PERIODICO DELLA ZONA 4 / mensile nlaw anno ventiduesimo - numero tre - aprile 1979
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LEGGERE COSTA DI PIlf
Da alcune settimane il diritto all'informazione costa di più; infatti i quotidiani sono aumentati, come tutti sanno, ed ora bisogna pagare 250 lire per ottenere il giornale. Il nuovo prezzo è stato determinato dall'aumento del costo della carta, il cui mercato è monopolizzato in Italia (al 90%) dalle Cartiere Fabbri che determinano così inappellabilmente i costi dell'informazione stampata, a scapito dell'editoria democratica; tutto questo non può certo essere considerato positivamente, soprattutto in base al fatto che l'Italia è, in Europa occidentale, il paese dove si leggono meno quotidiani e sicuramente questo aumento non contribuirà ad una maggiore diffusione della carta stampata.
Noi pensiamo che l'informazione debba essere veramente a portata di tutti e purtroppo sappiamo che vi saranno diverse persone che dovranno rinunciare a comprare il quotidiano anche perchè queste 50 lire rappresenteranno a fine mese una ulteriore voce in più sul bilancio che non sarà possibile affrontare.
Purtroppo comunque gli aumenti esistono e tutti ce ne rendiamo conto: i costi della carta sono reali e con essi anche "Il Dialogo" si deve scontrare e tenerne conto.
Noi abbiamo voluto mantenere inalterate le quote d'abbonamento per non far gravare anche il nostro giornale maggiormente sulle finanze della popolazione e di questo la gente ce ne ha dato atto contribuendo in modo massiccio alla campagna abbonamenti. Vorremmo però che le persone che ancora non l'avessero fatto contribuissero a mantenere in vita il nostro giornale.
SCOPPIA IL PROBLEMA DELLA CASA
intervista al presidente IACP
NuccioAbbondanza
Il problema della casa è ormai sulla bocca di tutti.
A Roma il Pretore Paone applica i sigilli a oltre 500 alloggi sfitti di proprietà di alcune grandi immobiliari e li mette a disposizione del Sindaco perchè li assegni ai senza tetto. A Milano non si trova un appartamento da affittare nemmeno a pagarlo a peso d'oro. I giovani, quando si sposano, debbono ripiegare sulla coabitazione con i genitori se vogliono "mettere su casa".
Case nuove non ne vengono costruite e l'edilizia è in una crisi profonda.
Il problema sta diventando rovente. Ma gli Enti pubblici come possono invervenire? Quali sono i loro rapporti con l'inquilinato? Che problemi esistono all'interno delle case popolari della nostra zona?
Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande a NUCCIO ABBONDANZA Presidente, da soli tre mesi, dell'Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Milano (IACP), uno dei più grossi istituti pubblici che costruiscono ed amministrano il "bene" casa.
D. Signor Presidente, ci vuole sintetizzare qual'è la politica dell'IACP, anche alla luce dei recenti fatti che !nteressano il problema della casa?
R. È una domanda molto pertinente da parte di un giornale di quartiere che so letto e seguito, dal momento che lo IACP è oggi indubbiamente uno degli strumenti fondamentali per la politica della casa in generale e per l'edilizia popolare in particolare. La domanda è anche tempestiva in quanto è in discussione in queste settimane una legge che dovrebbe delineare il ruolo degli Istituti per le case popolari. C'è chi punta ad uno svuotamento degli IACP portando le decisioni ad un livello centralizzato. Penso che se non si sta più che attenti si rischia di "buttare via assieme all'acqua sporca, anche il bambino". Debbo dire che in questi tre mesi, da quando cioè ho assunto la carica di Presidente dello IACP, ho avuto modo di constatare come il patrimonio professionale e tecnico dell'Istituto debba continuare ad essere investito non fosse altro perchè gli Istituti Case popolari sono gli unici strumenti in mano pubblica per incidere seriamente nello scottante problema della casa.
Difatti per la fine del 1979 inizio dell'80 prevediamo la realizzazione di 3.000 alloggi ed altri 3.000 verranno pronti per il 1982. È fuori di dubbio che la politica generale della casa, vecchia ormai di oltre trent'anni, necessita di una revisione: bisogna infatti superare la visione assistenzialistica, spesso clientelare, dove il concetto era quello che bisognava fare le case per i poveri, per gli operai che avevano l'unico desiderio di un posto dove dormire dopo il lavoro. Si è anche arrivati a "chiudere un occhio" verso chi non pagava l'affitto in modo che l'inquilino poi chiudesse anche lui un occhio o tutti e due, per non vedere quali erano le cose che gli spettavano e nessuno gli dava, come ad esempio i servizi essenziali, la manutenzione necessaria e via dicendo. Tutto questo deve finire. La casa è un diritto ed i lavoratori debbono pretendere che il diritto venga rispettato; debbono pretendere che gli investimenti vengano fatti, siano democraticamente controllati e le case costruite. La casa deve tornare ad essere il luogo dove si vive, il quartiere dove si fa anche vita comunitaria, dove ci si conosce, dove si usano insieme le strutture pubbliche, gli asili, i centri sociali. Da questo deve discendere un processo di riforma dello IACP.
La cura non può essere, a mio avviso, che quella di un forte decentramento dell'Istituto, che è il più grande d'Europa e che con la,sua macchina amministra 130.000 alloggi con una popolazione di 600.000 abitanti.
Non è più pensabile che tutto avvenga nel "fortilizio' di viale Romagna. L'unica strada da percorrere è quella di andare avanti verso un effettivo e sostanziale decentramento.
Un buon passo è stato fatto con la creazione delle cinque zone di decentramento, attualmente in fase di avvio, che devono ora essere rafforzate sul piano tecnico, amministrativo, degli interventi, per creare nel territorio validi interlocutori per l'inquinato e per le sue esigenze. Questi momenti di decentramento debbono essere più credibili per gli inquilini al fine di farne dei punti di vera partecipazione dei cittadini alla gestione delle case. Questo è il primo passo verso l'autodeterminazione e l'autogestione. C'è qualcuno, di parte politica un po' sospetta, che vorrebbe accelerare al massimo questo processo, il che fa pensare più che ad una vera e propria autogestione ad un tentativo di scaricare sulla testa della gente una mole di problemi in modo da soffocare il tutto. Il processo deve avvenire per gradi ed in stretta collaborazione con tutti gli organismi presenti
sul territorio, quali i Consigli di zona, i sindacati degli inquilini, i comitati di quartiere, le commissioni di gestione democratica dell'Istituto, ecc.
Questa per grosse linee la strada da percorrere per fare dell'IACP il vero strumento della mano pubblica per costruire ed amministrare il "bene" casa.
Esiste però un problema: il padrone di casa in generale è odiato, soprattutto in Italia; quando poi il padrone di casa ha la faccia dell'ente pubblico è ancora più odiato perchè purtroppo gli italiani sono stati abituati dalla mano pubblica più a prendere schiaffi che ad essere sorretti e aiutati. Si deve quindi fare strada una mano pubblica mutata; perciò io credo che siano giuste le battaglie anche verso lo IACP in modo che lo incalzino a fare presto questo processo di rinnovamento.
Tutto questo dovrebbe entro breve fare in modo che i rapporti con l'inquilinato rientrino nei termini di una reciproca fiducia e collaborazione per arrivare a momenti più avanzati e più moderni di gestione del patrimonio pubblico.
D. Vediamo ora di entrare un po' più nei problemi che interessano da vicino l'inquilinato. Lei sa che negli stabili IACP della nostra zona, costruiti tutti prima del 1940, è in atto la ristrutturazione del servizio di portierato che ha visto la chiusura di ben 10 portinerie lasciando gli stabili abbandonati. Inoltre pulitori e sorveglianti sono come gli UFO, qualcuno li vede, ma poi spariscono. Cosa sta facendo lo IACP?
R. Vorrei per entrare nel merito dei problemi tecnici chiedeva la collaborazione del Geom. Tiziano BADONE, responsabile della 5a zona del decentramento IACP ed insieme rispondere ,alle vostre domande.
L'Istituto sta rivedendo il piano di ristrutturazione di servizio di custodia per quei quartieri di tipo "chiuso" come quelli della zona 4. La portiera si è dimostrata insostituibile nei quartieri di vecchia costruzione. Entro breve il Consiglio di Amministrazione prenderà una decisione, la tendenza però è quella di ripristinare il servizio. Gli alloggi e le guardiole dovranno essere resi ancora disponibili.
Anche i servizi di pulizia e sorveglianza sono all'esame per un controllo da parte dei responsabili di zona e dei rappresentanti all'interno delle Commissioni zonali. In alcuni casi si sono verisegue a pag.4
Erano 12 anni che aspettavamo
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Pag. 2 Gli anziani 3 Ma quando spostano laSO.VE.CO. ? YY 7 Criminalità in aumento 10 Tempo pieno alla «Colletta»
QUESTO NUMERO
Finalmente sistemata Piazza Imperatore Tito e Via Pistrucci. La popolazione della zona attendeva dal 1967, da quando fu demolita la vecchia Cascina Bellinzarda per far posto alle case.
Storia dì una battaglia Iproblemi della nostra società.:
Tutto cominciò nel 1971 quando un gruppo di lettori del nostro giornale ci inviò una protesta firmata da 30 cittadini della zona.
Si denunciava lo stato di abbandono in cui veniva lasciata l'area vicina a P.le Cuoco delimitata dalle vie Monte Cimone, Bonfadini, Varsavia.
A quella lettera altre ne seguirono, i lettori telefonavano, venivano in redazione, fermavano "quelli del Dialogo" per strada.
La protesta diventava sempre più grossa. Il problema di quell'area, l'unica rimasta libera in zona - tanti anni fa c'era la Cascina Besana, ora demolita - e preservata dalla speculazione, veniva associato a quello della sosta inoperosa degli autotreni che stazionavano (e purtroppo stazionano ancora!) nelle vie e nelle piazze del quartiere.
Il Dialogo, come era suo dovere, riportava con puntualità e precisione sulle sue colonne le giuste proteste della popolazione, documentandole con fotografie, dati statistici ed altro.
La popolazione chiedeva però qualcosa d'altro: chiedeva aiuto per organizzare la protes ta.
Il nostro giornale si fece promotore allora di un Comitato di cittadini che seguissero da vicino il problema. Come prima azione il gruppo stese, con la fattiva collaborazione di alcuni architetti, un progetto per la sistemazione a verde attrezzato di quell'area. Il progetto venne chiamato, non a caso, "VERDE VIVO".
Seguirono momenti di grande mobilitazione, assemblee, dibattiti, riunioni, delegazioni di cittadini a Palazzo Marino, azioni per sensibilizzare il Consiglio di Zona, ecc.
Fu sventato - con una pronta e dettagliata informazione della popolazione dalle pagine del giornale - il tentativo di un "gruppo di privati cittadini" di acquisire l'area per farne un "club privato" con tennis, piscina, bar, ristorante, ecc.
Per aver denunciato il fatto, Il Dialogo venne "inquisito" dal Consiglio di zona che costituì addirittura una "commissione d'inchiesta". Il tutto, come era ovvio, finì in una bolla di sapone. L'area però restò al quartiere ed "il gruppo di privati cittadini" abbandonò il campo. In quell'occasione Il Dialogo intitolò "il Verde Vivo si tinge di giallo".
Ma non ci si fermò qui.
Quel tentativo speculativo fece subito comprendere una cosa fondamentale: fin che l'area restava inutilizzata, l'immondizia l'avrebbe fatta da padrona e qualche "privato cittadino" con la scusa di "bonificarla" avrebbe potuto farsela propria.
Si pretese allora qualche campo sportivo. In quel periodo però, gli amministratori pubblici erano molto sensibili "al privato"!
Si ottenne così solamente un piccolo campo di calcio, ma i giovani si rifiutavano di fare dello sport in mezzo agli scarichi abusivi ed alle cassette dell'ortomercato che ogni giorno venivano incendiate. I campi, e la fetta di terreno che li ospitava, degradavano giorno dopo giorno. Il Comitato accusò il colpo. Non c'era niente da fare. Il Comune era insensibile.
L'occasione venne con l'esperienza che Teatro Quartiere stava realizzando in altre zone.
Alcuni redattori de II Dialogo la seguirono al Gallaratese ed al Chiesa Rossa e subito capirono che se il tendone del TQ fosse arrivato per qualche anno sull'area del Verde Vivo sempre più gente avrebbe, oltre alla esperienza culturale e teatrale, "preso coscienza" dello stato dell'area. Si iniziò la battaglia ed il TQ venne.
Assieme alla crescita culturale che il fatto teatrale cominciava a dare, nella popolazione cresceva anche il senso civico. L'area veniva finalmente usata. Cominciarono anche le prime feste popolari, giochi sportivi, tornei tra le scuole elementari.
La pressione della popolazione continuava ad aumentare.
Il giornale e la Cooperativa IL DIALOGO informazione e cultura, ripresero la vecchia tradizione della Festa di Calvairate, che era andata ormai in disuso. Un sempre crescente numero di persone frequentava il Teatro Quartiere ed usava l'area.
Migliori condizioni politiche si creavano anche a Palazzo Marino. Gli amministratori erano più sensibili ai problemi pubblici ed a quelli delle zone.
Con il tempo la popolazione si rendeva conto della sua forza e dell'esattezza delle sue richieste: assieme al bisogno del verde emergeva, giorno dopo giorno, la necessità di un luogo di aggregazione dove i cittadini potessero ritrovarsi, organizzare le loro iniziative, divertirsi, crescere culturalmente, ricostruire il tessuto sociale della zona.
Lo trovarono nel TQ, che divenne sempre più una struttura polivalente inserita in un area polivalente.
Ora la battaglia sta per essere completamente vinta.
Nuovi campi sportivi vengono realizzati, poi un percorso "intelligente" per i bambini che possano così apprendere giocando, aree e panchine per il riposo, percorsi per fare qualche corsa salutare, il verde a disposizione di tutti, una recinzione per proteggere l'area ed in mezzo a tutto questo il "capannone" del TQ dove organizzare attività culturali e ricreative.
Ma la cosa più importante è data dal fatto che la popolazione della zona usa, ormai giornalmente, quest'area che è stata faticosamente voluta e difesa.
Ora è necessario che quanto è stato fatto non venga distrutto.
Il senso civico ed il modo democratico con i quali la battaglia è stata condotta in tutti questi anni, battaglia che ha fatto crescere - senza traumi - un po' tutta la popolazione della zona, siano alla base dell'utilizzo di quanto conquistato.
Debbono ora essere gli stessi cittadini che utilizzano l'area a tutelarla in modo che si crei un "codice di comportamento", non scritto ma vissuto ogni giorno, per tutti i fruitori del "Verde Vivo".
Il Dialogo, che per tanti anni ha condotto in prima linea una battaglia che molti credevano perduta in partenza, ringrazia tutti i suoi lettori per l'aiuto, la partecipazione e la solidarietà dimostrata.
Una battaglia è stata vinta, non ancora la guerra!!
C'è ancora molto da fare: su quell'area è necessaria una regolamentazione per l'uso dei campi, è necessario ottenere i cestini per l'immondizia, ci vogliono alcuni campi per il gioco delle bocce, va recuperata alla zona la Cascina Colombé di sopra, bisogna premere perchè entro breve il primo tratto di via Bonfadini venga chiuso al traffico, bisogna trovare un posto dove far sostare gli autotreni. fl successo sino ad ora ottenuto ci deve essere di sprone e deve spingerci a fare meglio e di più perchè l'area del "Verde Vivo", con la presenza costante e continua della popolazione, diventi il luogo di incontro dei cittadini della zona 4.
Il Dialogo, con il vostro insostituibile aiuto, è pronto nuovamente per portare avanti la battaglia.
GLI ANZIANI
Milano, o meglio la popolazione di Milano, invecchia; a prima vista questa affermazione può suonare un po' assurda in quanto non siamo abituati a considerare le città come organismi viventi, che in quanto tali hanno una giovinezza, una età matura ed infine la vecchiaia. In realtà sia le città considerate nel complesso dei fattori che la compongono, sia la loro popolazione in particolare, assumono diverse dimensioni e caratteristiche a seconda delle diverse epoche storiche, dei diversi avvenimenti, delle influenze di tipo più diverso. Anche Milano non sfugge a questi mutamenti: dopo la seconda guerra mondiale ha attraversato una fase di veloce e spesso incontrollata espansione, in conseguenza della immigrazione di centinaia di migliaia di persone dalle province vicine e dalle regioni specie dell'Italia meridionale. Gli immigrati sono solitamente gente giovane, arrivano soli e formano una famiglia nel nuovo luogo di residenza o arrivano sposati da poco in cerca di lavoro; in ogni caso questo inserimento di nuove persone provoca un'abbassamento dell'età media della popolazione e alti indici di natalità (numero di nati ogni anno calcolati ogni 1000 abitanti). Oggi queste correnti migratorie sono ferme, in particolare per il ristagno della situazione economica che non crea più nuovi posti di lavoro e così la dimensione della popolazione tende a rimanere stabile o addirittura a diminuire. Altra conseguenza di questa situazione 'di stallo' è l'aumento della età media della popolazione, per la diminuzione dei matrimoni e delle nascite che non compensa più il progressivo invecchiamento della popolazione rimanente. Alcuni dati recentemente pubblicati dal quotidiano l'Unità ci danno le cifre di questo fenomeno sia a livello cittadino che a livello di zona: nel 1971 gli anziani (persone sopra i 65 anni di età) a Milano erano 337.849 (pari al 19,55 della popolazione totale), nel 1974 erano saliti a 361.502 (21,27%) e nel 1977 ammonta-
vano a 371.449 (22,22).
Come si vede si è trattato di un aumento continuo sia in percentuale sia in numero assoluto; anche la nostra zona ha rispecchiato questo andamento: 23.437 (23,71%) nel 1971, 24.670 (25,74%) nel 1974, 23.031 (26,70%) nel 1977. È interessante notare come nei nostri quartieri il numero totale di anziani sia oggi circa lo stesso di 8 anni fa, mentre è molto aumentata la loro percentuale sul totale della popolazione (quasi il 3% in più). Abbiamo scritto queste cifre, un po' aride, per inquadrare nella sua dimensione un problema grave della nostra società, su cui vorremmo sensibilizzare il maggior numero possibile di persone: le difficili condizioni di vita degli anziani, che la società non deve dimenticare, come spesso purtroppo accade. I problemi maggiori riguardano: il livello troppo basso di molte pensioni, la scarsità ed inefficienza delle strutture sociali e sanitarie, l'emarginazione e la solitudine, il problema degli alloggi. Ricordiamo che molte di queste persone vivano sole (nella nostra zona il 20,2% pari a 7670 anziani), spesso nelle case più vecchie e fatiscenti; che secondo stime attendibili di questi 23.000 cittadini almeno il 1O% abbisognano di cure continuate per le precarie condizioni di salute; che in tutta Milano sono circa 100.000 gli anziani per i quali va cercata una soluzione abitativa in condizioni adatte.
È nostra intenzione ritornare su questo argomento nei prossimi numeri del giornale, riportando altri dati e notizie più apporfondite, ospitando la voce di cittadini interessati a queste problematiche; per questa ragione invitiamo gli anziani della zona 4 a scriverci o a comunicarci in altro modo per iniziare un dibattito ed eventualmente prendere iniziative concrete. Ricordiamo anche che il Comune di Milano ha in cantiere inchieste ed iniziative su questi temi e quindi il momento è particolarmente adatto per far sentire la propria voce.
Gigi Bianchi
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Comune e studenti dell'Hajech decoreranno il TQ
Il 1979 è l'Anno internazionale del bambino. L'ONU, che lo ha voluto celebrare per ricordare a tutti noi quanto poco spazio abbiano i più piccoli in questa nostra società mondiale, ha sollecitato l'Associazione dei Sindaci delle grandi città del mondo, af f inchè le amministrazioni locali ponessero mano alla realizzazione di strutture atte a consentire la riappropriazione di spazi all'interno delle città, per giochi che oltre ad essere ricreativi, si allaccino anche ad elementi di vita reale.
L'amministrazione comunale della nostra città, per celebrare l'anno internazionale del bambino, ha ritenuto opportuno di destinare in molte zone prive o scarsamente dotate di strutture valide, aree sulle quali appunto realizzare percorsi-gioco.
Per la nostra zona, il Consiglio di zona incaricò i coordinatori delle commissioni Cultura e Sport-tempo libero, di seguire il problema e indicare le aree dove fosse possibile realizzare i progetti. Si è ritenuto di dover indicare come la più adatta e utilizzabile l'area di via Monte Cimone-Bonfadini-Varsavia, che già è interessata, per buona parte della superficie, da lavori di sistemazione a verde con attrezzature sportive e che già era un punto di riferimento per i cittadini, dovuto alla presenza della struttura di Teatro Quartiere, alla Festa di Calvairate che lì si svolgerà quest'anno per la terza volta, poteva con un ulteriore intervento dedicato al gioco dei bambini essere risanata completamente e diventare veramente quel "verde vivo" per il quale "Il Dialogo", i cittadini e poi anche il Consiglio di zona hanno condotto e finalmente vinto una annosa battaglia.
Si è già detto su questo giornale nel numero di marzo in che cosa consista questo ulteriore intervento che è in corso di avanzata realizzazione, tramite il Centro Milanese per lo Sport e la Ricreazione, sulla restante superficie che
sarà consegnata all'uso della zona entro la prima quindicina di aprile, salvo ritardi dovuti a cattivo tempo.
Nell'ambito di questa scelta relativa all'area e alla sua definitiva sistemazione, si poneva come necessità, anche un abbellimento della struttura che conosciuta dai cittadini con la dizione di Teatro Quartiere, vorremmo diventasse più nota in futuro come Centro polivalente di zona, per attività diversificate.
Per decorare l'esterno della struttura si è chiesta la collaborazione di alcuni insegnanti e di allievi del Liceo Artistico di via Hajech.
Su precisa delibera del Consiglio di istituto e dopo opportuni accordi presi con il Centro Milanese Sport e Ricreazione gli allievi hanno elaborato una serie di progetti di "visualizzazione" tra i quali, dopo serio esame, è stato scelto quello da rendere esecutivo.
A seguirne la realizzazione saranno ancora studenti ed insegnanti dello stesso liceo, che sono già impegnati in tal senso e che hanno chiesto la collaborazione dei cittadini della zona.
Il complesso lavoro di ricerca prodotto, peraltro di ottima qualità, sarà oggetto di una mostra che verrà allestita al Centro polivalente di zona, non appena questo sarà pronto per la riapertura, che dovrà avvenire in tempi ravvicinati.
È stata quella di cui sopra una precisa scelta volta a promuovere quei rapporti sempre auspicati, ma scarsamente perseguiti, di coinvolgimento della scuola nel territorio. Sembra, a conclusione, di poter sottolineare che, quando ci si muove con la volontà di fare e ci si muove bene, le difficoltà ad operare con concretezza che spesso inceppano le ruote del Consiglio di zona, possono essere agevolmente rimosse e ottenere così risultati apprezzabili e che saranno, ce lo auguriamo, ancor più apprezzati dai cittadini.
Velio PiccioniConsigliere di zona del PSI
In data 23.1.1979 la SO.VE.CO ha presentato alla Ripartizione Edilizia Privata richiesta di concessione per opere edilizie consistenti nell'ampliamento del capannone sito tra la via Bonfadini e la via Varsavia nei pressi
della ferrovia e sull'area dell'Ortomercato dove in un prossimo futuro dovrebbe sorgere la città annonaria.
In questo capannone, attualmente inutilizzato, troveranno posto i nuovi uffici della SO.VE.CO disclocati ora in via Cadore 14, sulla cui area (come il nostro giornale ha illustrato nei numeri precedenti) è già stata approvata la realizzazione di una nuova scuola media.
È questo l'ultimo passo di una vicenda che si trascina ormai da alcuni anni.
Infatti, proprio tre anni fa, e precisamente 1'11.5.76 ci fu la prima decisione di trasferire gli uffici della SO.VE.CO (che lo ricordiamo è la Società delle Vendite Controllate) da via Cadore sull'area del macello pubblico di via Lombroso, dove avrebbe dovuto trovare posto anche il mercato dei fiori.
La decisione sembrava essere definitiva, quando interveniva il PIO (Piano inquadramento Operativo) con il quale si decideva di intervenire su tutta l'area dei mercati generali realizzando appunto la fu-
di via Bonfaldini dove sorgeranno i nuovi uffici della SO.VE.CO. precisando che per attrezzare lo stesso saranno necessari 300.000.000 di lire.
Impossibile prevedere quando questo trasferimento possa diventare operativo dato che si è ancora in attesa di una risposta in merito alla richiesta di concessione presentata alla Ripartizione Edilizia, anche se è improbabile che ciò possa avvenire a breve scadenza.
Comunque il nodo principale di tutto il problema riguarda la scuola media di via Cadore. Infatti fino a quando la SO.VE.CO. non si trasferirà sull'area di Via Bonfadini, i lavori per la realizzazione della scuola media non potranno naturalmente avere inizio.
Sabato 10 marzo, presso la sezione Morandi del P.S.I. di viale Molise 47, si è riunito un nutrito gruppo di lavoratori dell'Ortomercato, del Macello comunale e del Mercato avicolo che ha dato vita al Nucleo Aziendale Socialista (N.A.S.) Mercati Generali, al quale hanno aderito e potranno aderire iscritti e simpatizzanti del P.S.I.
Questo gruppo di lavoratori si è fissato come obiettivo di essere il punto di riferimento per tutti quei lavoratori che nel prossimo futuro intendano dare la loro adesione al N.A.S. L'intenzione è anche quella di non essere esclusivamente un punto di riferimento politico, ma anche una entità operativa che vuol portare a conoscenza di tutti i cittadini i problemi della distribuzione dei prodotti alimentari.
St R A SLÙ StAúiiiit9 L1101 oRu cappotto 1500 impermeabile 1800 abito uomo 1500 abito donna 1000 giacca 750 pantalone 750 gonna 6001800 camicetta 700 golf 500 giacca a vento 1000 coperta una piazza 2000 coperta due piazze 2500 PIAZZA IMP. TITO 8 o ang. oltrocchi MA QUANDO SPOSTANO LA SO.VE.CO.? Costituito il N.A.S. Mercati Generali
dialogo 3 V Ä v r 1979 ANNO INTERNAZIONALE DEL BAMBINO
Massimo Gallo
I lavori di realizzazione dei percorsi-gioco sull'area del «Verde Vivo» nel la- tura città annonaria. lo verso Via Bonladini.
Ma torniamo al capannone
spaziocasa
SONO NOVE LE PORTINERIE INCUSTODITE-PROTESTE NELLE CASE POPOLARI
In questi ultimi mesi la redazione de II Dialogo è continua meta di inquilini che protestano per la progressiva abolizione del servizio di portineria negli stabili dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari.
Difatti, mano a mano che le portiere vanno in pensione o lasciano il servizio, non vengono sostituite e le portinerie sono chiuse o destinate ad altri usi. La posta viene distribuita da incaricati dell'Istituto, le pulizie dei cortili e delle scale eseguite da pulitori.
Nessuno è presente negli stabili in modo continuativo, le informazioni debbono essere assunte in luoghi "centralizzati", magari distanti due o tre stabili, dove dovrebbe trovarsi il "sorvegliante".
E intanto i cortili si sono trasformati in vere e proprie "corti dei miracoli": in ogni ora del giorno e della notte entrano automezzi che caricano e scaricano di tutto, i tentativi di furto in solai e cantine non si contano più, nessuna disciplina viene fatta rispettare nei cortili, le parti comuni sono lasciate in stato di abbandono, le lampadine sulle scale e negli atri che si sono fulminate aspettano da mesi d'essere sostituite; telegrammi, raccomandate ed
espressi non vengono più recapitati dalla posta in quanto i fattorini non trovano chi possa dare loro le indicazioni per reperire l'inquilino.
Sulla fondatezza dei motivi che hanno spinto alla progressiva abolizione del servizio di portineria sono state dette e scritte milioni di parole. Su alcune, come ad esempio la necessità che una categoria di lavoratori - i portieririentrassero in norme e disposizioni più "umane", tutti concordano e ritengono esatta la posizione delle organizzazioni sindacali che si sono battute con il massimo del rigore per vedere attuate le loro idee.
Quello che lascia perplessi e meravigliati è che lo stesso rigore non è stato applicato quando si è trattato di pretendere che lo I.A.C.P. nel momento stesso in cui aboliva il servizio di portineria, mettesse in atto quegli accorgimenti che il piano di ristrutturazione del servizio di portineria prevedeva. Un esempio per tutti: in nessuno degli stabili della nostra zona dove il servizio di portierato è soppresso sono stati installati i citofoni che permettono di comunicare con l'esterno e l'apertura elettrica delle porte delle scale (in alcuni casi non esistono
segue dalla f IACP
ficate vistose lacune e si sta cercando di intervenire con decisione presso gli addetti per ovviare agli inconvenienti riscontrati.
D. La manutenzione degli stabili e degli spazi verdi è "vistosamente" inesistente. Cosa fa lo IACP?
R. Il servizio di manutenzione del verde è stato temporaneamente sospeso, riprenderà con il mese di aprile e si cercherà di dare un migliore assetto ai giardini.
Purtroppo bisogna che qui richiami anche gli inquilini, soprattutto i più piccoli, ad un maggior rispetto delle piante e degli spazi verdi. Il degrado è molte volte causato da atti che rasentano il vandalismo.
neppure le porte sulle scale).
Come mai la "categoria degli inquilini" non ha potuto far valere le proprie ragioni?
Come mai continuano ad essere disattese le più elementari esigenze degli abitanti delle case popolari? A chi imputare queste trascuratezze?
Negli stabili della zona 4 è in atto un grosso piano di manutenzione ordinaria che interessa le facciate degli stabili interni di via Etruschi 6 e 4 Molise 5 e 17. Sarà ultimato entro il luglio. Sono previsti anche interventi sostitutivi delle grondaie, dei pluviali, il rifacimento dei tetti ed altre opere minori.
D. Lei sa che il servizio centralizzato dei bagni di via Etruschi 519 è da anni chiuso. Il servizio era stato conquistato dagli inquilini dopo una lunga battaglia. Ora per lavarsi gli inquilini hanno dovuto rispolverare la tinozza. Come si pensa di ovviare all'inconveniente?
R. Mi rendo perfettamente conto del disagio che travaglia l'inquilinato, specialmente gli anziani.
Il problema è ancora aperto. Sono state indette le gare di appalto per la gestione a prezzi contenuti del servizio bagni di via Etruschi. A giorni si saprà quando il servizio verrà riaperto.
D. Il nostro è un quartiere abitato da inquilini con tanta "anzianità di servizio". La morosità colpevole non sembra essere un fenomeno di massa. Come pensa che l'IACP possa risolvere questo problema che crea confronti ed attriti tra gli stessi inquilini, oltre che un notevole danno all'Istituto?
R. Si, nella vostra zona il fenomeno non è dei più vistosi. lo sono convinto che la protesta del non pagamento dell'affitto, sia una lotta sbagliata e che la morosità è comunque colpevole. Essendo poi un dirigente del movimento operaio, ho sempre saputo che l'operaio quando lotta per le sue rivendicazioni, trova la busta paga decurtata, mentre la morosità produce risparmi ingiustificati. Possono esserci stati dei momenti di esasperazione, ma questi non giustificano la "morosità furba". Verso questa ci muoveremo in modo esemplare e senza tentennamenti in modo da ridare fiducia agli inquilini corretti e rigorosi.
UN OCCHIO ALL:EMERGENZA
Una delegazione di 30 inquilini della Zona 4 è andata a manifestare a Roma il 10 marzo con il treno speciale del SUNIA di Milano, che ha portato dalla città e dalla provincia 800 persone.
Un piccolo ma determinante contributo è stato dato quindi dagli inquilini della zona alla riuscita di quella grossa manifestazione che ha visto sfilare con gli striscioni e i cartelli, che rivendicavano soluzioni incisive ai drammatici problemi dell'emergenza abitativa, 20.000 inquilini e rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle forze politiche e di numerosi Comuni di Italia.
Con questa manifestazione siamo riusciti a mettere in evidenza nell'opinione pubblica e tra !e forze politiche parlamentari il problema delle migliaia di sfratti, che possono essere eseguiti da un mese all'altro, e la necessità di modificare la legge di Equo Canone in quei punti che oggi sono usati dalle proprietà per ricattare ed evitare il rispetto dei diritti acquisiti dagli inquilini.
Per il 31 marzo il Parlamento dovrà approvare o modificare il decreto del Governo di proroga degli sfratti, decreto che si può definire di nonproroga. Ora le forze politiche che si definiscono democratiche hanno avuto dalla manifestazione un valido punto di forza per la battaglia parlamentare per la modifica del decreto "beffa" del governo, ma dure sono le resistenze dei settori moderati e conservatori del Parlamento. In questo contesto il sequestro di appartamenti sfitti, pri-
ma a Messina e poi a Roma, da parte di due pretori e l'assegnazione ai Sindaci degli alloggi perché li affittino ad equo canone agli sfrattati, sono stati, possiamo dire, un tuono all'interno di un temporale che si stava facendo minaccioso.
Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, domenica 18 marzo; ha richiamato la gravità del problema casa in Italia e la necessità di impedire le manovre speculative che non permettono di garantire una casa tranquilla e decente alle famiglie.
Le Associazioni della grande proprietà edilizia (non sono certo i piccoli proprietari che regolano il mercato edilizio!), chiuse nella difesa di interessi privati e sorde ai bisogni sociali, rispondono alle nostre manifestazioni e ai provvedimenti dei pretori, dichiarandosi vittime di un attacco alle "loro libertà" di azione, e motivano lo sfitto dicendo che l'Equo Canone è un "calmiere dei prezzi" insopportabile, che si vende o si affitta ad uso ufficio per riguadagnare quella remunerazione tolta dalla legge.
Il SUNIA ha recentemente dimostrato con dati alla mano che la nuova legge è sufficientemente remunerativa per chi ha mantenuto le case in buone condizioni: non remunera certo la speculazione e i proprietari parassiti.
Lo scontro in atto è quindi su un nodo di fondo: sul ruolo più o meno sociale, sancito dalla Costituzione, che la proprietà privata deve svolgere nel Paese; sulla scelta tra il li-
Anche qui è assolutamente necessario che il nuovo presidente dello I.A.C.P. Nuccio Abbondanza, da poco insediaÉ tosi nella carica, affronti di petto questa situazione senza aver paura di ritornare sulle vecchie decisioni, in attesa che il piano di ristrutturazione delle portinerie possa essere applicato nella sua intierezza: per agevolare la categoria dei portieri in primo luogo, ma senza scapitare la categoria degli inquilini e senza arrecare danno al patrimonio comune che sono gli stabili popolari. A tal proposito possono essere rassicuranti le dichiarazioni che il Presidente dello I.A.C.P. ha rilasciato nel corso dell'intervista pubblicata su questo numero de II Dialogo. L'inquilinato purtroppo è abituato a non vedere realizzato quanto viene promesso. Bisognerà che gli stessi abitanti le case popolari vigilino perchè il problema si risolva in breve tempo. bero mercato delle abitazioni e una economia capace dí garantire la casa compatibilmente con le capacità economiche delle famiglie lavoratrici.
Guardando alla nostra zona, come si pongono questi problemi?
Nella Commissione Casa del Consiglio di Zona 4 giacciono decine e decine di domande di edilizia pubblica, motivate o dagli sfratti o dalle condizioni abitative malsane e precarie.
Vi sono sfratti per necessità del proprietario, spesso frutto di vendite frazionate del passato, vi sono sfratti per disdette passate del contratto, vi sono sfratti per morosità. Molti di questi sfratti pongono tra l'altro il problema della permanenza in zona di ceti popolari a basso reddito.
Questa è l'emergenza!
Ora questi sfratti possono benissimo in parte rientrare qualora l'urgente necessità non si verifichi, si ripristini il contratto di locazione a regime di Equo Canone, sia sanata la morosità. Per quegli sfratti invece che per urgente necessità del proprietario non possono essere rimandati, si tratta di ottenere la disponibilità di alloggi sfitti presenti nella zona di proprietà private ed anche, in certa misura, gli alloggi di Enti Pubblici e Parapubblici (Enti Previdenziali, Assicurazioni, IACPM).
La soluzione delle tensioni causate dall'emergenza può permettere l'avvio di un giusto ed efficace rilancio dell'edilizia in zona, che significa so-
prattutto risanamento delíe case vecchie e degradate. Un piano di risanamento capace di prevedere sia l'intervento diretto del Comune, come già è stato programmato (casa parcheggio, lotti da espropriare), sia l'intervento delle risorse private attraverso l'edilizia convenzionata e l'edilizia delle Cooperative. Un piano così articolato potrà permettere la permanenza al massimo possibile di tutti i ceti a diverso livello di reddito in zona.
Ma non bastano leggi più efficaci per risolvere l'emergenza e le leggi approvate per rilanciare l'edilizia nel Paese, nella città e nella Zona.
Le istituzioni, a partire dai Consigli di Zona, devono dotarsi di strumenti efficaci per affrontare un programma per l'emergenza capace di ancorarsi ai programmi di risanamento e di nuova edilizia nelle zone, in rapporto con l'operatore comunale, i proprietari privati e le cooperative.
Per fare ciò, non solo la Commissione casa, ma soprattutto il Consiglio di Zona devono assumere la responsabilità di praticare, richiedendo gli strumenti necessari, una analisi precisa del fabbisogno abitativo e del patrimonio edilizio.
Da questa analisi possono svilupparsi rapporti costruttivi con il Comune e con le proprietà private, innanzi tutto con le grosse proprietà.
Sono necessarie quindi:
Una anagrafe del fabbisogno abitativo in zona capace di definire i termini dell'emergenza abitativa, partendo dalle domande presenti nella
Commissione Casa: sfratti per necessità del proprietario, sfratti per disdetta, sfratti per morosità, vendite frazionate (potenziali situazioni di sfratto) situazioni abitative malsane e di sovraffollamento, situazioni reddituali a partire dai dati dell'Equo Canone.
Una anagrafe del patrimo-
nio edilizio, utilizzando anche il lavoro già fatto da organizzazioni sociali presenti ìn zona, per definire: lo sfitto presente in zona sia nelle case private come nella case pubbliche, le situazioni di degrado e le priorità di risanamento, il grado di utilizzo del patrimonio abitativo.
Su queste basi potrà svilupparsi un lavoro necessariamente coordinato tra Commissione Casa e Commissione Urbanistica del Consiglio di Zona, capace di dare un contributo costruttivo alla soluzione dei problemi ancora aperti dell'emergenza e per rilanciare l'attività edilizia in Zona.
Daniele Piergiorgio Responsabile del SUNIA della Zona Molise
Esigeva il sottobanco: condannato
Per affittare un appartamento di viale Puglie 23 il proprietario, Fabrizio Aurelio Capsoni responsabile della Immobiliare Turna, pretendeva il versamento di 7 milioni e 200 mila lire in aggiunta di una pigione ufficiale di un milione e 700 mila lire.
Di tutta la vicenda i nostri lettori erano stati informati con un breve articolo pubblicato sul numero di dicembre de IL DIALOGO.
Ora la quarta sezione del Tribunale di Milano ha condannato il Capsoni ad un anno e quattro mesi di reclusone con i benefici di legge, ad una multa di 150 mila lire ed al risarcimento del danno a Manuela Compari, l'inquilina che stava per essere raggirata. È la prima condanna di questo tipo comminata dal Tribunale di Milano.
4 idabgo
ANDIAMO riaperto A TEATRO caso Lodi
a cura di Sergio Gnocchi
TEATRO DELL'ELFO (X CINE)
Via Ciro Menotti, 11 - Tel. 716.791
dal 27-3 al 8-4 I VIAGGI
STRAORDINARI Comp. Collettivo di Parma DI GIULIO VERNE Regia di Bogdan Jerkovic
TEATRO GEROLAMO
Piazza Beccaria, 10 - Tel. 871.423
fino al1'8-4 C'ERA UN SACCO DI con O. Colli GENTE, e M. Micheli
SOPRATTUTTO GIOVANI di U. Simonetta
dal 17 al 19-4 QUASIMODO A MILANO Poesie di S. Quasimodo lette da Sandro Quasimodo
dal 20 al 29-4 ASSURDO VARIETA canta Raffaella De Vita canzoni degli anni '20 e '30
TEATRO PIERLOMBARDO
Via PlerLombardo, 14 - Tel. 584.410
dal 29-3 al 12-4 ASPETTANDO GODOT Coop. Gruppo della Rocca di S. Beckett
dal 18-4 al 29-4 ACKADEMIA ACKERMANN Teatro della Comunità Regia di G. Carlo Sepe
TEATRO VERDI
Via Pastrengo, 16 - Tel. 607.16.95
dal 27-3 al 8-4 IL NONNO DI JOHNNY Concerto del G.F.I. (Gruppo Folk Internazionale)
dal 23 al 29-4 SPETTACOLO DI CABARET de I GIANCATTIVI
TEATRO PER RAGAZZI (sempre al Teatro Verdi)
.iI31-3 e 1-4
il 7-4 e 8-4
il 14-4
il 15-4
il 21-4
il 22-4
dalogo 5 -POSTA
Egr. Sig. Direttore, Ella ha pubblicato nel numero di FEBBRAIO 1979 un articolo a firma: "I Comitati Irlquilini Stabili INA Zona 4 aderenti al SUNIA" del titolo:
"LA VERTENZA CONTRO
L'I.N.A. NEGLI STABILI DELLA ZONA 4"
In detto articolo si fanno apprezzamenti lesivi della ns/ dignità e contrari alla VERITA sul nostro modo di operare, e laddove si dice - contro ogni verità - che agiamo... "...con i mezzi più subdoli e reazionari".
Siamo una LIBERA Associazione di Inquilini stabili INA che si attiene scrupolosamente alla difesa degli interessi degli Associati; secondo I'ART. 18 della Costituzione che sancisce: "IL DIRITTO DI LIBERA ASSOCIAZIONE TRA I CITTADINI".
Riteniamo inoltre che l'unica forza che i Cittadini e le LIBERE Associazioni possono utilizzare in uno Stato DEMOCRATICO siano la Legge ed i diritti che ne derivano, se violati ne consegue il diritto a ricorrere alla Magistratura. Risultando che il nome della ns/ Associazione può dar adito a confusione, proporremo alla prossima Assemblea la modifica in:
LA RIVOLTA DEGLI ANIMALI VIOLA E BUM-BUM
I 3 BRAVI ALLA PROVA
L'ACQUA
MIRACOLOSA
LA FATA MORGANA
Coop. Quelli di Grok
Coop. Quelli di Grok
I Burattini dei Ferrari di Parma
I Burattini dei Ferrari di Parma
I Burattini dei Ferrari di Parma
13 BRAVI ALLA PROVA I Burattini dei Ferrari di Parma
La situazione viaria di corso Lodi sta per tornare finalmente alla normalità. Il ponte che scavalca lo scalo ferroviario di Porta Romana, dopo un anno di lavori, è stato infatti riparato, e la circolazione è così da qualche giorno ripresa normalmente.
Si dovrà invece attendere ancora una trentina di giorni perché anche il tratto di corso Lodi antistante il cinema Maestoso sia percorribile.
All'origine dei cedimenti dei due tratti di corso Lodi è il canale Redefossi, che scorre sotto il manto stradale. Le acque del canale sono infatti fortemente inquinate, e alcuni agenti chimici da esse trasportate hanno gravemente danneggiato le strutture por-
RICONOSCIMENTO ALLA MEMORIA
Nel periodo disperato ed eroico che va dal Settembre 1943 al 25 Aprile 1945, anche nel nostro popolare quartiere Calvairate la Resistenza scrisse pagine gloriose ed ebbe i suoi Eroi ed i suoi Martiri.
Fra questi Roberto Ricotti, abitante in via Calvairate 3, giovane ventenne che in quel tragico clima comprese subito la purezza ideale della Resistenza e la necessità della lotta armata contro il fascismo e contro l'invasore nazista.
Nel movimento partigiano della nostra zona, fu designato al comando di un gruppo di giovani del "Fronte della Gioventù" di Eugenio Curiel; distinguendosi in numerose azioni di carattere militare contro i nazifascisti. Caduto con i suoi compagni di lotta nelle mani del nemico, il suo contegno fu di esempio per
tutti e con altri 13 valorosi combattenti per la Libertà venne fucilato al Campo Giurati il 14 Gennaio 1945.
Il Ministero della Difesa, a ben 34 anni dalla sua eroica morte, ha concesso la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Sua memoria.
Stanno giungendo alla redazione del nostro giornale le raccolte di firme da parte di molti lettori della nostra zona in merito alla soppressione della linea tranviaria "13" nel tratto Emilia-Molise.
Il nostro invito apparso sul numero scorso è stato quindi accolto e grazie alla collaborazione degli abitanti della zona ci auguriamo, unitamente al Consiglio di Zona 4, di po-
L'ANPI Calvairate sezione "Martiri Campo Giuriati" nel ricordare Roberto Ricotti e tutti gli altri Caduti, invia ai Loro Familiari ed ai compagni Partigiani il suo fraterno saluto.
ANPI/Calvairate
tere fare qualcosa per evitare che il provvedimento diventi operativo.
Rinnoviamo pertanto il nostro invito, pregando tutti i lettori interessati al problema e contrari alla soppressione del tratto sopracitato di organizzarsi per stabili, e di inviarci le raccolte di firme al più presto, in modo che la forma di protesta assuma un carattere massiccio e rappresentativo.
tanti di una delle campate del ponte e della copertura del corso d'acqua. Anche in via Friuli, dove per il cedimento della fognatura si era aperta oltre un anno fa una pericolosa voragine nel tratto compreso tra via Sigieri e via Muratori, i lavori di ripristino del manto stradale saranno portati a termine entro venti giorni.
ASSOCIAZIONE INQUILINI Isolato INA via Tertutliano, Caroncini, Cadolini Milano
Milano, 20 febbraio 1979
UNIONE degli INQUILINI Isolato I.N.A. Tertulliano, Cadolini, Caroncini Milano
GRUPPO DI STUDIO DEL CENTRO SOCIALE MOLISE (V.le Molise 5 - scala E)
CICLO DI DIBATTITI (OGNI 15 GIORNI) SUL TEMA: PER LA RIPRESA DELL'INTERNAZIONALISMO
1)11 socialismo reale Mercoledì 7 febbraio ore 21 (già avvenuta)
Il socialismo autoritario
La teoria dei tre mondi
La rivolta in Iran
La teoria della "terza società" nei dissidenti dell'Est
Il colonialismo oggi
La teoria del "capitalismo di stato"
L'Europa unita nelle tesi di sinistra
I dibattiti saranno tenuti il l° e 1110 mercoledì di ogni mese alle ore 21 presso il Centro sociale Molise (V.le Molise 5 scala E) Naturalmente i dibattiti sono aperti e tutti sono invitati a partecipare.
AI LETTORI
Può succedere che ad alcune famiglie della zona vengano recapitate due o più copie dello stesso numero de IL DIALOGO indirizzate a nominativi diversi abitanti però nella stessa famiglia.
Chiediamo la cortese collaborazione dei nostri lettori perchè ci segnalino l'indirizzo da mantenere e quelli da annullare, in modo che ad ogni famiglia giunga una sola copia del giornale. Con le copie così recuperate potremo far giungere il giornale ad altre famiglie della zona.
Chiediamo anche di collaborare con noi segnalandoci anche i nominativi delle famiglie trasferite, delle persone decedute comunicandoci i nomi dei nuovi arrivati in modo che l'indirizzario sia sempre aggiornato.
Una particolare cortesia viene chiesta alle custodi ed alle persone incaricate della distribuzione della posta: non cestinate le copie doppie o che non è più possibile recapitare, ma fatte le necessarie annotazioni, consegnatale alla Posta perchè ce le ritorni.
Inoltre le persone che desiderano ricevere il Dialogo e non sono inserite nel nostro archivio indirizzi, ci segnalino il nominativo ed il giornale arriverà a domicilio.
Le segnalazioni potrete indirizzarle per iscritto in viale Molise 5, oppure telefonicamente alla redazione (Tel. 5460880) il lunedì, mercoledì, venerdì mattino oppure il martedì dalle 21 alle 23.
Aiutandoci con le segnalazioni di cui sopra collaborerete anche voi a fare de II Dialogo il giornale di tutti gli abitanti la zona 4.
Roberto Ricotti
Protestano per il
13
Tessilumbria tessuti biancheria corredi telerie viale umbria 76 (ang. strigelli) tel. 588.039
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Il Comitato contro la tossicomania di Milano e provincia ha elaborato una proposta per la Regione Lombardia. Poche cose, sui pronti soccorsi ospedalieri e per la creazione di ambulatori, preferibilmente decentrati a livello di zona.
PRONTI SOCCORSI: il personale ospedaliero del pronto soccorso deve essere preparato a riconoscere i segni ed i sintomi con cui si manifesta la sindrome di astinenza, per l'intervento terapeutico. A tale proposito si dovrebbero istituire corsi di aggiornamento per il personale medico e paramedico, anche per preparare il personale all'intervento nei casi di overdose, per cui è doverosa l'assistenza in reparti specializzati.
AMBULATORIO: l'ambulatorio deve fornire al tossicomane un'adeguata e continuata assistenza. Ogni ambulatorio dovrebbe fare una diagnosi di tossicomania tramite una analisi generale per capire il reale stato di intossicazione e stabilire il tipo di sostanza che ha ingenerato la tossicomania. Tra i compiti degli ambulatori vi dovrebbe essere la terapia di mantenimento indirizzata ai tossicomani accertati, per i quali l'interruzione del rapporto sostanza-persona creerebbe difficoltà non solo a livello fisico, ma anche psicologico. Per il tipo di sostanza da usare si suggerisce quello che ha determinato la tossicodipendenza o, comunque, oppiacei. Ovviamente si tratterà di stabilire un dosaggio massimo giornaliero per tossicomane. Vie e tempi di somministrazione verranno discussi con il tossicomane. Le terapie scalari,richieste dai tossicomani che desiderano smettere l'uso degli oppiacei, potranno essere a base di oppiacei associati ad eventuali terapie di supporto. I servizi collaterali di cui il tossicomane potrà usufruire dovranno ri-
guardare tutti gli effetti collaterali (sifilide, epatite virale ecc.). La Regione dovrà istituire corsi di formazione professionale per il personale degli ambulatori. Una delle garanzie richieste per accedere all'uso pubblico della sostanza è quella dell'anonimato. L'idea dei compagni del Comitato prevede tesserini per i tossicomani e schedari ambulatoriali che dovrebbero conservare l'anonimato. Ogni ospedale dovrà garantire un numero preciso di posti letto in corsia, per la disassuefazione volontaria e per la terapia associata. Le prestazioni medico-ospedaliere dovranno garantire la completa gratuità. Tutti gli ambulatori dovranno avere un comitato di gestione i cui componenti siano operatori sociali, medici, utenti e forze politiche giovanili attive della zona.
Nuovo limite di reddito e nuovo indice di mantenimento. Per effetto della perequazione automatica delle pensioni, dall'1.1.79, in applicazione dell'art. 6 del decreto legge 30.6.72 n° 267 convertito con modificazione nella legge 11.8.72 n° 485, i nuovi limiti di reddito ai fini del diritto agli assegni familiari sono i seguenti: per il coniuge, per un genitore e per ogni figlio ed equiparato 159000 lire mensili; per due genitori 278250 lire mensili.
Per i fratelli, sorelle, nipoti: il diritto a percepire gli assegni familiari per queste persone sarà subordinato alla verifica delle risorse economiche dei genitori: si tratterà in definitiva di determinare la quota di reddito dei genitori, o del genitore, disponibile per il mantenimento dei figli; quanti figli potranno essere compresi nella suddetta quota, e quindi a loro carico, e quanti, invece, potranno essere considerati a carico di altro familiare, di chi cioè ha fatto richiesta di assegni familiari.
A tal fine si procederà come
segue: dal reddito complessivo dei genitori si detrarrà un importo pari a quello stabilito per il diritto agli assegni familiari e cioè 159.000 o 278.250 lire, a seconda che esistano uno o due genitori; l'eccedenza risultante è la quota di reddito disponibile per il mantenimento dei figli. Per stabilire il numero dei figli che potranno essere compresi in questa quota, e quindi quanti a carico dei genitori, si dividerà detta quota per "l'indice di mantenimento" che a partire dall'1.1.79 è stato portato a 159.000 lire, pari cioè al limite di reddito per il diritto agli assegni familiari per una sola persona. Le quote intere che risulteranno dalla suddetta divisione rappresenteranno il numero dei figli considerati a carico dei genitori: per loro, in sostanza, nessun altro potrà percepire gli assegni familiari. I rimanenti figli potranno, invece, essere considerati a carico di altri familiari ove, beninteso, dai documenti ricorrano tutti quei requisiti richiesti dalla legge, compreso l'ef-
fettiva partecipazione al loro mantenimento. Facciamo ora un piccolo esempio. Consideriamo una famiglia di cinque persone: due genitori, con un reddito complessivo di 490.000 lire mensili e tre figli. Uno di questi, che lavora, chiede per i fratelli gli assegni familiari. Per determinare il diritto, dal reddito complessivo dei genitori, cioè dalle 490.000 lire mensili, si detrarranno 278.250 lire (limite di reddito mensile per il diritto agli assegni familiari per due genitori). Il risultato, 211.750 lire, rappresenta il residuo per il mantenimento dei figli. Dividendo detto residuo per 159.000 (indice di mantenimento) si otterrà la quota intera corrispondente ad una. Pertanto nel caso in esame il fratello richiedente potrà percepire assegni familiari per un solo fratello e non per due, come aveva richiesto: infatti per l'altro gli assegni li potrà percepire solo il genitore.
IL BILANCIO SOCIALE DI AREA
Un modo nuovo di rilevazione, trattazione e gestione delle problematiche sociali della Zona.
Una mostra della FGCI e del MLS della nostra zona illustra i problemi connessi alla diffusione delle tossicomanie, e indica precisi ponti di intervento.
Recentemente è stata allestita dalla Federazione Giovanile Comunista Italiana di zona 4 e dal Movimento Lavoratori per il Socialismo sez. "Dimitrov" una mostra sul problema della droga. La mostra è imperniata su quattro punti
fondamentali. Il primo è una analisi delle cause della diffusione della droga tra i giovani, che viene collegata al disadattamento giovanile; e vede il ricorso alla droga come un tentativo disperato di autoterapia. Disadattamento ai problemi della società: lavoro, scuola, tempo libero, mancanza di punti di aggregazione.
Secondo punto dedicato al quartiere: significative sono alcune fotografie scattate in alcuni giardini della zona, che ritraggono siringhe abbandonate vicino a panchine e campi giochi, che purtroppo sono diventati meta di moltissimi giovani tossicomani. Sempre nel pannello dedicato al quartiere, viene indicato il collegio armeno di V.le,, Umbria come edificio recuperabile all'utilizzo pubblico da adibire a centro di lotta e prevenzione alla diffusione della droga. Terzo punto è quello dell'informazione, il quale offre un panorama dei vari tipi di droga, per una informazione scientifica e spiegandone i danni e gli effetti. L'ultimo punto è dedicato alla prevenzione, indicata come terreno principale per sviluppare l'iniziativa per la lotta contro le tossicomanie e per arginare la diffusione della droga. Importante è su questo terreno anche il ruolo del Consiglio di Zona, per la costruzione di commissioni di lavoro sul problema della droga ed il ruolo degli organi collegiali delle scuole della zona, per l'organizzazione di seminari e gruppi di studio sul problema.
Al di là di fiumi di parole versate fino ad ora, questa vuole almeno essere una delle prime iniziative concrete nella zona.
Il Bilancio Sociale di AreaBSA - è uno strumento per la rilevazione e la valutazione dei bisogni della popolazione di un determinato territorio e per il coinvolgimento dei cittadini alla gestione di tali bisogni per una più precisa e reale programmazione politica dei servizi di zona. Bilancio, in questo contesto, assume il significato di valutazione non solo dei bisogni, considerati in maniera globale ed unitaria e non singolarmente come nel passato, ma anche di valutazione di quelle che saranno la rispondenza e l'adeguatezza della politica sociale praticata e dei servizi operanti rispetto alla domanda. Politica sociale e servizi che, in questa nuova logica, dovranno rispondere altrettanto globalmente e unitariamente, nella determinazione di precise linee di trasformazione e di sviluppo della realtà zonale.
In parole più semplici, il Bilancio Sociale di Area è lo strumento che dovrà ribaltare il vecchio modo di amministrare la politica sociale, basata su interventi alla giornata, per imboccare la via della politica sociale programmata su dati reali, globali e unitari. Pertanto, gli elementi fondamentali del BSA diventano la globalità, l'unitarietà, la territorialità e la programmazione, a cui ogni problema andrà ricondotto.
In questa nuova logica, il BSA vuole essere un nuovo modo di porsi di fronte ai problemi della Zona per cercare di conoscerli e affrontarli in modo più consapevole, adeguato e più partecipato.
La partecipazione, anzi, diventa l'elemento qualificante del BSA e i suoi soggetti non solo dovranno essere rappresentati dalle organizzazioni a carattere istituzionale, ma anche da organizzazioni di tipo spontaneo,- dalla popolazione come utente o destinataria di
servizi, o da altri gruppi con problemi uguali di tipo lavorativo, residenziale o di altro genere.
L'interlocutore di detti momenti partecipativi e protagonista diretto del BSA dovrà essere l'ente locale, singolo o associato.
Il BSA, rispetto al passato, rappresenta una scelta di socializzazione che va dall'informazione, come momento primo ed essenziale della gestione della politica dei problemi reali della comunità zonale, al coinvolgimento della popolazione della zona nelle sue molteplici espressioni organizzative per la realizzazione di quella medesima politica, in una visione che supera la settorializzazione dei problemi.
Così inteso il Bilancio Sociale di Area avvia finalmente quel processo realmente partecipato di programmazione democratica dei servizi che era stato nello spirito e nelle intenzioni realizzative dei pionieri del decentramento della città di Milano negli anni sessanta.
Certamente, il discorso del BSA è ancora tutto da realizzare in campo pratico e non sarà impresa facile, dovendosi superare un vero e proprio costume di consolidata diffidenza dei cittadini nei confronti delle istituzioni e di una loro ormai atavica estraneità che non si può mutare di colpo.
Sarà perciò necessario un lungo e paziente lavoro di stimolo e di programmazione da parte delle istituzioni, in primo luogo il Consiglio di Zona, nel rispetto della popolazione della zona, nella riacquisizione di una sua piena fiducia e nel superamento di tutti quegli atteggiamenti spesso contradditori e ambigui, che nel passato sono stati assunti ai vari livelli della pubblica amministrazione.
Pietro Giuliano Pozzati
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i dialogo CHE FARE CONTRO LE MORTI DA EROINA?
Democrazia Proletaria Zona 4
Franco Colombo
PARLIAMONE furtkdroga: é in aumento la criminalità
Da un po' di tempo alcuni argomenti sembrano essere diventati veramente tabù e sembra che esista una certa paura a parlarne. Prendiamo per esempio l'argomento della tortura, che si sarebbe verificata nei confronti di alcuni ragazzi accusati dell'omicidio dell'orefice Torregiani.
Sono dovuti passare alcuni giorni prima che la grande stampa desse notizia degli esposti presentati a questo proposito dai legali degli accusati.
A mio avviso c'è un solo modo per troncare le accuse, che si stanno espandendo a macchia d'olio (vedi Rimini dove un detenuto sarebbe stato picchiato a morte da cinque poliziotti; la denuncia, sempre a Milano, di un cittadino che sarebbe stato torturato mediante l'immissione di litri d'acqua nel suo stomaco per gonfiarlo a dismisura.) contro la polizia ed è quello di rimettere in vigore le norme esistenti prima dell'introduzione della nefasta legge Reale, norme che garantivano la presenza dell'avvocato difensore in ogni fase del procedimento che erano state introdotte nella nostra legislazione dopo la strana morte dell'anarchico Pinelli nella questura di Milano. È molto interessante far rilevare il comportamento della maggior parte della stampa che come suo solito si è buttata a pesce sulla vicenda, gonfiandola ad arte pubblicando nomi, foto, biografie che davano l'idea di terroristi fatti e finiti. Insomma sembrava di assistere ad una gara per "sbattere il mostro in prima pagina". Invece quando le indagini hanno dimostrato la estraneità ai fatti della maggior parte degli imputati, tanto che la loro scarcerazione è stata motivata dall'assoluta mancanza di indizi, la grande stampa di opinione, e la televisione (Uno e Due) non hanno certamente diffuso questa nuova notizia con lo stesso rilievo dato alle precedenti, ma l'hanno relegata in secondo piano pubblicandola senza alcun rilievo in modo che nella mente della gente rimane soltanto l'eco della prima notizia l'idea della colpevolezza. Inoltre sarebbe necessario che stampa e televisione si ricordassero che in questo Paese qualsiasi cittadino è innocente fino a che non è prova-
ta la sua colpevolezza.
Altra cosa da evitare è il succedere di episodi come quello di Torino dove in seguito alla distribuzione di un cosiddetto questionario antiterroristico della Regione Piemonte, sul quale i Sindacati erano molto critici, sono avvenuti episodi di delazione motivati solo da antipatia personale o da rancore contro avversari politici. Cosa è infatti successo? Gli agenti della Digos hanno compiuto perquisizioni in varie abitazioni, fra cui quelle di sindacalisti della CGIL, e ovviamente non hanno trovato niente. Ci sembra quindi perciò corretto riaffermare che il terrorismo non si batte con la denuncia anonima, ma piuttosto con lotta e azione di massa.
C'è sempre il problema della legge Reale che, secondo dati del Centro Giuridico Calamandrei, ha contribuito finora all'uccisione di 55 cittadini e al ferimento di 88. L'episodio più noto è stato quello dell'uccisione del medico Di Sarro, da parte di agenti in borghese di guardia davanti all'abitazione di Andreotti. Perchè è avvenuto questo?
Perchè il medico non si è fermato ai segnali fatti dagli agenti in borghese, i quali sparavano uccidendolo. Mi piacerebbe sapere chi si sarebbe fermato a notte fonda ai segnali di uomini in borghese e non avrebbe piuttosto incominciato a temere per la sua incolumità e avrebbe cercato di scappare in qualsivoglia maniera. Capiamo,che alcuni agenti debbano essere in borghese per non farsi riconoscere e per non essere bersaglio per i terroristi, ma certamente gli agenti che effettuano i posti di blocco dovrebbero essere sempre in divisa per farsi riconoscere dai cittadini. Sono tutte cose che fanno pensare e sulle quali tutti noi dobbiamo riflettere perchè non avvenga che attraverso strumenti e leggi, che dovrebbero servire per battere il terrorismo, si riducano invece le garanzie democratiche diritto di ogni cittadino, garanzie che piuttosto si dovrebbe cercare di continuare ad ampliare. È anche questo uno dei modi per sconfiggere il terrorismo, non soltanto arroccandosi a difesa della democrazia, ma lottando per espandere i diritti democratici.
Fabio Malgaretti
Torneo di biliardo
Si è tenuto dal 13 al 23 marzo presso il Circolo Cooperativo "R. Ricotti", un torneo di biliardo per giovani organizzato dal Circolo Culturale Giovanile "C. Miccoli" e dall'ARCI VITTORIA. È la prima volta che in quartiere un gruppo organizza un torneo di biliardo per giovani dai 14 ai 20 anni e per essere la prima volta bisogna dire che i risultati della
Molti negozianti della zona subiscono ricatti ma non trovano la forza di reagire. Una escalation della violenza che deve trovare una ferma risposta democratica. L'obiettivo non è difendersi "a mano armata", ma creare un nuovo clima di solidarietà e di partecipazione.
L'offensiva della malavita milanese non ha risparmiato la nostra zona, dove si registra la sovrapposizione dei reati commessi dalle piccole bande di quartiere, che trovano adepti nel sottoproletariato e nella disgregazione giovanile, con le azioni della malavita più organizzata, legata al mercato della droga, al taglieggiamento dei negozi, alle bische. Ricordiamo, tra i fatti più recenti, la rapina alla Banca Agricola Milanese di Via Burlamacchi avvenuta i primi giorni di marzo, i tre morti di Via Adige uccisi a colpi di lupara e pistola nel mese di dicembre dello scorso anno, l'uccisione del benzinaio di Corso Lodi avvenuta nel mese di novembre.
Sono noti agli abitanti della zona i luoghi (bar, piazze, locali notturni ecc.) che sono centro di attività criminali e sono ancora ricordati, per esempio, i fatti avvenuti davanti al locale notturno "CraÜ zy" di Corso Lodi (omicidio per regolamento di conti) nel febbraio del '75 o la sparatoria, con omicidio, avvenuta un pomeriggio del luglio 1976 in Piazza Cartagine, dove un pezzo di asfalto era da tempo destinato a sostituire il tavolo verde.
È purtroppo ormai fiorente anche in zona 4 "l'industria delle tangenti". Molte discoteche, pizzerie, autosaloni, alberghi, negozi sono costretti a pagare anche forti somme per la loro tranquillità, la richiesta di solito arriva per telefono, non accettare significa mettersi in lista per una carica di tritolo. È la prima forma di una penetrazione capillare del crimine nella società, coperta dalla paura e dall'omertà.
Ma il fenomeno forse più preoccupante è legato allo spaccio della droga che, secondo le indagini, abbassa l'età media del delinquente e rappresenta la molla per l'80% dei cosiddetti reati minori e l'anticamera dei crimini più gravi.
Purtroppo le statistiche più recenti dicono che a Milano il numero dei reati cresce quasi proporzionalmente all'aumento della popolazione con uno scarto significativo a partire dal 1972173. È comunque molto difficile riuscire a quantificare la violenza e ne è prova l'altissima percentuale di reati a carico di autori ignoti.
Per affrontare questi temi si è tenuto l'undici febbraio scorso un incontro a Palazzo Marino tra il sindaco Tognoli, gli amministratori e le forze
sociali, sindacali, culturali della città dove sono state elencate le proposte dell'Amministrazione: l'istituzione del Vigile di quartiere che dovrebbe garantire un controllo più attento e regolare, iniziative volte a stimolare una vita associativa più ricca, lancio di attività culturali e ricreative. Inoltre è già iniziato il potenziamento dell'illuminazione in alcune zone che prevede la sostituzione di tutti i punti luce della città.
Non è certo facile dare soluzione a un fenomeno così grave però ci interessa sentire l'opinione dei cittadini, sollecitare la solidarietà nei confronti di chi è toccato da questi problemi (si può, per es., rompere la rete di paura che costringe molti negozianti ad accettare duri ricatti?), per trovare una risposta democratica che sconfigge le opinioni opposte di quanti da una parte invocano l'organizzazione di ronde armate, l'uso di feroci cani da guardia e di pistole per l'autodifesa generalizzata, dall'altra di coloro che vedono nella criminalità un fatto eversivo contro questo Stato perciò ne esaltano l'aspetto "politico".
D.N. e M.A.
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specianrilttppio) Giuseppe Faravelli e il socialismoitaiiano
3 Europa: rivoluzione o elezioni truffa?
4 Anna Kuliscioff socialista e femminista
5 Maggio 1947: fine del governo tripartito
6 Bobbio: l'umanesimo socialista da Marx a Mondolfo
7 L'accordo di Helsinki e i diritti umani, due anni dopo
8 Eurocomunismo. Carrillo, l'Urss e il Pci
9 Rai-TV: la mappa del potere
10 Dove va la Massoneria italiana?
11 Il programma dei socialisti
l 2 La cultura, la crisi, la città
1 3 Individuo e società dopo Freud
14 Mitterrand: socialisti al bivio
15 La SPD e lo Stato tedesco
16 Le donne e l'aborto, domani
I 7 La Biennale quattro anni dopo
1 8 A cosa servono le forze armate?
partecipazione sono stati discreti.
Questo torneo si inquadra in un programma culturale e ricreativo che il Circolo e l'ARCI Vittoria hanno redatto, rivolto principalmente ai giovani e ai giovanissimi, che comprende tornei di scacchi, gite, corsi di fotografia.
1° classificato in questo torneo è stato il giovane Roberto Braga.
Conto corrente postale 3 . .-4,k,225 ' intestato alla Società. Casa editrlc della Critica sociale Foro Etoiaparte 24 2012Agilano uale, 11.000
i dialogo 7 taglieggiament
*educazione sanitaria cosa vuol dire portatore
Nella nostra zona sono stati recentemente rilevati, all'interno di alcune collettività, soggetti portatori di malattie infettive.
Si definisce portatore un individuo che ospita nel proprio organismo ed elimina all'esterno un microbo responsabile di malattia infettiva, senza andare incontro a manifestazioni cliniche; rappresenta cioè un vero e proprio "serbatoio" di germi.
Si chiama portatore sano la persona che si è infettata, non ha contratto la malattia, ma è in grado di diffonderne i germi.
Vi sono invece soggetti capaci di apportare germi all'ambiente, a breve o a lungo termine, anche dopo aver contratto e superato la malattia (portatori convalescenti e cronici).
All'atto pratico, quindi, l'importanza del portatore nella trasmissione di alcune malattie infettive (meningite cerebrospinale, salmonellosi, difterite) è enorme, perchè sono numerosi e difficilmente individuabili.
Identificato comunque il portatore, è necessario cercare di "bonificarlo". Diversa è l'efficacia e l'utilità di questo provvedimento, in relazione al tipo di malattia infettiva considerata. L'isolamento, trattandosi di soggetti sani, appare problematico, malaccetto e spesso inutile. Si può attuare un trattamento a base di sulfamidici e antibiotici per periodi di tempo determinati. Sono invece comuni a tutte queste malattie e di primaria importanza, le misure di igiene personale e disinfezione d'ambiente, che, se validamente attuate, ridurranno ampiamente le possibilità di contagio.
La presenza di portatori di malattie infettive nelle collettività è un dato costante. L'occasionale identificazione di alcuni di essi non deve suscitare nè sorpresa, nè scandalo e neppure allarmismi.
Anche ogni tentativo di sfruttamento politico di questi dati risulta, a nostro parere, superfluo e inattendibile.
TALASSEMIA
Se un topo bianco si unisce con una topina bianca, i figli che nasceranno saranno tutti bianchi. Se però un topo bianco si unisce con una topina nera, i loro figli potranno anche essere grigi. I topini grigi avranno cioè in loro sia il colore bianco che il colore nero. Quindi se due topi grigi si uniscono, i figli che nasceranno potranno essere sia bianchi che neri che grigi. Questo esempio rende evidente il concetto di trasmissione ereditaria di un carattere dai genitori ai figli. Anche alcune malattie, dette appunto ereditarie, possono venire trasmesse da un genitore, o da tutti e due, ai figli ed essere presenti sin dalla nascita.
Paragoniamo il nero al malato, il bianco al sano e il grigio al "portatore", cioè all'individuo clinicamente sano, ma capace di trasmettere la malattia ai suoi figli. Ci rendiamo conto di come, da due genitori sani, ma entrambi portatori, potranno nascere individui sani, malati, o, a loro volta, portatori.
La Talassemia è una tipica malattia ereditaria. Ha questo nome (dal greco THALASSA =mare), perchè è particolarmente diffusa nel bacino mediterraneo; infatti prende anche il nome di Anemia mediterranea. L'Italia, data la sua posizione geografica, presenta un'ampia diffusione della malattia. Le zone maggiormente colpite sono: la Sardegna, la Sicilia, il Veneto (soprattutto la provincia di Rovigo), le provincie di Ferrara e Mantova e alcune regioni meridionali come Puglie e Calabria.
Il massiccio fenomeno dell'immigrazione, però, rende conto del fatto che, in una città come Milano, ci sia un'incidenza del 3% circa di individui portatori del carattere talassemico.
La Talassemia è una forma di anemia ereditaria. E una condizione cioè di alterazione dei globuli rossi, facilmente rilevabile con semplici esami di laboratorio, che si esplica in forma grave soltanto in bambini nati da genitori entrambi portatori. Quando uno solo dei genitori è portatore, il figlio ha una certa probabilità di essere a sua volta portatore e crescere quindi completamente sano, o con lievi segni di anemia. Quando invece entrambi i genitori sono portatori, il figlio può essere affetto, fin dalla nascita, da una forma grave di anemia, chiamata Morbo di Cooley, che lo costringerà a sottoporsi a trasfusioni di sangue mensili e difficilmente gli consentirà il raggiungimento dell'età adulta. Non esiste ancora una terapia efficace per questa malattia e il bambino colpito è destinato a morire in giovane età. Per questo motivo è assolutamente necessario intervenire a livello preventivo. La risoluzione del problema appare semplicissima.
Basterebbe evitare, infatti, che due individui, entrambi portatori di Talassemia, consci e responsabili della loro condizione, generassero figli. In questa maniera sarebbe impossibile la trasmissione della malattia. Ma la soluzione è semplice solo in apparenza ed i problemi sono in realtà numerosi. Spesso, infatti, il portatore talassemico, non essendo "malato", non conosce la sua condizione, né tanto meno si preoccupa di conoscere quella dell'eventuale coniuge. In altre occasioni, invece, il portatore, pur sapendo di esserlo, non conosce le conseguenze che potrebbero nascere da un suo matrimonio con un altro portatore. Altre volte ancora il portatore, pur consapevole del suo stato e delle conseguenze che potrebbe provocare, lo tiene nascosto, vergognandosi di questa mancanza di "integrità fisica", quasi come di una colpa personale. Bisognerebbe invece eliminare i pregiudizi riguardo al concetto di "portatore" di una malattia ereditaria, che non implica la presenza attuale di malattia clinica, ma solamente la necessità di un discorso aperto di prevenzione, di fronte alla possibilità di matrimonio e di eventuali figli. E necessario quindi che ogni persona, originaria delle zone dove maggiormente è diffusa a questa anemia, si sottoponga, di sua spontanea iniziativa, agli esami necessari per accertare la condizione di portatore. Riguardo a questo, per dare delle indicazioni agli abitanti della zona 4, ci si può rivolgere: al proprio medico
— al Consultorio di zona, Viale Puglie 33, tel. 5455340 al Consultorio Eugenico del Comune di Milano, Corso Venezia 55, tel. 7490679-792922 a centri ospedalieri come quello presso la Clinica Medica III dell'Università, Via Pace 15, tel. 5452474.
Sergio Della Sala Roberto Berrini
MURALES, POLIZIA, NUCLEARE
Perché questo titolo: vediamo di chiarirlo brevemente.
II Comitato di Quartiere Vittoria Molise affrontando la questione energetica, tema su cui non esiste nessun tipo di informazione, fatta eccezione che per notizie frammentarie e allarmistiche su fantomatici prossimi buchi energetici, ha deciso di portare il problema in quartiere attraverso alcune iniziative tra le quali la realizzazione di Murales.
Ed è proprio mentre stavamo portando avanti una di queste iniziative che entra in scena la polizia: sabato 10 marzo mentre con altra gente del Quartiere stavamo dipingendo un murales in via Strigelli soppraggiungeva la polizia la quale intimava alle persone presenti di sospendere i lavori e sequestrava... i barattoli dei colori (cosa patetica dato che i barattoli erano anche quasi vuoti) ed identificava le stesse persone presenti.
Subito ci siamo mobilitati per raccogliere firme di protesta contro questo atto indiscriminato delle forze di P.S., in poco tempo abbiamo raccolto centinaia di firme, tra le quali quelle degli stessi inquilini del caseggiato su cui è stato eseguito il murales, firme che sono state portate in Consiglio di Zona affinché faccia sua questa protesta.
Denunciamo con il racconto di questo episodio il sempre crescente intervento della Polizia che mira a reprimere ogni iniziativa nel quartiere ed ogni momento di controinformazione, o in questo caso di unica informazione.
Perchè vogliamo affrontare il problema energetico ed in particolare la questione delle' Centrali Nucleari?
Proprio per questa totale mancanza di informazione su scelte che, non solo condizioneranno la nostra vita, ma anche quella deile generazioni future.
Prima di tutto va ricordato che il petrolio e l'uranio hanno le stesse caratteristiche economiche: cioè sono tutti e due minerali soggetti ad esaurimento per cui il loro prezzo continuerà nel tempo ad aumentare come di conseguenza il costo dell'energia. Col passare del tempo i costi dell'uranio come del petrolio diventeranno tali che saremo costretti a ridurre drasticamente i consumi soprattutto quelli domestici.
La centrale termonucleare, dove viene prodotta l'energia elettrica, è solo il centro di un ciclo complesso che parte dall'estrazione dell'uranio fino alle scorie prodotte dal resattore nucleare.
Le operazioni preliminari per far funzionare la centrale sono:
Estrazione
Lavorazione dell'Uranio
Preparazione in barre da inserire nella centrale sono estremamente complesse e soprattutto pericolose per gli stessi lavoratori che le eseguono.
La Centrale Termonucleare produce gravi danni nel luogo in cui viene installata, il principale è l'inquinamento termico (cioè la variazione della gradazione dell'acqua dei fiumi delle cui acque usufruisce) che distrugge l'equilibrio bio-
logico del fiume e del territo- dei rifiuti - sfruttamento rio circostante, per decine di dell'energia solare ecc. chilometri, il rilascio di radia- In queste poche righe abbiazioni che colpiscono uomini e mo presentato alcuni aspetti animali magari senza effetti del problema Nucleare, non è immediati, ma procrastinati certo tutto poichè l'argomennel tempo e nelle generazioni to è estremamente complesso future. e articolato, il nostro intervenLe scorie radioattive dove to in questo spazio vuole solo vengono depositate? essere quello di proporre uno Si dovrà strappare vasti ter- spunto di dibattito sulla queritori all'agricoltura per depo- stione energetica. sitare questi residui delle cen- A nostro avviso deve essere trali Nucleari estremamente dibattuta a tutti i livelli dalle radioattivi nell'attesa di sco- fabbriche ai quartieri per inprire e decidere cosa farne durre tutte le discussioni gli con tutti i pericoli che posso- incontri i confronti possibili no essere collegati a ciò. affinchè le decisioni non venLe alternative al Nucleare ci gano ancora una volta prese sono e vanno ricercate nel sulla nostra pelle ingannandoterritorio sfruttando le sue ca- ci con la non informazione. ratteristiche per produrre energia pulita che può essere: Comitato di quartiere idrica - geotermica - recupero Vittoria-Molise di energia dall'incenerimento
81 dialogo
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Sull'area del «Verde Vivo» si fa spazio ai giochi ed
verde. Tolto un
chio rimorchio abbandonato.
mammella si guarisce
Se è vero che la scienza medica è ancora lontana dalla soluzione finale del problema cancro, è altrettanto ampiamente dimostrato che le tecniche moderne possono ottenere in moltissimi casi la guarigione clinica della cosiddetta malattia del secolo specialmente se colpisce organi facilmente accessibili all'esame clinico.
Ciò è particolarmente vero per il cancro della mammella. Vi sono sull'argomento "voci" e tabù che è ormai ora di smentire.
Cercherò di farlo avvalendomi della esperienza di 15 anni di attività clinica svolta presso l'Istituzio Nazionale per lo studio e la Cura dei Tumori di Milano che mi ha consentito di raccogliere la testimonianza diretta di molte donne.
PREVENZIONE
Per prevenzione si intende nel campo medico la possibilità di evitare la malattia allontanando ed eliminando con tecniche svariate le cause che la provocano prima che queste riescano a determinare la malattia stessa.
La prevenzione, chiamata "primaria" in questo caso, presuppone logicamente la conoscenza approfondita delle cause della malattia che si vuole prevenire. Poichè a tutt'oggi le cause che determinano la malattia cancro sono sconosciute (per lo meno per quanto riguarda la mammella) la sua prevenzione primaria non è possibile.
Certo sarebbe bello poterlo fare e certamente ci riusciremo, speriamo, in un futuro non lontano, ma per ora dobbiamo accontentarci di usare le armi di cui disponiamo e che non sono poi dei tutto disprezzabili.
DIAGNOSI PRECOCE
È l'arma principe a disposizione del medico: il cancro guarisce anche nel 90% (!) dei casi se viene diagnosticato nelle sue fasi di sviluppo più iniziali e curato subito adeguatamente.
Bisogna pensare che il cancro ha inizio dalla moltiplicazione illimitata di una cellula anomala che ha un aspetto particolare all'esame microscopico, che non ha alcuna funzione utile all'organismo e che ha la tendenza ad invaderlo completamente sostituendosi alle sue cellule nobili (polmone, fegato, midollo osseo ecc.).
Questo processo ha bisogno però di tempo e la comparsa di un tumore maligno (cancro) è legata alla velocità di moltiplicazione delle sue cellule.
Un tumore maligno delle dimensioni di 1 cm' di volume è costituito da milioni di cellule neoplastiche (maligne) e solo quando raggiunge queste dimensioni può essere rilevabile all'esame clinico. È a questo stadio di sviluppo, quando il cancro non ha ancora potuto diffondersi a distanza" dal punto di insorgenza e le sue dimensioni sono ancora limitate che, se affrontato in modo corretto, può essere com-
ll
pletamente sconfitto.
Perciò, direi che per affrontare in modo giusto il cancro dobbiamo veramente porre in atto una precisa "strategia dell'attenzione" che ci consenta di sorprenderlo in fase di iniziale sviluppo.
Ecco dunque la necessità di creare strutture di consulenza ambulatoriale alle quali la gente possa fare riferimento per portare al tecnico (il medico oncologo) i segni di una eventuale iniziale comparsa di un tumore maligno.
La Lega Italiana per la lotta contro i Tumori ha da anni realizzato questi ambulatori attraverso la creazione di delegazioni di cittadini sensibili al problema che offrono la loro attività volontaria con entusiasmo e fattivamente.
L'Ambulatorio Oncologico di Viale Molise, 5 è una di queste realtà.
QUALI SONO I SEGNI
La collaborazione tra medico oncologo e cittadino è essenziale per scoprire il cancro in fase iniziale.
La "strategia dell'attenzione" non deve però creare una psicosi del terrore del cancro fino al punto di riferirgli ogni estemporaneo disturbo organico che ogni persona umana normale può subire.
Vorrei proprio non 'vedere più donne che vengono al nostro Ambulatorio col terrore stampato sul viso. La storia è sempre quella: "Da 10-15 giorni ho notato dolore alla mammella (mastodinia) più a destra che a sinistra o viceversa e, toccandomi, ho notato un nodulo o una "glandola", più evidente, che prima non c'era."
Questa storia è comune ad una infinità di malattie della mammella che va dai processi infiammatori più banali ai tu-
mori benigni, ai tumori maligni.
D'altra parte vi sono donne che per mesi non denunciano questi fenomeni vuoi per un malinteso senso di riservatezza, vuoi per un mancato senso di "strategia dell'attenzione".
Entrambi i comportamenti non sono utili per quella collaborazione in quanto il medico ha bisogno di fatti reali, recenti, evidenti: e dopo averli raccolti la diagnosi non-è ancora sicura. L'esame clinico infatti potrà fornirgli informazioni più o meno determinanti in relazione alla sua personale esperienza acquisita dopo aver visitato numerosissimi casi simili, ma queste informazioni devono essere suffragate e verificate da altre indagini sempre più approfondite e mirate che in ordine metodologico sono: la mammografia, la termografia, la xerografia, l'esame citologico dopo agocentesi (puntura della mammella), l'esame istologico dopo biopsia.
La raccolta di questi dati compone un mosaico che consente al medico di sbagliare sempre di meno e di scegliere la strada migliore per la cura.
IL CEA TEST
Un'altra domanda che ricorre quotidianamente è: "Dottore, non ho nessun sintomo, però ho letto che vi è un esame del sangue che può scoprire se ho il cancro". Questi esami del sangue ci sono, ma non scoprono proprio un bel niente di utile agli effetti pratici della richiesta, e perciò non possono essere applicati al depistage di massa per la diagn'osi precoce del cancro.
CEA è la sigla dell'inglese: "cellular embrionic antigen" che significa antigene cellulare embrionale, una proteina presente sulla membrana di cellule neoplastiche oltre che embrionali.
Studi recenti hanno dimostrato che il 70% dei pazienti affetti da neoplasie intestinali e il 90% da tumori maligni della mammella presentano nel sangue questi antigeni. Orbéne, a parte il fatto che esista sempre un 30% di possibilità di sbagliare per i tumori intestinali e un 10% per
quelli della mammella, pensate un poco alla persona che si senta dire dal medico: "Cara signora, il suo esame del sangue dice che c'è il cancro della mammella però non sappiamo se è la mammella destra o la sinistra".
Queste conquiste speculative della scienza medica non vanno certo sottovalutate, ma devono essere tenute nella loro giusta luce in modo da trovare applicazione solo in casi clinici selezionati che non consentano errori interpretativi e rappresentino elementi complementari o comunque aggiuntivi di un quadro clinico già chiarificato dalle indagini classiche. Perciò il CEA test trova applicazione molto più utilmente nelle fasi di controllo dell'andamento della malattia neoplastica già curata con successo piuttosto che come discriminante sicura di diagnosi precoce.
LA CURA
Il più delle volte il semplice esame clinico è in grado di tranquillizzare la donna circa il dolore o il riscontro di un nodulo mammario insorto di recente.
Ciò non toglie che sia opportuno che il medico rivisiti la paziente e la solleciti nel frattempo ad imparare a raccogliere quei dati anamnestici (storia) che potranno essergli utili alla prossima visita.
Qui si innesta quell'importantissimo sussidio della diagnosi precoce che è l'autoesame. L'unica vera "prevenzione" dei tumori della mammella è l'insegnamento della corretta esecuzione dell'autoesame. Con esso è possibile sorprendere ogni eventuale insorgenza di un tumore maligno della mammella in fase talmente precoce da garantire la guarigione completa dopo
opportuna terapia.
Infatti la velocità di moltiplicazione delle cellule di un tumore maligno che è talmente piccolo da non essere rilevabile alla visita clinica appena effettuata, è tale da mantenere la neoplasia ancora nei limiti compatibili con la possibilità di guarigione anche dopo 6-8 mesi, al momento cioè della visita successiva. Se poi in questo lasso di tempo la paziente applica la tecnica dell'autoesame la diagnosi precoce è assicurata.
La cura del tumore maligno della mammella è l'intervento chirurgico.
Esso è modulato nella sua estensione (resezione parziale della mammella, amputazione conservativa, amputazione demolitiva, amputazione allargata ecc.) in base allo stadio di sviluppo raggiunto dal tumore al momento dell'intervento stesso e alla possibilità recente, di abbinare altri presidi terapeutici in funzione complementare come la radioterapia, la chemioterapia o l'ormonoterapia: più iniziale sarà lo stadio di diffusione della malattia, meno ampio sarà l'intervento chirurgico e più determinante l'azione della radio-chemio-ormonoterapia. Perciò oggi è più facile guarire di cancro della mammella che morirne e la donna sottoposta ad intervento chirurgico per tumore della mammella, dopo il periodo di convalescenza che può essere più o meno lungo per problemi contingenti, deve ritornare alla vita di sempre, intendendo per vita «tutto».
Dott. Ferdinando Preda
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Di
1:1 I dalogto DIALOGO APERTO
Allo scopo di sollecitare un dibattito su argomenti di at-
tualità, queste colonne ospitano le opinioni di persone o di gruppi con l'intento di contribuire alla formazione di un costruttivo dibattito.
Unimpegno congiunto
I recenti avvenimenti internazionali Quanto pubblicato può non rappresentare l'opinione della hanno riproposto con forza il problema edazione de Dialogo". della pace e della coesistenza pacifica quale questione centrale da affrontare e risolvere per evitare una possibile Illo guerra mondiale, con tutte le conse-
Quale Consiglio di Zona?
In un volantino diffuso dalla Sez. Dimitrov del Movimento Lavoratori per il Socialismo, prendendo lo spunto dalla recente elezione dell'avv. Gaetano Jovane a Presidente del Consiglio di Zona 4, si accusano PSI e PCI di avere avallato, con il loro voto, una decisione presa al vertice, privando il Consiglio di Zona di quella autonomia di decisione che ne dovrebbe essere la caratteristica.
A questo punto occorre fare una distinzione fra decisioni suggerite dal vertice e designazioni di uomini decise dal vertice.
Per quanto riguarda le decisioni, il Gruppo Socialista del Consiglio di Zona 4 ha preso sempre decisioni autonome, al massimo concordate con le proprie organizzazioni periferiche di Zona, cioè con le Sezioni Morandi e Faravelli e con il Comitato di Zona 4 di cui sono il Coordinatore.
Per quanto riguarda, invece, le designazioni che in definitiva è sempre e solo una, cioè quella del Presidente del Consiglio di Zona, l'accettazione delle indicazioni prese a livello Comunale dai Partiti, risponde ad una logica che purtroppo esiste ed alla quale non si è potuto sottrarre alcun Partito e neppure il Consigliere di D.P. compagno Rossi. È la logica di Consigli di Zona eletti non con voto diretto, ma attraverso una votazione unanime del Consiglio Comunale.
In conseguenza, tutti i Consiglieri di Zona sono stati eletti, compresi quelli di D.P., con i voti di tutti i Consiglieri Comunali, compresi quelli che non ci piacciono molto per le loro posizioni politiche, e i Consiglieri di Zona di parte avversa, sono stati eletti, a loro volta, anche con il voto dei Consiglieri dei Partiti di Sinistra, D.P. compresa.
Ad un accordo di vertice per la nomina dei Consiglieri di Zona, non poteva non seguire anche un accordo sulla distribuzione delle Presidenze.
Il PSI, accettando questa logica su scala comunale, non poteva non accettarla in Zona 4 e per questo ha anche rinunciato ad esprimere una propria Presidenza. Se il PSDI non fosse stato in grado di indicare un Presidente, allora noi socialisti ci saremmo indirizzati verso un'altra scelta per non lasciare il Consiglio senza una direzione.
Soltanto la elezione diretta dei Consiglieri di Zona che avverrà finalmente l'anno prossimo, potrà dare ai Consigli medesimi piena autonomia soprattutto per la scelta del Presidente.
Quanto allo spazio che si lascerebbe alla D.C., d'accordo sulla necessità di una sempre maggiore unità delle Sinistre. Ma non sarebbe meglio evitare di prendere iniziative anche procedurali, che trovano puntualmente d'accordo il Consigliere Favole ed il suo gruppo della D.C.?
Mario Corrìas Coordinatore di Zona 4 del PSI
TEMPO PIENO ALLA SCUOLA "COLLETTA"
guenze facili da immaginare, e nel contempo favorire il moto di emancipazione ed affrancamento dal dominio coloniale dei popoli in lotta per la propria libertà ed indipendenza nazionale.
Il doloroso ed amaro conflitto tra Vietnam e Cambogia, la proditoria invasione cinese del Vietnam, le indebite pressioni esercitate dagli Stati Uniti per far mutare a favore dello Scià il corso della vicenda iraniana ed il più recente conflitto yemenita sono tutti segni di quanto sia tuttora fragile la base sulla quale appoggia la pace nel mondo, di quanto la coesistenza pacifica stenti ad affermarsi come dato politico e culturale definitivamente acquisito, di quanto lontano ancora siano le diverse nazioni dallo spirito della Carta delle Nazioni Unite che riconosce ad ogni popolo il diritto di scegliersi liberamente ed autonomamente il proprio Governo ed i propri ordinamenti.
Da ciò la necessità di una grande mobilitazione popolare a favore della pace, deve accompagnarsi all'impiego costante di tutte le forze politiche, intellettuali, religiose più consapevoli affinchè venga superata al più presto l'attuale fase fondata sull"'equilibrio del terrore" e venga posta in essere una nuova era basata sul disarmo progressivo e bilanciato delle due superpotenze e sul superamento della logica dei blocchi contrapposti.
In questa ottica si pone il nostro partito quando aderisce alla permanenza dell'Italia all'interno della NATO. Non già come "scelta di civiltà" ne come "cavallo di Troia", ma partendo dalla convinzione che con l'affermarsi progressivo del principio della coesistenza pacifica sarà possibile raggiungere due grandi ed importanti obiettivi: il primo quello di creare le condizioni per un graduale smantellamento degli apparati bellici sia della NATO che del Patto di Varsavia, il secondo quello di favorire, all'interno stesso delle nazioni aderenti ai due blocchi, processi di democratizzazione e cadute di discriminazioni che non potranno non avere
nazione. Se le attività integrative del doposcuola sono formative vengono discriminati i bambini che tornano a casa alle 12.30 perchè da queste attività restano esclusi; se il doposcuola si riduce a una permanenza nell'edificio scolastico senza un contenuto educativo vengono discriminati i bambini che lo frequentano e sono esclusi dalle attività che gli altri possono svolgere al di fuori della scuola.
Solo l'attuazione del tempo pieno per tutti gli allievi di una classe permette la formazione di una collettività la cui crescita culturale è omogenea, in cui i rapporti umani ed affettivi, la cosidetta socializzazione, avviene in modo spontaneo e costruttivo, in cui a tutti i bambini di estrazioni socio-culturali diverse vengono offerti gli stessi strumenti, gli stessi stimoli per esprimersi creativamente.
nel futuro effetti benefici al mantenimento, nel cuore dell'Europa, di una pace stabile e duratura.
In questo senso va anche valutata la battaglia che i comunisti italiani, in collegamento con altri partiti comunisti europei ed ad un più vasto schieramento di forze socialiste e progressiste vanno conducendo, per la creazione di un'Europa democratica ed indipendente. Un'Europa amica sia degli Stati Uniti sia dell'Unione Sovietica ma principalmente in grado di sviluppare un'autonoma politica progressista nei confronti dei paesi emergenti per una più equa ripartizione delle risorse e per porre fine al sistema di depredamento e sfruttamento attuato dalle grandi multinazionali e dai governi che delle multinazionali si fanno paladini e difensori. È questa l'Europa che andremo a costruire con le prossime votazioni di Giugno? Certamente no; grandi battaglie dovranno essere condotte dai lavoratori e dalle loro organizzazioni politiche e sindacali affinchè si proceda sulla via indicata; ma non vi è dubbio che l'Europa, se vorrà svolgere un ruolo non subalterno alle grandi potenze, se non vorrà vedere sempre rimessi in discussione la sua stabilità economica per via degli inevitabili sconvolgimenti politici di nazioni alla ricerca di una propria dignitosa collocazione internazionale, dovrà intraprendere la strada del confronto nel rispetto del principio del mutuo interesse.
L'Italia, per la sua collocazione geografica, per la sua storia passata e presente, per la forza il prestigio e la maturità del suo movimento operaio, per il fondamentale desiderio di pace e collaborazione che anima il suo popolo, può e deve assumere una funzione trainante e propositiva all'interno dell'Europa per far avanzare questi processi, in particolare con tutti i popoli e le Nazioni che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Non è compito questo che può essere delegato od assolto da una sola forza politica; è necessario invece un impegno congiunto di tutte le forze a larga base popolare affinchè, oltre a difendere i reali interessi nazionali tutti
Nella scuola di via Colletta si sta facendo tutto il possibile per recuperare degli spazi da adibire a questo scopo, ma certo sono ancora irrisori rispetto alle esigenze. Un miglioramento della situazione potrà verificarsi solo quando sarà spostata la scuola media e saranno liberati i locali attualmente occupati all'interno della Scuola elementare.
Inoltre la scuola a tempo pieno non può restare rinchiusa nel recinto delle mura scolastiche, ma nelle sue finalità è l'uscire dall'isolamento rispetto al quartiere, per diventare polo di socializzazione e centro culturale per tutto il territorio di riferimento.
Il quartiere d'altra parte deve farsi carico della presenza della scuola, sentirla come un organismo vivo che ha qualcosa da dare alla comunità. Spetta alla zona poi l'obiettivo di realizzare delle strutture di
concorrono a rafforzare la pace e la coesistenza pacifica, presupposti indispensabili per la creazione di un nuovo e più giusto assetto politico e sociale. Sezione "R. RICOTTI" del Partito Comunista Italiano
Circolo giovanile C. Miccoli
Dopo la positiva riuscita del torneo di biliardo, il Circolo Culturale Giovanile "Claudio Miccoli" si propone di svolgere durante la primavera le seguenti iniziative: estemporanee di pittura, corsi di fotografia, incontri serali tra giovani musicisti della zona, gite turistiche, formazioni di squadre di calcio e di pallacanestro.
Eventuali chiarimenti relativi alle iniziative sopra citate si potranno avere tutti i mercoledì dalle ore 21 presso il Centro Sociale di viale Molise 5 o la domenica dalle ore 10 alle 12 presso la cooperativa Ricotti in via Ugo Tommei 3/4.
È gradito il contributo attivo di tutti i giovani. Circolo Giovanile Culturale Claudio Miccoli
supporto all'attività educativa della scuola, creare in quartiere degli spazi fruibili dagli allievi delle scuole: questi possono essere una sala di lettura per i bambini nella biblioteca di zona, uno spazio per il giardinaggio da recepire in terreni demaniali, un centro sportivo che sopperisca all'assoluta assenza delle palestre scolastiche, l'uso di qualche cinema di zona per una serie di spettacoli teatrali o cinematografici e altri ancora. Solo con questa disponibilità della zona l'esperimento di via Colletta potrà non solo continuare, ma investire un maggiore numero di classi e acquistare un significato politico e culturale più vasto.
Angela Minella della Commissione tempo pieno della Scuola elementate Colletta
Per la prima volta nella zona due prime ed una seconda, 4 è in atto un esperimento di ma qualora fossero potenziate scuola a tempo pieno portata le strutture potrebbe essere avanti per l'impegno e la vo- estesa anche ad altre due o lontà di cambiamento di alcu- tre classi, già a partire dal ne insegnanti, e dei genitori prossimo anno. che hanno aderito con entu- L'esigenza della scuola a siasmo e fiducia a questa ini- tempo pieno è nata da diverse ziativa, che ha l'appoggio del motivazioni sociali, culturali e Consiglio di Circolo. pedagogiche. Il doposcuola
Attualmente questa speri- tradizionale, anche quando è mentazione riguarda soltanto gestito in modo funzionale, è sempre una forma di discrimi-
La scuola a tempo pieno non si riduce ad un aumento del tempo di permanenza nelle aule scolastiche e proprio perchè è tesa a dare nuovi contenuti e nuove finalità al processo educativo si scontra con problemi enormi. Si scontra a volte con l'incomprensione di alcuni genitori in cui si annida un autoritarismo che ha origini lontane, un'incapacità a superare il concetto di scuola assimilato nella propria infanzia, un senso di proprietà nei confronti dei figli per cui si desidera controllarli personalmente almeno dalle 12.30 in poi. Ma il problema più grave che deve affrontare la scuola a tempo pieno è la mancanza di strutture adeguate a questo mutamento dei contenuti educativi, la mancanza di attrezzature che permettano l'uso di linguaggi diversi dalla parola scritta (pittura, musica, drammatizzazione, ecc.).
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E' NATA i ABBONATEVI A IL DIALOGO/
Grazia e Lucio OLDANI hanno avuto allietata la casa dalla nascita della piccola GAIA. Alla nuova venuta gli auguri più vivi, a Grazia ed a Lucio le felicitazioni della redazione de II Dialogo e di tutti gli amici della zona 4.
LAUREA
CURARSI CON LE ERBE
Questi sono i primi giorni di primavera.
Certo non quella primavera che Milano ci regalava tanti anni fa, quando anche in questa nostra vecchia città, bastava veramente fare due passi per trovare un po' di verde ed un fossetto dall'acqua pulita per "puciare" dentro i piedi.
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cav. L. - Chiappa L. - Bonadri U. - Rapetti E. - Liera I. - Petrella S. - Colombi M. - Pasquini G. - Campagnoli W. - Collegher M. - Tognolo G. - Tavecchio M. - Garbagni C. - Capelli G.- Pili G. Ç Tosoni M. Ç Erba A. - Verza P. - Cestari U. - Bergami B. Ç Derienzo M. - Gemelli B.
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L 2.000: Colombi V. Ç Belina U. - Affettuoso S. - Panizzi C. - Pasinato A. - S.A. - Leone V. - Grippa G.F. - Cherubeili - Moresco Ç Bermani C. - Ravanelli C. - Meazza M.. Primavesi F. Ç Guareschi R. - Bracchi F. - Ponzoni L. - Carabelli G.C. - COM.E.L. 4 - Agnoletto G. - Pobbiati - Armeni G.Biri Bago - Corbella C. - Rossi E. - Speziari - Rifredi O. - Ferrara P. Ç Bertonotti G. - Biblioteca Nazionale dei Maestri - Mori M. - Codegoni P. - Di Gregorio - Spano M. - Ferrari E. Ç Bocchiola A. - Pasini R. - Anostini L.Proserpio F. - Baistrocchi G. Ç Cicconi G. - Simonetti A. - Grossi E. e C.Terenzi M. - Lombardi L. - Zaccagnini D. Ç Guarnaschelli Ç Marini F. - Tasca M. - Bonifacini S. Mussio M. Ç Castiglioni R. - Spini G. Ç Zuccalle S. "Gliobili" Carlo Ç Simonetta T. - Zanchetta S. - Orichuia B. - Alloni F. Ç Bertasini G. - Negri E. - Manfrinato B. - Pellanda M. Ç Nuova CorrenteCeresi C. - Cambiaghi L. - Pazzi I. - Ostaldo L. - Davioli B. - Campanini
A. - Duzioni G. - Barbieri O. - Tavecchia E. - Rossi A. - Strada E. Ç Galimberti B. - Rissa G. Ç Vittori U. - Maschetta A. - Galimberti A. - Mantegazza A. - Moizo L. - Stefanati A. - De Rosa E. - De Giacomo - Lionetti L.Nigro M. - Ruocco F. Ciusani T. Ç Pariani M. - Coco M. - Schiatti M. Ç Toffolon A. - Carretta A. - Lunati G. - Logozzo P. - Persico O. Ç Minorati
C. Ç Orsaniqo L. - Bulgarelli G. - Barozzi C. Ç Maretti Z. Necchi B. Ç Conti - Baldi O. Buongiorno G. - Cappellini P. - Costa M. Ç Pasini S. - Can. giano A. - Spreafico A. - Ferrara A. - Ceriani L. L. 1.3(30: Curioni L. 1.000: Mattina D. - Segalini G. - Magri L. Ç Meazza G.
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articoli per animali
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Con unet brillante votazione, 108 su 110, si è laureata ANCILLA PONSILACQUA discutendo presso la Facoltà di Fisica dell'Università degli Studi di Milano una tesi su "Radiazioni generate da un paziente trattato con isotopi radioattivi per via metabolica" - relatrice la Dottoressa Adele Sichirollo dell'Istituto dei Tumori di Milano. Ad Ancilla, che tutti in zona conoscono per l'impegno sociale e politico da tanti anni profuso, le felicitazioni della redazione de IL DIALOGO e dei moltissimi amici della zona 4.
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il dialogo
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La mia nonna i "due passi" li faceva per andare a raccogliere le erbe e le radici con le quali avrebbe, dopo una settimana o due, preparato un decotto per "netàa" tutta la famiglia.
Ricordo ancora adesso le smorfie che facevamo, mio fratello ed io, mentre si beveva quell'introglio... eppure è proprio da lì che è nata la mia passione per le erbe.
E, naturalmente, mia nonna aveva ragione: ora cerco di convincere gli altri a prepararsi qualche tisana per disintossicare l'organismo: è il momento ideale.
Si esce dall'inverno stressati organicamente e psichicamente si anela alle vacanze, si "sente" il bisogno d'aria pulita e di sole: bene, vediamo di curarci un po' adesso perchè un mese di vacanza non può, da solo, rimediare a tutto.
Esistono molte erbe con proprietà depurative e disintossicanti, Vi posso ricordare l'ACHILLEA, diuretica e decongestionante, la DULCAMARA, sudorifera, la CICORIA, lassativa depurativa e stomachica, il TARASSACO, lassativo, stimolante epatico, la BARDANA, ottima anche contro i foruncoli e l'acne, la la MENTA, diuretica, la MELISSA, rilassante.
Come si usano? In infuso preparato alla sera con un cucchiaio di queste erbe e 200 grammi d'acqua bollente. Si copre e si lascia riposare tutta la notte. Si cola al mattino e si beve, intiepidito, a digiuno con l'aggiunta di una scorzetta di limone e di un cucchiaino di miele, a piccoli sorsi.
Ripetere per 20-25 giorni. Ottimo anche il succo di carota addizionato ed un pizzico di sale e acqua minerale. Consigliabili anche le prugne cotte che, oltre ad essere depurative, contengono magnesio, elemento chimico molto importante, il crescione in insalata condito con olio limone e poco sale o spremuto nella dose di 150 grammi al giorno (Vaga).
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LA RICETTA DEL MESE
Vino di Rosmarino e salvia
25 foglie di rosmarino e 20 foglie di salvia; 1 litro di vino rosso e 20 grammi di miele. Mescolate le foglie di rosmarino e quelle di salvia e mettetele a macerare per un intera giornata in un litro di vino rosso che deve essere genuino, forte, generoso e di primissima qualità.
Aggiungete il miele e poi mettete il vaso a scaldare a bagnomaria per venti minuti. Trascorso tale tempo, togliete il vaso dall'acqua, lasciatelo riposare e raffreddare completamente, quindi filtrate il vino e conservatelo in una bottiglia.
Quale cura -contro l'esaurimento e la stanchezza, prendetene un bicchierino al termine dei pasti principali. Buona primavera a tutti! a cura di Rosamaria Franchi L'erboristeria di Via Ciceri Visconti
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