Milano 19(9)

Page 1

in questo numero

È tutta colpa dell'inceneritore?

il 5 Dicembre del Giorno appariva in prima pagina un articolo con il seguente titolo: "Medico denuncia: in una frazione di Milano impressionante aumento dei casi di cancro". Il sottotitolo poi aggiunge che il dottore azzarda l'ipotesi che il fenomeno possa essere messo in relazione con l'inceneritore entrato in funzione dal 1975. La frazione di cui si parla è Figino, rientrante nella nostra zona. Il medico sembra piuttosto preciso nell'elencare i tipi di tumore tuttavia non pare esservi un organo più colpito, si va infatti dal turpore alla mammella, all'utero alla prostata, a quella al fegato e alla gola.

È tutta colpa dell'inceneritore?

pag. 3

Decentramento è partecipazione e non autorità

pag. 4

Dopo i primi giorni di scalpore le acque cominciano a calmarsi. Le autorità competenti inter-

vistate infatti sembrano smentire ogni possibile collegamento fra l'inceneritore e l'improvviso aumento dei casi di cancro. L'inceneritore è in funzione da due anni — dicono — mentre ad un tumore per svilupparsi, ne occorrono almeno 5".

L'inceneritore comunque, forse per quella immagine di luogo lugubre e sporco che suscita (ricorda qualcosa a metà fra il forno crematorio e un immondezzaio) appare come un "mostro", esalante gas nocivi, della moderna tecnica.

Per conoscere meglio questo "mostro", che dalle generiche e ufficiose pagine dei quotidiani appariva oscuro, siamo andati a Figino, a parlare con gli operai che vi lavorano, e ci siamo fatti spiegare, a grandi linee, come funziona.

PER LA SALVAGUARDIA DEI POSTI DI LAVORO

Che cos'è un inceneritore Avete presente il pannello pieno di pulsanti e indicatori che c'è sempre nella sala di lancio dei migliori films di fantascienza?

Ecco è un pannello simile a quello che regola le varie fasi dell'incenerimento delle immondizie. Una gruista, in una cabina stagna sopra la fossa delle immondizie, raccoglie con una apposita "mano d'acciaio", i rifiuti e li immette in una specie di imbuto (tramoggia). I rifiuti poi vengono fatti andare su sette griglie mobili in un forno preriscaldato, per mezzo di un bruciatore a nafta, (lo stesso che viene usato nelle case), alla temperatura di 400° c. Un indicatore mostra il grado di temperatura all'interno del forno, ed essa vie-

I risultati delle elezioni scolastiche pagg. 6-7-8

Aspetta, aspetta... e se poi le case crollassero?

pag. 11

ne regolata a seconda dei materiali che vi arrivano. La carta per esempio brucia prima.

Il materiale si incendia per auto-combustione, mandando aria, che arriva da sotto le griglie:e che serve anche a mantenere il fuoco.

Quando il materiale si è incendiato, i bruciatori vengono spenti.

Ed è possibile vedere le immondizie che bruciano, attraverso una Tv a circuito chiuso, situata nella camera di combustione.

Le temperature all'interno ai questa camera variano notevolmente, come mostra un grafico, in quanto il materiale non è omogeneo. Esse vanno da un minimo di 900° ad un massimo di 1100°.

I fiumi delle immondizie bru(segue in terza)

Occupato lo stabilimento UNIDAL ex-Alemagna

Il 29 dicembre le assemblee dei lavoratori dell'Unidal hanno deciso di passare dal presidio all'occupazione delle fabbriche del gruppo, tra i quali vi è lo stabilimento ex Alemagna di Via Silva, nella Zona 19. La decisione è stata presa dai lavoratori sia per assicurare il mantenimento dell'efficienza degli impianti in vista di una ripresa dell'attività produttiva, sia per ottenere sulla crisi dell'Unidal un confronto reale, che deve avere come premessa la riassunzione di tutti i dipendenti da parte della società che dovrà rilevare gli impianti. Questa forma di lotta equivale pertanto ad un netto rifiuto, da parte dei lavoratori, del piano presentato dagli esponenti delle Partecipazioni Statali per la smobilitazione dell'Unidal, piano che prevede l'assunzione di soli 3747 lavoratori da parte della Sidalm (società che dovrebbe rilevare gli impianti e che farebbe capo alla finanziaria SPA, la stessa che sta liquidando l'azienda agricola Maccarese) e la messa in cassa integrazione speciale degli altri 4920 dipendenti.

CIÒ CHE CERTI SERVIZI GIORNALISTICI HANNO IGNORATO

La scelta di base è la continuità

Intervista con il capogruppo del P.S.I. al Consiglio di Zona 19

A proposito dei servizi sulla Zona 19 pubblicati il 13 ed il 14 dicembre del '77 dal quotidiano "Il Giornale Nuovo" e partendo dalle dichiarazioni rilasciate a quel quotidiano dal consigliere di Zona democristiano Giuseppe Rella abbiamo intervistato il consigliere di zona Fernando Zaccaria, capogruppo consigliare del P.S.I., che ha acconsentito a rilasciare a Milano 19, le dichiarazioni che qui sotto riportiamo. Domanda di Milano 19: quale giudizio esprime sulle dichiarazioni rilasciate al Giornale Nuovo dal consigliere Giuseppe Rella?

Risposta di Fernando Zaccaria: Il consigliere Rella della DC ha fatto delle dichiarazioni molto parziali, che non possono essere prese alla lettera. Non possiamo stare alla logica degli altri, che fra l'altro è un modo assai semplicistico di interpretare il pensiero e la volontà dei gruppi che compongono il Consiglio di Zona". Milano 19: la scelta di Sergio De

Cesare come presidente del Consiglio di Zona è stata operata dal gruppo consigliare socialista autonomamente od è stata determinata da pressioni verticistiche od esterne?

Zaccaria: A Palazzo Marino si erano già decise alcune cose, fra l'altro l'accordo stabilito dai partiti presenti in Consiglio Comunale, ma la scelta del presidente non si è basata soltanto sulle indicazioni di Palazzo Marino, bensì è stata determinata da un desiderio di continuità espresso dai partiti di sinistra in prima istanza e poi fatto proprio anche dagli altri gruppi consigliari, tanto che l'elezione è avvenuta quasi all'unanimità, tutti i voti dei presenti meno uno". Milano 19: ma la presidenza era per voi preconcettualmente legata ad un solo nome?

Zaccaria: Il gruppo socialista non voleva proporre un nominativo come scelta preferenziale, ma è stata una scelta scaturita dall'unamità dei socialisti della zona. Per parte nostra abbiamo sempre sostenuto e continuia-

mo a sostenere che la presidenza deve essere non sclerotizzata su un nome, ma tendente a garantire, specie agli altri gruppi che partecipano alla gestione, una continuità, che non è che sia patrimonio solo del P.S.I., ma che interessa tutti, in particolare la cittadinzna della zona.

Milano 19: Come interpreta la partecipazione cui ha fatto cenno nella precedente risposta?

Zaccaria: Noi interpretiamo la partecipazione nell'ambito dell'autonomia dei singoli gruppi, anche perchè non vogliamo "modellare" quello che è il centro di potere politico della città e del paese in senso partitico ma siamo una componente che desidera far partecipare la cittadinanza su problemi concreti, reali. Problemi che la gente sente, che devono unire e non dividere le forze politiche. Quando il Giornale Nuovo raccoglie solo la voce di un consigliere democristiano liberissimo di farlo. Non siamo certamente noi a pretendere che si ponga a disposizione non di un solo consigliere,

ma dei gruppi presenti. Ci sembra però giusto far rilevare che non ci pare corretto fondare un giudizio su tutto il Consiglio di Zona, basandosi solo sulle dichiarazioni di uno solo dei suoi componenti.

Milano 19: A proposito dei dipartimenti, che raggruppano commissioni omogenee pur garantendole nella loro autonomia, introdotti nell'ordinamento del Consiglio di Zona 19 si tratta di una burocratizzazione del lavoro del Consiglio o di una scelta determinata da reali necessità?

Zaccaria: Per quanto ci riguarda noi socialisti desideriamo precisare che la scelta dei dipartimenti è un momento di verifica che non serve solo a noi, ma serve a tutti per individuare quali possono essere le scelte per aumentare la partecipazione.

Naturale il discorso che i dipartimenti non sono una istanza burocratica, ma sono uno strumento di coordinamento per evitare degli scoorainamenti (segue in seconda)

ANNO II - N. 10 - GENNAIO 1978 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300

pag. 2 - milano 19

dalla prima la scelta di base

che possono alle volte nascere quanto manca una omogeneizzazione degli obiettivi. I socialisti hanno trovato nei dipartimenti la possibilità di coinvolgere, in qualità di responsabili di commissioni di lavoro del Consiglio di Zona, compagni non consiglieri, così come altri gruppi hanno inserito altri cittadini, contribuendo ad intensificare la partecipazione. Rimane comunque valido come istanza di verifica il parere del Consiglio di Zona. Questo non significa svuotare il concetto di partecipazione, significa dare ordine alle proposte che scaturiscono dalle varie commissioni di lavoro, che sono il momento primario della concreta presenza dei cittadini".

Milano 19: Quale è la posizione del gruppo socialista su questioni particolari sollevate dal servizio de il Giornale Nuovo sulla nostra zona?

Zaccaria: Per entrare nel particolare, e ci riferiamo a quanto il Giornale Nuovo ha pubblicato in riferimento alla Casa Albergo, questo problema va collocato nel contesto del piano particolareggiato che il Consiglio di Zona a suo tempo ha approvato all'unanimità, ivi compreso quindi anche il gruppo democristioano. Non sono accettabili certe prese di posizione che noi riteniamo personali. Per la Casa Albergo, che deve essere comunque realizzata, non è solo, come qualcuno dice, un semplice dormitorio, ma è invece un centro non solo disponibile per lavoratoristudenti, ma nel suo corpo edilizio ha una serie di servizi, quali l'autoditorium, la palestra, ecc., che possono e devono essere usati e gestiti dal quartiere. Milano 19: Quale è la posizione del gruppo socialista rispetto alla zona nel suo insieme?

Zaccaria: Per quanto interessa la zona nel suo insieme noi compagni socialisti desideriamo rispettare il programma presentato in Consiglio di Zona (vedi Milano 19 anno I° n. 8, n.d.r.) e

In questi ultimi tempi nel quartiere di S. Siro si è verificata una preoccupante recrudescedenza della criminalità comune e politica.

Scritte fasciste sui muri, volantini di un sedicente comitato tricolore di chiara ispirazione reazionaria, violenze ez prevaricazioni tendenti a impedire il libero svolgersi della vita democratica ed ad ostacolare la partecipazione a essa da parte di tutti i cittadni.

Ed ancora atti di vandalismo, attentati; spari con conseguenti ferimenti e via dicendo in una chiara strategia del terrore tendente ad ostacolare il libero svolgersi di un vivere civile, a vanificare le conquiste ottenute in tanti anni di lotta, a partire dai giorni della Resistenza, in tanti anni di sacrifici dagli abitanti di questo quartiere, che in più occasioni hanno dimostrato la loro volontà di libertà, di democrazia e di progresso.

Per porre un freno alla criminalità nel quartiere la sezione Martiri S. Siro dell'A. N. P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), con l'adesione della A.P.C., ha promosso un incontro cui hanno aderito le sezioni presenti nel quartiere della D.C., del P.S.I., del P.C.I. e del P.S.D.I.

Nel corso di tale riunione le associazioni partigiane ed i partiti politici presenti si sono trovate concordi nel promuovere la costituzione del Comitato Antifascista per la difesa dell'ordine repubblicano, stilando ed approvando la dichiarazione che qui sotto riportiamo.

cne tra l'altro in questo momento sta iniziando la sua fase di concretizzazione. Desideriamo fare una precisazione. Questo programma che dà delle indicazioni di carattere generale dei problemi che interessano la cittadinanza deve essere reso concreto con realizzazioni che non devono essere demagogiche, ma che devono soprattutto tener conto delle esigenze immediate della cittadinanza. Questo non vuol dire svuotare di contenuto il programma che è stato proposto, significa essere vicini alla realtà, tenendo conto delle maggiori urgenze per stabilire delle priorità da fronteggiare secondo le disponibilità, per garantirne la soluzione. Il gruppo socialista, pertanto, è d'accordo di accogliere tutti i contributi atti alla realizzazione di tale programma. Milano 19: Ringraziamo il gruppo socialista per il contributo dato con questa intervista ad una sempre maggior chiarificazione e trasparenza che, a nostro parere, devono essere alla base di ogni organismo democratico, quale è il Consiglio di Zona.

Zaccaria: Il gruppo socialista ringrazia Milano 19 per l'opportunità che gli è stata data. Questa Opportunità non vuole essere un momento a se stante, ma di continuità. Non solo per casi quali possono essere le "parzializzazioni" del Giornale Nuovo, ma per continuare un rapporto di collaborazione che, secondo noi, può essere aperto anche a coloro che del Giornale si sono serviti. Infatti quando esiste un organo di informazione di zona, deve essere usato con la partecipazione di tutti, per permettere alla cittadinanza di fare delle valutazioni oggettive, non con il fine di interesse partitico, ma per meglio inquadrare i problemi che i cittadini vogliono avere come conoscenza e quindi essere in grado di contribuire alle necessarie osservazioni nell'interesse della comunità.

Perchè voglio parlare di Publio

Caro Milano 19, Voglio parlare di Publio perchè voglio parlare di me, perchè voglio parlare di noi, perchè voglio parlare degli uomini.

Publio era uno di noi. Era un uomo che viveva, amava, soffriva, lottava come noi. Molti, troppi, parlano di lui come di un uomo eccezionale ed infatti lo era. Lo so perchè era il mio compagno. Ma era uno come noi. Era uno di noi.

Mitizzarlo vuol dire tradirlo, vuol dire crearsi un alibi per la nostra inadeguatezza perchè Publio è vivo, magari represso, in tutti noi.

Publio è presente in tutti gli uomini.

Quello che lui ci ha dato con la sua grande semplicità, ed ha trovato un'eco tanto profonda in noi, fa parte anche del nostro essere microcosmi di questa grande umanità nella quale i valori che abbiamo così vistosamente riscontrati in Publio sono anche nostri.

Ignorare o reprimere in noi questi valori permette ogni giorno il perpetuarsi delle ingiustizie, dei sopprusi, delle violenze che ci facciamo e che facciamo agli altri.

La società ingiusta, la società violenta può perpetuarsi e progredire così terribilmente anche per la nostra mancata ricerca dei NOSTRI valori più elementari, per la nostra mancanza di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri.

Per questo parlare di Publio significa parlare dell'universo vivo in noi, del nostro impegno, del nostro amore, della nostra paura, della nostra sofferenza, dei nostri limiti, della nostra lotta, della nostra volontà.

Parlare di Publio quindi ci im-

pegna ad andare avanti, a riprendere il cammino oppure ad iniziar o, perchè lui era uno come noi.

La fermata dell'autobus spostata

Caro Milano 19, ti inviamo copia di una raccomandata inviata il 18.10.1977 al Consiglio di Zona 19 e per conoscenza alla ATM, Servizio Movimento stradale, alla quale ancora non abbiamo avuto risposta. "Da qualche giorno è stata tolta la fermata della linea d'autobus n. 49 in corrispondenza dell'edicola sita all'inizio di via Morgantini, per trasferirla molto lontano sulla piazza Selinunte.

A prescindere dalla scomodità di non poter più acquistare il biglietto all'edicola e trovare in corrispondenza il mezzo di trasporto, perchè, allo stato, bisogna percorrere poi un buon tratto di strada per raggiungere la fermata, vi è da segnalare soprattutto il continuo pericolo per noi cittadini, ed in particolare per le numerosissime donne, madri, bambini e persone anziane. Dall'attraversamento di diverse strade provocato dalla maniera veramente incoscente ed irresponsable con cui gli automobilisti ed i motociclisti percorrono le strade scambiandole per la pista di Monza. Il pericolo appare più grave in caso (frequentissimo nella brutta stagione) di pioggia e di nebbia. Si omette nella presente istanza di elencare altre validissime ragioni che, all'occorrenza, ci riserviamo di illustrare di persona al Vs. spett. Consiglio, su Vs. convocazione, tramite un nostro rappresentante.

sotto amministrazione condominiale.

Lo stabile ha 32 appartamenti suddivisi in quattro scale di 4 piani ciascuna.

Il giorno 11 giugno 1976 fu stilato in Assemblea un regolamento condominiale che al punto 26 — prevede un consiglio dei condomini (capi scala) composto di quattro membri, uno per ogni scala, che devono essere eletti dall'Assemblea. E sin quì nulla da eccepire. Nello stesso regolamento però non è affatto citato che questi quattro consiglieri percepiscono un emolumento che si aggira dalle 12 alle 14.000 lire mensili ciascuno, gravando sulle spese di gestione per un ammontare annuo di 700.000 - 800.000 circa.

Al punto 10 — Rinuncia ai servizi. La rinuncia ai servizi comuni non è ammessa. Le mie domande sono due: È legalmente ammessa una spesa che può arrivare ad un milione annuo per un emolumento ai 4 Consiglieri (che sono sempre gli stessi) per un caseggiato di solo 32 famiglie? Quando già l'Amministratore percepisce uno stipendio per gli stessi incarichi che ciascuno dei consiglieri gestisce annualmente?

Come mai, i Consiglieri, gira e rigira, pur durando in carica un anno, sono sempre gli stessi che si scambiano l'un l'altro l'incarico escludendo altri condomini candidati alla carica?

Perchè il Regolamento ha creato questo trabocchetto della nomina assembleare: e non si è tenuto conto della regola generale della successione automatica per ogni condomino?

Vi sarò grata di una risposta e Vi ringrazio in anticipo, con cordiali saluti

Maria Pelliconi Via Sem Benelli 14/4

20151 Milano - tel. 308.32.68

Iniziativa antifascista a San

Per quanto sopra esposto, Vi preghiamo voler intervenire presso chi di dovere per il sollecito ripristino della fermata sopra indicata che non ha ragione di essere stata soppressa, a grave danno di un grandissimo numero di utenti.

Con osservanza, anticipatamente e vivamente ringraziamo.

Milano, 18.10.1977

Siro

Nell'ambito delle iniziative per la difesa dell'ordine repubblicano, la Sezione A.N.P.I., con l'adesione della Sezione A.P.C. (Associazione Partigiani Cattolici) promuove la costituzione del Comitato Antifascista per la difesa dell'ordine repubblicano nel quartiere S. Siro zona 19.

I rappresentanti delle forze politiche hanno convenuto di procedere alla formazione del Comitato Antifascista visti: la recrudenza della criminalità comune che in questi ultimi tempi ha purtroppo colpito anche il quartiere; la presenza nel quartiere dei centri di provocazione fascista ed eversivi. con l'obiettivo di creare un clima di tensione che si aggiunge alla già precaria situazione politica ed economica del Paese e che in quartiere presenta aspetti di particolare acutezza; i fenomeni di terrorismo politico che in zona hanno avuto anche aspetti di prevaricazione e di impedimento al libero svolgersi dell'attività delle istanze democratiche e della partecipazione popolare, provocando reali tensioni, preoccupazioni e paure nella popolazione.

Il costituendo Comitato Antifascista proponendosi come obiettivi prioritari la difesa della Carta Costituzionale e conseguentemente dell'ordine democratico per ristabilire nel quartiere e in generale nel Paese, un clima di convivenza civile, si prefigge di operare coerentemente e concretamente affinchè i disegni antidemocratici non passino sulla testa dei cittadini ne vengano disperisi i valori ed il significato della lotta antifascista che portò il paese alla libertà democratica che ora sembra messa in pericolo dalla criminalità comune e politica.

Le forze politiche, e l'A.N.P.I. sollecitano il Consiglio di zona ad operare per la costituzione di un Comitato Unitario Antifascista per la difesa dell'ordine democratico e la convivenza civile nella zona e a promuovere un ampio dibattito con tutte le componenti politiche, sociali e sindacali.

Seguono 490 firme, prima firmataria Bertone Tina.

Mi rivolgo alla Vostra Redazione perchè discuta con il Consiglio di Zona 19 su un argo-Ü mento che riguarda l'amministrazione di uno stabile caduto

Nel pubblicare questa lettera vogliamo precisare due cose. In primo luogo la redazione di Milano 19 non ha alcuna veste per discutere con il Consiglio di Zona sull'argomento proposto, nè su qualsiasi altro argomento. Compito di un giornale è informare i cittadini e gli amministratori, sollecitando semmai i secondi a rispondere alle istanze dei primi. In secondo luogo non riteniamo che le risposte alle domande poste dalla lettrice rientrino tra i compiti e le facoltà del consiglio di zona.

Pubblichiamo comunque la lettera augurandoci che qualtuno che ne abbia la veste e la compe-tenza possa dare una risposta ai quesiti posti dalla nostra lettrice, la cui lettera ci è comunque giunta gradita.

A.N.P.I. Sezione Martiri S. Siro A.P.C. Sezione Vercellina D.C. Sezione Vercellina P.S.I. Sezione De Rosa P.C.I. Sezione Bottini e Fornasari P.S.D.I. Sezione Prampolini La redazione di Milano 19 augura buon 1978 ai suoi lettori PER MOTIVI DI SPAZIO QUESTO MESE NON PUBBLICHIAMO LA RUBRICA "UN QUARTIERE AL MESE". RIPRENDEREMO NEL PROSSIMO NUMERO.
Lettere a Milano 19

È tutta colpa dell'inceneritore?

ciate, formati prevalentemente da ossido di carbonio, anidride solforosa, acido cloridico, passano attraverso la caldaia (o generatore di vapore) e producono vapore. I fumi arrivano poi agli elettro-filtri, che hanno compito di trattenere le polveri, ed hanno una temperatura di 270°, 280°. Infine vanno su per il camino, alto 103 m, ed escono all'aria.

I gas che si sviluppano in camera di combustione escono sempre. Inoltre gli elettro filtri quando i fumi raggiungono una temperatura superiore ai 300°, non funzionano. In questo caso si dovrebbe diminuire la velocità delle griglie (diminuendo così il materiale bruciante). Pare che alcune volte però la direzione abbia ordinato di continuare a far funzionare i forni, senza diminuire la temperatura.

Gli operai

"Se l'inceneritore producesse sostanze cancerogene probabilmente i primi ad essere colpiti

saremmo noi" dicono. "Finora si sono verificati solo due casi di malattie provocate dal lavoro all'inceneritore: un ragazzo con la mansione di gettare dentro la fossa i resti delle immondizie che cadevano attorno, ha avuto una specie di ezema alle mani, non si sa di preciso però dovuto a che cosa. Un altro addetto alla manutenzione delle caldaie ha avuto qualcosa di simile.

Noi tuttavia da due anni abbiamo chiesto controlli maggiori. A noi tecnici viene fatta una visita all'anno: una schermografia. Ogni tanto ci fanno visite più accurate: esame del sangue, dell'urina, elettrocardiogramma e prova dei polmoni.

Il gruista e quelli dell'officina fanno due o tre visite all'anno alla clinica in via Mangiagalli. Tuttavia pare che queste visite non siano molto accurate. Addirittura alcuni raccontano che avvengono così:

"Lei come si sente?"

"lo mi sento bene"

"Allora vada"

Comunicato alla cittadinanza del quartiere

In relazione a quanto apparso sulla stampa cittadina di questi giorni, il Comitato di Quartiere informa che la sera di martedì u.s. i propri rappresentanti si sono recati in Consiglio di Zona 19 per informarlo dei fatti già noti, investendo lo stesso affinché si faccia promotore presso tutti gli Enti Locali per intraprendere tutte quelle azioni che, attraverso indagini e ricerche, possano far luce sui fatti che nessuno nel quartiere deve ignorare.

Il Consiglio di Zona 19 convocherà la commissione Igiene - Sanità urgentemente e sentiti i pareri di persone qualificate si adopererà per estendere ricerche in ogni parte del territorio, al fine di accertare le possibili cause che hanno determinato una cosi grave recrudescenza del "male del secolo".

In base al decorso delle indagini la cittadinanza sarà tenuta costantemente informata sui risultati acquisiti, mediante assemblee pubbliche.

Questo Comitato di Quartiere ha altresì denunciato possibili fonti di inquinamento esistenti sul territorio limitrofo quali: intollerabile inquinamento del torrente Lura, che scorre nei pressi dell'abitato, la pattumiera a cielo aperto esistente in via L.C. Siile bivio per Comune di Pero (dove vengono scaricati rifiuti di ogni genere): scarichi di fiumi nocivi di industrie metallurgiche site in territorio di Pero; esalazioni di industrie chimiche sul territorio di Settimo Milanese.

Le dignità e la compostezza dimostrata da tutta la popolazione del quartiere in una cosi grave situazione deve far convergere in un unico punto di compatta unità tutte le nostre forze e le nostre preoccupazioni, affinché da parte delle forze politiche impegnate e da parte degli uomini di scienza sia fatta piena luce sulle cause che hanno determinato in questi anni la proliferazione e la degenerazione dei gravi fatti di salute descritti dal Medico del Quartiere (IL GIORNO 5.12.1977).

Anche se per parecchi anni Figino ha vissuto il ruolo di quartiere emarginato, per questo oggi deve combattere la sua battaglia sociale per elevarsi qualitativamente e dignitosamente a livello di unità periferica che meriti ogni benevolenza ed apprezzamento da parte dell'autorità costituita, per il bene di tutti gli onesti cittadini che vi risiedono e per assicurare un miglior avvenire ai propri figli.

Da ultimo ai invitano tutti i cittadini che fossero a conoscenza di fatti accaduti in passato o recentemente, quali: sesicazione di colture, moria di piante odi animali da cortile, di segnalarlo senza esitazione alcuna al Comitato di Quartiere stesso, facendole pervenire alla Segreteria della Cooperativa XXIV Maggio, via Fratelli Zanzottera 9.

Si raccomanda a tutti i Cittadini di collaborare attivamente, per non lasciare nulla di intentato nelle ricerche già avviate.

Abbiamo poi chiesto cosa ne pensano loro, dall'interno, dei pericoli dovuti ai fumi di scarico, per la gente che abita nei dintorni dell'inceneritore.

"L'assessore all'ecologia sta aspettando i risultati e i metodi di analisi dall'Olanda. Qui analisi in merito non sono riusciti a farne. D'altronde per farne accuratamente, occorrerebbe un'equipe medica permanente almeno per un anno. Infatti a seconda della stagione il combustibile cambia. Inoltre vi sono carichi di industrie chimiche e farmaceutiche che non sappiamo di che origine siano, per cui non possiamo prevedere il tipo di gas che possono sviluppare.

Quando un privato fa il contratto, il materiale che intende portare viene analizzato dall'ufficio di igiene. Ma è poi lo stesso materiale che portano qui?

Il, 16 febbraio 1976, il C.R.E.A.L. (comitato regionale contro l'inquinamento), in base ai dati forniti dall'A.M.N.U., disse che i fumi uscenti dall'inceneritore erano inquinanti: 52 kg / h di anidride solforosa e 57 kg /h di acido cloridrico erano eccessivi. Nonostante questa dichiarazione l'A.M.N.U. non ha preso provvedimenti.

Un problema

più vasto

"Bisogna stare attenti — ci dicono quelli del comitato popolare di Figino e altri della commissione sanità del consiglio di zona — a non fare di questo inceneritore un capro espiatorio. Fra le tanti fonti inquinanti della zona, questa non è certamente la principale".

Dal comunicato alla cittadinanza, diffuso dal comitato di quartiere di Figino, si apprende infatti che vi sono altre possibili fonti d'inquinamento nella zona, quali il torrente Lura, che scorre nei pressi dell'abitato di Figino, la pattumiera a cielo aperto esistente in via Silla, scarichi di fumi nocivi di industrie metallurgiche site nel territorio di Pero, ed esalazione di industrie chimiche sul territorio di Settimo Milanese.

L'inceneritore sembra inoltre che non funzioni come dovrebbe. È indubbiamente un impianto imponente "uno dei più moderni d'Europa"dicono alcuni. Ma gli operai aggiungono che "hanno costruito una Maserati per fare il lavoro di una Cinquecento" dato che funziona a basse temperature, bruciando solo 4.500q di immondizia e non i 6.000 per cui è stato costruito, inoltre è stato fermo per lunghi periodi.

Il parere degli esperti

Per sapere qualcosa di più sui possibili collegamenti fra l'inceneritore e l'aumento dei casi di tumore a Figino, abbiamo intervistato Laura Conti del comitato regionale della sanità.

"Non credo — ci dice — che a provocare i casi di cancro sia stato l'inceneritore, per il semplice motivo che il tumore è una

malattia che ha una incubazione lunghissima dai 5 ai 30 anni. Infatti anche per Seveso bisogna aspettare almeno cinque anni per vedere se la diossina è cancerogena.

Il medico che ha denunciato il fatto ha 1.500 clienti e dice di avere 14 morti di cancro all'anno mentre prima ne aveva 2. lo credo che fosse una anomalia, rispetto alla media nazionale, quella di prima. Bisogna infatti vedere se i casi mortali di cancro in un anno non rientrino nella norma generale. Bisognerebbe vedere le statistiche nazionali".

"Voi della regione, della sanità, in che modo vi siete interessati o come pensate di interessarvi?"

"Delle indagini approfondite richiedono anni. Noi però naturalmente discuteremo di questo caso in commissione e caso mai risultasse un aumento reale dei tumori rispetto alla media nazionale ricercheremo le cause di questo aumento che però escludo possano dipendere dall'inceneritore, in quanto, ripeto, il cancro è una malattia con una incubazione lunghissima".

Abbiamo parlato anche con Giuliano Porta, membro del comitato popolare di Figino, per sapere cosa ne pensano gli abitanti, di quanto denunciato dal medico.

"Ci sono due tendenze — ci ha risposto — chi difende il medico, dicendo che è giusto portare alla ribalta simili notizie e problemi, e chi invece afferma che il medico doveva prima avvisare le autorità competenti".

"E voi come comitato popolare cosa intendete fare?"

"Siccome non ci sono notizie sicure, non si può dire né che l'inceneritore inquina né che non inquina. L'A.M.N.U. è stato incaricato di accertamenti che verranno fatti a Gennaio. Dopodiché si potrà fare un'assemblea su questo problema.

La nostra commissione tuttavia non è sorta solo per fare delle indagini sull'inceneritore ma per individuare tutte le altre fonti di inquinamento della zona. Si vorrebbero interessare a questo problema anche gli S.M.A.L.

Si vorrebbe accertare se le persone morte di tumore lavoravano in industrie chimiche. Riteniamo che l'inceneritore possa essere una delle fonti inquinanti della zona anche se non è senz'altro l'unica e la principale.

In ogni caso i tumori che potrebbe aver causato l'inceneritore dovrebbero essere alla gola o al fegato o ai polmoni mentre il medico ne ha denunciati soprattutto alla mammella e all'utero".

Per la commissione sanità del consiglio di zona, abbiamo parlato con Dante Baronciani.

"Voi della commissione sanità cosa ne pensate del caso di Figino?"

"La commissione sanità non si è ancora riunita su questo problema anche se conta di farlo presto. C'è stata tuttavia una riunione fra alcuni membri e gli abitanti di Figino. Effettivamente c'è un attacco alla loro salute. Per questo il tipo di denuncia

fatta da questo medico fa pensare. Comunque il correlare i casi di tumore con l'inceneritore è sbagliato. Tuttavia bisogna approfittare della situazione per andare più in fondo nella questione dell'inquinamento. La situazione degli abitanti di Figino è drammatica da un punto di vista igienico-sanitario.

E pensiamo perciò che sia anche importante dare loro la coscienza del problema della salute".

Una denuncia pericolosa

I quotidiani dopo i primi momenti di allarmismo hanno fatto retrocedere il caso dell'inceneritore di Figino dalla prima pagina a quella di Milano. E il caso è sembrato divenire più che quello di un inceneritore, pericoloso, quello di un medico un poco avventato. "Perchè non si è rivolto, prima di sollevare tanto entusiasmo da caccia alle streghe, (con l'aiuto di alcuni quotidiani, bisogna dirlo), alle autorità competenti?" dicono alcuni. Pare difatti, secondo quanto scritto sull'Unità del sette dicembre, che stesse per farlo ma un sindacalista della Uil, gli abbia consigliato di far conoscere ai giornali un fatto così grave.

Gli telefoniamo per sentire cosa ha da dire dopo tante smentite, di autorevoli fonti, della sua tesi di un collegamento fra l'inceneritore e i casi di tumore, e con la voce di un uomo che si sente perseguitato ci risponde: "lo non ho dato la colpa a nessuno dei casi di tumore. Se sapessi a cosa sono dovuti sarei uno scienziato e non un medico. lo ho solo denunciato un caso. Non voglio più dire niente. Parlarmi dell'inceneritore è come mettermi gli spilli negli occhi".

E difatti pare che il dottor Maiuri, qualora si accerti che la notizia da lui data ai giornali è falsa, corre il rischio di essere denunciato.

Sì può dire perciò che questa vicenda non faccia che riproporre in tutta la sua drammaticità, contraddittorietà e complessità, il problema dell'inquinamento. Spesso purtroppo succede, come molti affermano sia accaduto in questo caso, che le notizie vengano strumentalizzate, esasperate, per secondi fini.

L'importante è ricordare che le fonti inquinanti nella nostra società sono svariate e sfogare su di una, per giunta non sicura, la propria paura, serve molto poco. Appare molto più giusta perciò la posizione di quelle forze, come il comitato popolare di Figino, che senza facili allarmismi e denunce avventate, si preoccupa di effettuare una seria ricerca di tutte le fonti nocive per la salute dei cittadini della zona, in stretta collaborazione con i competenti organismi sanitari.

Anche noi, come giornale, cercheremo di dare il nostro contributo mantenendo i lettori sempre informati su questo tipo di problemi e di ricerca. Questo perciò vuole essere il primo e non l'ultimo articolo sull'inquinamento nella nostra zona.

Figino: l'inceneritore di rifiuti
milano 19 - pag. 3
Patrizia Romano Figino: Le case vecchie lasciano il posto a quelle nuove

CRONACHE DEL CONSIGLIO DI ZONA

Decentramento è partecipazione e non autorità

Via Gianicolo, ordine democratico, occupazione giovanile, dipartimento delle gestioni sociali sono gli argomenti che hanno animato le ultime sedute del C.d.Z. 19.

Finalmente si è capito che il Consiglio di Zona non è il posto dove alcune persone ogni tanto si riuniscono per dirsi le cose loro, ma è un servizio a disposizione della collettività intera e dei singoli cittadini. E la dimostrazione di ciò sono state le riunioni del C.d.Z. del 25 novembre e del 6 dicembre.

Alla prima erano presenti fra il pubblico numerosi abitanti delle "case" degradate di via Gianicolo. Dopo i preliminari, gli abitanti di via Gianicolo intero. dal P. del C.d.z. hanno esposto al Consiglio il loro

problema globale della vita in quelle che non esito a definire topaie, e quello particolare, contingente, dello scoppio delle fognature, col conseguente allagamento di liquami delle cantine.

Qualcuno ora potrebbe notare che in altra occasione, precisamente per la questione della casaalbergo, ben diversamente ho parlato della partecipazione del pubblico alla seduta. Faccio notare però che esiste una profonda, enorme differenza fra quei cittadini e questi. Quelli erano venuti per imporre, per

porsi al di sopra dell'istituzione democratica, questi, pur avendo problemi che non sono di estetica o di prestigio del quartiere, ma, ben più gravi, di avere almeno un tetto un po' più decente, hanno chiesto l'intervento del C.d.Z., affidandosi all'opera dell'organismo democratico per la soluzione del loro problema.

Diversa è stata anche la risposta dello stesso Consiglio, che si è sentito in dovere di posporre le questioni all'ordine del giorno al tentativo di risolvere almeno provvisamente i problemi di via Gianicolo.

Occupazione giovanile ed ordine democratico

Rimandati per affrontare la questione di via Gianicolo, i punti all'ordine del giorno sull'ordine democratico e sull'occupazione giovanile sono stati trattati durante la riunione del 6 dicembre di fronte ad una numerosa platea di cittadini, soprattutto giovani.

Dopo i gravi fatti di violenza fascista recentemente avvenuti nella Zona 19 le forze democratiche della zona hanno 'sentito la necessità di formare un Comitato unitario antifascista per la difesa dell'ordine democratico che si faccia promotore di iniziative per garantire ai cittadini le libertà democratiche sancite dalla Costituzione.

Si è subito acceso il dibattito che ha trovato le forze politiche del C.d.Z. concordi su molti punti, sia di rilevazione di cause della violenza politica, sia sui modi per sconfiggerla.

Di Carlo, della D.C., dopo aver individuato le cause della violenza soprattutto nella disoccupazione e nella emarginazione, ha auspicato che i cittadini prendano coscienza del problema e che collaborino con le istituzioni per creare un modo di vita di civile convivenza, per costruire una società di collaborazione umana.

Zaccaria, capogruppo del P.S.I., si è espresso subito per una collaborazione e responsabilizzazione di tutti, a tutti i livelli, su questa questione, e per un'azione concreta, che non si limiti a stigmatizzare gli episodi di violenza, ma che aiuti a

prevenirli. Ha riportato quindi il discorso a livello nazionale e governativo, sollecitando una collaborazione di tutte le forze politiche antifasciste per debellare la violenza fascista, comunque mascherata in tutta la nazione. Una dimostrazione di questa volontà di collaborazione da parte di tutti è stata data, secondo Zaccaria, dalla manifestazione dei metalmeccanici il 2 dicembre a Roma, durante la quale si è chiesta anche una società diversa, in cui tutti i cittadini godano delle libertà democratiche, possano lavorare, possano convivere civilmente. In conclusione il capogruppo socialista ha sollecitato ancora una volta la collaborazione di tutte le forze, non solo politiche, ma anche sociali, culturali, di tutte le ideologie, purchè antifasciste, per la difesa della democrazia.

È stata poi la volta del consigliere Volpe, del P.C.I., membro e fra i promotori del Comitato unitario antifascista provinciale per la difesa dell'ordine repubblicano. Volpe ha subito rilevato una mancanza di presa di coscienza sulla questione dell'ordine democratico. Questa mancanza potrebbe spingere ad agire in modo antidemocratico, con le richieste di leggi speciali e della pena di morte, ad esempio, richieste che finirebbero poi per dare una qualche giustificazione agli attentati e che porterebbero ad una violenza sempre maggiore. Bisogna operare su posizioni unitarie, con azioni concrete, per quello che riguarda l'ordi-

ne democratico ma che non prescindano da azioni per risolvere la crisi economica e sociale, causa ed anche effetto della violenza politica. E ancora Volpe riconosce come causa di certi aspetti della violenza, sia comune, sia politica, i fenomen di inurbamento in zone prive di servizi sociali e di momenti di vita aggregata. Delinea quindi il carattere unitario, democratico, antifascista dell'azione del Comitato e pone come precisi obiettivi dell'azione del Comitato la promozione di incontri con i giovani per portare loro i valori della Resistenza, dell'antifascismo, della democrazia, e la sensibilizzazione di tutti i cittadini per collaborare, mediante azioni di massa, con le istituzioni e le leggi dello Stato per isolare la violenza. Per questi caratteri unitari e di collaborazione Volpe, in conclusione del suo intervento, propone che il comitato venga denominato Comitato unitario antifascista per la difesa dell'ordine democratico e per la convivenza civile.

Ultimo intervento, quello del consigliere Colao, indipendente nel gruppo socialista, che dopo aver ricordato gli attentati alla democrazia nella zona, riconosce questi atti come miranti a dividere le masse dalle istituzioni. Ma ricorda come l'unità della classe lavoratrice alla manifestazione di Roma abbia respinto la violenza ed abbia riaffermato la fiducia dei cittadini nello Stato.

È però necessario, ha sostenuto Colao, che tutte le forze politiche collaborino maggiormente per la di-

A questo punto un consigliere

D.C. tenta di accusare la attuale Giunta comunale di non aver provveduto al risanamento degli stabili, in verità poco stabili, di via Gianicolo. Ferma e vivace è stata la reazione degli altri consiglieri e del pubblico stesso che hanno ricordato a quel consigliere, molto labile di memoria, come il problema si trascinasse da anni, da quando la giunta comunale era ben diversa , da quando faceva comodo relegare quelle famiglie in quella specie di ghetto. E ancora gli hanno ricordato che non dipende dai Comune la ristrutturazione degli

edifici degradati, ma dalla Regione, la cui Giunta è diversa da quella comunale e che la Regione ha da mesi bloccato il piano di intervento in via Gianicolo.

Ma la macchina per la risoluzione dei problemi di via Gianicolo si era messa in moto: un fonogramma è stato inviato al Comune perchè si faccia promotore di azioni verso la Regione, ed è stata pure formata una commissione del C.d.Z. per lo studio ed il controllo degli interventi in via Gianicolo, primo fra tutti un'azione nei confronti della proprietà delle case.

fesa dell'ordine democratico dello Stato, anche con la formazione di un Governo di emergenza.

A conclusione di questo dibattito è stata approvata all'unanimità la costituzione del Comitato e ne sono stati nominati i responsabili.

Successivamente è stata la volta di un altro grave problema non solo della Zona 19, ma di tutta la nazione: l'occupazione, o meglio, la disoccupazione giovanile. I consiglieri si sono nstra interessati alla questione, forse anche spinti dalla presenza di numerosi giovani, i diretti interessati, in sala. Vista la recente entrata in vigore della legge per l'occupazione giovanile, anche il C.d.Z. ha ritenuto necessario affrontare il problema, per stabilire programmi di intervento per l'impiego di giovani nei vari settori che la zona offre.

Il consigliere Sala, responsabile della Commissione lavoro del C.d.Z., ha introdotto il dibattito non una relazione di analisi delle cause, scelte politiche ed economiche interne ed internazionali, che hanno portato ad una situazione come questa, in cui centinaia di migliaia di giovani non riescono ad inserirsi nel mondo produttivo. Ha inoltre rilevato le inadempienze di imprenditori di imprese anche pubbliche, che tendono sempre più a ridurre il numero di personale, operai ed impiegati, non assumendo giovani al posto degli anziani pensionati. Per questo, ha concluso Sala, è necessaria una seria applicazione della legge per l'occupazione giovanile,

Dipartimento: un nuovo modo per gestire la zona

Togliendo altri fogliettini al calendario si arriva al 16 dicembre, data dell'ultima riunione del C.d.Z. del mese ed anche dell'anno.

Due sono stati gli avvenimenti di rilievo in questa seduta: in primo luogo la risposta data dal Presidente del C.d.Z., De Cesare, alle illazioni di certa stampa, milanese, secondo la quale esisterebbero egemonie di alcuni partiti su altri e sul C.d.Z. stesso. De Cesare ha sostenuto e ribadito che il C.d.Z. non è egemonia di nessuno ma appartiene a tutti i cittadini, e che i partiti rappresentati sono tutti al servizio della cittadinanza. A riprova di ciò il fatto che, pur con contrasti di ideologie, i lavori del C.d.Z. 19 si svolgono sempre in un clima di collaborazione.

Altro fatto notevole della riunione è stata le presentazione di un documento sulle "gestioni sociali nell'ambito del decentramento politico amministrativo" da parte del consigliere Pasquini, responsabile del dipartimento delle gestioni sociali. A questo punto una premessa: molti sanno che il lavoro del C.d.Z. è organizzato con commissioni, di cui possono far parte tutti i cittadini, che si occupano ciascuna di un particolare aspetto della vita associata della Zona: lavoro, scuola, cultura sport e tempo libero, ecc. Un dipartimento riunisce e coordina i lavori di più commissioni affini per uniformare in una comune direzione il lavoro allo scopo di renderlo più utile e non dispersivo.

Il dipartimento delle gestioni sociali comprende le commissioni cultura sport e tempo libero, servizi scolastici, sicurezza sociale.

Il documento è una presentazione del dipartimento, dei suoi compiti e dei suoi programmi.

Il dipartimento si dovrà occupare di tutto ciò che riguarda i servizi alle persone, servizi compresi nel campo della cultura, dello sport, della medicina preventiva, ivi compresa la gestione del consultorio, dei servizi scolastici comunali e dovrà occuparsi pure della gestione degli edifici pubblici che saranno strumenti per i servizi di cui sopra.

Per far ciò è necessario che i problemi non vengano più rincorsi, ma è necessario che si giunga a conoscenza dei problemi, della struttura della Zona, dei fabbisogni e delle diverse possibilità di intervento, in modo da poter intervenire tempestivamente.

Con questo metodo di programmazione del lavoro "qualcuno potrà obiettare che si toglie libertà, che si vuol forzare entro limiti ircostritti la possibilità anche di dissentire". Ma "esistono libertà di tutti i cittadini da affermare e rendere concrete: nella educazione, nella salute. nell'accesso alla cultura, nell'avere una casa, un lavoro, nella libertà di esprimersi, di portare il proprio contributo allo sviluppo sociale, della collettività, non in un clima di rissa, ma in un confronto fondato su una sana convivenza civile, nella tolleranza, nel rispetto reciproco".

Oltre che della individuazione dei problemi e della gestione delle strutture il dipartimento avrà come terzo momento di lavoro la promozione della partecipazione alla gestione dei servizi e alla elaborazione dei programmi. L'obiettivo di tutto il lavoro del dipartimento è la predisposizione di un sistema integrato di servizi, attraverso il quale promuovere e garantire la crescita culturale e civile dei cittadini. Il lavoro del dipartimento, conclude il documento, avrà come condizione la volontà di porre fine alla spontaneità ed alla casualità degli interventi, prendere come metodo, come scelta politica, la programmazione, promuovere e favorire la collaborazione critica di tutti i partiti politici democratici, di tutte le forze sociali e culturali, degli operatori della scuola, della salute, dello sport.

"Il C.d.Z., i suoi organismi, le strutture che esso avrà in dotazione da gestire, devono servire a tutti; ogni tentativo di emarginazione va contro íl senso della democrazia, va contro gli interessi della collettività.

E il C.d.Z. è al servizio della collettività".

Dopo l'esposizione si è svolta la votazione sul documentoprogramma del dipartimento delle gestioni sociali, che è stato approvato con il voto contrario dei soli consiglieri D.C. Essi hanno dichiarato semplicemente che sono contrari all'istituto dei dipartimenti. Che poi

con i dipartimenti si riesca a fare qualcosa di utile per la collettività non interessa?

E così finisce l'ultima riunione dell'anno.

Ci restano tuttavia ancora in testa alcune considerazioni sui lavori del C.d.Z. di queste ultime tre sedute; ve le lasciamo da meditare per le feste di Natale.

Prima considerazione: affrontando problemi così importanti come l'occupazione giovanile e l'ordine democratico il C.d.Z. ha rafforzato l'impegno ad accostarsi sempre più

intervenendo come istituzione pubblica dove la legge lo prevede per dare posto di lavoro ai giovani non in modo assistenziale, ma inserendoli nel mondo del lavoro, nella vita produttiva, evitando così la formazione di strati di emarginazione sempre maggiori. A questo punto è iniziato il dibattito, che è stato un po' diverso dal solito: non interventi, se vogliamo lunghi e barbosi, ma proposte immediate, anche semplici idee, per individuare i settori verso i quali il C.d.Z. può agire per dare lavoro ai giovani. Molte sono state le idee, e fra di esse quelle che effettivamente possono contribuire in modo determinante per la risoluzione del problema sono la rivalutazione del lavoro manuale in parallelo con il lavoro intellettuale, e quindi anche la scuola deve mutare i suoi aspetti classici per dare spazio ad attività manuali, per l'impiego di giovani presso le botteghe artigiane e piccole imprese espulse dal centro cittadino, e la formazione di cooperative agricole insieme con i contadini per la coltura del verde agricolo della zona. Inoltre è stata rilevata l'importanza di impiegare giovani per lo studio della storia della zona attraverso tutti i suoi aspetti, di architettura, di popolazione, di cultura. Un'opera certamente utile per i cittadini della zona affinchè un patrimonio di cultura di circa sessant'anni, da quando iniziarono i primi insediamenti urbani in quella che ora è la Zona 19, non vada perduto.

alle reali esigenze della popolazione della Zona. E necessario però che i cittadini partecipino alla gestione insieme col C.d.Z., sia intervenendo alle sedute, sia chiamando sempre più spesso come naturale interlocutore per i loro problemi il C.d.Z., che non è l'Autorità, bisogna ricordarlo, ma è il servizio per tutti.

Altra considerazione: è vero che il C.d.Z. non è egemonia di nessuno, siamo in democrazia, ma è perlomeno poco ammissibile che, proprio chi accusa di antidemocraticità e di egemonia gli altri, usi il C.d.Z. per la propria propaganda partitica.

pag. 4 - milano 19
rinnovato "abbona ento
E. P.

Più periodici che quotidiani in zona 19?

Prosegue in questo numero l'inchiesta sulla stampa che leggono gli abitanti della zona. Dai quotidiani passiamo ai periodici: unica avvertenza che bisogna tenere presente è che i dati qui pubblicati riguardano tutta la zona ad eccezione del quartiere Harar. Come si può notare dalla tabella, i settimanali di carattere politico e culturale hanno un livello di vendita decisamente minore rispetto alle principali testate "femminili".

Tali periodici son spesso uno strumento di propaganda di una immagine della donna tradizionalmente legata al suo vecchio ruolo. Una donna, bella, tesa unicamente ad assumere l'immagine di bambola diffusa dai giornali con l'unico obiettivo di conquistare un uomo affascinante, spesso troppo simile ai divi cinematografici e televisivi. Ma è possibile accettare acriticamente o meglio "assorbire" questi concetti attraverso la stampa?

Se la risposta è positiva si può comprendere come non sia casuale propagandare l'immagine di una donna che raggiunge la propria completa realizzazione nella cura dei figli e nella lucentezza dei pavimenti. È una scelta politica destinata a relegare sempre più la donna nel suo mondo, a distaccarla da quella che è la vita politica e sociale del paese.

I periodici "femminili" non sono tutti uguali: da una rapida visione ci si accorge che ognuno si rivolge a un pubblico diverso a seconda del livello culturale dell'individuo.

Ci sono periodici più curati dal punto di vista grafico altri meno: se da un lato ci sono periodici come Amica, Grazia, Annabella dall'altro ci sono Bolero, Stop e Grand Hotel (senza contare Cronaca Vera di cui "purtroppo" non abbiamo dati).

In ogni caso tutti questi giornali propongono un modello di donna pressochè identico.

Se gli interessi che vengono mostrati sono quelli delle storie d'amore dell'alta società è inevitabile che la fantasia tenda a camminare, che non si fermi sull'uscio familiare: così si arriva a fantasticare, nascono avventure straordinarie con uomini straordinari che denotano spesso uno stato di insoddisfazione latente, a volte di vera e propria nevrosi, in cui spesso ci si rinchiude.

Si comprende così, come l'azione svolta da questo tipo di stampa che potenzialmente potrebbe essere pedagogica, non lo sia affatto. Il suo livello di diffusione è altissimo e sommato ai dati che riguardano i due periodici di informazione radiotelevisiva raggiunge almeno il 75% del totale e questo senza contare la diffusione dei fotoromanzi di cui non abbiamo a disposizione i dati.

Ma passiamo al resto dei periodici: sono abbastanza significative le cifre di diffusione dei

Confezioni CENTURTEX

P.zza Rosa Solari - Trenno -Tel. 45.20.478

VASTO ASSORTIMENTO

uomo, donna, bambini maglieria, camiceria, teleria jeans di tutte le marche prezzi di assoluta concorrenza

Parliamo di televisione

Qualcuno ha bisogno di una mucca ammaestrata?

Niente paura, telefonate a Portobello, noto mercatino televisivo, ed i vostri desideri saranno appagati.

Volete inserire nella vostra collezione di quadri un Ligabue, novello e nostrano Van Gogh? Volete acquistare una moglie? (La fortunata naturalmente si illuderà di acquistare voi, ma suvvia, lasciatele almeno questa illusione!)

Sempre Portobello e "Mastro" Tortora, Enzo per gli amici, esaudirà i vostri desideri.

Come in tutti i mercati anche a Portobello, trasmissione televisiva partorita dalla riformata RAI TV, si barattano cose in cambio di danaro. Queste cose tuttavia non hanno il valore estetico ed economico delle patate comperate al mercato sotto casa, o del maglioncino acquistato alla RINASCENTE.

principali settimanali di carattere politico e di informazione.

Parlando con alcuni edicolanti abbiamo saputo che ultimamente tendono a calare le loro vendite. Ci si può chiedere quale sia la ragione. Che il puntare sullo scalpore e sul taglio scandalistico a scapito dell'informazione, come hanno fatto molti settimanali, abbia stancato i lettori? O che le ragioni siano altre? Resta sempre il fatto che un periodico come Panorama ora sta puntando la sua pubblicità solo sul ruolo di informazione: che sia la strada giusta per il futuro?

In ogni caso i due periodici più venduti restano Panorama e l'Espresso (diretti a un pubblico orientato a sinistra) dove la ricerca dell'effetto, a volte, va a scapito di una approfondita documentazione.

Di carattere più vario l'impostazione di Epoca, l'Europeo, la Domenica del Corriere ecc. Periodici con aspirazioni culturali che si rivolgono ad un pubblico alla ricerca più dell'informazione che del giudizio politico.

Soddisfacente la vendita di Rinascita che riesce ad ottenere un buon consenso per la serietà e l'accuratezza dell'analisi sociale e politica, nonostante la difficoltà che spesso presenta alla lettura. Per ultima cosa è da rilevare la non grande diffusione dei settimanali della destra moderata (il Settimanale) e reazionaria (il Candido e il Borghese).

Non ci si può dimenticare della diffusione di un periodico come Famiglia Cristiana del quale non abbiamo dati essendo venduto esclusivamente nelle Chiese.

Riassumento si può dire che c'è una forte vendita di periodici femminili più impegnati; ma quello che colpisce è che Sorrisi e Canzoni TV riesca, da solo, a vendere più copie di tutti i periodici di informazione politica messi assieme. È la televisione che ancora una volta si impone al pubblico anche attraverso la stampa. L.Z.

Eh no, cari miei! Sono cose di primordine, oggetti vecchissimi e unici nel loro genere od originali invenzioni di qualche vecchietto eccentrico che spera di aver trovato il modo per fare una barca di soldi.

Ormai non basta più la pubblicità dei caroselli, rivolta fondamentalmente alla "massa" degli squattrinati, oserei aggiungere, che può permettersi al massimo una bottiglia di Ballantines al mese.

Le elites non si accontentano più di Carosello, esigono messaggi commerciali adeguati al loro rango.

Ecco allora piovere dal cielo il mercatino di Portobello, così lontano dalla banalità e dal conformismo degli sketchs televisivi di Carosello. Le cose e le persone barattate a Portobello non sono prodotti in serie ma hanno una storia, un passato insomma oltre al dono della rarità.

E poi nell'acquisto non esiste mediazione: direttamente dal produttore al consumatore.

In questo baratto caotico di oggetti "umanizzati", oggetto per eccellenza, non poteva mancare LA DONNA! Il mercatino infatti è anche un ufficio di consulenze matrimoniali, al quale si rivolgono giovani cenerentole in cerca di marito: "... e che sia professionista, mi raccomando, perché i meccanici non hanno sensibilità artistica" scrivono dolci fanciulle nello loro lettere, sognando di essere le fortunate prescelte.

Il tutto è condito da un pò di jazz nostrano perché in certi ambienti, è risaputo, CASA DEI fa kitsch e poi anche perché le masse si devono abituare ad ascoltare musica colta, o no?

Stefania Beretta

errata corrige

Nelle condoglianze pubblicate nel numero di dicembre per la morte della moglie il consigliere Danilo Pasqulni è stato, per un errore di stampa, indicato con il nome Pasqualini. Ce ne scusiamo con il consigliere zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA PEISQUini, cui riconfermiamo la nostra fraterna partecipazione ai dolore suo e delle sue figlie.

Taglio - Tintura

Dati relativa alla vendita di periodici nella zona 19 l'Europeo 108 Epoca 109 l'Espresso 486 Panorama 549 Giorni vie nuove 55 il Mondo 36 il Settimanale 49 Noi donne 22 il Borghese 49 il Candido 23 Rinascita 71 1558 la Domenica del corriere 629 Oggi 647 Gente 598 1874 Novella 2000 484 Bella 590 Annabella 488 Grazia 604 Amica 585 Sogno 124 Arianna cosmopolitan 93 Alba 56 3024 Extra 14 Intimità 877 Bolero 446 Stop 820 Grand Hotel 1088 3245 le Ore 158 158 Radiocorriere TV 580 Sorrisi e canzoni TV 2210 2790 TOTALE 12.649 Milano 19 - mensile - 3000 ca. 02.
FRANCULLI
MARIO
Via Appennini, 53
COIFEUR PER UOMO MARIO
A GAS E TERMOELETTRICHE RADIO -TV FORNELLONI PER ELETTRODOMESTICI POMODORI A CASALINGHI NOLEGGIO Via Ratti, 25 - TRENNO (Mi) - Telef. 45.21.902
Lavorazione a ferro Pulizia del viso STUFE
milano 19 - pag. 5
LE INCHIESTE DI MILANO 19

Le elezioni dell'i 1 e 12 dicembre per gli organismi collegiali scolastici hanno indotto molti genitori, ed anche alcune forze politiche, a facili pessimismi o ad affermazioni trionfalistiche, con il rischio di spostare termini dal terreno del confronto sul rinnovamento della scuola a quello dello scontro ideologico.

Se ciò dovesse continuare, a pagarne le conseguenze non sarebbe soltanto la scuola nel suo insieme, ma più diretti interessati: nostri figli, praticanti o laici che siano loro genitori. Se tutti coloro che, prima e durante la campagna elettorale, hanno sostenuto la volontà di rendere migliore e più seria la scuola italiana sono in buona fede ora, più che mai, debbono dimostrare ai ragazzi, ai genitori, ai cittadini,tutti di voler contribuire con fatti a questo profondo rinnovamento, a rendere seriamente "educante" la comunità.

Ciò premesso è possibile fare alcune considerazioni generali sulle elezioni nell'intento di sollecitare un serio ripensamento da parte di tutti.

Per primo colpisce un dato contraddittorio: da una parte si è constatata una partecipazione Intensa, consapevole e quasi sempre seria da parte dei genitori, docenti e studenti che già operavano per la scuola. Partecipazione che ha visto mobilitate centinaia di persone fra candidati, scrutatori e rappresentanti di lista ai seggi, diffusori di propaganda, attivisti parrocchiali, questi ultimi al lavoro già da parecchi mesi.

Dall'altra vi è stato un vasto disinteresse di genitori e studenti, che si è manifestato in assemblee poco numerose e soprattutto nell'assenteismo sul voto: al 50% della media nazionale fa riscontro il 43% della nostra zona, valore che scende ancora qualora si consideri l'elevato numero di schede bianche e nulle per il distretto e la provincia. Su circa 40 mila iscritti al voto solo circa 17 mila sono andati a votare: inoltre su circa 13 mila schede valide circa un quarto è rappresentato dai voti espressi nelle scuole private della zona, i cui "elettori" costituiscono inve-

scolastiche

ce meno di un decimo dell'elettorato globale.

Questa scarsa partecipazione dei genitori delle scuole pubbliche deve preoccupare tutti indistintamente, visto che anche nel programma di "Comunità educante", pur affermandosi la difesa della scuola privata, si sostiene che la scuola non deve essere discriminante e di classe. Una semplice constatazione deve far riflettere: non considerati voti delle scuole private la partecipazione popolare al voto, anche per le liste esclusivamente cattoliche, non supera il 30%! Cosa significa ciò? Sfiducia circa la reale possibilità di rinnovamento della scuola? Delega ad altri sui problemi scolastici? Timore di creare antagonismi con gli insegnanti? O non, piuttosto, disinformazione conseguente la mancanza di collegamenti continuativi fra chi opera nella e per la scuola e l'eterogeneo mondo degli studenti e dei genitori? Un confronto su questo problema che coinvolga tutti cittadini della nostra zona sarà quanto mai utile, anche perchè non va sottovalutato il fatto che nelle scuole private si votava per la prima volta e che quindi più vivo è stato l'interesse e più "selezionata" e puntuale l'informazione. Questa riflessione è suffragata da un altro dato che prescinde, comunque, dalle confusioni indotte, per le elezioni distrettuali e provinciali da motti e numeri di lista troppo diversificati e discordi anche per le liste sostanzialmente analoghe. In tutte quelle scuole dove l'opera dei genitori e degli insegnanti è stata più concreta e si è mossa lungo una strada di collaborazione, non solo la partecipazione dei genitori è stata più elevata, ma si è quasi sempre giunti alla presentazione di sole liste unitarie. Anche quando si sono presentate liste contrapposte la scelta maggioritaria è andata quasi sempre alle liste unitarie di circolo e di istituto nelle quali era viva la presenza di cattolici democratici, antifascisti e non integralisti. Ciò significa che, almeno sul problema della scuola, la gente non vuole fronti contrap-

posti, non vuole il "pluralismo" delle istituzioni, ma il pluralismo delle idee in un sereno, costruttivo confronto.

Del resto, ciò è convalidato dal successo delle liste confederali (quindi unitarie) degli insegnanti e dei non docenti, successo che indica, fra l'altro, una maggiore presa di coscienza in senso "anticorporativo" degli operatori scolastici. Starà ora al distretto scolastico non tradire le aspettative di chi ha votato, e non approfondire il solco fra istituzioni ed eletto da una parte e cittadini, genitori, docenti e studenti dall'altra. La scuola pubblica è un fatto concreto, il suo stato precario è noto a tutti, è ora di fare tutto il possibile perchè essa assolva ai suoi compiti sociali e contribuisca a far uscire il paese dalla crisi che attraversa. Certo, gli eletti nelle liste unitarie hanno un compito non facile da portare avanti, ma anche gli eletti di "Comunità educante" non possono venir meno ai propri doveri civili ed agli impegni presi: le tentazioni di un facile integralismo e della difesa "indiscriminata" delle scuole private potrebbero essere assai forti.

Ci auguriamo che gli eletti e chi li sostiene ricerchino nelle scuole e nel distretto, come alla provincia, ciò che li unisce e non ciò che li divide, nel comune intento di rendere sempre migliore il servizio scolastico. Ci auguriamo che non venga meno l'intento a lavorare in accordo con gli enti locali, in particolare con il Consiglio di Zona. Ci auguriamo che più vivo e sincero diventi lo spirito di collaborazione fra le varie componenti della scuola. Ma soprattutto invitiamo gli eletti ed genitori tutti a rafforzare e moltiplicare collegamenti, a incrementare la partecipazione consapevole. Solo così aiuteremo la scuola a rinnovarsi senza lacerazioni, a diventare più rispondente alle esigenze reali dei giovani, ad essere più seria, socializzante, pluralistica e realmente democratica. In definitiva, una scuola che risponda appieno ai dettami della Costituzione nata dalla Resistenza.

Luigi Volpe

Materna comunale Via Appennini 51

Genitori votanti 48%

Per una scuola aperta e democratica I risultati

Sassi G. Carla Carini

Bove M. Grazia Roncelli

Balbo Antonio

Arici Teresa Cappuccio

Educatrici votanti 100%

Bosio Elsa Maggi Silvana

Ratti Viviana

Cele Manuela

P. Ausiliario votanti 100%

1) Cardamone Rosa

Materna Comunale

Via Arosio 3

Genitori votanti 51%

Cavoto Giovanna

Ferrara Franca

Diochetto Milly Toniato Patrizia

Educatrici

Gandini Silvana

Oncelli Sara

Spione Patrizia Tocci Elena

P. Ausiliario

1) Marzano Lucia

Materna Comunale Via Borsa 8

Genitori votanti 55.9%

Tavazzani Marina

Moltrasio Maria Luisa

Fumagalli Claudia Carnevali Tiziana

Educatrici votanti 100%

Bizzoni Franca

Musicco Mirrangela Pinciroli Giuliana

Scianitti Luciana

P. Ausiliario votanti 100%

1) Gerola Mario

Materna Comunale

Seni Benelli (Dati non, pervenuti)

Materna Comunale Via Betti 23

Genitori votanti 49.4%

Minoia Cali Luisetti

Cognetta

Educatrici 100%

Giandelli

Consoletti Pedotti Zenti

P. Ausiliario

1) Voltar Silvestri

Materna Via Cesenatico

Genitori votanti 36,68;

1) Carrara Nava

Borghini Gennaro

Passerini

Gullo

Educatrici

Creazza Lucia

Villa Adriana

Ermetici Milena

Totini Riti

Personale ausiliario

1) Maccalla Pietro

Materna Comunale

Via Chiarelli 14

Genitori votanti 53,63%

Bonometti Girardi Ermenegilda

Busilacchio Mariconi Silvana

Maniscalco Giovanna

Scoppinelli Nello

Educatrici

Bucci Paola Bosoni Cristina

2) Guagnellini Laura

4) Todisco Laura

P. Ausiliario

1) Nardone Concetta

Materna

Don Gnocchi

(Dati non pervenuti)

Materna Comunale

Via Cilea 8

Genitori votanti 49,47%

Gelosini Rossano

Andreoli Franco

Demonte Pastore Catia

Gambino Turino Cesira

Educatrici

Braga Annamaria

Commoni Anna Luisa

Confalonieri Giulia

D'Andrea Laura

P. Ausiliario

1) Iscardi Giuditta

Materna Comunale

Via Mar Jonio 5

Genitori votanti 49.37%

Arbia Andreina

Buffa Oliviero

Ceglioni Marilena

Di Modugno Maria

Educatrici

Poletti Milvia

Repetto Claudia

Sonzoni Luigia

Viola Isabella

P. Ausiliario

1) Mascherpa Roberto

Materna Comunale

Via Paravia 3

Genitori votanti 50%

Berti Valerio

Favini Laura

Meazzi Marisa

Vallini Silvia

Educatrici 100%

Fradiga Cristina

Gadia Giovanna

Gilardi Daniela

Spera Patrizia

P. Ausiliario

Petrelli Luigi

Materna Comunale

Via Quarenghi 10

Genitori votanti 56,6%

1) Alpi Flaminia

Coloberti Emilia

Fraschini Ornella

Plattania Giuliana

Educatrici

Bianco Elvira

Costantini Mariangela

Villa Lucia

Volpi Marina

P. Ausiliario

1) Paternoster Michele

Materna Comunale

Via Montichiari

Genitori

Cavagna Giorgio

Napoli Antonio

Ronchini Luciano

Trettaoli Antonio

Educatrici

Costa Eva

Gualteroni Giovanna

Salvadori M. Luisa

Scacchetti Cristina

P. Ausiliario

1) Catturini Cesare

Materna Comunale

P.za Segesta

Via Stratico 3

Genitori votanti 44.8%

Brescia Giuseppe

Milani Emiliana

Miedico Rita

Salvatore Franca

Educatrici 96%

Garzett: Rosanna

Guagnellini Laura

Martone M. Grazia

Scaglione Bino

P. Ausiliario

1) Rebecchi Liliana

Materna Comunale

Via Uruguay 26

Genitori votanti 62%

Benpensante Vito

Carnelli Martina

Cucuzza Maria

Del Bianco Ernesto

Educatrici votanti 100%

Arecco Mariangela

Gobbi Bruna

Massari Anna

Peluso M. Grazia

P. Ausiliario

1) Borghini Mario

Materna Comunale

Via Silla 150

Via M. Baldo 15

Genitori votanti 16%

Laquitana Marcella

Macicchini Pier Luigi

Pacchioni Annamaria

Tricella Roberto

Educatrici

Fedeli Lidia

Giuliani Anna

Nicolotti Marilinda

Tocchi Laura

P. Ausiliario

1) Malgoni Cesarina

Materna Comunale

Via Ojetti 8

Genitori votanti 37,58%

Borghi Maurizio

Macchi Ornella Colucci

Lazzaroni Carla

Noli Natalina

Educatrici

Accardo Giuliana

Cogliati M. Teresa

Ferri Severina

Stampini Oriella

P. Ausiliario

1) Stagnuolo Maria

Materna Comunale

Via Lampugnano 163

Genitori votanti 44%

Ghezzi M. Luisa Vettori

Madella Antonia Noya

Prosperi Ornella Moriggi

Villa Paolo

Educatrici 100%

Bertoncin Graziella

Bonetti Angela

Tona Mariella

Torretta M. Teresa

P. Ausiliario

1) Di Cagno Domenico

Materna

P.za S. Giovanni

(Dati non pervenuti)

La "comunità educante" e il distretto scolastico

Forse per la prima volta, da molti anni a questa parte, si è recuperata l'unità dei cattolici nel proporre in termini chiari e inequivocabili, valori educativi ispirati e interpretati alla luce della fede.

In questi ultimi tempi si è venuta delineando un'immagine di cristiani non più relegati in posizioni di difesa, ma aperti ad ogni esperienza che rivelasse una sincera disponibilità alla collaborazione per realizzare una scuola nuova e diversa: ci si è accorti della presenza di chi veramente desidera, ama e quindi opera fattivamente per la "promozione della scuola italiana.

PERCHÉ I CATTOLICI SI SONO PRESENTATI ALLE ELEZIONI CON LISTE PROPRIE

Perchè avevano da proporre un programma e dei valori.

In una società pluralista come la nostra. i cattolici devono assicurare la presenza del pensiero cristiano quale criterio valido di giudizio: perciò, l'impegno educativo è e deve essere rivolto alla formazione di personalità forti per vivere le esigenze della propria fede e della propria vocazione.

Offrendo alla scuola il proprio progetto educativo, la comunità cristiana attua il suo compito originario che è quello di istruire per educare, per costruire l'uomo dal di dentro, per liberarlo dai condizionamenti che gli impediscono di vivere pienamente da uomo.

Quindi la cultura umana acquista grande valore e significato per la realizzazione personale dell'uomo; la cultura e il sapere, intesi come espressione dello spirito umano e come verità da scoprire, sono per se stessi in qualche modo cristiani, perciò non potranno mai essere considerati strumenti di potenza e di dominio, ma vanno considerati come dovere di servizio da rendere non solo alla persona, ma anche alla società, convinti come siamo che la presenza cristiana con la ricchezza della fede è e costituisce una risposta importante ai problemi che travagliano la scuola, il mondo del lavoro e l'umanità tutta.

punti qualificanti della Piattaforma programmatica delineavano chiaramente la posizione dei cattolici sulla concezione della vita, dell'uomo e dei principi che devono animare il suo operare.

della trasformazione da un concetto di "Scuola di Stato" a quello di "Scuola della Comunità"; così pure, affermando il pluralismo delle istituzioni scolastiche non si è voluto negare la validità della scuola di stato, ma si è sottolineata la posizione di rifiuto del monopolio che lo Stato si arroga nell'ambito educativo. Per questa ragione si è affermato che l'azione educativa della scuola è integrativa e non sostitutiva della famiglia a cui spetta il diritto prioritario di educare figli, secondo la propria identità culturale, filosofica, religiosa.

RAGIONI DEL SUCCESSO DELLE LISTE CATTOLICHE

In primo luogo la chiarezza e decisione con cui si è rifiutato l'adesione all'unitarietà delle liste mostrando netta avversione soprattutto alla presentazione di liste che in qualche modo fossero state espressione di partiti con le preoccupazioni che si dovessero nella maniera più assoluta tenere lontana e rendere estranea al mondo educativo scolastico la conflittualità partitica.

L'aver affermato che il progetto educativo cristiano pone come fondamento il primato della persona umana e la promozione di tutti suoi valori intellettuali (l'amore per la verità, il sapere, la cultura vera), spirituali (senso e signifiato dell'esistenza umana, equilibrio interiore. La pace dell'anima, la gioia di vivere...) morali (bontà d'animo, altruismo, generosità, amore per il prossimo ...), religiosi (come presa di coscienza del rapporto uomo - divinità), estetici 'gusto per la bellezza, l'arte e 3gni forma di espressione genuinamente umana), fisici, so3iali, politici, ecc.

Il grande successo delle liste di ispirazione cristiana dimostra che ci è stato un larghissimo consenso popolare attorno ai valori sopracitati. I fatti dimostrano che quando i cristiani operano nell'unità e con spirito di fede, diventano una forza propulsiva capace di affermare valori da cui potrebbe dipendere lo sviluppo democratico del nostro paese.

VALUTAZIONE SUI RISULTA-

TI

(segue a pag. 8)

caratterizzata dal metodo del confronto civile e dal pluralismo culturale ed educativo.

Coloro che hanno dato il conforto del loro voto alla "Comunità educante" hanno trovato nella piattaforma dei cattolici e nella persona dei candidati un punto di riferimento per la promozione e la difesa dei valori democratici.

Certamente anche numerosi non credenti hanno contribuito alla vittoria delle liste di ispirazione cristiana, per quanto riguarda la componente dei genitori. Hanno pure ottenuto buoni risultati le liste della CGIL - CISL - UIL tra i docenti e personale non insegnante.

Tra gli studenti c'è stato un incremento sensibile di voti confluiti sulle liste cattoliche, non chè della FGCI; mentre la destra, l'ultra sinistra e laici, hanno avuto scarsi consensi.

Perciò, tra il collettivismo di stato e la lottizzazione partitica è emersa, dai dati elettoriali, una indicazione pecisa che è quella della democrazia di base su cui cattolici compiono il loro cammino contro ogni tentativo tendente ad egemonizzare la scuola sul piano culturale e ideologico a fini di parte.

PROSPETTIVE E IPOTESI DI LAVORO DEI CATTOLICI Anzitutto va sottolineato l'apporto che deriverà nel distretto dalla presenza dei rappresentanti degli enti locali e delle forze sociali per una armonica e adeguata saldatura tra scuola e società, per un arricchimento reciproco della cultura scolastica e quella popolare, per lo studio e la conoscenza di tutte le realtà locali.

Naturalmente tutti problemi dovranno però essere affrontati in una prospettiva autenticamente educativa e pedagogica e non secondo la logica sindacale e partitica.

Perciò, ci si dovrà adoperare che sia rispettata fino in fondo la natura culturale ed educativa della scuola, che siano neutralizzati tutti tentativi di strumentalizzazione ideologica e politica, che si favorisca e si promuova il dialogo tra le diverse componenti culturali.

Il Distretto dalla "Comunità educante" è stato presentato come momento fondamentale

Dai risultati conseguiti emerge chiaramente che tutte le componenti del mondo scolastico hanno rifiutato, in maniera decisa, precostituiti schieramenti unitari e conformistici; così pure si è espressa la volontà di realizzare una scuola

Ci si dovrà adoperare perchè la scuola rimanga "scuola", cioè luogo di educazione, di promozione, di crescita integrale della personalita degli alunni.

La scuola dovrà essere restituita a se stessa, alla sua finalità più vera e profonda, al servizio di tutti.

Don Remo Dominicis

Elezioni
COME HANNO VOTATO NELLA ZONA 19 PER IL CONSIGLIO SCOLASTICO PROVINCIALE Docenti Iscritti Votanti i Il III IV V Materne 12 11 9 Elementari 443 408 117 113 154 Media 455 377 17 43 122 81 90 Superiori 359 325 122 69 120 Genitori 40.791 16.215 7.292 1.790 3.467 677 Non docenti 359 277 78 114 24 Provinciali Genitori: Comunità educante. Il - Indipendenti nel giudizio concreti nell'azione. III - Per la riforma della scuola nell'unità e nella democrazia. IV - Iniziativa Laica.
pag. 6 - milano 19 milano 19 pag. 7

Irisultati

Consiglio

Circolo S. Maria

Nascente

Scuola Elementare

Via Ippodromo - Via

Monte Baldo - Via Capecelatro - Via Oderzo

Genitori

Zambianchi Elio

Stanga Genoveffa

Bernardi Luigi

4)"Telli Vittorio

Pogliani Enrico

Vivante Mario

Filippazzi Giuliana

Guerra Gigliola

Docenti

Peltati Antonio

Ravelli Pietro

Avanzini Ave Teresa

Mandonico Daniela

De Nigris Alba

De Marco Eleonora

De Carli Gioia

Paulesu M. Luisa

Non docenti

Ferrari Roberta

Orsingher Natalia

Circolo

Via Visconti 16

Via Borsa 26, e scuole

materne Via Appennini

67 e via Cilea 78

Genitori votanti 43,2%

Aminti Plerluigi

Battaglia Renzo

Beduzzi Evasio

Carera Vanda Brunetti

Cernò Carlo

Colle Luciano

Grippa Adalberto

Mainardi Gabriella Montorosi

Docenti

Boldrini Francesca Cattaneo

Capozza Michele

Rinaldl Cristina

Scotti Ivana Maria Colombo

Tonin Vasco

Vignola Angela Morari

Lupi Lilla Barbieri

Badalotti Rosanna

Consiglio di circolo

Scuola Elementare

Via Brocchi, 5 - Via Uru-

guay 26-3

Genitori votanti 58%

Bassani G. Carla

Bottanelli Remo

Bertolasi G. Antonio

Finazzi Gabriella

Passerini Giovanni

Pescarzoli M. Rosa

Proli Oreste

Sinibaldi VittorioÅ

Docenti

Arrigoni Cenerini Delia

Di Camillo G

GarofaJo C.

Paoli M. T.

Sabbatini L.

Zocco F.

Vesentini A.

Non docenti

Mazza M

La Monaca R.

Consiglio di Circolo

Scuola Elementare

Via Paravia 83 - Via

Don Gnocchi 25

Genitori votanti 50%

Cappiello Irene Rioda

Cilento Carlo

Del Nero Francesco

Giannotti Giorgio

Capone Luisa Montorsi

Papa Gloria Anzani

Selva Frigerio

Zenoni Gennaro

Docenti

Non docenti

Pechioli Eufrasia Riva

Ermalia A. Maria Maldifassi

Consiglio di Circolo

Scuola Elementare

Via Dolci, 5 "Luigi Cadorna"

Genitori votanti 55%

Agliatti Angeli

Capoduro

Doria

Magri

Marchetti

Rusconi

Scotti

Docenti votanti 92%

Chiesa Bisceglia Daddato

Muscarà

Pastorelli

Santarsiedo

Sarti

Taffini

Non docenti votanti 95%

Di Dedda

Narciso

Consiglio di Circolo

Scuola Elementare

Via Cilea 4 - Via

Batti 16 - Via Visconti 7 - Via Silla

150

Genitori votanti 38,36%

Arnaldi Adamo

De Vita Moiraghi Anna

Dolza Carlo

Di Carlo Pietro

Giardini Giustina

Giordano Antonio

Morandi Claudio

Gnemmi Luigi

Giardini Giustina verrà sostituita da Colombo Elio nel caso verrà accettato il ricorso.

Docenti

Bagnoli Franco

Bedon Ornella

Corado Silvia

Galetti Lidia

De Benedetto Silvano

Pertici Leonarda

Rotondo Elia

Tropeano Mario

Non docenti

1) Orlando Angela

2).Sobbaschi Emilio

Circolo Quarenghi

Ande

(Dati non pervenuti)

Scuola Media Negri

Genitori votanti 56,8%

Giaccia Alberto

Sirtori Dotti Maria Luisa

Porta Bruno

Richter Ciampitti Renata

Arduini Casan Silvana

Pietrocola Belli Gabriella

Montorsi Giorgio

Docenti

Nanetti Albertina

Bernardini Zannina

Zumbo Luigi

Siani Alberto

Carri Lucia

Danesi Caterina

Butta P. Andrea

Pucinelli Clella

Non Docenti

Cobianchi Angela

Brognoli Santina

Scuola media

Docenti votanti 93%

Angelini

Lodi

Grillo

Pagani

Spotorno Tagliabue Zamboni

Non docenti

1) Marconi

2) Mancini

Scuola Media

Eugenio Colorni

Genitori votanti 54%

Ruzzenenti Luciano

Nassighi Riccardo

Maggioni Giuseppe

Rosenberg Vittorio

Bigatti Gianfranco

Caprini Silvio

Madonnini Giovanni

Dell'Acqua Dante

Docenti votanti 86%

1) Burresi Fernando

2)Macor don Gianfranco

3) Franzetti Elvira

4) Vacca Ignazio

5) Malentacchi Maria

6) Bertante Ferdinando

Non docenti

Paglierini Giacomo

Reali Ernesto

Scuola Media

Visconti

Genitori votanti 45%

Lodola Olgeste

Giandomenico Marco Antonio

Busato Franco

Pastore Benito

Gariboldi Melchiade

Tedeschi Roberto

De Rugeris Dante

Rastelli G. Angelo

Docenti votanti 86%

Di Biase D'Acri Enza

Levi Giovanna

Villa don Sandro

Santoro Leonardo

Monteduro Antonio

Citterio Gabriella

Lassini Gina

Orsenigo Francesca

Non docenti

Alberti Vladimiro

Marzollo Antonia

Scuola Media "Casati"

Genitori votanti 24.53%

1) Agostini Rosetta Lucchini

2) Angelini Edda Maggioni

3) Bocchiola Umberto

4) Colombani Franco

5) Ferranti Anna Soleo

6) Luzzi Bruno

7) Paraboschi Fiorenzo

8) Tanzini Pietro

Docenti votanti 91%

Buttera Spadaro Marcella

Carnevali Zanacchi Donatella

Ferratini Rigo Lina

Frnchi Bombacci Ambretta

Paoletti Germana Chiara

Pellegrinotti Spontoni Vanda

Polo Velia Laura

9) Serre Visindainer Elisabetta

Scuola Media

Matteo Ricci

Genitori

Balduzzi Giorgio

Rieni Maria Teresa

Tittarelli Marcello

Capone Antonio

Villa Mario

Pennella Paolo

Roversi Enzo

Roveglia Maurizio

Docenti

Anghinelli Maria

Colli Gabriella

Pogliago Marisa

Mancione Giulia

Licandro Giulia

Reschiglian Maria Rosaria

Bonettl Mario

Da Pozzo Mario

Kluzet De Cristo Faro Luisa

Brocca Vittorio

Beltrametti Di Vittorio Ada

Meletti Giorgio

Vasconi Sergio Tosi Luca

Docenti

Campagnolo Maria Schipani Arturo

Del Vecchio Xenia

Sivilotti Licia

Papa Vittoria

De Simone Carla

Brunati Donatella

Provasoio Carla

Scuola Media Cozzi

(Dati non pervenuti)

Itis "E. Conti„

Consiglio di Istituto

Genitori votanti 30%

Balzaretti Luciano Brondolo Vittorio

Zecchi Arrigo

Abbattino Enzo

Studenti votanti 32%

Conte Paolo

De Girardi Roberto

Renoldi Roberto Gullotti Leonello

Docenti votanti 87%

Gullo Antonio Baldini

De Palma

Sgubbi Ugo

Morelli Lucio

Romeo Aldo

Lozza

Non Docenti votanti 91%

Bruno Nicola

Aversa Antonio

X° I.T.I.S.

Genitori votanti 27,38%

Arcuri Alessandro

Tedde Ugo

Maccagnan Claudio

De Luca Antonio

Studenti votanti 31,7%

Fiocchi Bizzarri Novelli

Grandi

Docenti votanti 88,5%

Criara Gisella

Negro Laura

Farina Francesca

Rocco Maria Luisa

Cerrini Lucia

Romano Francesco

Monza Paolo

Maffioli Cesare

Non docenti votanti 100%

Cerasatico Angelo

Rosato Michele

Itis

Galileo Galilei

Genitori

Callow Toni

Marelli Renato

Locatelli Giorgio

Bossi Anita

Studenti

Bertani Franco

Giacovelli Vittorio

Guzzotti Maurizio

Tarantola Alberto

Docenti

Sasso Gian Paolo

Ricci Annarita

Suglia Passeri Emanuelina

Pedalino Giuseppe

Torricelli Giovanni

Valenzl Anna Maria

Cartone Roberto

Patricola Giovanni

Non docenti

Porcelli Francesco

Anostini Carlo

Liceo Scientifico

Vittorio Veneto

Genitori votanti 53,17%

Rocchi Bruno

Colace Agostino

Di Lernia Antonio

Muttini Eugenio

Studenti votanti 62%

Non docenti votanti 87,5%

Manetti Luigi Rettaroli Dario

Risultati elezioni Consiglio Scolastico

Genitori

Elettori 39.999

Votanti 17.514 43,78%

Lista I

"Comunità educande e Partecipazione democratica"

Voti 8.750 = 60% 5 seggi

ELETTI:

Cattaneo Fernando - Marzollo DinoPatronaggio lacona Liliana - Songini

Celestino - Vallery Giorgio

LISTA II

"Rinnovamento nell'unità"

Voti 4.686 = 32% 2 seggi

ELETTI:

Magni Ferri Rosanna - Formica

LISTA III

"Iniziativa Laica"

Voti 1.119 = 8% nessun seggio

Non ufficiale per i genitori.

Mancano le votazioni della Media

"Cozzi„ e Media Superiore non Statale "Gallaratese„

Studenti iscritti 6.136

Votanti 2.509 = 40,9%

LISTA I "Indipendenti nel giudizio Concreti nell'azione"

Voti 406 pari al 19% 1 seggio

Risulta eletto:

Battigalli Paolo

LISTA Il 'Scuola e vita"

Voti 290 pari al 13% nessun seggio

LISTA III

"Comunità educante e partecipazione democratica"

Voti 735 pari al 34% 3 seggi

Risultano eletti:

Gelain Claudio - Maffè PierfrancoBaroli Maria Romana (Per le non Statali)

LISTA IV

"Costruiamo con la nostra lotta, con il nostro impegno un nuovo movimento per una Scuola nuova"

Voti 740 pari al 34% 3 seggi

Risultano eletti:

Sanfilippo Claudio - Viola LucioPerchinunno Saverio Docenti Statali

iscritti 1.292 votanti 1.144 pari al 88:54%

LISTA I

"Unità nell'autonomia"

Voti 311 pari al 29% 1 seggio

Risulta eletta:

Puntin Minore Angela

LISTA II

"CGIL—CISL—UIL unità dei lavoratori per la riforma democratica della scuola"

Voti 411 pari al 38% 2 seggi

Risultano eletti:

Panighetti Tancredi Virginia - Vignola Bartolomeo

LISTA III

"Comunità educande e partecipazione democratica"

Voti 360 pari al 33% 2 seggi

Risultano eletti:

Cantoni Maria Luisa - De Palma Elena Docenti non statali

Iscritti a votare 449

Votanti 327 pari al 72,82%

LISTA I "Communità educante e partecipazione democratica"

Voti 182 pari al 86% 1 seggio

Risulta eletta:

Garzetti Rosanna

LISTA il

"Per poteri reali al distretto e all'ente locale nella gestione della scuola"

Voti 95 pari al 34% nessun seggio

Non docenti

Iscritti a votare 359

Votanti 276 pari al 76,88%

LISTA I

"Unità nell'autonomia"

Voti 84 pari al 39% 1 seggio

Risulta eletta:

Marconi Franca

LISTA Il "CGIL—CISL—UIL unità dei avoratori per la riforma democratica della Scuola"

Voti 131 part al 61% 1 seggio

Risulta eletto:

Bruno Nicola

Lidia

Bertoluzzi Emma Annighetti

Sozzi Rosalia Colombo

Marina Fiorenza Cocchi

De Venuto Lara Piccolo

lodarola Renata

Petriccioll M. Luisa

Sebastianl Carla

Zannotti Luciana Menon

Quarenghi

Genitori votanti 47%

Ferri Rosanna

Cambiari Giancarlo

Musazzi Giovanni

Prina Giuseppina

Martellosio Aldo

Morfino Nicolò

Tondo Sabatino

Bassi Luciano

Valverde Fabia

Grassi Maria Teresa

Non docenti

Croce Benito

Lorusso Pasqualina

Scuola Media

Fogazzaro

Consiglio di Istituto

Genitori votanti 48%

Gilli Mario Amari Sergio

Messaggi Massimo

Coppola Bruno

Docenti votanti 94%

Bazan Enrico

Bianchessi Fernanda

Bianchi Giovanna Priori

Comigllo Maria Rivolta

Bergoni Nidia

Di Marco Anna Maria Gerolinl

Molinari Luciana

Pedini Tito Livio

Rappresentanti dell'Ente Locale Nominati dal Consiglio di Zona

pag. 8 - milano 19
La Rosa Tosca Rizzi Dino Galimberti Carlo Gianotti Giorgio Zennaro Borghini Elisabetta Selva Frigerio Lidia. Gnemmi Luigi

ALLA RICERCA DEI MESTIERI CHE STANNO SCOMPARENDO.

La "mamma"

L'angelo del focolare stà perdendo quota.

In una società tradizionalmente in crisi, oggi anche la famiglia si trova a dover rivedere il ruolo dei suoi componenti. Prima fra tutti quello della casalinga, mamma dalla carezza e dalla merenda facile: mestiere molto difficile. Infatti in un mondo in cui per ottenere il riconoscimento delle proprie fatiche bisogna lottare, la passività e la dolcezza sono quanto mai dannose, quando non vengono considerate vere e proprie qualità da "fessi". E le donne non accettano più questo ruolo di "fesse", di esseri umani di seconda categoria, cui deve andar bene sempre tutto. Così la casalinga, quella che sopporta le lagne del marito e le "cacchine" dei figli, non la vuol fare più nessuno.

Uniche, accanite per la verità, difenditrici di questa occupazione, oltre a buona parte degli uomini ovviamente, sono le donne di mezza età e più anziane, generalmente subitrici dell'ideologia frustrante rivolta, soprattutto in passato ma spesso anche oggi, alle donne delle classi meno abbienti.

Per queste donne è spesso troppo duro dover riconoscere, anche oggi che potrebbero, aver sprecato la vita passata tra camicie e fornelli. A questo proposito abbiamo intervistato quattro donne di diversa età ed esperienza. Le prime due sono casalinghe, le altre due, molto più giovani, secondo molti, a causa della dilagante disoccupazione che colpisce prima di tutti le donne, potrebbero divenir tali.

Per le casalinghe "attuali" abbiamo intervistato Emma di 64 anni, con quatro figli, tutti grandi ovviamente, e Maria di 38 anni con 2 figli: una ragazzina di 12 e un ragazzino di 8. Ha sempre e solo fatto la casalinga?

Emma no ho lavorato, poi per i figli sono rimasta a casa. Ero portiera in uno stabilimento ma mi sfruttavano: non mi mettevano i bollini sulla tessera.

Maria: Ho sempre e solo fatto la casalinga Da piccola cosa sognava di di-

ventare, vedeva il matrimonio come una sistemazione?

Mi sarebbe piaciuto continuare ma c'era bisogno di me in casa, perchè mia madre era ostetrica. No, non ho mai visto il matrimonio come una sistemazione.

Maria: ho sempre sognato di fare l'insegnante. Mia madre invece voleva che facessi la sarta perchè era più utile per il matrimoni. lo al matrimonio non ero neanche preparata, ero innamorata di mio marito e non volevo perderlo. Mi sono sposata a 21 anni. Quando vedevo le coppie sposate mi davano un senso di tristezza. Comunque ho scoperto che il matrimonio riserva anche delle gioie. Non ho mai visto il matrimonio come sistemazione. Volevo la mia indipendenza. Ora sono frustrata. Anche se mio marito parla tanto di democrazia dipendo sempre da lui".

Come mai si è adattata a rimanere in casa?

Emma: Non ho mai pensato che dovessi andar via io a lavorare. A me piace far la casalinga, curare i miei figli, inoltre non ce la facevo più fisicamente a lavorare.

Maria: mi sono adattata subito. Mia madre mi diceva sempre che nella vita bisogna adattarsi, rinunciare. Non ho mai sognato la pelliccia, anche se a volte mi sarebbe piaciuto andare dal parrucchiere un po' più spesso e non ho potuto per i bambini. Come passa la giornata?

Emma: sempre in movimento. Per uscire di casa un momento faccio qualche iniezione. Dopo aver accudito alla casa mi metto a cucire, a lavorare a maglia. Leggo poco, prima di andare a letto cinque minuti.

Maria: al mattino preparo il pranzo. Lavoro a maglia, leggo un po' vado a trovare la vicina, prendo il caffè. Ho dei giorni più pieni altri che non passano più.

Fai sempre le stesse cose: la cena che metti due ore a preparare, te la mangiano in due minuti. Suo marito, i suoi figli, l'aiutano in casa?

Emma: si, mi hanno sempre

aiutata. Maria: una certa collaborazione c'è. Ora però mio marito è molto occupato perciò ne ho ben poca; anche i bambini mi aiutano. Ha interessi culturali, personali?

Emma: No, perchè non ho neanche il tempo. Caso mai vado in Chiesa.

Maria: Prima che non stessi bene (un esaurimento) mi impegnavo molto nella scuola. Poi ho smesso perchè oltre a questa attività dovevo lavorare in casa. Ripensando alla sua vita, se tornasse indietro, rifarebbe la casalinga?

Se tornassi indietro mi rimetterei a studiare. Quando ho smesso ho pianto.

Maria: Se tornassi indietro rifarei ancora la casalinga e mi sposerei ancora nonostante nel matrimonio vi siano momenti belli e brutti come in tutte le cose.

Le due ragazze con cui abbiamo parlato sono: Stefania di 18 anni e Rosa di 16. Per te il matrimonio è una siste-

L'audace colpo dei soliti idioti

mazione? Pensi che all'interno di una famiglia debba essere II marito a guadagnare e a lavorare fuori di più?

Stefania: No, soprattutto se con questa parola intendiamo la collocazione della donna nei ruoli tradizionali di moglie e madre, limitando così la sua storia e partecipazione, al ristretto ambito della famiglia.

Ancor oggi troppo spesso la donna non è considerata persona autonoma ma solo in funzione del suo rapporto, vincolato dal matrimonio, con l'uomo.

Rosa: No, assolutamente, dovrei sentire qualcosa per il mio compagno. No, se io guadagno di più meglio, è meglio per tutti e due.

Cosa pensi di fare dopo gli studi, cercare un lavoro, anche difficile e di responsabilità ma che ti dia soddisfazioni personali, o un lavoro più "femminile" tradizionalmente come dipendente?.

Stefania: Nel mondo del lavoro la donna è discriminata in misura maggiore rispetto all'uomo e nei periodi di crisi è sempre la

Di nuovo alla ribalta nella nostra zona le sqballide azioni di delinquenti fascisti, i quali, come del resto è nel loro costume, se la sono presa questa volta con una lapide che ricorda il sacrificio di tre partigiani. Oltre alla giusta ed al risentimento popolare soprattutto per gli abitanti di Trenno, che sono coloro i quali sono rimasti offesi in prima persona da quest'attentato. La nostra valutazione sull'accaduto non si deve fermare alla sola condanna degli esecutori materiali di quest'azione squadristica, ma andare oltre. Colpire con la nostra protesta che veda unite tutte le forze democratiche ed antifasciste, chi è moralmente responsabile della recrudescenza fascista nel nostro Paese e conseguentemente, responsabile anche di tutti quegli atti di violenza verificatisi dal 1969 ad oggi. Si condannino coloro che hanno le responsabilità di aver portato a compimento la strage di Piazza Fontana ed i loro mandanti e tutte le altre provocazioni. Si appuri la verità sui vari scandali che travolgono di volta in volta ora l'uno ora l'altro dei componenti il coloratissimo (non certo di rosso) mosaico di coloro che hanno retto da trentadue anni a questa parte le sorti dell'Italia, si mettano dove è giusto i cinquecento evasori fiscali miliardari di cui non si riesce a conoscere i nomi. Certo che coloro che più si oppongono alla formazione di un nuovo governo con

prima ad essere licenziata. Tuttavia il problema della realizzazione nel lavoro non può essere risolto corporativamente o addirittura individualmente perchè interessa tutta la classe lavoratrice.

Rosa: io le scuole le ho già finite. Ho intenzione di andare a fare l'impiegata. A me piace stare in ufficio a fare lavori commerciali. Magari andrò a scuola per me stessa.

Caso mai ti sposassi, accetteresti di rimanere tutto II giorno in casa?

Stefania: No, decisamente no! Perchè credo che le donne che ritengono di realizzarsi nella maternità e nella casa, forse ci riusciranno anche ma a danno dei loro figli che probabilmente cresceranno nevrotici e asociali.

Rosa: per niente, assolutamente, passare tutta la giornata a fare la casalinga! Per carità, non mi andrebbe.

Voglio curare i figli e la casa ma voglio avere anche una mia vita indipendente, più utile.

la partecipazione diretta della classe operaia che affronti veramento tutto ciò e con esso la gravissima crisi economica politica e morale che ci travaglia si assumono gravi responsabilità di fronte alla coscienza di grandi masse popolari. E' di qualche giorno fa la notizia, tanto per fare un esempio, dell'assoluzione di tutti gli imputati per le bombe di Trento nel 1971. Si possono definire queste decisioni dei giudici trentini come un ulteriore attentato alla ricerca della verità. Di prove e di dimostrazioni, che questi disegni reazionari non riusciranno nonostante gli sforzi di chi li ha provocati ad avere successo in Italia. L'unità della lotta antifascista scaturita dalla Resistenza, non è finita come a certe persone piacerebbe. Essa è sempre viva. E di prove ne ha superate molte, sempre con la ricerca dell'unità nella lotta contro il comune nemico, il fascismo. Quello che più ci fa dispiacere, è di sapere che nella maggior parte dei casi, gli esecutori materiali di questi attentati sono persone che è vero meriterebbero una "severa lezione democratica" ma indubbiamente la cura più salutare per essi sarebbe quella di mandarli a lavorare. In queso modo risponderà il quartiere alla infame e squallida provocazione isolando chi se ne fa interprete.

milano 19 - pag. 9
Lapide partigiana devastata dai fascisti a Trenno

Uno dei soci più assidui ed attivi del Gruppo Sirio, ama le cose semplici, le luci composte, i piani di colore che si nebulizzano sino a sbiancarsi, per poi tornare vigorosi e fiammeggianti quando la natura esplode intorno con l'opulenza delle forme ed il contrasto dei toni.

Non si propone tematiche fisse; ogni soggetto è per iui motivo di converso pittorico; alterna con l'indipendenza che lo caratterizza umili fiori di campo ad imponenti costruzioni, le periferie brumose con i personaggi che le popolano alle monumentali chiese dai motivi architettonici più incisivi.

Gianfranco Ronchi sa esprimere con semplicità cariche d'alto spiritualismo; esseri viventi e fragili come le sue "farfalle", ondeggianti sui fiori dei prati, nel vezzoso, irregolare, impalpabile sfondo naturale in cui immergere la fantasia, mantenendo al tempo stesso un profondo contatto umano. Provate

a chiedergli cosa pensa della pittura. Vi sentirete rispondere che essa racchiude tutte le emozioni suggerite dall'amore per la vita, per la natura, nello scenario multiplo che sfugge all'analisi superficiale del linguaggio cromatico. Nel corso di pubbliche manifestazioni, che il Gruppo Sirio indice ogni anno nei mes' di maggio e ottobre, Gianfranco Ronchi espone un cartello vicino alle sue opere, molto significativo, che dice: "Chi apprezza la mia pittura è in sintonia con i miei pensieri". Non esagera un suo modo di vedere le cose, non impone un richiamo reclamistico; egli esprime così la gratitudine per chi riconosce la validità di una forma d'arte in cui v'è incondizionato tutto l'impegno del suo essere d'artista.

Osan

Gruppo Sirio, associazione artistico culturale. Sede: 20151 Milano, via Ugo Ojetti 20. Ritrovo ogni venerdì ore 21 presso Cooperativa La Vittoria di Trenno.

Riconoscimenti: Ambrogino d'oro del Comune di Milano 1974. Attestato di benemerenza de "Il Biscione" 1976. Targa Comune di Ornago 1977.

Colgo l'occasione dell'ospitalità concessami, per presentare ai lettori di "Milano 19" il Gruppo Sirio; della sua esistenza tribolata, degli aspetti programmatici più consistenti sono al corrente anche altolocati visori della vita culturale milanese, che però sinora hanno quasi ignorato le difficoltà che costantemente incontra sul suo cammino, non certo privo di storia.

Nato nel febbraio 1969 per iniziativa di volonterosi ed appassionati cultori dell'Arte, tutti abitanti nel Quartiere Gallaratese, si è poi allargato ad altri quartieri della Zona 19, riuscendo ad agganciare artisti anche di altre zone per il brio e la serietà dei soci. Il Gruppo Sirio è aperto ad ogni disciplina d'Arte:

pittori, scultori, incisori, ceramisti, fotoamatori e cinefotoamatori, poeti e scrittori.

L'intento è quello di offrire spazio a tutti coloro che credono nell'arte e ne fanno mezzo di comunicazione, affinando le propri capacità espressive, istituendo un costante rapporto col pubblico sensibile a questo messaggio artistico.

Intento che si dilata al desiderio di offrire a tutti indistintamente possibilità di inserimento, non solo a chi già opera, ma anche ai neofiti, a chi parte da zero per intenderci, per un dialogo aperto, per poter aprire la strada al serio dibattito, alle proiezioni cinefotoamatoriali, alla dizione della poesia inedita in lingua e dialetto, con la presenza degli autori, ove non fossero i dicitori stessi.

La realizzazione del programma non è impresa facile, poichè le carenze strutturali dell'ambiente in cui il Gruppo Sirio opera sono di paurosa evidenza.

Non è stato possibile in questi otto anni di attività reperire una sede dove svolgere a ritmo pieno tutte le attività; ci ospitano, vero, ma gli incontri sono limitati alle disponibilità ed alla benevolenza di amici, per cui lo slancio ne risulta frenato.

II Gruppo Sirio non ha mai

avuto nessun finanziamento da Enti pubblici nè privati; conta solo sulla volontà dei propri soci che non di raro si autotassano per potere esporre le proprie opere, non tanto per ragioni venali quanto per la fierezza di farsi conoscere.

Accolgono volentieri l'invito di altre associazioni, circoli culturali, biblioteche civiche, sia in Milano sia in provincia, con assoluto rigore democratico, contando soprattutto sulla qualità delle offerte, del vero contenuto culturale.

Sottolineo ai lettori che gli anni di attività del Gruppo Sirio, pur se disseminati da tante difficoltà, hanno una lunga escursione di mostre, concorsi, conferenze e dibattiti che hanno contribuito ad arricchire di esperienze per una più approfondita ricerca.

È doveroso stabilire un punto d'inoontro tra il pubblico ed il Gruppo Sirio per lo studio d'un programma che costituisca valido argomento nella dinamica culturale di tutta la Zona 19, per poi divulgarlo in costante progressione, con tenacia, perché diventi patrimonio delle generazioni future.

Il Presidente in carica Fausto Naso

Nell'articolo "Aggregazione, non soluzioni individuali" pubblicato sul n. 9 dicembre 1977 di Milano 19 dobbiamo precisare che Claudio Calerio non fa parte del Consiglio di Zona, come erroneamente indicato, ma è coordinatore del P.C.I. per la Zona 19.

Sempre nello stesso articolo, per un erroré di composizione, dovuto alla posposizione di alcune frasi, è stata attribuita allo stesso Calerio la frase: "Comprare cani e fucili non serve. Ci si deve invece convincere che il problema dell'ordine publico non lo si risolve delegando alle

forze dell'ordine, che tra l'altro non godono della simpatia di tutti i cittadini", frase che egli non ha mai pronunciato.

Claudio Calerio aveva invece detto: ".... Ci si deve convincere che il problema dell'ordine pubblico non lo si risolve soltanto delegando alle forze dell'ordine il compito della salvaguardia della sicurezza di tutti, ma mobilitando tutti i cittadini ad una attiva vigilanza a difesa dell'ordine pubblico e della legalità democratica in collaborazione con gli organi dello stato preposti a tale compito".

Parte
e _.sah -111111> QUANTO COSTA? PROBLEMI DI TRASPORTO nella tua auto non ci sta... Una lampada impossibile Il letto a castello per i bambini La poltrona importante La moto "inchiodata" va portata dal meccanico Il divano che passa alla figlia 2 damigiane di vino "buono" per qualche centimetro in più TUONA Taxi Transport S.p.A BASTA TELEFONARE AL 344000 VIA PRINC.EUGENIO 23 20155 MILANO MILLE LIRE IN REGALO AL CLIENTE SE LETTORE DI QUESTO GIORNALE C'è la pianta grande che va dalla nonna... ....il baule non ci sta in macchina mobiletto comodo, ma come Io porto?
Fedele De Chiara Muratore - Piastrellista Idraulico - Tappezziere Via Uruguay, 15 Milano - Tel. 30.82.317 pag. 10 - milano 19
dei Soci del Gruppo Sirio - 1976
Gianfranco Ronchi, pittore "Gruppo Sirio"
artistico culturale
Gianfranco Ronchi: pittore "Gruppo Sirio" associazione
UNA PRECISAZIONE ED UNA CORREZIONE
A proposito dell'articolo
"Aggregazione, non soluzioni individuali"

Sessanta più uno

Coloro che si attendevano che l'assemblea sulla Situazione del Piano Particolareggiato del Gallaratese, indetta per 11 14 dicembre dal Consiglio di Zona 19, risultasse "piuttosto agitata" — così Il Giornale di Montanelli la vigilia — sono rimasti delusi. Nonostante il tono demagogico e scomposto di qualche intervento, e grazie invece alla partecipazione di cittadini di tutto il quartiere, l'affollata riunione è stata davvero la sessantunesima assemblea, dopo le sessanta promosse dal Comitato Popolare di Quartiere e dal Consiglio di Zona durante l'elaborazione del Piano e la battaglia per la sua approvazione.

L'architetto Secchi, uno dei progettisti, ha brevemente illustrato la situazione: il piano, da tempo adottato dal Comune, si trova nelle fasi conclusive della procedura burocratica, che sarà piuttosto semplice perchè le osservazioni presentate sono poche e non sostanziali, L'entrata in funzione della Metropolitana — ha aggiunto Secchi — sarà occasione e stimolo per la costruzione di parte della "spina centrale", cioè di parte dei numerosi servizi di cui il quartiere è ancora oggi privo o carente. Proprio contro il primo elemento della "spina centrale" pronto per la costruzione, la Casa Albergo per studenti-lavoratori, si erano sollevati alcuni assegnatari di appartamenti a riscatto nelle prospicenti case-torri di via Borsa; Milano 19 ne ha già dato notizia nei numeri di aprile e di luglio-agosto, rettificando le informazioni che il Corriere della Sera aveva fornito in modo scorretto, riportando il documento comune del P.C.I. e del P.S.I., e le prese di posizione del presidente del Consiglio di Zona e dei progettisti del piano particolareggiato, tutti favorevoli alla pronta realizzazione di un servizio indispensabile alla città e utile al Gallaratese (anche se tale non sembra a qualche cittadino, forse non al corrente che la mensa e l'auditorium della Casa Albergo dovranno essere aperti a tutto il quartiere).

All'assemblea, comunque, nessuno ha riproposto quegli argomenti — definibili egoistici — del tipo "ma li vorrebbe gli studenti davanti a casa sua?" che si erano sentiti in Consiglio di Zona, quando quei cittadini avevano riportato, con modi non troppo democratici, la loro protesta. Questa volta però, solo un consigliere democristiano ha cercato di approfittare di queste rivendicazioni corporative per tentare un violento quanto sgangherato attacco all'amministrazione comunale, al Consiglio di Zona, ai partiti di sinistra; il suo intervento provocava inevitabilmente vivaci — ma controllate — reazioni del pubblico, ed era contraddetto, verso la fine del dibattito, da un altro esponente del suo stesso partito, che, avendo partecipato alle lotte del quartiere, non aveva dimenticato come il piano del Gallaratese non sia stato calato dall'alto, ma sia stato il risultato della partecipazione e della mobilitazione unitaria di tutti gli abitanti.

Un esponente delle ACLI ha invitato a considerare l'interesse generale del quartiere e non i piccoli interessi particolari. Un pensionato ha giustamente lamentato la mancanza o l'insufficienza dei servizi postali, di banche, negozi, parcheggi sotterranei e gli inconvenienti creati dall'attuale assetto viabilistico del quartiere: non si è però capito perchè se la prendesse con la "spina centrale" e con il Piano Particolareggiato, che danno una risposta proprio a questi problemi. Si tratta, evidentemente, di una mancanza di informazione che — si è constatato in alcuni interventi — ancora esiste, e alla quale non sono bastate le molte assemblee, la

pubblicazione del Corriere del Gallaratese e del volumetto Gallaratese perchè a cura del Comitato popolare di quartiere, il numero speciale della rivista Edilizia Popolare (luglio-agosto 1974), le numerosissime cronache apparse a suo tempo sulla stampa cittadina. A questo riguardo Pasquini, capogruppo del P.C.I. alla zona, ha fatto una interessante proposta per fare conoscere il Piano Particolareggiato nel modo più diffuso e capillare: fornire la documentazione alle scuole, con diapositive ed altro materiale di cui possano prendere visione sia gli alunni che tutti gli altri cittadini. Pasquini ha spiegato che il Programma Pluriennale di Attuazione (cioè il programma urbanistico del comune per i prossimi tre anni) prevede la parziale realizzazione della nuova rete viaria del Gallaratese che, come stabilito dal Piano Particolareggiato, eliminerà il traffico di passaggio che attualmente tende a intasare il quartiere. È invece impossibile pensare che, nell'attuale situazione finanziaria, il comune possa da solo costruire tutta la spina centrale": alcuni elementi, come i centri commerciali, dovranno essere costruiti da privati, o, meglio ancora, da cooperative, naturalmente secondo le previsioni del piano; gli oneri di urbanizzazione (cioè i contributi che chi costruisce deve versare al Comune) potranno finanziare la realizzazione di altri servizi.

Anche l'avv. Curletti, in rappresentanza dell'Amministrazione Comunale, ha ricordato come il decreto Stammati restringa l'attività del Comune alla realizzazione dei soli servizi considerati obbligatori (tra essi non figurano le scuole elementari e medie!) dalla antiquata legge comunale italiana. L'avv. Curletti ha poi spiegato come sia possibile conciliare l'immediata realizzazione del campo sportivo da anni rivendicato dagli abitanti di via Falck, spostandolo di 50 metri dall'ubicazione inizialmente prevista, con la costruzione delle nuove case popolari successivamente indicate dal Piano di 167 per quel settore del Gallaratese.

Qualcuno ha chiesto di utilizzare i fondi finalmente stanziati dalla Regione per la Casa Albergo per costruire servizi di quartiere (e gli studenti li lasciamo agli affittacamere?); un'altro assegnatario di via Borsa ha cercato di minimizzare l'imbarazzante appoggio dato dal quotidiano di Montanelli; significativamente i giovani del Circolo Giovanile di via Trenno hanno preso le distanze dai loro insoliti alleati, insieme con i quali erano stati protagonisti dell'interruzione dei lavori del Consiglio di Zona (vedi Milano 19 di dicembre n.d.r.).

Un loro esponente ha sentenziato che l'assemblea era fallita: a noi sembra invece che, anche se non erano presenti gli assessori all'Urbanistica ed all'Edilizia Privata, Pillitteri e Sacconi, e il capogruppo DC Bianchi (impegnati in Consiglio comunale), l'assemblea abbia messo a fuoco alcuni importanti problemi: la situazione della finanza comunale, l'esigenza di una ulteriore informazione sul Piano Particolareggiato, la necessità del prolungamento della MM fino a Molino Dorino con la creazione di un punto di interscambio, ecc. Il fallimento c'è stato solo per chi intendeva trasformare un momento di partecipazione democratica in una riunione condominiale, per chi su rivendicazioni corporative e, appunto, condominiali, cerca di esercitare la propria demagogia o la propria oratoria da caporale istruttore. A costoro, usciti isolati dall'assemblea, è rimasto il conforto e l'appoggio, due giorni dopo, di Montanelli e del suo Giornale.

Nel primo numero di Milano 19 si parlò delle case di via Gianicolo e del loro stato di degrado ed ecco che in questo primo numero del secondo anno di vita del giornale ci ritroviamo a dover parlare ancora dello stesso problema. Già, perchè non è certamente aspettando senza far niente, che case fatiscenti si possano risanare come per un tocco di bacchetta magica. Anzi, più il tempo passa più il problema si aggrava.

Che proprio non sia accaduto niente non si può dirlo. Un piccolo passo è stato fatto, ma tanto piccolo che quasi nessuno se ne è accorto e tanto meno gli inquilini di queste che è difficile continuare a chiamar case. Il lotto 121 Gianicolo-Paravia della legge 167, che già aveva superato l'approvazione del Consiglio Comunale e del CIMEP, finalmente è arrivato alla Regione il 3 agosto del 1977. Forse ci è arrivato in un momento sbagliato, in periodo di ferie, Chissà? Certo è che da allora non se ne è saputo più nulla.

E da allora le cose sono peggiorate. L'estate è passata, è passato anche l'autunno ed è giunto l'inverno ad assediare con il gelo, con la pioggia e con la neve una novantina di famiglie, per la maggior parte di immigrati pugliesi, con tanti e tanti bambini, mal difese da questi sottili muri costruiti all'insegna

dell"'autarchia". Già, perchè per capire cosa sono le case di via Gianicolo bisogna anche vedere come sono fatte. In fondo la loro età una quarantina d'anni, non sarebbe poi tanto avanzata se si trattasse di fabbricati come tanti altri.

Sono state costruite ai tempi della guerra d'Abissinia, quando gli speculatori amavano riempirsi la bocca di parole come "patria", "dovere" (degli altri), "sacrificio" (sempre degli altri) e via dicendo per poter meglio estorcere ai meno fortunati fino all'ultimo soldo guadagnato con lavoro duro e malpagato ancora degli altri. Si dice che il costruttore fosse amico di qualche grosso gerarca fascista, e la cosa non è da escludere. Forse era stato anche un po' di tempo nell'impero", magari come appaitatore di lavori, e forse da là aveva riportato l'idea che per i lavoratori italiani case costruite con la tecnica dei "tukul" potevano anche andar bene: un po' di paglia, un po' di fango, niente fondamenta e via. Così ha costruito le case di via Gianicolo. Uno scheletro di strimilziti pilastrini di cemento armato. Pareti sottilissime fatte con pannelli di paglia e cemento. Niente fondamenta. Soltanto una camera d'aria tra il suolo ed il pavimento del piano rialzato tanto perchè gli inquilini non restassero proprio con i piedi a mollo. Corrimani di legno sulle scale (il ferro

serviva per fare i cannoni ... e per specularci). Microappartamenti di uno o due locali, con un vano di poco più di un metro quadrato come cuocivivande ed un altro vano delle stesse dimensioni per il cesso. Di bagno o per lo meno di doccia neanche a parlarne. Null'altro. Ma null'altro nel vero senso della parola. Nel senso che una volta ultimata la costruzione e trovati gli inquilini la proprietà si è limitata soltanto a riscuotere gli affitti, senza mai fare alcun lavoro di manutenzione. Così il degrado è stato rapido. Già nel 1962-63 queste case erano state dichiarate inabitabili dal Comune e gli inquilini erano stati fatti tutti sgomberare. Ma il provvedimento si rivelò una manna per la proprietà, che, senza fare alcun lavoro di ripristino, si affrettò a riaffittare gli alloggi a canoni più alti.

Intanto continuava nella vecchia politica di non far alcun lavoro di manutenzione, che è stata poi ripresa dalla nuova proprietà, quella attuale, subentrata alla precedente verso il 1973-74 forse con intenti speculativi. Difatti per prima cosa tentò di sfrattare tutti gli inquilini, operazione riuscitagli soltanto nei confronti di 4 o 5 famiglie che si erano sistemate verso il '74 in alloggi vuoti, senza alcun contratto. Visto vano il tentativo di svuotare le case la proprietà si è resa latitante. In pratica oggi gli inquilini non sanno nè chi sia, nè dove sia.

Non sanno a chi rivolgersi nè per avere un regolare contratto di locazione, nè per reclamare sul sempre maggior stato di degrado dei fabbricati.

Gli unici interlocutori rimasti sono gli organi amministrativi pubblici. Ma abbiamo visto all'inizio come la legge 167, che dovrebbe provvedere al risanamento di queste case, sia ormai da cinque mesi ferma alla Regione senza che nessun provvedimento sia stato preso.

Il tempo passa e la situazione diventa sempre più grave. La pioggia, non più incanalata da grondaie nè da pluviali, scende copiosa a lavare dentro e fuori queste sottili pareti di paglia e cemento, cola dai soffitti passando attraverso il tetto ormai dissestato. Chi si azzarda, senza le opportune attrezzature, ad andarlo a riparare affidando zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA il proprio peso al supporto mal sicuro di travi sottili ed ormai marce? E se dovesse esserci un'abbondante nevicata? Reggerebbe ii tetto? Ma la domanda ancor più drammatica: è fino a quando riusciranno a reggersi in piedi queste case dalle strutture ormai seriamente lesionate? Quanto riusciranno ancora a reggersi questi pilastrini strimilziti le cui basi poggiano in un pantano di liquami che fuoriescono dalle tubazioni di scarico ormai marce?

GIANICOLO Aspetta, aspetta... e se poi le case crollassero? ..-L—rt.reseern milano 19 - pag. 11
VIA

INIZIATIVA CULTURALE AL GALLARATESE.

Cooperazione e cultura

Da poco più di un mese, nel quartiere Gallaratese, è sorto un nuovo Centro culturale, per opera di alcuni soci della cooperativa E.C.E.R., sita in via Cechov 20.

Il nostro giornale, sempre sensibile a questo tipo di iniziative, ha ritenuto opportuno in proposito effettuare alcune interviste che servano a far conoscere gli intendimenti e le finalità di questo nuovo Centro.

Il primo incontro con alcuni dei promotori, è avvenuto nello studio del pittore Tosi, con la partecipazione del Presidente della cooperativa E.C.E.R. Sergio Rossi. Ed è stato più che un intervista di "Milano 19" un amichevole scambio di idee, sulle finalità che il Centro si propone.

Innanzitutto il Presidente Rossi, ha tenuto a precisare quale deve essere il significato di una Società cooperativa. Essa ha come scopi primari la creazione di strutture idonee ad affrontare in parte le difficoltà economiche dei lavoratori, con la costruzione di case a basso costo come nel caso delI'E.C.E.R., o la creazione di centri di vendita cooperativi.

Ma ciò non è sufficiente, afferma giustamente Rossi, si devono anche creare delle strutture culturali e ricreative, che consentano o contribuiscano a sviluppare una maggior cultura di massa a tutti i livelli. La nostra iniziativa, si propone di coinvolgere tutti gli abitanti del Gallaratese e delle zone limitrofe, invitandoli ad una partecipazione attiva ai dibattiti che si svolgono o che si svolgeranno in futuro.

Il nostro Centro, prosegue Rossi, ha quale luogo di ritrovo un salone, che viene messo a disposizione delle varie iniziative, dal Consiglio Direttivo della Cooperativa E.C.E.R.. Esso è stato rinnovato e reso utilizzabile per proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, dibattiti, ecc..

I soci, ed è giusto dirlo, si sono sobbarcati i costi che hanno consentito la realizzazione di strutture idonee a questo scopo, vi sono state, ed anche questo è giusto dirlo, delle resistenze alla realizzazione di questa iniziativa, che incideva economicamente nel bilancio della Cooperativa e naturalmente nelle tasche dei soci stessi. Ma come è costume di ogni organizzazione democratica tutto si è risolto per il meglio,, rendendo consapevoli tutti i cooperatori dell'importanza, che ha il dibattere ed il discutere, per una effettiva partecipazione alla vita politica e culturale di tutti i cittadini. Tosi, quale Segretario della Commissione Culturale, ha rilevato anch'egli, l'importanza che il Centro deve avere nella vita dei cittadini del nostro quartiere. Viviamo in uno di quelli che qual-

Dove si vende la carne congelata

Pubblichiamo l'elenco dei punti di vendita nella nostra zona di carne bovina scelta congelata al prezzo di 3.800 lire al chilo per i prezzi interni e 3.900 per le fettine nei mercati comunali e rispettivamente di 3.900 e di 4.000 lire al chilo nelle macellerie private.

che anno fa vennero definiti quartieri dormitorio mantenendo a tutt'oggi queste caratteristiche e proprio da ciò nasce la necessità di partecipazione del maggior numero possibile di persone. Il successo di queste iniziative diventa possibile nella misura che decisioni di qualsiasi genere vengono prese dal maggior numero di cittadini. Tosi, conferma la vastità delle iniziative, esponendo il calendario dell'attività. Essa è iniziata con una serie di proiezioni cinematografiche, di films per ragazzi ed adulti, un accordo con il Teatro dei Rabdomanti, che prevede la lettura di alcuni testi. Vi sono anche in programma degli incontri, con esponenti della scuola, del sindacato, del giornalismo e della politica. Questo per citare solo alcune delle iniziative più rilevanti. Nel mese di dicembre si è svolta una mostra sui giocatto didattico, con un lusinghiero successo.

Si è svolto anche un dibattito sulla salute riguardante in particolare la carie dentaria, si svolgeranno nel prossimo futuro altri convegni e dibattiti riguardanti i problemi rappresentati dalla salute. Durante un'assemblea, ho avuto l'opportunità di avvicinare anche alcuni giovani, che collaborano o fanno parte del Comitato Direttivo del Centro, essi, come è del resto comune in tutti i giovani, sono animati da un notevole spirito di ricerca, ed è proprio da questa loro collaborazione all'attività culturale ricreativa che pensano di poter dare il meglio di se stessi.

Maurizio afferma che il momento più qualificante alla formazione del Centro Culturale, sia stato quello dell'inserimento nel Comitato Direttivo di giovani, consentendo loro di rendersi partecipi e responsabili di ogni iniziativa.

Nicola, dal canto suo, ritiene che questo sia il modo più appropriato e positivo di esprimersi per dei giovani nella società in cui viviamo.

Gian Luca, ritiene sia importante informare e rendere tutti partecipi su tutto ciò che possa essere cultura, per poter trovare un punto di comune accordo fra le varie ideologie e soprattutto, senza alcuna limitazione alla libertà di espressione.

Come si può constatare, le iniziative e le idee sono moltissime, naturalmente spetta al Centro Culturale di realizzarle e sopratutto di far partecipare il maggior numero possibile di cittadini, interessandoli alle varie iniziative in programma.

"Milano 19", dal canto suo, esprime il suo consenso oltre che i migliori auguri di buon lavoro al Centro Culturale

E.C.E.R..

Montagna s.a.s., Mercato Comunale Coperto S. Leonardo, via Appennini 53; Quattro Domenico, Mercato Comunale Coperto QT8, via Isernia 5; Salamina Carlo,Superspaccio S. Siro, via Carlo Dolci 8; Esselunga, Supermercato, Via Monte Rosa 41; Esselunga, Supermercato, via Morgantini 15; Esselunga, Supermercato, via Pollak 8; Esselunga, Supermercato viale Vigliani 59;

teatro uomo cooperativa a r.l.

20147 milano - via gulli 9 telefono 4080208/4047135

dal 3 Gen. al 15 Gen.

Ivan Vassilievic

Novità nel settore femminile

Con un comunicato datato 25 novembre 1977 la Polisportiva Gallaratese 1967 Voluntas et Libertas informa che il geom. Giancarlo Scandelli, che rivestiva l'incarico di unico responsabile del settore femminile e che faceva parte del direttivo della società, non fa più parte della Polisportiva stessa a che a sostituirlo come responsabile del 'settore pallavolo femminile e nel direttivo è stata chiamata la signorina Paola Balduzzi, affiancata per il settore dal sig. Pietro Chiodi.

Con altro comunicato dell'i dicembre 1977 il geom. Giancarlo Scandelli rende note le sue dimissioni dalla suddetta polisportiva ed il ritiro dalla stessa della Vollej Ombra 77, che assume la nuova denominazione di Gruppo Universitario Vollej ball Ombra 77.

di M. Bulgakov Coop. Teatro Uomo - Regia L. Puggelli

dal 16 Gen. aI 29 Gen.

Mi riunisco in assemblea di U. Simonetta e L. Cerini, con Livia Cerini

dal 7 Feb. al 19 Feb.

Proust, di Giuliano Vasilicò Compagnia e Regia di Giuliano Vasilicò

dal 21 Feb. al 5 Mar.

L'uomo difficile, di H Hoffmansthal Compagnia Associati ERTRegia di Sergio Fantoni

dal 7 Mar. aI 23 Mar.

Rita da Cascia, di Paolo Poli e Rita Omboni Compagnia e Regia di Paolo Poli

dal 29 Mar. al 2 Apr.

Don Giovanni e Faust, di Grabbe Gruppo Teatro Popolare - Regia di Marco Parodi

Attenzione:

Siccome sono possibili alcune variazioni sulle date di debutto di alcune Compagnie, il pubblico è cortesemente pregato di accertarsi via via attraverso la stampa, o telefonando in Teatro.

prezzi scontati per gli abitanti delle zone 17 - 18 - 19

Calendario attività del mese

3 lunedì

Al Teatro Uomo: Ivan Vassilievic, di M. Bulgakov Coop. Teatro Uomo - Regia L. Puggelli.

8 domenica

Presso la sede dell'A.R.C.1./S. Siro, via Maratta, 3 alle ore 15 FESTA DEI BAMBINI con proiezione cinematografica, premi e merendina ai bambini intervenuti. Associazione Proletari Escursionisti Gruppo Fior di Monte via Cechov,20 Milano

Gita alla vetta del Grignone

Per ulteriori informazioni rivolgersi,le sere di giovedì e venerdl,presso la sede sociale dell'A.P.E. in via Cechov, 20 Milano.

16 lunedì

Al Teatro Uomo via Gulli, 9: Mi riunisco in assemblea, di U. Simonetta e L. Cerini, con Livia Cerini.

21 sabato

ore 20.30 Apertura II Congresso; lettura relazione politica e dibattito.

22 domenica

ore 9.30 Riunione commissioni (elettorale, politica); ore 15 Ripresa dibattito, elezioni organi dirigenti e conclusione.

S. F.

Attività del Circolo Arci S. Siro

Risultati gara a boccette

1° classificato Anastasia Mario - 2° Uberti Diego - 3° Villa Claudio -

4° Pizzocaro Ermanno

A tutti i partecipanti è stata consegnata una medaglia ricordo.

E' in corso di svolgimento la gara di scopa liscia con la partecipazione di 32 coppie.

Domenica 8 gennaio alle ore 15 presso la sede dell'ARCI S. Siro, in via Maratta 3 FESTA DEI BAMBINI con proiezione cinematografica, premi e merendina a tutti i bambini intervenuti.

11 martedì

Presso la sezione di via Appennini, 41: prima assemblea precongressuale (Cellula Rosei).

13 venerdì

Presso la sezione di via Appennini, 41: seconda assemblea precongressuale (Cellula Tresoldi).

29 domenica

Associazione Proletari Escursionisti Gruppo Fior di Monte Milano via Cechov 20 Gita a S. Bernardino (Svizzera), per ulteriori informazioni rivolgersi le sere di giovedì e venerdì presso la sede sociale dell'A.P.E. via Cechov 20, Milano.

"milano 19" - mensile di informazione, politica e cultura della zona 19 della città di Milano - Sede della redazione: Circolo Giulio Trevisani, via Appennini, 41 - tel. 3539458 - Redazione: Alessandro Cappelletto, Adalberto Crippa, Alfonso Darè, Enzo Gallina, Luigi Gnemmi, Giampiero Pagetti, Patrizia Romano, Luciano Zagato. Proprietà Circolo Trevisani - Numero unico in attesa dí autorizzazione - Stampa e impaginazione: Coop. "Il Guado"Robecchetto con Induno (Mi) -tel. 0331/881475.

pag. 12 - milano 19
NUOVA
ist t 1/4 . PALLAVOLO

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.