Quartiere e politica7

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quartiere e poutica

Periodico dei Quartieri Isola - Fontana - Istria - Greco - Ponte Seveso a cura delle Sezioni del PCI della Zona 2 —Marzo 1976 - - N° 10

IL NOSTRO GIORNALE

Quartiere e Politica

è al suo secondo anno di vita. Trarre un bilancio politico su questi due anni richiederebbe molto spazio, basti qui riassumere il giudizio che di esso hanno dato i compagni militanti e singoli democratici : un giudizio scarsamente soddisfacente, soprattutto per non aver saputo intervenire sui problemi reali dei nostri quartieri e dell'intera zona 2.

Quartiere e Politica, per carenze oggettive del nostro Partito, non è stato sufficientemente posto nelle mani di tutti i cittadini della zona. Da questo punto di vista v'è ancora molto da fare, da inventare perfino, perchè questo foglio diventi uno strumento sempre più diffuso di informazione democratica su questioni non sempre trattate, o coffiunque trattate male, dalla stampa e dagli organi di informazione della borghesia.

Ci riferiamo alle questioni che ci riguardano immediatamente — certamente non perdendo di vista gli aspetti generali cui sono collegate — perchè sotto i nostri occhi o perchè direttamente vissute: le grandi questioni della casa, della scuola, dei trasporti, della salute, dell'assistenza, dove registriamo ritardi cronici — e non solo per quanto riguarda la zona 2 — per come è stato gestito il potere amministrativo dalle passate Giunte di centro-sinistra.

Questi problemi sono quotidianamente affrontati dalle forze politiche e sociali della nostra zona; il PCI è impegnato in prima persona alla formulazione di giuste e unitarie proambroaio sala

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Proposta PCI - PSI - MUIS per i rinnovati Consigli di Zona

Gestione unitaria dei Consigli di Zona per una reale e attiva partecipazione dei cittadini

All'unanimità il Consiglio comunale ha rinnovato i Consigli di zona, approvando la nomina dei 400 nuovi consiglieri proposti dai singoli gruppi.

Alla nomina si è giunti superando notevoli difficoltà, dopo che l'intervento del governo aveva impedito l'elezione diretta dei consiglieri fissata per i! 30 novembre scorso. La decisione, infatti, di procedere subito alla nomina indiretta dei 400 consiglieri, secondo lo statuto del decentramento approvato nel luglio del 1974, aveva sollevato opposizioni da parte della DC e del PSDI. Questi due gruppi consiliari, infatti, contestavano l'applicazione dello statuto che prevede la distribuzione dei 400 seggi in proporzione alla consistenza dei singoli gruppi in Consiglio comunale, sotto la

spinta della situazione venutasi a creare con la formazione del gruppo misto, composto da tre consiglieri del MUIS (ex PS DI) e da due consiglieri indipendenti (ex dc).

Resistenze erano state fatte anche dal PLI, promotore di una causa da-

vanti al TAR sulla presunta illegittimità dello statuto del decentramento, e dal PRI, favorevole al mantenimento dei vecchi consiglieri fino all'approvazione della nuova legge sul decentramento. Con pazienza, in ripetute riunioni di capigruppo, è

IL CONSIGLIO DI ZONA 2

PCI - Rinaldo Costelli, Mario Stefanoni, Maria Luisa Salomoni in Bersani, Aldo Verganti.

DC - Ivo Bertelli, Sergio Casati, Domenico Civardi, Stefano Giorgetti, Mario Tagliazucchi, Erminio Andrey, Enrico Panzeri.

PSI - Guido Manca, Roberto Coppari, Giovanna Moscatelli.

DP - Luigi Percetti.

MUIS - Carlo Fracchioni detto Nino.

PRI - Eduardo Szego.

PSDI - Arnaldo Novelli.

PLI - Rida Assael Chiodi.

MSI - Ettore Cappelletti.

CASE E SERVIZI IN ZONA 2

Milano in questi trent'anni ha subìto l'assalto massiccio ed incontrollato della speculazione sulle aree lasciando mano libera alla rendita parassitaria, provocando quei danni a noi tutti noti, la terziarizzazione e la residenza di lusso, che hanno relegato di fatto alla periferia e nei comuni esterni larghi strati popolari e attività produttive.

A tutt'oggi, Milano è senza un Piano regolatore generale. L' ultimo risale al 1953: l'aver privato la città di questo strumento ha consentito buon gioco

al proliferare di licenze in precario se non addirittura illegali; perciò si pone con urgenza il problema della rapida elaborazione ed approvazione del PRG. Questo a nostro giudizio deve realizzarsi attraverso un confronto aperto con tutte le forze politiche, sindacali, sociali, con la diretta partecipazione della popolazione della nostra zona, per fare quelle scelte prioritarie che non possono essere rimandate nel tempo.

Le iniziative della nuova Giunta comunale in questi pochi mesi di at-

tività hanno aperto nuove prospettive: basti pensare alla delibera approvata dalla Giunta all'unanimità nella seduta del 20 gennaio 1976 con la quale si procede alla revoca di 64 convenzioni stipulate prima del 1968 con privati, all'invio al CIMEP di 48 lotti da destinare a edilizia economico-popolare, agli interventi dell'Amministrazione comunale a sostegno dell'inquilinato nei confronti delle proprietà renato capelli

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stata cercata e trovata una soluzione accettabile per tutti che ha consentito, appunto, il rinnovo dei Consigli. Ai gruppi di maggioranza sono toccati 212 consiglieri così distribuiti: 123 al PCI, 59 al PSI, 15 al MUIS, 15 a DP; alle opposizioni 188 consiglieri: 105 alla DC, 25 al PRI, 15 al PLI, 18 al PSDI, 25 al MSI.

Le assegnazioni nelle singole zone sono state elaborate in modo da rispettare il più possibile il voto del 15 giugno e i nuovi schieramenti che si sono creati in Consiglio. Si sono così determinate maggioranze di sinistra (comunisti, socialisti, MU IS e DP) in dodici zone (7, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 18, 19, 20), maggioranze di centro (democristiani, repubblicani, liberali e socialdemocratici) in altre sei zone (1, 2, 3, 4, 6, 11). In due consigli di zona (5, 17) maggioranza e opposizione hanno lo stesso numero di seggi, e troveranno accordi locali per la nomina del presidente, poichè tutti i gruppi dell'arco costituzionale respingono il voto dei missini.

I consiglieri della zona 2 di nuova nomina sono 12. Confermati il comunista Verganti, i dc Giorgetti e Casati, i socialisti Manca e Coppari, il socialdemocratico Novelli, la liberale Assael e Carlo Fracchioni rappresentante del MUIS presente nel precedente Consiglio nel gruppo del PSDI.

Fra i nuovi consiglieri sergio dugnani

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IM.1•01/1

discussioni

Si dicono molte cose sui giovani d'oggi: che sono ribelli, che non hanno più « religione », che non sanno cosa vogliono e che « ai miei tempi » era tutt'un'altra cosa. Atteggiamenti di sfiducia in cui si mescola la coscienza di una crisi ideale che investe oggi il nostro Paese con il timore suscitato dalla volontà di rinnovamento presente nelle nuove generazioni.

D'altra parte ci sono anche atteggiamenti opposti: c'è anche chi vede nei giovani i protagonisti di una rivoluzione del costume e della società e ne esalta qualsiasi atteggiamento.

Quanto c'è di vero e quanto di superficiale p preconcetto in queste due diverse posizioni? Lo sforzo della FGCI è proprio quello di analizzare criticamente il mondo in cui viviamo e di essere comunisti fra i giovani. Nel suo 20° congresso nazionale (tenutosi a Genova dal 17 al 21 dicembre '75) è emersa la tensione a cogliere « da dentro » la condizione giovanile, in una situazione di crisi economica e ideale tale per cui i problemi dei giovani non sono più problemi di una categoria, ma sono problemi di tutta la nazione. Ed è proprio a partire da quest'analisi che dal congresso sono uscite indicazioni positive sui temi della scuola e della occupazione e sulla necessità di costruire la più ampia unità dei giovani per rinnovare il Paese.

Alcune iniziative prese dai Circoli della FGCI della zona 2 si collocano all'interno di questo sforzo di « essere comunisti fra i giovani » e di avviare un dibattito e una collaborazione costruttiva: esse hanno messo in luce il modo diverso ed originale con cui sono affrontati dai giovani i temi del costume, del rapporto interpersonale, della qualità della vita.

Aperto dibattito fra i giovani della zona

Un'indagine sui problemi dell'educazione sessuale

H Circolo Cabrati della FGCI ha proposto ai giovani del quartiere un questionario sui problemi delI' educazione sessuale. La maggioranza delle risposte (30, di cui alcune elaborate collettivamente) è venuta dalle ragazze, soprattutto le più giovani.

La maggioranza ha denunciato i limiti di un'educazione sessuale che solo in pochi casi (5) è stata definita di tipo

scientifico. Molti l'avrebbero desiderata più completa (15) e meno repressiva. Tutte le risposte infatti la ritengono utile e necessaria per il completo sviluppo della personalità. Diciotto la vorrebbero affidata alla scuola, chiedendo inoltre che anche i genitori vengano messi in grado di poter affrontare serenamente e correttamente questo argomento con i propri figli. Più volte infatti viene

sottolineato come questo faciliterebbe la comprensione ed il dialogo in famiglia. Una buona parte inoltre ritiene necessarie adeguate strutture sanitarie capaci di garantire un'assistenza anche in questo campo. Un gruppo di ragazze ha poi sottolineato come — attraverso tutti questi strumenti è necessario che tutta la società faccia un salto di qualità.

I giovani e il tempo libero

Un' altra esperienza, in un campo diverso, è stata compiuta dal Circolo della FGCI « Lambrakis » che ha svolto un'inchiesta fra i giovani del quartiere Istria - Taormina sui temi concernenti il tempo libero. Dalle risposte dei 30 intervistati (dai 14 ai 20 anni e di vario orientamento) è apparso chiaro che l'uso del tempo libero rappresenta un problema molto sentito dai giovani. Quasi tutti hanno sottolineato che una carenza di strutture dedicate ai giovani può influire su fenomeni di disadattamento. Anche la diffusione della droga può avere una radice nella condizione di isolamento in cui

molti giovani vivono. Dai dati raccolti risulta che è comune a tutti il desiderio di occupare il tempo libero: la maggior parte indica soluzioni quali il frequentare spettacoli o fare dello sport. Una minoranza, comunque non trascurabile, opta per il bar e le sale da ballo, che restano effettivamente molto spesso l'unico momento di vita ricreativa. Proprio per questo tutti sentono I' esigenza di strutture quali teatri, attrezzature sportive, centri civici, biblioteche pubbliche. Infatti uno dei dati più significativi emersi dall'inchiesta è quanto sia radicata la necessità di « vita associata »: I' esi-

Più difficile il discorso sui « valori » che devono guidare l' insegnamento. Se quindici dichiarano di aver ricevuto un insegnamento basato sulla morale cattolica, ben tredici di questi pongono dei dubbi su questa impostazione, motivandoli con la insufficienza di tale insegnamento davanti ai problemi incontrati nella loro esperienza. Solo 6 però indicano princìpi alternativi cui tentano di ispirarsi: una maggiore spontaneità, una maggiore libertà, il rispetto per se stessi e per gli altri, la responsabilità e l'obiettività con se stessi nelle scelte.

genza di incontrarsi, conoscersi, prendere iniziative collettive. Pochissimi infatti hanno già adesso questa opportunità. C'è stato anche chi ha aggiunto che la possibilità di vivere insieme è fondamentale per il reinserimento dei giovani emarginati. Molti hanno sentito il bisogno di approfondire seriamente gli argomenti trattati. Molti hanno addirittura fatto proposte per iniziative da prendere subito e quasi tutti hanno risposto favo-

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La stessa difficoltà — un atteggiamento ancora di ricerca — si coglie anche nelle risposte riguardanti la verginità ed i rapporti sessuali prima del matrimonio. Mentre 3 risposte hanno dato una valutazione storica del valore (fondamentale nella cultura cattolica) della verginità, quattro ragazze le hanno attribuito un vero e proprio significato morale. Altre 10 risposte hanno invece considerato più importante della verginità fisica I' integrità morale e l'onestà con cui viene affrontato il rapporto sessuale. Il suo significato viene posto nell'ambito del legame affettivo, come contributo ad un più completo rapporto di coppia, e allo sviluppo complessivo della personalità individuale. Solo due ragazze si sono invece dichiarate nettamente contrarie a rapporti sessuali fuori del matrimonio. Divisa l'opinione anche su altri problemi, come l'aborto, sul quale ci sono stati 4 netti rifiuti ad ogni depenalizzazione, 9 risposte favorevoli ad una legalizzazione « controllata » e 9 risposte favorevoli ad una completa liberalizzazione, anche se comunque la maggioranza sottolinea la necessità primaria di superare definitivamente il ricorso ali' aborto, diffondendo I' educazione sessuale e la conoscenza dei contraccettivi.

L'impressione complessiva che si trae dalla lettura dei 30 questionari compilati è quella di uno joie bevilacqua

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pagina 2 QUARTIERE E POLITICA
I temi proposti dai giovani comunisti al centro delle

Il rinnovato Teatro Verdi Un Teatro democratico per il quartiere

DALLE SCUOLE

I genitori della scuola media di via Cagliero

Presso la scuola di via Cagliero i genitori hanno dato vita, sin da quando la scuola è sorta, ad una associazione che di essa ha seguito, discusso, sostenuto le scelte didattiche (il tempo pieno e alcune scelte di fondo quali l'abolizione del voto e del libro di testo) e le iniziative.

Un momento dello spettacolo per ragazzi « Vieni nel mio sogno » presentato dal Teatro del Sole.

Il Teatro Verdi è nato come momento propulsivo centrale per la crescita e lo sviluppo del decentramento culturale nella città di Milano.

Tale proposta, in linea con la politica culturale delle organizzazioni democratiche del movimento operaio (sindacati, movimento cooperativo, ARCI-UISP, ecc.), tiene conto e vuole esaltare la nuova realtà offerta dal tessuto sociale, particolarmente

le strutture nate dal decentramento: i Comitati unitari di zona ed i Consigli di zona. In sostanza il Teatro Verdi vuole essere una proposta culturale alternativa al teatro di consumo dell'industria culturale.

La storia ed il passato del Teatro Verdi, ricchi di tradizioni di spettacoli e di animazione del tempo libero, di cui è ancora viva l'eco nel quartiere, Isola, legittimano questa propo-

sta, il cui valore politico è stato colto dall'opinione pubblica (stampa, circoli, fabbriche, partiti, scuole, università). Gli spettacoli già andati in scena e quelli programmati vanno tutti nella direzione indicata: lo spazio e l'attenzione che la stampa cittadina e nazionale dedicano loro rappresentano la più puntuale verifica della validità della proposta che parta avanti il Teatro Verdi.

Una proposta nuova per i giovani di Greco

Se l'inchiesta del circolo Lambrakis è solo un inizio, molto più precisa è la proposta dei giovani comunisti di Greco.

In questo periodo di intensa attività della nostra organizzazione ali' interno dei quartiere, ci siamo adoperati per precisare il significato del «nuovo modo di far politica » che ci siamo proposti, a partire dall'analisi obiettiva e soggettiva della realtà che ogni giovane vive all'interno del nostro quartiere e che spesso ha per denominatore comune la disgregazione e la mancan-

za di 'prospettive per il futuro. Proprio per questo è necessario superare lo scontro sterile fra diverse convinzioni politiche per poter intervenire concretamente nei problemi che i giovani vivono in prima persona.

In quest'ottica si è formato a Greco un gruppo giovanile che si propone di raccogliere e mobilitare tutti i giovani sui !oro problemi, a cominciare dalla necessità di organizzare momenti di cultura e di spettacolo, con la prospettiva di: — aprire un discorso sul-

All'associazione hanno dato un nome che la caratterizza e ne mette bene in evidenza gli scopi: « Associazione ScuolaQuartiere ». L' associazione, infatti, voluta e rivolta principalmente ai genitori, è aperta al contributo degli insegnanti, degli studenti della scuola ed ai rappresentanti amministrativi e sindacali della zona (Consiglio di zona e Cuz), come pure a tutti quei cittadini che fossero interessati ai problemi del tempo pieno.

La partecipazione alle assemblee e alle riunioni di tutte le componenti della scuola e del quartiere consente nell'affrontare i problemi una visione non settoriale, «di categoria», e va nel senso di attuare una effettiva gestione sociale. E i problemi non mancano, quali ad esem-

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Educazione sessuale

lo sport, come momento di aggregazione per molti giovani e come diritto, per uno sviluppo completo; dar vita ad un confronto sul problema della droga, studiando in particolare nella realtà del nostro quartiere quali condizioni e quali motivi hanno facilitato il diffondersi di questo allarmante fenomeno di « fuga dalla realtà », per un intervento concreto e risolutivo.

viviana galimberti walter serafin

sforzo. più o meno profondo, e presente soprattutto fra le ragazze, di arrivare ad una rielaborazione personale e « convinta », rifiutando la repressione della sessualità e ricercando un nuovo equilibrio che accolga le esigenze di uno sviluppo psico-fisico completo.

Rimane tuttavia I' esigenza di una discussione e di un confronto, anche per superare atteggiamenti che oppongono alla tradizione ormai rifiutata una « permissività » che non porta niente di veramente nuovo. A questo dibattito, che verrà allargato agli educatori, agli in-

pio la mensa, la palestra, la carenza di spazio, il problema della didattica, di quello che si insegna e di come lo si insegna, i problemi degli insegnanti che cambiano e non per loro volontà, per cui diventa impossibile attuare la continuità didattica. Alcuni sono stati affrontati e risolti mediante dibattiti, manifestazioni, ecc., altri restano.

E' importante ricordare per capire meglio che la associazione si è così organizzata prima dei decreti delegati e già allora si voleva, anticipandoli, allargare in senso democratico la partecipazione.

La rispondenza e la partecipazione non sono sempre stati pari alle intenzioni e alle attese: molto resta da fare, ancora. Consapevole di questo la segreteria dell'Associazione con la collaborazione di genitori e di rappresentanti di classe sta cercando di rilanciare l'Associazione stessa rinvigorendola mediante l'apporto di altri genitori e riorganizzandola.

liliana raggi (della segreteria dell'Associazione scuola - quartiere)

segnanti, ai genitori, invitiamo tutti i giovani a dare un loro apporto critico.

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I giovani e il tempo libero

revolmente alla proposta di momenti di dibattito da cui nascessero indicazioni, idee, proposte per un lavoro capace di coinvolgere giovani di diverso orientamento e soprattutto capace di modificare realmente il modo di vivere nel quartiere. Il dialogo che è stato aperto da questa inchiesta ha portato alla luce un entusiasmo che vogliamo tradurre subito in un modo nuovo, più « umano » e più « giovane » di vivere nel nostro quartiere.

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DALLE FABBRICHE

Si estende la lotta per respingere i licenziamenti alla PACCHETTI

I grandi gruppi del padronato si sono resi più insidiosi per ostacolare le conquiste dei lavoratori: infatti un pesante attacco ai livelli occupazionali viene portato avanti in diverse fabbriche della zona.

Alla conceria Pacchetti, fabbrica occupata dai lavoratori dal 15 gennaio, non solo gli accordi sindacali che garantivano il posto di lavoro ai 400 lavoratori non vengono rispettati, ma si ha la volontà di cessare l'attività e di licenziare tutti. I motivi di questa grave decisione non sono certamente quelli dell' azienda e cioè alto costo del lavoro, assenteismo, scarsa funzionalità delle tecnologie, alto costo della ristrutturazione valutato sugli 800 milioni.

I veri motivi vanno ricercati nell'uso speculativo che il finanziere Sindona ha fatto della Pacchetti, nell'incapacità di conduzione dell'azienda sul piano tecnico e commerciale da parte dei dirigenti, nella volontà di ricavare grossi guadagni dalla vendita dell' area (2.200 mq.) dove attuai-

mente è sita la fabbrica.

I lavoratori — dopo varie manifestazioni in zona, alla Regione, in un'assemblea aperta con le forze politiche e sociali democratiche della zona —

hanno elaborato un piano di ristrutturazione aziendale che permette una maggiore funzionalità degli impianti garantendo il posto di lavoro agli attuali occupati. Il piano pre-

HONEYWELL: non vogliamo solo vendere

La Honeywell Information System Italia (HISI) fa parte della società multinazionale Honeywell che ha sede a Minneapoiis negli U.S.A. Le origini della HISI risalgono all' immediato dopoguerra quando esisteva l'Olivetti Bull. In seguito l'Olivetti entrò nel settore degli elaboratori elettronici costituendo la Olivetti Divisione Elettronica. I successi tecnici ottenuti furono rilevanti: basti ricordare che il primo calcolatore a transistor fu progettato in Italia; purtroppo l'assoluto disinteresse delle autorità governative, che al contrario di ciò che avveniva in altri Paesi non si erano rese conto della importanza strategica dell' elettronica, costrinse l'Olivetti a svendere la sua attività al gruppo multinazionale General Electric che in seguito cedette l'intero settore alla Honeywell.

Oggi la HISI occupa più di 3.000 persone, un migliaio nella fabbrica di Caluso (Piemonte), 400 nel laboratorio di Pregnana ed il resto nella rete commerciale distribuita in tutta Italia. La società progetta e produce calcolatori medio-piccoli e vende quelli grandi che importa dagli U.S.A. Il fatturato italiano è di circa 80 miliardi di lire all'anno.

Nella zona 2 la HISI ha la direzione generale situata in via Pirelli dove vi sono un centinaio di dipendenti, gli uffici marketing in via Tazzoli e le filiali di vendita in via Melchiorre Gioia.

Dato che i calcolatori sono quasi sempre dati in affitto è difficile per le società che operano in questo settore chiudere in tempi brevi come hanno fatto altre multinazionali; si nota tuttavia da qualche tempo una tendenza a privilegiare le attività

di pura vendita a scapito di quelle di progettazione, produzione e assistenza tecnica. Contro questo disegno si svolge da anni una dura lotta sindacale. Nell'ultima contrattazione aziendale conclusasi nell'ottobre 1975 sono state effettuate 80 ore di sciopero.

Tra i risultati si è ottenuto un impegno da parte della società a non ridurre l'organico e un modesto contributo alle spese per il pasto di mezzogiorno. La HISI infatti non dispone di una propria mensa ed i suoi dipendenti devono servirsi nei locali pubblici del centro direzionale con tutte le spese che ciò comporta.

La società opera in un settore di importanza strategica che costituisce una delle chiavi della rivoluzione industriale. Si tratta infatti di lavorazioni con alto valore aggiunto, elevato contenuto tecno-

la segatura nei bottali che tra l'altro eliminerebbero la nocività). Queste modifiche comportano un miglioramento della produttività di circa il 20%.

Nonostante questo piano di riconversione sia stato ritenuto valido tecnicamente dalla stessa direzione in un incontro svoltosi con il Comune di Milano, l'azienda mantiene ancora un atteggiamento di ostinato e irresponsabile rifiuto a trovare una soluzione a questa vertenza.

In particolare i lavoratori contestano il bilancio di ristrutturazione preventivato e lo calcolano su una spesa di circa 400 milioni, cioè la metà di quanto indicato dalla azienda.

vede tra l'altro: accentramento delle produzioni simili in un unico reparto; installazione di impianti di automazione in alcune lavorazioni (silos con carico e scarico automatico del-

Ancora i lavoratori comprendono che la loro elevata coscienza sindacale impedisce all'azienda di utilizzare spazi, quali il lavoro straordinario e il lavoro nero, per incrementare facilmente il profitto e individuano in questo motivo una delle ragioni principali della volontà dei proprietari di liquidare l'aizenda.

logico, processi produttivi innovativi ed un buon livello di occupazione. Per questo motivo la stampa comunista ha sempre seguito con molto interesse le vicende della so,;età.

I dipendenti che lavorano negli uffici situati nella nostra zona sono tecnici altamente specializzati e dirigenti della società. Una parte di essi abita vicino al luogo di lavoro: via Melchiorre Gioia, via Ressi, via Zuretti. Questi insediamenti sono avvenuti in genere prima del 1970. Oggi data la penuria di alloggi e il livello degli affitti i nuovi assunti trovano abitazione fuori Milano.

All'interno della HISI opera una cellula del PCI che negli ultimi tempi si è notevolmente ingrandita coinvolgendo compagni che erano già impegnati in altre attività di partito e nuovi iscritti.

In ogni caso la vicenda della Pacchetti si iscrive nel quadro di un piano di ristrutturazione generale dell' industria all' insegna di una ricomposizione nuova di ampi margini di profitto, approfittando di questa situazione politica confusa nella quale mancano idee chiare e controlli rigorosi da parte del potere politico.

La commissione fabbriche della sezione « Bietolini » del PCI

Repressione alla Montedison

Quattro licenziamenti e sei sospensioni (tutti delegati del Consiglio di sede) sono i gravissimi atti repressivi messi in atto nei giorni scorsi dalla Montedison nella sede di via Taramelli.

Queste violente azioni antisindacali sono la risposta alle lotte che i lavoratori stanno sviluppando da mesi per il contratto dei ch,mici e la vertendonatella malingambi

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L'assemblea alla Pacchetti
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Montedison

za dell'area milanese. La grande risonanza che queti fatti hanno avuto nel mondo del lavoro, le ampie testimonianze di solidarietà espresse ai delegati colpiti isolano la Montedison e mettono ancora una volta in evidenza il grande senso di responsabilità dei lavoratori.

Tutti gli impiegati della sede di via Taramelli sono immediatamente scesi in sciopero per due ore e il calcolatore del centro meccanografico è stato bloccato per 48 ore. Anche in questa occasione la direzione Montedison ha tentato un ricatto minacciando di mettere in ore improduttive (cioè non remunerate) i turnisti del centro meccanografico, se non si fossero fatti entrare esperti in lavoro straordinario per recuperare il tempo perduto.

ll Consiglio di sede ha respinto il ricatto e la direzione ha deciso la serrata del centro, creando ulteriori motivi di tensione. Id Cds ha immediatamente denunciato il fatto alle forze politiche, al prefetto, all' Ispettorato del lavoro e al ministro del Lavoro. Il presidio dell'area Taramelli è proseguito anche di notte.

Nonostante le molteplici iniziative intraprese e il pieno appoggio della FULC (Federazione unitaria dei lavoratori chimici) alla lotta dei lavoratori della sede, sino ad ora i quattro licenziamenti non sono ancora stati revocati.

I problemi degli anziani nella nostra società

Possiamo raggruppare i problemi che assillano gli anziani in tre punti essenziali: indipendenza economica; salute; cultura. Sono tre condizioni essenziali, senza le quali la vita dell'anziano perde il gusto di essere vissuta, in quanto non dipende dall'età dell'individuo il vivere bene, ma dalle condizioni in cui è costretto a vivere.

Dalle prime Casse di Soccorso del 1800, all'As-

centi, sono le migliori finora raggiunte in Italia.

Certo non basta la legge, occorre garantirsi durante la vita lavorativa la stabilità d'impiego, cioè 40 anni tra lavoro, servizio militare, periodi di maternità e malattia indennizzati. In tal caso il lavoratore dell'industria avrà l'80% del salario più alto percepito negli ultimi dieci anni.

Purtroppo i pensionati

grande valore psicologico.

La società capitalistica, basata sul profitto, sullo sfruttamento, non ha mai affrontato il problema degli anziani, ha disgregato la famiglia, con la spinta al consumismo ha imposto un certo modo di vivere, ma l'anziano è sempre stato emarginato, spinto a vivere nell'isolamento. Al capitalismo serve l'uomo in quanto forza lavoro, produttore di plus-

vono essere soppressi perchè fonti di corruzione sperpero) ve ne sono di ricreativi per i lavoratori per i figli di essi, ma per i pensionati ci sino solo quelli di assistenza, di beneficenza, di carità e gli ospizi di mendicità.

Troppi lavoratori vedono il momento del pensionamento come I' ultima tappa della vita; occorre prevenire questo momento alle volte traumatico con la preparazione al pensionamento, corsi specifici nei luoghi di lavoro nei centri territoriali.

La società deve essere in grado di offrire al lavoratore pensionato tutti gli strumenti necessari per rendere la vita degli anziani sana e serena, iniziando col realizzare centri diagnostici per tutti gli accertamenti che la medicina preventiva geriatrica deve effettuare per salvaguardare la salute, centri sanitari collegati ai centri sociali onde garantire servizi domiciliari per coloro che ne hanno bisogno, centri per attività ricreative, culturali di carattere sociale — politico — educativo, onde ridurre al massimo le possibilità di una vita noiosa e di isolamento.

sicurazione Generale Obbligatoria (AGO-INPS) del 1918, alla grande conquista storica dell'aggancio delle pensioni al salario del 1975, la classe operaia, i lavoratori con le loro lotte hanno garantito ai pensionati condizioni che, seppur insoddisfa-

di oggi sono coloro che hanno subìto la guerra, i bassi salari, lunghi periodi di disoccupazione non indennizzata e pertanto le pensioni all'80% del salario sono pochissime nell'AGO. Ne troviamo nei pensionati del pubblico impiego e nei Fondi speciali, ma in questi settori, non essendoci ancora lo aggancio al salario, troviamo le vecchie pensioni, quelle di invalidità e delle vedove molto al disotto deT80% del salario, rispetto a quelle di oggi.

valore, per esso è « disponibile » anche a dare quel tanto che serve per riprodurre la forza lavoro, ma all'atto del pensionamento, per questo sistema, l'uomo non ha più nessun valore e da qui il disinteresse della società.

Il Comitato di coordinamento del PCI della zona 2, dopo i congressi di Sezione, risulta composto dai compagni : Ambrogio Sala (coordinatore), Clemente Benelli (segreteria), Rinaldo Costelli (segreteria, capogruppo al Consiglio di zona), Maria Teresa Bisconti (segretaria della Sezione Bietolini), Angelo Vianello (segreta-

rio della Sezione Ferretti), Sandro Cervetti (segretario della Sezione 1° Maggio), Bruno Cassani (segretario della Sezione Bontadini ), Felice Spada (segretario della Sezione Pea), Sergio Dugnani (direttore di Quartiere e Politica), Jole Bevilacqua (responsabile di zona della FGCI).

Vi sono molti problemi insoluti per i pensionati di tutti i settori: de pensioni minime, il problema delle evasioni contributive, l'istituzione del fondo unico e di un'unica normativa.

Ci preme in questo momento sottolineare i vari aspetti del problema anziani: la salute, i rapporti sociali.

Il mantenimento della salute è collegato ai rapporti sociali, a quelli familiari, all'ambiente sano nel quale l'anziano vive: tutto questo riveste un

Lo Stato capitalista è «disponibile» anche a produrre case economiche per i lavoratori (Piano Fanfani, Gescal, gli stessi IACP) con i soldi dei lavoratori e solo per essi; i vecchi non riusciranno mai ad entrare nelle graduatorie di assegnazione, non avranno mai un punteggio sufficiente e per essi non si pensa lontanamente (nemmeno oggi) a costruire miniappartamenti a tipologia adatta allo anziano.

Così moltissimi pensionati sono costretti a vivere in case degradate senza servizi, alla mercè degli aumenti delle cosiddette «spese», minacciati di sfratto; costretti insomma a vivere nell'insicurezza dell'abitazione.

Anche tra gli enti creati dal capitalismo (che de-

Molto interessante è la iniziativa presa dalla Sezione Bietolini del PCI unitamente al Circolo Arci Giardino di dare vita al Gruppo anziani collegato al sindacato pensionati CGIL, il quale pone alcuni obiettivi: avvicinare tutti gli anziani della giurisdizione per stabilire con essi un contatto e assieme predisporre una serie di iniziative come l'accertamento che tutti i diritti inerenti le pensioni siano goduti giustamente da tutti, la verifica delle condizioni e dei bisogni, la programmazione di richieste che formeranno piattaforme di una vertenza da a• prire cogli Enti locali e statali.

I pensionati non devono essere isolati in attesa che altri risolvano i loro problemi, ma protagonisti a fianco della classe lavoratrice per far avanzare il Paese verso una società migliore ove lavorare sia un diritto e si possa invecchiare serenamente.

medie corredi (segretaria provinciale sind. pensionati CGIL)

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Il Comitato di coordinamento del PCI Zona 2

Intervista all'Assessore Mottini

LA CRISI DELLE AZIENDE MUNICIPALIZZATE

Le aziende municipalizzate versano quasi tutte in cattiva e a volte disastrosa situazione finanziaria. Ciò -f ripercuote sui bilanci dei Comuni mandandoli spesso in passivo e limitando perciò l'autonomia.

Abbiamo posto al riguardo alcune domande all'assessore alle aziende municipalizzate dott. Maurizio Mottini.

D. — Qual è la situazione del Comune e delle sue aziende e società ?

R. — Non è semplice rispondere in breve. Dal punto di vista economico e finanziario la situazione è drammatica. Alla crisi della finanza locale si aggiungono le difficoltà dell'imponente sistema di aziende municipali e società con capitale comunale. Alcune di queste aziende hanno perso autonomia economica e il passivo pesa direttamente sulla gestione della cassa comunale.

D. — Ma perchè si è giunti a questo punto ? Lottizzazioni, clientelismo ecc.; non sono questi i motivi ?

R. — La situazione è assai più grave e complessa. Sarebbe semplicistico, anche se giornalisticamente efficace, ridurre a questi fenomeni, che pure esistono e debbono essere eliminati, una situazione che non esito a definire crisi dell' azienda pubblica. Ci troviamo di fronte a vari fenomeni e provo ad indicarli a caso sia pure schematicamente:

- inadeguatezza degli strumenti e ritardi resi acuti dal processo inflazionistico nella gestione dei prezzi o tariffe amministrate;

- sintomi seri di progressiva deresponsabilizzazione, nel modo di lavorare, di amministratori e forze dirigenti;

- sottoutilizzazione di valide energie, che pure esistono, e più in generale tendenza allo spreco delle risorse umane;

- clima viziato nel rapporto dei dirigenti e amministratori con le espressioni sindacali dei lavoratori del settore.

D. — Un quadro proprio nero. Ma che prospettive ci sono ?

R. — Le prospettive nascono dalla insoddisfazio-

ne generale per questo stato di cose. E' diffusa la volontà di cambiare. Forse non c'è ancora consapevolezza completa della gravità della crisi e degli sforzi necessari per superarla. Tuttavia raggiungere un livello adeguato di informazione non è difficile. E non sarà quindi complicato stabilire da quali punti occorre partire per una inversione di tendenza.

D. — Quali sono questi punti di partenza ?

R. — Il primo e fondamentale è di natura politica: fiducia nel la possibilità concreta e attuale che i lavoratori del settore divengano protagonisti del rinnovamento.

D. — E poi ?

R. — Un rapporto diverso coi cittadini sul piano dell' informazione (non della pubblicità) e per tutte quelle realtà che tecnicamente lo consentono un controllo della opinione pubblica.

PCI '76

D. — Tutto qui ?

R. — Non mi sembra francamente che sia poco. E' un capovolgimento del noto adagio « non parlate al manovratore ». Anche perchè non •sarà un giochetto da ragazzi misurarsi per esempio col concetto di « economicità » della gestione di un pubblico servizio.

D. — Cosa vuol dire in concreto ?

R. — Facile da dirsi, non semplice da realizzare. I servizi pubblici, tutti i servizi che abbiano o no direttamente una scopo sociale non possono essere erogati prescindendo da quanto costano. E più basso è il costo (o più alta è l'efficienza economica) e maggiore sarà complessivamente la possibilità di erogare servizi pubblici.

D. — Potrebbe essere formulata l'accusa di efficientismo.

cia necessaria l'autoritarismo è una vecchia tesi reazionaria. Non vedo francamente per quali motivi il movimento operaio o più in generale le forze democratiche debbano fare proprio il concetto che la democrazia sia sinonimo di inefficienza, spreco, marasma, ecc...

D. — Tutto questo sta bene. Ma in concreto cosa fare ?

R. — Impegnare un confronto tra le forze politiche su questi temi. Stabilire un rapporto concreto tra coloro che hanno la responsabilità di amministrare o di dirigere e i lavoratori e le loro organizzazioni. Individuare son serietà quelli che sono i problemi più rilevanti e I più urgenti e su questi impegnarsi ognuno con le proprie capacità per trovare le soluzioni più efficaci.

zioni e dei buoni propositi ?

R. — Se non si passa alle iniziative il rischio indubbiamente c'è.

D. — E quali sono le iniziative possibili ?

i comunisti

E' in corso, come tutti gli anni, la campagna dei congressi delle Sezioni del PCI. Circa 90 Sezioni di Milano, più di 400 tra Milano e provincia, circa 12.000 in tutta Italia discutono la linea politica da seguire, il modo di tradurla in pratica, gli errori da correggere per adeguare sempre più l'azione del Partito alla realtà attuale mantenendo nello stesso tempo ben chiari gli obiettivi strategici ed i 'principi ideali.

E' un dibattito di grande ampiezza: alla scorsa

R. — Che l'efficienza debba avere come altra faccampagna congressuale, in preparazione del XV congresso provinciale milanese, hanno partecipato direttamente 22.000 iscritti, di cui circa 5.800 hanno preso la parola. Nessun altro partito in Italia ha al suo interno, ogni anno, una verifica di queste proporzioni.

D. — Non si resta così nel campo delle esorta-

R. — Le conferenze di produzione o d'azienda dove partiti, sindacati, amministratori ecc. si confrontano pubblicamente. L'organizzazione di conferenze nazionali per affrontare temi specifici come per esempio « ruolo del sindacato nelle aziende pubbliche », come intendere la nuova funzione del dirigente », « compiti degli amministratori», «la giungla retributiva ecc... », « il rapporto tra il lavoratore del servizio pubblico e i cittadini ». Gli esempi potrebbero continuare. La cosa importante è che bisogna cominciare. Non sarà una strada cosparsa di rose. Ma del resto la realtà attuale non è certo molto attraente.

I CONGRESSI DELLE SEZIONI DEL P. C. I. DELLA ZONA 2

Vorrei accennare brevemente, per chi è estraneo alla vita di partito, al meccanismo dei congressi, anche perchè le notizie « tecniche » possono avere, e in questo caso hanno sicuramente, un significato politico. Ogni Sezione è tenuta, come si è detto, a indire il congresso ogni anno. Fino all'anno scorso, ogni tre anni, ai congressi delle Sezioni seguivano i congressi provinciali e subito dopo quello nazionale.

Con le modifiche statutarie approvate lo scorso anno al XIV congresso nazionale, si avranno i congressi provinciali ogni due anni, che prepareranno quindi alternativamente il congresso regionale e quello nazionale: questi ultimi verranno quindi a cadere ciascuno ogni quattro anni.

Della commissione, eletta dal congresso, che stende la mozione conclusiva, non fanno parte nè il segretario uscente nè il compagno inviato dall' organismo dirigente provinciale. La presenza di quest'ultimo assicura tuttavia che vi sia un legame con l'istanza superiore del Partito, legame che permette lo scambio di idee nei due sensi e quindi il collegamento organico della Sezione con il resto del Partito.

La frequenza con cui questo avviene, e serattutto lo sforzo costante per trovare nel dibattito una linea politica che esprima la volontà non del 51% ma che sia invece una sintesi della stragrande maggioranza degli orientamenti, fa sì che si ottenga una linea politica e degli organismi dirigenti in cui alla fine tutto il Partito si riconosce. Altro che monolitismo! Se l'anno scorso si è partiti da una convinta unità per giungere ad una unità ancor più salda, questo non ha certo significato conformismo, anzi è servito di base alla spregiudicatezza del libero confronto.

Ecco perchè preferiamo i nostri metodi a quelli della divisione in correnti o frazioni, dove spesso, oltre alla cristallizzazione di posizioni divergenti e quindi allo scadimento del dibattito, si ha la degenerazione in gruppi di potere personale, talvolta addirittura svuotati di contenuto politico.

La capillarità e la continuità dei momenti di verifica — aperta e franca — dell'azione del Partito da una parte e la disciplina nell'azione successiva dall'altra fanno del Partito comunista una forza libera e democratica, e nello steso tempo profondamente rivoluzionaria.

Per concludere: quello che viene discusso nei nostri congressi non crediamo riguardi solo i comunisti, ma tutti i cittadini e le forze politiche democratiche, cui i congressi sono aperti, consapevoli come siamo che solo dal confronto tra le idee e i programmi politici diversi •possa scaturire una unità 'popolare sempre più ampia e quindi un rafforzamento della nostra democrazia.

Quanti sono? Cosa fanno? Cosa propongono? Come discutono? Perché ristampano il Memoriale di Yalta? 320 pagine e un sepplernento-ornaggio: TOGLIATTI - l'intervista &Nuovi Argomenti" e O Memortale a. Vana h edicola rn et,,„ ore 1111.)0 pagina 6 QUARTIERE E POLITICA

A due anni dall'insediamento dei Comitati Sanitari di Zona

Urgente un rilancio che tenga conto del voto del 15 Giugno

Da quasi due anni sono stati insediati i Comitati sanitari delle varie zone nelle quali è divisa la nostra città; volendo prospettare un bilancio del loro lavoro non si può fare a meno di constatare come questo sia stato ben povero e limitato a qualche indagine sulle lacunose condizioni dei servizi sanitari rispetto alle necessità della popolazione nel campo della medicina preventiva.

E' chiaro che non sono mancate delle ragioni oggettive: in primo luogo, come ogni nuova istituzione, i comitati sanitari hanno mostrato esitazioni nel loro funzionamento, difficoltà nel mettere a fuoco i problemi di loro competenza, incertezze legate a interpretazioni di leggi e regolamenti. In secondo luogo i due miliardi che la Regione aveva versato alla precedente Amministrazione comunale per finanziare i Comitati non sono stati utilizzati per questo scopo, ma spesi altrove per attività di medicina sociale non meglio specificate. Con ciò sono venuti a mancare i fondi anche per le più modeste spese di cancelleria e di corrispondenza oltrechè, naturalmente, quelle più consistenti di disponibilità di qualche impiegato. Inoltre il Comitato sanitario cittadino, un organo composto dai presidenti dei Comitati sanitari della città, che avrebbe dovuto svolgere compiti di coordinamento tra !a esigenze segnalate dalle varie zone e I' Amministrazione comunale, si è rivelato inidoneo agli scopi per cui era stato istituito. Infine le elezioni del 15 giugno, ma soprattutto il loro specifico risultato, hanno portato a un rallentamento della già ridotta attività dei Comitati sanitari: francamente è questa l'unica causa, fra quelle elencate, che non ci dispiace affatto.

Molti di questi motivi di inerzia sono ora caduti o stanno per cadere: il finanziamento della Regione al Comune stanziato nel 1975 per i Comitati sanitari sarà amministrato dalla nuova Giunta per il loro esercizio nell'anno in

corso; sarà inoltre messo a punto un regolamento in grado di permettere ai Comitati sanitari un' azione incisiva e particolarmente orientata sul piano sociale.

Poichè la composizione dei Comitati sanitari, come del resto quella dei Consigli di zona, è proporzionale ai voti ottenuti da ciascun partito nelle varie zone, ed è evidente che dopo il 15 giugno i rapporti tra le forze politiche sono cambiati in misura consistente, è necessario provvedere affinchè anche all'interno dei Comitati venga riflessa la nuova situazione politica di ciascuna zona.

Tuttavia deve essere ben chiaro che gli adem pimenti della Giunta aperta e la nuova composizione dei Comitati sanitari non bastano a risolvere i problemi, numerosi e complessi, che si dovranno affrontare. Quanto è stato e sarà fatto è semplicemente una premessa, la cui efficacia dipenderà non solo e non tanto dall'impegno di chi fa parte dei Comitati, ma soprattutto dalla risonanza che gli obiettivi e le proposte avranno tra i cittadini e dall'apporto che questi vorranno dare. Una lunghissima esperienza ci insegna che senza lotte è difficile, per non dire impossibile, ottenere qualche risultato e che la lotta è vincente soltanto quando raccoglie intorno a sè impegno e consenso da parte di larghe masse. Il primo vero obiettivo è appunto questo: sensibilizzare l'opinione pubblica intorno ai problemi sanitari. In teoria sembrerebbe una cosa facile: la difesa della salute è argomento di interesse generale; di fatto, guardando con spirito critico alla situazione attuale, questo obiettivo è ben lontano dall'essere stato raggiunto e forse non è stato nemmeno perseguito con la tenacia e l'intelligenza necessarie.

Questo discorso è tanto più valido in una zona come la nostra afflitta da carenze macroscopiche, tra le quali la totale assenza di poliambulatori e di servizi per la prima infanzia e per gli anziani;

on vrebbe, insieme alle non poche situazioni abitative

disastrose sotto il profilo igienico, offrire materia di discussione e di riflessione per molti.

E' questo il primo compito che le sezioni del PCI della zona 2 dovrebbero prefiggersi attraverso una serie di iniziative dirette al più largo coinvolgimento della popolazione: unico mezzo, del resto, per verificare in concreto esigenze e aspirazioni, dar loro un carattere organico e farne obiettivi di lotta.

ernesto mascitelli

Gestione unitaria

uno stato di cose che do- blemi che devono essere quilini, organismi coopeaffrontati e risalti con la rativi e culturali. piena partecipazione dei E' da qui dunque che cittadini. La nomina dei intendiamo partire per e400, inoltre, aiuterà a stendere la presenzn del mettere a punto rapida- nostro giornale, per armente anche le delibere ricchirlo di nuovi contesui poteri del decentra- nuti, per svolgere un'immento che la nuova mag- portante opera di docugioranza vuole siano ampi mentazione e di orientae i-eali. mento attorno al nuovo Lo sviluppo democrati- modo di governare la zoco di Milano è affidato, in na e l'intera città di cui gran parte, all' efficacia la Giunta di sinistra e i dell' iniziativa, e del lavo- comunisti stanno dando ro dei nuovi Consigli di prova nonostante la situazona che, come hanno zione di crisi acuta sul ampiamente dimostrato le terreno economico sopratesperienze positive degli tutto ma anche sociale, scorsi anni, non dovrà es- culturale e morale. Dosere ostacolata dalla con- vremo, in altre parole, etrapposizione rigida e vitare i toni propagandimeccanica di schieramen- stici, enfatici, per concenCONTINUA DALLA PRIMA ti politici precostituiti. La trare di più la nw.tra atpossibihtà che i Consigli tenzione sulla realtà condi zona siano sempre più creta (la zona) in cu! lalo strumento di una reale voriamo. Ciò sarà utili , e ed attiva partecipazione importante anche pr, noi dei cittadini alla gestione comunisti, per li Partito comunisti figurano Rinaldo della città, in un rappor- nel suo insieme, poichè Coscelli, già coordinatore to organico e continuo saremo riusciti ad assicudel Partito per la zona 2, con il Consiglio comune- rargli, con il giornale, un il prof. Stefanoni respon- le, è affidata oggi innan- fondamentale strumento sabile del settore scuola zitutto ad un confronto a- di crescita politica e co/del PCI della zona 2 e Ma- perto e costruttivo fra lettiva. tutte le forze democrati Quartiere Luisa Bersani della Quartiere e Politica che sulle grandi questio- stessa commissione scuo- è un foglio che comporta i della programmazione la del Partito. Nel gruppo n notevoli sforzi da r.,àrte territoriale (il piano rogo nostra, è entrata Tinse nostra, anche di natura fi- latore generale, il piano fignante prof. Giovanna Mo- nanziaria. Se questo fatto dei servizi, il piano per scatelli. rappresenta un indubbio I' edilizia popolare), dei Nuovi consiglieri sono motivo d'orgoglio non dob- trasporti, della scuola, pure il repubblicano E- biamo, con ciò, essere dell' organizzazione cultu- duardo Szego e il demo- spinti ad una difesa »cam- l rate, dei lavori pubblici. proletario Luigi Percetti panilistica » del nostro (del Movimento studente- Per questo le segrete- giornale. Dovremo anzi risco). rie cittadine dei partiti che I nuovi consiglieri cercare il più possibile della Dc sono cinque. Non costituiscono la Giunta critiche, contributi, interripresentato hanno invitato tutte le or venti, abbastanza venti, estendendo sulle clamorosamente l'ex pre- ganizzazioni di base dei sue colonne il confronto sidente del Consiglio di rispettivi partiti a svilup- ed il dibattito con le forzona pare un'azione comune in Barbaglia, risultato ze politiche e sociali deugualmente tutte le venti zone di Mi mocratiche. non eletto alla carica di segretario del- ano, per preparare pro- Quartiere e Politica la Sezione «Di Dio», l'uo- grammi che consentano il dovrà, a questo proposito, mo di punta dela Dc lo- contributo di tutte le for- rappresentare un momencale è l'andreottiano Er- ze democratiche e che to di importante sensibi- minio Andrey, già presi- possano determinare, zo- lizzazione attorno allo stadente del Consiglio di zo- na per zona, le premesse to del processo unitario na 2. Figurano poi Ber- necessarie per un' assun- avviato e da avviare in zotelli (si richiama alle po- zione di responsabilità di na. E' doli' ulteriore svisizioni di De Carolis), Ta- carattere largamente uni- luppo di tale processo ugliazucchi (Comunione e tario. nitario, riteniamo, che diLiberazione), Civardi e pende la possibilità di effiPanzeri, non chiaramente CONTINUA DALLA PRIMA caci interventi sul territoinquadrabili nel complica- rio, sostenuti e realizzati to mosaico in cui è Eran- Il nostro attraverso la presa di cotumata !a Dc milanese. scienza e la mobilitazione Anche se non con la giornale delle masse popolari. pienezza democratica pro- Questi, dunque, in sin- veniente dalla nomina di- poste per una loro reale tesi. i principali obiettivi retta, il decentramento ha soluzione, essendo presen- che dovremo porci chiaricevuto, con il rinnovo te in modo qualificato nei mando tutte le nostre ordei 400 consiglieri, l'indi- vari organismi di parteci- ganizzazioni ad un magspensabile impulso ad un pazione e di articolazione giore impegno. Faremo corilancio della sua attività. democratica che ha con- sì di Quartiere e Politica Rilancio profondamente tribuito ad imporre: Con- non un semplice bollettino sentito sia nella città sia siglio di zona, Comitato di partito ma un autentico da parte dell'Amministra- sanitario, organi collegia- strumento di informazione zione, dati i grossi pro- li scolastici, Sindacato in- e di cultura.

QUARTIERE E POLITICA pagina 7

Case e servizi in Zona 2: scelte e impegni della Giunta aperta

immobiliari per la messa in Incn-'one a fitti convenzionati degli alloggi vuoti da oltre un anno, al blocco delle licenze rilasciate contro il parere dei Consigli di zona, alla valorizzazione del patrimonio edilizio pubblico e dello IACP.

Per quanto riguarda la zona 2, dopo vari incontri avuti con i tecnici del Comune, ed in particolar modo con l'assessore all'Edilizia popolare compagno Cuomo, il Comune ha fatto proprio il piano elaborato a suo tempo dal Consiglio della zona 2 e sono all'adozione i lotti indicati nella pianta pubblicata a fianco.

Di particolare rilevanza è il lotto 13 che comprende le aree site tra le vie

De Castillia, Borsieri, Confalonieri, Sassetti, lotto già inviato per l'approvazione definitiva al CIMEP. Verranno quindi portati all'approvazione della Giunta tutti gli altri lotti segnalati prima, ed in particolar modo l'ampliamento dei lotti 13 e 14, cioè la fascia a sud compresa tra via De Castillia, via M. Gioia, viale della Liberazione e corso Como, nonchè il piano dei servizi formulato dal Consiglio della zona 2 nella seduta del 30 gennaio 1976 che riguarda tutti quei pezzi di territorio da recuperare per soddisfare i bisogni della zona.

Per quanto riguarda lo ampliamento del lotto 1314 è opportuno chiarire alcune cose: tale area è stata oggetto di polemiche in queste ultime settimane, provocate da un articolo apparso sulla stampa cittadina che sosteneva che su tale area la Giunta avrebbe già deliberato per l'insediamento del palazzo della Regione e del Piccolo Teatro. Tale articolo ha dato adito alla Democrazia cristiana della zona 2 di sortire con un manifesto attaccando la Giunta di sinistra colpevole di aver deliberato contro gli interessi della popolazione.

Innanzitutto è falsa l'affermazione che ci sia una delibera della Giunta che prevede l'insediamento di detta struttura. Noi comunisti della zona 2 abbiamo ribadito più volte di essere contrari a que-

ministrazione comunale ha `z dimostrato in questo breve tempo di vita, e per i gravi problemi che ha ereditato, sarebbe illusorio r'9';'„Z. sopperire a ciò soltanto con investimenti degli Enti locali. A nostro avviso questo è possibile anche attraverso I' edilizia sovvenzionata e con finanziamenti privati, con un rigoroso controllo da parte degli organismi democratici presenti nella zona.

L'altro nodo è la mancata riforma fiscale; sappiamo che per attuare quello che si diceva prima, nella misura in cui lo Stato fa la pratica dei tagli ai bilanci degli Enti locali, ciò comporta inevitabilmente un freno ad ogni iniziativa, la progressiva centralizzazione da parte dello Stato mette in grave difficoltà il Comune e la Regione, uno dei canali più rapidi e più efficaci per realizzare quegli obiettivi cui sopra si accennava.

Le proposte del Consiglio dí Zona 2 per la sistemazione urbanistica dell'ex Centro direzionale sono state in parte accolte dalla Giunta. Il documento originale con la destinazione delle varie aree è a disposizione dei cittadini presso il Consiglio di Zona.

sto tipo di insediamento, non perchè non ci piaccia il palazzo della Regione, ma per tutta una serie di motivi: non riteniamo possibile andare al recupero degli standards urbanistici, tale struttura comporterebbe un ulteriore congestionamento della zona lasciando immutato il problema delle varie affittanze che la Regione paga ogni anno nella cifra di miliardi, a meno che si costruisca un complesso di 400 mila metri quadri. Non sono poi da dimenticare tutte le iniziative collaterali (parcheggi, ristoranti, alberghi, ecc.).

Il Consiglio della zona 19 e assemblee popolari hanno proposto che tale insediamento si realizzi al quartiere Gallaratese: è un anno che abbiamo chiesto alla Regione indagini sugli effetti indotti che comportereube que-

sto insediamento, ma a tutt'oggi non se ne sa ancora niente. Questa è la realtà.

Ci meraviglia che i dc di zona ci accusino di voler la Regione, quando tutti sanno che nelle varie riunioni del Consiglio della zona 2 chi si è battuto per la Regione sono loro e nella riunione del 9 febbraio 1976 tale posizione è stata riaffermata con la proposta di un mini-palazzo; ed a livello regionale la pressione in tal senso viene dal presidente democristiano della Giunta, Golfari.

Il piano di salvaguardia del tessuto sociale nelle aree urbane e il vincolo di tutte quelle aree ancora libere, grazie alle lotte che gli abitanti hanno condotto, è l'avvio di una svolta che tagli i ponti con il passato e apra nuove prospettive alla solu-

zione di quei gravi problemi che si trascinano da oltre trent'anni di gestione antipopolare delle varie Giunte ed in particolar modo per colpa della DC.

E' urgente salvaguardare quel patrimonio di edilizia degradata costringendo i proprietari a fare le dovute manutenizoni che la legge impone, impedendo di fatto le demolizioni; deve essere fatto un piano di priorità delle strutture sociali di cui la zona ha bisogno. In tal senso i prossimi mesi saranno determinanti per affrontare tutti questi problemi, gli incontri con i tecnici comunali e con gli assessori responsabili permetteranno di passare dalle parole ai fatti concreti.

Siamo ben consapevoli che nonostante la volontà politica che la nuova Am-

Questa ci pare la verità dei fatti, e su tali problemi chiamiamo ad un serio confronto le forze politiche, sindacali e sociali della zona, affinchè nella chiarezza vengano operate le opportune scelte che andando incontro alle giuste esigenze della classe lavoratrice salvino nel contempo l'Isola, la zona e la città dallo scempio della terziarizzazione e della speculazione.

QUARTIERE E POLITICA

P.C.I. Zona 2

Redazione : Via Bitonto, 3Coordinatore : Ambrogio Sala -- Sezioni : Bietolini : Via Bitonto 3, tel. 691.467Bontadini: Via Comune Antico 9/A, telef. 688.47.97 Ferretti: Via Gluck 14, telef. 688.49.57 - Pea: Via Taormina 11, tel. 680.308 - 1° Maggio: Via Sebenico 21, telef. 607.11.13 -- Direttore Resp. Sergio Dugnani - Comitato di redazione: Bruno Cassani, Sergio Dugnani, Pietro Stramba-Badiale, Linella Tavacca, Marco De Marco, Michela Vittorio. - - Tribunale di Milano, Autorizzazione n. 133 in data 19.4. 1974 -- Chiuso in tipografia il 28 febbraio 1976.

Tipo-Lito Bollettino della Pubblicità Lodi, via De - Lemene, 16/A telefono (0371) 5.46.03

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