CONSIDERAZIONI
Violenza e terrorismo
Verso la metà di agosto viene ucciso in un agguato, in Sardegna, Giovanni Pittalis, comunista, segretario della Camera del Lavoro di Orune; dopo poco più di un mese - sempre in Sardegna - un altro comunista è assassinato: Angelo Mulas, segretario della sezione del PCI di Loculi.
Negli stessi giorni a Roma il giovane Paolo Lanari, comunista, viene ferito a colpi di pistola mentre si trovava davanti a una sezione del PCI; il 25 settembre a Milano Pietro Ferrari Bravo - studente universitario— è picchiato da tre squadristi (tra cui un agente di P.S. in borgese) perchè aveva in mano una copia de "l'Unità".
Sempre a Milano il 28 settembre attentati a una linea filoviaria e alla metropolitana.
Nello stesso giorno a Roma l'uccisione di Ivo Zini, 24 annimentre stava leggendo "l'Unità" dalla bacheca di una sezione del PCI - rivendicata da un gruppo neofascista; e a Torino assassinio di Pietro Coggiola capo officina della Lancia, rivendicato dalle BR.
E poi di nuovo a Milano il ferimento - sempre da parte delle BR - di Ippolito Bestonso dirigente dell'Alta Romeo di Arese; e a Napoli, I'l ottobre, il ferimento gravissimo con spranghe di ferro di Claudio Miccoli morto dopo 5 giorni di coma, da parte di fascisti - colpevole di essere in compagnia di un giovane che leggeva "lotta continua".
Ecco, come ad un macabro appuntamento, il terrorismo, il neosquadrismo, l'eversione si sono dati la mano per impaurire, per lacerare, per fiaccare la volontà di lotte e di rinnovamento delle forze del progresso.
A questo punto che significato può avere soffermarsi a disquisire se chi colpisce, uccide, attenta è nero o si dipinge di rosso, quando l'obiettivo di convergenza è unico? E quel dipingersi di rosso non stimola forse un risorgere di quella trista teoria degli "opposti estremismi", le cui conseguenze una decina di anni fa pagarono soprattutto i militanti di tutto lo schieramento di sinistra?
I nemici della democrazia - comunque colorati - hanno di nuovo dichiarato guerra; e per l'ennesima volta l'attacco è sferrato quando il paese è ad appuntamenti politici importanti - la riapertura dei contratti, la riforma della scuola - e il nuovo quadro politico incomincia a non "piacere più" a quelle forze che vorrebbero un ritorno al passato, con "assi preferenziali" e la "ghettizzazione" all'opposizione del partito più rappresentativo della classe operaia.
Oramai come forze progressiste e del rinnovamento dobbiamo (segue a pag. 2)
Scuola: realtà e problemi a pag. 3
di politica,cultura,attualita'
Finalmente una realtà
Come usufruire di un nuovo servizio sociale
In zona 8, dal giorno 18.9.78, è entrato in funzione il Consultorio al quale, come si è ripetutamente ribadito, si può accedere gratuitamente.
Cosa significa per la nostra zona un servizio di questo genere; come e da chi viene gestito e quali sbocchi può avere soprattutto in futuro?
Un servizio come questo in una zona piena di problemi come la nostra (basterà citare quello della droga che riguarda drammaticamente da vicino ognuno di noi, o quello degli anziani che nel quartiere Comasina, non soggetto a rinnovamento, và sempre più aumentando) per capire che può significare molto, e qui subito si sente la necessità che ogni cittadino consapevole e civile, voglia sentire propria la costruzione e le scelte di intervento che nell'ambito del consultorio si faranno.
Quindi non solo diventare utenti, cioè accorgersi dell'esistenza di un servizio soltanto quando personalmente se ne ha bisogno, ma partecipare alla formazione di esso con idee e suggerimenti propri.
A questo proposito è bene sottolineare che le sedute del Comitato di Gestione del Consultorio sono pubbliche (sarebbe bello vedere le seggiole a disposizione del pubblico finalmente occupate) e che il Comitato è formato da:
- Forze politiche in rappresentanza del Consiglio di Zona Rappresentanti dei movimenti femminili Rappresentanti di organizzazioni sociali e sindacali
- Rappr. dei Consigli di Fabbrica Rappr. del Distretto scolastico e delle scuole materne
- Rappr. degli operatori del servizio. Restano ancora da assegnare i posti riservati agli utenti in quanto ci pare giusto che questi ultimi siano realmente assegnati a chi del consultorio ha usufruito e che quindi più degli altri può essere venuto a contatto con carenze o difficoltà e che voglia quindi contribuire ad eliminarle. Per quanto riguarda la proiezione nel futuro di questo servizio, si è visto che potrebbe essere utilizzato in modo vastissimo, ma naturalmente bisogna fare i conti con le forze delle quali si dispone e quindi per non rischiare di intervenire in modo disordinato su tutto (con l'unico risultato di incidere su niente) si è pensato di formulare delle priorità di intervento su settori specifici. Di queste scelte si sta discutendo: c'è chi parla di collabora(segue a pag. 2)
Mediolanum storia di Milano apag. 3
La festa d'Affori
Domenica 24 settembre c'è stata la 'festa d'Affori" che ha visto protagoniste tutte le forze sociali del quartiere che si sono impegnate nelle iniziative ormai tradizionali.
Una nostra indagine a Bruzzano
Poca partecipazione
Siamo scesi in piazza. Si, con un registratore e il nostro bravo fotografo volevamo fare una cronaca viva, aperta. Discutere con i cittadini, raccogliere opinioni, critiche per riportarle su ABC; creare insomma un momento di incontro ove ognuno potesse esprimere il proprio pensiero circa i problemi che affliggono la nostra zona. Pieni di entusiasmo, dicevo, siamo scesi e... ci siamo scontrati con la più sconfortante delle verità.
Abbiamo trovato il muro del disinteresse, dell"'ognuno pensi per sè". Troppi i "non so", "non mi interessa", "tanto non cambia nulla", troppi i rifiuti alle nostre domande che vertevano principalmente sulla conoscenza del consiglio di zona, sul suo lavoro, e sui problemi che anco-
ra ci sono nei quartieri. E sono tanti!
Nessuno, o quasi, conosce il consiglio di zona. Eppure è una struttura creata dopo anni di lotta contro chi aveva tutto l'interesse affinchè il governo della città restasse in mano a pochi, contro chi desiderava che la maggioranza della popolazione restasse nel totale buio rispetto alle decisioni da prendere. Pochi hanno riscontrato progressi in questi ultimi anni. Eppure molto è stato fatto: per le case, per la scuola, per la vita culturale, per i mezzi di trasporto, per il verde, per i giovani, le donne, gli anziani. Certo, molto c'è ancora da fare. Ma da solo, nessuno è mai riuscito a creare qualcosa.
Quando ci si sente rispondere da giovani mogli, che "non han-
no problemi: non escono mai dal quartiere. I bambini? Loro li tengono in casa, sono ancora così piccoli! La scuola? Ma quando sarà il momento altri avranno già pensato a renderla migliore!"
Quando i giovani (davanti ai bar, a capannelli) rispondono che "non gli interessa che esistano o meno strutture adatte a loro. Perchè mai? A casa, loro, ci vengono solo per dormire. Gli svaghi li trovano altrove. Dove? Ma nelle discoteche, perbacco! (Ad alienarsi al suono assordate della disco-music, e a rifare il verso a quell'essere spocchioso, tipicamente americano, addormenta - cervelli che risponde al nome di John Travolta e non travolge un bel niente n.d.r.), o (segue a pag. 6)
1 taglio-piega capelli VIP (vedi a pag. 8)
FFORI - BOVISASCA RUZZANO OMASINA mensile
L. 300 ANNO 1 - N. 8 - OTTOBRE 1978
Gli ultimi "figli dei fiori" a pag. 3 Lista d'attesa per guarire a pag. 4
GRATIS IN QUESTO GIORNALE
pagina 2
dalla prima pagina * dalla prima pagina * dalla prima pagina
Violenza e terrorismo
essere consapevoli che la guerra dichiarataci non sarà nè incruenta nè di breve durata; questo non vuoi però significare che dobbiamo assuefarci alla violenza politica come ad un dato inevitabile, insito nella nostra società capitalistica in profonda crisi strutturale.
Non può significare che ci si rassegni al "destino" e all'impotenza, all'immanenza di tale stato di guerra permanente: e che così è lo sta dimostrando da dieci anni la parte sana del paese, lo hanno dimostrato per l'assassinio di Ivo Zini grandi masse di popolo, di lavoratori, di giovani.
La coscienza che siamo di fronte ad una svolta storica si sta sempre più diffondendo tra le masse, e che per imprimere tale svolta occorra la salvaguardia e l'allargamento della democrazia è opinione altrettanto diffusa.
La saldezza, la mobilitazione tempestiva, l'unità nelle risposte al terrorismo e alla violenza, ai nemici di classe, sono strumento ineliminabile per isolare politicamente e nell'animo di milioni di cittadini gli assassini e i violenti, ed è questo un dato che ha retto alla prova dei fatti da Piazza Fontana ad oggi: guai se queste risposte non ci fossero state!
Ma tutti sentiamo che questo soltanto ora non basta più, che è necessario chiedere il conto di quello che si è fatto o non si è fatto per la difesa della democrazia, per la salvaguardia della vita dei comuni cittadini.
È solo un caso o un fatto procedurale che il processo di Catanzaro si sia impantanato? Che le inchieste sulle trame eversive siano svanite come fantasmi? Che sulla strage di Brescia si sappia poco e su quella dell'Italicus ancora non si sappia nulla? E questo per citare solo pochi dei numerodi eventi delittuosi del recente passato rimasti ancora senza soddisfacente soluzione.
Si rendono conto i nostri Governanti i responsabili dell'ordine pubblico, certi uomini politici, che il loro modo di agire è stato - ed è - proprio l'opposto di quanto occorre per dare fiducia alle istituzioni democratiche? O c'è chi gioca furbescamente per trarre vantaggi di parte da un ulteriore deterioramento della situazione?
Non ci si rende conto che il non assicurare rapidamente alla giustizia i colpevoli di misfatti - e condannarli - alimenta negli assassini e negli eversori la quasi certezza dell'impunità per i delitti, e li stimola a commetterne di sempre più gravi perchè si sentono sicuri e protetti?
Il paese vuole sapere se si vogliono rompere questi "legami pericolosi" con l'inerzia che a tratti sfiora la complicità o se si vuole continuare come si è fatto finora, Con qualche lodevole azione preventiva e repressiva - certo -, ma ancora insufficiente a spezzare del tutto le trame pericolose tessute fino ad oggi.
Neppure la tragedia Moro sembra sia servita a dare una sferzata di energia per colpire e mettere in condizione di non più nuocere i nemici della democrazia: anzi è proprio di questi ultimi tempi la indegna farsa - di mezze notizie, di mezze smentite, di atteggiamenti reticenti da parte di governanti e uomini politici, magari così spigliati e loquaci per difendere libertà e democrazia nei paesi dell'Est europeo, ma così riservati e balbuzienti quando si tratta di aiutare a difendere la nostra, di democrazia!
E come ultima beffa la fuga del neonazista Franco Freda, principale indk2lato per la strage di piazza Fontana, che ora è libero di dare una mano a quanti - fascisti o brigatisti - vogliano giocare la loro sangunaria partita: ora incomin-
cerà la pioggia di giustificazionedi scarico di responsabilità, di "non so, non c'ero, se c'ero dormivo", mentre il neonazista è libero di tramare contro le nostre istituzioni. Il paese è stanco di parole e promesse non mantenute, vuole fatti significativi che diano la certezza che si è imboccata una strada
nuova, che veramente si voglia la salvaguardia della libertà, della convivenza civile, della dialettica democratica: sappiano i reticenti, i passivi e i titubanti che nel paese ci sono larghe masse che hanno la coscienza e la forza per potere e dovere esigere radicali cambiamenti.
Finalmente una realtà
TRIBUNA APERTA
Queste colonne sono a disposkione di tutte le forze politiche e sociali. Non necessariamente l'impostnione e il contenuto degli articoli rispecchiano l'opinione della RedaVone.
Nuovi rapporti in C.d.Z.
zione con lo SMAL (con il quale c'è stato un incontro il 12.10) chi di intervento nella scuola (dove c'è la popolazione più giovane e quindi più bisognosa di essere correttamente formata) chi vorrebbe trovare il sistema di uscire sul territorio cercando di sollecitare la popolazione a parlare dei propri problemi per tentarne la soluzione. È evidente che di fronte a uno qualunque di questi propositi, salta all'occhio l'esiguità degli operatori e delle ore a disposizione, utilizzabili soltanto per un normale lavoro di routine, che non lascia certo spazio ad una visuale più ampia e a diversi
progetti di lavoro.
A questo punto due sono gli atteggiamenti che i cittadini e il Comitato di Gestione, possono assumere o rassegnarsi ad avere in Zona un "finto" servizio, o lottare con precise richieste, perchè questo diventi veramente di utilità sociale.
Per fare questo occorre come sempre partecipare, dare le nostre idee per avere in cambio qualcosa che ci somigli, che sia come noi l'abbiamo richiesto, qualcosa insomma che rispecchi le necessità precise della zona e quindi dei suoi abitanti.
Biondi Denise
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ba un mese il nuovo Consiglio di Zona vede la gran parte dei partiti che vi sono rappresentati lavorare sulla base di linee programmatiche unitarie, approvate nella seduta del 27 settembre, in cui si riconoscono più o meno tutti: dai comunisti, ai socialisti, ai democratici cristiani. Lo sforzo di mediazione che la compagna Adamo, rieletta in luglio per la seconda volta alla presidenza del Consiglio, ha compiuto tra le varie posizioni espresse dalle forze politiche, è stato premiato nel modo migliore. E pur constatando con soddisfazione che nel consiglio della nostra zona, presieduto da una comunista, tutte le forze politiche si ritrovano unite attorno ad un programma, crediamo sia giusto rilevare come una volta tanto, di fronte ai problemi concreti dei cittadini, la volontà di lavoro comune abbia prevalso sulle differenziazioni ideologiche. Era veramente ora, e noi comunisti possiamo ben dirlo! Per quasi un anno, infatti, proprio sui comunisti è ricaduta una parte notevole del funzionamento del Consiglio, e soprattutto sul presidente, a causa del vuoto prodotto dalle continue dimissioni di consiglieri degli altri partiti, dell'abbandono conseguente del coordinamento di diverse commissioni, ed :n particolare a seguito di un rifiuto pregiudiziale -del precedente gruppo della D.C. a lavorare attivamente in consiglio di zona. La situazione ora è cambiata. Nei partiti della zona si è fatta strada una consapevolezza nuova: ora chi ha idee e volontà di impegno non ha che da mettersi all'opera. Finalmente i cittadini potranno giudicare i gruppi presenti in Consiglio non più solo per il brillare della loro assenza o per la loro assurda e pregiudiziale estraniazione, ma anche per quanto dimostreranno di saper fare. I problemi aperti sono grossi e riguardano tutti i settori di intervento definiti dal nuovo regolamento per il Decentramento. Casa, urbanistica, scuola, servizi socio - sanitari, ecc.: per ognuno di questi settori è richiesto uno sforzo notevole a ciascun partito come a tutti insieme. Ma è necessaria anche una crescita della vita politica nella zona, attraverso un più aperto ed esteso confronto dentro e fuori dal Consiglio: nei quartieri, con le diverse associazioni dei cittadini, con le organizzazioni dei lavoratori. Un numero più grande di cittadini deve sentirsi partecipe delle scelte: la necessaria "qualità" della partecipazione imposta dai compiti di governo a cui i consigli sono chiamati, deve unirsi alla "quantità" della partecipazione, esprimendo più compiutamente un nuovo modo di governare non solo ia zona; ma la stessa città. È con questa visione che noi comunisti crediamo
in una impostazione di lavoro in grado di confrontarsi con tutte le organizzazioni sociali, culturali, sportive presenti nei quartieri, cioè con tutti i momenti di vita associata. È necessario però che ogni partito contribuisca al superamento di atteggiamenti corporativivi che a volte sono presenti tra gruppi di cittadini, affermando una concezione d'insieme dei problemi della zona nel quadro più generale della realtà cittadina. Esasperare la frantumazione della società in gruppi contrapposti, corporativamente chiusi a difesa dei propri interessi, significherebbe alimentare quei processi di disgregazione sociale già fin troppo pronunciati. E in questo senso i partiti, come tali, hanno delle grosse responsabilità. Un punto di partenza per tutti, crediamo, deve essere la presa d'atto del ruolo insostituibile a cui assolvono i partiti come momento fondamentale della vita democratica, a cominciare dalla zona 8. E ricordiamo questo in particolare ai rappresentanti di D.P. e del P.R.I. che, spesso, per le posizioni che assumono sembrano scordarsi che loro stessi siedono nel consiglio della Zona 8 perchè un partito, il loro, li ha nominati. Ma destano preoccupazione anche certi atteggiamenti che la D.C., in alcune occasioni, ha manifestato rispetto al ruolo dei partiti, visti più come antagonisti dei cittadini e delle organizzazioni sociali, che non come realtà concreta e vitale per la zona e per lo stesso Consiglio. Infine, da parte dei compagni socialisti, ai quali siamo uniti da una lunga esperienza di lavoro unitario (e non solo da questo), mi pare che andrebbe considerata più attentamente l'importanza di una maggiore disponibilità al confronto con le altre forze politiche, soprattutto sul terreno dei problemi concreti. Vedere sempre tutto attraverso l'ottica della maggioranzaopposizione può a volte far perdere quella visione pluralistica della vita politica e civile che invece impone il confronto, il dialogo, la ricerca comune delle soluzioni. Ricercare e promuovere il confronto, d'altra parte, non significa certo confondersi con gli altri e sminuire la propria identità. Anzi, credo che mai come in questa occasione si offra a ciascun partito la possibilità al tempo stesso di svolgere un lavoro unitario e l'occasione per esprimere appieno le proprie capacità di idee e di lavoro.
Quella che stiamo vivendo è una fase del Decentramento che vede delle importanti novità sia sul piano dell'impegno dei gruppi politici che dei rapporti tra loro, e questo mi pare iFmodo migliore per avviarsi alle elezioni dirette del 1980.
Eugenio Bivio Responsabile PCI
Zona 8
Formate in Consiglio di zona le Commissioni di lavoro: ecco i nomi dei nuovi coordinatori:
Commissione Urbanistica: Bianchi - PSDI
Commissione Scuola: Marrone - PSI
Commissione Igiene e Sanità: Peviani - PCI
Commissione Lavori Pubblici e Demanio: lasoni - PCI
Commissione Cultura: De Lunes - DC
Commissione Sport: Bellomo - PSI
Commissione Bilancio: Colli - DC
Commissione Lavoro e carovita: Carvelli - PCI
Commissione Decentramento e Personale: coordinata ad "interimi" dal Presidente.
20161 fitiewto
Un ginecologo del consultorio dr. Spreatico, l'assistente sociale Cuccarullo e l'assistente sanitaria Santi a colloquio con gli utenti del centro.
1978
Ottobre
Una veduta di Bruzzano ai giorni nostri Mediolanum
Storia di Milano
Lo giuro. Ho fatto il possibile. mi sono trasformata in topo di biblioteca, mi sono impolverata, graffiata, ho rischiato di rimanere sepolta sotto tomi da 2.000 pagine cadauno, ho scalato scaffali alla ricerca di.... Bruzzano. Ed help! Pare che la storia di Milano e dintorni scritta da eminenti scrittori non comprenda il quartiere. E allora? Allora non posso raccontarvi vita. storia e miracoli, bensì quelle notizie che sono riuscita a ramazzare in solai, cantine, ecc. Dunque:
C'era una volta nei dintorni di Milano, a nord. tanta, tanta campagna verde, bella, piena di alberi, cespugli, fiori e in questo luogo beato un comandante romano pose a difesa un gruppo di soldati a contrastare l'invasione dei Longobardi. Dalla tendopoli, i romani passarono a costruire, tra una battaglia e l'altra, case in muratura. Nacque così il primissimo nucleo di quella che in seguito sarebbe divenuta Bruzzano. Allora si chiamava Brutianum e Blassius, dal nome dei fondatori.
I Longobardi vinsero (una curiosità: da una tomba scoperta recentemente in quel di Trezzo d'Adda, risulta che lo scheletro dell'occupante. Longobardo, appunto, supera i due metri d'altezza).
Il piccolo nucleo, lasciato libero dai romani, divenne dimora dei contadini della zona che vi si insediarono ed iniziarono a coltivare quei terreni, che attraversati dal torrente Seveso - oggi coperto in questo tratto - erano molto fertili e producevano granoturco. frumento, segale, vino, patate, legumi ecc.
Passarono gli anni e nulla turbò, in particolare, la pace del sobborgo che divenne poco a poco un piccolo comune autonomo. disgiunto e insieme legato alle alterne vicende di Milano.
Gli abitanti vivevano in cascine e baracche sparse nella zona. Due erano le cascine più grandi dette "Del Sasso" e "Dell'Isola" e da queste due cascine il piccolo comune prese anche l'appellativo di Due Borghi.
Comunque, ben presto si adeguò ai ritmi della nascente civiltà industriale. Infatti già nel secolo scorso contava diverse filande e filatoi, che occupavano principalmente le donne, e riforniva di materiale umano, cioè muratori e falegnami, i comuni vicini e Milano (cominciarono da allora, gli abitanti, a fare i pendolari).
Bruzzano dei Due Borghi perse definitivamente la sua autonomia nel 1868, quando passò al comune di Affori, anch'esso autonomo. Nel 1923 vennero ambedue aggregati al comune di Milano. Della vecchia Bruzzano rimane ben poco ormai. Sparita la campagna, che gli aveva assicurato l'autonomia per lunghi secoli, poche le vecchie cascine, che finiranno per sparire.
Non più le vecchie ville Macchi e Mangili (dal nome di due nobili famiglie milanesi) sedi di grandiosi parchi. Ora su quell'area sorgono gli immobili di Donna Gemma.
Sparita anche una piccolissima chiesetta, quella di S. Claro, che si trovava in via Sant'Arnaldo e conteneva un cofanetto con le reliquie del Santo e alcune tele, una delle quali raffigurante S. Maria nascente.
Sparito anche il ricordo di un figlio di Bruzzano, il capitano Panera, che catturò Enzo il figlio naturale di Federico II (l'invasore). Sparito tutto, soffocato dal cemento. E quello che doveva essere un quartiere modello è
Distretto 31: realtà e problemi
È iniziato un nuovo anno scolastico. Com'è naturale, tutti coloro che si sentono impegnati sul problema della scuola si immergono nel presente ("carosello" degli insegnanti, doposcuola, refezione ecc.) o si proiettano nel futuro (programmazione educativa, iniziative didattico - culturali ecc.).
dobbiamo cercare di risolvere. Il distretto
divenuto invece un quartiere dormitorio. Voluto così, e ci tengo a dirlo, da chi nei decenni passati ha fatto una politica di speculazione su questi territori.
Ora si tenta di riportare Bruzzano. e gli altri quartieri periferici, ad una dimensione umana, creando strutture più agili. Ma quello che di male è stato fatto
Un'analisi di attualità
negli anni addietro, purtroppo resta. Il compito che spetta al comune di Milano oggi è veramente difficile. Il prossimo numero spero di potervi parlare della Comasina. Ohimè! Mi si rizzano i capelli in testa! In quale buco troverò le notizie relative?
Maura Ceccaroli
Tuttavia, secondo me, è necessario guardare anche indietro, esaminare dati, situazioni, atteggiamenti che fanno parte del nostro (in questo caso recente) passato scolastico, in quanto ci possono aiutare ad andare avanti con maggiore consapevolezza dei compiti che ci aspettano e dei problemi che
Gli ultimi "figli dei fiori"
Lo sfasciamento politico dei gruppi della nuova sinistra ha portato notevoli ripercussioni anche sul piano umano. Dalla loro fase di riflusso sta prendendo sempre più piede una certa forma di neo - movimento hippie, in termini caserecci, il fricchettonaggio. Il fricchettonaggio è l'ultima arma che si è trovato in mano il sistema o comunque, che non ha interesse che l'Italia cambi. È un'arma involontaria ma non per questo meno pericolosa e manca anche del retroterra culturale che almeno aveva il movimento degli anni 60 negli U.S.A., che dei fini (tipo la chiusúra dell'impegno nel Vietnam) perlomeno ne aveva.
È tutta gente, i freaks, che nominalmente anche sinceramente stanno da sinistra, come diventa allora un'arma per il sistema il loro stile di vita?
Non penso di raccontare eccezionali novità se dico che si chiudono in loro stessi e nel loro ambiente creando tanti piccoli microcosmi che con la realtà vera non ha più nulla a che fare. Cosa c'è? Il fumo, lo sbattersi e quattro risate sul "Male". Sotto sotto? Nulla, il vuoto, tali e quali ai qualunquisti che vanno nelle discoteche o sono pienamente asserviti ai moduli consumistici della società. Il fricchettonaggio è qualunquismo visto da sinistra.
Chiusi, come sono in loro stessi perdono, come già detto, la visione vera delle cose, sono carichi di ribellismo (ma chi, in fondo al cuore, non è ribellista?
Solo che c'è modo e modo). Il loro ribellismo è fine a se stesso in quanto non ha sbocco nelle lotte sociali o in un tentativo rea-
le di cambiare. Si sfoga in rabbia "verbale" contro la società, contro la sinistra storica e poi magari in manifestazione si urla "Curcio libero!".
Cos'è la loro vita se non un vagare continuo alla ricerca di un "personale" che poi si perde per strada, tra avventure e continue fumate? La realtà non c'è più perchè tendono a scadere a fenomeno folkloristico ed è questo il danno peggiore che essi fanno, a loro stessi e ai giovani che, perlomeno, si impegnano in una qualche maniera. Sono folkloristici perchè ormai si vede: vestiti come capita, e questo è giustissimo, ma con attaccata un'eterna aria sbattuta. Parlano e più che chiederti: "Scusa ce l'hai del fumo?" non fanno.
I discorsi sulla realtà suonano all'incirca: "No .. ma cazzo vedi com'è cioè ... non farti di queste paranoie .... cioè vedi cazzo c'ho un casino di menate ... cioè non è regolare". Chiaramente questo non può che fare il gioco di chi non vuole alcun rinnovamento, perchè il rinnovamento passa dai giovani e queste persone possono sempre dire: "Ma che rinnovamento volete che ci sia con simili elementi?". Insomma è un fenomeno molto diffuso e pericoloso perchè investe soprattutto il proletariato giovanile e disoccupato lasciato ai margini dalla società. Sono un po' pesante, lo ammetto, ma parlo con una certa cognizione di causa perchè anch'io ho passato simili periodi di sbattimento e mi guardo attornb, ma ora non bisogna considerare che io veda i fricchettoni come della gente da emarginare ancora di più e da condannare. Il discorso è più
ampio e investe la crisi dei valori sessantotteschi. Siamo in pieno riflusso, siamo i figli della strategia della tensione che ci ha tolto la serenità a livello inconscio e ci ha fatto carichi di tanti problemi. C'è chi reagisce al vuoto morale del crollo dei valori che parevano dovessero essere residenti nel 68 tuffandosi nel deleterio qualunquismo da discoteca e c'è chi, sommando il crollo di questi valori allo sfascio del Movimento, si dà al fricchettonaggio. Da qui esce la voglia di autodistruzione che c'è nell'eroina, da qui si diventa "flippati" a furia di fumare la roba leggera fino a pensare solo a fare la colletta per prendersi un'altra "caccola," da qui i più incazzati ingrossano l'autonomia. In ogni caso le vie che si aprono sono chiuse al reale conflitto di questa nostra vita, cioè quella contro uno stile di vita insufficientemente umano e falso.
È bene meditare su un simile problema, perchè per me stà appena un gradino più in sotto di quello, annoso, dell'eroina e cercare di non fare cadere nel qualunquismo di sinistra masse sempre più grandi di giovani. La speranza mia e spero di altri, è che le forze che operano nel campo della sinistra ancora valide, sappiano porsi a un livello il più umano possibile con chiunque viene emarginato o che tende ad autoemarginarsi e riuscire a fare capire che se gli errori nella politica ci sono, e tanti, almeno a livello di quartiere o di zona, c'è il modo di far qualcosa perchè domani qualcosa possa cambiare.
Daini Fiorenzo
Il distretto, per esempio: penso che per tutti coloro che partecipano assiduamente alle sue sedute sia chiara l'importanza che questo organismo può avere, sia per la visione territoriale dei problemi scolastici, sia per l'avvio - finalmente - di una reale programmazione educativa.
E tuttavia alcuni elementi di riflessione sui suoi primi mesi di attività mi pare che vadano dati. Partecipazione dei membri eletti e designati
Dei 38 componenti il CSD 31 (corrispondente alla zona 8). molti sono quelli che hanno partecipato con continuità alle riunioni, anche se in un caso si è dovuta rinviare la convocazione perchè mancava il numero legate. Alcune componenti sono però state particolarmente assenti (naturalmente con le dovute eccezioni) o, per lo meno, si è sentita la loro mancanza: quella degli studenti e quella dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Considerata l'importanza dell'iniziativa per la riforma della media superiore, del collegamento fra scuola e sbocchi professionali, fra scuola e mondo del lavoro, queste "defezioni" non sono prive di significato e di riflessi pratici. Vale quindi la pena pensarci sopra. Mi sembra anche che vi sia stato uno squilibrio fra chi si impegnava nelle riunioni distrettuali e chi partecipAa al lavoro concreto delle commissioni. In parte questo fatto può essere dovuto alla concomitanza di altri impegni scolastici (la maggior parte dei membri sono membri anche di altri organismi), in parte però l'articolazione del lavoro non dava ancora spazio alle capacità o alla disponibilità dei singoli. Ecco quindi che un maggiore coinvolgimento dell'insieme dei membri del CSD si configura come un obiettivo da raggiungere, per evitare sovraccarichi di lavoro su pochi e per poter operare con maggior efficacia su un più ampio arco di problemi. L'istituzione di commissioni di lavoro permanenti, deciso nella prima riunione del CSD del nuovo anno scolastico, va proprio in questa direzione. Partecipazione del pubblico alle sedute
È stata sempre molto scarsa, ad eccezione di un caso in cui si trattava di uno specifico problema riguardante una scuola.
È anche questo un elemento su cui riflettere.
Rapporto fra le diverse componenti e i diversi membri del CSD
Se da un lato mi pare che non si siano avute tendenze a chiudersi nel proprio specifico ruolo (il genitore che parla nell'interesse dei soli genitori, l'insegnante in quello dei soli inse-
1978 pagina 3
Ottobre
È morto Luigi Tavacca
Addio Lui i!
Colpito da una malattia incurabile è morto mercoledì 4 ottobre all'età di 77 anni Luigi Tavacca.
Con la sua scomparsa la nostra Zona perde una delle figure più prestigiose della lotta contro il fascismo.
Sin dalla giovane età, siamo nel 1918 al 1992, entra a far parte di un gruppo anarchico del mantovano, sua terra d'origine.
Per quella attività di lotta contro il nascente fascismo, sconta i primi mesi di carcere. Trasferitori a Milano aderisce nel 1937 all'organizzazione clandestina Brigate di Spagna, strettamente legate al partito comunista d'Italia, al quale vi si iscrive nel 1942; nello stesso anno viene di nuovo incarcerato fino all'agosto del 1943. Subisce arresti e torture da parte delle squadracce fasciste Muti.
Dopo la liberazione, il suo impegno politico lo svolge con costanza. passione, ed intelligenza. sia all'interno del partito, (ricoprendo per il primo periodo la carica di segretario, della sezione Paternoster di Affor e poi via, via nelle varie Commissioni di lavoro) che nelle varie istituzioni democratiche, sindacato, Cooperative, ed infine, nel sindacato pensionati.
Ancora pochi mesi prima che l'aggravarsi del male lo costringesse a letto, il suo attivismo di grande combattente era d'esempio ai giovani compagni del partito.
Ci commuove qui ricordare, ora che lui non è più, l'ultimo incontro che ebbe con gli alunni delle !elementari di Affori, ai quali insegnò le esperienze e i valori della Resistenza.
Il 25 aprile di quest'anno la sez. AMPI della zona gli conferì la medaglia d'oro al merito.
Che Luigi Tavacca godesse della stima, del rispetto, e dell'affetto dei suoi concittadini, se ne è avuta la conferma, nella grande e commossa partecipazione ai suoi funerali. Moltissima gente, composta di donne, uomini giovani del suo partito e non lo hanno accompagnato nel suo ultimo viaggio, al quale ha reso l'estremo saluto il compagno di prigionia Tarquinio Veronesi (Marco).
M. M.
Caro Compagno Luigi, siamo qui per ringraziarti degli insegnamenti che ci hai lasciato.
- Dopo innumerevoli anni di lotte condotte e combattute al tuo fianco, il più delle volte nelle più sfavorevoli condizioni.
- Sempre fosti in prima fila, infondendoci Fede, Entusiasmo, Fiducia negli ideali del Socialismo, ME soprattutto Fiducia nell'Uomo.
Ci hai insegnato la Tenacia, il Coraggio ma anche la Bontà.
Ci hai insegnato la Comprensione e la Tolleranza.
"L'uomo può sbagliare — dicevi — è umano, dobbiamo aiutarlo a correggersi a ritrovare la sua vera Dimensione"
Mai accusasti sfiducia o stanchezza. Sempre disponibile in tutto e per tutti.
Ricordo l'episodio del maggio '43 quando fummo arrestati e portati a S. Vittore dove tu eri già rinchiuso da parecchi mesi.
Appena lo venisti a sapere e sfidando l'ira degli aguzzini, attraverso la finestra, ci gridasti a squarciagola il tuo incitamento:
"In alto i cuori compagni"
Dopo la Liberazione il tuo esempio nelle molteplici tue attività svolte nel Partito, nelle Associazioni Democratiche, sempre significarono incitamento, per noi e per i giovani ai quali sempre ti rivolgevi.
- E anche avanti negli anni mai ti risparmiasti anche quando la salute ti consigliava prudenza, ed anche per questo ti ringraziamo.
Caro compagno Luigi, ti siamo soprattutto grati per l'esempio di grande dignità umana e di coraggio Offertoci in questi tuoi ultimi giorni di vita.
- Il tuo sorriso, i tuoi occhi pieni di amore e di affetto atti a rassicurarci.
Raccoglievi con sforzo il braccio. con il pugno chiuso a significarci la tua immensa Fede e l'incitamento a proseguire per Te: Avanti Sempre.
- Il Partito con te è cresciuto, ha progredito, si è fatto forte.
E anche per questo te ne siamo grati. Siamo qui con i tuoi famigliari, con i compagni, con gli amici. A porgerti l'ultimo nostro commosso saluto.
Cogliamo il messaggio del Tuo patrimonio Ideale e ti promettiamo di portarlo sempre Avanti.
(l'amico e compagno Tarquinio Veronesi)
La redazione di A.B.C., aveva in programma una intervista a Luigi Tavacca, ma con l'aggravarsi della malattia la stessa non fu più realizzata. Intendendo pubblicare una biografia più completa, preghiamo la famiglia (alla quale rinnoviamo la nostra commossa partecipazione al lutto) agli amici ai compagni che fossero in grado di aiutarci a raccogliere documenti, lettere, foto di farcele pervenire, presso la redazione. Materiale che ci impegnano a restituire.
GIUSEPPE A. GATTI
L'inchiesta a Bruzzano
Poca partecipazione
dalla prima pagina nei fumetti rosa"; così si può ignorare la realtà che ci circonda, rinchiudersi in un proprio mondo fasullo che niente ha della vita vera. O nella droga. Certo! I nostri figli, sono intelligenti, forti, bravi e belli, Non cadranno mai nella droga. Salvo poi ' accorgersene quando è troppo tardi.
Quando gli anziani dicono: "ormai abbiamo fatto troppo," o peggio quando qualche cittadino risponde: "il problema degli anziani? Via! chi ha vissuto la propria vita deve fare spazio agli altri." Loro, non ci pensano non diventeranno mai anziani! Chissà, forse non ci arriveranno, visto le condizioni sul lavoro che persistono ancora, e di cui non s'interessano. O quando tutti dicono concordamente: "sì, i problemi ci sono, ma altri penseranno a risolverli." Allora viene veramente da chiedersi quanto carente sia l'informazione, o, piuttosto quanto grande sia il qualunquismo di quelle stesse persone che però sono sempre pronte a criticare senza cognizione di causa, a sputare sentenze senza riconoscere nè gli sforzi fatti nè quelli che seguiranno, senza capire che i problemi, i disagi li deve combattere chi li vive.
Oggi, non ci si può più trincerare dietro il comodo paravento del "non sono capace", dell'ignoranza, non più perchè a differenza di ieri chi ci amministra è teso nello sforzo di far capire ai cittadini che c'è bisogno di tutti per rendere le cose migliori, perchè ora esistono istanze dove incontrarsi a discutere a decidere insieme: il consiglio di zona, il consultorio, la scuola con le riunioni tra genitori e insegnanti, gli asili, il luogo di lavoro, e... perchè no? ABC che attende da tempo la partecipazione viva di chi, volente o nolente, abita in questa zona.
La colpa quindi è solo di chi non vuoi vedere; troppe persone non vogliono lottare, preferendo rinchiudersi nelle loro casette confortevoli, chiudere gli occhi.
Non vogliamo fare accuse, nè vogliamo metterci in cattedra (non ne saremmo capaci) è solo una constatazione di fatto. Esiste, il menefreghismo e ciò fa comodo, ricordiamocene, ad una sola categoria di persone. "Bisogna smetterla - e lo dicia-
Sarebbe ora!
Sono anni che nella nostra zona si parla della necessità di istituire una nuova linea di trasporto che colleghi la zona di Niguarda a quella di Quarto Oggiaro, passando per i nostri tre quartieri.
L'utilità che avrebbe questa linea è fin troppo evidente a tutti i cittadini. Oggi, infatti, chi da Affori o da Bruzzano deve recarsi a Niguarda (o viceversa), non ha che tre possibilità: andare a piedi passando per i campi (e disponendo di tempo potrebbe essere una buona soluzione); usare un mezzo proprio; oppure prendere la 70 o la 52, arrivare fino in Carlo Farini all'incrocio con v.le Stelvio e tornare indietro con un altro mezzo. Se poi si vuole andare a Quarto Oggiaro, la questione diventa ancora più complessa.
Eppure si tratta di tre zone
mo con le parole di una cittadina - di delegare altri, bisogna svegliarsi, unire gli sforzi di tutti. perchè i problemi di uno, sono collettivi. Farsi, insomma partecipi del nostro vivere quotidia-
confinanti tra loro.
Dopo anni di richieste, lo scorso anno l'Amministrazione comunale decise il collegamento tra Quarto Oggiaro e Comasina, con la linea 40. Se pure questo è stato un primo positivo risultato, oggi è necessario andare oltre, sulla base di quanto lo stesso Consiglio di Zona 8 ha da
no".
O, è meglio dire, per metterci la coscienza in pace: tanto non serve a niente?
a cura di Maura Ceccaroli
tempo proposto: e cioè effettuare il collegamento fino a Niguarda senza escludere, diciamo noi, l'ipotesi di arrivare fino alla stazione centrale. In ogni caso, dopo tante proposte, richieste, sollecitazioni, crediamo che almeno una sperimentazione della nuova linea possa essere intrapresa da parte dell'ATM. E sarebbe ora!
Il personale della linea "52", conscio del grave disservizio provocato dalla mancata effettuazione del capolinea notturno al Quartiere Comasina informa che da lunedì 19.9.1978 lo stesso è stato ripristinato.
Pertanto, a partire da tale data, le vetture sosteranno normalmente secondo gli orari previsti dalla tabella di marcia. Rimane tuttavia inteso che se il personale verrà molestato come in passato, lo stesso, in accordo con le Organizzazioni Sindacali, adotterà quei provvedimenti atti a difendere l'icolumità personale degli autisti, non ultima la eventuale sospensione del servizio notturno all'interno del quartiere.
Distinti saluti
II personale della linea "52"
L'ultima medaglia a Luigi Tavacca: 25 Aprile 1978 a Villa Litta medaglia d'oro dell'ANPI
pagina 6 nic111.44. Ottobre 1978
Alcuni abitanti di Bruzzano intervistati da ABC
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Sport
Nasce il centro sportivo Bovisasca
Su questo tema l'Unione sportiva Bovisasca ha indetto sabato 7 ottobre una assemblea pubblica nella scuola elementare di via Gabbro che ha visto la partecipazione, oltre che di rappresentanti della società sportiva, del Presidente del Consiglio di Zona, Marilena Adamo e del coordinatore della Commissione Sport, signor Bellomo e di molti cittadini dei quartieri interessati, soprattutto giovani. Come forse i lettori ricorderanno, le "vicende" del campo sportivo della Bovisasca risalgono all'autunno dello scorso anno, quando per l'urbanizzazione del lotto di edilizia popolare 51, fu abbattuto il vecchio campo sportivo, costruito con il lavoro volontario dei soci dell'U.S. e dei cittadini del quartiere sul quale da dieci anni circa giocavano i ragazzi, e i meno ragazzi, del Bovisasca, del Montecatini e del Litta Modignani e che rappresentava per molti, oltre che un luogo per praticare dello sport, un centro di aggregazione sociale e ricreativa. Nel corso dell'assemblea si è ricordato come, in quell'occasione, Comune di Milano e Consiglio di Zona si assunsero l'impegno di individuare un'area di proprietà pubblica nel quartiere, su cui si potesse ricostruire il campo nel giro di un anno. Quest'impegno, anche se un po' tardivamente è stato mantenuto dal Consiglio di Zona che ha deliberato di assegnare all'U.S. Bovisasca parte dell'area conosciuta come l'ex pioppeto tra via Assietta e via Litta Modignani di proprietà della Provincia.
Dopo alcune trattative "sollecitate" anche da un'occupazione simbolica dello scorso giugno, la Provincia ha deliberato di assegnare 25.000 mq. dell'area in questione al Consiglio di zona per soddisfare i bisogni del quartiere. Si tratta quindi ora di concretizzare una convenzione tra Provincia, Comune di Milano e Società sportiva che assuma le caratteristiche del contratto fissando i reciproci impegni.
Su questi argomenti si, è dibattuto, anche con toni piuttosto vivaci, durante l'assemblea. Da parte della società sportiva e dei cittadini del Bovisasca si ribadiva infatti la necessità di serie garanzie rispetto all'uso del campo, garanzie che giustifichino lo sforzo comune del quartiere per la sua costruzione. Da parte dei rappresentanti del Consiglio per contro si ribadiva la necessità che il campo, pur assegnato all'US Bovisasca, sia aperto ad un uso più allargato a tutte le società sportive della zona Prive di campo attraverso forme da concordarsi. Chiarire le diverse posizioni ed esigenze non è stato facile. "Noi non vogliamo leniorare e spendere i soldi dei ragazzi e dei genitori del quartiere, perchè poi alla fine, quando c'è da tagliare il nastro vengano le altre società!" ha detto un partecipante all'assemblea. "La 'fame' di aree per lo sport è di tutta la Zona e noi non possiamo favorire una Società e un quartiere senza garanzie che ne tragga un beneficio l'intera zona!" hanno ribadito i rappresentanti del Consiglio.
ll dibattito, arricchito da numerosi interventi, ha permesso fortunatamente di giungere ad un chiarimento sulla base del comune obiettivo: dare al quartiere e alla Zona un nuovo centro per attività sportive non "speculative", gestito democraticamente, aperto soprattutto ai giovani e alle scuole in particolare.
L'U.S. Bovisasca ha presentato ai cittadini un progetto per la realizzazione del centro, che prevede oltre al campo da pallone, una pista per atletica, un campo da bocce, da pallavolo, da basket e da tennis. Un progetto ambizioso, soprattutto se si pensa che la società attualmente non ha una lira: c'è però l'ottimismo di chi ha voglia di fare.
Nell'aprire una sottoscrizione pubblica, è stato detto: "Possiamo realizzare II centro in due anni o in dieci, a secondo di come la gente risponderà, ma lo costruiremo: abbiamo le braccia ela volontà".
Un film che vi consigliamo
L'albero degli zoccoli
Attori impersonati da contadini della campagna bergamasca
Regia: ERMANNO OLMI
Giudizio: ottimo
Chi da tempo ha lasciato il cinema per la più comoda e meno culturale poltrona televisiva, ha l'opportunità di riaccostarsi ad un'espressione artistica figurativa che non ha uguali. Olmi è un poeta puro. Per realizzare "L'albero degli zoccoli" (vincitore del Festival di Cannes nel maggio scorso) si è completamente affidato ai contadini bergamaschi di oggi per la ricostruzione di scene quotidiane tra l'autunno del 1897 e la primavera del 1898, come avrebbero potuto viverle i loro vecchi, nello stesso alone ambientale intriso di sentimenti semplici ed antichi.
Immagini vibranti ci riportano il profumo della primavera, la fatica giornaliera degli umili, i loro sentimenti religiosi che sconfinano nella superstizione; l'armonia di un mondo ormai scomparso, affogato dalla frenesia del ritmo e del consumismo. Certo non tutto è da salvare di quel mondo, ma resta il rimpianto di quanto si è distrutto nel nome di falsi valori fatui che non riempiono la nostra solitudine.
L'incanto delle voci sull'aia, i tocchi delle campane, il timbro dialettale dei contadini ci rinnovano ricordi d'infanzia, racconti di nonni. La musica di Bach è essenziale per sottolineare la dolcezza e la severità composta di certe immagini.
Se volete gustarvi il film nella sua pienezza, andate a vederlo in edizione integrale in dialetto bergamasco, perchè era l'unica lingua parlata dai contadini quindi indissolubile dai personaggi. Con quest'opera Ermanno Olmi entra tra i grandi del cinema di ogni tempo. A differenza di Bertolucci in "Novecento" Olmi non ha voluto fare un film politico, limitandosi a lasciare la parola al vari personaggi, intrecciando così la storia di varie colorazioni politiche, ma in schemi ben precisi ed indicativi (vedi la proterva sospettosità del padrone e l'umiliazione alla quale sono sottoposti I Batisti). Comunque, tra II lirismo delle scene di campagna, Il magico fascino della cascina e la commozione della semplicità dei contadini affiorano quelle che saranno le prime lotte di classe. I giochi del bambini, fatti di niente, si intrecciano alle tribolazioni dei grandi, ma tutto acquista una dimensione ben precisa ed è la dimensione della campagna, con la sua storia millenaria, con i gesti che si ripetono come un rito, ora festoso ora drammatico. Per questo io chiamo Ermanno Olmi il poeta della semplicità.
Mario Longagnanl
quesito scacchi
Soluzione del quesito precedente
Cf5+!!, C:f5; 2. Ce7!! ed ora, se il nero prende il Cavallo causa lo stallo, mentre la risposta a , Ce3; è 3. Cf5+! e quindi stallo o pareggio di materiale e della situazione.
Il tratto è al nero, la soluzione brillante, un punto micidiale e il La soluzione nel prossimo numero. bianco abbandona.
Leggete diffondete
LE NOTIZIE UTILI DI ZONA
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Martedì
Ottobre 1978 1~1110Ö1Ö pagina 7
i —J RITAGLIANDO QUESTO BUONO SI
DIRITTO ALLO SCONTO DELL'IMPORTO INDICATO PER OGNI GENERE DI ACQUISTO
HA
FFORI - BOVISASCA FFORI - BOVISASCA RUZZANO RUZZANO OMASINA OMASINA
Numero unico in attesa di autorizzazione
Redazione: Via Astesanl, 27 Mario Migliaccio, Andrea Colombo, Maura Ceccaroli, Mario Longagnani, Roberto Previtali
Fotografia e impaginazione: Sergio Ferrarlo
Direttore Responsabile: Edoardo Gardumi
Hanno collaborato a questo
numero: Denise Biondi, Eugenio Bovio, Fiorenzo Baini, Walter Casale, Il personale della linea "52"
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100 e più sostanze nutritive nel latte fresco
Tante sono le sostanze nutritive contenute nel latte fresco, anche se il più delle volte vengono elencate solo le più importanti per quantità e valore nutritivo.
Che il latte sia "il re degli alimenti" non deve meravigliare, se si pensa che è l'unica sostanza nata come alimento per la continuazione della vita e che non ha altra ragione di essere nell'economia della natura.
Ma, questo primo ed importantissimo elemento della vita, l'unico vero alimento completo, è troppo spesso considerato semplicemente "un liquido bianco", ideale solo per bambini e malati. Contenendo tutti i principi nutritivi fondamentali (proteine, zuccheri, grassi, sali minerali e vitamine) in giusta proporzione, il latte fresco è indicato per tutte le
età quale importante integratore della dieta giornaliera.
Il consumo del latte fresco, però, deve essere accompagnato da piccoli ma precisi accorgimenti.
Innanzitutto il latte va tenuto in frigorifero (chiuso nella sua confezione, una volta aperto, e mai travasato in un recipiente che non sia sterilizzato): solo così può mantenere inalterate le sue preziose caratteristiche organolettiche.
C'è poi un'operazione, tanto diffusa e radicata, da evitare: la bollitura. Questa operazione risulta inutile, poichè la pastorizzazione cui è stato sottoposto il latte lo rende già sicuro.
Dunque il latte chiede pochi ma precisi accorgimenti e in cambio dà molto.
Un litro di latte contiene un valore proteico pari
eSCO Pcistorizzcito ntero ohlogeneizzato i therRALE bei LArre m
a: 190 g di carne di manzo, 6 uova di gallina, 180 g di prosciutto crudo, 350 g di pesce (sarde), 120 g di parmigiano, ma costa molto meno.
Detto questo, va ricordato che il latte fresco, oltre che particolarmente indicato per la prima colazione, costituisce un'ottima bibita dissetante che può essere bevuta anche sotto forma di frappè o di frullati.
"Chi beve mezzo litro di latte fresco al giorno, ha bevuto metà della sua salute" affermano alcuni scienziati: non resta che seguire questo suggerimento.
O
tte
A
cura dell'Ufficio Pubbliche Relazioni della Centrale del Latte di Milano. Centrale del Latte di Milano
Equo canone
Le legge n° 392 del 2718/1978, più nota come "equo canone", è entrata in vigore il l'agosto scorso. È questa una legge destinata a creare motivi di soddisfazione e recriminazione al tempo stesso, ma una cosa è certa: è la prima legge organica in materia di locazioni dal dopoguerra ad oggi.
L'esigenza di un superamento di quel complesso di leggi e leggine diventate nel tempo sempre più incomprensibili era fortemente presente nelle parti sociali e politiche.
Come tutti gli anni anche quest'anno nelle nostre scuole mancano gli insegnanti.
Come ogni anno i genitori hanno dovuto fare la spola, in Provveditorato, in delegazione per "elemosinare" gli insegnanti.
CONSIDERAZIONI
Un nuovo Papa
Milioni di uomini hanno avvertito una svolta, nell'uomo, nelle sue origini, nel suo dire. Alcuni "segni" sostengono questa novità.
"Siate sempre contro ciò che umilia l'uomo". "Non abbiate paura: aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo".
Il nuovo papa pone molti interrogativi. Tali interrogativi però vanno ricercati non nelle origini storico - politico - religiose di Karol Wojtyla, nell'essere straniero, nel non essere italiano, nell'essere della chiesa polacca, bensì in quegli interrogativi che riguardano la storia mondiale. Quali?
Lo sterminato popolo della fame, della miseria e della disperazione. Uomini, donne e bambini che invocano la loro liberazione da oppressori materiali, morali, fisici e psicologici.
Lo sterminato "popolo ebraico" dell'Africa, Asia, America Latina che attende, che soffre, che lotta per la sua liberazione..
Sterminato interrogativo!
Gli uomini, i loro problemi hanno confini sconfinati.
Le risorse, l'appropriazione di tali risorse, la loro distribuzione.
Opulenza di popoli interi e fame, fame da morte di immense masse umane ... milioni e milioni.
I sistemi di difesa: nazioni con arsenali di morte e distruzione a misura planetaria. L'uomo distruttore di pianeti .. di sé stesso ... Questi gli interrogativi dell'intera umanità.
Il nuovo papa è dentro questi interrogativi. La fede cristiana è dentro questi interrogativi. Posti tali problemi chi sarà il nuovo papa? Che cosa il papato? La Chiesa cattolica? I confini della cristianità? li Vaticano, sterile dimora di sé stesso, che cosa sarà?
La parola evangelica è: "andate". Uscite da voi stessi, dalla cristianità, dai partiti cristiano - catto(segue a pag. 2)
Gli interessi in campo erano di lapalissiana evidenza. Un giro di 2.900 miliardi l'anno, che coinvolge 7.500.000 famiglie. Il risultato di così aspro contendere è stato il raggiungimento di un accordo compromissorio, ampiamente presente in tutta l'impalcatura della legge e che non ne favorisce certo la chiarezza di interpretazione.
Il risultato va comunque valutato positivamente, come dimostrazione della possibilità concreta di trovare soluzioni accettabili a problemi sottovalutati ed accantonati per anni (30?)
La legge n° 392 segna quindi una svolta sul modo di legiferare in materia di locazioni e per la prima volta in modo organico si tenta di organizzare un sistema (il più possibile automatico) di determinazione del canone da pagare per ciascuno degli alloggi esistenti e di quelli che verranno edificati nei prossimi anni.
In sostituzione quindi da una parte del regime di blocco che vedeva presenti affitti estremamente contenuti e certamente sperequati tra le diverse fasce di inquilini e dall'altra del libero mercato che rendeva spesso inaccessibili le nuove abitazioni, la legge ha introdotto il principio del controllo pubblico sugli affitti.
Non ci si deve però illudere, questa legge non è la panacea dì tutti i mali che affliggono il settore delle locazioni ed edilizio più in generale.
È necessario operare affinchè l'edilizia riprenda con vigore: occorrono nuove costruzioni, soprattutto costruzioni da destinare ad abitazioni; assistiamo invece ad un rilancio delle costruzioni da destinare ad uffici e ciò perchè questo tipo di scelta in chiara evasione allo spirito dell'equo canone consente ancora rendite incontrollate.
È stato sul come superare l'ormai inadeguata ed incomprensibile "giungla di norme legislative" in materia che si è scatenato lo scontro spesso con toni drammatici tra proprietà ed inquilinato. I
Più che mai indispensabile quindi una rimessa in funzione dell'attività edilizia che da anni langue creando disagi e danni incalcolabili: importante sarà intervenire per indirizzare opportunamente ed a fini non speculativi le risorse disponibili. Bisognerà puntare soprattutto sull'e(segue a pag. 4)
Gli `stravolti" del sabato sera
Molta gente di sinistra considera l'ambiente della discoteca come un qualcosa di frivolo, lo condanna, se necessario gli da fuoco e poi se ne lava le mani.
Credo però che un esame appena appena approfondito di questo fenomeno di evasione possa servire per farsi un'idea di com'è la gioventù italiana oggi.
Non voglio dire che tutti vadano nelle discoteche, ci sarebbe da spararsi se così fosse, tuttavia è un fenomeno troppo vasto e soprattutto interessa molto anche la nostra zona. Ogni domenica molti giovani migrano dalla periferia alle discoteche del centro. Si dice che siano le palestre del disimpegno. ma non è vero.
Non sono le discoteche che generano il disimpegno, semmai è il contrario.
Di chi è la colpa? Si accusa il
Movimento di non aver saputo infondere nuovi ideali nei giovani e di non averli distolti dai falsi miti, ma non mi sembra esatto.
Certo, gli errori ci sono stati: spezzettamenti ideologici, discorsi fumosi, infarciti di retorica socialista, ma nel complesso si è fatto quel che si poteva. Il 68 è troppo lontano per tutti, è nato troppo improvvisamente perchè lasciasse una traccia duratura, infine ora siamo nel tipico periodo di riflusso ... ed è crollato definitivamente tutto: dai miti di libertà (ricordiamo: f ree love, free music. e f ree joint) si è passati al menefreghismo più deteriore, dai miti comunitari, dalla bellezza di crescere tutti assieme si è passati all'individualismo esasperato. Su tutto questo desolante pa(segue a pag.
Nel nostro Circolo Iseo - Gabbro ne mancano 11:8 per il doposcuola più 3 di appoggio (nella nostra scuola sono accettati i bambini portatori di handicaps).
Per la seconda volta i genitori hanno occupato la scuola e autogestiscono il doposcuola; se così non fosse 150 alunni del nostro Circolo non potrebero frequentarlo.
In questa situazione si trovano anche tutte le altre scuole della zona 8, di Milano e Provincia. Varie denunce sono state fatte anche attraverso i giornali.
A livello di Circolo Iseo - Gabbro sia dai genitori che dalla sezione sindacale insegnanti sono stati stilati diversi documenti in cui si riafferma la volontà di avere un doposcuola non di assistenza ma produttivo e integrato con la scuola del mattino.
Inutile dire che sia i genitori che i docenti. che già operano nella scuola, rifiutano soluzioni di comodo tipo dividere gli alunni eccedenti nelle altre classi. lasciare a casa i bambini i cui genitori non lavorano entrambi.
Tutte queste difficoltà rischiano di vanificare il discorso che da anni si sta facendo all'interno del nostro Circolo sulla scuola del pomeriggio.
Infatti, il Gruppo di Lavoro Refezione e Attività Parascolastiche, composto da genitori insegnanti e personale non docente, sta lavorando affinchè il doposcuola diventi un momento di scuola veramente produttivo. Un documento, elaborato da questo Gruppo, è stato approvato dal Collegio Docenti e fatto proprio per competenza e mediante voto unanime dal Consiglio di Circolo. Alcune delle proposte contenute in quel documento sono: - formulazione di un programma di lavoro che abbracci l'intero arco della giornata, elaborato nei consigli di interclasse con la partecipazione di tutti gli insegnanti e verifica collegiale periodica; - presenza dell'intera classe anche il pomeriggio; nel caso si debbano ancora formare sezioni con più classi del mattino tenere almeno uniti quelli che già lavorano insieme; - le sezioni di attività pomeridia(segue a pag. 2)
Via Chiasserini, 14: I vigili del fuoco recuperano le poche cose rimaste. 11 servizio a pag. 6
L. 300
OMASINA ANNO 1 - N. 9 NOVEMBRE 1978 mensile di politica,cultura,attualita'
FFORI - BOVISASCA RUZZANO C
Il doposcuola è un lusso?
giovani vogliono lavorare pag. 3
Riforma della media superiore pagg. 4/5
Il programma del C.d.Z. pag. 6
Di films per ragazzi ne fanno ancora? pag. 6
Tribuna aperta pag. 2
pagina 2
dalla prima pagina * dalla prima pagina
Un nuovo Papa
lici, dalla Chiesa - Istituzione, da questi sistemi teologici, filosofici, morali perchè l'uomo lì non abita più ... è fuori ... "Andate". Uscite dalla Religione, cercate gli uomini e le donne per costruire, liberare, amare Vescovo di Roma, la tua Roma sono i poveri, gli oppressi, la loro voce e il loro silenzio, la loro disperazione e la loro angoscia. Solo così, Karol Woityla diventerai "fratello".
Il doposcuola
è un lusso?
ne e i relativi insegnanti diventino parte integrante dell'organico della scuola così da poter stabilire in anticipo il numero dei posti necessari; sensibilizzare i genitori sulle vere funzioni e sull'utilità delle attività pomeridiane; la sperimentazione di "classi aperte" e di intergruppi dovrebbe essere realizzata già il mattino se si vuole attuarla anche il pomeriggio; - organizzare assieme alla Commissione Educazione e Commissione Cultura del Consiglio di Zona dei momenti cultuali (teatro - cinema - biblioteca);
Tesseramento Intervista a Pizzi (Comasina)
Si è aperta la campagna del tesseramento al partito comunista italiano, in questa occasione poniamo alcune domande a Salvatore Rizzi, segretario della sezione R. Grieco del quartiere Comasina. Ci vuoi spiegare come la tua sezione affronta questo importante lavoro?
Innanzitutto vorrei precisare che il tesseramento è un fatto organizzativo estremamente importante anche se spesso viene tralasciato a causa della rutine quotidiana. Quest'anno ci si è sforzati come segretari di sezione di affrontare meglio la tematica. individuando, al fine di superarli, ritardi ed errori. Come sezione, abbiamo discusso in direttivo i nostri obiettivi dandoci le linee operative attorno alle quali coinvolgere tutto il quadro attivo. Abbiamo formato alcune squadre di compagni che andranno casa per casa a trovare tutti gli iscritti; sarà questo un momento di verifica e di discussione al fine di raccogliere anche quelle eventuali critiche che sono indispensabili al partito per operare sempre meglio. Il tutto ha avuto inizio il 1° novembre con le 10 giornate straordinarie e proseguirà per tutto il mese, anche se il tesseramento è da intendersi come un fatto continuativo nell'azione dei comunisti.
Quali sono le ragioni che differenziano il tuo partito, visto che il tesseramento diviene un fatto politico che coinvolge tutti i cittadini e non solo i comunisti?
Prima di tutto vorrei che la differenza del PCI nei confronti degli altri partiti venga chiarita in modo esplicito. I comunisti non è che sono diversi dagli altri: anzi sono come gli altri in carne ed ossa, con pregi e difetti, e questo ce lo ricordava anche il compagno HO - CHIMINH capo rivoluzionario del PC Vietnamita. Quello che li fa diversi dagli altri partiti è nel modo di operare, dettato da
- il Consiglio di Circolo dovrebbe fare un censimento delle strutture sportive esistenti in zona per farne richiesta al Consiglio di Zona per poterle utilizzare (piscina, palestre, campi sportivi).
Ci si chiede a questo punto quando si potrà iniziare questo effettivo collegameno mattinopomeriggio, poiché a tutt'oggi siamo ancora in attesa di insegnanti.
Purtroppo come genitori dobbiamo lamentare il silenzio (per noi grave) dei partiti della nostra zona, e dei sindacati scuola a livello cittadino. Salvo l'adesione del C.D.Z. 8 e l'appoggio, più che altro morale, del Distretto 31, a livello di sezioni di partiti s'è fatto solo un gran silenzio.
Forse che il figlio del democristiano, del socialista o del comunista non hanno tutti lo stesso diritto ad avere una scuola migliore?
Perchè i lavoratori che pagano mese per mese le tasse si vedono costretti a iscrivere i loro figli alle scuole private per avere un servizio completo?
Come genitori impegnati costantemente nella scuola dobbiamo dire che siamo rimasti parecchio delusi.
Rossana Barbieri
Luciana Borro
convinzioni ideologiche, politiche e pratiche. Mi spiego meglio: un partito come il nostro è fondato, appunto, sulla capacità rivoluzionaria di intessere contatti con grandi masse di popolo che lo seguono, altrimenti verrebbe meno la sua stessa sopravvivenza di partito nuovo e di massa, come diceva Togliatti, quindi marxista e leninista con o senza trattino che amano spesso usare i pseudi rivoluzionari.
Altri partiti come DC, PSI, PRI e anche DP si sforzano per certi versi di fare il nostro stesso lavoro, ma a mio modesto avviso, questo loro incontrarsi con la base il più delle volte è falso, distorto ed elettoralistico.
Vedi! Nonostante i 30 anni di malgoverno la DC raccoglie 14 milioni di voti, così come pure dicasi per altri partiti, anche se diverse sono le responsabilità. Ecco credo che questa elementare osservazione sia abbastanza sintomatica del modo distorto che questi partiti hanno del fare politica.
Quali i temi di fondo coi quali vi presentate agli incontri coi cittadini?
Cerchiamo soprattutto di uscire dalla sezione con iniziative esterne anche perchè non tutti sono disponibili ad un confronto nella nostra sede. I temi che presentiamo all'attenzione e al dibattito sono necessaria-
Novembre 1978
TRIBUNA APERTA
Queste colonne sono a disposkione di tutte le forre politiche e sociali. Non necessariamente l'impostaYone e il contenuto degli articoli rispecchiano l'opinione della Redayone.
La DC dov'è?
Da otto mesi invitiamo le forze politiche ad intervenire su queste colonne per esprimere - e portare a conoscenza dei lettori - le loro posizioni su vari problemi.
Tutto ciò con la garanzia di nessun intervento "censorio" da parte della redazione. Dopo insistenti e continue richieste sembrava che la D.C. di zona fosse pronta a far sentire la sua voce: c'eravamo sbagliati.
Infatti sebbene una parte dei dirigenti di zona ritenesse opportuno utilizzare questo strumento d'informazione, è però prevalsa la posizione di chiusura nei suoi confronti. Questo atteggiamento ci porta a qualche riflessione. Si potrebbe magari dedurre che la D.C. di zona non abbia niente da dire. Noi invece siamo più propensi a pensare che anche a livello di base e su problemi
così piccoli - come può essere lo scrivere un articolo per ABC vi siano quelle lotte interne tra correnti che caratterizzano il modo di far politica della D.C.
A meno che essa sia così gelosa delle proprie idee che non voglia diventino patrimonio pubblico ma continuino a circolare solo tra gli "amici". Quando si parla di privatizzazione!
Via Terracina: risponderanno?
È avvenuto nei mesi scorsi il rinnovo del Consiglio di Zona: sono cambiati molti consiglieri, sono cambiati i coordinatori delle Commissioni di Lavoro.
Unica eccezione è stata la Commissione LL.PP. che, pur rinnovandosi e aumentando il numero dei suoi componenti, vede ancora confermato il suo coordinatore e una parte degli esperti.
Penso che queste riconferme saranno utili al lavoro della Commissione, proprio per le esperienze acquisite nei precedenti due anni di lavoro.
mente anche quelli sulle recenti leggi che il parlamento ha approvato grazie all'apporto fondamentale del PCI, come ad esempio l'equo canone. Una manifestazione è prevista sul problema degli anziani e una sul consultorio, che ancora trova difficoltà ad essere presente in tutta la sua realtà. Abbiamo inoltre programmato iniziative che toccano i problemi dei giovani, delle donne, i problemi internazionali e in particolare la lotta dei popoli latinoamericani oppressi da feroci dittature di tipo militare e fasciste.
A breve periodo inoltre vorremmo andare ad una iniziativa per combattere sul piano morale, culturale e sociale la piaga grave della droga che investe in modo particolare la Comasina.
A tuo giudizio esistono possibilità che i risultati rispondano agli obbiettivi che vi siete dati?
A mio avviso se si riesce a
Mi rendo conto, tuttavia, che non possiamo affrontare una molteplicità di problemi come quelli di nostra competenza, senza un costante rapporto con tutti i cittadini, proprio perchè sono problemi che la gente vive, sente giorno per giorno.
Per rendercene conto pensiamo ai problemi dei Servizi, delle manutenzioni delle Scuole, delle Strade, del Demanio e patrimonio Comunale, dei Campi - gioco, dell'Ecologia. Saranno tanti i cittadini che su tutti o su alcuni di questi momenti avranno qualcosa da suggerire e che vorrebbero intervenire per dare il loro
coinvolgere il maggior numero di attivisti del partito su questo terreno, si avranno certamente dei buoni risultati. E certo che tutto ciò per me non è scontato; da materialista quale sono, credo che solo se il partito riesce a fare partecipare di più i suoi iscritti e i suoi elettori alla vita democratica, nasceranno le premesse per la soluzione dei molteplici problemi che abbiamo di fronte per affermare quindi in modo irreversibile una crescita civile sociale e umana che porti ad una seppur graduale ma certa trasformazione in senso socialista.
Per realizzare tutto ciò occorre un Partito Comunista sempre più forte di idee e di uomini e in questo senso è il nostro sforzo per rompere la spirale della disgregazione politico - sociale che trova la sua maggiore espressione nel terrorismo armato.
contributo con proposte, idee; ma come fare? Manca al cittadino il punto di riferimento perchè in molti casi il Consiglio di Zona è ancora uno strumento sconosciuto.
Avere uno strumento di informazione capace di penetrare in molte famiglie, che permetta alla gente di impossessarsi della problematica della Zona dando loro le indicazioni sul come affrontarli e risolverli, sarebbe un grosso contributo alla crescita democratica per lo sviluppo civile dei nostri rioni, della nostra città.
Chiedo allora alla Redazione del giornale A.B.C. di permettere alla Commissione LL.PP. di aprire questo dialogo con i cittadini concedendoci mensilmente di trattare tutti gli argomenti che la Commissione affronta.
In questo numero mi pare giusto parlare della Via Terracina.
Un forte movimento si è sviluppato in passato fra tutti gli abitanti di questa via a fondo stradale in terra battuta, senza marciapiede e senza luce, più adatta al passaggio di mezzi cingolati che al passaggio di persone.
In estate ad ogni passaggio di automezzi si alza un polverone che penetra nelle case obbligando i cittadini a tenere le finestre chiuse; quando piove la situazione peggiora perchè si formano grossi specchi d'acqua e fango che rendono difficile e precario il passaggio degli abitanti.
Il Consiglio di Zona, attraverso la Commissione LL.PP. e in accordo con gli abitanti della Via Terracina, si è mosso per tentare di risolvere in modo positivo questo problema cercando di superare anche molti ostacoli.
La buona volontà dei proprietari frontisti ha reso possibile di risolvere in via provvisoria il problema con beneficio di tutti gli abitanti della via stessa; infatti i proprietari sono disposti ad assumersi l'onere per la sistemazione provvisoria della strada. È stato affidato alla Coop. Selciatori l'incarico di predisporre preventivo; è stata chiesta la licenza per poter iniziare i lavori.
È stata consegnata all'ufficio del protocollo una lettera indirizzata al Sindaco Tognoli: questo alla fine di giugno. Verso il 20 luglio ho poi informato personalmente l'Assessore ai LL.PP. Polotti consegnando anche una fotocopia del preventivo e pregando l'Assessore di intervenire per sollecitare il rilascio dei permessi occorrenti per iniziare i lavori.
(segue a pag. 5)
I genitori sostituiscono gli insegnanti mancanti in una 5 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA-di via Iseo
Storia di Affori e Comasina
Ma i giovani vogliono lavorare?
Non è raro sentir dire, aggirandosi per negozi e bar, da taluni individui, una frase ormai classica che dice: "I giovani non hanno voglia di lavorare".
È una frase che proviene da persone, spesso frustrate dalla vita che conducono (è una vita emarginata completamente dalla società produttiva o è meccanizzata a tal punto che le doti personali sono schiacciate dai ritmi di un processo produttivo inumano), e sfiduciate dalla realtà che le circonda.
È una frase inoltre, che trova largo seguito anche in quelle forze politiche che per trent'anni hanno governato insensatamente, senza voler mai risolvere i problemi giovanili, e proprio per nascondere questa loro grave carenza hanno sempre teso a imputare "all'essere giovane" e alla "voglia di far niente" — categorie puramente astratte — lo stato di grave malessere in cui oggi versa l'intero mondo giovanile. L'origine di questo malessere ha molte cause, di vario genere, ma senza alcun dubbio la realtà della disoccupazione giovanile, accentuatasi in maniera incredibile soprattutto negli ultimi anni di crisi economica, con tutte le implicazioni sociali e politiche che questo comporta, ha creato all'interno dello stesso mondo giovanile una situazione esplosiva che molto spesso — abbiamo visto — è sfociata in violente reazioni, strumentalizzate poi dalla destra o dall'autonomia (il divario è breve) per alimentare odio politico contro il sindacato e i partiti della sinistra storica.
Di fatto comunque non si può non notare un distacco dei giovani dal lavoro (soprattutto quello manuale) che ha la sua origine in fattori di ordine sia strutturale che ideale.
Per quanto riguarda il lavoro sindacalmente inquadrato, che mette a disposizione il mercato dell'industria, si nota una continua flessione dei livelli occupazionali (basti pensare che il tasso d'occupazione è in continua, se ben lenta, fase decrescente, andando a colpire la stessa classe operaia occupata), con un restringimento della base produttiva e controverso va sviluppandosi un tessuto occupazionale molto frammentario, costituito da lavoro nero e precario incredibilmente vasto e di difficile controllo da parte del sindacato' , si noti bene che questo fenomeno, succede nel migliore dei casi, tenendo presente Milano e Nord in genere, perchè se .solo pensiamo al Sud (Napoli è l'esempio più classico) la situazione diventa ancor più contraddittoria e drammatica.
Come supponevo e avevo già preannunciato nella scorsa puntata di ABC, la Comasina non ha un suo passato storico, è impossibile, quindi, parlare della sua storia "vecchia".
Il quartiere è, infatti, relativamente nuovo. Sorto nel 1950 dove una volta non c'erano che campi prende il nome - non occorre davvero essere molto perspicaci per capirlo - dalla vecchia arteria di grande traffico diretta verso Como.
E' un tipico insediamento residenziale voluto dall'edilizia sovvenzionata che in teoria avrebbe dovuto essere "un quartiere modello di una città proiettata nel futuro" cioè un quartiere esemplare per le classi meno abbienti.
In pratica si è tradotto, e mai slogan è stato più giusto, in un vero quartiere dormitorio.
Un insieme di grandi casermoni che hanno accolto le massicce ondate migratorie nonchè i milanesi di basso ceto espulsi dal centro per gli affitto troppo alti e per questa ragione riservati solo ad una certa categoria di persone.
Rispetto agli altri due grandi quartieri della zona: Affori e Bruzzano che hanno una loro storia ben precisa alle spalle e quindi tutta una tradizione, la Comasina soffre della malattia della civiltà industriale in un modo più accentuato: l'incomunicabilità.
Troppo lontano dalla città per esserne parte viva e troppo vicina per ambire ad una vita autonoma la Comasina soffriva e soffre ancora (anche se in questi ultimi anni sono state create alcune strutture come il centro sociale, il consultorio, etc.) della carenza di alcune infrastrutture che promuovono una vita comunitaria, come il verde attrezzato dove far svolgere ai bambini ed ai giovani attività sportive e ricreative o adeguate attrezzature commerciali: banca, ufficio postale, supermercato o ancora mancano cinema o qualsiasi altro luogo di ritrovo.
Insomma gli abitanti vivono
in Comasina più le ore del sonno che della veglia, ma con il nuovo piano regolatore qualcosa sarà fatto per portare il quartiere ad una dimensione più umana.
Altro discorso, almeno per la parte storica, è Affori. La quale ha un passato storico ricco ed interessante e perciò... vi dovrete sorbire ben due puntate della sua storia. Il suo nome deriva dal latino Ad Forum e, anche se su alcuni documenti si sono trovate denominazione come Aforo, Afero, Afro devono considerarsi errate trascrizioni di amanuensi (amanuense era colui che, poveretto!, trascriveva a mano libri, etc. quando non era ancora stata inventata la stampa).
Ad Forum quindi. Ci sono sulle sue spalle ben più di mille anni di vita e:a conti fatti, probabilmente è sorta intorno al 950 d.C.
Già nell'anno Mille era un borgo molto conosciuto soprattutto da chi proveniva dalle campagne della alta Lombardia e qui trovava ospitalità in una specie di ospizio che era stato creato per i vecchi ed i derelitti ma che aveva poi dovuto la sua fama al fatto che era divenuto, appunto, un luogo dove potersi fermare a riposare e rifocillare durante i viaggi che, milanesi e non, intraprendevano in quei tempi.
Questo porta a pensare che anche l'antica Ad Forum altro non era, in quei tempi, che un centro di convergenza degli agricoltori della zona, che però vivevano nelle catapecchie e nelle fattorie disseminate nelle campagne circostanti.
Finisco qui nell'ospizio la brevissima, invero, introduzione alla storia di Affori. Data la fama di ospitalità non vi lascio, poi, in cattive mani. Ci sentiamo il prossimo numero.
L'S.O.S. lanciato a suo tempo vale sempre, se avete notizie inviatemele!!! Non vorrei fare errori madornali e situare edifici, nomi, strade in posti diversi da quelli reali.
Maura Ceccaroli
Quindi per i giovani risulta approcciabile soltanto, o un lavoro nero. senza "libretto", non sindacalizzato, ed esposto ad ogni genere di rischio e dove la personalità del giovane è nelle mani di mercanti senza scrupoli, o un lavoro precario esposto alle incostanti fluttuazioni dell'offerta monetaria e cui il giovane non può fare affidamento che per poco tempo.
Questa situazione occupazionale. comunque è la diretta conseguenza di tutto uno sviluppo economico, attraverso il tempo, e di un determinato "modo di gestire" dell'apparato produttivo, mai programmato e mai razionalizzato in cui l anarchia" della produzione è sempre stata l'ideale storico di questo tipo di società capitalistica dalla sua nascita ad oggi. In Italia poi, la situazione di crisi economica, — alla luce di quello che è lo storico divario tra Nord e Sud pagato in termini di differenziazione di sviluppo strutturale e di conseguenza anche di divari nella crescita del reddito — ha assunto toni sempre più acuti, accentuando disgregazione ed emarginazione sociale.
C'è, però, anche un fattore di ordine "ideale" che ha contribuito in seno al mondo giovanile, soprattutto quello studentesco, che rimane pur sempre una grande fetta, ad accentuare il fenomeno del distacco dal lavoro manuale. Le radici di atteggiamenti come questo, vanno ricercati in una concezione ancora arcaica e liberale della scuola, dove la figura dell'operaio o del "manovale" in senso lato, è sempre stata degradata e brutalizzata di fronte agli studenti o al massimo è stata fatta oggetto di paternalismo e populismo meschini, mentre quella del lavoratore intellettuale (es. la figura dell'ingegnere o del dottore) ha subito una mitizzazione in termini di massimo grado di posizione sociale cui aspirare.
È chiaro che ormai queste concezioni cominciano a tramontare idealmente tra gli studenti, e il fermento eccezionale del '68 l'ha dimostrato; ma una formazione scolastica che ha sempre ideato e teorizzato un rapporto inferiorità - superiorità, anche in termini generici, tra lavoro manuale - lavoro intellettuale ha lasciato segni profondi nella formazione culturale dei giovani: e scrollarsi di dosso questa falsa "coscienza", proprio perchè fin dalla tenera età viene impartita, risulta assai difficile. Si è così creata, per le ragioni sommariamente esposte, una filosofia giovanile che trova la sua espressione nell'"arte dell'arrangiarsi" o nel "vivere alla giornata" (per esempio vendere collane, spille o tutta quella serie di lavori che ognuno di noi conosce), che costituiscono un momento comprensibile su un piano umano, ma non giustificabile politicamente nel momento in cui questo non implica lotta organizzata e propositività conflittuale, bensì rassegnazione politica e delusione morale.
Bisogna poi, aver ben chiaro che questa filosofia "rinunciataria" all'interno di taluni strati del mondo giovanile torna utile a quel tipo di strategia padronale fondata come si diceva più sopra, sul "decentramento" produttivo, lavoro nero e precario, forniti oggi in risposta alla crescita del potere dei lavoratori in fabbrica e alle loro conquiste politiche.
D'altro lato il "decentramento" produttivo serve al padronato, proprio perchè risulta estremamente difficile al sindacato controllare questo tessuto occupazionale così frammentario ed eterogeneo, mentre il giovane lontano dalla realtà conflittuale e organizzativa della grande fabbrica vive in solitudine la sua emarginazione e la sua rabbia sociale.
È facile, allora, capire come l'enorme spinta antiborghese e la sua potenziale carica progressista. venga così frenata e rintuzzata e trasformata invece, o in mera e cupa rassegnazione, intimistica e pessimistica, verso la storia e i suoi possibili sviluppi di prOgresso (da qui può svilupparsi il fenomeno della droga), o in cieca ribellione individuale contro tutto e tutti, quindi anche contro le stesse organizzazioni storiche del movimento operaio.
Le stesse proposte politiche sorte ultimamente nei settori della sinistra giovanile, sulla lotta per una nuova "qualità del lavoro", inteso come lavoro socialmente utile e rispecchiante le doti personali e psicologiche dell'individuo. quindi un lavoro in cui il giovane si senta partecipe e responsabile, e dal punto di vista psicologico pienamente convinto che il suo personale contributo al lavoro vada a beneficio della collettività, cozzano contro la sfiducia e la delusione provocata da decenni di squilibri e ingiustizie sociali, di pro-
messe mai mantenute e di risultati economici mai constatati nella realtà.áAvendo ormai acquisito. per forza di cose, questa "filosofia dell'inganno perpetuo da parte del governo" che fra l'altro sta diventando ormai una forma culturale tipicamente italina, non è facile per i comunisti. che ora si trovano nella maggioranza di governo e non più nel ghetto dell'opposizione (fortunatamente dati i tempi correnti), ribaltare queste idee così radicate tra la gente e i giovani, anche se primi segni di cambiamento, che bisogna valorizzare. ci sono senza dubbio stati. L'impegno per dare una nuova spinta politica, conflittuale rispetto alla controparte, ma anche propositiva sul piano del programma di lotta, deve vedere la FGCI e tutte le altre componenti politiche giovanili della sinistra e della nuova sinistra impegnate assiduamente su questo terreno alla luce soprattutto dei prossimi rinnovi contrattuali, che dovranno costituire un momento di lotta e di unione tra disoccupati - occupati, tra classe operaia e giovani disoccupati per costruire un nuovo blocco sociale di sinistra e per far uscire il paese in crisi da sinistra, visto e constatato che le forze conservatrici hanno dimostrato inevitabilmente che le crisi economiche sono una contraddizione ciclica e costante del capitalismo. Mi scuso vivamente se sono stato molto sommario e poco analitico nell'esposizione, dato che molti punti toccati richiederebbero molto più spazio e analisi di quello dedicato, ma come FGCI comunque garantiamo su questi temi altri futuri interventi su ABC in modo da chiarire sempre meglio gli argomenti sopra esposti.
Non ho neanche analizzato la situazione in zona 8 dato che mancano dati precisi sull'articolazione della sua struttura produttiva, e d'altra parte credo che questa non sia un'isola al di fuori della più vasta realtà nazionale, ma anzi ne sia pienamente condizionata anche se certo con talune sue proprie peculiarità. È proprio per quest'ultimo motivo che come FGCI e tenendo presente la necessità di mobilitare i giovani sul problema occupazione - lavoro, abbiamo stilato un programma di zona su questi argomenti.
Alcune iniziative come i PHESIDI SIMBOLICI DAVANTI ALLA FABBRICHE sono già state attuate (lunedì 6-11 davanti alla Sasea, venerdì 10-11 alla Max mayer, mercoledì 15-11 al- Rotocorriere) e verranno effettuati inoltre volantinaggi e speakeraggi e sabato 2-12; e Domenica 3-12 a Villa Litta: iniziativa di lavoro volontario, assemblea, spettacolo. Il dibattito e l'intervento per queste e altre iniziative è aperto a tutti.
Walter Cristiani FGCI Zona 8
Novembre 1978 pagina 3
Mediolanum
Un incendio è una tragedia
Periferia milanese. Uno stabile di tre piani, abitato da 22 famiglie in una notte piena di nebbia è bruciato. Un incendio ha distrutto la maggior parte del tetto e reso inabitabile l'ultimo piano.
Via Chiasserini 14, dopo la ferrovia venendo da Affori: una casa di lavoratori, vecchia, con le ringhiere, con i "cessi" sul ballatolo, è bruciata.
Un incendio è una tragedia. Un incendio di memorie umane, di cose costruite, dí ricordi, di libri vecchi, di fotografie, di storie umane materiali e morali.
Un incendio... gente che non sa dove andare, dove dormire, dove far da mangiare, dove sedersi... Gente angosciata con le sue ultime cose in mano... senza casa!
Un evento, questo incendio, originato da stufa di riscaldamento, sembra, che provoca una lacerazione nel tessuto del nostro territorio.
La risposta è arrivata dal Comune, dal Consiglio di Zona, dai responsabili pubblici. Risposta pronta, necessaria. Sufficiente? Vorremmo rispondere tramite questo giornale con le parole che gli inquilini di Via Chiasserini ci invieranno, che andremo a sentire perché le parole diventino immediatamente fatti.
Alla della pelletteria
Dove sono finiti i films per ragazzi?
Domenica scorsa volevo portare al cinema mio figlio, di dodici anni.
Ho preso il giornale, l'ho aperto alla pagina degli spettacoli ed ho cominciato a far scorrere sotto il mio indice l'elenco dei cinema, pronto a fermarmi al film che ritenevo giusto. Sono arrivato in fondo all'elenco ed ho ricominciato da capo, con pazienza. A Milano ci sono centoventinove cinematografi. L'unico film che mio figlio potesse vedere, a parte un paio di cartoni animati, era "Lo chiamavano buldozer", con Bud Spencer.
troverete: BORSE, BORSETTE, CINTURE ecc.
tutto a pre-i CONVENIENTI!
DALLA FABBRICA AL CONSUMATORE
20161 Milano via Don Grioli, 22 64.12.907
Via Chiasserini, 14: Disperazione di chi ha perduto tutto
Il programma del C.d.Z.
Fino alla scadenyt del mandato (1980
Il rinnovo dei Consigli di Zona nel mese di giugno ha portato notevoli ristrutturazioni nella loro composizione, che hanno fatto emergere importanti dati positivi: nella nostra zona ad es. è stata proclamata da tutti i partiti la volontà di collaborazione - superando le contrapposizioni ideologiche - al fine di perseguire obiettivi programmatici concreti fino alla scadenza del mandato e al rinnovo diretto del 1980.
In questa ottica la Presidenza del C.d.Z. ha steso un programma che, sottoposto al giudizio del Consiglio, è stato approvato all'unanimità.
Questi, in sintesi, i punti
A) Obiettivi Impegno nella difesa delle istituzioni democratiche e della convivenza civile contro il fascismo e la violenza.
Piena attuazione del processo di decentramento amministrativo che veda il CdZ strumento reale di governo e di partecipazione alle scelte politiche, sociali e culturali della città.
Contributo effettivo alla formulazione del bilancio della città suddiviso per zone.
4) Difesa delle caratteristiche produttive e occupazionali della zona (posti di lavoro, occupazione giovanile ecc.); lotta al carovita e difesa del potere d'acquisto dei cittadini (controlli sulle concessioni di autorizzazione alle vendite. sulla attuazione del piano di distribuzione commerciale, sugli interventi della So.Ve.Co. ecc.).
5) Gestione del Piano Regolatore Generale per garantire la presenza del tessuto produttivo ed evitare l'espulsione dei ceti popolari (risanamento edilizia degrata, salvaguardia patrimonio IACPM, creazione di nuovi alloggi favorendo le cooperative ecc.).
6) Soluzione dei problemi più urgenti nel settore trasporti (collegamento tra le zone 20 e 9, alleggerimento dell'asse Maciachini - Comasina).
7) Realizzazione dei servizi socio - sanitari previsti dalla riforma sanitaria perseguendo i seguenti obiettivi prioritari: superamento dei fenomeni di emarginazione presenti nella zona (delinquenza minorile, droga, disadattamento); razionalizzazione e integrazione dei servizi per un loro miglior utilizzo (es. utilizzo, già deliberato, delle strutture del "Paolo Pini' che si rendono libere) istituzione, già deliberata, dei servizi per anziani; gestione pluralista e democratica dei servizi.
8) Stretta collaborazione col Distretto scolastico nelle programmazioni; intervento migliore e più efficiente per i servizi di competenza diretta del CdZ (trasporto aiunni, manutenzioni scolastiche, refezione ecc); promozione e sviluppo di iniziative autonome e culturalmente pluralistiche di educazione permanente.
9) Sviluppo di attività autonome culturali, sportive e ricreative, favorendo la costituzione di realtà nuove che promuovano le cooperative, le libere associazioni e tutte le forme di aggregazione dei cittadini e in particolare dei giovani: gestione sociale dei centri sociali e degli altri servizi pubblici che operano nei settorio predetti (es. biblioteca) valorizzando le realtà di interesse socio - culturali esistenti e favorendo l'emergenza di nuove.
B) Metodo di lavoro Collegialità dei lavori e delle verifiche sul programma per mezzo di riunioni mensili dei capigruppo e dei coordinatori delle commissioni.
Informazione interna pei Consiglieri ed Esperti di commissione mediante la documentazione che perviene in CdZ; messa a disposizione anticipata per i Consiglieri di relazioni che accompagnano ordini del giorno; individuazione di strumenti di informazione per i cittadini che rendano noti tempestivamente le più importanti delibere o iniziative del C.d.Z.
Partecipazione e rapporto coi cittadini - per evitare che il CdZ diventi un organismo burocratico, ma promuova la partecipazione dei cittadini alle scelte e al governo della città - per mezzo di: assemblee zonali e di quartiere su temi specifici e generali; apertura delle commissioni di lavoro alla partecipazione dei cittadini e delle loro organizzazioni; disponibilità continua dei Consiglieri, e in particolare coordinatori e capigruppo, a ogni tipo di contatti e incontri con la popolazione.
Tutti i temi elencati saranno ulteriormente approfonditi e specificati nelle modalità, nel di-
battito per l'elaborazione del nuovo regolamento internoche la Presidenza si impegna a concludere entro dicembre.
A. C.
A Bruzzano succede anche questo
Il 12 ottobre scorso a Bruzzano in Via Alberico da Barbiano al n. 5, (si tratta di una vecchia Cascina riadattata ad abitazione) è crollato il soffitto del ballatoio
Un grosso calcinaccio è caduto addosso alla sig.ra Plasti Stefanelli che è dovuta ricorrere alle cure del medico.
Gli inquilini della cascina, da noi andati a trovare, ci hanno mostrato le condizioni invero pietose in cui si trova lo stabile: grosse macchie d'umido nelle pareti degli interni, i pavimenti puntellati dal di sotto con grosse travi per evitare di trovarsi con i mobili al piano sottostante, larghe crepe nei muri esterni, tetti da dove piove etc.
Tutti i lavori di ripristino, a detta degli inquilini, sono a carico loro, persino le lampadine delle scale quando bruciano.
Per far sì che il padrone di casa si muovesse c'è voluto, oltre l'intervento dei vigili, che una persona rischiasse di morire per il crollo del soffitto.
Non ho assolutamente nulla contro il cosiddetto cinema d'evasione, ma mi chiedo se sia proprio impossibile fare un film divertente ed indirizzato ai ragazzi senza dover ricorrere obbligatoriamente alle botte da orbi ed a chi picchia più forte. È desolante dover constatare tra l'altro l'inflazione di film erotici, con titoli che offendono il buon gusto e l'intelligenza. Personalmente sono contrario ad ogni forma di censura, in quanto ritengo assurdo che siano gli altri a stabilire che cosa io possa vedere o meno, ma è decisamente sconfortante constatare come questo genere di film abbia successo. I produttori giocano con la nostra inesistente educazione sessuale e con la morbosa curiosità del proibito. I canali di distribuzione poi, tengono in frigorifero per anni film culturalmente impegnati per acquistare a scatola chiusa filmetti porno che vengono immediatamente messi in circolazione, con la giustificazione che il mercato chidde questo tipo di prodotto. Si tratta invece di un prodotto imposto, chè le mode varie (spaghetti - western, orrore, catastrofico) non sono certo scaturite da esigenze degli spettatori. In momenti di crisi particolare si cerca poi di risolvere il problema della scarsa affluenza di pubblico nelle sale cinematografiche con la riesumazione di vecchi film di successo, ai quali si dà una spolveratina, si rifà magari il doppiaggio con voci nuove (vedi il caso di "Via col vento") e via con la programmazione. Così nelle sale sta tornando un po di tutto: Scandalo al Sole, Easy Rider, Fantasia, Il Corsaro dell'Isola Verde ecc. — C'è poi un altro sistema per sfruttare un film di successo: dargli un seguito. In un prossimo futuro assisteremo così allo Squalo n. 2, al secondo Guerre Stellari e via di seguito. Nel caso del film Butch Cassidy, dato che i due protagonisti alla fine muoiono, si è pensato addirittura di inventare un episodio anteriore a quello narrato nel film conclusivo. Altra idea veramente poco brillante è quella di far esordire alla regia attori già scarsi come tali, con risultati deprimenti, come nel caso di Renato Pozzetto in "Saxofone".
Se i produttori investissero i loro soldi in opere più intelligenti, otterrebbero due risultati: primo, contribuirebbero ad una crescita culturale dello spettatore; secondo. probabilmente si risolverebbe la crisi di affluenza, invogliando la gente a disertare per qualche sera la restrittiva televisione.
A proposito di revival e di censura, c'è una cosa che mi lascia perplesso: i nostri figli sono a quotidiano contatto con la triste realtà dei nostri quartieri; vanno a giocare in bici nelle cave dove le prostitute ricevono i clienti; guardano i film erotici delle varie tv libere, ma se non hanno compiuto i 14 anni non possono assistere alla visione di un film come "Amarcord". Non ho capito bene perchè.
Mario Longagnani
pagina
Novembre 1978 niCMI.M.11r..Ä OMR.. ÄÄÄÄÄÄÄ Ä Q
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Una poesia
Che bello correr nei prati, tra nuvole bianche e un ciel azzurro.
Se poi i cartelli dicono: corri, gioca e fai quello che vuoi!
Giocar con gli animali e con gli altri bambini, prendere un pallone e giocare!
Quando arriva l'inverno giocare con la neve e poi buttarla via; senza quelle macchine che rombano in ogni via... Peccato! Era un sogno senza fine.
Adesso vado a scuola e vedo: vietato calpestare il prato, vietato giocare nel prato, vietato qui, vietato là; che barba sembra il mondo del "vietato"!
I bambini allora dicono alla mamma: - Voglio quel prato!Ma sei matto è del sindaco quel prato! -
Se ci fosse per sindaco un bambino, di gelato la città farebbe o di prato; come non importa, basta che non sia come quella di prima: - Ma Chiara che pasticcio, hai parlato di una cosa del tutto diversa! dice la maestra.
Non importa se ho sbagliato a scrivere, io ho detto quello che mi pare giusto o sbagliato.
Maria Chiara - anni 9
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Al Sig. Sindaco Al Consiglio direttivo zona 8
All'I.A.C.P. 4° zona gestione Alla redazione di A.B.C.
L'annoso problema della droga e della conservazione del verde nel nostro quartiere, ha assunto un livello di gravità tale da giustificare il legittimo risentimento di tutti i cittadini per l'immobilismo che caratterizza tutte le forze politiche e sociali che operano nel quartiere. È abbastanza noto a tutti, (stampa compresa), la situazione della Comasina, sede di un ramificato consumo e spaccio di droga, è altrettanto noto a tutti con quale disinvoltura giovani e giovanissimi ne fanno uso in presenza di gente e spesso anche di bambini che si trovano colà passare: Le considerazioni da trarne, è evidente non sono solo semplicemente di ordine morale quanto di ordine sociale e di rispetto della covivenza civile. Le preoccupazioni che prevalgono sono quelle che i bambini e adolescenti assistendo giornalmente a questo triste spettacolo di auto - distruzione, in cui si esibisce il tossicomane, finiscono con l'abituarsi a ritenere la droga un prodotto di normale consumo, e non vedere in esso il nemico da combattere, il vedere bambini che giocano con siringhe sparse dappertutto è il sintomo chiaro che avvalora queste preoccupazioni.
Naturalmente l'assenza totale di un pur timido controllo ha permesso il depauperamento dell'intero patrimonio pubblico del quartiere; il verde è in certe zone seriamente danneggiato da un via vai continuo di gente a piedi e in bicicletta e addirittura con motociclette, lungo i viali è diventato pericoloso camminare per le motociclette di grossa cilindrata che ci circolano (in un mese si sono registrati due incidenti), la pulizia e l'igiene lasciano sempre più a desiderare.
Detto questo è bene ribadire con chiarezza che non è nelle in-
tenzioni di nessuno incitare il linciaggio dei giovani; vittime palesi di questo meccanismo infernale che è la droga, semmai repressione ci deve essere, essa va adottata contro coloro che sono i veri responsabili della diffusione, ovvero dell'avvelenamento dei giovani.
È in questo quadro che va inserita l'iniziativa di una petizione da parte di un gruppo di cittadini del quartiere i quali lanciano un appello attraverso il giornale di zona a tutti i cittadini invitandoli a firmare per far sentire il proprio sdegno a quanti finora hanno ignorato o esorcizzato una situazione resa ormai esplosiva dai gravi problemi che affliggono la Comasina (come per esempio la mancanza totale di strutture sociali che evitano la disgregazione dei giovani, e permettono loro di ritrovarsi, di divertirsi, di esprimere la loro personalità e in ultima analisi che permettono loro di affrontare e risolvere i loro problemi in modo collettivo).
Lo scopo per il breve termine di questa posizione è quello di sollecitare le autorità politiche e sociali del quartiere, in rapporto alle proprie competenze a promuovere iniziative finalizzate:
a scoraggiare l'uso disinvolto della droga, (per esempio istituendo un servizio di vigilanza per il rispetto e la conservazione del verde si potrebbe così mettere anche un freno alla circolazione delle moto lungo i viali);
a sensibilizzare i giovani attraverso massicce propagande circa le conseguenze dannose e distruttive della droga, aiutandoli il più possibile ad uscire dal ghetto della emarginazione, tentando così anche e soprattutto un recupero psicologico del tossicomane.
I cittadini firmatari si impegnano a collaborare con le autorità e a dare quanto è necessario, affinchè sia affrontato in modo concreto e corposo il problema della droga nel nostro quartiere.
Nell'auspicare che ci sia un pronto interessamento da parte di tutte le forze politiche e sociali si rende altresì noto che qualora non dovessero verificarsi fatti nuovi che lasciano intravvedere la volontà di operare in positivo i cittadini firmatari si riservano la facoltà di valutare forme di lotta evidentemente più incisive e opportune. Ossequi
I cittadini della Comasina
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Numero unico in attesa di autorizzazione
Redazione: Via Astesani, 27 Mario Migliaccio, Andrea Colombo, Maura Ceccarol i, Mario Longagnani, Roberto Prevital i
Fotografia e impaginazione: Sergio Ferrario
Direttore Responsabile:
Edoardo Gardumi
Hanno collaborato a questo
numero:
Adolfo Carvell i, Fiorenzo Baini, Walter Cristiani, Rossana Barbieri, Luciana Borro, Peppino I asoni, Bruno Panzeri
Stampa:
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Il latte senza controindicazioni
Alcune persone presentano difficoltà digestive nei confronti del latte: in questi casi si parla di intolleranza.
La Centrale del Latte di Milano ha compiuto lunghe ricerche per stabilire le ragioni di questo fenomeno e ne ha individuato la causa di gran lunga più frequente nella mancanza della lattasi, un enzima che a livello intestinale permette l'assimilazione del lattosio, lo zucchero del latte.
Accertato che questo enzima è presente in alcuni lieviti, è stato prelevato da questi ed imprigionato in fibre di cellulosa.
Su queste fibre viene fatto scorrere il latte ad una temperatura di circa 7°C; l'enzima, a contatto con il lattosio, lo scompone in due zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio, permettendone così la perfetta assimilazione.
Il latte così trattato si chiama Accadì e costituisce una novità mondiale della Centrale del Latte di Milano.
Accadì è un po' più dolce del latte normale proprio perché il glucosio, ottenuto dalla scomposizione del lattosio, ha questa caratteristica. Il latte Accadì è perfettamente naturale, perché non gli è stato aggiunto nè tolto nulla e mantiene anzi inalterate le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive del latte.
La tecnica avanzata della Centrale del Latte di Milano ha dunque permesso di ottenere ciò che in natura non esiste: un latte facilmente assimilabile, veramente per tutti.
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Centrale del Latte di Milano • z atte jcì acca“, omogene izzato parzialmente scrernato „, dl lunga conservazione, i* ft pagina 8 Novembre 1978
A cura dell'Ufficio Pubbliche Relazioni della Centrale del Latte di Milano.