MENSILE
ANNO 2 - N. 8
Novembre 1978
LIRE 300
MENSILE
ANNO 2 - N. 8
Novembre 1978
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Con un articolo intitolato "Dispute a Palazzo", "Milano tre" dell'8 ottobre scorso, ha iniziato, con abbondante anticipo sulla scadenza del 1980, la campagna elettorale.
Il giornale, così facendo, si accoda alla politica del gruppo DC a Palazzo Marino che, sin dal giorno dopo il voto del 15 giugno del 1975, non ha pensato ad altro che alla rivincita elettorale. Non ci pare basti qualche virtuosa considerazione che, anche, al tempo del centro - sinistra vi erano delle polemiche in Giunta per nascondere il succo dell'articolo.
Certo che tra socialisti e comunisti ci sono state nei mesi scorsi delle polemiche, ma poi si è trovato un più solido accordo per il lavoro della Giunta.
Così non basta citare a sostegno della propria tesi il caso dell'Ospedale Fatebenefratelli o dell'area di via Venini. Dell'area ne parla in altra parte il nostro giornale. Per il Fatebenefratelli ci pare interessante proporre a 'Milano tre' di chiedere al presidente di quell'Ospedale come sono andate in realtà le cose o di illustrare ai propri lettori quella che è stata la posizione del Consiglio della zona 1 su tutta la vicenda.
L'agitazione sui dissidi che "fatalmente" minano la Giunta di sinistra ci sembra davvero strumentale.
Ad un certo punto dell'articolo "Milano tre" scrive, dopo aver tentato un recupero politico dell'assessore Sirtori,..." ci sia consentito di esprimere la nostra preoccupazione per la inerzia, l'assenteismo, la paralisi dell'amministrazione comunale".
Saremo testardi e non democratici ma non lo consentiamo.
Correttezza vuole che le affermazioni vadano dimostrate.
Soprattutto quando si è legati ad un partito come la D.C. che, per anni dominando le Giunte comunali, ha lasciato - ecco un esempio concretoMilano preda della speculazione edilizia più sfrenata. Milano per oltre vent'anni è rimasta, di fatto, con un Piano Regolatore vecchio e superate. Soprattutto modificato a colpi di variante secondo quello che fu definito "rito ambrosiano".
Cosa è accaduto in quegli anni?
Quali interessi hanno prevalso su quello generale della città?
Milano è stata per anni senza alcun piano organico per la costruzione di asili, scuole materne, elementari e medie, senza una programmazione dei servizi sociali fondamentali.
Un Piano Regolatore preparato anni fa e tale da impedire la speculazione sulle aree fabbricabili e lo sviluppo abnorme del terziario avrebbe reso più facile la soluzione del più drammatico problema milanese: quello della casa!
In soli tre anni, dal 1975 ad oggi, la Giunta di sinistra ha preparato un nuo-
vo Piano Hegolatore, ampiamente dibattuto nella città; ha avviato la ristrutturazione del servizio dei trasporti pubblici (ATM e MM) nel quadro dei collegamenti con la Regione e con la Provincia; ha organizzato il piano di sistemazione della rete dei semafori affidando alla AEM l'incarico della gestione e della manutenzione di tutta la rete. Così ha dato il via alla ristrutturazione della rete fognaria ed alla sistemazione del canale scolmatore per eliminare le piene del Seveso.
Per quanto riguarda il problema della casa e dell'edilizia popolare si è dato inizio alla costruzione di 552 alloggi secondo la legge 513; sono stati assegnati 3500 alloggi popolari; sono in corso di realizzazione, oltre alle case parcheggio, interventi di edilizia popo'are per 23.400 vani di cui il 50% nel risanamento.
È questa inerzia o burocrazia?
A Porta Venezia la nuéva scuola di piazza Bacone ha aperto i battenti per l'anno scolastico 1977/ 78 mentre, per contratto, doveva essere consegnata per il 1979.
E potremmo continuare. È certo che i guasti provocati dalle Giunte comunali degli anni scorsi non si eliminano in poche settimane.
Ci vuole un lavoro duro e paziente, che tenga anche conto che occorre modificare e rinnovare nelle sue strutture la "macchina comunale" per metterla all'altezza dei compiti di governo di una grande città come la Milano degli anni ottanta. Su questa strada marcia la Giunta di sinistra che ha presentato ai Consigli di zona interessanti proposte di rinnovamento, già da varie settimane.
"Milano tre" chiude il suo articolo invocando una D.C. unita, all'altezza del ruolo di opposizione democratica... "in cui le critiche si collegano responsabilmente a proposte alternative".
Fa bene ad invocare questa D.C., che potrebbe davvero dare un contributo costruttivo a risolvere i problemi più scottanti di Milano.
Sinora non l'abbiamo nè vista nè sentita. Abbiamo sentito i De Caroti, i Borruso, i Passani, i Carlo Bianchi schierati sul fronte delle polemiche senza costrutto e preconcette. Che giudizio dobbiamo esprimere sulla posizione del gruppo D.C. a proposito delle zone per l'applicazione dell'equo canone e dell'individuazione degli stabili degradati?
Chi intende difendere? I più deboli o forse altri? Per dirla con "Milano tre" sinora non abbiamo sentito "responsabili" proposte alternative. Ma l'articoletto, tutto intero, così come è stato scritto vuole davvero questa
D.C. diversa o si limita a sollevare un polverone elettorale?
IN QUESTO NUMERO:
a pagina 3: a pagina 6:
La storia di I problemi delle
Porta Venezia nostre scuole
a pagina 5: a pagina 7:
Da pochi giorni è arrivata la notizia che l'Amministrazione comunale intende acquisire, nell'ambito della realizzazione del Piano di Edilizia Popolare secondo la legge 167, lo stabile di piazza Dateo 5. Si tratta di uno stabile in cattive condizioni igieniche ed edilizie che per essere sistemato richiederà importanti lavori di ristrutturazione.
abitato da varie centinaia di famiglie.
Gianfranco Rossinovich come intende operare là Amministrazione comunale. Cosa analoga faremo con gli esponenti del Consiglio della Zona e naturalmente con gli inquilini di piazza Dateo. Infatti da anni gli inquilini ed il Consiglio della zona lottano per il risanamento dello stabile allo scopo di ottenere più civili condizioni di abitazione e di vita.
Dai primi di ottobre "Porta Venezia" ha lanciato tra i cittadini una petizione per il recupero a verde e servizi di alcune aree della zona: via Venini, via B. Marcello, via Morgagni. Ogni sabato mattina presso ciascuna delle tre aree viene allestito un banchetto per la raccolta delle firme.
Diverse centinaia sono ormai i cittadini che hanno sottoscritto la petizione, accogliendo con simpatia e interesse questa nostra iniziativa.
Altrettanto positivi sono stati i risultati conseguiti tra i genitori delle scuole, doSie copie della petizione sono state inviate ai Consigli di istituto e di circolo.
La rispondenza che abbiamo riscontrato nella cittadinanza ha rappresentato una ulteriore conferma di un fatto: che su determinati problemi, quali il verde in una grande città come Milano, così priva di spazi ricreativi e di momenti di svago
a pagina 8:
Il pittore Veronesi
a pagina 9:
L'equo canone
a pagina 11:
Cronache del C.d.Z. Malavita d'assalto La salute in zona
Diamo per ora la notizia, ripromettendoci di affrontare, con ampiezza di informazioni l'argomento, che è di estremo interesse per la nostra zona e, soprattutto, per coloro che vi abitano, nel prossimo numero. Chiederemo all'assessore all'Urbanistica ed all'Edilizia popolare, per chi vi abita, esiste una particolare sensibilità nella cittadinanza.
Il bisogno di verde è poi sentito in modo particolare in una zona come quella di Porta Venezia, che, tra le zone di Miano, presenta la più bassa percentuale di verde per abitante.
Uno dei problemi infatti che genitori e cittadini, con i quali abbiamo avuto modo di parlare durante questo mese, più frequentemente mettevano in rilievo, riguarda la assoluta mancanza di spazi sui quali i bambini possano giocare in condizioni decenti. Attualmente i giochi dei bambini si svolgono tra le auto in sosta che hanno ormai invaso ogni angolo libero, e tra la terra mista ai tanti "regali" lasciati dai cani di passaggio.
Ma non è solo chi ha dei figli ad avere firmato.
Numerosi sono stati i commercianti, gli esercenti della zona, le persone anziane che finalmente vor-
rebbero vedere meglio utilizzate queste aree, magari con la sistemazione di qualche panchina tra il verde. La raccolta di diverse centinaia di firme e il movimento di opinione che attorno al problema del verde e dei servizi si è creato nella zona, costituisce un primo importante risultato. Occorrerà ora che su questa questione, già oggetto di studi e proposte da parte del Consiglio di Zona, segua un positivo intervento da parte del Comune.
Il 30-10 abbiamo consegnato la petizione al C.d.Z. che si è impegnato a concordare un incontro con gli Assessorati competenti e a convocare poi un'assemblea popolare per verificare i tempi e i mezzi per realizzare gli interventi sulle aree. Ci impegnamo a vigilare attentamente perché a queste promesse seguano i fatti.
R.C.
Tradizionalmente il mese di novembre le sezioni del PCI sono impegnate nella Campagna di tesseramento e reclutamento. È questa una grande occasione, ci dicono i segretari di sezione della nostra zona, per rafforzare il collegamento con i nostri vecchi iscritti, ma soprattutto per dialogare con i cittadini, per far conoscere il nostro partito e la sua linea politica.
La campagna del tesseramento quest'anno assume poi un significato politico particolare, ci dice il responsabile politico del PCI in zona, per gli attacchi concentrici che stanno pio-
Via Veninivendo contro il PCI. È una occasione importante per dare la dimensione della forza e attività dei comunisti, ma soprattutto per far comprendere l'impegno di questo partito per far uscire il paese dalla crisi riformandone profondamente l'assetto economico e sociale. Attenzione particolare sarà rivolta verso le fabbriche e i luoghi di lavoro.
Tutte e 4 le sezioni del PCI di zona hanno organizzato per questo una serie di iniziative, che si snoderanno per tutto il mese, di cui diamo un parziale calendario.
Sez. Banfi (via Sirtori, 33 - tel. 2715211)
31/10 Attivo sul tesseramento - 7/11 Attivo sull'equo canone19/11 ore 10 Incontro coni pensionati - 26/11 Festa del tesseramento
Sez. Engels (via S. Gregorio, 48 - tel. 667491)
29/10 Festa del tesseramento - 10/11. Assemblea sulla riforma della scuola - 12/11 ore 15.30 incontro con i pensionati
Sez. Russo (via Paisiello, 7 - tel. 2041974)
3/11 Attivo sul tesseramento - 5/11 ore 15 Festa del tesseramento.
Tutte le 3 sezioni prevedono iniziative specifiche verso i giovani (dal 27/11 al 3/12), le donne (dal 20/11 al 26/11) e i lavoratori (previsto un'attivo dei lavoratori per il 13/11 alle ore 18 presso la sez. Engels).
Alla fine del mese di novembre le sezioni terranno dei corsi di studio e orientamento sulla storia del partito.
Per tesserarsi o per prendere contatti le sezioni del PCI di zona rimarranno aperte dal 30/10 al 10/11 tutti i giorni dalle ore 20,30 alle ore 22,30 e tutte le mattine dei giorni festivi.
Sono ormai passati degli anni dal momento in cui i cittadini delle zone 3 e 10 il CdZ e le forze politiche si sono mobilitate per la corretta utilizzazione dell'area di V. Venini, una delle poche ancora libere.
Il CdZ 3, in modo particolare, si è fatto carico di sollecitare l'acquisizione di quest'area, di proprietà dell'ex Eca (ora Ipab) da parte del Comune. Le funzioni individuate come prioritarie per la destinazione dell'area (circa 6.000 mq.) sono risultate l'edificazione di un asilo nido (in zona non ne esiste uno pubblico) e la sistemazione a verde attrezzato della parte residua, a disposizione dei cittadini.
Le trattative fra Eca e Comune sono proseguite per anni in mezzo a numerosi ostacoli (revoca di una licenza rilasciata all'Eca per la costruzione su quest'area di un palazzone).
Ma con l'entrata in carica. 2 anni fa, del nuovo consiglio di Amministrazione e con la nuova maggioranza a Palazzo Marino, la trattativa si è accelerata. L'Amministrazione comunale, intenzionata a venire a capo del problema, ha superato la difficoltà maggiore per acquisire l'area, rappresentata dalla cronica carenza di liquidità. ricorrendo a mutui. La volontà del Comune di reperire e utilizzare razionalmente l'area è altresì confermata dall'inserimento nel bilancio comunale per il 1975 dello stanziamento di fondi per l'edificazione dell'asilo nido in V. Venini. Anche il progetto per la sistemazio-
ne a verde è ormai pronto per essere realizzato, avendo ricevuto l'approvazione dell'Amministrazione comunale e del CdZ.
Tutto è però ancora fermo per una serie di ragioni. Vediamole. La più importante è data dal decreto legge n. 481, che il Governo ha emanato il 18 agosto 1978, che fa divieto agli Ipab (quindi anche all'Eca) di cedere, vendere, permutare beni immobili e terreni, ciò con effetto immediato e fino allo scioglimento definitivo degli Ipab (legge di riforma dell'assistenza).
Tale decisione si è resa necessaria per bloccare alcune manovre poco chiare che si stavano verificando all'interno di alcuni enti interessati
allo scioglimento. A questo si somma la crisi in cui attualmente si trova l'Eca con il presidente dimissionario.
Tutto ciò ha portato alla forzata interruzione della trattativa.
Noi crediamo che sia un errore attendere la soluzione della crisi dell'Eca e il suo scioglimento per recuperare l'area di V. Venini. Chiediamo per questo (e le centinaia di firme che abbiamo raccolto ci danno la forza) al CdZ, ai partiti della zona, perchè spingano il Comune a trovare una via (anche transitoria, per esempio l'affittanza dell'area) per dare risposta positiva alle attese della cittadinanza.
Alcune persone presentano difficoltà digestive nei confronti del latte: in questi casi si parla di intolleranza.
La Centrale del Latte di Milano ha compiuto lunghe ricerche per stabilire le ragioni di questo fenomeno e ne ha individuato la causa di gran lunga più frequente nella mancanza della lattasi, un enzima che a livello intestinale permette l'assimilazione del lattosio, lo zucchero del latte.
Accertato che questo enzima è presente in alcuni lieviti, è stato prelevato da questi ed imprigionato in fibre di cellulosa.
Su queste fibre viene fatto scorrere il latte ad una temperatura di circa 7°C; l'enzima, a contatto con il lattosio, lo scompone in due zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio, permettendone così la perfetta assimilazione.
Il latte così trattato si chiama Accadì e costituisce una novità mondiale della Centrale del Latte di Milano.
Accadì è un po' più dolce del latte normale proprio perché il glucosio, ottenuto dalla scomposizione del lattosio, ha questa caratteristica. Il latte Accadì è perfettamente naturale, perché non gli è stato aggiunto nè tolto nulla e mantiene anzi inalterate le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive del latte.
La tecnica avanzata della Centrale del Latte di Milano ha dunque permesso di ottenere ciò che in natura non esiste: un latte facilmente assimilabile, veramente per tutti.
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L'apertura della galleria del Sempione, che era costata tante fatiche, è festeggiata a Milano con la grande Esposizione Internazionale: il suo simbolo è il Semplone, la sua Illusione è il ballo Excelsior.
Eravamo in un'epoca tutta particolare: la belle epoque in cui la dignità letteraria, l'eleganza, l'intelligenza confluivano coi caratteri d'originalità nell'entusiasmo e nella indipendenza. È la generazione del Liberty, per tanto tempo schernito, oggi celebrato persino con l'assegnazione di una piazza importante nel cuore di Milano, li trasferendo l'intera facciata del palazzo del Trianon già esistente a metà del Corso Vittorio Emanuele.
Si andavano, in quel tempo, manifestando a Milano aperture culturali verso libere nuove concezioni. Prima la "scapigliatura", quell'accolta di scrittori di musicisti e poeti che sono stati fra i maggiori responsabili del nuovo corso che stava per aprirsi. Da ogni parte d'Italia affluivano a Milano letterati e artisti e molti uomini di teatro. Milano si era mostrata sensibilissima alla nuova moda e non mancò di consacrarvisi con l'Esposizione del 1906. Il nuovo verbo del Liberty, appariva dovunque si dovesse costruire con una univocità espressiva tanto che finirà con il creare "ambiente" l'ennesimo nuovo volto della città. Eppure gli artisti amanti del floreale non sempre si esprimevano in tale modo; Sebastiano Locati prendendo parte nel 1888 ad un concorso per la nuova facciata del Duomo presentò un progetto in perfetto ed elegante stile gotico; sarà però lui il maggiore responsabile della futura Esposizione Internazionale del 1906 della quale sopravvive il suo padiglione dedicato all'Acquario in squisito stile floreale.
Luigi Broggi realizza il più compiuto esempio del Liberty Milanese: il Palazzo Castiglioni in corso Venezia. oggi sede della Associazione commercianti. Il Sommaruga, se non il caposcuola del nuovo verbo, deve tuttavia esserne considerato grande maestro.
Sono molti i seguaci del floreale e si avvalgono di immagini espressive delle più disperate: figure di donna che si arrampicano, putti inghirlandati, crostacei, libellule, fiori e frutti a non finire, melograni e cardi, ireos e viole. Il colore per i fondi ed il ferro
Una fantasiosa facciata, in via Malpighi, con ricchissimi ferri battuti e variopinte decorazioni su piastrelle smaltate.
per le incorniciature, i rilievi, i balconi; è tutta una fantasmagoria che Il ballo Excelsior riuscirà a tradurre in ritmi, danze, canzoni.
Nel nostro quartiere è da ricordare l'albergo Diana, in viale Piave, costruito nel più puro stile Liberty nel 1909 (Porta Venezia anno 2 n° 2). La casa Galimberti del 1903 in via Malpighi 3 è un edificio che merita sicuramente una visita per guardare mosaici, balconi, valori e sporti. Tutt'attorno le pur modeste altre vie rappresentano un singolare complesso di case, casette Liberty certamente interessanti.
Spostandosi verso Monforte nella nostra zona ed accanto ad essa troviamo tante altre espressioni del nuovo stile, tutte, si può affermare, di gradevolissimo aspetto; dalla massiccia casa dell'Arata in via Cappuccini, a quelle meno imponenti di via Barozzi, via Sottocorno, via
Fiamma, via Modena, via Stoppani, via Pisacane. Spesso meritano più attenzione i particolari decorativi ed architettonici che l'intera costruzione.
La speculazione edilizia si manifesta, anche in quel tempo, con tutta la sua irruenza in questa Milano che dilaga oltre il perimetro spagnolesco dei bastioni e si affanna ad occupare gli isolati che il piano regolatore del Beruto le avevano predisposto vent'anni prima e che il piano regolatore del Pavia andava predisponendo in fretta e furia. La Milano del 1906 fa barriera allo stile moderno, al Beltrami ed al Boito si aggiungono altri classici a rinforzare la nutrita pattuglia dei tradizionalisti. Sul fronte opposto, capeggiata dal Sommaruga una folta schiera di moderni "floreali" fra i quali il fervidissimo Locati.
Imprenditori, capitalisti, e costruiitori furono però i veri vincitori.
Un altro esempio del periodo di innovamento fù il palazzo Puntingam che pure non seguendo le severe linee architettoniche allora in auge (Mengoni) e non anticipando i capricci del Liberty segnava tuttavia l'avvio di una nuova epoca e annunciava chiaramente che Milano stava assumendo un nuovo volto.
Ancioeee! Belle anciode!
Tra le saracche, il baccalà e lo stoccafisso, dominavano i due barili di acciughe sotto sale. Uno di prima qualità, l'altro di media. Il venditore non era... e non è ancora oggi un milanese di Milano. Al suo grido
Ancioeee! Belle inciode!
accorrono le massaie. (Attenzione al « bon-peso » sulla stadera! Molto dipende dalla scaltrezza dell'incioatt nella eliminazione o meno dell'abbondantissimo sale intorno alle acciughe.)
Un anno fa moriva il compagno Gianfranco Giordani, "Quaranta" come lo chiamavamo, affettuosamente, da sempre.
In quella triste mattina di novembre, fredda e piovosa, ci ritrovammo in molti, compagni "anziani", ancora increduli per quella perdita, a salutare per l'ultima volta l'amico fraterno, compagno di tante lotte, che ci aveva lasciati per sempre.
"Quaranta" era soprattutto un uomo buono, modesto come lo sanno essere i compagni operai, mite per profonda avversione alla violenza, giovanile e allegro come sa essere solo colui che non rimprovera nulla alla propria coscienza.
La sua fiducia nella causa del socialismo era incrollabile, nessuna avversa vicenda politica poteva scuoterla, e non era certo rozzo "fideismo" il suo ma radicata convinzione che la liberazione del lavoro poteva venire solo dalla lotta dei lavoratori.
Da quella parte s'era schierato giovanissimo, a quella parte rimase sempre fedele e, pur nella modestia dei mezzi, a quella causa dette sempre il suo contributo.
La storia del suo nome di battaglia, appunto "Quaranta", è tutta da raccontare, un vero e proprio aneddoto: le giornate della Liberazione lo videro entusiasta, trafelata, giovanissima staffetta di collegamento tra i raggruppamenti partigiani che combattevano per ripulire la città dai residui fascisti, apparteneva alla 140' btg Garibaldi. Allorquando i vari responsabili, vedendoselo arrivare gli chiedevano da parte di chi venisse, nel rispondere (immagino io, sempre con una certa concitazione) una leggera balbuzie lo faceva inesorabilmente impuntare sulla parola "cento" mentre inspiegabilmente scivolava libera sulla parola "quaranta". Non ci volle molto a .... ribattezzarlo. "Quaranta" gli rimase appiccicato ed egli ne fu, giustamente orgoglioso.
Gli anni bui di Scelba lo videro sempre in prima fila nelle battaglie di strada, Manifesti da incollare sui muri, volantini da distribuire, giornale da diffondere, picchettaggi durante gli scioperi, cartelli elettorali (era abilissimo ad ingrandire vignette che mettevano alla berlina la malavita politica democristiana di un tempo) ecc. tutte cosette che in quell'epoca potevano costarti care. Il nostro Gianfranco aveva imparato a dovere a sapersi districare, con la velocità delle gambe, da complesse ... situazioni, pur tuttavia, chi scrive, quante volte dovette far intervenire il parlamentare comunista presso il Questore, per farlo uscir di guardina!
E come erano gustose le ricostruzioni delle sue disavventure! Come quella che gli costò sette giorni di San Vittore; "Quaranta" stava co-
scienziosamente appiccicando un vistoso (e anche costoso) manifesto nostro ad altezza appropriata per una lunga "esposizione", arrampicato sopra una scala, con a fianco un grosso secchio di colla; tutto intento al lavoro non s'era accorto che un "celerino" aveva ... sostituito il compagno che doveva reggergli la scala.
Quando giunse imperiosa e minacciosa l'ingiunzione a scendere, "Quaranta" non potè impedirsi un modo scomposto di sorpresa: il grosso secchio già in precario equi-
librio, precipitò con diabolica precisione sul capo del poliziotto, inondando il malcapitato di vischiosa colla di riso, arrestandosi solo, a modo di scafandro, alle spalle. La perfetta buona fede del nostro compagno venne provata e potè cavarsela da una pesante, per quei tempi, imputazione.
Trent'anni sono ormai passati e quei giorni così lontani, quasi leggendari, i giorni della nostra giovinezza e delle nostre speranze, con la morte di Gianfranco sembrano essersi annebbiati ancor più.
Quel mattino di novembre uggioso e buio, come si addice ad un giorno di morte, su quel furgone che s'allontanava c'era anche una parte di noi stessi.
Raoul Ponti
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La diversità dei quartieri di Milano è un fatto che possiamo facilmente rilevare, negli ultimi decenni. Intere parti della città sono state cancellate e al loro posto si sono realizzate residenze moderne in nome di un indifferente funzionalismo; altre parti storiche centrali e periferiche abbandonate dagli abitanti che vi hanno vissuto per decenni, vedono l'irreparabile degrado delle strutture edilizie per le quali nulla si potrà più fare. All'inizio del secolo la speculazione fondiaria fu un fenomeno di grande complessità, in parte legato al processo di industrializzazione del paese, perchè era necessario reperire le aree dove si dovevano costruire le prime grandi industrie; si determinò quindi a grandi settori la nascita delle fabbriche nell'area nord della città, mentre nella zona est si tese a realizzare la costruzione delle residenze per la piccola e media borghesia. Negli anni fra la fine dell'800 e i primi decenni del 900', una grande massa di persone emigrò dalle campagne della provincia per lavorare nelle officine e nei cantieri edili. Le strutture pubbliche non erano bastevoli ad assistere questi nuovi gruppi sociali, perciò a fianco delle strutture comunali incominciano a sorgere un po' in tutte le Diocesi ambrosiane gli oratori per accogliere ed istruire i figli dei lavoratori. Tra Porta Volta e P.ta Venezia gli impianti ferroviari delle stazioni di arrivo dei passeggieri (centrale) e delle merci (Scalo di P.ta Garibaldi), esigevano la permanenza di una vera e propria popolazione stabile, si pongono le basi dei quartieri di via Galileo Galilei, di via Tadino e di via Morgagni, e sullo stradone di Loreto (oggi c.so Buenos Ayres) si inaugura la tramvia a cavalli Milano - Monza.
L'Oratorio di S. Giuseppe consistente in alcuni modesti locali d'affitto alla Cascina Coronetta esiste già dal 1852 e ospita alcuni fanciulli dopo le funzioni festive. Nel 1876 i vani si dimostrano inadeguati per l'aumento del numero degli scolari e conseguentemente si compera un terreno nei pressi della vicina chiesa di S. Gregorio. La convenzione è dell'8 agosto 1978, l'edificio prevede un salone per duecento persone; il teatro dell'oratorio sarà l'unico svago per gli abitanti fuori le mura della città. Vengono rappresentante commedie, operette e saggi di musica in presenza di personalità che la ono-
Presso il nostro consiglio di zona in via Boscovich dal 23 al 30 ottobre sono state esposte le fotografie inviate dai cittadini per il concorso fotografico di zona: "L'immagine di un quartiere: P.ta Venezia". Le vecchie case di ringhiera che abbondano nella nostra zona sono state il soggetto preferito da parecchi partecipanti. L'obiettivo di M. Luisa e Riccarda Zanelli ha preferito però cogliere un altro aspetto che caratterizza la zona 3, quello dei lavoratori artigiani con belle foto di un laboratorio di restauro mobili antichi e di vetrate. Alcuni momenti di vita degli anziani sono stati colti da Augusto Bianchetti e Alfredo Andreasi, l'uomo che gioca ai giardini col nipotino, una vecchietta abbandonata a se stessa in mezzo a stracci e giornali, due signore su una panchina e la solitudine di un anziano solo ai giardini col suo giornale. Con molto senso umoristico D. Michelani ha fotografato 3 posizioni divertenti di un seggiolaio durante il suo lavoro.
La premiazione delle foto migliori è avvenuta il 31 ottobre; nel prossimo numero vi daremo i nomi dei premiati.
rano della loro presenza. Nel 1898 a causa delle ingiuste condizioni di lavoro e della disoccupazione, scoppiano i tumulti popolari, si decide temporaneamente la chiusura di tutte le chiese e anche dell'Oratorio, l'agitazione operaia fra alterne vicende durerà fino all'inizio del secolo. La ripresa del grande piano di edificazione della zona porta nuovo lavoro, vengono tracciate le nuove vie d'intorno, si iniziano le pratiche per avere un terreno per fabbricare un nuovo oratorio in via Redi vicino all'area edificata di via Morgagni. un edificio a due piani con una piccola chiesa e un vasto cortile alberato; oltre alle attività teatrali si costituiscono importanti gruppi sportivi come la "Virtus e la "Voluntas.
L'oratorio di S. Giuseppe assume importanza di struttura pubblica, diventa doposcuola con maestri e professori. Il complesso originale opposto all'attuale sistemazione (la facciata della Chiesa dava verso Via De Filippi e il Salone lungo via Redi) viene ristrutturato come oggi lo vediamo, l'architetto Casarini attua la variante. Nel maggio 1915 l'Italia entra in guerra, molti giovani partono per il fronte, si organizza la raccolta delle offerte da mandare ai soldati. Tuttavia i lavori di abbellimento degli interni prosegue. Nel gennaio dell'anno seguente il pittore Luigi Morgari già incaricato per la nuova chiesa di S. Gregorio, affresca i soffitti; al termine della guerra si delibera un ulteriore ampliamento costruendo le aule di dottrina sopra il portico verso il cortile. Il 23 marzo 1921 un tragico episodio sconvolge la città. Una bomba collocata nel teatro Diana in viale Piave fa strage tra il pubblico presente in Sala, il 29 dello stesso mese viene celebrata in parrocchia un ufficio solenne per le vittime. Siamo al fascismo alcuni squadristi durante una conferenza ingiuriano e picchiano i giovani cattolici, sono tempi inquieti ma malgrado tutto si ultimano i lavori di decorazione della chiesa, si compongono le vetrate, le facciate dell'edificio sono ridiseg nate e rifatte.
La dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 scompone le file dei giovani iscritti all'oratorio, si ferma momentaneamente il teatro, iniziano i bombardamenti sulla città, il centro di Milano subisce tragiche distruzioni umane e materiali. Fortunatamente le case intorno all'oratorio non vengono colpite, l'attività prosegue
coraggiosamente, con il contributo dei giovani dell'Azione Cattolica, ma la guerra del cielo continua. Nel 1945 spezzoni incendiari e schegge di bomba rovinano i muri dell'edificio, gli ultimi giovani parrocchiani partono per il fronte, molti di loro non ritorneranno; la guerra termina e la chiesa ha bisogno di cure edilizie, ferve il restauro, l'abside viene ripulita le pareti vengono tinteggiate. La vita della città si normalizza ma nasce la grande speculazione edilizia dei primi anni del dopoguerra. In via Redi nel 1961 vengono demoliti alcuni isolati intorno all'oratorio, sorge un grande quartiere residenziale e un palazzo di uffici, masse edilizie indifferenziate in contrasto con l'estetica dei palazzi esistenti nella via. La semplice architettura dell'Oratorio ci appare come una permanenza storica dell'antica Milano operaia; la facciata è un corpo lungo e continuo con due piani di ampie finestre delineate dalle chiare modanature, tre grandi portoni, di cui uno murato sono inseriti ad uguale distanza nella composizione. L'esistenza della chiesa è appena intuibile dal frego e dalle scritte sopra il portone di ingresso. Il suo corpo si innesta perpendicolarmente sul lato destro di quella su via Redi costituendo un unico fabbricato. Subito entrati vediamo i quattro pilastri che reggono il piano superiore, ed al di là di questi si apre un grande ambiente; il soffitto è piano raccordato a stucchi alle pareti sulle quali si disegnano le sette campate della struttura, grandi finestre ad arco con robusti telai, la illuminano. La composizione dell'abside riprende d[rnensionalmen'té fa zona dell'ingresso; donericlocl ai tehtro della chiesa, notiamo il grande sesto dell'abside con un cartiglio in chiave in stucco dorato e ai lati due archi più bassi, l'altare in marmo bianco con intagli policromi si staglia sul fondo d'oro dell'abside, dove vediamo la pala di S. Giuseppe, a sinistra e a destra dell'altare, due lunette vetrate la illuminano, sulle pareti laterali sono le tavole della via Crucis. Il soffitto è affrescato con un fascione a riquadro e due tondi che raffigurano le scene di Gesù tra i fanciulli e i colori dividono le superfici ad imitazione del marmo e di altre forme di decorazione architettonica dando una sensazione di equilibrio e di grande levità.
Claudio OldriniIl 5 ottobre un centinaio di persone hanno riempito l'Aula Magna del Liceo Volta per partecipare al dibattito "Il confronto politico e ideologico nella sinistra: Le proposte dei comunisti e dei socialisti". Dopo l'introduzione del giornalista D'Amico e le relazioni di Terzi, segretario della Federazione milanese del PCI, e Panini, membro del Comitato Centrale del PS(, si è aperta una vivace discussione. I numerosi interventi hanno sottolineato l'utilità di un confronto aperto e sincero tra le forze della sinistra. Nello stesso tempo è stata riaffermata ia necessità di mantenere questo confronto in un quadro di forte unità della sinistra, evitando forzature che qua e là affiorano, specialmente in alcuni settori socialisti.
Anche per il CdZ con il mese di ottobre è ripresa in maniera definitiva e intensa la normale attività. Dopo le due sedute estive, di cui abbiamo riportato la cronaca nel numero precedente, che hanno visto la provocazione dei consiglieri fascisti del MSI e il loro isolamento per merito dei gruppi politici rappresentati in CdZ e dei cittadini democratici intervenuti, il CdZ riapre con la seduta del 25.9.78 il suo lavoro su uno dei temi principali che sono sul tappeto: "l'applicazione dell'equo canone".
L'aula vede la presenza di un folto gruppo di cittadini, inquilini di V. Pisacane 53, 55, 57.
Equo canone
Il Presidente Muzio sintetizza a quale compito è chiamato il CdZ da parte del Comune: il 1° novembre diventerà operante la legge sull'equo - canone; per questo il Comune ha già suddiviso la Città in zone (la nostra viene classificata come zona intermedia) e ora in collaborazione con i CdZ deve individuare gli edifici di degrado presenti in zona e stabilire i criteri di questo stato di degrado al fine di utilizzare per questi stabili indici più bassi per la determinazione dell'affitto come previsto dalla legge.
D'accordo tutti i gruppi si stabilisce di costituire un gruppo di lavoro, coordinato dal vice presidente Scarponi, al fine di studiare la questione riferire al CdZ.
Alla richiesta di informazioni sulle vendite frazionate in atto negli stabili di V. Pisacane 53, 55, 57 fatta dagli inquilini presenti il Presidente Muzio risponde fissando per giovedì 28/9 un incontro tra una delegazione degli inquilini e 5 Consiglieri (3 di maggioranza e 2 di minoranza) delegati dal CdZ in attesa che si costituisca la Commissione casa.
Si passa all'esame delle licenze edilizie presentate al CdZ. Viene dato parere negativo: per l'edicola di Corso Buenos Ayres 19 perchè la modifica richiesta ingombrerebbe il passaggio sul marciapiede; per l'appartamento di galleria Buenos Ayres, 16 perchè la modifica richiesta non è ammessa dal Piano Regolatore. A parte pubblichiamo l'elenco delle licenze approvate. La seduta del 4.10.78 si apre con la richiesta di dimissioni del consigliere PCI Betti per motivi di lavoro (si allontana da Milano); il Capogruppo PCI Pedroni
La seduta del 16/10
farà pervenire la sostituzione che deciderà il suo gruppo.
Il Consigliere PCI Brighi, in sostituzione del Vice Presidente Scarponi, assente perchè colpito da lutto, riferisce al CdZ il risultato del lavoro della Comm. che aveva il compito di esaminare i criteri di degrado suggeriti dal Comune da adottare per l'individuazione degli stabili degradati. In sintesi la proposta della Giunta è di valutare lo stato di degrado degli stabili "edificio per edificio"; si evidenziano 4 categorie:
1°) edifici che hanno il 50% degli alloggi privi di water o acqua all'interno.
2°) edifici che hanno meno del 10% degli alloggi privi di water o acqua all'interno.
3°) edifici che hanno più del 50% degli alloggi privi di riscaldamento interno.
4°) edifici fatiscenti. La comm. ed il CdZ accettano la proposta suggerita dal Comune con l'invito di tener conto delle singole condizioni socio - economiche e di costituire l'ufficio Abitazioni. Il capogruppo PCI Pedroni propone un incontro col SUNIA e gli altri sindacati dei lavoratori per valutare la delicata questione e indicare con loro le azioni da sviluppare. Viene nominata una Comm. per la revisione del regolamento aggiornandolo alle nuove esigenze (1 consigliere per gruppo).
Area V. Venini
Altro punto all'ordine del giorno è la situazione dell'area di V. Venini: il CdZ aveva approvato a Maggio un progetto da realizzare a medio termine per la costruzione di un campo giochi in attesa dell'asilo nido. Nulla ancora è stato fatto e il CdZ decide di chiedere al Comune un chiarimento sulla questione.
Commissione per l'ordine democratico
Infine viene discussa e approvata (contrario il consigliere DP) la nomina di una nuova commissione per l'ordine democratico, che vede la partecipazione dei segretari dei partiti politici, dei rappresentanti degli artigiani, dei sindacati e delle scuole della zona per affrontare questo importantissimo problema che assume aspetti drammatici e peculiari nel nostro quartiere.
La seduta del 16/10 si apre con la oresentazione delle dimissioni del CdZ da parte dei due rappresentanti del MSI: le dimissioni vengono chiaramente accettate, ad eccezzione del gruppo liberale che si astiene (superfluo ogni commento). È importante sottolineare questo risultato che è frutto dell'impegno di tutte le forze politiche (ad eccezzione del PLI) che permetterà al CdZ di proseguire le sue attività.
Il consigliere DP denuncia la chiusura dei locali di V. Tadino, 6 utilizzati come centro per discussioni e iniziative di un collettivo femminista (presente in sala) chiedendo al CdZ di trovare un'altra sede: il Presidente M uizio chiederà all'Assessorato e ricorda la disponibilità dei locali del CdZ per simili iniziative.
Un argomento all'ordine del giorno è la situazione del complesso scolastico di P.le Bacone e di V. Casati per quanto riguarda da una parte il numero delle classi esistenti (29 contro le 25 previste) e il rapporto aule delle elementari - aule medie e dall'altra la nuova configurazione del complesso Tadino - Casati; dai vari interventi della Cialfi (DC), Brighi (PCI), Gramolelli (PCI), emerge la necessità di un collegamento tra il Distretto scolastico e la Commissione scuola del CdZ per affrontare queste questioni e gestire realmente i bacini di utenza.
Petizione per il consultorio
Viene presentata una petizione di 264 firme con cui le donne del quartiere chiedono che venga fatto il punto della situazione sul problema del Consultorio di zona. Per impegno del Presidente Muzio e del capogruppo del PCI, l'argomento verrà affrontato presto e si fisserà un'assemblea tra i partiti e le donne del quartiere.
Programma contro la violenza Il Presidente Muzio riferisce sulla avvenuta riunione della neo - eletta Comm. per "l'ordine democratico" che ha deciso come punto di partenza di inviare una lettera al Distretto scolastico e agli organi collegiali della scuola che ha come tema il problema dell'ordine democratico. La commissione individuando come punto fonamentale la formazione
nel cittadino di una coscienza democratica, ha ritenuto importante interessare in prima persona il mondo della scuola invitando gli organi colleggiali a lavorare nella commissione del CdZ e ad organizzare spettacoli, iniziative di vario tipo, assemblee su questi temi (droga, disoccupazione, criminalità, etc.). Si è cominciato a discutere di vari argomenti: contatto con le forze giovanili di zona, le radio libere, i vigili di quartiere. La lettera viene approvata, ad eccezione del DP Benedetti che ha delle perplessità sul funzionamento di tale commisione e sulla giustezza dell'esistenza di una tale commissione. Di avviso contrario sono gli altri gruppi; in particolare il PCI Pedroni che ribadisce l'importanza di affrontare il problema dell'ordine democratico specialmente in questo momento in cui i disordini non sono casuali ma rispondono sempre a programmi ben definiti. La commissione deve operare sul terreno politico e democratico (non poliziesco come forse teme il DP Benedetti) in un momento in cui le istituzioni sono in pericolo. Prima dell'esame delle licenze edilizie il Presidente Muzio informa il CdZ dell'invio di un fonogramma all'assessore dei trasporti per denunciare la situazione del trasporto alunni dalla Goldoni alla Bacnne: i bambini da trasportare sono 58 ma il pullman è da 25: evidente è il disservizio. Siamo certi che la cosa verrà risolta al più presto.
M. S.
Un'intervista originale
- Edicola P. Oberdan
- V. Stoppani, 15
- P. Lima
- C. Indipendenza 25
- C. B. Aires 15
- Morgagni, 6
- Abruzzi, 17
- Castel Morrone, 24
- Tadino, 31
Tunisia, 44
- Aldrovandi, 7 Aires 36
- Settembrini, 17
- Macchi, 52
- Regina Giovanna, 24 /A
- Regina Giovanna. 6
- Pergolesi, 25 Indipendenza, 21
- Palestrina, 20
- Broggi. 14
- Castaldi, 26
- Castaldi, 28
- Lecco, 1 A
- P. Argentina 5 - Stradella 15 Boerio 2 A
E usuale dire "uomo di poche parole ma di fatti". Una massima che sembra regolare la vita politica di Vittorino Vigand, capogruppo Dc in CdZ. Infatti a differenza del suo collega di partito, il presidente Muzio, piuttosto conosciuto per la sua effervescente oratoria, Viganò preferisce nettamente l'austerità delle parole. Qualche volta ci siamo chiesti se per caso questo atteggiamento non trovasse origine in una atavica timidezza, in un eccessivo rispetto per gli altri. No! anche di fronte ad una intervista il capogruppo Dc ha tenuto fede al suo stile francescano. Vi assicuriamo che abbiamo fatto di tutto per rubargli qualche sillaba di più, qualche giudizio "articolato". Il fallimento è stato completo. L'unica
consolazione che ci resta è la speranza che davvero alle poche parole seguano i fatti (e la nostra zona ne ha bisogno) ma non del tipo a cui la Dc ci ha abituato in tanti anni. Ed ecco l'originale intervista.
Come giudichi l'accordo raggiunto in CdZ tra le forze politiche?
Alla prima domanda rispondo: positivo Vi sono alcuni in CdZ che vedono nell'attuale intesa Dc - Pci - PsiPsdi - Pri il pericolo di un soffocamento delle minoranze. Cosa ne pensi?
Noi non siamo tra questi II tuo gruppo su quali obiettivi prioritari intende lavorare? Lo sviluppo armonico della promozione sociale nella zona.
Il dibattito attorno alla filosofia del decentramento e della partecipazione, le concrete esperienze attuate in questo campo sono ad un punto cruciale. La gravità con cui s'impone la crisi economica e sociale, le disfunzioni profonde da cui sono afflitti gli apparati dello Stato sollecitano una accellerazione della riforma democratica dello Stato che renda pienamente funzionante l'ampio e articolato decentramento previsto dalla Costituzione, che rafforzi ed estenda la partecipazione popolare alla formazione della volontà politica.
In caso contrario l'alternativa sarebbe lo sfascio delle istituzioni democratiche e il riaffermarsi, seppur in forme nuove, del centralismo e dell'autoritarismo. Ci troviamo dunque nel pieno di una battaglia politica e ideale che investe specialmente il ruolo e la funzione degli enti locali dal cui esito dipende lo sviluppo futuro del nostro Paese.
In modo particolare il binomio partecipazione e decentramento si pone con urgenza nei grandi agglomerati urbani dove più acuta appare la crisi economica e la finanza locale rischia il collasso, mentre i fenomeni di disgregazione e di emarginazione del tessuto sociale raggiungono livelli preoccupanti. Qui, dove si tocca concretamente II rischio dell'ingovernabilità e della paralisi della macchina comunale, la realizzazione del decentramento e della partecipazione, lungi dal rilevarsi incompatibile con le esigenze di economicità ed efficienza della pubblica am-
ministrazione, è diventata non solo la ragion d'essere, ma al tempo stesso anche la condizione struimentale e funzionale necesaria per l'autogoverno locale, per tutto quanto non esige il rinvio a livello regionale e nazionale.
Il nuovo regolamento sui Consigli di zona approvato dal Consiglio comunale di Milano e la vivace e ampia discussione che ha suscitato nella città il rinnovo dei consiglieri di zona, da poco effettuato, sono, in questo senso, non solo la conseguenza dell'applicazione della legge n. 278 (che fissa i criteri generali per estendere a tutto il territorio nazionale il decentramento circoscrizionale) ma l'espressione della consapevolezza, sempre più diffusa, che il decentramento amministrativo e la partecipazione popolare non possono più essere considerati un momento dell'attività comunale, ma piuttosto il modo di essere e di funzionare di tutta l'amministrazione. Una convinzione che ormai accomuna un vasto schieramento di forze politiche, sociali, sindacali e culturali, e che si fonda sull'esperienza milanese della democrazia di base che si è costruita ed estesa in città durante questi anni e che ha trovato nella storia dei 20 consigli di zona uno dei momenti più alti e qualificati. Sin dall'inizio degli anni 60 a Milano si assiste ad un articolato processo di organizzazione democratica territoriale che si esprime attraverso
i comitati di quartiere, che assumono subito un ruolo di critica e di sollecitazione verso la politica amministrativa delle giunte di centro - sinistra. I gravi problemi della casa, della scuola, dei servizi sociali, provocati dal caotico sviluppo della città, dalla incontrollata speculazione edilizia, spingono a organizzarsi attorno ai comitati di quartiere non solo i militanti della sinistra, soprattutto comunisti e una parte della DC e delle Acli, ma anche cittadini. Sotto la pressione di questi comitati il Consiglio comunale, dopo una lunga e travagliata gestazione, dovuta alla tenace opposizione delle forze conservatrici, istituzionalizzò (nel luglio '68) i Consigli di zona. Dopo una prima difficile fase di avviamento del decentramento con i relativi problemi emergenti (l'insediamento, l'elezione del presidente, l'istituzione delle commissioni di lavoro) l'attività dei Consigli di zona si intensificò e con questo si arricchì ed articolò il dibattito sul ruolo che questi organismi dovevano svolgere.
In questo periodo si vengono schematicamente delineando quattro diversi orientamenti che in seguito condizioneranno lo sviluppo del decentramento e della partecipazione a Milano.
Il primo, espresso dalle forze moderate interne al centro - sinistra, intendeva ridurre I Consigli di zona a semplici "casse di risonanza" della giunta riportando in questi organismi lo schieramento presente in
Consiglio comunale e dotandoli di poteri esclusivamente consultivi.
Nell'area cattolica vi erano invece settori che indicavano nei Consigli di zona un nuovo e autonomo ente locale in grado di ristabilire un rapporto più immediato con la società civile e avviare una sua ricomposizione in chiave interclassista.
Un settore dell'area socialista collegato con l'estremismo puntava su questi organismi come strumenti di pressione e di protesta (qualcuno li definì una nuova forma della lotta di classe).
Infine i comunisti che indicavano nei Consigli di zona il modo di operare dell'intera amministrazione: organismi da dotare di effettivi poteri consultivi e deliberativi, da eleggere direttamente da parte di cittadini, rendendoli vere e proprie cellule del sistema amministrativo inseriti pienamente nel quadro complessivo del governo della città.
L'urgenza con cui si ponevano i problemi quotidiani della casa, del territorio, dei servizi sociali, fece ben presto saltare la logica degli schieramenti rigidi mentre si assisteva ad una crescita di processi unitari tra le forze sociali, sindacali e politiche, e si accellerava il rapporto democratico dei Consigli di zona con le popolazioni sia nei quartieri centrali che periferici. L'azione degli organi del decentramento si sforza in questi anni di superare la concezione e la pratica della democrazia liberaiborghese, basata sul centralismo e sulla delega.
La mobilitazione unitaria che i 20 Consigli di zona costituiscono contro la strategia della tensione, l'impegno esercitato nella battaglia sulle questioni concrete fanno di questi organismi momenti importanti di sintesi deHe esigenze di democrazia presenti nei quartieri.
Le commissioni di lavoro dei Consigli di zona passano dall'appoggio alle associazioni dei genitori che rivendicano nuove scuole, e ai gruppi di inquilini in lotta contro le speculazioni immobiliari, ad un rigoroso lavoro di analisi della realtà cercando di elaborare piattaforme unitarie di zona che, superando posizioni qualunquistiche e corporative, si propongano di contribuire concretamente ad avviare un nuovo modo di governare.
Il regolamento del luglio del '74, approvato dopo un aspro scontro politico, accoglieva perciò, seppur in modo parziale, le unanimi richieste dei Consigli di zona di superare la fase puramente consultiva e di trasformarsi in veri organismi amministrativi con la delega di poteri deliberativi, l'intervento nella formulazione del bilancio comunale per zone, e le elezioni dirette. Le elezioni amministrative del 15 giugno 1975 vengono cosi per la prima volta caratterizzate anche dalla discussione e dal confronto sui programmi di zona presentati dai partiti più obbiettivamente impegnati e sensibili al decentramento.
(segue nel prossimo numero)
Il 12 ottobre 1978 una commissione competente formata dall'architetto Benzoni, direttore dei lavori della scuola di Pie Bacone, dall'arch. Cecchini, progettista del complesso scolastico, dal dott. Muzio, presidente del CdZ, dalla prof.ssa Gagliani, preside della scuola media Caterina da Siena, dall'arch. Larcher, del consiglio distrettuale scolastico, dalla prof.ssa Cialfi, coordinatrice della comm. Scuola del CdZ, dal prof. Gramolelli, consigliere di zona, dall'arch. Nava, della comm. Territorio del CdZ, e dal geom. Anzelmo, funzionario del CdZ, ha fatto un sopraluogo al complesso di Piazzale Bacone.
In particolare si trattava di prendere atto di alcune carenze di funzionamento che si verificano alla materna e alla media Caterina da Siena.
Per quanto riguarda la materna si è raggiunto, dopo il soppralluogo, con l'architetto Benzoni, direttore dei lavori della scuola di Pie Bacone, l'accordo per alcune modifiche che sicuramente renderanno più sicura e funzionante l'attività didattica.
Per quanto riguarda la media Caterina da Siena, difficile è risultato il colloquio con la preside professoressa Gagliani.
Infatti una sua naturale indisposizione al dialogo non ha permesso fin dall'inizio dell'incontro la ricerca di una corretta soluzione.
L'architetto Cecchini progettista del complesso e tutti coloro che vi hanno lavorato o che sono comunque competenti, hanno potuto vedere come le aule del seminterrato siano idonee all'uso didattico.
Intransigente è stata la posizione della preside che ha destinato queste aule al consiglio d'istituto e alla organizzazione dei genitori. Nulla vi è da dire sulla possibilità dei genitori di riunirsi e operare, ma esistono altri spazi per queste attività serali o comunque pomeridiane.
La soluzione trovata in modo forzoso è stata respinta dalle persone più competenti.
Essa consiste precisamente nell'usare due locali del 3° piano (aula di scienze e aula di musica) di dimensioni enormi e atte a ben altre attività.
Non dimentichiamo inoltre, il parere contrario del personale non insegnante.
Dietro questa prevalenza di una necessità speciale di uso delle strutture sta il rigonfiamento artificioso.
Con esso si è disatteso il bacino di utenza fatto dal Consiglio di zona che è competente in tal senso, provocando il passaggio da 24 classi, massimo numero per una attività completa in rispetto della progettazione del complesso, a 29 classi, che ovviamente devono trovare spazio nei luoghi che dovrebbero essere di uso comune.
La soluzione trovata che non comporta spesa alcuna, comporta tuttavia un uso non corretto di quanto bene era stato stabilito nella progettazione.
Tale soluzione è da considerarsi transitoria, poichè i cittadini che a lungo hanno lottato per avere una scuola nuova nella struttura e nelle possibilità didattiche, non intendono sacrificare quanto è frutto del loro impegno.
Chiedono pertanto alle autorità competenti, che sono Distretto scolastico, Consiglio di zona, Consiglio d'istituto, Provveditore e Ripartizione educazione del Comune, che il prossimo anno scolastico veda una soluzione corretta del problema.
In particolare la Ripartizione che ha realizzato il complesso deve provvedere nel rispetto delle necessità dei cittadini della zona, a che esso possa svolgere appieno la sua funzione di un nuovo modo di essere e di fare scuola.
P.G.
spazi.
Titolo aggressivo a piena pagina, grande fotografia (vecchia di qualche mese) così la "Notte" ha presentato alcuni giorni fa un servizio sul nuovo complesso scolastico di P.zale Bacone. Ci aspettavamo di leggere la storia lunga e difficile della battaglia dei cittadini, del CdZ e della attiva collaborazione del Comune per costruire a tempo di record questo edificio scolastico davvero indispensabile per la nostra zona. Ma sorpresa l'articolo ha un solo scopo: gettare discredito sull'Amministrazione comunale, sul CdZ e sullo sforzo dei cittadini e degli organi collegiali della scuola per far funzionare questa struttura. Dunque un nuovo infortunio, e non tra i più gravi (ricordate Valpreda mostro?), di questo foglio della sera impegnato nel disinformare i lettori. All'articolo ha immediatamente risposto il CdZ di cui riportiamo integralmente il testo.
A nome del Consiglio di Zona che presiedo Vi devo chiedere di rettificare il contenuto di un articolo pubblicato da Voi recentemente in merito al nuovo complesso scolastico di P.le Bacone, perchè inesatto.
In particolare:
1°) non è vero che siano state fatte due inaugurazioni. Il complesso scolastico è stato inaugurato una volta sola il 4 giugno u.s., ad ultimazione avvenuta della scuola materna. A tale inaugurazione hanno preso parte cinque Assessori - Rossinovich, Taramelli, Sangiorgio, Baccalini e Polotti. Il Sindaco non ha presenziato perchè impegnato fuori Milano;
2°) l'utilizzazione di spazi non delimi-
Davanti alla scuola
tati quali aule scolastiche, si è resa necessaria quest'anno perchè contro una capacità della scuola media di 24 classi, è stato necessario iscrivere alunni pari a 29 classi. Mentre il Consiglio di Zona si riserva di esperire una indagine per accertare le ragioni di questo imprevisto afflusso di iscrizioni, deve segnalare che è stato richiesto all'Amministrazione comunale l'immediato allestimento di pareti mobili; 3°) le "macerie" di cui parla l'articolista non sono altro che materiali provenienti dagli scavi dovuti alla costruzione della piscina, che è l'ultima opera che rimane da allestire.
Il primo passo per un uso più razionale degli spazi nel complesso scolastico CASATI-TADINO si è risolto con una soluzione - sia pur provvisoria - soddisfacente per entrambe le scuole.
I Consigli di Circolo e di Istituto, insieme al Consiglio di zona, esaminando le reali esigenze di spazi delle due scuole, con un lavoro costruttivo ed unitario, sono riusciti, tramite la ripartizione comunale, a far eseguire in tempo utile, le necessarie opere di trasformazione murarie in modo da consentire;
- alla scuola media Tadino di avere 18 aule e poter quindi svolgere i sei corsi didattici in modo regolare.
- alla scuola elementare Casati di ingrandire due aule di superficie troppo ridotta, e poter attuare una regolare attività didattica in tutte le 37 classi.
Poichè il complesso scolastico è dotato di una sola e piccola palestra, utilizzata dalle scuole, è bene sin d'ora studiare una programmazione (tra le due scuole e il Consiglio di zona) per il recupero di altri ambienti per un uso sempre più efficiente e razionale di tutta la struttura scolastica. Ad esempio, sopra la palestra, demolendo le tramezzature, si potrebbe ottenere una seconda palestra che risolverebbe l'annoso problema delle attività sportive e ricreative per le due scuole.
Nel cortile esistono due "Mobil school" che potrebbero esser adibite, compreso il cortile, ad attività comuni, ed aperte al quartiere per attività sociali e di zona.
Infine c'è il problema della viabilità. Il complesso scolastico è dotato di tre ingressi, due in via Tadino ed uno in Via F. Casati; le due vie hanno il marciapiede stretto per soddisfare il flusso scolastico nelle ore di entrata ed uscita della scuola, quindi è inevitabile che, bambini, ragazzi, genitori che accompagnano i loro figli, invadano la sede stradale con traffico automobilistico a senso unico per entrambi le vie.
Necessita quindi uno studio con i viabilisti per apportare una eventuale variante al traffico motorizzato ed il divieto di sosta delle autovetture.
Luigi Lemme Membro del Consiglio di Circolo- Ma certo che so, sciur Piero, che in novembre dobbiamo eleggere i rappresentanti dei genitori nei Consigli d'interclasse e di classe! Su questo abbiamo gia avuto un'assemblea di classe: ma questa volta, le dirò, non ho intenzione di farmi rieleggere.
- Ma come, sciura Maria, dice questo lei che è sempre stata così combattiva?
- Eh, sì! So quanto sono importanti questi Consigli, perchè si è a più diretto contatto dei problemi reali dei ragazzi e perchè c'è più possibilità di stabifiì e un dialogo con gli insegnanti, di conoscere i loro programmi, i loro metodi, i loro criteri di giudizio: l'ho sempre detto e lo credo ancora.
- E allora?
- Allora, ritrovo queste medesime possibilità nelle assemblee di classe. E mi sembra giusto far spazio ad altri, che abbiano magari più tempo a disposizione.
- Se non sbaglio, ho capito quel che intendete, sciura Maria, altro che!
Lei pensa che si arriva a un certo limite, e poi non si va avanti; che è un dialogo a senso unico, che c'è nella
misura in cui esiste una disponibilità dell'insegnante a spiegare ai genitori; che è difficile chiedere conto a chi lavora dei criteri del suo lavoro, o addirittura chiedere di modificarli; che si rischia sempre di parlare da dilettanti; che anche nella scelta dei libri di testo tutto si risolve in una formalità, in ratificare decisioni già prese... Se intende questo, ha ragione, naturalmente! Ma sappiamo tutt'e due che già il solo doversi confrontare ha cominciato a far sorgere nei genitori un interesse verso i problemi dell'insegnamento, a modificare l'atteggiamento degli insegnanti che hanno cominciato a porsi domande sul loro lavoro, a far conto delle osservazioni dei genitori.
- Proprio così, sciur Piero! Ma se permette continuo io. Sappiamo che i grandi cambiamenti si fanno lentamente, con pazienza; però, dico, dandosi anche un po' il cambio. Non le pare? lo poi quest'anno non riuscirei forse a seguire la classe con l'assiduità necessaria. Meglio allora votare e far votare per qualche altro genitore democratico.
- Questo lo deve veder lei, secondo coscienza. Tenga però presente, vi-
Questa prima fase di assestamento strutturale fra le due scuole si è potuta realizzare per l'entrata in funzione del nuovo complesso di Piazzale Bacone e per mezzo dei bacini di utenza delle scuole, che hanno sensibilmente ridotto le iscrizioni nella Casati - Tadino, mediante un equilibrio delle provenienze. Come detto all'inizio la soluzione è provvisoria. Infatti secondo dati statistici, nei prossimi anni si dovrebbe avere ancora una sensibile diminuzione degli iscritti nelle scuole elementari della nostra zona e quindi un ulteriore recupero di altri sto che ha figli anche alle medie, che quest'anno i Consigli di classe hanno un lavoro molto importante da fare: perchè è uscita una circolare ministeriale di applicazione della legge 517, quella legge, si ricorda, dell'agosto dell'anno scorso che introduceva, per un discorso di programmazione scolastica, non solo le schede di valutazione, ma iniziative di integrazione e di sostegno.
- La ricordo, se non altro per le discussioni che ha suscitato quella famosa scheda.
- Che non era poi neanche la novità più importante! Bene, si tratta adesso di realizzare le iniziative previste: sia quelle di sostegno, per recuperare i ritardi dei singoli ragazzi, sia quelle di integrazione, per allargare il campo delle attività e degli interessi scolastici.
- Insomma, una specie di doposcuola! - Eh, no, perchè durante lo svolgimento di queste attività, (fino a un massimo di 160 ore in un anno scolastico) il programma normale viene sospeso o, se preferisce, modificato: queste attività si svolgono, cioè, in orario di lezione, al posto delle le-
zioni ordinarie; e con i medesimi insegnanti in servizio nella scuola.
- Mi sembra una gran bella cosa, e i ragazzi ne saranno contenti: ma, e il programma ordinario? Non sarà che i ragazzi usciranno dalle medie più asini di quanto non ne escano adesso, almeno alcuni?
- Oggi diamo sul pessimismo, sciura Maria! Credo proprio di no, se il risultato sarà quello di aumentare l'interesse per la scuola e per lo studio; e l'interesse è il motore di tutto. Certo, si tratterà di realizzare iniziative attraenti e valide anche sul piano culturale.
- A chi tocca deciderle?
- Spetta al collegio dei docenti, sulla base di criteri indicati dal Consiglio di Istituto e su proposta dei Consigli di classe.
- Ecco perchè parlava di un lavoro importante per i Consigli di classe! È aperta la gara al suggerimento!
- Ma per suggerire, ci vogliono idee: e chissà che non ne vengano di buone anche a noi genitori!
- Ho capito, sciur Piero! Lu l'è propi un diavolo tentatore.... G.C.
Gli inquilini di alcuni caseggiati di via Panfilo Castaldi all'angolo con via Lazzaretto sono giustamente preoccupati per quanto sta succedendo attorno ad alcuni bar - albergo della via, scelti dalla malavita locale come luoghi di ritrovo e di appuntamento per passeggiatrici.
In questi ultimi tempi in particolare, è in un bar ristorante all'incrocio tra le due vie che si ripetono episodi che turbano la tranquillità dei cittadini.
L'ultimo in ordine di tempo, che risale a circa due mesi fa, è il ferimento a colpi di pistola del proprietario del locale, il bar Montecatini. All'ordine del giorno sono poi le liti (e non solo esse) che scoppiano quasi ogni sera sul marciapiede su cui si trova il bar, frequentato fino a tarda ora da passeggiatrici e relativi amici.
Il juke box del locale inoltre funziona a tutto volume fino alle tre del mattino, tenendo sveglio chi all'indomani deve recarsi al lavoro.
Chi si affaccia a protestare viene insultato e invitato a scendere in strada a continuare la discussione.
Gli inquilini sono stanchi di questa situazione e rivendicano il loro diritto a vivere tranquillamente.
La via comunque non è nuova a questi fatti, anzi ha una sua vera e propria storia che si è sviluppata in alcuni suoi punti particolari. Negli ultimi anni sono stati tre gli atti criminosi accaduti tra la via Castaldi e Lazzaretto.
Qualche anno fa è stata fatta scoppiare una bomba in un negozio da parrucchiere di via Lazzaretto.
Il padrone, un giovane anch'esso del giro della malavita, per vendetta ha ucciso il proprietario dell'albergo Brianza, che si affaccia sulla via Lazzaretto, ed è stato condannato a 22 anni.
Il penultimo episodio in ordine di tempo è stato il ferimento di uno straniero, avvenuto sempre tra le due vie, ma fatto trovare successivamente dai feritori davanti ad un ospedale cittadino. Le persone con cui abbiamo parlato sono un po' scettiche sulla possibilità di normalizzare la situazione.
La polizia infatti è intervenuta numerose volte, ma dopo un certo periodo di calma dovuto a qualche arresto, le cose riprendono come prima.
Gli inquilini dei caseggiati interessati osservano inoltre che la polizia interviene prevalentemente quando succede qualcosa di grave, invece di rendere più continuativa questa sua azione estendendola anche nei periodi di "calma", a scopo di prevenzione.
Diversi sono poi coloro che non sanno cosa fere e a chi rivolgersi (numerosi cittadini hanno telefonato ai vigili) per far cessare il rumore del bar che dura fino alle prime ore del mattino.
Preoccupazione, una certa sfiducia derivante dal persistere di una situazione che si protrae da diverso tempo, sono gli stati d'animo che abbiamo colto tra la gente.
Ma accanto ad essi emerge la richiesta di una azione più decisa e incisiva su questo problema che tocca drammaticamente chi lo vive da vicino.
Per questo diventa fondamentale accanto a un intervento continuativo sul tema della criminalità da parte delle forze e degli organismi democratici della zona, lo stabilirsi di un collegamento più stretto tra cittadinanza e forze dell'ordine, per vincere questa difficile battaglia.
R.C.
Riprendono a fine ottobre le attività dei corsi e dei centri di musica promossi da: ARCI provinciale, Collettivo musicale, I
Fiati Italiani, Coop. l'Orchestra:
- corsi di pratica strumentale e di canto corale;
- formazione di "complessi" (big - band, gruppo da camera etc.);
- animazione musicale (seminari, laboratori, dibattiti);
- concerti, prove aperte etc.
Per informazioni rivolgersi all'ARCI provinciale, di via Cola Montano 8 tel. 6889708 - 6893863 o presso i singoli centri: circoli Bellezza Carducci, il Mulino, Teatro Officina, coop. l'Orchestra (corso exarsenale).
Un negozio particolare
Il caseggiato di via Panfilo Castaldi 15 è senz'altro uno dei più malconci di Porta Venezia.
È un edificio molto vecchio, trascurato per anni e anni dalla proprietà che non vi ha mai fatto i lavori di manutenzione necessari.
Il Consiglio di zona, viste le condizioni di stabile degradato, lo ha proposto per il vincolo a edilizia economico - popolare, legge 167.
Gli inquilini che vi abitano sono costretti a vivere in condizioni particolarmente difficili tra pezzi di muro che si staccano e umidità che si tramuta in vera e propria pioggia negli appartamenti, quando c'è maltempo.
Ancora più gravosa è poi la situazione per le persone anziane, che vivono numerose nel caseggiato.
Da quanto detto crediamo che non possa certo essere attribuito al caso il crollo di un pezzo di muro che diverse settimane fa ha colpito sulla testa e sul braccio una signora, ferendola in modo fortunatamente non grave.
Ciò costituisce una riprova ulteriore dello stato di abbandono nel quale sono stati lasciati parecchi stabili da certe proprietà della nostra zona.
In via Spallanzani è stato recentemente aperto un nuovo negozio d'abbigliamento riguardante articoli esclusivamente indiani, afganistani, messicani, boliviani, peruviani ed anche africani, ma in minima parte.
La boutique è anch'essa arredata con un tipico gusto orientale: tappeti a disegni i più svariati, tende ricamate con disegni geometrici in oro e infine pelli di leopardo appese alle pareti. I vestiti comprendono invece per la maggior parte abiti interi di seta a colori vivacissimi tipo rosso, giallo, rosa, bianco con i relativi disegni dorati o argentati, per minima parte invece gonne lunghe o a mezza caviglia molto ampie di seta o garza ma' di coÖ lore prevalentemente rosso.
I pantaloni ovviamente non esistono nella moda esotica. Non mancano però gli stupendi sari indiani che consistono in enormi pezze di cotone legge-
rissimo oppure di lino, da avvolgere intorno al corpo, anch'essi a colori vivacissimi e vari, anche se la tradizionale veste indiana è nata bianca.
Ma la cosa più bella sono gli scialli lunghissimi di lana, di cotone o di seta da portare preferibilmente sopra i vestiti scollati.
Gli scialli di lana sono lavorati a mano color bianco - panna, mentre quelli in cotone fine e in seta sono a vari colori con pitture stampate e ciondolini d'oro attaccati alle frange; provengono tutti dall'Afghanistan.
Questi però sono capi prevalentemente estivi e primaverili ormai in svendita.
Per l'autunno la moda esotica propone gonne amplissime in lana di pecora bianca o beige strette in vita da una cintura altrettanto di lana molto lunga, golfoni peruviani e infine I tradizionalissimi ponci messicani.
Oltre ai vestiti poi, l'originale boutique dispone di gioielli in argento comprendenti bracciali lavorati, ciondoli dipinti, orecchini molto lunghi e anelli tutti indiani.
Afghanistane invece sono le collane in pietre dure dipinte, piuttosto grosse e pesanti, abbinate a collarini un po' più piccoli. Infine grande varietà di prodotti di bellezza brasiliani: dal latte detergente alla crema, dal fard per le guance ai rossetti, dai pettinini fermacapelli ai profumi; di cosmetici indiani invece ci sono solo i cojcel (matite nere o marroni molto forti per il trucco.
Sono immancabili per finire gli oggetti di ornamento per mobilio come le tazzine dipinte, messicane, i portacenere a forma di conchiglia africani, le statuine in avorio, le nacchere.
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Il personaggio del mese
Solo le gallerie dovrebbero farla?
- No, anche la scuola. lo mi sono sempre battuto e lo farò ancora perché l'educazione artistica si faccia addirittura dalla scuola materna. E importante far capire dall'inizio il valore del colore, della forma e dello spazio e quanto poco importante sia il soggetto rispetto a questi valori. E poi la stampa attraverso i critici d'arte.
Il critico non si deve limitare a dire se un pittore è bravo o non è bravo, influenzato dal fatto di essere legato a delle correnti o a problemi di mercato. Deve spiegarne il perchè, deve essere una critica costruttiva, spiegare perché il pittore in quel periodo ha fatto quella pittura, ha usato determinati colori.
Cosa fa Milano per la pittura?
- Poco o niente in questi ultimi anni. Certo ci sono grossi problemi da affrontare in una grossa città, ma non bisogna sottovalutare il problema della cultura
E nei quartieri?
- Al massimo si organizzano concorsi di pittura. Più interessante sarebbe organizzare mostre a scopo didattico, scegliendo un periodo della pittura. Come è nata la pittura moderna, per esempio, con proiezione di diapositive fotografie delle opere dei pittori più significativi; spiegare che un Picasso non è spuntato per caso ma dietro di lui ci sono anni di studi, di ricerche di altri pittori. La pittura è sempre in evoluzione, è un discorso che non muore mai.
Cos'è per lei la pittura?
Anche quest'annó l'attività del Teatro Verdi di via Pastrengo seguirà due indirizzi principali, quello degli spettacoli serali per adulti e quello delle rappresentazioni del sabato e della domenica dedicate ad un pubblico prevalentemente giovanile.
Veronesi raccoglie man mano consensi e riconoscimenti sia in Italia che all'estero. Nella recente mostra antologica alla Galleria Civica d'arte Moderna di Ferrara le 281 opere esposte illustrano la complessa attività di questo pittore serio E appassionato del suo lavoro; ancora oggi a 70 anni dedica 10/12 ore al giorno allo studio, alla ricerca, alla realizzazione delle sue opere.
Abbiamo incontrato Veronesi nella sua abitazione in Via Bellotti, 2 e gli abbiamo rivolto alcune domande.
Lei dipinge per se stesso?
- No, io dipingo per gli altri, per trasmettere agli altri delle sensazoni, sensazioni gioiose, come la musica per esempio.
Qual è il rapporto tra pittura e cultura?
- La pittura è un grosso fatto di cultura
Lei fa politica attraverso la pittura?
- Sì, all'inizio era un atto di protesta contro la pittura degli anni 30, poi ho continuato a fare un discorso che è anche politico.
Allora Lei pensa che un artista non debba essere apolitico
- No, perchè l'artista è un uomo che vive le contraddiziohi di questa società come tutti gli altri, penso non sia possibile estraniarsi.
Lei fa anche incisioni, quante copie stampa per ogni incisione?
- Poche 10/ 15 salvo rare eccezioni come per esempio per il Festival dell'Unità di Genova in cui ne ho stampate 99.
Cosa pensa di alcuni famosi pittori che ne stampano 500?
- No comment
Che rapporti ha con i suoi colleghi pittori?
- Ho alcuni amici pittori, ma ci vediamo poco a volte stiamo sei mesi senza incontrarci. Vivo piuttosto isolato, frequento poco anche le Gallerie d'arte, qualche volta vado allo studio Marconi in via Tadino
Lei ha prodotto 1500 quadri circa finora di cui la maggior parte astratti. Non rischia di essere ripetitivo?
No, perché, non faccio mai il quadro isolato, eseguo un gruppo di quadri. Il tema è: rapporto fra tipo di forme, grandezze e colori e poi su questo tema porto delle variazioni soprattutto di composizioni.
Non fermarsi al quadro singolo, è un consiglio di Léger.
"L'Uomo" che influenza ha sulla sua pittura?
Le emozioni che ricevo nel rapporto con gli altri,' con "l'Uomo", anche se inconsciamente, le trasferisco nei quadri.
Attraverso quali canali vengono vendute le sue opere?
- I canali sono ancora oggi i mercanti cioè i galleristi. Il pittore non può essere venditore di se stesso e probabilmente non ha neppure il necessario senso pratico. Le gallerie assolvono comunque solo ad una funzione di mercato, dovrebbero invece fare anche una operazione culturale.
L'Unitour di via Tadino
- E la mia vita Perciò ha fatto nella vita quello che desiderava. Si ritiene soddisfatto? felice?
- Sì, mi reputo contento, soddisfatto. Ho avuto e ho molte soddisfazioni dalla mia famiglia e dal mio lavoro. Certo non è stato molto facile, certe scelte si pagano anche con sacrifici e amarezze, l'importante è resistere e continuare; all'inizio nessuno voleva i miei quadri, il primo quadro lo vendetti nel 1945 e nessuno mi aiutò. Fortunatamente le "esigenze di mercato" non sono riuscite a influenzare la mia pittura; ora, a 70 anni sto raccogliendo i frutti.
Signor Veronesi siamo anChe noi contenti, contenti di avere conosciuto una persona come lei soddisfatta del lavoro e della famiglia; non capita tutti i giorni di questi tempi.
Loredana Vincitorio
L'impegno della Cooperativa Teatro del Buratto, che gestisce la sala di via Pastrengo, sembra concentrarsi particolarmente su quest'ultimo settore, offrendo una programmazione assai sostanziosa e varia. Verranno invitati infatti sia i burattinai di vecchia tradizione, quali i Ferrari di Parma, Maletti di Modena e Ravasio di Bergamo, sia quei gruppi che, nati negli anni settanta, hanno scelto il teatro per ragazzi come la forma di rappresentazione più adatta al tipo di ricerca che andavano maturando (riscoperta del mimo e della espressività corporea, improvvisazione, studio sulla voce e sulle sonorità strumentali, "clownerie", animazione di burattini, pupazzi etc.): fra questi il Teatro del Sole, Quellidigrock, il Teatro delle Briciole e il Teatro dell'Angolo. A completare l'attività per ragazzi si aggiungerà l'apertura di un corso per burattini (limitato a pochi allievi) e l'allestimento della "Galleria del Buratto", luogo di incontro e esposizione di pupazzi, burattini, marionette e materiali vari. La programmazione per adulti, oltre al settore della musica, propo-
domenica 12 novembre Teatro del Buratto
sabato 18 domenica 19 novembre
sabato 25 domenica 26 novembre sabato 2 domenica 3 dicembre sabato 9 domenica 10 dicembre sabato 16 domenica 17 dicembre
Quasi tutti i lavoratori oggi dispongono di due giorni settimanali di riposo e di un considerevole numero di giorni di ferie. Ma, come impiega il lavoratore il suo tempo libero? La maggior parte delle attività ricreative (viaggi, sport, spettacoli, ecc..) e culturali sono gestite da enti o società che hanno come scopo unico il guadagno, e che propongono programmi costosi e spesso vuoti di contenuto. La vacanza villaggio tutto - compreso ne è un tipico esempio. A una famiglia di 3 persone un soggiorno di 15 gg. costa 800.000 lire come minimo. Questi villaggi, sono oasi staccate dalla realtà sociale del luogo, in cui tutto è previsto e organizzato, per consumare, divertirsi a tutti i costi.
Da qui la necessità che le organizzazioni sindacali non intervengano solo sul lavoro a livello di azienda ma anche sul tempo libero affinchè i lavoratori non vedano vanificate le loro conquiste salariali e sociali. I sindacati CGIL - CISL - UIL si sono fatti carico di questa esigenza e hanno costituito ognuno di essi, un ente preposto all'organizzazione di tutte le attività ricreative e culturali che vanno dalla va-
canza alla gita, dal cinema al teatro, alla semplice evasione, proponendo programmi unitari ove è possibile.
Nel nostro quartiere, in via Tadino, abbiamo uno di questi enti e precisamente l'ETSI (CISL), che per necessità operative ed organizzative prende il nome di UNITOUR, come agenzia viaggi.
La sua attività si articola in Turismo aziendale, iniziative per anziani e Turismo scolastico col presupposto di dare un servizio giusto ad un prezzo giusto. Turismo aziendale
L'Ente organizza tutti i tipi di viaggio a corto, medio, lungo raggio, (come si suol dire in gergo) secondo le richieste che gli pervengono dalle aziende. Le mete sono ancora quelle tradizionali, le località più rinomate, il mare, la montagna ma si cerca di introdurre elementi nuovi di cultura, di contatto con le realtà locali. "Se facciamo la gita a Parigi", mi dice un responsabile dell'agenzia, "oltre alle visite ai monumenti inseriamo visite al Louvre, o la visita ad un nuovo quartiere realizzato con soluzioni architettoniche avveniristiche".
ne la ripresa del "Bagno finale" di Roberto Lerici, che l'anno scorso ha ottenuto un notevole successo di pubblico e critica, e due novità italiane dello stesso autore, cioè "La separazione - ovvero un'anima in due" e "L'erede universale", in cartellone dal 6 novembre al 3 dicembre. Diamo qui alcune anticipazioni dello spettacolo, sulla base della scheda informativa realizzata dal teatro.
L'Erede universale" si può co'nsiderare una "farsa tragica vista secondo lo stile consueto di Roberto Lerici, che realizza il continuo scambio tra l'amarezza e la comicità della tragedia con l'uso espressivo del linguaggio drammaturgico e il corrispondente scambio della parola come gesto e del gesto come parola.
"Fantasia per un burattino" "La principessa" "Cipi"
Ansbacher
Le iniziative per gli anziani
Tutti gli anni nella stagione invernale vengono organizzati soggiorni in Liguria con l'assistenza medica e un organizzatore in luogo per la realizzazione di gite nell'entroterra Ligure. Questi soggiorni di 15 giorni vengono offerti a prezzi veramente bassi e soprattutto vengono attuati d'intesa con le altre due organizzazioni sindacali e con gli enti locali. A Loano la Cisl dispone di un proprio albergo che funziona sempre. Queste iniziative sono rivolte a tutti gli anziani e non solo agli ex lavoratori appartenenti a questo o a quel sindacato. Ci sembra utile sottolineare ciò, in particolare nel nostro quartiere ove gli anziani sono in percentuale molto alta rispetto alla popolazione "attiva" e certamente parecchi sono quelli non "sindacalizzati".
Altri soggiorni previsti a prezzi convenienti sono in alberghi nell'Emilia - Romagna e a Palma di Maiorca. Perchè proprio a Palma di Maiorca e non per esempio in Sicilia? abbiamo chiesto ai responsabili.
Ci hanno spiegato che la Sicilia pur avendo strutture atte a.rice-
soldato" "Gloppino poliziotto"
vere un turismo di massa rimane improponibile perchè i trasporti attuali rendono più oneroso e difficoltoso un viaggio in Sicialia che in talune località estere.
Il Turismo scolastico
Il nostro Consiglio Comunale ha approvato tempestivamente nella seduta del 19 ottobre la suddivisione in fasce del territorio cittadino rendendo così applicabile l'Equo Canone, entro il 1° novembre, giorno in cui scatterà la legge.
Le zone alle quali corrispondono i relativi coefficienti sono le seguenti: centro storico (1,3), zona intermedia (1,2) periferica (1,00) e agricola (0,8 5). Nella stessa seduta sono stati anche individuati quegli stabili definiti "degradati" che beneficeranno per il calcolo dei fitti di un coefficiente di abbattimento del valore locativo (0,90).
Ci pare doveroso ricordare che la delibera della Giunta è passata grazie ai voti di PCI, PSI, e PSDI mentre erano contrari DC, PRI, DP e PLI.
Pensiamo utile pubblicare l'elenco delle case degradate della zona
3: v.le Abruzzi n. 19, 23, 51 - via Bixio
n. 8, 15, 17, 19, 25 - via Broggi n. 5 -
c.so B. Aires n. 19, 25, 35, 39, 49, 51, 51/ A, 52, - via C asatì n. 2, 4, 13, 22, 24, 26 - via Castaldi n. 8, 15, 19,
22, 26, 27, 29, 30, 32, 37 - Pie Dateo
5 (viale dei Mille 1 e via Uberti 2) via Doria 16 - via Eustachi 53 - via Farneti 14 - tutta la via Paolo Frisi, - via Gaffurio 6 - via Kramer 30, 33, 35via Lambro 7, 9, 11, 12, 15, - via Laz-
zaretto 8, 15 - via Lecco 1, 3, 5, 9, 15, 20 - via Malocchi 31 - via Manuzio 7 - via B. Marcello 7 - via Melzo 5, 10, 11, 16, 21, 23, 24, 28 - via Morgagni
40 - via Ozanam 1 - p.zza Oberdan
10 - via Palazzi 2, 4, 19 - via Palestrina 9 - via Paracelso 1, 5 - via Petrella
19.- v.le Piave 1, 9 - via Piccinni 25via Pilo 6, 7, 8, 10, 11, 12, 14, 15, 16, 20 - via Pindemonte 1 - via Pisacane
38, 47, 49 - via Plinio 30 - vie Regina
Giovanna 9, 14, 22, 26 - via S. Gregorio 4, 11, 15, 17 - via Scarlatti 20via degli Scipioni 5, via Settala 34, via Sirtori 4, 6, 10, 14, 15, - via Spal-
lanzani 6, 10, 18, - via Stoppani 9, 10, 11, 40 - via Tadino 17, 18, 32, 50 - via Zambeletti 4.
In questi stabili abitano più di 4.600 famiglie per un totale di oltre 10.000 abitanti.
È importante però precisare che questo elenco non è definitivo, può essere migliorato e completato. I cittadini che ritenessero di abitare in case con livelli di abitabilità molto bassi e che non sono comprese nell'elenco (depositato in Consiglio di Zona) devono far valere le !pro ragioni che, se valide, potranno correggere gli eventuali errori di valutazione compresi nell'elenco stesso.
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La DC aveva fatto proposte che sarebbero andate a sfavore degli inquilini: voleva espandere il centro storico ora contenuto dalla delibera circa nella cerchia dei navigli lungo gli assi che portano alla periferia.
Milano rischiava di divenire un immenso centro storico e, soprattutto di vedere falsamente maggiorato il valore dei suoi immobili e quindi il livello degli affitti.
La volontà politica dell'attuale maggioranza è invece quella di attuare situazioni più favorevoli agli inquilini sia nella delimitazione delle fasce che nell'individuazione delle case in degrado e la tempestività di questa delibera ne è la riprova: Milano infatti è stata tra le prime grandi città ad operare per rendere di fatto
applicabile l'Equo Canone, mantenendo così l'impegno che si era prefissato per un controllo pubblico di una corretta applicazione della legge.
È comunque fondamentale che gli inquilini vigilino sull'applicazione della legge che, come si sa, prevede molti altri parametri per il calcolo dell'affitto ed ha una normativa complessa.
A tal fine sarà utile ed importante organizzarsi in Comitati che, con il sindacato degli inquilini, possono portare avanti piattaforme di caseggiato che diano carattere di superamento in positivo alla legge stessa e si rivolgano al Consiglio di zona che è garante. a livello decentrato, della gestione democratica della legge.
Al I dati necessari per il controllo e il calcolo del nuovo affitto sono: La superficie convenzionale:è la somma della superficie netta dell'appartamento più le altre superfici eventualmente disponibili (la superficie al 50% del box; 25% balconi, terrazze, soffitte, cantine...) Il costo unitario (per mq.) dell'immobile 250.000 è il costodi base per la città di Milano. Esso si aumenta o si diminuisce in base a:
- tipologia catastale (casa signorile, (2,00) civile (1,25), economico (1,05), popolare (0,8), extra pop. (0,60), villini (1,40). ubicazione: nel caso della zona 3,11coefficiente è 1,20, salvo che non si tratti di casa degradata dove il coefficiente è sempre 0,90 - livello del piano il coefficiente è: 0,80 seminterrati, 0,90 1° piani 1 altri piani
- Data di costruzione dello stabile. Si arriva fino al coefficiente 0,70 per stabili anteriori al 1929
- Stato di Conservazione e manutenzione: se è considerato normale coefficienti: 1,00; se è considerato mediocre 0,80; se è considerato scadente 0,60 Moltiplicando il costo unitario per la superficie si ottiene il VALORE LOCATIVO. Calcolando il 3,85% di tale valore si ha il CANONE annuale di affitto.
B) I diritti e le garanzie per l'inquilino sono: immediata riduzione dei fitti pagamento graduale degli eventuali aumenti: 6 anni per redditi familiari inferiori a 8 milioni; 2 anni per i redditi superiori (nel '77) integrazione da parte del Comune fino all'80% dell'aumento del canone (se non supera le 200.000 lire) per le famiglie e i pensionati con redditi non superiori a 2 pensioni minime INPS.
Durata minima del contratto: 4 anni Spese accessorie a carico dell'inquilino: il 900,, del portierato e l'obbligo per la proprietà di dimostrare il costo dei servizi effettivamente pagati; all'assemblea condominiale ha diritto di partecipare anche l'inquilino e di decidere in merito al riscaldamento. La cauzione non supera i 3 mesi di affitto e gli interessi su tale somma devono essere dati ogni anno all'inquilino.
La registrazione del contratto, obbligatoria se supera 1.200.000, è per metà a carico del proprietario.
Per gli appartamenti ammobiliati l'affitto è calcolato come per gli altri alloggi e maggiorato del 30% soltanto se è completamente arredato.
Il SUNIA ritiene che questa legge sia fondamentalmente positiva, in quanto dopo anni di blocco, si è arrivati a determinare un canone, che a parità di situazione, sia uguale.
Il superamento del blocco era ormai inevitabile, dato che nel susseguirsi delle varie proroghe si è tutelato l'inquilino che aveva già un alloggio, mentre quello che doveva trovare casa era esposto alla speculazione creando delle situazioni di sperequazione, per cui due inquilini aventi un alloggio uguale nello stesso caseggiato non pagavano lo stesso affitto, arrivando sino al limite che l'inquilino col canone bloccato pagasse, per esempio, L. 300.000 mentre l'inquilino non tutelato dal blocco L. 1.000.000.
Questa legge è arrivata a perequare queste situazioni, che nella nostra città erano ormai una norma. inoltre bisogna tener presente che ia Corte Costituzionale aveva già sancito "ufficiosamente" che il blocco dei fitti era incostituzionale accentuando la necessità di arrivare
ad una regolamentazione dei canoni.
La breve analisi di cui sopra è stata fatta per poter valutare in quale quadro generale questa legge è stata varata, tenendo presente anche, che unitamente alla legge di Equo Canone e stata varata il 5 /8 la legge sul piano decennale per l'edilizia, legge che per la prima volta da una programmazione per i prossimi dieci anni dell'edilizia abitativa, innovazione che ci consente di poter stabilire se sarà o no coperto il fabbisogno casa nei prossimi anni.
Ritornando alla legge di Equo Canone che complessivamente riteniamo, come già scritto, positiva dobbiamo anche rilevare che ha alcune lacune come:
- la mancanza della giusta causa.
- l'esclusione della regolamentazione per i comuni inferiori ai 5.000 abitanti e dei negozi.
- la mancanza di commissioni democratiche per la soluzione del contenzioso, che inevitabilmente si creerà.
L'inquilino cosa deve fare?
Noi crediamo che per superare alcuni dei punti negativi sia indispensabile l'aggregazione degli inquilini, quindi aprire delle vertenze in tutti i caseggiati per ottenere:
La garanzia della locazione
Una durata dei contratti uguale per tutti Contrattazione delle manutenzioni Applicazione dell'Equo Canone in tutte le sue parti.
È indispensabile l'adesione al S.U.N.I.A. e alle linee rivendicative portate avanti, anche nei contesto più generale della soluzione del problema casa.
L'adesione è anche un momento di autofinanziamento che ci consente l'autonomia politica, e per riuscire a svolgere tutto il lavoro d'informazione di propaganda e di organizzazione per tutti gli inquilini. La sede di zona del Sunia è in via Porpora 43. Essa è aperta per consulenza ogni martedì e giovedì dalle ore 21.
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I milanesi potranno servirsi del treno tra qualche anno per attraversare la città mediante una galleria sotterranea, il cosiddetto "passante", che congiungerà la stazione di Porta Garibaldi con quella di Porta Vittoria.
Questa iniziativa in pratica consente ai treni che vengono dalle direttrici di Bologna e di Venezia di proseguire per tutte le direzioni a est (Torino, Varese, Como) senza costringere i viaggiatori a cambiare convoglio e a volte addirittura stazione (in quanto, le stazioni di Milano sono quasi tutte di testa).
I primi a beneficiare di una soluzione quale è quella del passante saranno innanzitutto i pendolari, costretti a defatiganti tempi morti tra i vari mezzi pubblici e interurbani.
C'è altresì da aggiungere che il collegamento ferroviario, attraverso un allacciamento con le ferrovie Nord alla Bovisa, permetterà l'inserimento nella galleria dei treni provenienti da Saronno e da Seveso, consentendo un interscambio di convogli tra le Ferrovie dello Stato e le Ferrovie Nord.
Chi ad esempio verrà con le Nord da qualcuna delle numerose località disseminate sulle linee di Novara, Varese, Como ed Erba, dovendo proseguire per altre località della Lombardia,
non dovrà più arrivare a piazza. le Cadorna, scendere, prendere la MM; recarsi a un'altra stazione e prendere un treno: potrà restare sul convoglio che lo ha raccolto a casa sua.
Il tunnel, il cui progetto è già stato approvato dalla Regione, sarà lungo quasi 5 km.
I treni entreranno in galleria alla stazione Garibaldi e proseguiranno in tunnel lungo la cerchia dei viali Liberazione, Tunisia, Regina Giovanna, Piceno, per riemergere a Porta Vittoria.
Oltre alle due stazioni terminali (appunto di Garibaldi e Vittoria) i passeggeri potranno usufruire di 3 intermedie.
Piazza della Repubblica in corrispondenza di via Vittor Pisani; viale Tunisia all'incrocio con corso Buenos Aires (all'interscambio con l'attuale linea I del metrò); viale Piceno all'altezza di piazzale Dateo.
Attualmente nelle ore di punta per ferrovia arrivano 50.000 passeggeri e per rispondere alla domanda di trasporto prevista per la fine degli anni ottanta bisognerà passare dagli attuali 39 treni locali ai 76 previsti.
Difficile per ora prevedere i tempi. I lavori dovrebbero comunque cominciare fra due o tre anni e essere completati nel 1985.
R.C.
L'E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza) si costituì nel 1890 con lo scopo di assistere i cittadini in stato di bisogno (i poveri).era una emanazione del Ministero degli interni in quanto, nella concezione di allora, il cittadino bisognoso di assistenza (il povero) era considerato un potenziale "sovversivo" e quindi un individuo o da integrare o da isolare anche con la forza (lo prevede un preciso articolo di questa legge).
Per assolvere a questio compiti l'ECA riceveva ogni anno, dal Ministero, una cospiqua somma di denaro, nell'ordine di centinaia di milioni.
L'ECA, col passare degli anni, si è trovata anche a gestire i beni patri- moniali, avuti con lasciti testamentari, delle IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza) che avevano gli stessi scopi statutari.
Con il passare del tempo questi Enti sono diventati via via dei grandi carrozzoni mangiasoldi non più in grado di risolvere i nuovi e più avanzati compiti che il problema dell'assistenza pone oggi al nostro Paese. In una parola sono diventati "Enti Inutili".
Per questo le organiziazioni dei lavoratori, partiti, sindacati, associazioni varie ne hanno voluto lo scioglimento ed hanno voluto che i compiti di questi Enti fossero assolti dai Comuni: da qui è nata la legge 382, la quale peraltro deve essere difesa dalle manovre di chi, dopo averla pure votata in Parlamento, lavora ora in periferia per svuotarla dei suoi contenuti riformatori (il caso dell'ECA di Milano è esemplare e non certo per colpa degli attuali amministratori) cercando di ridare vita, sotto altre forme, a questi enti ormai morti e sepolti nei fatti.
Rientrati dalle ferie estive quest'an no abbiamo trovato oltre al solito aumento degli alimentari e del vestiario, un aumento dei medicinali, che i "tecnici" hanno chiamato graziosamente tiket. Cioè sui medicinali, i mutuati dall'11 /9 pagano una quota di 200 o 400 lire per ciascuna specialità a secondo se è superiore o no alle mille lire di costo effettivo. Alcuni dicono che le cifre sono basse. Certo 200 lire è il costo di un caffè ma, in caso di malattia, anche una banale influenza le medicine sono diverse e facilmente si superano le 100 lire di tiket, Altro che caffè! e vero che questo provvedimento colmerà in parte il pauroso deficit degli enti mutualistici ma è altrettanto vero che va ad aumentare il costo della vita salito da giugno a settembre in
maniera vertiginosa checchè ne dicano le statistiche. Un benefico effetto secondario il tiket potrebbe averlo, cioè quello di ridurre il consumo di medicinali. In effetti alcuni farmacisti della nostra zona hanno affermato che le vendite sono diminuite, anche se non di molto. li calo è più netto nelle farmacie site in vie con caseggiati popolari e decresce man mano che la farmacia si avvicina a zona di passaggio o a palazzi residenziali. Il titolare di una farmacia in corso Buenos Aires afferma che "il suo lavoro non ha minimamente risentito dell'entrata in vigore del tiket" ed è comprensibilissimo, i mutuati rappresentano il 30% scarso della sua clientela. Sono necessari almeno due o tre mesi per verificare seriamente gli effetti del ti-
ket sul consumo dei medicinali. difficile stabilire se la minore vendita che ho registrato in questi ultimi 20 giorni, mi dice il farmacista di P.le Oberdan, sia conseguenza di questo provvedimento, molti miei clienti per esempio prima delle ferie hanno fatto la scorta dei medicinali di cui più spesso hanno bisogno: per il diabete, la pressione l'influenza; forse, non li hanno ancora finiti. Può darsi che sia anche la reazione del momento, quando c'è qualche aumento o comunque qualcosa sulle medicine di cui parlano I giornali c'è sempre qualche giorno di stasi poi, vedrà anche qiiesta volta, la gente si abitua e tutto torna come prima. Una speranza che noi condividiamo.
L.V.Pubblichiamo la lettera inviata da A. Ferrario, consigliere dellipab (ex Ecal, alla redazione di Milano 3 e non pubblicata, per rettificare alcuni giudizi espressi da quel foglio sulla vicenda Eca.
Cari Amici, leggo sull'edizione dell'8.10.78 del Vostro giornale alcune notizie riguardanti I'E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza) di Milano, notizie che se lasciate così senza un più approfondito chiarimento possono dare al lettore l'impressione che i comunisti Cremascoli e Ferrario del Consiglio di Amministrazione di detto Ente sono invischiati in faccende "poco chiare" nella gestione del patrimonio e del personale. È pur vero che nel Vostro articolo precisate che si tratta di cose "ventilate" e che "non avete potuto raccogliere elementi certi" ma, se permettete a me non basta. Tanto più che non penso di essere una perfetta sconosciuta nella Zona 3 (soprattutto al Vostro Direttore) avendo ricoperto l'incarico di responsabile femminile per il mio partito in zona fino al luglio di quest'anno. Un incontro, una telefonata, Vi avrebbero senz'altro messo in grado di dare ai Vostri lettori delle notizie più. aderenti alla realtà dei fatti.
Chiusa questa breve premessa veniamo alla sostanza delle cose:
1) È vero, da mesi il Consiglio di Amministrazione dell'ex ECA (ora IPAB) è in crisi e ciò ha comportato la quasi paralisi della gestione dell'ECA.
Chiariamo una volta per tutte, per coloro che sono sempre alla ricerca di "insanabili contrasti fra comunisti e socialisti" che non di questo si tratta ma solo e unicamente del comportamento del Presidente del Consiglio di Amministrazione Dott. Giuseppe Rotelli, il quale si è distinto in questi due anni per una sola cosa: votare sempre, sulle decisioni più impegnative per l'Ente, in modo contrario a tutto il Comitato di Amministrazione (compresi, quindi, anche i suoi stessi compagni di partito).
Ora è stato costretto a dare le dimissioni e, speriamo vivamente, la questione sia chiusa qui.
Solo come nota a margine è bene precisare che all'ECA l'opposizione non è rappresentata dalla D.C., la quale attraverso il suo Consigliere, ha sempre votato con tutti noi le delibere, (anche quelle più importanti) collaborando attivamente per la lorc applicazione, ma da D.P. la quale vuole stare nella maggioranza ma vota sempre contro la stessa, coerente, a modo suo, con la
linea che ha scelto in tutte le Amministrazioni in cui è presente.
L'unica, amara, riflessione che faccio e che propongo all'attenzione di chi porta le maggiori responsabilità dell'accaduto è questa: quando un delegato ad amministrare la cosa pubblica si riveli non all'altezza del compito affidatogli si proceda subito alla sua sostituzione: questo è l'unico vero modo per difendere gli Amministratori che fanno il loro dovere. Altre strade portano solo alla paralisi degli Enti pubblici, alla sfiducia dei lavoratori e dei cittadini nei confronti delle istituzioni democratiche e verso i partiti politici, al qualunquismo.
2) La gestione del personale, già di per sè molto difficile in tutti gli Enti pubblici per la storia travagliata di questo tipo di lavoratori (clientelismo, nepotismo, dequalificazione professionale, retribuzioni inadeguate come contropartita al "posto di lavoro sicuro" e di conseguenza anche un certo corporativismo), si è rivelata ancora più ardua in conseguenza del vuoto legislativo venutosi a determinare con l'entrata in vigore della Legge n. 23 della Regione Lombardia, la quale ottemperava sì al disposto della Legge n. 382 (norme per lo scioglimento degli Enti) ma solo in parte e dimenticandosi di tenere conto della particolare situazione dell'ECA di Milano - il più grosso ente di tutta la Lombardia delegato all'assistenzae cioè che avendo una unica pianta organica formata da 964 dipendenti non era possibile procedere allo scioglimento dell'ECA senza porsi il problema di dare subito un nuovo "datore di lavoro" a questi dipendenti. Invece è avvenuto che solo una parte dei dipendenti sono stati assorbiti dal Comune di Milano e gli altri, quelli addetti ai servizi generali e agli Istituti Geriatrici, non si sa da chi dipendano. È assurdo ma è proprio così. Abbiamo chiesto, assieme al Comune di Milano, alla Regione di chiarire il contenuto della Legge n. 23 ma, a tutt'oggi non ci è stata data risposta o meglio: ci è stato detto di formare le piante organiche "di fatto" per le 9 IPAB (tante sono quelle da noi amministrate). Ora, per chiunque sia addentro alle questioni del rapporto di lavoro nel pubblico impiego, è chiaro che que-
sto è un assurdo sia dal punto di vista formale che giuridico. Ma non basta. Qualcuno mi deve spiegare come sia possibile lottare per anni per ottenere una legge che sciolga gli "Enti Inutili" (e gli EE.CC.AA. e le IPAB sono fra questi) e che passi tutte le loro competenze agli Enti Locali e poi accettare, a causa di una legge mal fatta, quella regionale, di ridare vita a questi enti dotandoli perfino di personale (oltre che di patrimonio e di funzioni).
Se opporsi a queste operazioni vuol dire gestire male i problemi del personale.... sono pienamente d'accordo con chi mi lancia questa accusa. Comunque per quanto mi riguarda, ginchè non mi si convincerà del contrario continuerò ad operare perchè beni, funzioni e personale tutto dell'ex ECA passino all'Ente Locale (il Comune di Milano, in questo caso).
Anticipando la risposta ad una possibile polemica in merito al pagamento degli stipendi preciso che non sono io l'addetta alla firma dei mandati di pagamento ma è il solo Presidente dell'Ente ed in una sua mancanza il Consigliere Anziano.
3) E veniamo alla "ventilata forma di clientelismo" sul podere Santa Clara (e non Chiara).
La cosa mi fa sorridere. Sì perchè questo è uno solo dei tanti problemi che abbiamo ereditato dalla passata Amministrazione di centro-sinistra.
Sarebbe troppo lungo e complicato spiegare tutto. La sola cosa che posso dire è che, se clientelismo c'è stato, la cosa risale a oltre 7 anni fa (noi siamo in carica da soli 2 anni). Certo è che noi ci siamo trovati davanti due persone che accampano il diritto di possedere entrambe il podere, avendo avuto entrambe, non posso dire in quale sede perchè dagli atti ufficiali non risulta, "assicurazioni" in meritc alla fattibilità dell'affare.
Ora la cosa è davanti alla magistratura la quale deciderà chi dei due ha ragione. Di certo è che comunque finirà questa storia alla fine dei conti l'ECA ne avrà tratto un notevole danno economico (danaro pubblico, non privato), essendosi trovata di fronte ad una "occupazione di fatto" con conseguente mancato pagamento dell'affitto per tutti questi anni.
A. FerrarloI mutamenti politici prodottisi nella realtà del ns. Paese hanno fatto emergere l'esigenza di una diversa organizzazione sociale che vada a incidere sulla qualità della vita. La difésa della salute nelle fabbriche e nei quartieri, le conquiste sociali in temi di maternità libera e consapevole, la valutazione e la correzione dell'emarginazione sociale e dei fenomeni ad essa collegati (droga, delinquenza minorile, violenza, prostituzione ecc...) rappresentano questioni centrali di un rinnovato sistema di sicurezza sociale. In che modo intende muoversi il ns. C.d.Z. su questi problemi? Lo chiediamo al dr. F. Di Roberto, comunista, nuovo responsabile della Commissione Igiene e Sanità.
Quali sono i compiti e i problemi più urgenti che i C.d.Z. dovranno affrontare in materia di sanità, soprattutto in vista della attuazione della legge 382?
Con la approvazione del trasferimento alle Regioni dei poteri in materia sanitaria, con lo scioglimento delle mutue e l'attuazione della riforma sani-
Redazione
Alberti, R. Cenati, E. Giannasi, C. Montalbetti, L. Pagani, C. Oldrini, L. Vincitorio, M. Sparacino, A. Capelli, S. Lotto, B. Negroni.
Hanno collaborato: Direttivo
S.U.N.I.A. Zona 3, R. Ponti, A. Pedroni, A. Strik Lievers, Brighi, L. Celiberti, P. Gramolelli, G. Cengia, F. Visigalli, C. Ruffa, M. Ansbacher.
Direttore resp.: Luciano CapitiniSuppl. Ticinia Notiziario - Aut. Trib. di Milano n. 232 del 4.6.73Redazione e Amministrazione: via S. Gregorio, 48 Milano - Stampa: Coop. Guado 20020 Robecchetto con Induno (Milano) - Tel. 0331/ 881475.
tarla già approvata da uno dei due rami del Parlamento, le Ammin. Comunali e di conseguenza i C.d.Z. dovranno svolgere un ruolo di grande rilievo: un ruolo di programmazione, di gestione dei servizi e di contenimento delle spese in una fase della vita nazionale, come l'attuale, in cui - per la grave crisi si possono prevedere riduzioni della spesa pubblica anche per i settori della sanità e della assistenza. Si tratta cioè di superare l'attuale distorto sistema sanitario che tanto costa alla società e così poco rende in termini di salute e di avviare il nostro lavoro verso una globale ristrutturazione di tutti i servizi socioassistenziali. A questo proposito il C.d.Z. si farà promotore di una serie di iniziative che coinvolgano gli operatori sociali della zona (personale medico e paramedico, assistenti sanitari, assistenti sociali ecc...) e aprano il dibattito tra i cittadini su tutti i temi che riguardano la salute e la sicurezza sociale soprattutto in termini di prevenzione.
Quali sono i settori di lavoro sui quali la Commissione Igiene e Sanità intende impegnarsi in maniera prioritaria?
Bisogna rilevare che la nostra zona è particolarmente carente sul piano dei servizi sociali per la maternità e per l'infanzia. Tra le priorità di intervento abbiamo posto quindi l'istituzione di un Consultorio familiare superando i cavilli burocratici che riguardano l'individuazione e l'approntamento della sede. I locali messi a disposizione dalla Provincia in Via Settembrini 32 richiedono tempi lunghi, vanno perciò segnalate delle alternative e l'Ospedale Bassini, in via di smobilitazione, ci sembrerebbe particolarmente idoneo.
Ma, una volta reperiti i locali, la gestione del Consultorio è tutta da avviare...
Certamente, e in questo senso sin da ora il C.d.Z. si dovrà muovere a vari livelli: - Stimolando il dibattito tra i cittadini sulla bozza di regolamento suggerita dall'Amministrazione Comunale - Prendendo contatto con gli operatori sociali, soprattutto medici, della zona disposti ad occuparsi di questo servizio - Programmando la partecipazione e l'avvicinamento delle donne e delle famiglie attraverso un'azione puntuale di informazione-formazione nelle fabbriche, nelle scuole, nel quartiere.
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Ci sembra un programma impegnativo e interessante. Anche nel nostro quartiere però i giovani e gli anziani, con motivazioni e metodi estremamente diversi subiscono un processo di emarginazione...
Le iniziative per gli anziani meritano un'attenzione particolare in una zona come la nostra soggetta ad un progressivo invecchiamento. Accanto alla istituzione di un Day Hospital che verrebbe a risolvere tutta una serie di urgenti problemi di cura diurna, va favorita però la loro socializzazione, evitando le soluzioni emarginanti e ghettizzanti dei ricoveri in ospizi che altro non sono che parcheggi in attesa della morte.
Per i giovani il discorso è altrettanto urgente: essi sono, senza dubbio alcuno, coloro sui quali maggiormente pesa in tutti i suoi aspetti la crisi e soprattutto però pesa la crisi morale, la crisi dei valori, la crisi di prospettive.
Il C.d.Z. dovrà farsi carico di una serie di iniziative specifiche tra le quali alcune direttamente collegate al problema della sanità. In questo senso va affrontato il discorso delle tossicodipendenze: per prevenirle e combatterle con efficacia è importante che ad un'opera di informazione capillare dei giovani si affianchi la creazione di spazi - vedi il Centro Sociale di Via Settembrini 4 - all'interno dei quali i giovani, senza divisioni ideologiche precostituite possano gestire nuove proposte culturali. In attesa delle realizzazioni della riforma sanitaria, è possibile già da ora, superare l'attuale frazionamento degli interventi in materia di prevenzione? Sicuramente; un primo passo in questo senso sarebbe la creazione e il coordinamento nella ns. zona di strutture per indagini epidemiologiche e di servizi oncologici per esami di massa. superfluo ricordare il valore della diagnosi precoce nel campo dei tumori. E da esaminare la possibilità di usare a questo scopo il poliambulatorio INAM di V. A. Doria, l'ospedale Bassini ristrutturato o la Casa di Cura S. Camillo attraverso opportune convenzioni - Questo servizio, ovviamente, potrebbe avere dimensione e funzione interzonale.
Loredana Celiberti
Quante persone dopo una vita di lavoro di fronte ad un modesto importo della pensione le sentiamo esclamare: ma io ho lavorato tutta la vita come è mai possibile che debba prendere così poco di pensione! È possibile e per di più frequente. Vediamo come può accadere.
I lavoratori e le lavoratrici sanno che per legge è obbligatorio da parte del datore di lavoro, versare all'INPS i contributi sociali per il periodo di attività; per tutto il periodo di attività.
Il diritto e la percentuale della nostra pensione è strettamente dipendente dal numero degli anni di contributi versati (il 2% per ogni anno di contribuzione regolarmente pagata).
Quindi una delle cause, la più diffusa, per cui un lavoratore percepisce una magra pensione è dovuto al non regolare pagamento dei contributi.
Purtroppo il fenomeno della evasione contributiva è molto diffuso ed il movimento sindacale denuncia, da tempo, questo grave fatto che produce danni pesantissimi all'INPS e quindi anche ai lavoratori.
Un modo per combattere l'evasione dei contributi è quello del con-
trollo da parte di ogni singolo lavoratore, della propria posizione assicurativa. Questo diritto ci viene anche dall'art. 38 della Legge 30 aprile 1969 n. 153 che dispone "entro il 31 marzo di ogni anno il datore di lavoro è tenuto a consegnare a ciascun lavoratore dipendente un estrattoconto contenente l'indicazione della retribuzione mensile corrisposta nell'anno precedente ed i relativi importi versati all'INPS per l'assicurazione invalidità e vecchiaia".
Ebbene quanti lavoratori hanno avuto l'estratto conto previsto dalla legge? Quanti si sono premurati di richiederlo e farlo controllare? A quanti non lo hanno avuto suggeriamo di richiedere tale importante documento anche se il mese di marzo è passato. Ma dobbiamo aggiungere che il lavoratore e la lavoratrice deve avere cura di controllare sempre se il versamento dei suoi contributi avviene regolarmente. Questo lo si può fare e lo si deve fare con l'aiuto e la collaborazione del sindacato e del suo patronato. Solo così avremo la garanzia che quando cesseremb di lavorare per raggiunti limiti di età ci sarà data la pensione giusta, nella misura giusta.
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Quello della maternità, della procreazione responsabile e delle strutture socio - sanitarie, che le istituzioni del nostro Paese devono predisporre, sono temi importanti che hanno appassionato, diviso - a volte anche in modo acuto - le forze sociali e politiche, lo stesso movimento femminile.
Per evitare strumentalizzazioni o interpretazioni di parte è indispensabile precisare che l'aborto non è un valore o una libertà, ma, al contrario, bisogna liberare la donna e la società della piaga antica e drammatica dell'aborto, non più sopportabile in qualsiasi società progredita e civile.
Tuttavia è dalla constatazione non solamente del numero elevatissimo di aborti clandestini praticati in Italia prima dell'approvazione della legge, ma anche dai dati a quattro mesi dell'entrata in vigore della legge stessa (26.152 interventi, di cui 5.200 in Lombardia) che emerge l'urgente necessità di affermare una procreazione libera e consapevole attraverso una capillare e profonda opera di prevenzione.
Oggi l'aborto è ancora per troppe donne un metodo contraccettivo, soprattutto là dove il complesso delle strutture sanitarie e l'intero assetto sociale sono più arretrati e disgregati.
Anche qui emergono i due volti dell'Italia: nelle regioni meridionali (dove con grande difficoltà si comincia ad applicare la legge sull'aborto) al di là dell'intervento abortivo c'è il vuoto, non ci sono consultori, non si parla di educazione sessuale, mentre rari sono i momenti di dibattito attorno ai problemi della sessualità e della salute della donna.
Al contrario, nelle regioni del
Nord, dove l'aborto è considerato come l'ultima spiaggia, la domanda di salute per la donna raggiunge nuovi e più complessi livelli.
La prevenzione è l'orizzonte in cui deve proseguire la battaglia contro l'aborto clandestino, perchè l'intervento sia praticato nelle strutture pubbliche, e contro l'aborto in se stesso, perchè deve divenire sempre più l'ultimo rimedio; battaglia che perciò deve volgere al superamento dei ritardi che ancora persistono in materia di consultori.
Nella nostra città ne sono stati aperti 10: compito del Comune è ora quello di far sì che entro il 1979 ne siano aperti altri 10, che cioè in tutte le 20 Zone in cui è suddivisa Milano funzioni un Consultorio. Esiste la legge, dobbiamo farla applicare.
È perciò indispensabile che l'assesore alla sanità del Comune, Sirtori, trovi una rapida soluzione ai problemi del consultorio. Importante quindi anche per questo sapere con precisione tempi e zone di apertura dei consultori che ancora mancano. Il tonfronto con i Consigli di zona sulla bozza di regolamento è già iniziato, dovrà andare avanti.
La legge sui consultori (come quella sull'aborto) impongono naturalmente nuovi compiti non solo alle forze sociali, ma anche alle istituzioni, come il Comune; ed è appunto nell'applicazione delle leggi che si debbono distinguere le istituzioni garantendo la loro applicazione senza strumentalizzazioni affinchè sia tutelata la volontà di ogni singolo cittadino.
In questi anni è stato fatto poco e non si è riusciti, in materia di prevenzione, a offrire una sufficiente informazione sui metodi contraccettivi
che sono sicuramente parte fondamentale della prevenzione, anche se non è il solo compito che la legge affida ai consultori. All'interno stesso del movimento femminile è aperto un dibattito serrato su come fare i consultori. Ciò che è importante è evitare insanabili rotture, evitare inutili arroccamenti "di parte", per arrivare alla definizione di un servizio che sappia far scegliere quando avere figli, in piena libertà e senza coercizioni, che sappia affermare che tra i valori della coppia c'è anche quello della sessualità.
Inoltre bisognerà chiarire la scelta illustrata dall'assessore Sirtori di istituire un nuovo servizio pediatrico (che però non può essere slegato dall'apertura del consultorio, visto che uno dei compiti che gli competono è appunto "la salute del concepito, del neonato e del bambino nella prima infanzia").
Per quanto riguarda il problema del personale dei consultori, devono essere attuate le convenzioni previste dalla legge regionale 44 con le divisioni ostetrico - ginecologiche degli ospedali cittadini che, se autorizzate, non verrebbero comunque a gravare sul bilancio comunale.
È comunque partendo dall'organizzazione di un ampio movimento di massa delle donne e dei cittadini che sappia fare pressione sull'ente locale, che sappia, con il proprio apporto di contributi e di idee, conquistare questo importantissimo servizio, che si prosegue sulla strada della partecipazione attiva di tutti i cittadini alle scelte che il Comune e il Consiglio di Zona devono compiere.
Ecco perchè è importante il lavoro, la partecipazione alle riunioni del CONCESSIONARIA
"Coordinamento donne per il consultori", non solo per ottenerne l'apertura anche nella nostra Zona (che oltre alla presenza di ceto medio è caratterizzata da un elevato numero di caseggiati popolari dove più urgente è la necessità di un ser-
vizio pubblico e gratuito che tocca una così importante sfera della vita umana), ma perchè, proprio a partire dal consultorio, si consolidi questo movimento di massa, perchè sia in grado, successivamente, di porsi altri obiettivi altrettanto importanti.
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