Affori-Bovisasca...(7)

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FFORI - BOVISASCA RUZZANO OMASINA

L. 300

ANNO 1 - N. 7 - SETTEMBRE 1978

CONSIDERAZIONI Piano triennale

In una nota diffusa appena dopo ferragosto, la presidenza del Consiglio dei ministri ha tracciato un bilancio della attività governativa e parlamentare - con particolare riguardo a questo anno - del mutato quadro istituzionale uscito dalle elezioni del 20 giugno di due anni fa. Questa attività è stata tutt'altro che disprezzabile anche se, in realtà, i frutti si vedranno nel prossimo futuro.

Innanzitutto viene rilevato il cambiamento di segno della bilancia dei pagamenti che da fortemente deficitaria, si prospetta in attivo - e non di poco - per la fine dell'anno: e ciò, per un paese come il nostro privo di materie prime, con scarse fonti energetiche ed una agricoltura dissestata può essere presentato come un successo rilevante.

Da parte nostra - non per smorzare giusti entusiasmi, ma per evitare facili e dannosi trionfalismivogliamo però sottolineare che il quadro generale della nostra economia e della crisi che essa attraversa non è molto mutato rispetto a due anni fa: l'inflazione - pur non raggiungendo le punte patologiche di qualche anno fa - rimane ad un livello tra i più elevati dei paesi capitalistici dell'occidente, lo sviluppo della base produttiva ristagna, la disoccupazione tende ad aumentare - in modo particolare quella giovanile e femminile, continua ad accrescersi il divario economico e sociale tra il Mezzogiorno e il resto del paese.

E della soluzione di questi problemi in pericolosa via di cronicizzazione che le forze politiche e il movimento dei lavoratori dovranno chieder conto questo autunno al governo; per questo si guarda con interesse ed attesa alle proposte di politica economica per il 79 e per il triennio '79-81 che il governo farà, e sottoporrà alla valutazione di partiti e sindacati.

Questo "piano triennale" non dovrà essere un libro dei sogni pieno di buone intenzioni, ma dovrà scendere nel merito delle varie questioni economiche: ad esempio come e dove reperire le risorse per gli investimenti (politica fiscale), dove e in che arco di tempo questi saranno effettuati e per produrre che cosa, quanta occupazione essi forniranno.

Deve essere evitata la consueta politica dei due tempi - di cui finora si è visto solo il primo, il reperimento di risorse monetarie essenzialmente tra i dipendenti a reddito fisso -, devono esser dati segni tangibili della volontà di moralizzazione, di equità, di chiarezza ed efficienza, della capacità di lotta allo spreco ed al parassitismo che lavoratori e masse popolari attendono: solo in tal modo si potrà ottenere il consenso su un programma che di certo implicherà severe scelte per tutti. È occorrerà poi avere la forza e il coraggio di realizzarlo - tale programma -, di an(segue a pag.

mensile di politica,cultura,attualita'

Consiglieri per la Zona 8

II 14 luglio si è svolta la cerimonia d'Insediamento del nuovo Consiglio di Zona. Il liberale Guglielmo Palazzo, consigliere anziano, ha aperto la seduta presentando i colleghi che in questo consiglio sono 26 contro 20 del precedente. Questi i nomi e i partiti che rappresentano: Adamo Marilena, Cervelli Adolfo, Figini Antonio, Jasoni Giuseppe, Mondini Fernanda, Oberti Marco, Peviani Teresa, Porcù Gianfranco, Raguzzoni Roberto, Turzo Antonio per il PCI; Boichini Luigi, Colli Vignareni Mario, De Lunas Nello, Farina Ambrogio, Caffurri Carlo, PIgnatelli Michele per la DC; Beilomo Evaristo, Carriera Francesco, Garofalo Mirko, Marrone Michele, per il PSI, Bianchi Gianmario, Ghezzi Filippo per PSDI; Tedeschi Mauro per I'MSI; Bollini Walter Livio per il PRI; Palazzo Guglielmo per il PLI; Fugazza Walter per DP. I gruppi consiglieri del PCI, PSI, PSDI nei riconfermare le linee programmatiche della maggioranza uscente hanno sottolineato il significato positivo di questo rinnovo che attribuisce per la prima volta reali poteri ai Consigli di Zona, chiamati a svolgere un ruolo di governo locale. Dando sostanzialmente un giudizio positivo su quanto realizzato dal precedente Consiglio di Zona, sono stati indicati i problemi che dovranno essere affrontati e risolti nel breve e medio termine, evidenziando in particolare:

La realizzazione del bilancio di zona quale strumento indispensabile di programmazione; L'attribuzione al Consiglio di Zona di tutti gli strumenti tecnici amministrativi che gli consentano un effettivo controllo e la gestione del patrimonio comunale dei lavori pubblici. La difesa delle caratteristiche produttive della Zona; La gestione del piano regolatore; L'Intervento nel campo dei trasporti pubblici per la realizzazione di ulteriori collegamenti tangenziali fra la nostra zona e le zone limitrofe. L'impegno della maggioranza andrà verso una correzione delle carenze sociali a livello di strutture di servizi per dare al quartieri della zona caratteristiche di parte integrante della città di Milano. Infine una particolare attenzione sarà dedicata ai problemi della scuola e alla gestione dl quel servizi dl competenza del Consiglio di Zona, quali refezione scolastica, trasporto alunni, manutenzioni scolastiche.

Il dibattito che ne è seguito ha messo in evidenza le diverse (segue a pag.

Scuola 19 7 8 / 7 9 novità e problemi

Le scuole di ogni ordine e grado riapriranno, quest'anno, il 19 settembre; è un avvenimento certo nuovo, ma di grande rilevanza per il notevole numero di persone che esso coinvolge: personale della scuola, studenti e loro famiglie.

Ad ogni apertura di anno scolastico i problemi contingenti che si presentano sono sempre gli stessi: carenza di aule e carosello degli insegnanti.

Per la verità alla soluzione del primo problema la giunta di sinistra, in collaborazione col consigli di Zona e gli organi collegiali della scuola, ha cercato di por mano fin dal suo insegiamento.

Cospicui risultati sono stati ottenuti, grazie al reperimento di nuovi locali ed alla programmazione della costruzione di nuove sedi scolastiche, attenuando dl molto il fenomeno dei doppi turni; certo la soluzione definitiva del problema non è ancora stata raggiunta, ma non è pensabile che nel giro di un breve arco dl tempo si possano cancellare gli effetti di una durevole politica di edilizia scolastica priva di ogni seria programmazione territoriale, ai cui interventi possono esser attribuiti tutti i fini possibili tranne quello di una distribuzione razionale sul territorio citadlno delle sedi scolastiche di ogni ordine e grado.

Anche quest'anno perciò amministrazioni provinciale e comunale, Consigli di zona e organi collegiali dovranno collaborare per dare una sede agli allievi, II compito non sarà facile ma (segue a pag. 2)

sommario

Psichiatria:

problemi aperti dalla nuova legge pag. 2

Mediolanum: Storia di Milano pag. 3

Divagazioni sull'assenteismo pag. 3

Milano d'estate fotocronaca pag. 4/5

Cos'è rimasto del '68? pag. 4/5

Un film che vi consigliamo: "L'Australiano" pag. 6

Pensioni: occhio ai contributi pag. 6

Speciale intergruppo '78 pag. 7

A proposito di scacchi pag. 7

INSEDIATO IL NUOVO CONSIGLIO DI ZONA 26
Ä
A 14 luglio Villa Litta: l'insediamento del nuovo C.d.Z.

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dalla prima pagina * dalla prima pagina * dalla prima pagina * dalla prima pagina * dalla prima pagina

Piano triennale

dare a rompere intricate e salde trame di interessi economici potenti cresciuti all'ombra di un trentennale malgoverno dell'economia, di dare quella sferzata di rinnovamento che gran parte del paese chiede. Questo, attende tutti in autunno, e non è poco: e sarà un momento di verifica politica cui nessuno potrà sottrarsi. La nota della presidenza prosegue ed elenca una serie di provvedimenti legislativi, relativi a vari settori sociali ed economici, già approvati - piano decennale per l'edilizia ed equo canone, utilizzo delle terre incolte, discipline sui farmaci, modifiche alla legge sulla occupazione giovanile, potenziamento delle ferrovie, amnistia e indulto nonchè le norme sulla interruzione della gravidanza, sui ricoveri e oltre di non minore importanza -, e di prossima approvazione tra cui spiccanola riforma dei patti agrari e quella sanitaria, la legge "Reale bis" e infine quelle della scuola media superiore e dell'Università che debbono affrontare entrambe le camere.

Come si vede ben altro cne "immobilismo da regime di ammucchiata" di cui taluni vanno spudoratamente parlando. Il quadro nazionale in cui si è operato è stato tra i più travagliati del nostro paese per questo è ingiusto sottovalutare i risultati ottenuti, largamente positivi, perchè il rischio che si correva era di andare in direzione opposta: se ciò non è accaduto è perchè hanno prevalso le forze del progresso e del rinnovamento, il movimento dei lavoratori, l'unità d'azione dei partiti di sinistra.

Ma l'aver ottenuto, e l'ottenere, strumenti legislativi di notevole rilevanze non significa aver risolto i problemi sul tappeto: occorre lottare perchè le leggi siano tradotte in misure concrete, ed è su questo terreno che si incontreranno (come già in alcuni casi è accaduto, ad es. per l'aborto) le resistenze al rinnovamento.

E proprio per questo che l'appuntamento d'autunno e dei tempi prossimi - dovrà vedere come non mai sindacati e sinistre fare del rinnovamento capaci di organizzare e mobilitare vasti strati sociali per ottenere una svolta decisiva nel cambiamento economico e sociale del paese.

E sarà anche un banco di prova per il governo e la maggioranza che lo sostiene.

28 Consiglieri per la Zona 8

posizioni; Partito Comunista, Socialista, Socialdemocratico hanno approvato il documento programmatico, Democristiani e Liberali si sono astenuti, mentre il rappresentante dei partito Repubblicano si è riservato di decidere di volta in volta I proprio atteggiamento. Mancavano alla seduta il rappresentante di DP e del' MSI.

Si è proceduto poi alla elezione del presidente che ha visto riconfermare la dott. Adamo Marilena, mentre alla vicepresidenza è stato eletto il socialista Bellomo Evaristo.

Scuola : novità e problemi

potrà esser portato a termine proficuamente se verranno accantonati atteggiamenti pretestuosi e dl corta prospettiva, come la pretesa di avere una scuola sotto casa per lasciare poi quella a 100 m. semivuota, senza prevedere l'onere finanziarlo che ciò potrebbe comportare, che metterebbe in ulteriori difficoltà i bilanci delle amministrazioni periferiche già abbondantemente tagliati dal governo centrale.

Il problema del movimento degli Insegnanti deve esser invece risolto a livello ministeriale e di Provveditorato agli studi; in questi ultimi anni si è cercato dl dare una mano alle lungaggini del provveditorato con le prel scrizioni, ma questo strumento di per sé valido è stato reso scarsamente operante da una serie di ostacoli propri della struttura del personale della scuola (trasferimenti, supplenze, precariato ecc.). CI auguriamo che la approvazione del DDL 1888 sul precariato ed I nuovi metodi di reclutamento del personale della scuola nel volgere di un palo di anni scolastici risolva anche il problema dei "caroselli".

Questo anno scolastico sarà comunque caratterizzato da grosse novità.

Per quanto riguarda la scuola dell'obbligo dovrà entrare in vigore una nuova scheda di valutazione, In sostituzione di quella passata che ha scatenato protesta da parte di insegnanti e genitori; la sua compilazione dovrebbe essere più agevole e più rispondente ad una oggettiva valutazione del risultati didattici conseguiti da ogni allievo delle carenze mostrate e dagli interventi attuati per colmarle, dovendo esser eliminate quelle ambigue dizioni di natura morale e psicologica che potevano dar luogo ad usi arbitrari della stessa scheda.

Altra novità per la scuola dell'obbligo, i nuovi programmi per la scuola media approvati dal Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione in attuazione dell'art. 2 della legge n. 348 del 16.6.'77.

In essi viene stabilito Il principio della unitarietà delle varie discipline nel concorrere alla formazione intellettiva dell'allievo e della sua personalità, senza più discriminazione tra materie più importanti al fine della formazione e materie meno importanti.

Di notevole rilevanza in questi nuovi programmi due punti. Prima, il concetto di "educazione linguistica" che considera tutti linguaggi disponibili all'uomo, verbali e non verbali; una educazione quindi non più intesa come "parlar bene e bello scrivere" ma come educazione all'uso dello strumento "lingua" in ogni campo (e non solo "l'Italiano" e la letteratura), per comunicare e comprendere i "messaggi" esterni.

Secondo, la definizione di "educazione tecnica", vista come settore educativo insopprimibile per una formazione completa, centrato sul possesso dl abilità al lavoro produttivo e sulla possibilità dl sviluppare capacità a riflessioni critiche sui problemi della produzione, rifuggendo dall'inculcare comportamenti semplicemente esecutivi e ripetitivi.

Come dl consueto, però, le norme da sole non bastano per cambiare; e polche tali programmi entreranno in vigore dall'anno scolastico 1979-'80, occorrerà che già da quest'anno si spinga — ad opera di insegnanti, genitori, organi collegiali 7 verso ungtsperimentaiità fina-

lizzata alla entrata invigore del nuovi programmi.

Anche nel campo della istruzione superiore dovrebbero esserci novità, di cui la più sicura pare la modifica degli esami di maturità, nell'ottica della riforma della scuola media superiore; a quanto sembra — ma ancora si è in attesa del relativo provvedimento legislativo — le prove scritte saranno tre ed II colloquio non voterà su due materie tra le quattro scelte dal ministero della P.I., ma avrà carattere interdisciplinare per abbracciare tutte le discipline relative agli indirizzi prescelti. Lo "stralcio" alla riforma della media superiore si rende neces-

Psichiatria:

serio per porre fine — ce lo auguriamo —, a quel rito, mortificante per studenti e docenti che va sotto il nome di esame di maturità, che, così concepito, avrebbe dovuto avere carattere transitorio (un paio d'anni) In attesa di una riforma dell'istruzione superiore ed invece ha resistito per 10 anni! Dovrà poi passare all'esame del Parlamento il progetto di riforma della scuola media superiore, già approvato in sede di Commissione Pubblica Istruzione, che darà la possibilità di far piazza pulita della organizzazione culturale gentiliana, che ha imperversato per 55 anni nel nostro paese.

Sarà un grosso appuntamento, una sorta di "rivoluzione culturale" nostrana — basti pensare alla concezione espressa nel progetto di una scuola unitaria, dove vi è una riunificazione del sapere non più frammentato in modo classista, alla nuova definizione di professionalità ed al rapporto studio - lavoro prospettato, per rendersene conto —, che non dovrà trovare impreparati insegnanti, studenti, genitori, forze politiche e sindacali e del rinnovamento, pena una pesante sconfitta.

insegni la riforma della media inferiore del '63

Problemi aperti dalla nuova legge

Sabato 24 Giugno 1978 si è svolto nei saloni di Villa Litta, ad Affori il Convegno di Studio: "La Psichiatria nelle zone sanitarie, problemi aperti dalla nuova legge sulla psichiatria nella prospettiva della riforma sanitaria". In un'intervista al Prof. Agostino Pirella, direttore dal 1971 dell'Ospedale Psichiatrico di Arezzo, apparsa su un numero di Famiglia Cristiana del febbraio 1978 si diceva:

- Professore, la gente si fa la domanda dello spavento: chiusi i manicomi, i matti dove andranno?

"Rispondo con molta tranquillità. Bisogna evitare che le persone diventino matte. Noi sappiamo quali cose aumentano la disperazione delle persone: la disoccupazione; le condizioni di vita; i fallimenti personali; I fallimenti famigliari .... ma sappiamo anche cos'è che ha aumentato In questi decenni la disperazione delle persone: è stato il manicomio. Il manicomio, costruito apparentemente per curare, in realtà per segregare, si è dimostrato la fabbrica della follia".

— Professore lei dice giustamente: bisogna evitare che le persone diventino matte. Ma se la prevenzione fallisce?

"Il primo comandamento della medicina è di non nuocere. Per non nuocere occorre: rispettare il più possibile l'autonomia e la personalità del sofferente; se ha bisogno di farmaci, diamoglieli, ma senza ottundere la sua capacità dl vita; aiutiamolo a partecipare al superamento della propria sofferenza offrendogli una temporanea condizione di vita

comunitaria, in cui la sua sofferenza venga discussa, condivisa, capita". Questi i concetti ispiratori che hanno mosso il Consiglio di Zona 8 a promuovere, coinvolgendo, non solo gli altri Consigli di Zona e i consorzi sanitari della provincia di Milano ma anche gli SMAL, i sindacati, i Consigli di fabbrica, in un convegno di studio, approfondimento ed informazione.

Presiedevano il dibattito I tre assessori direttamente coinvolti: l'assessore all'Igiene e Sanità del Comune di Milano, dr. Sirtori, l'assessore alla Psichiatria della Provincia di Milano, dr. Boioll con relazioni introduttive, unitamente alla presidente del Consiglio di Zona 8 Adamo dr. Marilena e l'assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Renzo Thurner che ha concluso il dibattito.

La presenza e gli interventi, estremamente qualificati sia sul piano tecnico che politico - amministrativo, esprimevano, benchè evidenziando lacunedifficoltà ed ambiguità tanto nella formulazione della legge quanto nella sua applicazione, una valutazione complessivamente positiva ed un Impegno a procedere fermamente nell'attuazione della stessa ed alla preparazione ed articolazione delle strutture e del personale necessari all'espletamento, a livello di territorio, del nuovo servizio.

La presidente Sig.ra Adamo, nella relazione introduttiva, ricordando il costante impegno della Zona, in merito alla problematica in discussione, poneva,

riaffermando in tal modo il ruolo di "Ente Gestore" dei Consigli di Zona, precise proposte sia sul servizio che sull'utilizzo delle strutture fisiche degli Ospedali ex-psichiatrici.

L'assessore alla Psichiatria della Provincia di Milano, dr. Boioll, rinnovava pubblicamente l'impegno del suo Ente alla sollecita applicazione della legge predisponendo le norme atte all'utilizzo ed alla qualificazione del personale per il nuovo servizio, ribadiva inoltre la disponibilità a considerare positivamente le proposte avanzate dal Consiglio di Zona 8.

L'Assessore Sirtori evidenziava le difficoltà relative alle strutture e al personale che comporta l'apertura dei nuovi servizi previsti dalla legge pur riaffermando l'impegno deli'Amm.ne Comunale alla loro istituzione. Nelle conclusioni, infine, l'assessore Regionale Renzo Thurner, chiariva alcuni momenti, sino a qui poco conosciuti, delle disposizioni date dalla Regione Lombardia per l'individuazione degli ospedali Civili deputati all'accoglimento dei disturbati psichici e sul concetto del "dipartimento", assumendo nel contempo, inequivocabilmente, l'impegno, come Regione, alla predisposizione immediata di tutti quegli atti legislativi, normativi e programmatori necessari a fare di questa legge una progressista realtà.

Tutti gli atti del convegno, raccolti in pubblicazione, saranno inviati a coloro che ne hanno fatto richiesta.

L'intervento dell'assessore alla sanità Sirtori
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FFORI - BOVISASCA RUZZANO
Pevlanl Teresa

Mediolanum

Storia di Milano

Da questo numero vogliamo parlare di Milano: dei suoi quartieri, della sua storia, dei suoi monumenti, del suo popolo. ecc.

Ma non vogliamo farlo da soli, bensì con l'aiuto di tutti, quasi come un gioco collettivo per cui lanciamo un S.O.S.

Mandateci notizie, curiosità, pettegolezzi sulla Milano passata.

ORIGINI DI MILANO

Come Venere, Milano è sorta dal mare. Vi era, migliaia di anni fa, al posto dei grattacieli e delle fabbriche l'antico mare del Pliocene (1) che si addentrava in tutte le valli delle Prealpi lombarde, e le regioni costiere che qui si trovavano godevano di un clima paragonabile a quello della riviera amalfitana dei giorni nostri. Lo si evince, fra l'altro, dal fatto che durante trivellazioni eseguite nel sottosuolo milanese si sono trovati fossili marini. Già da allora vivevano, nelle poche terre emerse, uomini che vagavano su fragili imbarcazioni da una parte all'altra delle vallimontane erano soli, spauriti ma non avevano la nebbia, volete mettere! Con l'avvento dei ghiacciai l'uomo scomparve da queste lande e apparve in sua vece un grande animale villoso: l'elephas primigenius (elefante peloso) che con la sua pelliccia ben si adattava a vivere tra i ghiacci.

Poi, venne anche la sua ora di estinguersi, e fu qando (circa 20.000 anni fa) i ghiacciai si sciolsero e il mare piano, piano si ritirò completamente dalla grande insenatura padana.

Riapparve l'uomo (è il naturale avvicendamento delle specie animali che si danno il cambio a seconda delle condizioni climatiche). Gli uomini di quell'epoca, chiamata neolitica, vivevano di caccia e pesca, lavoravano la pietra da cui ricavavano le armi e gli utensili per sopravvivere.

La fondazione di Milano, o meglio l'embrione di quella che poi si chiamerà Milano, si perde nella notte dei tempi.

In queste terre, durante l'età del bronzo e del ferro, si scontrarono culture diverse a formare una civiltà agricola che raggiunge il suo massimo sviluppo con i Liguri, gli Umbri, gli Etruschi, i Veneti e dulcis in fonde, i Galli. Insomma un bel miscuglio. Probabilmente si deve ai Liguri la fondazione dei primi villaggi nella zona che poi fu invasa di Celti insubri. Dopo di essi scese in Italia, superando la valle della Dora, Belloveso capo di una tribù insediata nella Gallia centrale (Francia) il quale sconfisse gli Etruschi che si erano accampati lungo il Ticino e avendo saputo che si trovava nel paese dei celti Insubri giudicò di buon auspicio fondare una città: Mediolanum. L'origine della parola Mediolanum pare derivi da una fusione di due termini: medio (centro) e lan (a metà distanza). Dico pare perchè molte sono le ipotesi fatte sull'etimologia di questa parola, questa è però la più atten-

dibile. Nei secoli successivi alla sua fondazione la ns. Mediolanum cresce e prospera, tanto che ancora prima dell'era volgare, i cronisti e gli storici dell'epoca contrapponevano la sua gloria ai fasti di Roma dando il via ad una specie di rivalità tra le due città, vi fu anche chi disse (forse per invidia) che furono due gemelli, Medio e Olano i fondatori della città come Romolo e Remo lo furono (ma sarà vero?)di Roma.

Ai Romani, naturalmente non parve vero di organizzare, non appena fu possibile spedizioni per la conquista della Valle padana e ciò avvenne poco prima della seconda guerra punica, esattamente dal 225 al 222A.C.. Milano da quel momento seguirà le sorti dell'ascesa e del declino di Roma.

Nel 43 A.C. Milano, non più colonia dato che nel 59 aveva ottenuto il ius Latii (diritto latino) venne inclusa nello stato romano e diventò una città importante. Virgilio vi compì gli studi superiori, fiorirono i commerci e le industrie artigianali quali la lavorazione della lana, delle pelli e dei metalli. Sotto l'imperatore Augusto diventa la capitale della XI regione d'Italia, la Transpadana, e viene munita di una cinta muraria a sua difesa. Tra alti e bassi (la storia ne ha sempre) diventa anche un importante centro di studi e non manca (già da allora i lavoratori milanesi ci sapevano fare) una vivace attività sindacale: i sagarii (tessitori che preparavano rozzi abiti per la povera gente) e i fabbri si associano in collegi per la difesa dei propri interessi. Seguendo il corso dei secoli la città assurge a capitale dell'Impero di Occidente, amplia le sue mura per includere il Circo e le Terme Erculee (le colonne delle quali pare che siano le stesse, famose, di San Lorenzo). A questo periodo, dal 292 d.C. al 402 d.C. risalgono la diffusione del Cristianesimo e il martirio dei primi cristiani che venivano dati in pasto alle fiere nell'Arena. Dopo l'anno 402 d.C. Onorio, per sottrarsi alle minacce dei Goti, che tramavano nuove invasioni, trasferì la capitale a Ravenna e Milano decadde rapidamente finchè non fu avvolta dalle tenebre della barbarie.

Per ritrovare il suo antico splendore Milano dovrà attendere molto tempo, ma di questo periodo, del Medioevo. parleremo esaminando Milano quartiere per quartiere.

Il prossimo numero: Bruzzano: storia, vita, miracoli.

Maura C eccaroli

Mi trovavo nel Gargano, in ferie. Ero partito con entusiasmo per il campeggio dimenticando che gli anni passano e le difficoltà aumentano. La tenda era comoda, il dormire in terra un po' meno. Così, in una notte particolarmente afosa, fui costretto ad ascoltare, mio malgrado, la conversazione di un gruppo di campeggiatori vicini. Guarda caso, il tema era rappresentato dagli operai e dalla loro poca voglia di lavorare. D'altronde, quale argomento migliore per riempire le lunghe, afose notti estive?

"Sapete qual'è la mia proposta?" disse uno del gruppo, con la erre moscia, "lo proporrei ai miei operai di fare il direttore dello stabilimento. Sono sicuro che dopo solo un giorno, verrebbero a pregarmi in ginocchio di essere rimandati al loro posto! "La ridicolaggine di questa frase si commenta da sè e non voglio infierire. Voglio solo ricordare una mia recente esperienza attinente a questo tipo di discorso. Nel mese di giugno mi

sono recato a Spoleto a visitare una fonderia di raccordi in ghisa malleabile facente parte del gruppo Liquigas. Accolto con cortesia dal direttore di produzione, ho avuto modo di seguire tutte le varie fasi di lavorazione del prodotto. Ad un certo punto la mia attenzione fu attratta da un gruppo di donne, che muovevano ritmicamente le braccia, quasi a mimare una danza grot: tesca. Chiesi spiegazioni al direttore di quelle strane movenze. Erano dovute ad- un movimento ritmato, identico, perfettamente a tempo, uno - due e tre, uno - due e tre. Collaúdo dei raccordi. Ne prendi due con le mani (e uno) li infili in due manicotti a pressione (e due!) e li togli (e tre!). Il tutto nello spazio di tre secondi. Uno, due, tre! per otto ore con un intervallo di mezz'ora "Per rendere il lavoro meno monotono" - mi spiegò solerte il direttore. L'uno - due e tre mi è rimasto fisso in mente per un bel po' di tempo. Tra l'altro avevo notato un'altra cosa che mi lasciava perplesso: no-

nostante la richiesta del prodotto fosse superiore alla produzione, un terzo degli operai erano in cassa integrazione. "Sà, nelle alte sfere si tende a dimostrare che le fabbriche vanno male."

Mi spiegò ancora il solerte direttore. Allora a questo punto io faccio una piccola considerazione: proviamo a mettere al collaudo dei raccordi quelli delle alte sfere, ma non per sempre, solo per un giorno. Proviamo a metterci quel signore dalla erre moscia che tanto si lamentava dei suoi operai. Sono sicuro che dopo un solo giorno arriverebbero ai Sindacati una selva di richieste di sciopero generale!

Il Commendatore Ursini, ex Presidente Liquigas, finalmente si trova in carcere. Mi auguro che lo facciano marciare, durante la libera uscita, al ritmo di uno!, due! e tre! - Per otto ore e con un intervallo di mezz'ora. Naturalmente per rendere meno monotona la passeggiata.

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Pianta di Milano dal 1404 al 1420 contenuta nel codice Vaticano Urbinate 277, datato 1472
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Milano d'estate

La Milano d'estate è divenuta per i milanesi l'appuntamento fisso di luglio con una serie di spettacoli teatrali e musicali che la Ripartizione Cultura e Spettacolo del Comune di Milano promuove affidandone l'organizzazione al Piccolo Teatro.

Anche quest'anno la nostra zona ha ospitato parte di questi spettacoli e contrariamente a quanto avveniva in passato, un ruolo determinante ha svolto la commissione Cultura del C.d.Z. nella scelta del programma da presentare al nostro pubblico; fatto questo che non può che confortarci perché stà ad indicare che, se pur con alcuni ritardi, il decentramento anche in campo culturale stà per diventare una realtà.

Entrando nel merito delle scelte operate, va detto che esse ci sono apparse felici, per il loro carattere popolare e per il messaggio culturale che tutti gli spettacoli contenevano. Nella serata di apertura abbiamo assistito all'esibizione del Balletto Nazionale Folcloristico Ungherese. Questo complesso, unico professionista nel genere in Ungheria, si è presentato con un oganico di oltre cento elementi, composto da solisti, coro polifonico, orchestra di strumenti popolari e-corpo di ballo; ottenendo il più ampio successo di pubblico e dì consensi ha presentato un programma di musica classica (Brahms, Liszt, Bartok, Kodaly) su temi folcloristici. Una serie di brani dedicati alle cerimonie e alle feste nei villaggi Ungheresi; il tutto arricchito dalle coreografie di Miklos Rabai, considerato il Mossiev ungherese.

Si sono poi avute due serate con Nanni Svampa che hanno confermato, se ve ne fosse ancora bisogno, la bravura di questo simpatico cantautore milanese. Svampa, intelligente cultore dei canti popolari lombardi,

ha dilettato il pubblico con vecchie ballate cariche di ironia, per passare poi allo scanzonato repertorio delle canzoni "dell'osteria" ed infine con quelle del magistrale Brassens, altrettanto magistralmente tradotte in dialetto milanese.

Con un recital di Eugenio Bennato e il gruppo di Musicanova si è entrati in quel filone di ricerca ed elaborazione della musica melodica mediterranea, che tanta parte ha avuto e continua ad avere nel panorama culturale della musica italiana.

Il primo degli spettacoli teatrali in programma è stato il "GARGANTUA" di Rabelais presentato dalla coop. Collettivo di Parma. La versione che questa compagnia teatrale è riuscita a dare di quest'opera ci è parsa estremamente attuale, sino ad individuare in Gargantua e negli altri personaggi, comportamenti e situazioni ancora presenti nell'umanità contemporanea.

Il gruppo femminile ARAMARA ci ha proposto una buona versione della favola di Biancaneve interessando sia bambini che adulti.

È stata poi la volta del complesso Folk Argentina "Los Indianos" che per due serate hanno veramente conquistato il pubblico affascinandolo e coinvolgendolo con canti e danze dei popoli latino americani. Una serata dedicata interamente ai canti della bassa Lombardia con le brave sorelle Bettinelli, che non meritavano certo una così scarsa presenza di pubblico. Quattro serate con comici dell'Arte particolarmente bravi nell'Arte della mimica, anche se in verità lo spettacolo mostrava parecchi punti deboli e momenti di volgarità assolutamente gratuiti. Ed infine come chiusura cinque repliche di LA MANDRAGOLA, il capolavoro di Nicolò Macchiavelli messo in scena dalla Compagnia stabile del

Cos'è rimasto del 68?

Teatro Filodrammatici. Come dicevamo, appunto, un programma di tutto rispetto, che ha registrato anche una buona partecipazione di pubblico, circa settemila persone. Risultato questo che diviene più significativo se si considera che buona parte di queste persone non frequenta il teatro e che questo ha rappresentato il solo momento per avvicinarsi ad esso. Nel concludere queste brevi note ci sentiamo di dover muovere un appunto a chi aveva la responsabilità diretta della organizzazione. Vi sono state in tal senso carenze non trascurabili come ad esempio, il mancato allestimento di una buona mostra in programma dal titolo "Dai Campi alle Officine" che restava ammassata nell'atrio della sala consigliare di Villa Litta. La scarsa pubblicità data agli spettacoli, dovuta al ritardo con cui veniva prodotto il materiale propagandistico rispetto alla data di programmazione. Alla strana scelta operata in occasione delle due recite di Biancaneve, previste con ingresso gratuito, mentre ciò si è attuato solo nella prima serata, lasciando perplesso il pubblico al quale veniva richiesto il prezzo del biglietto nella seconda serata. L'annullamento dello spettacolo in cartellone "un Giorno Lucifero" senza che ne venisse spiegata la ragione. Ecco, queste ed altre cose di minor importanza, ma pur sempre necessarie per una buona organizzazione, lasciano spazio ad una considerazione (che non vuole essere maligna) di questo tipo; mentre si presta la massima cura alle manifestazioni che si svolgono al centro, in periferia ci si comporta ancora con una buona dose di improvvisazione. E qui ci assale un dubbio; non sarà che al centro v'è ancora chi non crede veramente nel decentramento culturale?

Mario Migliaccio

Continuiamo la pubblicazione delle risposte alle seguenti domande sul '68:

Perché, secondo te, il '88 e come lo hai vissuto?

Che cosa ha cambiato e che cosa, di nuovo, ha portato quell'anno e quelli immediatamente successivi ('68 - '70)?

Col "senno di poi", quali gli errori commessi?

Che cosa è rimasto di positivo di quei momenti che possa esser ulteriormente sviluppato e da quali errori occorre ci si guardi oggi?

Risponde Guido Paracchini 1. indubbiamente il '68 è stato il risultato della coincidenza storica della crisi ideale e sociale di un vecchio mondo, quello dei valori e della supremazia del capitalismo, e del rilancio degli ideali di socialismo, di un mondo nuovo che nasceva nel "mito" dell'eroica lotta del popolo vietnamita capace di resistere all'imperialismo più forte del mondo, nella esperienza rivoluzionaria dei popoli del Sud America e in generale del Terzo mondo, nei contenuti della rivoluzione culturale cinese.

Questi erano valori che coinvolgevano grandi masse di giovani, prima all'interno di categorie ideologicamente più mobili, gli studenti, che a partire dalla lotta contro l'autoritarismo, il

potere baronale nella Università, scoprivano l'entusiasmo di lottare in tanti, scoprivano la lotta di classe attraverso la propria lotta e poi quella degli operai del '69.

È la ripresa concomitante della lotta operaia con base di massa che segna profondamente il movimento degli studenti in Italia ed impedisce un suo rapido riflusso (a differenza di quanto accade in altri paesi europein.d.c.).

In quegli anni il dato nuovo per noi studenti era proprio l'entusiasmo e la socializzazione che nasceva dalla lotta contro un nemico che non era ancora chiaro, che si sarebbe poi sempre più identificato con il "sistema", cioè con tutto un apparato di potere e di controllo che opprimeva e che perciò andava distrutto, prima ancora di capire per che cosa si lottava e che cosa si voleva costruire.

2. Dire che cosa ha significato il '68 studentesco e il '69 operaio sta "scritto" nei cambiamenti divenuti negli ultimi 10 anni.

Il cambiamento delle idee, della cultura e del comportamento di grandi masse si è espresso nel rilancio di nuovi valori in ogni campo.

Basti pensare all'esplosione del movimento femminista degli anni successivi e di tutte le tematiche delle lotte per la liberazione della donna, alla rivoluzio-

ne nei comportamenti etici e di costume dei giovani, alle lotte per l'ampliamento degli spazi di democrazia ecc.

La stessa crisi economica già alle porte alla fine degli anni '60 ha assunto quel carattere di crisi generale del capitalismo anche grazie al '68 e a tutto quello che ne è seguito.

3-4 L'errore principale, che è poi quello ereditato dai gruppi della (allora - n.d.c.) sinistra extraparlamentare, è stato quello di pensare la rivoluzione dietro l'angolo, di attuare in tempi brevi una trasformazione radicale della società dal capitalismo al socialismo pensando che bastasse inceppare meccanismi del vecchio sistema, senza la preoccupazione di costruire il nuovo.

È a partire dalla sconfitta di questa ipotesi, conservando la radicalità di certi valori usciti dal '68, che bisogna guardare al futuro, studiando le recenti esperienze storiche della nostra epoca - il Cile, il Portogallo - tenendo conto che il vecchio può esser superato solo quando il programma del nuovo è già d'attualità e praticamente in grado di operare.

Risponde Michele Cagiano

1. Credo che prima occorra distinguere ciò che è stato il '68 in Europa - col suo rapido riflus-

so - e ciò che il '68 e in particolare il '69 ha rappresentato in Italia, per la rottura storica che ha determinato, per le conseguenze politiche tuttora aperte e per la caratteristica che assume sia sotto l'aspetto di movimento operaio che di movimento studentesco.

A mio avviso le ragioni del '68 - '69 in Italia sono molte, riconducibili alle due più importanti: a) il venire al pettine della crisi strutturale del sistema neocapitalistico, quindi del suo specifico modello di accumulazione uscito dalla seconda guerre mondiale; b) la presenza di un movimento operaio organizzato "particolare" che attraverso le sue lotte (vedi tematiche dell'egualitarismo, dell'organizzazione del lavoro ecc.) aveva posto le premesse per la nascita di un movimento diverso e "qualitativamente" più incisivo, rendendo palese e facendo esplodere la crisi fino allora latente di egemonia della borghesia e della sua cultura dominante. Ciò appunto preparò quel terreno favorevole perchè proprio nell'anello più delicato, quale era la scuola, potesse nascere un movimento di studenti, di giovani dalle caratteristiche dirompenti e liberatorie che abbiamo conosciuto. La mia partecipazione a tale movimento fu dapprima "subita", non da protagonista, via via

però la partecipazione, le discussioni, il confronto, il dibattito che si sviluppavano mi fecero crescere politicamente e accrebbero sempre più il mio impegno - come credo capitò a molti che, come me, vivevano in quegli anni nella scuola. Credo che per rispondere occorra riaffermare che il '68'69 ha rappresentato in Italia una "rottura".

Con ciò non voglio dire che non vi siano state altre "rotture" storiche (penso al '45 - '48, al '60) o che la "vera" storia di classe sia iniziata nel '68, ma riaffermare questo significa che il '68 fu una rottura in quanto ha posto all'ordine del giorno alla classe operaia, forse per la prima volta — e a livello di massa — ,. il problema del potere in una società avanzata.

Non a caso la risposta della borghesia fu rabbiosa e drammatica: piazza Fontana, strategia della tensione ecc.

Il '68 ha perciò cambiato molto e aperto una nuova fase storica, ma nello stesso tempo ha rappresentato una "continuità col passato della nostra storia di classe, determinando poi negli anni successivi una nuova e più ricca, più "ambigua" dialettica sociale e politica tuttora aperta ed il cui esito è ancora incerto e indeterminato.

Per parlare di errori innanzitutto occorre stabilire rispetto

a quali obiettivi e aspettative furono commessi; provo a rispondere rispetto alle mie aspettative ed ai problemi "caldi" che allora erano aperti.

Il primo e forse il più importante di questi credo fosse per le forze della sinistra (allora PCI e PSI) come cercasse la ricomposizione "politica" (su quali terreni, obiettivi ecc.) tra movimento operaio — che veniva a darsi nuove strutture di lotta (es. i Consigli di fabbrica) — e movimento degli studenti, come cercare di creare cioè — per usare Gramsci — quel blocco storico anticapitalistico che avesse al centro la classe operaia ed impedire che il movimento degli studenti o rifluisce per mancanza di prospettive o si dilaniasse al suo interno.

Non aver fatto questo, non aver cercato da parte delle forze di sinistra — e in particolare del PCI — di adeguare la propria strategia- a ciò — anzi di cambiarla per la nuova fase storica e problemi di fondo che essa poneva — è stato secondo me uno dei più grossi errori commessi dalla sinistra, anche se il PCI, bisogna dirlo, si comportò diversamente dal PCF, con più tolleranza; ciò però non gli permise di andare oltre il tentativo di "istituzionalizzare" il nuovo movimento e di attuarlo entro la sua influenza politica.

Dall'altra parte all'interno del

movimento studentesco non si seppe cogliere l'occasione che la storia presentava, non si volle cercare il raccordo con le forze della sinistra, ci si senti "traditi", anzi si gettarono le basi di una pericolosa rottura.

La difficoltà poi di trovare une risposta unificante o un'altra linea "non riformista", credo dettero inizio alla fase dei gruppi; tra l'altro solo da parte di pochi si intraprese un'opera di-ricucitura e collegamento con la tradizione delle forze storiche della sinistra: il segno fu purtroppo la rottura.

Oggi bisognerebbe riprendere il dibattito sulle cause e sulle conseguenze; senza reticenza o preconcetti credo sia utile da una parte chiedersi la ragione di fondo, materiale dell'errore delle forze della sinistra storica, dall'altra domandarsi perchè non sia stato possibile costruire una organizzazione, un "partito", che sapesse essere unificante, che sapesse rapportarsi in modo dialettico alle forze della sinistra, non rifiutato, ma accettato come contributo alla lotta di classe; sono domande pesanti, ma credo non vi si possa sfuggire.

Purtroppo la crisi economica e sociale ha lavorato molto, ed oggi i problemi di fronte a tutta la sinistra sono più pesanti e drammatici, però credo che

ancora tutto non sia perduto. Forse l'unica cosa di positivo che è rimasto è un nuovo "senso comune" della gente, perchè è cambiato profondamente, è avanzato sul piano dei contenuti, sul senso della democrazia; è una cosa grossa cui tutti, nel bene e nel male, hanno contribuito.

Cambiare il "senso comune" come è stato fatto è forse il segno più tangibile — perchè tocca milioni di persone — del cambiamento avvenuto, segno delle lotte e della dialettica sociale feconda; ne è, credo, riprova la mobilitazione spontenea di massa del paese nelle fasi drammatiche della vicenda Moro: un fatto notevole che dà il segno e il senso del cambiamento avvenuto.

Su questo cambiamento non bisogna però adagiarsi, perchè nulla va dato per scontato e perchè la crisi del sistema non lavora certo a favore di ulteriori cambiamenti; grossi problemi posti dal '68 sono diventati oggi più drammatici e più acuti.

Sarà compito di tutte le forze della sinistra avere il coraggio, morale ed intellettuale, di avviare una svolta facendo tesoro di ciò che oggi è maturo nel paese, soprattutto nella classe operaia.

a cura di Andrea Colombo

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Proseguiamo l'analisi di quel periodo intervistando chi l'ha vissuto 2a parte

Un film che vi consigliamo L'australiano

John

Regia: Jerzy Skolimowski

genere: fantastico giudizio: buono

Il film è tratto da un racconto di Robert Graves del 1926.

In un villaggio inglese, una squadra locale affronta a cricket gli ospiti di un istituto psichiatrico.. Uno dei ricoverati racconta all'autore di possedere un potere soprannaturale che ha acquisito a contatto con tribù aborigene australiane, partecipando ai loro riti.

Il potere consiste nella possibilità di uccidere emettendo un urlo mostruoso. Rievocando a ritroso la sua storia, lo strano personaggio racconta di come si servi dei suoi poteri per sottomettere una coppia formata da un musicista elettronico e dalla moglie, costringendo il marito ad accettare un menage a tre. Qui il regista mescola con molta abilità la civilta del rumore con i silenzi misteriosi, la civiltà dei consumi e della repressione con gli spazi immensi, l'immaginario ed il surreale con la razionalità. Coloro che giudicano il cinema la forma più efficace di spettacolo audio - visivo, non rimarranno certo delusi da questo film, premiato a Cannes ex - aequo a Ciao Maschio col premio speciale della Giuria. La progressione visiva e sonora è impressionante e diretta con rara abilità. Jerzy Skolimowski si era già segnalato nel 1971 con il film "La ragazza del bagno pubblico" Alan Bates (visto recentemente nel "Una donna tutta sola") ci propone con estrema bravura ed in modo aggressivo la parte del maschio secolare, che con i suoi poteri ancestrali, porta scompiglio nelle coppie civilizzate. La fotografia di Mike Molly è stupenda quanto gli effetti sonori.

NECROLOGIO

La redazione di ABC partecipa commossa al lutto che ha colpito l'amico e collaboratore Franco Fasoli nella perdita del fratello Carlo prematuramente scomparso in tragiche circostanze.

Pensioni: occhio ai contributi

Quante persone dopo una vita di lavoro di fronte ad un modesto Importo della pensione le sentiamo esclamare: ma io ho lavorato tutta la vita come è mai possibile che debba prendere cosi poco di pensione! E possibile e per di più frequente.

Vediamo come può accadere.

I lavoratori e le lavoratrici sanno che per legge è obbligatorio da parte del datore di lavoro, versare all'INPS i contributi sociali per il periodo di attività; per tutto il periodo di attività.

Il diritto e la percentuale della nostra pensione è strettamente dipendente dal numero degli anni di contributi versati (il 2% per ogni anno di contribuzione regolarmente pagata).

Quindi una delle cause, la più diffusa, per cui un lavoratore percepisce una magra pensione è dovuto al non regolare pagamento dei contributi.

Purtroppo il fenomeno della evasione contributiva è molto diffuso ed il movimento sindacale denuncia, da tempo, questo grave fatto che produce danni pesantissimi all'INPS e quindi anche ai lavoratori.

Un modo per combattere l'evasione dei contributi è quello del controllo da parte di ogni singolo lavoratore, della propria posizione assicurativa. Questo diritto ci viene anche dall'art. 38 della Legge 30 aprile 1969 n. 153 che dispone "entro il 31 marzo di ogni anno il datore di lavoro è tenuto a consegnare a ciascun lavoratore dipendente un estratto - conto contenente l'indicazione della retribuzione mensile corrisposta nell'anno

FESTIVAL DE L'UNITA

Da venerdì 22 a lunedì 25 settembre si svolgerà nei locali e nei giardinetti adiacenti la sezione del partito comunista di via Astesani 27, la festa dell'Unità con il seguente programma:

Venerdì ore 18

Presentazione e dibattito sull'equo canone

Partecipa un rappresentante del sunia

Sabato ore 9,30

Torneo scacchi (Villa Litta)

Sabato ore 10

Inizio del Murales

Sabato ore 14,30

Iniziativa Bimbi

Sabato ore 16

Manifestazione Sportiva

Sabato ore 18

Dibattito sulla scheda di documentazione

scuola elementare

Sabato ore 21

Ballo Popolare

Domenica ore 9

Diffusione straordinaria stampa comunista

Domenica ore 9,30

Torneo scacchi (Villa Litta)

Domenica ore 15

Iniziativa Bimbi

Domenica ore 15

Torneo Ping - Pong

Domenica ore 16,30

Spettacolo teatrale "Il Drago" presentato dal gruppo "Scugnizzi del Naviglio"

Domenica ore 18

Dibattito sull'autunno sindacale

Partecipa un rappresentante della camera del lavoro

Domenica ore 21

Cile canzoni di lotta con il duo Millantù (Sole rosso)

Lunedì ore 21

Orchestrina popolare

Lunedì ore 21,30

Premiazione dei Vari tornei

Estrazione sottoscrizione a Premi

Per tutta la durata della festa sarà aperta la sottoscrizione a premi, verranno organizzati giochi vari e funzionerà il servizio di bar ristoro.

precedente ed i relativi importi versati all'INPS per l'assicurazione invalidità e vecchiaia."

Ebbene quanti lavoratori hanno avuto l'estratto conto previsto dalla legge? Quanti si sono premurati di richiederlo e farlo controllare? A quanti non lo hanno avuto suggeriamo di richiedere tale importante documento anche se il mese di marzo è passato.

Ma dobbiamo aggiungere che il lavoratore e la lavoratrice deve avere cura di controllare

sempre se il versamento dei suoi contributi avviene regolarmente. Questo lo si deve fare subito dai primi anni di lavoro e per tutta la vita lavorativa. Questo lo si può fare e lo si deve fare con l'aiuto e la collaborazione del sindacato e del suo patronato.

Solo così avremo la garanzia che quando cesseremo di lavorare per raggiunti limiti di età ci sarà data la pensione giusta, nella misura giusta.

A cura dell'INCA

LE NOTIZIE UTILI DI ZONA

controllate SO.VE.CO Lunedi pomeriggio: Via Assietta angolo Via Gabbro

Martedì pomeriggio: Via Fabriano angolo via Chianciano Via Val di Bondo Venerdì pomeriggio: V.le Affori angolo via Faccio Via Val di Bondo

Sabato pomeriggio: P.za Bruzzano

VARIE

Mercati rionali settimanli: mercoledì mat. Via Gaeta/Sand sabato mat. Via Ciccotti

Taxi: V.le Affori - 6456713 P.za Gasparri - 6462380

Carabinieri, Stazione di Affori: Via Claldini 131 - 6450041

Commissariato P.S. "Cenisio": Via Chianciano 6 - 6453014

C.U.Z. - Consiglio Unitazione di Zona sindacale, zone 7-8: Via Mercantini 15 - 3760566

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Chiamate d'emergenza 7733 Autoambulanze, servizio di Pronto Soccorso. 3883 Servizio medico urgente 680029/602874 Croce Viola Dergano 192 Servizio guardia farmaceutica 723291/593341 Guardia ostetrica permanente 113 Polizia 6220 Carabinieri, pronto intervento 34999 Vigili del fuoco 7727 Comando centrale vigili urbani 314080 Guasti acquedotto 8830 Guasti gas 117 Taxi Servizio pubblici e sociali comunali n. telef. Consiglio di Zona n. 8 - V.le Affori 21 6464762 Comitato Sanitario di Zona n. 8 - V.le Affori 21 6464762 Servizio anagrafe - V.le Affori 21 6454710 Certificato a domicilio 8598 Ufficio informazioni e reclami 870545 Vigilanza urbana di zona - V.le Affori 21 6454709 Biblioteca comunale "Villa Litta" - V.le Affori 21 6450897 Centro di prestito - Via del Tamigi Ufficio d'Igiene - V.le Affori 21 6454712 Medico dirigente 6459538 - Vaccinazioni obbligatorie 6456693 Condotta medica, Dispensario farmaceutico e Centro per la diagnosi precoce dei tumori dell'utero 6450171 Centro S.M.A.L. - Servizio Medicina preventiva Ambienti di Lavoro - V.le Affori 21 6468831 E.C.A. - Ente Comunale di Assistenza, Centro Sociale - V.le Affori 21 6468831 Ricovero sfrattati - Via Novara 19 6458340 Centro pre-addestramento al lavoro - V.le Affori 21 6464127 Servizio sociale comunale - V.le Affori 21 6459351 Centro sociale - Via del Tamigi 7 Centro sociale - Via Spadini 15 Centro sociale - Via Val di Bondo 9 6453084 Centro sportivo "Ripamonti" - Via Iseo,
6459253 Piscina -
648804 Vendite
4
Via V. da Seregno-Fermi

Speciale intergruppo '78 A proposito di scacchi 0(40

La pubblicazione su ABC della rubrica "L'ANGOLO DEGLI SCACCHI", mi da l'occasione di iniziare un discorso che desideravo fare da parecchio tempo. Nel quartiere di Affori, come In tutta la zona 8, vi è carenza dl strutture sportive e ricreative. Per esempio manca del tutto un circolo scacchistico. Circolo che intendo non come qualcosa di chiuso o di elitario, bensì aperto alla partecipazione di tutti I cittadini e del lavoratori in primo luogo. A differenza di paesi quali l'Unione Sovietica dove gli scacchi hanno una base popolare di massa, nei paesi occidentali ed in Italia in particolare gli scacchi sono sempre stati prerogativa delle classi abbienti, dei signori per capirci.

Questa è una delle ragioni che ha Impedito lo sviluppo e la conoscenza del gioco a livello popolare e questa è anche una delle cause che ha fatto dell'Italia, nel mondo scacchistico, un paese sottosviluppato.

Nel nostro quartiere gli scacchi hanno fatto una breve comparsa per merito della Biblioteca e per l'impegno profuso dai rappresentanti dei Circolo Scacchistico Bovisa. Il successo dell'iniziativa della Biblioteca e del corso di scacchi tenuto dal signor Mascheroni è stato notevole per interesse e partecipazione. CIÒ sta a dimostrare che nel quartiere gli appassionati di questo gioco non mancano, e ci sono anche coloro che agli scacchi vogliono avvicinarsi. Per concludere. Credo che attraverso le pagine di ABC ci sia la possibilità di discutere seriamente sul rilancio della attività scacchigica in zona e sull'ipotesi realistica di creare un circolo che sia punto di incontro per gli abitanti del quartiere. Le difficoltà da superare saranno tante, prima fra tutte quella di reperire una sede, ma se si riu-

Una positiva iniziativa in via Gabbro

Il precedente numero di ABC era già in macchina quando per tutte le scuole è arrivata la fine dell'anno scolastico e solo adesso possiamo dedicare un po' di spazio a quei momenti di incontro che, ad ogni fine anno, quasi ovunque, vedono insegnanti, alunni e genitori riuniti nelle classi per una specie di consuntivo dell'attività svolta.

scirà a coinvolgere gli appassionati, il Consiglio di Zona, I cittadini che vogliono una città a misura d'uomo, esse non saranno insormontabili.

Nella scuola elementare di via Gabbro è stato organizzato, sabato 3 giugno 1978, lo "Special Intergruppi 78", un incontro di più ampio respiro in quanto non restava chiuso nell'ambito delle classi, ma vedeva riunite le III e le IV, che durante l'anno avevano lavorato insieme organizzando intergruppi per attività integrative, sia al mattino che al pomeriggio.

L'impegno posto dagli insegnanti durante l'anno ed il frutto della loro collaborazione erano resi evidenti dall'interesse dimostrato dai ragazzi, dalla ricchezza del lavoro eseguito e dalla soddisfazione dai genitori. espressa

Primi a far sfoggio della loro bravura sono stati i ragazzi del gruppo "scacchi" che in cortile, dopo un breve riassunto della storia degli scacchi, hanno dato vita ad una partita "vivente", mentre i loro compagni del gruppo "fotografia" si improvvisavano reporters (la foto che pubblichiamo è di uno di loro!). Successivamente si sono svolti i saggi del gruppo "attività sportive", mentre gli altri gruppi (linoleografia, varie tecniche di pittura, fumetti, giornalino, ecc.) esponevano i lavori eseguiti. Gran daffare e successo per il gruppo "cucina" che (con l'aiuto di mamme volenterose) ha curato il buffet. Intanto il gruppo "scacchi" tornava al lavoro cimentandosi in una simultanea contro il Maestro Capece, un autentico campione.

Ha vinto il campione, ma l'hanno fatto sudare! Alla fine, per tutti, la consapevolezza che il metodo delle classi aperte, supportato da un concreto spirito di collaborazione tra i docenti, dà buoni frutti e quindi l'impegno a proseguire su questa strada.

Una fase dell'incontro di scacchi nel cortile della scuola

quesito scacchi

La situazione è disperata; un pedone in meno, il Re prigioniero nell'angolo, il Re nero che avanza minaccioso eppure con una brillante combinazione il bianco muove e patta.

La soluzione nel prossimo numero.

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Ai redattori di ABC

Premesso che non è mia abitudine scrivere ai giornali, sento comunque il dovere di congratularmi con voi, se non altro per l'impegno che sistematicamente date per far uscire questi fogli che dovrebbero informare la zonadico "dovrebbero", perchè in effetti l'informazione è un po'scarna. Dove si abbonda invece è nelle cronache dei congressi. Meno male che nella zona sono presenti praticamente solo tre partiti, se no.... -

Spero comunque che di congressi non ce ne siano più. A proposito di partiti, ho notato una latitanza continua da parte del PSI e della DC. Strano, in un giornale così democratico e aperto. Volevo anche chiedervi come mai nella testata si legge: "Bovisasca", quando io di questo quartiere non ho mai letto niente. Mi pare che anche lo sport sia trattato un po' superficialmente. Ma si sa che non si può pretendere la perfezione in un giornale locale. Leggendo le "considerazioni" di giugno, mi viene spontanea una domanda: dal momento che non siete retribuiti, chi ve lo fa fare?

Lettera firmata

Quando riceviamo posta ci si allarga il cuore, anche se si tratta di critiche, perchè vuol dire che in ogni caso il giornale viene letto e suscita interesse. Siamo d'accordo anche noi sulle manchevolezze del giornale ed è proprio per questo che chiediamo la collaborazione dei lettori. Sicuramente nel giornale manca ia cosiddetta "cronaca" dei nostri quartieri, ma ciò è spiegabile dal fatto che il nostro è un mensile e dl conseguenza non può avere quella celerità di informazione che alcune notizie richiedono. Per quanto riguarda la latitanza da parte della D.C. e del P.S.I. non dipende certo dalla nostra buona volontà. Alla domanda "ma chi ve lo fa fare?" possiamo rispondere in un solo modo: siamo cittadini dl questa zona, ne sentiamo particolarmente le esigenze e cerchiamo, nel nostri limiti, dl suscitare l'interesse del lettori su argomenti che riguardano tutti da vicino, con II solo scopo di contribuire alla soluzione di problemi comuni.

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RITAGLIANDO QUESTO BUONO SI HA DIRITTO ALLO SCONTO DELL'IMPORTO INDICATO PER OGNI GENERE DI ACQUISTO AB "" pagina 7 v
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Numero unico in attesa di autorizzazione

Redazione: Via Astesani, 27 Mario Migliaccio, Andrea Colombo, Maura Ceccaroli, Mario Longagnani, Roberto Prevital i

Fotografia e impaginazione: Sergio Ferrario

Direttore Responsabile:

Edoardo Gardumi

Hanno collaborato a questo numero:

Licio Santini

Teresa Peviani INCA

Stampa: Coop. "Il Guado" Robecchetto con Induno (Mi) Tel. 0331/881475

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Milano e la sua Centrale del Latte

Se il nome della Centrale del Latte di Milano è conosciuto come centro di raccolta e lavorazione del latte tra i più moderni ed efficienti in Europa, forse, sulla Centrale del Latte di Milano,. molti milanesi non sanno più di tanto.

Questo articolo nasce proprio dalla esigenza di fornire notizie più dettagliate sulla Centrale del Latte di Milano, per far conoscere ai milanesi come si svolge il lavoro di questa grande Azienda, il cui solo scopo è quello di provvedere ad un servizio essenziale per la comunità e di farlo nel migliore dei modi, senza scopi di lucro.

Proprio per tale servizio, dal 1960 la Centrale è entrata nel numero delle Aziende Municipalizzate e ne è il migliore esempio.

Il lavoro della Centrale inizia in campagna, dove, oltre a garantire la sicurezza degli allevamenti da cui proviene il suo latte, offre ai produttori premi di qualità.

Infatti dal 1962 ad oggi sono stati devoluti premi per circa quattro miliardi.

Arrivato alla Centrale, il latte, già indenne e di qualità superiore, viene sottoposto a

circa 1.600 controlli durante tutto il processo di lavorazione.

Una volta pastorizzato, omogeneizzato e confezionato, il latte passa alla distribuzione.

Parlando di dati precisi: ogni giorno circa 2.500 q di latte fresco sono distribuiti per le necessità dei milanesi a circa 2.200 punti vendita. Il lavoro di distribuzione occupa 140 operai che con 65

automezzi dalle 5 del mattino entro mezzogiorno ne garantiscono il rifornimento.

Una parte di questo stesso latte fresco di giornata viene utilizzata per la produzione dei derivati altrettanto garantiti per qualità e genuinità: panna, yogurt, creme pronte, budini.

Ecco la Centrale del Latte di Milano vista un po' più da vicino.

Quanto detto sopra non è che un quadro molto semplificato, se si pensa che il lavoro della Centrale si svolge in una Azienda che attualmente occupa un'area di ben 35.000 m2 e che coinvolge costantemente centinaia di uomini e di macchinari.

20161 Atiettlla FFORI - BOVISASCA RUZZANO
del Latte di Milano
Centrale
ZONA 4 FRANCO FALZONE - via F.11i Campi, 2 ZONA 6 GIANNI DE MATTEIS - via Fauchè, 37 ZONA 12 I NOVIELLO - via Vallazze, 102 ZONA 16 I NOVIELLO - viale Famagosta, 2 ZONA 19 MICHELE LAURITA - piazza 6 Febbraio II PROFESSIONISTI DELL'ACCONCIATURA i 5 5''' bEingrO JI 11 II I 3 ( f Il MANUTENZIONI STABILI - COSTRUZIONI RESTAURO FACCIATE E NOLO DI PONTEGGI VIA P. ROSSI 90 TEL. 6452914 I 1'P ,o0f 1F9C IMPRESA EDILE
A cura dell'Ufficio Pubbliche Relazioni della Centrale del Latte di Milano.

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