Cos'è il distretto?
Interviste ad esponenti democratici della nostra zona
Riguardo al distretto, importante innovazione nella vita amministrativa della scuola, abbiamo discusso con alcuni rappresentanti delle maggiori forze sociali e politiche della zona: il consiglio di zona, l'U.D.I. e l'A.N.P.I.
Per il consiglio di zona abbiamo intervistato il presidente: Sergio De Cesare.
Che tipo di rapporti possono intercorrere fra il consiglio di zona e il distretto scolastico?
Devono essere in stretta collaborazione soprattutto sul piano dell'edilizia scolastica, tenendo presente che l'ente locale (CDZ 19) manda i suoi rappresentanti a far parte del consiglio del distretto scolastico. In questo caso sette: cinque della maggioranza e due della minoranza.
Consideriamo il distretto come base per una ricerca in merito alla sperimentazione scolastica rendendola adeguata alle necessità della zona".
In che misura il consiglio di zona s'interessa dei problemi scolastici della zona?
S'interessa sotto tutti gli aspetti. Abbiamo la commissione scuola che fra l'altro è direttamente interessata alle elezioni del distretto scolastico. S'interessa soprattutto ai bacini d'utenza che rappresentano un grave problema nella nostra zona soprattutto per gli studenti delle medie superiori. Riguardo ai giovani e alla scuola di quali iniziative si è fat-
to promotore il consiglio di zona?
Un mio impegno personale nel consiglio di zona sarà quello di rendere utilizzabile per il prossimo anno il centro omnicom prensivo in modo che i giovani della nostra zona non facciano più i pendolari della scuola. Sarà anche un impegno del consiglio di zona far sì che la riforma della media superiore venga attuata con la collaborazione e l'esperienza dell'utenza della scuola.
Per l'U.D.I. abbiamo intervistato Lucia Valori candidata fra l'altro, come insegnante, per il
ANCORA
distretto di Parabiago.
Voi siete d'accordo con l'istituzione del distretto scolastico?
Certo. È lo stesso diScorso che abbiamo sempre fatto anche per gli organi colleggiali: le donne devono dare il loro apporto alle istituzioni democratiche.
Credete sia utile e giusta una adeguata informazione sui problemi della donna, anche nelle scuole?
È necessario programmare i servizi all'interno del territorio. Le donne sono le prime ad essere colpite dalla loro mancan-
za.
Per questo le donne elette nelle liste dei distretti devono ricercare l'arricchimento di questi servizi.
Pdrtroppo nella scuola la donna è sempre stata discriminata, divisa dall'uomo. Alla donna si assegnavano le applicazioni tecniche. L'insegnamento era sempre visto come un lavoro part-time. Contro queste discriminazioni ci siamo sempre battute: la scuola deve essere un lavoro come tutti gli altri, non solo delle donne. La scuola dovrebbe essere di otto ore così la (segue in seconda)
Impegno unitario contro la violenza
Numerosi atti di violenza e di intimidazione. Attacchi ai centri della vita democratica ed associativa della nostra come di altre zone della città mettono in luce una situazione gravissima, che potrebbe ulteriormente aggravarsi se mancasse una pronta risposta democratica, unitaria e di massa.
Un'incontro tra "milano 19" ed i suoi lettori
Il dibattito presso la sede del Circolo Trevisani
Dalla diffusione, unitamente al n 8 di "Milano 19", di un , questionario inchiesta per i lettori ed i cittadini della zona, è nata l'occasione di un incontro-dibattito fra questi e quanti contribuiscono, con il loro lavoro redazionale, organizzativo e di diffusione, a far vivere e crescere "Milano 19". L'incontro si è tenuto la mattina di domenica 20 novembre presso la sede del Circolo Trevisani, proprietario della testata.
LO SPORT NELLA ZONA A
a pagina 15
Alla presenza di lettori e diffusori del giornale, ha preso la parola per un breve e cordiale avvio della riunione Pierluigi Corbella, della redazione e tra i promotori di "Milano 19". Dopo aver salutato e ringraziato i presenti per la loro partecipazione, ha tenuto a sottolineare il carattere semplice e informale dell'incontro, presentando agli intervenuti i componenti la redazione. Ha quindi ceduto la parola a Romano Chiovini presidente del Circolo Trevisani, il quale ha voluto indicare subito una delle principali caratteristiche di "Milano 19": quella di essere molto simile ad un prodotto artigianale con la dote "di avere ìl profumo e il sapore del pane fatto in casa", secondo le sue parole. Ha inoltre sottolineato l'importanza della collabo(segue in seconda)

Nella nostra zona, in particolare, il vile attentato perpetrato nella notte tra il 5 ed il 6 novembre contro il negozio della Cooperativa di Lampugnano, in via Trenno, non è che il più recente degli atti di violenza e si salda con altri fatti preoccupanti, di tipo diverso e di diversa gravità, che contribuiscono ad appesantire il clima sociale e politico dei nostri quartieri.
Di tali fatti vogliamo ricordare alcuni accaduti nelle ultime settimane: scritte fasciste a S. Siro; volantini di un sedicente Comitato Tricolore, di chiara ispirazione fascista; bombe e scritte al QT8 ed a Lampugnano contro cooperative e sezioni del P.C.I.; una telefonata al parroco di Figino annunciante una bomba nella chiesa; incendi e distruzioni di strutture dell'ATM; volantini provocatori del FUAN, l'organizzazione universitaria fascista. Anche le interruzioni dei lavori del Consiglio di Zona, pur se cosa diversa e con diverse motivazioni (casa albergo e centro comunitario di Trenno), sono un attacco al libero svolgersi della vita democratica.
Ed ancora vogliamo ricordare l'ingresso della droga nella zona, atti di teppismo al S. Leonardo contro le cassette della posta e contro i commercianti, e l'elenco potrebbe continuare ancora.
In risposta a tali tentativi di disgregazione del tessuto democratico della zona ed in primo luogo per manifestare la loro condanna al più grave Na questi ttti verificatosi negli ultimi tempi, l'attentato alla cooperativa in via Trenno, i partiti democratici
hanno dato vita, la sera del 9 novembre, ad una manifestazione tenutasi nel salone della Cooperativa di Lampugnano.
Nell'aprire la manifestazione il presidente della Cooperativa, ha messo in rilievo l'analogia tra l'attentato di via Trenno e gli attentati perpetrati nel ventennio fascista contro il movimento cooperativo, che anche in quel periodo oscuro della nostra storia ha sempre tenuti alti i valori di libertà, di democrazia e di partecipazione che sono alla sua base. Proprio per questo. ha sottolineato, si vuol colpire il movimento cooperativo in un tentativo più vasto di creare un clima di scompiglio, di sfiducia e di disgregazione favorevole ad avventure reazionarie.
Ghiringhelli, del Movimento Cooperativo, ha preso successivamente la parola e, dopo aver ringraziato gli intervenuti a nome della Unicoop Lombardia, ha ricordato che la violenza è sempre fascista, comunque tenti di mascherarsi, diretta contro il popolo italiano che "si annovera tra i popoli più antifascisti del mondo".
L'impegno democratico della stragrande maggioranza degli italiani, ha aggiunto, è una sicura garanzia contro l'eversione.
La solidarietà del Consiglio di Zona 19 è stata espressa dal suo presidente Sergio De Cesare, che ha sottolineato come tale solidarietà vada al di là della presenza formale; ma voglia sottolineare il fatto che nessun cittadino democratico sia disposto a allentare il proprio impegno civile e politico intimidito da (segue in seconda)
pag. 2 - milano 19
dalla prima il distretto dalla prima contro la violenza
donna madre e lavoratrice potrebbe usufruire maggiormente.
In che modo il distretto può aiutarvi a sensibilizzare i giovani soprattutto altre donne, sui problemi femminili?
Per quanto riguarda l'approfondimento della tematica femminile bisogna rifarsi ai contenuti scolastici e perciò lottare per la riforma della secondaria.
Se nel distretto vi sarà una buona partecipazione femminile nessuno come le donne potrà sensibilizzare su questi problemi. Il distretto purtroppo vede la partecipazione di genitori e insegnanti in minor numero di altre componenti sociali quali imprenditori, rappresentanti della càmera del commercio, ecc...
L'U.D.I. ha sempre sollecitato la presenza della donna in tutti gli organi colleggiali e in tutti i momenti di partecipazione democratica della scuola, senza delegare ma partecipando in massa, attivamente.
Rinonapoli Volpe ci ha parlato dell'A.N.P.I e dei rapporti di questa con il distretto. L'A.N.P.I. è una associazione di cui fanno parte appartenenti a diversi partiti politici e no, tutti riconoscentisi però del comune ideale della resistenza.
Qual'è l'opera dell'A.N.P.I nei riguardi dei giovani e della
scuota?
L'A.N.P.I. porta avanti un dialogo, che vuol esere pluralistico, con le forze giovanili. Questo affinchè si ritrovi l'unità sul piano pratico con persone di ideologie diverse e si introducano i principi della resistenza come momento educante dei giovani, nella scuola dell'obbligo.
Come vede l'A.N.P.I. il distretto scolastico? Il distretto potreb bere essere un utile strumento affinchè i principi della resistenza siano sgombrati dagli equivoci. Molti giovani per esempio giustificano la propria violenza politica ricordando, in modo sbagliato, senza comprenderne il giusto significato, le azioni dei partigiani. Penso inoltre che il distretto sia un momento di partecipazione attiva aperta a tutti i cittadini. Esso deve operare in stretta collaborazione con le forze politiche e sociali della zona. L'esperienza maturata nella lotta di liberazione ha mostrato come questa cooperazione sia l'unica strada per uscire non solo dalla crisi di violenza che attraversa il paese, ma anche per dare un contributo alla soluzione della più grave crisi socio-economica italiana.
dalla prima incontro con i lettori razione attiva dei lettori per la buona riuscita del giornale stesso.
L'attuale direttore Gian Piero Pagetti ha poi tracciato un quadro rapido e sintetico della situazione del periodico, mettendone in luce caratteristiche, pregi e manchevolezze. Dopo aver ricordato le non facili condizioni ambientali e sociali di quasi tutti i cittadini della zona che portano all'isolamento e all'emarginazione, ha posto in rilievo la funzione di "Milano 19" quale strumento di aggregazione e di confronto tra la gente che abita i quartieri interessati.
Puntualizzato il carattere non professionale del lavorb della redazione, ne ha sottolineato le caratteristiche di attività volta in gran parte al reperimento e al coordinamento della collaborazione fattiva dei cittadini e dei lettori, mantenendone il tono di freschezza e il discorso immediato che la caratterizza. Dopo aver accennato ad alcuni argomenti che verranno trattati prossimamente dal giornale (questioni sindacali e dell'occupazione, elezioni nella scuola), ha sollecitato tutti i lettori ad indicare le carenze riscontrate, a criticare eventuali scelte fatte dalla redazione, perchè questa possa ovviare a talune inevitabili manchevolezze. Conclusa la sua breve relazione, ha quindi invitato i presenti a formulare i loro interventi.
L'invito è stato raccolto dal sig. Ardovino Ratti: questi ha trovato un po' carente l'informazione data dal giornale sull'attività del Consiglio di zona. Secondo il suo parere "Milano 19" dovrebbe riservare un'intera pagina a quest'argomento come rubrica fissa, per fornire ai cittadini, impossibilitati ad assistere alle riunioni del Consiglio, un ampia informazione sulla discussione di problemi che li interessano da vicino.
Alfonso Dare ha parlato dell'importanza di una più vasta diffusione del giornale, sottolineandone la carenza in alcuni quartieri.
Ha suggerito un potenziamento dell'organizzazione di distribuzione e di diffusione di "Milano 19".
Giancarlo Sensalari ha, da parte sua, fatto presente la necessità di dibattere la questione delle tariffe dell'A.T.M., problema che, per le caratteristiche dei quartieri della zona, investe direttamente la totalità dei suoi abitanti.
Il sig. Amato ha proposto una diffusione particolare del giornale fra gli studenti delle scuole medie, coinvolgendoli in un'attiva collaborazione. La signora Anna Moiraghi ha suggerito di diffondere uno speciale questionario fra i ragazzi delle scuole per interessarli ad intervenire sugli argomenti a loro più congeniali.
Romano Chiovini ha voluto a questo punto ricordare che, pur tra alti e bassi, "Milano 19" va avanti, migliorando sempre nella forma e nei contenuti. Ha quindi proposto che il giornale si faccia promotore di un convegno sui mezzi di comunicazione della zona, approfondendo il problema dei rapporti fra le varie Associazioni e i loro iscritti. In considerazione della struttura composita della popolazione dei quartieri, ha quindi suggerito il recupero e lo studio di alcune culture ora emarginate (mezzogiorno, campagna, dialetti). Ha infine indicato l'importanza di dare spazio alla cronaca di dibattiti e manifestazioni di tutte le forze sociali e politiche attive nella zona.
Dopo un breve intervento di Pierluigi Corbella che ha delineato l'opportunità di organizzare una festa popolare nella primavera prossima, allo scopo di allargare il più possibile l'incontro tra il giornale e la popolazione della zona in vista dell'attuazione di quel principio di "municipalità" che prevede l'adesione di sempre più larghi strati di cittadini di tutte le tendenze alla vita del giornale stesso, il dibattito si è infine avviato alla conclusione.
Porgendo il suo commiato, il direttore del periodico, dopo aver ringraziato i presenti per il loro interessamento e la loro collaborazione, ha espresso la più ampia disponibilità della redazione di "Milano 19" per l'attuazione delle molte e serie proposte emerse dal dibattito, nel quadro di una sempre più vasta e attiva partecipazione di tutti i cittadini della zona per fare di "Milano 19" veramente II "loro" giornale.
due o tre od anche più bombe, che comunque, ha fatto rilevare sono sempre un atto di provocazione, così come, ha aggiunto, provocazione è interporre assemblee democratiche ed occupare il Consiglio di Zona, come avvenuto soltanto due sere prima, per impedirne i lavori.
Hanno quindi preso la parola i rappresentanti dei partiti politici. Concina ha portato l'adesione del P.S.I. alla manifestazione antifascista e la solidarietà al movimento cooperativo ed in particolare alla Cooperativa Lampugnano.
Dopo aver anch'egli ricordato che la cooperazione è stata la prima ad essere colpita nel ventennio fascista, Concina ha sollecitato i partiti e gli organi di governo a qualsiasi livello a dare una risposta positiva alle legittime domande dei giovani, indicando in tale risposta un mezzo per riaffermare il valore della democrazia contro l'eversione e la violenza.
Claudio Calerio, a nome dei comunisti della Zona 19, dopo aver invitato i presenti alla riflessione sull'attentato nel clima della zona e della città, e dopo aver ricordato l'incontro promosso in ottobre da Milano 19 tra esercenti e forze sociali politiche e sindacali sul tema della violenza, ha posto in rilievo la
necessità di impedire, in primo luogo, che si crei una situazione di impunità per quanti intendono agire al di fuori della -legge, che si diffonda uno stato d'animo di sfiducia e di impotenza. Indicata la necessità di assicurare il regolare svolgimento della vita civile, di mobilitare per tale obiettivo tutte le energie facendo appello alla partecipazione attiva dei cittadini, di collaborare in modo efficace con gli organi dello Stato, cui è affidata la tutela dell'ordine pubblico e della legalità democratica, Calerio ha sottolineato che "a questo scopo deve servire il Comitato Antifascista per la Difesa dell'Ordine Democratico, proposto al Consiglio di Zona 19, da realizzare con i partiti, i sindacati, il movimento cooperativo della zona". Posto in rilievo che soltanto un autentico impegno unitario può arrestare e battere i fenomeni di tensione, di illegalità di violenza, ribadita la necessità di dare risposte positive alle domande sociali e ideali dei giovani, degli anziani, delle donne, dei lavoratori, dei cittadini dei nostri quartieri, preoccupati dagli effetti disgreganti della grave crisi economica, politica, sociale morale che sta attraversando il paese, il rappresentante del P.C.I. ha concluso assicurando il pieno apporto dei comunisti della Zona 19 per costituire un Comitato Antifascista per l'Ordi-
ne Pubblico della Zona come articolazione del Comitato Unitario Antifascista provinciale. Dopo poche parole di adesione del CAF di S. Siro ha preso la parola, a conclusione della manifestazione, il responsabile regionale del Movimento Cooperativo Cavazzan, che ha esordito affermando che tutto sommato era stato bene riunirsi per una riflessione collettiva su quanto era accaduto. Rilevato che stiamo attraversando il periodo più difficile del trentennio dopo la Liberazione, con una crisi di valori morali inserita su una crisi economica, il rappresentante del movimento cooperativo ha fatto riferimento al processo di Catanzaro per invitare tutti i cittadini democratici ad arrestare un processo di assuefazione tendente a creare un clima di paura per far retrocedere le conquiste politiche ottenute dal movimento operaio. Sottolineato che le esigenze di progresso di democrazia impongono la denuncia degli atti di teppismo e la condanna del danneggiamento della cosa pubblica e dopo aver ricordato che la cooperazione è un momento di incontro di democrazia, Cavazzan ha concluso dicendo che per uscire dalla crisi bisogna trovare la fiducia, l'impegno carico di combattività perchè "senza una risposta unitaria l'Italia democratica non può andare avanti".
Cronache familiari

Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 40 anni casalinga; mia figlia 19 anni prossima universitaria; mio figlio 13 anni 3a scuola media; io, 42 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
È notte profonda quando rientriamo a casa, mia moglie ed io, tornando dalla riunione per la preparazione della lista alle elezioni del consiglio d'istituto della scuola di nostro figlio.
"..e tu potevi farne a meno di fare quel numero contro quelli là"
Sono io che c'è l'ho con lei mentre saliamo le scale.
Lei infila le chiavi nella porta, ma fa in tempo a dirmi, ancora sul pianerttolo; "E tu sei un opportunista che non dice quello che pensa".
La faccenda è andata così. Dovevamo fare la lista unitaria ma c'èrano genitori presenti alla riunione che ci stavano solo se non ci stavano altri.
Unitari sì, ma non troppo...
Ognuno aveva delle ragioni. C'erano quelli che volevano la lista "ragionata", chiaramente di sinistra, senza dubbi per chiunque. Poi c'erano gli altri a sostenere che la lista non doveva essere troppo marcatamente politica "se no non ci votano".
E quando si stava superando la frattura è intervenuta lei, mia moglie, spegnendo nervosamente una sigaretta appena accesa.
"Qui c'è gente che non è d'accordo per fare una lista unitaria, anzi a loro non glie ne importa niente. A loro non gli interessa ne il distretto, ne il Consiglio di Zona, ne la scuola: vogliono soltanto fare bella figura.. Non a caso si riuniscono nei salotti a fantasticare programmi cosidetti rivoluzionari, ma in realtà solo corporativi e settari."
Si è fermata solo per accendere un'altra sigaretta e poi ha ripreso: "E poi questi sono anche opportunisti perchè non dicono qui quello che pensano. E anche tu — rivolgendosi a me — sei un opportunista".
È successo il finimondo: Umiliati e offesi quelli attaccati reagiscono malamente, tentano di giustificarsi: per un pelo la lista non si rompe.
Menomale che è intervenuta un'anziana genitrice a richiamaretutti all'ordine dicendo che ci eravamo riuniti per fare una lista uni-
taria, non divisa, e che il problema era quello di trovare ciò che unisce, non quello che divide: "per esempio bisogna battersi per la scuola pubblica, contro chi vuole privilegiare la scuola privata, chi vuol affermare l'integralismo, chi compie opera di faziosità in nome di questa o quella ideologia". Ma lo scontro con la mia metà (a tutti gli effetti, anche dei beni in comunione) adesso continua dentro a casa. Abbiamo perfino la forza di metterci ad alzare la voce: io a spiegarle il dovere dell'unità, lei quello della verità.
È a questo punto che rientra in casa la matricola universitaria, reduce da un cinema d'essai con un film in lingua originale (greco, mi sembra).
Afferrati i termini della nostra discussione sentenzia subito: "Come siete ridotti male a litigare per questa marcia scuola, cioè ci vuo-
le ben altro che le elezioni.."
L'intervento è salutare perchè riporta all'unità la componente dei genitori. Prima io: "Ma la scuola deve esserci, e allora è meglio gestirla noi che farla gestire da quelli che sempre l'hanno gestita nell'interesse della classe dominante..." Poi tocca alla moglie:"Sì, perchè bisogna anche studiare, imparare non solo a fare casino, come fanno certi tuoi colleghi". Dalla cameretta si fa sentire l'oggetto di tutte le nostre attenzioni e polemiche scolastiche: "Basta, la volete piantare di urlare? Voglio dormire, perchè io domattina mi alzo alle sette per andare a scuola".
È il richiamo all'ordine. Adesso ce ne andiamo tutti a letto. Tanto 1'11 dicembre voteremo per la lista unitaria
Luca OrsenigoAttività del Gruppo Sirio
Prosegue l'attività del Gruppo Sirio con la partecipazione a molte manifestazioni artistiche. Molti soci hanno aderito al 10° Concorso "Lario Cadorago" indetto dalla Regione Lombardia e dall'Ente Provinciale Turismo di Como. Si sono presentati: Ronchi Gianfranco, Cesare caciagli, Cesare Segabrugo, Romano Erculiani, Maria Teresa Sponchioni e Stefano Fusi, che per la grafica ha avuto il riconoscimento dell'esposizione presso la Villa Olmo dal 23 Ottobre al 6 Novembre u.s.
Nella seconda metà di Ottobre tre soci del Gruppo Sirio hanno esposto in una collettiva a Melzo presso la Galleria "LA MINIERA" con opere di grafica e scultura, con ampio successo di critica e di pubblico. I due grafici erano Stefano Fusi e Maria Teresa Sponchioni, mentre le sculture erano di Francesco Jannotta, l'artista che desideriamo presentare in queste colonne agli abitanti della Zoan 19.
Segnaliamo inoltre che molte adesioni ha avuto il concorso organizzato dal Gruppo siilo sull'abbinamento tra pittura e fotografia e la rassegna si presenta ricca di novità e di interesse.
Apprendiamo intanto che tra i soci fotografi il Sig. Vighi Silvano ha ottenuto un premio in un concorso selettivo per una sua foto già segnalata nella rassegna "Aspetti della periferia milanese", presentata in due edizioni a Milano e a Ornago.
Nei prossimi mesi il Gruppo Sirio prenderà contatti con il Circolo Trevisani per riorganizzare qualche manifestazione di interesse sociale e culturale in modo da sentirsi inseriti nel vivo della vita di quartiere.
P.R.Niente paura. Non vogliamo parlare di chimica. QT8 non è una formula chimica, significa soltanto Quartiere Triennale 8 ed è la sigla con cui è conosciuto questo grappolo di case che si estende ai piedi del Monte Stella, tra l'ippodromo e la via di accesso alle autostrade.
Un quartiere tutto nuovo, dove, per quanto si cerchi, non si riesce a trovare neppure un piccolo rudere di costruzioni antiche, tanto che vien fatto di pensare che un tempo qui vi fosse il deserto. Invece no, anche qui, come al Lampugnano, di cui in pratica era una propaggine, o come a San Siro, qui vicino, vi erano orti rigogliosi e tre cascine: la Moietta, abitata allora da una ventina di famiglie contadine e nella quale era sistemata anche un'osteria, La Moia, che malgrado quanto potrebbe far pensare il nome era più piccola della prima, ed infime la Fiora, la più conosciuta anche al di fuori di queste zone perchè oltre all'osteria con gioco delle bocce vi era la "balera", dove il sabato sera e la domenica i giovanotti dei borghi vicini o di paesi più lontani venivano per far quattro salti ed ancora più per conoscere le ragazze di queste contrade, con la speranza di trovare tra tante la compagna di una sera o, perchè no, di tutta una vita. Quanti amori sono nati sulla pista della vecchia balera, tra i quarti di vino, l'odore del fieno e degli ortaggi, i muggiti che a volte si alzavano dalle stalle riuscendo persino a coprire il suono dell'orchestra alla buona, senza abbigliamenti fantasiosi, nè nomi dal sapore esotico. Anche perchè a quei tempi che avesse osato pronunciare qualche parola straniera anzichè suscitare l'ammirazione di chi lo ascoltava avrebbe rischiato di sentirsi dire: "Ma parla come te manget!"
Nasce il nuovo quartiere
Ma poi i tempi sono andati evolvendosi. Alla balera della Fiora i giovanotti cominciavano a venire in motoretta per ballare ritmi sfrenati al suono di orchestre più chiassose, il cui suono riusciva a coprire i muggiti, anche perchè nel frattempo le mucche andavano man mano diminuendo dì numero.
Poi, nel giro di poco tempo, negli anni '50, tutto è sparito come d'incanto. Spariti gli orti, sparite le cascine, le osterie, la balera, sparito il boschetto che sorgeva lungo le rive dell'Olona quasi a fare da sipario a quanti allora facevano il bagno nelle acque, a quei tempi pulite, di questo fiume, ora coperto, che divide in due parti pressochè uguali questo quartiere, scorrendo da occidente ad oriente.

Al loro posto è sorto questo quartiere tutto nuovo idealizzato dagli architetti Pagano, Bottoni e Pucci, che lo progettarono per
UN QUARTIERE AL MESE
QT8: quartiere della liberazione
la Sesta Triennale, nel 1936, come centro abitativo organico, autosufficiente e dotato di tutti i servizi.
Ma i tempi non erano ancora maturi per la sua realizzazione, soprattutto dal punto di vista politico.
Si è dovuto attendere un decennio, una guerra, la liberazione. Nel 1946 Piero Bottoni, comunista, nominato commissario straordinario dell'Ottava Triennale, ripropose l'idea del quartiere sperimentale ad ottenne l'appoggio del C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale), che mise a disposizione l'area già scelta nel progetto per la sesta Triennale. Fu l'atto di nascita del QT8.
Nacquero per primi la casa di via Cremosano ed il nucleo delle casette assegnate ai "profughi", costruite in economia, data anche le difficoltà del momento, poi pian piano seguirono le altre.
Cittadella di pionieri
"Quando sono venuta qui mancava tutto o quasi", ci dice una delle prime abitanti del quartiere "per fare la spesa dovevamo andare fino in piazza Piemonte. Per andare in centro dovevamo andare a prendere il tram in piazzale Lotto, e ci dovevamo andare a piedi od aspettare, magari al freddo, l'autobus che passava soltanto ogni venti minuti. Mi veniva da piangere se pensavo alla mia vecchia casa che era stata distrutta dai bombardamenti. Ci sentivamo isolati, abbandonati, quasi dimenticati; ma poi le cose sono andate man mano migliorando.
"Hanno costruito il Mercato Rionale, hanno aperto negozi, poi, nel 1961, anche la farmacia. Hanno potenziato i trasporti, adesso abbiamo anche la Metropolitana, che ci ha portato piazza del Duomo ad un passo di casa. Oggi non mi muoverei più di quei per nessun motivo, perchè abbiamo tanto verde!"
Palazzina LaghettoE di verde difatti ce ne è tanto qui attorno a cominciare dal Monte Stella, creato con l'accumulo delle macerie dei bombardamenti e delle vecchie case demolite all'epoca del boom, per finire nei prati che lo circondano, dove il sabato, la domenica e le sere d'estate uomini e donne, giovani o meno, con pancetta o senza, ma tutti in tuta, corrono alla ricerca della linea, ma ancor più di movimen-
Non tutto è stato donato
"Si potrebbe recuperarla come centro di incontro del quartiere", ci dice un abitante ancora giovane, stabilitosi qui quando era ancora bambino, riferendosi alla palazzina del laghetto. "Neppur io vorrei ormai più andarmene da qui, ma mancano ancora molte cose e non bisogna credere che quello che c'è
con la mobilitazione di tutti. Ed il problema non era di poco rilievo perchè i pensionati sono abbastanza numerosi anche in questo quartiere che sembra giovane, ma che ormai sta rapidamente avvicinandosi al trentesimo anno di vita".
E difatti girando per queste strade ci si accorge che di problemi da risolvere ce ne sono ancora. Esistono è vero 2 farma-
Mercato Comunale to, che la civiltà dell'automobile tende a ridurre sempre più. Avrebbero dovuto realizzare anche un laghetto ai piedi del monte, ma poi il progetto è stato abbandonato perchè il terreno assorbiva l'acqua. Così dove dovevano incresparsi al vento acque fresche ed azzurre è rimasta soltanto una palazzina, che era stata costruita per il laghetto e che ormai da molti anni è in stato di completo abbandono.
'ci sia stato regalato. Spesso lo abbiamo ottenuto con dure lotte. La stessa Metropolitana avrebbe dovuto tagliar fuori il QT8 in favore del piazzale dello Sport, non tanto per garantire più accessibilità allo stadio, quanto per favorire grosse speculazioni edilizie. Se passa di qui lo si deve ad una lotta condotta unitariamente dagli abitanti del quartiere. Così dicasi per il Monte Stella. Un progetto comunale del 1973 prevedeva troppi parcheggi, pista di motocross, ristorante, nigh-club, ecc. Se oggi invece è destinato a zona pedonale, a giardino pubblico lo si deve alla lotta che civilmente e democraticamente hanno combattuto i cittadini. Lo stesso ufficio postale, oggi chiuso perchè sono in corso lavori per la realizzazione di misure di sicurezza, dopo la terza rapina subita nel giro di poco tempo, lo abbiamo ottenuto tre anni fa,
cie, una nel centro del quartiere e l'altra verso piazza Stuparich, ma se si ha bisogno di una medicina nelle ore notturne bisogna andare fino in piazza Ghirlandaio.
Ma ancor più mancano i centri di aggregazione. Gli unici posti dove si possa stare assieme sono una cremeria. dove si incontrano i più giovani, un bar. dove si trovano i meno giovani. ed il bar della parrocchia. Di cinema c'è soltanto quello parrocchiale. Manca un posto dove incontrarsi, dove discutere, dove fare cultura. Esiste soltanto una biblioteca, nei locali del Consiglio di Zona, piccola e vecchia. Mancando queste strutture ci si trova costretti a cercare punti di incontro altrove o restarsene chiusi in casa, seduti davanti al televisore, isolati dagli altri anche in questo quartiere nato da un'ideale di libertà.
Gian Piero Pagetti.
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LA LUNGA VERTENZA DELL'ALFAROMEO
Da dieci mesi in lotta 91-Tere- a milano19
"Milano 19" di ottobre ha scritto sulle vertenze Ä di due grandi industrie della zona, la Unidal e la Siemens, due industrie a partecipazione statale dove in questo momento i lavoratori si vedono minacciati di licenziamenti e cassa integrazione. Penso che anche un'altra vertenza possa interessare i lettori, la vertenza dell'Alfa Romeo altro grosso gruppo metalmeccanico a Partecipazione statale. L'interesse che suscita non è solo- perchè alcune centinaia di suoi dipendenti abitano in zona 19 ma perché i temi rivendicativi su: investimenti, scelte produttive, occupazione oltre che rivolte ai più che 40.000 dipendenti, sparsi tra Milano, Arese area Napoletana e Livornese interessano il paese in generale.
La vertenza Alfa Romeo si è sviluppata ben 10 mesi fa dopo un ampio dibattito con la F.L.M., il Consiglio di Fabbrica e i lavoratori, attraverso decine e decine di assemblee di reparto e diverse assemblee generali.
I temi di questa vertenza come dicevo sono investimenti, scelte produttive, occupazione, organizzazione del lavoro, ambiente, salario. Sembrano tante cose ma in
ANZIANI A SAN SIRO
poche parole vogliono dire, dove, come, quando, investire avendo presente il mantenimento degli organici al Nord reintegrando il turn-over con particolare precedenza all'occupazione giovanile e femminile, un maggiore sviluppo al Sud con nuovi insediamenti di lavoro.
In questi mesi di lotta la direzione dell'Alfa Romeo non ha saputo rispondere alle giuste richieste dei lavoratori ma ha pensato bene di intraprendere una campagna di stampa denigratoria incolpando i lavoratori di improduttività e assenteismo.
Ebbene i lavoratori con serietà proprio partendo da questo e come loro costume argomentano con documenti, là dove e come il gruppo dirigente Alfa ha invece sprecato le risorse pubbliche. All'Alfa Sud sono emersi già con una conferenza di produzione gli errori di progettazione degli impianti con strozzature nel processo produttivo: ad esempio basta un piccolo guasto per fermare tutta la produzione con le conseguenze immaginabili.
All'Alfa Nord è da poco che si è tenuto un Convegno precisamente il 24-25 ottobre scorso
basato su: occupazione, prospettive produttive condizioni di lavoro.
Qualcuno pensava sarebbe stato una passerella propagandistica invece è stato un momento serio di riflessione sul futuro dell'azienda, del suo ruolo nelle Partecipazioni statali, nella programmazione di settore, su come produrre meglio al Nord sostenendo lo sviluppo e l'occupazione al Sud.
Sono state tredici ore di dibattito con interventi dei delgati dei diciassette più importanti reparti di Milano e Arese che hanno fotografato tutti i mali di questa azienda, sono emerse centinaia di osservazioni, proposte concrete, si sono sollevati i temi di fondo dell'organizzazione del lavoro, delle prospettive produttive.
Ecco come i lavoratori con serietà e senso di responsabilità hanno indicato il mod9 di uscire dalla crisi ponendosi come classe partecipe e dirigente del paese. Ora è pensabile che la direzione Alfa Romeo le Partecipazioni statali, facciano cid che spetta loro.
Vof Luigi delegato del Consiglio di Fabbrica Alfa Romeo
La doccia sul tetto

Milano un tempo era città tutta operaia, nel senso che gli operai vi abitavano un po' dappertutto, dal centro alla periferia, che allora non distava poi tanto dalla piazza del Duomo, in case fatiscenti si, ma costruite su aree il cui valore, data la loro ubicazione, cresceva di giorno in giorno sotto la spinta della speculazione.
Così si pensò di scacciare gli operai dal centro, ma non molto lontano. In fondo servivano per fare andare avanti le febbriche ed era meglio tenerseli un po' a portata di mano.
Si poteva mandarli in periferia, in alloggi costruiti appositamente, magari non troppo comodi, perchè quando erano al lavoro non ne sentissero troppo la nostalgia e la sera non avessero poi tanta fretta di lasciare la fabbrica per tornare a casa.
Partendo più o meno da queste considerazioni è stato costruito, come altri, il quartiere delle case popolari di San Siro, dove il concetto di "minimo vitale", che avrebbe dovuto significare massima economia nel garantire un alto livello di vita associata, venne tradotto in "mini, mo indispensabile per consentire una sopravvivenza segregata dal resto della città".
Gli alloggi, la cui superficie varia da un minimo di 25 ad un massimo di 50 metri quadrati, sono stati costruiti risparmiando anche sui servizi necessari, privi non soltanto di bagno, ma anche di una semplice doccia. Molti degli inquilini, nel corso degli anni, si sono fatti costruire mini bagni o docce a loro spese, con sacrificio finanziario non lieve per famiglie a basso reddito, ma altri, anche se lo volessero, non potrebbero farlo perchè manca lo spazio. necessario. Una soluzione ci sarebbe anche in questi casi: sacrificare una piccola parte dei balconi, che sono lunghi circa 5 metri, per ricavarne dei localini per le docce; ma si tratta di opere esterne che dovrebbero essere eseguite dallo IACP. Si tratterebbe senz'altro di lavori che comporterebbero oneri finanziari all'ente, ma la spesa sarebbe senza dubbio più utile di quella sostenuta
Alla redazione di "milano 19"
Vorrei fare una precisazione, a proposito dell'articolo Lo Sport nella Zona "Perché la bilancia non ghigni„ pubblicato il mese di ottobre, firmato da Eligio Pagetti, riguardante il tennis. Non è esatto, purtroppo, scrivereÉ per giocare a tennis sui campi del Lido di Milano e del Centro Sportivo XXV Aprile basta presentarsi dai custodi un paio di giorni prima.
L'uso dei campi in questi impianti, dal Comune dati in gestione al Centro Milanese Sport e Ricreazione, è ammesso nelle seguenti forme: abbonamenti e, uso diretto presso i custodi nelle ore non impegnate dagli abbonamenti. Uno che vuole fare l'abbonamento, per essere sicuro di giocare a tennis un paio d'ore alla settimana per un periodo di tre mesi, deve passare una notte intera in coda in una piazza del centro di Milano.
Ogni tre mesi, centinaia di persone si raccolgono davanti alla sede del Centro Milanese per lo Sport e la Ricreazione in piazza Diaz 1 /A.
I primi arrivano alle ore 12.00 del venerdì ed attendono pazientemente l'apertura degli uffici alle ore 8.00 del mattino successivo; i campioni di resistenza e pazienza riescono a fare la fila per venti ore consecutive, senza dormire; dopo aver sopportato tali disagi, non esiste ancora la certezza che l'abbonamento venga ccncesso, perchè il Centro riserva d'autorità alcune ore, nei giorni di maggior richiesta, ad enti come la Cassa di Risparmio, al Comune, ed a privati che, pare, agevolano le attività del Centro a favore di tutta la cittadinanza; non c'è dubbio che le fatiche di molte ore trascorse a fare la coda siano dovute al numero limitato di campi a disposizione degli appassionati, ma data la scarsità, le prenotazioni di favore dovrebbero cessare.
19„ potrebbe chiedere spiegazioni riguardo questo strano modo di amministrazione la proprietà di tutti; e dato che c'è sarebbe interessante sapere perchè durante la stagione estiva gli impianti del Lidò e del XXV Aprile fanno pagare il biglietto normale L. 1.700 ed il biglietto studenti L. 1.200, mentre invece nei campi gestiti direttamente dal Comune il biglietto normale costa L. 1.000 e il biglietto studenti L. 700. Esiste in via Pinerolo, un impianto per i dipendenti comunali; perché solo per loro?
Con i soldi di chi è stato costruito e lo si mantiene in efficienza?
Il signor Eligio Pagetti se vuole giocare a tennis sui campi del Lido e del XXV Aprile ha, tra le altre, tre possibilità: 1°) prenotare presso i custodi degli impianti, se riesce a trovare campi liberi; 2°) usufruire delle ore riservate, se fa parte del gruppo dei privilegiati (dipendenti della Cassa di Risparmio, ecc.), e questo è il modo più comodo, sebbene antidemocratico; 3°) fare la fila per una ventina di ore; scegliendo quest'ultima possibilità forse, la bilancia non ghignerebbe, almeno per qualche giorno.
Polisportiva Gallaratese '67
dallo stesso fare le - facciate di stabili che certamente ora hanno un aspetto esteriore migliore, ma i cui inquilini se vogliono farsi la doccia debbono attendere che piova ed andare sui balconi o sul letto.
Il problema non è lieve ove si pensi che gli abitanti di queste case sono ormai, per la maggior parte anziani e quindi non possono più neppure usufruire delle docce delle fabbriche, come quando lavoravano, ne, con la loro pensione, possono sobbarcarsi l'onere di un maggior canone di affitto che deriverebbe dal trasferirsi in alloggi meglio dotati di servizi.
Nel quartiere, e precisamente in via Tracia, esistono le docce pubbliche, ma da qualche tempo sono chiuse. Lo IACP, che le gestiva, ha dichiarato che la decisione di chiuderle sarebbe derivata dalla costatazione che ultimamente erano poco frequentate e che pertanto la gestione era passiva. Prescindendo dal fatto che la prestazione di un servizio pubblico non può essere condizionata soltanto da considerazioni di utile o di perdita, un risparmio di gestione si sarebbe potuto realizzare in altro modo, magari facendo funzionare le docce soltanto per alcune ore al giorno, o per alcuni giorni della settimana e non privando di un servizio igienico un quartiere che è già privo di servizi sanitari.
Qui, lo abbiamo già detto, gli anziani sono ormai una maggioranza e si sa che con la vecchiaia vengono gli acciacchi e la necessità di cure. Ma dove an-
dare a farsi fare le iniezioni?
Ci sarebbe bisogno di un ambulatorio pubblico, che manca nel quartiere; ma non pretendiamo nemmeno tanto. Ci basterebbe un locale attrezzato, situato in posizione abbastanza accessibile, dove un'infermiera diplomata sia a disposizione, anche soltanto per qualche ora al giorno, per fare gratuitamente le iniezioni ai pensionati.
Dovrebbe trattarsi di un servizio sociale, non di opera assistenziale di carità che umilierebbe quanti la ricevessero dopo aver sacrificato una vita al lavoro.
Non è che oggi le iniezioni non si facciano; ma bisogna ricorrere alla prestazione di persone non qualificate, che si fanno pagare, ed a volte neppur poco, senza dare alcuna garanzia professionale.
E se la non osservanza di norme igieniche e sanitarie causasse in qualche caso infezioni e magari la morte del paziente? O non sarà questo che si vuole, che gli anziani non viviamo molto a lungo perchè l'INPS possa risparmiare?
Mario Lorenzini del Sind. Pensionati Lega di S. Siro
LEGA PENSIONATI
Ogni martedì mattina dalle ore 9.30 alle 11 al Centro Sociale di via Betti 37 sarà presente un incaricato dell'INCA per pratiche pensionistiche.
Nonostante le numerose lettere di protesta inviate al Presidente del Centro avv. Paride Accetti e, ai giornali cittadini, questa forma di dovuto riguardo nei confronti di questi privilegiati non è stata ancora eliminata; anche il Consiglio di Zona ha ricevuto una di queste lettere firmata da un centinaio di cittadini, ma non se n'è saputo più nulla.
Nel periodo invernale in corso la Cassa di Risparmio ha a disposizione presso l'impianto del Lido i seguenti campi: sabato campo n. 2 dalle ore 11.00 alle 13.00; domenica campo n. 4 dalle ore 8.00 alle 10.00 e campo n. 2 dalle ore 11.00 alle 13.00.
Forse la Redazione di "Milano
A nome del direttivo della polisportiva Gallaratese "1967", di tutti i soci, degli atleti e atlete della società, desidero esprimere pubblicamente i più doverosi ringraziamenti alla redazione di "Milano '19" per l'ospitalità riservata alla 'Gallaratese 67 nell'informazione data ai lettori delle attività svolte e frogrammate dalla polisportiva. Un rammarico esprimiamo nei confronti di tutte le altre società che operano nel quartiere (e son ben 7) e che sino ad oggi non hanno contribuito a propagandare le varie attività attraverso il giornale della nostra zona "Milano 19", questo vuol essere un'invito, rivolto a queste società, a collaborare sia per la stesura che per la diffusione, superando qualsiasi barriera ideologica per una sempre migliore informazione-serena ed obbiettiva di tutti i problemi che ci toccano da vicino nella zona. Ai lettori tutti, alla redazione del giornale, agli abitanti della zona gli auguri più belli di un sereno e felice S. Natale ed un più prospero anno nuovo che possa trascorrere in una convivenza più tollerante e ordinata per la salvaguardia delle istituzioni libere e democratiche, della nostra Repubblica e della 'nostra grande Milano.
Il presidente Messerotti Amedeo
La cooperativa UNICOOP LOMBARDIA presente nella nostra zona con i negozi
di Ä Via Appennini, 53 Via Trenno, 11 Via Zanzottera, 14
AUGURA BUONE FESTE a Tutti i Soci e Clienti
"Natale alla Coop una vera, grande festa che costa meno"
Cordiali Saluti Conti Elio2 etti di democrazia
"Mi dia 2 etti di democrazia! No, non di quella lì, non mi piace, dovrei stare a sentire anche le opinioni degli altri. Voglio quella che mi permette di impormi sugli altri."
Un concetto di democrazia quanto meno strano, a dire la verità, e ci lascia un po' allibiti sentirlo esprimere. Purtroppo questo concetto di democrazia su misura ad uso e consumo pesonale è stato più volte espresso durante la riunione di lunedì 7 novembre del Consiglio di Zona.
Cosa è successo quella sera al C.d.Z.?
La seduta è cominciata regolarmente, verso le 21. La sala un po' più affollata del solito faceva da contorno ai consiglieri, per la maggior parte già stanchi per le giornata di lavoro.
L'ordine del giorno prevedeva l'approvazione del programma del C.d.Z. e la presentazione della Conferenza di Distretto.
Era quest'ultimo argomento ad aver richiamato nella sala del C.d.Z, più persone del solito, per lo più genitori e studenti, consci dell'importanza delle prossime elezioni scolastiche. Poco dopo l'inizio della seduta avviene il fattaccio: un gruppo di cittadini si arroga il diritto di interrompere i lavori del C.d.Z. e di impedire poi il proseguimento, arrivando senza alcuna esitazione ad imporre l'ultimatum: "O sospendere i normali lavori del Consiglio per discutere di altre faccende, o l'occupazione del C.d.Z."
Chi sono, che vogliono questi disturbatori del regolare svolgersi della vita democratica, questi individui che dimostrano di avere quel concetto di democrazia di cui sopra?
Si presentano subito come abitanti di alcune torri di via Borsa, precisamente dei numeri 28, 30, 32, 34, e come rappresentanti ufficiali di una fantomatica assemblea di tutti gli abitanti delle torri. In effetti sono una minoranza e non rappresentano altri che se stessi ed i loro interessi personali. Per il fatto che abitano in appartamenti, co-
struiti da un ente pubblico, l'IACP, quindi coi soldi di tutti i milanesi, che un giorno, grazie al riscatto, saranno di loro proprietà, questi pochi si sentono appartenenti ad una classe sociale più elevata, di padroni, ma al massimo, ironicamente, non. lo nascondiamo, potremmo chiamarli "padronicini". Accanto a loro, uniti nella lotta, i giovani del Circolo giovanile di Trenno, che hanno scoperto di essere molto "bravi" ad occupare sempre il C.d.Z.
La ragione dell'interruzione è pure presto chiarita: la casaalbergo per lavoratori-studenti che si sta costruendo in via Borsa, nei pressi delle torri. Protestano, "padroncini & C., sostenendo che costruire la casa alergo in periferia, al Quartiere Gallaratese, privo del tutto o quasi di servizi sociali, significherebbe emarginare lavoratori-studenti, prossimi inquilini della casa.
Noi non ci permettiamo di criticare le loro tesi, le loro opinioni, le loro ragioni: potrebbero anche essere giustificate, non lo sappiamo: non siamo depositari di verità assolute. Ci permettiamo invece di criticare, anzi, di condannare come antidemocratico, quindi contro tutti i cittadini democratici, il loro modo di agire, di interrompere i lavori di un organo democratico, di tentare di impedirne il regolare funzionamento, di limitarne la libera attività. Ripeto: nessuno vuole impedire ai "contestatori" di esprimere le loro critiche, ma che lo facciano in modo democratico, non più degli altri, ma come gli altri.
Ci permettiamo anche di rispondere alle loro contestazioni con una precisazione. È vero che il Quartiere Gallaratese è quasi completamente privo di centri sociali, ma la casaalbergo stessa sarà il primo nucleo di un complesso sociale a disposizione degli abitanti del Quartiere. Quindi, se non subito, in un prossimo futuro il problema dell'emarginazione dei lavo ratori-studenti non esisterà più.
Certo è che noi eravamo più che disposti a credere alle intenzioni sociali dei "padroncini". Ma quando uno salta su a chieder se ci piacerebbe se la casaalbergo fosse costruita di fronte a casa nostra, ed un altro, con aria professionale, afferma che in viale Romagna, alla Casa dello Studente, sono tutti teppisti, la nostra fiducia viene meno.
Ed anche i contestatori si accorgono a questo punto di essere stati spogliati delle loro belle quanto false intenzioni sociali; si ritirano in buon ordine a riunirsi in assemblea volante con un briciolo di onestà, la sconfitta politica del loro tentativo di strumentalizzare i lav-stud per fini esclusivamente personalistici!
Ma ormai la vera ragione della lora "contestazione" è chiaro: vogliono fare del Gallaratese un quartiere residenziale, dove non ci siano "lavoratori-studenti capelloni drogati magari con idee di sinistra".
Terminato il blocco, i lavori del C.d.Z. proseguono regolarmente, ma è ormai tardi.
Divertito dalle spiritosaggini dei giovani "proletari", ma anche turbato per tanta incivilità e malafede dei "contestatori" tutti, esco per recarmi a casa.
Nella nebbia già fredda la mia preoccupazione è quella di tuffarmi in un letto caldo e non abbandonarmi a considerazioni sulla malvagità e mancanza di scrupolo di certi individui, per conseguire il proprio benessere personale, a danno della collettività, fregandosene anche del vicino di casa. Una cosa mi consola però enormemente: che l'ennesimo attacco alla Democrazia, sotto forma di attacco al C.d.Z., espressione della volontà dei cittadini democratici, siano essi rappresentati dalla maggioranza o dalla minoranza, sia fallito e che i nemici della Democrazia se ne siano andati ancora una volta scornati.
"No, signori, di Democraziane abbiamo un tipo solo. Ma è di quella buona: viene dalla Resistenza!"
E.P.
COMUNE DI MILANO - RIPARTIZIONE DECENTRAMENTO CONSIGLIO DI ZONA 19 "S. SIRO-Q.T.8.-GALLARATESE"
Ordine del giorno approvato a maggioranza (10 favorevoli - 1 contrario - 1 astenuto) del Consiglio di Zona 19 nella sua seduta del giorno 7 novembre 1977
Il Consiglio di Zona 19, in relazione ad alcuni episodi d'intolleranza verificatisi durante le sedute consiliari del 28/10/1977 e del 7/11/1977, deve constatare con estremo rammarico il comportamento di un gruppo di cittadini che, intendendo motivate alcune loro richieste relative al problema di Via Borsa, di cui del resto il Consiglio di Zona si era già sufficientemente espresso nel rispetto della delibera del Piano Particolareggiato (votato all'unanimità da tutti i Gruppi politici rappresentati in Consiglio di zona), hanno deliberatamente interrotto l'andamento della riunione consiliare, con atteggiamenti certamente non improntati ad un corretto rapporto democratico.
Il Consiglio di Zona 19, nel condannare simili atteggiamenti, fa rilevare che manifestazioni od atti intimidatori non possono influenzare decisioni che debbono invece maturare in un clima improntato ad obiettività e non risultante da atteggiamenti di parte.
Il Consiglio di Zona 19, non potendo tollerare comportamenti che minano il significato della libertà e della democrazia ed alfine di evitare che spinte corporative o qualunquistiche abbiano a paralizzarne l'attività vanificando il Decentramento amministrativo, invita la cittadinanza ad un rapporto basato sulla massima solidarietà nella difesa delle istituzioni democratiche di base.
Il Consiglio di Zona 19, denuncia il pericolo più generale che gli attacchi di tale stampo hanno per la vita democratica della città e del Paese, proprio perchè tendono a fermare la vita delle istituzioni democratiche.
Pertanto invita la cittadinanza a vigilare perchè tali episodi vengano respinti ed isolati i loro promotori.
Il Consiglio di Zona 19 si impegna formalmente a non più accettare interruzioni ai propri lavori e, fin dalla prossima seduta a svolgere regolarmente il proprio calendario, in base anche alle decisioni prese, in merito, il 16/2/1977.
Il Consiglio di Zona 19
Conoscete il Monte Amiata?

Molti dei nostri lettori hanno visto od almeno sentito parlare del condominio "Monte Amiata", situato tra le vie Cilea, Fichera e Falck. È senz'altro una delle strutture più moderne realizzate a Milano relativamente all'attuale concetto di "Spazio abitabile". Camminando lungo gli interminabili corridoi, i passaggi sospesi, in mezzo alla miriade di colonnati, od agli spazi aperti, come l'Anfiteatro, si è portati a pensare ad una città del futuro, stilizzata, essenziale, efficiente. È sicuramente un complesso che può piacere agli amanti della letteratura fantascientifica.
Nel "MONTE AMIATA" c'è posto per 440 famiglie e quindi, potenzialmente, per circa duemila persone. A questo punto si inserisce il discorso su di una struttura che, oltre ad essere esteticamente piacevole, deve tener conto anche delle necessità degli uomini che la abiteranno. Queste necessità possono essere rappresentate da luoghi di ritrovo comuni, spazi verdi sufficienti, parchi giochi per bambini. Le carenze del "MONTE AMIATA" stanno appunto in questo. Non vi è un luogo di ritrovo comune, o per essere più precisi, c'è l'Anfiteatro, che essendo però scoperto, può solo essere utilizzato qualche volta d'estate. Gli spazi verdi sono senz'altro insufficienti, tenendo conto del potenziale umano che dovrebbe usufruirne. Per quanto riguarda i parchi giochi per bambini, ne è stato costruito uno, comunque. per volontà dei condomini, versando cioè una quota ulteriore di tasca propria. Il complesso presenta ancora altri problemi dal punto di vista strutturale, che ci riserviamo di annunciare in un prossimo articolo. Vogliamo ora trattare dell'inserimento del "MONTE AMIATA" nella realtà di un quartiereÜ, il Gallara-
tese, che presenta gli stessi problemi ed anche più gravi. Questo condominio, costruito tenendo conto del concetto di autosufficienza, con negozi al suo interno che possano provvedere alle necessità dei condomini, rischia di restare escluso dalla vita del quartiere se non si crea tra le due realtà un anello di congiunzione. Partendo da questa considerazione, un gruppo di giovani del condominio ha costituito il "GRUPPO GIOVANI ANIMAZIONE MONTE AMIATA", che si avvale dell'apporto di ulteriori giovani esterni al condominio stesso, e che ha come obbiettivo prioritario quello di promuovere momento di incontro per gli abitanti del "MONTE AMIATA" e di tutto il quartiere. Una prima manifestazione organizzata da questo gruppo è stata la "FESTA DELL'UVA", tenutasi il 25 settembre, che ha accomunato duemila persone, poche delle quali, in verità, erano abitanti del condominio. È stato questo un primo approccio con la realtà di quartiere, e la manifestazione è stata volutamente non impegnativa, non ha cioè affrontato argomenti attuali e scottanti. È comunque impegno di questo gruppo promuovere in un prossimo futuro manifestazioni sportive, rappresentazioni teatrali, mostre fotografiche e di pittura, dibattiti sull'inserimento dei giovani del quartiere nella realtà cittadina, sui problemi della scuola, sulle strutture sociali completamente assenti nel quartiere, nella realtà cittadina, sui problemi della scuola, sulle Strutture sociali completamente assenti nel quartiere, sul problema della droga che comincia ad avvertirsi anche nerGallaratese. Il gruppo è aperto alla adesione di ulteriori persone che abbiano idee e volontà di migliorare la vita del nostro quartiere.
Carlo IppolitoCooperazione di consumo: coerenza malgrado la crisi
La Unicoop Lombardia, la più importante cooperativa di consumo operante nella nostra regione, si trova oggi più che mai, nell'occhio del tifone che la crisi strutturale del nostro Paese ha sollevato. Ovviamente non si poteva pensare che anche la cooperazione di consumo non subisce la contrazione dei consumi, alimentari e non, che è avvenuta nel corso, ormai costante, di questi due ultimi anni. Questo ed altre cause di carattere più particolare, impegneranno il movimento ad una seria rivalutazione dei suoi programmi e ad una ristrutturazione non priva di sacrifici. Anche se dobbiamo smentire gli interessati allarmismi che certa stampa ha pubblicato recentemente; i problemi esistono ma loro gravità non è tale da mettere in discussione le conquiste raggiunte.
Ciò nonostante, i cooperatori, da sempre abituati alla lotta per la conquista di spazi nei quali, far prevedere i propri principi democratici, non sono certo disposti a disarmare e a farsi sopraffare dal prepotere dei monopoli capitalistici. La propria storia, le proprie tradizioni, così legate alle masse popolari, sono le garanzie sicure sulle quali si fondano le risorse umane e di volontà per una ripresa, forte e sicura, di un ruolo che la cooperazione deve assolvere.
Certo, le cose sono cambiate davvero e per tutti, è tempo che un nuovo costume di vita diventi patrimonio di indirizzi politici ed economici in grado di dare veramente una risposta positiva ai problemi che assilano la società. La cooperazione e l'Unicop Lombardia per essa, da sempre propone modi diversi di produrre e di consumare, da sempre è impegnata nella difesa del consumatore sia in termini economici, sia in termini di salute. Una battaglia difficile, certo, ma alla quale la cooperazione è e sarà protagonista fino in fondo.
Anche recentemente alcune iniziative hanno avuto questo significato, la campagna contro i coloranti nocivi: la cooperazione
Fedele De Chiara
Muratore - Piastrellista
Idraulico - Tappezziere
2000 + 2000 + 1300 + 1300 fanno
6.600 lire, non sono molte, anche se siamo vicinissimi alla fine del mese intesa come stipendio, e si può partecipare. Alla Castagnata 1977 con il Circolo Trevisani ci iscriviamo anche noi: famiglia Amato, 2 adulti 2 bambini polenta a parte. Domenica tutti in treno (il treno alla domenica lo si apprezza anche) una sessantina tra grandi e piccini, facce conosciute e facce nuove ma dopo i primi convenevoli tutti amici e... buona giornata.

I bambini con il naso appiccicato al finestrino ed i grandi a tornar bambini senza volante tra le mani senza code ai caselli e la possibilità di muovere le gambe e ridere di gusto. Persino il capotreno, dopo la foratura-del biglietto, si ferma a ridere e scherzare con noi. Come per incanto il suono di una fisarmonica ci lega tutti in una simpatica cantata con il capotreno che incespica nelle parole milanesi e noi che roviniamo contro il suo "Sciuri Sciuri" (mi sembra il treno dell'Unità d'Italia; a Indurlo Olona scendiamo. Per Montallegro sono quattro Km. a piedi. Il mio amico Cesare sarebbe ancora lì se
non fosse venuto un San Bernardo, di quelli con la fiaschetta sotto il mento, a rimorchiarlo fin su. La meta è l'albergo della famosa "polenta e luganega" e lì ci tengono i sacchi in custodia, poi con l'occhio incredulo, ci indicano i luoghi per castagne.
Cinquanta sedentari o quasi con il loro bravo sacchetto con la S lunga si buttano a schiena curva nella boscaglia; il motto è: O la castagna o la morte! Appena inoltrato mi chiedo perchè quando si parla di castagne il pensiero corre immediatamente ai marron-glacès del Motta e quando poi le raccogli.... boia se c'è n'è una grossa uguale.
Dopo mezzora mio figlio mi porge un sacchetto pieno di castagne... dice lui e c'è voluto non poco a convincerlo che erano ghiande. I figli di città sono drammatici nella loro infinita conoscenza della natura. Malgrado mi sforzi di cercare, le poche castagne raccolte sono così magre ed emaciate che mi fanno un infinita tenerezza. Un raggio di sole attira il mio sguardo, l'occhio si posa sopra un vecchio tronco marcito; non sa-
rebbe un fatto eccezionale un tronco marcito se da quel tronco non sporgesse una famigliola numerosissima di chiodini che mi fa trasalire. Corro, gi-ido, inciampo, mi pungo ma riempio due sacchetti con i funghi trovati; adagio delicatamente (ho sempre rispettato chi soffre) sull'erba le castagne raccolte in precedenza e ritorno esultante al campo base. lo sono appagato, le mie ricerche cessano. Il sole è caldo ed il movimento invita a pranzare. Tutti insieme si mangia, tutti insieme si beve e tutti insieme si ride e si cherza. Ora cosa manca? Una cantata! Ecco che ricompare la fisa e tra suoni balli e canti si fanno le 17 per il ritorno. È un vero peccato non poter fermare il tempo; ma il treno non aspetta nessuno e i bambini sono scarichi. È stata una bellissima domenica se pensiamo alle domeniche che verranno nell'inverno milanese. Pensate quanto sono semplici gli ingredienti per questa ricetta: una bella giornata, un gruppo di lavoratori con figli, una fisarmonica ed il Circolo G. Trevisani.
per prima e anticipando la stessa legge, ha tolto tutti i prodotti che contenevano i coloranti incriminati costituendo uno stimolo ed una precisa indicazione per tutti gli operatori. Altri momenti interessanti sono stati lé campagne sulle "grosse confezioni" e sui "prezzi trasparenti". Nel primo caso si trattava di offrire ai consumatori alternative a singoli prodotti con grosse confezioni o prodotti assieme, si da offrire un concreto risparmio e una indicazione di lotta agli sprechi inutili (contro alle confezioni singole) spesso imposti da una pubblicità plagiante. Nella seconda iniziativa si raggiungeva un accordo con la Confederazione delle cooperative (di ispirazione cattolica) e le Confederazioni sindacali
C.G.I.L. - C.S.I.L. - U.I.L. del settore commercio, per proporre ai consumatori una campagna di informazione sui prezzi trasparenti che presentasse un pacchetto di prodotti di prima necessità con la espansione dei costi di acquisto, magazzinaggio e trasporto, IVA, margine della cooperativa e prezzo di vendita finale.
Appare quindi evidente l'importanza che ciò assume come proposta di orientamento dei consumi, specie se si considera che essa avrà un carattere permanente, con la sostituzione di questo primo gruppo di prodotti con altri. Queste sono alcune indicazioni che, pur nei limiti, vanno nella linea di una nuova gerarchia dei consumi e di una programmazione oggi imprescindibile per l'intera economia del Paese.
È necessario e decisivo però che in questo, come in altri momenti, si trovino le convergenti sociali e politiche necessarie perchè veramente si incida in profondità e perchè la "riscoperta della cooperazione" che, specie nei momenti difficili, certuni fanno, non sia un momento passeggero e vacuo ma il riconoscimento di un ruolo importante per il rinnovamenfo della società.
S. GVia Uruguay, 15 Milano - Tel. 30.82.317
INSERTO SCUOLA
La conferenza del Distretto
Promossa dal Consiglio di zona.
Venerdì 11 novembre sfidando la fitta coltre di nebbia calata improvvisamente su Milano un centinaio di persone sono intervenute presso la Cooperativa Lampugnano, alla conferenza sul Distretto scolastico organizzato dal Consiglio di zona.
Scopo della conferenza, come ha ricordato nella sua introduzione il prof. Volpe responsabile della commissione scuola del Consiglio di Zona, dibattere la bozza di programma elaborata, a titolo di proposta, da un gruppo di genitori coordinata dal Consiglio stesso, e formulare una lista unitaria di candidati alle prossime elezioni distrettuali.
Si è voluto proporre l'unitarietà di lista per cercare di coalizzare, dopo un civile ed aperto
confronto, quei genitori disponibili a superare falsi preconcetti, senza nulla sacrificare della ispirazione ideologica, al fine di avviare il rilancio qualitativo della scuola pubblica quale presupposto indispensabile per il superamento della crisi che stiamo attraversando.
Al dibattito hanno preso parte genitori, forze politiche, ACLI e Confederazioni Sindacali ribadendo la necessità di rilanciare, migliorandola, l'attività degli organi collegiali della scuola ricuperando la partecipazione attiva dei genitori mediante un costante e diretto contatto ed evitando che i vari organismi diventino delle isole istituzionalizzate nel vasto oceano della burocrazia.
l'attuazione del Consiglio Distrettuale Scolastico come organismo che può e deve realizzare una migliore utilizzazione delle risorse, un efficiente piano programmatico, operando soprattutto in collaborazione con l'Ente Locale e gli altri apparati dello Stato.
Domenica 13 novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo dei Consigli di Classe e di Interclasse.
Riportiamo qui di seguito la percentuale dei votanti nelle scuole della zona.
Circolo Visconti - Borsa
Appennini 67 = 23.11%
Cilea 80 = 25.86%
Borsa 26 = 60.03%
Visconti 16 = 51.82%
Circolo Cilea - Betti
Cilea 4 = 60.35%
Betti 16 = 61.00%
Silla 150 = 72.50%
Viscontini 7 =
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La profonda crisi in cui si trova la scuola italiana si ripercuote in senso negativo sulla situazione generale del Paese.
La scuola infatti assolve al delicato compito della formazione della nuove generazioni, formazione non solo tecnica ma anche civile.
Quando viene a mancare o perde d'incisività tale funzione, è tutto il tessuto sociale a risentirne! Per questo riteniamo che la soluzione dei problemi della scuola contribuirà in modo significativo alla soluzione dei problemi generali del nostro Paese. Ma i molteplici problemi che travagliano la scuola possono, a loro volta, essere risolti sono tenendo conto del più ampio panorama economico, sociale e politico del nostro Paese. Anche il potenziale di rinnovamento e le aspirazioni espresse dal mondo giovanile devono essere valorizzate e orientate sulla più vasta prospettiva di sviluppo civile, economico, sociale del nostro Paese. Solo in tale ottica la scuola potrà riacquistare un suo ruolo significativo all'altezza dei problemi generali. In questa complessa situazione il Distretto viene a collocarsi come un momento significativo del decentramento dello Stato in quanto, per la prima volta, il mondo della scuola si troverà ad operare in ristretta collaborazione con gli Enti locali, le forze sindacali, gli operatori economici, gli Enti culturali. Impegno fondamentale del distretto dovrà essere, quindi, un concreto dialogo e una stretta collaborazione con gli enti locali, in particolare, con il consiglio di zona, nel reciproco rispetto dei compiti istituzionali.
Evitando un'artificiosa conflittualità si potranno tal modo avviare e risolvere tutti quei problemi che hanno comuni finalità, quali l'assistenza, l'edilizia scolastica, le attività culturali e spostive, la medicina scolastica e altre ancora.
Riteniamo altresì che fin dall'inizio della sua attività il Distretto dovrà stabilire corretti rapporti con gli organi collegiali della scuola, con le assemblee dei genitori, e degli studenti, con gli enti culturali e sportivi esistenti nella zona.
Il rispetto delle autonomie degli organi collegiali e dei consigli dei docenti, pur nel quadro globale di una programmazione concordata, garantisce la viabi-
È stata inoltre messa in evidenza l'importanza che riveste lità di questi organismi e, in definitiva, la funzionalità stessa del Distretto.
Si è quindi proceduto alla definizione del programma, alla raccolta delle candidature e dei nominativi dei presentatori di lista. È stata tutto sommato un'esperienza positiva che ha messo soprattutto in evidenza come si possa, quando lo si voglia, fare della democrazia non una vuota e spesso abusata parola ma un metodo di lavoro che coinvolga il "cittadino" nei vari settori della vita pubblica.
Programma della lista "Rinnovamento nell'unità"

Ne consegue che il Distretto deve acquisire una profonda conoscenza dei problemi reali e concreti della zona, valutare le strutture scolastiche esistenti, effettuare un preciso censimento degli operatori scolastici della Zona (docenti e non docenti), conoscere con competenza i contenuti e gli orientamenti dei programmi didattici, definire il quadro delle attività scolastiche non statali. Tali insieme di dati reperiti in accordo e collaborazione con il consiglio di zona e gli Organi collegiali delle varie unità scolastiche, permetterà una definizione realistica del programma di lavoro senza il quale l'attività del Distretto sarebbe vana.
I problemi che la realtà della nostra zona ci obbliga ad esaminare con urgenza sono molti e siamo ben coscienti che per vari di essi la soluzione chiede tempi lunghi e più ancora la riforma globale dell'ordinamento scolastico per il quale ci si impegna fin d'ora a sollecitare il Parlamento della Repubblica. Fra di essi sottolineiamo: 1) la necessità di dare contenuti ai programmi scolastici (che risalgono per le elementari al 1955 e per le medie al 1962) meno nozioniatici e più aderenti ai tempi; in collaborazione con i Collegi dei docenti e i sindacati, questi dovranno considerare seriamente gli sbocchi di lavoro possibili al termine di ogni ordine di scuola. Dovranno, inoltre, operare nella logica di una rivalutazione del lavoro manuale e di quelle attività produttive, quali l'artigianato, diverse ma complementari delle attività industriali e terziarie.
Garantire che a tutti gli studenti, sia delle scuole statali sia di quelle private, siano forniti una base culturale pluralistica, democratica antifascista, e una preparazione tecnica adeguata al tipo di scuola, applicando fin da ora i criteri indicati nelle leggi 517 e 384, e sollecitando contributi da tutte le componenti della Scuola.
Promuovere e favorire l'aggiornamento professionale, programmato in sede distrettuale, del personale, docente e non docente per una profonda rivalutazione dei rispettivi ruoli. La piena professionalità dei docenti è garanzia di armonia della
preparazione culturale dei giovani, pur nel rispetto dell'autonomia del modo d'insegnare dei singoli. Ciò impedisce le distorsioni che in passato si sono verificate sia tra livelli scolastici diversi (per esempio nel passaggio dalla scuola dell'obbligo alle superiori o fra i vari ordini della scuola di base) sia tra l'una e l'altra scuola, statale o privata.
Sollecitare e promuovere, in accordo con gli enti locali, corsi professionali di Zona che, rispondendo alle esigenze dei cittadini, assolvano al principio del diritto allo studio e alla preparazione tecnica gratuita per tutti.
Intendendo la scuola come servizio sociale, che ha un costo pagato dalla collettività e che quindi richiede la massima produttività sociale del personale e delle risorse, eliminando sprechi, sottoimpiego del personale, cattiva distribuzione dello stesso, precarietà degli operatori, chiusure corporative.
Un servizio scolastico efficiente richiede una definizione dei "Bacini di utenza" più corretta che in passato tale da evitare il pendolarismo dei ragazzi, il formarsi di aree e di privilegio, il girotondo dei docenti definizione attuata per tempo con le autorità scolastiche, in accordo con gli enti locali rappresentati, in definitiva, dagli utenti.
Attività quali il doposcuola, corsi di musica, di educazione fisica, di animazione teatrale e altre esperienze integrative, dovranno essere programmate in accordo sia con gli enti locali (per ciò che è di loro competenza) sia coi collegi dei docenti e gli organi collegiali in modo che si eviti il frazionamento e l'improvvisazione, e si operi nel senso che tali attività sono uno dei momenti qualificanti la vita scolastica.
Nella prospettiva di una scuola a tempo pieno deve essere rivalutato il ruolo della scuola per la prima infanzia; inoltre il distretto deve potenziare e diffondere tutte quelle iniziative valide in atto nella scuola a tempo pieno della Zona, favorendo la loro progressiva estensione nelle altre scuole.
II distretto dovrà realizzare il pieno e corretto utilizzo delle strutture scolastiche e del personale statale e comunale curando che in ciascuna scuola, come fra scuole dello stesso ordine, si crei una base didattico formativa omogenea che eviti i
Circolo Quarenghi - Ande
Delle Ande 4 = 72%
Quarenghi 12/14 = 72%
Circolo Uruguay - Brocchi
Uruguay 26/4 = 61.23%
Brocchi 5 = 55.78%
Circolo Dolci
Dolci 3/5 = 50.00%
Circolo Paravia - Gnocchi 45.40%
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Paravia 83 = (Element.)
Don Gnocchi 8 = 65% (Element.)
Circolo S. M. Nascente
S. M. Nascente = 62.00% (Element.)
Oderzo = 58.00% (Element.)
Ippodromo = 47.00%
M. Braldo = 58.00% (Element.) Scuola
bruschi salti di metodi e di preparazione dei ragazzi, ancora oggi esistenti. Ciò sarà possibile con un costante confronto fra operatori scolastici, organi collegiali, istituzioni culturali, che porti alla verifica e al perfezionamento della programmazione didattica elaborata distrettualmente.
La medicina scolastica non deve più essere limitata alla sola riammissione a scuola dei ragazzi e all'attività burocratica saltuaria dei medici scolastici, che sono in definitiva dequalificanti per gli stessi operatori sanitari.
Essa dovrà muoversi nel senso di una medicina dell'età evolutiva; pertanto il distretto dovrà fornire il massimo contributo all'azione prospettata dal comune di Milano che intende creare centri pediatrici e psicopedagogici decentrati, utilizzando le strutture sanitarie già esistenti nella scuola. In questo quadro, l'inserimento degli handicappati non sarà più un "atto umanitario", ma sarà opera concreta, diventando possibile programmare sia il miglioramento delle strutture scolastiche sia le modalità per l'effettivo inserimento nel mondo del lavoro di questi studenti.
Il problema dell'OmnicomprensiVo che sta sorgendo a Lampugnano dovrà essere risolto dal Distretto in accordo con il Consiglio di Zona e con la Provincia, in modo che non diventi una "valvola di sfogo" per scolarità eccedente degli Istituti
già esistenti. Riteniamo sia possibile, anche in mancanza di adeguate leggi in proposito, avviare un discorso nuovo che vada nel senso della futura riforma globale della scuola.
Ciò richiede spirito do collaborazione dei dirigenti scolastici, disponibilità del Provveditorato agli Studi e della Provincia, comprensione da parte di genitori e di studenti. Data l'immediata apertura di questo nuovo c costoso edificio, il problema dell'Omnicomprensivo dovrà essema uno dei primi da affrontare sul piano concreto.
Il rinnovamento della scuola nello spirito della Costituzione nata dalla Resistenza, esige la cosciente preparazione di tutte le componenti. Occorre che si studi seriamente, che si insegni con entusiasmo e senza autoritarismi, che sia decisamente bandita la violenza fisica e morale di contestazioni, che sia garantito l'ordine democratico antifascista nelle scuole.
È impegno civile e umano di tutti i cittadini, adulti e giovani cooperare perchè si realizzi il pluralismo nella istituzione e non il moltiplicarsi di istituzioni gerarchiche e antagoniste. L'unità d'intenti, la volontà di fare e fare bene, respingendo pregiudizi e ottusità ideologiche, la piena coscienza della realtà socioeconomica e politica della nostra Zona e del nostro Paese potranno garantire alla Scuola la sua funzione istituzionale al servizio della comunità.
Prosegue il dibattito sul canone sociale
Intervengono: Sergio Bonfà della segreteria provinciale del Sunia, Alberto Motta della Segreteria provinciale dell'Unione Inquilini, e Ugo Valentini della segreteria provinciale del SICET.
MILANO 19: Ci proponiamo con questo dibattito di fare il punto sulla situazione del Canone Sociale nella provincia di Milano alla luce degli avvenimenti successivi alla messa in opera di questa nuova regolamentazione degli affitti. Mi riferisco all'approvazione avvenuta questa estate della legge 513 che ha posto problemi di carattere legislativo per quanto riguarda la situazione di Milano e al successivo incontro di carattere interlocutorio fra le organizzazioni sindacali degli inquilini, lo IACP e il Comune su questo problema. Qual'è la posizione delle tre organizzazione degli inquilini, dopo questi avvenimenti?
UGO VALENTINI (Slcet): La 513 è una legge che viene incontro a necessità improrogabili di finanziamenti agli IACP in relazione ai programmi in corso di attuazione e in questo senso, più che giusta, era necessaria.
Rispetto ai finanziamenti per la nuova edilizia sono evidenti i limiti delle cifre stanziate (1078 miliardi), rispetto al fabbisogno attuale di 300.000 vani all'anno.
La definizione dei canoni minimi per tutti gli alloggi pubblici, se va incontro alle necessità di risanamento dei bilanci degli IACP. non è tuttavia impostata sui criteri riformatori della legge 865; per questo risulta più un adeguamento degli affitti, magari bassi, alle esigenze finanziarie degli Istituti, che non l'attuazione di criteri sociali nella definizione degli stessi.
La legge 513 non chiarisce il problema dei canoni minimi in base ai redditi degli inquilini. Infatti si parla solo di una riduzione per i redditi fino a 2.400.000 lire all'anno. Sappiamo che chi ha un reddito di questo genere, con una famiglia media di quattro persone, muore di fame.
Quindi la legge mette tutti i cittadini in condizione di pagare il massimo del canone, che è stabilito in 5.000 lire per vano legale di 14 mq. Quindi per un appartamento medio di 70 mq. si paga 25.000 lire di affitto. A tale cifra vanno aggiunte le spese di gestione che lo IACP calcola in 4.200 lire al mq. all'anno.
Si vengono a pagare così altre 25.000 lire circa di spese. Si raggiunge perciò una cifra totale di lire 50.000 mensili di affitto. Noi tutto questo, dopo la delibera del marzo scorso, lo giudichiamo restrittivo.
ALBERTO MOTTA (UI): Al di là dei finanziamenti che ci sono stati e che noi consideriamo irrisori rispetto al fabbisogno noi vorremo dare un giudizio per quanto riguarda la regolamentazione dei fitti e per quanto riguarda gli inquilini delle case popolari.
Secondo noi gli aspetti negativi di questa legge sono cinque: il primo perchè stabilisce il canone minimo indipendente dal reddito e questo è un passo indietro per quanto riguarda Milano dove con gli accordi di marzo si teneva presenti di tutto questo, per noi male, ma in ogni caso c'è stata questa considerazione.
Il secondo punto è l'abolizione della revoca dell'alloggio. Infatti coloro che avevano un reddito superiore a 7.200.000 lire annui erano soggetti a revoca, con questo non voglio dire che chi prende otto milioni e magari ha dei figli che lavorano e perciò concorrono al reddito, debba andarsene, perchè e ovvio che in situazioni di questo genere di reddito non è costante ma può diminuire se il figlio decidesse di andare a vivere da solo. In ogni caso questo punto è stato abolito e gli assegnatari possono rimanere nell'alloggio anche con un reddito al limite di 2Q milioni, subendo solo un aumento del canone.
Il terzo aspetto negativo è il recupero integrale delle spese, Indipendentemente dal reddito.
Il quarto aspetto negativo è l'esclusione di coloro che occupano le case popolari da ogni futura assegna-
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diretta dell'istituto.
ALBERTO MOTTA (UI): Ci sono due aspetti, uno strettamente legato alla modifica sostanziale di quanto è stato deliberato in marzo dall'istituto e dal comune di Milano.
Noi ribadiamo le proposte che avevamo fatto allora: vogliamo introdurre nella delibera innanzitutto il procapite, cioè legare il canone non solo al reddito ma anche al numero di persone che costituiscono il nucleo familiare che ne usufruisce.
(Non si deve valutare allo stesso modo chi, a parità di reddito, ha una famiglia da tre persone e che ne ha una di sei.)
Il secondo punto è l'indice di affollamento di cui è necessario tener conto. Per le famiglie numerose che vivono in alloggi piccoli noi non chiediamo una agevolazione finanziaria ma la possibilità di cambiare locale con uno più grande.
È necessario sganciare il canone dalla superficie del locale affittato. Le famiglie numerose, ad esempio composto da 5 persone, hanno diritto di stare in 4 locali come hanno diritto le coppie a vivere in due locali; non per questo la prima famiglia deve pagare più della seconda.
da tre voci: le quote di ammortamento che esistono sulla base dei mutui e dei finanziamenti per la costruzione delle case, la vdce di gestione e quella di manutenzione. La voce di gestione deve essere comprensibile, bisogna specificare quanto incide l'aumento degli stipendi al personale ecc.. Per la quota di manutenzione rivendichiamo la formulazione di un piano pluriennale di manutenzione dove si sappia quanto denaro è a disposizione per programmi fatti non solo dallo IACP ma basati sulle priorità rivendicate dall'i nq uili nato.
zione. Una sanzione di queto tipo nei confronnti di gente che spinta esclusivamente dal bisogno va a ricercare un alloggio come è suo diritto, è in netta contrapposizione alla funzione delle case popolari che devono dare alloggio a chi ne ha più bisogno.
Ultimo aspetto negativo è quello della regolamentazione del riscatto.
Gli alloggi per noi sono un patrimonio pubblico, perciò non devono diventare di proprietà privata, fare questo è per l'Unione Inquilini un gravissimo errore. La nostra valutazione della legge 513 è perciò, in sostanza, negativa.
SERGIO BONFA (Sunla): Non c'è molto da aggiungere direi. Solo due precisazioni, non contrapposizioni. Se leghiamo la legge 513 alla realtà nazionale dobbiamo dire che può avere degli aspetti positivi e nello stesso tempo negativi. Mi spiego: positivi perchè va ad aumentare canoni d'affitto che in certe case popolari, specialmente al sud, erano bassissimi 8 — 10 mila lire all'anno. Questa legge ha determinato canoni minimi che consentono agli IACP di calmierare il deficit, magari non di coprirlo ma di certo bloccarlo. Deficit causati da cattive gestioni, mancanza di precise indicazioni da parte del ministero e anche da questi bassissimi affitti. Per fare un esempio: a Brescia ci sono case dove si paga 10.000 lire all'anno senza andare in Sicilia dove ci sono, o meglio c'erano, alloggi a due mila, due mila e cinquecento lire all'anno.
Aspetto negativo nel momento in cui fissa solo dei canoni — differenziati fra nord e sud — facendo riferimento a cifre di reddito molto basse.
Si parla del reddito di due pensioni minime aumentabile di un quarto se il nucleo familiare è di quattro persone. Si arriva cosi alla cifra 2.400.000 lire per poter avere la riduzione del canone.
A Milano in seguito alla delibera sull'applicazione del canone sociale, la detrazione si trasforma in un vero e proprio aumento. Perciò la 513 non deve essere applicata a Milano; può avere la sua applicazione a livello nazionale dove non si è provveduto a rivedere gli affitti con la possibilità di superare la legge con la contrattazione sulla base reale dei redditi.
Per quanto riguarda l'abolizione della revoca ne ha già parlato Motta abbondantemente. Non vogliamo mettere sullo stesso piano chi ha un reddito di otto-nove milioni e chi ne ha uno di 25-30. La legge 513 toglie la possibilità della revoca nonostante ci siano dati scandalosi: una abitante della zona 13, affittuario di una
casa popolare, ha denuncioato 89 milioni di reddito.
Questi sono i verdi occupanti abusivi che con l'applicazione della legge 513 possono rimanere nella propria casa solo con il raddoppio del canone minimo d'affitto.
Per quanto riguarda il divieto per gli occupanti delle case di partecipare alla graduatoria per l'assegnazione di case popolari mi associo pur non essendo d'accordo su questo forma di lotta, a quello, che ha detto Motta. Per quanto riguarda il riscatto è positivo che si ponga un freno alle leggi che davano la possibilità di acquistare, per pochi soldi, una alloggio di edilizia pubblica costruito con i soldi di tutti i lavoratori, sia di chi vi abita che di chi non vi abita e quindi della maggioranza che non vi abita. È negativo che si arrivi solo ora e si dia la possibilità a chi ha fatto la domanda di riscatto precedentemente all'attuazione della legge, di riscattare il proprio appartamento.
Per quanto rioguarda Milano ci sono ca. 10.000 domande su 120.000 alloggi ed è fortunatamente poco, ma in altre provincie del paese ci sono 4.000 alloggi e 3.000 domande di riscatto. Accettare tutte queste domande vuol dire in pratica depauperare definitivamente il patrimonio di case popolari di un istituto.
MILANO 19: I giudizi che avete dato fino ad ora riguardano strettamente la legge 513, i suoi pregi e i suoi difetti. Passiamo ora al canone sociale così come è a Milano. Quale è l'obiettivo che le organizzazioni sindacali degli inquilini si pongono per il futuro? Il miglioramento del canone sociale, certo, ma in che termini?
UGO VALENTINI (Sicet): Nella delibera di attuazione del canone sociale era presente un discorso di contrattuazione sindacale delle organizzazioni degli inquilini con il consiglio d'amministrazione dello IACP, questa possibilità non è prevista dalla legge, noi pensiamo di sfruttarla a fondo per arrivare a migliorare quello che nel canone sociale, cosi come è stato approvato, riteniamo negativo.
Per esempio è indispensabile tener conto della valutazione di un affitto del costo procapite. Altro punto è il decentramento vero e proprio dello IACP e una conoscenza diretta del suo bilancio economico. Per ultimo una verifica del costi di manutenzione e delle spese dell'istituto per arrivare a un controllo del suo capitale. Portare avanti perciò contrattazione sui singoli problemi con lo scopo di raggiugere una gestione
L'affitto deve essere proporzionale al reddito non alla superficie perchè ciascuno ha diritto a uno spazio fisico che spesso gli è negato.
Ma non fermiamoci solo all'aspetto normativo-economico legato al canone sociale. Vorremmo che ci fosse data una risposta precisa da parte dello IACP per quanto riguarda l'assegnazione degli alloggi sfitti che a Milano sono ancora molti.
Su questi alloggi vorremmo che ci fosse un vero controllo popolare per far in modo che vengano assegnati rapidamente a chi ne ha più bisog no.
Un'altro punto su cui premiamo è il risanamento delle case vecchie: i fondi sono stati stanziati dal Comune ma fino ad ora non sono stati usati. Noi chiediamo che vengano utilizzati al più presto ad esempio per le case di via Rembrand e via Pilerolo che sono qui in zona.
Ultima cosa che vorrei dire è che riteniamo indispensabile arrivare a una Conferenza sulla gestione e sulla politica dello IACP con i dati di appalto, spese, verifiche ecc..
Tale conferenza rappresenterebbe un passo avanti nella democratizzazione di questo istituto. A questa nostra richiesta finora non è stata data alcuna risposta! Su questi punti intendiamo muoverci nei prossimi mesi.
SERGIO BONFA (Sunia): La nostra intenzione è quella di muoverci in un campo vertenziale con l'istituto. La delibera di applicazione del Canone Sociale ha determinato un metodo differente nella determinazione dell'affitto, i canoni così non sono più legati esclusivamente al tipo di finanziamento avuto per la costruzione delle case. La delibera prevedeva tre cose esenziali: prima di tutto la ripresa delta trattativa, cosa non ancora fatta.
Si prevedeva anche un piano di manutenzione dei quartieri che al momento non esiste ma che deve essere varato su due punti precisi: una chiarezza di bilancio, perchè lo IACP ha sempre fatto bilanci comprensibili solo agli addetti ai lavori. Il bilancio deve essere ripartito nelle singole voci.
L'affitto ad esempio è composto
Necrologio
La delibera prevedeva la revisione dei canoni ogni due anni sulla base della nuova indagine reddituale; noi siamo d'accordo ma prima è necessario risolvere il problema della manutenzione e quello dei lavoratori autonomi. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi ci sono esempi scndalosi come quello di un orefice con un negozio di cinque vetrine che abita in una casa popolare e dichiara un reddito di un milioni e duecentomila lire all'anno. Si notano dichiarazioni di reddito talmente basse che fanno sollevare dubbi sulla loro verdicità. È giustificabile trovare degli inquilini a reddito fisso. controllabile fino all'ultima lira, che protestano perchè hanno vicini di casa in condizioni economiche migliori che pagano un affitto minore solo perchè sono lavoratori autonomi e non hanno fatto una dichiarazione veritiera. Bisogna trovare una maniera per risolvere questo problema.
Per riassumere prima dell'indagine sui redditi bisogna risolvere questi tre punti: l'applicazione della delibera per quanto riguarda gli interventi manutentivi; la possibilità di migliorarla per quanto riguarda il procapite e l'indice di affollamento di cui si è parlato prima e la sistemazione definitiva dei lavoratori autonomi. Come è stato fatto, ad esempio, in Emilia Romagna classificandoli nelle fasce dirigenziali delle varie categorie. Questa è una questione da sistemare perchè si troverebbe a colpire ancora solo chi ha un reddito fisso.
Per quanto riguarda la gestione sociale del patrimonio vale lo stesso discorso: gli inquilini devono essere messi in grado di sapere, di comprendere e di rivendicare situazioni di giustizia per quanto riguarda ai servizi gestiti dallo IACP e, prima di ogni cosa, una giusta definizione del canone d'affitto.
(L.Z.)
MILANO 19 SCHEDE
Che cosa è la legge 513?
La legge 513 è uno stralcio della legge 1000 sul Piano decennale della casa che comprende un parziale intervento dello stato per la costruzione delle case pubbliche, una parte che riguarda l'applicazione dei canoni minimi d'affitto nell'edilizia pubblica condifferenzazioni di cifre secondo la localizzazione geografica (Sud-Nord del paese) dell'immobile. Una terza parte riguarda la regolamentazione dei riscatti
S.U.N.I.A. - Segreteria provinciale -
C.so di - Pta. Vittoria, 43 MILANO
Unione Inquilini di Milano e Provincia - Segreteria prov. - via De Amicis, 10 MILANO
S.I.C.E.T - Segreteria Provincialevia Tadino, 21 MILANO
Il Consigliere di zona Danilo Pasqualini, capo gruppo del P.C.I., respònsabile della Commissione Cultura Sport Tempo Libero e coordinatore del Dipartimento Gestioni Sociali della Zona 19, à stato colpito da un gravissimo lutto per la immatura scomparsa della moglie
MARISA
deceduta la sera del 23 novembre u.s. La redazione di Milano 19, in questo tristissimo momento, si associa al grande dolore dei consigliere Danilo Pasquini e delle giovani figlie Sara Ç Paola, cui si sente vicina, legata da sentimenti di umana solidarietà.

La poesia dialettale milanese al Circolo Trevisani Gli aumenti delle tariffe ATM
La sera dell'il Novembre si è svolta al circolo Trevisani la prima serata del ciclo dedicato alla poesia dialettale milanese. Questo primo incontro è stato con la peoesia di CARLO PORTA (nato nel 1775 e morto nèl 1821,) uno dei poeti più amati dai lombardi, le cui poesie sono state lette dal bravo Sandro Baini. Il futuro programma prevede inoltre incontri con la poesia di Carlo Maria Maggi poeta dialettale del 700, di Carlo Tenca, poeta contemporaneo, vissuto nella prima metà del 900, di Franco Loy, poeta dialettale vivente, che ha ultimamente pubblicato una raccolta di poesie presso Einaudi e che dovrebbe venire personalmente al Trevisani a leggerle.
Questa rassegna della poesia dialettale deriva da una scelta ben precisa, che non significa guardare ad essa come ad un sottoprodotto o ad una curiosità letteraria, ma al contrario, significa piena coscienza della sua grande importanza culturale. Nè la proposta del circolo Trevisani vuole essere solo una operazione di puro e semplice recupero o un chinarsi nostalgico su un qualcosa che come il dialetto, sembra ormai destinato a scomparire, ma vuole essere uno stimolo per sottolineare la necessità di mantenere vivo questo patrimonio, che è di tutta una comunità, stimolo tanto più necessario oggi, che la civiltà dei mas-media sembra fatalmente portare tutto, quindi anche la lingua, ad un appiattimento, che è mortificazione di una realtà profondamente radicata nella vita del popolo. La poesia dialettale non è un prodotto di rozzi poeti per un pubblico incolto
nonostante la discriminazione e la noncuranza che la critica ufficiale ha avuto per anni nei suoi riguardi, ma l'opera di intellettuali, colti al pari degli altri, che hanno capito quale eccezionale strumento linguistico sia il dialetto e quanto numerose siano le sue implicazioni sociale e politiche. E questo tentativo di Ignorare la poesia dialettale si spiega pobabiimente proprio col fatto che in essa c'è una grande carica di novità e di rottura, che spesso esce dagli schemi della cultura e della critica tradizionali e che esse non riescono a contenere e ad inquadrare. Per esempio, nel caso del Porta il dialetto, in quanto duttile strumento linguistico, è il mezzo più idoneo per trascrivere e far vivere sulla pagina tutta una folla di uomini anonimi come Giovanni Bongee, Marchion di gamb avert, Ninetta del Verzee, tanto per citare i più conosciuti, che altrimenti sarebbero rimasti ai margini della vita civile e dell'interesse dIai poeti ufficiali.
Personaggi anonimi, ma ricchi di una umanità talmente profonda ed articolata, che possono andare dal sotterfugio più meschino alla generosità più commovente, e testimoni di una condizione di sfruttamento e di sopruso, che è un filo rosso di congiungimento anche col presente.
"Una folla di figure — come scrive un critico — che trova finalmente in sè la forza di rompere una situazione di secolare soggezione e di proporsi ad una comprensiva fraterna.
Pina Corridoni
L'APE inaugura l'anno
sociale
Sabato 19.11.77 II Gruppo "Flor di Monte" dell'Auclazione Proletari Escursionisti, ha Inaugrato l'anno sociale 77-78 con una riuscita manifstazione presso il nuovo Salone Sociale dell'E.C.E.R. In via CECHOV 20.

Dopo una breve introduzione del suo presidente, Franco Francioll, è stato proiettato il film di montagna "Maslno primo amore" che fu 1 premio al Festival di Trenta.
Applauditissime dal folto pubblico presente (ragazze Å giovani In prevalenza) sono cosi sfilate via via le più belle e coloratlealme sequenze di scalate e vedute montane, musicate e commentate brillantemente.
Ricordiamo qui, oltre la Val Masino, le valli DI MEZZO, la Vai PORCELIZZO, la valle dell'Oro con le più conosciute cime come il Disgrazia, il Cengalo, il Pizzo Badile, li Pizzo Del Ferro ecc.
Alla conclusione, dopo uno squisito rinfresco con ottimo vinello (vinto dai sori dell'A.P.E. In una marciatoria a Muntalto Pavese) Å ricchi panini offerti a tutti, l dirigenti dell'A.P.E. hanno invitato i presenti ad una maggior partecipazione associativa ed alle Gite Sociali, ove ci si può iscrivere le sere del martedì e giovedì presso le sedi dl Via Chechov 20 e via Diomede 82.
Le prime gite sciistiche in programma:
7 Dicembre La Thulle (Aosta) — 18 Dicembre Conca DI Pila (Aosta).
Un intervento della cellula gallaratese di Avanguardia Operaia.
L'aumento delle tariffe ATM, entrato in vigore da alcune settimane, è stato ancora una volta deciso dall'alto seguendo lo stesso criterio delle giunte precedenti. Perchè forse si continua a creere che i cittadini non siano in grado di partecipare alle decisioni, visto che prima dell'aumento non è stato promosso alcun dibattito di massa. Ma noi, cittadini direttamente interessati, abbiamo ugualmente cercato di valutare se l'aumento sia giustificato o no.
Pur ritenendo indispensabile una critica complessiva dell'attuale amministrazione comunale, siamo però sicuri della validità di un intervento su questo argomento specifico. La giunta ha motivato il rialzo delle tariffe con vari argomenti, primo tra i quali la necessità di fermare il crescente deficit. L'accusa che noi muoviamo alla giunta è quella di aver seguito la stessa logica delle precedenti nel tamponare (lungi dal risolvere) i problemi della città. Le vere cause della crisi ATM vanno ricercate negli sprechi,. nei privilegi, nelle corruzioni che sono dentro l'ATM come strascico della trentennale amministrazione DC. Per risolvere la situazione è necessario quindi cambiare i criteri di gestione e servono inoltre finanziamenti adeguati senza colpire i ceti a minor reddito. Noi
ribadiamo che l'ATM è un servizio sociale e che come tale deve essere finanziato da tutti i cittadini, ognuno secondo le sue possibilità, cioè attraverso una corretta politica fiscale. Se le tasse che noi paghiamo restano a Roma bloccate dalla politica antipopolare del governo, anzichè essere destinate ai comuni e agli enti locali, è contro la DC e contro il governo che deve battersi la giunta invece di attaccare il già ridotto potere d'acquisto dei salari.
SPRECHI, PRIVILEGI, CORRUZIONI Riportiamo alcuni fatti denunciati dal mensile del CUB ATM "voce dell'ATM" nel dicembre 76: Metropolitana Linea I — II materiale fornito da una consociata FIAT è antiquato e tecnicameznte superato rispetto alla media europea. Una scelta più, aggiornata e meno compiacente avrebbe fatto risparmiare circa 400 milioni all'anno di manutenzione.
JUMBO TRAM: Il loro costo è andato via via aumentando rispetto a quello pattuito con la ditta costruttrice (GAI FIAT) anche per via del ritardo con cui sono stati consegnati.
AUTOBUS FIAT 421: L'ATM ne ha comperati 400 ben sapendo che sono autobus con consumo superiore ad altri uguali di prestazione e che in quanto a
rumorosità, inquinamento e confort sono di gran lunga peggiori della media europea. EMETTITRICI DI BIGLIETTI: I miliardi spesi per il loro acquisto e istallazione sono stati buttati visto che ora le macchinette giacciono nei magazzini. Questi "errori tecnici", non sono che alcuni esempi e per capire meglio basterà ricordare il caso di un dirigente ATM, che si è licenziato per passare ad una consociata Fiat con una liquidazione di 120 milioni.
A.O. (cellula Gallaratese) Pubblichiamo questo intervento coerentemente al concetto di apertura a cui si ispira il nostro giornale, sperando che dia seguito ad un dibattito fra i nostri lettori.
Jannotta, scultore anticonformista
Oggi, siamo in un tempo in cui il giudizio critico non è facile, tutto viene facilmente frantumato, anche dallo stesso giudizio. Quindi, desidero uscire da questo labirinto, dato che sono legato all'arte di Francesco Jannotta da amicizia, dovuta alla genuina semplicità, che ho trovato in questo scultore anticonformista. Guardando le sculture di Jannotta, si impara a conoscerle, a vederle crescere, a muoversi, perchè hanno un'anima come immagine nelle con: crete forme dei simboli stessi, essa è lì, libera con tutte le esperienze della vita, in ogni istante nuova, in ogni istante certa di sè e di tutto quello che noi possiamo dare ed avere con lei. Questo è il fascino della scultura che propone Jannotta, in mezzo alla confusione che continua a regnare nel campo dello "stile". Per dimostrare quanto ho detto, vi segnalo alcuni significativi risultati nelle opere di questo scultore, che sta camminando alla ricerca di uno spazio nella
scultura contemporanea
"LA MAMMA DI SEVESO" abbraccia il figlioletto inerte dalla diossina, 1976; "DON CHISCIOTTE" personaggio immortale, suscita sempre poesia, 1974; "LA COPPIA" raffigura una panchina dove i due si guardano e gli sguardi parlano
Tre anni di gestione sociale alla Colorni
I primi tre anni di gestione sociale alla Scuola Media E. Colorni si chiudono con un bilancio nettamente positivo. Il Consiglio d'Istituto è stato molto attivo e ha visto approvate e realizzate tutte le sue proposte grazie allo spirito di collaborazione della maggior parte degli insegnanti e del Preside.
Tra le molteplici iniziative realizzate riteniamo doveroso segnalarne alcune tra le più importanti. Da tre anni nella scuola si tengono i corsi delle 150 ORE ai quali partecipano circa 200 lavoratori.
Dal 1976, presso l'Istituto Sordomuti di piazza Arduino sono stati istituiti corsi di Scuola Media e la Colorni ne cura l'amministrazione e il funzionamento con insegnanti specializzati. L'obiettivo della Colorni, è quello di inserire nelle proprie classi gli allievi dell'Istituto e questa iniziativa ha trovato l'appoggio di mol
ti insegnanti democratici. Naturalmente si tratta di un progetto a lungo termine (circa tre anni) in quanto l'integrazione di questi ragazzi tra gli allievi della Colorni deve essere graduale per poter superare le non poche difficoltà. Comunque, questa importante operazione ha già avuto inizio con i corsi di educazione fisica tenuti nella palestra della scuola da insegnanti di ruolo della Colorni non specializzati. La partecipazione dei ragazzi dell'Istituto Sordomuti verrà estesa molto presto alle lezioni di Applicazioni Tecnologiche. Per gli alunni della Colorni molte iniziative sono state realizzate per integrare e completare le normali ore di lezione. I corsi di sostegno gratuiti vedono impegnati oltre 200 ragazzi. Le attività artistiche e sportive sono numerosissime: dai corsi per ceramisti a quelli di musica, di nuo-
to, pallavolo, pallacanestro e atletica.
Purtroppo, le piccole dimensioni della palestra (che già funziona dalle 8 e 30 alle 20) non consentono di ampliare le attività sportive gratuite. Ne occorrerebbe un'altra che potrebbe essere costruita nello spazio adiacente la Scuola (di proprietà dell'Ente Fiera) che attualmente viene utilizzato come posteggio auto durante le fiere.
Il Piano Regolatore vincola questo spazio alla costruzione di scuole ma l'Ente Fiera lo vorrà cedere? Come soluzione di ripiego si potrebbe utilizzare, per la costruzione della palestra, la via Città del Messico che è senza sbocco e non ha abitazioni. Attualmente questo spazio non può nemmeno essere utilizzato dai ragazzi del quartiere poichè è frequentato anche durante il giorno dalle "passeggiatrici".
Il Consiglio d'Istituto prevede di presentare al più presto al Comune uno o due progetti per la realizzazione della palestra.
Alla Colorni anche gli alunni propongono iniziative. Recentemente hanno proposto e ottenuto di invitare gli Inti III imai che interverranno eseguendo anche dei Murales nella Scuola.
In sostanza alla Colorni, grazie alla partecipazione attiva dei genitori e alla collaborazione di molti insegnanti e del Preside, si è potuto realizzare l'importante obiettivo di una Scuola democratica e veramente aperta alla partecipazione di tutti.
Non a caso questa Scuola è dedicata a Eugenio Colorni, martire della Resistenza fucilato a Roma dai nazifascisti.
Vittorio Zanchi
Genitore rappresentante di classe della Colorni
un linguaggio inconfondibile, 1977; "LA GIUSTIZIA" ove la bilancia pende sempre dalla stessa parte 1975, "I PATTiNATORI" racchiudono la forza e la grazia dei movimenti in un'armoniosa musica, 1977; e tante e tante altre sculture, richiamano il senso della vita materiale e spirituale. Con questo non v'è dubbio che Jannotta possiede nel fondo della sua natura, un'atto d'amore, per la vita e per l'arte che sa realizzare con sacrificio e umiltà.
Osan
Note bibliografiche: Francesco Jannotta nato in provincia di Cosenza a S. Vincenzo La Costa, ora vive e lavora a Milano. Ha esposto presso: la Galleria "Le Betulle"; nella "Biblioteca Comunale Pie Accursio"; al "Ridotto d'arte II Biscione"; nella "Galleria La Miniera di Melzo". Le sue opere si trovano presso collezionisti privati e in alcune gallerie. È stato premiato in numerosi concorsi in campo nazionale. Hanno parlato di lui le riviste "L'Elite, La Bitta, il Sig. Martucci edit. di Arte Cultura, Prof. Lambros Dose in Ciao Milan, Prof. Valerio critico d'arte, Dott. Luciano ADT pres. del Biscione.
NECROLOGIO
Sabato 12 novembre è improvvisamente scomparso il compagno socialista PUBLIO SIN I di 38 anni, lasciando nel più profondo dolore i suoi cari, gli amici ed i compagni tutti. Generoso e valido militante sindacale socialista, delegato del Consiglio di fabbrica dell'Alfa Romeo, membro del Coordinamento Nazionale del Gruppo e dell'esecutivo provinciale della UILM di Milano, ha lasciato un grande vuoto nel movimento operaio. Il quartiere Gallaratese lo ricorda per essere stato sempre in prima fila nelle battaglie per le conquiste sociali della Zona 19 e lo addita, attraverso questo figlio, come esempio e stimolo a tutti i cittadini democratici.
La redazione di Milano 19 partecipa al dolore per la perdita di Publio Sini.
Aggregazione: non soluzioni individuali
Pubblichiamo qui di seguito un ampio resoconto dell'in contro fra le forze politiche e sociali della zona e gli esercenti del S. Leonardo, di cui nel numero precedente, per ragioni di spazio, avevamo pubblicato solo una sintesi.
Mercoledì 19 ottobre otto dei tredici esercenti del centro commerciale del San Leonardo si sono incontrati con le forze sociali della zona per discutere dei problemi (cattiva manutenzione dei negozi, atti di teppismo di cui sono oggetto, ecc..) che impediscono loro di svolgere con tranquillità il proprio esercizio.
Dalla riunione svoltasi nella sede del circolo Trevisani, è stato promotore Milano 19, dopo che gli esercenti del San Leonardo, rappresentati dal signor Siviglia, gestore del bar, avevano scritto alla nostra redazione sollecitanto questo incontro. Milano 19 Ila così dato inizio, con questa riunione informale e non risolutiva, a un dibattito e ad una discussione che ha trovato vari punti del problema dell'ordine pubblico.
All'incontro erano presenti varie forze politiche e sociali della zona.
Purtroppo non sono stati invitati, per pura dimenticanza, le organizzazioni giovanili dei partiti, i pensionati, l'Unione Inquilini ecc. tuttavia poichè il dibattito non si è esaurito in questa riunione, si spera nella partecipazione di queste forze, nel prossimo seguito.
La riunione è iniziata con una breve introduzione del nostro redattore Pier Luigi Corbella, che ha posto l'accento soprattutto sulla funzione di Milano 19 come mezzo di più ampi dibattiti e discussioni e sul carattere informativo dell'incontro che non aveva altro scopo se non quello di permettere un primo chiarimento fra gli esercenti e le forze sociali della zona.
"Tuttavia, ha precisato Corbella, si potrebbe organizzare un incontro fra una delegazione del Consiglio di zona e una degli esercenti, con il commissario di P.S. e con il comando dei vigili urbani, per arrivare all'istituzione del vigile o del poliziotto di quartiere".
"Sarebbe inoltre necessario ha continuato — rilasciare l'esperienza, tipica dl nostro quartiere e positiva in altri, del comitato popolare, sempre in stretto rapporto con il consiglio di zona e con tutti i cittadini".
Il signor Siviglia ha poi illustrato le carenze del centro commerciale e gli atti di violenza (furti, atti di teppismo ecc...) che gli esercenti subiscono. Nella lettera inviataci aveva parlato di "carenze architettoniche, buffa edilizia, carenze sociali".
E queste sue espressioni hanno acquistato pieno significato, allorchè ha mostrato ai presenti un pezzo di porta, presumibilmente sfondata. Questo pezzo di porta, peraltro composta da due intercapedini, si presentava effettivamente sottile, poco resistente e presumere una porta inadeguata a proteggere le sigarette del monopolio di stato, e la droga della farmacia.
Pare inoltre che tutti gli esercenti abbiano subito un furto tanto da trovare difficoltà presso le assicurazioni.
"Noi stasera cosa chiediamo ha aggiunto il gestore del bar chiediamo che le strutture di questo centro commerciale vengano dal "padrone di casa", ridi-
mensionate. Chiediamo che ci sia più illuminazione perchè la sera si possa anche andare in giro. Altrimenti questo non è altro che un quartiere dormitorio come forse doveva essere secondo le intenzioni di chi l'ha progettato".
Gli altri esercenti hanno fatto eco al signor Siviglia precisando ulteriori aspetti negativi del quartiere, come i topi che portano il pericolo di malattie". Ieri sera hanno incendiato la pattumiera della Coop. ti cemento armato è spaccato in vari punti dei negozi nei quali entra l'acqua.
Le saracinesche non si chiudono perchè sono state manomesse" ha detto il signor Franciulli, parrucchiere.
Un po' di fantasia e distacco, il farmacista, che non abita in quartiere, ha affermato di non vedere provvedimenti validi per le carenze di fondo del quartiere "è questione di costumi — ha detto — !a luce potrà servire ma il quartiere è stato creato male".
Ghiringhelli dell'Unicoop Lombardia ha posto l'accento sulle affinità tra i vari quartieri periferici che spesso appaiono disgregati, unicamente "dormitori". Ha poi aggiunto che bisogna fare una distinzione tra delinquenza organizzata e teppismo. Riguardo a quest'ultima bisogna preoccuparsi di dare
Restelli ha allora spiegato che il consiglio di gestione IACP esiste proprio per questo: è un organismo politico e sociale che interviene ogni qualvolta l'amministratore non si assume le proprie responsabilità e non fa gli interventi manutentivi, inoltre tale consiglio controlla in che modo queste migliorie vengono fatte e con quale spesa.
"lo pregherei — ha poi aggiunto Restelli — chiunque abbia dei problemi con lo IACP di mandare una copia di qualsiasi corrispondenza indirizzata a questo, anche a noi del consiglio di gestione che è sito in via Newton 15 presso la terza sede IACP. Per qualsiasi problema inoltre si può telefonare in modo che anche gli organismi politici e sindacali che fanno parte di questo consiglio di gestione, possano operare in sostegno delle vostre richieste".
Zaccaria, segretario del consiglio di gestione IACP ha però tenuto a specificare che il proprietario del San Leonardo è il comune e non lo IACP.
Si è discusso poi sulla seconda parte del problema che affligge gli esercenti del San Leonardo: il teppismo.
Nativo del SUNIA, ha fatto notare quanto sia sbagliato far ricadere la colpa di certe azioni sempre sui giovani che oggi sono i primi ad essere indicati come "Incalliti malfattori".
allora distrugge qualcosa, continua cioè la morte. Questo può sembrare un discorso astratto, difficile, ma è l'unico che si può fare per capire le ragioni e il modo di collocarsi nella società dei ragazzi più emarginati.
C'è inoltre un modello della nostra società di cui i giovani hanno fatto le spese: è il modello della moto facile, della ragazza facile
Questi ragazzi sono il prodotto di una società costruita sul modello di chi arriva meglio, di chi si afferma di più, di chi ha più soldi, perchè i soldi sono il valore-base, nonostante che noi si viva in un paese sostanzialmente povero. Tutte queste contraddizioni le hanno subite i giovani, ed i più deboli reagiscono negativamente".
Naturalmente il cardine della risoluzione a questi problemi è stato visto nella partecipazione, nel coinvolgimento di un sempre maggior numero di persone vecchie e giovani nella vita del quartiere affinché ci sia un recupero dell'uso pubblico. E per far questo c'è bisogno di sedi adatte: scuole, bar, parrocchie, circoli e lo stesso consiglio di zona.
"Ma finché la gente esce solo quando c'è il motivo personale e non partecipa assiduamente, le questioni di fondo rimarranno insolute, e da esse continueranno a scaturire una serie di problemi di cui si lamenterà volta per volta chi ne viene colpito aa detto Zaccaria nel suo intervento.
"Rilanciando il comitato di quartiere che per noi nel '69 è stato un utile strumento di partecipazione — ha proposto Pasqualini — ed ha visto la collaborazione, oltre che delle forze politiche, anche del cittadino senza partito, quello "trasparente". 'Il comitato di quartiere oggi però non può più essere solo uno strumento di lotta ma deve essere uno strumento di aggregazione delle diverse realtà sociali che esistono in quartiere".

la casa albergo".
"Non si possono per il problema dell'ordine pubblico — ha fatto eco Chiovini presidente del circolo culturale Giulio Trevisani — ricercare soluzioni di tipo individualistico: "lo mi compro una pistola, io sono grande e grosso "ecc.. Dobbiamo invece costruire una solidarietà comune, evitare che la gente Timiti la propria vita alla casa al lavoro. Dobbiamo combattere il qualunquismo dilagante, questa tendenza a generalizzare, a dire che tutto è marcio, che tutti i giovani sono dei delinquenti potenziali e che uscendo di casa si può essere soggetti alla violenza. Certo esiste anche questo ma vi è contemporaneamente la possibilità di esprimere idee estremamente positive. Noi per es. siamo sempre impiegati ad organizzare dibattiti gite, incontri, partite, ascacchi, proiettiamo films ecc... La nostra non è una attività esclusivamente culturale e perciò ostica. Ci rendiamo però conto che se i nostri sforzi non si legano a quelli di altri gruppi, rischiano di approdare a ben poco e di essere rivolti alla solita ristretta cerchia di persone. Ecco allora la necessità che tutte le forze che operano nel sociale, che si pongono il problema di una maniera corretta. ihtelligente, seria, del tempo libero, si aggreghino tra di loro e ne risulti un programma comune. Di qui iniziativa potrebbero farsi promotori e coordinatori, il consiglio di zona e lo stesso Milano 19. Anche Martellosio della polisportiva DC, e Calerio, del consiglio di zona, hanno parlato della necessità di una maggiore partecipazione e coinvolgimento di un più largo strato di cittadini.
delle alternative ai giovani che spesso per noia bruciano i cestini dell'immondizia, tappano le serrature col bostickecc..., sfogando una esuberanza mal indirizzata. "È qui — ha continuato — che penso spetti la parola alle forze politiche della zona che devono preoccuparsi di comunicare, di entrare in contatto con questi giovani che non si riconoscono più in quei valori in cui noi abbiamo creduto persino troppo. Bisogna cercare di riprenderli senza fare del paternalismo".
La parola è spettata poi alle forze sociali.
Si è detto che le carenze di fondo del San Leonardo sono da imputarsi alla pessima iniziale progettazione e costruzione.
"Il fatto grave che è emerso stasera — ha detto Restelli del consiglio di gestione dello IACP — è che gli esercenti fanno notare al responsabile della zona certe situazioni e gli interventi non vengono fatti".
Anche Pasqualini, capogruppo del PCI, ha ricordato che il discorso della violenza fine a se stessa non è valido per tutti i giovani. Al teppismo arrivano i ragazzi deboli, quelli che hanno alle spalle un'esperienza familiare negativa o una famiglia troppo numerosa. E la scuola spesso è insufficiente come alternativa.
"lo ho sentito in quartiere ragazzi di 14 anni dire: "ma che vita che facciamo, ma cosa ci interessa?" Cosa c'è dietro questo "voler morire" dei Giovani? Certa letteratura per es., certe collane tipo "il pane e le rose" di cui fanno parte libri peraddetti ai lavori, che danno una visione negativa della vita e in mano ai nostri figli sono strumenti pericolosi.
Bisogna stare attenti a questo tipo di informazione.
Un ragazzo che si sente irrealizzato vuole morire, se vede che non muore si deve scatenare, si deve sfogare in qualche modo,
"Bisogna aprire le scuole — ha continuato — per renderle vive, centri di vita, centri culturali che siano il primo passo di una volontà di costruire spazi, luoghi, momenti d'incontro tali che ci permettono di recuperare il recuperabile anche in un quartiere come il nostro in cui la sera, dopo le sette e mezzo, non c'è più in giro nessuno".
De Cesare, del PSI, ora presidente del consiglio di zona, ha fatto poi notare che non si possono considerare questi problemi da un solo punto di vista, quello degli esercenti per es. Quella dell'ordine pubblico è infatti una questione di tutto il quartiere e della periferia di Milano.
"L'analisi sull'ordine pubblico — ha aggiunto — non può fermarsi al livello di questo incontro e neppure al livello del consiglio di zona. Bisogna coinvolgere in questi problemi anche quelle persone che hanno una visione individualistica della vita come per es. quelli che rifiutano
"Un sociologo sindacalista ha detto — ha continuato Martellosio — che si sono chiamati strati bassi a cogestire un potere che poi è gestito da altri. Da qui nasce la dilagante sfiducia nelle istituzioni. Spesso anche i giovani sono invitati a partecipare a decisioni già prese da altri. Non bisogna tuttavia rinunciare ad andare in giro, a parlare".
Probabilmente perchè il signor Siviglia aveva detto di avere comprato una pistola in quanto preferiva vedersi fare un processo che un funerale, Calerio ha detto "Comprare cani e fucili non serve. Ci si deve convincere che il problema dell'ordine pubblico non Io si risolve delegando alle forze dell'ordine che tra l'altro non godono della simpatia di tutti i cittadini".
"Il disinteresse della gente — ha continuato — va inquadrato nella crisi che viviamo che spinge tutti ad interessarsi più dell'andamento del paese che di quello della propria zona".
Ormai terminati gli interventi, Corbella ha ringraziato tutti coloro che avevano partecipato a questo dibattito, riaffermando che "Milano 19 è a disposizione di tutti e di tutte le forze, che ne hanno bisogno come momento aggregante".
- milano 19
NEL NOME DELLA MARCIA
Una grande vittoria d'equipe
180 giorni di preparazione atletica, 3650 chilometri di percorrenza, una preparazione alimentare composta da cibo energetico in pastiglie 20 giorni prima della gara per non affaticare stomaco, fegato e reni. Preparazione alimentare tre giorni prima della gara solo carboidrati per circa 4500 calorie giornaliere. Niente alcool, niente fumo. Astinenza per 7 giorni; nessuna attività lavorativa nè sportiva 2 giorni prima della prova. Nove ore di sonno per notte. Controllo medico ed analisi prima della prova. Queste le premesse della grande prova delle 24 ore di marcia portata a termine, ancora con la voglia di sorridere, da Osvaldo Biava che qui racconta per i lettori di "Milano 19" la sua impresa.
Ci si renda conto subito, a scanso s'equivoci, che certe prestazioni atletiche di alcuni livelli, vuoi per durata in ore, vuoi per velocità di tenuta, non si possono realizzare senza l'insostituibile apporto di una valida equipe di uomini, di amici, disposti a sacrificarsi in tutto e per tutto, nel nome soltanto dell'amicizia e dello Sport.
Se prendiamo come esempio la "24 ore" di Marcia continua e solitaria, tenuta sul campo sportivo XXV Aprile di Milano dall'atleta Osvaldo Biava, appartenente allo Sport Club Milan Marcia, ci si può immediatamente rendere conto, di come corrisponda a verità, quanto affermato.
Soltanto poche persone hanno potuto seguire l'intero evolversi della prestazione atletica, che ha avuto inizio alle 18,30 di venedì 28 ottobre, terminando alle 18,30 di sabato.
Queste persone sono state testimoni e protagoniste per 24 lunghe ore, di un impresa sportiva che ha richiesto un'efficienté preparazione atletica ed alimentare, ed una continua concentrazione sulla respirazione profonda e ritmata sul passo. L'essere rimasto lucido e con tutta la muscolatua rilassata, è stato dovuto essenzialmente alla capacità di introdurre maggior quantità di ossigeno nell'unità di tempo, affinchè il sangue lo trasportasse ai muscoli, dando maggiori contrazioni e quindi più energia, ed alla capacità di espellere la massima quantità di anidride carbonica ed evitare la formazione dell'acido lattico nei muscoli.
Questa prova è stata voluta dall'interessato, dopo analisi cliniche e controlli medici eseguiti al Centro Regionale di Medicina dello Sport della Lombardia, .che ne hanno accertato rido'neità a sostenere uno sforzo fisi-
co di lunga durata, al fine di stabilire un parametro di resistenza organica e psichica, utile anche a quanti dopo di lui, vorranno cimentarsi in questa prova, per superare il record in chilometraggio. Già alcuni marciatori di buon livello, hanno espresso il desiderio di tentare al più presto, e conoscendoli, è certo il loro successo.
Così, come è stata importante e risolutiva l'assoluta dedizione dell'equipe sportiva ed amica, nell'entourage del marciatore che gli ha prestato la necessaria assistenza per tutte le 24 ore; altrettanto incisiva e corroborante è stata la presenza del pubblico che da sabato pomeriggio è andato infittendosi sempre più, sino a raggiungere in prossimità dell'ora d'arrivo, il numero di circa 500 persone.
Per chi come noi della Marcia non è abituato ad avere tanti spettatori, 500 persone che incitano l'atleta per nome, applaudendolo e sostenendolo con tanto calore umano, possono farci sentire compresi e sostenendolo con tanto calore umano, possono farci sentire compresi e forse anche per un solo momento, anche importanti. Invece la manifestazione atletica della 24 ore di Marcia che si è svolta al campo XXV Aprile, deve avere un unico e solo epilogo: tutto nel nome della Marcia e solo per essa. Il personaggio quando c'è, può essere un atleta qualunque, non fa nessuna differenza per il pubblico, e durante le 24 ore di Marcia continua, tre soli sono stati i veri grandi protagonisti: l'assistenza che l'atleta ha ricevuto dai suoi amici marciatori e dai suoi fratelli, il numeroso e competente pubblico, e la Marcia Atletica Italiana. Il successo dell'atletica, costruito anche nell'aver saputo superare quattro crisi durante le
Polisportiva Notiziario S. Leonardo G. 2
Il 12 Novembre u.s. presso la sede della Polisportiva S. Leonardo G2, si sono riunite ben 28 Società del settore giovanile di Milano e Provincia, per mettere le basi alla 4° edizione del Tor-
Trasmettiamo risultato e programmi del mese di dicembre.
24 ore e di aver saputo dosare le forze per non giungere distrutto al traguardo, è stato il risultato di questi tre componenti che hanno contribuito, unitamente ad una meticolosa preparazione, a rendere possibile uina prova tanto impegnativa.
Ancora una volta è stato dimostrato come il pluralismo bene articolato e coordinato, anche nell'ambito dello sport, possa dare notevoli risultati; tenuto conto di certi limiti; e come l'individualismo ed il pressapochismo, escano dal confronto diretto con l'altro, addirittura frantumati, sgretolati, polverizzati.
Il personaggio, quando c'è, va collocato in una sua precisa dimensione, da dove non deve uscire con i caratteri personali alterati, al fine di stupire una piccola o grande parte di pubblico. Che un uomo-atleta sia magari impegnato anche in opere sociali od abbia interessi culturali particolari, non devono incidere minimamente sul giudizio che la gente deve dare, dopo iI compimento di un gesto atletico. Eventualmente se ne potrà discutere in altre sedi ma cercando sempre di non sfiorare l'esibizionismo.
Quindi sabato sera, gli spettatori hanno applaudito ciò che il pluralismo svolto in nome dell'amicizia e dello Sport della Marcia ha prodotto: hanno cioè applaudito il risultato di un intenso sforzo comune, sostenuto anche con il sorriso sulle labbra.
La vicenda della 24 ore di Marcia solitaria in pista, che si è conclusa compiendo 419 giri per un totale di 167 Km 738m e 10 cm alla media oraria di Km 6,989 è sorta su ispirazione di Enzo Zacchetti, capo riconosciuto degli amatori di Marcia Atletica. La 24 ore è stata condotta a termine con il suo aiuto ed anche a suo nome.
Osvaldo Biavaneo "Anni Verdi", tale torneo, che avrà inizio nel mese di gennaio 1978 ed avrà la durata di circa 2 mesi, è riservato ai ragazzi dai 9 ai 12 anni, ed è a carattere olimpico, senza ne vinti, ne vincitori, unico premio, che si differenzia da quello di partecipazione, è la Coppa Disciplina che andrà a premiare oltre che il comportamento dei piccoli atleti, anche i dirigenti delle Società.
ll Torneo Anni Verdi, che inizialmente coinvolgeva 4 Società, nel giro di 3 anni è arrivato alla partecipazione di Ben 28 Società, con Tre categorie di ragazzi, per ognuna Esordientidebuttanti - pulcini.
Basti dire che nel periodo in cui si giocherà il torneo saranno impegnati oltre 1.500 ragazzi per ogni sabato, va inoltre considerato, che l'organizzazione, la giustizia sportiva, l'assegnazione dei campi, l'arbitraggio; è tutto gestito dalle Società partecipanti.
Auguriamoci che il tempo sia clemente e premi cosi la buona volontà ed i sacrifici che tanti padri di famiglia, compiono per aiutare figli ed anche i non propri, ad una attività sana e socialmente educativa.
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Verranno organizzate manifestazioni promozionali all'aperto nel quartiere, libere a tutti, incollaborazione con le scuole.
Girone "C"
Gior. Data Cat. Squadre R isul.
A quando la discussione sulle nuove attrezzature?
In due precedenti articoli pubblicati su Milano 19 abbiamo visto quali sono le attrezzature sportive che esistono nella zona e quali sono le carenze di impianti non soltanto per far calare un po' la pancetta, come si è voluto scherzosamente indicare, ma ancora più nella convinzione della necessità di invementare lo sport inteso come momento complementare della formazione del citadino. Come parte essenziale della sua educazione. Da ciò scaturisce la necessità di mettere tutti i cittadini nella condizione di accedervi indipendentemente dall'età, dal sesso, dal censo e dalle potenzialità innate.
Questo è il fine che c i si deve proporre, ma ovviamente perchè anche lo sport possa diventare un fatto di massa è necessario ricercare strumenti di promozione e di informazione che coinvolgono partiti, organizzazioni sociali, i sindacati, gli organi collegiali della scuola, i circoli giovanili, i circoli culturali, gli operatori del settore, le società sportive.
La Zona 19 è quella che vede concentrarsi il maggior numero clí impianti per lo "sport spettacolo" di tutta l'area metropolitana milanese e forse dell'Italia settentrionale non ci si deve illudere circa le possibilità degli abitanti della zona di avere a disposizione spazi ed attrezzature, ne professionistiche, ne semiprofessionistiche. La carenza di attrezzature di questo tipo è notevole, mentre sono presenti attrezzature private non accessibili a tutti sia per il costo, sia per statuto.
Il problema prioritario che si pone è quindi quello di realizzare nuove attrezzature sportive pubbliche nella zona e di come gestirle. Ossia il problema non è soltanto di realizzare un centro sportivo per permettere alle società sportive di svolgere la loro attività (giusto diritto che deve essere garantito), ma di chiedere a tali società di fare un salto di qualità nel quartiere, nella zona, nella città e contribuire, assieme all'ente locale ed alla scuola (momento basilare e determinante per la formazione del cittadino), a sviluppare la pratica sportiva come momento educativo. Allora avremo la possibilità di agire su due livelli: primo sport come educazione; se-
condo sport uguale a vivere insieme.
In quest'ottica la Commissione Cultura Sport Tempo Libero della Zona 19 ha elaborato una proposta per la costruzione di un centro sportivo polifunzionale da realizzare nell'area compresa tra via Cilea, l'abitato di Trenno ed il Parco Urbano Ovest, vincolata dalla variante del P.R.G. per il quartiere Gallaratese a verde attrezzato e servizi per lo sport e la ricreazione.
La scelta dell'area è stata fatta non già per privilegiare il Gallaratese rispetto ad altri quartieri della zona, ma partendo da criteri di accessibilità, di unitarietà dell'intervento e di una continuità con altri sistemi pubblici e di uso pubblico, di economicità dell'area secondo la destinazione della stessa. Il progetto prevede 4 campi di football regolare, Un campo di football a sei, una pista regolare di atletica, 4 campi di bocce, 2 campi di tennis, una piscina scoperta di 50 metri per 25, una pista di schettinaggio con spalti e giardini, un campo di atletica regolare, una campo di baseball e/o softball, 2 campi da pallacanestro e/o pallavolo, 2 aree per campi giochi ed il recupero della Cascina dei Bissi da adibire a direzione, con annessi una sezione staccata di medicina dello sport dell'Università degli Studi di Milano ed un centro di ristoro. Inoltre sono ovviamente previsti tribunette, spogliatoi, servizi e parcheggi, il tutto per un costo complessivo preventivato all'epoca (autunno 1976) di un miliardo e cento milioni di lire, che aumentato del trenta per cento, per adeguarlo ai prezzi di oggi, non raggiungerebbe il miliardo e mezzo. Costo non eccessivo, dato la complessità dell'impianto, per la cui copertura si potrebbe anche far ricorso alla legge n. 382, che delega poteri finanziari dallo Stato alle Regioni.
Capitoli particolarmente interessanti della proposta della commissione sono quelli relativi alla costruzione ed alla gestione del complesso.
Postasi la domanda su chi debbano essere i costruttori la commissione si mostra convinta che, aprendo un vasto dibattito si possano aggregare attorno all'idea del centro sportivo ed al
suo progetto molti giovani, e non solo loro, che potrebbero dedicare parte del loro tempo alla costruzione degli impianti. Studenti, lavoratori nel loro tempo libero potrebbero, dopo averlo disusso in Consiglio di Zona, partecipare alla realizzazione del progetto, lavorando per se stessi e per quei giovani che verranno dopo di loro. Questo dovrebbe essere il primo passo anche per la gestione degli impianti sapranno sicuramente difenderlo da tentativi di speculazione e gestirlo in modo democratico assieme al Consiglio di Zona e questo potrebbe essere un contributo alla soluzione del problema dell'occupazione.
A questo punto vien da porsi una domanda: perché questa proposta presentata una prima volta al Consiglio di Zona 19 nell'ottobre 1976 e poi ripresentata ancora un paio di volte non è stata discussa? Perché con una motivazione o con l'atra la discussione è sempre stata rinviata?

Per avere maggiori ragguagli intorno alla proposta, nel tentativo anche di scoprirne eventuali carenze che ne potrebbero aver fatto rinviare la discussione ci siamo rivolti al responsabile della Commissione Cultura Sport Tempo Libero della Zona 19, consigliere Danilo Pasquini, ora anche coordinatore del dipartimento Gestioni Sociali (servizi alle persone, sport, cultura servizi sociali e scolastici e sociosanitari), il quale ci ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
Domanda: La proposta è rivolta a tutti i cittadini od in primo luogo alle società sportive. Quali sarebbero i vantaggi e quali gli svantaggi che ne trarrebbero?
Risposta: La proposta non è soltanto rivolta alle società sportive di base, che ne sono in fondo le prime ad averne bisogno. Basti pensare che al centro del quartiere Gallaratese, lungo la spina centrale, ci sono due campi di football provvisori utilizzati da società sportive. In attuazione del piano particolareggiato in applicazione del P.P.A. in luogo dovranno sorgere edifici contenenti i famosi servizi per cui il quartiere ha lottato. Questi edifici non si comincerà a costruirli domani, ma tra 6 o 7 mesi sicuramente. Bisognerà che per
qualla data queste società sportive trovino un'altra sistemazione, che però non sia casuale — si legga ad ognuno il suo pezzo di terra e buona notte — ma secondo quanto elaborato in questo ultimo anno dalla Commissione Cultura Sport Tempo Libero, contenuto in un progetto organico come quello posto. Il quale avrebbe il pregio del non frazionamento del suolo pubblico e dell'unitarietà dei servizi igienici e logistici (fognature, acqua, parcheggi, ecc.) e quindi rappresenterebbe sicuramente un notevole risparmio.
Domanda: Cosa ne pensa, ad esempio, di interventi come quello di via Falk?
Risposta: Interventi a nostro avviso sbagliati, perchè in contrasto con il piano particolareggiato, come quello di via Falk troverebbero una soluzione più appropriata nel progetto esposto.
Domanda: Il progetto, in pratica, oltre che una proposta di realizzazione di impianti sporivi contiehe una proposta politica. Quale a suo parere è la più importante?
Risposta: E la proposta politica che ci sembra la più importante da sottolineare. Senza parlare di "città dello sport", ma consapevoli tutti, operatori pubblici e privati, che lo sport ha un grande valore sociale, si potrebbe sin dal primo colpo di piccone iniziare a rendere concreti sia una politica di sport di massa, sia una gestione di contenuti e di cose (proposta politica ed impianti) relativi alla vita sportiva di base. Un servizio che insieme il pubblico ed il privato possono offrire alla società civile, in primo luogo alla scuola, fatte salve
ed interpretate in senso non restrittivo le circolari dei provveditori agli studi. Pensiamo che la collaborazione tra ente locale privati e scuola sia possibile anche in base alla recente legge 517 e arrivare così (ma in parte possono già bastare le attuali strutture, (palestre scolastiche, i pochi campi che esistono ed anche i prati) a garantire 4 ore di attività sportiva alla settimana a tutti i giovani della zona.
Domanda: E dove pensa di poter reperire gli istruttori? Quale deve essere la loro formazione di base?
Risposta: In merito alla formazione degli istruttori devono cadere le prevenzioni ed i pregiudizi tra pubblico e privato e tra i vari enti che si occupano di questo. Le riserve disponibili già oggi sono molte (INSEF, enti di promozione sportiva, insegnanti di Educazione Fisica, Centro Milanese per lo Sport e la Ricreazione, clubs privati) e quindi forse già sufficienti se ben coordinate. Castro non ha forse mandato gli studenti4,3 fare le campagne di alfabetizzazione? E allora è possibile anche fare una campagna di "cultura e alfabetizzazione dello sport".
Nel congedarci Pasquini ha aggiunto: "I tempi non dipendono soltanto dalle proposte e dalle nostra volontà, ma soprattutto da quanti vorranno, credendo in questo discorso, collaborare, organizzarsi, portare idee e volontà di lotta, senza ritornare sui propri interessi particolari".
A noi non resta a questo punto che porre una domanda al Consiglio di Zona 19 "A quando la discussione?"
LEGENDA
Campo di football con pista regolare di atletica, tribunetta con sottostanti spogliatoi
Cascina dei Bissi
Campi di bocce
Campi da tennis
Piscina olimpionica scoperta
mt. 50x25
Pista di Schettinaggio mt. 30x20 con
spalti e giardini sia all'interno, sia all'esterno
Campi da footbal regolari
Campo di atletica regolare
Aree destinate a campi giochi
Campo da basebell e da softball
Campo da football a sei
Campi da pallacanestro
e/o pallavolo
pag. 16 - radano 19
Fermi tutti: è una rapina
Quelli che non credono ai ladri.
È mezzanotte circa e nel bar di via Appennini tutto va bene, o quasi. Una trentina di clienti gioca a carte. Qualcuno, con qualche bicchierino di più in corpo, tenta di alzar la voce ma è subito zittito dagli altri. II padrone si può finalmente concedere un po' di riposo: una sigaretta e quattro chiacchere.
D'un tratto: "State calmi: questa è vna rapina!".
I tre giovani avanzano, armi in pugno, ,nervosi, un po' incerti.
I clienti smettono di giocare e guardano stupiti.
Ecco è il momento: due giovani, muniti di sacchetti di plastica, girano fra i tavoli cercando di estorcere ai presenti più soldi che possono. Il terzo va dietro il banco, spara due colpi intimidatori per aria, e poi cerca la cassa.
"Non ci sono soldi in cassa"
La voce, diffidente, è del padrone.
II giovane si gira e dà una spinta al gestore che istintivamente reagisce e riesce a bloccare la mano con la pistola.
Gli altri due giovani nel frattempo sono intenti a derubare i clienti e non s'accorgono di nulla.
Il barista viene aiutato a tener fermo il giovane. Partono altri due colpi di pistola verso il sof-
fitto.
I due giovani si voltano, vedono il compagno bloccato e scappano con i pochi soldi racimolati.
Il loro compagno intanto si divincola e picchia la testa contro il bancone. Gli altri due complici, visto che non esce, sparano ancora alcuni colpi alle vetrine e si dileguano.
I clienti allora si danno a picchiare il giovane rimasto. Questo (19 anni) riporta varie fratture, e deve essere ricoverato al Niguarda. "Bisognava dargliene di più — dice ora un pensionato — I delinquenti così non basta arrestarli: escono di prigione facilmente come vi entrano".
Si vorrebbe chiedere a quest'uomo: E Seveso? E Sindona?
La Loocked e Kappler?
Il presidente della LA ROCHE continua a vivere tranquillo e rispettatd come prima non ci si è mai sognati di metterlo in carcere o di mandarlo in vacanza a Seveso. suoi miliardi sono stati rubati a centinaia di lavoratori per giunta "diossinati", che avrebbero avuto il diritto di vivere meglio, ma nessuno gliene fa una colpa.
Sindona vive in America e i protagonisti dello scandalo Loocked sono protetti dall'insabbiamento dell'inchiesta.
ll giovane rapinatore preso e malmenato nel bar, pare avesse dei precedenti penali. Nessuno vuole dire che fosse un agnellino e che bisogna fare del pietismo sulla sua sorte.
Ma in una società, gestita dagli adulti, capace solo di creare crimini di pace, corruzione e disoccupazione, è giusto stupirsi e vendicarsi oltre misura di un giovane divenuto delinquente?
Ora questo ragazzo verrà messo in un carcere in cui gli sarà insegnata altra violenza, e da cui, è umano, cercherà solo di fuggire.
Se vi riuscirà non avrà altro scampo che vendicarsi contro la società, distruggendo pian piano anche se stesso: la sua ritenuta inutile e diprezzata vita.
Patrizia Romano
Ogni martedì ore 21,15
La comunità di S. Ilario, Via Omodeo 20, si raduna per meditare sulla Parola di Dio.
teatro uomo cooperativa a r.l. 20147 milano - via gulli 9 telefono 4080208/4047135
dal 6. Dic. al 18 Dic
Franziska
di F. Wedekind Coop. La Fabbrica dell'AttoreRegia G. Nanni
sal 3 Gen. al 15 Gen.
Ivan Vassilievic
di M. Bulgakov Coop. Teatro Uomo - Regia L. Puggelli
dal 16 Gen. al 29 Gen.
Mi riunisco in assemblea di U. Simonetta e L. Cerini, con Livia Cerini
dal 7 Feb. al 19 Feb.
Proust, di Giuliano Vasilicò Compagnia e Regia di Giuliano Vasilicò
dal 21 Feb. al 5 Mar.
L'uomo difficile, di H Hoffmansthal Compagnia Associati ERTRegia di Sergio Fantoni
dal 7 Mar. al 23 Mar.
Rita da Cascia, di Paolo Poli e Rita Omboni Compagnia e Regia di Paolo Poli
dal 29 Mar. al 2 Apr.
Don Giovanni e Faust, di Grabbe Gruppo Teatro Popolare - Regia di Marco Parodi
ATTENZIONE: Siccome sono possibili alcune variazioni sulle date di debutto di alcune Compagnie, il pubblico è cortesemente pregato di accertarsi via via attraverso la stampa, o telefonando in Teatro. Prezzi scontati per gli abitanti delle Zone 17-18-19
Calendario attività del mese di dicembre
1 giovedì
Pallavolo - Palestra Cappelli Sforza ore 20.15 Ombre 77 - Junior
2 venerdì
PCI - Sez. Ragionieri - Via Appennini, 41 ore 21 Assemblea pubblica sulla politica amministrativa del PCI al Comune di Milano.
3 sabato
Pallavolo a Cinisello Balsamo ore 18 Cinisello - Ombra 77
4 domenica
PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 10 Assemblea pubblica sullb "Amministrazione Comunale".
Circolo Giulio Trevisani ore 15.30 Conoscere Milano - Visita guidata a San Fedele in collaborazione con E.P.T. I.S.A.L. ritrovo ore 15 davanti al circolo. ore 21 Incontro e dibattito coh Umberto Fiori degli Stormi Six presso il salone dell'E.C.E.R. Via Cechov, 20.
Polisportiva Gallaratese 1987 L Via Appennini, 41 Chiusura iscrizioni per la gita a Gressoney che si svolgerà dal 7 all'i 1 dicembre.

Calcio ore 10.45 Terza categoria: Libertas Gallaratese - Esselunga. Campo Madonnina. ore 9 Under: Libertas Gallaratese - Bresso Nuova. Campo Madonnina.
Cat. Giovaniss.: Giorgiò Cò - S. Leonardo
Cat. Mini All.: Scarioni S. Leonardo
Cat. Allievi B: S. Leonardo - Certosa Mil.
Cat. Under 20: S. Leonardo - A.I.C.S. Olmi
5 lunedì
PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 21 Corso per formazione dirigenti di Sezione.
6 martedì
Consiglio di Zona 19 ore 21 Ordine del Giorno: Ordine democratico - Occupazione giovanile - Gestioni Sociali - Eventuali licenze edilizie - Eventuali pareri CommissioniVarie.
PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 21 Corso per formazione dirigenti di sezione
7 mercoledì
Polisportiva Gallaratese 1967 - Via Appennini, 41 ore 15.30 Partenza per la gita a Gressoney daRa sede della società.
9 venerdì
Circolo Giulio Trevisani - Via Appennini, 41 ore 20 Una serata al Piccolo Teatro con il Circolo Trevisani: "Re Lear" di W. Shakespeare (per informazioni e prenotazioni rivolgersi al Circolo ogni sera dalle ore 21 alle 23).
10 sabato
Circolo Giulio Trevisani - Via Appennini, 41 ore 14.45 Impariamo il Ping-Pong - Incontro dimostrazione con Giuseppe Monti, campione italian,o di doppio, presso il salone E.C.E.R. - Via Cechov, 20.
Calcio Cat. Cadetti - Corsico B S. Leonardo.
11 domenica
Circolo Giulio Trevisani - Via Appennini, 41 ore 15.30 Conoscere Milano: Visita guidata a Santa Maria del Carmine in collaborazione con E.P.T. E.S.A.L., ritrovo davanti al Circolo alle ore 15.00.
Calcio ore 14.30 Terza Cat.: Ardens Sedriano - Libertas Gallaratese. Campo Com. Sedriano.ore 9 Under: Bovisa - Libertas Gallaratese. Campo Garibaldina.
Cat. Giovaniss.: S. Leonardo - La Comina
Cat. Allievi B: La Benvenuta - S. Leonardo
Cat. Under 20: DD.SS. Giorgio - S. Leonardo
12 lunedì
PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 21 Corso: Progetto a medio termine.
13 martedì
PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 21 Corso: Progetto a medio termine.
16 venerdì
Consiglio di Zona 19 ore 21 Ordine del Giorno: Bilancio Sociale di ZonaEventuali licenze edilizie - Eventuali p9reri Commissioni - Varie.
PCI - Sez. Ragionieri - Via Appennini, 41 ore 21 Assemblea generale degli iscritti su "L'informazione ed i mezzi di informazione della Zona 19"
PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 21 Attivo sui risultati delle elezioni per i Distretti Scolastici.
18 domenica
Circolo Giulio Trevisani - Via Appennini, 41 dalle ore 10 alle ore 20 Mostra del Libro per Ragazzi e .del Gioco Didattico Educativo - Cosa regalare per Natale ai nostri figli - Presso la sede del Circolo. PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 10 Assemblea sul Progetto a medio termine.
21 mercoledì
PCI - Sez. Ragionieri - Via Appennini, 41 Assemblea pubblica sulla applicazione della Legge 382. PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 21 Iniziativa culturale del PCI nel quartiere.
31 sabato
PCI - Sez. Bottini - Via Monreale, 19 ore 22 Festa di fine d'Anno
"milano 19" - mensile di informazione, politica e cultura della zona 19 della città di Milano - Sede della redazione: Circolo Giulio Trevisani, via Appennini, 41 - tel. 3539458 - Redazione: Alessandro Cappelletto, Adalberto Crippa, Alfonso Darè, Enzo Gallina, Luigi Gnemmi, Giampiero Pagetti, Patrizia Romano, Luciano Zagato. Proprietà Circolo Trevisani - Numero unico in attesa di autorizzazione - Stampa e impaginazione: Coop. "Il Guado"Robecchetto con Induno (Mi) - tel. 0331/881475.