quartiere e politica
ELEZIONI SCOLASTICHE : ENTRO IL 12
DICEMBRE SI RINNOVANO I CONSIGLI DI CLASSE, DI INTERCLASSE E, IN ALCUNE SCUOLE, I CONSIGLI DI ISTITUTO
Partecipare per rinnovare la scuola
Entro il 12 dicembre in tutte le scuole di Milano si terranno le elezioni scolastiche.
Nella zona 2 si dovranno eleggere i rappresentanti dei genitori nei Consigli di classe e di interclasse per la scuola dello obbligo (scuole elementari e medie); i rappresentanti dei genitori e degli studenti nei Consigli di classe delle scuole superiori.
Per quanto riguarda la scuola media sperimentale di via Cagliero, come tutti gli anni, si dovrà votare anche per il rinnovo del Consiglio di istituto.
Un gran numero di genitori e dí studenti saranno quindi coinvolti in queste operazioni e mi sembra della massima importanza la nostra presenza a tutti i livelli.
Non mi sembra sia il caso di riaprire la disputa sugli organismi collegiali previsti dai decreti delegati.
Sappiamo tutti che nonostante si sia loro voluto attribuire il ruolo di «rivoluzione silenziosa» essi hanno in molti casi prodotto, per le prevedibili resistenze dell'apparato burocratico centralizzato dell'amministrazione scolasti-
CRISI DELLA SCUOLA E CRISI DEL PAESE
Al centro dell'azione politica dei comunisti la salvezza e il rinnovamento della scuola italiana.
ca, fenomeni di delusione e, a volte, di rifiuto.
Non è però con questo atteggiamento rinunciatario che si contribuisce a far uscire la scuola dallo isolamento nei confronti della società, del mondo del lavoro e della produzione. E non si rinnova il Paese, non si esce dalla stretta attuale, se non si costruisce una scuola che svolga una reale funzione di promozione culturale, di sviluppo sociale ed economico.
Solo la nostra partecipazione diretta, il nostro impegno puntuale, costante ed incisivo potranno però garantire quel controllo democratico sulla gestione sociale che costituisce il terreno più avanzato di lotta per la riforma della scuola.
Sarà perciò nostro compito partecipare attivamente ai dibattiti che in tutte le scuole precederanno le elezioni, ricercare l'aggregazione di forze diverse sulle nostre iniziative e sulle nostre proposte su problemi concreti da individuare scuola per scuola, in modo che non vengano ancora una volta deluse e tradite le aspettative dei lavoratori.
anna mereu
La commissione scuola del Comitato di zona del PCI ha presentato al Consiglio di zona, il 25 ottobre scorso, un documento programmatico che illustra l'analisi e gli orientamenti del nostro Partito nei confronti della scuola.
Partendo da una analisi dello stretto rapporto tra crisi della scuola e crisi economica del nostro Paese, il documento afferma che « la mancanza di una programmazione del rapporto scuola-sviluppo economico è la contraddizione strutturale che essa vive, nella quale si costruiscono gli elementi di disgregazione culturale ed ideale da un lato, e dall'altro lo spreco e la mortificazione delle energie intellettuali, che non trovano sbocco sul mercato del lavoro e nel sistema produttivo», mentre «per noi comunisti la scuola deve essere, prima di tutto, un momento di elevamento culturale dell'individuo che abbia però come momento ideale di riferimento la realtà del mondo del lavoro inteso come "umanesimo intensamente realistico"».
Le lotte dei sindacati e delle forze democratiche hanno costretto la DC ad introdurre nella scuola forme di gestione democra-
tica, che aprono più avanzati spazi di lotta, anche se — afferma il documento — « siamo consapevoli che le forze attaccate ai loro privilegi... tentano di vanificare questo apporto costruttivo... c o I preciso scopo di stroncare gli entusiasmi che avevano portato i genitori a partecipare in massa alla elezione degli organi collegiali, e quindi impedire di fatto ogni possibilità di riforma ».
È partendo da queste considerazioni che si ravvisa la necessità di una stretta collaborazione tra cittadini ed enti locali, in primo luogo il Consiglio di zona, per evitare il ristagno delle attività dei Consigli d'istituto.
Il documento passa quindi ad esaminare la situazione delle scuole nella nostra zona, e in particolare nel quartiere Isola, situazione non certo positiva, a causa delle « scelte impopolari che le passate Amministrazioni — a maggioranza dc — fecero e tentarono poi ripetutamen• te di attuare». Le lotte popolari hanno impedito la distruzione del quartiere Isola e I' allontanamento dei suoi abitanti; ma la mancata programmazione di nuove scuole, dovuta alla difesa democristiana
dell' impopolare progetto del Centro direzionale, ha provocato gravissimi ritardi.
È necessario ricordare questi fatti — sottolinea la commissione scuola — non per spirito polemico, ma « per localizzare storicamente i motivi per cui oggi difficilmente si riesce a dare risposte immediate alla richiesta di questo servizio essenziale» e per evitare fratture tra i cittadini.
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PRG: positivi giudizi della città e della Zona 2.
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Una occasione urbanistica eccezionale.
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La scuola materna di via De Castillia.
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Di chi la colpa per lo straripamento del Seveso.
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Le case crollano in via Bordoni.
NELLE PAGINE INTERNE : ~1~0~1~
I Comuni sull'orlo del collasso.
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La scuola sul lotto 46.
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Proposta politica del PCI per il governo di Milano.
Il dibattito sul «Regolamento» del C.d.Z.
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Lettere dalle scuole.
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PCI: partito aperto.
Il Consiglio di zona, come naturale interlocutore tra i cittadini e gli organi di governo, deve « farsi promotore di iniziative volte a sviluppare la democrazia interna delle scuole », per « promuovere la partecipazione degli organismi scolastici alla vita del decentramento... in una ottica di completa apertura » tra Consigli d'istituto e Consiglio di zona. Nell'ultima parte, il documento, ricordando che « al centro della nostra azione politica deve stare la parola d'ordine della salvezza e del rinnovamento della scuola », indica nei distretti scolastici «un momento di coordinamento tra i Consigli scolasti ci... e tra questi e le organizzazioni sindacali e le assemblee elettive locali». Dopo aver affrontato il problema della riqualificazione culturale degli insegnanti e l'innovazione educativa, per cui si pone la necessità di « identificare quali sono gli ambiti e i soggetti della programmazione dello sviluppo della scuola», il documento si chiude con la sollecitazione ai cittadini, ai partiti politici, agli organismi democratici per un confronto sulle nostre proposte in un'ottica unitaria. pietro stramba-badiale
Periodico dei Quartieri Isola - Fontana - Istria - Greco - Ponte Seveso a cura delle Sezioni del PCI della Zona 2 - Novembre 1976 - N° 12 DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE SCUOLA DEL PCI ZONA 2
La discussione in Consiglio dì Zona 2. — Gli obiettivi di Piano coerenti con la nuova creazione della gestione del territorio. — Un giudizio decisamente positivo nei confronti di un atto politicamente qualificante del la Amministrazione Comunale.
nella gestione del piano
Il P.R.G. sta giungendo in porto: conclusa la fase della consultazione e del confronto con le molteplici organizzazioni rappresentative della realtà metropolitana milanese (forze politiche, economiche, sociali, sindacali, culturali, ecc.), e con quegli interlocutori fondamentali che sono ormai i Consigli di zona, si passerà quindi, dopo l'approvazione degli organi decisionali, alla fase esecutiva e di gestione del Piano.
Le caratteristiche e gli obiettivi fondamentali dei progetto di Piano appaiono accettabili e coerenti con la nuova concezione della gestione del territorio da parte delle rappresentanze di ampie fasce sociali; un giudizio, dunque, decisamente positivo nei confronti di questo atto politicamente qualificante della Amministrazione comunale.
Vale la pena, forse, di rammentare, schematicamente, i punti fondamentali. Il Piano prevede, essenzialmente:
- la collocazione delle scelte di piano nel più vasto quadro comprensoriale e intercomunale secondo gli orientamenti del P.I.M.;
- la riqualificazione del tessuto urbano degradato (cioè il recupero, ad esempio, di quelle abitazioni nelle aree centrali e sub-centrali che la proprietà, per un ben preciso disegno di espulsione dei ceti popolari verso la periferia e I' hinterland, lascia « invecchiare » e che vengono poi dichiarate «inabitabili »);
- il recupero di tutte le aree disponibili a verde e servizi sociali fino a raggiungere lo standard di legge (26 mq. circa per abitante);
- il contenimento e lo sviluppo programmato della residenza con forti in-
terventi per l'edilizia di tipo economico e popolare sulla base della legge 167 (piano integrativo già approvato);
5) - il contenimento dell' attività terziaria ( uffici, commercio, imprese ecc.) con una più adeguata sistemazione delle strutture principali che corregga-
no gli attuali effetti congestionanti
6) - la conservazione e I' ampliamento controllato delle attività e del tessuto industriale e artigianale avendo cura, tuttavia, ad una precisa delimitazione di funzioni laddove, ad esempio, tali attività
sono frammiste alla residenza;
- la difesa delle caratteristiche storico -- ambientali;
- l'adeguamento e la nuova definizione del sistema di modalità con potenziamento e razionalizzazione del trasporto pubblico.
Queste indicazioni del Piano trovano il loro strumento di realizzazione nelle norme tecniche di attuazione che contengono sicuramente aspetti nuovi ed importanti, come ad esempio i P.I.O. (Piani di Inquadramento Operativo, strumento intermedio di pianificazione che può essere inteso come una vera e propria mini-variante del Piano), oppure gli ambiti di intervento delle zone 8 2, che sono un'otti-
Dopo l'ampia e positiva discussione della città sulla proposta di variante generale al Piano regolatore
APPROVARE IL NUOVO
PRG NELL' INTERESSE DELLA COLLETTIVITÀ
Siamo ormai all'ultimo giro di boa per l'approvazione della variante generale al Piano regolatore.
Dopo il dibattito finale che si sta iniziando in questi giorni, si dovrà arrivare all' approvazione definitiva del Piano i primi di dicembre. Non rispettare queste scadenze significherebbe far slittare il tutto a febbraio-marzo del 1977.
Vi dev' essere quindi l' impegno di tutte le forze democratiche affinchè si possa finalmente approvare subito il nuovo P.R.G.
In questi mesi si è sviluppato un ampio ed articolato dibattito che ha visto la partecipazione di partiti, di enti pubblici, di associazioni imprenditoriali e professionali, delle organizzazioni sindacali e dei Consigli di zona.
La proposta presentata prima delle ferie è stata quindi sottoposta ad un attento ed articolato esame; vagliata in ogni singolo aspetto.
Svaniscono nel nulla pertanto le critiche pretestuose avanzate in Consiglio comunale dall' opposizione intorno al fatto che la maggioranza non volesse fare discutere I' intera città intorno alla proposta di variante generale.
Non solo la città ha discusso ampiamente, ma ciò che più conta è il fatto che tutte le critiche avanzate sono state scrupolosamente esaminate e valutate e molte di esse accolte.
A titolo d'esempio si può citare la riduzione delle previsioni per la industria e la revisione della normativa, resa più snella e comprensibile.
Sostanzialmente i I giudizio complessivo che emerge dai pareri espressi è positivo, di accoglimento degli orientamenti generali espressi.
Particolarmente interessante il lavoro svolto dai Consigli di zona che hanno discusso in modo approfondito sia le linee generali che i
ma occasione per il conseguimento, in zone urba: nistiche degradate, di un adeguato riordino urbano.
La condizione perchè il P.R.G., attraverso una normativa così definita, cali veramente nella realtà è che la gestione del Piano non sia più verticistica e burocratica come nel passato ma sia, viceversa, decentrata e democratica col contributo determinante dei Consigli di zona.
Su questo punto è bene essere chiari: gli organi del decentramento, nei quali credono fermamente le forze politiche progressiste, devono essere i centri di propulsione per una corretta gestione del Piano e un controllo della sua realizzazione.
particolari del Piano. Ogni Consiglio di zona ha infatti fatto pervenire alla ripartizione Urbanistica una relazione dettagliata e una serie di precisazioni e proposte molto preziose.
Questo sostanzialmente quanto si è fatto in questi mesi. Ora si arriva al momento della verità. Ciò che si può sinceramente auspicare è che ogni forza politica si presenti a questo appuntamento in modo aperto e costruttivo, lasciando perdere interessi di parte o atteggiamenti pregiudiziali, poichè quello che è in gioco con il nuovo PRG non è tanto l'interesse di questo o di quel gruppo, di questa o quella parte politica, ma l'interesse generale della intera collettività, e non solo milanese.
alfredo novarini
Consigliere comunale Segretario del gruppo comunista, Membro della commissione Urbanistica.
Sarà compito dei Consigli di zona, infatti (come si legge, ad esempio, nei documenti inviati all'Amministrazione da parte della zona 2), fare in modo che « la elaborazione dei singoli contenuti, dei modi e dei tempi di intervento avvenga attraverso un organo del decentramento che, facendo leva sulle strutture esistenti, garantisca un effettivo rapporto dialettico, anche creativo, tra realtà locale e Amministrazione Comunale »; a tal fine il Consiglio di zona 2 indica alcuni poli urbanistici significativi (ad esempio area ex Varesine, ex lotto 26, ex Brown Boveri ecc.) intorno ai quali, attraverso il P.1.0., si può sviluppare certamente un interessante discorso di riqualificazione e ridefinizione del tessuto urbano in questi ambiti.
Questi dunque gli obiettivi di fondo, delineati in maniera schematica, intorno ai quali le forze progressiste dovranno impegnarsi per una reale gestione democratica d e I nuovo P.R.G.
guido manca
Consigliere di zona (PSI)
Coordinatore della commissione Urbanistica del Consiglio di zona 2
I compagni della sezione Ferretti, il Comitato della zona 2 del PCI, la redazione di Quartiere e Politica esprimono profondo cordoglio per l'immatura scomparsa del caro compagno
pagina 2 QUARTIERE E POLITICA
PIETRO VERECONDI
Il ruolo dei consigli di zona
Una proposta di utilizzazione delle aree e degli edifici dell'ex TIBB all' Isola
INVITIAMO A DISCUTERE SU UNA
OCCASIONE URBANISTICA ECCEZIONALE
L'arretramento della stazione delle Varesine pose le condizioni perchè, in parte, l'Isola potesse unirsi — da nord a sud — con le altre parti di Milano.
L'ostacolo fisico — ancora oggi esistente — è lo isolato contenuto tra le vie Confalonieri, Sassetti, De Castillia, Borsieri: ove trovavano sede prevalentemente le attività produttive della TIBB e della Brown Boveri. Esistono ancora oggi le strutture edilizie di queste antiche attività: un complesso interessante e composito dal punto di vista tecnologico e cronologico. Dai primi edifici industriali dell' inizio del secolo, alle ultime strutture edilizie del periodo della seconda guerra mondiale.
Queste aree, e questi edifici vuoti, furono oggetto di numerose proposte, lecite e no.
Durante gli anni della metropolitana e della «megalomania» del centro direzionale queste aree erano destinate ad accogliere edifici direzionali : un momento di « rinnovamento» urbano che doveva essere esteso a tutta l'area del quartiere dell'Isola, e per il quale la speculazione — connivente la classe dirigente milanese — chiedeva « solamente » la espulsione di tutti gli strati popolari dal quartiere.
Quella che fu una vera lotta popolare, guidata dai comunisti del quartiere e della opposizione in Consiglio comunale, è cosa nota a tutti: come a tutti è nota la capacità che ci fu di trasformare una critica alle malversazioni urbanistiche in una coscienza pubblica e popolare, che a sua volta riuscì a condizionare le future scelte dell'Amministrazione comunale.
I Consigli di zona della nostra città nacquero — nel loro contenuto, politico e civile — da queste lotte e dalle proposte alternative per l'uso del territorio che queste lotte erano capaci di esprimere. L' attenzione ai servizi e all'edilizia popolare fu la prima esplicitazione ( del quartiere dell'Isola, come di tutta la città) della nuova coscienza pubblica e del nuovo — sempre più esteso e collettivo — im-
L'Amministrazione comunale ha proposto di ricavare una mensa in una parte dell'ex TIBB all'Isola, per soddisfare le numerose richieste dei lavoratori di fabbriche e uffici del popolare quartiere.
pegno civile. Per quanto riguarda la area che abbiamo descritto, in quegli anni la destinazione a « 167 » (edilizia economica e popolare ) venne espressa nel «piano Velluto», nel quadro di una politica di recupero di aree per edilizia residenziale popolare, da affiancare a quelle destinate allo stesso fine ma grazie alla ristrutturazione dell' edilizia esistente.
Lo scorso autunno la sezione 1° Maggio del P C I convocò una assemblea popolare presso il Teatro Verdi sul tema del Piano regolatore generale. Dall'esame di molte questioni generali e particolari della zona venne allora proposta alla popolazione l'idea di una diversa utilizzazione delle aree e degli edifiici della ex TIBB e della ex Brown Boveri.
La proposta era: togliere dall'area la destinazione 167 - residenziale, per vincolarla a servizi - 167, recuperando altrove ( in particolare verso le aree un tempo occupate dalla ferrovia e ora libere) la edificazione di nuovi edifici di edilizia economica e popolare.
La proposta si basava sulla constatazione della necessità di elaborare — anche nelle singole proposte concrete — una effettiva politica di lotta allo spreco, al fine di un sempre maggiore utilizzazione (sociale ed economica) an
che del patrimonio esistente.
Le strutture edilizie delle aziende ricordate non sono i n fatti fatiscenti: strutture in muratura, in cemento armato, in metallo, passibili — con modesti interventi di manutenzione e di ristrutturazione — di nuovi usi pubblici.
L'occasione si presentava eccezionale: una grande area, con grandi spazi già coperti (la superficie coperta è di circa 10.000 mq., a volte a più piani) a disposizione per rispondere alle più urgenti esigenze dei servizi della zona (già noti nelle loro principali qualità nelle richieste avanzate nelle varie assemblee popolari : centro civico e sociale, attrezzature culturali, sportive e ricreative, poliambulatorio, centro diagnostico e di medicina preventiva, con attenzione alle peculiarità della zona: ad esempio la prevalenza degli anziani, insediamenti commerciali di controllo pubblico, nuovi insediamenti produttivi di controllo pubblico, ad esempio quelli artigianali necessari per una ristrutturazione d e I quartiere, ecc.).
E nel contempo una occasione urbanistica ancora eccezionale: la possibilità di garantire una significativa rottura dell'Isola, con il proseguimento di via Volturno (pedonale) attraverso gli edifici industriali della ex Brown Boveri,
verso le aree prima occupate dalla ferrovia e ora libere, e verso il sud della città.
Questa proposta dei comunisti, fatta propria dall'assemblea popolare, venne portata al Consiglio di zona che a sua volta l'accettò e la presentò alla Amministrazione comunale. Quest'ultima inserì la proposta stessa nella revisione del piano 167.
Nel maggio di questo anno, sempre durante una assemblea popolare, i co-
munisti dell'Isola dibatterono pubblicamente in piazza Minniti la questione del Piano regolatore generale, del Piano dei servizi e del Piano della 167. All'interno di questo più generale discorso la proposta per le aree e gli edifici della ex TIBB e della ex Brown Boveri venne riproposta e ridiscussa e nuovamente approvata.
In Consiglio di zona si discuterà, prossimamente, di una iniziativa dell'Amministrazione comunale : quella di ricavare una « mensa popolare » in una piccola parte della ex TIBB. Una iniziativa questa che (se controllata democraticamente per la necessità di una sua effettiva funzione pubblica che non sia contemporaneamente in contrasto con la attività anche artigianale del ristoro della zona) può divenire un primo concreto contributo alla realizzazione della proposta prima descritta.
Si tratta ora di mobili tare forze politiche e masse popolari attorno a questa proposta, perchè da un dibattito democratico e pluralistico possa risultare un programma concreto e non velleitario per modificare una parte della nostra realtà di quartiere.
vìrgilio vercelloni
Perchè ritardano i lavori per la scuola materna in via De Castillia 11
Nella zona 2 si trascina da anni, senza che si riesca a trovarne la soluzione, il problema degli spazi necessari a una soddisfacente gestione della scuola materna. Situazione grave perchè il problema, oltre ai bambini in età prescolare, coinvolge parte dei bambini che frequentano la scuola elementare. Infatti alcune scuole elementari (ad esempio quelle delle vie Muzio, Bottelli, Pastrengo) sono costrette a cedere aule, di cui pure avrebbero necessità, ad alunni
della scuola materna, creando così una negativa competitività tra i genitori dei due ordini di scuola.
Quest'anno si è mosso qualche passo verso la soluzione, purtroppo ancora lontana, di questo problema. Il Consiglio comunale ha infatti messo in bilancio la cifra necessaria alla parziale ristrutturazione dell'ex convento situato in via De Castillia 11, in modo da ricavare quattro aule destinate a scuo-
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QUARTIERE E POLITICA pagina 3
il SEVESO: una calamità ricorrente. Di chi la colpa?
Nello scorso mese di ottobre, e precisamente il giorno 3 e la notte del 30, i cittadini della zona 2 (piazza Istria - viale Zaravia Veglia, via Arbe, ecc.)
9 (via Valfurva - via Pirelli - viale Fulvio Testi e vie adiacenti) sono rimasti bloccati dallo straripamento del fiume Seveso che ha inondato le zone predette invadendo strade, scantinati, negozi e case situati al piano terra. I danni sono stati calcolati in diverse decine di milioni senza contare il disagio di centinaia di famiglie, il traffico interrotto, autoveicoli bloccati nelle strade, ecc.
!l problema del Se eso risale ormai a tempi remoti ed i milanesi non più giovanissimi delle zone 2
9 ricordano certamente le fuoruscite del corso di acqua del '52 e del '61, che trasformarono i viali Zara
Testi e vie laterali in torrenti di acque fangose.
L'opinione pubblica è stata informata fin da allora che il problema della bonifica del Seveso era risolvibile con la costruzione di uno scolmatore che deviasse parte delle sue acque nel fiume Ticino; di questo scolmatore, in tutti questi anni, sono stati costruiti circa 30 km. (il -Como) e per la sua ultimazione mancano appena
Le case crollano
In pieno centro direzionale, a pochi passi da lussuosi condomini, c'è un gruppo di edifici i cui inquilini vivono in condizioni estremamente disagevoli.
Il caso più drammatico è quello di via Bordoni 10: una casa che risale all'inizio del secolo e che da allora non ha mai beneficiato di manutenzione da parte della proprietà.
Qualsiasi tentativo di descrivere le condizioni in cui sono costrette a vivere le 22 famiglie risulta madeguato alla realtà muri perico;anti, scale sconnesse, pavimenti imbarcati, condizioni igieniche pessime. Basti pensare che lo scorso anno il pavimento di un appartamento ha ceduto e solo per un caso lo inquilino non è precipitato al piano di sotto.
Ora gli inquilini si stanno organizzando; con l'appoggio del SUNIA e della sezione Ferretti del P C I hanno portato in Consiglio di zona il loro problema. Il Consiglio di zona, anche
per il particolare impegno dei consiglieri comunisti, ha sollecitato presso l'assessore alla Edilizia privata un incontro con la proprietà; è stata inoltre inviata alla stessa una ingiunzione perchè provveda alle opere più urgenti di restauro.
Ove ciò non potesse avvenire si provvederà a cercare una collocazione provvisoria per gli inquilini in attesa che possano ritornare nelle case ristrutturate o ricostruite che nel Piano regolatore sono destinate ad edilizia popolare.
È chiaro che si tratta ora di mantenere viva la mobilitazione intorno a questo problema sia perchè le opere di prima necessità vengano effettivamente compiute, sia per evitare che la proprietà ristrutturi lo stabile con la prospettiva di modificare la destinazione d'uso prevista dal Piano regolatore generale.
tre chilometri e mezzo circa. Ma i lavori sono fermi, in quanto, né il Comune né la 'Provincia dispongono dei circa 5 miliardi occorrenti e che dovrebbero essere stanziati dal governo tramite il Genio civile. La situazione inoltre è continuamente peggiorata quanto in questi anni il Seveso ha dovuto sopportare l'immissione nel suo letto di tonnellate di detriti di ogni genere provenienti da tutte le nuove abitazioni costruite in Brianza, specialmente da Varedo in giù, lungo il suo percorso (nel fiume vengono immessi anche i liquami provenienti da Cinisello e dalla Breda); questo fatto ha notevolmente diminuito la capacità di portata del Seveso che, non appena piove più del normale, come purtroppo quest'anno, « scoppia ».
Ora, in attesa che venga ultimato il famoso scolmatore che dovrà dirottare buona parte delle acque verso il Ticino, l'unica possibilità che rimane per eliminare il pericolo di altre inondazioni è costituito dal fatto di poter liberare il letto del Seveso dai detriti che, come sopra ricordato, sono centinaia di tonnellate.
Pare che fin dal 1968 esistesse un progetto in tal senso, ma fino ad ora non
è stato realizzato anche perchè per l'esecuzione di questi lavori occorrono macchinari ed attrezzature costosissime.
La questione del Seveso è, allo stato attuale, un problema di stanziamento di fondi e quindi va vista ed inquadrata nella generale incuria su scala nazionale che i governi via via succedutisi hanno manifestato per il territorio ed il suo sottosuolo, per le reti idriche e le mancate attuazioni di opere atte a risanare strutture vetuste o inefficaci. Purtroppo dobbiamo registrare in questi giorni anche la tragedia di Trapani che è un triste esempio di questa colpevole incuria.
Che fare allora? Il Consiglio della zona 9 ha preso l'iniziativa di costituire un « Comitato per il Seveso» presieduto dallo stesso presidente del Consiglio di zona, Umberto Farina, che avrà il compito di sensibilizzare cittadini, organizzazioni, partiti politici affinchè a mezzo di una costante pressione il ministero competente del governo di Roma dia la possibilità alla Provincia ed al Comune, per le rispettive competenze, di operare al fine di scongiurare definitivamente il pericolo di altre inondazioni.
linella
tavacca
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Via De Castillia 11
la materna e da permettere la restituzione alla scuola elementare di via Pastrengo degli spazi di sua spettanza.
Per procedere alla ristrutturazione si rendeva necessaria una serie di sopralluoghi e di rilevazioni da parte dei tecnici comunali per poter provvedere alla stesura del progetto e alla stima dei costi, ma a questo punto sono iniziate le difficoltà. Infatti gli esponenti del Centro Sociale Isola, che occupa alcuni locali dell'ex convento, con motivazioni pretestuose hanno impedito l'accesso allo stabile ai tecnici comunali per circa tre mesi. Dopo una lunga serie di contatti fra il Consiglio di zona e il Centro Sociale Isola, finalmente verso la fine di ottobre è stato possibile effettuare le rilevazioni necessarie.
Ora il progetto è in fase di elaborazione presso gli uffici comunali e ci auguriamo vivamente che possa giungere al più presto al Consiglio di zona per essere vagliato e poi ri-
tiziana de andrea trasmesso per l' approvazione al Consiglio comunale.
A questo punto i tempi di attuazione dell'iter burocratico divengono determinanti. È da tenere presente che se la delibera per questi lavori non verrà votata dal Consiglio comunale entro la fine dello anno, si perderà la possibilità di ottenere l'erogazione del necessario finanziamento già inserito nel bilancio del corrente esercizio e, vista la situazione non certo rosea delle finanze comunali, non si potrà sperare di avere queste aule sino a quando non si verranno a riproporre le condizioni favorevoli in un prossimo bilancio (e potrebbero occorrere anni).
Nella malaugurata ipotesi che questo avesse a verificarsi, ci sembra giusto che la popolazione de'la zona sappia a chi far -isalire le responsabilità della eventuale mancata ;ealizzazione di questa essenziale struttura sociale.
maria luisa bersani
Come si presentava viale Arbe nei giorni dello straripamento del Se eso.
pagina 4 QUARTIERE E POLITICA
DAL CENTRO DIREZIONALE
IN VIA BORDONI, A DUE PASSI
Insostenibile la situazione finanziaria degli Enti locali
i Comuni sull'orlo del collasso
Per uscire dalla gravissima crisi occorre porsi severi obiettivi, realizzare una ampia informazione alla cittadinanza e promuovere una vasta mobilitazione popolare
Sulla crisi finanziaria degli Enti locali abbiamo posto alcune domande a ROBERTO CAMAGNI,consigliere comunale comunista, presidente della commissione Bilancio.
La crisi della finanza degli Enti locali si manifesta anche nel più ricco comune italiano. Perchè più ricco ?
Quando sono state abolite l'imposta di famiglia, le imposte di consumo e l'imposta su commerci arti e professioni (ICAP), I' ammontare del gettito a Milano era 2,5 volte maggiore del gettito medio dei Comuni. Pertanto le somme che lo Stato eroga in sostituzione dei tributi soppressi sono di conseguenza più alte di 2,5 volte la media deile rifusioni date ai Comuni.
La spesa comunale per abitante a Milano è la più alta d'Italia. Naturalmente la quantità della
spesa non significa immediatamente qualità elevata dei servizi. In una grande macchina comunale ( 25 mila dipendenti) le disfunzioni, gli sprechi, le distorsioni organizzative sono moltissimi. Occorre riorganizzare, razionalizzare, controllare e decentrare la struttura amministrativa del Comune per spendere meglio, per ottenere di più con la stessa spesa.
Come si manifesta la crisi finanziaria del Comune di Milano ?
È una crisi di liquidità, di cassa, 250 miliardi di debiti a breve, 1.200 miliardi di debiti a lungo ter mine, prestito di 125 miliardi bloccato per cause generali.
a) Entrate sostanzialmente rigide per la cosiddetta riforma fiscale. Dobbiamo ricordare che sono ferme al '73 e non hanno avuto alcuna rivaluzazione per poter far fronte alla
inflazione.
Eccezionale crescita degli oneri finanziari dello indebitamento per gli alti interessi per mutui, prestiti, obbligazioni e anticipazioni a breve termine. Siamo passati da 100 miliardi nel '75 a 120 nel '76 e presumibilmente 140 nel '77. Cioè ogni cittadino mi lanese dovrà pagare alle banche circa 80.000 lire all'anno.
Per il crescente disavanzo di gestione del trasporto pubblico, offerto necessariamente a prezzo politico.
Le restrizioni ed il blocco del credito neile scorse settimane gravano più pesantemente sul Comune di Milano rispetto agli altri Comuni, per il largo ricorso al credito ordinario con cui Milano ha sempre risolto i suoi problemi.
Quali rischi può comportare la crisi finanziaria
del Comune ?
Gravissimi ; alcune situazioni sono già allarmanti, le difficoltà di pagamento dei fornitori e delle imprese creano già disfunzioni serie.
Se non si hanno provvedimenti urgenti sarà difficile pagare gli stipendi dei dipendenti comunali e dell'ATM nel mese di dicembre.
Pertanto c'è il rischio di bloccare servizi essenziali per la città.
Quali sono gli obiettivi che bisogna proporsi per uscire da questa situazione ?
Numerosi e di diverso tipo, ma non separabili:
una ampia informazione della cittadinanza con tutti i mezzi possibili, sulla reale gravità della situazione;
u n a mobilitazione popolare per una riforma e un risanamento della finanza locale nel quadro di una lotta generale all'inflazione, di blocco e di qualificazione della spesa corrente;
un rigoroso ed ener,gico intervento per ridurre i costi, tagliare spese non immediatamente necessarie, eliminare sprechi e disfunzioni;
una azione severa di lotta all'evasione fiscale; una iniziativa generale perchè il trasporto pubblico nelle grandi aree urbane trovi un •rinanziamento che non gravi sulla esausta finanza locale; la prosecuzione della
politica di adeguamento delle tariffe gestite dalla civica Amministrazione volta ad ottenere un equilibrio dei costi coi ricavi. Unica eccezione quella relativa al trasporto pubblico dove si deve perseguire solo un aggiornamento della tariffa politica.
In questo contesto si cala la richiesta di provvedimenti governativi urgenti per concessioni di crediti che ci facciano superare la fase attuale (per Milano basterebbe l'autorizzazione ad anticipazioni sulla base del prestito obbligazionario di 125 miliardi, bloccato da mesi) e misure indilazionabili come quelle richieste dall'ANCI:
- anticipazioni della ILOR all'1.1.'77 come gettitc per il Comune (40-45 miliardi-anno);
- consolidamento del debito a breve (economia di 50-60 miliardi-anno);
- aumento del 25 per cento delle rifusioni per i tributi soppressi;
- conversione e consolidamento dei debiti a lungo termine degli Enti locali.
Se ciò significa porre un problema di nuovi recuperi in termini fiscali per lo Stato, gli Enti locali sono pronti a dare una collaborazione efficace alla lotta contro I' evasione e alla gestione del sistema fiscale. Posto che il governo decida in modo chiaro e conseguente uscendo dalla incertezza attuale.
La Scuola sul "Lotto 46"
cucina centralizzata. Il costo dell'opera è di 2 miliardi e 725 milioni di lire. I tempi di attuazione sono preventivati in 240 giorni lavorativi.
Non vi è dubbio che si tratta di un'opera di interesse non solo strettamente scolastico ma anche più generale (si pensi, per esempio, alla possibilità di utilizzo delle attrezzature sportive da parte del quartiere).
La delibera di appalto relativa al plesso scolastico che sorgerà sull'area delimitata dalle vie Emilio De Marchi e della Giustizia è stata perfezionata dalla Giunta comunale e trasmessa per l'approvazione al Comitato regionale di controllo della Regione Lombardia.
Si tratta di un'opera di edilizia scolastica di rilievo costituita da tre corpi comprendenti 9 sezioni di
scuola materna, 15 aule di scuola elementare e 9 aule di scuola media, concepite in modo da consentire il rapido interscambio in base alle reali esigenze di utilizzo che si verificheranno al momento dell'entrata in funzione del plesso. Ampi spazi sono riservati a servizi vari ed attività sportive. Vi saranno, tra l'altro, 2 palestre, una piscina, un auditorium, la biblioteca, la mensa con
Il Comitato regionale di controllo è tenuto, per legge, ad esprimere un parere entro 20 giorni. Per rendere esecutiva la delibera occorre poi « mutuarla », vale a dire contrarre un mutuo con le banche a fronte della spesa prevista.
A questo punto l'indicazione per una presa di coscienza del problema da parte dei cittadini (tenendo conto della situazione economica generale del
Comune quale emerge dall'intervista col presidente della commissione Bilancio Roberto Camagni, pubblicata in questa pagina) e le iniziative popolari da portare avanti devono essere rivolte: 1) verso il governo perchè adotti provvedimenti urgenti tendenti a smuovere il mercato del credito, si impegni sul tema della riforma e del risanamento della finanza locale, conceda al Comune il prestito di 125 miliardi bloccato da mesi: 2) verso la Regione Lombardia perchè approvi la delibera di appalto e renda esecutiva la promessa di contributo di 950 milioni per la scuola di via De Marchi in base alla legge 412 modificando l' atteggiamento negativo fin qui tenuto in materia di contributi per l'edilizia scolastica per cui a tutt'oggi il Comune vanta miliardi di «crediti• per contributi promessi e mai
erogati.
A lato di questi obiettivi di lotta, decisamente prioritari, per la consegna di un'opera che tende ad alleviare il drammatico fabbisogno scolastico della zona, bisogna ricordare che da 11 anni agisce sul terreno del lotto 46 una società sportiva, la « Pomense» (150 ragazzi e giovani dagli 8 ai 23 anni) che vi ha costruito un campo di calcio il quale dovrà, ovviamente, essere abbandonato.
Occorre porsi il problema della creazione nel quartiere, che ne è totalmente privo, di una attrezzatura sportiva pubblica per consentire l'esercizio di attività sportive all'aperto.
A tale proposito si potrebbe prendere in considerazione l'area ex Saffa tra le vie De Marchi e Zuretti.
sergio dugnani
QUARTIERE E POLITICA pagina 5
CON LA PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA DEI COMUNISTI PER IL GOVERNO DELLA
CITTA' CHE AVVERRA' CON UNA INIZIATIVA PUBBLICA IN D IC E M BR E
Nuovo impulso all'iniziativa unitaria per risolvere i problemi di Milano
Anche a Milano, come in tutto il Paese, il PCI sta compiendo, come nessuna altra forza politica, un dibattito tra i propri iscritti e tra tutti i cittadini sulla crisi profonda che l'Italia attraversa e su come la crisi in tutti i suoi aspetti, da quello economico e sociale a quello culturale e morale, si ripercuota nella nostra città.
Come è nel costume dei comunisti, non ci limitiamo ad individuare e a denunciare le cause e le responsabilità della crisi che, peraltro, sono a tutti note, ma indichiamo proposte ed obiettivi per superare questa situazione e per far camminare tutto il Paese su una strada nuova verso la giustizia sociale e il progresso civile.
nostro Comune, una situazione di cui tutti i cittadini devono essere messi a conoscenza per compiere, attraverso un'ampia partecipazione democratica, le scelte prioritarie per i pochi investimenti che saranno possibili nei prossimi anni, ma anche per far diventare di massa la lotta per la riforma della finanza locale.
Il programma che i co munisti indicano per il governo della città è finalizzato alla riorganizzazione e alla umanizzazione di Milano, allo sviluppo ordinato sul piano economico, produttivo, culturale, avendo presente il suo ruolo nazionale ed europeo.
Con la presentazione del nostro programma che avverrà con una iniziativa pubblica nel prossimo mese, ci proponiamo anche ed essenzialmente di dare un nuovo impulso, un nuovo vigore alla nostra iniziativa unitaria, di massa e di mobilitazione ed inoltre vogliamo anche rinnovare l'appello a tutte le forze sociali e politiche
Nel prossimo numero di Quartiere e Politica:
per un confronto democratico, non accademico ma per ricercare delle intese, delle convergenze, dei momenti di unità necessari per la soluzione dei problemi della città.
Questo appello non ci limiteremo a proclamarlo, faremo ogni sforzo possibile perchè nell'interesse della città, si realizzino nuovi rapporti di collaborazione ad ogni livello: tra noi e i compagni socialisti vogliamo estendere, rafforzare e qualificare i rapporti unitari; e così con le forze intermedie del PSDI e del PRI che a Milano hanno un ruolo importante; e anche con le forze cattoliche, compresa la D C al cui interno stanno crescendo le forze che non condividono la linea intransigente, di arroccamento assunta in questo anno nei confronti della Giunta, una linea capace solo di esprimere dei no, che impedisce alla DC di avere un ruolo positivo ma soprattutto una linea che, a nostro parere, non corrisponde agli interessi generali della città.
Abbiamo molti appuntamenti nei prossimi mesi: l'approvazione del P.R.G., il nuovo regolamento per il decentramento e la partecipazione democratica, il bilancio di previsione per il 1977 e la proposta di un piano poliennale.
te nostra vi sarà attenzione e disponibilità.
Nei prossimi mesi si svolgeranno le elezioni per i Consigli di zona. Un fatto di grande valore democratico che può essere esaltato da una preparazione capace di promuovere in ogni quartiere, in ogni luogo di lavoro un intenso dibattito, un serio confronto che coinvolga ed impegni tutti i cittadini.
Partito Comunista
1977 Italiano
Le proposte che noi indichiamo richiedono per la loro realizzazione un duro sforzo, rigore e coerenza; esse sono finalizzate ad un nuovo tipo di politica economica e sociale e non rappresentano, come alcuni si illudono, alcune gocce di olio per rimettere in moto il vecchio meccanismo di sviluppo. Noi siamo fermamente convinti che la salvezza dell'Italia sta solo in un profondo cambiamento.
Da questa consapevolezza deriva lo sforzo che i comunisti milanesi stanno compiendo, di analisi e di elaborazione di un programma serio, preciso, rigoroso che parte dai fabbisogni della città e che tiene conto della reale e preoccupante situazione economica e finanziaria del
La FGCI zona 2 interviene con un ampio articolo sul tema dei Centri sociali giovanili.
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La cellula del PCI dello INPS di via M. Gioia produce il periodico Partecipazione nuova contenente, tra l'altro, ultimissime «schede» illustranti le varie situazioni pensionistiche. Il giornale si può ritirare presso la sezione del P C I Primo Maggio in via Sebenico 21 o presso la Libreria «Rinascita» in via Volturno 33.
Nel prossimo numero di Quartiere e Politica un articolo sul sistema pensionistico italiano.
«Allo scopo di promuovere la partecipazione popolare alla gestione amministrativa della comunità locale e in attuazione del principio di autonomia sancito dall'art. 128 della Costituzione, i Comuni possono deliberare di ripartire il territorio in circoscrizioni comprendenti uno o più quartieri o frazioni contigue, esercitando il potere di organizzazione secondo principi di ampio decentramento ».
Così recita l'art. 1 della legge 8 aprile 1976, numero 278 « Norme sul decentramento e sulla partecipazione dei cittadini nell'amministrazione del Comune ».
Questa legge può considerarsi un traguardo raggiunto, anche se certamente non ci si deve illudere che tale legge basti da sola a favorire il na-
Sono tutti momenti importanti per il futuro di Milano: su ognuno di essi ci auguriamo che l'impegno delle forze politiche sia fatto di critiche e di proposte concrete e precise verso le quali da parscere di quelle «comunità di partecipazione popolare» dove le diverse forme di pluralismo esistenti possano ritrovare la propria identità. Ma a partire dal «merito» della legge, degli intendimenti cioè che essa si propone di realizzare, occorre lavorare perchè in ogni Comune si realizzi un decentramento basato sulla partecipazione e l'autonoma iniziativa dei cittadini.
A questo appuntamento andremo con il nostro programma, senza credere di avere la verità in tasca e la soluzione giusta per ogni problema, anzi vogliamo che anche questa diventi una occasione utile per favorire il confronto e la convergenza sulle cose da fare per dare ai Consigli di zona una gestione unitaria capace di far esprimere appieno il loro ruolo di partecipazione, 'di democrazia, di efficienza.
augusto castagna
Segretario del Comitato cittadino, Membro del Comitato centrale del PC! rite tutte le opportune disposizioni atte a demandare ai futuri Consigli circoscrizionali compiti e poteri realmente decisionali a riguardo della gestione della propria « zona ».
PARTECIPAZIONE ATTIVA
La legge in questione demanda ad apposito regolamento deliberato dal Consiglio comunale le attribuzioni e il funzionamento degli organi di circoscrizione, lasciando a quest' ultimo il delicato compito di favorire il momento partecipativo.
Nella nostra città ampio è ancora il dibattito in corso affinchè nel citato «regolamento» siano inse-
Solo così potrà iniziare' ad assumere reale significato la partecipazione attiva dei cittadini che inizieranno ad esplicitare loro dovere-diritto con la elezione diretta dei propri consiglieri, ai quali sarà, quindi, delegato un effettivo compito decisionale e non di mera gestione burocratica, e potranno continuare ad influire profondamente e da vicino nella vita sociale del luogo in cui vivono.
mario tagliazucchi Consigliere di zona (DC) Presidente del Consiglio di zona 2
pagina 6 QUARTIERE E POLITICA
IL DIBATTITO SUL « REGOLAMENTO » DEI CONSIGLI DI ZONA
Ci sono pervenute numerose lettere di genitori e insegnanti che riguardano problemi di singole scuole o temi che, più in generale, interessano la vita della scuola. Nell'impossibiltà di pubblicarle tutte ne abbiamo scelte alcune. Nel prossimo numero di Quartiere e Politica la coordinatrice della Commissione scuola del Consiglio di zona 2, Giovanna Moscatelli, interverrà facendo un quadro della situazione scolastica della zona.
In agguato
Io
spettro
dei doppi turni Autonomia e problemi edilizi alla "Bottelli"
Nell'ambito delle carenze che qualsiasi scuola italiana oggi vive, qualora intenda portare avanti un discorso nuovo dal punto di vista didattico e da quello delle finalità sociali, si inseriscono anche i problemi del plesso di via Bottelli 3 ( Greco ): purtroppo tutto è affidato alla buona volontà, alla fantasia, alle energie degli insegnanti e dei genitori che vogliono lavorare per la scuola dei loro figli e per la società più in generale. La disponibilità economica tutti sanno essere veramente irrisoria ci auguriamo che ciò, al contrario di essere un motivo di rassegnazione ora in futuro, sia invece una ragione di più perchè i tanti genitori che ancora non fanno quanto è loro possibile per migliorare questa scuola sentano la necessità di partecipare al lavoro del Consiglio di circolo (le cui riunioni sono, da sempre, aperte regolarmente pubblicizzate) e dell'assemblea dei genitori, nonchè al lavoro delle assemblee di classe dei Consigli di interclasse anch'essi aperti.
Se qualcuno si è chiesto perchè si sia usato il termine plesso per parlare della nostra scuola, ricordo che appunto si tratta di un altro dei nostri problemi : secondo una vecchia legge infatti una scuola con 23 classi, destinate ad aumentare sicuramente (v. complesso edilizio su via De Marchi
cosiddetto « delle tre torri », dove le famiglie hanno cominciato ad insediarsi), non costituisce un circolo didattico, ma deve essere aggregato ad altro circolo. Il circolo in questione è quello di via Venini 80, situato in zona 10, comprendente già 50 classi, di cui 9 alloggiate presso l'oratorio di via Oxilia, cosicchè non solo si tratta di una denominazione (circolo didattico di via Bottelli e via Venini), ma di una somma di problemi infiniti, aumentati dal fatto che le due scole, anzi tre, si trovano in due zone diverse di decentramento. Cosa avverrà quando si costituiranno i tanto auspicati Distretti scolastici ? Non ci consola neppure sapere che oltre le 3 0 classi a~remo diritto a una direzione didattica autonoma, in quanto per le direzioni di nuova istituzione si prevedono concorsi per direttori didattici così a lunghe scadenze che in genere tali scuole continuano a rimanere «allegate» alle direzioni didattiche già costituite. La assemblea dei genitori e il Consiglio di circolo hanno già ripetutamente chiesto l'autonomia del plesso Bottelli e anche, in via provvisoria, almeno u n a segreteria propria, ma non si è avuta alcuna risposta positiva.
Il terzo, ma essenziale, problema è quello edilizio, che coinvolge il plesso Bottelli come le altre scuole della zona: la vecchia ala dell'edificio attende dal 1972 di essere abbattuta affinchè si possa procedere a terminare la costruzione (nuova per le due parti laterali).
Ciò non è possibile in quanto nell'ala vecchia è ancora ospitata l' unica scuola materna comunale del quartiere di Greco, ed è chiaro che questa non può essere spostata sino a che non sarà pronta la tanto auspicata scuola onnicomprensiva sul lotto
4 6.
Questo ritardo causerà a brevissimo termine, forse già l'anno prossimo, lo inizio dei doppi turni nel plesso Bottelli; al riguardo, ci si è più volte interessati per ovviare a tale grave soluzione, ma siamo coinvolti nel problema più generale che la costruzione su lotto 46 risolverebbe invece per le scuole di tutta la zona, materne, elementari e medie. Quanto alle nostre classi, accennerò brevemente al fatto che tutti gli anni i genitori che non intendono iscrivere i figli alla scuola sperimentale
di via Cagliero (a ragione o a torto), dopo ricerche e dibattiti accesissimi nell'ambito della zona, sono infine costretti ad iscriverli in scuole più o meno scomode, appunto perchè manca una scuola media di zona sul lotto 46, sul quale devono puntare, per concludere, tutte le nostre iniziative. grazia cassani Vice-presidente del Consiglio di circolo - Scuola elementare Venini-Bottelli
Grave presa di posizione del Consiglio di Circolo della elementare
« Dal Verme » sul problema della refezione
Gestione Democratica o sterile isolamento?
Il Consiglio di circolo della scuola elementare di via Dal Verme si è rifiutato di formare la commissione che prendesse in esame le dichiarazioni dei redditi dei genitori per adeguare a queste le quote della refezione scolastica.
Si è detto contrario a questo tipo di controllo, lesivo, a parer suo, della « privacy » della famiglia (della famiglia o degli evasori fiscali ?).
Ha espresso anche il proprio parere negativo sul rapporto reddito-quota refezione, ritenendo inoltre il tetto delle mille lire a pasto (oltre due milioni e mezzo di reddito pro capite annuo) troppo alto.
Tutto ciò è contenuto in una lettera inviata da detto Consiglio di circolo al Consiglio di zona 2 ai primi di ottobre.
Avere delle opinioni diverse è un diritto, esprimere queste opinioni può diventare anche un dovere, inteso come contributo costruttivo al miglioramento di un determinato servizio sociale.
Vogliamo ricordare a questo proposito ai signori consiglieri della scuola Dal Verme (ma quale sia la maggioranza che ha sottoscritto il documento non viene detto) che il Consiglio di zona è impegnato a discutere su questo problema fino dal maggio scorso e la Commissione scuola ha fatto ben tre riunioni (aperte a tutti) su questo argomento spe•cifi-
co.
Per coinvolgere ulteriormente tutta la cittadinanza si è fatta una assemblea generale presso la scuola elementare di via Muzio ai primi di ottobre, cui ha partecipato l'assessore Mottini. Detta assemblea era stata ampliamente pubblicizzata con affissioni in zona ed in ogni scuola.
Ebbene in quella sede non uno dei rappresentanti del Consiglio di circolo della scuola di via Dal Verme era presente.
Paura delle proprie idee? Indifferenza verso le istituzioni democratiche del decentramento?
A noi pare che se esistesse uno stretto collegamento tra Ente locale e organi di governo delle scuole, molti problemi si risolverebbero più facilmente.
Che significato ha impedire che rappresentanti del Consiglio di zona partecipino alle sedute degli organi collegiali? Vuol dire isolarsi dal contesto sociale del territorio in cui si vive.
Se avessero espresso la loro critica e fossero poi stati disponibili al confronto tutto sarebbe ineccepibile. Così come è stata articolata e proposta sembra più una provocazione, uno sdegnoso rifiuto, frutto di insensibilità politica e sociale.
`regolamento' non è tutto!
Dopo due anni di funzionamento degli organi collegiali, dal Consiglio di circolo della scuola elementare di via Muzio continuano ad uscire ordini del giorno incentrati sul « regolamento del C. d. C. e della Giunta esecutiva»!
II C.d.C. di questo grosso plesso scolastico della nostra zona continua a respingere o ad ignorare i problemi «veri» della scuola di via Muzio: rapporto Centro medico-psicopedagogico / sala medica / insegnanti / quartiere.
Gli alunni non hanno anamnesi, sono senza tempo e senza «vissuto» storico. Sono — evidentemente — astrazioni della mente di quei pochi che continuano a provocare il discorso all'Interno del C.d.C. per uscire sempre battuti da una schiacciante maggioranza conservatrice. Sono alunni — pare —, quelli della via
Muzio, così impalpabili e invisibili che non ci si preoccupa di sapere come vivono, cosa soffrono, dove si realizzano, in quale habitat sociale del quartiere crescono e si formano.
II Centro psico-pedagogico sollecita da tempo un rapporto col C.d.C., chiede di essere invitato alle riunioni di Consiglio, ha delle cose da dire, cose che riguardano il rapporto medicina - psicologia - insegnamento - scuola servizio sociale: cose, dunque, che ci riguardano eccome!
Ma il C.d.C. è sordo.
Un gruppo di insegnanti perde un anno di tempo, di impegno, di studio per elaborare un progetto di doposcuola integrato, finalizzato al tempo pieno nella scuola dell' obbligo. Nessuna risposta. Il c.d.c. fa sapere, su esplicita richiesta del consigliere impegnato nell' elaborazione del progetto, che « ha inoltrato la domanda e il piano alle competenti autorità» ma non ha sollecitato alcuna delle famose « competenti autorità ».... In compenso, però, se anche si sono trascurate certe cose, si riapre l'anno scolastico discutendo sul giorno e l'ora in cui si farà la messa per la scuola.
Alcuni genitori si offrono come « aiuto » alle sezioni di doposcuola: sono disponibili a scortare gli alunni in escursioni e visite della città, a collaborare concretamente, con il lavoro e l'intelligenza, per un miglioramento di questo strano posteggio pomeridiano. Si impegnano a muoverlo verso qualcosa che abbia il senso di « educazione » ed in cambio ricevono la frustrazione di veder naufragare questo tentativo di partecipazione costruttiva in un'ennesima bozza di regolamento di qualche inefficiente « assemblea di classe ». Qui si apre e si chiude ogni ulteriore azione del C.d.C.: tutto comincia e finisce nel « regolamento ». Qui si affonda il concetto di pedagogia, la necessità di approfondire e chiarire la natura dell'educazione, il suo rapporto con la cultura, i processi della produzione, il mondo del lavoro e la vita quotidiana.
Come possono intervenire nell' atto delicatissimo dell'educazione coloro che pensano di poter regolamentare le classi?
Ma la classe è un'unità dinamica, con un proprio
QUARTIERE E POLITICA pagina 7
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adriano pasquali •
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Un dibattito alla Festa de l'Unità organizzata la scorso Settembre dalla Sezione « 1° Maggio » nei giardini di viale Restelli. Riuscitissimi anche i Festivals della Sezione «Bietolini» nei locali del Circolo Giardino in via Bitonto 3, della Sezione «Terreni» al Circolo Progresso in via Progresso 22, della Sezione «Bontadini» al Circolo 25 Aprile in via Ussi. Il Festiva! della Sezione «Pea» nei prati di via Veglia ha ottenuto un notevole successo.
Avviato con successo il tesseramento per il 1977 al PCI e alla
FGCI Il convegno dei comunisti della Zona 2 -- Nell'estate del '77 un grande Festival dell'Unità in tutte le Sezioni della Zona 2
UN PARTITO APERTO
Le nostre organizzazioni lavorano da circa un mese al rinnovo delle iscrizioni al Partito comunista e alla conquista di nuove adesioni, soprattutto fra i giovani e le donne.
Quest'anno s'è compiuto un grosso sforzo per sviluppare, attorno al tesseramento, il massimo delle iniziative possibili sui grandi temi economici e politici balzati in primo piano nella situazione generale del Paese. La crisi economica, che permane grave e acuta, pone da tempo per l' Italia I' esigenza di una svolta profonda nella sua direzione politica, cui si collega la questione della partecipazione del PCI ad un governo di unità democratica e di solidarietà nazionale.
Il nostro Partito è chiamato a dar vita ad un grande movimento di massa teso a raggiungere al più presto questo importante obiettivo.
Una tale consapevolezza, la consapevolezza della gravità della crisi e degli sforzi necessari per uscirne è indispensabile per dare al Partito forza sempre maggiore e quadri sempre più preparati. Con questa impostazione abbiamo affrontato l'importante scadenza del tesse-
ramento. Sappiamo però anche che non ci basta il pur necessario orientamento generale : dobbiamo essere sempre in grado di far discendere da esso, e nel concreto, una linea politica capace di legarsi ai problemi reali della gente. Il Partito è impegnato — cercando di superare limiti e incertezze che pur sono ancora presenti nella sua vita interna — a definire proposte serie e realistiche che vadano a recuperare, attraverso un dibattito e un confronto sempre più serrati con le altre forze politiche e sociali democratiche, gravi carenze strutturali presenti nella nostra zona in ordine ai vari settori: casa, scuola e servizi sociali, sanità e cultura. Recentemente s'è tenuto u n convegno i I quale ha fornito all'insieme delle nostre organizzazioni elementi molto utili di informazione e di analisi. Ora essi consentono loro di meglio attrezzarsi per una battaglia politica che già fin da adesso si preannuncia lunga e difficile per la situazione in cui versa il Paese (deficit finanziario) e per le posizioni di chiusura assunte da alcune forze politiche ed in particolar modo dalla Democrazia Cristiana. In questo con-
insieme era impreparato ad affrontare una scadenza di questo genere. Ci rendiamo conto che l'impegno sarà notevole. È un impegno, tuttavia, cui dovremo assolvere perchè anche nella nostra zona il
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Regolamento
profilo irripetibile, che non può né dev'essere schematizzato o istituzionalizzato. L'assemblea di classe nasce dai problemi « della » classe, deve avere i « suoi » ordini del giorni, le « sue » tematiche, il « suo » vissuto da interpretare e da riportare alle interclassi. È qui, semmai, che sarà decisa una strutturazione.
E come naufragano le iniziative serie dei pochi attenti interpreti di queste necessità, naufraga la assemblea d e i genitori, sommersa e schiacciata dalla valanga burocratica dei regolamenti, delle bozze, sottobozze e sovrabozze che la costringono in un polmone asfittico che ha già cominciato a non respirare più.
Partito sia capace di una maggiore presenza e, con essa, di una maggiore attenzione ai gravi problemi che anche qui attendono una soluzione.
vegno s'è affrontato criticamente ed autocriticamente il problema dello stato del Partito, della sua organizzazione non del tutto adeguata alla realtà ed ai mutamenti in essa intervenuti.
Anche per noi comunisti della zona 2 il problema di fondo è di assumere quelle responsabilità che ci consentano di essere forza di governo. Non siamo esclusivi, siamo tesi al confronto unitario e vogliamo farci sempre più conoscere dai cittadini. Vogliamo aprire il Partito ad ogni contributo positivo, per migliorarci noi stessi e per migliorare la nostra vita interna.
Anche a questo stiamo lavorando. Sulla base dell'esperienza fatta organizzeremo un Festival dell'Unità di zona che sarà certamente un importante momento di contatto con la cittadinanza qui residente, oltrechè, naturalmente, appuntamento politico e culturale di massa, consolidatosi ormai nella vita cittadina e nazionale.
Non è stato facile giungere a questa decisione dato che prima di questo anno (prima cioè del Festiva! dell' Unità organizzato dalla sezione Primo Maggio sui prati di viale Restelli) il Partito nel suo
Siamo consapevoli della difficoltà a farci capire e seguire in un quartiere difficile come il nostro, ma bisogna continuare a batterci perchè la fatica fatta fin qui non vada perduta.
Se muore I' assemblea dei genitori, muore l'unico momento veramente democratico della gestione sociale: quello del confronto, del dibattito, della chiarezza nelle posizioni. rosanna gallotti Insegnante e consigliere di circolo nella scuola di via Muzio.
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Superare l'isolamento con la "base"
Nel corso dell'assemblea del 22 ottobre i genitori degli allievi della scuola elementare «A. Locatelli» hanno eletto il comitato dei propri rappresentanti designando come presidente la mia persona.
In queste prime settimane d' impegno ho riscontrato nell'istituto una situazione di malessere che investe in generale tutte le componenti scolastiche, i genitori in particolare. Malessere che ha trovato espressione in un generale atteggiamento di sfiducia e, recentemente, di tensione di fronte a
condizioni didattiche particolarmente difficili per gli allievi di alcune classi. Sebbene sia soltanto all'inizio della mia esperienza, ritengo di non essere distante dal vero nel far risalire tale malessere, oltre che alla situazione generale della scuola e della società italiana, a ragioni specifiche quali l' inesistente collegamento, anche se sempre più necessario, tra insegnanti e genitori e l'isolamento quasi totale della base in cui operano i rappresentanti eletti dai genitori per le varie istanze previste dai decreti delegati. Per un' loro superamento, il comitato dei genitori eletto nel!' ultima assemblea sr sta dando criteri e metodi operativi con l'obiettivo di sollecitare l'apporto di intelligenza e di competenza del numero più ampio di insegnanti e genitori, superando ogni criterio pregiudizialmente restrittivo. Questo, per contrastare la pericolosa tendenza che vede sempre più ridursi la base partecipativa ai problemi della vita dell' istituto e della scuola. Infatti, solo con una più ampia aggregazione dei genitori il comitato assumerà una più ampia rappresentatività e potrà, collaborando con le varie istanze scolastiche, portare un contributo nella dinamica di quel complicato complesso umano e burocratico che è la scuola italiana. sergio guida Presidente assemblea genitori - Scuola «A_ Locatelli».
QUARTIERE E POLITICA
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Tipo-Lito Bollettino della Pubblicità Lodi, via De - Lemene, 16/A telefono (0371) 5.46.03
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