Il Diciassette10

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PER NON MORIRE

Dal settembre 1977 il giornale della zona 17 è regolarmente in edicola.

Mese dopo mese, la redazione ha fatto grandi sforzi per capire la realtà della zona, per proporre prolemi e soluzioni, per informare e discutere.

Mese dopo mese il giornale si è aperto alla collaborazione e agli stimoli provenienti da ogni forza sociale e politica.

Nato per iniziativa del P.C.I. "il Diciassette" ha dato ampio spazio agli interventi degli altri partiti, i recenti servizi sulle parrocchie testimoniano l'apertura del giornale, attento alla pluralità degli organismi che operano nel-soriate-.--- ---

A livello di argomenti, ogni mese si è cercato di focalizzare le questioni fondamentali della vita dei quartieri, non solo seguendo l'attività del Consiglio di Zona, ma occupandoci anche dei giovani, degli emarginati, degli anziani, delle donne. La struttura produttiva ed urbanistica della zona è stata oggetto di studio e di riflessione; dalla pubblicazione del piano regolatore all'atlante di zona, "il Diciassette" ha offerto ai suoi lettori stimoli ed elementi di conoscenza del territorio.

L'atteggiamento del giornale nei confronti della zona è stato di massima apertura: più volte abbiamo invitato insegnanti e studenti a collaborare, mettendo a loro disposizione le pagine del giornale.

È stato faticoso conquistarsi degli spazi, penetrare tra la gente, conquistare simpatia e fiducia, ma ci siamo in parte riusciti. Ora "il Diciassette" rischia di chiudere per due motivi.

Il primo è di ordine economico: "il Diciassette" non ha alcun finanziamento alle spalle. Vive esclusivamente di pubblicità e del contributo degli abbonati e dei lettori.

Ora però la pubblicità scarseggia e pochi dei vecchi abbonati hanno rinnovato l'abbonamento.

L'altro motivo si fonda sull'insufficiente risposta dei collaboratori al giornale.

Poche sono le lettere che arrivano in redazione, ancor meno gli articoli. Eppure, l'abbiamo sempre detto: questo deve essere un giornale vivo, fatto per la gente del nostro quartiere. La redazione, formata da pochi volonterosi che dedicano interamente il loro tempo libero al giornale, ha bisogno di nuova linfa, di. nuovi collaboratori, di nuovo entusiasmo.

Per questo rivolgiamo questo appello ai nostri lettori: fateci sentire la vostra simpatia, abbonatevi; collaborate. Solo così "il Diciassette" potrà continuare a vivere ed a migliorare i propri contenuti.

Per una informazione corretta:

Cosa succede al Villaggio dei Fiori?

Come le cose possono cambiare e cambiano in meglio

Cosa succede al Villaggio dei fiori. Su questo problema tutti i giornali della stampa cittadina hanno sfornato articoli, anche più di uno, non sempre, anzi quasi mai, esattamente ancorati alla realtà dei fatti. Riconduciamo quindi le cose, alla loro effettiva consistenza. Dopo decenni di vita di baracche di legno, finalmente, è stata costruita la casa nuova, parte della quale, destinata alla abitazione degli inquilini delle casette a schiera "finlandesi" cioè quelle in legno. Questo fatto concreto se lo dimenticano in tanti, in troppi, e per motivi intuibili facilmente, che sono la conseguenza del tentativo di nascondere le responsabilità e le colpe di chi ha governato nel passato, cioè, delle giunte a partecipazione democristiana.Va questo non è l'unico fatto concreto perchè ve ne sono almeno altri due: alla richiesta da parte della_ amministrazione comunale alla regione Lombardia di riservare più di ottanta appartamenti sui centoventi costruiti agli inquilini delle casette finlandesi e alla successiva risposta positiva dell'ente regione si è aggiunto lo stanziamento di circa trecentosettanta milioni nel bilancio preventivo "1979" dal comune di Milano per la realizzazione delle manutenzioni straordinarie delle casette a schiera in muratura. Questi interventi non sono dunque fumo negli occhi, ma la espressione

della concreta volontà di risolvere il problema; semmai è necessario anche riflettere sulla necessita da parte delle organizzazioni sindacali degli inquilini dei partiti democratici, di non delegare in Modo esclusivo all'ente locale e al decentramento la scelta delle priorità di intervento. A questi fatti concreti, che costituiscono un salto di qualità, rispetto alle gestioni passate, si sono sovrapposte difficoltà e ostacoli di varia natura che sono sorti: da un lato della presenza di un decreto del presidente della Repubblica, il "1035", che vincolava l'assegnazione delle abitazioni ad una speciale 'graduatoria articolata sulla base di livelli massimi di reddito irrisori e dalla sua elaborazione da parte di

una commissione presieduta da un magistrato, e dall'altro lato dalle resistenze -c-h7;-Ono emegéTajpart-e degli IACP di Milano. In conseguenza di questi nuovi fatti è stata elaborata una graduatoria provvisoria, secondo la quale, solo una parte degli inquilini delle casette finlandesi avrebbe avuto il diritto all'assegnazione di una casa nuova e civile. Ciò ha creato una situazione di tensione che è sfociata in forme di lotta spesso discutibili e sbagliate, come l'occupazione della sede del consiglio di Zona, ma d'altra parte in una iniziativa giusta e concreta da parte del consiglio di zona che ha chiesto, al comune, allo IACP, alla regione, di risolvere il problema assegnando a tutti gli in-

quilini delle casette finlandesi la casa nuova a condizione di un regolare contratto con l'Istituto. Alla volontà positiva del comune si è aggiunto il decisivo impegno della Regione che ha, in sede di giunta, approvato una leggina composta di un articolo unico nel quale-si ribadisce il diritto stabilito dalla legge nei confronti della regione, di riservare parte dei nuovi alloggi di edilizia pubblica alle famiglie indicate dai comuni perchè comprese in programmi di risanameno e ristrutturazione e si estende a tutti i quartieri degradati compresi nelle aree di "recupero" i diritti che la legge 457, piano decennale per la casa, riconosce agli abitanti dei quartieri degradati dei centri storici. Questa leggina potràsoddisfare le esigenze non soltanto del comune e degli inquilini delle casette finlandesi di eliminare la piaga delle case minime, ma anche consentirà di intervenire in altre realtà simili, come quelle di Brezzano, Baggio, Forze Armate, Vialba. Ora si tratta, da parte della regione di ratificare questa legge in consiglio regionale, da parte del Commissario governativo, di consentire la rapida applicazione, e da parte dello IACP, di abbandonare atteggiamenti assurdi, dando concrete risposte ai diritti degli inquilini.

1) - L'aborto c'è sempre stato,: da secoli esso è lo strumento più diffuso di controllo delle nascite.

Esso è il frutto amaro e terribile pagato da noi donne all'irrisolto rapporto sessualità - procreazione del genere umano.

La scoperta della contraccezione e il nostro rifiuto a subire l'aborto hanno reso non utopica la possibilità che l'aborto possa essere sconfitto in quanto tale.

Con le nostre lotte abbiamo ottenuto che nella legge fosse al fine riconosciuto il diritto non formale alla contraccezione — quindi alla sessualità — e alla maternità come libera scelta.

La società, i governi, la chiesa, hanno posto e pongono fortissimi ostacoli a questo diritto forti del fatto che il risvolto negativo di questa situazione e la diffusione dell'aborto era fin qui sepolto da leggi inumane, nella clandestinità, nella speculazione, nella sofferenza, nella morte del sesso oppresso: le donne.

Siamo scese nella piazze gridan-

do che l'aborto è un dramma, non un reato e che volevamo sconfiggere l'aborto clandestino per ridurre progressivamente la piaga dell'aborto fino a eliminarlo. Abbiamo avuto il coraggio, esponendo il nostro dramma segreto, di chiedere alla società il diritto alla vita, alla salute e all'assistenza.

Abbiamo lacerato i veli dell'ipocrisia e dell'oppressione ponendo la collettività tutta di fronte alla propria coscienza umana e civile.

Il Movimento delle Donne ha così portato nella società valori nuovi ed elementi di una nuova morale: la solidarietà sociale come fatto non assistenziale e ipocrita e la solidarietà tra donna e donna al di là delle diverse condizioni culturale e sociali.

2) - Il Parlamento Italiano dopo lunghi e approfonditi dibattiti, ha approvato una legge — la 194 — che, abolendo l'aborto come reato, sancisce il diritto all'assistenza della donna in caso di aborto sulla base dell'autodecisione entro limiti temporali e stanzia 50 miliardi per i

Consultori.

Questa legge, nonostante alcuni seri limiti (facoltà di obiezione di coscienza di medici dipendenti senza nessuna regolamentazione ed esclusione delle minorenni dall'autodecisione) e nonostante carenze delle strutture sanitarie pubbliche, ha cominciato a funzionare; le donne, numerose, hanno avuto il coraggio di uscire dalla clandestinità e affrontare l'ospedale, il rapporto con la società, attraverso i medici e i Consultori.

Decine di migliaia di donne sono così sfuggite al rischio di morire nella clandestinità.

Tutte le istituzioni e le organizzazioni di qualsiasi carattere e tendenza avrebbero dovuto impegnarsi fino in fondo per sostenere questo coraggio a far faresprnemporaneamente a tutta la società un poderoso passo in avanti per assicurare, attraverso la contraccezione e l'educazione sessuale una vera prevenzione dell'aborto.

Al contrario una parte delle isti(segue in 2

P rArkeanincl opAG3 re UNA LEGGE DIFFICILE PERCHE' VUOLE PREVENIRE INTERVENTO DELL'U.D.I. SULL'ABORTO Spedizione in abbonamento postale gr. III - (70%
N. 2 Febbraio 1979 mensile dipolitica culturaattualità della zona17 Esce il primo di ogniir2e0se
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ZONA
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tuzioni ha risposto e risponde con grande ritardo soprattutto nel Sud; i medici osannati e sostenuti da una campagna martellante. hanno obiettato in modo massiccio nei reparti ginecologici; diversi tribunali hanno presentato eccezioni di incostituzionalità per non assolvere le donne condannate sulla base della legge precedente.-

3) - A questo boicottaggio il Movimento delle Donne — e in esso l'UDI in particolare — ha finora contrastato energicamente e con risultati consistenti.

Si aggiunge oggi un attacco politico aperto, proveniente da diverse direzioni.

Il cosiddetto "Movimento per la Vita" ripropone la tesi aberrante secondo la quale a decidere della maternità e quindi dell'aborto, non dovrebbe essere la donna; la conferenza episcopale italiana ha lanciato un appello per un massiccio-attacco alla legge approvaka dal Parlamento Italiano, invitando perfino i giudici tutelari a una vera e propria violazione del Ç loro dovere professionale; il cardinal Benelli, non ha avuto esitazioni nel definire, non l'aborto clandestino, ma bensì la legge 194 come un "bubbone infetto creato dalla gerarchia italiana" caricando di pesantezza politica gli stessi richiami pastorali di Papa Giovanni Paolo II.

Oggi, Pannella ed il Partito Radicale, hanno annunciato che presenteranno richiesta di abrogazione di alcuni articoli fondamentali della legge 194, con l'evidente intento' di arrivare ad una riprivatizzazione dell'aborto che butterebbe le donne in mano alla speculazione e al profitto.

L'insieme di queste iniziative si configurano da un lato come pretesto di aggregazione reazionaria e 9tialunquistica per un riflusso consiervatore più generale e dall'altra lome parte di un attacco e di una resistenza che specificatamente vuol fare retrocedere le conquiste di valore, di costume e di leggi ottenute

dalle donne e dal loro movimento. Per diverse vie la società patriarcale non vuol perdere il potere fin qui avuto sulle donne e non vuole accettare che esse siano portatrici di autonome posizioni. La nostra risposta è una accusa rovente a quanti per questa via vogliono riproporre come unica soluzione per le donne il ricorso alla fiorente industria dell'aborto clandestino che sta ricevendo, con l'applicazione della legge, i primi -colpi; a chi, scoraggiando le donne ad andare alle strutture sanitarie pubbliche, non ha permesso fin qui che tutta la potenzialità positiva della legge — costituita dal rapporto tra la donna e la società e le strutture di prevenzione — si esprimessero con grande vantaggio della salute e della vita delle donne stesse. Per parte nostra non ci lasceremo scoraggiare e ci impegneremo affìnchè migliaia di Consultori si costruiscano e tutte le strutture ospedaliere siano obbligate ad applicare nella realtà la legge dello Stato così come abbiamo chiesto nelle manifestazioni di solidarietà con le donne del Sud del 7.12.78. Il movimento delle donne sta trovando, proprio nella gestione delle leggi sul Consultorio e sull'aborto, momenti importanti di comunicazione e di unità. Pensiamo che contro chi ci nega l'autonomia, negandoci il lavoro, riproponendoci come oggetto e I non soggetto sessuale, negandoci il diritto alla maternità come ad una libera scelta e un valore sociale, il Movimento delle donne troverà i modi di una risposta anche clamorosa e dinamica. Chi pensa di colpevolizzarci o strumentalizzarci non prevarrà.

Tale è la somma che ogni anno viene spesa nel mondo per gli armamenti e che impedisce ai paesi del Terzo Mondo, di risolvere i loro più gravi problemi, quali la fame e le malattie. In questo scandaloso traffico d'armi, l'Italia, e questo ancora molti non lo sanno, è quinta in graduatoria dopo USA, URSS, FranCia e Gran Bretagna, con un ricavo di 152 miliardi di dollari nel 1977. Per colpa del nostro silenzio, molti uomini in questo momento perdono la vita e noi ci rendiamo complici

degli assassini manuali con la nostra omertà. L'enorme sperpero di ricchezze, che suona come una sputata sulla faccia del povero, è uno dei peccati sociali più gravi del nostro tempo, da cui noi italiani ci possiamo redimere chiedendo a chi ci governa che le industrie belliche si convertano in industrie di pace senza così compromettere dei posti di lavoro. Sarebbe inoltre una cosa bella che l'Italia, spesso rimorchio del mondo occidentale, si ponesse all'avanguardia smilitarizzandosi, e im-

piegando, ad esempio nel campo della ricerca energetica, i soldi risparmiati nelle armi. Però è necessario che tutti si impegnino.

Noi siamo un gruppo di giovani che non cerca utopicamente di risolvere il problema subito e con le nostre esigue forze, ma che tenta più concretamente di sensibilizzare la gente sul problema, prospettandole qualche possibile via di uscita. Circolo giovanile della Creta

il Diciassette

mensile di politica cultura attualità della zona 17

Redazione e amministrazione: 20147 Milano, Via Inganni 4 - Tel. 417026

Daniele Calvi, Gianmarco Cravero

Alessandro Finetto, Giorgio Fiorese, Pubblicità: Gianfranco Gattini, Gianfranco Gattini

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Ortano Valli Robecchetto con Induno

Direttore responsabile (Mi) -Tel. 0331/881475

M3risa Deimichei Hanno inoltre collabora-

Ct,snitato di redazione Fotografia: to: Franco Bonaretti, Antonio Elia, Amilcare Ferrini

Per più di trent'anni la sezione Augusto Battaglia del Partito Comunista Italiano ha avuto la sua sede in uno scantinato umido e malsano di Via Lorenteggio 187 che non ha comunque impedito ai suoi iscritti di svolgere in questo periodo una continua ed incisiva attività politica per la zona.

Il continuo deteriorarsi della situazione igienica, allagamenti di acqua piovana e della fognatura, infiltrazoni da tubi che ancora corrono nella vecchia sede, aveva già da tempo indotto il direttivo della sezione a cercare una nuova sistemazione.

I locali hanno richiesto numerosi lavori di riadattamento ma già domenica 21 gennaio alle ore 15, nel 5° anniversario della fondazione del P.C.I., è avvenuta l'inaugurazione della nuova sezione.

Numerosi cittadini hanno partecipato alla simpatica cerimonia che ha permesso anche ai non iscritti di constatare di persona con quali sacrifici gli iscritti alla sezione hanno operato in modo da contenere i costi di riattamento dei locali.

Tra i convenuti, erano presenti anche il primo segretario del dopo-

guerra, Guidetti che, in un brevissimo discorso, ha ricordato gli anni bui del periodo Scelba e Tambroni.

Ospite d'onore era il consigliere regionale Roberto Vallini che ha portato il saluto del Consiglio Regionale.

L'attuale segretario della sezione, Maurizio Cecchetti, ha quindi premiato i compagni più anziani che in un non lontano periodo

hanno sacrificato gran parte del loro tempo per fare della sezione un centro di attività politica e sociale. Dopo un breve discorso politico in cui il segretario della sezione ha invitato tutti a vigilare per la difesa della democrazia, è seguito un breve rinfresco che ha concluso in simpatia la giornata.

PCI: innaugurata la nuova sede della sezione A. Battaglia AGENZIA R.R. di renzo ruggeri Pratiche auto, rinnovo patenti e passaporti. Assicurazioni di tutti i rami e assistenza gratuita per recupero danni. corsico via s. miele 21, t4479880 milano via pavoni 1, t. 6882938 ILDICIASSETTE/POLITICA&AFT dalla prima
L'INTERVENTO DEL CIRCOLO GIOVANILE ALLA CRETA SUL PROBLEMA DEGLI ARMAMENTI 400.000 MILIARDI DI LIRE
...legge difficile
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Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 51 dei 30.1.1978 111ÄMEN.:
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PER AMARE MILANO

Il carattere del patriziato milanese e lombardo, a posteriori si può definire positivo e liberalizzante se consideriamo che si esprimeva nel contesto del secolo XVI nel corso del quale si stava rafforzando, sia in Europa che in Italia, la tendenza a rinserrare le maglie dell'ordine costituito, sia sul piano delle istituzioni politiche, sia su quello del costume e le distanze sociali si approfon-Å divano, i rapporti sociali si cristallizzavano, le magistrature e il potere divenivano sempre più il monopolio di un patriziato ristretto.

A influenzare in modo determinante la classe dirigente milanese, politica economica e religiosa e a dargli coscienza di se stessa fu certo in maniera decisiva il cardinale Carlo Borromeo, una delle maggiori personalità della storia religiosa italiana che dal 1565 al 1584 fu arcivescovo di Milano.

Nipote di papa Pio IV anch'egli un milanese, alla morte di questi lasciò Roma e la curia e si trasferì a Milano, deciso a fare della sua città una capitale della controriforma e in tempo per consacrare il nuovo Duomo i cui lavori iniziati circa due secoli prima, solo allora si erano conclusi. Nessuno più di lui, per quel misto di intransigenza e di attivismo, di energia e di pietà che ne faceva la personificazione vivente del cattolicesimo post concilio di Trento, avrebbe potuto accingersi a questa impresa con maggiori probabilità di successo. Egli volle anzitutto un clero a sua immagine e somiglianza, zelante, operoso, austero e dinamico e a questo fine procedette ad una autentica riforma della sua diocesi non arrestandosi davanti ad alcuna posizione costituita e non tollerando alcuna resistenza anche a costo di provocare attriti e frizioni, come di fatto avvenne, con il governo spagnolo.

Per capire il personaggio Carlo Borromeo si devono considerare il particolare periodo storico e gli avvenimenti politici e religiosi che contraddistinguono il secolo XVI. Carlo e il nipote Federico Borromeo, figure di alta statura morale sono l'espressione più significante, rigorosa, esemplare e autoritaria delle tensioni, dei trauma e delle ansie di rinnovamento che travagliano la Chiesa in quel periodo, per le scissioni protestanti avvenute in vari paesi d'Europa.

Il Ducato di Milano, ultimo in ordine di tempo delle conquiste spagnole in Italia, per la sua posizione geografica costituisce una specie di baluardo e una punta avanzata della cattolicità verso la Svizzera calvinista e verso gli altri paesi nordici interessati dalla riforma protestante. La scena politica Europea è divisa in due grandi blocchi; e gli avvenimenti e le passioni sono caratterizzati da una forte faziosità religiosa. Il Regno di Filippo 11° di Spagna è teso in una azione reiterata di difesa e di restaurazione della cattolicità, in particolare contro la Turchia (battaglia di Lepanto 1571) e contro l'Inghilterra di Elisabetta la che fin dal 1570 aveva subito la scomunica papale. Se da una parte si alimentano le tendenze riformistiche e scissionistiche per un profondo rinnovamento della religiosità per adeguarla ai mutamenti politici, economici scientifici e filosofici delle società in evoluzione, e per liberarsi dalla pesante tutela della Chiesa Romana, dall'altra parte si risponde instaurando un clima di esasperazione e insieme di fervore religioso e di apostolica battaglia. Sono infatti di quell'epoca alcuni movimenti religiosi che preparano e anticipano in area cattolica il clima della controriforma ispirandosi a un rigore e a una disciplina quasi militareschi; è il caso della Compa-

gnia di Gesù e della predicazione del suo fondatore, Ignazio di Lojo la, i cui "Eserciti Spirituali" furono tenuti in gran conto dallo stesso cardinale Carlo Borromeo.

E non si può trascurare, per un giusto senso dell'epoca, il terrore che incutevano i tribunali dell'Inquisizione Spagnola .e delle loro procedure, tra cui l'ammissibilità dell'anonimato nelle denunce. Si deve al Borromeo se questi tribunali non vennero instaurati anche a Milano. Carlo Borromeo, sensibile alle esigenze di un autentico rinnovamento della Chiesa Cattolica, fu uno dei principali artefici del Concilio di Trento (1545 - 1567) che per sua iniziativa fu riconvocato e portato a termine. Una volta assunto di persona il governo dell'arcidiocesi di Milano (1565) si fece promotore infaticabile di studi stroncò gli abusi del clero, istituì orfanotrofi, ricoveri per i poveri, collegi e scuole, autore di scritti teologici, fondatore del collegio elvetico a Milano e promotore della lega dei sette Cantoni cattolici della Svizzera, egli ebbe inoltre cura di conservare le tradizioni liturgiche del Rito Ambrosiano. Anche la lotta contro l'eresia venne naturalmente condotta a fondo in modo pesante senza risparmio di colpi. L'antico ordine degli Umiliati, confraternita religiosa che si rifaceva ai valdesi fondata a Milano nel 1134, al quale erano legate le origini della industria lombarda della lana e quella delle Comunità agricole religiose di Viboldone e di Quinto Sole, venne sciolto. Al suo posto subentrò la nuova e potente compagnia dei Gesuiti, insediati più tardi nel palazzo di Brera, ai quali vennero affidate importanti responsabilità nel campo dell'insegnamento. Ma l'azione di Carlo Borromeo e di suo nipote Federico che gli successe nel 1595 nel governo della diocesi, non si limitò all'opera di riordinamento interno della Chiesa e della restaurazione della ortodossia, ma investì coraggiosamente e tumultuosamente tutti i settori della vita pubblica e associata; da quello della vita culturale, (la biblioteca Ambrosiana, una delle grandi istituzioni culturali milanesi, fu istituita da Federico) a quello - importantissimo in una età di una mendicità dilagante delle opere caritative ed assistenziali. A parte infine va ricordata l'opera dei Borromei come restauratori del cospicuo patrimonio fondiario e immobiliare della Chiesa Ambrosiana. L'impronta che questa multiforme e prorompente attività lasciò nella vita religiosa e sociale lombarda fu

Borromeo verrà in parte ripresa dal nipote Federico nominato arcivescovo di Milano nel 1595, il quale promuoverà procedure di santificazione dell'illustre parente. Più diplomatico e più accomodante di Carlo, egli stabilirà rapporti più concilianti e sfumati con il governatorato spagnolo. Egli riuscirà inoltre a raccogliere l'eredità spirituale dello zio e, per il suo temperamento più proclive alle discipline umanistiche e all'arte, a trasmetterla fra gli artisti della sua epoca. A lui si devono l'istituzione del Collegio Ambrosiano e della Biblioteca Ambrosiana (1609) e inoltre della stessa Accademia Ambrosiana che raccolse i più significativi nomi dell'arte lombarda del periodo.

duratura; risale in definitiva ai Borromei quella vena di cattolicesimo operoso, fatto si di paternalismo, ma anche di senso di responsabilità sociale, che ha caratterizzato a lungo il patriziato lombardo e milanese e che potremo definire come il senso della "missione del ricco". Attivismo e paternalismo sono rimasti a lungo, e ancora oggi rimangono, tratti caratteristici dello spirito e del costume ambrosiano. All'origine di essi vi è anche l'arcivescovo Borromeo, colui che, restaurando il culto di S. Ambrogio, era stato il primo a infondere nei suoi concittadini e nei suoi fedeli la Consapevolezza e l'orgoglio di essere, a un tempo stesso, lombardi e solerti operai della vigna _ del signore. (Ammiratore e studioso della vita e dell'opera di Carlo Borromeo, è l'attuale Papa Wojtvla, e ciò può essere indicante per interpretare il carattere e la personalità religiose del nuovo papa). L'opera di Carlo

Dopo la prima terribile pestilenza del 1576, portata dalle truppe mercenarie tedesche, già diffusa oltre le Alpi, scoppia a Milano l'immane calamità, la peste del 1630, l'altrimenti celebre peste descritta dal Manzoni ne "I Promessi Sposi". Milano non fu presa alla sprovvista, venne costituito un Tribunale di Sanità che si sostituisce alle carenze del governo; infatti fra il 1626 e il 1633 si succedettero ben quattro governatori. Vennero prese le prime misure, di difesa e prevenzione attraverso un Piano che prevedeva, oltre che a predisporre e a organizzare in modo adeguato il lazzaretto, a stabilire una cintura sanitaria attorno alla città, disinfettare con il fuoco, l'aceto, la calce, le murature infette e a stabilire quarantene per i contagiati. Ma purtroppo le misure erano frammentarie i medici insufficienti e si permisero grossi affollamenti, baldorie carnevalesche ed altri inutili feste, e processioni propiziatorie, si dice volute da Federico Borromeo il quale vedeva nella peste il castigo di Dio. Vi fu un eccesso di caccia alle streghe e ai demoni. Gli untori o presunti untori erano considerati agenti o emissari dei Francesi e dei Veneziani e diffusori del morbo e come tali mandati ad orribile morte sbranati dai mastini. In realtà erano presunti guaritori che facevano unzioni con sostanze innocue

e con miscele affatturate previo accordo con il demonio, così si pensava. Gian Giacomo Mora barbiere e Guglielmo Piana ispettore della Sanità per clemenza furono'arrotati e non fatti sbranare. Questa terribile calamità (la peste), dimezzò la popolazione di Milano riducendola da 130.000 abitanti a 66.000 - scaténò i più oscuri istinti e macabre e feroci fantasie della gente terrorizzata - libero campo a sciacalli di ogni razza da una parte e dall'altra mobilitò la scienza e la pietà. Si prodigarono allo stremo delle forze i pochi medici Appiani, Carcano, Seccala, Tadino e padre Casati capuccino del lazzaretto. Lo stesso Cardinale F. Borromeo fu onnipresente. Con l'abituale incredibile vitalità la città si ripopolò in breve, verso il 1650 raggiunge di nuovo i 100.000 abitanti.

Lo spirito del tempo non ebbe a Milano il suo poeta; solo qualche brano di vita milanese nella poesia di carlo Maria Maggi, il rianimatore della vecchia maschera il Meneghino. Il volto dell'età barocca si profilò nei palazzi di Brera, del Senato, de Giureconsulti, di Marino e nelle chiese di S. Alessandro, S. Fedele, Santa Maria della Passione, Santa Maria presso S. Celso.

La pittura milanese, da Gaudenzio Ferrari, al Crespi espresse con una certa efficacia la versione lombarda del sentimento della restaurazione religiosa. A Milano fra i tempi di Carlo e Federico Borrorneo imparò a dipingere, un artista dalla potente personalità: Michelangelo da Caravaggio, il quale forse dovette fuggirsene. Questo grande pittore, innovatore e portatore di un realismo sovvertitore di ogni tradizione, scruta con spirito nuovo la realtà dell'uomo per indagarla e ricrearla nella sua naturale sincerità.

Il profondo segno della denominazione.

Amilcare Ferrini

Continua con: Il profondo segno della denominazione austriaca a Milano.

Manifestazione di ragazzi per l'anno internazionale del bambino

La Federazione Oratori Milanesi sta preparando un raduno di oratori che vedrà riuniti a Milano, intorno al nostro Duomo, parecchi oratori. Avrà luogo sabato 3 marzo 1979. La coincidenza con il carnevale non significa assolutamente che si tratta di una manifestazione carnevalesca; sarà invece un incontro di gioia, di amicizia di serenità, di condivisione.

Avrà inizio con una Rassegna di Cori di Ragazzi sul terrazzo del Duomo, gentilmente concesso dalla Direzione della Veneranda Fabbrica del Duomo.

Proseguirà con un "Girotondo" intorno al Duomo, cui parteciperanno i ragazzi degli oratori presenti. I ragazzi sono il fiore del mondo, e questo messaggio sarà evidenziato visibilmente dagli stessi partecipanti al girotondo, che indosseranno l'abbigliamento da fiore. Un modo semplice che impegnerà i ragazzi nei singoli oratori per la confezione deifiori:

Quindi avremo la possibilità di partecipare ad un grande

gioco che si terrà sul Sagrato del Duomo; un gioco - bomba in cui i ragazzi potranno esprimere il frutto del lavoro di sensibilizzazione e di ricerca sugli usi e costumi dei ragazzi di tutti gli altri stati del mondo fatto precedentemente in Oratorio. Seguirà, prima della chiusura, il lancio di alcuni megapalloni, a cui saranno affidati il messaggio e le firme dei ragazzi che ogni oratorio vorrà realizzare utilizzando uno o due fogli di carta velina o vergatina leggerissima. Un canto insieme chiuderà, verso le 17, la manifestazione.

I ragazzi degli oratori avranno in tal modo la possibilità di

dimostrare concretamente il lo-

ro impegno, nell'ideale incontro con tutti gli altri ragazzi del mondo, nella costruzione di una nuova umanità basata sull'amore. In quel giorno saranno, loro e solo loro, il segno di una nuova alleanza fra tutti i ragazzi del mondo.

Ricordiamo che la traduzione italiana non riporta esattamente il senso della ricorrenza. L'originale "enfance", intraducibile in italiano, ha infatti un significato ben più ampio. L'enfance comprende l'infanzia vera e propria, la fanciullezza, la preadolescenza, l'adolescenza.

IL PRIMO RADUNO PER GLI ANIMATORI CHE ADERISCONO ALL'INIZIATIVA SI È TENUTO DOMENICA 21 GENNAIO 1979 PRESSO LA F.O.M., IN VIA S. ANTONIO,

IL DICIASSETTE/ \ VERE zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA A 11/11L/M\TO 3 OTTAVA
PARTE
5. IL SECONDO RADUNO SI TERRA DOMENICA 11 VEBRAM ALLE ORE 9 SEMPRE PRESSO LA FEDERAZIONE ORATORI MILANESI.
iirotondo intorno
Duomo
al

IL DICIASSETTE/C,L „R4 4 I LAVORATORI STUDIANO LA ZONA

Pubblichiamo il Volantino con cui il Consiglio unitario sindacale delle zone 5 - 16 - 17 annuncia un Corso monografico sui problemi territoriali del contesto che riguarda più da vicino i nostri lettori.

Il Diciassette giudica molto importante, oltre che interessante, questa iniziativa: per questo cercheremo di divulgarne i contenuti, acquisire i risultati, discuterne i problemi.

Pubblichiamo, inoltre, i programmi degli altri corsi di 150 ore che riguardano la nostra Zona, nonchè un articolo di Maurizio Contente, operatore socio - educativo presso la Regione Lombardia e responsabile dell'organizzazione di questi corsi nel nostro territorio, che illustra senso ed obbiettivi di questi corsi.

CGIL CISL UIL

CONSIGLIO UNITARIO DI ZONA 5-16-17 di Milano, via Tolstoi n. 14/A Milano - tel. 47.40.30

SCUOLA per gli ADULTI

Per i cittadini adulti che LAVORANO, ABITANO, VIVONO nel quartiere 17 e nell'ambito di una politica culturale finalizzata all'EDUCAZIONE PERMANENTE, ad un legame tra SCUOLA, MONDO del LAVORO E REALTÀ SOCIALE, il Sindacato di Zona promuove un CORSO MONOGRAFICO "150 ORE" SUL TERRITORIO presso il IX Liceo Scientifico di via Murialdo n. 9 (traversa di via Lorenteggio) - Milano.

Si tratta di un'OCCASIONE CULTURALE offerta ai lavoratori e ai cittadini che vogliano studiare ed approfondire i problemi del "territorio" della Zona 17 di Milano (Lorenteggio - Inganni) rispetto a:

- Servizi sociali, sanitari, culturali e di tempo libero

- Strutture produttive e occupazione

- Insediamenti residenziali

Leggi urbanistiche e regolamenti comunali

Storia del quartiere e prospettive di sviluppo

- Interdipendenze con i quartieri circostanti e con i Comuni limitrofi dell'hinterland

Il corso avrà la durata di tre mesi, circa 120 ore di scuola (di cui la metà in orario di lavoro, usufruibili mediantei permessi retribuiti delle 150 ore.

Le lezioni si svolgeranno per due pomeriggi la settimana più il sabato mattina ed avranno inizio nella prima decade di marzo.

Docenti ed esperti qualificati interverranno sugli specifici argomenti (tra gli altri docenti e ricercatori della Facoltà di Architettura).

Il corso viene istituito dalla Regione Lombardia e le iscrizioni si raccolgono presso la sede del sindacato di zona (domanda in carta libera specificando: età, lavoro e titolo di studio).

A tutti gli iscritti verrà comunicato il calendario e l'orario di scuola ed il programma dettagliato delle lezioni.

Il Consiglio Unitario dl Zona Milano, gennaio 1979

Cosa sono i corsi monografici 150 ore?

La Legge regionale n. 93 del 16.6.1975 all'art. 4/a li definisce corsi speciali per lavoratori, previsti dai contratti collettivi. I corsi monografici sono nati nel 1974 con la conquista del "diritto allo studio" (150 ore) nei contratti collettivi di lavoro; la strada è stata aperta dal sindacato metalmeccanici e via via è stata percorsa da tutte le altre categorie di lavoratori.

I corsi monografici (o seminariali) sono ormai un'esperienza consolidata che vede il ruolo di promozione affidato al sindacato, che raccoglie e indirizza la domanda operaia di scuola e di cultura; l'istituzione di competenza dell'Assessorato Regionale all'istruzione; il

luogo di studio individuato nella Scuola pubblica (Università e Scuola secondaria superiore) non più solamente riservata ai giovani in età scolare ma aperta anche ai lavoratori e agli adulti.

Ormai parecchie migliaia di lavoratori milanesi e lombardi hanno avuto l'opportunità di accedere alla scuola non già per conseguire un titolo di studio, esigenza questa pure legittima e possibile mediante le altre iniziative della scuola delle 150 ore (alfabetizzazione e scuola media), ma per approfondire la loro cultura. Non si tratta quindi di "recupero" a cui si ricorre per ottenere oggi, e con sacrificio personale, ciò che ieri è stato negato, con altrettanta mortificazione personale.

Le diverse migliaia di lavoratori ed adulti che ogni anno in provin-

cia di Milano rivendicano ed ottengono i corsi di scuola media o elementare, recuperano livelli di scotarità delrobbligo", si conquistano individualmente e collettivamente ciò che la società ha negato loro nei fatti, pur affermandolo come un loro diritto e dove-re (art. 34 della Costituzione), ed è evidente la scelta delle Organizzazioni Sindacali di impegnarsi a fondo nel settore del recupero dell'obbligo scolastico.

Con i corsi monografici si esce da questa logica, sia pure di elevato valore civile e sociale.

Sia che si tratti di corsi più legati alle problematiche del mondo del lavoro (economia, medicina del lavoro, organizzazione del lavoro, ecc.), oppure di corsi che manifestano interessi più diversificati (condizione della donna, storia, scienza, musica, ecc.), sono comunque corsi che danno una strumentazione culturale finalizzata e di carattere scientifico e non una generica acculturazione. Se si parte dalla domanda adulta di cultura, si nota che la complessità della situazione sociale, politica, economica, ecc. richiede al cittadino sempre maggiori capacità di "lettura" della realtà per poterla conoscere e dominare, per non essere travolto da forze e sviluppi incontrollabili.

Inoltre le stesse forme di decentramento dei pubblici poteri (es. i Consigli di Zona), di gestione democratica dei servizi (es. gli organi collegiali della scuola), di strutturazione di base delle forze sociali (es. i Consigli sindacali), di aggregazioni spontanee intorno a problemi collettivi (es. comitati pendolari per i trasporti, gruppi dì donne per i consultori, ecc.), queste nuove forme di vivere sociale, imponendo la "partecipazione", richiedono al cittadino e al lavoratore delle capacità di "lettura della realtà" sempre maggiori.

Ma la complessità della realtà, il decentramento e la partecipazione richiedono al cittadino conoscenze e strumenti di interpretazione e di intervento, di confronto e di scelta che si basano sulla sua autonomia culturale, indipendentemente dal curriculum scolastico compiuto. Richiedono ciò che la scuola, in particolare la secondaria superiore (come risulta da un indagine dell'UNESCO di qualche anno fa), ancora oggi non è in grado di dare o almeno di promuovere, perchè è ancora una struttura formativa di tipo "n-asmissivo" e vecchia nei contenuti: non promuove e valorizza le capacità personali nè è professionalizzante.

Ecco che i corsi monografici entrano nella scuola con quella carica innovativa, propria di una fascia sociale per troppo tempo esclusa dalla cultura ufficiale, con contemiti, metodi e strutture nuovi.

L'esperienza, che nasce ancor prima che le forze politiche si accingano a lavorare concretamente sulla riforma della secondaria superiore, risulta diversa anche da analoghe iniziative tipo conferenze, serate culturali, dibattiti, convegni, ecc., perchè caratterizzate pure esse, molto spesso, da meccanismi di tipo trasmissivo, da scarsa socializza-

zione da parte degli utenti, da aggregazioni poco omogenee e spesso casuali.

I corsi monografici 150 ore, che sono corsi di studio, sono scuola e non conferenze, poggiano su tre cardini:

- l'esperienza personale degli utenti come fonte di conoscenze, motivazione di socializzazione, strumento per costruire il sapere collettivo;

- la ricerca (basata su strumenti critici di analisi della realtà che abituino al confronto come metodo nel processo di acculturazione, per garantire correttezza e oggettività scientifica all'analisi e alla costruzione di sintesi;

- l'organizzazione dello studio per gruppi di lavoro che, valorizzando le capacità e le esperienze personali, abitui al confronto, alla partecipazione, alla collegialità, alla solidarietà.

Gli esperti ed i tecnici intervengono perchè chiamati non a trasmettere ma a fornire le nozioni necessarie, che pertanto vengono vagliate criticamente ed inserite nell'elaborazione collettiva.

Le nuove conoscenze apprese so-

no costantemente soggette alla "verifica" mediante il confronto con l'esperienza e la storia individuali e collettive.

Nello scorso anno scolastico la Regione Lombardia ha istituito, su richiesta delle Organizzazioni Sin, dacali, più di cento corsi monografici, di cui circa la metà in provincia di Milano.

Una parte di essi si sono svolti presso le Università milanesi e lombarde, continuando il costruttivo rapporto tra mondo della ricerca e mondo del lavoro, ed un'altra parte presso le scuole secondarie superiori, a livello di zona, per legare più strettamente lo studio alle diverse realtà locali e per rispondere in modo più diretto ed immediato alla specifica domanda emergente nelle varie situazioni territoriali. Anche quest'anno le organizzazioni sindacali hanno programmato di riproporre i corsi monografici nelle stesse dimensioni quantitative, migliorandone la qualità. e mirandone meglio gli obiettivi. Maurizio Confente, operatore socio-educativo della Regione Lombardia

Corsi monografici programmati nella zona 17 e zone limitrofe

Le Organizzazioni Sindacali unitarie hanno chiesto alla Regione Lombardia di istituire i seguenti corsi monografici di zona: Zona 17 (Lorenteggio - Inganni): I problemi del territorio della Zona 17 di Milano - storia, normative e prospettive.

Sede: IX Liceo scientifico, via Murialdo n. 9 - Milano

Zone 5 - 16 - 17 (Ticinese - Genova, Barona - Ronchetto, Lorenteggio - Inganni):

La gestione democratica della scuola: normativa ed esperienze; la riforma della secondaria superiore; l'educazione permanente e la scuola delle 150 ore

Sede: ITIS Giorgi, viale Liguria n. 21 - Milano

Zone 18 - 19 (Baggio - Forze Armate, S. Siro - QT. 8 - Gallaratese):

Casa e territorio - i problemi urbanistici della città: casa, trasporti, servizi.

"Salute e ambiente di lavoro - problemi di medicina del lavoro; in particolare la nocività da rumore e da tossici chimici.

"La condizione femminile - problemi di medicina preventiva per la donna

Sedi: le scuole non sono ancora state individuate

Zona di Corsico: Crisi economica ed occupazione nelle fabbriche della zona. Strumenti matematici per la ricerca sociale; matematica applicata ai problemi economici e sociali. La condizione della donna lavoratrice e casalinga; problemi di medicina preventiva.

Sede: (per tutti e tre i corsi) I.T.C. di Corsico, viale Italia n. 22 - 24 (Nuova Vigevanese)

Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi alle sedi sindacali di zona:

Zona 5 - 16 - 17: C.U.Z. di via Tolstoi n. 14 / A - Milano - tel. 47.40.30

Zona 18 - 19: C.U.Z. di via deí Carracci n. 2 - Milano - tel. 48.62.49

Zona di Corsico: C.d.L. di via U. Foscolo n. 17 - Corsico - tel. 44.71.036 oppure rivolgersi all'operatore socioeducativo regionale competente per territorio: sig. Confente Maurizio, Assessorato Regionale Istruzione via Soderini n. 24 - Milano - telefono 42.87.25 interno 158

Per quanto riguarda i corsi monografici centrali, quelli cioè che si terranno presso le Università milanesi, è necessario rivolgersi al C.E.D.O.S. piazza Umanitaria n. 5 - Milano - telefono 59.23.06

Zona 17 (Lorenteggio - Inganni):

S. M.S. "Rinascita" via Rosalba C :iena - tel. 42.27.326

S.M.S. "Donatello" via Zuara n. 9 - tel. 47.00.66

S.M.S. "Campo Lodigiano" via Anemoni n. 10 - tel. 41.52.279

S.M.S. "Gioberti" via Narcisi n. 5 - tel. 41.95.22

Zona 5 - 15 - 16 (Ticinese - Genova, Gratosoglio - Chiesa Rossa, BaronaRoncheteo):

S.M.S. "S. Pellico" piazza Abbiategnaso n. 2 - tel. 84.35.813

Zona 18 - 19 (Saggio - Forze Armate, S. Siro - QT. 8 - Gallaratese):

S.M.S. 'Quarto Cagnino" via Lamennais - tel. 45.25.060

S.M.S. "Colorni" via P. Uccello n. I /A - tel. 46.95.024

Zona di Corsico:

S.M.S. , q.re Lavagna - Corsico - tel. 45.81.834 Ñ

S.M.S. "Leonardo da Vinci" via Vespucci - Cesano Boscone 45.83.632

S.M.S. "Cava Fagnana" via TiiianoBuccinasco tel. 44.77.322

S.M.S. "Gobetti" via Boito, q.re Zingone - Trezzano - 44.52.185 Corsi comunali di scuola elementare per adulti

Zona 17 (Lorenteggio - Inganni): Scuola Elementare "N. Sauro" via Vespri Siciliani n. 75 - 47.93.71

Zona 18 (Baggio - Forze Armate): i corsi elementari sono ospitati dalla

S.M.S. "Quarto Cagnino"

Zona 19 (S. Siro - QT. 8 - Gallaratese): i corsi sono ospitati dalla S.M.S. "Colorni" (vedi sopra)

Zona di Corsico:

Scuola Elementare di via Curiel, q.re Lavagna - Corsico - 45.82.149

Scuola Elementare "Gobetti", q.re Tessera - Cesano Boscone 44.78.234

Scuola Elementare di via Giacosa, q.re Marchesina - Trezzano s/ N. tel. 44.51.723

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IL DICIASSETTE/INCHIESTA

Le istituzioni politiche e culturali della zona

IL RUOLO DEI SOCIALISTI IN ZONA

Intervista - indagine a Gioacchino De Bartolo, coordinatore responsabile dei socialisti nella zona 17

Rispondendo alle accuse di "settarismo" da tempo ventilate nei confronti del nostro mensile, la Redazione ha deciso di iniziare da questo numero un'inchiesta il più possibile accurata attorno alle organizzazioni politiche e culturali presenti nel quartiere, con l'intento di far emergere realtà, strutture, iniziative che spesso, per inerzia dei cittadini 45 per colpevole incapacità degli "addetti ai lavori", assumono parvenza di oggetti misteriosi, impenetrabili, poco disposti al pubblico contatto l'indagine sui partiti politici della zona e sugli organismi culturali ad essi collegati vuole dunque rispondere a questa esigenza: divulgare, svelare i rapporti e meccanismi troppo frequentemente ignoti o sconosciuti all'uomo della strada", evienziando, laddove esistano, coerenze o contraddizioni tra posizioni ideologiche e linee politiche di portata nazionale ed atteggiamenti o interventi sui problemi, forse più ridotti ma non meno importanti, della amministrazione locale, cominciamo dal

P.S.I., e dal suo coordinatore responabile Gioacchino De Bartolo, il quale, in qualità di Presidente del Circolo "Gobetti" potrà fornirci utili ragguagli, oltrechè sull'attività del proprio partito in zona, anche sulle iniziative culturali da esso patroci nate.

Innanzitutto, il circolo "Gobetti" quando è sorto, con quali scopi, con quali finalità?

Il circolo è sorto nel 4968, con lo scopo di riunire i cittadini della zona, sensibilizzandoli ai problemi del quartiere e ai dibattiti culturali che di volta in volta investono la società, fornendo loro, al tempo stesso, occasioni di svago e di divertimento per porgere esempi concreti, le dirò che, accanto a conferenze ed incontri organizzati sui grandi temi di questi ultimi anni (l'aborto, il divorzio, l'unità sindacale, le prospettive economiche del nostro paese ecc.), la nostra attività quotidiana, più modesta, più umile prevede il finanziamento di tre squadre di calcio riservate a giovani di età diverse, la programmazione

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di gite e escursioni, l'apertura costante del circolo fino all'una di notte per consentire ai soci di ritrovarsi, discutere, giocare a carte e, perchè no, bere qualche buon calice in compagnia. Del resto, dividendo i locali con la sezione "Arnaudi" del P.S.I., frequentemente le quattro chiacchiere fra amici si trasformano in occasioni di confronto politico sui problemi del paese e della zona.

Per le attività culturali e sportive siamo affiliati all'ENDAS e all'U.I.S.P. l'iscrizione al circolo è aperta a tutti coloro che si riconoscono nella democrazia e nell'antifascismo: anche tra i membri del consiglio direttivo, la cui elezione' avviene su lista libera ogni due anni, abbiamo soci iscritti ad altri partiti o di diversa estrazione culturale (comunisti, cattolici ecc.)

Per quanto riguarda il P.S.I.: come si articola la vostra organizzazione?

Il P.S.I. è presente in zona con tre sezioni: la "Mazzali" presso il convitto "Rinascita", la "Lorentegio" situata in via Segneri no 4, e' 1"Arnaudi" di via Capinera 6, l'unica annessa ad un circolo culturale, inoltre esiste un "comitato di coordinamento zonale" il cui compito è quello di stabilire una linea di condotta unitaria, la "strategia" del partito rispetto ai problemi della zona, contiamo in tutto circa 400 iscritti, che ci consentono quindi una presenza attiva e massiccia negli organi del decentramento (C.d.Z.) e nelle iniziativepopolari di lotta nel quartiere (vedi il caso del "villaggio dei fiori").

Quali proposte ritenete più urgenti; quali programmi intendete attuare e attraverso quali strumenti? Inoltre, a grandi linee, qual'è la vostra posizione rispetto alle altre forze politiche della zona?

tecipata di quella della giunta comunale non per questo siamo un partito dalla doppia anima: siamo contrari all'installazione dei "magazzini frigoriferi" in zona, nonostante il parere favorevole dei nostri assessori, per ragioni ecologiche, viabilistiche, ma, soprattutto, perchè ci appaiono ancora oscuri gli interessi economici di questa operazione.

Rispetto al dibattito teorico - ideologico in corso tra le forze di sinistra sulla "crisi del marxismo" e sulla trasformazione in senso socialista del nostro paese, qual'è la sua opinione sulle recenti affermazioni di Craxi e di Cicchitto che rivendicano l'assoluta autonomia del P.S.I. dalla filosofia, dalla prassi, dalla tradizione marxista, non le sembrano eccessive o strumentali?

Io ritengo che qualsiasi ideologia per sopravvivere debba rinnovarsi di pari passo al prógredire della società; lo stesso Marx ci insegna a non considerare immobile o statico alcun aspetto della realtà. Pertanto non si tratta i rinnegare, nè il marxismo in blocco, nè il leninismo, ma più semplicemente di adeguare la teoria alle mutate condizioni storiche, mantenendo ciò che di essa rimane vivo e ripudiando ciò che è irrimediabilmente superato, morto. Voi mi insegnate che lo stesso patrimonio ideologico del PCI, la cosiddetta "via italiana al socialismo" è una scoperta relativamente recente rispetto alle origini e alle esperienze del movimento operaio italiano.

serve perseguite l'intesa con il P.C.I., in nome della cosiddetta,' alternativa di sinistra"? Devo premettere, intanto che l'esperienza del "centrosinistra", pur con tutti i limiti e i difetti che noi socialisti abbiaino riconosciuto su tutte le piazze d'Italia, ha contribuito alla crescita del Paese. Oggi comunque l'impegno categorico del Partito Socialista è quello di non ripetere gli errori del passato e di lavorare assiduamente per l'alternativa di sinistra, per l'intesa fra i partiti della classe lavoratrice. In zona abbiamo iniziato a discutere con i compagni comunisti un programma di azione comune: molto ricco e articolato, che sarà oggetto di ulteriori ripensamenti e aggiustamenti nei prossimi incontri.

Un'intesa di massima già esiste su varie urgenze ed interventi (consultorio, centri sociali, tempo libero ecc.).

Dobbiamo comunque esprimere una riserva per ciò che riguarda l'azione svolta dall'attuale presidente del C.d.Z. compagno De Flumeri (P.S.D.I.), che vorremmo più incisiva e garibaldina: del resto è in programma un incontro chiarificatore con il suo gruppo politico per un esame disteso e pacato della situazione e delle sue soluzioni.

Un'ultima domanda, guarì la vostra posizione rispettp ai cattolici, alla loro ideologia, al loro modo di organizzarsi ed agire in zona?

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Il problema prioritario che abbiamo individuato è quello dei giovani, collegato alla disoccupazione, all'emarginazione e alla diffusione della droga e della delinquenza: nel quartiere non esistono per esempio strutture capaci di rispondere adeguatamente alle esigenze del tempo libero e in grado di catalizzare gli adolescenti (cinema, teatri, circoli ricreativi ecc.). Si tratta quindi di "umanizzare" globalmente il nostro territorio, di renderlo più "vivibile", in questa prospettiva noi. prediligiamo i rapporti con le forze della sinistra ed in primo luogo con il partito comunista, ci riteniamo un partito di classe e per questo ricerchiamo un confronto dialettico anche con certe frange "extra parlamentari", da cui nasca comunque un lavoro proficuo e costruttivo, evitando moralistiche ed inutili preclusioni. Alla Democrazia Cristiana, della nostra zona, arroccata su posizioni arretrate e conservatrici rispetto al quadro nazionale, guardiamo con molta diffidenza, reduci come siamo da una infausta e per noi deleteria collaborazione: siamo convinti che essa non lavori per la trasformazione democratica, per il progresso del quartiere e per questo riteniamo difficile e pericolosa la ricerca di intese e compromessi con forze che, parliamoci chiaro, difendono interessi reazionari e perseguono ambigui disegni politici.

Questa asprezza di toni e di giudizi nei confronti della D.C. contrasta con la linea politica generale del vostro partito, (accusato da più parti di mirare ad una nuova 'riedizione del centro sinistra) e con l'identità di vedute che avete espresso recentemente in sintonia al gruppo democristiano sui "magazzini frigoriferi"; contraddicendo le direttive del P.S.I. milanese, come mai?

Spesso ci troviamo a criticare le decisioni della federazione del partito: è un nostro metodo d'azione, le nostre origini sono libertarie ed ogni opinione purché seria tra noi ha diritto di cittadinanza. Del resto noi non adottiamo il metodo del centralismo democratico e ciò ci consente di guardare ai problemi della zona da una prospettiva più concreta, più immediata, più par-

Del resto noi non muoviamo critiche aspre al PCI: non vogliamo una guerra interna alle forze del progresso di cui si avvantaggerebbero soltanto i partigiani della reazione. Noi francamente vogliamo confrontarci coi comunisti sui problemi concreti: ci sembra errato ricercare a tutti i costi anche se per fortuna oggi già esistono sintomi diversi (vedi l'ultimo documento della direzione comunista), l'aggancio con una forza sfuggente come la D.C.: lo diciamo con franchezza, dopo aver pagato caramente, in elettori e in credibilità verso il paese, la discussa collaborazione con questo partito in un recente passato. Non vorremmo che il compromesso storico" si traduca nella pesante sconfitta o nel logoramento della più imponente forza della sinistra italiana.

Non crediamo sia questa la sede per affrontare un dibattito sulle differenze tattiche e strategiche tra "compromesso storico" e "centro - sinistra", a nostro avviso molto profonde e sostanziali, comunque, per tornare ai problemi della zona, con quali iniziative e con quali ri-

Innanzi tutto una distinzione preliminare: un conto sono i cattolici ed un altro sono i democristiani. I cattolici meritano tutto il nostro rispetto e noi, come partito pluralista e libertario, ne contiamo parecchi tra le nostre file cioè per noi il cattolico non rappresenta un'entità politica, bensì esclusivamente religiosa e confessionale del resto, proprio attraverso le vostre inchieste sulle parrocchie, ho potuto constatare quale portata di iniziative, di attività, di interventi, questi organismi sappiano sviluppare nel quartiere, in senso, pur entro certi limiti, progressivo. Il democristiano, invece, non rappresenta una fede ma precisi interessi di carattere politico ed economico: nella D.C. troviamo il reazionario, il moderato, il democratico, il religioso e l'ateo. Nonostante ciò il mio giudizio nei confronti della strategia globale di questo partito è fortemente negativo: ripeto, esso non opera per la crescita civile e sociale del Paese nel senso che noi vorremmo.

Chi è

Gioacchino De Bartok)

Gioacchino De Bartolo, 54 anni,. sposato, padre di 2 figli, è iscritto al Partito Socialista dal 1945, proviene da una famiglia di salde tradizioni antifasciste ("Mio padre, ogni qualvolta a Terlizzi, nostro paese d'origine giungeva qualche personalità del regime, veniva rinchiuso per "precauzione nelle galere locali"), I armistizio del luglio 1943 lo trova nel meridione: risponde alla costrizione del governo Badoglio, combattendo nelle truppe italiane aggregate all'esercito alleato durante la campagna di liberazione.

Dopo il 25 aprile intraprende la lunga militanza nelle file del P.S.I., che, attraverso le traumatiche espe-

Daniele Calvi e G. Franco Gattini rienze del "frontismo", la scissione di Palazzo Barberini, il funesto periodo di Scelba e della "legge truffa', il Governo Tambroni, il "centro - sinistra", lo vede attivamente impegnato nelle vicissitudini della politica quotidiana. Emigrato, come tanti altri nella metropoli lombarda, ha esercitato svariate professioni prima di impiegarsi nella vigilanza urbana. ("Fra qualche mese godrò di una meritata pensione, il che non significa affatto l'abbandono dei miei impegni di partito....") abita in quartiere dal 1954, da otto anni presiede il circolo "Gobetti" e recentemente è stato detto Coordinatore Responsabile di Zona del P.S.I..

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IL DICIASSETTE/RU3RIC--=E 7

SPAZIOAPERTO

PIANO REGOLATORE E SPECULAZIONE

Compero sempre il vostro Giornale e mi considero un attento lettore; mi sia inoltre consentito di far presente che ho già avuto modo di scrivere al Giornale per un'altra questione, quindi in conformità di quanto sopra mi arrogo il diritto di inviarvi uno scritto con alcune considerazioni sull'articolo dì Giovanni Fragapane "Piano regolatore e democrazia". Considero il sig. Fragapane un puro nel senso che si illude di-poter fermare i guasti provocati da un dissennata Piano Regolatore (il precedente) con il tacito consenso di amministratori avidi e incapaci.

Leggevo domenica 10.12.78 sul Corriere della Sera, prima pagina "Come Milano sta cambiando pelle", a firma Walter Tobagi. In questo articolo si accenna, esaltandolo come una nuova conquista sociale ed ecologica, al riadattamento ad un antico modo di vivere perso molto tempo fa e ritrovato come per incanto perchè scaturito dal Nuovo Piano Regolatore.

Attenti signori: mi sembra impossibile e lo stanno dimostrando gli speculatori che non si lasciano sopraffare tanto ingenuamente. Consideriamo ora il Nuovo Piano Regolatore: esso pone le basi per una città molto piu umana di quella vagheggiata dal precedente, vuoi perchè erano salvaguardati gli interessi particolari, vuoi perchè si scatenava la sfrenata corsa speculativa sulle aree cittadine.

Ora per chiarire meglio il mio concetto dirò che è lodevole l'elen: cazione di tutte quelle leggi riguardanti l'urbanistica che avete riportato su questo numero, ma è bene rimanere ancorati ad una realtà purtroppo operante.

Tobagi scrive che si tenta di spostare le masse di lavoratori dall'asse NOrd di Milano a quello Sud: ma abbiamo analizzato cosa significa tutto ciò, in barba anche al Nuovo Piano Regolatore? Significa che dopo aver distrutto il Nord Milano, dopo aver depauperato le sue ricchezze naturali e morali, si cerca ora di fare altrettanto con la Bassa milanese. Questa opulenta e ricca campagna è mai stata osservata da qualcuno della Redazione? Questa zona è soprattutto ricca di aree per gli speculatori: perchè, attenti, questa gente (diciamo pure questo branco di lupi perennemente affamati di aree e insaziabili divoratori di beni) già da parecchio tempo ha posto l'occhio rapace su questa opulenta campagna e lo ha fatto molto prima che i sigg. Fragapane ed altri ingenui del genere si ponessero a mente il risanamento urbanistico di Milano.

Certo, Milano va risanata:ma attenti che non si debba irrimediabilmente distruggere altri beni!

Chiedo: esiste un Piano Comprensoriale efficiente nei suoi strumenti a salvaguardia di quel poco rimastoci e non solamente efficiente nella mente del legislatore?

Perchè ricordiamo il meccanismo che' fa scattare la molla per appropriarsi di aree, in certi paesi che si considerano sottosviluppati per il solo fatto di essere agricoli, ecco che allora basta una fabbrica e tutto è risolto, sia il pendolarismo che la crisi paesana; così facendo è risolto il problema e l'indigeno ri-

mane sul posto valorizzando le aree cedute a prezzo agricolo.

Ho espresso in modo non completo questo concetto, ma si rendono conto gli attuali amministratori, tecnici e politici che ieri si è rovinato Milano e oggi si da il tacito consenso per distruggere i paesi limitrofi ? Con tutto quello che ne consegue: vedi inquinatnento delle acque e atmosferico, depauperamento del patrimonio agricolo, creazione di nuovi ghetti sempre più isolati con conseguente allargamento dei mali del secolo (prostituzione, droga, mafia e delinquenza).

3 M ILIARDI PER LA ZONA

Pubblichiamo le proposte della segreteria del Consiglio di Zona 17 per il bilancio sociale di area che prevede l'utilizzo dei tre miliardi destinati alla zona (dei quali abbiamo già parlato lo scorso numero di gennaio).

Ubicazione

Proprietà dell'area Destinazione d'uso P.R.G. Proposte Previsione di spesa

STRUTTURE SOCIO-CULTURALI comunale S.C. Centro Civico Sede del C.di.Z. 1 000.000.000

Area Primaticcio-Cascina Corba nuova edific.

Palazzina Com. di vie Legioni Romane, 54 ristrutturaz. comunale S.C. Da definire 300.000.000

Via Inganni, 4 (ex ISSF) I.A.C.P.M. Residenza Centro Sociale (propr. da acquisire)

Via Manzano, 4 (ex ISSF) I.A.C.P.M. Residenza Centro Sociale (propr. da acquisire)

Via Giambellino- ristrutt. e R.Carriera-ex Tallero nuova edific. comunale S.C. Struttura collettiva per giovani e anziani con campo bocce coperto.

V.le Caterina Da Forlì nuova edific. comunale S.C. Biblioteca

Quali strumenti si pongono ad argine di questi danni? A mio avviso nessuno finora: non c'è una legge che ponga freno alla speculazione perchè in Italia è imperante in qualsiasi legge o progetto di legge la salvaguardia dell'interesse privato. Occorre quindi, se veramente si, vuole modificare efficacemente il piano urbanistico, prima di tutto legiferare in modo da salvaguardare l'interesse pubblico (vedi recentemente le leggi o l'ordinamento sulle cave del Ticino che se nella mente del legislatore ne ha ordinato la chiusura, in pratica basta pagare una multa zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA e tutto fila come prima).

STRUTTURE SCOLASTICHE S.C. Sez. di Scuola Materna 500.000.000

Piazza Tirana nuova edific.

Piazza Tirana nuova edific. S.C. Asilo Nido (con area circostante a verde piantumato) 400.000.000

Via Pesto-San Cristoforo nuova edific. privata S.C. Asilo Nido

Via Marostica nuova edific. privata S.C. Asilo Nido

Via Fornari nuova edific. privata V.C. Scuola Media inf.

Via Giambellino-R. Carriera ristrutturaz. comunale S.C. Corsi regionali di aggiom. professionale

Via Giambellino-adiac. Curato d'Ars comunale S.C. Sperimentazione agricola

Via Cardellino (antistante campo Colombo) privato S.C. Acquisizione area per realizzazione centro omnicomprensivo.

Via Giambellino-adiac. Curato d'Ars

Bene: concludere, Sig. Fragapane: ma occhio anche alla salvaguardia di un patrimonio regionale che purtroppo, per il bieco egoismo di pochi zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA e la cecità di altri, si lascia 'totalmente cadere sotto il maglio della speculazione.

Ringrazio il Sig. Cadi non solo per aver letto l'articolo, ma anche per aver voluto esprimere la sua opinione a proposito. Penso però che la sua preoccupazione civile per quel bene pubblico fondamentale che è il territorio l'abbia spinto ad una lettura deformata dell'articolo. I guasti del vecchio Piano Regolatore di Milano. sono di tale estensione e profondità che non è possibile sanarli nè con questo nè con altri piani regolatori.

Quel che l'articolo sottolineava non era certamente questo (e sarei realmente ingenuo se soltanto tale idea mi avesse sfiorato), ma era il clima diverso in cui è stata redatta la variante generale del piano e gli strumenti legislativi nuovi di cui attualmente si dispone, sia a livello regionale che nazionale. Sono d'accordo con Lei che le forze speculative non hanno certamente disarmato e che l'interesse privato anima la struttura delle leggi (siamo in regime capitalistico). Ma per combattere la speculazione e per modificare l'indirizzo, l'interpretazione, l'applicazione delle leggi non esistono strumenti astratti, nè individui a cui delegare. Occorre l'azione vigile, interessata, combattiva dei cittadini. Questo è testimoniato anche dalle stesse leggi urbanistiche citate, ispirate alla necessità dell'edilizia popolare ed alla tutela del territorio, che non sarebbero sorte se non fossero esistite le lotte popolari per la casa e per i servizi e la coscienza diffusa di gravi responsabilità per i disastri ambientali.

Quello che l'articolo sottolineava era l'occasione che era stata creata per questa partecipazione popolare in un momento sicuramente importante (quale è lo studio del Piano urbanistico) e l'inserimento programmatico di tale partecipazione nella fase attuativa.

STRUTTURE SPORTIVE-RICREATIVETEMPO LIBERO comunale S.C. Verde piantuniato e attrezzature sportive

Vie Soderini Verde e arredo urbano 115.000.000

Via Fomari Verde e arredo urbano 62.500.000

Via Ciclamini comunale V.C. Verde e arredo urbano parco Robinson 100.000.000

Via Pesto-S. Cristoforo privata Centro ricreativo per anziani

Via Strozzi

Centro giovanile sportivo

Via Bisceglie (area di mq. 57.000 di cui mq. 46.000 comunali) comunale e privata e V.C. e viabilità Piste ciclabili - parco Robinson

Via Bisceglie - area mq. 27.000

V.C. e viabilità Verde attrezzato

280.000.000 danelscaglionare tnennio

, Via Rubens-Ant. Da Messina comunale Verde attrezzato 16.000.000

Via Primaticcio ang. Legioni Romane comunale Verde attrezzato

STRUTTURE SOCIO-SANITARIE IPAB Consult. Famil. SIMEE 39.000.000

V.le Caterina Da Forlì-Bande Nere-ex ECA

Piazza Tirana

S.C. Consult. Famil. SIMEE

Via Primaticcio ang. Legioni Romane comunale Consult. Famil. SIMEE

STRUTTURE VARIE E VIABILITA' comunale S.C. Nuova sede del Mercato comunale coperto di via Brunelleschi

Via Giambellino-R. Carriera-ex Tallero

Via Zurigo-Bisceglie-mq. 12.000 comunale V.C. Viabilità (sist. verde esist.) 20.000.000

Via Zurigo-Bisceglie-mq. 54.000 comunale M. Parcheggio 1000 posti macchina piantumato

Via Rubens-Ant. Da Messina comunale S.C. Mercatino comunalevenie piantumato e posti macchina -verde con campo giochi

Via Primaticcio ang. Legioni Romane comunale Parcheggio Cascina "CASSINAZZA" privato Coop. agricola ex legge 285 per occupazione giovanile.

È chiaro che tale continua partecipazione non è scontata: ma è scontato il fatto che la democraticità delle decisioni e dei modi di realizzazione nella fase aituativa è vincolata ad essa.

Giovanni Fragapane

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II primo concerto de "IL MURO racconta ..."

UN CONCERTO O UN HAPPENING? Tante occasioni per chi vuole lare

Come avevamo annunciato il giornale murale della consulta giovanile "IL MURO racconta ..." per finanziare il primo numero, che è uscito sui muri il 20 gennaio, ha fatto un concerto il 16 dicembre presso il Cinema Giambellino.

La formula che abbiamo usato è, a. nostro avviso, assai originale e molto valida, anche se, naturalmente, dovrà essere sperimentata a lungo per non cadere nell'improvvisazione e per raggiungere buoni risultati: abbiamo, cioè, invitato a cantare e a suonare alcuni studenti del conservatorio che, pur essendo assai seri e preparati, per la loro inesperienza non sono dei professionisti.

Il duo MAIK-ALAN (due ragazzi italiani, ma vittime innocenti della americanizzazione dilagante) appoggiati nelle prime due canzoni da un abile suonatore di banjo.

I redattori del giornale murale avevano preparato un banco di torte e di bibite e un tavolo di informazioni.

Vi sono stati naturalmente degli inconvenienti tecnici, che però i redattori, i musicisti, e i tecnici hanno saputo trasformare in momento comico (forse involontariamente?).

Tra i più imprevisti problemi il "CONCERTO' è incominciato: (150- persone, la sala era piena!) i primi pezzi strumentali di countrj americano provocavano vivaci giudizi dal gruppo di studenti del Conservatorio presenti in sala, amici dei concertisti, che partecipavano simpaticamente alla fatica dei musicisti la partecipazione del pubblico è stata una caratteristica costante e assai positiva. Il primo tempo è continuato con peni countrj mentre i tecnici uscivano nei momenti più impensati, per niente intimoriti, a cambiare i microfoni.

Assai divertente era anche l'as-

surdità della scenografia, infatti sul palcoscenico era montata la scenografia di una commedia: "L'ELVIRA SI MARITA" tappezzeria a fioroni, pianoforte casalingo, balconcino con geragni.

Fine primo tempo fra lazzi e strapazzi. Intervallo vivace, denso di incontri, torte, bibite, un offerta libera, informazioni. Inizio secondo tempo: cambia il' repertorio con canzoni popolari italiane e folck sud - americano, il pubblico cantava vivacemente e si è instaurato un ottimo rapporto tra i musicisti e la sala.

Alla fine dello spettacolo ancora un giro di offerte libere: è stato raccolto il necessario per fare uscire il primo numero del giornale. Quando il pubblico e i musicisti se ne sono andati la redazione ha festeggiato la riuscita del concerto mangiando le torte rimaste e poi ha pulito la sala come da accordo con la parrocchia di San Vito che si ringrazia per aver concesso gratuitamente la sala.

Dopo questa sommaria descrizione alcune considerazioni su le quali vorremmo fosse aperto il dibattito sulle pagine del 17 e sul MURO. La scelta di chiamare dei musicisti giovani non professionisti e di cercare di non fare un concerto tradizionale (nel quale il pubblico sia passivo e per il quale è necessario un musicista bravissimo che riesca a concentrare l'attenzione su di sè per tutto lo spettacolo) bensì una specie di happening durante il quale tutto il pubblico sia coinvolto, magari facendo delle azioni di animazione teatrale tra il pubblico. Si tratta quindi di trovare degli operatori non professionisti ma preparati a questi interventi?

A nostro parere l'insistenza sui non professionisti non è un'apologia del dilettantismo e dello spon-

taneismo, ma la scelta di aprire spazi autogestiti di espressione ai giovani che ovviamente non hanno la possibilità di esprimesi in ambienti professionistici ma che è giusto possano lo stesso essere protagonisti di una valida esperienza culturale.

Tutto questo è possibile' anche perchè le nostre iniziative sono estranee ad ogni logica speculativa e mercificante (propria di una società capitalista).

Noi pensiamo che sia possibile continuare con esperienze di questo tipo come il concerto happening, il giornale murale ed altre se un notevole gruppo di giovani si aggrega fiducioso di riuscire a realizzare qualcosa e noi naturalmente proponiamo come strumento la consulta giovanile.

Ma per far questo è necessario battere quella logica pessimistica e nichilista propria di questo nostro periodo di riflusso dal politico e dall'impegno sociale, che invece sta dilagando velocemente e che è testimoniato: dall'atmosfera in scuole ed università, dal decadere di iniziative spontanee e creative, dalla disgregazione culturale, da una paralisi della creatività individuale e collettiva, che è tino dei segnali più pericolosi della decadenza di una società. Per quanto possiamo noi cerchiamo di aggregare il più possibile di giovani sulle nostre iniziative. Chiunque abbia materiale fotografico e disegni, chiunque voglia fare spettacolo, teatro, musica, chiunque voglia scrivere saggi, racconti, poesie sul 17 o sul MURO (in questo momento siamo assolutamente privi di fumetti) scriva alla redazione del 17 o al 13 "MURO racconta..." Via Inganni 4 (Centro Sociale).

DAN della REDAZIONE del Muro racconta ...

POLIZIA E GINNASTICA

Mozione della commissione sport del consiglio di zona

Si sollecita una presa di posizione del Consiglio di Zona circa il perdurare del grave atteggiamento del Consiglio di Circolo della scuola elementare di via Narcisi.

Si chiede la condanna del Consiglio di Circolo per aver fatto intervenire la polizia in data 16 giugno 1978 allo scopo di far sospendere illeggittimamente corsi regolarmente concessi presso la scuola ed organizzati dal CIPS ACLI (vedi lettera dell'Assessore Sangiorgio in data 21.6.1978).

Si chiede una immediata verifica dell'utilizzo della palestra della scuola di via Narcisi (orari, società ed enti utilizzatori), utenza deliberando la concessione a favore dei corsi yoga organizzati dal CIPS - ACLI qualora risultassero ore libere.

Si chiede la condanna del Consiglio di Circolo e la denuncua per abuso avendo dichiarato che al CIPS ACLI affiliato ad un ente di promozione sportivo democratico viene inibito l'accesso ad una struttura pubblica con motivazioni infondate.

La polemica con il consiglio di circolo della scuola di via Narcisi si collega all'intervento della polizia richiesto dal consiglio della scuola stessa contro cittadini che reclamavano civilmente un loro diritto.

I partecipanti a corsi di ginnastica promossi dal consiglio di zona volevano svolgere normali lezioni nella palestra della scuola regolarmente concessa dall'assessorato all'educazione.

Stanchi degli intralci burocratici e pretestuosi da parte del consiglio di circolo che impediva l'accesso alla palestra, gli iscritti al corso, in

maggioranza donne si presentavano alla scuola decisi a continuare il corso di ginnastica.

Il consiglio di circolo richiede l'intervento della polizia per far sospendere la lezione già cominciata.

Al di là degli aspetti particolari dell'accaduto una considerazione ed un conseguente giudizio di merito appaiono evidenti.

Da tempo il consiglio di zona ed i cittadini si battono per l'utilizzo sociale degli impianti sportivi pubblici, tale utilizzo è un diritto della collettività e rientra nel diritto alla

L'Associazione Sportiva PejoLorenteggio, che già dal lontano 1947 svolge nella nostra zona un'attività calcistica, ha da alcuni anni aperto una sezione di ciclismo. Grazie agli abitanti della Cooperativa di Via delle Orchidee 4, che hanno concesso l'uso del loro' centro sociale, la sezione ciclismo ha avuto la possibilità di svolgere la sua attività in favore di quanti vogliono farne parte sia come ciclisti praticanti, simpatizzanti,, accompagnatori o dirigenti.

Il nuovo calendario di attività del 1979 è in via di definizione in questi giorni.

Siamo comunque in grado di darvi alcune anticipazioni:

25 Marzo 1979 - ore 9 gara ciclistica per cicloamatori dai 43 ai 50 anni, 25 Marzo 1979 - ore 10,15 gara ciclistica per cicloamatori dai 35 ai 42 anni: 1° Maggio 1979 - ore 8,15 passeggiata cicloturistica "2 100 km del Lorenteggio".

Ogni domenica mattina, dal 1° Marzo al 31 Ottobre, gare agonistiche, manifestazioni cicloturistiche e passeggiate per le categorie:

- Allievi - anni 15 - 16

- Junior - anni 17 - 18

- Senior A - anni 19 - 26

- Senior B - anni 27 - 34

- Senior C - anni 35 - 42

- Senior D - anni 43 - 50

- Senior E - anni 51 - 60

- Senior F - anni 61 - 70

Per i giovanissimi (ragazze e ragazzi dagli 8 ai 14 anni) manifestazioni dal 1° Aprile al 30 Settembre (ogni domenica) con partecipazione ai giochi della gioventù.

Se ci sarà possibile, nei prossimi numeri, vi daremo maggiori informazioni. Se nel frattempo vi intèressassero maggiori dettagli, vi consigliamo di mettervi direttamente in contatto con l'Associazione Pejo - Lorenteggio sez. ciclismo Via delle Orchidee n. 4 Milano, tel. 4232388 (tutti i giovedì sera dalle ore 21).

COMUNICATO

SUNIA

Il Sindacato Unitario degli inquilini ed assegnatari, comunica che provvisoriamente la sede del S.U.N.I.A. Zona 17 è stata spostata presso il Centro Sociale di Via Inganni 4 (scala E, piano rialzato).

Ricorda inoltre che la sede è aperta tutti i mercoledì dalle ore 20,30.

salute individuale. La civile protesta contro l'atteggiamento burocratico e prete;tuoso del consiglio di circolo ha rappresentato un segno di maggiore interesse e maturazione per i problemi dello sport e della salute individuale. Il ricorso alla polizia per mortificare la volontà di chi contribuisce al rinnovamento sociale è una manifestazione irresponsabile di insensibilità politica per un fatto che andava affrontato non certo con metodi polizieschi ma con un confronto democratico a -cui il consiglio di circolo si è sempre sottratto.

Episodi di questo genere anche se isolati debbono essere condannati con fermezza perchè vanno in senso opposto alla crescita della coscienza democratica nel mondo della scuola.

Alla condanna deve accompagnarsi l'impegno per rimuovere le difficoltà che ancora impediscono l'utilizzo sociale degli impianti sportivi scolastici.

L'episodio è anche sintomatico di un atteggiamento di isterismo politico che vede pacifiche manifestazioni di affermazione di un diritto quale quello della salute un pericolo all'ordine pubblico, fa nascere dubbi sull'interpretazione del pluralismo da parte della componente comunista del consiglio di circolo.

I corsi infatti erano organizzati dal CIPS aderente all'ACLI e questo fatto non è di secondaria importanza nel comprendere il motivo di tanta ostilità da parte di tale componente.

Domenico Zanghi

PER C

S.U.N.I.A. Zona 17

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VIA A. INGANNI, 4

20147 MILANO

IL DICIASSETTE/CULTURA&TEMPO LIBERO 8

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