ELEZIONI POLITICHE
Dichiarazioni dei partiti di sinistra sulle elezioni del 7 maggio
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CONSIGLIO DI ZONA
Documento della Commissione Igiene e sanità sul problema dei sub-normali
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EDILIZIA POPOLARE Affollata assemblea su uno dei problemi scottanti della nostra zona
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unità a sinistra
A CURA DEL COMITATO UNITARIO DI ZONA (PCI - PSI - PSIUP - MPL)
Anno IV - N. 3 - L. 50
Per fare uscire il paese dalla crisi politica, sociale ed economica
Aprile 1972
Dal 7 maggio un voto che faccia avanzare i partiti di sinistra per battere la D C e sbarrare la strada al pericolo fascista
7 maggio: per la prima volta, in questi 25 anni di repubblica parlamentare, si ricorre alle elezioni anticipate. Anche questo è un riflesso politico della crisi sociale ed economica nella quale la DC ha spinto il paese.
Vale la pena ricordare che gli ultimi atti politici della DC sono stati l'elezione del presidente della repubblica con il voto determinante (e richiesto sottobanco) dei fascisti e il tentativo di imporre al paese un governo monocolore per portare a termine la legislatura.
Sono questi solo due esempi, anche se tra i più scandalosi, della sterzata a destra compiuta dalla Democrazia cristiana, che è ampiamente dimostrata anche dal programma elettorale con il quale la DC si presenta ai cittadini: un programma cioè nel quale non si ritrova nessuna indicazione concreta per il dopo, ma soltanto la volontà di mettere il bavaglio alla libertà sindacale dei lavoratori e di annullare la dialettica democratica delle autonomie locali con la proposta di assurde leggi-truffa per le elezioni comunali e provinciali.
D'altra parte è questa la palude nella quale si finisce quando si abbandona il terreno della lotta antifascista, quando si fa dell'antifascismo solo a parole e si tratta con i rottami della repubblica di Salò.
Non si batte il fascismo correndo a destra
Può allora sembrare persino naturale che, nel suo tentativo di arginare la pressione delle masse popolari che chiedono riforme per far avanzare il paese, la DC e i suoi reggicoda di sempre (il PLI, il PRI e il PSDI) abbiano finito per trovarsi prigionieri degli interessi più retrivi dello schieramento padronale e si trovino oggi a competere con i fascisti per rosicchiare qualche voto fra le forze più squallidamente reazionarie del paese.
Non è certo correndo a destra che si batte il risorgente fascismo Anzi, ciò ottiene proprio l'effetto contrario. Il fascismo alza la testa quando non si bloccano sul nascere, ma anzi si alimentano, tentativi reazionari come la pseudorivolta di Reggio Calabria; quando si allevano nell'intrallazzo clientelare uomini come il democristiano Battaglia, sindaco di Reggio Calabria e oggi candidato dc al senato; quando si elevano uomini come l'ammiraglio Birindelli, oggi candidato nelle liste fasciste, alle più alte cariche militari e addirittura al servizio di quella centrale di provocazione internazionale che è la NATO.
Ma soprattutto non si batte il fascismo senza tagliargli l'erba sotto i piedi, sconfiggendo lo strapotere delle grandi concentrazioni finanziarie del nostro paese, al cui interesse sono invece subordinate le scelte delle industrie e del capitale pubblici.
I problemi che affliggono milioni e milioni di cittadini sono così giunti a un punto tale che è impossibile rimandarne ulteriormente la soluzione.
Vediamone alcuni. In primo luogo si sono ancora approfonditi i già gravi squilibri esistenti fra alcune « isole del Nord e le regioni depresse, con il risultato di rendere caotico lo sviluppo delle grandi città settentrionali (congestionandole fino alla paralisi), di degradare sempre più la nostra agricoltura e di accrescere l'impoverimento del Mezzogiorno.
I problemi non risolti del paese
L'occupazione è scesa a livelli preoccupanti: oggi in Italia la popolazione attiva raggiunge il 36 per cento, e chi paga la crescente disoccupazione sono soprattutto le masse femminili; ma il fenomeno riguarda oggi, specie nel Sud, interi strati di diplomati e laureati, di giovani vanamente alla ricerca della prima occupazione. Le condizioni di vita degli strati popolari più oppressi si sono ancora aggravate. Si è allargata la piaga della
emigrazione, cui sono costretti centinaia di migliaia di cittadini. E mentre la DC li condanna a questo esodo forzato, consente ai grandi capitalisti di esportare migliaia di miliardi, privando così contemporaneamente il paese di capitali e di forza-lavoro.
Milioni di pensionati si vedono rifiutato un aumento delle pensioni che potrebbe trasformare l'attuale umiliante elemosina in un sussidio per l'esistenza, mentre si trovano i soldi pei- aumentare i già alti stipendi di una serie di superburocrati statali, e ciò per alimentare il clientelismo democristiano. Mancano gli asili-nido, le scuole, da quella materna in su, e in questa mancanza di strutture sta la causa prima del caos in cui versa la scuola italiana.
Mentre il caro affitti taglieggia i redditi dei lavoratori, non è stato dato nessun serio impulso all'edilizia popolare, nonostante le centinaia di miliardi sottratti dalle buste paga per finanziare i piani-fantasma della Gescal. Per non parlare degli interessi accu-
Continua la mobilitazione contro la speculazione
mulati su questi soldi non spesi, che sono andati a foraggiare le attività elettoralistiche dei notabili democristiani.
L'assistenza sanitaria continua ad essere fra le più arretrate in Europa, nonostante gli elevati oneri che ne derivano, e ciò perchè si vogliono tenere in piedi quei carrozzoni clientelari che sono le mutue e si vuole continuare ad arricchire le grandi concentrazioni chimici-farmaceutiche dei rostro paese.
Sono questi alcuni dei problemi che in 10 anni di governo il centro-sinistra non ha risolto e che in questo periodo si sono ulteriormente aggravati.
La Democrazia cristiana ha la spudoratezza di vantarsi oggi di quei provvedimenti legislativi (legge sulle pensioni, statuto dei lavoratori, ordinamento regionale, legge sulla casa e sui fitti agrari) che, pur nella loro parzialità, hanno costituito un passo avanti verso la soluzione dei relativi problemi. Ma occorre tenere ben presenti due aspetti: primo, che proprio per la
I cittadini chiedono scuole e verde sull'area di via Tolentino
Continua e si sviluppa su basi sempre più ampie la controffensiva delle masse lavoratrici nei confronti della speculazione edilizia. Quella speculazione che, grazie alla compiacente politica portata avanti da giunte comunali sempre dominate dalla Democrazia cristiana, ha potuto spadroneggiare indisturbata a Milano per più lustri.
Straordinariamente eterogenea era la folla che, nonostante la pioggia, il pomeriggio di sabato 8 aprile s'era data convegno (dalle 300 alle 400 persone) in via Tolentino e via Caracciolo per reclamare un suo preciso diritto. E anche questo è segno dei tempi che cambiano. Operai, studenti, impiegati, commercianti, professionisti, uomini e donne d'ogni età, e tanti tantissimi bambini, erano lì per chiedere che l'area dell'ex giàrdino Firenze sia destinata a verde pubblico, che vi si costruisca una scuola materna, che in qualche modo essa venga sottratta all'impresa Girola (nei cui progetti è l'edificazione di abitazioni di lusso con l'insediamento di 300-400 famiglie che aggraverebbe la già critica situazione dei servizi della zona 6). Il modo c'è. Se ne son detti convinti i consiglieri comunali Sacconi, del PCI, e Dragone, del PSI, che hanno preso la parola presentati dal compagno Ratti,
il più tenace animatore dell'iniziativa che minaccia di scompaginare i piani della Girola. E lo hanno ribadito il presidente del circolo Perini, Iosa, che ha parlato a nome della sinistra cattolica, e i consiglieri della zona 6 Boatti (PCI) e Luzzatto (PSIUP). Il modo c'è, e sta
nell'imporre attraverso la più vasta mobilitazione popolare l'esproprio dell'area mediante una modifica del Piano regolatore, ai sensi della legge 167. Ma sta soprattutto nell'unificare le molteplici iniziative di questo tipo in un piano generale di rinnovamento che investe la grande maggioranza dei lavoratori e dei cittadini, che li mobiliti attraverso una vasta e articolata strategia di lotte democratiche per costringere la giunta comunale a mutare radicalmente indirizzo e a operare precise scelte: contro le immobiliari e la speculazione edilizia; per il verde pubblico, le scuole, l'edilizia popolare. Questo è stato detto con molta chiarezza sabato 8 aprile in via Tolentino. E questo il pubblico presente, come hanno testimoniato gli interventi di alcuni cittadini, ha mostrato di capire fino in fondo anche e anzitutto nel suo significato politico. Al termine della manifestazione, durante la quale la lunga staccionata che delimita l'area si è coperta di scritte riecheggianti gli obiettivi di lotta, sono state raccolte le adesioni per costituire una delegazione che quanto prima si recherà al Palazzo Marino a sollecitare precisi impegni da parte dell'assessore all'Urbanistica.
G. Bagioli
loro parzialità e per il fatto di essere rimasti provvedimenti isolati, non possono costituire le premesse per un disegno riformatore; secondo, che questi atti legislativi, approvati dal Parlamento sotto la pressione delle masse popolari, sono passati con maggioranze di sinistra esterne alla coalizione di governo e malgrado il sabotaggio di una parte considerevole della DC.
L'importanza del voto del 7 maggio
Ciò dimostra che su quei pochi provvedimenti qualificanti il governo di centro-sinistra non è esistito e mette a nudo la non-disponibilità della Democrazia cristiana per una politica riformatrice.
Ciò dimostra anche l'assoluta necessità -che si rafforzino lo schieramento e l'unità delle sinistre.
Da qui nasce quindi l'importanza del voto del 7 maggio. Dovrà essere un voto che faccia giustizia del tradimento consumato dalla DC ai danni del paese, un voto che faccia pagare al PRI, al PSDI e al PLI il prezzo della loro subordinazione alle prepotenze democristiane, un voto che elimini dal paese la vergognosa e pericolosa presenza dei fascisti.
Il voto del 7 maggio deve essere un voto a sinistra.
Irrinunciabile il controllo pubblico sulla RAI-TV
Un folto numero di cittadini hanno partecipato — il 24 marzo scorso — ad una assemblea popolare svoltasi al circolo Carducci di via Bertini sulla Riforma della Rai-Tv. Vi hanno partecipato, insieme al presidente del circolo Cavallari, Vittorio Bellavite per I'MPL, Felice Mottini per il PSI, Mario Pagani per il PCI e Pier Luigi Gasparotto per il PSIUP.
Organizzata da Unità a Sinistra le serata ha suscitato un notevole interesse. Nel prossimo numero di Unità a Sinistra pubblicheremo il testo di alcuni interventi, cominciando con quello del compagno Cavallari sulla proposta di riforma della Rai, fatta dall'ARCI.
ZONA6 MAGENTA-SEMPICI
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PSIUP
Per un governo Patto di legislatura di svolta democratica fra le sinistre
Alla base delle proposte del PCI sta la valutazione che il paese attraversa una fase storica in cui il movimento democratico e popolare è all'offensiva per imporre la soluzione di grandi problemi, vecchi e nuovi, della nostra società; e che proprio tale offensiva ha messo in crisi il sistema sociale e politico su cui si regge il potere della borghesia monopolistica.
Ed è proprio da questa perdita di egemonia e credibilità delle classi dominanti che si origina quella strategia della tensione e della provocazione che ha le sue manifestazioni più evidenti nell'attacco ai livelli di occupazione, nelle bombe, nel finanziamento ai fascisti, nello spostamento a destra della DC e dei suoi reggicoda (PSDI, PRI): tutti sintomi non di posizione di forza, ma bensì di debolezza e disperazione.
Tale posizione di debolezza della borghesia nasce dal fallimento del centro-sinistra e della unificazione socialdemocratica, del tentativo cioè di rompere l'unità del movimento operaio e progressista, isolando la grande forza dei comunisti. Questo tentativo, che costituiva appunto il disegno storico con il quale là borghesia cercò di assicurarsi una prospettiva di potere a lungo termine, venne spazzato via dalla grande avanzata del PCI nel 1968 e dalle grandi lotte operaie e popolari che ne seguirono.
Con il fallimento del centro-sinistra si è chiusa una fase storica.
Se ne è aperta un'altra le cui caratteristiche sono: da un lato, margini più ridotti di manovra da parte delle forze conservatrici, dall'altro, possibilità più concrete di alternativa basata sulla partecipazione delle grandi masse alla direzione politica del paese.
Ecco perchè noi comunisti, mentre critichiamo fraternamente l'ipotesi presentata dal PSI degli equilibri più avanzati (espressione che non esce denitivamente dalla logica del centro-sinistra e può quindi alimentare ulteriori momenti di incertezza), poniamo con forza l'esigenza di un profondo cambiamento che trovi la sua espressione politica in un governo di svolta democratica.
A nostro avviso è importante elemento politico che, anche in periodo elettorale, le forze di sinistra riescano a discutere in largo spirito unitario. Il PSIUP, che nell'unità politica delle forze operaie e popolari socialiste, comuniste e cattoliche ha lo scopo fondamentale della sua azione, riconosce la grande importanza di queste iniziative. Ma è anche importante riconoscere che questo impegno unitario della sinistra ha dei limiti e dei difetti, che tutti insieme dobbiamo individuare ed eliminare, per potere, partendo dall'unità che sinora abbiamo costruito, ampliare e rafforzare sempre di più lo schieramento delle forze di rinnovamento del paese.
Per questo riteniamo che vada colto in tutto il suo larghissimo valore il fatto che PCI-PSIUPSinistra indipendente abbiano raggiunto una intesa per le liste senatoriali, tali da rappresentare il nucleo unitario fondamentale di tutta la sinistra: non si tratta infatti di una iniziativa volta a non disperdere a favore dei nemici di classe dei voti, cosa che avrebbe già grande valore, ma si tratta di una indicazione politica complessiva, di una prospettiva che indica nella Sinistra di opposizione il punto di riferimento obbligato per quanti nel nostro paese vogliono cambiare le cose.
E' proprio in questo spirito che il PSIUP, che fu artefice dello schieramento unitario della Sinistra nella battaglia per l'elezione del Capo dello Stato, rinnova ora il suo appello e la sua iniziativa di partito dell'Unità delle sinistre, di ispirazione marxista, cattolica, laica.
L'ultimo Comitato centrale del PSIUP lancia a tutte le forze operaie e popolari la proposta di un patto di legislatura: noi proponiamo che l'unità della sinistra si realizzi in modo chiaro e aperto, e che su questo tutte le altre forze si pronuncino di fronte al paese e ai lavoratori in primo luogo. Noi proponiamo al PCI e al PSI un
PSI Per nuovi equilbri più avanzati
La strategia delle riforme perseguite dal P.S.I. ha spinto allo scoperto i settori più retrivi e reazionari della D.C., la quale, con la copertura del P.S.D.I. e del P.R.I., ha finalmente gettata la maschera sotto cui cela il volto dell'autoritarismo, la mortificazione della vita civile e democratica, l'umiliazione di ogni moto di progresso, l'emarginazione dalla scena politica delle masse popolari.
Il P.S.I. è il bersaglio preferito (un privilegio che non ci dispiace) di tutte le forze di destra e della D.C. che non trovano miglior slogan che accusare il P.S.I. di frontismo. Quando non si hanno argomenti politici e programmi la « maggioranza silenziosa » risfodera strumentalmente l'anticomunismo per coprire oltre venti anni d, malgoverno democristiano.
Gli equilibri più avanzati non significano un ritorno al fronte popolare, ma che il P.S.I. si batte tenacemente e senza riguardi, conrto i privilegi costituiti e a favore di un programma riformatore corrispondente alle necessità di sviluppo democratico della nostra economia e della nostra società, con l'appoggio da parte di tutte le forze interessate a tale scelta, comprese le forze cattoliche.
Gli obbiettivi del P.S.I. sono: trasformazione graduale delle strutture economico-sociali del paese e del rapporto fra le classi; tradurre la domanda di partecipazione politica con forme nuove di democrazia di base; rivendicazione dell'unità sindacale, affermazione dell'autonomia delle istituzioni rappresentative.
Il P.S.I. ha realizzato importanti riforme: sistema delle pensioni, lo Statuto dei lavoratori, l'ordinamento regionale, il divorzio, la legge sui contratti agrari, la legge sull'edilizia popolare, la riforma tributaria. Altre riforme sono poste all'ordine del giorno: quella universitaria e quella sanitaria, che implica una radicale trasformazione
MPL
Per un nuovo modo di fare politica
La politica non è una cosa che si fa solo in municipio, alla regione, in parlamento. Dobbiamo riappropriarci delle decisioni politiche e lavorare nelle fabbriche, nei quartieri, nelle scuole, nei campi, per imporre nuovi modelli di sviluppo a favore dell'uomo.
Il MPL conduce la sua lotta facendo lavoro di base, introducendosi nei problemi e coinvolgendo, in nome di una nuova coscienza politica, la gente.
II MLP si propone di coordinare le lotte sociali e realizzare uno spocco politico nuovo, aperto alla partecipazione, non asfissiato dal burocratismo.
Fabbriche, scuole, trasporti, politica urbanistica: questi sono i momenti qualificanti di lotta nella nostra città, con questi problemi bisogna aumentare la coscienza politica, senza fare da filtri alle istanze dei cittadini e nemmeno da interpreti, ma vivendo le lotte.
Svolgere un'opera di chiarificazione costruttiva all'interno delle organizzazioni che dovrebbero difendere gli interessi dei lavoratori senza perdere di vista le situazioni locali e le lotte di base, anzi, imperniando il confronto proprio su queste.
Questo è l'obbiettivo del MPL nella nostra città.
MPL: parlamentare ed extraparlamentare nello stesso tempo.
Parlamentare: per contribuire ad uno spostamento dell'asse politico opponendosi alle manovre borghesi ed opportuniste per imbalsamare le istituzioni.
Extraparlamentare: per non isterilirsi nelle istituzioni, per non togliere alle lotte quella spontaneità e immediatezza che è indice di vera coscienza politica.
Noi abbiamo detto nel nostro recente XIII Congresso nazionale che le due condizioni perchè un tale governo sia possibile (respingere l'attacco fascista alle istituzioni democratiche e repubblicane e avviare un programma di governo che abbia l'appoggio delle grandi masse) tendono oggi obbiettivamente a coincidere.
E abbiamo anche sottolineato che un programma di rinnovamento che risolva i problemi drammatici del Mezzogiorno, della casa, della sanità, dell'agricoltura, della scuola, della giustizia, può attuarsi con l'incontro delle tre grandi correnti storiche del nostro paese: quella comunista, socialista e cattolica.
Perchè ciò si realizzi è necessario battere questa DC, batterla da sinistra; è necessario che grandi masse di lavoratori cattolici voltino le spalle alla DC e facciano avanzare lo schieramento di sinistra e il PCI in particolare, che dello schieramento di sinistra è la forza determinante.
Noi comunisti chiediamo quindi che il voto del 7 maggio realizzi le tre condizioni che consideriamo fondamentali in questa fase storica del paese: far avanzare lo schieramento di sinistra, appunto; condannare la politica della DC e la sua sterzata a destra, liberando forze cattoliche popolari ancora ingabbiate nelle scelte conservatrici e reazionarie del gruppo dirigente democristiano; ricacciare indietro il fascismo colpendolo alle radici, cioè nelle grandi concentrazioni finanziarie e nei collegamenti con i circoli stranieri più reazionari che proliferano all'ombra della NATO e dell'imperialismo americano.
Questo significa il voto al PCI. Se tali condizioni si verificheranno, ogni cittadino, anche chi non avrà votato per i comunisti, potrà l'8 maggio entrare a testa alta nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole, perchè sarà andata ancora avanti la causa della pace, del progresso e della giustizia sociale, la causa dell'emancipazione dell'uomo dallo sfruttamento.
patto, un accordo per la legislatura che individui gli obiettivi programmatici a medio termine da perseguire, e che soprattutto comporti l'impegno di tutti a considerare in comune gli stessi problemi di opposizione o di governo: tutti all'opposizione, nel caso di necessaria lotta contro gli indirizzi moderati della D.C.; tutti corresponsabilizzati nella guida del paese, nel caso sorgesse nella prossima legislatura la possibilità di realizzare un profondo mutamento nella direzione politica del paese.
Se infatti il compito della sinistra è in queste elezioni sconfiggere la D.C., e con essa tutto ciò che rappresenta e protegge (monopoli pubblici privati, padroni di ogni risma e colore, speculazione edilizia, legami organici con gli imperialisti americani e le loro reti segrete di spie di assassini, mafia, sottogoverno ecc....), questo risultato che tutta la sinistra è in grado di ottenere il 7 Maggio, potrebbe essere vanificato se una parte della Sinistra, come in passato, offrisse la sua copertura e la sua complicità alla D.C., ritornando a fare un governo di CentroSinistra.
I mesi che ci attendono saranno decisivi per le sorti del nostro paese, e devono essere affrontati seriamente e senza trucchi: a nulla servono formulette brillanti (come quella degli « equilibri più avanzati « dei compagni del PSI) che o non significano nulla, o sono respinti da tutti gli interessati, la DC da un lato e lo schieramento unitario di sinistra (PCI-PSIUP) dall'altro.
Per questo il PSIUP, partito socialista unitario, internazionalista, classista, chiede il voto, per le proprie liste alla Camera e per la Sinistra unita al Senato, sicuro di non rappresentare i propri interessi di bottega, ma di essere strumento decisivo della battaglia socialista nel nostro paese.
del servizio sanitario con l'estensione gratuita dell'assistenza medica farmaceutica, ospedaliera a tutti i cittadini, sin dalla nascita.
Contro quest'azione si è scatenata e si scatena la controffensiva della destra.
Sul piano politico le forze moderate conservatrici presenti nella D.C., nel PSDI e nel PRI mirano a frenare il cammino delle riforme attuate e da attuare; mentre sul piano economico il sistema reagisce scatenando una crisi economica solo in parte dovuta alla recessione internazionale ma in gran parte dovuta alla caduta deliberata degli investimenti, fuga dei capitali, disoccupazione, diminuzione della produzione.
Inoltre permangono gravi squilibri e disuguaglianze, la questione meridionale diviene più grave, costringendo larghe masse di lavoratori alla dura vita dell'emigrazione, mentre la congestione delle città industrializzate del nord è sempre meno tollerabile.
Permane la sollecitazione ai consumi privati individuali, mentre diminuiscono gli investimenti pubblici produttivi e si registrano gravi deficienze in servizi essenziali.
Oggi alle forze politiche che intendono tornare al passato, a quel centrismo che è stato sinonimo di immobilismo politico e di « miracolo economico » realizzato sulle spalle dei lavoratori, facendo pagare solo ad essi i prezzi dello sfruttamento nella fabbrica, dell'emigrazione interna ed estera; a quelle forze, capeggiate dalla DC, diciamo che la « centralità « non è una piattaforma utile per la soluzione dei problemi del Paese.
C'è chi vuole tornare indietro, mentre la spinta del Paese spinge in avanti. Ma chi vuole tornare indietro dovrà mettere in preventivo tutta la nostra ostinata, dura e implacabile resistenza. Chi vuole andare avanti sa di poter contare su di noi e su quella parte del Paese che è socialista.
Per non fossilizzarsi in un partito, ma garantire al movimento una capacità di inserirsi nelle lotte sociali con immediatezza e partecipazione.
Perchè il voto al MPL?
Il MPL si pone in opposizione completa alla politica della D.C. la quale, lungi da far politica per più classi, fa politica di classe, favorendo il capitale e imbavagliando la classe lavoratrice; con la politica degli opposti estremismi, mettendo su uno stesso livello i nostalgici fascisti e i partiti della classe operaia, rappresentanti di milioni di lavoratori, cerca di garantirsi il potere.
Questi sono gli obbiettivi del MPL sui quali è necessario far convergere tutte le forze della sinistra tradizionale e di nuova formazione. Solo così sarà possibile battere la reazione della destra politica ed economica che si fa sempre più virulenta nel paese. Oggi più che mai la reazione tenta di soffocare le conquiste politiche ottenute principalmente attraverso le lotte dei lavoratori nelle fabbriche, nelle campagne e negli uffici.
Queste conquiste hanno fatto maturare in senso democratico tutta la società italiana. Perchè la manovra della destra fallisca e non ci sia una involuzione politica bisogna puntare sull'unità della sinistra che è stata la sola forza che col suo peso ha permesso di cambiare qualche cosa come dimostrano anche le esperienze nella nostra zona, ed ogni cittadino democratico deve sentirsi impegnato a tutti i livelli di lotta politica a cominciare dal quartiere dove quanti credono nei principi di libertà e di partecipazione popolare devono portare il loro contributo alla elaborazione e alla risoluzione dei problemi. Solo così, con una diretta e cosciente partecipazione dalla base, e questo è un punto fondamentale nel programma del MPL, si può costruire il socialismo.
PIU FORTE IL PSIUP PIU' UNITA LA SINISTRA la DC e Incapace di governare uc a NIPL basta con la DC a sinistra con noi 2 PCI
Il vero volto della " destra nazionale "
Consigliere del M S I della Zona 6 coinvolto nella strage di Milano ?
La cosidetta « destra nazionale » sta tentando di nascondere, in questa fase di campagna elettorale, il proprio autentico volto squadrista, per convincere chi qualunquista o reazionario o semplicemente conservatore, è tentato di dare alla fragile democrazia italiana un voto « punitivo », che la cosa è possibile senza dare un voto fascista. L'operazione viene condotta con mezzi finanziari impressionanti, le cui origini purtroppo sembrano essere non solo « private » ma anche « pubbliche o parapubbliche » (e su questo sarebbe bene che facesse luce una inchiesta parlamentare).
E' compito di ogni sincero democratico, che sia o meno impegnato in un movimento o un partito, contribuire a smascherare questa pericolosa operazione di « camouflage » e svelare a chi parente amico o conoscente rischia di cadere nel tranello, il vero volto fascista di questa cosidetta destra nazionale.
Un esempio ce l'abbiamo in casa, proprio nella nostra zona 6.
Da quando esiste il Consiglio di Zona la aritmetica politica assegna un posto di consigliere anche al M.S.I. E' utile conoscere chi sono i due personaggi che questa destra nazionale ha ritenuto degni di rappresentarla in questa assise democratica. Il primo consigliere è stato Giorgio Pisanò, squallido personaggio, repubblichino, pestatore, cantore delle peggiori ignominie nazi-fasciste, speculatore di borsa, gazzettiere della calunnia su Candido e, in questa veste, pluriquerelato e pluricondannato. Da ultimo, istruttore militare delle squadracce nere nei campi nazisti in Alto Adige.
A Pisanò è succeduto Nestore Quirino Crocesi, latitante da qualche mese (pare rifugiato in Grecia) ricercato perché indiziato delle es-
plosioni S.A.M. Sul Crocesi esistono anche altri atroci sospetti.
Il 12 dicembre 69 scoppiò la bomba in Piazza Fontana. Un industriale di Bergamo, qualche giorno dopo la strage, testimoniò al giudice istruttore che stava conducendo l'inchiesta (se così si può chiamare l'ignobile caccia agli anarchici, ancora oggi in carcere) di essersi trovato in quel giorno in Piazza Fontana e di aver visto, al momento del tremendo scoppio, una « Giulietta » rossa guidata da un giovane, sfrecciare via ad altissima velocità.
Naturalmente — come anche le dichiarazioni di Lorenzon che, opportunamente ripescate, hanno portato il giudice Stiz sulla pista Rauti, Freda, Ventura — l'inquisitore Cudillo non diede alcun rilievo alla testimonianza.
L'industriale di Bergamo, insieme alla moglie, anch'essa testimone del fatto, non si diede per vinto e, con l'aiuto di alcuni esperti, ricostruì un identikit del giovane autista della giulietta rossa.
Passarono i mesi e gli anni. Solo qualche settimana fa, la polizia emise un ordine di cattura per il Crocesi per la questione delle bombe SAM. I giornali si incuriosirono e pubblicarono qualche foto del Crocesi. L'industriale di Bergamo non ebbe dubbi: il giovane che aveva visto guidare la Giulietta rassomigliava in modo impressionante al Crocesi! La didascalia della foto diceva che il Crocesi, per quanto oscuro, veniva considerato negli ambienti della destra estrema come uno degli « attendenti », uno degli « uomini fidati di Almirante, Questa, e non altro, è la « destra nazionale ».
T. Muzi Falconi
Documento della Commissione Igiene e sanità
In risposta alla lettera dell'Assessore Ester Angiolini e al documento allegato sui « Centri sanitari specializzati di medicina scolastica e scuole speciali «, la Commissione « Igiene e Sanità » del Consiglio di Zona 6, dopo un ampio dibattito, conclusosi nella riunione del 1° marzo 1972, ha così convenuto di esprimere il proprio parere:
Premessa bambini sub-normali sono bambini o adulti ai quali va garantita una istruzione ed un inserimento nella vita sociale. Pur apprezzando l'opera svolta dalle scuole specializzate esistenti in Milano, riteniamo che il problema vada risolto investendo la responsabilità non solo di pochi gruppi e di associazioni, ma della intera collettività.
L'inserimento del maggior numero possibile di andicappati nelle scuole ordinarie dell'obbligo e nei posti di lavoro normali dovrebbe essere un obiettivo sociale che tutta la collettività dovrebbe cercare di raggiungere. Discriminando o creando dei « ghetti » si ottiene soltanto la perdita di menti ed individui utili alla società.
Pertanto la Commissione « Igiene e Sanità « del Consiglio della Zona 6, propone: di non incrementare il sorgere di Scuole o Istituti speciali, ma eventualmente di iniziare una trasformazione di quelli già esistenti per farli diventare tentativi di inserimento dei sub-normali nella vita sociale; si chiede il potenziamento delle Scuole normali dove nelle aule insieme ai bambini normali, possano essere inseriti quelli che, pur avendo delle anomalie fisiche, hanno una capacità intellettiva tale da seguire i corsi insieme agli altri alunni. Nelle scuole normali che, secondo le disposizioni di legge, dovrebbero avere non più di 20 alunni per classe, dovrebbero trovare una loro giusta collocazione tutti i sub-normali in modo che possano vivere insieme agli altri bambini; per realizzare gli obiettivi del punto 2. è indispensabile indirizzare maggiori sforzi per la preparazione di personale specializzato a livello di insegnanti e di medici perché in o-
L' esperienza in Consiglio di Zona
Una DC sempre schierata in difesa
degli interessi della conservazione
A proposito della sterzata a destra compiuta dalla DC si usa dire, tra l'altro, che ci si trova di fronte — in sostanza — ad un disperato tentativo di recuperare voti che altrimenti andrebbero alla reazione; che si tratta di una mossa tattica di vertice e che, in realtà, se la DC uscirà indenne o quasi dalla burrasca elettorale, essa sarà disposta, e più di prima, a riprendere un cammino riformatore di sinistra moderata.
Questa argomentazione, che non può reggere ad una serrata analisi politica, viene tuttavia accolta, probabilmente in buona fede, da cattolici progressisti i quali, così facendo, trovano un comodo alibi per continuare a votare DC malgrado riconoscano aberranti le odierne dichiarazioni dei notabili di quel partito. Ed è per questo che riteniamo necessario smascherare la capziosità del discorso dicendo chiaramente che la sterzata a destra non è affatto una operazione tattica di vertice me piuttosto la essenza vera della intera macchina di un partito nel quale un cattolico progressista non può trovare motivo di identificazione coerente e serena. Un esempio clamoroso di questo lo possiamo verificare osservando il comportamento politico del gruppo consiliare dc nel nostro Consiglio di Zona.
Fin dall'inizio, i consiglieri dc si sono sempre, esplicitamente, battuti contro gli interessi dei lavoratori della zona, boicottando, fin dove era loro possibile, ogni dinamismo e volontà politica dell'istituto del decentramento, tentando di addormentarne ogni istanza di rinnovamento. E poco importa che fra i consiglieri dc vi sia la solita mosca bianca con la quale un dialogo civile sarebbe possibile. Poco importa, perchè anche qui, ancora una vol-
nella collettività
gni scuola possa funzionare una « equipe » di assistenti sociali, medico, psicologo ed insegnanti necessaria all'inserimento dei sub-normali nella scuola normale, ma anche necessaria ai bambini normali; si dovrebbero iniziare con l'interessamento del Comune gli esperimenti di inserimento nel mondo del lavoro dei sub-normali; occorre svolgere opera di sensibiliz-
zazione a tutti i livelli per far conoscere a tutti, ma soprattutto alle famiglie dei bambini normali, il problema nei suoi aspetti umani e sociali.
A questo fine la commissione « Igiene e sanità « si impegna a svolgere anche congiuntamente con la commissione « Cultura « delle riunioni di informazione e di sensibilizzazione della popolazione scolastica della nostra Zona.
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Il Comitato di redazione è costituito da PCI; PSI, PSIUP, MPL Ne fanno parte: Gianni Bagioli (PCI), Maria Luisa Basamini (MPL), Marco Dragonetti (PCI), Giuseppe Fassari (PSI), Mario Giorcelli (PSI), Giuliano Giuliani (PCI), Guglielmo Giumelli (MPL), Edoardo Magni (PCI), Toni Muzi Falconi (PSI), Bona Oxilia (PSIUP).
Hanno inoltre collaborato a questo numero: Rinaldo Ardini (PCI), Alessio Arenosto (PSI), Antonello Boatti (PCI), Giuseppe Cassata (PSI), Nicoletta de Varda (PSI).
ta, ci si trova di fronte al solito equivoco della sinistra dc, perennemente in posizione subalterna (si direbbe quasi volontariamente), che tenta il raggiro dei lavoratori mostrando un volto di sinistra che però maschera la realtà (ben diversa) della maggioranza di quel partito.
Maggioranza che si batte a favore degli speculatori edilizi, dell'autoritarismo scolastico, per l'ingresso dei fascisti in Consiglio di Zona, per gli interessi immobiliari dei gesuiti del Leone XIII, contro ogni esigenza civile di servizi sociali e di case popolari nella zona; che quando in aula di consiglio manca il pubblico assume posizioni che fanno perfino dimenticare l'assenza del consigliere missino; che, al contrario, in presenza dei cittadini rincorrono con affanno patenti di democraticità.
In realtà la DC, partito che vegeta sull'intrallazzo e sul clientelarismo, teme il confronto con le masse popolari e fa di tutto per evitare che il consiglio di zona diventi strumento democratico di vera partecipazione alla gestione della città.
Ogni assemblea popolare, ogni momento di contatto con il quartiere sono la verifica dell'incapacità della DC a recepire le istanze dei cittadini.
Noi siamo fermamente convinti che se i cittadini potessero seguire da vicino, partecipandovi in prima persona, le attività del decentramento in Zona, essi si accorgerebbero facilmente che la DC non va a destra, ma è a destra; che ogni volta che si comporta civilmente lo fa perchè tiratavi per i capelli dalla pressione dei cittadini; che la DC non difende gli interessi dei lavoratori, cattolici o laici che siano.
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Nel corso di un' affollata assemblea in piazza Sicilia
Ribadita la volontà dei cittadini di lottare per l'edilizia popolare
Il 29 marzo si è tenuta nella palestra della Scuola elementare di Piazza Sicilia l'assemblea popolare sulla casa — indetta dal Consiglio di zona — dietro pressione delle forze di Sinistra. Numerosa è stata la partecipazione del pubblico dal momento che il problema della casa è particolarmente scottante in una zona come la nostra dove gli affitti subiscono ogni anno vertiginosi aumenti, dove continuano a verificarsi vistosi fenomeni di speculazione edilizia e dove i ceti popolari sono in continua diminuzione.
Il Comitato di quartiere (PCI, PSI, PSIUP, MPL) consapevole che il problema della casa non può imperniarsi esclusivamente su singoli episodi di lotta per alcune aree ha preparato, per l'occasione, uno studio organico dell'intera zona 6, visualizzato in una mappa al 5000, da cui i cittadini potessero desumere la reale situazione urbanistica della zona per quanto riguarda la casa ed i servizi sociali.
Venivano individuate in zona e contrassegnate sulla mappa:
Le aree ancora abitate da ceti popolari sulle quali è già in atto o verrà prossimamente sferrato l'attacco delle immobiliari, mediante la tattica delle vendite frazionate, per conseguire l'allontanamento coatto degli attuali inquilini.
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to del problema di centinaia di famiglie che abitano in zona in case malsane ed anti-igieniche, lasciate appositamente dai padroni in stato di assoluto abbandono per provocare lo spontaneo allontanamento degli inquilini. Se si vuole attuare una politica di ristrutturazione delle case fatiscienti del quartiere, senza per questo allontanare i ceti meno abbienti dalla città, occorre vincolare fin da ora tutte le aree ancora disponibili in zona con la legge 167 in modo da alloggiare in nuove abitazioni le famiglie provenienti dalle case da risanare e permettere così all'Amministrazione Comunale una ristrutturazione organica e definitiva delle aree fatiscenti.
Occorre inoltre tenere presente che la 167 non prevede solo la costruzione di alloggi popolari ma anche la dotazione di tutti i servizi di cui la nostra zona è così drammaticamente carente.
Necessario un rilancio della battaglia ideale
Dal qualunquismo
si sviluppa il fascismo
Nel corso dell'assemblea non sono mancati vari interventi del pubblico tesi a puntualizzare le precise responsabilità politiche delle varie amministrazioni Comunali degli Enti Pubblici e della Democrazia Cristiana in particolare per l'errata gestione della politica urbanistica degli ultimi decenni che ha irreparabilmente compromesso il territorio metropolitano.
Alcuni interventi hanno invano cercato di far rientrare la polemica entro termini puramente tecnici ed amministrativi.
Tentativo del tutto inutile: da questa assemblea è emerso ancora una volta inequivocabilmente che il problema della casa come servizio sociale è essenzialmente un problema politico, da risolvere quindi con precise scelte politiche a livello nazionale, regionale e Comunale.
N. de Varda
Da qualche anno si sente parlare spesso di « fascismo « e di « fascista •. anche se il regime fascista come regime politico è storicamente tramontato dal 25 Luglio 1943.
Neppure ci si intende riferire a quel « movimento », organizzato in forma di partito, che si ispira in gran parte agli ideali e alla dottrina del partito del ventennio (1922-1943).
Cosa si vuole intendere allora?
Diciamo che il termine viene usato in un suo significato molto generale (in verità a volte anche un po' arbitrario) per denunciare due fenomeni o meg;io due tendenze ben distinte nella realtà sociale del Paese: a) il fascismo, spesso larvato e inconsapevole, dell'uomo della strada, disperso nella « maggioranza silenziosa » e spoliticizzato: b) il fascismo nelle istituzioni pubbliche e nel governo della cosa pubblica.
Il primo tipo di fascismo non è tanto una ideologia politica quanto piuttosto un atteggiamento psicologico: l'atteggiamento del cittadino che ha bisogno anche inconsapevole di qualcuno al di fuori e al di sopra di lui, che pensi per lui, gli risolva i problemi e soprattutto « che metta subito le cose a posto evitandogli i fastidi in particolare quelli derivanti dagli scioperi, dai cortei, dai disordini e dalle tensioni sociali in genere. Il suo è anche l'atteggiamento manicheo di chi vede ingenuamente il mondo diviso rigidamente in cattivi (chi sciopera, chi protesta, chi dissente, chi porta i capelli lunghi) e buoni (gli altri).
Le aree ancora libere che potrebbero essere vincolate con la legge 167 per case popolari e relativi servizi. Si tratta, in genere, di aree occupate da industrie che hanno abbandonato la zona o di aree che potrebbero divenire disponibili in un prossimo futuro, quali ad esempio l'area Fiat di Corso Sempione, l'area dell'ex I.G.S. - sempre in corso Sempione, l'area delLex Rusconi oggi in questione e l'area della stessa Fiera Campionaria.
Le aree per le quali è in corso la lotta da parte del Comitato di quartiere per il loro vincolo a verde pubblico o a servizi sociali come l'area di Hazza Firenze e l'area del Leone XIII.
Le aree sulle quali l'Amministrazione Comunale si è impegnata, dopo un'aspra lotta da parte della zona, a costruire delle scuole, quali l'area dell'ex Salmoiraghi e di via Niccolini.
La situazione urbanistica della zona è stata chiaramente illustrata al pubblico presente dal Consigliere Arenosto che ha invitato la popolazione ad una costante e vigile mobilitazione per cambiare il corso dell'attuale politica urbanistica in zona attuata dall'Amministrazione Comunale.
Il Consigliere Boatti ha quindi parla-
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Una grande massa di cittadi.ii, di democratici, di antifascisti ha aderito all'appello dell'ANPI e ha partecipato alla manifestazione indetta per il 25 aprile.
Nonostante l'inclemenza del tempo, un lunghissimo corteo ha sfilato da piazza Castello a piazza del Duomo, dove ha parlato Luzzatto per il PSIUP, Lombardi per il PSI e Terracini per il PCI.
Nei discorsi degli oratori e nei sentimenti di ogni partecipante è stato riconfermato l'impegno di portare avanti con decisi6ne e fermezza la battaglia antifascista.
battersi non soltanto contro i rigurgiti e i pericoli fascisti rappresentati dall'MSI, ma anche e soprattutto contro le matrici interne e internazionali del fascismo.
Significa cioè far avanzare le conquiste democratiche dei lavoratori, imporre un nuovo tipo di sviluppo economico e sociale del nostro paese.
A siffatto cittadino non interessa se questo suo atteggiamento contribuisce a provocare la mortificazione dei fermenti positivi della libera vita individuale e associata, della libertà di espressione e di giudizio, del diritto alla indipendenza di pensiero e all'anticonformismo, oppure addiritura egli non sente e non comprende questi valori. Spesso questo cittadino è un qualunquista, cioé uno che non ha coscienza dei suoi diritti, che non si pone problemi, che non si espone in prima persona non sa responsabilizzarsi. In fondo credo che possiamo considerare il qualunquismo come l'altra faccia — quella non violenta — del fascismo.
In cosa si manifesta e si concreta invece il fascismo a livello di governo di posizione di potere in genere?
Qui l'ideologia politica si fa più palese e operante e mira a negare il pluralismo democratico della società denunciando così una vocazione al totalitarismo sul piano interno, mentre sul piano internazionale si presenta con più o meno ostentato o inconfessato nazionalismo e imperialismo e razzismo.
Ma il contenuto caratterizzante, non diciamo di un governo fascista, ma di un modo ancora fascista di governare è la « violenza »: violenza delle pubbliche istituzioni e violenza nell'esercizio del potere.
Violenza — precisiamo — non solo e non tanto in senso fisico, quanto in senso psicologico e morale.
Come nasce la violenza? Credo che la ideologia della violenza si trovi in germe nel motto (tipicamente mussoliniano) « chi non è con noi è contro di noi », nel quale è evidente la assoluta incapacità di comprendere il significato del confronto dialettico democratico, della partecipazione come momento di crescita democratica a tutti i livelli, il valore positivo del dissenso nella continua ricerca del miglior governo.
E' da questa incapacità che deriva lo intervento repressivo dell'autorità (amministrativa o politica) che si sente minacciata nei suoi valori tradizionali e pertanto reagisce irrigidendo i suoi atteggiamenti, rifiutando il rapporto dialettico al suo interno e innescando in tal modo una spirale di atti di violenza.
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Le forze politiche della redazione
Significa anche e soprattutto solidarietà militante con i popoli oppressi dal fascismo: la Grecia, la Spagna, il Portogallo e molti paesi del Sudamerica; con i popoli che si battono contro l'imperialismo americano, in primo luogo con le eroiche popolazioni dell'Indocina.
In estrema sintesi si può dire che la ideologia fascista è negativa perché seduce chi — incapace di cambiare — si rifugia nella mitologia della forza per nascondere a sé ed agli altri la propria insicurezza e inadeguatezza.
G. Cassata
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Questa giornata del 25 aprile non è stata quindi una celebrazione retorica, come vorrebbero farla diventare quelle forze politiche che hanno messo in soffitta il proprio antifascismo (la DC in primo luogo), ma una giornata di lotta, che ha visto ancora una volta insieme, a fianco dei vecchi partigiani, giovani, donne, lavoratori di ogni categoria, comunisti, socialisti, cattolici progressisti, fedeli al patto costituzionale e allo spirito del grido: ORA E SEMPRE RESISTENZA!
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• Supplemento a Milano oggi - Periodico di attualità politica - Dir. resp. Bruno Enriotti - Iscritto al n. 297/67 del Tribunale di Milano Teograf - Milano
C.so Genova, 29 (P.zza Cantore) - Tel. 8480087 Aprile: riaffermato l' impegno antifascista nem r.ef.—""*" 4,Z5111911 ?M MIRA"' Atir. .0315 CT. t Ri3ISTE
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