Quartieri2

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quartieri

BICOCCA - NIGUARDA - PRATOCENTENARO

Sommario

Pag. 2 - 25 Aprile - Canone Sociale e legge

513

Pag. 3 - Il Poliambulatorio

- Le malattie infettive

- Biblioteca al Belloni

Pag. 4 - Rubrica Pensioni

Pag. 5 - Storia di Niguarda

- Le donne contro il terrorismo

Pag. 6 - Cos'è la droga?

- Manutenzioni

Cà Granda

Pag. 7 - Lo sport

- Trasporti in zona 9

Pag. 8 - Congresso FGCI Provinciale - La fotografia

Disoccupazione nella zona 9: 354 giovani in cerca di lavoro

Dal 16 marzo al 25 aprile

Molto spesso le date acquistano un significato particolare che le determina storicamente: il 16 Marzo 1978 è una di quelle che resterà nella storia del nostro Paese come una certamente infausta ma nello stesso tempo significativa.

Su quanto è successo in Italia con il rapimento del Presidente della Democrazia Cristiana on. Moro, con lo sterminio barbaro della sua scorta, si è scritto tanto che poco resta da dire se non che mentre scriviamo questa nota, non conoscendo ancora gli sviluppi della situazione e presumendo che purtroppo si sia ancora lontani da una soluzione della vicenda, a noi preme soprattutto rilevare alcune semplici cose.

Innanzitutto la straordinaria risposta democratica che è venuta dal Paese poche ore dopo l'attentato: prima ancora che fosse lanciato l'appello della Federazione unitaria CGIL - CISL - UIL, molti lavoratori sospendono il lavoro a testimoniare la maturità politica raggiunta in Italia dal movimento operaio.

È stato subito chiaro a tutti in quel mattino del 16 Marzo, che colpire il Presidente della DC significava soprattutto colpire la libertà dei lavoratori. Non perchè l'onorevole Moro sia l'ultimo baluardo della democrazia in Italia, ma perchè il disegno "destabilizzatore" è chiaro questa volta come non mai. Si è paragonata questa vicenda ad altri gravi fatti della nostra storia: al delitto Matteotti che aprì definitivamente le porte al fascismo; all'attentato a Togliatti, in un clima di scontro che apri le porte a una trentennale spaccatura tra i lavoratori italiani; alla strage di Piazza Fontana che aprì l'era della strategia della tensione.

Ma c'è qualche novità, però, che bisogna sottolineare: se è vero che la scalata del terrorismo ha raggiunto questo grado di efficienza e di pericolosità è altrettanto vero che il movimento operaio non è più quello del '25, nè quello del '48. Se è vero che ad ogni passo in avanti compiuto dai lavoratori dal dopoguerra ad oggi è corrisposta una reazione di forza eguale e contraria, è vero però che tutto ciò ha fatto maturare nelle masse popolari una capacità enorme di lotta e di chiarezza politica quale mai si era avuta. Quando quella sera ci siamo attaccati al televisore e abbiamo visto Piazza San Giovanni a Roma colma di gente e di bandiere bianche accanto a quelle rosse tutti abbiamo avuto la sensazione netta che quella risposta era l'unica che si potesse dare al terrorismo; l'unità e la mobilitazione dei lavoratori come la barriera contro cui qualsiasi piano di eversione è destinato a fallire.

L'Italia degli anni 70 non è la Germania Federale; se la risposta dell'opinione pubblica tedesca al terrorismo è stata di segno moderato con alcune punte reazionarie, la risposta del nostro Paese ha evidenziato ancora una volta quanto sia stretto il legame che lega l'emancipazione di grandi masse popolari alla democrazia.

Salvare ancora una volta questo Stato che non ha cessato di essere democratico - costituzionale, rinnovarlo, renderlo giusto, radicato nei sentimenti e nelle esigenze del popolo: questo il compito, oggi di ogni forza autenticamente democratica. Perchè salvare questo Stato, pur con tutti i mali della sua gestione, significa oggi difendere innanzitutto la propria libertà. Ecco allora come si spiega l'enorme mobilitazione che ha portato operai e lavoratori comunisti, socialisti, democristiani e democratici in genere quel 16 Marzo a smettere di lavorare con un moto quasi spontaneo, a scendere in piazza ancora una volta a presidio della democrazia. C'è il rischio reale, nel commentare questi avvenimenti, di ricadere nel risaputo, nella-retorica forse, ma l'ora è quella delle grandi occasioni: non a caso questo attacco eversivo è venuto nello stesso giorno in cui, dopo trent'anni, nasceva una nuova maggioranza con il Partito Comunista Italiano.

Ci avviamo adesso a vivere fino in fondo questa primavera luttuosa ed intensa; altre date si avvicinano che sono per il popolo italiano non solo anniversari ma precise scadenze di lotta: il 25 Aprile e il 1° Maggio. Sono giorni in cui ci voltiamo un attimo indietro, agli anni bui del fascismo, alla stagione della Resistenza, agli anni duri del dopoguerra e a quelli tristi della strategia della tensione: indietro non si deve tornare, questa è la parola d'ordine che ne scaturisce per il movimento operaio. E se ci sono forze interne e internazionali che vorranno proseguire la scalata del terrore e della guerra civile sappiano che hanno di fronte un popolo unito, forte, combattivo che saprà difendere la propria libertà.

È quasi passato un anno dall'approvazione della legge sul preavviamento al lavoro dei giovani e sulla loro formazione professionale, parecchio è il tempo passato anche dalla formazione delle prime liste di graduatoria negli uffici di collocamento.

Dopo tutto questo tempo soltanto 1290 giovani sono stati preavviati al lavoro su 650 mila iscritti, altri 60 mila dovrebbero essere impegnati nei progetti delle regioni e delle amministrazioni centrali, questi sono i dati rilasciati dall'allora ministro del lavoro Tina Anselmi alle interrogazioni del Senato.

Ma di chi è la responsabilità di questa situazione?

Nelle risposte fornite alle domande dei vari gruppi politici, il ministro Tina Anselmi se l'era presa con tutti i giovani che pur avendo dichiarato nelle domande la propria disponibilità a svolgere qualsiasi lavoro venga loro offerto, rifiutano le concrete offerte occupazionali, con le Regioni che ritardano nell'affrontare i piani di formazione professionale, con i sindaci che difendono soltanto gli occupati adulti a discapito dei giovani inoccupati, se l'è presa anche con la stessa legge che non prevede la nominatività delle assunzioni e così via.

A differenza di quanto ha sostenuto il ministro Anselmi, l'affluenza alle liste speciali continua massiccia, il lavoro delle cooperative continua nonostante le grandi difficoltà poste dall'insapienza dei pubblici poteri verso queste nuove esperienze, per noi le responsabili principali di questo stato di paralisi della legge sul preavviamento, sono da individuare tra il Governo e tra il padronato Pubblico e quello privato.

Il Governo sino ad oggi si è limitato ad assistere passivamente al ricatto padronale che subordina l'applicazione della legge a modifiche tese a stravolgere i rapporti di lavoro.

Nessuna iniziativa è stata presa dalle industrie private e quelle a partecipazione statale, nessuna indicazione è stata data alle Regioni perchè si organizzassero a fianco dei progetti speciali, i piani di formazione professionale.

Mentre scandalosa è stata l'indifferenza Governativa verso il problema delle cooperative agricole, ponendo difficoltà di accesso alle terre incolte con varie prassi burocratiche, estese anche a problemi di

assistenza tecnica, assistenza finanziaria etc...

Evitando altri riferimenti troppo generali e complessivi entriamo immediatamente nel vivo della situazione della nostra zona.

Qui i giovani disoccupati sono

354 di cui: 195 donne — 159 uomini

- 118 dicono di essere iscritti anche nei le liste ordinarie di cui: 66 donne e 5 uomini

- con un genitore che lavora n. 79 : 4. donne - 34 uomini

- con 2 genitori che lavorano n. 23 : donne - 10 uomini

- coniugati 21 : 18 donne - 3 uomini

- con il coniuge che lavora 16 : 14 donne - 2 uomini

- con un figlio a carico 4 : 3 donne - 1 uomo Età

istituto femminile

n. 7.(7 donne) perito meccanico

n. 2 (2 uomini) perito elettronico

n. 10 (10 uomini) perito chimico n. 17 (1 donna — 6 uomini) perito elettrotecnico n. 12 (12 uomini) perito chimico industriale n. 6 (6 uomini)

Qualifica professionale nessuna qualifica n. 237 (n. 3 donne — 124 uomini) con qualifica

n. 114 (n. 82 donne 35 uomini)

- Propensi (o anche) lavoro fisso con la loro qualifica n. 341 (189 donne — 152 uomini)

- Propensi ( o anche) lavoro temporaneo con programma Enti Pubblici:

n. 210 su 234 maggiorenni di cui:

n. 113 donne su 126 maggiorenni

n. 97 uomini su 108 maggiorenni

- Propensi (e anche) lavoro temporaneo con contratto di formazione

n. 255 su 323 aventi diritto di cui:

n. 137 donne su 178 aventi diritto e 118 uomini su 145 a.d.

P.S.: Di questi n. 118 donne e 95 uomini non hanno segnalato per quali tipi di professione vorrebbero il contratto di formazione.

Propensi ad essere avviati a questi 3 tipi di contratto di lavoro: fisso con uguale qualifica temporaneo con formazione professionale temporaneo in enti pubblici

n. 134 (68 donne — 66 uomini): tutte e tre

n. 109 (63 donne — 46 uomini): a) e b)

n. 27 (16 donne — 11 uomini): a)

n. 71 (42 donne — 29 uomini): a) e c)

n. 1 (1 uomo): c)

n. 4 (3 donne — I uomo): b) e c)

n. 8 (3 donne — 5 uomini): b)

Titolo di studi degli iscritti:

senza licenza elementare

n. 4 (2 donne — 2 uomini)

licenza elementare

n. 14 (10 donne — 4 uomini)

media inferiore/av. prof.

n. 192 (106 donne — 86 uomini)

maturità class. /scent.

n. 43 (29 donne — 14 uomini)

ab. magistrale/lingue

maturità art. / conservatorio

scuola magistrale

n. 10 (9 donne — 1 uomo)

programmatore mecc.

n. I (1 uomo)

geometra n. 7 (7 uomini)

ragionieri

n. 17 (12 donne — 5 uomini)

perito aziendale

n. 4 (4 donne)

segretario d'azienda

n. 2 (2 donne)

turismo n. 5 (donne — 1 uomo)

P.S.: Dati rilasciati dal consiglio di zona nei primi mesi dell'anno 1978

Neanche il 10% di questi 354 iscritti alle liste speciali della nostra zona, ha trovato un lavoro, la maggior parte di questi giovani svolge un lavoro "nero", presso piccoli artigiani (officine meccaniche, mercati e negozi).

I responsabili di questa situazione, sono da individuare come ho già detto prima nel padronato privato, che preferisce ricorrere alle liste ordinarie invece che a quelle speciali: è chiaro l'orientamento teso a "sabotare" la legge, ma il governo di fronte a questo stato di cose può soltanto dimostrare la propria impotenza. Ma noi giovani comunisti cosa abbiamo fatto nella nostra zona?

Innanzi tutto, una doverosa considerazione. La nostra è stata una delle zone in città (insieme alla 2) che rispetto alla 285 si è mossa in tempo; si è capito cioè, che questa legge non potendo oggettivamente risolvere il problema della disoccupazione giovanile, costituisce tuttavia un'occasione unica per costruire un forte movimento di massa della gioventù, un movimento nuovo, che partendo dalla questio(segue in seconda)

in attesa di autorizzazione N. 1 — ANNO 1 — L. 300
Copia
iscritti: anni n. donne uomini 15 - 17 120 69 51 18- 19 97 57 40 20 - 21 66 29 37 22 - 23 32 16 16 24 - 28 39 24 15 24 - 28
195 159
122 con 1 79 con 2 53 con 3 22 con 4 2 con 5 1 con 6
degli
354
Iscritti con membri della propria famiglia inattivi n. 290

2 5 APRILE dalla Resistenza alla difesa della democrazia

Il lungo cammino di "Lia"

Conobbi Gina Bianchi (Lia) la mattina del 25 Aprile perchè fummo designate ambedue al lavoro insurrezionale a Niguarda. Mi ispirò un grande senso di fiducia e di serenità. Parlava con molta dolcezza, ma si sentiva la forza che vi doveva essere in lei.

All'altezza dell'ospedale si cominciarono a sentire spari in lontananza. Camions di fascisti di tedeschi ci passarono davanti diretti verso la Brianza. Gina non volle girare dietro l'ospedale, disse che dovevamo fare presto, che c'era bisogno di noi, "Finalmente è arrivato il momento", ricordo che disse, "abbiamo sempre avuto bisogno di coraggio, ma è in momenti come questi che si dimostra". Andammo avanti ancora continuammo a parlare. Mi disse che quello per lei era un

dalla prima disoccupazione giovanile

ne del lavoro ponga concretamente con forza la "questione giovanile" nel suo complesso anche a livello nazionale, come nodo politico e sociale che deve essere assolutamente sciolto se si vuole uscire dalla profonda crisi nella quale versa il nostro paese.

L'obiettivo era quello di organizzare i giovani iscritti alle liste speciali nelle due zone (2 e 9) e renderli protagonisti della battaglia per il posto di lavoro; fare in modo che i giovani della lega divenissero parte integrante del sindacato, far si che il comitato dopo essersi costituito, allacciasse rapporti con le forze sociali delle zone al fine di conoscere la realtà produttiva e la possibilità di arrivare alla formulazione di una "mappa" dei posti di lavoro disponibili.

L'impegno e lo sforzo per costruire un primo momento aggregativo tra tutti i giovani iscritti alle liste speciali per dar vita alla lega, ancora una volta però è stato lasciato solo ad una parte dei compagni e non ha investito complessivamente tutti i tre circoli della zona (il nostro soprattutto).

Questo senza dubbio è un fatto molto grave, in quanto la mentalità che abbiamo sempre combattuto, cioè quella inadeguata e pericolosa degli "addetti ai lavori" è riuscita a diffondersi tra i compagni.

Ormai lo abbiamo ripetuto centinaia di volte. Il problema della disoccupazione, o meglio, dell'occupazione è l'aspetto centrale, il nocciolo dell'intera questione giovanile; ad esso sono infatti legati tutti gli altri problemi dei giovani e della stessa società nel suo complesso.

Se guardiamo quindi, attentamente a questa realtà, non possiamo non considerare il nostro impegno in quella direzione, bisogna pertanto recuperare il terreno perso, mettendoci subito al lavoro senza perdere altro tempo.

gran giorno, le avevano detto che era in corso un'azione per liberare suo marito. "Potrò rivederlo, ancora, potremo aspettare insieme che nasca il nostro bambino". "Di cinque mesi", mi disse lei intuendo la mia curiosità. "Quando nascerà, i fascisti non ci saranno più" aggiunge ridendo.

Quando arrivammo alle prime case di Niguarda, un gruppo di partigiani con due vecchi fucili stava cercando di fare un posto di blocco per fermare i camions dei nazifascisti in fuga. Era veramente un'azione audace. Scendemmo dalla bicicletta e ci avvicinammo per farci riconoscere, ma in quel momento sentimmo arrivare un camion carico di tedeschi. "A terra, a terra", urlarono i partigiani. Ci buttammo giù, ma intanto dal camions partì una raffica di mi-

CASA

tra verso di noi. Quando il camions fu lontano, io cercai di sollevarmi da terra, aiutata anche dai partigiani che mi erano vicini, e guardai verso il posto dove avevo visto cadere Gina. Ma lei non si muoveva più. Colpita in pieno, era morta sul colpo.

Stellina Vecchio testimonianza in "Mille volte no" edizione UDI.

Ricordiamo Gina Bianchi per ricordare tutti i caduti della nostra zona. Non solo per onorare il loro sacrificio ma per mai dimenticare le ragioni per cui combattevano. Per liberare l'Italia dal nazifascismo; per ridare al nostro Paese il suo giusto posto a pari dignità degli altri paesi dell'Europa; per costruire un domani più sicuro; un paese più de-

Iniziative in zona 9

Via Monterotondo, 10 (ex sede del C.d.Z.).

19 APRILE - presso il Circolo Ghiglione Via Val di Ledro, alle ore 21 dibattito su "Terrorismo e violenza oggi".

22 APRILE - presso le scuole di Niguarda iniziative polisportive con premi.

22 APRILE - presso il Circolo Risorgimento, Via Hermada alle ore 21 manifestazione su "Dai Gruppi di Difesa della donna alla lotta di emancipazione femminile di oggi".

24 APRILE - alle ore 21 in p.za Belloveso manifestazione unitaria rionale con corteo e deposizione di corone ai lapidi dei caduti. Delegazione alla Caserma della Polizia Via Ornato, 60.

29 APRILE - alle ore 21 manifestazione per il 30° della costituzione. Durante il mese ci saranno numerose iniziative sulla Costituzione nelle scuole di Niguarda.

Presso la Casa del Popolo V.le Sarca, 193,

La mattina del 25 aprile alle ore 9 in V.le Suzzani, 273 appuntamento per fare il consueto giro delle lapidi e deposito delle corone in onore dei caduti per la libertà della Bicocca e di Pratocentenaro. Si concluderà la manifestazione con un comizio di un rappresentante dell'ANPI provinciale presso il Circolo 1° Maggio in Via Padre Beccaro, verso le ore 11. La cittadinanza è invitata ad aderire per rinnovare il suo impegno a difesa della democrazia.

Manifestazioni

Venerdì 21.4.78 alle ore 21 al Circolo Ancora in Via Moncaliere, 5 tavola rotonda dei partiti organizzati in zona sull'attacco reazionario alle istituzioni democratiche e sugli impegni del governo per fronteggiare la grave situazione crisi.

25 Aprile

Lunedì 24 aprile alle ore 20,30 fiaccolata nel quartiere con partenza dal Circolo Ancora in Via Moncaliere, 5 — sede ANPI.

Martedì 25 aprile alle ore 10 mostra di disegni dei bambini delle scuole elementari della zona sulla Resistenza.

Alle ore 16,30 inizio Festa Popolare al Circolo Ancora; Comizio commemorativo; alle ore 21 Ballo Popolare.

mocratico e sotto la dittatura di regimi reazionari.

E senza retorica, ricordiamo alle giovani generazioni il loro importan-

te ruolo nella società; quello di essere protagonisti attivi della costruzione di una società più giusta e più umana.

Canone Sociale e Legge 513

La revisione dei canoni secondo l'accordo firmato da Comune e Iacpm, avrebbe dovuto avvenire ogni due anni, sulla base della documentazione prodotta d egli inquilini per il reddito peri pit3 due anni prima.

A questa decisione Comune e Iacpm sono pervenuti dopo una lunga battaglia che gli inquilini organizzati nel SUNIA hanno condotto, realizzando

così un grande passo in avanti, nell'introduzione di criteri di giustizia sociale, che da una parte diano all'Ente certezza nelle entrate e dall'altra risolvano i problemi delle famiglie meno abbienti, eliminando di fatto situazioni di morosità incolpevole.

Infatti davanti a possibili decisioni burocratiche tese ad un aumento generalizzato dei fitti che consentisse di far fronte alle

Dal gennaio 1977 nelle case di proprietà comunale e Iacpm, gli inquilini pagano un affitto rapportato al reddito globale, familiare netto percepito nell'anno 1974.

Tabella degli affitti

e canoni

difficoltà economiche dell'IACPM, si è scelta la via democratica per la determinazione dei canoni. Ma ancora molte cose sono da conquistare: Molta famiglie hanno dichiarato redditi più bassi di quelli veri, pensando di imbrogliare lo IACP, ma in realtà derubando tutti gli altri assegnatari (la maggioranza), che credono veramente in una politica del canone sociale; le commissioni di gestione democratica vanno potenziate ed aiutate da tutti gli assegnatari, perchè possano procedere all'accertamento dei redditi reali di queste famiglie (specie di lavoratori autonomie); comunque già molti casi sono stati individuati ed si stà lavorando con le associazioni dei lavoratori autonomi per stabilire dei "redditi tipo", secondo il lavoro esercitato dall'assegnatario autonomo, in maniera tale da proporre poi allo IACP, l'i ..erimento automatico di queste famiglie nelle loro fascie di reddito.

Lo IACP ed il Comune devono predispone un piano di manutenzioni per il loro patrimonio. Occorre mettere fine allo scandalo delle infiltrazioni di acqua (più che infiltrazioni molto spesso vere e proprie fiumane). Dicendo basta agli interventi tampone che non servono a nulla, per predispone invece un serio piano di interventi di manutenzione straordinaria che nel giro di qualche anno permetta di risolvere definitivamente il problema.

ristrutturazione del servizio di portierato è un fatto serio e non può essere affrontato togliendo i portieri e basta: occorre invece che: vi sia la sostituzione del portiere con una serie di servizi che non comportino disagi agli assegnatari; che il risultato dell'operazione sia quello di ottenere un risparmio, in modo da poter investire questi stessi soldi o per servizi più efficienti o nelle opere di manutenzione, non recando così un danno complessivo alla occupazione.

4) Battere quelle forze che oggi vogliono annullare la conquista del canone sociale per applicare in maniera burocratica la legge 513, sui canoni minimi dell'edilizia pubblica. La lotta degli assegnatari milanesi ha permesso di anticipare questa legge approvata dal Parlamento nel mese di agosto, conquistando un canone rapportato al reddito e quindi affitti e spese più bassi per i pensionati le famiglie a più basso reddito. Questo a parità di introito complessivo che lo IACP ricava con gli affitti.

Il canone sociale può essere modificato, ma solo per andare più avanti, non per tornare indietro.

per spese s'intendono: acqua - luce - portierato - trasporto rifiutiriscaldamento. Durante il 1977 sono ammontate a L. 4.200 al mq.

Risolvere il problema dei servizi, spesso inadeguati rispetto ai costi che comportano. La

Occorre quindi appoggiare e sostenere con la mobilitazione di tutti gli assegnatari la vertenza che il SUNIA ha aperto con la Regione Lombardia, per definire su scala regionale il Canone Sociale e superare così gli scarsi contenuti sociali della legge 513.

1° fino a 1,3 2° 1,2+2,4 3°2,4 + 3,5 4° 3,5 + 4,8 5°4,8 + 6,0 6° 6,0 ± 7,2 1.000 1.500 + 20% spese 1.500 2.000 + 55% spese 1.500 2.500 + 100% spese 3.000 4.000 + 100% spese 4.500 5.500 + 100% spese 6.000 7.000 + 100% spese 7,2 + 8,5 8,5 + 10 10 ed oltre 7.000 9.000 + 100% spese 9.000 11.000 + 100% spese 11.000 13.000 + 100% spese
di
(in
Affitto L./mq. annuo costruzioni Ante 1.1.1955 Post 1.1.1955 Redditi compresi da/a Canone precario L./mq. annuo costruzioni Ante 1.1.1955 Post 1.1.1955
Fasce di reddito
Fasce
reddito
milioni)
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Graziella Corona

Le malattie infettive del bambino

Le malattie infettive sono malattie dell'organismo ed hanno manifestazioni cutanee ed esantematiche, possiamo vedere apparire sulla pelle, infatti, la macula che è una chiazza rossa. Se la macula è in rilievo si chiama papula, se al centro della papula c'è il liquido, prende il nome di vescicola, infine se il liquido contenuto nella vescicola è pus, prende il nome di pustola.

Tra le malattie infettive esantematiche una delle più frequenti e conosciute è il morbillo. Il nome deriva dall'arabo e significa piccola malattia.

È una malattia propria dell'infanzia che si manifesta soprattutto in età scolare ed è molto contagiosa. La malattia è causata da un virus filtrabile che oggi viene isolato per la produzione di vaccino. II morbillo è più frequente nel periodo primaverile a causa di una scarsa resistenza dell'organismo ai virus, dopo il periodo invernale.

Le vie di penetrazione sono la mucosa delle prime vi e respiratorie, e il periodo dincubazione varia dai 10 ai 15 giorni. Possiamo dire che il morbillo si manifesta in quattro stadi: stadio pre eruttivo o catarrale, con infiammazione della mucosa periodo dell'invasione periodo esantematico periodo della desquamazione Il primo stadio, quello pre eruttivo, si manifesta con un breve periodo (3-5 giorni) di malessere generale con frebbre, tosse, catarro, senso di fastidio alla luce (fotofobia) e brividi. Già in questi primi giorni il bambino è contagioso.

L'impossibilità di diagnosi,

Belloni: una biblioteca per il quartiere

Del Pensionato Belloni si è cominciato a parlare quasi tre anni fa, quando sotto la minaccia della chiusura, gli ospiti si sono visti costretti ad "occupare" l'edificio. Tre anni in cui il Comitato di Gestione ha dovuto addossarsi il carico e il peso di tutti i problemi della vita quotidiana, mensa, portierato, riscaldamento ecc. Un peso notevole e che si può dire in linea generale, un lavoro svolto con serietà e senso di responsabilità.

blioteca sia necessaria per una zona come la nostra.

nel secondo periodo, è data dalla presenza di macchie in rilievo, bianche, che compaiono nella faccia interna del labbro inferiore (salcogenieno) all'altezza dei primi premolari. Solo nel morbillo troviamo le macchie di 1(45ply che scompaiono subito nei primi giorni, infatti inizialmente la malattia appare sottoforma di influenza o raffreddore. Successivamente la febbre elevata discende per risalire poi quando c'è l'esantema, la temperatura si aggira, a volte sui 39°C. Cos'è I esantema. È la presenza di chiazze rosse in rilievo, le macule - papule, che compaiono sul collo o dietro l'orecchio, successivamente si diffondono in tutto il corpo, lasciando però alcune zone intatte.

Le macule - papule hanno la dimensione di una moneta da L. 5, con i margini frastagliati, un colore rosso - cianotico e scompaiono dopo 5-6 giorni circa.

Nell'ultimo stadio avviene la desquamazione che non causa febbre e si nota l'impallidimento delle chiazze. La pelle si stacca a piccole squame, quasi fosse forfora.

Ci possono essere delle complicazioni causate da broncopolmoniti otiti, sinusiti, dovute a streptococchi. Di conseguenza il bambino colpito da morbillo non reagisce e i germi possono virulentarsi e dare luogo alle complicazioni.

L alimentazione durante la malattia deve essere leggera ma sostanziosa, è preferibile un'alimentazione con una dieta semiliquida.

Altra malattia infettiva estremamente importante perchè coinvolge non solo i bambini, ma anche e soprattutto la don-

na è la rosolia. La rosolia è una malattia infettiva molto simile al morbillo e lascia un'immunità solida e duratura. È una malattia lieve e qualche volta causa febbre, molto poca però, i disturbi sono pochi, c'e la comparsa di cefalea e subito appare l'esantema con macule - papule di colore rosso. Dopo pochi giorni si ha l'impallidimento delle maculepapule, la loro scomparsa senza desquamazione o molto poca.

Il periodo d'incubazione si aggira intorno ai 14 - 16 giorni. t importante ricordare la pericolosità della malattia quando il soggetto interessato e una donna in gravidanza. In questo caso, infatti, abbiamo la nascita di bambini sordi, ciechi, con alterazioni cardiache e disturbi di carattere encefalitico (disturbi della psiche).

Èquindi importante sapere se le bambine hanno contratto la malattia.

Profilassi

La denuncia è obbligatoria. L'isolamento delle bimbe quando ci sono donne gravide è d'obbligo, in altri casi non è necessario. La disinfezione è inutile. La vaccinazione contro la rosolia viene fatta con un vaccino formato da virus vivi attenuati. L'età migliore per la vaccinazione è quella prepuberale. La durata dell'immunità sembra sia di 5-6 anni, ma la cosa è alquanto problematica perchè verso i 16-21 anni si deve rifare la vaccinazione ed è controproducente in quanto questi sono i periodi più fecondi per la donna. II pericolo per la donna gravida e soprattutto nel 1° - 2°3° mese di gravidanza.

Laura Spreafico

Ma qualsiasi lotta portata avanti per lungo tempo e isolato dalla realtà del quartiere, senza mai vedere sbocchi positivi per la risoluzione dei problemi, logora, e va alcune volte, poi, verso forme di lotta ed obiettivi errati. Ma la responsabilità di questo logoramento e di alcuni episodi spiacevoli non può ricadere esclusivamente sulle spalle di questi giovani e non si può ritenere tutti gli ospiti responsabili di alcuni atteggiamenti di chiusura.

Anche noi cittadini, insieme alle forze politiche e sociali della zona, dobbiamo esaminare con molta franchezza il grado di partecipazione e di solidarietà che abbiamo saputo dare alla risoluzione di questa travagliata faccenda. Il Comitato di Gestione, almeno fino a poco tempo fà, si era sempre dichiarato disponibile a trattare con la proprietà; non solo per trovare una soluzione per il loro problema ma anche per aprire l'edificio alla zona, alel istituzioni democratiche, alle forze politiche e sociali, per instaurare un rapporto nuovo e diverso con la cittadinanza. Per togliere dal Pensionato stesso quell'aria di dormitorio e trasformarlo in luogo aggregatorio e non disgregatorio che è tutt'ora.

L'anno scorso alcuni passi avanti si erano fatti. Ci sono stati organizzati spettacoli di alto valore culturale, ma soprattutto si è portato avanti un discorso molto importante per tutta la zona. La Società Pirelli ha donato circa 12 mila volumi per fare una biblioteca nella zona 9, da gestire da parte del Comune. Si è pensato al Pensionato per le grandi possibilità di spazio che offre. Ma non solo, insieme alla biblioteca anche una sala lettura, con la possibilità di creare poi un Centro Sociale.

Non c'è bisogno di ribadire quanto il raggiungimento dell'apertura di questo Centro e la Bi-

Alcuni giovani rappresentanti delle forze politiche e sociali del quartiere Bicocca hanno già dato inizio da tempo ai lavori di ripristino dei locali che si trovavano in stato pietoso, senza cambiare naturalmente l'attuale struttura dei muri. Tutto con notevole difficoltà per quanto riguarda il reperimento dei fondi necessari. Si spera così, con questo lavoro unitario, di poter accelerare i tempi e di stimolare la risoluzione dei problemi ancora da risolvere.

Ma non si deve vedere il discorso della biblioteca e del Centro Sociale distaccato dal grave problema di trovare un'accordo dignitoso fra gli ospiti del Pensionato e la proprietà. A tutt'ora però la situazione non è stata chiarita ma le trattative sono in corso. Ed è per andare verso una soluzione per il Pensionato che riprendiamo a parlare della biblioteca.

Chiamiamo le forze politiche e sociali, le istituzioni democratiche e le amministrazioni comunali e regionali a impegnarsi per cercare insieme la strada da percorrere per dare contenuto e forza anche alla battaglia culturale, per nuovi valori, per un nuovo modo di vita e di vivere.

Ed ai cittadini della zona 9 facciamo appello affinchè diano il loro prezioso apporto di idee, di partecipazione per l'apertura della biblioteca, utile per tutti noi e per la riqualificazione Culturale della nostra zona. Utile per allacciare novi rapporti di confronto e di convivenza civile con gli ospiti del Pensionato Belloni.

Questo articolo vuole essere solo l'inizio di un discorso più ampio, per andare finalmente al superamento degli ostacoli .e per poter sfruttare appieno tutte le possibilità che questa struttura ci offre. E le possibilità sono tante. Pensiamo ai dibattiti pubblici, ai Cineforum, agli spettacoli, agli incontri fra le forze politiche e sociali, alle novità culturali, alle mostre fotografiche e di quadri ecc. Tutte cose che poi aiutano a superare anche le difficoltà di rapporti umani che ci sono in una società come la nostra in cui i momenti di stare insieme sono pochi ed in cui molto dipende da noi a trovarli ed inventarli.

Come e quando il poliambulatorio ?

Per rispondere compiutamente alla domanda così importante per i cittadini della Bicocca non si può non partire da alcune considerazioni critiche nei confronti di altri partiti, enti ecc., e autocritiche per quanto attiene al nostro operato negli anni passati.

La nostra insufficiente presenza con iniziative unitarie e di massa ha lasciato ampio spazio, da un lato, a manovre di diverso segno che tendevano ad un uso differente delle strutture già destinate a poliambulatorio su richiesta dei cittadini; e dall'altro, a tutta una serie di lungaggini burocratiche da parte degli enti interessati — che malamente coprivano e coprono volontà politiche precise — che hanno impedito di fatto a tutt'oggi la realizzazione dei servizi previsti.

Abbiamo tentato di rompere questo stato di cose costituendo il Coordinamento Prevenzione Droga con tutti i partiti politici e le forze sociali democratiche del quartiere. Un organismo che vuole affron-

tare con qualche probabilità, un tema così complesso come quello della droga, non può non considerare, oltre agli altri aspetti del problema, anche quello dei servizi socio - sanitari disponibili nel quartiere. Di conseguenza si è lavorato, in stretta collaborazione con il C.d.Z. 9, per sbloccare la questione del poliambulatorio. Si è ottenuto il parziale risultato di superare le difficoltà frapposte dall IACP e aprire la possibilità di far acquisire i locali in affitto dal Comune.

A questo punto la DC e le ACLI hanno con . argomenti speciosi e contraddittori, ritirato i loro rappresentanti ed il Coordinamento si è bloccato.

Probabilmente queste organizzazioni preferiscono le campagne propagandistiche ed i polveroni piuttosto che confrontarsi seriamente ed impegnarsi con le altre forze politiche e sociali democratiche, pur nel doveroso rispetto dei ruoli e delle singole peculiarità, a ricercare insieme le più razionali e

rapide soluzioni delle istanze dei cittadini.

Continueremo da parte nostra a incalzare e ricercare con queste e con le altre forze democratiche momenti di confronto sui molti problemi aperti nel quartiere, convinti come siamo che nessun partito, nè uno strato sociale, possa da solo fronteggiare la drammatica crisi, non solo economica, che attraversa il nostro Paese.

La nostra recente iniziativa che ha coinvolto, in modo ancora insufficiente, le altre forze politiche e sociali del quartiere e che ha portato ad un incontro, nella sede del C.d.Z. 9, con l'assessore al demanio del Comune, è stato il primo momento conoscitivo di tutti quegli elementi necessari per impostare in modo corretto una serie di iniziative tendenti a suscitare quella mobilitazione di massa necessaria al superamento delle rimanenti difficoltà.

La mancata stipulazione, a distanza di sei mesi, del contratto di

affitto con l'IACP, nonostante la conclusione dell'iter amministrativo della pratica, definita sulla base delle richieste dei singoli assessorati competenti per i vari servizi; la mancata inclusione nel bilancio del '78 del finanziamento preventivato in 70 milioni, necessario ai lavori di ristrutturazione.

Questi intollerabili ritardi sarebbero, secondo l'assessore, causati dai cosidetti "burocrati comunali" e dalla mancanza di fondi. Noi non neghiamo che esista il problema della ristrutturazione; del funzionamento della macchina comunale; della disponibilità economica.

Anzi denunciamo aspramente questo stato di cose e lavoriamo coerentemente per superarlo. Ciò che neghiamo è che si possano nascondere dietro a ciò responsabilità proprie che risiedono nel mancato o carente controllo politico, che l'assessore deve esercitare, sull'apparato amministrativo.

Il secondo obiettivo della nostra iniziativa era una assemblea popo-

lare, che si è tenuta il giorno 7 aprile presso ilpensionato "Belloni", per mettere finalmente fine ai silenzi, alle indeterminatezze, alle promesse non mantenute, per una corretta informazione dei cittadini ed una loro ulteriore sensibilizzazione. In quella sede l'assessore Polotti si è impegnato a reperire i fondi necessari, per la manutenzione straordinaria, dal mutuo che il Comune di Milano accenderà presto presso un istituto finanziario, ipotecando parte del suo patrimonio. La mancata definizione dell'affittanza con l'IACP, non costituirà secondo l'assessore un ostacolo all'inizio dei lavori che dovrebbe avvenire nelle prime settimane del prossimo autunno.

Gli intervenuti all'assemblea hanno, seppur con diversi accenti, sottolineato la necessità, nell'ambito di una programmazione degli interventi, di scadenze certe e mantenute, dimostrando che non è la politica del "tutto e subito" che i lavoratori della Bicocca perseguo(segue in quarta)

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dalla terza

no. Questa responsabile disponibilità dei cittadini a soluzioni anche scaglionate nel tempo dei loro problemi deve essere colta pienamente. Gravi responsabilità si assumerebbero gli amministratori pubblici, le forze politiche democratiche, se deludessero ancora una volta le aspettative dei cittadini!

La seconda parte della iniziale domanda trova risposta nella descrizione dei servizi che si insedieranno nelle strutture del Poliambulatorio:

Un centro per dialisi, richiesto dalla Regione Lombardia (che lo attrezzerà e gestirà a sue spese), è una scelta qualificante nella logica di decentrare alcuni servizi ospedalieri, avvicinando le apparecchiature agli ammalati, consentirà una maggiore disponibilità di posti letto negli Ospedali, una loro razionale utilizzazione e quindi una sicura economia. L'iniziale proposta del trasferimento della Farmacia Comunale di via Ponale, la quale doveva qualificare meglio la sua funzione ed effettuare i prelievi per esami clinici, trova qualche difficoltà a realizzarsi per il fatto che l'azienda delle Farmacie non intende assumere nuovi oneri ed esprimere riserve anche sotto il profilo commerciale circa l'utilità del trasferimento. Riteniamo che ulteriori verifiche debbano essere espletate prima di rinunciare definitivamente a questo servizio. Il Servizio di Medicina Preventiva sui luoghi di lavoro: (SMAL): sarà costituito da una equipe di operatori sociosanitari che dovranno essere impegnati oltre che nei compiti di istituto anche nella ricerca delle fonti inquinanti il quartiere e nelle soluzioni da dare a questo grave, e purtroppo ancora poco sentito, problema che mina la salute dei cittadini. L'onere economico che deriverà dal suo insediamento sarà insignificante perchè si tratterà di trasferirlo dalla sua attuale sede di Niguarda.

La Condotta Medica: dovrà trasferirsi dalla attuale sede di via Ponale ed assumere una funzione diversa e più qualificata per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini.

Il Centro Geriatrico: realizzerà, come già in altri quartieri, l'assi-

stenza medica ambulatoriale e domiciliare. Sarà composto da personale medico, paramedico ed una assistente sociale. Questo servizio comporterà certamente un onere immediato sensibile per le esauste casse comunali, condizionandone la realizzazione, ma poichè consentirà una riduzione dei ricoveri ospedalieri, in prospettiva ed in un ottica più generale, risulterà essere una operazione, oltre che sul piano sociale e su quello del benessere psico - fisico degli anziani, vantaggiosa anche economicamente. Resterà, infine, uno o due locali, a disposizione degli operatori socio - sanitari dei singoli servizi, per riunioni interdisciplinari oppure di loro iniziative verso il quartiere.

Questi spazi dovranno essere accessibili, previa richiesta e consenso del C.d.Z. 9 a tutti gli organismi democratici del quartiere per loro autonome iniziative. È necessario aggiungere che nel Poliambulatorio saranno insediati solamente i servizi che il Comune già gestisce direttamente o che potrà eventualmente acquisire per effetto della riforma sanitaria. Una ultima considerazione va fatta circa l'operato complessivo del Consiglio di Zona 9. Non si può non rilevare che, pur con i limiti imposti dalle ristettezze economiche; dai limitati poteri decisionali in suo possesso che dovranno essere presto e notevomente ampliati; dalla gravità dei problemi della zona causati e lasciati aggravare dalle precedenti allegre amministrazioni comunali; dalle difficoltà create dalla opposizione preconcetta, nella "filosofia del muro contro muro", condotta dai rappresentanti della DC in Consiglio di Zona, purtuttavia, quest'ultimo ha saputo lavorare con competenza, rigore, ed energia, 'conseguendo importanti risultati.

Gli obiettivi indicati li sottoponiamo ai cittadini della Bicocca ed alle loro organizzazioni politiche e sociali. Noi faremo fino in fondo il nostro dovere ricercando e sollecitando l'apporto di tutti i democratici, per realizzare azioni di lotta eventualmente necessarie a far rispettare gli impegni pubblicamente assunti e conseguire soluzioni positive dei problemi aperti nel quartiere e nella città per una più alta qualità di vita.

Iniziative centrali

i APRILE 1978, Sala dei Congressi, via Corridoni 16, ore 9. LA COSTITUZIONE PER L'AVVENIRE DEI GIOVANI. Intervengono: Giorgio Benvenuto, segretario generale della Federazione sindacale unitaria; Aldo D'Alessio, componente della Commissione Difesa della Camera dei deputati; Michele Di Giesi, presidente della Commissione parlamentare per la riforma della scuola media superiore; Virgilio Rognoni, vice presidente della Camera, dei deputati.

Presiede: Sergio Marvelli, presidente del Consiglio regionale lombardo.

22 APRILE 1978. Sala del Congressi, via Corridoni 16, ore 9, COSTITUZIONE, NEOFASCISMO, TERRORISMO, DIFESA E RINNOVAMENTO DELLE ISTITUZIONI. Tavola rotonda con: Paolo Bufalini, senatore; Antonio Del Pennino, deputato; Riccardo Lombardi, deputato; Pier Luigi Romita, deputato; Nadir Tedeschi, deputato. Presiede: Roberto Vitali, presidente dell'Amministrazione provinciale.

29 APRILE 1978, Teatro dell'Arte, viale Alemagna 6, ore 9. FASCISMO ED ANTIFASCISMO, 1919-1945. Intervengono: Ermanno Bersellini, condannato dal Tribunale speciale fascista; Carlo Squeri, comandante partigiano, deputato; Rosario Villari, storico.

Presiede: Carlo Tognoli, sindaco di Milano. Questi i temi proposti alle scuole medie superiori:

LE ZONE LIBERE PARTIGIANE — Il primo effettivo banco di prova della nuova classe dirigente antifascista.

LA STAMPA PARTIGIANA — Pensiero e tendenze sociali di combattenti della libertà nel disegno delle prospettive elaborate dalla Resistenza per una nuova Italia.

I PARTITI ANTIFASCISTI E IL PROGETTO COSTITUZIONALE — I programmi dei partiti e il loro impegno per trovare un'espressione concorde rappresentante la volontà della maggioranza del popolo italiano.

Il materiale bibliografico sarà reso disponibile dal Centro milanese di Studi antifascisti, via R. Carriera 14, telefono 4229785.

La cassa integrazione e le pensioni a cura di Luigi Tomasso

La Cassa Integrazione Guadagni (CIG) è una forma di assicurazione sociale collettiva gerstita dall'INPS, ed ha lo scopo di mantenere compatte le strutture produttive, di garantire il salario ai lavoratori e di contribuire figurativamente per la pensione. Quest'ultimo aspetto è stato introdotto recentemente nella nostra legislazione sociale ed è certamente quello che crea le più grosse preoccupazioni al lavoratore anziano: non tutti i periodi di CIG infatti hanno valore per la pensione. Esistono quattro tipi diversi di CIG, e precisamente

- integrazione ordinaria (industria)

- integrazione ordinaria (edilizia)

- integrazione per eventi eccezionali - integrazione straordinaria.

Ordinaria e straordinaria

La CIG ordinaria (industria) viene concessa dall'INPS nei casi di situazioni aziendali transitorie o temporanee crisi di mercato tali da causare una riduzione o sospensione del lavoro degli operai; la CIG ordinaria (edilizia) viene concessa a domanda per le aziende edili, sia industriali che artigiane, che siano costrette a cessare o ridurre il lavoro per intemperie o altre cause non imputabili all'azienda o ai lavoratori.

La CIG per eventi eccezionali viene disposta con modalità del tutto particolari in caso di calamità naturali o catastrofi: è stata applicata infatti per il terremoto del Friuli e per la nube tossica di Seveso.

La CIG straordinaria può invece essere concessa alle aziende in caso di crisi economica settoriale o loca-

le, o di ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale.

L'INPS riceve' in questi casi un Decreto Interministeriale (dei Ministeri del lavoro, Bilancio, Tesoro ed Industria) ed autorizza l'azienda ad integrare i salari, sia per gli operai che per gli impiegati.

Orario ridotto o "a zero ore"?

Notevoli sono le differenze tra i trattamenti di integrazione ma ai fini della pensione interessa particolarmente la distinzione tra lavoratori ad orario ridotto e lavoratori sospesi (a zero ore). Per i lavoratori ad orario ridotto è assicurato il salario per le ore lavorate, che è a carico dell'azienda ed è sottoposto ai normali contributi, mentre la differenza per le ore non lavorate nella settimana viene appunto integrata dalla CIG. Su tale quota integrativa non è previsto alcun contributo figurativo per la pensione e quindi il lavoratore ad orario ridotto avrà una retribuzione pensionabile più bassa, e se ciò si verifica negli ultimi anni il lavoratore può averne un danno sulla pensione.

È prevista dall'INPS la possibilità di chiedere la "neutralizzazione" dei periodi ad orario ridotto, ma non ci sembra questa una soluzione valida. Infatti nel determinare il decennio prima del pensionamento con la neutralizzazione dei periodi ad orario ridotto, si va a "pescare" in anni remoti con retribuzioni più basse. Riteniamo che come è avvenuto per analoghe questioni, relative alla malattia e alla maternità, sia necessario rivedere organicamente la questione.

Per i lavoratori sospesi a zero ore

La rubrica pensioni viene realizzata con la collaborazione del Patronato INCA - CGIL che assiste gratuitamente tutti i cittadini nel disbrigo delle pratiche per:

infortunio e malattia professionale pensioni di invalidità, vecchiaia e reversibilità tubercolosi e disoccupazione assegni familiari versamenti volontari e recupero contributi maternità, malattia, responsabilità civile.

la situazione è certamente migliore in quanto esiste la piena copertura assicurativa ed è previsto che le aziende comunichino all'INPS le retribuzioni "che sarebbero state percepite se il lavoratore avesse lavorato normalmente", e quindi il calcolo della pensione sarà esattamente uguale a quello di un lavoratore che non abbia avuto la Cassa integrazione.

Attenzione alle date!

I contributi per il periodo a zero ore hanno subito negli ultimi anni una serie di modificazioni legislative: riportiamo quindi per maggiore precisione tutta la situazione attuale:

- dal 7 settembre 1972 al 22 giugno 1975 sono riconosciuti tutti i periodi di sospensione a zero ore per CIG straordinaria:

- dal 23 giugno 1975 in poi sono riconosciuti i periodi a zero ore, per un massimo di 36 mesi in tutto, sia ordinaria che straordinaria;

- dal 1° settembre 1975 in poi per i dipendenti del settore edile sono riconosciuti tutti i periodi a zero ore, sempre con un massimale di 36 mesi in tutto; - i periodi a zero ore per il Terremoto e la Nube tossica non fanno cumulo con gli altri per determinare i 36 mesi di massimale. Ricordiamo ai lettori che tutti i venerdì dalle ore 18 alle ore 19 va in onda la RUBRICA PENSIONI di RADIO REGIONE. (Canale 91 in Modulazione di Frequenza) a cura di Luigi Tomasso. Per chiarimenti ed informazioni i lettori possono telefonare al n. 73.86.993 e al 73.86.610.

Servizio della Camera del lavoro ufficio ZONA 2 - 9 Via La Farina 1 (Bicocca) Milano

INCA
Lavoratori, cittadini rivolgetevi al Patronato Commissione Territorio Sezione P.C.I. Martiri Bicocca
2 5 APRILE

I: I-

Iniziamo con la storia di "Niguarda" una serie di articoli sulla nostra zona

ORIGINI DI NIGUARDA

Le origini di Niguarda risalgono al XII secolo quando, su un vasto territorio ondulato, verde di prati attraversati dal Seveso, inizia a formarsi un borgo fra i vari cascinali sparsi nella campagna.

Le origini del nome di Niguarda (anche Ninguarda o Linguarda, in dialetto) non sono chiare: chi si riferisce alla parola germanica "N iwarda ' — composto da "warda" (guarda), — poichè — "il luogo è in una posizione relativamente alta", chi fà il nome di Ninguarda di Morbegno, vescovo di Como nel secolo XVI.

PRIMI FATTI STORICI

Già nel secolo XII Milano era importante centro commerciale, culturale e religioso. Fu in questo periodo che San Germano vescovo di Auxerre (Francia), in pellegrinaggio a Milano, soggiornò a Niguarda e che un tal Leporio fece erigere in ringraziamento del santo, che lo aveva sanato da una grave malattia, la chiesa di San Germano. Le mura della chiesa — continuamente invasa dalle acque del Seveso e probabilmente distrutta verso la fine del '300 da soldataglie svizzere — si trovano dove è tuttora il negozio dei Signori Bulgheroni. Di questo primo periodo storico oggi resta solo il corridoio a volta della casa di via Ornato 32, sui cui muri una volta era affrescata anche l'effige di San Germano.

Dal XV secolo in poi Niguarda — "lieto villaggio sul Seveso che qui passa sotto un bel ponte" — divenne sede di splendide ville dove "le più cospicue famiglie milanesi usavano prolungare la villeggiatura". In una di queste ville, donatagli da Ludovico il Moro, Bernardino Cono scrisse la sua "Storia di Milano", "avendo un ameno e piacevole podere e molto spesso dimorandovi per la salubrità dell'aria". Purtroppo sia di questa villa — che si sarebbe trovata nel territorio dell'attuale convento delle suore di San Vincenzo — come pure della cappella dedicata alla moglie Agnese Fagnani, nulla è rimasto.

È ancora tra il '400 e il '500 che viene eretta a Niguarda la chiesa di San Martino. L'edificio ha subito nel tempo molte trasformazioni strutturali ed architettoniche sicchè oggi è difficile rintracciare nel predominante stile impero tracce di quello originario. La stessa congregazione di frati minori che aveva fatto erigere San Martino costruì, sul terreno su cui una volta sorgeva San Germano, un importante convento, di cui notevoli tracce si trovano ancora nei pressi di via Terruggia. Seguì la dominazione spagnola dal 1535 al 1706 ed è soprattutto in questo periodo che alcune famiglie nobili milanesi scelsero Niguarda per costruirvi le loro "residenze estive". Di particolare importanza sono le ville Clerici e Trotti.

Villa Clerici. A cavallo tra il '600 ed il '700, esisteva in via Biglia (via Terruggia) un grande fabbricato che faceva da proseguimento ad un altro edificio tuttora visibile e dove è facile riscontrare ancora vestigia del secolo XVI. Questo fabbricato a quell'epoca fu demolito e al suo posto fu eretta l'attuale Villa Clerici, considerata in una pubblicazione del secolo scorso co-

ALLA SCOPERTA DELLA NOSTRA ZONA

Storia di Niguarda

me una tra le cento più belle ville d'Italia. La costruzione fu portata a termine nella prima metà del '700 a cura di Antonio Clerici, marchese di Cavenago, feudatario di Cuggiono, Grande di Spagna e Signore di Treccate.

La struttura e l'architettura originarie della villa si conformavano ad uno schema comune a quel tempo nella pianura padana: l'edificio padronale su due piani; nell'area antistante un vasto cortile, fiancheggiato da due giardini, compreso tra due ali di basso fabbricato (scuderie e servizi) e chiuso sul quarto lato da una maestosa cancellata tra pilastri sorgenti sul tracciato mistilineo, reggenti vasi e staffe; all'estremo di sinistra del cortile la cappelletta gentilizia, Nell'area retrostante la villa un grande parco a disegno geometrico e viale prospettico nel mezzo; ai fianchi spalliere di cespugli tagliati a guisa di portico a dissimulare frutteti, ortaglie, edifici rustici.

Attualmente nel recinto del giardino sono conservate 12 statue, alcune delle quali di squisita fattura, e i pilastri sormontati da putti e vasi, che in passato abbellivano la cancellata e l'ingresso principale. La proprietà della villa passò

Le donne unite contro il terrorismo e la violenza

Le donne milanesi e lombarde hanno dimostrato durante la manifestazione contro il terrorimo e la violenza organizzata dalla Consulta Femminile Regionale e dal Comitato Pennanenete Antifascista per la Difesa dell'ordine Repubblicano, di sapere e di volere essere una forza attiva che lotta per salvare la democrazia, la libertà, la convivenza civile.

Richiamandosi ai valori della Resistenza e della Costituzione, migliaia di donne diverse per orientamenti ideali e culturali, diverse per convinzione politiche, di generazioni, diverse, si sono ritrovate UNITE domenica 9 aprile in Piazza Duomo per manifestare il loro rifiuto della violenza come mezzo di lotta politica, tutto il loro disprezzo nei confronti di coloro che praticano la violenza e con efferati atti terroristici mirano a sovvertire le istituzioni democratiche del Paese; hanno manifestato la loro chiara volontà di lotta per andare avanti sul terreno della democrazia, affermare il loro impegno nell'azione di rinnovamento del paese.

Oggi per le donne lottare

contro il terrorismo significa in primo luogo difendere tutte le conquiste ottenute in anni di lotte dure, di scontri anche aspri, ma sempre sul terreno irrinunciabile della democrazia nel rispetto della convivenza civile.

Con le loro battaglie democratiche le donne hanno conquistato la legge sul divorzio, sui nidi, il nuovo diritto di famiglia, la legge sui consultori, la legge di parità.

La risposta che il popolo italiano ha dato a quei tragici fatti del 16 marzo, è la dimostrazione della maturazione della coscienza democratica, della consapevolezza che senza l'unità, senza la solidarietà delle forze sinceramente democratiche, senza l'azione unitaria, non si salva il Paese.

Compito delle donne oggi è quello di ricreare quei valori di umanità e di solidarietà nazionale, valori semplici, di cui le donne sono portatrici, che sono stati ah base della Resistenza vittoriosa. Umanità e solidarietà che devono esprimersi non solo nelle piazze, ma nelle fabbriche, nelle scuole, nei ca-

seggiati, in tutti quei luoghi dove si svolge la vita.

Tutte le forze devono essere impegnate a diffondere questi valori senza chiusure ideologiche, senza settarismi, avendo coscienza che tutti possono dare un contributo specifico nella lotta contro l'imbarbarimento, per una nuova qualità della vita.

Ma l'iniziative delle donne, perchè si affermino nella società come soggetto politico autonomo, deve essere più vasta.

Ferma restando la lotta al terrorismo ed alla violenza come garanzia di progresso, bisogna agire per rinnovare lo Stato nelle sue strutture più degradate, bisogna farsi carico come donne dei problemi di governo del Paese.

Un segno di volontà positiva del Governo per risolvere i problemi delle donne sta nel fatto che per la prima volta, dall'elaborazione della costituzione, le organizzazioni femminili sono state consultate dal Presidente del Consiglio per esprimere un parere sul programma del Governo.

dopo il 1768 dai Clerici ai conti

Biglia per via matrimoniale; cjuindi alla famiglia Melzi che I abitò dal 1846 al 1900 (a testimoniare la loro proprietà restano una targa muraria nell'attuale via Santagostino e le tozze colonne ai confini del terreno padronale); infine nel 1912 al produttore di apparecchi fotografici Mario Ganzini.

Dai Melzi in poi la villa fu usata perfino come sede di allevamento di bachi da seta e di filanda. L'architetto Agostino Garavati ci testimonia del suo stato agli inizi del nostro secolo: "spogliata dal suo fastoso ammobiliamento, nuda nelle pareti, abbandonata nel silenzio melanconico, la villa presentavasi, in questi ultimi anni, dimessa, logora; le industrie, che in breve spazio si erano succedute, avevano lasciato una impronta devastatrice, sì che il palazzo era ridotto ad una negra spelonca, nido favorito di tanti uccelli e dove impasti topi solcavano e rosicchiavano un po' tutto".

Il passaggio della villa in proprietà al Ganzini segnò il suo completo restauro. Oggi è, per lascito, proprietà dell'Opera Cardinal Ferrari, che, rinnovatala e abbellitala, ha istituito in un'ala la Casa di redenzione per

minorenni e nel fabbricato centrale un Museo di opere d'arte sacra dei contemporanei. La villa comunque non è aperta al pubblico neanche per le visite al museo e — oltre che non essere utilizzata dalla popolazione di Niguarda — è sottoposta, mancando l'interessamento da parte degli enti pubblici, a decadimento strutturale.

Villa Trotti. La villa della famiglia Trotti — generali, conti, marchesi — fu costruita verso la metà del '700 e l'ultimo del ricco casato, che ormai era proprietario di quasi tutto il villaggio, vi abitò sino alla prima decade del '900: i concittadini più anziani ricordano ancora i suoi tentativi, pur se infruttuosi, per far coprire il Severo. La villa è un edificio dagli ampi colonnati, che alle origini era circondato da un esteso frutteto. Chiaramente visibili sono ancora, oltre al vecchio ma robusto edificio, la delimitazione della proprietà a mezzo di un portone e rispettivo arco in muratura (Contrada del portone, ora Via De' Calboli), una cappelletta una volta finemente decorata verso Graziano Imperatore, ed una iscrizione, ormai quasi illeggibile, posta nella via Passerini: "Piazza Trotti". Continua)

È poco, certo, ma è il segno che qualcosa sta cambiando.

Forte deve essere quindi l'impegno delle donne sul fronte della battaglia per l'occupazione, dell'applicazione delle leggi conquistate, per una nuova organizzazione delle società.

Ampio deve essere il confronto tra tutte le componenti ideali e sociali presenti nel nostro Paese, perchè la società che deve uscire da questa crisi, sia una società pluralistica in cui tutti si riconoscano, sia una società basata sui valori della convivenza civile, della solidarietà

umana, della libertà, della democrazia nel senso più ampio. È necessario per raggiungere questi obiettivi insistere sulla strada intrapresa dell'unità delle donne, andare in tutti i luoghi di lavoro, nei quartieri, alla costituzione di comitati unitari delle donne che sui vari problemi posti oggi dalla crisi ideale, sociale e morale del Paese, coinvolgono alla partecipazione attiva il più grande numero possibile di lavoratrici, di casalinghe, di studentesse, delle diverse categorie sociali.

quartieri pag
F.
A.

(seconda parte)

Si deve innanzitutto chiarire il significato della parola droga.

Dal punto di vista medico, droga è ogni sostanza che, introdotta in un organismo, può modificarne una o più funzioni (Organizzazione Mondiale della Sanità). In base a questa definizione possono essere classificati come droghe tutti i farmaci e altre sostanze.

Dal punto di vista farmacologico: per droga si intende una determinata categoria di sostanze, definite psicodroghe o sostanze psicotrope,, che modificano la psicologia o l'attività mentale degli esseri umani.

Rientrano in questa categoria anche le bevande alcooliche, il tabacco, il tè, il caffè, molti vegetali e una serie di farmaci che agiscono sulla psiche (sonniferi, sedativi, stimolanti, tranquillanti) che vengono definiti "psicofarmaci".

Dal punto di vista legale: si considera droga ogni sostanza il cui uso determini un comporttamento dannoso all'individuo e / o alla società e viene quindi controllata dalla legge. Le sostanze che rientrano in questa categoria, denominati "stupefacenti", giuridicamente sono:

droghe illegali: sostanze di cui sono vietate produzione traffico e uso (eroina, cocaina, ecc.)

droghe controllate: quelle prodotte dall'industria farmaceutica, il cui traffico e produzione sono legali ma controllati, ed è punito solo

l'uso "non medico", cioè senza prescrizione di ricetta medica (anfetamine, barbiturici).

Nell'uso comune: per droga si intende una sostanza che dà piacere ma schiavizza e distrugge l'individuo.

É. molto importante sottolineare una cosa.

Il termine "DROGA" viene ancora oggi riferito esclusivamente alle droghe illegali, escludendo tutta una serie di sostanze enormemente diffuse e consumate da una larga parte di persone. Ricordo a questo proposito l'alcool, il tabacco, il caffè e gli psicofarmaci che sono da considerarsi "DROGHE" legali.

Le sostanze psicotrope sono state classificate recentemente da J. Delay, secondo cui esistono tre fondamentali tipi di droghe:

Psicolettici (sostanze che deprimono l'attività cerebrale) barbiturici, sonniferi, alcool, tranquillanti, oppiacei, etere, cloroformio;

Psicoanalettici (sostanze che eccitano l'attiità cerebrale): caffeina, tabacco, betel, cocaina, amfetamine (definiti anche "stimolanti");

Psicoidislettici (sostanze che determinano un'alterazione nella percezione): cannabis, allucinogeni (definiti anche droghe "psichedeliche").

Parlando delle conseguenze patologiche dell'uso di droga si deve considerare l'importanza

Los Angeles: La droga è morte della tossicità. Con questo termine si intende il danno somatico e/ o psichico provocato direttamente dall'assunzione della droga. Gli effetti tossici si possono distinguere in: intossicazione acuta (effetti patologici provocati da sommistrazione di dosi eccessive)

intossicazione cronica (effetti patologici a media e lunga scadenza per uso frequente o costante) effetti collaterali (effetti patologici• con dosaggio medio).

Per quanto riguarda la tolleranza si deve tener presente che gli effetti di una determinata dose di droga diminuiscono dopo un certo periodo di uso; conseguentemente il consumatore è costretto ad aumentare la dose per ottenere lo stesso effet-

MANUTENZIONI CASE IACP DI CA' GRANDA NORD

Ripristinare le abitazioni e salvaguardare il patrimonio pubblico

Cà Granda Nord comprende 44 case popolari, che sono situate nelle vie: Ciriè, Racconigi, Demonte, Girola; costruite tra il 1950 e il 1960 e da allora non hanno mai avuto manutenzioni straordinarie. Di conseguenza sono in uno stato di completo degrado.

Finalmente un anno fà sono stati stanziati 355 milioni, per lavori urgenti e necessari: la copertura dei tetti e i pluviali.

Le forze politiche ed organizzazioni sindacali degli inquilini e il Consiglio di Zona 9, già da tempo si sono mobilitate tenendo riunioni ed assemblee con i responsabili del Comune e dell'Istituto Autonomo Case Popolari per far controllare i lavori e stanziare altri fondi per completare tutte le manuten-

zioni, rese necessarie dalle precarie condizioni degli stabili, per salvaguardare il patrimonio pubblico.

L'appalto di 355 milioni, che sono una piccola parte dei soldi necessari per ultimare tutte le 44 case, non prevedeva il ponteggio, che la ditta responsabile dei lavori ha poi richiesto, per sicurezza degli operai che operano sui tetti, e poi la tinteggiatura per un migliore utilizzo dei ponteggi, visto che costano circa 80 milioni; una bella fetta dello stanziamento. 11 sono i caseggiati che hanno avuto manutenzioni e da voci insistenti saranno solo toccate altre 4 o 5 case, fino alla fine dei soldi. E non è tutto; gli stessi inquilini denunciano perplessità e sfiducia sui lavon eseguiti e lasciati

incompleti, come i muri rotti sulle scale per i cavi dell'antenna centralizzata; il piano terra ancora da imbiancare, e non si conosce ancora il perchè.

Va denunciato anche il metodo di scelta delle case da rimettere in ordine. Le case di Via Cirie e Racconigi, più vecchie e degradate sono rimaste tali e rischiano di non essere risanate, a discapito anche dell'unione degli inquilini nella lotta da portare avanti sulle manutenzioni.

Le forze politiche e le forze organizzate di zona saranno sempre mobilitate per tutta la durata dei lavori, affinché le case di Cà Granda nord siano ripristinate a salvaguardia anche così del patrimonio pubblico.

to che aveva prima. Il fenomeno assume conseguenze gravissime nei casi in cui la "DOSE LETALE", cioè quella che può provocare la morte, è molto vicina alla dose necessaria per ottenere gli effetti desiderati.

Ultimamente si è cercato di distinguere i vari tipi di droghe esistenti classificandole secondo la loro effettiva pericolosità. La distinzione fatta ha portato a suddividere le droghe in "leggere" e "pesanti". Questa prima divisione è stata fatta tenendo conto di una serie di fattori quali la tolleranza, descritta prima, la tossicità, la dipendenza fisica e il rischio di tossicomanie. Sono criteri alquanto generali perchè non è stata ancora elaborata una classificazione "universale". Infatti, mentre

vengono definite droghe leggere i derivati della cannabis e droghe pesanti gli oppiacei, tutte le altre sostanze non hanno ancora avuto una giusta collocazione.

I rischi di un abuso di droghe sono legati al consumo e alla via di somministrazione. In qualsiasi caso, però, si hanno alterazioni sul comportamento che causano reazioni nervose e un'incontrollabilità dei movimenti. Si creano inoltre eccessi di aggressività e disordini nel comportamento che si verificano con maggiore intensità quando c'è uno stato di dipendenza. È superfluò dire che il rischio aumenta con dosi elevate e frequenti, riferito alla sostanza specifica usata. continua

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droga
Indagine sulla

Come darsi da fare per dare "più vita ,, allo sport

Quante sono le Straquartiere che incontriamo ogni primavera per le vie della nostra Milano? Tante!, tante quanta la volontà di coloro che vogliono fare, vivere lo sport, non come una spettacolo a cui assistere, ma come qualcosa di sano, di divertente a cui partecipare. Ce ne vuole di coraggio, in una città come questa, per mettersi una tuta e correre nella speranza che ciò faccia bene, in mezzo a tanto inquinamento. Eppure aumentano ogni anno.

Parlare di sport in un momento di grave crisi in cui viviamo può sembrare irresponsabile o superficiale, ma forse anche nel modo di vivere lo sport si può contribuire a cambiare il rapporto tra la gente, la società. Viviamo in una zona dove la noia, il non sapere dove andare, la disgregazione sono palpabili.

Non ci sono luoghi di ritrovo e svago che raccolgano giovani e anziani, non ci sono tradizioni del quartiere che leghino gli abitanti fra di loro o aiutino l'immigrato ad inserirsi. I risultati si vedono: il rinchiudersi in casa, l'andare "in centro", il bar con il biliardo, diventano le uniche realtà della settimana; se non la droga, la "banda".

In mezzo a tante tradizioni, la difficoltà di trovare un tratto comune è difficile, forse lunga da costruire una nuova qualità della vita, un nuovo rapporto tra la gente, una "tradizione" del quartiere.

Lo sport forse può aiutare a costruire ciò, facendo superare molti ostacoli.

Quando parliamo di sport non intediamo parlare solo delle straquartiere, delle "tapasciade", ma intendiamo un concetto nuovo dello sport, non più inteso solo come spettacolo, svago, ma come diritto di ognuno alla salute della propria persona, come affermazione di nuovi valori umani e sociali.

Pensare allo sport non vuol dire pensare ai colossali ghetti degli impianti sportivi, alle cattedrali costose ?la pensiamo ad una fitta rete di Piccole realtà di spazi già esistenti da meglio utilizzare a questo scopo.

Cosa fare nella nostra zona?

Con questo primo articolo intendiamo aprire una "vertenza sport" nella nostra zona e chiamare sulle nostre pagine le società sportive, le forze culturali, politiche, sociali, la gente, ad un confronto, ad un dibattito sportivo nel nostro quartiere.

Vogliamo creare sulle nostre colonne una pagina "sportiva", non intesa come l'elenco dei risultati delle gare che si svolgono nel quartiere, ma come momento di verifica delle volontà di costruire lo sport di massa nella nostra zona.

Abbiamo raccolto un elenco di società sportive a cui fare riferimento per le singole attività, ma pensiamo che non ci si debba fermare qui.

Bisognerebbe pubblicizzare meglio le gare, i corsi, i programmi di tutto ciò che accade nella nostra zona.

Vorremmo fornire al Consiglio di Zona, alle forze culturali, alle forze politiche e sociali, alle società sportive uno strumento utile per "coprire" maggiormente e qualitativamente tutta la domanda di sport esistente.

GLI SPAZI

Esistono difficoltà a reperire spazi e soldi per costruire un impianto seppur minimo per ogni attività.

Sappiamo tutti però che ogni scuola ha una palestra più o meno attrezzata che viene utilizzata solo nelle ore di scuola e che rimane vuota quando l'orario di lavoro finisce.

Perchè non utilizzare queste palestre? perchè non affidarle a società che dimostrando la propria competenza e la propria serietà non organizzino corsi? Andremo alla "costruzione" del Parco Nord, (in fondo al Fulvio Testi, tra questa via, Bresso e Sesto San Giovanni) che sarà un polmone verde non solo per la nostra zona, ebbene non possiamo creare una scuola estiva di ginnastica all'aperto, organizzata dalle so-

La "Strabicocca"

cietà sportive che esistono in zona, con il contributo della Commissione Sport - Cultura del Comune e del Consiglio di Zona?

Non si può organizzare una mini olimpiade fra le scuole della zona con una grossa manifestazione finale in cui tutte le discipline presentano agli abitanti non solo i "migliori" delle varie specialità, ma anche i vantaggi che il fare dello sport ha sull'organismo?

Le iniziative da prendersi, le cose da dibattere sono tante, da vincere gli interessi, i corporativismi. Con queste prime righe abbiamo solo iniziato a rimboccarci le maniche, speriamo di non esserlo solo noi del giornale a farlo e chiediamoa tutti quelli a cui interessa lo sport di collaborare con noi, scrivendoci.

A.T.M.: cosa

c'è

dietro al biglietto

Il diverso modo di intendere i rapporti fra l'Amministrazione comunale e la cittadinanza ha messo in moto il meccanismo della consultazione diretta sui grandi problemi della città.

Al grande dibattitto sul Piano Regolatore e sulla ristrutturazione dei vecchi quartieri (legge 167) si aggiunge ora quello sui trasporti.

L'A.T.M. ha proposto una prima ristrutturazione della rete che renda più omogeneo il rapporto con la Metropolitana, quindi seguirà il piano complessivo, per altro già in avanzata elaborazione.

Le proposte dell'A.T.M., pubblicate sui quotidiani ed inviate ai Consigli di Zona, sono, in questi giorni, oggetto di ampio e vivace dibattito.

Il nostro Consiglio di Zona ha elaborato un proprio piano che, pur raccogliendo alcune indicazioni di carattere generale dell'A.T.M., tende a sviluppare i collegamenti all'interno della Zona 9 ed anche fra la nostra Zona e le Zone limitrofe.

Gli obiettivi di massima del-

l'A.T.M., sono:

Circoli affiliati all'A.R.C.I.

Zona 7

Circ. Bovisa - Via Mercantini, 15 (Scacchi-Culturale)

Sportman club - Via Varchi, I (Judo)

TVI - Via La Masa, 19 (Tennis Tavolo)

Testi - Via Imbriani, 22 (Calcio)

Cominchelli - Via D. Minzoni, 10 (Calcio)

Disinfezione - Via Guarzoni, 2 (Calcio)

ZONA 8

Circ. Afforese - Via Vergato, 15 (Culturale - sportiva)

Max Meyer - Via Comasina, 121 (Tennis Tavolo)

Bovisasca - Via El Alamein, 24 (Calcio)

Affori Ripamonti - Via Iseo, 4 (Tennis Tavolo)

Lerra Arredamenti - Via Pirossi, 19 (Calcio)

ZONA 9

Judo Cà Granda - Via L. Monti, 16 (Judo)

Grafiche Ceresoli - Via Comune Antico, 31/6 (Calcio)

Cral Unità Temi - V.le F. Testi, 75 (Calcio)

ZONA 10

Circ. Avvenire - Via Padova, 261 (Ricreativo)

Circ. Curiel - Via Paruta, 31 (Culturale)

Circ. Martini di Turro - Via Rovetta, 14 (Ricreativo)

Circ. Novelli - Via Ponte Nuovo, 24 (Culturale)

Circ. Martesana - Via Tofane, 19 (Culturale - Sportivo)

Judo Club Turro - Via Boiardo, 6 (Judo)

Domicilio - Via Tamaro, 3 (Calcio)

Serimek - Via Puecher, 9 (Calcio)

Jonica - Via Padova, 60 (Calcio)

Veglia Fossati - Via Gabini (Polisportiva)

sviluppare la rete verso l'esterno (nuovi quartieri, comuni vicini) decongestionamento del centro evitando che più mezzi abbiano un percorso comune aumento della velocità complessiva, favorendo gli interscambi fra linee, quindi una maggiore frequenza dei mezzi.

L'A.T.M. per la Zona 9 propone:

l'istituzione di una nuova linea che congiunga Affori e Bruzzano con le grandi fabbriche (Pirelli, ecc.) attraversando Niguarda il prolungamento della linea

2 fino a Cinisello Balsamo, particolarmente importante per il prossimo funzionamento del complesso scolastico di Via F. Testi (3.000 studenti)

l'arretramento del 4 e dell'83

l'abolizione della linea 51

l'arretramento della linea 31 ed in futuro la sua abolizione.

Il Consiglio di Zona ha controproposto:

l'istituzione della linea 39, ma con percorso diverso da quello proposto dall'A.T.M. e che si congiunga con la 70 e 52 ad Affori

l'introduzione del sistema tariffario unificato che consenta l'utilizzo di tutti i mezzi in-

terurbani (entro la cinta daziaria) con il biglietto ordinario (A.T.M. di Bresso; tram di Cusano e Desio, ecc. che transitano in Via C. Farini) l'interscambio fra la 42 e la 44 il mantenimento dell'attuale capolinea del 4 la modifica del percorso dell'83 che raggiunga anche il Centro direzionale (Uffici del Comune, INPS) e consenta l'interscambio con le linee per il Centro della Città il mantenimento della linea 31 sino alla definizione del piano dei trasporti.

Queste le proposte, ora la parola è alla cittadinanza.

Venerdì 31 marzo presso la scuola Cassinis di Via Hermada, si è tenuta la prima assemblea indetta dal Consiglio di Zona con la presenza di rappresentanti dell'Amministrazione Comunale e dell'A.T.M.

Il numeroso pubblico e le forze politiche presenti hanno dato vita ad una accesa discussione che ha posto in giusta luce ed approfondito sia la proposta dell'ATM che quella del CdZ.

Nel corso dell'assemblea vi è stata battaglia attorno ad una mozione presentata da D.P., che sottoposta alla verifica del voto ne è uscita largamente battuta.

Questo fatto deve essere motivo di riflessione in quanto si è avuto nettissimo il senso della disponibilità della stragrande maggioranza dei presenti ad un serio esame della questione, rifiutando la strumentalizzazione e la demagogia, evidentemente armi spuntate e di breve durata.

Il Presidente del CdZ Farina, ha informato l'Assemblea che tutte le indicazioni raccolte contribuiranno alla definizione del problema e che comunque la popolazione sarà nuovamente chiamata ad esprimersi.

Noi riteniamo che tutto questo sia un fatto estremamente positivo, che va nella direzione di un modo nuovo di governare.

Dall'assemblea del 31 marzo è emersa con chiarezza l'adesione di tutti i partecipanti ad una politica di lotta agli sprechi, agli appalti e sub - appalti clientelari, quindi ad una diversa gestione dell'ATM, che consenta di migliorare il servizio dei trasporti pur nell'attuale grave momento economico.

ei• • quartieri pag

XXI° Congresso Provinciale della F.G.C.I.

"Un movimento giovanile di massa per costruire una società nuova "

Si è svolto nei giorni scorsi il XXI" Congresso Provinciale della Federazione Giovanile

Comunista. Un congresso che ha visto, con l'ampia relazione e il seguente dibattito, i giovani comunisti impegnati, pur in una situazione drammatica e diffici-

Iniziative Casa della Cultura

Via Borgogna, 3

Venerdì 21 aprile Guido Cani (Politecnico di Milano) e Michele Dean (Università di Urbino) illustreranno il tema: «Lo sviluppo urbanistico e il governo della città»; venerdì 28 aprile Alberto Martinelli e Alceo Riosa (Università degli Studi di Milano): «La città e i suoi abitanti: profilo di storia sociale»; venerdì 5 maggio Felice Ippolito (Università di Napoli) e G.B. Zorzoli (Politecnico di Milano): «Scienza e tecnica a Milano»; venerdì 12 maggio Piero Bolchini (Università di Genova): «Indirizzi di sviluppo economico e ruolo di Milano nell'economia del Paese»; Marino Livolsi (Università di Trento) e Paolo Murialdi (presidente della Federazione nazionale della stampa): «Industria culturale e comunicazioni di massa».

Festa de l'Unità

La Sezione PCI Martiri Bicocca terrà la Festa De l'Unità nei giorni 29 - 30 aprile e I maggio davanti alla Coop in V.le Suzzani, 273. Funzionerà un servizio ristorante e bar. Ogni sera ballo popolare con l'orchestra e poi giochi vari, sottoscrizione a premi, e iniziative politiche. La cittadinanza è invitata a questo appuntamento annuale con i comunisti della Bicocca per un confronto sereno e per divertirci insieme.

FOTOGRAFIA

Cosa è una "foto"?

Che cosa è la fotografia?

Tutti lo sanno: è quel pezzetto di carta con sopra un'immagine a colori od in bianco e nero che ci ricorda momenti vissuti, persone care e luoghi visitati.

dizionali che completano la loro attrezzatura con magari qualche lampeggiante elettronico ed in casi più rari anche qualche cavalletto.

le per le giovani generazioni, nella ricerca delle risposte per superare i problemi della condizione giovanile e a darsi strumenti organizzativi nuovi e più adeguati alle necessità di oggi.

Il dibattito è stato ricco e variato, seguito e partecipato dai numerosi delegati ed invitati.

Ciò che emerge è un movimento giovanile vitale, in via di espansione, comprensivo delle difficoltà dei giovani ma cosciente dei propri limiti attuali ancora da superare. Cosciente della necessità del rinnovamento nella realtà, di andare fra i giovani non organizzati, del confronto quotidiano con tutti i movimenti giovanili, per trovare momenti di lotta comune intorno ai problemi concreti.

Le proposte di fondo del congresso abbracciano tutti gli aspetti della vita dei giovani di oggi; quelli culturali, ideali, del tempo libero e delle condizioni materiali di vita come il lavoro, la scuola e l'ambiente in cui vivono.

Emerge così la necessità di un rapporto nuovo e diverso, più stretto, con gli enti locali, con le forze politiche, sociali e sindacali, che devono unirsi ai movimenti giovanili nello sforzo di dare alle giovani generazioni una qualità di vita diversa.

La fotografia fa vedere agli altri, "che non c'erano", quello che noi abbiamo visto, ma lo fa vedere come noi vogliamo che lo vedano perchè tutto dipende da come noi scattiamo le nostre fotografie.

Allora ecco che noi tutti che facciamo fotografie ci dividiamo in diversi gruppi ben distinti.

Ci sono quelli che fanno le foto così, senza tanto pensarci, basta che abbiano qualche cosa che gli ricordi quei momenti: hanno una macchina semplice da usare perchè non se la sentono di regolarla ogni volta e si accontentano quindi di qualsiasi risultato.

Poi ci sono quelli che ci tengono ed allora hanno buone macchine, magari automatiche e si curano di fissare il soggetto che gli interessa nella giusta luce e con una buona inquadratura.

Infine arrivano gli appassionati, quelli che della fotografia hanno fatto il loro grande amore: sono armati di macchine buonissime, costosissime ed a volte complicatissime. Il solito obiettivo non gli basta più, devonoavere teleobiettivi e grandangolari di tutte le focali, tubi di prolunga, soffietti e lenti ad-

Queste persone non si accontentano delle solite foto, giustamente con tutta la loro attrezzatura e la loro grande passione vanno alla ricerca delle foto più belle, meno convenzionali, più difficili da fare, perchè così possono esprimere la loro personalità e la loro bravuta.

Ovviamente anche per loro non tutte le foto sono "super" ma quasi sempre i risultati che ottengono sono buonissimi.

Il punto comune a tutti è comunque la gioia di vedere poi in un secondo tempo i risutlati dei loro "clic".

C'è chi preferisce il bianco e nero, chi il colore e chi le diapositive ma il piacere ed il divertimento dello scatto fotografico non cambia.

È molto bello poi raccontare ad altri come si è ottenuta una certa fotografia ed ascoltare anche le esperienze altrui. Parlare con persone che hanno la stessa passione è trascorrere delle ore in buona compagnia, quindi se tra i lettori c'è qualcuno che vuole parlare di queste cose scriva al giornale. Spero che si possa formare anche in questa zona un circolo fotografico, visto che ancora non esiste, nonostante siano tante le persone che si interessano di fotografia.

Questa pagina è aperta al contributo di tutti i lettori (singoli od associazioni) che volessero inviare lettere, proposte, fotografie, eccetera.

In particolare ogni mese vorremo pubblicare una foto curiosa o significativa su tema anche libero. Sono gradite anche collaborazioni specifiche che via via possono essere concordate con la redazione (fotografica musica, pittura ed altro). Il materiale può essere inviato alla sede del giornale, il cui indirizzo è indicato in questa stessa pagina.

Ai Lettori

Nell'ultimo numero è stata pubblicata una vignetta in cui appariva l'on. Moro. Purtroppo il giornale era uscito pochi giorni prima del rapimento dell'on. Moro e della tragica uccisione della sua scorta.

Ci sembra doveroso spiegare ai lettori questa spiacevole coincidenza non intenzionale e di esprimere la nostra piena solidarietà al partito della Democrazia Cristiana, alla famiglia del1 'on. Moro e ai famigliari dei cinque agenti della sua scorta. La Redazione

La Federazione Giovanile Comunista milanese, da parte sua, si impegnerà a costruire un movimento più ampio, più aperto alle collaborazioni di tutti i giovani. I loro circoli devono diventare luoghi di aggregazione, di partecipazione, di orientamento democratico e ideale; ma luoghi anche di lotta concreta sul territorio per costruire una vita migliore, non solo per i giovani, una citta più umana e più giusta, un futuro più sicuro; una vita nella collettività e non ai margini della vita.

quartieri

Per iniziativa delle Sezioni P.C.I.

Zona 9

Direttore:

Kristina Robinson

Redazione:

Eros Dani

Sergio Ghittoni Saverio Paffumi

Laura Spreafico

Pio Tarantini

Redazione-amministrazione: Presso Sezione P.C.I.

S. Carrè via L. della Pila, 61 20162 Milano

La foto del mese

Apriamo ai lettori uno `spanio libero sulla Fotografia.

Dal prossimo numero pubblicheremo ogni

mese una foto significativa o curiosa inviataci da un lettore.

Inviare la fotografia presso la redazione, il cui indirizzo è indicato qui accanto.

quartieri P09 8
"Un movimento giovanile di massa per costruire una società nuova"

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