi della Direzione siano altri. Infatti, a corsi esclusivamente tecnici e che trattano

temi strettamente inerenti alla produzione, vengono inviati anche quattro impiegati di 5° livello (tra cui una segretaria d'azienda con ventuno anni di anzianità, e un'impiegata amministrativa), e diversi lavoratori prossimi all'età pensionabile. Alla fine del corso solo otto lavoratori hanno incarichi di lavoro che tengano conto della riqualificazione avuta, altri sei tornano alle mansioni originali, e i quattro impiegati vengono messi in officina con mansioni di livello decisamente inferiore. La Direzione giustifica tale decisione col fatto che i loro posti originali non esistono più, ma non è vero poichè questi posti sono stati coperti da altri lavoratori a loro volta rimpiazzati da nuovi assunti (nove diplomati assunti dal settembre '78 al settembre '79). A questo punto scatta la denuncia dei quattro impiegati nei confronti della ditta. Il giorno 8/11/1979 il giudice condanna la Dropsa, reintegro

dei quattro lavoratori nei loro ruoli ad incarichi equivalenti. Vittoria dunque e in attesa della esatta motivazione della sentenza, è comprensibile la soddisfazione degli interessati, del C.d.F. e di tutti i lavoratori ai quali ci associamo.

Ma personalmente l'amarezza (o la rabbia?) per la vicenda successa, supera il compiacimento per la conclusione positiva e nasce nel constatare una volta di più che per molti ancora è una cosa naturale offendere l'uomo nella sua dignità di lavoratore tanto, perdio: «il padrone sono mè!».

Ennesimo gesto di arroganza padronale dunque, che è chiaramente indicativo di come si tenti di stravolgere (o di interpretare a proprio comodo), accordi come la mobilità, la riqualificazione professionale, la classificazione del personale; e purtoppo è da trent'anni che gente così ci governa.

Si stanno svolgendo in queste settimane in tutti i posti di lavoro una serie di assemblee indette dal sindacato per discutere coi lavoratori il delicato momento che tutti si sta attraversando. Infatti siamo di fronte al riacutizzarsi dei rapporti tra lavoratori, padronato e governo. Infatti, anche se si sono firmati quest'estate importanti vertenze contrattuali di categoria, vi sono ancora oggi altre categorie che stanno scioperando per definire le loro vertenze (commercio, autoferrotramvieri, ecc.), c'è un serrato confronto con il governo per quanto riguarda importanti questioni quali: —, la politica economica (fisco, prezzi, tariffe pubbliche ecc.); risanamento di settori in crisi; programmi di ristrutturazione di alcuni gruppi industriali.

Ma proprio nel momento in cui si sta intensificando la lotta sindacale ecco che Agnelli e la Direzione della Fiat decidono di licenziare 61 lavoratori e di bloccare le assunzioni a Torino sino a che non verrà modificato il sistema di collocamento. Alla Olivetti la Direzione conferma l'intenzione di licenziare 4500 lavoratori, 1500 subito e 3000 più avanti, e si rifiuta di discutere col sindacato qualsiasi proposta di risoluzione e quindi di non rendere conto delle sue scelte nonostante avesse chiesto fondi pubblici per realizzare i suoi piani.

Certo una parte della «gente» ha accolto con gioia queste decisioni, ma non è certo di questa «gente» che si rifiuta addirittura di accettare un minimo di discussione su questi avvenimenti, che il movimento operaio ha bisogno come alleato.

Ma veniamo alla fabbrica; le domande, gli interrogativi saltano fuori a raffica ed anch'io alcune volte mi sono trovato indeciso a rispondere e a mia volta a porre delle domande nelle discussioni fatte sia nei reparti in fabbrica che con persone fuori da essa. Ma a lungo andare le cose emergono a galla e quindi vengono individuate le cause, gli obiettivi, e i ritardi su alcune questioni, ecc.

Si è subito evidenziato che queste decisioni prese dalla Fiat e dall'Olivetti sono state possibili in quanto avvenute in un momento in cui nel paese esiste di fatto un vuoto di governo meglio un governo che è in grado di decidere quando si tratta di aumentare benzina, gasolio, prezzi, tariffe pubbliche ecc. ma che poi diventa fantasma innanzi a questi avvenimenti tanto è vero che ha suscitato tanto clamore come si è risolta la questione dei controllori del traffico aereo. Questa è una conseguenza dei risultati del 3 giugno '79 dove si è visto il Pci retrocedere di 4 punti in percentuale rispetto al '76. E qui, mentre lavoratori operai vengono gettati sul lastrico come dei pezzenti e altri stanno lottando affinchè questo non avvenga a costo di grossi sacrifici, il caro

L'obiettivo della Fiat ci è apparso a tutti abbastanza evidente: quello di mettere in difficoltà il movimento sindacale ed operaio nel suo complesso per infliggergli un duro colpo e quindi porsi di fronte all'opinione pubblica, con il paravento di combattere il terrorismo in fabbrica, come esempio di inizio di una nuova «fase» nei rapporti sociali in Italia.

Infatti su questo esempio si è accodata non solo la Olivetti, ma anche l'Alfa Romeo e l'Ercole Marelli. Alla Fiat, in particolare modo, si sta tentando con questa azione, di impedire che il sindacato impegni la Direzione a discutere su quelle scelte fondamentali che riguardano non solo l'aspetto salariale ma anche l'aspetto produttivo e cioè come produrre, che cosa e dove. È questo in definitiva che alla Fiat da fastidio e di cui si vuole liberare. Infatti non è col licenziamento di 61 operai che si risolve il problema del terrorismo, anzi, così si corre il rischio di allargare il consenso alle azioni violente.

Le incertezze nascono invece quando ci si comincia a chiedere chi sono i 61 licenziati. Questa domanda viene posta un po' da tutti ed è quella che più mette in difficoltà. Ma aldilà delle individualità dei licenziati bisogna far notare come il Pci si sia sempre pronunciato con molta chiarezza sul problema del terrorismo e Guido Rossa ne è un esempio indimenticabile. Piuttosto bisogna chiedersi come mai la Fiat ha sempre ostacolato qualsiasi iniziativa tendente a far diventare la lotta contro il terrorismo una lotta di massa all'interno della fabbrica. Bisogna anche sottolineare come alcuni esponenti sindacali hanno la responsabilità di non aver favorito che questo avvenisse e quindi permettendo di conseguenza l'evolversi di una situazione confusa nei confronti del terrorismo. Prima o poi, come dimostrano i fatti, gli errori si pagano.

Infine bisogna chiedersi, anche in modo provocatorio, se la Fiat non avesse assunto intenzionalmente in questi ultimi anni, elementi che gli sarebbero appunto serviti per raggiungere i suoi scopi.

Tutti questi avvenimenti comunque ci pongono un momento di riflessione e testimoniano anche loro come la strada per arrivare al socialismo in Italia sia molto ma molto difficile.

VIA A. AIVIADE.0, 85 - TEL. 74.77.13 PIZZERIA Ortiga DI GIULIANO MINETTO Milano 12 - pag. 5
F. Fontana

Droga: capire per combattere i portatori di morte

Un aumento drammatico dei morti per eroina ha richiamato in queste settimane l'attenzione di partiti, associazioni, giornali, cittadini sul «problema droga». Nella nostra zona forse è meno grave che in altre, eppure qualche mese fa un giovane è morto per «overdose» in piazza Udine, ci sono state in questi anni denunce al Consiglio di zona da parte di cittadini preoccupati per la presenza di spacciatori al parco Lambro e altrove. Anche Milanododici ha deciso di occuparsi della questione, con una convinzione che ci è propria: che tutti i problemi, quelli vecchi cui siamo abituati come quelli nuovi, debbanó essere affrontati seriamente, rinunciando ai giudizi semplicistici e istintivi, con cognizione di causa e con l'ansia di capire.

Non ci sembra il modo giusto di affrontare la questione quello di chi a cuor leggero propone la libera diffusione delle droghe, nè quello di chi confonde lo «spinello» con lo spaccio di eroina. Non ci sembra il modo giusto quello di un ministro, Altissimo, la cui proposta di legalizzazione dell'eroina non ha dietro un'indagine precisa su quei paesi, come l'Inghilterra, che già l'hanno effettuata, nè un inizio di sperimentazione in tal senso in Italia. Ai nostri lettori proponiamo un altro metodo.,

Primo: informarsi, conoscere, fare affermazioni fondate sulla realtà non sull'ideologia. Per questo proponiamo una scheda informativa: cos'è una droga, quali sono le sostanze cui si dà il nome di droga, quali i loro effetti, quale la loro pericolosità. E ancora: cosa significano parole come tossicodipendenza, overdose, «spinello».

Secondo: discutere senza l'arroganza di chi è sicuro di aver ragione ma con la volontà di capire perchè altri la pensano in modo diverso. Vorremmo ospitare anche sulle nostre colonne questa discussione, invitiamo le nostre lettrici e i nostri lettori ad intervenire. Noi stessi interverremo confrontando pubblicamente opinioni che su alcuni aspetti differiscono. La Redazione

GLI ARRETRATI potete chiederli direttamente a:

Attilio Bellettati telefonando al n. 728891. Costano sempre lire 300.

Milano dodici

Redazione e amministrazione

presso Circolo C. Pavese

via S. Faustino 5

Milano - Ortica

Direttore:

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Numero unico in attesa di autorizzazione

Stampa: Cenb-Cassago

Tel. 039/956437

Eroina, marjuana, alcool

conosciuto e più usato è l' Lsd, derivato dalla segale cornuta.

La dipendenza dagli allucinogeni è una dipendenza psicologica. Il soggetto cerca di trovare lo stato piacevole nel quale l' Lsd lo immerge, il che significa che non occorre aumentare la dose per ottenere tale effetto e che si può sospendere l'uso dell'Lsd senza che si provochino disturbi fisici.

Superdosaggio e prodotti associati possono provocare, però, su soggetti più o meno fragili. turbe mentali irreversibili. Altri danni possono derivare da quello che i drogati chiamano «cattivo viaggio». Questo significa che il soggetto reagisce male all'assunzione dell'Lsd e cade in uno stato di angoscia che può condurlo ad attentare alla sua vita o ad attribuire a coloro che lo circondano sentimenti aggressivi, contro i quali potrà reagire in modo violento.

I barbiturici

La definizione di droga non è univoca. Una di quelle che ci sembrano più complete ed adeguate è: droga è ogni sostanza (di origine naturale o sintetica) che, introdotta nel nostro corpo, determina modificazioni psichiche tali da suscitare in taluni di noi (non necessariamente in tutti) un impellente desiderio di ripeterne a più riprese l'assunzione. Questo desiderio viene detto «dipendenza psichica».

Da questa definizione deriva che:

i) la droga è, per così dire, un fatto individuale. Nessuna sostanza è, in senso assoluto, una droga. Essa diventa tale solo se l'individuo che l'assume continua a sentirne il bisogno. Anche l'eroina schiavizza il solo 30% (percentuale comunque terrificante) di chi l'ha assaggiata solo una volta. chi assaggia o consuma una droga, ma ne controlla la quantità, non è un «drogato» o un «tossicomane»; «tossicomane» è chi incentiva la propria vita nella ricerca ossessiva della droga e trascura ogni altra attività; per taluni individui possono diventare droghe anche farmaci come i barbiturici o sostanze come l'alcool o il tabacco.

Gli oppiacei: oppio, morfina, eroina

L'oppio è il lattice della capsula del papavero (papaver somniferum). Si fuma. Il suo uso è tipico dei paesi asiatici.

La morfina è un alcaloide estratto dall'oppio. Si inietta. Era molto usata in passato in medicina, come anestetico ed analgesico.

L'eroina è un derivato semisintetico della morfina: si presenta sotto forma di polvere bianca facilmente solubile in acqua; può essere iniettata, annusata o fumata. Non ha uso in campo medico. Tutti gli oppiacei presentano approssimativamente gli stessi danni che sono: la tolleranza. Essa si stabilisce fin dalle prime iniezioni; il soggetto è subito portato ad aumentare le dosi per ottenere degli effetti costanti; la dipendenza. L'aspetto drammatico dell'eroinomania risiede nel rapido instaurarsi di una grave dipendenza fisica e psichica. L'eroinomane è spinto irresistibilmente a prendere la «sua droga» e ricorre a tutti i mezzi per procurarsela; il superdosaggio. Consiste nell'assunzione di una quantità di droga intollerabile per l'organismo, per cui può subentrare il coma e la morte dovuti principalmente a: inesperienza del soggetto che si inietta una dose troppo forte; quantità variabile del prodotto venduto dai trafficanti che inoltre, spesso, mescolano l'eroina ad altri prodotti. In teoria l'eroina pura non ha azione tossica ed è pertanto il «taglio», nonchè le condizioni ambientali nelle quali si sviluppa la dipendenza che provocano il decadimento fisico e psichico. Inoltre al momento delle iniezioni, le condizioni asettiche non sono mai rispettate, donde i rischi di infezione (epatite eflebite). Durante la gravidanza gli oppiacei passano attraverso la placenta della madre al feto che ne può diventare dipendente.

Coca e cocaina

La coca è un arbusto che cresce negli altipiani andini. Le sue foglie contengono un principio attivo (cocaiona) ad azione stimolante per cui la pratica antica ed altamente nociva di masticarle (cocaismo) è tuttora diffuso tra quelle popolazioni al fine di affrontare le difficoltà ambientali (altitudine e clima), la carenza di cibo, bevande e la ,fatica.

La cocaina è una polvere bianca estratta dalla foglia di coca. Può essere fiutata o iniettata. Attualmente il suo impiego terapeutico per anestesie locali è quasi nullo. La cocaina è uno stimolante naturale più potente del sistema centrale: abolisce la sensazione di fame e di sete, provoca dilatazione delle pupille ed una accelerazione del ritmo cardiaco e respiratorio. Il danno principale deriva dal fatto che la cocaina produce uno stato di dipendenza psichica grave. Il soggetto diviene asociale e diminuiscono le sue capacità psichiche .fino alla comparsa di gravi disturbi nervosi con ansia, allucinazioni e deliri.

Il cannabis

È una pianta i cui principi attivi si trovano soprattutto nelle infiorescenze della pianta femminile e nelle foglie sia della pianta maschile che in quella femminile.

Si usa come:

haschish: resina del fiore femmina olio di haschish: estratto concentrato della resina marijuana: trinciato di fiori e foglie della pianta essicata.

Il cannabis viene fumato, è il cosidetto «spinello».

Usato a scopo terapeutico in estremo oriente ha nella medicina occidentale solo applicazioni sperimentali come antiematico e per trattamento del glaucoma. L'uso del cannabis non sembra provocare, nella maggior parte dei casi. una modificazione fisica o psichica durevole. Come è stato detto prima, essa è infatti in funzione della personalità del soggetto. E stato però dimostrato che il fumatore di marijuana e haschish ha i riflessi rallentati e pertanto corre il rischio di subire e provocare incidenti automobilistici.

Gli allucinogeni

Mescalina e Lsd

La mescalina (estratto dal peyotl, cactus dell'America centrale) e la psilocibina (estratto da un fungo messicano), vengono usate tradizionalmente dagli indios in occasione di cerimonie religiose. Tra gli allucinogeni sintetici il più

I barbiturici sono prodotti di sintesi chimica ad azione sedativa, fondamentalmente ipnotica, del sistema nervoso centrale. Si è rilevato che il consumo di tali prodotti è aumentato considerevolmente, a partire dagli anni '50 da parte di persone di tutte le età; questo può essere spiegato dalle condizioni di stress, causate dalla tecnologia moderna, di cui tutti siamo vittime.

I barbiturici, come tutti i sedativi ipnotici. sono molto usati in medicina; il danno grave nasce da un loro uso sregolato ed eccessivo. Il loro uso frequente e protratto per lungo tempo, senza controllo medico, conduce dipendenza fisica e psichica.

Le amfetamine

Sono eccitanti stimolanti del sistema nervoso centrale. Esse permettono di prolungare lo stato di veglia e sopprimono la sensazione di fatica e di fame. Sono prescritte in medicina in alcuni casi particolari. L'abuso di amfetamine provoca tolleranza che porta i consumatori ad assumere dosi sempre più forti, .fino ad una vera e propria dipendenza fisica. L'uso ripetuto di amfetamineprovoca inevitabilmente un esaurimento fisico che rischia di essere irreversibile.

L'alcool

L'abuso dell'alcool provoca fenomeni di dipendenza (impossibilità di farne a meno) e di tolleranza con tendenza ad aumentare le dosi. Gli effetti sono ben noti. Sebbene tollerato dalla opinione pubblica inserito nei nostri costumi, mentre la tossicomania colpisce parte non grande della popolazione, l'etelismo è un flagello sociale largamente diffuso e non meno temibile.

Sebbene la lotta contro l'etelismo sia organizzata ed abbia dato luogo ad una abbondante letteratura, i suoi risultati sono purtroppo assai limitati. Questa lotta urta in effetti non solo contro mentalità ed usanze antiche, ma anche contro potenti interessi. Esiste uno stretto parallelismo fra aumento dei consumi alcolici e mortalità per cirrosi epatica.

Il tabacco

Contrariamente alle altre droghe, non è responsabile di comportamenti anti-sociali e paracriminali. Gli specialisti hanno posto in evidenza le qualità particolarmente cancerogene della sigaretta. L'abolizione o riduzione del consumo delle sigarette arresterebbe l'epidemia di tumori del polmone. Il fumo inoltre, rappresenta un fattore scatenante nei confronti dell'infarto del miocardio.

Gli effetti

Le droghe, per quanto riguarda gli effetti, possono raggrupparsi in tre grandi gruppi: «giù» - «su» e «del viaggio».

Le droghe «giù» che sono tipicamente rappresentate dagli oppiacei ,(oppio, morfina eroina), attenuano sia gli stimoli esterni che gli sgradevoli stimoli interni, quali dolore, angosce, paure, la stessa urgenza del sesso. Esse assicurano, dunque un «piacere negativo».

Il risultato è che il soggetto cade in uno stato di beatitudine sonnolenta che è però preceduta. nel caso dell'eroina endovena, da una fase assai breve di intensissima euforia, paragonata spesso a quella dell'orgasmo sessuale e chiamata in gergo «flash» o «sballo».

Alle droghe «giù» appartengono anche i barbiturici e gli ipno-sedativi in genere, che assicurano il sonno e favoriscono una forte sedazione diurna, pur senza togliere il dolore. Taluno vorrebbe includere tra le droghe «giù» anche gli antinevralgici e gli ansiolitici che, in effetti, tendono ad essere abusati.

Tra le droghe «su» vanno collocate cocaina e amfetamine: tali sostanze assicurano, infatti, un'altissima eccitazione, che si traduce nella tendenza del soggetto a muoversi e a parlare ininterrottamente trascurando fame e sonno. In quanto attenuano il senso della fatica sono alla base del «doping» sportivo, con efficacia peraltro assai dubbia.

Le droghe del« viaggio» tipicamente rappresentate dalasd, sono così chiamate perchè tendono a far cadere il soggetto in una realtà magica, che viene per l'appunto vissuta come un «trip» o «viaggio», nel mondo inesplorato della psiche. in realtà chi prende la Lsd è come bombardato da unflusso di sensazioni che gli appaiono inedite e per la loro straordinaria intensità e per la loro estrema frequenza e mutevolezza e per la loro deformazione. Anche se tatto e udito non sono risparmiati, è l'organo della vista il più interessato: i colori appaiono di una straordinaria vivacità, i contorni delle figure tendono a diventare curvilinei, le immagini planari assumono carattere di tridimensionalità e lo stesso corpo appare sfigurato. Anche in assenza di ogni stimolo esterno passano davanti agli occhi immagini policrome che possono financo organizzarsi in disegni di geometrica eleganza; persino i suoni possono tradursi in immagini colorate (sinestesia).

Per tutto questo a tali droghe viene anche dato il nome di «allucinogene», con evidente, ma improprio riferimento alle allucinazioni presenti nello stato di pazzia. Queste sostanze finiscono con l'alterare i processi mnemonici, o col far perdere il senso del tempo e, infine, il senso della propria identità.

La marijuana è difficilmente classificabile, perchè i suoi effetti sono complessi. Inizialmente procura una beatitudine rilassata, spesso punteggiata da scoppi di ilarità incontrollata, cui segue un acuirsi di tutte le sensazioni pari a quello di un «viaggio» in miniatura.

L'inalazione del solvente procura una specie di ubriachezza improvvisa intervallata da distorsioni percettive tipo «viaggio».

L'alcool per i suoi molteplici effetti di esaltazione, depressione e dispercezione, appare difficilmente classificabile, anche se in genere lo si definisce sbrigativamente un inebriante.

Pagina a cura di Carlo Casarini e Tonino

pag. 6 - Milano 12 discutiamo

Contro la violenza alle donne

Proposta di legge contro la violenza carnale presentata in Parlamento dai Movimenti femminili

Si è aperta da pochi giorni in tutta Italia la campagna per la raccolta delle firme sulla legge di iniziativa popolare contro la violenza carnale, proposta dal Movimento di liberazione della donna, dai settimanali, «Effe» e «Noi donne» e, da l'Unione donne italiane (Udì). I punti più importanti di questa proposta di legge sono i seguenti:

Articolo l: La violenza sessuale è un delitto contro la persona.

Articolo 2: È ammessa la costituzione di parte civile delle associazioni aventi come scopo la liberazione ella repressione sessuale e la difesa dei diritti delle donne.

Milano: sinistre unite contro la diffusione della droga

«Crediamo che i giovani possano diventare soggetto di un processo di trasformazione e di liberazione: non si tratta di richiamare i giovani al solo impegno politico, ma di comprendere che in mille forme, nella ricerca di nuovi momenti di aggregazione e di vita collettiva, di crescita culturale, di ricerca di nuovi rapporti è possibile soddisfare esigenze di soggettività, di conoscenza e di piacere. Proprio perchè crediamo in tutto questo, il Comitato contro le tossicomanie, la Fgci, la Fgsi, il Pdup, il Mls, Dp, i Caf, hanno costituito un coordinamento milanese il cui obiettivo è una radicale lotta contro la droga».

Così, gli obiettivi di prevenzione, di lotta al mercato nero, di reinserimento nel mondo del lavoro dei tossicodipendenti, di legalizzazione dell'eroina, di modificazione della legge 685 per la non punibilità dei reati minori connessi alla necessità di procurarsi droga, vangano motivati da un discorso politico e culturale che ha alcuni caposaldi precisi. Prima di tutto l'affermazione che la droga non è libertà (e questo anche in polemica esplicita con i radicali e la loro propaganda della cannabis), quindi, l'indicare nella scelta individuale (dettata dalla rinuncia e dalla disillusione) è nelle condizioni di vita nei quartieri, nella emarginazione del lavoro produttivo, nell'impoverimento della vita individuale e collettiva, le motivazioni

dell'espandersi del consumo di eroina. È la denuncia della «crisi e le classi dominanti del sistema capitalistico, nella sua capacità di produzione della ricchezza e del benessere, come progetto di organizzazione della società».

Il coordinamento si mette ora a lavorare «inventando» una campagna di massa sulla droga. La prima, importante scadenza, sarà il concerto (ingresso 2.000 lire) che si terrà questa sera alle 20 al Palalido. Si chiama »5 voci contro l'eroina»: sono le voci dei cantanti Venegoni e Co., Giangilberto Monti, Enrico Nascimbeni e Donatella Bardi, Roberto Ciatti. Il pubblico — al quale verrà distribuita una copia del documento . — dovrebbe essere uno spaccato della realtà giovanile, comprendendo anche una fetta di ragazzi consumatori o potenziali consumatori di eroina. Poi, nella prossima settimana, in una scuola «rischio» dove il consumo d'eroina è notoriamente alto, si svolgerà la prima di una serie di assemblee scolastiche sulla droga.

L'obiettivo — dice il documento — è «creare comitati di lotta nelle scuole, nei quartieri, nelle fabbriche».

È stata presentata alla stampa lunedì 22 ottobre la costituzione di questo organismo unitario delle sinistre nato dall'urgenza di combattere la crescita drammatica del consumo e delle morti per eroina.

Articolo 4: ll Procuratore della Repubblica procede con giudizio direttissimo, sempre che non siano necessarie speciali indagini.

Articolo 5: Indirizzo delle indagini, »non sono ammesse nel corso di tutto il procedimento per i reati/indagini inerenti alla tecnica fisiologica degli atti di violenza sessuale subita dalla vittima. Le indagini devono bensì avere come scopo l'accertamento della mancanza di consenso, che non può fondarsi sulla passata vita sessuale della vittima.

Articolo 6: Procedura d'ufficio

Ascoltate TRM 2

TELE RADIO MILANO DUE

canale 42/22

Nozze d'oro

In occasione delle loro nozze d'oro Olga e Virgilio Bellettati sottoscrivono per Milanododici lire diecimila. Milano novembre 1979

nei confronti degli indiziati.

Articolo 8: Chiunque con violenza, minaccia o inganno o valendosi della propria autorità, ovvero approfittando di una incapacità di intendere o volere al momento del fatto, costringe o induce taluno, ivo compreso il coniuge, a subire o assistere ad atti di natura sessuale è punito con la reclusione da due a 10 anni.

Articolo 9: Violenza compiuta da due o più persone, il reato è punito con la reclusione da 5 a 10 anni.

I criteri che hanno ispirato questo progetto di legge sono il frutto di un lungo lavoro che molte donne hanno intrapreso promuovendo dibattiti sul tema, ma, soprattutto, sono il frutto di una esperienza fatta con una presenza costante nei Tribunali in occasione dei tragici fatti di violenza carnale di questi ultimi tempi. Questo progetto è l'unificazione di due reati: quello di violenza carnale e quello di atti di libidine violenta in un unico reato denominato «I crimini perpetrati attraverso la violenza fisica contro la persona». La considerazione di fondo è che tutte le violenze sessuali esercitate nei riguardi della donna, sia se realizzate con congiunzione carnale sia in sua assenza, debbono essere considerate violenza contro la libertà sessuale della donna stessa. La seconda importante considerazione è riguardo al criterio secondo cui il soggetto colpito dal reato compiuto non sia la morale pubblica, come è espresso nelle norme del tuttora in vigore, codice di procedura penale, bensì la donna come

soggetto di diritto. La donna viene dunque riconosciuta come vittima di un reato contro la sua volontà. La costituzione di parte civile per il movimento delle donne, prevista dall'art. 2, è il modo concreto attraverso il quale si realizza una partecipazione diretta alla gestione della giustizia. Questa partecipazione si rende possibile, anche con la prevista pubblicità dovuta alle udienze pubbliche. La procedibilità d'ufficio (art. 6) è la sanzione della gravità del reato di violenza sessuale e vuole evitare possibili intimidazioni nei confronti della donna violentata.

Alcuni dubbi permangono, invece per quanto è previsto circa il giudizio per direttissima che non può essere ritenuto espressione di democrazia, e che nella riforma del codice di procedura penale dovrebbe definitivamente essere abolito. È indubbia l'importanza e la portata di questa iniziativa che vede, per la prima volta, le donne mettersi a diretto confronto con le istituzioni su un problema di vasta portata e dai risvolti, spesso, molto drammatici. Per questo riteniamo che l'aver scelto lo strumento della legge di iniziativa popolare debba servire ad intraprendere nel nostro paese un dibattito costruttivo tra tutte le forze democratiche. Questa proposta scardina e capovolge in modo determinante i termini di una cultura secolare ancora fortemente radicata in cui alla donna viene disconosciuta la sua volontà e la sua autodeterminazione.

1,7 62 211 Casi di morte per droga dal 197:1 al 1979 197:1 1971 1977 1971 1977 19711 1979
Leningrado I o I ILZ t i I / II/, Odessa V ------------ ----------- Milano istanbu Catania data scalo arr. part. 18 Gennaio GENOVA Venerdì 19 Sabato ;;77-: 20 Domenica CATANIA 08.00 24.00 23.00 parliamone Milano 12 - pag. 7
GRECIA TURCHIA UNIONE SOVIETICA AL 26 NAIO CROCIERA con la MN Shota Rustaveli (escursioni facoltative) annum E' COOPERAZIONE 08.00 19.00 23 Mercoledì ISTANBUL 20.00 24 Giovedì ISTANBUL 20.00 25 Venerdì ODESSA 19.00 — 26 Sabato ODESSA-MILANO IN AEREO 21 Lunedì 22 Martedì PIREO Quote individuali di partecipazione da L. 351.000 - sconti per pensionati Informazioni: ANTONIO SUSANNA presso il Sindacato Pensionati - via S. Faustino 5, tel. 710744

Gara di appalto per la scuola di via Cima

Sui giornali è comparso il 25 ottobre, ad opera del Comune di Milano, un avviso di gara a licitazione privata.

«Questa Amministrazione comunale indirà distinte gare a licitazione privata, con il metodo di cui all'art. I lettera a) della legge 2 febbraio 1973 n. 14, per l'aggiudicazione delle seguenti opere:...».

Al punto B6 troviamo: «Riordino generale dell'edificio scolastico di via Cima, sede di scuola materna ed elementare. Opere da imprenditore edile e affini.

Importo presunto L. 679.950.000».

Il lupo, la capra, il cavolo, com'è andata a finire?

Qualche nostro lettore ha sicuramente letto sul numero di ottobre la nostra intervista all'ingegner Rizzo a proposito di una sperimentazione condotta in un corso di elettronica al VII Itis e ora forse si domanda: com'è andata a finire?

Intanto: come ha risolto il contadino il suo problema? Ha caricato sulla barca la capra, l'ha trasbordata sull'altra sponda e l'ha scaricata. È tornato sulla prima sponda e lta caricato il lupo, lo ha scaricato sulla seconda sponda reimbarcandola capra che ha riportato sulla prima sponda. Qui ha caricato il cavolo per portarlo sulla sponda su cui aveva lasciali:, il lupo. Infine è tornato indietro, ha imbarcato nuovamente la capra, ha riattraversato il fiume e ha ripreso il cammino.

Ma forse i nostri lettori si pongono anche un'altra domanda: quell'esperimento va avanti? Dobbiamo purtroppo deluderli: non va avanti, perlomeno non al VII dove il professo!' Rizzo non è stato riassunto.

E a questo punto siamo noi ad avere una domanda da porre: la gestione del VII Itis è tale da permettere una trasformazione positiva

della scuola, attualmente in situazione di crisi, o da impedirla? La risposta, forse, è contenuta in una notizia che abbiamo letto sui giornali e che riportiamo.

Reati del Preside del VII Itis?

Leggiamo su L'Unità del 20 ottobre di una conferenza stampa del sindacato della scuola Cisl; «I sindacalisti hanno ricordato le denunce, su alcune irregolarità nella nomina dei docenti, fatte dalla Cisl alcuni mesi fa. Ora, a quanto pare, le autorità giudiziarie cui il sindacato aveva fatto ricorso, hanno approfondito le indagini e sarebbero giunte ad accertare alcune responsabilità. Il legale della Cisl scuola ha confermato che nei confronti di otto Presidi sarebbe stato ipotizzato il reato di omissione di atti di ufficio e di interruzione nel funzionamento di pubblica utilità». L'articolo riporta i nomi di questi Presidi, fra questi quello del professor Sergio Finzi, e prosegue: «Questi docenti non avrebbero rispettato le procedure di regola all'atto di nominare i supplenti».

p.f.r.

Notizie grosse

Giovedì 18 ottobre, dopo una serie di roventi assemblee, sessantotto genitori della scuola media di via Pini Bertolazzi a Lambrate hanno sporto denuncia contro il Provveditore agli studi di Milano, dottor Vincenzo Tortoreto. L'accusa è di omissione di atti d'ufficio per la situazione della scuola caratterizzata dalla mancanza di insegnanti e da ritardi nelle nomine dei supplenti. Nella denuncia i genitori parlano di «cronica incapacità e mancanza di volontà degli organi competenti di garantire con regolarità il funzionamento di questo servizio pubblico essenziale che è la scuola». Stando alla denuncia il Provveditore non avrebbe ancora neppure defi-

nito gli organici della scuola. Responsabilità vengono ravvisate anche a carico del ministro della Pubblica istruzione «per il ritardo con cui ha emanato l'ordinamento annuale che regola le procedure per la dislocazione del personale insegnante e per l'inelfzia nell'affrontare le responsabilità di gestione del Provveditorato di Milano». Per (gusto motivo nella denuncia si richiede che il magistrato proceda, «se ne ravviserà gli estremi», anche nei confronti del ministro della Pubblica istruzione, on. Aldo Valitutti.

La causa è stata assegnata al magistrato dottor Capecelatro della Pretura di Milano.

On. Consiglio, nel programma di ristrutturazione e di risanamento di vecchi edifici scolastici cittadini da deliberare entro il corrente anno è incluso il riordino generale di quello di via Cima, sede di scuole materna ed elementare.

Lo stabile di cui trattasi presenta, infatti, evidenti segni di deterioramento, dovuti all'usura del tempo, che compromettono la sua buona conservazione e il decoro delle scuole che vi sono ospitate.

Per tale motivo l'Ufficio tecnico municipale che ha redatto il progetto, allegato a formare parte integrante della presente deliberazione, che prevede, in particolare, l'esecuzione dei seguenti principali interventi: la bonifica della palestra mediante la formazione di una intercapedine perimetrale, coperta da griglie metalliche, con parti impermeabilizzate; il risanamento del cantinato, mediante l'abbassamento del pavimento; il rifacimento della rete di fognatura interna e la verifica di quella esterna; il riordino compieto del tetto a falde; la sostituzione delle mensole in legno; la formazione di un assito praticabile sull'attuale orditura principale; la stesura di carton-feltro bituminoso; la posa di un manto di copertura in lastre di Eternit; il rifacimento della copertura del corpo palestra, previa demolizione dei timpani perimetrali; la formazione di pendenze per copertura a falde; la sostituzione di canali e di pluviali; il riordino delle facciate, previa la rimozione di intonachi ammalorati; l'intonacatura degli esterni con intonachi speciali lavorati tipo Fulget; la revisione dei soffitti e delle controsoffittature; l'imbiancatura delle pareti e dei soffitti: la formazione della zoccolatura in

plastico, a buccia d'arancio, di cm. 1,50 di altezza in tutti i locali, compresi i corridoi; la sostituzione di serramenti esterni, con serramenti in larice da la sostituzione di alcune portine interne ed esterne; la revisione di tutti i serramenti da conservare e la sostituzione di serrature e maniglie; la fornitura di opere in ferro per nuova intercapedine, la sostituzione di serramenti e di reti nel cantinato; la fornitura di nuove portine in ferro per la centrale termica e per il locale dei serbatoi; la posa di pavimento vinilico in tutti i locali e corridoi, esclusi i servizi igienici e la cucina, previa preparazione del sottofondo; il rifacimento dei servizi igienici e il riordino di quelli da conservare; la sostituzione di vetri semplici con lastre di mezzo cristallo e vetri stampati per i Wc; la revisione dei servizi igienici; sostituzione di apparecchi e la fornitura di elettropompe, nonchè il rifacimento degli impianti tecnologici e loro adeguamento alle nuove norme di legge.

La spesa prevista per tali opere ammonta a L. 1.032.700.000 e risulta così suddivisa: per opere da capomastro ed affini .. L. 468.500.000 per opere da suolino L 4.250.000 per opere in materiale resiliente .... L. 48.600.000 per opere da falegname L 69.800.000 per opere da fabbro L 9.650.000 per opere da marmista L 3.500.000 per opere da idraulico L 11.100.000 per opere da vetraio L 13.800.000

per opere da imbiancatore e verniciatore

L 50.750.000

L. 679.950.000 per impianto di riscaldamento

L 55.500.000 per impianto elettrico L 72.000.000

L. 127.500.000 per imprevisti

complessivo .. L. 1.032.700.000

Detta spesa, che sarà finanziata con entrate provenienti dall'assunzione di prestiti, è stata posta a carico dei seguenti capitoli e dichiarazioni di disponibilità del Bilancio 1978: cap. 173/I, scuole materne; dich. disp. n. 4188; L. 206.500.000; cap. 174/1, scuole primarie; dich. disp. n. 4189; L. /326.500.000. La disponibilità dei singoli capitoli di spesa è la seguente: cap. 173/1, scuole materne, 206.500.000 lire; cap. 174/1, scuole primarie, 1.349.344.159 lire.

L'occorrente fabbisogno di 206.500.000 lire va stornato dal fondo di cui al capitolo 174 —scuole primarie — a favore del fondo di cui al cap. 173 — scuole materne —dello stesso bilancio di previsione dell'esercizio in corso. In merito a tale storno si fa presente che esistono i presupposti di cui all'art. 318 della Legge comunale e provinciale, in quanto la spesa alla quale si intende procedere è di urgente necessità. Per l'esecuzione delle opere si propongono le seguenti modalità di appalto, facendo presente che le relative gare non saranno esperite se non dopo il conseguimento dei mezzi di finanziamento: mediante licitazione privata le opere da imprenditore edile ed affini, per un importo di L. 679.950.000; mediante licitazione privata le opere di rifacimento dell'impianto di riscaldamento, per un importo di L. 55.500.000; mediante licitazione privata le opere di rifacimento dell'impianto elettrico, per un importo di L. 72.000.000. Le previste gare a licitazione privata verranno espletate con le modalità di cui all'art. 1; lettera a) della legge 2/2/74, n. 14.

Il ricorso a tale forme di appalto, oltre che nella maggior speditezza della procedura che consente la tempestività degli interventi nel campo delle opere pubbliche, trova giustificazione altresì nella possibilità che per tal via viene data all'Amministrazione di far parteciapare alla gara, fra le imprese che chiederanno di concorrervi, quelle di conosciuta e comprovata capacità tecnicoorganizzativa e solidità economica, nonchè nella più puntuale rispondenza agli interessi dell'Amministrazione stessa dei meccanismi cui sono ispirate ed informate le diverse forme di scelta dell'offerta più conveniente.

Ciò premesso, si presenta all'approvazione la seguente Proposta «11 Consiglio comunale, vista la relazione della Giunta municipale, delibera:

I) di approvare il progetto, allegato a formare parte integrante della presente deliberazione, riguardante l'esecuzione di opere di riordino generale dell'edificio scolastico di via Cima, sede di scuole materna ed elementare;

2) di approvare la relativa spesa di lire 1.032.700.000, da porre a carico dei seguenti capitoli del Bilancio 1978: cap. 173/1, scuole materne; dich. disp. n. 4188, L. 206.500.000; cap. l 74/1, scuole primarie; dich. disp. n. 4189, L. 826.200.000; e prevedendone il finanziamento con le entrate provenienti dall'assunzione di prestiti.

La disponibilità dei singoli capitoli di spesa è la seguente: cap. 173/1, scuole materne; L. 206.500.000; cap. 174/1, scuole primarie; L. 1.349.344.159; "

3) di stornare l'occorrente fabbisogno della somma di L. 206.500.000 dal fondo di cui al cap. 174 —scuole primarie — a favore del fondo di cui al cap. 175 — scuole materne — dello stesso Bilancio di previsione dell'esercizio in corso; di dare atto dell'esistenza dei presupposti di cui all'art. 318 della Legge comunale e provinciale, in ordine allo storno come sopra disposto; di eseguire i lavori, secondo le modalità indicate nella relazione, facendo presente che le gare d'appalto non saranno esperite se non dopo il conseguimento dei mezzi di finanziamento». Il sindaco Carlo Tognoll

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Oggetto: opere di riordino generale dell'edificio scolastico di via Cima, sede di scuola materna ed elementare
L, 98.400.000 L. 905.850.000 Iva L 126.850.000 Totale
alla scuola
via
Antica Trattoria DALL'OPPIO Via Corel li 37 T. 7496017
media di
Pini

La cultura muore...

La cultura è in crisi, la cultura è morta. Da qualche tempo si sente dire queste cose e a mio parere c'è del vero: ma quale cultura è morta e perchè? Anche in questo campo, soprattutto in questo campo, il vecchio muore o agonizza, ma il nuovo stenta a nascere, perchè il nuovo dovrebbe essere la radicale trasformazione del nostro modo di vivere e seppur non travolgendo tutto in un sol colpo, dovrebbe dar vita a germi che lo possano trasformare.

Le persone conquistando la possibilità di prolungare la vita scolastica, di restringere, se non annullare l'analfabetismo, di immagazzinare notizie e nozioni le più svariate con le letture di giornali e settimanali, con la Tv, con la diffusione di massa di enciclopedie e dispense che trattano dei più svariati campi del sapere, hanno accumulato una grande quantità di nozioni, soprattutto che stentano a divenire cultura, cioè creatività.

Anche le conquiste economiche permettono di pensare non solo ai bisogni primari, ma di allargare l'interesse a quelle necessità che rendono più varia e brillante l'esistenza, ma la forbice tra cultura e possibilità economiche fa sì che grandi masse non riescano a soddisfare questi bisogni se non con il più scontato consumismo.

E qui incontriamo una prima grande contraddizione: la diffusa scolarizzazione crea molti diplomati e laureati che non trovano un lavoro adeguato agli studi fatti, perciò di applicazione e approfondimento culturale di quello che si è studiato, non

Il «Circolo culturale Cesare Pavese», affiliato all'Arci, ci comunica che hanno avuto inizio i corsi di ginnastica e di chitarra di cui abbiamo dato notizia sull'ultimo numero di Milanododici.

Il corso di chitarra è iniziato mercoledì 7 novembre, presso la sede del circolo in via S. Faustino, con 40 iscritti.

Il corso si svolge il mercoledì dalle ore 21 alle ore 22: musica d'insieme e teoria. L'ora di pratica strumentale varia per ogni gruppo dalle ore 18 alle ore 20 negli altri giorni della settimana.

Il corso di ginnastica è iniziato martedì 6 novembre presso la palestra dei Martinitt, con circa 30 iscritti.

Il corso si svolge tutti i martedì e i giovedì alle ore 18.

Presso la sede del circolo sono ancora aperte le iscrizioni per il corso di fotografia il cui inizio è previsto per gennaio.

Uno spazio disponibile

I «politologi», i commentatori della situazione politica, dicono che in Italia va crescendo la distanza fra partiti e cittadini, fra rappresentanti e rappresentati. Dicono che l'alto numero di astensioni e schede bianche alle elezioni del 3 giugno sono un segno di questo fenomeno.

Probabilmente hanno ragione, anche se — da questo punto di vista — siamo in Europa (ma non solo) il paese che sta meglio: alle europee si è visto che l'assenteismo alle urne in altri paesi della

Cee è estremamente più elevato che da noi; pochi giorni fa alle elezioni in Svizzera solo metà degli aventi diritto si sono recati alle urne.

Noi siamo, comunque, convinti che per rafforzare la democrazia sia necessario che i partiti siano sempre più vicini ai cittadini, che anche la loro vita interna sia sempre più aperta, visibile a tutti i cittadini. Per questo apriamo alle organizzazioni e ai partiti democratici le nostre pagine: questa nuova rubrica «Vita dei partiti» la destiniamo ad ospitare le notizie che i partiti ci vorranno inviare sulla loro attività in zona: date di riunioni, assemblee, comunicati, déeisioni.

riescono ad adeguarsi a un lavirro prettamente manuale, restano perciò disoccupati, pesano economicamente sulle famiglie, accettano qualche lavoro nero e resteranno alla fine frustrati nelle loro più profonde aspirazioni. Da ciò la spinta in molti giovani di troncare gli studi subito dopo le scuole dell'obbligo e di andare a lavorare, superbi della loro ignoranza conquistata e di cui si fanno vanto, rovesciando quel senso comune di una volta che faceva sì che la cultura per chi non la possedeva era un bene da raggiungere o comunque da rispettare.

In questa crisi di valori in cui ci dibattiamo è sempre più avvertita l'inutilità dell'uomo di cultura quale è stato fino ad ora, l'ultimo è stato Pasolini che riusciva dopo ogni suo intervento a suscitare discussioni e dibattito, adesso gli intellettuali parlano tra loro con messaggi cifrati, si rinserrano nelle loro torri di avorio, pensando illusoriamente che prima o poi ritorneranno ad essere ascoltati.

La grande massa degli individui ha bisogno vitale di nuovo: guide, maestri e padri devono rivedere il loro ruolo, la stessa necessità delle persone di aggrapparsi a ciò che è già conosciuto per avere dei punti di riferimento, per non annegare nel pantano dell'esistenza, è un paliativo, la vera necessità è la voglia di diventare soggetto e non più oggetto.

E qui iniziano le grosse difficoltà: come si può diventare, tutti, soggetto di questa società?

Portato alla coscienza il male prima o poi si dovrebbe vincere. Piero Piccaluga

Incontro Centro culturale

Tempo libero

VAL CAFFARO

II sindaco di Milano Carlo Tognoli ha inaugurato sabato 10/1 I /79 il «Centro culturale e tempo libero incontro Val Caffaro»,con sede in via Val Caffaro n° I — Milano, che si prefigge la promozione di attività educative — culturali (economiche politiche, artistiche sportive e tempo libero ecc.) ispirate agli ideali democratici.

Il Centro intende sviluppare in modo prioritario le sua attività partendo dalle esigenze del Quartiere (Ortica) in cui ha la Sede, senza trascurare esigenze di più ampio respiro.

Si invitano pertanto i cittadini interessati a partecipare alle attività del «Centro culturale», ad incontrarsi per indicare le varie esigenze del quartiere.

Si informano gli interessati che una prima attività del «Centro» è già avviata, sono i corsi di ginnastica moderna — educazione psicofisica attraverso lo studio e l'armonizzazione del movimento — per informazioni e iscrizioni rivolgersi in Sede nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 17 alle ore 18.

Per tutte le informazioni rivolgersi in Sede nei giorni di: martedì dalle ore 20,30 alle ore 21,30; giovedì dalle ore 17,30 alle ore 18,30.

I comunisti dell'Ortica discutono

Per meglio capire i risultati elettorali e concretizzare il lavoro futuro i comunisti della «Ennio Gnudi» hanno costituito 4 gruppi di studio che stanno attualmente lavorando, e quanto prima presenteranno il risultato del loro lavoro all'assemblea degli iscritti comunisti dell'Ortica.

I gruppi che sono coordinati dal compagno Pierfranco Ravotto sono i seguenti:

1° Gruppo — I risultati elettorali all'Ortica. Questo gruppo sta studiando in modo molto preciso i risultati elettorali e le variazioni dal '72 al '79.

2° Gruppo - Riflessioni sul C.C.Questo gruppo sta esaminando la relazione e gli interventi sull'analisi del voto del 10 giugno fatta dal Comitato centrale del Pci.

3° Gruppo - I giovani: quale orientamento? Qual'é l'orientamento dei giovani oggi e quale deve essere l'orientamento del partito verso i giovani. Questo è il filo conduttore della terza commissione per impostare in futuro il lavoro politico verso le masse giovanili italiane.

4° Gruppo - Lotte sindacali e conclusione dei contratti. Nelle fabbriche dell'Ortica il Pci ha il suo maggiore punto di forza. Partendo da questo dato la quarta commissione esaminerà l'attuale situazione in fabbrica e i problemi aperti al movimento sindacale.

Sottoscrizioni

La campagna di sottoscrizione per le elezioni politiche e per la stampa comunista 1979 è terminata con pieno successo. L'obiettivo di 7 milioni che i comunisti dell'Ortica si erano posti è stato largamente superato.

In memoria

Per onorare la memoria di Adele Longoni vedova Castiglioni la figlia Carla e il genero Luigi Morandi hanno sottoscritto per la stampa comunista L. 100.000.

Il compagno Eraldo

Eraldo Carotta, per lunghi anni segretario della Cellula di fabbrica Fiav Mazzachera di via S. Faustino è deceduto lo scorso mese nella sua casa di Borgolombardo dove viveva dopo il suo pensionamento. I comunisti della «Gnudi», che per lunghi anni lo ebbero insieme nel lavoro politico come uno dei più capaci e preparati dirigenti comunisti di fabbrica, lo ricordano e porgono ai familiari le più sentite condoglianze.

Tesseramento 1980

La «E. Gnudi» comunica a tutti i suoi iscritti che possono passare in sezione per il rinnovo della tessera 1980, nello stesso tempo informa i compagni e i cittadini che la campagna di tesseramento e reclutamento del 1979 ha raggiunto il 100% e 22 nuovi iscritti.

Abbonamenti 1980

Anche quest'anno funziona presso la sezione il servizio di abbonamenti alla stampa comunista per il 1980, particolari condizioni di pagamento sono previste per tutti i nuovi abbonati.

Farsi una biblioteca è facile

Nel catalogo Einaudi ci sono oltre 4000 titoli da consultare e tra i quali scegliere.

All'interno però spiccano particolari opere o raggruppamenti di opere che si isolano per la loro natura culturale e editoriale.

Enciclopedia

Storia d'Italia Einaudi

Storia del marxismo

Storia dell'arte italiana

Storia economica Cambridge

Biblioteca di cultura storica

Storia delle Regioni dall'Unità a oggi

Archeologia e storia delle antiche civiltà

I classici della fiaba

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Vorrei chiarire un concetto atavico ed errato per le donne che, quando si trovano nel periodo mestruale, credono di essere dei soggetti inibiti e senza difese (parlo di quelle fisiche).

ááááá

Non è assolutamente vero. Si devono considerare dei soggetti normali. Possono fare il bagno. Possono eseguire qualsiasi cura di ordine medico: antibiotica o di altro genere, iniettiva od orale. Solo in casi particolari il medico può dare un'indicazione diversa.

ááááá

Non è vero che gli antibiotici debilitano il fisico. Prendiamo per esempio l'ammalato di polmonite. È il pneumococco (è il germe della polmonite) che gli porta la febbre e i dolori, e talvolta anche il peggio. L'antibiotico risolve tutti i guai di quell'ammalato e lo rimette in piedi.

ááááá

Ergo, usateli senza paura, ma con le indicazioni del medico. Vi insegnerò anche un piccolo segreto: l'antibiotico va usato in rapporto al peso dell'ammalato. Esempio: mediamente 40 mg. per kg. per 24 ore. Allora un uomo di kg. 75 di peso dovrà usare 3.000 mg. (40 X 75 = 3.000) al giorno, cioè 6 capsule da 500 mg. dott. F.C.

Valentino Cantoni

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cultura Milano 12 - pag. 9
ARCI

Sono un lettore attento di Milano 12 ed anch'io ogni tanto esprimo qualche mio pensiero attraverso le colonne del giornale. In questa lettera vorrei in primo luogo dire che condivido il contenuto dell'articolo del sig. Angelo Pizzocri intitolato «Vandali», perchè esso richiama il cittadino in genere ad essere disciplinato ed ordinato nell'interesse di tutti, cosa che anch'io in altre occasioni ho lamentato. La mia lettera però non vuole solo riguardare questo argomento, anche se la ritengo inerente ad esso.

Vorrei soprattutto tornare sul problema «asfaltatura di via S. Faustino». Precedo la mia osservazione con una considerazione magari ripetitiva e cioè che con questa Amministrazione comunale molti lavori, precedentemente trascurati o volutamente non eseguiti, sono stati iniziati e portati a termine: nuove piccole cose il cittadino può notare nel nostro quartiere (e non solo) delle quali mi sembra doveroso tener conto.

È anche vero però che ancora molte ne rimangono da fare, lavori che forse nella complessità dei bisogni della nostra città passano in

seconda fila, ma io ritengo opportuno continuare a sottolinearne l'esigenza. Proprio una di queste è l'asfaltatura a cui prima accennavo. Da notizie che io avevo essa avrebbe dovuto essere già stata fatta e questo ritardo è da collegare a mancati allacciamenti alla fognatura. Quindi la soluzione di questo lavoro è tutt'ora aperta. Un'altra cosa che intendo evidenziare è questa: ora che è stato fatto il marciapiede in via S. Faustino (tra l'altro molto comodo e bello per uno come me che lo percorre almeno quattro volte al giorno) chiedo se non sarebbe utile, anche se non immediatamente, piantare dei pioppi canadesi che crescono molto presto e hanno molti rami, in modo tale che questa via risulti, nei periodi di bel tempo, un po' ombreggiata e quasi un viale, utile anche per brevi passeggiate.

Non solo, ma il marciapiede sarebbe un po' più pulito ed in ordine, spogliato da tutte quelle sterpaglie e di quegli oggetti di varia natura gettati sempre da quel cittadino poco educato e menefreghista che ricordavo prima.

Penso che questa mia idea possa essere realizzata e raccomando la redazione perchè, se si ritrova in questa mia proposta, la comunichi a chi di competenza.

Clurano Antonio

Caro Milano 12, da tempo volevo scriverti, per parlare con qualcuno, per chiedere, per fare soprattutto delle considerazioni e per avere una risposta a certe amare constatazioni che si fanti(' giorno per giorno sia leggendo i giornali, sia guardando la televisione ed in particolare vivendo la dura realtà quotidiana.

Faccio qualche esempio: Il governo italiano ha stanziato recentemente la cifra di 250 miliardi per aiuti all'Uganda; ora io vorrei sapere di quali aiuti si tratta e perchè lo facciamo; ma ciò che più stupisce è che sullo stesso giornale che riportava questa notizia, due pagine più avanti. appariva l'annuncio che lo Stato ugandese ha deciso di aumentare il prezzo del petrolio; alla faccia nostra e dei nostri aiuti.

Altró argomento abbastanza dibattuto ultimamente è l'acquisto da parte del comune del teatro Dal Verme, ed anche in questo caso si tratterà senza dubbio di centinaia di milioni.

Ed ancora: 500 milioni annui dallo Stato per la triennale (Corriere 25/10/79).

Sul giornale distribuito ai cittadini di Milano si legge di sovvenzioni comunali agli Enti più disparati; d'accordo, si tratta di somme relativamente piccole ma che comunque vanno ad ingrossare quel flusso di denaro che esce dalle casse dello Stato senza avere un riscontro concreto ed immediato.

Ed è questo il punto a cui volevo arrivare.

Basta guardarsi in giro per vedere che di necessità immediate ce ne sono fin troppe ed è quasi inutile cercarle: la casa, gli ospedali, le pensioni, le scuole, ecc; ora io mi chiedo: non si potrebbe, non dico eliminare, ma almeno soprassedere a questi finanziamenti per destinarli alla costruzione di case che sono più necessarie?

Qualcuno potrà obiettare che sono già stanziati 400 miliardi per questo ma, a parte il fatto che non si vede ancora muoversi nulla in questo senso, si potrebbe dire: 400 più 200 non rappresenta solo una somma ma qualcosa di altrettanto importante: la certezza della presenza costante degli organi responsabili alle necessità dei cittadini, la volontà di risolvere i problemi uno per volta e fino in fondo; senza deviazioni superflue.

Caro Milano 12; fin dalle epoche più antiche la prima necessità dell'uomo, oltre alla ricerca del cibo, era quella di procurarsi un rifugio dove ripararsi dagli elementi della natura e dagli animali.

La stessa cosa vale oggi per tutti coloro che una casa non ce l'hanno. Questa gente non ha certamente voglia di divertirsi; probabilmente non gli interessa che nella propria città ci sia un teatro solo o dieci, e non per avversione a espressioni culturali o cose simili, ma semplicemente perchè non si trova nelle condizioni psicologiche adatte ad apprezzare altre cose belle oltre a quella di avere una casa.

Oppure si può immaginare un malato che sta aspettando che si liberi un letto in ospedale perchè c'è carenza di posti; o il pensionato, non di lusso, che ha ben altro in mente, che teatri o divagazioni.

Ecco che in questo caso, e visto che non costava nulla, si può plaudire ad iniziative come quella del festival che al parco di Milano ha offerto spettacoli di qualità per chi ne avesse voglia. Si deve riconoscere, comunque che il comune, ha assunto iniziative indubbiamente lodevoli sotto l'aspetto sociale, come i corsi culturali aperti a tutti oppure le manifestazioni di svago come «Estate a Milano» per coloro che non possono andare in vacanza.

Però rimangono sempre su di un piano di secondaria necessità.

Su un piano più generale voglio dire che tutti quei soldi che lo Stato spende dovrebbe utilizzarli qua, in casa nostra, per noi, perchè è da noi che li riceve.

Non vorrei passare per un fanatico nazionalista, chiuso ad ogni sentimento di solidarietà, mi limito a considerazioni del tutto personali; cioè mi sembra giusto che se possediamo qualcosa venga usato per migliorare le condizioni in casa nostra prima di tutto.

Potrà essere considerato un punto di vista molto egoistico ma d'altra parte sappiamo tutti che anche in Italia ci sono delle realtà che richiedono un immediato intervento dello Stato e delle Regioni, per cui non basta presentarsi davanti al video e tuonare che occore fare questo e quest'altro (lo dicono tutti): occorrerebbe solo parlare un po' meno e decidersi a fare qualcosa di più, sia pure con i mezzi che si hanno a disposizione.

Ecco, caro Milano 12, io ho finito e concludo sperando che le mie perplessità vengano, in futuro, cancellate da una realtà diversa dei fatti perchè solo allora si potrà parlare di reciproco rapporto di fiducia tra i cittadini ed i loro rappresentanti responsabili.

Guido De Mergazzi

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casella, non sarà un prigioniero di un «numero chiuso», ma un costruttore di una società migliore.

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NATURALI

SCIENZE ECONOMICHE MA 41111111111I11 ;i limg114111111119»filly.-^

Ma se uno studente vuol diventare ragioniere e nel piano non c'è più posto, non è più libero di farlo? Oggi, troppi sono liberi di essere disoccupati col diploma in tasca; troppi si illudono di poter trovare facili scorciatoie per la felicità e la ricchezza.

La vera libertà, senza voler essere utopisti, senza retorica, è poter scegliere, anche con vincoli certo, ma con la coscienza di rientrare nello stesso piano dove stanno tutti gli altri. L'attuale mancanza di programmazione favorisce soltanto i soliti «raccomandati»; le caste sanno benissimo come allevare ed indirizzare i loro figliuoli per mantenersi i privilegi.

Per un reale sviluppo dell'occupazione e della vita democratica una conquista essenziale per tutti i lavoratori è una vera e profonda pianificazione di tutto il mondo del lavoro inteso nel senso più ampio e quindi anche della scuola.

Nel

Un nuovo anno scolastico è da poco iniziato: per molti, per le ragazze ed i ragazzi che hanno terminato le medie, inferiori o superiori, si è trattato di scegliere.

Molti avranno seguito una propria presunta inclinazione naturale: tuttavia nessuno sa spiegare come un giovane possa giudicarsi adatto ad una professione di cui non ha potuto scorgere che qualche carattere superficiale.

Altri invece han cercato un indirizzo sulla base di una maggiore o minore sicurezza di lavoro: possibilità di reddito, stabilità di impiego, prestigio sociale; in poche parole questi ultimi hanno cercato di capire quali diplomi fossero più richiesti, quali lavori più retribuiti o più onorati e poi hanno operato la loro scelta.

In pratica quasi tutti mettono assieme le due cose dette sopra: la «convenienza» e la «inclinazione».

Ma poi ci saranno veramente tutte e due?

Con certezza si sa che ogni cambiamento di rotta, di indirizzo scolastico significa un trauma, una difficoltà: è importante cioè non trovarsi costretti a cambiare tipo di studi a metà strada. Ma è anche importante non trovarsi al termine con un diploma o una laurea che il mondo del lavoro e la società respingono come inutili o che ammucchiano come inflazionati.

Per prima cosa occorre allora che il giovane possa, per tutti i suoi anni di studio, capire, con il colloquio con gli insegnanti, coi genitori, con i compagni, la propria «inclinazione», cioè capire quanta parte di essa ha fondamento reale e quanta invece è illusoria; occorre che l'allievo, il figlio, non sia un numero d'una troppo vasta scolaresca e nemmeno un motivo, un pretesto, un mezzo di rivincita sociale del genitore; il giovane deve essere un soggetto, deve essere tutelato.

Ecco l'importanza che ad uno studente venga rappresentata con serietà e franchezza la realtà nella quale ora studia e vengano chiarite le prospettive nelle quali egli svilupperà domani le proprie forze in un lavoro appagante per lui e produtti-

vo per tutti.

Sto scrivendo un po' delle solite cose tante volte lette sui giornali per la riforma della scuola secondaria e dell'università. Me ne rendo conto.

Ed ancora una volta puntualmente per il nuovo anno scolastico su un quotidiano di Milano troviamo un bel quadro sulle professioni da scegliere per non restare disoccupati.

Vi si legge che sono ricercati gli specialisti in statistica ed informatica, di come siano troppi i medici e gli avvocati. A questo punto un giovane ha di che sconfortarsi: seyoleva fare il geometra, ora che cosa farà: il medico, il marinaio o l'infermiere? No, non può bastare un inserto di giornale per un problema così importante.

Che cosa vuoi dire che ci sono troppi medici? Troppi, in che senso, visto che è un guaio ammalarsi di domenica?

Ed in futuro, tra cinque o dieci anni, come sarà?

Ecco che molti giovani per non rischiare si iscrivono a corsi per diplomi e lauree più convenzionali, per dir così: di ragionieri, geometri, avvocati e medici ce ne saranno molti, ma, dice qualcuno sommessamente, con un po' di fortuna possono trovare un «bel posto». È un discorso superficiale, pieno di incognite, che però trova spazio in questa società così densa di contraddizioni.

In molti ospedali giacciono inutilizzate costose ed importanti apparecchiature perchè mancano infermieri preparati per usarle, eppure le nostre scuole continuano a sfornare geometri che non costruiranno mai una casa.

Certo devono cambiare molte cose ancora nel mondo del lavoro a questo proposito, perchè vengano superati certi attuali divari tra lavoro manuale e lavoro «intellettuale»; certe condizioni, certi ambienti di lavoro sono inconciliabili con una seria programmazione scolastica. Ma occorre che si lotti affinchè questi cambiamenti avvengano e presto.

Occorre che si programmi, si pianifichi quale sviluppo dare alla società nelle sue diverse componenti, quale distribuzione attuare delle risorse, del reddito, delle forze di tutti. Un giovane deve sapere oggi come si pensa di organizzare là società domani e dove trovare il proprio posto in questo piano: lì, in quella

Si pensi all'immensa quantità di lavoro che abbiamo davanti agli occhi e che ora non viene svolto, nel campo dell'ecologia, della cura dell'ambiente, dei servizi pubblici: dalla cura degli anziani alla gestione di mense per studenti e lavoratori, dai trasporti alla sanità.

È più difficile oggi trovare un massaggiatore, un fisio-terapista per un anziano colpito da trombosi, che non ingaggiare un cantante per una serata musicale. È giusto?

Un anno fa una frana fra Bologna e Firenze provocò un disastro ferroviario con decine di morti.

La frana, dissero subito e tecnici delle FF.SS., era imprevedibile. Anche autorevoli parlamentari li coprirono: in seguito però i giudici provarono il contrario.

Certo in numero adeguato alla vastità del compito occorrono geologi e qual campo come in altri: per prevenire frane e alluvioni, per raccogliere in modo sistematico dati sui terremoti ed i vulcani. Non è vero che tutto sia imprevedibile.

Ad ogni disastro tanti giornali lamentano che pochi studino geologia e che pochissimi siano poi assunti dallo Stato per quel lavoro. Ecco allora che cosa deve essere il programmare: la nazione, tutti i cittadini, devono stabilire che cosa dedicare a quei lavori per esempio di prevenzione, di cura, di manutenzione su corsi d'acqua, strade, ferrovie e da qui stabilire il fabbisogno di maestranze, di investimenti, di iniziative.

Non soltanto le attività prettamente industriali ed i servizi ricordati prima possono e debbono essere pianificati: anche le altre attività traggono giovamento ed impulso da un'opera di razionalizzazione. Persino attività più strettamente intellettuali quali lo studio delle lettere, antiche persino e moderne, lo sviluppo di ricerca e di valorizzazione delle opere d'arte risentono oggi sempre più della mancanza di un disegno unitario che li indirizzi e li sostenga.

Tutto il nostro patrimonio artistico sta crollando per l'incuria, per la scarsità di mezzi: non si può pensare che ciò non porti conseguenze dannose a lungo andare sul turismo ed anche sul patrimonio culturale di ognuno di noi, cioè sulla nostra ricchezza interiore e sulle nostre capacità di sviluppo.

Pianificare è certamente un compito difficile; ma è molto più grave governare senza affrontarlo, è molto più pesante e costoso vedere i problemi «dopo», quando si sono aggravati.

Non programmare, col pretesto di voler mantenere un libero mercato, significa in definitiva lasciare enormi spazi soltanto agli speculatori delle debolezze e delle contraddiezioni della nostra Nazione.

Angelo Pizzocri

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i corti dl laurea che offrono maggiori possibilità dl occupazione. Via via, salendo, le opportunità vanno assottigliandosi.
Geometra o infermiere? La via San
Faustino

Spettabile Redazione

Vi scrivo queste poche righe per esternarvi un problema che da diverso tempo mi sta a cuore. Da sempre seguo sul vostro giornale le vicende del Centro civico di zona (via Saccardo), son dunque al corrente che fino alla sentenza del Tar Tribunale amministrativo regionale non si potrà dire con sicurezza se la decisione del comune di Milano di acquisire la palazzina di via Saccardo per adibirla a Centro civico sarà valida oppure no! Comunque vadano le cose resta il fatto che la zona 12 è tuttora senza sede e uffici (a scapito della poca credibilità che ancora le resta essendo da 10 anni senza sede) con tutte le conseguenze che il fatto comporta. E vengo al punto del mio problema, da sempre vedo che in via Feltre esiste (dalla finestra di casa mia) la Cascina Malghera, da sempre so che tale edificio è di proprietà del comune di Milano; sembrerebbe a me che l'area di questo edificio sarebbe l'optimum per la sede del Centro civico di zona, e allora mi domando, perchè nessuno ne parla? Perchè si corre dietro alla casa di via Saccardo con tutto quello che tale corsa costerà ai contribuenti, mentre la soluzione tascina Malghera, dal costo zero era pronta subito?

Ecco, questo era quello che mi sentivo di esternare tramite il vostro giornale, forse il problema è male esposto, ma spero che gli addetti ai lavori mi spieghino che, la soluzione Saccardo è la migliore, così oltre la sottoscritta avranno convinto tanti altri che la pensano come me.

La banda dei Martinitt

Vi scrivo e per me stesso e per un gruppo di cittadini domiciliati al l'Ortica, ai quali è venuto spontaneo chiedersi spiegazioni per la non partecipazione del complesso musicale dei «Martinitt» alla Festa popolare all'Ortica tenutasi il 22 e 23 settembre.

Risiedo a Milano ed abito nella zona da circa vent'anni e mi è sempre stato superfluo spiegare dove abito a chi me lo chiedeva, in quanto era sufficiente nominare i «Martinitt» o l'Innocenti' perchè tutti ne erano al corrente.

La cosa in questione ci ha quindi notevolmente stupiti in quanto riteniamo i Martinitt come il vanto, il gonfalone della zona, ed il veder suonare un'altro corpo musicale, pur con tutti i suoi meriti, ci ha un po' messi in allarme.

Grato per un vostro eventuale riscontro, voglio finire con un plauso, mio e, di altri cittadini al Comitato della Festa dell'Ortica per la magnifica iniziativa da loro organizzata.

Per un gruppo di cittadini dell'Ortica

Pensionati in lotta

I pensionati della zona 12 stanno svolgendo una vasta mobilitazione per la riforma del sistema pensionistico e previdenziale e per la riforma dell'Inps.

Con la manifestazione in Piazza del Duomo dei pensionati e delle pensionate milanesi avvenuta il giorno 19 settembre alle ore 15 è iniziata a Milano una grande mobilitazione da svilupparsi nelle zone del dencentramento sindacale.

Questa lotta si è resa necessaria per la mancata approvazione (Governo Andreotti) dell'accordo tra governo e sindacati fatto nel 1978 della legge sulla riforma pensionistica.

Perchè questa venga approvata presto e bene si richiede un impegno di tutti i pensionati e di tutti i lavoratori.

Il 27 settembre dalle ore 16 alle ore 19 indetto dal Cuz Lambrate e dai sindacati dei pensionati unitari si è tenuto un presidio davanti alla Stazione ferroviaria di Lambrate.

Un responsabile del Sindacato pensionati ha reso noto ai cittadini la necessità che anche i lavoratori si devono sentire impegnati in questa lotta, perchè oltre ad essere i pensionati di domani essi sono direttamente interessati da gran parte della riforma.

In modo particolare sono state diffuse con autoparlanti le parole d'ordine per l'incitamento all'impegno di tutti in questa lotta.

Nella mattina sono stati messi 1500 volantini nel parabrezza delle automobili dei lavorati:li-i di tutte le fabbriche di Lambrate. Oltre a queste iniziative sono state tenute in zona 12 quattro assemblee, 2 nel salone della Camera del lavoro di Lambrate e 2 nel salone del Circolo familiare Ortica, che hanno visto una presenza notevole di pensionati e pensionate.

Ancora qualcosa però è rimasto da fare: convincere quei pensionati e lavoratori, convinti che tutto si risolva da solo, ad unirsi a noi, raf-

forzando il sindacato e facendo loro comprendere che solo la nostra forza, la nostra compattezza sono la garanzia della soluzione dei nostri problemi.

I pensionati e le pensionate cosa dicono e chiedono al Governo?

Più dignità all'anziano.

Pensioni giuste per tutti.

L'inflazione, il caro prezzi e il fisco sono la più grossa stangata per le pensioni.

Controllo dei prezzi dei generi di largo consumo. Occorre evitarne l'aumento indiscriminato.

Provvedimenti immediati contro l'inflazione.

No al tiket: esso è un ingiustizia a carico dei pensionati.

Fare pagare le tasse agli evasori fiscali. Infatti le tasse le pagano in maggior parte solo i lavoratori e i pensionati.

Le tasse sulle pensioni basse sono un furto alla miseria.

Il Coordinatore sindacale di zona

Informazioni utili per i pensionati

Il Direttivo della Lega zona 12 venendo incontro alle richieste di informazioni sulle pensioni ha predisposto presso i locali della Cooperativa familiare Ortica di via S. Faustino, 5 nella zona stessa un servizio di assistenza previdenziale ai pensionati o a chi è in procinto di chiedere il pensionamento.

Qualora si ritenesse di dover usufruire di tale servizio sindacale invitiamo gli interessati a volersi presentare muniti di libretto di pensione (per controllare l'esattezza dei conteggi) o dei documenti previdenziali nel caso in cui non fosse ancora in pensione.

In tale occasione si potrà anche comunicare i recenti miglioramenti ottenuti per effetto dell'aggancio della pensione alla dinamica salariale e le modalità dei relativi calcoli.

Alla Camera del lavoro di Lambrate in via C. Rosso, 30 ogni giovedì dalle ore 15,30 alle ore 18,00 un incaricato dell'Inca (patronato della Cgil) presta la sua opera per le pratiche pensionistiche e previdenziali. Nel contempo comunichiamo le agevolazioni di cui possono usufruire i pensionati e le pensionate delle pensioni minime e sociali:

,Latte a prezzo scontato.

Tessera Atm di libera circolazione gratuita.

Contributo integrativo per l'equo canone (Fondo sociale).

Per qualsiasi informazione o incontro si prega di telefonare preventivamente al N. 710744 (Sindacato pensionati italiani) dalle ore 9,30 alle ore 12,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,00.

Confidiamo che l'iniziativa sia accolta favorevolmente assicurando che ogni forma di assistenza e di informazione sarà gratuita.

Il pensionato e la pensionata che desiderino iscriversi al Sindacato pensionati italiani possono farlo rivolgendosi personalmente alla sede della Lega di zona. portando il libretto di pensione.

e vizio

Ecco cosa accade a un lavoratore dipendente o a un pensionato che deve presentare il modello 740, la cui moglie percepisca la pensione minima: l'ente previdenziale riconosce la moglie come a carico del marito, il fisco invece no.

Questo problema, conosciuto dagli esperti, ma da essi taciuto e ignorato con indifferenza, non ha fatto altro che creare sofferenze e dispiaceri agli interessati. Si impone, con particolare urgenza, un atto tale da adeguare il reddito massimo, ancora fermo per il fisco alle 960.000 lire, per consentire ai pensionati ai minimi di pensione di poter usufruire, non solo sul modello 101 ma anche sul 740, della detrazione prevista per il coniuge, come sempre è stato nel passato, sino al 1976 compreso.

Per il 1977 e 1978 infatti coloro che facendo il proprio dovere hanno presentato il 740 — essendo in tali condizioni —hanno dovuto pagare in contanti al fisco, tramite banca, le 72.000 lire della detrazione.

Delle 120.000 lire percepite per assegni familiari per la moglie, 72.000 lire sono così tornate al fisco.

Moltissimi, con casa propria o con pensioncina supplementare non hanno prodotto il mod. 740 per non farsi togliere ingiustamente parte degli assegni familiari concessi per la moglie a carico, ingrossando di conseguenza l'esercito degli evasori fiscali tra i quali giudicabili, con ragione, evasori di diritto o e-

spressamente innocenti.

Non sembra invece, di rimediare per altri, che, ottenuto in concessione la proprietà dell'alloggio e privi di motivi plausibili, non hanno prodotto il mod. 740 passando nelle fila degli evasori fiscali che il fisco attualmente non conosce ancora. Il fisco resta sempre per costoro dal 1974 creditore dell'imposta Irpef ed eventuale Ilor sul reddito della casa non denunciata, anche se solo concessa in proprietà in attesa del trasferimento a saldo della proprietà stessa.

Anche il modo di comportarsi da parte del fisco non sembra del tutto simpatico: dedica la sua sottile attività verso eventuali errori riscontrati sui mod. 740, onde infierire ancora sui contribuenti più poveri e onesti, mentre per coloro che non hanno presentato mai nulla, nulla viene dal 1974 contestato anche se all'ufficio registro risultano proprietri di appartamenti.

Ritornando al problema sollevato in apertura, si chiede di mutare le 960.000 lire in un importo che assorba il valore della pensione minima, utile anche per i figli apprendisti; se questo non fosse possibile per la durezza della controparte, sembra allora possibile porre il quesito della legittimità individuando un'ingiusta disparità di trattamento rispetto ai lavoratori o pensionati esonerati dal produrre il mod. 740 ai quali resta ferma e salva la detrazione delle 72.000 lire per la moglie a carico con pensione minima.

Molotov contro sezione DC a Lambrate iena bottiglia incendiaria è stata scagliata ieri a mezzanotte, contro la sezione della Democrazia Cnstinna di via Conte Rosso angolo via Bertolazzi, a Lambrate. La «molotov», lanciata da un gruppo di giovani, esplodendo ha annerito la saracinesca e rotto un vetro. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e un equipaggio della Digos.

Nel riportare dal «Corrierone» questo trafiletto che parla di un fatto avvenuto nel nostro quartiere, non intendiamo sottolineare quanto è accaduto solo per informare campanilisticamente quanti dei nostri amici lettori non ne fossero a conoscenza.

Vuoi perchè non leggono il Corrierone, vuoi perchè notizia da fondo pagina.

Innanzitutto per deprecare quanto accaduto materialmente e moralmente continuare a condannare questi atti, e dichiarare —non per uno stupido dovere e per semplicistica «abitudine» — la solidarietà a favore di chi (o cosa) è stato colpito. Una sede zonale della Democrazia cristiana.

Guarda caso, il «fu» fatidico 28 ottobre! Ed è stata proprio una vigliaccata degna dei... «fatidici».

A questo punto ci si potrebbe fermare qui, ma non si può evitare l'amaro che rimane in bocca per la questione delle «molotov».

Se certe cose sono vigliaccate, per-

chè la nostra seriosa stampa di massa (come il Corrierone in testa) le continua a chiamare «molorov»?

Nessun dizionario, vocabolario o enciclopedia autorizza questa deformazione nell'uso di un nome proprio di persona, specialmente quando si tratta di una.... vigliaccata.

La leggenda —è vero —attribuirebbe al compagno comandante Venceslao Michele Skrjabin detto Molotov (tra l'altro dal 1960 rappresentante a Vienna per l'Unione Sovietica nel Comitato internazionale per il disarmo atomico) in lingua russa molotov sta per martellatore» —la leggenda dicevamo attribuirebbe a Molotov se non l'invenzione, senz'altro la adozione di queste bottiglie piene di benzina da parte delle sue truppe e delle sue squadre operaie rivoluzionarie.

Ma quelle andavano —quasi disarmate —contro l'esercito prussiano da una parte e contro le famigerate guardie zariste dall'altra, entrambe ben dotate di autoblindo e tanks armatissimi.

Si usavano bottiglie a mano per la democrazia, non contro.

Si usavano bottiglie allo scoperto e di giorno, contro carri corazzati, non di notte motorizzati e contro saracinesche indifese di lamiera!

Perciò, amici giornalisti —grossi o piccoli che siamo —,perdiamo un certo vizio —conscio od inconscio che sia — di battezzare al compagno Molotov quelle che sono italianicamente parlando solo delle bottiglie incendiarie, vigliaccate di coloro che hanno ancora un pelo; un pelo che di notte o di giorno non volete venga chiarito ma che sappiamo comunque la si pensi che è il solito pelo. Quello che da sempre è contro la democrazia popolare. Quello dei... «fatidici»... per meglio intenderci. Ernesto Sada

Milano 12 - pag. 11
Milano 12
Leggete e diffondete
Ingiusta disparità di trattamento fiscale per lavoratori e pensionati Pelo

Perchè ho preso la prima tessera

Partito Comunista Italiano

Intervista di Milano 12 ad alcuni militanti del Pci sono stato in prigione nel periodo scelbiano. Ho provato a essere in fabbrica a parlare, e mentre parlavo sono venuti i poliziotti a levarmi il microfono e a portarmi in commissariato.

In questo mese il Pci è stato impegnato nella campagna di tesseramento per il 1980. Crediamo sia un fatto che interessi tutto il quartiere e non solo i comunisti, perchè la democrazia è tale se è partecipazione dei cittadini alle decisioni, alle scelte, al governo. E i partiti sono uno dei principali strumenti attraverso cui si realizza tale partecipazione.

Milanododici: Il partito comunista è impegnato in questo periodo nel tesseramento per il 1980. Abbiamo pensato di parlare sul nostro giornale di questa scadenza facendo un'intervista a voi, che al partito comunista siete iscritti da oltre trent'anni. Quando avete fatto per la prima volta la tessera?

E perchè?

Leandro Taccani: «Entrai nel partito nel '23. Ma già da ragazzo mi interessavo di politica. Mio padre era repubblicano. E una volta, andai a sentire una conferenza di un repubblicano, disse: «quello socialista non è un buon partito perchè vuole il capitale e il lavoro nelle stesse mani». La frase mi colpì. Ero figlio di un lavoratore, in casa nostra di capitale non ne avevamo.

Capitale e lavoro nelle stesse mani: era una cosa molto interessante. Lessi il Latiriola che fra l'altro riportava una frase di Marx: «l'interesse sul capitale è frutto del lavoro non pagato». Per questi concetti trovai che il partito socialista — parlo del '19 — era il partito d'avanguardia. Fui nella federazione giovanile, poi nel partito. Nel '23 passai al partito comunista con Maffi, Ribbldi e Lazzari. Avevo 21 anni.

Milanododici: Nel '23, dopo la marcia su Roma dunque.

Bruno Valtolina: Io allora avevo dodici anni; che era la marcia su Roma ('ho saputo dopo. Son queste le cose che mi hanno portato al partito. Ero al mio paese, Ponte Lagoscuro, in provincia di Ferrara, era domenica e c'era mercato. Lavoravo come garzone in un'officina. Ero lì che guardavo queste bancarelle, mi sento arrivare uno schiaffone, sull'orecchio, mi ha mezzo intontito. Mi volto: c'era uno con gli stivaloni: un gerarca fascista, stava guidando un drappello, sfilavano lì in piazza. «Quando passiamo noi devi toglierti il cappello, hai capito?» Avevo un berretto di lana in testa; mi è rimasto impresso perchè è stato il mio primo impulso di odio verso il fascismo.

Ducler Raffaldi: Mi sono iscritto per la prima volta nella primavera del '25, in aprile. Non al partito, ai giovani comunisti. Avevo 19 anni, neanche, io sono del 1906. Per quale motivo? Perchè era l'unico partito che lottasse contro il fascismo. Mio papà era socialista, quando c'è stata la fondazione del Pci ha aderito subito.

Per la mia famiglia la vittoria del fascismo ha voluto dire una condanna. Non solo per la mia famiglia, per tutti, specialmente per i lavoratori. Mio papà era perseguitato continuamente; tutte le volte che passava Mussolini sulla linea del Brennero mio papà era il primo ad andare in prigione. Era picchiato anche.

Alberto Prini: Destino vuole che qua in quattro siamo di origine pressapoco uguale, della bassa padana, tre ferraresi e un mantovano. Proveniamo da una regione dove gli agricoltori hanno creato le squadre fasciste...

Nell'intervista non abbiamo parlato dell'attualità. A Taccagni, a Voltolina, a Raffaldi, a Prini, a Bellettati, alla Pierina Gobbi non abbiamo chiesto perchè si tesserano oggi, ma perchè lo hanno fatto nel '23, nel '25, nel '44; i loro interventi offrono però elementi a coloro che al Pci sono iscritti, come a coloro che non lo sono, per riflettere su cosa significa iscriversi al partito comunista, in Italia, nel 1980.

Voltolina: ...hanno ammazzato i capilega. Son cose che da ragazzi rimangono impresse: il capolega Fei, di Santa Maria Maddalena, l'hanno ucciso, gli hanno cavato gli occhi e al posto hanno messo due ventini. In testa gli hanno messo il «bucalin», l'orinale.

Prini: Sono venuti a casa mia, a bruciare la casa, a dare delle botte a mio padre. L'emigrazione nostra, il venire a Milano, è stata perchè lì non potevi più vivere, non avevi più la possibilità di andare a lavorare. L'adesione al partito. È già una tradizione nostra, le angherie che abbiamo visto nei nostri paesi, la vita che siamo stati costretti a fare quando si è venuti a Milano, anche la solidarietà che si è avuta fra corregionali. Io ricordo quando è arrivato a Milano Bellettati...

Virgilio Bellettati: Sono emigrato da Ferrara,sono venuto qua perchè non avevo lavoro. Non ci facevano lavorare. Bisognava venir via.

Mi sono iscritto nel '44 avevo 39 anni, subito dopo la guerra. Perchè? Perchè «sun ad la rassa ad campagn». Dalla fonte, perchè mio papà era vicesindaco socialista, dal '15 al '18 è stato vicesindaco. Adesso son contento, perchè tutti i miei figli — siamo in dieci —sono tutti comunisti.

Milanododici: Dunque per tutti voi, per le vostre famiglie, il fascismo è stato da subito un oppressore atroce, e il Pci vi si è presentato come il partito che più coerentemente si batteva contro il fascismo. Immagino però che nel ventennio abbiate perso i rapporti col partito.

Taccani: I contatti li avevo dovuti abbandonare quando la reazione si era fatta formidabile. Sul mio capo avevo una condanna: sei mesi di interdizione dai pubblici uffici, 2000 lire di multa ridotte a 1500 perchè all'epoca del reato ero minorenne, perchè avevo fatto sciopero all'epoca dell'alleanza del lavoro con le Nord. Ero ferroviere. Fino a quando andai sotto le armi fui disoccupato. Tornando entrai nella scuola, nel frattempo avevo preso la laurea in scienze economiche. Mi nominarono a Forlì. Lì, durante la guerra, trovo un giovanotto che avevo conosciuto al circolo socialista di Porta Romana. Fu così che ripresi ufficialmente i contatti col partito, era il periodo dell'attività clandestina della Resistenza: lì ho presentato le mie vecchie tessere che avevo conservato ben nascoste.

Voltolina: Fui avvicinato al partito già nel periodo della clandestinità: c'era un simpatizzante comunista, mi faceva vedere dei libri. Mi dette due libri: «Il tallone di ferro» di

Raffaldi: Due volte alla settimana ero chiamato in caserma dal commissario. E quante volte mi hanno invitato a smettere di fare il segretario della sezione comunista — ero al mio paese — e a smettere di interessarmi di politica. Sono stato condannato a 14 mesi e 16.000 lire di multa per gli scioperi dei braccianti del '48.-Portavo gli operai sulla tenuta dell'agrario. Il processo lo hanno fatto dopo sei anni. Non ho fatto la galera perchè c'è stata l'amnistia.

Voltolina: Ho avuta una condanna anch'io, per i fatti del 14 luglio, quando ci fu l'attentato a Togliatti: dodici mesi con la condizionale.

settario, il partito era la famiglia, era tutto. Abbiamo superato da allora molto questo partito settario, chiuso. La militanza nel partito ci ha portato a capire molte cose. Io per esempio mi sono formato — mi piaceva la lettura — sugli scritti di Stalin. Era quello che riusciva a darmi più chiarezza, anche sulle cose più difficili. Quando è morto provai un gran dolore. Quando fu condannato non riuscii a spiegarmi. Ho avuto contrarietà coi compagni, volevo difenderlo. Anche questo fa parte del bagaglio del partito, della mia formazione. Ma ho capito che era giusto che il partito facesse chiarezza su queste cose: il culto della personalità era un danno. Avrebbe creato un nuovo settarismo, avrebbe chiuso la democrazia interna del partito.

Jack London e «La madre» di Gorkij. Hanno voluto dire tanto, per capire cos'era il partito, cos'era il socialismo, il partito che lotta contro i padroni.

Mi sono iscritto nel '45. Più di tutto fu per la lotta costante per la difesa della pace. Uscendo dalla guerra dove ho visto tutte quelle distruzioni ho detto «guerre non ne devono più avvenire». Questa fu la leva, dire «il nostro partito lotta per la libertà e per la pace».

Prini: Io mi sono iscritto nel '44, ero al deposito locomotive di Milano smistamento, essere iscritto era già di per sè un pericolo. Ma per chi aveva quell'estrazione familiare, appena la lotta è stata più aperta, l'istinto è stato quello di trovare la forma organizzativa. I comunisti erano quelli che si muovevano di più — come sono quelli che si muovono di più oggi — nelle fabbriche, quelli che facevano le azioni partigiane, che facevano una certa propaganda.

Pierina Gobbi: lo sono iscritta dal '45, ma prima ero iscritta al partito socialista. Ho trovato che il partito comunista andava meglio per gli operai, così mi sono iscritta al partito operaio, al partito comunista. Ho fatto per quattro anni la commissione interna allo scatolificio Baglioni, dove facevano le scatole di lamiera, tagliare, saldare, ne ho fatto di tutti i colori. Avevo otto anni quando ho cominciato a lavorare; adesso ne ho ottantuno. E ho sempre lavorato per il partito: andavo alla Camera del lavoro, dappertutto correvo io, e il tesseramento, far le iscrizioni in fabbrica, far tirare fuori i soldi per le tessere. E gli scioperi, come li chiamavano allora i poliziotti?

Prini: gli scelbini.

Pierina: Si, quelli di Scelba. Ricordo una volta: venivano su dalla via Lomellina, avevano il furgone e li caricavano su. Io ero in bicicletta e sono riuscita a scappare. Ma alla mia età non ricordo più tutto quello che ho fatto: ho continuato a correre quando c'erano gli scioperi,... Noi in casa siamo tutti iscritti al partito, mia nipote, mio figlio, mia figlia; a mio marito hanno fatto il funerale civile.

Ho fatto la mia parte.

Milanododici: siamo arrivati agli anni '50. Avete dovuto continuare a lottare per difendere la libertà!

Mario Scelba era il Ministro dell'interno. Cosa ha significato essere comunisti in quegli anni?

Pierina: Era più difficile, bisognava combattere più di adesso. Anche nelle fabbriphe era più difficile.

Prini: Nel periodo Scelbiano si andava in galera, si era licenziati. lo

Milanododici: Proseguiamo. Vorrei che, per concludere quest'intervista, parlassimo anche dei cambiamenti che ci sono stati nel Partito comunista nel corso di questi anni e di queste lotte. Del passaggio dal partito clandestino al partito di massa, al partito nuovo di Togliatti. Prima però vorrei dare la parola anche al compagno Susanna.

Antonio Susanna: lo sono un comunista senza tessera. Ho avuto la tessera del Psi, poi al momento della scissione sono passato allo Psiup. Dopo non mi sono più iscritto a nessun partito, anche se sono tre legislature che voto comunista. Soprattutto la mia attività era di carattere sindacale, nel campo dei ferrovieri. Tuttora questa funzione la svolgo nel campo dei pensionati. lo sono nella linea del Pci. Sono gli ideali che una volta avevano i socialisti. Oggi i comunisti non hanno più certe caratteristiche che avevano una volta. Nel '45 c'erano molti compagni comunisti con cui era difficile discutere. Allora militavo nel Psi; trovavo delle difficoltà a discutere, anche nel momento dell'unità d'azione, del Fronte popolare. Voltolina: Dalla divisione del '21 sono rimasti degli antagonismi. Ancora oggi c'è qualche posizione settaria nel nostro partito rispetto ai socialisti. Allora il partito uscito dalla clandestinità era un partito

Il partito comunista italiano doveva essere un partito di massa, un partito democratico, in cui ciascuno dice quello che pensa, senza aver timore del capo.

Prini: Un grande pregio di Togliatti è stata questa svolta. È stato uno scossone notevole che ci ha messo in condizione di fare una trasformazione del nostro partito.

Molto ci ha insegnato il partito. Se oggi ho una certa cultura, anche questo è grazie al partito. Prima di tutto le scuole di partito, il leggere, il discutere, l'aver fatto il consigliere di zona, attività in fabbrica nella commissione interna, tutto questo mi ha permesso di elevarmi a una condizione superiore a quella che avrei potuto avere senza il Partito comunista.

Abbiamo fin qui parlato del passato. Vorrei che dall'intervista si evidenziasse anche il perchè oggi rinnoviamo la tessera e siamo fedeli al nostro ideale di tanti anni.

L'indebolimento del nostro partito, oggi, vuol dire inflazione, aumento indiscriminato dei prezzi, attacco alle libertà: guarda la storia dell'occupazione delle terre incolte a Persano, si mette un'altra volta in galera chi vuole lavorare. La Fiat, l'Alfa Romeo, l'Olivetti licenziano: si vuole far tornare indietro i lavoratori. Perciò solo con un Partito comunista forte si difende la libertà e il benessere dei lavoratori. Pierfranco Ravotto

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