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MILANO DODICI

-CIMIANO LAMBRATE ORTICA L.300 ANNO II N. 17 OTTOBRE 'NOVEMBRE 1978 ESCE A FINE MESE MENSILE DI CULTURA POLITICA E ATTUALITA'
FELTRE

Di gocce è fatto il mare il Lambro invece ...

Sono bastati un paio di mesi di mancanza di pioggia e già è scattato il solito vespaio delle riunioni, conferenze, tavole quadre e rotonde, piatte o ad ostacoli - riunioni di esperti politici, sociali, scienziati chiamati a consulto e via discorrendo per poter poi stampare sui giornali che la situazione idrogeologica (ossia quella dell'acqua) a Milano è grave e preoccupante.

I pozzi di acqua potabile si inquinano, si chiudono, la falda freatica cala a livelli impossibili, - come dire che a Milano si stà scavando la .... acqua sotto i piedi.

Al punto che anche il DUOMO PENCOLA! È vero.

Allora viene da chiedersi - non il perchè di tutto questo per quanto riguarda pozzi abusivi, scarichi inquinanti, eccesso di consumi, moltiplicazione demografica, insediamenti superintensivi, ecc.

Sono cose grosse. É

Basti pensare che si và anche contro grossi nomi ed interessi, che occorrono nuove leggi e regolamenti, che è necessaria una programmazione specifica di opere pubbliche e private.

Ma dobbiamo stare con i piedi per terra. Siamo a Milano, e Milano è in Italia per cui: grossi interessi, basta per. ;are ad un certo caso AMBROSIO proprio di questi tempi. Per leggi e regolamenti viaggiamo ancora con il codice Rocco. Cifra la programmazione, basti pensare al cervello elettronico fiscale per i grossi redditi.

Perno cosa possiamo sperare?

È troppo pensare anche ad una "GOCCIA" per il mare d'acqua di Milano?

Siamo convinti di no.

È vero che a Milano abbiamo una Giunta valida?

È vero che quanto si chiede non costa un centesimo, ma anzi recupera l'uso di una non indifferente spesa di canalizzazioni a suo tempo appositamente fatta proprio di tasca del Comune?

È vero che non desideriamo altro che il rispetto di precise norme pattuite fra lo stesso nostro Comune e il CONSORZIO ACQUE MARTESANA?

Se è vero, come lo è, chiediamo almeno ci si dica che abbiamo torto e ci si faccia rendere ragione del perchè l'opera di alimentazione idrica diretta dall'ADDA alla nostra falda freatica NORD / EST di Milano NON VIENE PIÙ UTILIZZATA.

E qui veniamo anche al patetico.

Basti la fotografia riportata nel nostro articolo ci colpiscono due cose. La prima è quella di quei ragazzi che stanno pescando. Ragazzi sani, intelligenti, posati, al punto di scegliere un divertimento all'aperto, tranquillo, impegnativo.

Non ridete, non erano pazzi, non sono stati portati lì dal fotografo per dare effetto alla cartolina. Pescavano davvero, tanto che ci si ritrovavano anche il giorno dopo, e dopo ancora.

Più patetico ancora che ormai qualcuno di essi ormai sarà padre.

Ovvio che non essendo pazzo oggi non può più pensare di far godere al figlio lo stesso divertimento, quel sano e pacifico divertimento

CIMIANO via privata Marcello Moretti

Il pretore sarà sommerso da centinaia di lettere

L'articolo apparso sul numero di settembre di "Milano 12" ha avuto notevole risonanza e non certo a favore delle tracotanti azioni del proprietario della, pizzeria di via Moretti.

I fatti sono ben noti da alcuni mesi: dopo oltre 25 anni di uso di una strada, a tal data risale il primo insediamento edilizio, un cittadino, assumendosi esclusivo proprietario di un tratto del percorso di via Moretti nel punto prospiciente la sua pizzeria costringe oltre 300 persone ad un tortuoso percorso per giungere in via Monfalcone. Intorno ai diretti interessati si è fatta sentire la solidarietà di tutto il quartiere offeso dalla prepotenza subita. Si sono fatte sentire anche persone che un tempo abitavano in via Moretti ed ora hanno domicilio altrove: un calore umano che spesso non si suppone qui a Milano.

Confrontati da tanti consensi un gruppo di cittadini, dopo le delegazioni al Consiglio di Zona e a Palazzo Marino, ha deciso di compiere un altro passo.

Visto che l'esproprio di via M. Moretti promesso dal comune di Milano ha un iter burocratico lungo e che intanto il disagio per gli abitanti è notevole, si è deciso di percorrere, in concomitanza dell'azione di tipo amministrativo, una azione di più rapido effetto e cioè l'azione legale.

Denuncia antimperialista dei comunisti all'Ortica

Molti sono i motivi che ci hanno spinto ad organizzare la pubblica manifestazione internazionalista nel pomeriggio di mercoledì 1 novembre, primo tra tutti per aprire fra gli abitanti dell'Ortica e tra le forze politiche sociali e religiose che li rappresentano un sereno confronto sui fondamentali temi di politica internazionale.

che ai suoi bei tempi lo aiutarono anche ad evitare complicati passatempi che purtroppo oggi vanno di moda.

Altra cosa patetica: ma guarda questi milanesi! Non hanno i laghi, non hanno le montagne. E loro si fanno anche i laghi e le montagne. Bravi.

E adesso come la mettiamo? Il laghetto è asciutto, l'altro (quello vero e proprio di invaso della falda, ossia quello sulla via Feltre) lo stà seguendo a ruota. Siamo ancora bravi milanesi? Quanto ci preme in ogni caso và oltre la bellezza del Parco, anche se questa ci farebbe piacere.

Il problema che più scotta, come da anni anche abbiamo sottolineato è quello dello stato di incuria e di abbandono di un impianto idrico nato e concepito per un preciso scopo sociale. e.generale quale, come già detto, per la alimentazione della falda freatica attraverso l'apporto di acque direttamente provenienti dall ADDA. Ancora oggi, malgrado tutto, una delle pochissime fonti ancora attingibili di acqua meritevole di essere convogliata in falda.

Diciamo che da anni il problema è sottolineato, ed abbiamo proprio sottomano un primo documento/ relazione della commissione Sanità / Igiene / Assistenza (allora era così chiamata) che risale al 5 marzo 1970. Si legge tra l'altro: "Fermando l'arrivo d'acqua ai laghetti del PARCO LAMBRO, si verifica un abbassamento del livello tale che il conseguente ritiro delle acque lascia paludose ampie zone dell'alveo, e da qui il manifesto fenomeno della proliferazione di zanzare lamentato da tutto il quartiere. Essendo il laghetto di via Feltre (ex Cava Manara) senza emissario è logico che l'acqua venga assorbita dalla falda freatica. PERCIÒ TUTTO A VANTAGGIO DELLA ALIMENTAZIONE DI ACQUE NEL

SOTTOSUOLO COMPRENSORIALE, la cui deficienza è stata notata da più parti.

Sempre in Consiglio di Zona, commissione Ecologia, si appurò che esiste una Convenzione con il Consorzio Martesana e documentalmente pare - sottolineo "pare"perchè purtroppo di quel documento mentre scriviamo non abbiamo l'originale, pare a memoria trattarsi di un impegno a fornire litri 217 al secondo per 6 ore giornaliere. Non è poco, non è molto. Ma se di gocce è fatto il mare, perchè rinunciarvi? È una domanda che rivolgiamo al caro compagno Dr. Ferrario, fiduciosamente certi che troverà il modo e il tempo per darci una risposta. Inutile aggiungere che — ove lo ritenesse, — saremmo molto lieti di metterci a sua disposizione ed accompagnarlo di persona ad un sopraluogo.

E già che nascendo l'occasione non si trovi anche il tempo di accennare alla situazione ambulatoriale / sanitaria della nostra Zona, e senza false modestie tentare anche qualche nostro suggerimento. Ma di questo ne parleremo sul giornale più avanti.

Si è deciso di ricorrere al Pretore di Milano ex art. 703 cpc al fine di ottenere con provvedimento d'urgenza lo sgombero della via Moretti da tutto il materiale messo in opera dal proprietario della pizzeria in modo da stabilire il precedente stato dei luoghi sconvolto dalle tardive pretese del sig. Aquila.

Si tratta infatti di tardive pretese perché dalle testimonianze di numerosi cittadini risulta con sicurezza che da oltre 20 anni il tratto di strada che ora si chiama "via Privata Marcello Moretti" è stata sempre usata da tutti i cittadini e particolarmente da coloro che abitano in questa via. Tali persone da sempre si sono servite di quel percorso con tutti i mezzi che di volta in volta hanno avuto a disposizione: ognuno ricorda un particolare che aggiunge una perla al mosaico di questa storia.

Si coglie perciò l'occasione, dalle pagine di questo giornale che fin dall'inizio si è schierato a favore dei cittadini di via Moretti, per invitare tutti a fornire la propria testimonianza sui fatti di cui si è detto: il Pretore dovrà essere sommerso da cento e cento testimonianze.

DA VISITARE

L'Herpetonzoo di via M. Bruto, 19 - Milano (all'inizio di via Mecenate) è una raccolta, sia pure nella esiguità dello spazio a disposizione, di rettili ed anfibi. L'osservazione degli esemplari presentati permette di avvicinarsi al magico mondo dei rettili e degli anfibi per scoprire la bellezza delle forme e gli smaglianti colori.

Sono ben rappresentati, in un ambiente il più possibile vicino al loro habitat naturale OFIDI di tutti i continenti (boa - pitoni) SAURI (Varani, Iguana, Camaleonti) TARTARUGHE e ANFIBI.

ORARIO: Martedì - Giovedì - Sabato dalle 15 alle 13. Domenica dalle 10 alle 12 l'ingresso è gratuito - (Tel. 6188744) CZE

SEMINARIO

Una iniziativa unitaria da ripetersi anche in altri settori, per una partecipazione più qualificante, per governare, amministrare e gestire meglio.

Al Centro Culturale C. Pavese di via S. Faustino, nei giorni 17 e 24 nov. si è tenuto un seminario su "Pianificazione e gestione urbanistica", l'invito a partecipare era esteso a tutti i membri della commissione Urbanistica ai consiglieri della Zona 12 e a tutti i cittadini interessati ai problemi del territorio.

Nella prima delle due serate è stata esaminata la legislazione Statale e Regionale mentre nella seconda sono stati esaminati gli strumenti urbanistici e programmatori come il PRG e il PPA.

Le relazioni introduttive delle due serate sono state effettuate dall'arch. GAETANO LISCIANDRA della Lega per le autonomie ed i poteri Locali a Milano.

ALTRA NOTIZIA

Il rinnovo degli organismi rappresentativi studenteschi in Zona 12

Si sono svolte domenica 26 Novembre le votazioni per il rinnovo dei rappresentanti studenteschi negli organismi collegiali d'Istituto, i risultati del voto in Zona 12 rispecchiano i risultati milanesi di quasi tutti gli istituti dove si è votato. Diamo di seguito i voti ottenuti per ogni singola lista.

ISTITUTO MOLINARI di via Crescenzago 110

F.G.C.I.-M.L.S.; voti 150 - seggi 3 Movimento Popolare; voti 50 - seggi 1

VII ITIS di via G. Calabria

D.P.-Lotta Continua- voti 192 - seggi 3 Movimento Popolare; voti 55 - seggi —

F.G.C.I.; voti 59 - seggi 1

II TURISMO di via Priorato

M.L.S.-D.P.; voti 68 - seggi 2

F.G.C.I.; voti 59 - seggi 1

Movimento Popolare; voti 64 - seggi I

Per gli altri tre Istituti di Zona le elezioni si svolgeranno domenica

17-12

IX ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE di Via Don Calabria

16

F.G.C.I.-M.L.S.; voti 65 - seggi 4

Dobbiamo superare la sensibile caduta di tensione, verificatasi in questi ultimi anni, nei confronti della lotta e dell'impegno unitario per la pace, la libertà e la distensione nel mondo.

È questo un momento che dovrebbe vedere i popoli liberi uniti ed impegnati a fondo in questo senso perché se è vero che in molte aree del nostro globo ha trionfato, come in Vietnam ed in altri paesi afroasiatici, la libertà e l'autodeterminazione, è anche vero che moltissimi sono ancora i popoli in lotta contro l'oppressione dittatoriale. Voglio ricordare il popolo iraniano, i popoli latino - americani (Cile, Bolivia ecc.), il popolo del Nicaragua, molti altri popoli africani trucidati e affamati da regimi fascisti e ultra reazionari, che hanno avuto l'appoggio militare ed economico diretto od indiretto, palese o mascherato dell'imperialismo americano.

In questo pomeriggio di Novembre come potevamo non ricordare la rivoluzione dei Soviet del 1917 che è stata una lezione storica e di guida anche oggi per ,:utti i popoli soggiogati dalle dittature del mondo. In questa occasione infatti per la prima volta il popolo, i lavoratori hanno saputo conquistare la direzione di uno Stato e sono stati e sono di esempio per tutti coloro che hanno lottato e lottano per la libertà e l'indipendenza.

Ma il nostro impegno internazionalista non può e non deve fermarsi alla solidarietà ai popoli oppressi di tutto il mondo, ma deve orientarsi anche in altre direzioni soprattutto per la pace e la distensione. Oggi occorre una denuncia chiara e ferma al progetto statunitense di produrre bombe al neutrone che farebbero fare un aberrante salto di qualità alla corsa agli armamenti, poiché questa bomba permetterebbe la distruzione totale degli uomini lasciando agli ipotetici invasori la possibilità di godere di tutte le strutture ambientali che rimarrebbero integre. È ovvio come una scelta di questo tipo ostacoli notevolmente i negoziati tra USA e URSS sul controllo vicendevole delle armi strategiche (anche se questa bomba viene considerata arma tattica).

Un impegno di massa che abbia come obiettivo la pace è determinante per le scelte, le denunce e le prese di posizione che a livello governativo possono essere fatte ed è anche in questo senso che abbiamo chiesto la mobilitazione dei cittadini, coscienti come siamo che anche l'Italia può e deve essere componente essenziale di quello schieramento democratico mondiale in lotta per la distensione nel mondo.

Quella di mercoledì è stata una ferma denuncia pubblica che i comunisti hanno voluto portare fra tutti gli abitanti dell'Ortica invitando la cittadinanza ad una riflessione collettiva: questo il senso della Tenda in strada, delle mostre, degli striscioni di accusa all'imperialismo, dell'iniziativa politico - musicale con il complesso dei FOGGY DEW e del comizio del compagno PIETRO MIGLIORINI. È per rinsaldare in tutti noi la coscienza della necessità di un impegno sempre più fermo contro l'imperialismo, per la libertà dei popoli oppressi, per fare avanzare la pace e la distensione ne l mondo che decine di abitanti del nostro quartiere si sono uniti ai comunisti in questa iniziativa.

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Giungla pensionistica

Parlare, discutere, chiarire e precisare la reale portata ed il reale contenuto dell'accordo governosindacati relativo ai problemi pensionistici è cosa assolutamente necessaria.

Ciò soprattutto per diradare il "polverone" che nelle scorse settimane è stato sollevato da tanta non disinteressata stampa e da parte di settori detentori di certi privilegi. Diciamo subito che l'accordo governo - sindacati sulle pensioni è un fatto di grande rilievo politico e sociale sia per le innovazioni che introduce sia per la difesa e la salvaguardia delle grandi conquiste del 1968-69.

Parliamo di questi due aspetti: come è noto in Italia esistono numerosissimi Istituti (più di 100) che in forme diverse e molte volte contrastanti tra loro erogano pensioni.

Esistono profonde differenze di normativa tra settore pubblico e privato (età pensionabile - requisiti - criteri di determinazione degli importi di pensione) che di fatto generano sperequazioni tra lavoratori.

Ma nello stesso settore privato esistono poi ulteriori differenze che riguardano certe categorie e professioni.

Di qui le ragioni e le cause di quella che si chiama la "giungla pensionistica".

Ebbene l'accordo governo - sindacati stabilisce il principio che dal 1979 tutti indistintamente i lavoratori dovranno essere assicurati presso l'INPS.

Quindi, se il parlamento approverà questa norma, si avvia nel nostro paese la realizzazione di un sistema unico di pensionamento che dovrà avere alla sua base criteri uguali per tutti. Ciò significa che: età pensionabile - requisiti e criteri di determinazione degli importi di pensione diverranno gli stessi per tutti i lavoratori italiani. (Attenzione: questo però non significherà una pensione di importo per tutti).

Inizia così lo smaltellamento della "giungla pensionistica" che tanto danno ha provocato e che tante divisioni ha generato tra i lavoratori.

Si tratta, come è facile comprendere, di una grande operazione di giustizia e di solidarieta sociale che viene compiuta nello spirito della carta costituzionale - che vuole i cittadini uguali tra loro e con una visione unitaria dei problemi dei lavoratori.

La nostra opinione è che, anche se l'accordo governo - sindacati, si fosse limitato a questo aspetto della situazione pensionistica, sarebbe stato di per sè già un fatto fortemente positivo e da apprezzare.

Ma abbiamo detto anche che lo stesso accordo difende e salvaguarda le fondamentali conquiste degli anni scorsi, che fanno del nostro sistema pensionistico uno dei migliori.

Nel dire ciò non vogliamo nascondere per niente quella parte dell'accordo che limiterà per il 1979 - e solo per il 1979 - gli aumenti della pensione.

Bisogna infatti mai dimenticare che la situazione finanziaria dell'INPS è catastrofica (previsione 1980 oltre 16.000 miliardi di deficit) per cui ben più gravi rischi avrebbero potuto correre le pensioni.

Di questo ne devono avere consapevolezza pensionati e lavoratori.

Infine vogliamo ricordare che ora - tradotto in disegno di leggel'accordo governo - sindacati viene sottoposto al dibattito e alla approvazione parlamentare. Contro questo accordo si sono già scatenati i vari interessi di settore e di corporazione.

Anche la Confindustria ha voluto dire la sua opinione che è stata nettamente negativa.

Queste posizioni chiariscono molte cose e mettono ben in risalto la durezza dello scontro politico e sindacale che vi è stato e vi sarà sicuramente nelle prossime settimane.

Dipenderà quindi dalla mobilitazione dei lavoratori l'esito di questa battaglia.

(INCA)

I PENSIONATI SI SONO CONQUISTATI «LA BANDIERA»

Con l'attività "Il Sindacato Pensionati Lega Zona 12" continua sempre più organizzato la sua azione di lotta e di proposta. Partecipando, dibattendo e coinvolgendo forze politiche e culturali anche a livello cittadino.

Antonio Bucelloni, al microfono, porge il saluto ai numerosissimi convenuti.

Le grandi manifestazioni di Milano, Firenze e Napoli hanno visto nelle Piazze di queste città migliaia e migliaia di pensionati e lavoratori a sostegno della lotta contro il piano Pandolfi che prevedeva un peggioramento al Sistema Pensionistico.

Queste manifestazioni hanno evidenziato la grande mobilitazione dei pensionati diretti dai loro sindacati con il raggiungimento di un accordo che ne rafforza la fiducia.

La Lega Pensionati Zona 12 ha dato un notevole contributo, con varie iniziative perchè la Manifeitazione di Milano avesse il massimo successo, partecipando in gran numero alla manifestazione.

Un grandissimo successo ha avuto la manifestazione per l'inaugurazione della Bandiera della Lega Zona 12 del Sindacato pensionati avvenuta il 19.11.1978 nei locali del Circolo Familiare Ortica che ha visto la partecipazione e l'impegno di tanti pensionati che hanno com-

mosso per la loro attività.

Le fabbriche di Zona, i Sindacati, la Camera del Lavoro di Lambrate hanno contribuito sottoscrivendo finanziamenti. Significativo e commovente è stato quanto ha offerto il Circolo Rizzoli. Ma quello che ha fatto più piacere sono state le offerte fatte da grande parte degli esercenti della Zona e di alcuni Supermercati, della direzione delle "3 Marie".

A tutti questi vada il nostro ringraziamento per la solidarietà dimostrataci.

Anche il pranzo del pensionato ha avuto all'interno della manifestazione una grande partecipazione, basta solo pensare che si è dovuto limitare il numero dei partecipanti a 100 dovendo rifiutare molte altre richieste lasciando purtroppo molti scontenti.

La cerimonia dell'inaugurazione della Bandiera ha avuto il suo mo-

mento più significativo quando la madrina compagna Arnaboldi ha sciolto il nastro che la teneva avvolta, in quell'istante un gruppo di giovani ha intonato l'inno dei lavoratori. La sala era colma all'inverosimile di pensionati e pensionate che si è alzata in piedi in un grande applauso in un'atmosfera di immensa commozione.

Hanno presenziato portando la loro adesione alla manifestazione: Anna Frigerio Commiss. Sanità C.d.Z.

Campani Segr. Prov.le Uil Pensionati

Dott. Perruzzotti Ass. Ass.za alla

Regione

Mariani Vice Presid. della Prov.

Cupaioli Segr. SFI Sez. Mi Sm / to Lanzetti Segr. Sez. Gnudi del PCI Tagliaferri UDI Cerasoli Rappr.te F.G.C.I. Arazzini Segr. Prov.le INCA Erano inoltre presenti i rappresentanti della Coop. Edificatrice -

Circolo Familiare Ottici l'ANPI, il Circolo Rizzoli. Ö

La celebrazione è stata tenuta dal compagno Buccelloni Antonio, segretario provinciale dello SPI, mettendo in risalto il significato delle lotte sostenute dai pensionati.

Presenti pure numerose leghe della Città rappresentate da compagni e compagne che onorano il movimento sindacale: Comp. Bazzini, Tognetti, Colombo, Zoli, Giasi, Sassi, Reggioli e molti altri. Nell'ambito della festa è stata allestita una mtsstra fotografica delle manifestazioni di Milano, Firenze e Napoli che ha interessato notevolmente i partecipanti. Pure ammirata è stata l'esposizione di quadri del compagno Pensionato Enzo Raboni.

Un rinfresco e canti popolari hanno chiuso la manifestazione.

È stato presentato alla Commissione sanità e assistenza del Consiglio di Zona 12 della Lega pensionati di zona il documento delle richieste socio - sanitarie per gli anziani, queste richieste dovranno quanto prima essere discusse dalla Commissione.

Pensiamo che debbano diventare patrimonio di tutta la popolazione della Zona 12, delle forze sociali, politiche e sindacali.

Gli oltre 8 mila pensionati e pensionate della Zona 12 sono privi di ogni assistenza socio - sanitaria perciò è necessario un impegno di tutti perchè abbiano una loro soluzione.

In riferimento alla lettera inviata in data 5 aprile 1977 e alla documentazione qui allegata, la Lega del Sindacato Pensionati zona 12 intende sottoporre all'attenzione della Commissione Sanità e Assistenza del Consiglio di Zona l'esame e la discussione di problemi inerenti gli interventi per I assistenza alle persone anziane, considerando che la presenza nella nostra zona è numericamente elevata (totale: 8089 di cui 5241 donne e 2848 uomini).

La nostra costituzione cita testualmente all'art. 38 "ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale". Tale dettato costituzionale è stato rispettato, quanto meno a livello di legge, dallo stesso decentramento amministrativo e ci riferiamo esplicitamente alla delibera regionale 3.4.1974 n. 16.

A distanza di 4 anni dall'emanazione tale legge nella nostra Zona non ha ancora trovato applicazione. Contrariamente nei diversi quartieri (Ortica - Lambrate - Fel-

DOCUMENTO

tre - Cimiano) non esistono servizi per la difesa della salute, a partire da quelli di aiuto infermieristico, sociale, di aiuto domestico.

Sempre più pressante si fà inoltre l'esigenza di avere spazi per il tempo libero, luoghi ove gli anziani possano trovarsi per non essere anche in questo campo emarginati dalla società, ma soggetti sempre autonomi nel mantenimento e nell'arricchimento del proprio patrimonio socio - culturale.

In questo quadro si inserisce la necessità di spazi di verde protetto, panchine, ecc.

Un altro punto carente rispetto ai bisogni degli anziani é la casa oggi abbiamo ancora in zona abitazioni sfornite dei più elementari servizi igienici, o comunque siamo di fronte a condizioni abitative non sempre funzionali alle necessità dettate dall'età dalla salute.

Considerate le questioni sopra citate, la Lega Pensionati Zona 12 propone:

A) Per i servizi socio - sanitari Formazione di un centro di assistenza geriatrica, inserito in un'u-

nità operativa a livello zonale che possa intervenire, in un futuro, sull'intera popolazione, non solo anziana, venendo di fatto ad assumere la fisionomia di unità socio - sanitaria locale.

Per i servizi di assistenza domiciliare

La possibilità di istituire un centro che organizzi servizi di aiuto domestico, infermieristico, sociale, soprattutto se non è prevista l'istituzione di un centro geriatrico.

Per i centri di assistenza diurna

Importante l'esistenza di spazi socio - educativi, che offrano servizi integrati di ristori, tempo libero, cultura.

Per l'abitazione

Occorre venga svolta una politica che tenga presente, in un quadro unitario, le necessità degli anziani, che tenda a mantenerli nel proprio ambiente sociale, che garantisca loro l'assegnazione di una percentuale di appartamenti all'interno di un'eventuale ristrutturazione degli alloggi (piano 167) o di nuovi insediamenti edilizi.

Prescindendo da queste propo-

ste, che riscontreranno senza dubbio un'applicazione in tempi lunghi e graduale, richiediamo fin da ora la realizzazione di altre proposte che per la realtà e le strutture a cui tendono, potrebbero avere una risposta immediata:

I - Possibilità di utilizzare, anche con convenzioni, strutture esistenti in Zona (come le palestre) per alcune ore della giornata, con personale idoneo, per effettuare attività motorie per anziani;

2 - Sisteinazione e organizzazione del verde esistente in Zona per permettere, nei periodi di bel tempo, l'accessibilità ad anziani e bambini.

La Lega Pensionati Zona 12 chiede che questi problemi vengano affrontati, oltre che dalla Ripartizione Comunale della Zona 12, dal Consiglio di Zona Unitario CGIL - CISL - UIL affinchè insieme si elabori una piattaforma complessiva per la difesa dell'essere umano.

Lega Pensionati Zona 12

'44Rt "Vr" MILANO DODICI - pag. 3

L'albero degli zoccoli

Una voce dimessa, una forte. Un film "ingombrante" che fa meditare. di Spectator

Cascina Cavriana

Continua la storia delle "nostre" cascine

Oltrepassando il Cavalcavia Buccari, e svoltati in via Cavriana, troviamo al n. 51 la Cascina Cavriana, acquistata dal Comune di Milano nel 1967, assieme ad un'area di mq. 24.955.

Si tratta di un organismo architettonico dalla pianta articolata, impostata attorno ad una corte rettangolare di non grandi dimensioni.

Il lato nord della corte è delimitato da un corpo di fabbrica la cui pianta è a forma di L con il braccio corto rivolto verso l'esterno. Il braccio lungo è diviso in due parti funzionali: la prima parte, che un tempo arrivava fino al muro di cinta, ospita locali per magazzini con soprastante fienile e una abitazio-

corpi. Sono visibili le tracce del taglio sulla testata, ancora aperta, del locale d'angolo che fiancheggia il portico seicentesco: i pilastri sono in asse con le prime due delle tre file che formano la struttura portante della stalla e del porticato antistante.

Due lati della stalla, quello nord e quello sud, presentano, in corrispondenza del fienile, aperture chiuse da un grigliato in laterizio: sul lato ovest hanno forma rettangolare, mentre sul lato sud, in corrispondenza della parte chiusa, presentano archi a tutto sesto.

Il lato sud della corte è delimitato dal porticato per il deposito degli attrezzi e dei carriaggi, mentre quello est, da un

Questo film ha provocato un grosso dibattito di carattere politico ideologico, un confronto di opinioni tra chi lo ritiene un'elegia contadina e chi invece un quadro drammatico della nostra storia. Personalmente ritengo che tutte e due queste opinioni siano valide o abbiano almeno un fondo di verità, una cosa è certa, questo è un film che farà discutere.

Si tratta dell'ultima fatica di Ermanno Olmi, nativo del bergamasco, rivelatosi con "Il posto" un delicato film che poneva al centro dell'attenzione i problemi dei giovani pendolari, non particolarmente brillanti, alle prese con la loro prima occupazione e che risentivano nel loro modo di essere dei connotati propri della Lombardia, della nebbia che sono costretti a respirare fin dalla prima mattina e che tutto rende opaco, quasi pudico.

L'albero degli zoccoli esalta queste caratteristiche di lombardità, è elegia e dramma e le chiavi per poterlo interpretare sono molte, come per ogni opera di valore.

I suoi pregi maggiori sono lo scorrere lento, ma non monotono, per quasi tre ore, mentre l'attenzione non ne è pienamente coinvolta, la parlata lombarda che si ascolta leggendo distrattamente i sottotitoli in italiano, si riesce addirittura a commentare le scene con chi ci accompagna e nonostante ciò non si spezza il filo dell'attenzione attratta e dal racconto e dalle tragiche immagini che lo illustrano.

Un altro pregio è che il regista si limita a seguire con occhio amorevole lo svolgimento della storia, lo scorrere monotono di queste esistenze, ma in modo straniato, non assolvendole e neppure condannandole, ma lasciando la proble-

matica aperta e stimolanute al dibattito.

E questo film ne offre parecchie: la rassegnazione quasi il fatalismo di questi contadini permeati di religione, o senso religioso dell'esistenza, l'incapacità della parola a comunicare tra loro, o l'uso che ne fanno per dire solamente frasi fatte oppure proverbi, eppure nonostante questo è sottointeso un legame più profondo che unisce questi poveri contadini, ma che non riesce ad esprimersi quasi che una gabbia.... l'ignoranza, impedisca che la parola diventi comunicazione.

Uno solo di loro rappresenta il lento divenire di questo mondo chiuso, un giovane che durante le fredde notti invernali, in cui la piccola comunità si stringe nella stalla, cerca di spezzare il dramma comune dell'incomunicabilità con storie e scherzi. Questo giovane è anche il padre del bambino dotato di maggiori capacità degli altri suoi coetanei, perciò il parroco gli consiglia di mandarlo a scuola, ne segue con amore e premura la crescita culturale e quando si trova nella necessità di procurargli gli zoccoli, sega un albero del padrone per fabbricarglieli; questo episodio spiega il perchè del poetico titolo. Il giovane è scoperto, il suo delitto, come lo considera il padrone, viene punito con la cacciata dalle terre che lavorava, dalla casa che abitava con la moglie, gli verrà ripreso il bestiame non suo, e con la piccola famigliola, un bambino gli è nato da poco, se ne andrà senza che un gesto di solidarietà possa essere espresso dai suoi compagni di fatica, rinchiusi nelle loro case a pregare, impotenti, prigionieri della gabbia della loro religiosità alienata.

C'è da dire che tutti i film di Olmi stati premiati tranne forse il brutto "E venne un uomo", film non riuscito, forse perchè ha cercato di fare un film di circuito cosidetto normale con attori professionisti.

Olmi infatti è del tutto indipendente da qualsiasi scuola o corrente, egli si tiene lontano dall'industria cinematografica ufficiale. Ha curato anche una serie di documenti e film per la televisione.

"Gira a Milano e vive ad Asiago; ha moglie e tre figli".

Il tema della religione, che attraversa tutto il film, è svolto in molti modi, uno dei quali è la presenza del parroco, umile ma egemone su quella piccola comunità, consigliere e consolatore, oppure come richiamo a un momento magico della vita, a un lontano passato ancora pagano, ne è esempio molto bello la contadina che per guarire la vacca ammalata, unica sua ricchezza e speranza va a pregare il Cristo crocefisso, raccoglie l'acqua di una roggia che passa vicino alla chiesetta, la fa bere all'animale ed il miracolo si avvera, ma sarà stata la potenza della fede oppure la disperata volontà della donna? Anche la solidarietà cristiana verso chi ne ha bisogno nella comunità oppure verso i mendicanti, anche i diversi, che sono accolti con tanto cuore e con cui viene diviso il povero cibo, non arriva a trasformarsi in coscienza sociale e perciò in lotta di classe per trasformare la realtà di duro lavoro e di sottosviluppo.

Ma molte cose si potrebbero scrivere ancora, i momenti poetici che vi sono descritti, la bellezza delle immagini, i quadri di vita contadina che ci rammentano le nostre origini e da cui forse ci siamo troppo allontanati, la recitazione un po' primitiva, ma efficace dei contadini veri, non ci sono attori professionisti, tutto questo penso sia sufficiente perchè i lettori non perdano questo film e a chi comprende anche un po' il lombardo di vederlo in edizione originale, farà forse un po' di fatica ma ne vale senz'altro la pena.

Inoltre penso che sarebbe interessante aprire il dibattito anche tra i lettori di Milano 12" che possa alla fine sfociare in un incontro in qualche circolo della zona.

IL REGISTA

Ermanno Olmi è nato a Bergamo il 24 luglio 1931. Si impiegò giovanissimo alla Edison dove, nel 1964, nacque la sezione cinema, che consentì a Olmi di dilettarsi con la macchina da presa.

Il suo primo lungometraggio "IL TEMPO SI FERMATO" ottenne sette premi, tra cui il San Fedele.

ne a due piani; la seconda caratterizzata in pianta da una rientranza cui corrisponde nel prospetto un porticato seicentesco a tre arcate, è costituita da quella che presumibilmente doveva essere l'abitazione padronale.

Il lato ovest della corte è chiuso dalla stalla e da alcuni piccoli locali adibiti a ripostiglio, aggiunti in data relativamente recente. Prima della seconda guerra, la stalla era collegata al corpo nord. Durante un bombardamento si è sviluppato un incendio che ha distrutto la parte del fabbricato più prossima al punto di innesto dei due

fabbricato, posto vicino all'ingresso, in cui si trovano un'abitazione e una stalla più piccola con soprastante fienile. La Cascina Cavriana svolge ancora attività agricola. Dispone, come già detto, di un terreno di 24.955 mq. diviso in due parti: una che comprende l'area su cui insistono i fabbricati, l'altra situata al di là della Via Cavriana.

IO^ ft, MILANO DODICI - pag. 4
Un'inquadratura del film di Olmi.
ELEGIA O DRAMMA

BOMBE COSTOSE E D'AUTORE

servizio di Sauro Sagradini

Noi non capiamo quasi niente di bombe, ma dalla lettura dei giornali dal '68 in avanti abbiamo imparato che per fare una bomba al tritolo ci vogliono soldi, una organizzazione e una lucida volontà eversiva. Quello che è successo in via Crescenzago alla DESPAR di Emilio Riva non può non rientrare in quel disegno che da anni," troppi anni, mira a sconvolgere l'Italia tutta e che non può che avere una matrice: quella fascista.

Non abbiamo fatto studi di sociologia, nè presumiamo di condurre indagini conoscitive alla Giorgio Bocca, però capiamo che quando viene preso di mira un luogo di pubblico passaggio, in un quartiere popolare, alle 11 di sera, "il morto" è stato messo nel preventivo del gruppo che ha organizzato l'attentato.

Non siamo in grado nè vogliamo sostituirci alla polizia nelle indagini. Al massimo potremmo ottenere gli stessi risultati che le forze dell'ordine hanno ottenuto quando, nel marzo scorso, sono stati ammazzati Fausto e /aio del centro Leoncavallo. Però insistiamo nel dire che il vero scopo di questi briganti è quello di sconvolgere il vivere civile e di mettere i cittadini gli uni contro gli altri. Di conseguenza, non deve essere difficile isolare gli attentatori.

Nemmeno ci interessa sapere, per il momento, le ragioni tecniche o efficientistiche che hanno guidato con successo gli assassini del maresciallo Francesco Di Cataldo, freddato dalle Brigate Rosse nell'aprile scorso in via Luigi Caroli (Cimiano). Ma insistiamo nel dire che questi criminali sono nemici del popolo e che non potranno mai coinvolgere le masse. Lo ribadiamo perchè anche in questo caso le indagini sono finite nel nulla, a quanto pare.

Per ora, dunque, non pretendiamo che ci siano rivelati i nomi degli esecutori e le strategie del delitto. Però ci sia consentito di affermare con assoluta certezza alcuni punti.

Primo, è necessario che le cose cambino sostanzialmente, che si faccia qualcosa per prevenire i crimini. È ora di finirla che ogni città, ogni quartiere abbia la sua Piazza Fontana. Non possiamo più attenderci come massimo risultato dell'opera della polizia e della magistratura delle autentiche buffonate come la notizia che Freda è scappato da Catanzaro, che è libero come un fringuello mentre Valpreda rischia di tornare in carcere. È dovere inderogabile che le forze sane della nazione e della popolazione tutta prendano finalmente parte, in prima persona, al controllo e alla gestione del potere a tutti i livelli, al centro e alla periferia.

Secondo, è assolutamente necessario che nei nostri quartieri si ricostituisca un firtegesozto sociale e quello sparite di gotierho e di lotta creali(' senza il quale non potremo espellere queste forze eversive, questi corpi estranei che intaccano la nostra vita pubblica e privata.

Siamo ottimisti, e conserviamo una energica volontà di ripresa, perchè le prove che la nazione ha superato sono state tante, fin troppe.

Perchè abbiamo saputo sin qui evitare quello "scontro fisico" al quale Almirante (tanto per fare il solito nome) ci voleva e vuole portare. Siamo convinti di poter difendere la nostra Costituzione e abbiamo la ferma volontà di trasformare questa democrazia "firmale" in una democrazia "reale".

Una immagine del negozio devastato dal tritolo. Più di sei milioni di danni subiti dal proprietario, Emilio Riva. Immediata la solidarietà dei negozianti vicini, degli amici e dei conoscenti, che hanno indetto una sottoscrizione per aiutarlo a rimettersi al lavoro. La bomba ad alto potenziale ha fatto tremare le abitazioni per un raggio di parecchie centinaia di metri e ha svegliato, è il caso di dire, anche il quartiere - dormitorio Feltre. La DESPAR di Emilio Riva, infatti, è in via Crescenzago.

Emilio Riva, titolare della DESPAR di via Crescenzago 15 (la strada che costeggia il quartiere Feltre). "Una brutta storia - ci ha detto. - Brutta, perchè io col mio lavoro ci vivo e non intendo smettere. Ma da quella sera non mi riesce più di svolgere il mio lavoro tranquillamente. Tutti i giorni dalla polizia. Tutti i giorni domande e interrogatori. Chi appena mi conosce, e anche chi non è mai stato mio cliente, vuole da me il racconto dei fatti. Non parliamo poi dei giornalisti, che si sono inventate le più strane versioni. Pensate, sono arrivati a farmi dire che io quella signorina Fulvia Castellano non oserei più rincorrerla. Figuratevi! Se mi venissero a tiro, acciufferei lei e i suoi due compari, e farei giustizia con queste due mani... Scusate questa mia rabbia, ma da un mese ho la testa in ebollizione". Abbiamo chiesto noi

Castellano Fulvia, anni 24, terzo anno di filosofia, appena immigrata a Milano, è sotto il torchio della DIGOS. Afferma di non conoscere i due "balordi" che con lei hanno tentato di rapinare Rosa Maioli Moreschini. Per "la filosofa" quei due erano solo dei giovani simpatici, coi quali era facile "comunicare", intendersi e mettersi d'accordo per espropriare (sic!) la settantaduenne merciaia di via Crescenzago. Le è andata male. Il droghiere accanto l'ha bloccata mentre tentava la fuga. I coraggiosi compari, invece, se l'erano già svignata. Lei dice di non conoscerli.... Crediamole!

scusa a Emilio Riva per averlo disturbato. "No, con voi è diverso - ci ha risposto. - Voi siete del quartiere e vi conosco. Come me pensate al lavoro e in più avete le vostre idee che rispetto. Con te, Franco, siamo stati a pescare insieme. Ti conosco come un dirigente comunista di Lambrate da vent'anni. Vi aspettavo, anzi ci tenevo a parlarvi, perchè questi delinquenti, come sapete, hanno telefonato dicendosi "comunisti armati" e mettendo in campo altre frottole del genere." La conversazione è poi continuata tra il signor Riva e Franco Di Ciolo su altri argomenti e sul filo dei ricordi personali. In questo incontro (non intervista, per carità) avevamo chiesto e sollecitato la presenza di Franco, da tanti anni dirigente della sezione Campegi del Partito Comunista Italiano, da tutti conosciuto per il suo lavoro e per la

sua passione politica. Abbiamo registrato un incontro davvero interessante, dal punto di vista umano e anche politico. Perchè su una cosa Emilio e Franco hanno perfettamente concordato: "Fino a qualche anno fa questo quartiere era "pulito". Che vi potessero succedere cose del genere era impensabile. Alla sera e alla domenica ci si trovava tutti insieme fuori casa per parlare, per discutere." Conclude Franco: "Ti ricordi, Emilio, la settimana scorsa per due sere di seguito una vecchietta è stata scippata sotto il ponte. Ma soprattutto non possiamo dimenticare l'orefice che l'anno scorso i fascisti hanno ammazzato in piazza Udine. Occorre stare con gli occhi bene aperti e vigilare. Vediamoci qualche volta e parliamo di queste cose. E con la buona stagione torneremo a pescare insieme."

Il

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MILANO DODICI - pag. 5
Il giornale MILANODODICI Io fitte anche voi.

I COMUNISTI DELLA ZONA 12 IN FABBRICA

L'assemblea alla «Gnudi»

Presso la Sezione GNUDI, si è tenuta il 17 ottobre 1978 una importante assemblea del Consiglio dei Lavoratori Comunisti della Zona 12, che ha visto la partecipazione di Lucio De Carlini, Segretario Generale della Camera del lavoro di Milano.

L'assemblea è stata un significativo momento di confronto e di dibattito su temi attuali quali "La politica economica ed i contratti", argomento che era appunto all'ordine del giorno.

Numerosi sono stati i lavoratori e le lavoratrici delle cellule e delle Sezioni di fabbrica del Partito Comunita Italiano che sono intervenuti ed hanno portato il proprio contributo alla discussione.

La relazione della compagna Concetta Cozzi ha messo in evidenza come, nonostante alcuni risultati positivi siano stati ottenuti nella lotta contro la crisi economica,italiana, grave sia rimasta la situazione occupazionale ed economica del paese, e come perciò sia ancora più necessario uno sforzo coerente della maggioranza di governo, delle forze sociali, dei lavoratori per superare questo periodo di emergenza, sforzo che deve portare alla attuazione delle riforme, della programmazione, della giustizia sociale.

Da ciòÉ i limiti del cosiddetto Piano Pandolfi il quale prevede solo il reperimento delle risorse per rilanciare l'economia e non prevede invece una programmazione reale delle entrate e del4 spesa.

L'attuale scontro di classe ed il problema fondamentale che abbiamo di fronte, consistono appunto o nella vittoria della linea della programmazione, per mezzo della quale si potranno perseguire gli obiettivi del P.C.I. dei partiti tradizionali della classe operaia e del Movimento Sindacale e cioè occupazione, servizi sociali, sviluppo del Mezzogiorno; oppure nella vittoria dell'altra linea che vuole tutto subordinato alla convenienza del profitto degli industriali, lasciando loro mano libera di decidere quello che vogliono.

I contratti, ha continuato la compagna, cadono in una situazione di questo tipo e devono quindi essere un elemento di uscita dalla crisi, uno strumento per modificare i rapporti di forza.

Innanzitutto la realizzazione vera della prima parte dei contratti, uno degli elementi per far partire e per inserirsi in una programmazione, e per costruire su dati reali i piani di settore; poi una chiarificazione, senza tante ipocrisie sul costo del lavoro e sugli elementi che lo determinano, non visto però nel senso del sacrificio, ma come realizzazione effettiva di elementi che, se non chiariti, giocano a favore della divisione dei lavoratori (per esempio il superamento effettivo delle differenze normative tra operai ed impiegati. il recupero della professionalità, n recupero dei superminimi e di tutte quelle cose che sono

strumenti in mano al padrone per dividere i lavoratori). Per vincere lo scontro di classe e perchè vinca la prima linea, quella della programmazione, è necessario però far crescere un forte movimento unitario, occorre cioè, ha concluso la compagna, creare un profondo legame di solidarietà che veda insieme, uniti occupati e nonoccupati, impiegati, tecnici ed operai. Ne è seguito un dibattito vivace ed interessante durante il quale sono intervenuti anche i compagni PRINI (pensionati), RIVA (FIOM), BERSELLI (Comitato Cittadino della Federazione Milanese), GRANATA e BALLATORE (INNSE), CUPAIOLI (Ferrovie dello Stato), SCONFIETTI (DE NORA), AZZONI (CISE), FRIGERIO (Consielio di Zona), FIORELLA (C.E.S.I.).

Tutti É i compagni intervenuti hanno evidenziato i temi sui quali vertono oggi le discussioni tra i lavoratori: la situazione economica, la programmazione ed i piani di settore, le vertenze territoriali, la strategia del partito Comunista e quella sindacale, l'accordo sulle pensioni, la legge sull'equo canone, i contratti con le questioni relative: la prima parte, I organizzazione del lavoro, la professionalità, l'orario di lavoro: un dibattito franco e aperto pur con dubbi ed incertezze.

Lucio De Carlini, nelle sue conclusioni, ha ribadito l'importanza che vengono ad assumere i contratti in un momento come questo di crisi economica che permane, con problemi sociali enormi.

Ha parlato delle vertenze contrattuali in corso, delle difficoltà e delle contraddizioni contenute nei contratti, contraddizioni presenti anche nella socieztà. Si deve fare perciò uno sforzo, ha detto De Carlini, per ricondurre ad una media di richieste tutte le categorie, dal momento che un'eventuale sconfitta di una categoria per il contratto rappresenterebbe un danno enorme, un ulteriore punto di destabilizzazione che si unirebbe a quello attualmente in atto per portare a destra il quadro politico.

Questo è un momento difficile per il Sindacato, ma lo è anche per la situazione politica, con la divisione della sinistra e per un generale attacco al P.C.I., Partito che tradizionalmente organizza gran parte della Classe Operaia. Lo scontro si presenta incerto e difficile, bisogna perciò lavorare per l'unità, perchè prevalga l'unità sia in campo sindacale che in quello politico.

Il mancato raggiungimento degli obiettivi che si é posto il sindacato, l'occupazione ed il risanamento sociale, e che, in un ambito sociale più vasto, sono gli stessi obiettivi del P.C.I., determinerà, ha concluso Lucio De Carlini, una caduta non solo economica dell'Italia, ma anche e soprattutto della stessa democrazia del nostro paese.

C.N.

L'I NNSE, nella zona di Lambrate è la 2' fabbrica per grandezza, realtà, produttività, seconda come dipendenti solo alla nuova Innocenti: rispetto alla realtà produttiva della zona la INNSE rimane se non l'unica una delle poche aziende con prospettive produttive più o meno sicure.

I lavoratori occupati alla INNSE -sono,cirea 2.000 escludendo i. circa 1300 lavoratori della INNSE di Brescia di cui quasi il 46 - 47% impiegati ed i restanti 54 - 53% operai.

La partecipazione sindacale e politica è molto scarsa, questo spiega l'assenza permanente del C.D.F. e dei lavoratori in zona e la non presenza politica dei partiti di massa.

La scarsa partecipazione alla lotta sindacale ed ai fermenti politici da parte dei lavoratori, alla lunga, pesa in senso negativo.

Nel momento in cui si pongono questioni importanti come i piani di settore, ci troviamo a non sapere i cambiamenti che tali piani apporterebbero nella politica industriale se attuati.

Del resto anche nella gestione della prima parte dei contratti abbiamo segnato il passo.

Per ciò che riguarda il diritto all'informazione ci siamo trovati nell'incapacità di formulare delle rivendicazioni precise su questioni come il decentramento produttivo, la qualità e la quantità degli investimenti effettuati.

Per ciò che concerne l'organizzazione del lavoro, pur avendo acquisito il diritto a contrattare modifiche in tutte le aree intervenendo per gruppi omogenei non si è modificato molto. Da un lato il C.d.F. dall'altro i lavoratori hanno dimostrato incapacità politica e poca sensibilità rispetto a queste questioni.

Anche sull'ambiente di lavoro sono rimasti aperti grossi problemi di salubrità dell'ambiente di lavoro specie nel reparto carpenteria (che è el reparto che realizza le saldature dei "telai" dei macchinari) dove i lavoratori sono sottoposti a rumori costanti e alla lunga compromettente per l'udito, sono sottoposti a fumi nocivi che incidono sull apparato respiratorio. Ma anche in altre aree esistono problemi di ambiente di lavoro anche là dove apparentemente non sembrano esserci; ad esempio negli uffici tecnici che proprio perchè uffici vengono ritenuti ottimali a priori. Qui invece si pongono problemi di spazi (ogni tecnigrafo con rispettiva scrivania è racchiusa in 2 mr il che significa che un disegnatore ha poco meno di un metro quadrato per muoversi: ma connessi a questi problemi, e come aspetto fondamentale del ruolo di-

rigente e dignitoso dei lavoratori è il problema della qualificazione professionale, più nota come professionalità).

La INNSE, è purtroppo un'azienda a PPSS, specchio delle aziende pubbliche, pur avendo un tipo di produzione trainante nella prospettiva di una programmazione democratica dell'economia.

Pur appartenendo al settore siderurgico É - impiantistico, cOme azienda che si qualifica prevalentemente come azienda manifatturiera nel settore non riesce a definire un proprio ruolo (nella INNSE non si sviluppa ricerca, staccata dalle commesse per le quali si lavora, cioè non esiste ricerca slegata dalla finalità immediata della commessa). Questo ha significato svilimento per la potenzialità professionale che esrimevano i lavoratori della INNSE, il ripescaggio con aggiustamenti, di vecchi progetti ed in definitiva lo scadere sempre più della competitività della Innse specie rispetto alle aziende tedesco occ. e americane.

Dopo questa sommaria panoramica sulla realtà produttiva e lo stato della capacità politica e sindacale del C.d.F. e dei lavoratori, vale la pena soffermarci sulle strutture sociali e ricreative esistenti all'interno della fabbrica. Il FIAMLI (Fondo interno assistenza mutualistica Lavoratori INNSE) con l'entrata in vigore della riforma sanitaria dovrebbe essere eliminato, solo un utilizzo aperto ai bisogni della gente abitante nella zona potrebbe salvarlo, e secondo noi sarebbe l'unica soluzione valida.

Visto oltretutto il miglioramento e la presenza di più specializzazioni (Dentista, Cardioloiio, Angiologo, Ginecologo ecc.) all interno sarebbe davvero assurdo eliminare tale struttura anzichè rispondere alla insodisfatta e secolare domanda di assistenza preventiva.

Il C.R.A.L. è una struttura che ancora non ha quel ruolo che ne ha ispirato la nascita. Doveva essere momento ricreativo di socializzazione delle conoscenze e spesso si riduce in magazzino per la distribuzione di generi alimentari o di giocattoli; come funzione è davvero assai riduttiva. Per una gestione qualitativamente accettabile di tali enti (FIAMLICRAL) è necessario che il C.d.F. assolva al ruolo di controllo che gli compete su tali enti stessi.

Ma è anche vero, che il Consiglio di Fabbrica è espressione di determinati lavoratori che pur non giustificabili sono comprensibili nel modo di manifestare la loro non partecipazione. Infatti la percentuale di pendolarismo alla Innse è molto alta (circa il 50/60% arrivano

da fuori Milano - Bergamo - Brescia - Lodi etc.) Nonostante tutte queste considerazioni alquanto negative, bisogna dire che qulcosa si sta muovendo, il C.d.F. sta tentando di organizzarsi per l'ennesima volta, i lavoratori, si fanno vivi facendo pressione perchè si risolvano problemi concreti.

La speranza è che non ci si chiuda ancora una volta all'interno delle quattro mura della Fabbrica- e che si riesca ad assumere il ruolo che compete (come più grossa azienda non in crisi nella zona di Lambrate).

Anche nell'attività politica qualcosa di stimolante si sta muovendo. I comunisti, anch'essi per l'ennesima volta, stanno tentando di riorganizzarsi e di dare un loro specifico contributo nella soluzione dei problemi della Fabbrica.

Le altre forze politiche (in particolare D.C. e P.S.I.) non riescono ad essere presenti e forse se tentassero con maggiore determinazione di organizzarsi si potrebbe avviare un confronto tra diversi, sicuramente positivo per i lavoratori della INNSE, sempre inclini a confondere le scelte del Sindacato con le scelte dei partiti.

Intanto da venerdì (come c.d.f.) e da lunedì con le assemblee dei gruppi omogenei sul contratto dei metalmeccanici si avrà il polso della situazione politico - sindacale in Fabbrica penso che ci sarà nei prossimi numeri l'opportunità di fare su questo giornale delle considerazioni rispetto all'esito delle assemblee sui contratti.

Sull'occupazione: a tutto Ottobre 1978 si registra una perdita secca di 43 dipendenti nello stabilimento di Milano in prevalenza operai con alta qualificazione.

Con l'accordo aziendale del 1.12.77 si erano concordate 85 assunzioni alle quali si sono aggiunte 59 assunzione di lavoratori dell'ex Unidal, concordati in febbraio a livello Ministeriale. A tutt'oggi sono entrati in fabbrica 99 lavoratori di cui 19 dall'ex Unidal.Anche per le assunzioni dalle liste Speciali (che prevedevano 20 assunzioni ne sono state realizzate 4).

Sulla vertenza territoriale aperta il 28.6.78 (che aveva e mantiene al centro delle sue rivendicazioni un'assetto equilibrato tra territorio e unità produttive ed un controllo reale del mercato del lavoro e delle possibilità occupazionali) si è rimasti spiazzati, estranei quasi che le questioni poste dalla vertenza territoriale riguardasse le aziende in crisi e basta. Certo vanno considerati i limiti nella definizione della piattaforma territoriale che fanno affievolire l'interesse non solo dei lavoratori dell'I NNSE.

Gian-Maria, Maria Neve, Enzo de Tommasi sont heureux de vous annoncer la naissance de Ecioancio 29 octobre 1978 MaternIté 3, rue des Tournelles 74100 ANNEMASSE MILANO DODICI - pag. 6
La grande fabbrica dalle prospettive sicure?

A PROPOSITO DEI DEMOCRISTIANI

Per alcuni articoli sulla Zona 12 pubblicati in un giornale di Zona della D.C.

Gli articoli in esame confermano, ove mai ce ne fosse bisogno, che tipo di opposizione la DC svolge a Milano e di quali mezzi si serva (nella fattispecie un misto di demagogia, pretestuosità, disinformazione e falsità.

Prendiamo ad esempio l'articolo "Finalmente un nuovo modo di usare il verde".

Tralasciamo l'accusa di truffa che si rivolge alla giunta del comune di Milano perchè considererebbe i mercati come verde, quando per amore di verità si sarebbe dovuto chiarire che le aree per servizi per ogni abitante (26,5 metri quadri per abitante secondo gli standards urbanistici legge regionale 51 art. 22) sono sì le aree a verde ma anche le aree per le scuole, le aree per attrezzature di interesse comune (tra le quali sono i mercati) e le aree per parcheggio ad uso pubblico.

Veniamo, invece, al parere che il CdZ 12 ha dato sulla richiesta di inserire in un'area di Cascina Gobba un insediamento di terziari e sulla creazione di una strata di fronda tra Cascina Gobba e Via Rubattino per non appesantire il traffico sulla Via Rombon (perché si trattava di 9tiesto e non di fare regali al quartiere Milano 2).

Ebbene il C.D.Z. 12 ha approvato tutte e due le richieste all'unanimità ed in particolare quella relativa al terziario è stata approvata anche dai Consiglieri DC Trentarossi, Volpe e Ratti che, tra l'altro presiedeva la seduta.

Però, perchè la cittadinanza abbia una esatta informazione bisogna aggiungere anche il perchè si è approvata quella richiesta. In un primo momento la proposta di Piano Regolatore prevedeva un insediamento di terziario nella zona della fermata della MM a Cimiano mentre già da tempo a livello comprensoriale si chiedeva un'area ulteriore a terziario nella zona 12.

Il C.D.Z. 12 invece si è battuto per eliminare il terziario da Cimiano (che era altresì in contrasto col Piano di Sviluppo previsto dai cittadini del quartiere stesso) e per inglobare il tutto in un'area più periferica possibile ma ugualmente servita come è quella di Cascina Gobba. L'area del Parco Lambro, poi, non è stata diminuita bensì aumentata col nuovo Piano Regolatore per l'inglobamento di aree prima destinate a verde agricolo.

Per finire, due parole sul Centro Civico sull'area di Via Saccardo 40/ 42. I lettori di questo giornale sono stati già ampiamente informati nei numeri precedenti così che non è proprio necessario rispondere alle accuse di "baratto speculativo" che vengono mosse al C.D.Z. C'è solo da aggiungere che nel frattempo ci è venuta in aiuto una legge Nazionale (Legge I / 1978) che prevede una procedura rapida di esproprio di terreni non edificati per realizzare servizi purchè esistano i progetti relativi. A questa Legge il C.D.Z. 12, nella sua unanimità, si è rifatto quando ha deliberato di chiedere all'Amministrazione Comunale di iniziare tale procedura provvedendo allo stesso tempo alla stesura del progetto. Il progetto di massima è già stato approvato dagli uffici tecnici Comunali ed il C.D.Z. 12, sempre all'unanimità, lo ha approvato nella seduta del 24 Novembre.

Siamo invece d'accordo quando il capo - gruppo DC invita tutti i cittadini e le organizzazioni Democratiche ad utilizzare tutti gli strumenti del decentramento (Commissioni, Assemblee Popolari, etc.) per rendersi protagonisti nel organizzazione Democratica della vita sociale ed Amministrativa.

Problemi reali e strumentalizzazioni

La D.C. sospende la sua partecipazione al C.d.Z.

I FATTI Nella riunione del C.D.Z. del 30/

11 scorso il gruppo Democristiano ha presentato una mozione in cui si denuncia l'ineguatezza della sede attuale del C.D.Z. ed il biasimo ai due Assessori Taramelli al Decentramento e Costa al Personale, per non aver ancora fornito gli strumenti necessari.

Questa mozione viene appoggiata dal P.R.I. e P.L.I. e dal P.S.D.I. che richiede la sospensione immediata dei lavori. La maggioranza accoglie lo spirito della mozione, ma ne respinge fermamente il biasimo personale ai due assessori, non ritenendo che i problemi reali si risolvino con il linciaggio, ma nella buona volontà di tutti nel risolverli.

Questa responsabile posizione è stata istericamente della D.C. respinta che ritrovandosi in minoranza cerca di ricattare il C.D.Z. dichiarando la sua volontà di astenersi dai lavori del C.D.Z. stesso.

Questi i fatti nella loro essenza. Il gruppo Comunista non ritiene che le Istituzioni, specialamente decentrate, possano funzionare con ricatti, sospensioni, incagli di ogni genere inseriti a bella posta, anzi sorge il dubbio che la decisione fosse stata già pronta e non localmente, impedendo il funzionamento del C.D.Z. che è al servizio della collettività, anche se siamo pienamente daccordo sulla inadeguatezza delle strutture in cui siamo costretti a lavorare e che impediscono questo.

Per risolvere questo problema, che riteniamo prioritario, abbiamo proposto ai gruppi politici un incontro con gli assessori interessati che si è svolto con la sola presenza dei gruppi P.C. e P.S.I. da cui abbiamo avuto la promessa di un loro interessamento per la soluzione dei problemi e delle strutture e del personale occorrente.

Riteniamo nostro dovere seguire con attenzione aflìnchè quanto promessoci si realizzi al più presto, e per il buon funzionamento futuro del C.D.Z. auspichiamo che la D.C. ritorni sulle sue decisioni e ci faccia pervenire con urgenza l'invito che ci è stato illustrato in C.D.Z., affinché tutti i gruppi Democratici possano espletare a pieno le loro funzioni a favore della popolazione della ZONA.

LEGGETE DIFFONDETE

MANO DOINCI

; FELTRE-CIMIAMO LAMSRATE ORMA

Redazione e amministrazione: presso Circolo Cesare Pavese - via S. Faustino, 5 - Milano-Ortica- Direttore: Sauro

Sagradini - Rosaria De LucaGiancarlo Casarini - Riccardo

Ghidoni -Mimmo VaccarelloPietro d'Ercole - Mario Ruolo - Augusto Di Tommasi -

Attilio Bellettati - Marinella

Giusti (fotografie di Roberto

Tombesi) - Stampa: Coop.

Guado - Robecchetto con Induno (Mi) - Dir. resp. Luciano Capitini - Suppl. Ticinia

Notiziario - Autr. Trib. di Milano n. 232 del 4.6.73.

A vent'anni sulla tomba di 50 giovani partigiani

Lo scorso mese, si è commemorato l'anniversario della morte di cinquanta giovani partigiani, caduti con eroico valore sul monte San Martino. Tale battaglia ha rappresentato nella guerra partigiana una delle figure più onorevoli e commoventi della nostra storia durante la resistenza.

Lassù questi giovani, ancora in età adolescente, hanno vissuto momenti di drammatica tensione e paura, angosciati dal pensiero di trovare da un momento all'altro la morte, hanno combattuto I invasore senza saper neppur imbracciare un fucile.

Sono morti quasi tutti, costringendo l'infame nemico a ritirare le sue posizioni per far intervenire armi, quali l'aviazione che ha spazzato, con fermo disprezzo, quella manciata di giovani vite. Il sacrificio di questi eroi è stato ricordato da chi ha vissuto l'esperienza della resistenza, da coloro che ne hanno goduto la liberazione e dai giovani che questo anno hanno partecipato con una notevole presenza dimostrando rispetto e riconoscenza agli anziani e ai caduti del San Martino.

Certo non si può non pensare alla dura e travagliata vita che hanno vissuto questi uomini, dove il ruolo che essi hanno determinato, ha caratterizzato peculiari valori umani, sociali e politici.

Costoro hanno combattuto giorno per giorno le asprità della vita e della guerra; oggi devono ancora lottare per non essere cancellati da una società che non tiene conto del loro diritto di esercitare e di servire una lotta, che attraverso la loro esperienza e tradizione, verso mutamenti di ordine sociale, dia ai giovani insegnamenti che conducano a consolidare i valori e le idee di libertà.

A loro noi dedichiamo tutta la nostra gratitudine, riconoscenza e rispetto per quanto hanno fatto, avendoci donato la libertà e gli insegnamenti che noi giovani dobbiamo raccogliere e tramandare.

Nonostante i momenti rigidi e acuti della politica italiana, che portarono poi il fascismo al potere e alla guerra, essi hanno dimostrato che solo con la democrazia e il rispetto delle idee, si poteva costruire una società nuova in Italia.

La resistenza li ha visti imbracciare il mitra tutti insieme contro l'invasore e la canaglia fascista, è stato un solo grido, una comune lotta. Noi giovani siamo ancora in tempo per costituirci in un grosso movimento che realizzi propettive ideali sociali, isolando innanzitutto il terrorismo e la violenza, precursori di repressione e fascismo. Dobbiamo collaborare con le istituzioni per la salvaguardia della costituzione, leggi che ogni cittadino deve seguire con esemplare modello di vita, per la giustezza di tali leggi, per il rispetto di chi ha combattuto, sofferto e morto.

Se ciò non averrà, il destino di questa generazione e di quelle future rischia di farsi drammatico e irremovibile.

Coloro che hanno perso il cammino e sono caduti nel baratro della più allucinante vita sottoborghese e consumista, stritolati nella morsa della rassegnazione e delusione, devono impegnarsi a rendere la strada più illuminata, seguendo i valori marcati dalla costituzione, patrimonio di un popolo libero e democratico.

Enzo Grande

ORTICA

Il ruolo dei giovani nei prossimi contratti

I primi mesi del prossimo anno saranno senz'altro caratterizzati dalle lotte operaie per il rinnovo dei contratti di lavoro.

E nota la strategia con la quale il sindacato si presenta alle prossime contrattazioni, presentando rivendicazioni non più strettamente salariali e con un'ottica tipica di categoria, ma portando un progetto di trasformazione economica e sociale che riesca a far uscire il nostro paese dalla crisi creando le basi per un costante progresso.

Non a torto le prossime lotte per il rinnovo dei contratti sono state definite una "scommessa politica", infatti, se la classe operaia uscirà vittoriosa da queste lotte il paese stesso ne uscirà profondamente cambiato e fondamentale sarà il peso politico assunto dai lavoratori per la guida del paese.

La politica sindacale uscita dalla conferenza dell'EUR non è certo né comoda né di facile comprensione e all'interno del sindacato stesso non sono poche le forze (vedi una parte della CISL) che puntano ad una politica più immediata e di facile successo che però non intacca minimamente i veri problemi del Paese.

E assurdo e demagogico infatti rivendicare le 10.000 lire in più al mese o l'ora in meno di lavoro quando l'obiettivo principale deve essere quello di affrontare la crisi e di risolverla incentrando le rivendicazioni sul rilancio economico, dell'occupazione, sulle politiche industriali e di settore, sul riequilibrio di territorio, sulla modifica della organizzazione del lavoro, sulla qualità del lavoro e della vita, sul rilancio del Mezzogiorno.

Data l'altissima posta in gioco in questi contratti è necessario che la classe operaia crei un vasto sistema di alleanze intorno a sé e soprattutto si rivolga ai giovani, che sono i più colpiti dall'attuale crisi.

Quest'alleanza risulterà senz'altro decisiva per il futuro delle giovani generazioni che non devono restare ai margini di questa battaglia, ma entrarci con tutte le loro energie per diventare una forza indispensabile per il rinnovamento del paese.

Se i giovani non si faranno anch'essi carico dei problemi del paese per affrontarli e risolverli, finiranno per rimanere emarginati dalla realtà economica e sociale del Paese, allontanati persino dalla politica e da ogni capacità di decisione.

Per questo occorre che la strategia della classe operaia, e in particolare quella dei possimi contratti, venga compresa appieno dalle masse giovanili; la battaglia per la trasformazione del Paese si può vincere solo se i lavoratori, i giovani e tutte le classi emarginate costruiranno uno schieramento forte ed unito, che non dia spazio ad azioni individuali e corporative.

In questa "scommessa" quindi è in palio anche il futuro dei giovani, per questo occorre il massimo impegno per riuscire a vincerla.

Daniele Marabotti F.G.C.I. Circolo "Inti Peredo"

SEGNALAZIONE

OGGI SPOSI

ZELIA BIANCO, operaia della fabbrica "INNSE" di via Rubattino si sposa.

A Zelia ed al suo Compagno i complimenti delle maestranze della "INNSE" e della Sezione "E. Gnudi" del P.C.I. e della redazione di MILANO 12.

R. R.

PUBBLICO DIBATTITO

Martedì 11 novembre un interessante dibattito si è svolto presso il Centro Sociale Ortica. Al dibattito che aveva per tema "I COMPITI DELLA SINISTRA IN ITALIA" sono intervenuti Mario Miraglia del Comitato Cittadino del P.D.U.P., Giampiero Frigerio Segretario Cittadino del Partito Socialista Italiano ed Enrico Sala del Comitato Cittadino del Partito Comunista Italiano. Nel corso della manifestazione, sulle relazioni dei tre esponenti politici numerosi sono stati gli interventi dei Ctttatini presenti tra i quali segnaliamo; Leandro Taccani, Alberto Prini, Filo Cupaioli, A. La Rosa, G. B. Angelini, Carlo Romito, Wanda Crociati, B. Sarcinelli e Giovanni Lanzetti.

Gli abitanti di via Taverna, ci segnalano che la via in questione è totalmente mancante di illuminazione, il fatto, dato che ora siamo nei mesi invernali, crea disagi per chi abita tale via.

La notizia, segnalata altre volte continua a restare tale. Il Consiglio di Zona 12 cosa ne pensa?

G. C.

PER I LETTORI DI MILANO 12

Un gruppo di Cittadini dell'Ortica sta raccogliendo materiale per la pubblicazione di un volume sulla storia del Rione dalla sua formazione ai giorni nostri. Per una migliore riuscita della iniziativa i promotori chiedono la collaborazione dei cittadini dell'Ortica e dei lettori di Milano 12. Il materiale che serve è il seguente: vecchie fotografie, disegni, testi, scritti, manoscritti e soprattutto vecchi ricordi, il tutto può essere inviato alla redazione del nostro giornale. Il gruppo che promuove l'iniziativa e composto da: Giuffrida, Gaviola e Laganà. G. M.

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MILANO DODICI
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Bloccati i treni dei pendolari

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La stazione di Lambrate deserta per Io sciopero.

Fra le 4 e le 10 del 4 dicembre, tutti i treni provenienti da Pavia e Voghera con destinazione Milano sono stati bloccati dallo sciopero organizzato dalle organizzazioni sindacali di categoria SFI - CGIL, SAUFI - CISL, SIUF - UIL, nelle stazioni di Lambrate, Ö Rogoredo, Porta Romana e Porta Vittoria. L'agitazione è stata proclamata come forma di protesta contro i cronici disservizi della Ferroviere dello Stato, i gravi ritardi che rallentano i lavori di ristrutturazione delle linee, le arretratezze aziendali e il degrado.

Tutto ciò causa continui e pesanti ritardi nel traffico ferroviario provocando insostenibili disagi soprattutto per i circa 80 mila pendolari che ogni giorno si recano a Milano.

Il disservizio delle FS e i riflessi negativi provocati sul traffico pendolare hanno causato notevoli tensioni nel cui interno si sono inserite manovre tendenti ad esasperare ulteriormente gli attriti e sfociate anche ieri in atti di teppismo. Fra queste irresponsabili manovre va senz'altro inserito lo sciopero di 4 ore proclamato dalla FISAF, il sindacato autonomo, per domani mercoledì.

Contro le inadempienze della Regione rispetto agli impegni as-

sunti nella ristrutturazione dei trasporti regionali e per sollecitare l'accordo fra i sindacati e la Regione stessa, che contempla precisi interventi pr le autolinee, i trasporti urbani, delle FS, delle ferrovie in concessione e dei centri merci, le Federazioni regionali trasporti CGIL CISL UIL hanno deciso di attuare una giornata di lotta di tutte le categorie dei trasporti entro la prima metà del prossimo gennaio.

Inoltre le organizzazioni sindacali unitarie stanno valutando l'ipotesi di uno sciopero di due ore a brevissima scadenza e da svolgersi in orari non interessanti i pendolari, «al fine — dice un documento della Federazione unitaria dei trasporti — di superare tutti i ritardi relativi all'attuazione della riforma FS, all'utilizzazione degli investimenti e ai miglioramenti di immediata acquisizione, causa di disagi per gli utenti e di rischi mortali dei lavoratori delle ferrovie».

In relazione agli episodi di violenza verificatisi in questo periodo contro lavoratori delle ferrovie, la Federazione trasporti e la Federazione SFI - SAUFI - SIUF, invitano ad «isolare i provocatori e i violenti, e a sostenere le proposte delle organizzazioni sindacali unitarie per una azienda ferroviaria migliore».

CAMION E NEBBIA ALL'ORTICA

ORTICA

Da un po' di tempo gli autisti di una nota ditta dell'Ortica hanno preso l'abitudine di parcheggiare i loro automezzi lungo il cavalcavia Buccari, inutile far presente il pericolo che questo fatto comporta essendo il Cavalcavia in questione strada obbligata sia per chi entra che per chi esce dai Rione. Se la cosa era pericolosa prima, ora, dato la fitta nebbia che copre l'Ortica, lo è anche di più. Saiebbe quindi giusto che il Consiglio di Zona consigliasse alla ditta proprietaria degli automezzi di farli parcheggiare altrove, ed in caso contrario di far intervenire la Vigilanza Urbana.

L. D.

Il problema della violenza ai danni dei ferrovieri è reale e grave poichè esiste il rischio di laceranti contrapposizioni fra lavoratori delle ferrovie e pendolari. A questo proposito la sezione Roveda e la commissione trasporti della Federazione milanese del PCI hanno emesso un documento nel quale, fra l'altro, si afferma che «i ritardi che si stanno accumulando sul progetto di riforma delle FS sono esclusivamente a carico dell'attuale ministro democristiano Vittorino Colombo che non ha ancora presentato al Parlamento il progetto di legge».

Si tratta di una tattica dilatoria che «serve esclusivamente a creare esasperazione e sfiducia tra gli utenti e i lavoratori delle ferrovie».

«Gli avvenimenti di questi giorni — dice il documento — dimostrano palesemente che esiste una manovra che punta ad introdurre elementi di rottura nel fronte unitario» di pendolari e ferrovieri. È un tentativo che deve essere sconfitto smascherando e isolando i provocatori i quali intendono additare i ferrovieri come responsabili del disservizio delle FS.

«Pendolari e ferrovieri — conclude il documento del PCI — devono unire ancor più le loro forze per sconfiggere questo disegno».

Filo Cupaioli

di via Trentacoste. Il "MURALES" di via Trentacoste che illustra la storia edilizia dell'Ortica è stato inaugurato il 22 Giugno 1977 dall'Assessore alla scuola della Provincia Novella Sansoni. Ricordiamo per i nostri lettori che il Murales è stato realizzato da un gruppo di architetti del Politecnico milanese, con la collaborazione di numerosi Cittadini. Ricordiamo ancora che della realizzazione avevano parlato i Giornali Cittadini tra i quali; "IL GIORNO", 'L'UNITA", "IL CORRIERE DELLA SERA", "LA NOTTE", "LA RAI".

Per un momento solo vorrei spogliarmi dell'impegno politico che ho e che ho sempre avuto, per immedesimarmi in un qualsiasi cittadino del quartiere Ortica che si domanda quali realizzazioni sono state concretate in Zona durante questi anni.

Pur tenuto conto che non tutti sanno quali siano le difficoltà che ogni giorno la Giunta Comunale deve affrontare in un momenton di crisi per avere un bilancio (che con le leggi attuali sulle finanze locali) gli permetta di intervenire e risolvere le priorità di una gande città come Milano, credo sia anche necessario vedere quanto c'è da fare nei quartieri periferici.

Le soluzioni di alcuni problemi richiedono l'impiego di pochi milioni di lire, ma manca la volontà e l'impegno per realizzarle.

Di chi è questo compito? Del Consiglio di Zona e delle sue Commissioni.

Quante serate vengono impegnate nelle Commissioni per la discussione di problemi di Zona che poi, per la maggior parte, rimangono solo proposte o delibere di Zona.

Porto esempi discussi e deliberati:

Realizzazione campo giochi per bambini in Via Pitteri (già stanziati i fondi); piantumazione e sistemazione del Piazzale Ortica; Area per campo giochi in Via Cima (chiusura con catenelle); effettuazione pulizia e taglio arbusti nell'area di Via Borgomainerio; installazione di un semaforo Via Bistolfi - Trentacoste, in quanto nonostante ogni giorno avvengano incidenti anche gravi tale incrocio non è incluso nel piano comunale per l'installazione di nuovi semafori; sistemazione di Via S. Faustino (i lavori sono già stati iniziati e poi interrotti); occorre dragare e pulire la roggia (Lambretto) di Via Corelli che quando piove un po' di più del normale straripa, allaga la careggiata della strada, interrompendo il traffico e allagando le case adiacenti con grave disagio delle famiglie che vi abitano.

Questi ed altri problemi che stanno a cuore della popolazione del rione e che da tempo (fin troppo) ne attende la soluzione, devono essere affrontati con più interesse e volontà perchè dai proponimenti e dalle parole si passi ai fatti.

MUSICA CHE PASSIONE

Si sta svolgendo in questi giorni, presso la sede del Circolo Culturale Cesare Pavese di via S. Faustino 5 un corso di CHITARRA.

Il corso, diviso in due turni, è frequentato da 27 persone .ed avrà la durata di tre mesi. Questa iniziativa che è stata realizzata in collaborazione con il Circolo Famigliare Ortica sarà seguito da altre manifestazioni aventi per scopo la diffusione della Cultura in ZONA 12.

VANDALISMO

P. F.

Approfittando del buio ignoti fascisti hanno insudiciato con scritte di vecchi e tristi memoriali il "MURALES"

LUTTI ALL'ORTICA

Sono recentemente deceduti nel nostro Quartiere i seguenti Cittadini; Alessandro Oppio, Luigi Buccianti, Di Benedetto Cristina vedova Rotondo, Piazza Giuditta vedova Fogliazza. Ai famigliari, la redazione di Milano 12 porge sentite condoglianze.

NUOVO ASILO NIDO IN VIA DERUTA

Il Consiglio di Zona 12 nella seduta di giovedì SO novembre ha approvato il progetto per la costruzione di un ASILO NIDO nell'area via Deruta angolo Monfalcone.

I lavori in fase di appalto, inizieranno ai primi del 1979.

A. BAF.

La documentazione che accludiamo dimostra da quanti anni la popolazione del Quartiere Ortica attende che venga installato un semaforo all'incrocio di Via Bistolfi - Trentacoste.

Dai giornali abbiamo appreso che nel piano comunale dei nuovi semafori per la città di Milano non è incluso quello da noi segnalato. Nell'incrocio di Via Bistolfi - Trentacoste ogni giorno avvengono incidenti, dei quali alcuni gravi, alcuni hanno già causato la morte di cittadini. Basterebbe farsi dire dai Vigili Urbani quanti interventi fanno a causa degli incidenti in detto incrocio.

Pur tenendo conto di quanti altri impianti semaforici necessitano in una città come Milano, riteniamo però che per la popolazione del nostro quartiere questo sia uno dei prioritari, anche fra i tanti problemi. Non pensiamo sia necessario fare blocchi straadali per attuarlo, come è stato ultimamente per Via Rombon.

Gradiremo un incontro per poter dimostrare anche con fotografie la giustezza della nostra richiesta. Inviamo distinti saluti.

Lega Pensionati Sez. PSI di Pol. PCI sezione E. GNUDI

Prini Alberto della Commissione LL.PP. e manutenzione del C.d.Z. 12

Perchè la partecipazione abbia un vero significato bisogna agire con più impegno, con la soluzione dei problemiper impedire che la sfiducia della popolazione aumenti e degeneri in qualunquismo.

MILANO DODICI

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Ancora sullo sgombero di via Conterosso

Saviano, piccolo paese in provincia di Napoli con circa 13.000 abitanti, con una grossa percentuale di disoccupati che aumenta sempre di più, senza una reale prospettiva di occupazione per il sud.

È uno dei soliti paesi in cui si pratica l'arte dell'arrangiarsi (ciò significa lavoro nero, sottoccupazione, precarietà, sottosalario), l'unico sistema per sfuggire a questa forma di sfruttamento è l'emigrazione.

Io sono uno dei tanti che per non sottostare a queste speculazioni sono stato costretto ad emigrare dopo aver vinto un concorso nelle Ferrovie dello Stato a Milano.

volte si trova in un maleodorante ambiente di pochi metri quadrati. Altra difficoltà che incontriamo quotidianamente è mangiare qualcosa di veramente genuino, perché siamo costretti a mangiare quella porcheria che ci danno in mensa o in trattoria che non ti procura altro che ulcera o gastrite. Manca molto il fatto di non essere nel tuo paese, tra la tua gente, senza quell affetto che può darti la vicinanza della tua famiglia, della tua ragazza, dei tuoi amici, delle cose che quanto più sei lontano, più le senti tue. E per tanti altri motivi che, sia io che tanti altri come me siamo costretti a fare i pendolari settimanali partendosi{ venerdì sera con l'arrivo il sabato mattina a Napoli, e ripartire la domenica sera arrivando così giusto in tempo per lavorare il lunedì mattina, e tutto questo ci causa la perdita di sonno di due notti la settimana, che il più delle volte è causa di infortunio.

Vorremmo controbattere alcune affermazioni contenute nell'articolo di Pietro D'Ercole riguardo lo sgombero delle case occupate in via Conte Rosso (nell'articolo si cita anche via Dardanoni, ma gli occupanti di tali case, contrariamente a quanto si afferma, non hanno subito l'azione di sgombero).

Siamo concordi con D'Ercole quando condanna gli interessi meschini dei due proprietari delle case in questione, Rioldi e Nozza, ma non possiamo trovarci d'accordo con lui quando parla degli occupanti pkKetitandoli-C15trie-ttérn50-.veracci".

Noi siamo tra coloro (e siamo tanti) che hanno condannato questa occupazione avvenuta l'aprile scorso, in quanto portata avanti, come del resto tutte le occupazioni di case, in modo individualistico, settario e demagogico. Inoltre non abbiamo avuto esitazioni a condannare i protagonisti di tale azione non solo come "estremisti" o "autonomi" (accusa che può risultare abbastanza qualunquista) ma chiamandoli per quello che sono, e cioè dei provocatori. Può darsi an-

Chi, come noi, vive a Milano da qualche anno, non può fare a meno, spesso, di collegare luoghi e fatti di questa Città, con ricordi di fatti appresi su di essa in altro tempo e in altro luogo; per cui nel leggere la critica (corretta, per dio, anche troppo!) dei ragazzi del Circolo "Inti Peredo" sul nostro articolo, non abbiamo potuto fare a meno di pensare a un personaggio di manzoniana memoria "L'Untore".

Questo antichissimo "nemico del popolo", antico come la storia, ha assunto man mano nomi e aspetti diversi: Catilina, Savonarolà, Giordano Bruno; e poi Liberale, Repubblicano, Socialista, Comunista, Anarchico e così via fino ai nostri giorni. Questo personaggio è stato capace, attraverso i secoli, di essersi reso responsabile di tutti i mali dell'umanità: miseria, lutti, sofferenze, carestie ecc.; e vive ancora: dieci anni fa si chiamava Valpreda, come si chiamerà fra dieci anni?

Chiediamo scusa ai lettori per questa lunga perifrasi ed entriamo subito nel merito.

Giusta l'osservazione per via Dardanoni (è stato un "infortunio giornalistico" dovuto a un malinteso e al gran caos di quella mattina).

Noi siamo stati qualche mese prima dello sgombero nelle case occupate di Via Conte Rosso, per renderci conto "de visu" della situazione; abbiamo trovato famiglie, abbastanza povere da quello che si notava nelle

che che tra loro ci siano dei "poveracci" o delle "brave famiglie", fatto sta che simili elementi non li abbiamo mai visti, e si che a Lambrate ci abitiamo, e davanti a queste case ci passiamo parecchie volte al giorno.

Di sicuro c'è che tra questi individui ne sono stati riconosciuti alcuni che più di una volta hanno organizzato azioni provocatorie contro le manifestazioni operaie e del PCI, tra le quali il festival provinciale de l'Unità al Parco Sempione; inoltre il giorno dell'occupazione, sui muri dì Lambrate sono apparse scritte inneggianti a sedicenti "orge proletarie" ed altri farneticanti slogan simili a quelli nefandi della cosiddetta "autonomia operaia".

La lotta per la casa (giusta e sacrosanta) viene da questi usata solo come pretesto; a nostro avviso la vera intenzione di questi individui è quella di inserirsi e di colpire in un quartiere, come Lambrate, in cui vive una consistente massa di lavoratori e che ha una ricca tradizione democratica e civile.

In un loro manifesto, gli occupanti delle case, volevano far cre-

case, bambini come tanti altri (AUTONOM-INI forse?) c'erano anche giovani coi quali abbiamo discusso sul problema casa, su posizioni diverse, facendo notare, come noi crediamo, che le occupazioni sono la classica "zappa sui piedi" per chi ha veramente bisogno di una casa, e che senz'altro questo tipo di lotta del passato si è dimostrato inutile e senza sbocchi; insomma un'avventura.

"PROVOCATORI" si dice nella critica dei giovani figgicini; può essere vero e non lo escludiamo; non è la prima volta nella storia del movimento operaio che le organizzazioni che esso esprime ne sono soggette; e vengono qualche volta dall'esasperazione, individualistica sì, ma non immotivata, che viene dall'emarginazione funzionale alle società del benessere ed alle crisi che esse creano. Noi crediamo, al di là del fatto contingente di Via Conte Rosso, sui cui ribadiamo il nostro giudizio, che l'avventurismo di certi politicanti pseudo - rivoluzionari nuocia alla lotta di classe, anche se avviene nel nome e sotto il segno di essa; ma questo non si combatte con gli strumenti tipici della reazione, (e lo sgombero poliziesco ne è uno di questi) bensì con un giusto orientamento politico delle masse e con la capacità di guidarle su una strategia che porti alla soluzione reale dei problemi. Quando non si ha questa capacità o non si riesce ad affermarla nella propria sfera politica, allora si dà spazio al-

dere (e D'Ercole purtroppo sembra averci creduto) di aver ricevuto dai cittadini di Lambrate una calorosa solidarietà: questo è spudoratamente falso, perchè se si escludono quei quattro ragazzotti impegnati la sera a lottare continuamente per scaldare le sedie del bar, questi provocatori non hanno ricevuto altro che isolamento e disprezzo. Nei loro volantini e manifesti inoltre, costoro si mascheravano come "proletari in lotta per la casa" offrendo e usurpando una classe sociale che si è sempre fatta portatrice di valori e di ideali di giustizia e di profonda umanità. Per quanto ci riguarda, siamo convinti che verrà il giorno in cui gli individui come gli occupanti delle case in questione, così come i vari Riboldi e Nozza, figli della stessa logica individualista ed egoista, saranno spazzati via (democraticamente, per carità, democraticamente!), perchè per loro non ci sarà posto nella società più giusta che costruiremo in cui, tra l'altro, ci sarà anche una casa per tutti.

I compagni del circolo "Inti Peredo" della F.G.C.I.

l'avventura, alle soluzioni provvisorie e precarie, all'autolesionismo di chi le compie.

Ci risulta che le case di Via Conte Rosso erano già vuote da qualche anno, e l'immobiliare Rimoldi vi stava compiendo una grossolana quanto incontrollata speculazione; non se ne sono mai accorti i ragazzi del Circolo "Inti - Peredo" che pure hanno la sede ed operano politicamente nei pressi?

Quale iniziativa hanno svolto perchè quelle case fossero sottratte alla speculazione e conservate per la gente del quartiere?Nulla, a quanto ci risulta, ed in questo nulla si è inserita l'avventura dell'occupazione abusiva, al di là del segno politico che si portava dietro.

Quando nella vita dei militanti del movimento operaio si pone, e spesso accade, il problema di giudizi e di scelte difficili, il parametro secondo noi più corretto è quello della collocazione di classe, obiettivo e storicamente ineccepibile; è l'unico modo per non cadere nel settarismo. Noi, e lo ribadiamo ancora nel caso non fossimo stati fin qui chiari, nello scegliere da che parte stare tra le ragioni dell'immobiliare Rimoldi espresse attraverso la polizia e quelle degli occupanti di Via Conte Rosso, abbiamo scelto di stare con questi ultimi, e abbiamo fatto, lo crediamo fermamente, una scelta di classe.

Pietro D'Ercole

Adesso in breve voglio farvi conoscere quali sono le difficoltà che incontriamo noi giovani emigranti in questa grande "fabbrica" che è Milano. Intanto trovarsi a vivere in un ambiente come quello di Milano, profondamente diverso dal nostro, vivere in un paese dove ancora molti sono abituati a considerarci i soliti terroni, ladri, mafiosi e per l'assurdo sfaticati (su questo proprio non riesco a darmi una spiegazione visto che per la nostra volontà di lavorare e per il bisogno che ne abbiamo siamo emigrati), significa molte volte, sbandamento morale, alienazione, emarginazione, violenza, droga, significa non partecipare attivamente a quella che è la macchina produttiva del nostro paese, non dare tutto quello che realmente credi di poter dare. Un'altra grossa difficoltà che incontriamo è quella della casa, non si riesce a trovare un appartamentino neanche a pagarlo il doppio di quello che vale, (pure perchè non possiamo permetterceloper il misero stipendio che prendiamo). In ragione di ciò siamo costretti ad adattarci in Squallide bettole chiamate comunemente pensioni, pagando a volte cifre pari a quelle con le quali da noi riesci ad affittare un monolocale con servizi e tutto per il solo posto letto, che il più delle

Insomma l'unica cosa che mi ha dato l'emigrazione causata da tanti anni di potere della classe padronale racchiusa in massima parte sotto una sola bandiera, quella della democrazia cristiana, è rafforzare la mia ideologia cioè quella marxista - leninista, lottare quindi al fianco dei lavoratori, a fianco di organizzazioni come quella del partito comunista italiano, che è l'organizzazione politica d'avanguardia della classe operaia e di tutti quelli che lottano per la indipendenza e la libertà, per la pace tra i popoli, per il socialismo.

A fianco di organizzazioni sindacali, che come ci insegna la storia, in tanti anni di lotta il sindacato è riuscito a tenere testa a tanti giochi di parte, della classe dominante, del padronato e in tutte quelle organizzazioni che lottano pe lo sviluppo di Napoli e di tutto il mezzogiorno, per l'investimento di nuovi capitali nel meridione, per l'insediamento di nuovi gruppi industriali, per lo sviluppo dell'agricoltura, creando quindi nuovi posti di lavoro, tenendo testa così all'emigrazione, magari dando così la possibilità a tanti di noi di tornare ai nostri paesi, alle nostre famiglie, alle nostre vecchie abitudini.

Mauro Gennaro

Problemi dell'Ortica problemi dello stato

Da alcuni anni anche l'Ortica è interessata a fenomeni di delinquenza più o meno marcata. Che all'Ortica come in tutte le periferie girasse qualche ladruncolo era una cosa risaputa, tutto il mondo è paese, ma l'evoluzione in questo settore è stata rapida e con punte rilevanti. Dai tipici furti classici di un certo tipo di delinquenza che è ormai sparito, si è passati, data la posizione geografica dell'Ortica in mezzo alla cintura ferroviaria e vicina allo scalo di Milano S.to., al furto meglio sarebbe all'assalto ai treni fermi ai segnali, via Cima e ponte della Ceramica, con svaligiamento dei carri in modo particolare quelli di tabacco. L'Ortica in ore notturne era stranamente popolata, caroselli vari di auto, gente mai vista che circolava lungo la ferrovia. Attenuato questo fenomeno grazie alla Polizia in modo particolare la Polizia ferroviaria, si è passati all'ondata dei furti, Cooperativa, Dopolavoro Ferroviario ed altri esercizi; furti che, per l'azione stessa, hanno più del provocatorio che del delinquenziale, colpire le associazioni dei lavoratori non è bello.

Stranamente sono apparse scritte fasciste sui muri, l'Ortica per questo non si spaventa, nel rione è vivo l'insegnamento della Resistenza, forse altri non hanno capito che le cose cambiano e che forse le conquiste dei lavoratori per una società più democratica permettono ad altri di non essere democratici. Cambiano i tempi, e forse la tranquillità del vecchio rione va scomparendo. Ma democrazia vuole dire potere anche uscire di casa la sera, e tutti sono chiamati a vigilare affinchè altri, una minoranza, non imponga un sistema di vita errato alla maggioranza. Sarebbe opportuno che anche nelle scuole e in famiglia si insegnasse quell'educazione civica che insegna ad essere più cittadini, e alle volte il non voi-ere

vedere certe cose non vuol dire vivere tranquilli ma permettere ad altri di non fare vivere tranquilli. Abbiamo assistito all'occupazione delle casette basse delle ferrovie, non discutiamo sulle necessità, perchè la casa è un diritto di tutti, ma non crediamo che sia questo il sistema giusto per risolvere il problema, perchè il problema da risolvere è h sviluppo dell'edilizia popolare che in Italia é la più bassa d'Europa.

Oggi si assiste ad uno sfaldamento della società, voluto da quelle forze che impediscono che i partiti storici dei lavoratori partecipino al Governo dello Stato, gli ultimi avvenimenti da Piazza Fontana al Caso Moro, ci insegnano come il disegno eversivo tenta di colpire la democrazia. Mai come in questi ultimi tempi si è assistito ad un incremento dì una delinquenza sempre più aggressiva, e come le riforme della Polizia Carceraria, Codice Rocco, volutamente tardino o meglio sarebbe dire si tenta di non farle. Come il fenomeno preoccupante delle droghe avanza e colpisce i giovani, i più indifesi in questo contesto in questo tipo di società. Quando si parla di vigilanza, si intende anche parlare di educazione, sia nella difesa della società informando gli organi preposti alla difesa per metterli in condizione di intervenire nel nostro interesse e sostenerli nella loro lotta per modificare certe strutture, come la lotta sindacale della Polizia, e di educare i giovani nelle scuole e nelle famiglie per comprendere i pericoli e da che parte vengono e a cosa mirano.

Un insegnamento ancora vivo è quello della Resistenza, che è bene ricordarlo a chi intende modificare la società per fare arretrare i lavoratori, perchè certi disegni non passano e non passeranno.

a cura di Giuseppe Ferrero Commis. Problemi dello Stato 9
Difficoltà di un emigrato dal sud

Un'assemblea (cronaca e commento)

Il 10ottobre alla scuola elementare di Via Carnia il Consiglio di Zona 12 e la Commissione Casa hanno tenuto un'assembleapopolare sulla nuova Legge 392 sull'Equo Canone, presenti circa 100 cittadini, con numerosi interventi e richieste di chiarimenti.

Presiedeva l'assemblea il Presidente del Consiglio di Zona Spinazzola; due componenti della Commissione Casa Boscolo e Suppa hanno introdotto la discussione mettendo in risalto i lati prevalentemente positivi e alcuni negativi della legge.

Fra i lati positivi vi è il fatto che essa pone fine alla speculazione sugli affitti, imponendo con precisi criteri la loro entità; violando la legge, con un doppio contratto sottobanco o cifre a fondo perduto il proprietario commette il reato di estorsione che comporta anni di carcere; ovviamente l'inquilino deve rispettare il nuovo contratto conteggiato con la nuova legge.

È stato detto: "Fatta la legge trovato l'inganno", questo proverbio che nasce dall'amara esperienza popolare deve essere battuto con l'impegno degli inquilini che devono chiedere l'aiuto e il consiglio alle organizzazioni democratiche (partiti, sindacati dei lavoratori e degli inquilini, Consiglio di Zona, ecc.) e creare così un movimento finalizzato al rispetto della legge e al suo miglioramento.

Altro elemento è il fatto che la legge stanzia un fondo sociale a favore delle famiglie a basso reddito, questo fondo coprirà 1'80% dell'eventuale aumento.

Si ritiene importante che gli inquilini si organizzino per caseggiato eleggendo un comitato che discuta con il proprietario il nuovo affitto.

Nell'assemblea è stato denunciato che l'associazione della grande proprietà immobiliare si è dichiarata insoddisfatta della legge: ecco perchè il diffondersi delle vendite frazionate e degli alloggi tenuti sfitti in attesa di tempi migliori, di questi fatti i cittadini che ne sono a conoscenza devono informare il Consiglio di Zona.

Perché per esempio, non fare pagare una nuova tassa ai proprietari di alloggi, quando di proposito li affittano o effettuano le vendite frazionate per eludere la legge di equo canone?

Inoltre questa legge acquista maggiore significato perchè è affiancata da un'altra recente: la 457 - Piano decennale per la casa.

Il Comune riceverà finanziamenti che saranno soprattutto utilizzati al recupuero e al rifacimento di case degradate.

È stato proposto ai cittadini presenti interessati, di formare una cooperativa che ricevendo prestiti agevolati da questa legge può costruire case su terreno espropriato per edilizia popolare.

Un appello è stato rivolto ai tre sindacati CGIL - CISL - UIL che nominino i loro rappresentanti nella Commissione Casa di Zona come previsto dalla delibera del Consiglio Comunale.

Gli interventi dei cittadini all'assemblea hanno dimostrato conoscenza del problema, proponendo di inviare alle autorità richieste di miglioramento della legge, come l'abbassamento della percentuale di aumento annuale dell'affitto legato all'aumento del costo della vita.

11 rappresentante del sindacato inquilini SUNIA, Suppa, ha presentato un documento approvato da tutti, meno tre astenuti; in esso ci sono precise richieste mighorative, così sintetizzabili:

Richiesta al Prefetto e al Comune perché vengano revocati gli sfratti, introducendo il principio della giusta causa, stabilendo una proroga per i casi più bisognosi.

Dare il potere "1 Comune di occupare appartamenti sfitti o invenduti per assegnarli agli sfrattati per un periodo transitorio sulla base di una graduatoria.

Per il fondo sociale si tengano in considerazione casi particolarmente gravi ampliando 9uanto previsto dalla legge sulla base del carico familiare.

Richiesta di istituzione di commissioni democratiche di conciliazione.

Necessità di istituire l'anagrafe delle abitazioni con il loro degrado, lo sfitto e le vendite frazionate, per dare uno sbocco programmato alla soluzione del fabbisogno di case.

Concludendo, riteniamo indispensabile ripetere queste assemblee sull'equo canone come contributo alla conoscenza e all'aiuto pratico ai cittadini - inquilini.

Rispondiamo alle due domande più diffuse

i DOMANDA. Noi locatori (proprietari) e noi conduttori (inquilini) uscita la legge dell'Equo Canone, cosa dobbiamo fare?

2 DOMANDA. Noi inquilini, a quali motivi dobbiamo subire gli sfratti secondo la legge dell'Equo Canone?

Risposta alla prima domanda

La prima cosa da farsi, sempre per gli immobili adibiti ad uso di abitazione, è quella di trovare la superficie convenzionale e moltiplicarla per il costounitario di produzione la superficie dell'appartamento si trova misurando da muro a muro i locali, le sottofinestre, i vani, i passaggi da locale a locale, nonchè la soglia di entrata. Se il totale della superficie calcolata risulta inferiore di 46 metri quadrati, allora va aumentata del 20% (venti per cento), se risulta tra i 46 e i 70 metri guadati, va aumentata del 10% (diea per cento) se invece supera i 70 metri quadrati va lasciata intatta. Fatto questo, va aggiunto ancora, per chi ne ha in uso, il 50% della superficie per autorimessa singola, il 20% del posto macchina di uso comune, il 25% della superficie dei balconi, terrazze, cantine e simili, nonché il 10% dei millesimi condominiali a verde, sempre di uso condominiale.

La somma sarà la superficie convenzionale. Il costo unitario di produzione, per gli immobili costruiti entro il 31.12.1975. è previsto per Milano in lire 250.000 il metro quadrato che moltiplicato per i coefficienti correttivi, e cioè: il numero degli abitanti, la zona, lo stato di conservazione, vetustà (letà della casa), livello di piano e la categoria catastale (A-3-A-4 economica e popolare) di cui detti coefficienti con le relative grie misure si trovano sul libretto St NIA in edicola lire mille).

Il caso n° I prevede lo sfratto per necessità di adibire l'immobile ad

uso abitativo, commerciale, artigianale o professionale proprio, del coniuge o dei parenti in linea retta entro il 2° grado, oppure offra un altro appartamento all'inquilino con affitto non superiore al 20% di quello pagato. Quindi lo sfratto è previsto per disponibilità dell'immobile per destinarlo, oltre che ad abitazione, anche ad uso commerciale, artigianale o professionale del proprietario, del coniuge, dei figli o dei propri genitori (il che vuol dire che in ipotesi sono ben sei le persone che possono agire, 4 nonni e i coniugi, salvo la presenza dei figli che aumenteranno la lista. Per questa emblematica diffusa volontà di richiedere sfratti anche ai contratti a suo tempo bloccati, il parlamento deve intervenire, onde aggiornare la norma che vieti tutti gli sfratti, se non per inderogabile giusta causa, cioè derogare i punti richiamati dell'art. 59 della legge dell'Equo Canone. Nel contenuto elenchiamo gli edifici degradati (coeff. 0,90) della zona 12

Via Amadeo Giovanni Antonio, 85 - Via Bertolazzi Carlo, 10 - Via Borgomaneiro, 7, 9, 11, 13 - Via Cima Camillo, 19, 23, 27, 39 - Via Console Flaminio, 5 - Via Conte Rosso, 6, 10, 20, 22, 26, 30, 31, 36Via Crescenzago, 43 - Feltre, 70Folli Egidio, 14, 23, 25, 41, 43 - Via Monteggia Giovanbattista, 1, 2, IlVia Ortica, 1, 4, 8, 10, 11, 12, 15, 16, 23, 25, 26, 27 - Via Pitteri, 1, 3, 7, 9 - Via Pusiano 6, 24 - Via Rombon, 3 - Via Saccardo, 31, 35, 40Via San Faustino, 1, 3, 70, 72 - Via Ventura Giovanni, 2

Ci rendiamo conto che per alcuni anziani non è semplice, ma purtroppo è una cosa che bisogna fare perché si inserisce automaticamente, avendo base l'Equo Canone, l'aggiornamento dell'affitto con variazioni in aumento previsti per ogni anno dall'ISTAT. Per l'anno in corso o per il 1979 è gia effettivamente del 9,2%.

Risposta alla seconda domanda I casi previsti dell'art. 59 della legge "Equo Canone" n° 2 - 3- 45 - 7 e 8 non presentano difficoltà di interpretazione o guai agli inquilini.

Invece i casi I e 6 sono quelli che saranno oggetto di molte controversie.

Il caso 6 prevede lo sfratto quando l'inquilino può disporre di altra idonea abitazione non solo nel Comune dove risiede, ma anche in un comune confinante.

Eseguite le operazioni con i coefficienti sopra indicati, risulta alla fine il costo unitario di produzione, cioè ,il costo per metro quadrato. Pertanto, moltiplicando la superficie convenzionale per il costo unitario di produzione e moltiplicare ancora per 0,0385 ne esce il canone annuo (cioè l'affitto annuale). Visto come si calcola l'Equo Canone, possiamo dire che se questi risulta inferiore all'affitto che al netto degli oneri accessori pagato fino a quel momento, l'inquilino comunica al proprietario con raccomandata postale il ribasso riscontrato, se Invece l'Equo Canone risulta maggiore del vecchio affitto dovrà essere il proprietario a chiedere l'aumento. Fin tanto che il l' proprietario non faccia richiesta, inquilino non è tenuto a corrispondere un affitto maggiore, quindi continua a pagare come prima.

Se c'è aumento dell'affitto, questo avviene gradualmente, per chi ha redditi famigliari inferiori a 8 milioni, i primi due anni sarà nella misura del 20% all'anno (solo sull'aumento) e per i successivi anni fino al sesto del 15%. Invece per chi ha reddito superiore a 8 milioni (sempre per il 1977) su richiesta del proprietario, tale aumento sarà corrisposto nella misura del 50% il primo anno e 50% definitivamente il secondo anno.

COMMISSIONE CASA del C.d.Z.

COORDINATORE Boscolo Aldo Via Pisani Dossi 30 Roda geom Battista Via Passo Mendola 6 Negri Gianmario Via Marrazani 6 D'Ercole Pietro Via Monfalcone 44 Erzigo Costantino Via Pittre I Marigo Romeo Via Conte Rosso 31

Roberto Via R. Ruggeri 19 Conedera Gabriella Via R. Ruggeri 17 Contatto Giovanni Via Saccardo 37 Suppa Antonio Via Cambiasi 5

dott. Mario Via Primaticcio 90

Domenico Via Cima 39

COMMISSIONE URBANISTICA del

P.S.

Erano presenti all'assemblea un gruppo di marziani di Democrazia Proletaria, sempre alla ricerca di pubblicità, come loro costume non va mai bene niente, le loro richieste si concretizzavano in case e affitti gratuiti, come a suo tempo chiedevano gratis refezione scolastica e tram.

Questi marziani sono invitati ad appoggiare definitivamente i piedi per terra e chiedere la residenza a Milano.

Migneco
Urni
2157798 210572 2824746 2846348 2152801 2150585 2820126 2857356 2150250 2894166 4150526 2152672 21030
Scardaona
Sasso
Giuseppe Via Passo Rolle 43
C.d.Z. COORDINATORE lt Baffuno
2891906 M affìoli
2154635 Sironi Franco
272978 Scala Ferdinando
81 2591131 Sguera Giuseppe
Aselli
7382645 Roda geom.
6 210572 Micaelides
2893479 Lui
Via Orbetello 8 Conserva Francesco Via Maniago 17 212153693 Castellani Giovanni Via Cima 23 2152811 Conterio ing. Giannantonio Via Masotto 7 719498 Maglione Ernesto Via Pusiano 30 Sacconi Ernesto Via Ronchi 39 2151749 Lapini M. Grazia Via Passo Rolle 53 Crociati Wanda Via Zambaldi 11 5484217 Viganò p.e. Giancarlo Via Passo Rolle 45 210202 Mariola Aldo Via Saccardo 30 2152193 Czeppel Getulio Via Amadeo 79 711458 Magni geom. Guglielmo Via Val Caffaro 1 738996 Turrina Franco ViaFratelli Cervi 6 (Segrate) 2130376 Fossati Antonio Via Capranica 10 1.2363863 Agostini Barbara Via Casoretto 45 2896987 Brambilla Luigi Via Bregno 10 MILANO DODICI - pag. 10
ing. Adolfo Via Plezzo 78
ing Francesco Via Pitteri 101
Via Pinturicchio 5
Via Orbetello
Via
18
Battista Via Passo Mendola
ing. Renos Via Ampere 112
Claudio

Vogliamo l'apertura del consultorio

Noi Donne dell'U.D.I. (Unione Donne Italiane) abbiamo preso l'iniziativa di indire una ASSEMBLEA PUBBLICA il giorno 1° dicembre presso la scuola elementare di Via Maniago per discutere dell'apertura nella nostra zona del consultorio comunale previsto dalla legge regionale n. 44 fin dal 1976.

E stata un'assemblea partecipata e vivace. È anche intervenuto, come da nostro invito, l'assessore all'Igiene e Sanità Dott. Sirtori del Comune di Milano al quale abbiamo chiesto precisi impegni riguardo ai tempi di attuazione di questo importante servizio.

Noi dell'Udi ci siamo battute per conquistare questa legge che promuove e finanzia il servizio per l'educazione sessuale, per la procreazione libera e consapevole, per l'assistenza alla maternità, all'infanzia e alla famiglia; ora siamo convinte che dobbiamo ancora mobilitarci per spingere l'ente locale a rispettare i tempi di attuazione.

Purtroppo le risposte dell'Assessore non sono state convincenti. Abbiamo avuto anche la partecipazione della Coordinatrice della Commissione Sanità del Consiglio di Zona 12 che ci ha informato circa la ricerca dei locali necessari per l'apertura del consultorio. Infatti il problema più importante per ora è rl reperimento di locali adatti; il Consiglio di Zona ha individuato pertanto due possibilità: la prima, che è stata indicata già da due anni; è quella relativa alla palazzina di Via Rombon ma di proprietà privata e quindi di difficile attuazione; l'altra è quella relativa all'utilizzo di alcuni locali nella struttura della Casa della madre e del fanciullo di Via Pusiano che però sono di proprietà della provincia a cui è stato chiesto una convenzione di affìttan-

za col comune. Al termine dell'assemblea sono emerse due proposte: la prima per presidiare la struttura di Via Pusiano finchè la provincia non si impegni ad accordare l'affittanza dei locali al comune di Milano; l'altra di passare all'occupazione della palazzina di Via Rombon nel caso che cadesse ogni disponibilità della provincia per Via Pusiano.

L'assemblea ha inoltre dato mandato alla Coordinatrice della Commissione Assistenza e Sanità di accelerare gli incontri tra gli enti interessati. Noi dell'UDI ci siamo impegnate a chiedere la mobilitazione della cittadinanza per appoggiare la nostra iniziativa e ci impegnamo fin d'ora a fare una diffusione capillare di volantini e manifesti per le notizie necessarie. Chiediamo quindi alle donne della zona di darci un loro contributo, sia per discutere i contenuti delle nostre proposte che per attuarle. Abbiamo una sede provvisoria (in attesa che il Consiglio di zona ci dia locali per riunirci) e Vi invitiamo a partecipare alle nostre riunioni tutti i mercoledì alle ore 21 in Via Pitteri

4. Mobilitiamoci se non vogliamo che il consultorio nella nostra zona sia un sogno invece che una realtà.

Comunque, per il momento, ci siamo prefisse un altro obiettivo: quello di poter essere un punto di riferimento nella nostra zona per informazioni relative alla problematica della maternità sia essa desiderata che non.

Ci stiamo organizzando per avere un recapito anche telefonico in modo da fornire regolarmente informazioni sui problemi della gestazione, della contraccezione, della applicazione della legge 194 e sui consultori aperti a Milano.

UDI Zona 12

Il latte senza controindicazioni

Alcune persone presentano difficoltà digestive nei confronti del latte: in questi casi si parla di intolleranza.

La Centrale del Latte di Milano ha compiuto lunghe ricerche per stabilire le ragioni di questo fenomeno e ne ha individuato la causa di gran lunga più frequente nella mancanza della lattasi, un enzima che a livello intestinale permette l'assimilazione del lattosio, lo zucchero del latte.

Accertato che questo enzima è presente in alcuni lieviti, è stato prelevato da questi ed imprigionato in fibre di cellulosa.

Su queste fibre viene fatto scorrere il latte ad una temperatura di circa 7°C; l'enzima, a contatto con il lattosio, lo scompone in due zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio, permettendone così la perfetta assimilazione.

Il latte così trattato si chiama Accadì e costituisce una novità mondiale della Centrale del Latte di Milano.

Accadì è un po' più dolce del latte normale proprio perché il glucosio, ottenuto dalla scomposizione del lattosio, ha questa caratteristica. Il latte Accadì è perfettamente naturale, perché non gli è stato aggiunto nè tolto nulla e mantiene anzi inalterate le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive del latte.

La tecnica avanzata della Centrale del Latte di Milano ha dunque permesso di ottenere ciò che in natura non esiste: un latte facilmente assimilabile, veramente per tutti,

PER UNA HATERNITA' LE3E_RA t RrsFONsAgit_E PER 1.4 SALUTE D5u-4 1-e4DRa- E DEL PER z-4 ae c 5,9-fel/vi° :AA ps ,,_-55„-7 St C\ lkia o PER Pic; FÇEzici RAPPoRT / SESSUA 2. I CVANDO PAPPogn DELLA COf',0 /.4 DIYEA/774NO DIFFIct PER rJ /Ä5* L' ABORTO 13/ANCO -e PER LA SALUTE DELLA .1)0M/Vq. .Ä",t.':,?w,'Ät--". Ä omogene izzato po lun rziairnente remato di ga conservazione, Urli «filf.0 Å molo i MILANO DODICI - pag. 11
Centrale
A cura dell'Ufficio Pubbliche Relazioni della Centrale del Latte di Milano.
del Latte di Milano

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Questi e altri inserzionisti che ringraziamo e raccomandiamo ai nostri lettori.

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