ANNO 2° O N. 3
Milano - Marzo 1956
Redazione: Corso lodi, 58
Una copia L' 15
Abb. sostenitore L. 300
PERIODICO DEI LAVORATORI DELL' „OM" - MILANO
INTERVISTA COL COMITATO SINDACALE DI FABBRICA
ANNO 2° O N. 3
Milano - Marzo 1956
Redazione: Corso lodi, 58
Una copia L' 15
Abb. sostenitore L. 300
PERIODICO DEI LAVORATORI DELL' „OM" - MILANO
INTERVISTA COL COMITATO SINDACALE DI FABBRICA
ELEZIONI ONESTE E DEMOCRATICE - NON È CEDENDO Al RICATTI CHE SI RISOLVONO
Nell'approssimarsi della campagna elettorale per il rinnovo della C.I. abbiamo pensato di avvicinare il resp. del Comitato Sindacale di Fabbrica della FIOM il quale ci ha rilasciato la seguente intervista.
- D. -- Cosa ne pensi del risultato dell'ultima consulta. zione elettorale?
R. — Essendo note a tutti le' vicende che hanno determinato quel risultato, appare chiaro che non si è trattato di un mutamento di indirizzo dei lavoratori, ma del prodotto di una campagna di intimidazioni e minacce condotta dalla Direzione. Non è stata una competizione elettorale democratica, tra sindacati, basata sui programmi o sui candidati, ma bensì lo scatenamento delle forze padronali, d'accordo con la CISL e la UIL, per imporre ai lavoratóri una C.I. di comodo.
- D. -- Potresti dirmi che cosa è avvenuto in quest'annata?
R. — Si è registrato un aumento della produzione senza un corrispondente aumento dei salari e sono aumentati gli infortuni gravi e leggeri in cifra assoluta.
Questi si registrano in particolar modo nei reparti dove il lavoro a cottimo è diventato una cosa spaventosa, che, oltre a colpire fisicamente l'operaio ne mina lo stesso stato psichico e questo stato di cose non si ripercuote' solo su di lui, ma anche su tutta la sua famiglia. Non sono pochi quei lavoratori che esternano il desiderio di andarsene dalla O.M.
La C.I. ha perso, a causa dell'ultimo « accordo », parte della sua possibilità di intervento diretto per le vertenze che sorgono in fabbrica tutto il giorno; la C.ISL e la UIL firmando l'accordo hanno facilitato il compito della Direzione di esautorare la C.I., di renderla sempre più estranea ai lavoratori, sostituendosi ad essa.
La maggioranza CISL-UIL in CI ha operato quest'anno con « autosufficienza » danneggiando tutte le maestranze. Basti dire che si sono te-
nute, in un anno, solo 2 assemblee di lavoratori, e che si sarebbe ottenuto ben di più se i lavoratori stessi fossero stati chiamati ad appoggiare le richieste presentate.
Le promesse elettorali sono rimaste tutte sulla carta. C'è stata, e tutt'ora stiamo subendo, una crisi di produzione con una grave perdita salaria. le; occorre ricordare che il Macchinario lavora ad orario ridotto e coloro che essendo stati sospesi a fine d'anno. hanno avuto una perdita salariale pari a 27 ore lavorative.
Grosse questioni sono rimaste ' da risolvere -e fra quee, gli arretrati di mensa, i contratti a termine, le imprese, il reparto « confino », le discriminazioni nei reparti, i tagli di cottimo, ecc.
Esse aspettano per essere condotte a termine non solo di uomini nuovi, ma anche della partecipazione diretti tutt: i lavoratori.
3. - D. -- Quale è stata la posizione della FIOM in Commissione Interna?
R. -- Chiara fin dalle prime riunioni, tendente a creare l'unità in seno all'organismo aziendale, anche se alle volte tale posizione è costata delle rinuncie, come ad esem-
pio la questione della stenografa.
Gli « accordi » CISL-UIL e Direzione, se così si possono chiamare, sono il prodotto della trattativa segreta e se-
parata che ha caratterizzato il costume antidemocratico dei dirigenti delle due organizzazioni.
4. - D. — Cosa ne pensi della « collaborazione »?
R. — La FIOM non ha mai rifiutato la propria collaborazione e anche oggi siamo disposti a darla, ma non per niente! continua in k Pag. l colonna
La riunione che ha avuto luogo giorni orsono presso il Ministero del Lavoro, per la vertenza del calcolo dell'indennità di mensa e del valore di essa sui vari istituti contrattuali, non ha portata a nessuna soluzione definitiva dato che i rappresentanti della Confindustria hanno mantenuto la loro posizione negativa. Non solo le posizioni non si sono avvicinate ai fini del pagamento degli arretrati ma
restano aperti i contrasti relativi alla valutazione del valore della mensa laddove non esiste un'indennità sostitutiva di essa. Data questa situazione, le tre organizzazioni (CGIL CISL - UIL) non hanno potuto fare altro che constatare l'inutile proseguo delle trattative come è stato detto nel comunicato concordato tra di esse. E mentre nel Paese si sviluppano grandi agitazioni per risolvere il problema della
mensa, spetta alle organizzazioni sindacali il compito di stabilire l'azione da compierè onde costringere la Confindustria a recedere dal suo atteggiamento negativo. Noi pensiamo che i lavoratori non possono assolutamente rinunciare a risolvere in modo soddisfacente una vertenza che vuole ottenere la realizzazione di un incontrovertibile diritto unanimemente riconosciuto dalla legge e dalla magistratura.
A questo 'milito la lotta si presenta inevitabile.
All'O.M. si è fatto poco per risolvere l'importante questione; ai lavoratori, a cui spetta una cifra non indifferente come arretrati, diciamo: « Unitevi e organizzate la lotta, portate il vostro peso nella giusta battaglia », solo questo varrà a far comprendere alla direzione dell'O.M. che non è concepibile una tale rigidità su un problema di questa natura.
Ricordiamo il secondo anniversario della morte dell'operaio E. LEONI, Nel suo nome e di quanti per il nostro comune ideale hanno lasciato la vita, stringiamo le nostre file. Chiamiamo i lavoratori a prendere il suo posto per continuare la sua opera, per portarla a compimento. Gloria eterna a E. LEONI!Il Sig. A. ALBERTALLI per l'articolo « Egregio sig. X » apparso sul n. 2 de « IL LAVORATORE O. M. ».
Cari amici lettori, voi, lo immaginiamo, siete in attesa che « el Caminun » erutti fumo, scintille e fuoco che sommergano l'impudente autore dell'articolo segnalato.
Sarebbe giusto poichè egli ha valicato i limiti permessi da una polemica che se pur aspra viene sempre condotta da parte nostra riferendo fatti e parole delle quali chiunque può accertare la veridicità.
Dovremmo necessariamente ricorrere a termini che la decenza ci vieta di usare, preferiamo rimanere ai fatti, quei fatti che hanno il potere di fare imbizzarrire il « nostro » il quale non ha neppure tentato di negarli; ha preferito sfoderare una serie di scurrilità e di idiozie tolte di peso dai manifesti di « Pace e Libertà » e dal giornale fascista Candido ».
Ognuno è padrone di attingere da dove meglio crede, da un immondezzaio però si raccatta solo immondizia e un linguaggio che offende la democrazia e il buon senso, una prosa che irrita dapprima e poi ispira pietà.
E in mezzo a distorsioni e vanterie salta fuori l'uomo che condanna chi ha la tessera del « partito », salta fuori il « sindacalista » che anzichè condannare i « padroni del vapore » nei cui capaci portafogli, a fianco dei milioni guadagnati sfruttando i lavoratori, trovano posto le tessere dei partiti governativi, se la prende con i tesserati dei partiti di sinistra. Tutto ciò è enorme ! Ma come? All'O.M. succedono fatti che sono a conoscenza di tutta la maestranza e in particolare dei membri della C.I. e il maccartista aziendale non ne parla, finge di non sapere cosa pagano i lavoratori che non vogliono sottomettersi al fascismo padronale.
Venti di questi operai, attivi, qualificati, sono stati concentrati nel reparto Esperienze (ironia delle parole), unicamente colpevoli di avere una tessera in tasca che non piace al monopolio ; questo messere » lo sa e anzichè scrivere articoli nei quali denunciare e condannare l'enorme ingiustizia fa dello spirito nei loro riguardi.
Vi sono in fabbrica decine e decine di impiegati a « contratto termine », centinaia di lavoratori ingaggiati dalle Imprese, a bassi salari e senza garanzie effettive e il maccartista lo sa ma non ne parla, troppo pericoloso denunciare i responsabili chiamare alla lotta i lavoratori, preferisce prendersela coi « politici » e non con tutti i politici, ma solo con quelli iscritti ai partiti della classe operaia.
Come spiegare questo comportamento se non come « cupidigia di servilismo » al servizio del monopolio Fiat?
Egli vuole essere più capitalista dei capitalisti, più a destra della Confindustria, più provocatore delle spie dell'OVRA. Egli afferma di amare i suoi cari, il suo bimbo e di non condannare le persone che non la pensano come lui. Ma allora si rilegga la sua prosa, tutta impregnata di livore e di odio contro lavoratori che amano anch'essi i loro cari, i loro bimbi, non solo, ma che amano tutti gli uomini e i bimbi del mondo, ed è per questo che si (Continua) 3 pag.
Tempo fa all'ing. Chiesa del rep. Macchinario, meglio conosciuto come « ingegnere fantasioso », venne la bella idea di imitare il piccolo scrivano fiorentino "del « Cuore ».
Ma come tutti gli imitatori incompleti, non utilizzò in pieno l'esperienza ricavata dal libro di E. De Amicis, si limitò a copiare la parte che riguarda il lavoro notturno, quasi al buio, quel lavoro al cui pensiero versarono lagrime milioni di lettori; ma ahimè, l'ing. Chiesa non è De Amicis, nè scrivano, nè tantomeno fiorentino ; niente lagrime dunque, non è il caso!
Lo zelante ingegnere, col favore delle tenebre, ritirate le bolle di lavoro degli operai addetti a una catena di macchine, gli operai non c'erano s'intende, si mise a cancellare i pochi minuti già assegnati sostituendoli con altri più ridotti. Il giorno dopo gli operai accortisi del « ritocco » protestarono vigorosamente, ottennero le scuse dell'apprendista scrivano e il reinserimento dei minuti sottratti.
Non è la prima volta che l'ing. Chiesa si mette in vista per le sue a iniziative », bisogna riconoscergli la coerenza; da bambino amava tanto giocare a « nasconderello », è per questo che, ancora oggi, nascosto dietro le colonne, come i ladri del tempo che fu dietro le siepi, sorveglia gli operai per poter tagliare loro.. la gola... pardon... volevamo dire... i tempi!
Quando andrà all'inferno, sarà probabilmente condannato a dover subire continuamente la sorveglianza dei demoni, i quali, con grosse forbici, lo taglieranno in tutte le parti del corpo.
Se fosse possibile vorremmo che già fin d'ora qualche spiritello si divertisse a tagliargli il mensile, così, tanto per fargli provare la stessa sensazione che provano gli operai.
Cosa ha fatto la direzione nei riguardi dell'ing. Chiesa? Se un fatto del genere avesse permesso di colpire un operaio, allora sì che si sarebbe parlato di truffa, furto e di punizione esemplare. Ma stavolta no! Si tratta di un ingegnere e per giunta fantasioso, non si può privarlo di certi divertimenti, non è vero sig. rag. Vesco? Lei, così severo nei confronti dell'operaio Castellana, licenziato perchè lavorava « fuori ciclo », avrà stavolta sorriso e battuta la mano sulla spalla dello scrivano gli avrà detto: « Perchè essere così apertamente ladro, i tempi vanno tagliati, ma con abilità, non c'è bisogno di agire come lei ha fatto, non si ricorda delle istruzioni ricevute? Bisogna lavorare a ciclo se ne ricordi... » e congedatolo avrà preso nota di aumentargli la busterella di fine anno. Potenza delle « relazioni umane »!
Dobbiamo constatare che c'è ancora qualche lavoratore che non è del tutto informato sulle attività « sindacali » di certi figuri; la sete di sapere ha spinto un operaio a chiederci se nelle immediate vicinanze di piazza S. Ambrogio ha sede qualche organizzazione sindacale di lavoratori, questo, per aver notato più di una volta, da quelle parti, figure tristemente note nella nostra fabbrica.
Caro lettore, in piazza S. Ambrogio, piazza che ci ricorda il nostro caro compagno Ernesto Leoni e una grande manifestazione di protesta di tutti gli operai dell'O.M. in difesa della loro C.I., non ha sede nessuna organizzazione di lavoratori, ha sede solaente la presidenza del gruppo O.M. e cioè lì risiedono i « padroni del vapore »: i sigg. Ciuti, Giuglini, dottor Bassi (lo ricordi?), tanto per fare qualche nome ed è lì che i « sindacalisti puri » vanno a prendere ordini. Siccome tu indichi un solo nome nella tua lettera, ne faremo qualche altro, nomi che sono sinonimo di tradimento, spioni al diretto servizio del padrone: dagli Stroppa ai Campani ai, Serina, dai Rosati agli Andrau. A proposito di quest'ultimo, meno noto degli altri all'O.M., è di stanza (non si può • dire
lavora) al rep. Attrezzeria, è arrivato tra di noi con un biglietto da visita gradito soltanto dalla nostra direzione: — traditore della classe operaia — il biglietto reca la firma dei gloriosi lavoratori del1 O.M. di Suzzara. Questo spregevole individuo, come del resto gli altri nominati, si è convinto che è molto più comodo e redditizio essere « amici » del padrone che non difendere onestamente gli interessi dei lavoratori; servendo il padrone si lavora poco, si consolida la propria posizione personale, ecc. ecc.
Siamo vicini alle elezioni per il rinnovo della C.I. e con quella faccia di bronzo che li distingue, i figuri sono già usciti dal bidone della spazzatura a sbraitare contro la FIOM ed ereggersi unici e incorruttibili difensori degli interessi dei lavoratori, tutto orchestrato di comune accordo coi padroni. Però, la stragrande maggioranza dei lavoratori li ha già individuati: sono miseri relitti di una classe, possentemente in marcia in tutto il mondo, .che saprà spazzare via, dove ancora resiste, la putrefatta società capitalistica e con essa la corruzione ed il supersfruttamento.
E per chi ha tradito e ingannato i lavoratori giorno verrà che giustizia sarà fatta.
DOPO IL Xr CONGRESSO P.C.U.S.
Il socialismo è divenuto un sistema mondiale: questo è il più determinante dei mutamenti sopravvenuti nella situazione internazionale e nei rapporti di forza, dato storico a cui tutto è condizionato, ivi compresi i piani dell'imperialismo internazionale che non può più prescindere da questo fatto indiscutibile. In cifre il mutamento significa che — se, alla fine della prima guerra mondiale, il socialismo interessava soltanto il 17 per cento della superficie terrestre, il 9 per cento della po-
Si sono ricordati in questi giorni con manifestazioni e comizi gli scioperi del marzo 1943 che rappresentano il primo grande atto della resistenza popolare, l'inizio del movimento di liberazione dal nazifascismo.
Il colpo fu duro per il fascismo il quale per la prima volta dopo vent'anni dovette confessare la sua sconfitta di fronte all'impetuoso movimento della classe operaia ; il suo apparato organizzativo entrava nella fase dell'ultima e irreparabile crisi.
polazione mondiale, il 7 della produzione — oggi il socialismo partito, dal popolo sovietico, si è esteso a tredici Paesi comprendendo il 25 per cento del globo, il 35 per cento della popolazione (quasi un miliardo di essere umani), il 30 per cento della produzione mondiale. L'Unione Sovietica da sola ha moltiplicato la propria produzione industriale di venti volte rispetto al 1929, mentre i paesi capitalistici presi nell'insieme nello stesso periodo l'hanno semplicemente raddoppiata.
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Le donne di tutto il mondo hanno affermato: « Celebriamo le conquiste raggiunte in un anno di lotte; onoriamo quelle tra noi che più hanno saputo sacrificarsi e lottare; impegniamoci ad andare sempre più avanti perchè trionfino i nostri ideali di emancipazione, i nostri diritti di donne, di cittadine, di lavoratrici; esigiamo da tutti i governi lo impegno di voler finalmente costruire la pace che noi vogliamo: una pace senza armi, in lotta contro la miseria e la schiavitù, capace di dare ad ogni vita umana dignità, sicurezza, fiducia nell'avvenire
"SINDACALISTI di Piazza S. Ambrogio
La diffusione, in Italia, compagna in modo pianifi- delle dottrine sociologiche cato quello del decentradell'americanismo, sta av- mento produttivo con convenendo in un periodo di seguente sviluppo delle zocrisi profonda dell'econo- ne meno industrializzate, mia italiana. e l'aumento della produt-
E' nostra intenzione tività ha luogo sopratutto compiere un primo esame sul piano nazionale e non sull'azione ideologica del solo su quello di aziende monopolio e di coglierne il singole. nesso con l'offensiva contro Il capitalismo monopolile libertà sindacali e poli- stico, al contrario, fonda tiche dei lavoratori inten- sulla concentrazione della sificata in questi ultimi produzione e sull'andatempi dal padronato. Le mento del rendimento del condizioni da cui essa trae lavoro sul piano aziendale, alimento sono rappresenta- il rafforzamento della prote dalle particolari forme pria posizione di privile- che assumono, in una eco- gio nei confronti dei settonomia capitalistica larga- ri arretrati e sfruttati delmente dominata dai grup- l'economia nazionale e lo pi monopolistici, la concen- aumento incessante del trazione della produzione proprio profitto. e l'aumento del rendimen- Esso cerca però di preto di lavoro. sentare tali condizioni di
Tali fenomeni, connessi privilegio come conseanche con lo sviluppo del- guenze inevitabili dello la tecnica e della scienza, sviluppo, delle forze proin una società socialista duttive, tende cioè ad idenportano ad un maggior be- tificare la causa della pronessere dell'intera comuni- pria 'conservazione con la tà e ad un incremento ar- causa stessa del progresso monito dell'economia ne- tecnico e - civile.
zionale: ivi infatti al fe- Su questa base nascono nomeno della concentrazio- determinate ideologie cone della produzione si ac- me quella della « comuniIL MACCARTISTA (coni. dalla 2 pag.)
battono « politicamente » affinehè sia assicurato a tutti il lavoro, la libertà, affinchè non ci siano più guerre, distruzioni e morte.
E non è da adesso che si battono, si sono battuti quando battersi significava arrischiare il carcere, la deportazione, la vita ; i loro compagni di lotta sono caduti per sconfiggere il nazifascismo, il loro sangue ha segnato le tappe della redenzione della patria.
MATTEOTTI, GOBETTI, GRAMSCI, i fratelli ROSSELLI, don MINZONI, erano dei « politici », è 3ontro costoro che il « benpensante » fa dello spirito.
Se questi uomini ai quali dobbiamo la conquistata libertà, fossero vivi e lavorassero all'O.M. sa. rebbero certamente oggi tra i concentrati nel reparto Esperienze.
Se il nostro GORETTI, caduto a Mauthausen, fosse ritornato vivo, sarebbe oggi, assieme ai suoi compagni di lotta e per questo passibile di licenziamento, come è stato licenziato Maggi scampato dai campi di sterminio.
I caduti per la libertà, di tutte le formazioni e di tutte le tendenze, se fossero vivi e in fabbrica non avrebbero percepito il premio « 1° semestre 1955 » perchè scioperanti, sarebbero qui oggi a sentirsi minacciare di licenziamento dalla direzione se osassero parlare di « politica » e sarebbero oggetto dell'ironia del piccolo Mc Carthy dell'O.M., il quale dice di non riuscire a prendere sul serio le cose da noi dette.
I « sogni » di libertà e di progresso non lo interessano e sta bene, lo invitiamo a non spremersi le meningi, ci sono cose che egli non solo è incapace di fare ma che non riesce neppure a concepire.
Certe cose le dicevamo e le scrivevamo anni or sono; c'erano anche allora orecchie tracotanti che non volevano sentire, ma creda, sig. Mc Carthy, non è servito a niente, un bel giorno hanno dovuto sentire, e come !
Sono cose serie, ci creda, molto serie.
VENDITE
tà aziendale » in cui dovrebbero conciliarsi, in nome della « produttività » gli interessi delle classi opposte.
Tali ideologie che possiamo includere nell'ampia « dottrina » delle « relazioni umane » tendono a porre l'azienda monopolistica al centro dello sviluppo sociale e a creare fra tutti i dipendenti ed anche in una cerchia più larga, una e coscienza aziendale » che dovrebbe sostituire la coscienza di classe e la coscienza politica.
Il grande profitto monopolistico consente al padronato dei margini che gli permettono di accompagnare quest'opera di conquista ideologica con la concessione di condizioni economiche relativamente migliori rispetto alla generale depressione e disoccu-
pazione permanente di cui in effetti lo stesso monopolio è responsabile; naturalmente queste concessioni non assorbono che una minima parte del profitto procurato 'ai monopoli dal maggior sforzo imposto ai lavoratori. Al tempo stesso il padronato assegna, particolarmente ai tecnici, funzioni che servono a dare a molti quadri non operai l'illusoria sensazione di partecipare alla direzione aziendale, di fatto si tende a trasformare tali quadri in burocrati, privi di prospettive di occupazione al di fuori dell'azienda monopolistica, soggetti quindi al ricatto e all'intimidazione, e servirsi di loro, in modo particolare, come strumenti di controllo e di pressione sulla massa operaia. Così, anche la tendenza ad una maggiore specia-
. . . l'Italia? . l'è un paes de paradis! Giardin d'Europa! . . Impustur, chi dis che l'è minga vera. Pruvèmm a fa' un girètt per CUNSTATAA che se fa' vita dulsa, in veritas, cun bona manera. Cortina. Olimpiadi de la nev; gent alegra che se divèrt e mangia e bev a tri palment, pellizz, « fuori serie », vestì' sgargiant gent che popula « Grand Hotel » e risturant, per passatemi). Viareggio. Corteo de earneval, cunt' un frecass che g'ha dumà l'ugual in d'una prava atomica. Chi balla, chi squanquascia a pèrdifiaa; passagg' de mascherin. Resti incantaa vedègh . . la mimica! San Remo. Festival de la canzun; el « Casino » l'è pien de buntempun che fa' mai nient. (ìiuièi che brilla, in armunia cun l'urchéstrina; se schiscien l'acc, un sciur cu 'na donnina. L'è un « flirt » . . in meni. Milan. L'è la barca di cujun. I giurnalista fann la veglia al « via Manzun » venerdì grass. Sciampagn, curiandul, steli filant, tuelétt, valser, (tucad de man) fin tant ch'el dì el rinass. Fermémes!...che se no ghe vai' del temp per . . . CUSTATAA, in Italia, el gran divertiment che ve se god! Vedémm piittost, el retro e la medaja e . . CUNSTATÉMM chi fa' vit de canaja sgobba sod. Guardémm, in de 'sti dì, cun tiitt 'stu frécc, la gent, senza mangia e senza lécc per ripusas, senza carbun o légna de pizzà el fiigh senza indiiment e senza liigh per riparas. Fràn e valangh, miseria trista e gel per i diseredaa. E ... travérs un vel veden la mort.
La mort, che in mézz a tiitt 'sti intemperi la giiiga e scherza sura i fatti seri. Refarda sort! pericul de muri assideraa in la baracca, poer « magiitt » (cun la gabba stratta) é briisaa!
Brusaa, per quater tocch de légn c'ha ciapà fiamma intant che l'era in branda (quést sì l'é dramma) débul e malaa.
Miliard iniitil ghe staa spendfi a Cortina quand' el pace, l'è tiitt una riivina. Infin, se po piir limitai cérti fést, fai men pumpus, cun't spees piissee mudést. Quést' in CUNSTATAZIUN d'inférnu (e invérnu). per la poera geni, s'el fa' el guvérnu?! Pruméss, el Ja'! ... ma intanta ch'el prumétt, un quaicoss el manda! ... Piumb e manétt.
lizzazione diviene, nelle mani del monopolio, arma di dominio, quando dalla cz,sicietta « coscienza aziendale » non si sa passare ad una più vasta concezione del mondo e della storia, che permetta di inserirsi da uomini liberi nella lotta per un generale rinnovamento della società e quindi per un effettivo sviluppo economico e produttivo della nazione.
Le nuove tecniche produttive devono essere invece utilizzate, come avviene nei paesi socialisti, per sviluppare la persona umana, per liberare progressivamente l'uomo dalla fatica, per favorire sempre più lo sviluppo dei caratteri intellettuali del lavoro in confronto a quelli prettamente manuali. (Continua al pross. numero)
GIOVANI AMANTI:
U nione I ndubbiamente
L arga
C ontro II S alario
L acunoso
L'AMORE E' UNA COSA
MERAVIGLIOSA : quello che il vecchio Valletta pensa dei GIOVANI AMANTI
LA MARCIA DEL
DISONORE : quella che taluni individui fanno nella... marcita del monopolio Fiat...
UOMINI SUL FONDO: ... quelli rimasti ingoiati nella suddetta marcita
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Vogliamo che i frutti della collaborazione vadano a beneficio anche dei lavoratori e soprattuto ci sia il reciproco rispetto della personalità.
Per principio non siamo contrari alle « concessioni » ma la nostra opposizione è dovuta al fatto che così come sono elargite all'O.M. esse servono solo al monopolio che di esse si fa forte per fini politici di classe.
Siamo per un migliore salario, per la diffusione della cultura, dello sport e dello svago, per una maggiore assistenza sociale, ma per avere tutto ciò non dovrebbe essere necessario rinunciare alle proprie concezioni ideologiche ed alla propria fede politica, ma questi dovrebbero essere nostri incondizionati diritti.
- D. — Che prospettiva di lavoro abbiamo?
R. — Una risposta precisa è difficile darla, però dalle innovazioni fatte c'è da pensare che alla O.M. il lavoro non debba mancare per l'avvenire, del resto la O.M. ha la sua clientela in campo nazionale ed internazionale e ognuno sa che la Fiat assorbendo la O.M. non ha avvertito l'utilità di mettere la sua marca sui nostri prodotti. L'O.M. è sufficientemente nota e stimata.
La crisi attuale che stiamo attraversando è una crisi classica che colpisce tutta la economia nazionale, dovuta alla cieca politica di servitù atlantica condotta dal governo attuale e soprattutto al blocco commerciale che chiude i mercati che più hanno bisogno alla nostra produzione. Detto questo, è però-certa una cosa: la crisi che si sta sviluppando nei paesi dell'occidente non mancherà d'investire più mortalmente il nostro paese e quindi anche la 0.M., se il Governo non si deciderà ad avviare scambi commerciali con tutti i paesi del mondo.
I 25.000 licenziamenti nelle fabbriche d'auto americane non sono che un primo avviso della crisi che sta investendo questo paese, il quale ci dovrebbe dare delle «commesse».
Tutto ciò autorizza a pensare che non sarà certamente questo il Paese che ci potrà aiutare a sanare la nostra industria.
- D. — Quale è la posizione della FIOM verso la CISL e la UIL.
R. — Certamente la scissione sindacale ha fatto il suo corso ed è sempre più viva l'idea di una sindacato unico di tutti i lavoratori; passi in questa direzione sono stati fatti dalla FIOM anche alla O.M.
Per unità sindacale si intende innanzi tutto unità nell'azione non nel far niente, le possibilità di un'azione unitaria alla O.M. non sono man-
cate in quest'ultimo anno: sul problema dei salari e per ìina giusta soluzione del conglobamento, per gli arretrati mensa, per l'aumento Premio di Bilancio. E' stata l'attualemaggioranza a respingere le nostre proposte. Comunque siamo sempre del parere che solo con l'unità le nostre richieste possono trovare modo di avere facile soluzione.
- D. — Puoi dirci qualcosa circa il programma della FIOM?,
R. — Il nostro programma è quello di tendere sempre più a migliorare il salario ed insieme ad esso le condizioni di lavoro e di vita di tutto il nostro popolo...
- D. — Ma vorrei qualcosa di più preciso.
R. — Il nostro programma non è cosa segreta perchè nasce dai bisogni delle masse lavoratrici che lo propongono, lo sostengono e per esso si battono.
Alla O.M. la questione pii:4 urgente è quella dei salari legata alla regolamentazione e difesa dei cottimi; arretrati mensa, maggior possibilità di intervento alla C.I., cessazione delle discriminazioni ed infine l'eliminazione del « reparto confino ».
Occorre migliorare l'assistenza mutualistica ed assistenziale, che sia corrisposto a parità di lavoro un ugual salario, per le donne operaie ed impiegate; migliorare l'ambiente di lavoro rimodernandolo ed installando l'impianto per il cambio dell'aria, ecc.
- D. — Se i fini sono uguali agli altri sindacati in che cosa si differenzia la FIOM?
R. — Quello che la 'FIOM afferma lo vuole veramente e per averlo fa di tutto, non escludendo anche la lotta di classe.
Posso dirti, che la FIOM si distingue anche per un'altra cosa che ha la massima importanza: la FIOM è un sindacato di classe unitario, perchè esso accomuna diverse correnti politiche e religiose nell'azione quotidiana fino alla « emancipazione completa del lavora, per una società nuova, il socialismo ».
- D. — Cosa ne pensi lolle prossime elezioni?
R. , Dovrebbero segnare dei punti a favore della FIOM, per il fatto che le correnti Sindacali che sono riuscite a strappare la maggioranza nel 1955 non hanno tenuto fede alle promesse fatte; il malcontento aumenta ogni giorno di più e si fa sempre più strada l'idea che, non è cedendo ai ricatti che si risolvono i problemi, ma affrontando la realtà e battendosi per migliorarla.
Il 19 febbraio i greci sono andati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Chi avesse ascoltato soltanto la radio, potrebbe ritenere che il governo « ha vinto di stretta misura »; la realtà è invece un po' diversa: il governo è stato duramente sconfitto, ed i partiti di opposizione, riuniti nell'Unione democratica, hanno raccolto qualcosa come mezzo milione di voti più dell'Unione radicale, il blocco capeggiato dal Primo ministro
Karamanlis. Il governo tuttavia — ecco perchè la radio ha parlato di « vittoria, sia pure di stretta misura » — -ha ottenuto un maggior numero di seggi grazie alla legge elettorale truffa, che prevedeva, nelle zone dove il governo era sicuro di vincere, l'assegnazione di tutti i seggi alla lista di maggioranza, e la divisione proporzionale dei seggi in quelle zone dove invece appariva sicura una vittoria dell'opposizione.
Si sono conclusi domenica 4 marzo i lavori del IV Congresso Confederale.
Il Congresso ha indicato la via per uscire dall'attuale situazione, contrapponendo alla economia del massimo profitto imposta dai monopoli e dagli agrari, un'economia di aumento dell'occupazione e di maggiore benessere: un'economia del lavoro, che significa
un rapido processo di industrializzazione, promosso e guidato dallo Stato, la riforma agraria generale, l'aumento delle retribuzioni per tutti i lavoratori italiani, condizioni di lavoro più umane nelle fabbriche, il rispetto delle libertà sindacali e politiche nelle aziende e nel Paese, una riforma della previdenza e dell'assistenza, una coraggiosa riforma tributaria e il controllo democratico dei monopoli.
Caro Caminun, condivido la posizione da te presa per salutare l'avvenuta miglioria sul PREMIO DI PRODUZIONE impiegati, però credo sia utile e giusto ricordare alcune cose:
Prima dell'applicazione dell'Accordo minoritario sul Conglobamento, l'O.M. corrispondeva agli impiegati una percentuale di « Premio di Produzione » pari al 12% dello stipendio base contrattuale più aumenti di merito, anzichè il 10% dello stipendio base contrattuale, come stabilisce il Contratto di Lavoro (Parte - Comune - Art. 2) esisteva cioè una condizione di miglior favore.
Infatti ad un impiegato di Ir Categ., maggiore di 21 anni, che aveva un merito di L. 10.000 la Ditta pagava un. Premió di Produzione di L. 4446 al mese (12% su L. 37.050 - stipendio base contrattuale più aumento di merito -).
Questa cif rra fu mantenuta anche dopo il Conglobamento con accordo aziendale (CISL e Direzione ) chè altrimenti la Ditta applicandolo alla lettera avrebbe potuto assorbire gli aumenti di merito. E' stata perciò una « vittoria » aziendale per i firmatari dell'accordo nazionale che giustamente venne chiamato truffa.
Ma all'O.M. una applicazione giusta dei Conglobamento (erano stati quelli della CISL a dirci che tutte le percentuali esistenti dovevano essere calcolate sui nuovi minimi contrattuali) avrebbe voluto che la garanzia contrattuale del 10% sul minimo paga o stipendio base contrattuale restasse senz'altro, anzi era corretto richiedere il mantenimento delle condizioni più favorevoli.
La ditta, facciamo le due ipotesi, avrebbe dovuto pagare:
L. 5.350 al mese (Soluzione contrattuale: 10% sul nuovo stipendio base di L. 53.500)
L. 7.620 al mese (Soluzione aziendale: 12% sul nuovo stipendio base più aumenti di merito — L. 53.500 più L. 10.000 = L. 63.500) anzichè L. 4.800 circa che ha continuato a pagare dal giugno 1954 ( re 4446 lire sono aumentate di 300-400 lire).
Dalle cifre su esposte risulta che, con la complicità della CISL e UIL, solo sul Premio di Produzione, la O.M. ha evitato di pagare all'impiegato in questione:
L. 500 circa al mese tenendo come base il Contratto
L. 2.800 circa al mese tenendo conto delle condizioni miglior favore
Sono pertanto d'accordo nel salutare l'avvenuta miglioria, ma anche nel ricordare che, in pratica, non di miglioria si tratta, ma di parziale restituzione di somme non pagate causa l'applicazione del « conglobamento ». Si comincia a pagare solo da adesso quando dovevamo percepire già dal giugno 1954 !
Con l'« operazione mistero u suddetta il monopolio ha sottratto all'impiegato in questione, nel periodo giugno 1954-novembre 1955 L. 10.000 circa nel primo caso e L. 50.000 circa nel secondo. Evviva la Fiat! Grazie dell'ospitalità.
Il nuovo Comitato direttivo della C.G.I.L., eletto dal congresso nel corso dell'ultima seduta, ha confermato per acclamazione l'on. Giuseppe Di Vittorio, segretario generale. Confermati sono stati anche i segretari confederali sen. Renato Bitossi, on. Ernesto Lizzadri, on. Secondo' Pessi e on. Fernando Santi.
11 10 marzo è stato concluso a Roma fra la delegazione dei lavoratori metallurgici rappresentata dalla FIOM, dalla FIM-CISL e dalla UILM, e la delegazione degli industriali metalmeccanici un importante accordo sui salari e sul completamento del contratto di lavoro.
A partire dal periodo di paga in corso, i salari e gli stipendi sono aumentati del 4 per cento sulla paga contrattuale vigente, e gli aumenti sono integralmente riportati sulle paghe di fatto: in tal modo tutti gli operai equiparati ed impiegati metallurgici fruiranno immediatamente e integralmente degli aumenti concordati.
Si tratta di un importante successo della lotta unitaria dei metallurgici, che mette finalmente termine al tentativo padronale di sottrarsi agli obblighi di adeguamento salariale contratti dalla Confindu. stria con la CGIL in seguito all'accordo separato sul conglobamento.
Non è stato possibile ancora risolvere, nonostante Finsistenza della FIOM, il problema dell'avvicinamento fra le paghe delle donne e quelle degli uomini e fra quelle dei giovani e quelle degli adulti. Il problema resta aperto e di crescente importanza, non solo per le categorie direttamente interessate, ma per tutti i lavoratori, e l'azione per una sua giusta soluzione non potrà che continuare ed intensificarsi.
Insieme con l'aumento salariale è stata anche definita la parte normativa, completando. si così il contratto nazionale di lavoro attraverso la regolamentazione delle categorie operaie donne e la definizione delle categorie impiegatizie. , Dei miglioramenti sono stati ottenuti anche rispetto alla regolamentazione normativa precedente.
Peraltro tali miglioramenti non possono ancora soddisfare le giuste rivendicazioni dei lavoratori, la cui realizzazione rimane pertanto un obiettivo concreto da raggiungere.
La segreteria nazionale della FIOM, nel compiacersi vivamente per il successo olienuto nelle trattative, ha rivolto un saluto entusiastico ai lavoratori metallurgici di ogni corrente sindacale che si sono battuti uniti per la difesa dei loro vitali interessi.
Direttore Reso. L. Bonfi
Autoriz. Trib. Milano 3763
Tip. S. Clenci - Milano