ANNO 2 — N° 2 — 31/3/1980
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E' noto che il PSI avrebbe accettato il pentapartito in cam bio della Presidenza del Governo. La DC, generosa di riconoscimenti verso il PSI, ha però respinto tale soluzione invitando Cos Biga a fare un Governo senza PSDI e PLI.
Le minoranze della DC e del PSI -vicinissime al PCI- puntavano alla esclusione dei socialdemocratici e dei liberali per ac centuarè la proiezione del Governo verso i comunisti.- Questa scelta è risultata chiaramente vincente. Che non ci si muova ver so il recupero del pentapartito, o verso un centro-sinistra che isoli il PCI, lo conferma lo stesso Piccoli: "Non siamo dinanzi a proposte che abbiano riferimento ad esperienze passate", ma ad una scelta di "solidarietà nazionale". E quando la DC considera la presenza del PSDI non compatibile con la sua "unità nazionale", è perchè sa che il PSDI si oppone a quella che contrabbanda l'ingresso del PCI nel Governo.
La DC, dunque, fa una scelta che tradisce i suoi impegni elettorali e Piccoli, dopo aver tradito al Congresso Zaccagnini e Andreotti, tradisce oggi il significato vero del "preambolo".
Aw AI Art AI
Nei giorni scorsi il nostro Longo ha duramente attaccato la DC per la sua collocazione dalle ambigue prospettive. Della doppiezza della DC ho avuto nuova prova partecipando all'incontro con Cossiga ed incontrando, giovedì, la delegazione democristiana. Mentre la delegazione DC ci ha chiesto comprensione per la sua scelta, affermando che il Governo DC-PSI-PRI è un ponte verso il recuoero di una più ampia alleanza verso il pentapartito, Cossiga ci ha dichiarato che egli non fa parte della maggioranza democristiana e che, perciò, ha un'altra visione. Siamo di fronte a due diverse intenzioni politiche.
LA ZONA 6 - QUINDICINALE - Anno 2 - N° 2 - Sped. in Abbi,naaento Postale Gruppo 11/70. Registr. Trib. di Milamo

344 del 7/10/1978 - Direttore Responsabile Nicola Marra
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Lo situar!one
La sinistra del PSI considera la soluzione una sorta di inverno russo, dopo il quale arriverà la primavera dell'accordo con i1 PCI. Altri, nella DC, immaginano la soluzione come il centro di un universo in espansione che guarda a destra ed a sinistra.Qualcuno tirerà da un lato e qualcun altro dall'altro, sino alla rottura.
* liIl Governo che sta p-r na5.-e.re costituisce la risposta più debole e più ambigua ai problemi del Paese. Il tripartito è destinato, prima ancora di nascere, all'immobilismo più assoluto.C'è, infatti, chi lo presenta come il passaggio al compromesso storico e chi, al contrario, lo vuole ponte al pentapartito. Ma, al di là delle formule, l'immobilismo sarà determinato dalla pre senza nel Governo dei sostenitori di tesi opposte e contrastanti su tutti i grandi problemi. D'altra parte, la mancanza di fiducia traspare chiara dalle dichiarazioni "iù rassegnate che otti mistidhe, degli stessi protagonisti.
Siamo convinti che il Governo, prigioniero delle sue contr 'dizioni, finirà con l'aggravare la già difficile situazione del Paese.
Gli elettori avranno presto l'occasione per condannare questa pericolosa si tuazione gettando le premesse per un Governo più autorevole capace di costituire una svolta reale nel Paese ponendo fine al ruolo egemone della DC attraverso un rapporto nuovo e paritario tra i partiti laici e socialisti da una parte e la DC dall'altra.
CATTOLICESIMO E SOCIALDEMOCRAZIA
Mercoledì 26 marzo si è svolto al Palazzo delle Stelline l'atteso dibattito sul tema "Socialdemocrazia e Cattolicesimo", che ha avuto come protagonisti il Segretario del PSDI on. dr Pietro Longo e il Gesuita Padre Luigi Rosa, docente u niversitario di etica sociale, del Centro San Fedele. Moderatore il giornalista Ettore Della Giovanna.
Un foltissimo pubblico, che ha seguito con grande attenzione per oltre due ore le esposizioni degli oratori, ha fatto da cornice ad un avvenimento che molti degli intervenuti non hanno esitato a definire "storico".
Il dibattito, organizzato dal Centro Culturale "Galleria" -del quale è Presidente l'on. Massari- è stato introdotto da Angelo Capone che ha sottolineato l'attualità del tema e la sua rilevanza culturale, sociale e politica. Importante la presenza di esponenti del mondo politico e culturale, ed un folto gruppo di giornalisti, fra i quali redattori della RAI-TV e di varie televisioni locali, che hanno ripreso i momenti più significativi della manifestazione, intervistando i protagonisti.
Padre Luigi Rosa ha tracciato un profilo storico-critico del marxismo-leninismo sottolineando la funzione strumentale che esso assegna all'uomo, mai consi derato come persona ma sempre ed unicamente come elemento di una massa cui l'uomo concreto viene spietatamente sacrificato sull'altare di una presunta evoluzio ne sociale che la storia oltre alla ragione dimostrano del tutto utopistica. Do po aver affermato che proprio per tale motivo non c'è alcuna possibilità di incontro fra cattolicesimo e marxismo (l'oratore ha puntualizzato che la DC è un partito di cattolici ma non il partito dei cattolici, affermando altresì di non comprendere quei democristiani che nella loro attività politica non si pongono più il problema ideologico della inconciliabilità fra cattolicesimo e marx-leninismo) ha dichiarato che con la socialdemocrazia è invece possibile trovare un terreno di incontro avendo come punto di riferimento quella dottrina della Chiesa che Padre Rosa ha ampiamente richiamato attraverso una lunga e puntuale serie di citazioni di documenti del magistero pontificio; in particolare la recente en ciclica Redemptor hominis di Papa Giovanni Paolo II.- Padre Rosa he sottolineato come in tali documenti emerga chiaramente la continuità della visione cristia na dell'uomo, fondamento irrinunciabile per qualunque ideologia che voglia ispi= rarsi a principi di verità.

Longc ha dal canto suo chiara,dente detto "i valori centrali della cultura cristiana sono anche i nostri ed è stata un errore storico per la socials.emo'crazia italiana non aver capito in passato l'importanza di un dialo yo con I1 mondo cattolico e con la Chiesa." Longo ha, quindi, esplicitamen te seCcolineato la necessità di porre termine al collateralismo fra movimen t: cattolici e Democrazia Cristiana -certamente non per essere sostituito daun collateralismo "altrettanto assurdo" fra movimenti cattolici e social democrazia- anche se sulla difesa della persona umana e sulla libertà, come fondamento della convivenza civile e del potere dello Stato,il pensiero cri stiano e i princìpi cui si ispira la socialdemocrazia realizzano una chiarissima ed ampia coincidenza. Dopo aver reso omaggio al teologo del superamento del collateralismo, il suo amico Padre Sorge, Longo ha ricordato che la socialdemocrazia tedesca, da quando ha abbandonato il dogma del materialismo e del marxismo avviando un dialogo con i cristiani, ha visto aumentare i propri voti da 7 a 17 milioni.
L'analisi della crisi che rischia di travolgere la società attuale ha registrato una sostanziale concordanza di vedute da parte dei due oratori, sia pure da diverse angolazioni.
Ricordando i discorsi e l'enciclica di Papa Giovanni Paolo II,Padre Ro sa ha detto "l'attuale disordine morale che domina la civiltà richiede solu zioni urgenti, audaci, creative. Deve essere valorizzato il principio di so lidarietà sia nella giusta competizione negli scambi sia nella distribuzione delle risorse. Non sarà comunque facile avanzare sul terreno delle riforme e della trasformazione delle strutture senza una profonda conversione del cuore e senza l'impegno di popoli liberi e coraggiosi, in cui il bene comune non sia solo il bene di un partito o di una classe".
Nella sua replica Pietro Longo, dichiarandosi sostanzialmente d'accordo con l'analisi di Padre Rosa, ha detto tra l'altro "le ragioni della crisi della società derivano dalla decadenza morale e dal conformismo della dis sacrazione che ha distrutto ogni valore senza crearne di nuovi. 11 riconoscimento del valore centrale dell'uomo, che emerge dall'enciclica del Papa, è un punto di incontro tra noi e i cattolici: la difesa dei diritti umani e il pieno riconoscimento della sovranità popolare debbono diventare la base per costruire un mondo migliore".
Una significativa indagine condotta "a caldo" fra gli intervenuti, mol ti dei quali cattolici praticanti iscritti alla socialdemocrazia, ha permes. so di rilevare quanto sia diffuso fra ali aderenti al PSDI il desiderio di approfondire la tematica dibattuta dai due oratori.
La socialdemocrazia italiana avverte di avere un ampio spazio culturale da riempire riproponendo, in termini politico-culturali, i valori di cui è portatrice e che le hanno fatto guadagnare in altri Paesi europei larghi consensi elettorali: un successo che dovrebbe trovare riscontro in Italia se i cattolici italiani guardassero alla politica con maggior senso critico ed una più consapevole fede cristiana.
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lunedi - Cossiga è tornato. E' felice come una Pasqua e come due banditi sar di dopo l'incasso del riscatto. L'uomo dalle doppie tutte sbagliate, raddoppia per sbagliare. Per "grazia ricevuta", Cossiga porta un "ex voto" alla solidarietà nazionale, ovvero a ciò che serve a DC-PSI-PRI per mascherare l'accordo con il PCI. Infat ti, si chiama solidarietà nazionale quando ci sta il PCI e, quando questi se ne va, sparisce la solidarietà!
Per gli autonomisti del PSI il "primo garante del cambiamento e della solidarietà na zionale è un Governo guidato dai socialisti". Ma Aniasi, del gruppo filo-comunista del PSI, vuole un DC-PSI-PRI "ponte verso soluzioni più avanzate"; la stessa serena ta a Berlinguer è cantata dai filo-comw, sti della DC.
Continua ad essere vietato parlare di pr.gramma, ne parla solo il PSDI.Gli altri par titi programmano soltanto di meritarsi le simpatie del PCI, anche Cossiga.
Si attendono le scelte della DC (la "dica anticomunista" durante le elezioni,per fre gare gli elettori). Clamoroso: un gruppo di mascherati guida il "blitz" della Direzione DC. Niente pentapartito per non perdere la Presidenza del Consiglio, ed ordine di far fuori PSDI e PLI. Cadono le maschere: sono gli uomini di Piccoli. La sinistra della DC plaude alla scelta "collocata strategicamente come un momento della so lidarietà nazionale"; i filo-comunisti del PSI brindano con vodka russa. Beve anche Craxi. Piccoli è fiero: è riuscito a tradire anche il preambolo.
Lo Scià, fuggito da Panama, arriva in Egitto. Non vi arriva, invece, il gruppo dirigente DC. Vince la via del tradimento, non quella dell'esilio. Amen!
Martedì - Cossiga ha molta fretta, la DC pure. Corrono tutti come matti, temo no che Pertini passi la'mano ( e quindi la poltrona di Presidente del Consiglio) ad un laico. Immaginarsi se la DC non corre, corre e vola e sorvola su ogni cosa: sui suoi impegni con gli elettori, con il Congresso, sul programma. Piccoli corre più di tutti battendosi le natiche ed emettendo rumori assordanti, per soffocare le grida di stuoli di seminaristi e scolaresche vocianti: Giuda, Giuda, Giuda!
Donat Cattin si accorge di essere stato fregato, s'accorge anche Forlani, ma bisogna correre. Chi si ferma è perduto, anzi: si perde la poltrona.
Si parla di un DC-PSI senza il PRI. Spadolini è incavolato nero, tutta la dirigenza del PRI è tanto nera da essere scambiata per una delegazione del Congo. Cossiga insiste sul ruolo del PCI che "deve essere comunque coinvolto in una strategia di unità democratica".
Partecipo con Longo all'incontro con Cossiga. Il Presidente ci offre caffé e sigaret te, noi gli offriamo di parlare dei problemi del Paese e di un programma per risolverli. Ma Cossiga ha fretta e non può pensarci. Sa che noi sappiamo che deve dirci che non possiamo entrare nel Governo , perchè così vogliono i filocomunisti della DC e del PSI. Non sa come dircelo ed, infine, sussurra: "avevi ragione Longo, la vittoria di Piccoli ha proprio comportato l'asse DC-PSI e l'attenzione verso il PCI".
Avanti con gli inni: Bandiera rossa e Bianco fiore.
Allercolech - I repubblicani sono neri. Non sono ancora sicuri di essere imbarcati nel Governo anche se la loro presenza è raccomandata dai filocomunisti. Si dice che Pertini abbia chiesto facce nuove. Estetiste e truccatori sono al lavora Nessuno, però, lavora al programma. Anche Piccoli, martellato dal PSDI, vorrebbe cam biare faccia, ma deve prima ritrovare quella che ha perso.
La DC non è proprio affidabile ed i cattolici sbagliano quando si affidano ad essa: è un po' la conclusione del dibattito tra Padre Rosa ed il nostro Longo. Così sia!
Gicnoledí - Il PRI non è più nero,è felicemente rosso come piace a Berlinguer: Piccoli è riuscito ad includerlo nella compagine governativa. Tricolore, tricolore, urla Giorgio La Malfa. Tricolore: come la bandiera, come il semaforo, come le angurie: poco verde, poco bianco, molto rosso anguria.
E il programma? Anche i socialisti si sono accorti che non c'è. Lama ammonisce che la scala mobile non si tocca. Ma per PRI e PSI è importante l'ascensore di Palazzo Chigi
"La DC è leale", dice Piccoli turbato dai giudizi che continuano a fioccare sul suo Partito. Il Piave mormora incredulo ed anche tradito. Piccoli continua a fare brutti sogni. Dalla sua periferia gli chiedono se si è "posto il problema delle ri percussioni". Oggi i comunisti tornerebbero a prendere il caffè con lui e l'imbarco del PRI rafforza la proiezione verso il PCI, per questo invita i liberali alla trattativa per il programma e Cossiga propone di imbarcare tecnici vicini al PLI. Con Longo ho visto Forlani, Piccoli e Donat Cattin. Temono la reazione degli elettori. Loro sono quelli del preambolo, Cossiga no. Ma il Governo lo fa e lo dirigerà Cossiga. Chi la fa l'aspetti. E' brutta l'attesa.
Venerclí - La crisi ha una battuta di arresto. Fanfani e Donat Cattin temono di essere tatuati con falce e martello. La DC ha paura: Cossiga costituisce un ponte verso un Governo d'emergenza con il PCI o verso il pentapartito che esclu:.a definitivamente i comunisti? Perchè DC e PSI hanno obbedito alle loro correnti tilocomuniste?
Piccoli, sempre più inguaiato, vorrebbe ora il benevolo appoggio del PLI edel PELI al suo capolavoro,che Indro Montanelli ha definito: "Operazione imbroglio". Icnso e Zanone rispondono picche.
La formula di Governo c'è, il programma no. L'unico programma esistente è l'apnrcdo verso il PCI. I repubblicani celebrano l'anniversario della morte di La afa uccidendo la sua linea. Quindi: prima la formula e poi il programma. Miseria della filosofia o filosofia della miseria?

Sabato
- Falliti tutti i tentativi di utilizzare PSDI e PLI come foglia fico, Cossiga e Piccoli annunciano che lunedì si passerà al programma. E' t.-Dr!.ata la fretta. Tanto più il programma sarà generico, tanto più sarà rapida ed equivoca l'intesa. La proposta di Longo per una riunione a cinque sul programma non viene accolta perchè avrebbe il carattere di un isolamento del PCI. La sinistra democristiana dichiara che sono significative le mosse di Berlinguer e che, andando avanti con questo ritmo, sarà difficile lasciare il PCI fuori dal Governo. Berlinguer alla Difesa, Pajetta agli Esteri, Mancini agli Interni! Piccoli trama e trema. L' Italia non ride. Il dopo Tito è vicino: le truppe del Patto di Varsavia potrebbero attestarsi al nostro confine. Così non sia!
Domenica - Craxi fa sapere che il PSI, dopo le elezioni farà le Giunte come sempre: la DC è avvertita. Forlani o vorrebbe che Longo e Zanone si inguaiassero. Piccoli va a Messa: ci sono le Palme, poi il tradimento di Giuda, la Passione, la Morte. L'incubo non gli consente di arrivare alla Resurrezione.Sole sulle Palme, pioggia sulla Pasqua. Piove diffidenza sulla DC.
