Il Diciassette7

Page 1

LE PROPOSTE PER UNA "NUOVA" BIBLIOTElbA

CONSULTA GIOVANILE

1. Non si può parlare di noi, di che cosa ci proponiamo di fare, se prima non diciamo quali sono le premesse dalle quali partiamo nel valutare la realtà giovanile della zona 17. Si tratta in parte di discorsi non nuovi e comuni a molte altre realtà nel paese, dei quali però sottolineiamo alcuni punti significativi.

La disgregazione giovanile, che è il frutto più evidente e drammatico di una crisi generale, economica e di valori, della società italiana, è un fenomeno grave che coinvolge ogni aspetto di questa società, è un problema di fondo che va a toccare gli ingranaggi centrali sui quali si è fondata l'Italia del dopoguerra, l'Italia del "boom" economico.

La crisi attuale ha acutizzato le contraddizioni nei giovani che, emarginati dal processo produttivo, non vedono nemmeno quale ruolo storico hanno da giocare all'interno del paese, e ha posto quindi in modo sconcertante l'alternativa tra superamento di essa, cioè totale rinnovamento della società, e imbarbarimento, decadenza dell'Italia, dispersione delle energie nuove presenti in essa.

Arginare e combattere la disgregazione significa quindi

BAGGIO ancora un morto per droga

A Baggio è morto un altro ragzzo di circa 20 anni per una "overdose" di eroina.

Ci siamo recati in quel quartiere per parlare con la gente e con i ragazzi del problema della droga.

Analizzando la struttura tipologica di Baggio si può comprendere più facilmente il motivo per cui questa è stata la prima zona di Milano dove il fenomeno della droga si è sviluppato e dove vi è il maggior numero di tossicomani.

I caratteri dell'emarginazione

Via F.F. Armate e Baggio li hanno sempre avuti.

Il gruppo di "case minime" rimane nel cuore della zona come simbolo della vecchia emarginazione, quella delle classi lavoratrici più povere che nel dopoguerra venivano respinte fra le nebbie della periferia.

All'epoca del "miracolo economico" la zona ha ricevuto un grosso flusso d'immigrazione che ha favorito una speculazione edilizia disordinata e caotica.

È logico che con l'aumento della popolazione suburbana siano aumentati — anche come semplice fatto numerico — episodi delinquen-

(segue e pag. 21

lottare tutti insieme per una società nuova, di cui nessuno ha oggi il modello, ma che si costruisce risolvendo alla radice i problemi dei giovani, scoprendone e distruggendone le cause che li generano.

D) La partecipazione di tutti i giovani a questa battaglia non è perciò un fatto solo importante, ma necessario perché la partecipazione stessa è la prima, fondamentale risposta alla disgregazione. Questa aggregazione di giovani, questa Consulta Giovanile (ci è sembrato il nome più appropriato), proprio per i caratteri di massa che intende assumere non può e non deve essere un luogo di semplice confronto delle forze politiche, sociali, religiose, ecc. già organizzate in zona, ma un luogo aperto a tutti i giovani (organizzati e no) dove, col confronto, si costruisca qualcosa di nuovo.

Nella zona 17, vi sono vari gruppi giovanili che a vari livelli (sociale, culturale, assistenziale), come già s'è detto, si impegnano nel quartiere.

Sono di estrazione diversa: cattolica, quelli delle parrocchie, politica, FGCI, e il cosiddetto fabbricone di via Bruzzesi. Esiste già da qualche an(segue a pag. 2)

Comm. Stampa Prop. e Cultura

Via Volturno n. 33 20124 MILANO

Ùillaggio dei ferri: primo passo verso la soluzione

Si ripropone nella nostra zona la questione del degrado abitativo e ciò accade non solo come nel passato, nel solco della denuncia delle cose da fare ma anche di ciò che finalmente l'amministrazione locale ha fatto insieme allo IACP.

Sono pronte le nuove abitazioni popolari di Via Primaticcio: si tratta di 120 appartamenti dei quali 90, come tetto massimo, sono stati riservati agli inquilini delle casette in legno del VILLAGGIO DEI FIORI che sono stati temporaneamente trasferiti e che hanno un regolare contratto di affitto con l'Istituto.

Presso il Consiglio di zona gli inquilini potranno rivolgersi per avviare le pratiche amministrative necessarie all'assegnazione degli alloggi, mentre si dovrà operare con tempestività perché insieme all'assegnazione dei nuovi alloggi, si demoliscano rapidamente le abitazioni in legno e si evitino possibili occupazioni abusive.

Questa la notizia più importante emersa dall'assemblea degli inquilini al centro sociale di Via Inganni, 4, venerdì 6 ottobre nella quale grande è stata l'attesa e la soddisfazione per questo fatto.

In particolare l'inquilino si è interrogato su due problemi: da un lato riguardo alle pratiche necessarie a completare l'assegnazione delle abitazioni che, accompagnandosi sempre ad aspetti burocratici preoccupano sempre un po' la gente, dall'altro la questione del futuro canone, che dovrà essere commisurato al canone sociale che vige nelle abitazioni dello IACP.

Il Comitato Inquilini aderente al SUNIA non si è giustamente solo compiaciuto di questo passo in avanti, ma ha sottolineato anche gli aspetti negativi e in particolare il problema irrisolto delle abitazioni in muratura che necessitano di una rapida manutenzione straordinaria insieme al risanamento urbanistico dell'area circostante con particolare riguardo per la viabilità e le aree verdi.

Si tratta quindi, da parte dell'Amministrazione Comunale e dello IACP, di intervenire deliberando i lavori necessari, il progetto ed il finanziamento relativo e approntando un rapido inizio dell'opera.

Il problema è stato discusso nell'ultima seduta del Consiglio di Zona, nella quale si è concordato di rilanciare la questione e di organizzare un incontro tra Organo Amministrativo decentrato e Comitato inquilini del Villaggio dei Fiori per definire le iniziative necessarie verso l'amministrazione.

Quel che è certo è che questo problema ha carattere prioritario e che quindi attorno agli inquilini del Villaggio è necessaria l'azione solidale del Consiglio di Zona, dei partiti democratici, del movimento degli inquilini.

Hanno aperto l'assemblea Venturini e Colella del Comitato Inquilini aderente al SUNIA, i quali hanno insistito sulla necessità che gli inquilini partecipino uniti alla

battaglia per i loro interessi.

Questa è la condizione per andare avanti e conquistare nuovi traguardi anche per le case in muratura. A questo proposito segnaliamo tuttora il carattere significativo e valido del "libro bianco" redatto dal Consiglio di Zona e dal Comitato Inquilini e delle proposte a suo tempo elaborate che elenchiamo qui di seguito:

Strada: mantenere la viabilità principale e chiudere al traffico di transito le strade secondarie di accesso alle case.

Fognature: per le case a schiera corte non ci sono problemi se non di manutenzione ordinaria mentre per le case a schiera lunghe vi sono infiltrazioni di liquami cui si porrà rimedio.

Tetti: piove dentro molte case quindi i tetti vanno sistemati sostituendo le lastre di Eternit, impermeabilizzando le salette di copertura, cambiando i pluviali.

Facciate: da ripulire e verniciare.

Serramenti in legno: da sostituire verificandone la condizione casa per casa.

Antenna TV centralizzata: per evitare che qualche furbo rovini i tetti e provochi nuove infiltrazioni. Riscaldamento centralizzato o per gruppi di casa.

Cancellata solida per la recensione dei giardini.

Queste proposte richiedono ora un sostegno politico per tramutarsi in fatti concreti.

ANCORA SU l'EQUO CANONE

Nel numero precedente non ci era stato possibile segnalare il coefficiente esatto ubicativo della ns. zona in quanto il Comune non aveva ancora deliberato la perimetrazione definitiva della città. Ora sappiamo che la zona 17 è considerata ZONA EDIFICATA PERIFERICA ed il suo coefficiente correttivo è 1,00.

Restano ancora in sospeso all'interno di ogni zona la conferma sempre da parte del Consiglio Comunale, di quelle aree di degrado oppure di particolare pregio, per le quali si dovrà applicare un diverso coefficiente ubicativo. Va da sè che per quello che riguarda il degrado senza alcun dubbio verranno inserite quelle aree già comprese nel vincolo "167" o comunque segnalate dai vari Consigli di Zona, per la applicazione di tale vincolo.

Nel numero di dicembre saremo in grado di dare ai nostri lettori l'elenco analitico delle varie aree degradate in zona a cui sarà applicato il coefficiente correttivo 0,90.

Ricordiamo inoltre che presso la sede del Consiglio di Zona (in via Legioni Romane 54), si possono ritirare i moduli necessari per la ri-

chiesta, all'ufficio tecnico erariale, della assegnazione al proprio appartamento, della categoria catastale indispensabile per poter applicare l'equo canone. Tale assegnazione verrà notificata entro 90 giorni, e sarà unicamente ai fini del calcolo del nuovo fitto. Infatti l'assegnazione viene_effettuata d'ufficio in base alle informazioni desunte dalla domànda senza alcun sopraluogo di tecnici.

Non è con queste brevi ed ulteriori informazioni che il Diciassette conclude il suo ciclo dedicato all'equo canone.

Nei prossimi numeri cercheremo di riassumere, magari con alcuni esempi pratici in zona, quella parte della legge riguardante il calcolo del nuovo fitto. Sarà nostro costante impegno la divulgazione e la spiegazione degli altri articoli, soprattutto se sollecitati dai nostri lettori. La legge del 27 luglio 1978 n. 392, più comunemente nota come equo canone, è composta di 85 articoli ed arriva a dare una regolamentazione così dettagliata ed ampia da non poter essere ignorata da tutti coloro che vogliono risolvere un problema di "Caro Fitto".

Spedizione in abbonamento postale gr. III - (70%)
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
NTE NA ATL P TO 9 HI DeA li Frua: inquiuniinlottaPA INA 3 Scuola& p aia' PAG.4 r amare Milano PAG.4 Il ruolo dflle Anno Il - N. 8 Novembre 1978 mensile dipolitica cultura attualità della zona 17 Esce il primo di ogni
mese
DEFINITO IL COEFFICIENTE CORRETTIVO DI ZONA.

IL DICIASSETTE/ 30T ICA&Ar „ALI'

Baggio: ancora un morto per droga

ziali di varia natura. Più volte si è fatta risalire la matrice dell'aumento della criminalità alle origini meridionali dei protagonisti delle imprese criminose, ma una simile generalizzazione è da respingere e da condannare ed i veri motivi di questa anomala situazione sono da attribuirsi ad altre cause.

Alla base di questo fenomeno vi è la scarsa possibilità di inserimento del giovane nel lavoro oltre che l'appartenenza a famiglie numerose costrette a vivere in ambienti ristretti e carenti di elementi primari.

Non c'è la possibilità di fare sport; c'è la totale mancanza di impianti sportivi — fatta eccezione per il tennis (davanti al S. Carlo) i cui campi però sono a disposizione di una esigua minoranza pagante.

Totalmente carente è l'attenzione ai problemi culturali; vi è una sala cinematografica che proietta solo films di una squallida pornografia o di violenza che contribuiscono ad allontanare i giovani dai problemi culturali o sociali.

Su questo tessuto sociale facilmente si è potuto innestare il "germe della droga".

A Baggio la droga era già un incubo fin dall'inizio degli anni '70; qui non è "penetrata", è arrivata con un'ondata che ha travolto i più giovani, creando una sorta di "scuola" allo spaccio e all'uso della stessa e ad altre forme di delinquenzatali da costituire una vera e propria alternativa per i giovani del

2 Novembre 3 CC 6 C4 7 44 8 10 15 16 17 21 24

quartiere, alternativa alla scuola, al lavoro, ecc.

La zona di Raggio è stata la prima a sentire la necessità di un'opera di prevenzione contro tale fenomeno e la prima ad accorgersi che per molti ragazzi il far politica costituiva un pretesto per uscire dall'isolamento ed inserirsi in un contesto sociale.

Avvicinando alcuni giovani è stata confermata la realtà che abbiamo descritto. Non essendoci in zona nessun punto di riferimento preciso, questi ragazzi hanno la possibilità di discutere dei loro problemi solo sulle scale di casa e avvertono l'esigenza di trovarsi in un luogo diverso e più socializzante.

I genitori, invece, invitati a discutere sul problema della droga si sono rifiutati di parlare trincerandosi in un assurdo mutismo o colpevizzando "i genitori di quelli che si drogano". Insomma, sono sempre gli altri quelli che sbagliano: con una corretta gestione dei mezzi di informazione si potrebbe aiutare meglio questa gente che considera ancora "tabù" il problema della droga.

L'amministrazione dovrebbe interessarsi per portare avanti iniziative di tempo libero attraverso assemblee di cittadini. I giovani sentono molto questa esigenza; chiedono strutture e incalzano il C.d.Z. perchè si portino avanti questi obiettivi.

Commiss. Urbanistica Cons. di Zona aperto al pubblico per quartiere Moricalvo Commiss. Sanità Incontro comm. educazione con distretto scolastico e comm. Ecologia Assemblea per le votazioni europee Comm. Educazione incontro scuola materna Educaz. Lavoro commercio caro vita Consiglio di Zona Comm. Ecologia Educazione riforma scuola media superiore

Presa di posizione antifascista

Il Consiglio di Zona 17 sostiene necessario l'isolamento politico dei rappresentanti del MSI - DN in quanto, essendo un partito di chiara marca fascista, offende la coscienza della popolazione e lo spirito democratico su cui è basato il Consiglio di Zona. Ritiene inoltre che, per evidenziare con atti e non solo con affermazioni di principio la linea democratica, si debba andare incontro alla più larga intesa dei partiti democratici e rifiutare in qualsivoglia votazione l'apporto del voto dei rappresentanti del MSI - DN qualora esso fosse determinate per le scelte politiche della Zona.

Fa pressione sugli organi parlamentari affìnchè venga accellerata la discussione della proposta di legge per la messa al bando del MSI - DN e di tutte le organizzazioni collegate ad essa.

Consiglio di Zona 17

il Diciassette

mensile di politica cultura attualità della zona 17

Redazione e amministrazione: 20147 Milano, Via Inganni 4 - Tel. 417026

Editrice Il Diciassette s.d.f. via Inganni, 4 - Milano

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 51 del 30.1.1978

Direttore responsabile

Marisa Deimichei

Comitato di redazione

Franco Bonaretti,

Daniele Calvi, Alessandro Finetto, Giorgio Fiorese, Gianfranco Gattini, Rosetta Gimbatti, Roberta Meroni, Luigi Torelli, Oriano Valli

Fotografia: Antonio Elia,

DALLA PRIMA

CONSULTA GIOVANILE

no un collegamento dei giovani cattolici del decanato giambellino, ma mancava decisamente un dialogo e un coordinamento fra tutti i giovani senza discriminazione di ideologia o esperienze. Anche da questo nasce l'idea della Consulta Giovanile, e cioè dalla coscienza dell'incapacità delle varie organizzazioni di incidere profondamente, con la loro presenza isolata, nella realtà così difficile della zona 17.

La Consulta ha già una breve storia: si è formata infatti nella primavaera del '78. Adesso, alla ripresa dell'attività, abbiamo avuto nuove adesione, si è allargato il "patrimonio" di esperienze, abbiamo focalizzato meglio gli obbiettivi. I bisogni della zona sono tanti ed è difficile stabilire delle priorità. Abbiamo cercato allora la carenza maggiore, che, secondo noi, è la carenza culturale. In una zona di circa 2:00.000 persone ci sono poche sale cinematografiche, non c'è una propaganda adeguata delle iniziative che i vari gruppi portano avanti. Manca soprattutto uno strumento pubblico in cui tutti possano riconoscersi e che sappia essere l'animatore della vita culturale del quartiere.

Questo strumento è la biblioteca, che non deve essere concepita solo come luogo di consultazione o di prestito libri, ma come spazio privilegiato per un confronto documentato (attraverso cìneforum, conferenze, mostre fotografiche) per una "distribuzione" culturale per tutti. Come vedete le cose che una biblioteca può fare sono molte. Nella nostra zona ci scontriamo però con una ben triste realtà. Il Comune ci ha messo a disposizione la biblioteca di via Odazio, che è veramente piccola rispetto alle altre biblioteche rionali milanesi. Ha solo una sala di lettura, ed è sprovvista di sala musica, non ha spazi per mostre, conferenze, proiezioni; anche lo spazio per i giovanissimi è molto ridotto.

Ecco quindi perchè come consulta abbiamo scelto di ristrutturare la biblioteca di Via Odazio. I passi da fare sono molti.

Bisogna innanzi tutto sensibilizzare più gente possibile, vale a dire portare tutti a conoscenza di questo problema, che a molti può sembrare una esigenza secondaria o addirittura inutile, ma che certamente può trovare un interesse particolare nelle nuove generazioni.

Con l'aiuto di tutti eleggere il comitato di gestione così come prevede la legge regionale del 1973.

Intanto è necessario prendere contatti con il Consiglio di Zona, che deve approvare il regolamento del comitato di gestione, e verificare con il C.d.Z. quali reali possibilità ci sono per l'indispensabile ampliamento delle strutture.

Ecco perchè vi chiediamo di "far girare la voce" e di partecipare alle iniziative che via via andranno prese in modo che la biblioteca sia realmente di tutti e per tutti.

Alberto Farotto del don Orione Alberto Tronconi della FGCI

Gianmarco Cravero

Pubblicità: Gianfranco Gattini

Stampa: Coop. Il Guado Robecchetto con Induno

(Mi) -Tel. 0331/881475

Hanno inoltre collabora-

to: Amilcare Ferrini

Creare dai tuoi capelli una personalità. Dare al tuo volto un "qualcosa di diverso"... quel tocco di classe. E' il concetto di VIP, Parrucchieri Professionisti, stilisti dell'Accademia SAASMAM

I Noviello via Vallazze, 102 tel. 292882 zona Città Studi v.le Famagosta, 2 tel. 819424 zona Barona

Santino Calderone Via Lazzaroni, 10 Tel. 6893934 Zona Stazione Centrale

Franco Petrolla via Vitruvio, 39 tel. 200130 zona Venezia

Filippo Falzone via Fili Campi, 2 tel. 576751 zona Vittoria

Gianni De Matteis via Fauchè, 37 tel. 342468 zona Sempione Mimmo Santarpia via Tartini, 2 tel. 3762208 zona Affori

Michele Laurita p.zza VI Febbraio, 16 Tel. 381623 zona Fiera

EQUIPE MODA SAASMAM

I PROFESSIONISTI DELL'ACCONCIATURA

Eccezionale offerta, valida fino al 23 Dicembre:

Se avete problemi di arredamento, questa è l'occasione più favorevole! Per ottenere un televisore di gran marca in omaggio, basterà effettuare un acquisto di almeno L. 1.150.000 scegliendo fra le nostre interessanti proposte-arredamento, in stile e moderne, offerte a prezzi di sicura convenienza.

Ecco alcuni esempi:

Camera da letto matrimoniale completa di giroletto e radio

Camera da letto matrimoniale in stile, completa

Soggiorno composto da 6 elementi, più tavolo rotondo

e quattro sedie

Salotto composto di divano matrimoniale e due poltrone

Salotto in pelle composto di divano a tre posti e poltrone

Cucina americana completa

Cameretta composta da armadio, letto e scrittoio

Mobile-letto

Materassi

ARREDAMENTI

SALVATORE

L.

L.

Savona, 25-Milano,tel.02/8372521

DALLA. PRIMA
UN TELEVISORE
OMAGGIO A TUTTI!
1.080.000
1.200.000
950.000
Anticamera 580.000 L 980.000 L. 990.000 L. 530.000 L. 65.000 L. 23.000 L. 196.000
L.
L.
Vasto assortimento - Visitateci: è nel vostro interesse!
RIZZOTTO
Via
CALENDARIO CdZ

IL DICIASSETTE/ C4SN

GLI ASSESSORI ROSSINOVICH E BACCALINI.

INQUILINICONTRO LIEV VENDITE FRAZIONATE

LA POSIZIONE DI UN INQUILINO

Vili chi io Frua: omo la 167

A novembre entrerà in vigore la legge 392 sull'equo canone.

Cin9uanta anni fa un buon "padrone, ligio ai canoni della vigente conduzione aziendale liberaipaternalistica, decide di legare a sè in modo più completo i propri lavoratori.

Edifica, in alcune zone di Milano, dei complessi che concede, poi, in affitto ai dipendenti. Nascono così i vari villaggi "De Angeli Frua": via Parmigianino, via Colonna, via Moncalvo.

Sia ben chiaro nulla di eccezio-

nale, niente lussi! Il classismo imperante ha le sue regole: per dei lavoratori sobrietà innanzi tutto: "modesto ma dignitoso"! In quanto a modestia tutta quella conosciuta dall'edilizia popolare del tempo (oggi la si definirebbe essenzialità): un tetto, dei muri, le finestre e la vasca per lavare i panni. In quanto alla dignità quella è sempre stata un problema esclusivamente della classe lavoratrice: da sempre ha dato prova di averne tantissima! inserzione a pagamento

Un secondarioproblema

Molti ritengono che il problema arredamento sia un problema secondario. Può essere, ma è secondario desiderare una casa accogliente e funzionale, dove vivere comodamente?

Quando si mette su casa o si decide di dare un'aria nuova ad una stanza, nascono complicazioni di ogni tipo.

Che mobili scigliere, come disporli? Come abbinare i colori, i tessuti, i tendaggi, in modo armonioso? E poi, come sfruttare razionalmente tutto lo spazio disponibile?

A questo punto, le soluzioni possono essere tante. Si copia qualche idea dalle case degli amici, si sfogliano riviste specializzate e no, si girano negozi e negozi, rischiando di spendere molto e di avere risultati deludenti.

Eppure, ci sarebbe una soluzione semplice e sicura: rivolgersi ad un esperto, all'arredatore. Certo, la figura dell'arredatore è sempre stata legata alle disponibilità di una certa élite, che poteva permettersi il lusso di "firme" famose.

Invece, secondo noi, l'arredatore

dev'essere semplicemente un tecnico, che svolge un ruolo sociale.

Un tecnico capace di studiare l'utilizzo ottimale degli spazi e dei volumi, di suggerire i mobili, i materiali, i colori, senza mai imporre il suo punto di vista.

Un consulente, insomma capace di interpretare i vostri gusti e le vostre esigenze e di saperle tradurre in un progetto facilmente realizzabile.

E, poichè svolge un servizio sociale, l'arredatore dev'essere alla portata di tutti.

Le nostre tariffe, infatti, sono proporzionabili al lavoro svolto, concordate preventivamente ed accessibili a tutti.

De Angeli Frua di via Moncalvo no! Dopo cinquanta anni le abitazioni sono ancora lì uguali: ma proprio identiche. Ci sono infiltrazioni? C'è umidità? Mancano i servizi? Non esiste ancora il riscaldamento? Il tetto crolla? Saltano le fognature? Che importa! Anche gli inquilini stanno invecchiando e nessuno fa loro una colpa del trascorrere degli anni e se da lavoratori attivi sono diventati pensionati, allora? Essi protestano, reclamano migliorie; cosa fare?

Una mattina l'idea geniale colpisce la maggioranza azionaria della DAF (De Angeli Frua) nella persona di Giuseppe Cabassi: — e se vendessimo un po' di questi nostri villaggi così scomodi ed infruttiferi a qualche immobiliare? Poi, questa, con una bella verniciata esterna ed un adeguato annuncio potrebbe fare un buon affare! — Carta e penna, un po' di conti e, meraviglia: con 883 milioni la DAF si può sbarazzare di questo problema.

Ora i conti li vogliamo fare anche noi: la immobiliare prescelta la fantomatica "Misette" ad operazione conclusa intascherà netti circa un miliardo e mezzo; presto dimostrato: cento venti alloggi con un prezzo di vendita che varia dai dieci ai quaranta milioni, secondo la grandezza, detratte le spese risultato, milione più milione meno, quello sopra denunciato.

Abbandonato il Cabassi ai suoi destini societari, i "dignitosi" pensionati che fanno? Stanno dimostrando tutta la capacità e la volontà di lottare che nessun paternalismo è mai riuscito a debellare nei lavoratori.

Decisi a non cedere, organizzati nel S.U.N.I.A., e con l'aiuto del Consiglio di Zona, sono andati in delegazione in Consiglio Comunale e questo si è impegnato, nella persona degli assessori Rossinovich e Baccalini, ad organizzare un incontro, entro brevissimo tempo, tra proprietà, inquilini e SUNIA, con la mediazione del consiglio stesso, per raggiungere un accordo che non sarà solo il ritiro della vendite frazionate, ma anche di impegno, da parte della proprietà, per attuare quelle opere di risanamento e manutenzione che per cinquanta anni sono state ignorate. D'altro canto la De Angeli Frua non è nuova a vertenze di questo tipo. Circa sette - otto anni fa fa tentò di sbarazzarsi di altri villaggi divenuti ormai scomodi: le speculazioni edilizie non debbono essere il suo forte: neppure la spuntò! La recidiva DAF dovrebbe cominciare ad accorgersi che i tempi cambiano. Possibile che non conosca l'esistenza della legge N. 167 sotto il cui vincolo possono essere messi i suoi "decadenti villaggi"? Possibile che in tanti anni di gestione aziendale e di contatto col mondo del lavoro non abbia ancora capito la forza di un sindacato (sia esso di semplici inquilini quale è il SUNIA)? Certo per chi è, da sempre, abituato a conoscere solo il significato di alcune parole quali: sfruttamento, speculazione, libero arbitrio, sarà sconvolgente doversi aggiornare veloceniente: dal 1927 ad oggi nel tranquillo "villaggio", ormai soffocato dai palazzoni circostanti, altri termini altre idee sono entrate: il "buon padrone" è diventata la controparte, sono entrati significati nuovi: organizzazione, sindacato, solidarietà, è entrata la certezza che per lottare non vi .è limite di età, soprattutto se si deve difendere un primario diritto e la certezza di un alloggio è essenziale per qualunque lavoratore.

Come tutte le leggi "Fatta la legge trovato l'inganno"; —fa meraviglia come mai uomini studiosi come i nostri deputati si siano fatti sfuggire a quali conseguenze vada incontro questa legge in merito all'applicazione dell'art. 61 il locatore può recedere l'immobile, dopo uno o due anni secondo i casi, buttando in istrada l'inquilino tramite "sfratto" operato dall'ufficio giudiziario assistito dalla forza pubblica. Dove va l'inquilino?

Qunque, possiamo essere buttati fuori dalle nostre case, per il solo reato di povertà, quello di non avere in tasca i milioni sufficienti per comprare le nostre abitazioni.

Se l'equo canone fosse giusto, nessuno leverebbe alcuna critica, ma se ci vediamo costretti a levare le nostre critiche, è perché sappiamo a quale serio problema andiamo incontro se una volta sfrattati non si trova una casa da abitare

Le case del Villaggio Frua sono state costruite nel 1919 e inaugurate nel 1922 da Giuseppe Frua.

Queste case, avrebbero dovuto essere

dopo 15 anni degli stessi zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA dipendenti con 20 anni di anzianità presso la De Angeli Frua come da polizze di assicurazione sulla vita; queste polizze sono state poi ritirate dal De Angeli.

Nel 1971 vi è stato un tentativo di disdette da parte della stessa De Angeli allo scopo di abbattere le villette, e ciò non è avvenuto grazie alla resistenza da parte del comitato inquilini.

Ora, con l'entrata in vigore dell'equo canone, stanno eseguendo le riparazioni, ma per chi ha i soldi per comprare le case decrepite abbellite all'esterno per poi farci buttar fuori.

Infatti il geometra interessato alle vendite ci chiede dai 10 ai 20.000.000, somme che non abbiamo mai viste nè sognate.

Ma perché la De Angeli vende? È evidente che il suo scopo di "vendita frazionata" è di racimolare quanti più soldi possibile per poi magari portarli all'estero.

Quel che noi chiediamo è che vengano impedite le vendite e che venga applicata sul Villaggio Frua la legge 167.

Un inquilino del Quartiere Moncalvo

VIA VITERBO E VIA LUCCA: E il supermercato?

Il quartiere delle case GESCAL di via Lucca e via Viterbo è stato costruito nel 1973 - 74 ed i premi insediamenti sono iniziati nel 1975.

Questo complesso fa parte del piano decennale GESCAL definito dalla legge n. 60 con la quale si era programmata l'utilizzazione dei fondi versati dai lavoratori e dagli imprenditori.

L'articolo 14 di questa legge prevede che in ogni piano comprensoriale vengano ammessi anche i servizi necessari e indispensabili per far fronte a tutte le esigenze del quartiere. Quella che abbiamo di fronte oggi è un'area in cui le case sembrano grossi "funghi" isolati senza nessun tipo di rapporto, nè con l'interno nè con l'esterno: una mancanza di "scambio", se con questo intendiamo la presenza di servizi primari. L'articolo 14 quindi, in questo complesso, è stato violato. Questa carenza però nasce dal Ministero dei Lavori Pubblici in quanto nella circolare di attuazione della legge 60 non si fa menzione dell'articolo 14. Si può quindi dire che la mancanza di servizi, nelle case GESCAL, nasca dalla cattiva interpretazione della legge

stessa da parte del Ministero dei Lavori Pubblici.

Il progetto di questo complesso comprendeva la costruzione di un edificio di grande distribuzione alimentare; cosa però che non è avvenuta per colpa evidentemente della GESCAL. C'è stata in seguito la cessione della gestione all'ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI che prendendo atto della situazione dovrebbe costruire questo edificio, di cui gli abitanti di,questo quartiere hanno bisogno, come ci spiegano loro stessi. La presenza di alcune aree precise in cui ci sia lo spazio per questi negozi non è sufficiente; c'è bisogno però di sbloccare questo isolamento e le strutture richieste ne sono i mezzi, capaci di operare all'interno di questi tessuti sociali come prevenzione al loro aggravamento e per un risanamento qualitativo.

Il consiglio di zona 18 non ha posto come "rilevanti" i disagi di questo quartiere e perciò la situazione rischia di diventare stagnante se non si interviene con un'azione efficace degli stessi inquilini, che sono i primi interessati.

O.V.A.F.

AGENZIA R.R. di renzo ruggeri

Pratiche auto, rinnovo patenti e passaporti. Assicurazioni di tutti i rami e assistenza gratuita per recupero danni.

corsico via s. adele 21, t4479880

milano via pavoni 1, t. 6882938

C ma. num nom num 3 Studio i Consulenza h i " Locazioni ARCH. G. DEGLI ESPOSTI, DOTT. M. VALENTINI RILIEVI CALCOLI DETERMINAZIONI EQUO CANONE APPARTAMENTI, NEGOZI, CASEGGIATI Telefonare per appuntamento dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 al 474468 L P.za S. Bolivar n. 11 - 20146 Milano Autobus 50, 60, 90, 91 Tram 8, 21 ‘11111.. 111111\ NIIIIIIK 11111111L \111111\ "Ilik
INQUILINI DEL VILLAGGIO DE ANGELI - FRUA IN LOTTA CON L'APPOGGIO DEL SUNIA, CONSIGLIO DI ZONA E
s progettazione d'interni telefono 410332

Scuola e politica SESTA PARTE PER AMARE MILANO

L'esigenza di questa chiarificazione nasce dal fatto che vivendo democraticamente nella scuola da pochi anni (vedi nascita dei Decreti Delegati) non si è avvezzi a certe forme e si considera la politica, cioè la forma di vita un mostro da bandire.

Cos'è la politica? Tutte le volte che i gruppi di cittadini si riuniscono in assemblee e discutono dei loro problemi collegialmente, in quel momento, fanno politica. Così è per le assemblee di classe, di interclasse di genitori nella scuola, di docenti nel distretto, nella zona, ecc.

Perchè? Perchè esiste la democrazia, una forma di governo che consente a tutti i cittadini di organizzarsi, di riunirsi, discutere i problemi della collettività e avanzare proposte, cioè possibili soluzioni.

Quello che conta è trovare il punto d'incontro per risolvere i problemi nel modo più adeguato alla collettività, senza interessi di parte. Prendiamo in esame, adesso, il gruppo classe.

L'insegnante, attenendosi, per obbligo, ad un programma, ministeriale, fa parlare gli scolari, scrivere, giocare, cantare e muovere secondo uno schema, che può essere più o meno progressista, più o meno rispondente alle esigenze di un fanciullo in evoluzione. Nell'intento doveroso di aiutare lo scolaro a divenire persona. Lo scolaro studia la storia degli uomini nel suo divenire, da quando ha lasciato traccia di sè sulla

terra ad oggi per conoscere la sua organizzazione, il suo modo di credere,, le sue invenzioni e scoperte. Studia l'uomo attraverso lo studio della geografia, della religione, dell'educazione morale e civile, della matematica, del disegno, del canto, dei lavori manuali e pratici.

Per concludere: in ogni epoca l'uomo vive una forma di vita organizzata. Meglio se è preparato, istruito nel senso attivo, reale, perchè la scuola non è una casa astratta, ma deve corrispondere alla vita.

Noi oggi godiamo della forma organizzativa democratica, cioè partecipazione, riunioni, dibattiti per esigenze di miglioramento ed allora ben venga questa politica nella scuola, senza scandalismi se vogliamo crescere come popolo il senso civico, cioè democratico. Gli scolari hanno diritto a tale crescita perché saranno i futuri cittadini.

A proposito di tutto questo detto, ricordo che questo mese si voterà nelle scuole per eleggere i rappresentanti di classe (dimostrazione pratica di politica nella scuola!): partecipare è un dovere e un diritto acquisito. Se non si vuole tornare indietro per favorire il gioco di chi vuole affossare la "democrazia", genitore vai a votare, e sappi che non si esaurisce qui il tuo compito civico, ma continua... Angela Caltagirone

Insegnante Scuola Elementare Narcisi,

Mamme & rane a scuola

Finalmente entrano in vigore i Decreti Delegati per la istituzione di organi democratici ad opera della volpe - ministro alla pubblica istruzione.

Come in una sfilata le rane e i rospi s'incamminano con tante buone speranze: facce allegre, capelli ben lisciati, abiti della festa. I più istruiti hanno già proposte in tasca, altri silenziosi ascoltano. Quale realtà! Valanghe di proposte per palestre — sport di ogni tipo, serrature da riparare, macchinette della cioccolata da installare ... fiumi di parole, ma nessuna proposta di contenuto didattico: i programmi sono gli stessi. Che delusione! Passano gli anni e il ruolo dei genitori si esplica, per i più, nell'accompagnamento dei ranocchi scolari alle gite.

Le rane più spavalde si azzardano a dichiarare in una delle tanta assemblee che sarebbe meglio usare il metodo del ragionamento nella didattica, dare più spazio alla partecipazione attiva degli allievi per poter essere più interessati, osano anche dire che sarebbe più efficace dare la precedenza a progetti di studio più vicini alla realtà della società odierna. Si scatena l'agitazione fra i leoni docenti; vedono un tentativo di spodestamento e si attaccano al sacrosanto diritto

della libertà d'insegnamento, in virtù del quale tutto viene consacrato, pure la scemenza del voto, scopo principe del loro metodo. Ma non si arrendono i genitori e alla fine di una giornata faticosa in fabbrica, cocciuti e persistenti alcuni (mentre altri delusi si chiudono nello stagno) continuano a partecipare a questa nuova vita democratica in un ruolo tanto importante per la società qual è la scuola.

Osano chiarire che lo scopo della nuova scuola, non è il voto, o il giudizio, o l'esame o la bocciatura, ma la gioia di istruire, con amore, dignità, coscienza; interessare gli allievi, farli partecipi alla costruzione giorno dopo giorno del sapere reale vivo e civile, di far capire loro che l'istruzione è una necessità vitale dell'intelletto, come il pane quotidiano lo è per il corpo. E ancora osano: tutti devono vivere di questo diritto, soprattutto i figli degli operai che per secoli hanno servito i prepotenti nella umiliazione e nelle frustrazioni — tutti uniti osano decidere ciò.

Per questo, più che scoraggiarsi, mamme rane e papà rospi si organizzano: hanno capito che la migliore forma di governo è la democrazia, cioè la partecipazione.

URSUS

Alle soglie del 1500 la crescente potenza di Francia e Spagna faceva rivolgere l'attenzione e gli appetiti di questi Paesi verso l'Italia. L'Italia di quel periodo pur essendo disunita e senza liberta è un paese ricco, splendido di opere d'arte, di monumenti e di cultura, a sollecitare le mire di Francia e Spagna sul nostro paese, è Lodovico Sforza: il Moro, il quale volendo per sè il Ducato di Milano che reggeva in nome del nipote Gian Galeazzo 2° e Isabella D'Aragona sua sposa, sperando che la venuta degli stranieri fosse a suo vantaggio, convince Carlo VIII° re di Francia alla spedizione in Italia per la conquista di Napoli. Con questo atto Lodovico il Moro, illustre per l'amore dell'arte e per il suo ingegno, ma temerario e sfrenatamente e tristemente ambizioso, provoca la caduta dal Ducato di Milano e apre la strada a nuove dominazioni straniere in Italia.

Lodovico il Moro, fa relegare i nipoti Gian Galeazzo e Isabella, legittimi successori al Ducato di Milano, nel Castello di Pavia e avvelena il nipote. Alla morte di Gian Galeazzo Sforza, il Moro, mentre ancor attendeva dall'Imperatore Massimiliano d'Asburgo la legittimazione del Ducato, vedeva addensarsi sul suo capo nubi minacciose da parte di Napoli il cui re Ferdinando I° non intendeva che sua figlia Isabella sposa dello sfortunato Gian Galeazzo, venisse defraudata dei suoi diritti alla successione del Ducato - intanto anche Venezia si faceva più arcigna; per di più il popolo di Milano esasperato per le imposte non prometteva nulla di buono. Queste preoccupazioni spinsero Lodovico il Moro ad un eccesso di difesa che rovinò lui e l'Italia. La cupidigia di mettersi al fianco di un alleato di` grande potenza, Carlo VIII° di Francia, lo spinsero ad invitare il re di Francia a vincere le ultime esitazioni e ad intraprendere la campagna per la conquista del Regno di Napoli.

Il re di Francia entrò in Italia nel 1494 con 3000 cavalli e 20.000 fanti per lo più guasconi armati e disciplinati alla maniera degli svizzeri, 8.000 svizzeri e un formidabile treno di artiglieria. La spedizione di Carlo VIII" che attraversò l'Italia senza incontrare resistenza e in pochi mesi giunse alla conquista di Napoli, ebbe tutto l'appoggio di Lodovico il Moro; questi si recò a porgergli il benvenuto ad Asti gli diede il passo e lo onorò nei suoi stati, gli fornì armi di fabbricazione milanese e gli affiancò condottieri al suo soldo (i Sanseverino) e soldati. Nel passaggio per la Lombardia, il cavalleresco re non mancò di visitare Gian Galeazzo alla vigilia della morte e Isabella D'Aragona e di prometterle di essere clemente con i suoi congiunti di Napoli. Con questo fatto storico, la politica nettamente antitaliana per essere solo milanese di Lodovico il Moro diede il colpo di grazia alla Lega Italica del 1455, fondata sul compromesso dei cinque maggiori stati collegati — Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli — Carlo VIII° lasciò precipitosamente l'Italia invischiato dalla diplomazia degli Stati Italiani i quali si riavvicinarono

nella lega dì Veneziadel 31 marzo 1495. Il Moro che lo aveva chiamato diventò il più focoso nell'avversarlo, perchè allarmato dalle mosse del Duca d'Orléans il quale venuto in Italia con Carlo VIII°, si era fermato ad Asti, aveva sollevato Novara e giostrava nelle campagne avvicinandosi a Milano, sulla quale vantava diritti di successione essendo discendente dei Visconti.

La Lega sgomentò Carlo VIII°, lo indusse a ritirarsi precipitosamente da Napoli e a risalire a grandi passi la penisola e lo costrinse ad accettare la battaglia di Fornovo sul Taro (6 - 8 luglio 1495) dalla quale uscì salvo a mala pena, raggiungendo tuttavia incolume Asti e il Duca d'Orléans assediato a Novara. Prima che le operazioni di guerra avessero una conclusione Lodovico fece una pace separata con Carlo VIII° che aveva fretta di rientare in Francia; riebbe Novara ed un Compromesso per Genova. In parole povere il Moro tradì di nuovo la Lega ed in particolare Venezia la quale, in seguito non mancò di rivalersi sul Moro, il quale si attaccò allora all'Imperatore Massimiliano D'Asburgo sollecitandolo con la solita temerarietà a dare una prova di forza in Italia. Massimiliano ne fu persuaso; venne in Italia fu accolto con la solita pompa dal Moro a Vigevano (1496). Cio servì soltanto ad irritare Carlo VIII°, Venezia, e il papa Alessandro VI°. Fu un momento assai critico per il Moro, sempre più invischiato nella rete che con le sue stesse mani contribuiva ad infittire; temeva anche l'ira del popolo, raramente usciva dal Castello, anzi dalla Rocchetta.

A Carlo VIII° morto senza figli succedeva Luigi XII° (1498 - 1515), proprio quel Duca d'Orléans, nipote di Valentina Visconti che considerava Milano come sua legittima proprietà e intendeva rivendicarla. Appena divenuto re di Francia assunse il titolo di duca di Milano e si preparò a conquistarla; con abili negoziati ottenne dalle varie potenze — Spagna, Svizzera, Inghilterra e in Italia il Papato (Alessandro VI° con il figlio Cesare Borgia detto il Valentino) Firenze, Savoia, Saluzzo e Monferrato — assicurazioni di benevola neutralità; da Venezia addirittura la promessa di aiuti militari contro la cessione di Cremona e della Ghiara d'Adda (1499). Nell'estate 1499 il Re iniziò la campagna di conquista, Lodovico il Moro era completamente isolato.

Giacomo Trivulzi gran capitano milanese al servizio del re di Francia travolse senza difficoltà l'esercito di Lodovico che aveva a capo il Sanseverino. In ottobre Luigi XII° fece il suo ingresso in Milano fregiato delle insegne reali e ducali e a rendergli omaggio con faccia lieta erano presenti, o rappresentati quasi tutti gli stati italiani Lodovico il Moro fugge e si rifugia in Germania. Il nipote di Valentina Visconti si affrettò a spedire in Francia quanto di più appetibile e prezioso vi era nei castelli di Milano e di Pavia: opere d'arte, gioielli, i preziosi libri della biblioteca Sforzesca Pavese. Gian Giacomo Trivulzio fu fatto maresciallo di Francia ed ebbe in Feudo Vigevano e il governo di Mi-

lano in nome del Re.

Così il Ducato di Milano perse la sua indipendenza; Milano contava allora oltre 120.000 abitanti la città e il Ducato erano ancora nella pienezza della loro ricchezza e capacità produttiva e commerciale. Ben presto i milanesi sperimentarono sulla loro pelle, l'insolenza, l'ingiustizia, l'esorbitare di tasse, la violazione delle loro tradizionali istituzioni, da parte dei Francesci.

Luigi XII° una volta conquistato il Ducato di Milano estese la sua invasione al resto della Penisola, malgrado le vittorie militari e le conquiste territoriali ottenute, anch'egli si trovò ben presto irretito nella trama della diplomazia italiana. Dopo essere stato espulso dal napoletano dagli spagnoli, che posero così definitivamente piede nell'Italia meridionale, anch'egli si trovò infine a dovere fronteggiare una lega di tutti gli stati italiani, la cosiddetta Lega Santa promossa da Giulio II° il papa guerriero, con la partecipazione del Re di Spagna e d'Inghilterra. Si vide perciò costretto a svincolarsi con le armi dalla trappola italiana (battaglia di Ravenna 1512) e a riguadagnare la Francia ove poco dopo egli morì. Lo stato di Milano aveva cessato praticamente di esistere anche come organismo politico. Dopo essere stato 12 anni soggetto alla Francia di Luigi XII°, ora esso si trovava in balia degli Svizzeri e dopo breve tempo veniva nuovamente occupato dai francesi con a capo il nuovo Re Francesco I°, per passare infine, dopo altri 6 anni di occupazione francese, e questa volta definitivamente, anch esso sotto il dominio spagnolo. Nel 1521 scoppiò un interminabile conflitto tra Francesco I° e Carlo V", che aveva ereditato dai nonni materni la Spagna e dai nonni paterni i domini degli Asburgo, ed era stato eletto Sacro Romano Imperatore. L'adesione del papa della parte di Carlo V° provocò un nuovo crollo dei Francesi in Lombardia. Un esercito di spagnoli, tedeschi e pontifici — integrato da un buon contingente milanese (Prospero Colonna alla testa) ebbe ragione alla Bicocca (Milano) dei Francesi dei veneziani e degli Svizzeri. Milano intanto insorgeva e i Francesi dopo un debole tentativo di difesa l'abbandonarono. In un secondo tentativo di riconquistare Milano, i Francesi con a capo Re Francesco vennero sgominati a Pavia in una sanguinosa battaglia che vide morti 6000 francesi e alcuni dei più illustri generali di Francia e il Re di Francia prigioniero. L'esito della battaglia di Pavia (24 febbraio 1525) provocò l'immediata e definitiva ritirata dei Francesi da Milano, che rimase nelle mani di spagnoli e lanzichenecchi.

Stupisce in tempi ed ambienti così duri il fiorire della delicatissima pittura di Bernardino LuiM di cui alcune pregevoli opere si possono ammirare ancora oggi alla Pinacoteca di Brera, alla Pinacoteca Ambrosiana ed in varie chiese di Milano e della Lombardia.

Continua con: gli Spagnoli a Milano. Amilcare Ferrini

IL DICIASSETTE/ SCUOLN E SOCIFIA 4
DISCHI Ä NASTRI Ä BATTERIE Ä CHITARRE STRUMENTI VARI Ä FLAUTI Ä METODI * TUTTA LA MUSICA CLASSICA E LEGGERA PER DISCOTECA LA OA A Via Rembrandt, 9 - Milano - Tel. 4075643 ELLAIIVAIU1110/A ** ********************** VIA ZURIGO, 14 - 20147 MILANO - TEL. 4156833 - MM - INGANNI
Nello stagno c'è tanta agitazione, rane e rospi sono affaccendati: si preparano a partecipare ad un'assemblea nella suola dei loro figli.

ATLANTE DI ZONA 17

Questo inserto - con 29 fotografie panoramiche e una carta su cui abbiamo riportato i punti di ripresa delle foto - lo dedichiamo agli allievi delle scuole della Zona.

Perchè lo abbiamo intitolato Atlante di Zona 17? Atlante, per noi tutti, significa nella consuetudine un volume molto grande, rilegato, con carte geografiche di vari paesi, spesso di tutto il mondo. Ma con atlante si indica anche una raccolta di illustrazioni riferite ad un oggetto specifico di studio: ad esempio, nell'Atlante di anatomia sono riportate le tavole che illustrano le varie parti del corpo umano.

Con il nostro Atlante, quindi, noi abbiamo voluto rappresentare le varie parti funzionali, gli organi potremmo quasi dire, della nostra Zona. O almeno: abbiamo tentato di iniziare questa rappresentazione, per quanto ce lo hanno permesso lo scarso spazio a disposizione e l'esiguo numero di foto pubblicabili.

Nonostante ciò noi pensiamo che già con queste 29 fotografie si possa cominciare a capire come è fatta la nostra Zona, quali sono le attività che vi si svolgono, chi la abita, quale potrà essere il suo futuro.

Facciamo una prova: vediamo, cioè, partendo dalle attività base svolte da ognuno di noi (abitare, lavorare, studiare, divertirsi, viaggiare; curarsi, ecc.), se queste foto consentono delle prime considerazioni; o meglio, se suscitano qualche interrogativo, cui ognuno poi cercherà di rispondere.

Casa -Proviamo a confrontare i tipi di casa tra loro più diversi: ad esempio quello della Foto 8 con quello della Foto 17. Le case del primo tipo vengono anche chiamate "case minime": perchè? Ci abitano forse dei nani? E allora nelle case della Foto 17 ci abitano dei giganti?

Ci sono poi molti quartieri di case popolari, alcuni molto vecchi: quello della Foto 12 è del 1939; quello della Foto 16 è addirittura di cinquantatre anni fa. Di solito si pensa all'espansione della Città come all'espansione di una macchia d'olio, che dal centro si dilata verso la periferia: ma allora il Quartiere della Foto 12 dovrebbe essere più recente delle case delle Foto 15, 17, 18; e invece no. Come mai? Proviamo a chiedere ai più vecchi abitanti come era isolato nella campagna nebbiosa fino a dieci, venti anni fa il Quartiere della Foto 12.

E ancora: sappiamo che abitare non vuole dire solamente stare in casa tutto il giorno, magari a guardare sempre la televisione. Significa, anche, forse soprattutto, avere vicino o accessibili con facilità scuole, negozi, giardini, luoghi di incontro, insomma i servizi; confrontiamo allora la qualità e la quantità dei servizi dei quartieri popolari con quelli degli altri quartieri. Ad esempio: guardate che differenza tra il parco della Foto 5 e il terreno incolto della Foto 9.

Produzione - La Cascina della Foto 2 è l'ultima della Zona ad essere in funzione: delle altre si conserva qualche rudere sparso o magari un ricordo nei nomi delle strade. Ricordiamo alcune cascine scomparse: Creta, Basciana, Molinazzo, Castelletto, Caccialepori,

Ricotta, Olona, Monti, S. Protaso, Arzaga, Arzaghetta, Travaglia, Corba, Cassinetto, Castena, Filippona, Cittadina, ecc. Tante vero? Eppure tutte nella nostra Zona, tutte funzionanti fino a quaranta, sessant'anni fa! Questo significa che in questi ultimi quaranta, sessant'anni, la nostra Zona ha subito cambiamenti come non li aveva mai subiti negli ultimi secoli; che dico: negli ultimi millenni. Pensate che radicale cambiamento di modi di vita, di costumi, di civiltà. E coloro che abitavano quelle cascine, che vivevano di quanto vi si produceva, che fine hanno fatto?

Per quanto riguarda le fabbriche, oltre a quelle che funzionano (Foto 1,11, 20, 26, 27, 29), ci sono quelle appena chiuse (Foto 6) e quelle che sono state sostituite con quartieri di abitazioni di lusso e uffici (vedi il Diciassette di giugno). Come mai? Perchè bisogna cacciare le fabbriche dalla Città, per sostituirle poi con residenze e uffici? Noi non viviamo di ciò che si produce?

Trasporti - Dove vanno, chi portano i treni che si fermano alla Stazione di Foto 13?

E gli autobus e i tram che fanno capolinea (Foto 4; ma anche Foto 12 e 13, anche se non si vedono)?

Istituzioni di ricovero e reclusione - Tutte le attività di cui abbiamo parlato (e altre di cui non abbiamo parlato) noi le svolgiamo nella Zona, oppure, usufruendo dei mezzi di trasporto, nella Città, nella Regione. Ma vi sono alcuni che svolgono tutte queste attività in luoghi molto molto più delimitati della Regione, della Città, della Zona (Foto 3, 14, 23, 25), perchè è stata loro tolta la libertà o perchè sono impediti da qualche anomalia fisica o semplicemente perchè sono vecchi. Ma più rimangono chiusi, più aumentano i loro impedimenti e più si allontanano dalla società.

. . . E si potrebbe andare avanti ancora per molto: buon lavoro!

Nota tecnica - E' stata impiegata la Macchina fotografica "Horizont", fabbricata in Unione Sovietica. Questa macchina consente riprese di 126 (cioè con tre foto scattate da uno stesso punto si può riprendere tutto quanto sta attorno). Questa possibilità tecnica ha permesso di non fotografare - come spesso succede - un edificio alla volta o uno scorcio paesaggistico o un dettaglio della città: ma ha consentito di fotografare gli edifici (scelti tra quelli di importanza più generale: di interesse collettivo, produttivo, di maggiore diffusione, ecc.) nelle loro relazioni col contesto fisico, cioè il più possibile inseriti nello spazio urbano.

Se ci è consentito, per finire, un richiamo immodesto, questo modo di fotografare fa riferimento alla tecnica del "piano sequenza" - che implica il coinvolgimento quasi fisico dello spettatore nello spazio del film - magistralmente impiegata dal regista greco Thodoros Anghelopulos, soprattutto nel suo capolavoro La recita (O Thiasos) del 1974.

Si ringrazia Ginmarco Cravero per la stampa.

Testo e foto di Giorgio Fiorese

<«kÅSC,., IL DICIASSETTE 5
1 Fabbriche in Via Kuliscioff. 2 Cascina Cassinazza. 3 Veduta del proseguimento della Via Zurigo. Sulla destra il Carcere minorile Beccaria, sullo sfondo la Via Lorenteggio. 4 Inizio di Via Lorenteggio al confine col Comune di Corsico. Sullo sfondo il nuovo Centro elettronico e magazzini economali CARIPLO.

DI ZONA

15

1.2 3 4 5.6 7.8 9.10 11.12 c E F I. SA QUADRO D'UNIONE N DELLE TAVOLE Or PIANO s4takt:\muàuulg
9 r— IL
Via del Cardellino. Sulla destra il Quartiere IACP di Via Inganni.
8 Via delle Camelie. A destra le casette a schiera del Quartiere IACP Villaggio dei Fiori. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
1 '1.11,1 • 0 100 t 0
DICIASSETTE/ATTA:VE
ii P 5 Giardini di Via Berna. ":5\111:(\ e'L q ;: t.tix72:2 ; 105. Ç t/ sit g:$3, t t k j......10° Å i Ç " Nt Vot051. ‘,"' sit!, ti ii .
joi - Ç 31 . 4N fjor. Ç Ult I t, ÇÇ Ç Ç Ç ,Ç\ 4 j 1r meg» ~.10.1Ç11.1111111 .47
14 Piazza Giovanni delle Bande Nere. Sullo sfondo, da sinistra: Viale Caterina da Forlì, Istituto Inabili al Lavoro, Via Bartolomeo d'Alviano, Via San Gimignano.
Incrocio fra Via San Gimignano e ViaS oderini.
6
Via Primaticcio. Sulla destra l'ex Fabbrica Ferro tubi.
Scuole in Via Anemoni.
16 Incrocio fra Via Giambellino e Via Brunelleschi. Sulla sinistra il Quartiere IACP Solari.
10 Via Lorenteggio in prossimità dell'incrocio con Via Inganni. A sinistra il Cinema Araldo, al centro si intravede l'Istituto 9 religioso Devota Maculan, a destra, di scorcio, il Quartiere IACP San Cristoforo. 11 Fabbriche e depositi in Via Gonin. 12 Piazza Tirana, con il Quartiere IACP Lorenteggio. Sulla destra Via Giambellino. 13 Stazione FFSS di San Cristoforo. 17 Condomini in Via Soderini. 18 Residenze e uffici in Via Donati. -a Ä
19 Piazza Frattini.
Ä Ä ‹on:~ÅÅ"« Å«;«, Ä ILDICIASSETTE/ATTA-VEDI ZO\A 8
20 Fabbriche in Via Bisceglie. 21 Via Rembrandt. Al centro la Chiesa di S. Maria degli Angeli e S. Francesco col Centro Resetum. 25 Chiesa di S. Benedetto, all'interno del Complesso del Piccolo Cottolengo di Don Orione. 22 Ineivèio fra Via Rubens e i viali Bezzi-Ranzoni. 26 Fabbriche in Via Savona, in primo piano la OSRAM. 23 Viale Bezzi. Sulla sinistra la Farmitalia, sulla destra il Pio Albergo Trivulzio (la "Baggina"). 27 Fabbriche in Via Tolstoi. A sinistra la OSRAM, a destra la Rigas. 24 Via Anguissola. A destra il Quartiere Moncalvo (Villaggio De Angeli Frua). 28 Via San Cristoforo, con il passaggio a livello sulla Ferrovia Milano-Vigevano. Sullo sfondo il campanile della Chiesa medievale di San Cristoforo. 29 Area industriale di Via Savona e Ferrovia Milano-Vigevano dal nuovo Cavalcavia Brunelleschi. A sinistra in primo piano la Fabbrica Loro Parisini.

È opinione, se non comune, almeno diffusa, considerare la sede parrocchiale come il luogo del culto, del raccoglimento e della preghiera, identificarla con il Tempio del Signore, ove ogni buon cattolico praticante possa assistere e partecipare alle sacre funzioni ed ascoltare la parola di Dio: così concepita essa ridurrebbe le proprie dimensioni ecumeniche, spirituali e missionarie a quelle della basilica, proponendosi ai fedeli in veste esclusivamente ritualistica e celebrativa. Ma la sua realtà è invero assai più complessa, sfumata, articolata: tra le istituzioni pubbliche e private del rione o del quartiere cittadino, essa ricopre, soprattutto alla periferia delle grandi metropoli, un ruolo privilegiato e determinante nella formazione di opinioni e di comportamenti di massa, divenendo in molti casi l'unico ed esclusivo centro di aggregazione sociale, di produzione culturale e ideologica, il primo e solo diaframma tra l'individuo e la vita associata.

La millenaria pratica ecumenica e la provata esperienza catechistica e propagandistica della Chiesa cattolica forniscono a questo organismo un invidiabile ed agguerrito apparato di mezzi, di capacità, d intenti, in grado di affrontare e di aggredire le situazioni più difficili e scabrose, evenienza, sostituendo o anticipando l'intervento delle pubbliche amministrazioni e delle forze politiche; ciò specialmente in campo assistenziale, ricreativo, educativo, dove più sperimentata ed efficace risulta l'azione delle parrocchie: innumerevoli sono nella cerchia cittadina gli oratori per i giovani, gli asili - nido, le associazioni dopolavoristiche, le opere di assistenza per anziani che più o meno direttamente si collegano ad esse.

Appare perciò estremamente in-

Parrocchie: luoghi di preghiera o i iniziativa sodale

teressante, in una zona ricca di problemi e di contraddizioni socioeconomiche come la nostra, analizzare la natura, gli obiettivi, le prospettive e perchè no, le lacune e i limiti di questo intervento, verificando le funzioni, i compiti, la struttura delle nostre parrocchie, i loro rapporti con le autorità ecclesiastiche. Cominciamo la serie delle nostre interviste dunque con padre Andrea, sovraintendente alla "gestione oratori" della parrocchia di S. Giovanni Battista alla Creta.

D - Padre Andrea, sia gentile, ci spieghi brevemente che cos'è una parrocchia e quali sono in sintesi le sue funzioni.

R - Papa Giovanni Paolo I, nel suo breve pontificato, in un discorso ai giornalisti, invitandoli a guardare alla Chiesa come ad una realtà religiosa, più che ad un'entità politica o eminentemente umana, ci ha fatto comprendere l'intima natura della parrocchia, caratterizzandola appunto come comunità di fede, in cui tutti i membri, al di là della differente estrazione sociale e delle diverse attività svolte, si riconoscono in un determinatore comune e fondamentale: la fede in Cristo. La parrocchia raccoglie quindi tutti coloro che vivono e praticano l'esperienza cristiana o desiderano sperimentare quotidianamente il messaggio evangelico.

D - D'accordo, ma la comunità parrocchiale, sul piano giuridico o istituzionale, si delinea con strutture sue proprie, organismi, gerarchie; abbiamo spesso sentito parlare di "consiglio pastorale": di che cosa si tratta, quali poteri esercita? R - Innanzi tutto, queste "istituzioni" si esprimono concretamente in modalità ed organismi diversi a seconda dei tempi e del luogo: assai variegata, anche giuridicamente, appare infatti la fisionomia della parrocchia rispetto alla sua ubicazione geografica e alla sua composizione sociale; per parlare di S. Giovanni Battista alla Creta, che, pur raggruppando quasi 12.000 "anime", rimane tuttavia una delle meno estese tra le confinanti, la figura giuridica e decisionale più importante rimane quella del parroco responsabile in prima persona di tutte le questioni liturgiche, amministrative e assistenziali.

Il sottoscritto si occupa, come ben sapete, della organizzazione oratoriale e delle iniziative ad essa parallele: è un compito assai gravoso se si calcola che gli iscritti, tra ragazzi e ragazze, ammontano a più di 900 e che il loro crescente numero necessita di un'assidua sorveglianza ed assistenza. E veniamo finalmente al "consiglio pastorale": esso, obbedendo alle direttive del Concilio, dovrebbe rappresentare, anche dal punto di vista istituziona-

le, il contributo dei laici alla vita della parrocchia, fornendo l'immagine più appropriata della collegialità, della collaborazione, dei nuovi criteri, insomma, con cui la Chiesa, anche e soprattutto a livello periferico, intende operare.

Composto da 30 membri, dei quali 10 nominati dal parroco e i rimanenti eletti ogni tre anni da tutta la comunità parrocchiale (candidati ed elettori devono depositare anzitempo i loro nominativi in canonica), esso si riunisce su convocazione del prevosto, suo presidente d'Ufficio, e ricopre funzioni consultive, esprimendo pareri, giudizi o varando iniziative di cui, seppure non obbligatoriamente, la massima autorità religiosa della parrocchia tiene secondo i casi dovuta considerazione.

D - Ma che cosa riguardano le delibere o semplicemente le discussioni del "consiglio pastorale", se in ultima istanza è ancora il parroco a decidere?

R - È necessario, per comprendere adeguatamente i termini della questione, chiarire che, in seno al "consiglio pastorale", si sono formate diverse commissioni, coordinate da responsabili laici, con l'intento di affrontare in maniera adeguata e approfondita i problemi specifici e le diverse esigenze della zona, tenendo comunque sempre presenti il carattere eminentemente

religioso delle nostre organizzazioni e i limiti strettamente evangelici dei loro interventi: sono sorte così una commissione "Evangelizzazione e catechesi" che sì occupa della progressiva maturazione della fede nei giovani e della loro preparazione all'accoglimento dei sacramenti, nonchè del primo annuncio ai non credenti, nei confronti dei quali ancora molto resta da fare; una commissione "Sociale" il cui compito è quello di individuare e, se possibile, di contribuire a risolvere i casi più urgenti o disperati di emarginazione e di pubblico abbandono, collegandosi ai gruppi assistenziali operanti in quartiere (Caritas e San Vincenzo) con particolare riguardo agli anziani, agli ammalati (visite a domicilio o negli ospedali), ai poveri e ai diseredati (aiuti economici di varia natura). Esiste infatti un fondo che raccoglie tutte le elemosine ricevute in Chiesa di cui l'opera S. Vincenzo, secondo scelte e criteri di priorità, dispone l'impiego e la destinazione: si tratta è ovvio di piccole somme a volte del tutto insufficienti. Vi è poi una Commissione "cultura" che organizza manifestazioni di vario genere (Teatrali, Artistiche o Cinematografiche) nei saloni dell'Oratorio, stabilendo un calendario annuale e coadiuvando il sottoscritto nelle iniziative ricreative per i giovani, in cui molto spazio è lasciato, in funzione educativa, alla componente ludica e fantastica, tesa ad esaltare le doti individuali di creatività ed espressività, disciplinandole nel contempo alle regole del gruppo e della comunità: i giochi robinsoniani, ad esempio, offrono a tutti i ragazzi la possibilità di un divertimento gratuito, sano, abituandoli inoltre all'impegno collettivo e alla fatica.

1 (continua)

Il latte senza controindicazioni

Alcune persone presentano difficoltà digestive nei confronti del latte: in questi casi si parla di intolleranza.

La Centrale del Latte di Milano ha compiuto lunghe ricerche per stabilire le ragioni di questo fenomeno e ne ha individuato la causa di gran lunga più frequente nella mancanza della lattasi, un enzima che a livello intestinale permette l'assimilazione del lattosio, lo zucchero del latte.

Accertato che questo enzima è presentè in alcuni lieviti, è stato prelevato da questi ed imprigionato in fibre di cellulosa.

Su queste fibre viene fatto scorrere il latte ad una temperatura di circa 7°C; l'enzima, a contatto con il lattosio, lo scompone in due zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio, permettendone così la perfetta assimilazione.

Il latte così trattato si chiama Accadì e costituisce una novità mondiale della Centrale del Latte di Milano.

Accadì è un po' più dolce del latte normale proprio perché il glucosio, ottenuto dalla scomposizione del lattosio, ha questa caratteristica. Il latte Accadì è perfettamente naturale, perché non gli è stato aggiunto nè tolto nulla e mantiene anzi inalterate le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive del latte.

La tecnica avanzata della Centrale del Latte di Milano ha dunque permesso di ottenere ciò che in natura non esiste: un latte facilmente assimilabile, veramente per tutti.

atte3, oca

indicato N4lik presen mwd, vado" disturl" MIO Int0110 por „ber° 000 ZtiGu ilatt051°) dei latte' 001401gcortoiagorkso' Tte moNo Pi IL DICIASSETTE/INCHIESTA 9
— nitogennate 0 s t0 cretaate ....A.UHT arxial serVailv".gi lunga C°11 chi
INIZIA UNA SERIE DI SERVIZI SULLE PARROCCHIE DELLA ZONA CON UNA INTERVISTA A PADRE ANDREA DI S. GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETA.
Centrale
Latte
Milano
A cura dell'Ufficio Pubbliche Relazioni della Centrale del Latte di Milano.
del
di

A proposito di circoli giovanili

Ho letto con interesse l'articolo a pagina 8 sui giovani e mi interessa aprire un dibattito, anche perchè frequento diversi circoli giovanili, ma prima di entrare nel merito desidero fare anch'io una precisazione per la redazione in quanto poteva benissimo si fare un cappello però senza dire che non condivideva quanto espresso dagli articolisti, così facendo si vuole condizionare i lettori sul giudizio da esprimere. Ma veniamo a quanto nell'articolo; come ho già accennato frequento diversi circoli giovanili, e non mi consta che siano ridotti al punto di avere come arredo delle casse da imballo, anche perchè in molti posti la comunità li sostiene in altri esistono diverse forme di autotassazione.

E' vero che i circoli giovanili sono anche frequentati da giovani desiderosi solamente di screditare il buon nome del circolo che frequentano ma bisogna anche dire che questa gente è pagata per fare questo, perchè se il circolo funziona bene può anche portare lontano e la storia ce lo insegna, allora bisogna screditarli e da chi se non da coloro che hanno interessi particolari da difendere, e da chi se non da coloro che innalzano poi la bandiera del perbenismo gridando poi allo scandalo, gridando molto forte così i loro ragli possono sentirli chi ha apposite orecchie e predisposto animo a raccogliere versi del genere e non dimentichiamo che di simile gente il mondo ne è ancora pieno.

Vorrei ricordare agli articolisti che il marcio della società è in quella gente che abusano del potere che si sono arrogati, oltre che del perbenismo di cui sono ammantati e che li contraddistingue e anche di astio contro i giovani.

Mi pare anche di capire che gli articolisti cadano in contraddizione quando affermano (in proposte) che i circoli sono gli unici elementi che combattono attivamente il fenomeno della droga, ma allora come si conciglia quanto detto (in considerazioni?).

Perchè si è permesso di iniziare sul vostro giornale un processo di circoli giovanili, se processo si deve fare non va fatto ad essi ma alla struttura della nostra società conformista e diciamo anche capitalistica (non pensiate che chi scriva è un comunista io ho sempre votato D.C. e la voterò sempre).

Come volevo dire, bisogna che la gente impari a leggere di più i Vangeli e li si possono trarre e imparare molte lezioni altro che Marx, ma lasciamo questi discorsi che ci porterebbero molto lontano, torniamo ai circoli, sappiano gli articolisti che se i giovani cadono delle volte così in basso da usare la droga essi sanno anche essere capaci di gesta altruistiche e disinteressate quin-

di perchè volerli irrigimentare in una spirale di ipocrisia e regole che fatalmente portano all'abbandono di quei principi per cui sono nati i circoli giovanili. Grazie se vorrete ospitarmi sul giornale.

Aborto sì o no?

Ho trovato molto interessante l'articolo sull'aborto scritto dalla direttrice. E' una esposizione molto chiara sulla posizione delle donne di fronte all'aborto, ma è sicura la direttrice che tutte le donne la pensino così?

Mi sono riletta l'articolo di presentazione de "Il Diciassette" che dice "è un giornale aperto; vuol essere al servizio dei cittadini e punto di riferimento democratico" ecc. Ora non mi pare che voi manteniate quanto scritto.

Sono una donna di 22 anni, cattolica ma non bigotta, sposata con un figlio, uso il sesso quel tanto che mi basta per essere felice con mio marito. Ma non è questo il punto. Il fatto è che per quanto riguarda l'aborto non avete mai spezzato una lancia a favore di chi è contrario. Io ad esempio non sono favorevole all'aborto. Forse che chi non abortisce non può gestire il proprio sesso la propria vita (che io ritengo sacra) e che voi dite di difendere?

Io non so se la Chiesa permetta l'uso dei contraccettivi, io ne faccio uso e mi trovo contenta, perchè ritengo sia meglio non concepire che poi uccidere un essere che non ha chiesto di venire al mondo. Sono perfettamente d'accordo con chi scrive sul fatto che occorra smascherare i falsi obiettori che continuano le pratiche illecite clandestinamente. Qui mi pare anzi che la legge abbia una lacuna: tali persone andrebbero radiate dall'albo dei medici. Scusate le scorrettezze, ma non ho la stoffa della giornalista. Con ossequi.

Mariangela Pastrucci

Gentile signora Pastrucci, la ringrazio per la sua lettera che ci permette di pubblicare una posizione diversa dalla nostra, dimostrando la reale volontà di aprirci al contributo di tutti i lettori, cosa da lei messa in dubbio. Tengo però a precisare che il nostro parere favorevole a proposito della legge sull'abortoche viene a sanare la grave piaga sociale degli interventi clandestini - non significa intendere l'aborto come soluzione indiscriminata per il controllo delle nascite. Tutt'altro. Se lei rilegge il mio articolo, uscito sul numero di settembre, troverà scritto: "La legge non va considerata come punto d'arrivo L'art. I giustamente stabilisce che l'aborto non debba essere considerato come mezzo per il controllo delle nascite e

che i consultori famigliari debbano assistere la donna non solo in caso di maternità indesiderata. Il consultorio infatti dovrà divenire punto di riferimento per ogni donna (e per ogni uomo) che desiderasse informarsi sui contraccettivi più adatti..." Come vede, a proposito di contraccezione, sono d'accordo con lei. Il problema grosso per ora è quello di battersi affinchè in zona si apra al più presto un consultorio. Marisa Deimichei

Ci scrivono i soldati democratici

Soldati, lavoratori, studenti,

Il 4 Novembre, "Festa delle Forze Armate", celebra l'anniversario della "Vittoria" riportata dal nostro esercito nella Prima Guerra Mondiale, che costò 600.000 morti alle masse popolari del paese.

In questa data, i soldati democratici vogliono ribadire i temi della pace, dell'indipendenza nazionale e della democrazia nella vita militare.

Denunciano, inoltre, l'incremento degli armamenti e delle forniture a paesi reazionari e fascisti, l'irrigidimento della disciplina repressiva nelle caserme, dove, nonostante l'approvazione della "legge sui principi" che introduce nella giurisdizione militare lo spirito della costituzione nata dalla resistenza, non esiste libertà di organizzazione e di confronto. Invitiamo, infine, di fronte alla progressiva utilizzazione delle forze armate in funzione di ordine pubblico e di crumiraggio, tutti i militari di leva, i lavoratori, gli studenti, le organizzazioni culturali ad una giornata di lotta e di mobilitazione sul problema dei rapporti tra esercito, istituzioni repubblicane e interessi popolari.

Comunicato del coordinamento soldati democratici "Santa Barbara"

La Commissione SPORTTEMPO LIBERO, convocata in riunione aperta al pubblico per l'esame dell'utilizzo della piscina Cardellino, ha votato a maggioranza il seguente documento, che dovrà essere discusso in Consiglio di Zona.

- Si prende atto del buon andamento dei corsi Cesport, con soddisfazione espressa da parte dell'utenza per quanto riguarda sia le attività svolte al pomeriggio destinato ai bambini dai 7 ai 15 anni e sia per quanto riguarda le attività svolte al mattino destinate agli adulti.

- Si conferma la necessità che i corsi Cesport si rinnovino cercando di comprendere al pomeriggio il maggior numero possibile di utenti e quindi con orario dalle 14,00 alle 18,00.

- Si prende atto della dichiarazione del rappresentante della FIN sig. Bertolio, perchè vengano normalizzati i rapporti con il Consiglio di Zona tenendo conto della convenzione stipulata con il Comune, che pone il Consiglio di Zona come uno degli interlocutori determinanti per l'utilizzo sociale dell'impianto. A tal fine ci si impegna a rinnovare l'incontro tra i rappresentanti della FIN e Consiglio di Zona. - Si ritiene anomala la presenza di Società delegate dalla PIN - CONI che di fatto si sottraggono al controllo pubblico e non consentendo un utilizzo ottimale dell'impianto non essendo possibile il necessario coordinamento tra le diverse attività e ci si riserva di verificare la disponibilità della FIN per addivenire ad una diversa situazione.

Il CESPORT organizza presso la Piscina Cardellino dei corsi di nuoto per adulti della durata di 4 mesi (due volte alla settimana, martedì e venerdì).

I corsi inizieranno il 3 novembre; il costo per l'intero periodo (compreso l'ingresso e l'uso dei servizi della piscina) è di Lire 30.000. Per iscrizioni ed informazioni più dettagliate, rivolgersi alla Signora Locatelli, presso la Piscina Cardellino, nei giorni lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 14 alle 19.

Nell'unico Campo Robinson ancora funzionante a Milano, si è svolta la manifestazione di apertura dell'anno sociale oratoriano della Creta.

Migliaia di persone hanno assistito come protagonisti o spettatori ai giochi programmati: minimodellismo, cartomodellismo, cavomodellismo, caroselli aerei.

Anche questa volta si è voluto che la manifestazione fosse realizzata con materiali di recupero portati dai parrocchiani. Un impegno educativo che svolgiamo ininterrottamente da 10 anni.

Il circolo della Creta

Luigi Allara Pza Tirana 2 tel.4155810 panificio pooticcetio DI ANELATI ORIANA PRODUZIONE PROPRIA GIORNALIERA con ingredienti genuini Tutte le specialità di torte Tutto su ordinazione per: COMUNIONI, BATTESIMI, CRESIME CERIMONIE VARIE, etc. VASTO ASSORTIMENTO DI PRODOTTI PER DIABETICI ALIMENTI NATURALI E MACROBIOTICI ottico optometrista Leaazzonì centro per l'applicazione di lenti a contatto VIA SAINT BON, 38 - MILANO TEL. 4152271 VIA RUBENS15ÇMILANO-TEL.40.34.883 IL DICIASSETTE/7:321C=E SPAZIOAPERTO 10 Piscina Cardellino
Non aspettate l'incidente Pericoli di ogni giorno AVETE GIN SULLIMPIANTO DI CASA VOSTRA UN APPARECCHIO DIFFERENZIALE CHE SALVI LA VOSTRA VITA DALLE FOLGORAZIONI? Telefonate alal 4157600/9014930 un nostro incaricato passerà per una dimostrazione VITTORIO ZUBBANI IMPIANTI ELETTRICI CIVILI, INDUSTRIALI. ANTIDEFLAGRANTI. IDRICI. UFF AMM. MILANO VIA S. BARZILAI 19 TEL. 4157600 UFF TECN. E STAB. CUSAGO (MI) VIA TORRICELLI TEL. 9014930 1°-

RITORNA A VOI IN VERSIONE AUTUNNO-INVERNO CON UNA VENDITA STRAORDINARIA

- Jeans velluto tutte le marche

- Polo bambino, pura lana

- Polo donna, pura lana

- Camicetta fantasia, varie marche

- Gonne di tutti i tipi

- Abiti per signora

- Cappotti lana favolosi

2JJ via vespri siciliani 38 ~ano

LE OFFERTE RISPARMIO DI NOVEMBRE:
DI CAPI DI CAMPIONARIO 38 VESPRI ha tutto quello che cercate a prezzi incredibili
A TUTTI I PREZZI L. 5.000 L. 5.000 L. 4.900 da L. 10.000 L. 15.000 A TUTTI I PREZZI
Questo é il vostro negozio, vi aspettiamo

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.