FFORI - BOVISASCA RUZZANO OMASINA
L. 300
CONSIDERAZIONI
Compleanno
Cari Lettori con l'uscita di questo numero, ABC, compie il suo primo anno di vita. Non intendiamo qui formulare un giudizio in merito al nostro operato perché riteniamo che questo spetti a voi. Vogliamo invece ricordare come è nato e quali le difficoltà incontrate nel corso di questo primo anno.
ABC, periodico mensile della
Zona 8, nasce per espressa volontà dei comunisti della zona, allo scopo di dotarla di uno strumento d'informazione capace di penetrare nelle diverse realtà politiche, culturali e sociali esistenti.
La formula di apertura di questi giornale risponde alla primaria esigenza democratica per il coinvolgimento al dibattito di tutte le componenti socioculturalpolitiche operanti nella zona. Sua caratteristica principale consiste nel fatto che i redattori e i collaboratori non sono i professionisti dell'informazione, ma dei cittadini che liberamente e gratuitamente, hanno sentito il bisogno di dedicare parte del loro tempo libero a questo lavoro di base. Da questa caratteristica ne consegue che il giornale si presenta al lettore diverso, nei contenuti e nel linguaggio, da tutti gli altri organi di informazione.
Certo, carenze e limiti ve ne sono stati e non intendiamo qui, sottrarci alle critiche: al contrario, è nostra intenzione stimolarle, ben sapendo che queste servono per migliorare le nostre capacità di rispondere alle vostre aspettative, rivolgendovi l'invito a divenire voi stessi protagonisti del giornale.
Un particolare invito al dibattito sulle colonne di ABC rivolgiamo alle forze politiche che, presenti nelle istituzioni, hanno il compito della gestione della cosa pubblica. Cosa questa che purtroppo a causa di atteggiamenti di chiusura di alcune forze non siamo riusciti a realizzare, ma che cercheremo di attuare con il programma che stiamo elaborando per il prossimo anno.
Un'altra delle difficoltà incontrate è quella del reperimento delle notizie cosiddette «spicciole», anche se va tenuto conto che essendo ABC un mensile, come tale non può correre dietro alla notizia quotidiana. Compito che gli è proprio è invece quello di penetrare nella notizia, cercando di fornire al lettore tutta una serie di elementi atti alla comprensione della stessa. É in questo senso che noi intendiamo
(segue in ultima)
Il contratto dei metalmeccanici
Progetto Pandolfi: quale sviluppo?
Quando questo giornale sarà distribuito ci si avvierà alla scadenza, fissata dallo stesso governo al 31 dicembre '78, per la presentazione di «un quadro triennale di azioni programmatiche» con cui avviare una «svolta» nella nostra economia: così sta scritto al punto 52 del «piano Pandolfi», presentato ai partiti della maggioranza governativa il 31 agosto.
Il termine auto fissato dal governo sta per scadere, e nulla ancora è trapelato in merito al punto concreto di elaborazione, di riempimento della bozza di fine estate: nessuna risposta — perfino - è stata data alle richieste di alcuni partiti della maggioranza (ad es. il Por) che non fosse irritazione per il richiamo al governo a mantenere gli impegni assunti.
Dall'assemblea nazionale dei delegati, tenutasi al Palazzo dell'EUR di Roma, il movimento sindacale ha impresso una svolta al suo modo d'essere e di porsi nella società. Le decisioni che in quell'assemblea furono prese, coinvolgevano le strutture sindacali di tutte le categorie ed i lavoratori in prima persona.
Veniva ribadita con fermezza una linea di verifica dei processi produttivi e un controllo degli investimenti che, pur presenti nei contratti di lavoro di diverse categorie, non aveva ancora dato i frutti sperati.
La «nuova linea» quindi, più che «salarizzare» le lotte, tendeva ad attaccare il padronato sul terreno dell'occupazione e degli investimenti produttivi.
Da più parti questo comportamento è stato interpretato come un'inversione di tendenza rinunciataria e bollata come cedimento.
Anche all'interno dello stesso sindacato le interpretazioni sono state molteplici. Il dibattito intorno a quella scelta è ancora aperto e i contratti sul tappeto ne avvertono tutta l'importanza.
Questi temi vengono posti con puntualità e precisione nel contratto dei metalmeccanici la cui bozza è attualmente sottoposta alla consultazione di base. Gli in-
vestimenti, la professionalità, la parità normativa, l'orario di lavoro. Sono questi i maggiori temi di discussione. È su questo che il Sindacato butta il suo peso per incidere nella società come forza rinnovatrice.
Anche nella nostra zona, i lavoratori metalmeccanici sono im-
pegnati in questa consultazione, e abbiamo voluto sentire sull'argomento i lavoratori della Oerlition, la fabbrica più importante e più grande di Affori.
«Controllare gli investimenti delle aziende significa per noi cono(segue in ultima)
No agli aumenti
RCA auto
Come avviene ormai da diversi anni, puntuale come S. Ambrogio, l'Immacolata e l'immancabile ponte di questi giorni, ecco la richiesta da parte dell'A.N.I.A. (Associazione Nazionale Imprese Assicurazioni), la Confindustria assicurativa, di un ennesimo «ritocco», naturalmente in aumento, delle tariffe della Responsabilità Civile Autoveicoli per il 1979.
Giusto? Opportuno? Motivato?
Proviamo insieme ad entrare nel merito della questione e ad analizzare alcuni dati di carattere tecnico.
Innanzitutto vediamo quali sono le principali «voci» su cui si basa la fissazione dell'entità delle tariffe.
Tali voci sono:
La frequenza media dei sinistri.
Il costo medio dei sinistri.
Il rapporto sinistri a premi (rapporto tra l'importo complessivamente pagato per i sinistri ed il cumulo degli importi pagati dagli utenti)
(segue in ultima)
Se al documento Pandolfi va riconosciuto un valore di indubbia novità in fatto economico, in quanto prospetta — sia pur timidamente e per un tempo breve — un discorso programmatorio complessivo e articolato, crediamo che per il momento non ci si possa spingere più in là con gli entusiasmi.
Dopo una rapida, ma incisiva, descrizione di alcune differenze nel quadro economico del nostro paese succedutesi nell'arco di un decennio (aumento dei prezzi, dei disoccupati e delle ore di cassa integrazione, del debito pubblico, diminuzione degli investimenti e della crescita del prodotto interno lordo ecc.), manca una analisi seria delle cause che le hanno prodotte, non essendo queste riconducibili soltanto al costo del lavoro, allo scarso utilizzo degli impianti e all'aumento della spesa pubblica.
Come se questi «fattori» non fossero il risultato di un trentennale «governo dell'economia» che ha puntato negli anni '50 quasi esclusivamente sullo sviluppo di settori economici a rapida accumulazione di capitali (es. industria automobilistica), senza voler poi «programmare» la distribuzione delle ricchezze e degli investimenti verso altri settori (es. l'agricoltura, i consumi sociali) tradizionalmente portanti dell'economia; e che ha favorito (segue in ultima)
ANNO 1 - N. 10 DICEMBRE 1978 mensile di politica,cultura,attualita'
Autunno sindacale
Un'esperienza all'Ufficio di Collocamento a pag. 5 Succede anche a Natale a pag. 3 Intervista a Carlo Smuraglia a pag. 4 137 milioni per le scuole a pag. 6 Bruzzano: realtà di un asilo a pag. 5
Tribuna aperta Tribuna aperta Tribuna aperta Tribuna aperta Tribuna aperta Tribuna aperta
Queste colonne sono a disposizione di tutte le forze politiche e sociali. Non necessariamente l'impostazione e il contenuto degli articoli rispecchiano l'opinione della Redazione.
Comunità aperta
Nel mese di agosto un folto gruppo di degenti (oltre 70) dell'Ospedale Psichiatrico «Paolo Pini» di Affori, ha trascorso un periodo di vacanza in montagna, in Val Formazza (Novara) a 1.300 metri in una casa delle Acli.
La proposta, partita dal Nucleo Acli dell'Ospedale, è stata subito condivisa dalla Direzione, che si è adoperata per ottenere dall'Amm. ne Prov.le uno stanziamento adeguato e tale da rendere possibile la realizzazione dell'iniziativa.
Il soggiorno in montagna è stato caratterizzato da due periodi distinti e diversi. Nelle prime due settimane i degenti erano assieme ad altri pensionati, famiglie, bambini e trattati in tutto e per tutto alla stregua dei normali ospiti.
Nel secondo periodo si è realizzata una forma di autogestione con un gruppo più consistente di degenti.
La validità e l'utilità dell'iniziativa è fuori discussione: nei suoi risvolti terapeutici essa viene esaminata negli interventi di alcuni operatori, che hanno vissuto questa esperienza con i degenti.
La buona accoglienza fatta dagli inconsueti ospiti dagli abitanti della valle e dalle stesse autorità è molto incoraggiante. Ma la vacanza in montagna è stata soprattutto apprezzata dai degenti che già hanno chiesto di ripetere il prossimo anno questo entusiasmante soggiorno.
Le stupende passeggiate fra incantevoli montagne, le allegre serate intorno al fuoco, i giochi, le amichevoli conversazioni resteranno per sempre impresse nella mente e nel cuore di chi per anni ha vissuto la segregazione alienante dell'ospedale psichiatrico.
È anche partendo da simili iniziative che si può ritrovare la gioia di vivere e la volontà di inserirsi in un contesto sociale esterno alla triste realtà manicomiale ed è in questo modo che si riesce a rompere lo schema alienante e statico che avvolge la vita dei degenti degli ospedali psichiatrici.
Queste esperienze se opportunamente organizzate e guidate, assumono non soltanto il significato terapeutico, ma anche politico, che si traduce, al di là delle facili dichiarazioni in tentativi concreti di ricupero reale del «diverso».
Ad onor del vero, nel caso in esame, si deve constatare che non è mancata una certa indifferenza medica (salve rare eccezioni) e delle assistenti sociali a questa iniziativa, mentre il personale infermieristico si è prodigato al di là del pensabile contribuendo positivamente all'ottima riuscita.
La legge 180 sulla riforma psichiatrica non deve essere attuata soltanto smantellando i manicomi e dimettendo i pazienti abbandonandoli a sè stessi. In questo modo sono ancora i più deboli, i più indifesi, i più poveri a pagare sulla loro pelle e con sofferenze talvolta inaudite, che non raramente sfociano nel suicidio, la cattiva applicazione di una legge giusta.
L'Amministrazione Provinciale e la Direzione dell'Ospedale «Paolo Pini» hanno dimostrato in concreto, rendendo possibile un periodo di vacanza ai degenti più bisognosi, di credere al ricupero dei pazienti e al loro graduale inserimento nella società.
Ma basta solo questo per qualificare tutta una politica nei confronti del malato psichico? La risposta sarà nei fatti concreti di un prossimo futuro.
L'esperienza della vacanza in montagna, se considerata nella sua logica più complessiva, si può prestare anche ad un'altra serie di considerazioni sulla legge 180 in via di applicazione.
L'opinione pubblica troppo spesso è solita considerare l'ammalato mentale come parte separata della società civile e delega tutta la sua complessa problematica a chi di competenza sotto il profilo giuridico e amministrativo. A sua volta l'autorità competente, magari per esigenze di bilancio, scende ad una rigida e meccanica applicazione del dettato legislativo. senza considerare il problema nei suoi
risvolti più autentici, cioè quelli umani. Si assiste così ad una posizione sempre più divaricante dai problemi reali della persona. Chi per esempio pensa ai sacrifici di ogni genere e natura, mai sufficientemente considerati, sostenuti da una famiglia che ha nel suo seno un ammalato mentale? Se non si poteva considerare civile una società che relegava gli ammalati mentali nei ghetti del manicomio, tanto meno civile è una società che tende a scaricare le sue responsabilità nei confronti dei «diversi», abbandonandoli a sè stessi o all'impotenza delle famiglie. Le esigenze delle persone, delle famiglie, vanno sempre anteposte a quelle dei bilanci, perché non è in termini economici, ma in termini culturali che va impostata la soluzione di problematiche tanto importanti e delicate. Prima la persona, poi tutto il resto.
Solo da questa nuova impostazione culturale e politica può nascere una vera solidarietà ed una più sentita partecipazione ad una continua sopraffazione e ad una inaccettabile prevaricazione del forte sul debole.
La valutazione che la società è talvolta anche l'autorità fa degli ammalati mentali rivela l'incapacità che esse hanno di affrontare i problemi e provvedere ad essi nel modo più efficace ai loro reali e urgenti bisogni.
Tutti i provvedimenti e le iniziative che la pubblica amministrazione effettua, devono andare unicamente in questa direzione per essere utili ed incisivi.
Soprattutto oggi che, con la riforma in atto, e tutto in movimento, si deve realizzare un più forte impegno, senza più lentezze burocratiche e vuoti paurosi. Non è lecito a nessuno lasciare solo di fronte ai suoi problemi l'ammalato che ha conosciuto più emarginazione, ma neppure deve essere lecita la totalizzazione sul controllo sociale sull'ammalato, che comprometterebbe gravemente la libertà e il rispetto della persona umana.
Perché non rendere partecipi gli utenti delle scelte che li riguardano.
Essi non si possono accontentare di miglioramenti e innovazioni che restano all'atto pratico dei tentativi inconsistenti, se non affrontano alla base la situazione di emarginazione. Bisogna concepire un modo nuovo di attuare la legge sull'assistenza psichiatrica, anche e soprattutto con la partecipazione attiva e responsabile degli utenti stessi.
Ivo Bertani
Anziani in Comasina
Sono ormai alcuni anni che in Comasina ed in zona 8, vi è un nuovo movimento - non si tratta di giovani né di donne — ma di anziani, coloro che bene o male hanno già dato il loro contributo di idee, di lavoro e di altro ancora al nostro paese e che a mio avviso debbono ancora dare. Mi spiego; in sé il movimento è positivo, all'inizio in Comasina il nostro caro compagno Trenti ormai vaccinato militante del Pci, )e non solo) si era padigato a far sì col suo modesto contributo che questa realtà facesse riferimento non solo ad uno svago oraganizzativo, che è già qualcosa; ma che si indirizzassero anche verso le grandi Confederazioni Sindacali dei pensionati per avere giustamente le dovute assistenze sociali, sindacali, e perché no, anche umane, soprattutto oggi che di questo termine se ne fa un uso di tipo consumistico e strumentale verso il Pci! (vedi l'attacco al Leninismo).
Poi il compagno Trenti è stato messo da parte (?): il perché è da ricercarsi nel fatto che codesto compagno non aveva ancora raggiunto i 60 anni (è giusto tutto questo, oggi, che diciamo che occorre l'unità tra le diverse fasce di età, per stare insieme con diverse esperienze, per capirsi, insomma perché è un fatto umano?!) a mio avviso no, e no a maggior ragione oggi che questo «movimento» sta prendendo una piega non troppo simpatica, per esempio; se un'anziano si avvicina a questa realtà e non mette giustamente l'accento sulla politica sindacale e della assistenza, spesso costui — non sempre — viene bollato come comunista o ancor più come antidemocratico!? Ma mi chiedo: è forse democrazia questa?, io credo proprio di no e credo di no oggi che sempre più nel paese viene manifestandosi una disaffezione alla politica — come strumento di partecipazione — quindi questo modo di essere di per sè è qualunquismo. invece io ritengo — il Pci in genere ritiene — che oggi l'unico modo perché si portino a soluzione i gravi problemi del paese e quindi della Comasina, è indispensabile per tutti (partiti, associazioni culturali e sportive ecc.), a maggior ragione per la
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terza età. Vedi la conquista di perequazione sulle pensioni ottenuta anche e soprattutto grazie al Pci e alle sinistre, messo da parte Dc, che è però solo un primo passo anche se importante - a ricercare con i comunisti del Comasina la collaborazione, non sarà quindi positivo per certi anziani fare esami di «democraticità» ai comunisti — che più di altri hanno contribuito a costruire la nostra Repubblica Antifascista, a difenderla, a rafforzarla per estendere a tutti i livelli, al di là delle ideologie, una partecipazione a tutti i cittadini e prima di tutti ai più poveri.
Quindi il Pci della Comasina si auspica che tutto ciò vada per il verso giusto — senza anatemi, scomuniche verso alcuno tranne che per le forze (e quindi persone) antidemocratiche, e reazionarie di destra l'importante è che ognuno partecipi a sviluppare codesto movimento in senso democratico e partecipato, che diventi sempre più riferimento per le masse degli anziani — e non solo di loro — del nostro quartiere e fattore di stimolo alla politica e non viceversa, solo così sarà più chiaro anche il ruolo di questa realtà organizzata; i comunisti infine si ripromettono di essere più vicini agli anziani stessi — sanno gli anziani del Comasina che è grazie alla nuova giunta Milanese di cui fa parte a pieno titoli il Pci, che si è potuto rimodernare questa struttura del quartiere, da anni lasciata a sè per colpe altrui, atta ad ospitare così gli anziani stessi? — è evidente grazie anche alla collaborazione tra le forze democratiche ed in primo luogo tra i partiti della classe operaia, cioè il Pci e il Psi.
Infine a termine, il Pci della Comasina entro breve tempo terrà una «conferenza-pubblica» su questa tematica e chiamerà con invito a parteciparvi, tutte le forze politiche e sociali del quartiere, nonché gli anziani stessi e la popolazione tutta, perché insieme si contribuisca in modo critico ma costruttivo alla comprensione reciproca — nel rispetto delle singole autonomie — di questa delicata realtà sociale così importante per il nostro quartiere e per il paese intero.
Salvatore Rizzi segretario Pci - Comasina Sez. Ruggero Grieco
Redazione: Via Astesani, 27
Mario Migliaccio
Andrea Colombo
Maura Ceccaroli
Mario Longagnani
Roberto Omini
Luca Belloni
Fiorenza Baini
Hanno collaborato a questo
numero:
Bruno Panzeri
Manuela Wiser
Ivo Bertani
Fabio Ceruti
Maria Martinelli
Gianpiero Gigli
Salvatore Rizzi
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pagina 2 Dicembre 1978
Non dimenticate che accade anche a Natale
Ho parlato con tre ragazzi che si bucano. Ne ho raccolto uno sfogo molto importante sul piano umano che mi sarebbe piaciuto far conoscere integralmente, ma non è stato possibile. Ho parlato con loro immediatamente dopo che si erano bucati, anzi, ho visto tutto, e lo spettacolo mi ha piuttosto turbato, come mi turberà il loro sfogo di cui qui posso segnalare le parti salienti, secondo un mio giudizio, che essendo soggettivo non è magari neanche il migliore. Il primo di essi ha cominciato a raccontarmi la sua storia. Scoprì, tempo fa, di essere felice con una ragazza, ma presunti amici lo condizionarono e gli misero in testa idee da superuomo, cominciò a trattarla male e la perse. Si trovò da solo e probabilmente per reagire, fare qualcosa, cominciò a bucarsi: in quei due mesi che non l'ho vista ho cominciato a tirarmi (bucarmi n.d.r.) di brutto. Ho fatto un casino di debiti». Per due mesi: «... ho iniziato a bucarmi, a spendere venti, trenta carte al giorno, sempre ad "ero", solo due volte ho provato l'anfe, mi sono fatto... cioè ho provato anche la morfina e la cocaina». Gli chiesi se non era giustificazione morale quella della ragazza, per continuare a bucarsi. Mi rispose che nessuno poteva aiutarlo, nessuno lo poteva capire. Adesso vuole ritrovare se stesso, perché prima era solo: «... se uno vuole stare con me lo considero un amico, se mi tratta da amico sarà meglio per lui perché ci guadagnerà sempre, capisci?». E qui si innesta un fatto curioso che dimostra come il buco condizioni il loro vivere. Per esempio tra noi, cosiddetti «sani», si trova un amico e gli si offre da bere. Lui invece racconta che il mattino aveva trovato un amico che era giù perché voleva «bucarsi»ma non poteva. Allora per dimostrare la sua amicizia, gli ha offerto il buco per la sera stessa.
In un certo senso questi ragazzi possiedono anche una certa cultura per ciò che riguarda l'argomento specifico, infatti si informano di ciò che scrivono i libri. Questo credo che accada perché prendono la «roba» con una certa consapevolezza e li aiuta. Ho intravisto diverse volte, tra le pieghe di questo sfogo, un rapporto di amore-odio.
Mi ha parlato del libro «Alice e i giorni della droga»: «I libri, ciò che dicono, non è vero. O è vero in parte. Perché a ogni persona fa il suo effetto..., per esempio questa ragazza alla fine muore, cioè... Ma non esiste! Cioè, per morire ci vuole una vita, te lo dico io. lo è da quando avevo quindici anni che mi "faccio" (buco n.d.r.)». Viene poi smentito il luogo comune che sia un fatto difficoltoso e massacrante l'uscirne fuori. Nessuno di loro dice che sia facile però il secondo ragazzo mi ha raccontato di un tale che era quasi distrutto dall'eroina. Scappava di casa, spariva. È tornato a casa. È stato perdonato dai genitori e probabilmente, il ritrovare un'affetto che ormai credeva perduto, l'ha aiutato a smettere. Insomma siamo sempre all'annoso problema: la mancanza di amore e affetto di cui si soffre in luoghi come questa zona. Probabilmente ci si comincia a bucare per motivazioni, diverse, ma poi alla fine ci si buca per surrogare affetti che non si hanno. E lo stesso ragazzo me ne ha dato poi conferma indiretta alla mia domanda: «Tutti abbiamo un bisogno disperato d'affetto, perché vediamo che le cose vanno male e cerchiamo l'affetto. Ma non si
può riuscire a resistere senza paradisi artificiali?». «Sì, sì, è giusto» Mi rispose. «lo tante volte ho rifiutato. Magari ero già tranquillo, ero felice e potevo farne tranquillamente a meno». Messo sul tappeto il problema di smettere ho scoperto che non ne hanno ancora la convinzione necessaria. Il primo di loro mi ha detto che ha smesso per un certo periodo perché pareva che stesse per tornare insieme con quella ragazza che amava. Non essenso successo, è tornato a bucarsi. È giunto all'idea che se deve smettere, smette per lui perché «...se avessi smesso per lei e lei poi fosse andata con un altro, io avrei ricominciato». Insomma non si riescono a trovare nella vita motivi sufficienti per smettere. Devono smettere per loro stessi, ma il fatto di non trovare autentici stimoli, il discorso del «per chi?» e «perché?» diventa tragico perché vuol dire che questa vita che si conduce procura solo autodistruzione e non incentivi a migliorare se stessi. E paradossalmente, per uno di questi ragazzi è il buco che l'aiuta ad essere se stesso. Si può dire che sia un «fortificante». In questo sfogo ci sono diverse contraddizioni, anche se, ci tengo a dirlo, pur con delle oscurità, il ragionamento un certo filo logico l'ha sempre avuto. La contraddizione più notevole è questa e si lega alla dipendenza mentale, più che fisica. Questi ragazzi non sono certo assuefatti fisicamente, anzi, spesso riescono, come già detto, a farne a meno. Il buco aiuta a risolvere problemi vitali. Dice uno: «... per smettere occorre che dica basta e punti sui minimi problemi e li affronti». «Perché non provi?». «Li affronto lo stesso così». È contraddizione. la voglia reale di smettere non c'è.
«Dicono: "Col buco tu sfuggi". Ma non è vero. Le menate ce le hai lo stesso, il doppio, perché capisci la gente com'è». Insomma, questo sfogo ha fatto cadere uno dopo l'altro tutti i pilastri su cui si basavano le mie idee. Bucarsi certo è un male. L'importante però è che ci sia un'alternativa umana, per migliorarsi dentro, visto che per ora il "buco" rappresenta per loro un sostegno e li aiuta a compiere la ricerca difficilissima per chiunque del proprio io. È proprio questo che lo rende indispensabile e così si spiega quello che mi disse in seguito: «... Non ti toglierai mai il pallino per tutta la vita... al 90% non lo togli. Al 10% lo togli, ma per un fatto solo. Lui (un amico suo) ci sta riuscendo con la donna. Ci si riesce, ma uno dovrebbe andare in un'altra compagnia, cioè dovrebbe andare
con gente che fuma sigarette e basta. Ma dovrebbe rimanere lì perché se esce...» E ha lasciato sospesa la frase. È il problema di essere se stessi, di cercare il proprio io che li assilla, uno dice, ammettendo la propria impotenza di fronte all'anfetamina: «Io ho bisogno dell'anfetamina per caricarmi ed essere me stesso».
Un'altro: «Non lo faccio così per uno sfogo mio... lo faccio perché cerco qualcosa... cerco me stesso».
È questo il punto focale che traspare da tutta l'intervista: la possibilità di essere se stessi. Se loro riescono a essere se stessi
col buco, vuol dire che evidentemente a loro la società non ha dato la possibilità di essere se stessi senza paradisi artificiali.
Questo è il nocciolo che si può ricavare da questa indagine che, ci tengo a dirlo, rispetta la varietà degli argomenti toccati, lo sfogo di questi ragazzi con uno che non si buca, anche se non è migliore di loro, il tono concitato degli interventi, i momenti, a volte disperati, a volte commoventi. Per chiudere, posso dire che questo problema si può risolvere anche solo con l'acquisizione della necessaria consapevolezza o con il trovare degli affetti. Ma
lo si risolverebbe solo sul piano particolare. Per risolverlo in generale, a parte la necessaria volontà politica di colpire in alto dove s'annidano i magnati della droga, occorre che la gente, noi diciamo, non dobbiamo avere più bisogno di evasioni artificiali, che si possono chiamare buco, bere, paranoia dello spinello o anche il fare il Travolta per sentirsi forte o avere le moto grandi, che servono solo a eludere la vuotezza della nostra vita o a sostituire in maniera discutibile ideali caduti. a cura di Fiorenzo Balni
Un giorno triste
Senza dio da pregare senza nessun figlio del padre «degli altri», Natale, è un giorno triste. Le campane suonano e la gente è felice, ma non il dio non credo a quel figlio che dice del padre universale, ma il giorno di Natale è triste, la guerra è finita la pace è raggiunta, per un giorno solo... Ma che sarà domani, nessuno più penserà al dio e allora...
Atea è la mia definizione, ma Natale è triste nessuno può pensare che è bello, forse il bambino che mi guarda, lui aspetta i doni!, forse il signore che va a svernare o a sciare, senza pensare, senza capire che Natale è triste. Di questo giorno prescritto mi piace lo sguardo del bimbo che apre i pacchi la gente che si incontra e fa festa, ma non c'è dio nè Natale, nè Gesù Cristo, per chi ama quel sorriso del bambino o del vecchio per chi ama la neve che scende e che
rimane «pura» e bianca, per quel freddo che provoca il piacere di stare al caldo, per chi ha voglia di gridare CIAO a tutto il mondo per chi ha voglia di sognare e di ridere per chi è solo e senza speranza per chi ha tutto per chi ha niente Natale, illusione come tante, i sogni di pace, libertà e uguaglianza vengono risolti a mo' di leggera parvenza in un triste giorno (quello dell'ipocrisia): Natale.
Manuela Wiser
Dicembre 1978 pagina 3
La Lombardia nella prospettiva europea
Intervista a Carlo Smuraglia presidente del Consiglio Regionale
1. Si sente dire da più parti che le Regioni sono in crisi, non funzionano; cosa ne pensi?
So bene che ci sono molte critiche nei confronti delle Regioni; ma bisogna distinguere tra quelle fondate ed in buona fede e quelle puramente strumentali.
Le Regioni sono "giovani" ed hanno avuto dallo Stato poteri necessari solo sporadicamente e con gravi ritardi; e sono ben note le resistenze di alcuni organi centrali a prendere atto della nuova realtà istituzionale del Paese. Per di più, istituire le Regioni senza riordinare l'intero sistema delle autonomie crea difficoltà assai gravi, anche per ciò che riguarda i rapporti con Comuni e con gli altri Enti locali.
Che poi, oltre a queste ragioni oggettive di disfunzionamento, vi siano anche cause politiche, è un fatto evidente: anche le Regioni vivono lo stato di emergenza, ma si stenta - da varie partia prendere atto dell'esigenza di affrontare la situazione senza discriminazioni e preclusioni. La formazione di maggioranze che comprendono anche il P.C.I. ma lo escludono dall'esecutivo, è una contraddizione che va rapidamente sciolta, se si vuole davvero cambiare strada. Ed è certo che molti schemi del passato, molti clientelarismi, lo stesso
metodo degli interventi «a pioggia», vanno eliminati, per dar luogo ad interventi programmati ed a linee di sviluppo serie e coerenti.
2. La partecipazione è stata uno dei temi più originali e fondamentali della nascita della nostra Regione, ma, nella pratica, sono numerose le critiche alla Regione per la scarsa sensibilità verso le istanze delle forze sociali e verso gli stessi Enti locali. Dunque, un fallimento della partecipazione?
Non parlerei di fallimento, anche perché non è vero che la Regione non sia sensibile, in modo sistematico, alle istanze delle forze sociali e degli stessi Enti locali. Facciamo molte consultazioni, ad esempio; ma spesso le facciamo male o senza adeguata preparazione. Dunque, c'è un problema di riorganizzazione della partecipazione, che - evidentemente - non nasce da sé, ma ha bisogno di essere correttamente intesa e soprattutto correttamente organizzata.
Per me, la partecipazione non è la raccolta del consenso, ma elaborazione collettiva dei progetti, dei programmi e dei provvedimenti, fondata su una completa informazione e su reali rapporti di confronto e di discussione. È su questo terreno che occorre
muoversi con decisione. E bisogna attribuire le deleghe agli Enti locali, dopo averle discusse con loro. Infine, bisogna essere più sensibili a tutti fermenti che vengono dalla realtà sociale e riuscire a coglierne l'essenza ed il fondamento, tenendo conto della nuova complessità dei rapporti e del crescente pluralismo sociale.
3. La tua Presidenza del Consiglio è nata con la formazione della nuova maggioranza in Regione, comprendente i comunisti e l'approvazione di un programma avanzato. CI sono già dei risultati?
La nostra Regione si trova in una di quelle situazioni contradditorie cui accennato prima; se comunisti possono far parte della maggioranza, perché devono restare fuori dall'esecutivo? Ma anche a voler restare nella logica delle scelte compiute nel marzo scorso, è certo che l'attuazione deiprogrammi allora formulati incontra continue difficoltà e ci sono ancora troppi nemici della nuova maggioranza, più o meno apertamente dichiarati. Cosi, se è vero che alcune cose sono state fatte, è anche vero che altree sono le più importanti - stentano ancora a trovare attuazione: alludo ai progetti di legge sull'organizzazione degli uffici della
Regione, sulle vaste aree, sul riordinamento dei servizi di zona; ed alludo al piano di sviluppo. Su questi provvedimenti si misurerà la forza della nuova maggioranza e la sua capacità di realizzarsi. Per quanto riguarda la mia Presidenza, posso solo dire che si è cercato di rivalutare al massimo il lavoro dell'Assemblea e dei suoi Organi, di istruire rapporti proficui con l'esecutivo, con le stesse Autorità locali e con gli organi di Stampa. Su questo piano, credo che qualche risultato sia stato già ottenuto; ma è ovvio che non spetta a me formulare un giudizio complessivo.
4. La Lombardia è la Regione più europea del nostro Paese; e con le prossime elezioni per il Parlamento europeo, il suo inserimento nella Cee sarà ancora più accentuato. Cosa sta facendo la Regione per favorire questa integrazione senza perdere di vista problemi del Mezzogiorno?
Abbiamo scritto con chiarezza anche nello statuto che non concepiamo uno sviluppo della nostra Regione che non sia legato allo sviluppo complessivo del Paese. E dunque, se accettiamo la proiezione europea della nostra Regione, con le sue particolari caratteristiche, non dobbiamo dimenticare mai che non avrebbe senso una Lombardia "Regione d'Europa" piuttosto che "Regione d'Italia". Nell'elaborazione del piano di sviluppo stiamo cercando di tenere conto di questa esigenza e di questa realtà.
D'altronde, su tutti problemi che nascono - anche a livello istituzionale - dall'elezione diretta del Parlamento europeo, vogliamo mantenere contatti continui e profondi con tutte le altre Regioni. A gennaio dedicheremo una seduta del Consiglio a queste tematiche e non dubito che il problema dello sviluppo complessivo del Paese e dello scioglimento del nodo del Mezzogiorno sarà al centro della discussione.
Un'esperienza all'Ufficio di Collocamento di Milano
Ma quanta burocrazia!
Sono una giovane disoccupata come Voi,e da oltre 4 anni cerco lavoro; soltanto da 2 anni sono iscritta alle liste ordinarie di collocamento, e da 1 anno alle liste speciali per giovani. Frequentando da 2 anni l'ufficio di collocamento ho voluto scrivere questo articoloper vari motivi: perché vivo in prima persona il problema dell'ufficio di collocamento, perché è giusto che coloroche lavorano sappiano e si rendano conto di quello che succede all'ufficio di collocamento; dell'esasperazione e nello stesso tempo dell'impotenza d'agire perché manca un esecutivo capace di farle applicare. Il nuovo ufficio di collocamento è stato trasferito da un paio di mesi in Via Duccio di Boninsegna, precedentemente era situato in P.za S. Ambrogio. Per iscriversi alle
lità e nei confronti dei piccoli e nei confronti dei genitori. Per discutere di questi e altri problemi, recentemente l'assessore Cuomo ha riunito le coordinatrici e presidenti dei comitati di gestione di tutti gli asili nido di Milano. Per quel che riguarda la nostra zona l'assessore ha detto che saranno aperti quanto prima altri due asili, uno in via Scialoia e uno alla Bovisasca, ha auspicato anche la creazione di micronidi là dove ci sia la possibilità di farli, cioè dei piccoli asili che contengano da cinque a dieci bambini, con una assistente per la loro cura.
listeordinarie di collocamento bisogna presentare il libretto di lavoro e lo stato di famiglia, inoltre si compila un foglio con propri dati anagrafici ed economici e l'eventuale titolo di studio conseguito. Viene rilasciato dall'ufficio di collocamento un cartellino rosa sul quale si dovrà apporre un timbro ogni mese, i giorni in cui sono aperti gli uffici per la revisione del cartellino vanno dall'Il al 30 di ogni mese. Nel momento, in cui una persona si dimentica o per cause maggiori (tipo malattia) non timbra il cartellino, il mese successivo deve presentare un certificato del medico curante nel quale si attesta che la persona per il periodo di X giorni essendo ammalata non è potuta venire a confermare di persona il suo stato attuale di disoccupazione. Una domanda
spontanea che può saltare fuori è questa: Cosa serve venire a timbrare ogni mese il tesserino rosa? La domanda posta contiene 2 risposte. 1) Ogni mese una persona viene a confermare il suo stato attuale di disoccupazione. 2) L'Ufficio di Collocamento non rilascia il nulla-osta se non in casi particolari come quando dipendenti di una ditta non superano il numero di 4 persone o quando si è impiegti di concetto, il Collocamento afferma che è lo stesso ufficio di collocamento a dare il lavoro, per questo si forma una graduatoria; mi spiego meglio: il tesserino rilasciato e timbrato entro il mese si deve portare ogni Lunedì allo sportello graduatoria entro le 9,30 poi ci si dirige verso un cartello con suscritto Offerte Lavoro Impiegati, qui sono affissi dei fogli con su scritto nella la colonna l'ordineprogressivo della richiesta, 2° colonna la Ditta che richiede ed infine la terza colonna con le referenze richieste. Ognuno prende nota di ciò che più gli interessa annotandosi su un foglietto la Ditta ed il numero progressivo dell'offerta. Si aspetta che la graduatoria venga affissa, poi si va a vedere in che posizione ci si trova intanto viene annunciato dal microfono sino a che numero chiamano se ci si trova nelle prime 10 posizioni, ti presenti allo sportello dove chiamano; qui richiedi le offerte
che hai annotato, ti fanno leggere le lettere di richiesta che la ditta ha mandato all'ufficio di Collocamento. Se accetti ti viene rilasciato il libretto di lavoro e un foglietto di presentazione dell'ufficio di collocamento. Ci sono molti aspetti negativi nel sistema di gestire l'ufficio di collocamento; non esiste un serio controllo verso la ditta che assume e fa richiesta, ad es. uno scherzo frequente è quello che per la sostituzione di 1 impiegata in maternità assumono e licenziano una persona al mese in modo da non pagargli alcun contributo nel caso fosse assunta per 8-9 mesi. Oppure capita che sulla lettera viene fatta richiesta di un impiegata a tempo determinato per sostituzione maternità ed accade che presentandoti alla ditta vieni a sapere che ti hanno richiesta per un mese soltanto: è chiaroche non puoi fare nulla perché sulla lettera non era menzionato un periodo preciso di tempo e sei costretta ad accettare perché se rifiuti quesoo posto vai a finire in coda alla graduatoria. Oppure ti capita di leggere offerte di lavoro assurde tipo «Impiegata IV livello buona dattilografia con conoscenza della lingua arabo israeliana» è chiaro che è un trucco, infatti molte ditte sfruttano in questo modo il collocamento per chiamate nominative mettendosi d'accordo con la persona che
vogliono assumere anche se è digiuna delle referenze chieste a mezzo collocamento. Come possiamo vedere la trafila burocratica è lunghissima e difficile e non è certo un modo felice per avviare gente al lavoro. Grandi masse di giovani disoccupati e sottooccupati oltre a scontrarsi col muro della crisi generale ogni giorno devono scontrarsi anche con questi uffici disorganizzati e incontrollati dove ancora una volta le ditte fanno quello che vogliono. Assumono chi vogliono e come vogliono e in questi casi il settore più colpito è quello delle donne che si sentono rifiutate con delle motivazioni assurde es. la toelette per donne non esiste e mancando questo servizio si sentono in dovere di non assumere le donne. Le leggi ci sono e anche buone, comprese le ultime sul preawiamento al lavoro, ma probabilmente quando manca un esecutivo in grado di farle applicare, solo questo può essere il risultato. Soltanto la mobilitazione di tutti; occupati e disoccupati che continuamente hanno a che fare con l'ufficio di collocamento, può riuscire in pratica a cambiare almeno la prassi talmente burocratica e artificiosa che distingue questo ufficio, che dovrebbe essere il coordinatore delle richieste di lavoro.
Maria Martelli
Bruzzano: realtà di un asilo
Su questo numero di ABC vogliamo esaminare la situazione di un'asilo con tutti problemi connessi: quello di via Fontanelli a Bruzzano.
Prendiamo ad esempio quello di 'Bruzzano solo perché chi collabora alla stesura dell'articolo fa parte del Comitato di gestione del nido, ma è un campione che ben può adattarsi a qualsiasi altro della zona. presentano di volta in volta. I bambini che frequantano sono 55 ed esiste già una lunga lista d'attesa per circa 40 posti.
L'esserci un numero sovrabbondante di piccoli utenti comporta un disagio non indifferente per gli stessi, nonostante la buona
volontà delle assistenti, che in un caso simile non possono arrivare a tutto. Evidente, intanto, la poca capienza. Troppi bambini, poco lo spazio e poche le assistenti preposte per l'incarico. All'interno dell'asilo si è costituito, da non molto tempo un Comitato di gestione composto da genitori, assistenti e rappresentanti di forze politiche, (questi ultimi designati dal Comune) affinché si esaminino e si affrontino le varie situazioni e si cerchi una via d'uscita risolvendo, se non tutti, almeno in parte problemi creatisi.
L'asilo non ha che 60 posti, dieci dei quali sono d'obbligo per casi
sociali e per questo motivo devono essere tenuti a disposizione di quei casi disperati che si
CRITERI D'ASSENGAZIONE
Per ovviare a questa situazione si attua, generalmente in quasi tutti gli asili nido, una graduatoria per l'assegnazione dei posti disponibili, con seguenti criteri e priorità.
Orfani di uno dei genitori o figli di genitori separati.
Figli di madri nubili.
Bambini appartenenti a famiglie disagiate.
Figli di madre lavoratrici.
A parità di condizioni, le priorità sono le seguenti:
Il minor reddito procapite. Il maggior numero di figli. Purtroppo, anche così una larga fetta di bambini è costretta a rimanere fuori causando ai genitori, se ambedue tutto ilgiorno, fuoricasa per lavoro, gravi difficoltà costringendoli a trovare per piccoli sistemazioni precarie, affidandoli spesso ai nonni, congran gioia di questultimi, ma con pericolo per la socialità dei figli.
Alcune parole devono essere spese anche per le assistenti che lavorano talvolta, in condizioni più che disagevoli, con stipendi che forse non sono adeguati per un mestiere che comporta una si grande responsabi-
Sia nel comitato di gestione dell'asilo di via Fontanelli che in altri, ancora una volta è carente comunque la partecipazione dei diretti interessati: i genitori che, in pochi si interessano alla soluzione dei problemi non capendo che le cose non calano più dall'alto (e quante volte ci si trovava con situazioni del tutto sbagliate e bisognava tenerle!) ma per ottenere quello che meglio si adatta ad una società diversa e migliore si deve cercare una soluzione insieme affinché sia la più giusta per tutti. E nella nostra zona il problema posti disponibili si presenterà in tutta la sua gravità quando a Bruzzano si saranno insediati, nelle nuove case, circa 4.000 abitanti in più. Quello degli asili nido è un tema che non si esaurisce con questa brevecarrellata sulla situazione generale. Tra breve, infatti, ci sarà un incontro tra il consiglio di zona ed comitati di gestione dei tre asili nido della zona 8 per tenere una linea unitaria di condotta. Un altro articolo ben più particolareggiato apparirà su ABC
Maura Ceccaroll
Una foto storica: «La court de resteil» scattata il 10 settembre 1944 poi un violento bombardamento rase al suolo le case in primo piano
Mediolanum Storia d'Attori
Ed eccoci alla seconda ed ultima puntata della storia di Affori. Vi avevo lasciato se non erro, nell'ospitale ospizio che esisteva circa un secolo fa nel borgo. Comunque anche se ospitale non è piacevole stare troppo tempo ospiti di un'ospizio, per cui vengo a tirarvi fuori per condurvi in una carrellata veloce attraverso la storia afforese fino ai giorni nostri. Oltre al ricovero di cui sopra, era installata, ad Affori, in quella stessa epoca, una corte del milanese monastero di San Simpliciano tenuta da Benedettini. C'è
chi vuole che l'oratorio di San Simpliciano e l'asilo per viandanti fossero la stessa cosa e chi invece li considera due edifici ben distinti facenti parte dello stesso agglomerato urbano. Sicuramente è più attendibile la seconda versione.
Nei secoli successivi Affori, come tutta Milano, fu dominata dagli Sforza e su vecchi edifici della zona si vede ancora lo stemma degli antichi nobili: il biscione.
Come a Bruzzano, anche gli abitanti della vecchia Affori vivevano in grandi cascine sparse nella
zona, alcuni nomi: Valletta, Valle, Ferrarezza, Pignone, Osteria Nuova, San Mamete. Qualcuna ne esiste ancora nella zona vecchia del quartiere e si porta ormai addosso segni della resa al tempo.
La terra, in questa zona a nord di Milano era bella e generosa ed era praticamente l'unica risorsa per gli abitanti che vivevano d'essa.
A noi sono rimaste in eredità, quasi a riscontro della ubertosità dei campi, le vecchie piante secolari sopravvissute all'interno del parco di Villa Litta Modignani o Taccioli, nome preso dall'ultimo padrone della villa (tranquilli, non voglio certo raccontarvi di nuovo la sua storia, meglio di me lo hagià fatto, nei numeripassati il nostro Villicus).
La più famosa di tali piante è certamente quella che imperaè la parola giusta - sulla Via Astesani, all'angolo con Viale Af-
fori e che conta qualche secolo di vita. Se potesse parlare, lei si che potrebbe raccontarne di storia!
Sotto di essa c'era, fino a qualche anno fa, quella che credo fosse la più antica edicola di Milano.
Voci che mi sono giunte all'orecchio pettegolezzo o verità?dicono che in quel chiosco di giornali andasse a comprarvi il giornale un re d'Italiaquando soggiornava alla villa Litta. Francamente non so se crederci, anche perché a quel che mi consta, di solito re non se ne vanno a spasso da soli a far compere come tranquilli borghesi. Quatti, quatti siamo arrivati al 1923, anno in cui, come già sapete, Affori fu incorporata al Comune di Milano e fini la sua storia di comune autonomo come qui finisce la nostra.
Maura Ceccaroll
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Lunga coda all'ex sede dell'Ufficio di Collocamento per l'iscrizione nelle liste giovanili
137 milioni per le scuole
Li ha stanziati il Comune per le manutenzioni straordinarie
La commissione Lavori Pubblici del consiglio di Zona ha presentato una proposta d'intervento per le manutenzioni straordinarie da eseguire nelle strutture scolastiche per una spesa complessiva di 137 milioni.
Alla
della pelletteria
1979:verso l'abbattimento della giungla pensionistica?
La proposta, votata ed approvata nella seduta del CdZ del 15/ 11/78, è inserita nel bilancio 1978 mentre i lavori saranno eseguiti nel corso del 1979, nei seguenti istituti:
NIDI E MATERNE
Importo dello stanziamento: L. 39.000.000
Interventi:
Scuola materna di via P. Rossi costruzione di un manufatto da utilizzare per deposito di materiale, formazione di bussola per doppia porta d'ingresso e creazione di zona d'ombra all'esterno per un preventivo di spesa di Scuola materna di via Ciccotti creazione di zona d'ombra all'esterno per un preventivo di spesa di Scuola materna di via Iseo rifacimento pavimentazione di n° 6 aule, previa impermeabilizzazione del fondo per un preventivo di spesa di Scuola materna di via Gabbro aerazione del vespaio mediante formazione di intercapedini per un preventivo di spesa di Asilo-nido di via Fontanelli parziale imbiancatura
Scuola materna di vie Affori piccoli lavori di manutenzione
Scuola materna di via Gabbro pavimentazione Totale
ELEMENTARI
Importo dello stanziamento: L. 55.000.000
Interventi:
troverete: BORSE, BORSETTE, CINTURE ecc.
tutto a previ CONVENIENTI!
DALLA FABBRICA AL CONSUMATORE
20161 Milano via Don Grioli, 22 64.12.907
Buone Feste dalla BOTTEGUCCIA ad ogni cliente che si recherà nel mese di dicembre verrà dato un omaggio.
Scuola elementare di via Fabriano Chiusura laterale del passaggio corpo aule / palestra per un preventivo di spesa di e completamento imbiancatura interna per un preventivo di spesa di Scuola elementare di via Iseo Sistemazione del cortile interno con pietrischette fine, previo esecuzione di opere di smalti mento delle acque meteoriche, formazione di passaggio di collegamento centrale in materiale antisdrucciolevole e creazione di aiuole antisdrucciolevole e creazione di aiuole coltivate a verde per un preventivo di spesa di Scuola elementare di p.za Gasparri Imbiancatura con materiale acrilico delle facciate esterne per un preventivo di spesa di Scuola elementare di via dei Braschi Sistemazione del cortile interno per un preventivo di spesa di Totale
MEDIE E SUPERIORI
Importo dello stanziamento: L. 43.000.000
Interventi:
Scuola media di via del Volga
Ricorsa generale della copertura per un preventivo di spesa di Scuola media di via B. da Novate Formazione di nuova recinzione a delimitazione di intercapedini verso corpo aule con relativi cancelli apribili per un preventivo di spesa di Scuola media di via Gabbro Chiusura laterale del passaggio scuola/palestra per un preventivo di spesa di
Totale
Parlare, discutere, chiarire e precisare la reale portata ed il reale contenuto dell'accordo governo-sindacati relativo ai problemi pensionistici è cosa assolutamente necessaria.
Ciò soprattutto per diradare il «polverone» che nelle scorse settimane è stato sollevato da tanta non disinteressata stampa e da parte di settori detentori di certi privilegi.
Diciamo subito che l'accordo governo sindacati sulle pensioni è un fatto di grande rilievo politico e sociale sia per le innovazioni che introduce sia per la difesa e la salvaguardia delle grandi conquiste del 1968/69.
Parliamo di questi due aspetti: Come è noto in Italia esistono numerosissimi Istituti ((più di 100) che in forme diverse e molte volte contrastanti tra loro erogano pensioni. Esistono profonde differenze di normativa tra settore pubblico e privato (età pensionabile — requisiti - criteri di determinazione degli importi di pensione) che di fatto generano sperequazioni tra lavoratori. Ma nello stesso settore privato esistono poi ulteriori differenze che riguardano certe categorie e professioni. Di qui le ragioni e le cause di quella che si chiama la «giungla pensionistica». Ebbene l'accordo governo-sindacati stabilisce il principio che dal 1979 tutti indistintamente i lavoratori dovranno essere assicurati presso l'INPS.
Quindi, se il parlamento approverà questa norma, si avvia nel nostro paese la realizzazione di un sistema unico di pensionamento che dovrà avere alla sua base criteri uguali per tutti. Ciò significa che: età pensionabile-requisiti e criteri di determinazione degli importi di pensione diverranno gli stessi per tutti i lavoratori italiani. (Attenzione: questo non significherà una pensione di importo per tutti però). Inizia così lo smaltellamento della «giungla pensionistica» che
tanto danno ha provocato e che tante divisioni ha generato tra i lavoratori.
Si tratta, come è facile comprendere, di una grande operazione di giustizia e di solidarietà sociale che viene compiuta nello spirito della carta costituzionale — che vuole i cittadini uguali tra loro e con una visione unitaria dei problemi dei lavoratori. La nostra opinione è che, anche se l'accordo governo-sindacati, si fosse limitato a questo aspetto della situazione pensionistica sarebbe stato di per sé già un fatto fortemente positivo e da apprezzare.
Ma abbiamo detto anche che lo stesso accordo difende e salvaguarda le fondamentali conquiste degli anni scorsi, che fanno del nostro sistema pensionistico uno dei migliori.
Nel dire ciò non vogliamo nascondere per niente quella parte dell'accordo che limiterà per il 1979 — e solo per il 1979 gli aumenti della pensione. Bisogna infatti mai dimenticare che la situazione finanziaria dell'INPS è catastrofica (previsione 1980 oltre 16.000 miliardi di deficit) per cui ben più gravi rischi avrebbero potuto correre le penioni.
Di questo ne devono avere consapevolezza pensionati e lavoratori.
Infine vogliamo ricordare che ora — tradotto in bisogno di legge — l'accordo governo-sindacati viene sottoposto al dibattito e alla approvazione parlamentare. Contro questo accordo si sono già scatenati i vari interessi di settore e di corporazione.
Anche la Confindustria ha voluto dire la sua opinione che è stata nettamente negativa.
Queste posizioni chiariscono molte cose e mettono ben in risalto la durezza dello scontro politico e sindacale che vi è stato e vi sarà sicuramente nelle prossime settimane.
Dipenderà quindi dalla mobilitazione dei lavoratori l'esito di questa battaglia.
RICETTA DI CUCINA
Torta di castagne:
Ingredienti:
1/2 Kg di farina di castange
2 uova
6 cucchiai da tavola di zucchero
50 gr. di uvetta sultanina
30 gr. di pinoli
1/4 di latte
la buccia grattuggiata di 1 limone
1 bustina lievito Bertolini.
Mettere a mollo in acqua tiepida l'uvetta.
Sbattere i tuorli con lo zucchero sino ad averli ben soffici, aggiungere alternativamente la farina di castagne ed il latte (a temperatura ambiente), stando attenti a non fare grumi; scolare l'uvetta, asciugarla in un canovaccio, aggiungerla all'impasto unitamente ai pinoli ed alla buccia grattuggiata del limone. Montate a parte i due albumi, a neve
ben soda, aggiungerli all'impasto mescolando dolcemente per non smontarli.
Da ultimo unire il lievito, sciolto prima in 3 cucchiai di latte tiepido, amalgamando bene.
L'impasto deve risultare molto fluido, al caso aggiungere un poco di latte in più.
Imburrare una tortiera, cospargerla di pangrattato versarvi il composto ed infornare.
Il forno deve essere a 200°, lasciare per 50', alzando al massimo gli ultimi 3' minuti. Prima di stornare assicuarsi della cottura del dolce infilandovi uno stuzzicadenti, se ritirandolo lo si trova asciutto la torta è pronta. Sfornare, porre il dolce su di una gratella e servirla tiepido e freddo accompagnato da uno zabaione o da una crema al gran marnier. Penelope
L. 10.000.000 L. 7.000.000 L. 6.000.000 L. 6.000.000 L. 10.000.000 L. 39.000.000 L. 10.000.000 L. 12.000.000 L. 15.000.000 L. 12.000.000 L. 6.000.000 L. 55.000.000 L. 31.000.000 L. 4.000.000 L. 8.000.000 L. 43.000.000 i f il P'da FU --.ÉT bP'F II Il V7 -' IMPRESA EDILE MANUTENZIONI STABILI - COSTRUZIONI RESTAURO FACCIATE E NOLO DI PONTEGGI VIA P. ROSSI 90 TEL. 6452914 Dicembre 1978 pagina 6 illk T-7 ..........-1
Natale flash-back
LE NOTIZIE UTILI DI ZONA
24 dicembre 1999. Mi avvicino al terminal-room, pigio il pulsante selettivo ed in un minuto centrotrentadue persone ricevono i miei auguri di buon Natale. Il memorizzatore mi avverte che ho dimenticato un nome: faccio finta di niente e spengo.
Fuori, il pulviscolo color cenere non accenna a diradare. L comparso all'improvviso un anno fa, senza una ragione precisa.
Usa e Urss si accusano a vicenda, ma pare che la responsabilità sia dei tedeschi con le loro continue prove della bomba al Protone.
Mio nipote sta provando la nuova maschera antigas completa di filtro ionizzatore. Anch'io la indosso ed usciamo. Mi sento molto stanco. Sensazioni di angosciosa solitudine mi avvolgono. Ombre fugaci ci passano accanto, emettendo felbili lamenti.
L'irrequieta mano del bambino si muove nervosa nella mia.
«- Guarda, nonno! -». Le vetrine espongono perfette riproduzioni dei sofisticati bombardieri H-108, con testate neutroniche, lanciagas paralizzanti e mitraglie-laser. Entriamo nell'ipermercato ad aria controllata e ne approffitiamo per toglierci le maschere e sostiruirne i filtri da 50 micron. Dalla stazione spaziale Galaxia-1 giunge un messaggio diffuso dagli stereo:
«Pace in terra agli uomini di buona volontà!›>.
-- É Natale, è Natale! Che bello! e nevicherà, ne sono sicuro, e potrò fare pupazzi con la carota per naso e giocare con la neve e farne granite con lo sciroppo che ha preparato la mamma. E di notte mi alzo e controllo contro la luce dei lampioni l'intensità e la grandezza dei fiocchi e calcolo mentalmente quanti centimetri ce ne sarà domattina e ritorno a letto contento.
- Questo è un regalo per te, e questo è il tuo: un maglioncino, un paio di guanti di lana, una macchinina di lamiera stampata (che bella!) con le ruote dipinte di blu - Auguri! Auguri! Buon
Natale anche a te! E scrivo le cartoline con calligrafia incerta, quelle con su anche il Buon Anno, per non spendere troppo; e là niente se non avrò la bicicletta rossa in regalo: lo so che non abbiamo molti soldi.
Sono contento lo stesso, perché è Natale e metterò la lettera piena di buoni propositi sotto il piatto di papà e sarò emozionato quando la leggerà a voce alta. E il mio cuore sarà caldo, dentro. -
Fuori fa freddo. I nostri scarponi a segmenti differenziati ci permettono di camminare sul pulviscolo che ricopre ogni cosa. Dalle vie più buie giungono gemiti soffocanti, ma non fanno più impressione come i primi tempi. Sappiamo bene che non c'è più niente da fare. Torniamo lentamente verso casa. Mio nipote stringe al petto un carro armato atomico modello Puma.
Entriamo nella stanza della doccia totale, che in pochi secondi ci toglie completamente ogni traccia di polvere dalle tute. Un tappeto mobile, attraverso un tunnel ad aria calda, ci porta direttamente in sala. Ci togliamo le maschere. Respiro con molta fatica e sono confuso. Prendo una pillola energetica ma so che non conterà nulla.
Dentro, la ferita fa male, molto male. Mio nipote accende il video-parete che ci bombarda di immagini con sottotili Ibm:
- Papa Giovanni Paolo Terzo implora l'immensa folla radunata in S. Pietro: «Aiutatemi!».
- Concordata una tregua alla quarta guerra Egitto-Israele.
- Terremoto in Turchia: 12.000 morti.
- Berlinguer sollecita Andreotti a mantenere gli impegni assunti.
- A mezzanotte nasce il redentore.
Mio nipote mi guarda.
—Nonno, cosa vuol dire redentore?,, Cerco di rispondere, ma non ci riesco. Sento il sapore del sale sulle labbra. Giro con fatica il volto verso la finestra. Con occhi annebbiati guardo cadere i primi pesanti fiocchi di neve grigia.
Mario Longagnani
Sport Una premessa
Con questo numero inizia una serie di articoli riguardanti il problema dello sport ed in modo particolare delle attività ricreative ginnico- portive che si svolgono nella zona 8.
Forse sarebbe più facile parlare delle attività sportive che ancora, purtroppo, non si svolgono sia per il disinteresse dei cittadini che per le carenze degli impianti, problema questo di natura politica e quindi potenzialmente più semplice da risolvere.
Ma per iniziare un lavoro che a nostro avviso sembra fondamentale per allargare il problema e porlo all'attenzione di tutti, occorre partire dall'analisi delle strutture già esistenti e metterle in rapporto al numero dei cittadini che di questi impianti fanno uso.
Solo così si potrà rilevare la discutibile funzionalità delle attrezzature di fronte alle esigenze degli utenti.
Proprio per la vastità di temi che questo problema racchiude, ogni mese cercheremo di trattare argomenti diversi che abbiano come denominatore comune l'attività sportiva.
ll nostro primo obiettivo sarà una serie di indagini nelle scuole della nostra zona per studiare il problema dell'educazione fisica non già dal punto di vista della didattica, bensì facendo capo alle strutture che una scuola o una determinata area di quartiere può offrire.
La partecipazione dei lettori attraverso lettere inviate alla redazione di «ABC» sarà ancora una volta auspicabile e di grande aiuto per portare a conoscenza di eventuali fatti e problemi che le nostre indagini non avranno evidenziato.
Fabio Ceruti
- V. Vai. di .Bondo 13
Lunedì pomeriggio: Via Assietta angolo Via Gabbro
Martedì pomeriggio: Via Fabriano angolo via Chianciano Via Val di Bondo
Venerdì pomeriggio: V.le Affori angolo via Faccio Via Val di Bondo
Sabato pomeriggio: P.za Bruzzano
VARIE
Mercati rionali settimanli: mercoledì mat. Via Gaeta/Sand sabato mat. Via Ciccotti
Taxi: V.le Affori - 6456713 P.za Gasparri - 6462380
Carabinieri, Stazione di Affori: Via Claldini 131 - 6450041
Commissariato P.S. "Cenisio": Via Chianciano 6 - 6453014
C.U.Z. - Consiglio Unitazione di Zona sindacale, zone 7-8: Via Mercantini 15 - 3760566
Calzoleria POZZi
via C. Bellerio 4 - telefono 64.50.940 - Milano V. M. Martini, 16 6463330 AFFORI (MO
pagina 7 M.M./ Dicembre 1978
diffondete A FFORI - BOVISASCA RUZCAPIO ORIAIMIA
Chiamate d'emergenza 7733 Autoambulanze, servizio di Pronto Soccorso. 3883 Servizio medico urgente 680029/602874 Croce Viola Dergano 192 Servizio guardia farmaceutica 723291/593341 Guardia ostetrica permanente 113 Polizia 6220 Carabinieri, pronto intervento 34999 Vigili del fuoco 7727 Comando centrale vigili urbani 314080 Guasti acquedotto 8830 Guasti gas 117 Taxi Servizio pubblici e sociali comunali n. telef. Consiglio di Zona n. 8 - V.le Affori 21 6464762 Comitato Sanitario di Zona n. 8 - V.le Affori 21 6464762 Servizio anagrafe - V.le Affori 21 6454710 Certificato a domicilio 8598 Ufficio informazioni e reclami 870545 Vigilanza urbana di zona - V.le Affori 21 6454709 Biblioteca comunale "Villa Litta" - V.le Affori 21 6450897 Centro di prestito - Via del Tamigi Ufficio d'Igiene - V.le Affori 21 6454712 - Medico dirigente 6459538 - Vaccinazioni obbligatorie 6456693 - Condotta medica, Dispensario farmaceutico e Centro per la diagnosi precoce dei tumori dell'utero 6450171 Centro S.M.A.L. - Servizio Medicina preventiva Ambienti di Lavoro - V.le Affori 21 6468831 E.C.A. - Ente Comunale di Assistenza, Centro Sociale - V.le Affori 21 6468831 Ricovero sfrattati - Via Novara 19 6458340 Centro pre-addestramento al lavoro - V.le Affori 21 6464127 Servizio sociale comunale - V.le Affori 21 6459351 Centro sociale - Via del Tamigi 7 Centro sociale - Via Spadini 15 Consultorio F - Via Val di Bondo 6453084 Centro Sportivo "Ripamonti" - Via Iseo, 4 6459253 Piscina - Via V. da Seregno-Fermi 648804 Centro
6463580
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Assicurazioni auto
- Il numero dei sinistri stradali con morti e feriti I caricamenti (Spese Generali per Amministrazione e Gestione + Spese per provvigioni) Il tasso di inflazione.
Dall'analisi dei dati forniti dal Ministero dell'Industria e dal Conto Consortile (Istituto voluto dalla legge 990 del 1969 che ha introdotto nel nostro paese la obbligatorietà della copertura di Responsabilità Civile Auto e che raccoglie ed elabora i dati sull'andamento della R.C. Auto di tutte le imprese autorizzate alla gestione) emerge che, ad eccezione del costo medio dei sinistri e del tasso di inflazione, le altre «voci» presentano un andamento senz'altro positivo. Vediamo in dettaglio alcuni dati:
Compleanno di ABC
Complessivamente la frequenza media dei sinistri è passata dal 18,58% del 1976 al16,83% del 1977.
In totale il costo medio dei sinistri è passato da L. 294.656. anno 1976 a L. 360.727. anno 1977 (+ 24%). Rapporto sinistri a premi. Il rapporto sinistri a premi esprime un'altra positività. Tale rapporto è stato infatti del +0,962 nel corso del 1977 contro un +1,0351 del 1976. Si è passati quindi da un disavanzo del 5% circa ad un utile del 3,80%.
Numero dei sinistri stradali. li numero dei sinistri stradali con feriti e morti presenta un andamento decisamente positivo:
Caricamenti.
Premesso che la legge n° 39 del febbraio 1977 (Miniriforma) ha stabilito che dal 10 Gennaio 1979 i caricamenti vengano contenuti nella misura del 32% degli importi di premio incassati e ciò per contenere il costo del servizio assicurativo entro limiti accettabili, già nel corso del 1977 si sono registrati diminuzioni soprattutto in alcune voce:
-- Spese generali di amministrazione
Spese di provvigione
Inoltre l'introduzione del C.I.D. (Convenzione Indennizzo Diretto), in vigore dal maggio scorso e l'orientamento generalizzato dell'utenza verso la polizza bonus-malus hanno sensibilmente inciso sulla contrazione delle spese di liquidazione dei sinistri.
Dall'analisi emerge quindi un sostanziale miglioramento della situazione accertata nel corso del 1977 rispetto a quella del 1976.
I dati stimati riferiti all'anno corrente presentano positività ancor più evidenti determinati sia dagli aumenti ottenuti attraverso: l'aumento dei massimali minimi di legge; l'introduzione della copertura obbligatoria dei terzi trasportati; l'eliminazione delle polizze a sconto condizionato (le più convenienti per l'utenza); sia per il costante calo del numero dei sinistri.
Alla luce dei dati e delle considerazioni sopra esposti, non si comprende come l'Associazione Imprese Assicuratrici possa ragionevolmente richiedere, ed il Comitato Interministeriale Prezzi responsabilmente concedere un ulteriore aumento tariffario; da parte nostra non possiamo che esprimere una netta, non aprioristica ma ragionata opposizione, ad un ennesimo ritocco delle tariffe R.C.A. che ci sembra in questo momento quantomeno ingiustificato.
Glossario Assicurativo
Frequenza dei sinistri: numero dei sinistri che si verificano ogni 100 veicoli assicurati.
Frequenza media dei sinistri: È la media matematica della frequenza dei sinistri calcolata sulla composizione delle categorie dei veicoli circolanti (autovetture - taxi autobus ecc.).
Costo medio dei sinistri: importo medio pagato agli assicurati a titolo di risarcimento per le varie categorie di veicoli circolanti.
operare per il futuro, ed è per concretizzare sempre meglio questo nostro impegno che rivolgiamo a tutti i cittadini l'invito a collaborare con noi, divenendo portatori di notizie ed informazioni che possono divenire oggetto di interesse pubblico; così come sollecitiamo suggerimenti e critiche da parte di tutti voi. Nostro progetto ambizioso è quello di rendere vasto il coinvolgimento attorno alla vita del giornale; sintomi positivi in questo senso ve ne sono, anche se molto resta da fare, consapevoli come siamo che la sua vitalità dipende dalla capacità di realizzare questo obbiettivo. Un altro obbiettivo consiste nel mantenere, così come è ora, l'autonomia finanziaria, che ci è stata garantita grazie a voi e agli inserzionisti. Pertanto vi rivolgiamo in occasione della apertura degli abbonamenti per l'anno 1979 l'invito a riconfermarci la vostra fiducia, divenendo al contempo portatori di nuovi lettori ed abbonati. Idealmente brindando con voi a questo primo compleanno, cogliamo l'occasione di formularvi in prossimità delle festività i nostri più cordiali auguri.
La Redazione
Ricordiamo gli indirizzi utili per farci pervenire le comunicazioni:
Redazione via Astesani, 27 Biblioteca di Affori viale Affori 21
Biblioteca di Bruzzano, via del Tamigi, 5 Centro Sociale Comasina via Val di Bondo, 9.
Contratto metalmeccanici
scere il nostro futuro occupazionale» sostiene un lavoratore. «Il controllo che intendiamo noi» precisa un delegato sindacale «consiste nel verificare se vi sono le possibilità per nuovi impianti produttivi. Se queste esistono esse devono essere destinate nelle aree depresse e non continuare a concentrare le fabbriche al Nord facendo poi venire la manodopera dal Sud. Questa politica» - continua il delegato -- «abbiamo visto quali problemi ha creato. Congestione della città, penuria di case, sorgere di quartieri dormitorio e quindi ghetti per operai».
La professionalità e la parificazione normativa fra operai ed impiegati è forse uno dei temi più controversi perchè rischia di spostare l'obbiettivo ponendo in posizione antagonista operai ed impiegati.
Parlando con gli interessati, infatti, si riscontrano dei giudizi contrastanti anche se poi so-
Manganini
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SELEZIONE ABBIGLIAMENTO
stanzialmente tutti sono d'accordo nella rivalutazione della professionalità. «Agendo su alcuni istituti contrattuali che avanzano in modo automatico (leggi: scatti d'anzianità) si può pervenire alla formazione di una paga di fatto che avvicina il salario alla professionalità e che sia più controllabile» dice un impiegato con mansioni tecniche, e subito dopo aggiunge: «Bisogna però stare attenti che questa operazione non si riveli punitiva nei confronti degli impiegati e tenga conto dei diritti acquisiti».
Un operaio gli fa subito eco sostenendo che comunque è inammissibile che ci sia un trattamento così diverso tra le due figure professionali ed esso va in qualche modo rivisto.
L'attenzione della categoria, è rivolta anche alle dispute che si sono create sull'orario di lavoro. Per far fronte ai bisogni delle crescenti masse di disoccupati che esistono nel Paese, da alcuni settori viene avanzata la proposta che sostiene: meno orario - più occupati. L'esperienza che il movimento sindacale vive, e quello che particolarmente si riscontra all'Oerlikon (e anche alle altre fabbriche di zona), dimostra che questa semplificazione è molto rid uttiva. Sono in molti a sostenere all'Oerlikon che se si arrivasse ad un effettivo controllo dell'orario di lavoro rendendo la settimana di 40 ore come da contratto e non di 43-46, che sono la media attuale, si creerebbero senz'altro le condizioni per una più vasta occupazione, senza rischiare che una riduzione serva agli occupati per fare qualche ora in più di straordinario. I lavoratori esprimono però le loro preoccupazioni per quei settori con alto contenuto tecnologico, in cui valutando le situazioni perculiari si prende in considerazione la possibilità di una riduzione dell'orario per frenare l'emorraggia di lavoratori che si ha in quei settori cercando al contempo di incrementare l'occupazione. Come si può vedere la gran massa di lavoratori è coinvolta a discutere di scelte che possono condizionare il futuro della realtà produttiva italiana. In questo contratto i lavoratori ed il loro sindacato giocano un ruolo che li pone come forza rinnovatrice del Paese. Anche se sono coscienti della resistenza padronale e delle forze conservatrici, i metalmeccanici sanno che gli occhi dei disoccupati e dei giovani in cerca di una prima occupazione sono puntati su di loro perché la loro lotta contrattuale servirà finalmente a porre le basi per un reale cambiamento delle loro condizioni di vita.
Gianpiero Gigli
Progetto Pandolfi
uno sviluppo occupazionale abnorme nei settori non produttivi (terziario e pubblica amministrazione), piuttosto che rafforzare lo sviluppo produttivo, ormai stagnante da quindici anni. E mentre si insiste sul costo del lavoro per convogliare il discorso sui salari (come se ne fossero i soli responsabili), vengono del tutto taciute le responsabilità degli imprenditori - privati o pubblici che siano che certo non sono stati oggetti passivi della crisi.
È evidente che una analisi superficiale, monca e a senso unica delle cause della crisi attuale porta poi come conseguenza a prospettare misure di superamento con le stesse caratteristi-
che e perciò di dubbia efficacia. Gli obiettivi che si vogliono ottenere in tre anni sono alquanto ambiziosi: diminuzione del tasso di inflazione a livelli europei (5-7% annuo), crescita del prodotto interno lordo (somma dei redditi di tutti coloro che hanno prodotto beni, servizi vendibilicommercio, trasporti, libere professioni ecc. - e non vendibilipubblica amministrazione - e delle imposte indirette) tale da consentire l'aumento di 500-600 mila unità di occupati, puntando anche su un aumento delle esportazioni.
A parte il fatto che l'espansione delle esportazioni non è controllabile dall'interno e quindi è difficilmente quantificabile un suo eventuale effetto positivoniente viene detto rispetto a quale quota di partenza si vuole incrementare l'occupazione e neppure in quale settore e per quale tipo di sviluppo dell'economia. Manca cioè l'individuazione dei settori economici da rivitalizzare e da sviluppare: a meno che, sotto sotto, non ci sia la tentazione di proseguire sulla strada finora percorsa; è assente ogni discorso di riconversione industriale e -- fatto di inaudita gravità - il settore agricolo non è neppure considerato, come se esso nelle condizioni in cui versa non incidesse pesantemente sul passivo della bilancia commerciale!
E ci sembra demagogica -- così come è formulata - la ipotesi di assorbimento, dal '79, di 50.000 unità giovanili all'anno nell'occupazione, visto che a un anno e mezzo dall'entrata in vigore della legge 285 poche migliaia di giovani sono stati assorbiti, e soprattutto nella pubblica amministrazione, andando ad accrescere il settore non produttivo. Anche sulla riduzione della spesa pubblica, indicata come un elemento su cui agire prioritariamente, il discorso è ambiguo con propensione ad essere letto a danno dei lavoratori e degli strati sociali meno abbienti. Come non può essere diversamente, se i tagli al deficit delle gestioni previdenziali e alla spesa sanitaria, a comuni e province per spese correnti, e l'incremento delle entrate tributarie non vengono specificati con indicazioni che facciano intendere non procedure indiscriminate ma ben individuati settori da risanare o da colpire?
E come interpretare quei 4.000 miliardi e più (punto 69 del documento) di incerta esistenza previsti per investimenti pubblici amorfi e slegati da qualsivoglia discorso di programmazione, di riqualificazione e di produttività, se non come una grossa mancia da elargire ad un settore che si vuol mantenere ancora a livello di assistito?
Non dimenticando che questa prospettiva è g;à stata raccolta: vedi la rincorsa ad aumenti salariali in tutto il settore del pubblico impiego -- al di là di giuste esigenze con buone connotazioni »,corporative».
Su altro il progetto Pandolfi tace o è molto reticente (ad es. come lottare efficacemente contro l'evasione fiscale); insomma al di là di generiche affermazioni di carattere non congiunturale, esso si riduce - così come è formulato -- ad un pacchetto di misure tecniche che, pur importanti, difficilmente possono esser considerate “una proposta per Io sviluppo» del nostro paese.
Attendiamo il 31 dicembre per conoscere se le indicazioni e le spinte provenienti dai partiti della sinistra e dai sindacati subiranno risultati concreti e positivi, se cioè saranno state accolte per dare almeno una parvenza di corpo all'«anima» del progetto.
Andrea Colombo
pagina 8 ABc no.foveusr, —.....,...... .....-= Dicembre 1978
Frequenza media dei sinistri 1976 1977 Diff. 19,51% 16,60% - 2,91% 78,48% 60,58% -17,90% 71,50% 92,63% +21,13% 41,17% 40,68% - 0,49% 4,51% 4,44% 0,07%
Costo medio
1976 1977 autovetture 292.896 366.577 taxi 298.695 340.616 autobus 274.265 366.722 veicoli trasporto cose 293.632 357.022 ciclomotori ecc. 269.480 319.817
dei sinistri.
1974 1975 1976 1977 287.000 282.000 272.000 229.000
autovettu re taxi autobus veicoli trasporto cose ciclomotori e motocicli ( 1i à < CI SS! . I ( '(' RADIO - TELEVISORI APPARECCHI A GASLAMPADARI - MATERIALE ELETTRICO Socio della Coop. CEA TELEF. 64.50.466 20161 MILANO VIA ASTESANI, 40
omasina ruzzano ffori bovisasca
mensile di politica, cultura e attualità
anno primo n°1 gennaio1979 lire trecento
A Villa Litta Aborto Cassina Sport Una cittadina il secondo anche Anna inchiesta di Affori congresso la zona Struttura sull'educazione sequestrata provinciale risponde pubblica fisica nelle in Brasile dell'ARCI a Benelli per la zona elementari dalla polizia a pag. 2 alle pagg. 4-5 a pag. 2 a pag. 6 a pag. 2
Zona otto
Per la prima volta nella storia dì Milano, l'Amministrazione comunale ha deciso di "azzonare" il bilancio, assegnando una parte del proprio bilancio preventivo 1979.direttamente ai venti Consigli di zona in cui la città è suddivisa. Per il 1979 cinquanta miliardi saranno gestiti dalle zone, il che vuol dire che saranno spesi esclusivamente in base alle proposte ed alle indicazioni che ciascun Consiglio avanzerà. Alla nostra zona sono stati assegnati I miliardo e 790 milioni. Tanti? Pochi? Come inizio crediamo siano sufficienti a qualificare in modo radicalmente diverso il lavoro del Consiglio della zona 8, consentendogli su molti problemi di passare direttamente dalle parole ai fatti, dalla fase dell'analisi e della proposta a quella molto più sostanziosa della realizzazione pratica. Si tratta indubbiamente di una svolta storica nella concezione e nella pratica del governo della cosa pubblica, di cui tutti noi, cittadini di questa città e di questa zona, dobbiamo renderci conto. Fin dalla loro nascita i Consigli di zona hanno assolto ad un ruolo prevalentemente consultivo: sulle varie materie di competenza dell'Amministrazione essi venivano "consultati", erano chiamati ad esprimere dei "pareri". E spesso il "parere" era alla fine disatteso e la parola finale del Consiglio Comunale stravolgeva quanto in ciascuna zona il Consiglio ed i cittadini avevano indicato. Ma i dieci anni di lavoro e di esperienza dei Consigli di zona, unitamente alle lotte dei cittadini, hanno a poco a poco imposto un nuovo modo di intenderne il ruolo, in rapporto ai criteri con cui la città deve essere governata. E divenuto sempre più chiaro che una città di quasi due milioni di abitanti non si può governare solo da Palazzo Marino, con gli 80 consiglieri eletti ogni cinque anni.
La democrazia, pur prevedendo il necessario momento della delega, non può però scadere in una concezione burocratica ed accentratrice della gestione del potere. Democrazia significa anche diffusione del potere, coinvolgimento diretto della gente, dei cittadini, dei lavoratori, nella individuazione dei
problemi e nell'elaborazione delle scelte. Il tempo delle suppliche a questo o quell'assessore deve finire per sempre: nelle passate Amministrazioni di centro - sinistra molti personaggi hanno fatto la loro fortuna elettorale e personale proprio con il metodo clientelare, secondo la "antica" concezione del potere come fatto privato, attraverso il rapporto diretto, individuale, "personale", tra amministratore e cittadino.
Con il nuovo regolamento dei Consigli di zona approvato nella primavera del 1978 e con la decisione di "azzonare" il bilancio per il 1979 si apre perciò un nuovo capitolo nella storia del decentramento e della partecipazione democratica, e diventa
realtà l'impegno a "governare in modo nuovo" che l'attuale Amministrazione di sinistra si era assunta all'atto della sua costituzione nel 1975.
MA COME SARANNO SPESI I SOLDI A DISPOSIZIONE DELLA NOSTRA ZONA?
Il primo problema che sta di fronte ai 26 consiglieri della zona 8 è quello di "spendere tutti i soldi" che sono stati assegnati alla zona. La storia dei "residui passivi" (soldi stanziati per qualcosa e non spesi) è una storia amara per il nostro Paese; è storia di anni di malgoverno e di promesse non mantenute. Ovviamente, bisogna spenderli tutti MA BENE, destinandoli alla (segue in ultima)
È arrivata la Nauticus
Diciamo la verità: a Bruzzano eravamo un po' tutti abituati all'Immobiliare Donagemma. Molti di noi hanno trascorso la loro adolescenza giocando in mezzo ai meravigliosi cortili di queste case, saltellando per i grandi prati e per i parchi che la lungimiranza dei costruttori all'inizio degli anni '60 dispose all'interno dei nuovi caseggiati. Si era ormai da tempo instaurato un rap-
Dalla parrocchia un attacco al consultorio
Tratto dal giornale parrocchiale "La voce della Comasina" del dicembre 1978.
"Una presenza cosciente e responsabile chiesta oggi alla famiglia cristiana è nel CONSULTORIO FAMILIARE.
E stato aperto lo scorso 18 Settembre in Via Val di Bondo 11.
Per fruire del servizio che è gratuito, è necessario prendere l'appuntamento per telefono dalle ore 8,30 alle 12,30 e dalle ore 13,30 alle ore 17 personalmente.
I cattolici partecipano con sei membri al Comitato di Gestione, sui 21 previsti dal regolamento, quindi in una situazione di assoluta minoranza, che fa prevedere un servizio e un criterio di gestione non certo ispirato a principi cristiani.
La Parola del Vescovo nel Piano Pastorale offre questi suggerimenti per una presenza cristiana.
I consultori
a) E necessario che tutta una rete di consultori di chiara ispirazione cristiana offra a chiunque lo desideri la possibilità di una risposta secondo i principi di fede ai problemi e ai bisogni della coppia e della famiglia, in uno spirito di generosità grande e di amore sincero. Intesi così, i nostri consultori non sono un contraltare dei consultori pubblici; piuttosto ne sono un complemento, indispensabile per il credente.
Essi devono essere costituiti secondo le possibilità locali e le esigenze dei singoli territori, con persone tecnicamente e spiritualmente preparate, in una disposizione di servizio verso i fra-
telli in difficoltà; come espressione della comunità cristiana che perciò è chiamata a sostenerli.
b) Quanto ai consultori pubblici, va ricordata l'opportunità che i cristiani non siano assenti.secondo le possibilità offerte dalla legge, dalla loro conduzione, nel rispetto leale del pluralismo ma anche delle esigenze inderogabili della testimonianza cristiana.
Il personale medico e ausiliario che nei consultori pubblici è posto nella condizione di partecipare positivamente alla procedura che porta all'autorizzazione dell'aborto è in obbligo di fare obiezione di coscienza. Nel caso che questa partecipazione positiva non ci sia, potrebbe essere consigliabile non fare obie(segue a pag. 5)
porto direi quasi affettivo tra le metà delle famiglie di Bruzzano e questa Imm. Donagemma, entrata a far parte della nostra vita e della nostra tradizione: non c'era Bruzzano senza Donagemma e senza le diverse espressioni con cui ci si presentava: Doli per alcuni, Dofri per altri, e così via. Ed ora, dopo che per quasi vent'anni le abbiamo pagato l'affitto se n'è andata. ci ha lasciati senza dirci una parola, senza un saluto, senza che potessimo ringraziarla per i sacrifici che ha fatto per tutti noi!
CI HA VENDUTI!
Scherzi a parte, siamo convinti che il modo in cui si presenta il cambio di proprietà non è del tutto convincente, ed è tale da giustificare le preoccupazioni che in questi giorni sono in tutti gli inquilini.
La stessa assemblea generale organizzata il 3 gennaio dal SUNIA, che ha visto riuniti al Centro Sociale di via del Tamigi oltre 200 inquilini, ha confermato il carattere ambiguo dell'operazione in corso sulle case Donagemma, esprimendo nel contempo la precisa volontà delle famiglie di ottenere una corretta applicazione della legge sull'Equo Canone. L'immobiliare, infatti, ha avuto a' disposizione ben cinque mesi per avviare le procedure necessarie alla determinazione dei nuovi canoni: la legge è stata approvata il 27 luglio 1978 e la sua entrata in vigore in termini operativi era prevista per il l° novembre dello stesso anno. In tutto questo periodo nessuno si è fatto avanti e soltanto a Natale, all'improvviso, tutti gli inquilini hanno ricevuto le "raccomandate a mano" di una certa "Nauticus S.r.L.", in cui vengono richieste le certificazioni dei redditi familiari. Ma a chi si dovrebbe consegnare i certificati? In portineria? La società Nauticus, infatti, per ora (segue in ultima)
nuovo
Bruzzano
Comasina
Un miliardo e 790 milioni da investire bene
Un servizio pubblico non è occasione per dispute ideologiche
"fantasma" compera i palazzi di Donagemma
Un'immobiliare
A Villa Litta il 27 e 28 gennaio
L'ARC a congresso
Il 27 e-28 di Gennaio si terrà a Villa Litta il secondo congresso provinciale dell'ARCI. La scelta di una sede decentrata per lo svolgimento della massima assise della organizzazione democratica che si occupa di cultura, sport e tempo libero, è indicativa dell'importanza che oggi si annette al ruolo del decentramento anche in questo delicato settore della vita associativa.
Per la nostra Zona si tratta anche di una scelta e di una conferma. È infatti volontà di tutto il movimento democratico, di andare alla rivitalizzazione del tessuto sociale, messo a dura prova dalla crisi economica e di valori che sta investendo il Paese. Uno degli strumenti da valorizzare è appunto l'associazionismo di massa.
Associazionismo inteso non solo come momento di incontro, ma anche e soprattutto come strumento di realizzazione di attività culturali, sportive e ricreative. Associazionismo per stimolare la partecipazione che avrà le sue ragioni di essere se saprà trovare non solo le idee, ma anche i collegamenti necessari per operare sul territorio.
L'ARCI sta aumentando il proprio impegno sul territorio e, per quanto riguarda la nostra Zona, sta andando alla creazione dell'ARCI di Zona, che avrà obiettivi prioritari: il coordinamento delle attività delle diverse basi associative della Zona;
la predisposizione di programmi zonali di attività;
lo stimolo per la nascita di nuove realtà aggregative in modo programmato secondo le esigenze della Zona stessa. In questa ottica il circolo "A. Gros, soni" del P. Pini, recentemente sorto e che ha subito aggregato una notevole parte dei dipendendenti dell'Istituto psichiatrico, rappresenta la base organizzativa indispensabile per la realizzazione degli obiettivi citati. Il circolo ha aperto il tesseramento sul territorio, chiedendo la partecipazione dei cittadini residenti nella Zona al circolo stesso.
Il 20 gennaio si terrà nei locali del circolo all'interno del P. Pini l'assemblea congressuale per il rinnovo del direttivo, la nomina dei delegati al congresso provinciale e la nomina di un coordinamento che, incentivando ulteriormente il tesseramento nella Zona, dovrà tra l'altro creare le premesse per la nascita dell'ARCI zonale.
Entro gennaio inoltre il circolo presenterà alle Commissioni Cultura e Sport del Consiglio di Zona un piano semestrale di attività, nel quale si misurerà la capacità del circolo stesso di uscire dalla logica aziendalistica per aprirsi al territorio. Su questo tema ci si collegherà anche alla volontà politica del Consiglio di Zona che ha come obiettivo quello di aprire un dialogo con i CRAL aziendali presenti in Zona per verificare la possiblità che anche queste importanti strutture diventino garanzie di nuovi sviluppi di una politica culturale di massa che, partendo dalle Aziende, investa le strutture complessive della società. Un supporto conoscitivo importante verrà dato in questo campo dai risultati della ricerca in corso sulle strutture produttive delle Zone 7 - 8 che prende in esame anche la consistenza e l'attività dei CRAL.
Come si vede un grosso impegno anche per l'ARCI, impegno che per realizzarsi compiutamente abbisogna della partecipazione convita dei cittadini e dei lavoratori della Zona.
Molto spesso è stato detto che mancano i locali dove realizzare programmi culturali, dove organizzare il tempo libero. Ebbene nella nostra Zona, oltre a Villa Litta che da anni il Consiglio di Zona si sta sforzando di far divenire un punto di riferimento culturale interzonale, esistono spazi pubblici suscettibili di ospitare strutture stabili per la realizzazione di interventi non episodici nel campo della cultura e del tempo libero. Oltre ai centri sociali, sono da citare la Cascina Anna di Bruzzano, di cui il Consiglio di Zona ha chiesto la pubblicizzazione, e il P. Pini. In base alla nuova legge sulla psichiatria il P. Pini cesserà le funzioni di ospedale psichiatrico e sarà destinato ad ospitare attività diverse (com'è noto già da tempo vi è ospitato I'VIII ITC).
La Zona rivendica da tempo parte degli spazi liberi del P. Pini per destinarli ad attività culturali, sportive e ricreative e su questi stessi obiettivi l'associazionismo democratico è impegnato, per evitare anche che domani tali spazi, in assenza di idee e di partecipazione, diventino deprecabili "cattedrali nel deserto".
Nei prossimi mesi saranno anche questi i temi dibattuti, questi gli obiettivi su cui ci misureremo, a partire dal congresso Provinciale dell'ARCI, cui fin d'ora sono invitati a partecipare, oltre alle forze politiche e sociali, anche i cittadini della Zona.
Adolfo Cervelli
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Afforese sequestrata in Brasile
Un grande numero di persone soffrono e muoiono per la giustizia e la libertà. Spesso rischiamo di abituarci alle notizie che ci giungono da ogni parte del mondo.
Ma questa volta è stata colpita la nostra stessa zona nella persona di una concittadina, LILIANA CELIBERTI, che abitava fino a poco fa, con la famiglia, in via Cannero, 11 (un suo figlio frequentava la scuola di via Scialoia).
Dirigente sindacale e militante contro il regime fascista del suo Paese, si era rifugiata da quattro anni in italia diventando cittadina italiana. Ma non aveva smesso di interessarsi alle condizioni dei suoi connazionali e, per questo, recentemente si era recata in Brasile per partecipare all'azione di Amnesty International, in favore dei perseguitati politici.
Qui Liliana è stata sequestrata dalla polizia uruguayana - d'accordo con quella brasiliana - ed incarcerata insieme con i due figli che aveva con se. In seguito alle pressioni internazionali, i figli sono stati rilasciati, mentre non si sa ancora nulla di Liliana Celiberti che, sicuramente come già è successo a migliaia di suoi connazionali, sta subendo le torture degli aguzzini uruguayani.
Chiediamo a tutti i democratici della zona, a tutti coloro che lottano per la difesa dei diritti dell'uomo, a quelli che si vogliono concretamente impegnare a favore della vita, di mobilitarsi per la liberazione ed il rimpatrio di Liliana Celiberti:
prendendo contatto con il Comitato Permanente per il rimpatrio: Cdf della CGEVia G.B. Grassi, Milanotel. 3570541 - partecipando ad eventuali manifestazioni a livello locale o cittadino inviando aerogrammi agli indirizzi segnalati dal Comitato Permanente.
Chiediamo inoltre che s'impegnino per questo obiettivo: il Consiglio di Zona il Comune di Milano e soprattutto le autorità governative che hanno il dovere di difendere subito e con la massima energia una cittadina italiana.
Gruppo Cristiano di base Zona 7-8
TRIBUNA APERTA
Queste colonne sono a disposi-{ione di tutte le forre politiche e sociali. Non necessariamente l'impostnione e il contenuto degli articoli rispecchiano l'opinione della Redaone.
Un centro civico
alla "Cassina Anna"
SELEZIONE ABBIGLIAMENTO
Riceviamo e pubblichiamo una presa di posizione delle forze politiche democratiche di Bruzzano in merito al recupero ed alla trasformazione della Cassina Anna in Centro civico e sociale al servizio dei cittadini del quartiere e di tutta la zona 8.
La lettera che riportiamo è stata inviata all'Amministrazione del Comune di Milano, al Consiglio della Zona 8 ed. a tutti i gruppi consiliari di Palazzo Marino.
In queste settimane il Consiglio Comunale è impegnato ad elaborare il bilancio preventivo 1979, definendo le linee dell'azione amministrativa per il prossimo anno.
In relazione a questo fatto riteniamo opportuno richiamare l'attenzione dell'Amministrazioen Comunale e di tutti i Gruppi Consiliari su uno dei problemi che interessano il quartiere di Bruzzano e di cui da tempo si attende la soluzione (oltre a quelli della scuola, dei trasporti, ecc.) — cioè l'acquisizione da parte dell'Amministrazione Comunale della "Cassina Anna".
Sul lotto di 167 n. 53 (via G. Pasta - Via Sant'Arnaldo) si sta costruendo un caseggiato di edilizia Popolare sui cui alloggi è stata accolta la richiesta di riserva all'80%
Per gli abitanti delle case minime di V.le Rubicone e della "Cassina Anna" — di via Sant'Arnaldo, 17 (inserita nello stesso lotto di 167).
In base allo stato di avanzamento dei lavori se ne può presumibilmente prevedere l'ultimazione verso il mese di gennaio '79, con il conseguente avvio dell'insediamento degli assegnatari delle case minime e della "Cassina Anna", oltre a quelli previsti dalle graduatorie generali dell'IACPM.
Poichè ciò potrebbe comportare occupazioni abusive o nuove affittanze da parte della proprietà
della "Cassina Anna" con possibile carico al Comune del problema di trovare alloggi ai nuovi inquilini, riteniamo necessario che l'Amministrazione definisca al più presto il problema del recupero della "Cassina Anna" e della sua trasformazione in struttura al servizio dei cittadini del quartiere e della città, come previsto sia dal PRG che dalle richieste avanzate da anni dal Consiglio della Zona 8. Lo stesso C.d.Z. 8, tra l'altro, ha già da tempo approvato una proposta di recupero e di utilizzo sociale di cui l'Amministrazioone è a conoscenza.
L'attuazione di questo impegno richiede di conseguenza la presenza nel bilancio preventivo 1979 del Comune di Milano del finanziamento necessario per procedere sia all'esproprio o alla convenzione con la proprietà, sia alla ristrutturazione della cascina, attraverso le forme che risulteranno più opportune e meno onerose.
Ci auguriamo vivamente che tanto l'Amministrazione Comunale quanto i Gruppi Consiliari ed il Consiglio della Zona 8 tengano conto delle reali esigenze della Zona e del quartiere di Bruzzano, nel quale sono previsti entro unodue anni circa 4000 nuovi insediamenti, mentre permane una situazione di carenza rispetto ai servizi sociali esistenti.
L'invito che come forze politiche democratiche nel quartiere Vi rivolgiamo è perciò quello che operiate perchè nel bilancio 1979 si tenga conto del problema in questione (il recupero della cascina) e si preveda il finanziamento necessario.
Ringraziando per l'attenzione, porgiamo cordiali saluti.
D.C. Sez. di Bruzzano
P.C.I. - Sez. di Bruzzano P.S.I. - Sez. di Bruzzano
2 Gennaio 1979
Una veduta della Cascina Anna
pagina
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Alla BOTTEGUCCIA
Una nostra indagine
La chiesa nella zona
Questo articolo dà inizio ad una ricerca sullo stato della chiesa locale, quella di Affori e della Zona 8, ricerca che tenterà di cogliere la trama complessa della presenza della chiesa in tutti i suoi aspetti, propri e di relazione.
Parlare di una chiesa locale non può essere fatto senza fare alcuni accenni di riferimento alla chiesta italiana.
Tali punti sono essenziali per cercare, schematicamente, di capire la storia degli ultimi anni della chiesa italiana.
Primo punto:
Il Concilio Vaticano II.
Tale avvenimento di rilevanza storica per la chiesa univesale, non ha posto la chiesta italiana, per ammissione dei più, come protagonista di quel "aggiornamento ' auspicato da Giovanni XXIII.
Tale "aggiornamento" è stato visto dalla chiesa italiana solo come aspetto esteriore di una "perennità dogmatica", non vissuto come momento storico di "confessione della fede", cioè, come luogo e tempo di riflessione critica, di rimessa in questione di sè stessa, di "attraversamento del deserto".
I grandi temi di riflessione dello spirito conciliare: la pace, la povertà, la comunione, sembrano essersi esauriti in una pratica amministrativa di ripetizione, non nell'innovazione dello Spirito. La chiesa italiana è forte di sè stessa, crede nel "suo" spazio nella sua 'cittadella'. Un noto teologo definisce ciò "il complesso el ghetto" (K. RAF-INER).
La paura di cambiare, di "perdersi" della chiesa italiana, la
Redazione:
Mario Migliaccio, Maura Ceccaroii, Roberto Omini, Fiorenzo Baini, Luca Belloni
Fotografia e impaginazione:
Sergio Ferrario
Direttore Responsabile:
Edoardo Gardumi
Hanno collaborato a questo numero: Francesco Miccol i, Adolfo Carvell i, Peppino lasoni, Fabio Ceruti, Andrea Colombo, Laura Campana, Antonio Figini, Eugenio Bovio, Gruppo Cristiano di Base Zona 7-8
Stampa: Coop. "Il Guado"
Robecchetto con I nduno (Mi) Tel. 0331/881475.
porta ad essere una chiesa contro, una chiesa che è stata definita senza volto, tiepida, nè ricca nè povera, nè spirituale nè corrotta.
Secondo punto: Ecumenismo.
Questo grande respiro del Concilio, nella chiesa italiana, non si è mai espresso se non nella ripetizione burocratica dei discorsi non nei fatti ecumenici del "popolo di Dio". L'ecumenismo non può prescidenre dal 'dialogo', altro asse portante del tempo di Giovanni. La chiesa italiana non si è mai messa "in dialogo" con gli altri, non solo
con le altre fedi, ma con tutte le altre culture presenti nel mondo, con pensiero dell'Europa, dell'Asia, delle Americhe, dell'Africa.
La chiesa italiana inoltre ha paura di perdere sè stessa pensando più nell'avere la verità che nell'essere in ricerca con gli altri per essere verità.
E forse la chiesa italiana idolatrica?
La difesa di sè stessa, la sicurezza del suo 'chiuso' è idolatria religiosa, non speranza, sofferenza, costruzione della storia degli uomini.
S. B.
Una speranza delusa
Come anche questo giornale aveva sottolineato nel numero di novembre, l'elezione a Papa di Karol Wojtyla aveva suscitato numerosi interrogativi, ma anche una grande speranza in milioni di uomini soprattutto nei non cattolici.
Questa speranza ha cominciato a vacillare dopo i primi interventi pubblici del nuovo Papa. Essa si è dissolta dopo il discorso pontificio agli esponenti della Associazione Medici Cattolici.
Questo discorso non è stato grave tanto per il fatto che il Papa vi ribadiva la nota posizione della Chiesa sul problema dell'aborto, ma in primo luogo perchè dava forza all'inqualificabile intervento del cardinale Benelli Sullo stesso problema e soprattutto perchè conteneva una grossolana falsità quando sosteneva chei medici obiettori erano esposti "al rischio di incomprensioni, di fraintendimenti e anche di pesanti discriminazioni". Basta chiedere ai lavoratori degli ospedali e viene a galla che ciò che il Papa ha detto è falso, i discriminati sono i medici che praticano l'aborto. Perchè il Papa e il cardinale non vanno a parlare con le donne cattoliche che hanno abortito e nelle condizioni che ben conosciamo? Cosa ci dice il Papa del suo inviato da Pinochet e Videla? Come mai fino ad oggi non abbiamo ancora sentito una sua parola per il popolo iraniano? Forse perchè sono di un'altra religione? O perchè ci sono interessi economici del grande capitale internazionale da difendere? Le mancate risposte a queste domande sanno molto di restaurazione (spero di sbagliarmi). Toccherà ancora a noi lavoratori tutti insieme, cattolici e non cattolici, rimboccarci le maniche e dare risposte positive a questi drammatici interrogativi e ridare speranza a milioni di uomini che attendono.
Antonio Figini
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Due settimane fa, appariva sul "Giorno" un'intervista con Mauro Rostagno, uno dei più acerrimi katanghesi del '68, fondatore di Lotta Continua, uno degli esponenti più attivi e preparati della "Nuova Sinistra". Dopo che fu chiuso Macondo, di cui è uno dei fondatori, Rostagno è sparito per un po' dalla circolazione per riapparire ora, vestito da monaco buddista e si fa chiamare Santano. L'intervista che seguiva esprimeva bene la disillussione di uno che si è impegnato molto, ha commesso anche degli errori, ma nella rivoluzione ci credeva. Ora Rostagno, alias Sanatano, rigetta il suo passato, si chiude in sè e cerca di riscoprire la propria entità, aggrappandosi al Buddhismo. Non è che un esempio del grande discorso sulla gioventù di oggi alla ricerca del proprio "personale", della propria interiorità. E un discorso che si è avuto finalmente il coraggio di porre, dopo anni di vuote parolone, ma molte riscoperte del personale avvengoho come quella maturata da Sanatano che, rigettando la sua esperienza di rivoluzionario e chiudendosi in sè e nei precetti della religione, diventa di fatto egoista. Riscoprire il personale è certo una cosa importante, la più importante di tutte, ma se riscoprirlo vuol dire mettersi il paraocchi, dire: "Adesso cerco di stare bene". Senza contare che non è uno solo che deve stare bene, ma tutti, si finisce per ricadere eternamente nel proprio piccolo cerchio e il Sistema che una volta si voleva abbattere sghignazzerà più forte che mai.
La riscoperta del personale passa attraverso la fase di Dio, ed è anche naturale perchè uno quando è posto di fronte a se stesso e alla propria parte spirituale certe domande se le pone. Questo senza contare che, mec-
canizzato, materialista e inquadrato com'è, il mondo moderno ha messo nei giovani la "fame di Dio" e in tutti noi, anche in chi si r?fessa ateo, c'è una profonda spiritualità. Il problema dunque non è questo. E la risposta che si è data ad una simile esigenza che ha reso questa "fame di Dio" un altro veicolo di fuga o di asservimento. La proliferazione dei grupponi cattolici che non sono altro che barriere d'oscurantismo e puntello al potere, delle sette orientali, quasi tutte tenute da loschi individui, tipo il famigerato guru Maharaji o personaggi non ben delineati come Rajneesh, gli Hare Krishna e tanti altri che promettono la pace della coscienza, magari te la danno anche, ma ti rendono anche lontano dalla lotta per migliorare la vita. In conclusione, si può affermare che il cambiamento di rotta di Rostagno è un fatto simbolico. E la morte dei sogni e la voglia di crescere assieme nella gioia. Ora la gioia si cerca di riscoprirla da soli, ma da qui alla solitudine e al disimpegno il passo è breve. Riscoprire se stessi e la figura di un rivoluzionario come Gesù Cristo, che era tanto buono, ma col Potere diventava cattivissimo, non è certo un male, anzi, può dare uno stimolo in più a cambiare veramente, di dentro prima di tutto, per imparare a essere coerenti e a capire chi siamo e poi a lottare con maggiore vigore. Ma se riscoperta del "Personale" è ricercare Katmandù la pace della coscienza e farsi abbindolare dai profeti che in questi periodi qui crescono come funghi, la nostra identità svanirà prima o poi e si cadrà in mano ad elementi come i "Bambini di Dio" o peggio ancora, gente come Jim Jones, con tutte le conseguenze immaginabili.
Fiorenzo Baini
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La presenza nella zona e i rapporti con la chiesa italiana
Assemblea a Villa Litta per l'equo canone
Il comune risponde
L'applicazione dell'equo canone sta già sollevando problemi.
Non sono pochi gli inquilini e proprietari che per un motivo o per l'altro, stanno manifestando una certa ostilità verso la nuova normativa che per la sua complessità rende a volte difficile il calcolo dell'equo canone e crea, di conseguenza, contrasti e incomprensioni. Alcuni suoi meccanismi se da una parte creano difficoltà di interpretazione (esponendo così la parte più sprovveduta dell'inquilinato a un certo tipo di professionisti che approfittano di questo stato di incertezza e di confusione e si "mettono a disposizione" degli interessati che sono costretti poi a sborsare una cifra rilevante per il calcolo dell'equo canone) dall'altra sta generando gravi reazioni che la grossa proprietà mette in atto per eludere la legge non rassegnandosi a una politica non più basata sulla sola speculazione, ostacolando qualsiasi iniziativa per l'avvio di una nuova politica edificatrice nel nostro paese.
Nell'assemblea di zona — promossa dall'Amministrazione Comunale a Villa Litta 1'11 dicembre sull'equo canone — presenti oltre al presidente e alla coordinatrice della commissione casa della zona 8, gli assessori Rossinovich (urbanistica ed edilizia popolare) e Baccalini (edilizia privata) queste gravi reazioni sono state ricordate in tutta la loro drammaticità: vendite frazionate operate da grosse immobiliari, i numerosi sfratti già in atto (4000 famiglie entro il 30 aprile) le migliaia di disdette (grazie all'articolo 59 che permette la requisizione dell'alloggio da parte del proprietario se questo ne ha bisogno per sè o per qualche suo parente) operati (tutto questo a Milano) dalla proprietà che in larga parte usa quest'arma come ricatto sull'inquilino avendo gioco facile nella situazione attuale di grande squilibrio tra domanda e offerta di casa.
E proprio grazie a questa che possono passare (e lo sono già) operazioni di speculazioni selvaggia e di taglieggiamento degli inquilini. É stato chiesto agli assessori presenti quali fossero le iniziative dell'Amministrazione Comunale e quali atti concreti si intendono intraprendere per arginare questa grave situazione. Nei loro interventi Rossinovich e Baccalini hanno spiegato la posizione della giunta, come essa si stà muovendo verso una loro risoluzione positiva. É stato ricordato innanzitutto come questi problemi assillino anche altri grossi comuni che unitariamente tra loro premono perchè il parlamento operi immediatamente con interventi legislativi per contenere la possibilità di sfratti. Sono stati rivendicati maggiori poteri agli enti locali per l'uso degli alloggi sfitti ("Non si tratta di requisire ma di costringere a usare il patrimonio edilizio esistente" è stato detto).
Ma, e questo è stato sottolineato da tutti gli interventi, per soddisfare la richiesta di case che c'è oggi nel nostro paese bisogna
Il buon giorno sì vede dal mattino
che la legge dell'equo canone non vada considerata come una legge a se stante ma inserita all'interno di un più vasto contesto di leggi sulla casa: dalla legge n.
10 (assetto urbanistico) al piano decennale (fabbisogno casa), a loro volta collegate strettamente con la funzione che le leggi n. 382 e n. 616 assegnano all'ente locale e alle regioni per garantire che il processo di sviluppo e rinnovamento del settore edilizio sia rapido ed esteso. Soprattutto occorre raccordare la legge sull'equo canone al piano decennale (di quest'ultimo occorre un suo avvio più deciso) per mettere in moto la costruzione di nuovi alloggi e il risanamento dell'edilizia in degrado (a Milano sono già state individuate le zone di recupero su cui operare) sia con interventi pubblici, cooperativistici e privati. In particolare è stato posto l'accento sulla politica di recupero (nella nostra zona, come del resto in tutta la città, vi è un'alta percentuale di degrado) come componente essenziale per rispondere positivamente alla nuova domanda abitativa.
Altri aspetti, naturalmente, sono stati presi in considerazione dai vari interventi.
La rappresentante del SUNIA ha menzionato il problema della stesura del nuovo modulo per il contratto di affitto (ora già stipulato e già in vendita). La questione spinosa del fondo sociale (integrazione dell'aumento del canone): la richiesta alla Regione di rendere disponibile i fondi per la sua concreta applicazione.
Un'altra proposta è quella di istituire un ufficio alloggi presso il comune di Milano e la costituzione presso la commissione casa di zona di sedi unitarie di consulenza e organizzazione delle vertenze degli inquilini per una gestione globale del problema case.
Ci.sono stati infine una serie di interventi che hanno analizzato alcuni aspetti della nostra zona rispetto ai temi tracciati dal dibattito. Ci sono state domande tecniche sull'equo canone fatte da proprietari e inquilini che hanno richiesto delle risposte da parte degli assessori.
C'erano gli inquilini di Cassina Anna che oltre a sollecitare una loro sistemazione rapida nei tempi (andranno ad alloggiare ai nuovi caseggiati del lotto 53) hanno denunciato la grave situazione del quartiere di Bruzzano: mancanza assoluta di servizi sociali, carenza alloggiativa, molte abitazioni in degrado. A sottolineare la drammaticità che ormai ha assunto quest'ultimo aspetto nella zona 8 (in una casa degradata di v. Alberico da Barbaiano è crollato il soffitto) è bastato l'ascolto di alcuni inquilini di v. Ippocrate 13 che erano presenti in sala; la rabbia con cui hanno descritto le condizioni degli alloggi in cui sono costretti a vivere; e, quasi a beffa, per 3 famiglie disposte a pagare il fitto. il proprietario non vuol far loro un contratto di locazione quasi che a vivere in alloggi di questo tipo fosse un privilegio.
Francesco Miccoli
Sul problema della scuola si è scritto tanto ed ancora oggi, così come in futuro, si continua a farlo. Anche noi che, come molti, viviamo i problemi. le ansie, le aspirazioni ed a volte anche i sogni della scuola, ci sentiamo in dovere di parlarne. Se è vero che già all'asilo i bambini prendono i primi contatti coi loro coetanei, abbozzando i principi di una socializzazione ancora confusa e sfuocata: se è vero inoltre che questi si trovano a vivere per la prima volta alcune ore della giornata con adulti cui non sono apparentemente legati da parentele di alcun genere creando (e creandosi) a volte non pochi problemi, è vero anche che soltanto a partire dalla scuola elementare i bambini avvertono un radicale cambiamento nelle loro abitudini scontradosi con l'annoso problema dell'autocontrollo. con la ricerca di una soluzione per superare l'ostacolo che li accompagnerà per molto tempo: l'impegno scolastico sistematico. quale può essere ad esempio lo svolgimento dei compiti o la preparazione alle interrogazioni. Ciò che invece non viene fatto apprezzare dal bambino è l'importanza di conoscere il proprio corpo, prendere coscienza del rapporto psico - fisico che abitui il corpo all'esatta obbedienza di una volontà operante e cosciente. Nella scuola elementare viene quindi ad essere non solo trascurata, ma addirittura ostacolata la "... formazione integrale della personalità in un armonico equilibrio fra il lavoro mentale e le esigenze della normalità fisiologica di tutti gli apparati or-
ganici (...) al fine di difendere e potenziare razionalmente le sane energie del corpo e dello spirito" (dalla premessa generale al Programma Ministeriale delle Scuole Elementari): cioè l'Educazione Fisica. Si può facilmente rendersi conto di questo visitando le palestre delle scuole elementari oppure informandosi di quanto ore settimanali (anzi, di quanti minuti) i bambini hanno a disposizione per fare dell'attività (quando in classe si comportano bene: già. perchè se disturbano le lezioni, a volte vengono tolti anche quei 40 - 50 minuti settimanali). Non sto calcando la mano. Il problema dell'Educazione Fisica per i bambini che frequentano le scuole elementari è di facile conoscenza a quei genitori che leggono questo articolo e sanno che per far svolgere una attività che sia delle più globali e generalizzate ai propri figli, occorre rivolgersi altrove (polisportive o centri privati). oppure quando un genitore ha del tempo libero (solitamente di domenica) riversare sul figlio le poche nozioni di ginnastica appresa da giovane (nei casi più fortunati il genitore che possiede una profonda conoscenza di un'attività fisica basata sulla fisiologia sull'anatomia e sulla correttiva. impartirà autonomamente una vera e seria educazione fisica del corpo al proprio bambino). Mi vengono spontanee a questo punto alcune domande: se deleghiamo la scuola all'insegnamento delle varie discipline cosiddette "culturali" ai nostri ragazzi. perchè dobbiamo provvedere noi stessi al loro sviluppo corporeo?
Ancora teppismo
Per la terza volta la scuola elementare di via Iseo subisce atti di inqualificabile teppismo. Nell'ultima di queste incursioni, avvenuta il 27 scorso, gli autori si sono impossessati di due macchine da scrivere, un ciclostile e tutto ciò che gli è capitato a portata di mano, non paghi, si sono infine abbandonati ad atti come l'usare i verbali per defecare.
Altrettanto vigliacco e meschino è il vandalismo compiuto la notte del 29 ai danni di una decina di cittadini abitanti di via Pellegrino Rossi e di via Astesani, che al risveglio si sono trovati la sgradita sorpresa di vedere le gomme delle proprie automobili tagliate.
Quale commento a questi due episodi? Sono così assurdi ed inutili che si commentano da soli.
Perchè l'Educazione Fisica non viene insegnata nelle scuole elementari dove i bambini hanno maggiormente bisogno di un controllo costante della loro crescita per tutti i problemi ad essa collegati? Perchè ricorrere poi a ginnastiche correttive gestite da privati per dover appunto correggere gli eventuali difetti di postura riscontrati nei bambini? Come insegnante di Educazione Fisica, il materiale umano su cui basare queste osservazioni, non mi manca. Molti bambini che frequentano la I media, vedono per la prima volta una palestra, una materassina, un pallone medico. Molti di loro non hanno mai fatto una capriola rovesciata, ma corso all'indietro, mai saliti sulla fune. Mai visto una cavallina nè un'asse di equilibrio. Se il buon giorno si vede dal mattino, così come ritengo che se la buona e corretta educazione fisica nei ragazzi e di molta altra gente si vede da ciò che si è fatto nelle scuole primarie, credo non sia il caso di stare molto allegri. nè avere l'animo tranquillo. Si può e si deve fare di più. Un solo esempio: il problema degli "anche" educatori fisici? Quanti di loro si informano, leggono, studiano come applicare l'Educazione Fisica sui bambini? Quanti ancora sentono la necessità di frequentare corsi di aggiornamento specifici della materia in oggetto? L'esigenza di avere degli insegnanti di Educazione Fisica anche in queste scuole dove i bambini abbiano finalmente un orario scolastico in cui siano presenti diverse ore di ginnastica settimanali, non è ancora predominio delle istituzioni scolastiche che mostrano disinteresse di fronte al problema, tanto che oggi non si avvertono cambiamenti rispetto a quando andai a scuola per la prima volta e cioè quasi vent'anni fa. Il discorso a questo punto potrebbe essere trattato ad un più alto livello che interessi l'educazione in generale e che investa tutto il Paese; ma "ABC" è un giornale di quartiere e deve interessare soprattutto i suoi cittadini ed invitarli a discutere, a partecipare, a risolvere, laddove sia possibile, i problemi della nostra zona. Nel prossimo numero verrà analizzato il problema degli impianti sportivi e dell'educazione fisica nelle scuole medie inferiori della zona 8. A questo proposito chiediamo la vostra partecipazione attraverso lettere inviate alla redazione o fatte pervenire presso i nostri punti di recapito, per illustrarci se vi sono particolari esigenze da sottoporre all'attenzione di tutti. Nel salutarvi infine, colgo l'occasione per porgervi i miei auguri di buon anno.
Ceruti
Fabio
Sport
pagina 6 Gennaio 1979
Lezione di ginnastica nelle elementari di Via Comasina
Una presa di posizione del SUNIA No
al metodo antipopolare sulle morosità
La Federazione Provinciale del S.U.N.I.A. ancora una volta deve esprimere il proprio dissenso verso il metodo burocratico antipopolare adottato dallo IACPM riguardante il recupero della morosità degli assegnatari.
Da sempre infatti; il S.U.N.I.A. ha affermato e sostenuto anche con la mobilitazione che la morosità colpevole va perseguita, costringendo l'Ente a fare delle precise scelte in questa direzione.
Non si possono invece accettare forme di recupero della morosità come quelle lettere che l'Ente in questi gionri ha inviato a migliaia di inquilini di terza fascia di reddito (da L. 2.400.000 a L. 3.500.000), che impongono il recupero della morosità consolidata al 30.7.78 entro dieci giorni, i cui rilievi contabili sono stati fatti ai primi del mese di giugno, quindi con pagamenti posteriori non registrati, che fanno sì che di morosità non ne esista o ne esista per poche decine di migliaia di lire, spesso imputabili ai ritardi, se non a ricorsi per mutamento di reddito, che lo IACP nonostante il parere favorevole delle Commissioni di Gestione Democratica, ostinatamente non accoglie.
A tutto ciò si aggiunga che gli inquilini, recatisi nelle zone IACPM per avere delucidazioni, dopo lunghe ore di coda (sono oltre 6 mila le lettere inviate e dieci gli impiegati delle zone addetti a ricevere gli inquilini), hanno trovato la situazione arretrata da mesi, aggiornata a settembre solo nella giornata di lunedì.
Risulta difficile credere che una simile disorganizzazione sia imputabile a ragioni di carattere tecnico, poichè lo IACPM è dotato di sofisticate moderne apparecchiature per la contabilità, oltre che ad un poderoso apparato, specie quando ciò avviene abitualmente, come per il recupero concordato con le Organizzazioni Sindacali degli Inquilini, relative ai conguagli spese fino al '74, nello scorso mese di luglio.
Esistono nell'edilizia pubblica centinaia di famigie segnalate dalle stesse Commissioni di Gestione Democratica e dal SUNIA, con 2-3 e oltre milioni di lire di arretrati, il cui reddito supei a di gran lunga il tetto previsto dalle leggi vigenti per la revoca dell'alloggio popolare; esistono inoltre lavoratori autonomi (gioiellieri, ricchi esercenti, proprietari di azienda, ecc.), per i quali il S.U.N.I.A. e le Commissioni hanno richiesto indagini da parte della finanza, che lo
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FIORI E PIANTE
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IACPM non ha mai sollecitato, nè risulta che nei confronti di questi si sia mosso con la stessa intransigenza e tempestività, con la quale si è mosso nei confronti degli inquilini della 3° fascia, o se lo ha fatto, non è emersa la stessa pertinacia. Il S.U.N.I.A. ritiene che tutta la morosità vada recuperata, ma che occorra partire dagli alti redditi, coinvolgendo le Commissioni di Gestione Democratica, da sempre disponibili, e predisponendo gli strumenti per una verifica puntuale della situazione contabile, leggibile da ogni assegnatario, con un piano programmato di recupero, che consenta un effetto sicuro.
Diversament persistendo con tale metodo che genera confusione e malcontento è legittimo il dubbio che la volontà non sia quella di risanare il deficit, ma di creare le condizioni per fare passare scelte arretrate e antiriformatrici. Il S.U.N.I.A. invita perciò i propri iscritti e gli assegnatari tutti a rivolgersi alle sezioni sindacali per organizzare la risposta con delegazioni di massa allo IACPM, che smuovano anche la paralisi realizzando decentramento democratico e la partecipazione degli assegnatari.
La segreteria provinciale del S.U.N.I.A.
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Per informazioni rivolgersi:
SUNIA - Via Vivaldi Bondo 13 ogni giovedì dalle 16 alle 19.
Via Litta Modignani - 111 ogni sabato alle 15
Via del Tamigi, 7 saltuariamente
posta
Raccolta firme contro
gli sfratti
Il mese scorso ho partecipato a due assemblee sull'equo canone tenutesi nella nostra zona. Dagli interventi dei cittadini è emerso un giudizio complessivamente positivo sulla legge, legato però alla necessità di attuare il piano decennale della casa per una rimessa in funzione dell'attività edilizia che da anni langue. emersa anche una situazione drammatica per quei cittadini, e sono numerosi anche nella nostra zona, che hanno ricevuto o riceveranno presto lo sfratto. Questi lascerebbero subito libera la casa che occupano, ma non ne trovano un'altra da affittare. Ne è derivata la richita pressante che gli sfratti vengano sospesi per alcuni anni (tranne nel caso di comprovata urgenza del proprietario) dando ai Comuni la possibilità di controllo sullo sfitto. Mi rendo conto che queste due proposte non sono di facile attuazione, ma personalmente oltre che condividerle, credo che con adeguate forme di lotta e di mobilitazione si possa indurre il governo a prendere provvedimenti in merito. I partiti della sinistra italiana e i sindacati dovranno farsi carico anche della soluzione di questo problema. Lettori segnalate al giornale le vostre situazioni. Perchè ABC non comincia con una raccolta di firme nella nostra zona?
Lettera firmata Prendiamo nota di quanto scrittoci dal lettore, che ci trova sostanzialmente d'accordo sul fatto della sussistenza del problema. Se i cittadini sentono l'esigenza di dargli una soluzione segnalate al giornale le varie situazioni, studieremo in seguito un modo per arrivare, per quanto possiamo, alla soluzione, magari anche con le raccolte di firme auspicata da chi ci scrive.
Entro fine anno
Approvato il bilancio preventivo del comune
Entro la fine del mese di gennaio II Consiglio Comunale sarà chiamato ad approvare il BILANCIO PREVENTIVO per il nuovo anno, ed entro quel periodo ogni Consiglio di zona della città dovrà far pervenire le proprie valutazioni sull'insieme della proposta di bilancio e, in particolare, le indicazioni rispetto ai problemi della propria zona, al fine di ottenere l'iscrizione a bilancio degli investimenti occorrenti alla loro soluzione.
La grossa novità di quest'anno è che il bilancio comunale viene elaborato distinguendo in maniera definita le opere di prevalente rilevanza cittadina da quelle di prevalente Movenza zonale. Di conseguenza, viene proposta da parte dell'Amministrazione una ripartizione di spesa suddivisa in due stanziamenti distinti: 270 miliardi per le opere di rilevanza cittadina e 50 miliardi per quelle di "rilevanza zonale".
Sull'impiego del primo stanziamento la decisione è di competenza degli organi centrali dell'Amministrazione comunale, con il diritto delle Zone, però, di formulare pareri;proposte alternative, e comunque esercitare il controllo sull'attuazione degli impegni di spesa assunti.
Il secondo stanziamento (i 50 miliardi), invece, viene suddiviso tra le venti zone della città, e ciascun Consiglio avrà il potere di decisione sull'impegno della quota ad esso assegnata.
Ogni zona della città, quindi, sarà interessata da opere e investimenti che rispondono ai due criteri che circondavano: parte degli interventi saranno finanziati dal "centro", e parte direttamente dal Consiglio di Zona.
La fase di discussione e di consultazione che è aperta da tempo e che si concretizzerà entro gennaio dovrà anche chiarire come dovrà essere effettuata la suddivisione, sulla base dei problemi concreti che saranno individuati ed assunti come proprietari.
In questo contesto, la Zona 8 è interessata direttamente da uno stanziamento di I miliardo e 795 milioni. In un altro articolo del giornale (al quale rimandiamoÜil lettore) si tratta in particolare di questo problema.
Ci limitiamo ad aggiungere, per concludere, che con la nuova impostazione del Bilancio Comunale l'opera di governo della città assume aspetti assolutamente nuovi, affermando una concezione nuova dell'amministrazione della cosa pubblica suscettibile di stimolare nel concreto la crescita della partecipazione democratica e la qualificazione del Decentramento amministrativo, in attuazione di quanto previsto dal nuovo regolamento dei Consigli di Zona approvato nella primavera del 1978.
Anche per questo, riteniamo utile ricordare gli impegni di dibattito e di confronto previsti per questo mese attorno al tema del bilancio, nella nostra zona, ai quali sarebbe utile partecipassero in gran numero i cittadini che nella zona 8 vivono o lavorano.
Ecco il calendario delle iniziative:
19 gennaio - ore 21 - a Villa Litta:
Assemblea pubblica per discutere del bilancio preventivo 1979 del Comune di Milano Partecipa l'Assessore Pillitteri.
24 gennaio - ore 21 - a Villa Litta:
Riunione del Consiglio di Zona per discutere sulle "Delibere quadro" di recente elaborazione che definiscono il trasferimento di nuovi poteri ai consigli di Zona. Ü
26 gennaio - ore 21 - Al Centro Sociale di Via Val di Bondo alla Comasina:
Assemblea pubblica per discutere del recupero e dell'uso sociale del centro sociale di via Spadini.
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Riconfermando la propria vocazione a iniziative in questo settore la Biblioteca Comunale Rionale "Villa Litta" organizza un corso di fotografia che riteniamo interesante per numerosi motivi. Come prima cosa soddisfa infatti una precisa esioenza espresso dalle oltre cento firme raccolte a conferma dell'attualità della proposta. Per la biblioteca questo significa continuare un'attività che ha già visto negli ultimi quattro anni l'organizzazione di un 'rcolo del cinema (1976); di un corso di audiovisivi in collaborazione con la Società Umanitaria (1977); di corsi di scacchi e di uno di musica (1975-1978). Unitamente a tutte le altre iniziative culturali, concerti e mostre, che sono più che corollario un insostituibile supporto dell'attività della biblioteca. Non a caso infatti la diminuzione dell'offerta di attività culturali, non tanto quelle decentrate verticisticamente, quanto quelle organizzate e gestite dal quartiere ha portato a una parallela diminuzione dell'utilizzazione di quel servizio che è rappresentato dall'apertura serale della biblioteca stessa e a una sfiducia nelle capacità aggregative di questa struttura. Il corso di fotografia vuole tornare a saldare interessi che si esprimono in direzioni anche differenti.
Essenzialmente è infatti un pretesto: la biblioteca, individuato un notevole interesse per questo settore, si attrezza con tutto il materiale occorrente all'allestimento di una camera oscura. Questa, oltre a rappresentare uno strumento tecnico insostituibile per la parte pratica del corso, verrà liberalizzata, secondo modalità che devono ancora essere individuate. Ciò significa la disponibilità dei locali che verranno destinati a questo servizio come punto di incontro e di lavoro per chi si interessa di fotografia. Non un circolo nel senso tradizionale. ma, quanto meno, un circolo aperto.
Parallelamente la biblioteca si impegna a potenziare la disponibilità di libri sia tecnici che di immagine in modo da essere pronta a fornire il supporto didattico necessario a soddisfare tutte quelle richieste che potranno emergere durante lo svolgimento del corso.
Questo, oltre alla parte pratica, ne avrà anche una teorica. La prima ha la funzione di insegnare quella manualità necessaria per muoversi con disinvoltura di fronte ai vari problemi fotografici e sarà una esemplificazione necessaria delle lezioni teoriche. Queste ultime hanno invece il compito di fornire quelle conoscenze di base per l'utilizzazione del mezzo fotografico, dalla ripresa all'impiego corretto delle tecniche di sviluppo e stampa. Insieme, naturalmente, a una traccia breve ma esauriente delle origini e degli sviluppi della fotografia.
Abbiamo detto, prima. un pretesto: infatti il corso vuole insegnare a fotografare come mezzo e non come fine. Cercherò di spiegarmi meglio. Confermata l'apertura a tutte le proposte e, soprattutto, a tutte le collaborazioni (indipendentemente dalla competenza e dall'esperienza) è quindi un'occasione di riunione per tutti quelli che si interessano di immagini e che, indipendentemente dal corso stesso, possono trovare in biblioteca l'occasione e il luogo per riunirsi.
L'orizzonte di questo corso trascura necessariamente formulazioni gratificanti come l'istituzione di concorsi con la relativa distribuzione di premi. Così come la discutibile etichettatura di "artistico". Come imparare a scrivere è un mezzo per comunicare e non obbligatoriamente per comporre un'opera d'arte, così imparare a fotografare deve essere principalmente l'acquisizione di una nuova tecnica di comunicazione. Che poi potrà
Alla Biblioteca Comunale "Villa Litta"
Corso di fotografia
servire per raccontare, per documentare, per dimostrare o per verificare. É chiaro che la foto cosidetta artistica non può avere spazio in un'iniziativa di questo genere. Il campo d'azione anzi di sperimentazione del corso vorremmo che avesse da sviluppare temi che riguardino tutta la zona 8. Che sono poi i problemi e le realtà che viviamo più da vicino. Corso quindi finalizzato a queste situazioni: che significa collegamento col consiglio di zona, con scuole, con fabbriche, con gruppi di persone ma anche con individui sin-
goli.
Ecco, questo è il nostro obiettivo. Insieme al tentativo di convincere tutti che le buone fotografie non dipendono dal bell'apparecchio ma dalle idee più meno valide che abbiamo in testa. Esattamente il contrario di quello che molta pubblicità vuol farci credere.
Per finire, una precisazione. Il corso sarà più uno stimolo che un'enciclopedia. Per chi, nonostante tutto, conserverà queste esigenze rimangono i buoni vecchi libri dove tutto ma proprio tutto è stato o sta per essere
dalla prima arrivata la Nauticus
detto. Libri che, come abbiamo già detto, la biblioteca non farà mancare. Quindi l'appuntamento è proprio per tutti.
Ecco: ci siamo fatti un necessario discorso preliminare. Chi lo vorrà continuare e "praticare", lo potrà fare nel prossimo CORSO DI FOTOGRAFIA del quale, tra poco, saranno pubblicizzati tempi e modi.
dalla prima Un miliardo e 790 milioni per la zona
soluzione dei problemi più importanti e prioritari.
non è rintracciabife: nessuno ne conosce l'indirizzo o il numero di telefono; una società fantasma!
Addirittura, alcuni inquilini che si sono recati presso gli uffiCi della "vecchia" proprietà per pagare il canone per il primo trimestre '79 (calcolato ancora con il vecchio sistema) alla domanda su chi fosse questa "Nauticus" si sono sentiti rispondere dagli impiegati che loro non ne sapevano nulla! Esistono quindi elementi di grossa incertezza che devono essere dissipati al più presto.
Come mai la "vendita" è avvenuta proprio nei mesi in cui è entrata in vigore la nuova legge sull'Equo Canone?
Come mai la nuova proprietà ha richiesto le dichiarazioni dei redditi a ciascuna famiglia impiegando moduli sui quali non compare neppure il suo indirizzo, senza preoccuparsi di dare informazioni preventive agli inquilini e dimenticandosi che da anni gli inquilini stessi sono organizzati nel sindacato SUNIA?
E soprattutto, come possono essere determinati in modo corretto i nuovi canoni se la proprietà non fornisce prima a tutti gli inquilini gli elementi necessari a tal fine? Se la proprietà intende pervenire alla determinazione degli aumenti in modo unilaterale, certamente ha sbagliato strada.
Giustamente, quindi appena sono arrivate le raccomandate della Nauticus, il comitato degli inquilini ed il SUNIA hanno distribuito un comunicato a tutte le famiglie, invitandole a non consegnare nessun documento
fino a che non vi sarà un incontro tra la Nauticus e lo stesso SUNIA. E questa posizione è stata chiaramente ribadita all'assemblea del 3 gennaio.
Il comportamento della nuova società lascia chiaramente intendere la volontà di non riconoscere l'organizzazione che autonomamente gli inquilini si sono dati negli ultimi anni.
La nuova società preferirebbe trattare singolarmente con ciascuna famiglia. perchè in tal modo l'inquilino avrebbe molta meno forza per contestare le scelte e le decisioni che gli verrebbero imposte in modo unilaterale. L'assemblea degli inquilini, perciò ha espresso con forza la volontà di far valere un reale potere di contrattazione, come già è avvenuto nel passato, quando l'azione unitaria di tutti impose la trattativa sulle spese per il riscaldamento Ma il discorso sviluppato dal comitato inquilini non si limita all'obiettivo di imporre la corretta applicazione della legge sull'Equo Canone.
Esistono altri problemi, legati ad una gestione avanzata della stesse legge, in particolare per ottenere il CONTRATTO UNICO per tutte le famiglie, impedendo così eventuali manovre sugli sfratti che potrebbero verificarsi nel caso che le scadenze contrattuali non fossero uniche ma differenziate nel tempo.
Un altro obiettivo che il SUNIA indica riguarda gli interventi per le opere di manutenzione agli stabili. Con i nuovi introiti derivanti dagli aumenti dell'Equo Canone, infatti, la nuova società deve impegnarsi concreta-
mente ad effettuare le riparazioni e gli interventi necessari alla conservazione del buono stato delle case. Sono ormai vent'anni che i caseggiati Donagemma sono in piedi; e sappiamo che queste sono case costruite durante gli anni del 'boom economico', costruite "molto in fretta" per far fronte con il maggior profitto possibile alle grandi ondate immigratorie di quel periodo. Possiamo quindi essere certi che per ogni anno che passa verranno fuori sempre nuove magagne, deficienze, problemi, ecc. Un ultimo problema, ma non per questo meno importante, è quello dei pensionati ai quali la legge di Equo Canone assegna sovvenzioni per coprire gli eventuali aumenti di affitto. Il comitato inquilini si è impegnato a svolgere un'indagine per accertare gli aventi diritti al "fondo sociale" (famiglie con reddito non superiore a due pensioni minime).
In conclusione, Donagemma Nauticus che sia, gli inquilini dimostreranno che non intendono stare a guardare passivamente, ma che vogliono contare in modo organizzato, facendo valere il proprio potere di contrattazione, organizzandosi nel sindacato SUNIA e dando ulteriore forza al comitato inquilini.
L'assemblea di Bruzzano si è conclusa con la decisione di richiedere un incontro tra la proprietà ed il Comitato inquilini per sottoporre tutte le richieste approvate e giungere ad un accordo su tutta la materia. Sul prossimo numero daremo conto degli sviluppi di questa iniziativa.
Per questo, è indispensabile la capacità di lavoro e di elaborazione delle forze democratiche presenti nel Consiglio di zona, che dovrà produrre un realistico BILANCIO SOCIALE che sappia individuare le questioni di fondo su cui centrare l'intervento. Ma è necessaria una contemporanea crescita della partecipazione diretta dei cittadini e dei lavoratori di tutti i quartieri della zona. Ad Affori e Bruzzano, come alla Bovisasca ed alla Comasina, è necessario un risveglio di interesse per i problemi che i cittadini vivono quotidianamente, attraverso forme anche nuove di incontro, di dibattito e di confronto. La partecipazione non può esaurirsi nel rapporto cittadini Consiglio di zona. Anzi, proprio per meglio contribuire all'opera di governo reale dei consigli si impone una pratica rinnovata di partecipazione in ciascun quartiere, attraverso l'incontro tra tutte le forze sociali, i partiti democratici, le varie associazioni operanti sul territorio. Grossi temi come quello del recupero e della trasformazione della Cassina Anna di Bruzzano in centro civico e sociale, come l'uso democratico e socialmente valido dei centri sociali della Comasina, oppure ancora come la sistemazione viabilistica ed il risanamento dei vecchi stabili ad Affori, possono avviarsi a soluzione solo se accanto al lavoro del Consiglio di zona vi è l'intervento diretto ed attivo dei cittadini, mediante la formazione di comitati di quartiere, o di comitati di gestione unitari, o attraverso altre mille forme, che siano non solo di stimolo alla rapida soluzione dei problemi, ma affrontino anche il tema dei contenuti da proporre per l'uso delle strutture, esprimendo in modo pieno ed autentico la partecipazione al governo della città. Il recupero del verde, la realizzazione e gestione di nuove strutture per lo sport ed il tempo libero, il potenziamento dei 'servizi socio - sanitari; la sistemazione viabilistica; l'adeguamento delle strutture scolastiche in base ai nuovi insediamenti che verranno nei prossimi anni: sono solo alcuni dei molti problemi della nostra zona, e non è detto che a tutti sarà data una risposta risolutiva in breve tempo. Ma intanto occorre scegliere quelli su cui puntare, individuando le priorità da indicare al Consiglio di Zona ed al Consiglio Comunale: entro il mese di gennaio, infatti, sarà approvato il BILANCIO PREVENTIVO 1979 del Comune, e l'occasione deve essere colta in tutti i suoi aspetti positivi. Il rilancio della partecipazione, con l'affermarsi dimuovi e più produttivi rapporti tra cittadini, forze politiche e sociali e Consiglio di zona, in sostanza, ci sembra il modo migliore per iniziare il nuovo anno, all'insegna della crescita della democrazia e di una nuova pratica nel governo della città.
Eugenio Bovio
Gli ex palazzi di Donagemma a Bruzzano
Gennaio 1979
pagina 8
Marcello Cerasuolo Biblioteca Rionale Attori Villa Litta
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