Anche per questo secondo numero del 22° anno di vita de "IL DIALOGO" siamo riusciti a garantire la tiratura di 25.000 copie. La campagna abbonamenti che abbiamo lanciato per avere il sostegno dei lettori, sembra essere positiva. Da essa dipende se "IL DIALOGO" potrà continuare ad essere distribuito anche nelle nuove zone di corso Lodi-Tiraboschi, piazza Libia e corso XXII marzo.
La nostra redazione conosce ed è stata abituata a vedere i problemi specifici di un'area più ristretta di quella coperta dalla distribuzione attuale, benchè qualche redattore abiti nelle nuove zone di distribuzione. Anche se molti problemi trattati sul Dialogo sono di tipo generale, anche se problemi concreti già affrontati e da affrontare interessano tutta quanta la zona 4, potrebbero sfuggirci la realtà sociale, economica, gli aspetti particolari dell'edilizia, della viabilità, ecc. delle nuove aree di distribuzione.
È per questo che ci rivolgiamo ai nuovi lettori, così come d'altra parte ci siamo spesso rivolti agli abitanti che ci hanno letto fino ad ora, per ricordare che il giornale è a loro disposizione per una collaborazione fatta di segnalazioni di problemi, informazioni su situazioni specifiche, richieste di trattare particolari argomenti, opinioni, critiche, precisazioni sui contenuti degli articoli e delle informazioni pubblicati.
Non possiamo ovviamente garantire la pubblicazione di tutto quanto ci viene inviato, ma risponderemo comunque a tutti i nostri lettori; li invitiamo a fornire nome e indirizzo, onde poter dare adeguata risposta.
I redattori, tutti lavoratori e studenti, forniscono la loro opera spontaneamente, e perciò non possono essere sempre presenti; comunque i lettori potranno rivolgersi alla nostra segreteria la mattina di lunedì, mercoledì e venerdì, oppure telefonare in redazione tutte le sere.
Siamo fiduciosi che questa collaborazione ci sarà; la chiediamo perchè siamo convinti che solo se i lettori risponderanno a questa richiesta, il Dialogo riuscirà ad essere veramente il giornale della zona 4.
I lettori che non avessero ricevuto il numero di febbraio potranno farne richiesta al Dialogo, o ritirarne copia nella sede della redazione, in viale Molise 5.
nessuno pensa a ciò che succederà in zona
In merito alla questione della città annonaria, più volte affrontata sulle pagine del nostro giornale, è di questi giorni la notizia riguardante l'ampliamento del capitale stanziato per la realizzazione della stessa.
Tale somma è ora di L. 2.850.000.000 e potrà essere ulteriormente incrementata fino a raggiungere il tetto dei sei miliardi di lire.
La decisione è stata presa dall'assemblea ordinaria della società SO.GE.M.I. S.p.A. che è la società a partecipazione maggioritaria comunale, cui il comune ha demandato l'incarico di progettare, costruire e ammodernare i Mercati all'ingrosso cittadini.
Come molti ricorderanno, il progetto prevede l'unificazione di tutti i mercati cittadini (carne, pollame, formaggi, pesci, frutta e verdura ed il mercato dei fiori) oltre alla costruzione di un parcheggio per i TIR ed alla sistemazione degli uffici della SO.VE.CO.; il tutto troverà posto sull'area attualmente occupata dall'ortomercato e dal macello pubblico.
Ribadiamo il nostro parere
negativo già altre volte espresso, in quanto la realizzazione di tale progetto comporterebbe sicuramente un aggravamento dei problemi urbanistici già esistenti in zona, primo fra tutti un incremento delle agenzie di trasporto, con conseguente aumento del numero di autotreni presenti in zona. Ö Teniamo peraltro a precisare che il nostro non è un "no" totale all'unificazione dei suddetti mercati, anche se l'ipotesi di tale iniziativa ci pone numerosi interrogativi.
Innanzitutto ci chiediamo quali pesanti conseguenze ricadrebbero sulla viabilità della zona, che già adesso attorno all'ortomercato nelle ore di punta, è difficoltosa.
A questo proposito ricordiamo che nel piano regolatore erano previsti un collegamento diretto tra via Lombroso e la tangenziale est ed un sovrappasso che avrebbe dovuto unire via Varsavia con via Lomellina. Entrambi le opere, non sono però menzionate nel Piano dei Trasporti recentemente presentato dal Comune di Milano.
di
Calvairate
Anche quest'anno verrà ripresa la tradizionale "Festa di Calvairate". La Cooperativa IL DIALOGO Ç informazione e cultura - ne curerà la realizzazione dal 10 al 17 giugno sull'- >>a del "Verde Vivo" atto!:-...) al Teatro Quartiere di Pie Cuoco. Quello spazio, miracolosamente risparmiato all'espandersi della città grazie alle battaglie che gli abitanti della zona hanno condotto insieme al giornale di zona ed ora sistemato a verde e con attrezzature sportive, sarà al centro di iniziative culturali, sportive, ricreative e diventerà ancora una volta il luogo per ritrovarsi tutti insieme.
L'Amministrazione Comunale ha assicurato il suo patrocinio. Sull'area di via Monte Cimone/VarsaÇ via/Bonfadini si svolgeranno spettacoli, gare sportive, tornei, giochi, ballo,
mostre. Non mancherà la ormai tradizionale cucina. Già diversi commercianti della zona si sono messi in contatto con noi per offrire materiali e prodotti per far diventare più bella la festa e per ringraziare in questo modo anche la loro cliente-
Un altro interrogativo riguarda il settore dell'edilizia: infatti la realizzazione di nuovi uffici all'interno della città annonaria porterebbe ad un aumento della popolazione nella nostra zona, e non si vede su quali aree potrebbero sorgere nuovi edifici.
Ci chiediamo inoltre se la creazione di un parcheggio per i TIR renderà obbligatoria la sosta degli stessi all'interno di tale area, oppure se i camion continueranno a sostare nelle vie e nelle piazze della nostra zona aggravando i disagi già esistenti.
A questo punto è bene ricordare che tutti i giornali parlando della città annonaria non hanno però fatto un'analisi dei problemi ad essa connessa, limitandosi ad illustrare per grandi linee il progetto.
Ci auguriamo perciò che. prima di attuare il progetto stesso vengano prese delle decisioni concrete per eliminare i disagi che sicuramente verranno a crearsi nella nostra zona.
Massimo Gallo
la che sicuramente saprà apprezzare i loro contributi alla festa del quartiere.
Terremo informati i nostri lettori man mano che il programma della festa prenderà corpo.
Per ora un arrivederci alla "FESTA DI CALVAIRATE
il / ONV1IW 47ZT07 ££ OP9b0110A wIA tfONV9VdC»id g VdWVIS.SIWW09 vlsininwop ruippld PERIODICO DELLA
4 / mensile
anno ventiduesimo - numero due - marzo 1979 »edizione in abbonamento postale gruppo III - (70%) AMBROGINO
CITTA ANNONARIA
ZONA
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D'ORO Festa
A" IL DIALOGO"
Sabato 24 febbraio il Sindaco Carlo Tognoli ha consegnato l'Ambrogino d'oro alla redazione de "Il Dialogo", quale riconoscimento dell'Amministrazione Comunale per
l'impegno fino ad oggi profuso. Il Direttore del giornale ha fatto a sua volta omaggio al Sindaco della raccolta delle annate de "Il Dialogo".
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collaborazione
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Quale "PRIVATO‘ ? CHIARE FRESCHE DOLCI ACQUE ?
In questi ultimi mesi, su giorna- assemblee non vi sia quell'apertuli, riviste, pubblicazioni varie, è ra necessaria a tutte le opinioni, stato trattato un aspetto impor- Tutta la partecipazione, il movitante che caratterizza in questo mento che c'è stato negli anni particolare momento il nostro mo- scorsi, non è dunque servito a do di vivere e di comunicare con nulla? gli altri, di affrontare problemi co- Chi afferma che il richiudersi muni: si è rilevato cioè che esiste nella propria sfera individuale è un "riflusso", un ritorno al "priva- una reazione nei confronti di sito", rispetto ad un comportamen- stemi ideologici che hanno preteto dei singoli che negli anni appe- so di ingabbiare l'esistenza e di na precedenti era stato caratteriz- guidarla, indirizzando ogni attivizato da una viva partecipazione tà, da quella economica a quella politica e sociale. Si tratta solo di culturale, ha ragione? E giusto un argomento di moda? Certa- compiacersi di un ritorno al "primente _no, perchè vi sono molti vato" dopo una presunta "ubriadati di fatto che tutti possiamo catura" ideologica? Qualcuno, in osservare e che confermano que- modo meno reazionario, afferma sta tendenza. con una punta di ottimismo che Vediamo infatti ciò che succede esiste da parte dei singoli un rinegli organismi della scuola, dove torno alla fede religiosa, una tenia partecipazione langue, si riduce denza ad un recupero più vivo delspesso alla presenza di pochi, le organizzazioni di partito; una riconcludendo anche poco; riunioni scoperta infine dei valori della fadi genitori e insegnanti che sono miglia e dello studio. Esiste cospesso disertate; dibattiti e as- munque una libertà individuale, semblee alle quali presenziano i che non è tanto la libertà spesso soliti quattro che si sono dati un isolata, spesso fonte di segregapreciso impegno politico. zione e di emarginazione sociale
Perchè tutto questo? quale quella borghese, ma che ri-
Certo, la gente ha bisogno di ar- flette l'esigenza dell'uomo di non gomenti concreti, non di argomen- essere sempre inquadrato, ceti generici; la situazione politica è stretto a fare ciò che non ha matale per cui c'è poco dinamismo e turato, che non sente proprio e quindi arrivano poche o poco ori- che gli è lontano. ginali sollecitazioni al dibattito; Esiste un "privato" che è vero c'è una delinquenza diffusa, il ter- comunque: gli amici, il gruppo, rorismo, per cui la gente preferi- persone con le quali si sta bene sce non uscire di casa la sera; c'è insieme, costituiscono una sfera l'attrazione della televisione, con i di rapporti che, pur comportando suoi ormai innumerevoli canali, una elevata parte di individualità, che invita a starsene al calduccio, entrano nella sfera del sociale. nella sicurezza delle pareti dome- Qui si riconoscono i valori; ed è stiche. C'è anche però da fare da qui che si deve partire per troun'analisi più approfondita dei vare quel legame con la sfera delmotivi per cui tutto quel movimen- la politica, che al momento attuato, nato con la formazione, prima le sembra essersi perso o indebodei comitati spontanei di quartie- lito. re, poi dei gruppi altrettanto spon- I problemi dei giovani, ad esemtanei di genitori all'interno della pio, non possono essere riferiti scuola, sia andato smorzandosi; sempre e in maniera totale al colbisogna cercare di capire perchè lettivo e alla società, come si è le elezioni degli organismi scola- fatto in questi ultimi anni; si può stici abbiano all'inizio riscosso aiutare il giovane modificando tanto interesse, e oggi invece in- l'ambiente, predisponendo leggi teressano ormai poco (porto ecc., ma poi non ci si può sostil'esempio della scuola che è il più tuire a lui nella sua propria matuevidente). razione, se si vuole una società di Dai comitati e dai gruppi si è uomini e di persone coscienti e passati all'organismo formalizza- socializzate e non di automi. D'alto, all'istituzione. Non la politica, tra parte basta pensare ai nostri ma la burocrazia per prima ha im- amici: quanti ne abbiamo che non pastoiato tutto: circolari su circo- hanno le nostre idee politiche? E lari, regolamenti, ecc., hanno fatto coloro che stanno accanto a noi, perdere il senso di ciò che è prati- della nostra stessa idea politica, co, importante per la gente; han- sono proprio amici? Cerchiamo alno fatto perdere il senso delle co- lora un equilibrio: usiamo il tempo se concrete da farsi. Forse anche libero, perché no?, anche per il digli eletti nei vari organismi hanno vertimento. Cerchiamo però di suritenuto di poter esercitare un po- perare il puro individualismo, ortere anche formale che spesso ganizzando il tempo libero insienon c'è e che comunque è vano me ad altre persone, cerchiamo di se slegato e non ispirato alle co- renderlo creativo. se che la gente sente veramente. Esaminiamo e dibattiamo i proSi è un po' frainteso il significa- blemi a noi più vicini, i problemi to di partecipazione. D'altro canto locali, e avremo dai singoli anche c'è stato anche il timore da parte l'impegno. Entrando nella sfera delle forze politiche che la parte- del "sociale" supereremo quel cipazione diffusa si trasformasse tanto di avanguardismo, di condiin contestazione di ogni cosa e zione di privilegio che tutto ciò portasse alla paralisi dell'azione che è privato può portare con sé. politica. Anche il modo di trattare Nell'aggregazione sociale, l'indivigli argomenti e il tipo degli argo- duo potrà essere sempre meno menti trattati dalle forze politiche oggetto di strumentalizzazione e a livello locale è stato spesso di l'azione politica potrà trovare pungrande enfasi, avendo soprattutto ti di partenza e ispirazione vivificome riferimento questioni politi- cante. La sintesi fra il "privato" e che generali, quando sarebbe sta- il "politico" passa attraverso il to necessario calarsi maggior- "sociale". mente nei problemi concreti locali Solo quindi agendo in modo da (vedi il funzionamento dei Consi- favorire lo sviluppo sociale, potregli di Zona, gli argomenti discussi mo raggiungere l'equilibrio demoin maniera prioritaria nelle sezioni cratico. L'azione e gli obiettivi del di partito, ecc.). Dialogo non sono altro che una Si è diffusa l'impressione che testimonianza di questa intuiziopoche persone decidano sempre ne. per tutti, che nelle riunioni e nelle Alfredo Varesi
LAUREA
Renato Manzoni si è laureato in Lettere con il massimo dei voti.
La sua tesi su "CULTURA, DECENTRAMENTO ISTITUZIONALE E PUNTI DI AGGREGAZIONE NELLA ZONA 4 (Vittoria - Roma - Molise) DI MILANO" (relatore il Prof. Franco Catalano) è stata discussa presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano e giudicata meritevole del "110".
L'oggetto della tesi e la particolare dedizione con la quale è stata redatta fanno si che ad un indiscutibile valore accademico si aggiunga un importante contenuto sociale e politico.
L'acqua è un elemento base per la nostra vita, e noi stessi ogni giorno ne immettiamo nel nostro corpo alcuni litri, ma nessuno di noi si è mai chiesto se l'acqua che beve è veramente buona, perchè tutti abbiamo fiducia che l'acqua che esce dai nostri rubinetti sia veramente potabile.
Si sente parlare di inquinamento ed è legittimo pensare che l'acqua che troviamo nelle nostre case possa anch'essa essere afflitta da questo male della società tecnologica.
Tranquillizziamo subito i nostri lettori; l'acqua che beviamo è sicuramente potabile, e questo lo dobbiamo anche alle persone addette all'acquedotto che tramite assidui ed accurati controlli ci garantiscono di attingere sempre acqua perfettamente potabile. Comunque, purtroppo, la falda freatica cui attinge l'acquedotto di Milano è inquinata; la prima segnalazione risale al luglio 1963 quando in alcuni pozzi delle città vennero trovate tracce di cromo, mentre dal '75 in numerosi altri pozzi vennero trovate tracce di solventi clorurati.
Queste segnalazioni hanno permesso l'immediato intervento dei tecnici che hanno escluso immediatamente i pozzi inquinati.
La rete idrica milanese si compone di 42 centrali di pompaggio. alimentate da 548 pozzi con una portata totale di 23000 litri al secondo; il consumo medio annuale
oscilla tra i 490 e 630 litri al giorno per ogni cittadino. I controlli sono severissimi, ogni giorno viene controllata l'acqua in uscita dalle centrali di pompaggio ed a rotazione vengono effettuati controlli in 140 punti della rete di distribuzione. Qualora si verificassero alcuni risultati sfavorevoli, si svolgono ulteriori indagini chiudendo immediatamente per precauzione il pozzo interessato fino al completamento degli esami.
Questo tipo di operazione consiste nel pompare continuamente acqua e scaricarla nella rete fognaria, perchè si spera, con questo metodo, di risanare la falda. Questa operazione ha permesso di poter recuperare alcuni pozzi, uno dei quali appartenente alla centrale Anfossi.
La zona più colpita riguarda la fascia centro-orientale di Milano dove sono numerosi i pozzi chiusi per inquinamento. Quali sono le cause di questo inquinamento della falda freatica?
Per quanto riguarda il cromo, visto che non è un minerale presente nel sottosuolo milanese, l'inquinamento è da attribuire alle industrie che si trovano a nord di Milano e nella stessa città, che effettuano scarichi abusivi e indiscriminati nei canali e nei pozzi perdenti; questo fatto rappresenta una vera e propria iniezione endovenosa di veleno nella falda.
Anche per quanto riguarda i solventi clorurati, l'inquinamento è da attribuirsi agli scarichi industriali nei pozzi perdenti.
L'avvocato Gaetano Jovane del P.S.D.I. è il nuovo presidente del Consiglio di Zona 4. È stato nominato consigliere la sera del 14 febbraio e subito eletto alla massima carica del consiglio della nostra zona con i voti del P.C.I., del P.S.I., del P.S.D.I. e del P.R.I. Sostituisce Ireneo Orizzonte (sempre del PSDI) che aveva rassegnato le dimissioni.
Questa elezione ha ancora una volta dimostrato come il rigido rispetto degli accordi a suo tempo presi dalle segreterie cittadine dei partiti per la "spartizione" delle presidenze dei 20 consigli di zona di Milano porti a ricoprire la carica di presidente del nostro Consiglio di Zona persone assolutamente nuove al consiglio stesso e sino a quel momento
Per quanto riguarda la nostra zona, l'acqua viene immessa in rete da due centrali: "Anfossi" e "Crema", situate nelle vie omonime. Anche in queste due centrali si è riscontrata la presenza di solventi clorurati, per cui cinque pozzi per ogni centrale sono stati chiusi e messi in spurgo.
Quali sono i rimedi? Innanzitutto una maggiore protezione delle falde dagli inquinamenti, solo prevenendo nuove infiltrazioni ed usando una maggiore severità verso chi non ha impianti atti a depurare le acque di scarico, si potrà continuare a sorseggiare tranquillamente il nostro bicchiere d'acqua.
MAURIZIO REBUTTI
estranee al decentramento. Era già successo con la elezione di lreneo Orizzonte. Questo fatto non va certo a beneficio del buon funzionamento del Consiglio di zona 4, in quanto il necessario "tirocinio" che il presidente deve compiere rallenta, se non addirittura blocca, l'operatività del Consiglio stesso. Se a questo si aggiunge il fatto che presso il Consiglio di zona 4 non esiste un piano generale di intervento con il quale stabilire le priorità da dare alla soluzione dei molteplici problemi che travagliano la zona, si può facilmente vedere come la politica del "giorno per giorno" stia ormai diventando la prassi.
Meglio sarebbe stato fare tesoro di quanto avvenuto ne-
gli scorsi mesi e premere in modo deciso e convinto sulle segreterie cittadine dei partiti perchè quegli accordi, almeno per la zona 4, fossero rivisti ed a presiedere il Consiglio di zona 4 venisse chiamata una persona che già operava nel consiglio stesso, garantendo così la continuità degli interventi.
Le ferree logiche delle segreterie cittadine mal si addicono al concetto di gestione decentrata del Comune e, se applicate o subite supinamente, creano inutili spaccature e spiacevoli divisioni.
Renato Manzoni è riuscito con una felice sintesi a realizzare una validissima riflessione sull'evolversi dei momenti culturali, sociali e politici in questi ultimi anni nella nostra zona. Fonte di moltissimi dati è stato l'archivio de "Il Dialogo".
Una copia della tesi è consultabile presso la nostra redazione.
Al neo dottore le felicitazioni e gli auguri dell'intera redazione de "Il Dialogo" e degli innumerevoli amici che Renato Manzoni, con la sua semplicità e con il suo Impegno sociale e politico, è riuscito ad avere in tutta la zona 4.
A comprendere queste cose dovrebbero essere, primi fra tutti, i consiglieri di zona stessi che — se pensano di conoscere gli "umori politici" della zona — debbono premere, anche con azioni decise, sulle loro segreterie perché questa loro conoscenza sia tenuta nel conto dovuto per evitare che la frattura tra cittadini e partiti diventi sempre più grande. È ormai tempo che tutte le decisioni riguardanti la vita e l'attività delle zone siano prese all'interno dei Consigli stessi, anche se questo può contrastare con le decisioni "centrali". Il periodo della "libertà vigilata" deve ormai concludersi se non si vuole giungere alle elezioni dirette del 1980 con una popolazione disorientata e dubbiosa sull'attività del decentramento.
Fatti come questi portano sempre più acqua al mulino di chi nel decentramento e nella partecipazione non crede o di chi cerca òi impoverirne i contenuti trasformando il Consiglio di zona in una tribuna per continue e vuote dispute ideologiche.
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IL NOSTRO BILANCIO
Come si può notare quest'anno il bilancio del giornale è quasi in pareggio. Tutto questo è dovuto al vostro contributo, che ci ha quasi permesso di raggiungere l'obiettivo del pareggio.
I cinque milioni di abbonamenti raccolti nella campagna dello scorso anno ci hanno consentito di uscire con cinque numeri del giornale a 12 pagine, e soprattutto non hanno fatto gravare il disavanzo sul bilancio della cooperativa che ha potuto pertanto realizzare altre iniziative.
Per il 1979 abbiamo bisogno che i contributi dei lettori non diminuiscano, ma si amplino tenuto conto dei considerevoli aumenti della stampa. Siamo sicuri che i nostri lettori risponderanno come sempre con convinzione e partecipazione.
AL SALONE PIERLOMBARDO
Tre spettacoli del "Gruppo della Rocca"
Il Gruppo della Rocca ritorna in Zona 4 presentando, al Salone Pier Lombardo, dal 21 febbraio al 12 aprile, i due nuovi spettacoli della stagione, "IL SUICIDA" di Erdman e "IL CONCERTO" di Rosso, e la ripresa di "ASPETTANDO GODOT" di Beckett.
Questa compagnia, che agisce ormai da dieci anni, e che ha sempre presentato al pubblico milanese tutti i suoi spettacoli, è una vecchia conoscenza per i nostri lettori: in Zona 4 sono stati rappresentati "Schweyk nella seconda guerra mondiale" di Brecht "Notte all'Italiana" di Horvath, e nell'estate scorsa, "Il Mandato" dello stesso Erdman, al TO di Piazzale Cuoco, che riscosse un grandissimo successo.
"IL SUICIDA" è il primo spettacolo: verrà replicato sino a domenica 11 marzo. È un'opera satirica, che tratta di un suicidio.
Anzi, della costruzione, pezzo per pezzo, di un potenziale suicida che alla fine, per vigliaccheria, rifiuta di compiere il gesto che ormai tutti si
IL GRUPPO DELLA ROCCA
Per i nostri lettori il Salone Pier Lombardo ed il gruppo della Rocca offrono particolari riduzioni: presentandosi con uno di questi tagliandi si avrà diritto al biglietto d'ingresso al prezzo di L. 2000.
TAGLIANDO SCONTO N. 1
IL DIALOGO per Io spettacolo "IL SUICIDA" al Salone Pier Lombardo, Via Pier Lombardo, 14Tutte le sere ore 20.30, Domenica ore 15.30 (lunedì riposo), dal 21 febbraio all'11 1,,,„9-1Arg9 -rQkezgo,k 090,g2zi- 03,bie4)44,11k090011,,9 ►;i trIcc .313q?of
aspettano da lui. Protagonista è un povero disoccupato, qualunquista e un po' cialtrone, attorniato da numerosi personaggi interessati, più che alla sua morte, ad un suo ipotetico testamento "ideologico" in loro favore. Attraverso la satira, l'umorismo, il ritmo incalzante del vaudeville, questo testo rappresenta l'occasione per proseguire la linea espressiva de "Il Mandato" che analizza anche gli elementi tragici, attraverso l'ironia e la farsa.
Dal 13 al 25 marzo verrà presentato "IL CONCERTO" di Renzo Rosso. Questo spettacolo conferma l'interesse della compagnia per gli autori contemporanei, che offrono la possibilità di approfondire la ricerca di una drammaturgia strettamente legata al lavoro di palcoscenico e di continuare un metodo di lavoro collettivo. "Il Concerto" è la storia di una prova d'orchestra che non si compie. Cinque concertisti eseguono un'ode funebre agli ordini di un direttore. Dopo poco si interrompono mentre il direttore, ad occhi chiusi, continua a dirigere. La prova continuamente si inceppa, riprende, si interrompe: sono gli stessi musicisti a bloccarla. Prende così il via un concerto diverso da quello previsto: un concerto di voci, di suoni, di urla, di azioni mimate. Contro i musicisti il direttore metterà in campo dapprima la propria stracciata au-
TAGLIANDO SCONTO N. 2
IL DIALOGO
torità e poi una macchina, per soppiantare, col rigore inesorabile del computer, l'estro disordinato di quelle cinque individualità. La situazione è veramente comica e grottesca. I personaggi sono dei clown: clown pieni di acciacchi fisici mentali, del clown hanno l'ingenuità e l'incredula ostinazione, l'infantile sicurezza e l'improvvisa disperazione. Ultimo spettacolo della rassegna sarà "ASPETTANDO GODOT" di Becket, in scena dal 29 marzo al 12 aprile. Questo testo rappresenta una pietra miliare del teatro contemporaneo, un'opera con cui una compagnia deve necessariamente confrontarsi. "Aspettando Godot" è il racconto di un'attesa. I due interpreti aspettano un certo Godot, senza sapere chi sia, nè se verrà effettivamente all'appuntamento: da lui si aspettano, comunque, una vaga sistemazione. L'operazione della compagnia tende soprattutto a sottolineare la quotidianità e la verità del dramma rappresentato, mettendo in risalto la dimensione di grande e geniale divertimento teatrale. Una nuova lettura di "Godot", dunque, concreta, comunicativa, leggibile, che l'ambiente (un lungo muro con scritte sovrapposte e stinte, sede deserta in cui le solitudini umane si incontrano senza penetrarsi) contribuisce a rendere sorprendentemente attuale, ma non per questo meno misteriosa.
TAGLIANDO SCONTO N. 3
IL DIALOGO per lo spettacolo "IL CON- per lo spettacolo "AspetCERTO" al Salone Pier tando Godot" al Salone Lombardo, Via Pier Lom- Pier Lombardo, Via Pier bardo, 14 Ç Tutte le sere ore Lombardo, 14 - Tutte le se20,30, Domenica ore 15.30 re ore 20.30 domenica ore (LUNEDI riposo), dal 13 al 15.30 (lunedì riposo), dal 29
1110g9 AOP .o E N§rffl NAV 1"),Plezz° anziché L. 5000. L. 2 O anzich . O I
La stampa cittadina ha dato notevole risalto al fatto che da quest'anno saranno i Consigli di Zona ad indicare come spendere i soldi che il Comune ha deliberato di impiegare nella zona stessa.
Sulla base di criteri di valutazione che tengono conto del numero degli abitanti, dell'esistenza o meno di servizi essenziali e di altre caratteristiche che meglio definiscono socialmente la zona, la cifra globale di cinquanta miliardi destinata all'intera città è stata "spartita" tra le 20 zone. Il nostro Consiglio di Zona ha deliberato nella seduta del 5 febbraio come utilizzare l'importo a disposizione della zona 4. Il Consiglio ha però ribadito che la spesa per la scuola media di via Cadore non debba intaccare l'importo a disposizione in quanto l'opera ha un interesse che va oltre quello esclusivo della zona 4. Ecco come verranno impiegati i fondi che costituiscono il BILANCIO SOCIALE d'AREA.
Centro diurno per anziani e servizio domicialiare in viale Puglie 33 - L. 50.000.000
Nuovo asilo nido in via Cuccagna - L. 400.000.000
Nuovo micro-asilo nido di Via Sigieri Ç Sallustio - L. 250.000.000
Ristrutturazione Teatro Quartiere di 13.1e Cuoco - L. 20.000.000
Riordino scuola elementare di via Morosini Ç L. 180.000.000
Opere di rifacimento e copertura fognatura di via Vismara - Maspero - L. 150.000.000
Ristrutturazione asilo nido di Pie Martini - L. 50.000.000
Ristrutturazione Centro per Handicappati in viale Puglie 33 - L. 30.000.000
Ristrutturazione palazzina di via Foldi 2 per scuola professionale integrata (occorre acquisire l'area) - L. 50.000.000
Sistemazione a verde ed arredo urbano area Bonfedini rilevato ferroviario; S. Maria del Suffragio; Largo Marinai d'Italia; più altre eventuali - L. 100.000.000
Nuova copertura scuola materna di via Anfossi 26 - L. 10.000.000
Ristrutturazione stabile di via Foldi 2 (ex maneggio) per Centro Sociale di Zona (occorre acquisire l'area) - L. 300.000.000
Ristrutturazione Palazzina Liberty secondo le delibere già adottate dal Consiglio di zona - L. 100.000.000
Ristrutturazione Palestra Salus per nuova sede del Consiglio di zona - L. 30.000.000
Realizzazione parcheggio autotreni pesanti come indicato nel Piano di intervento operativo Ç L. 500.000.000
Nuova sede asilo nido nella casa parcheggio di c.so
XXII Marzo Ç L. 50.000.000
Manutenzione straordinaria scuole materne - L. 120.000.000
Manutenzione straordinaria scuole elementari - L. 120.000.000
Manutenzione straordinaria scuole medie Ç L. 60.000.000
Nuovi impianti sportivi (in particolare copertura piscina Botta) e manutenzione del patrimonio esistente Ç L. 100.000.000
Manutenzione edifici ad uso sociale del Comune (centri sociali, consiglio di zona, biblioteca, ecc.) - L. 50.000.000 Manutenzione varie viabilistiche - L. 40.000.000 (salvo maggiori stanziamenti conseguenti alle avverse condizioni climatiche).
BILANCIO 1978 USCITE ENTRATE STAMPA 7.919.625 SPEDIZIONE E INDIRIZZI 1.870.000 CAMPAGNA ABBONAMENTI 525.000 CANCELLERIA E MATERIALE IMPAGINAZIONE 268.428 ATTREZZATURE 108.956 IVA 524.970 TOTALE USCITE 11.216.619 PUBBLICITÀ ABBONAMENTI TOTALE ENTRATE DISAVANZO TOTALE A PAREGGIO 6.008.755 5.153.880 11.162.635 53.984 11216.619
Reggiseni postoperatori Protesi mammarie Sacche per colostomia Busti ortopedici ortooecia ancatj via b.angelico 31 te1.7305 74 0105)kl: tdrEfithi 9.441.“ ennoq iR é 313i0 rieny E dialogo 3 La zona ha deciso come spendere i miliardi del Comune
Un giornalino
Basta con alla scuola le mimose Morosini
L'8 Marzo è la giornata in cui le donne sono ricordate: usciamo dal nostro buco, veniamo spolverate e commemorate. Subito dopo verremo riposte, battufolose e gialle come mazzolini di mimose, nell'angolo più remoto della memoria.
Noi, invece, vogliamo cogliere l'occasione di questa ricorrenza per dire alle donne, dalle pagine di questo giornale, che bisogna finirla di pensare a noi un giorno all'anno soltanto, proprio perchè per gli altri 364 non esistiamo e non contiamo.
L'8 Marzo del 1908 più di 100 donne furono lasciate morire nell'incendio che distrusse una fabbrica americana. Da allora il giorno venne dedicato alle donne. Ma nel 1979 ancora si muore a Seveso di diossina, nascono bambini deformi, e tutti i giorni dell'anno si può morire (e si muore) nelle fabbriche, nei cantieri, ci si ammala in condizioni malsane di lavoro, si abortisce! E allora diciamo almeno basta con le mimose! Rifiutiamo questo fiore, oggi, come simbolo della nostra impotenza che ci viene sbattuta in faccia.
Non vogliamo essere commemorate perché siamo vive, e comunque non da chi ci vuole inerti, fragili, sottomesse: schiave di una ideologia che tÑutela un potere che vuole e delega al grembo materno la più feroce delle violenze: una maternità non desiderata, una vita alienata, una vita impossibile da vivere, e non concede l'amore a misura di persona.
Non solo l'8 Marzo ma tutto l'anno dovrà essere nostro! Ed è per celebrare questo giorno in modo più autentico che noi vi dicia-
mo: uscite da un privato che è troppo stretto e angusto. Il focolare non l'abbiamo spento noi! Anche coloro che dai giornali e dalla televisione ci incitano a tornare nelle case sanno perfettamente che "a casa" c'è l'equo canone, il pane a 1000 lire al Kg., lavoro nero, cassa integrazione, disoccupazione, droga e ancora aborti clandesLini, icgge, "grazie" all'esercito degli obiettori.
Tutti aspetti, questi, di disintegrazione sociale che vengono vissuti dalle donne in modo ancora più drammatico proprio perché si continua a volerle relegare in un ruolo "privato" che non permette loro di prendere in mano gli strumenti per incidere politicamente.
E Napoli? E forse che non vorrebbero le madri dei bambini che a Napoli muoiono vivere nelle loro case con i figli sani? Ma in quanti in quelle case, in quindici, in venti, in due stanze?
E allora, scusate, tenetevele, le vostre mimose, qui ci vuole ben altro!
Dalle pagine di un giornale che noi stamperemo continueremo a fare queste denunce.
È necessario dunque, trovarci, lavorare insieme alla realizzazione di un foglio quale testimonianza della nostra costante presenza nel quartiere per creare un movimento più ampio di donne che lottano insieme per uscire dall'isolamento.
Vi invitiamo a venire alle nostre riunioni oppure a scriverci affinché ogni testimonianza di vita e di esperienza diventi per noi documento politico e importante strumento di lavoro.
COORDINAMENTO DONNE ZONA
4 V.le Molise 5 Scala E (presso il centro sociale). Giovedì ore 21.
JUDO CLUB F.I.L.P.J. - C.O.N.Ì.
KURIHA RA
Corsi per bambini, donne, uomini tenuti da Maestri Giapponesi
Milano - Via Sismondi 34 Tel 723965
Una simpatica iniziativa è nata all'interno della Scuola Elementare di via Morosini. Due classi, la IV B e la IV L, hanno dato vita ad un giornale. Questo avveniva lo scorso anno scolastico. Quest'anno, gli scolari sono passati tutti in "quinta", ripropongono l'iniziativa e nel corso di una riunione della Commisskni6 ne5tro Consiglio di zona è stata da loro stessi illustrata ai consiglieri.
I ragazzi ci hanno inviato i due brevi scritti che riportiamo di seguito. A loro, agli insegnanti ed ai genitori che li sostengono nell'iniziativa, i complimenti e gli auguri dell'intera redazione de IL DIALOGO.
Signor Direttore del "Dialogo"
La ringraziamo per averci invitato a pubblicare "qualche cosa" sul vostro giornale.
Approfittiamo, intanto, per ringraziare tutti coloro che ci hanno dato la possibilità di partecipare al Consiglio di Zona. È stata veramente una bella esperienza per noi e speriamo anche per voi.
Il nostro giornalino, che ha suscitato la vostra simpatia, è nato in seguito alla visita ad un granfie giornale di Milano e all'inserimento di un bambino handicappato nelle nostre classi.
Il giornalino avrebbe permesso a quel bambino di svolgere un'attività interessante insieme ai compagni, e a tutti noi di far conoscere agli altri il nostro pensiero.
Non fu facile realizzarlo, ma per mostrare come lavoriamo nelle nostre classi, vi inviamo la prima pagina del numero unico del nostro giornalino dell'anno scorso. Verremo presto a trovarvi, intanto vi salutiamo insieme ai nostri insegnanti. Gli alunni delle chiSsi VBeVL della scuola E. Moroini
Il 18 aprile si è tenuta un'assemblea alla quale partecipavano tutti gli alunni della IV L e della IV B. Si doveva decidere se fare un giornale unico oppure se ciascuna classe doveva fare il suo. Si discusse a lungo sul "documento" della IV B che esprimeva contrarietà alla proposta della IV L di fare un giornale unico. Giacomo, della IV L propose allora di scegliere due condirettori responsabili: uno per classe. Gli argomenti discussi per giungere ad una decisione sia per il giornale unico che per i due giornali erano tutti validi. Finalmente Fabio Patti della IV B propose di nominare un gruppo di bambini che si sarebbero assunti le responsabilità delle varie attività del giornale unico, oltre ai condirettori. La proposta venne accettata e furono fatte le votazioni con i seguenti risultati: votanti 39
per un giornale unico 33 voti per due giornali 3 voti astenuti 3 Si elessero i direttori e furono scelti:
Emanuela Antonelli IV L Roberto Cantoro IV B I redattori scelti furono: Luigi Bennici IV B Monca einnrh! IV I
Massimo Rebotti IV L Fabiana Visioli IV B in seguito Luigi si è dimesso per altri impegni ed è stato sostituito da Fabio Montagna IV
B. Disegnatori furono nominati: Giacomo Papi IV L Sonia Tufariello IV B, Francesco Di Clemente IV L, Nadia Alamprese IV B. Per il titolo del giornale era stato scelto "Tutto qui", ma sorsero, in seguito, contestazioni e, per alzata di mano a maggioranza quasi totale è stato preferito "La nostra voce" anche perchè ci sembrò più adatto alla finalità del nostro giornale, che è anche quella di far conoscere agli adulti le nostre opinioni e i nostri desideri. Noi vorremmo che il giornale uscisse una volta al mese, perchè avremmo più tempo per realizzarlo e riusciremmo a non trascurare il programma scolastico. Per quanto sia noi che i nostri insegnanti pensiamo che fare un giornale sia un'ottima attività scolastica.
Emanuela e Roberto
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A Y skh.
3 Europa: rivoluzione o elezioni truffa? \*.
4 Anna Kuliscioff socialista e femminista
5 Maggio 1947: fine del governo tripartito
6 Bobbio: l'umanesimo socialista da Marx a Mondolfo
di Helsinki e i diritti umani,
II programma dei socialisti 12 La cultura, la crisi, la città 13 Individuo e società dopo Freud 14 Mitterrand: socialisti al bivio 15 La SPD e lo Stato tedesco 16 Le donne e l'aborto, domani 1 7 La Biennale quattro anni dopo 18 A cosa servono le forze armate? speci2é~io) Giuseppe Faraveili, e il socialismo-il:diano -43. a"..Å Conto corrente postale 3-8225 intestato alla Societ*Casa editrI4 della Critica sociale Foro13oiaparte 2012Yinilano uale, 11.000 4 il dialogo 8 MARZO
7 L'accordo
due anni dopo 8 Eurocomunismo. Carrillo, l'Urss e il Pci 9 Rai-TV: la mappa del potere 10 Dove va la Massoneria italiana? 11
CONFEZIONI via ennio 30 IC 2 te1.5464671 [, baria UOPO DOMA uomo 001471A Nuovo ~tomo PRltiAvERA Trtr21~Meg,
AII'Einstein un nuovo episodio di prevaricazione: due studenti zhe fanno attività politica, nonostante l'irreprensibile comportamento scolastico, vengono intimiditi con il sei in condotta perchè volevano commemorare Guido Rossa, assassinato dalle B.R.
All'Einstein siamo alle solite. Questa volta i professori, sotto gli auspici del preside e della giunta esecutiva del consiglio di istituto, hanno rispolverato il "sei politico": sei in condotta alla fine del primo quadrimestre per due giovani, irreprensibili dal punto di vista disciplinare e didattico, il cui "torto" è di condurre attività politica. Uno dei due giovani è, guarda un po'!, il rappresentante della lista di sinistra, appoggiata dalla FGCI, in Consiglio di Istituto, mentre l'altro è stato candidato per la stessa lista.
I due studenti sono stati ritenuti colpevoli di aver organizzato un picchetto all'ingresso della scuola per ottenere un'assemblea nella quale discutere dell'assassinio di Guido Rossa. È infatti tradizione, all'Einstein, non concedere mai assemblee straordinarie agli studenti, neppure quando la vita della nostra società viene così profondamente scossa. È un comportamento, questo, che fa intuire quanto poco interessi, alla presidenza della scuola, uno sviluppo dello studente, an-
che al di fuori dell'ambito delle materie scolastiche. Gli studenti di conseguenza, per creare momenti di discussione, di verifica delle proprie idee, sono costretti ad usare metodi, come il picchettaggio, non sempre completamente legali.
Ma il fatto grave consiste nella incredibile antidemocraticità dell'azione patrocinata dal preside Georgiacodis. È assolutamente inconcepibile punire così gravemente due giovani semplicemente perchè volevano condannare in assemblea le B.R. e partecipare con la cittadinanza alla imponente manifestazione indetta dai Sindacati. L'aver colpito da un punto di vista didattico i due studenti implica in pratica, per essi, l'abbandono di qualsiasi attività politica: infatti il sei in condotta se ribadito alla fine del secondo quadrimestre comporta la bocciatura. La gravità, dal punto di vista educativo e politico, di questa imposizione si commenta da sè.
Va tra l'altro riferito che il preside (che , auspice il Con siglio di Istituto non esitò lo
GIOCHI PER I PICCOLI SUL VERDE VIVO
Come avevamo accennato nel numero precedente del "Dialogo", c'è ormai tutto un fermento di iniziative per celebrare l'anno internazionale del fanciullo.
Ogni nazione si sceglie un argomento da approfondire, dimostra la propria buona volontà, gareggiando con le altre in convegni e mostre, e poi, senza neanche una conferenza mondiale che metta almeno a confronto i risultati di tanto lavorio, tutto tornerà come prima, con buona pace delle coscienze, e si cercherà un nuovo tema su cui arrovellarsi e far bella mostra di sè. Anche l'Italia ovviamente partecipa e già fioriscono le iniziative.
Da vicino ci interessa un'iniziativa del Comune che ha scelto 11 delle 20 zone di Milano per costruirvi qualcosa per i bambini. La Zona 4 è fra queste e l'area scelta non poteva essere più azzeccata: quella che da piazzale Cuoco arriva fino al nuovo campo di calcio in via Bonfadini e alla Cascina Colombè. Oggi questa superficie è in stato di completo abbandono, contesa da camion e mucchi enormi di macerie e rifiuti di ogni genere; l'anno del fanciullo permetterà almeno questa piccola realizzazione positiva: uno spazio di verde e giochi ricon-
quistato ai bambini. Il progetto prevede un percorso a zigzag con un filo conduttore: i 5 elementi dell'universo: aria, acqua, fuoco, terra ed etere (vista la conquista del cosmo in atto in questi ultimi anni).
Ogni tappa si ispira ad un elemento nel gioco che suggerisce, ad esempio per celebrare il fuoco ci sarà una vasca a cerchi concentrici, al centro della quale i ragazzini potranno accendere un falò, mentre per l'acqua ci sarà una fontana, per la terra dei quadrati concentrici per seminare e piantare, e per l'etere una specie di altalena-giostra. Non tutte le strutture sono ugualmente indovinate, quella per l'aria, ad esempio, lascia un po' perplessi: un palo con un cerchio per gonfiare palloncini od altro. Comunque l'insieme dovrebbe risultare gradevole, visto che il percorso sarà anche completo da panchine ed alberi e reso più vario da una collinetta, mentre verso via Bonfadini domineranno due sagome di dinosauro di 9 metri di lunghezza, che sicuramente saranno degli scivoli molto apprezzati.
L'unica cosa su cui non siamo d'accordo è che il Comune ha previsto i necessari servizi igienici e una sala di riunione per giochi al coperto nella cascina Colombè, in un
viale umbria 76 (ang.strigelli) tel. 588.039
scorso anno a negare, in occasione del 25 aprile, l'aula magna per un'assemblea promossa dal distretto scolastico sulla vicenda Moro e sulla Costituzione), in una lettera inviata ai genitori, si richiama allo spirito della Resistenza e alla Costituzione (ahinoi! dove è finito il senso del pudore?) e definisce gli studenti che manifestavano contro le B.R.: "i capetti dell'eversione programmata", "nuovi `ducetti' che ci offrono un revival mascherato del peggiore fascismo".
Non resta che constatare come la repressione ideologica, di cui la presidenza, per un preciso obiettivo politico, ha sempre negato l'esistenza, sia un elemento concreto nella preoccupante vicenda del liceo Einstein.
Si impone infine un impegno maggiore delle forze democratiche sul 'caso Einstein' e forse si rende opportuna una riflessione sulla reale efficacia degli spazi di democrazia apertisi nella scuola con i decreti delegati.
prefabbricato posto sotto una delle antiche arcate. Questa soluzione è decisamente pessima, perchè significa rovinare, snaturandola, una delle poche testimonianze rimasteci dell'antica Calvairate. Oltretutto all'interno della cascina già esistono i servizi igienici e una grande sala con camino la cui utilizzazione permetterebbe ai bambini di muoversi in uno spazio "vissuto" e non in una delle solite strutture fredde e moderne.
Sinceramente non capiamo perchè il Comune e in particolare l'Assessorato al demanio e patrimonio non vogliano utilizzare la cascina nel modo migliore, rendendola di nuovo viva e valida, e preferiscano deturparla con un'inutile sovrastruttura. Possiamo solo augurarci che il Comune ci ripensi, tanto più che i lavori sono ormai imminenti perchè l'inaugurazione è prevista per aprile, in concomitanza con la Fiera, quando cioè Milano ospiterà il congresso dei Sindaci delle grandi città del mondo.
Quest'area giochi in Zona 4 è certamente una ben piccola cosa di fronte ai grandi problemi dei bambini, ma, contrariamente a tutte le parole che verranno spese e spesso sprecate quest'anno in tutto il mondo, è una realizzazione concreta, destinata a restare. Per questo bisogna che tutti gli abitanti della zona, grandi e piccoli, si adoperino perchè il verde e le strutture siano rispettate e fatte rispettare.
Al di là di quello che verrà realizzato nella nostra e nelle altre zone, resta il problema che di quest'anno del fanciullo rimanga qualcosa di più importante. La risoluzione dei molteplici problemi dell'infanzia richiederebbe un cambiamento di tutta la società, ma poiché oggi è un'utopia, possiamo solo augurarci che tutte queste manifestazioni servano almeno a fornire alla famiglia un aiuto nei rapporti col bambino tramite una maggiore informazione. Oggi infatti i genitori sono ancora irrigiditi nei loro ruoli che li pongono sempre sulla cattedra di educatori; è ora invece che essi si esprimano semplicemente come persone in rapporto con altre persone, quali sono da sempre i bambini.
Grazia De Benedetti
PENSIONI ricongiunzione dei periodi assicurativi
Recentemente il Senato ha approvato, definitivamente, la legge che riguarda la ricongiunzione dei periodi assicurativi agli effetti del diritto e della misura per una unica pensione. Questo provvedimento era atteso da parecchio tempo, cerchiamo di illustrarne brevemente le ragioni.
È noto che la nostra legislazione sociale, che si pone la tutela e la protezione dei lavoratori, prevede diversi enti destinati alla gestione dei vari trattamenti di pensione. L'iscrizione obbligatoria a questi enti previdenziali è connessa normalmente al settore di attività in cui il lavoratore è inserito, che può essere: pubblico, privato o di lavoro autonomo come per i coltivatori diretti, i mezzadri. í coloni, gli artigiani e i commercianti.
Da ciò il quadro delle iscrizioni previdenziali che ne risulta attualmente, fino a quando cioè la legge non disporrà diversamente. è questo: la maggioranza dei lavoratori subordinati è soggetta alla iscrizione alla assicurazione generale obbligatoria gestita dall'INPS; altri lavoratori che operano in determinati settori vengono iscritti a fondi sotitutivi alla predetta assicurazione, che come questa, sono gestiti dall'INPS da appositi servizi: è il caso dei dipendenti delle aziende private del gas, dei pubblici servizi di telefonia, trasporto ecc.... Vengono invece esclusi dalle succitate forme assicurative e iscritti ad altri enti previdenziali, perchè per loro vige un separato trattamento di pensione: i dipendenti dello Stato, degli Enti Locali, i dirigenti di aziende industriali, i giornalisti professionisti delle imprese editoriali, i lavoratori dello spettacolo e altri ancora. Infine per i lavoratori autonomi, di cui si è detto, sono state istituite apposite gestioni speciali amministrate dall'INPS.
In questa situazione non è raro, anzi possiamo dire che è ricorrente, il caso del lavoratore che alla fine della attività lavorativa abbia la sua posizione contributiva per la pensione comprendente spezzoni
di contributi versati presso una, o più di una, delle gestioni previdenziali suddette. Lasciare soli detti contributi nella gestione ove sono stati obbligatoriamente versati hanno effetti poco produttivi; riunirli con altri presso una sola gestione sviluppano invece per intero il loro valore, sia per quanto riguarda il raggiungimento del diritto che per la misura della pensione. ricongiungimento, che riguarda anche i superstiti, viene a soddisfare una esigenza vivamente sentita. Migliaia di lavoratori otterranno così, come gli altri, una pensione unica; molti di loro attendevano solo questa possibilità: lasceranno il posto che così potrà essere occupato dai giovani.
RICONGIUNZIONE DEI PERIODI ASSICURATIVI
Credo si possa trarre, in generale, un giudizio positivo. Si ritiene però opportuno, prima di completarlo definitivamente, attendere le disposizioni per la pratica applicazione della legge. Infatti vi sono alcuni interrogativi che gli interessati si pongono; tra questi il più importante è la implicazione riguardande l'onere finanziario che comporta la ricongiunzione, nonchè la questione che riguarda quegli spezzoni contributivi che hanno già dato luogo ad una pensione: per questi contributi pare che la ricongiunzione non si possa fare.
Questo aspetto lascia un po' perplessi: infatti la legge sulla ricongiunzione allora non esisteva, gli interessati non potevano comportarsi diversamente da come hanno fatto. Ma al di là di ogni considerazione che ha portato al divieto, si fa osservare, che si viene a determinare una situazione di disparità tra chi è andato in pensione prima della entrata in vigore della legge e chi verrà pensionato dopo e questa disparità di trattamento stona con gli scopi di cui si prefigge la legge.
FRANCO COLOMBO
proteste per la linea 13
Continuano a giungere alla redazione del nostro giornale telefonate di numerosi cittadini che protestano contro la decisione, adottata dall'azienda tranviaria, di sopprimere il tratto Emilia-Molise della linea "13". (Vedi articolo apparso su "Il Dialogo" dello scorso mese di febbraio).
Ricordiamo che l'entrata in vigore del provvedimento è prevista per la metà del prossimo mese di giugno.
Invitiamo pertanto tutti i cittadini direttamente interessati al problema, a farsi promotori di una raccolta di firme per protestare contro il provvedimento, oppure a farci sapere, esclusivamente tramite lettera, il loro parere riguardo la soppressione del tratto in questione.
Tutte le lettere, o le firme raccolte, dovranno essere inviate al nostro giornale e, per conoscenza, al Consiglio di Zona 4, organo competente, che valuterà l'opportunità di inviare una protesta ufficiale presso l'Assessorato ai Trasporti di Milano.
„V` • L--1979 ANNO INTERNAZIONALE DEL BAMBINO
dialogo 5 6 POLITICO ALLEINSTEIN informazioni previdenziali
GIOVANNI ACERBONI MARIO AMORESE
tessuti
Tessilumbria
biancheria corredi telerie
dibattito organizzato da "il dialoge
UN FORTE IMPEGNO CONTRO ILTERRORISMO
Alessandrini e Rossa sono stati assassinati perchè esponenti del fronte che lotta per le riforme -Una maggiore coscienza della classe operaiaNon servono leggi speciali -Applicare la Costituzione e riformare la PS
Difendere le istituzioni, ma per cambiarle. a cura di Gigi Bianchi e Tiberio Lusardi
Una risposta di massa
Non vogliamo fare del localismo a tutti i costi scrivendo sull'assassinio di Emilio Alessandrini, su quello che cioè è stato un duro colpo per tutto il Paese, per la vita di ogni cittadino italiano che crede nelle istituzioni democratiche nate dalla Resistenza. Ma la spietata esecuzione che si è consumata nella nostra zona, in una via che forse chi sta ora leggendo attraversa tutti i giorni, rende opportuna una riflessione sulla fine di Alessandrini e più in generale sul terrorismo: e pure la recente scoperta di un importante covo terroristico in corso XXII marzo deve indurci ad una maggiore vigilanza, a prestare una maggiore attenzione al fenomeno terroristico.
È indubbio che chi ha colpito il sostituto procuratore della Repubblica, chi ha recato lutto ad una giovane famiglia della nostra zona ha voluto infliggere un duro colpo alle istituzioni democratiche, e in particolare a quella parte di magistrati che operano perchè emergano con chiarezza i nomi dei mandanti di tanti eventi criminali e terroristici che da dieci anni insanguinano il nostro Paese, che hanno preso il via con la più amara pagina della storia recente della nostra città, la strage di piazza Fontana.
Proprio l'indagine sulla strage fascista del 12 dicembre 1969 aveva, come egli stesso diceva, "segnato la vita" di Emilio Alessandrini, che con coraggio aveva fatto emergere dall'omertà, cui si sono prestati persino elementi altolocati nella gerarchia dello Stato, inoppugnabili prove contro i fascisti, contro Giannettini in modo particolare. Ed ancora nei giorni che precedevano la sua barbara esecuzione Alessandrini conduceva le indagini sulle omertà, sui silenzi dei "politici" al processo di Catanzaro sulla bomba alla Banca dell'Agricoltura.
I sicari del terrorismo hanno colpito un magistrato di provata fede antifascista, coraggioso, scomodo. Alessandrini aveva tra l'altro condotto indagini sul terrorismo "rosso". Ma comunque si autodeÑ finisca il nuovo tipo di terrorismo che da alcuni anni ha affiancato la violenza fascista nel funestare la vita del Paese, il gruppo di Prima linea — che ha rivendicato l'attentato — ha agito per conto di chi non vuole che in Italia si viva in pieno regime democratico, che il movimento operaio acceda alla guida cibi Paese: ha agito cioè in piena logica fascista.
Con la stessa logica cinque giorni prima dell'assassinio di Alessandrini le Brigate rosse hanno trucidato a Genova un operaio dell'Italsider, Guido Rossa, comunista e sindacalista, che aveva avuto l'unico "torto" di fare il proprio dovere: difendere le istituzioni democratiche, il movimento operaio e i lavoratori smascherando un brigatista rosso e denunciandolo.
Alessandrini e Rossa, due citta-
dini onesti, due eroi dei nostri giorni, che non hanno avuto paura di lottare contro chi semina la paura, contro chi vuole costringere ciascuno di noi dentro le nostre case, dentro le nostre paure; vuole impedire la partecipazione di tutti i cittadini alle scelte per il futuro del Paese; vuole creare il clima per una prova di forza che ricacci indietro il movimento dei lavoratori. Un terrorismo infido, che specula sui sentimenti di chiusura, di ribellione cupa, di frustrazione, diffusi soprattutto fra i giovani e in alcune pieghe dell'apparato produttivo.
Nella battaglia contro il terrorismo — rosso o nero che sia — sono caduti Rossa e Alessandrini. Ma il loro olocausto non è rimasto senza risposta. Duecentomila persone hanno dato una massiccia replica a Genova alle B.R., partecipando ai funerali di Guido Rossa. A Milano trentamila cittadini hanno dato una forte, immediata risposta all'uccisione del magistrato, attraversando in corteo, poche ore dopo il delitto, le strade della nostra zona. Oltre duecentomila persone hanno accompagnato Alessandrini verso l'ultima dimora: c'erano studenti, operai, impiegati, comuni cittadini; c'erano consigli di fabbrica di ogni parte d'Italia; c'erano anche i compagni di lavoro di Guido Rossa. È opportuno però evitare trionfalismi: la risposta ai brigatisti è stata massiccia, ma la lotta contro il fascismo e contro il terrorismo è dura, e troppi sono ancora coloro che ritengono il fenomeno estraneo alla propria vita. C'è una sorta di riflusso nel "privato", c'è un affievolimento delle coscienze politiche. Significativo è, ad esempio, che gli studenti del Verri e dell'Einstein, molti dei quali hanno assistito al tragico evento della fine di Alessandrini, non siano scesi immediatamente in sciopero, non siano accorsi, come invece hanno fatto gli operai della zona, a presidiare il luogo ove si è consumato il crimine. Si tenga conto, peraltro, del clima di intimidazione in atto all'Einstein, come riferiamo in altra parte del giornale.
La risposta al terrorismo deve essere forte e unitaria. Bisogna ridare vigore all'attività democratica, occorre impegnarsi in prima persona nella difesa delle istituzioni, partecipando alla vita sociale, militando nei partiti e nelle associazioni democratiche. Deve essere altresì chiaro che lasciare le cose come stanno, non risolvere la crisi economica e morale del Paese, non riformare subito scuola, università, apparato produttivo, i servizi di sicurezza dello Stato, sistema fiscale ecc., significa fare il più grosso regalo ai fascisti e alle Brigate rosse. Occorre cioè difendere le istituzioni, ma per cambiarle. Il terrorismo colpisce sempre più duramente e direttamente il movimento dei lavoratori: l'emergenza non è finita, è più che mai attuale. Ciò chiama in causa tutti i partiti e le associazioni democratiche, la cui risposa deve essere pronta. i é r = t LA REDAZIONE
OPINIONI, IMPRESSIONI, PROPOSTE SUL TEMA DEL TERRORISMO E DELLA VIOLENZA POLITICA: i risultati di un dibattito promosso dal nostro giornale con la partecipazione di cittadini ed operatori sociali e politici della Zona.
Da molto tempo, e con un crescendo sempre maggiore negli ultimi mesi, il terrorismo politico è diventato una componente quasi quotidiana della nostra vita; anche la zona 4 è evidentemente coinvolta da questi avvenimenti, anzi nell'ultimo anno si è trovata al 'centro del tifone'. La scorsa primavera-un vigile urbano è stato ferito in Piazzale Cuoco da terroristi in fuga; si susseguono ritrovamenti di covi di organizzazioni terroristiche nell'area attorno a C.so XXII Marzo e Viale Corsica; l'ultimo e più grave episodio di terrorismo, l'assassinio del giudice Alessandrini, è avvenuto in Viale Umbria. Questa uccisione ha colpito profondamente i sentimenti di tutti, sia per la persona che ne è stata vittima, un magistrato democratico e impegnato a far luce su episodi come la strage di Piazza Fontana che ormai da dieci anni inquinano la vita democratica del paese, sia perché immediatamente successiva all'assassinio a Genova dell'operaio Rossa, altro avvenimento che ha definitivamente smascherato la natura antidemocratica, antioperaia, antipopolare di tutti i gruppi terroristici anche sedicenti di sinistra. I dibattiti, le tavole rotonde alla televisione e sui giornali, si succedono incessantemente per cercare di chiarire l'origine, te cause, i rimedi e le iniziative che possono fermare questa spirale di violenza; contemporaneamente la fortissima partecipazione di rappresentanti politici e sindacali, di lavoratori, di cittadini scesi spontaneamente in piazza che si è avuta in occasione dei funerali del giudice Alessandrini e del sindacalista Rossa, dimostrano che la volontà di affrontare concretamente e seriamente questo problema è ormai patrimonio della coscienza di tutti.
Proprio su questi temi — partecipazione popolare ai funerali, significato di questa partecipazione, come interrompere il ripetersi di atti di violenza politica — il nostro giornale ha organizzato un dibattito, cui hanno partecipato sindacalisti, studenti, cittadini della zona ed un magistrato che conosceva Alessandrini e che ci na potuto dare alcune impressioni ed opinioni come membro di uno dei settori dello Stato direttamente preposti alla lotta contro le organizzazioni eversive.
Non ci è possibile riportare integralmente tutti gli interventi, durati complessivamente più di due ore; ci limitiamo a trascrivere quelli che riteniamo siano stati i punti salienti del dibattito. Quest'ultimo è stato diviso in due parti: impressioni e commenti sui funerali del giudice Alessandrini e successiva discussione su quanto emerso dal primo giro di interventi: per semplicità manteniamo questa divisione anche sul giornale.
Prima parte: impressioni e commenti dopo i funerali e la manifestazione del giorno 31 gennaio Sindacalista della ditta Western: A questa manifestazione ho sentito con forza che si è ricomposta una alleanza tra la classe operaia, che è sempre stata in prima fila nella lotta contro il terrorismo, e la popolazione di Milano, della zona, di città vicine. Penso e spero che questa alleanza possa incidere non solo sulla soluzione del problema del terrorismo, ma possa anche incidere sulla situazione politica complessiva. Al di là di questo aspetto c'è da rilevare che la partecipazione alla manifestazione è stata vastissima, c'erano proprio 'tutti', operai, studenti, cittadini, rappresentanze politiche e sindacali. Quindi la risposta c'è stata, è stata molto forte e ripropone una alleanza anche con le forze politiche su posizioni molto chiare di lotta intransigente al terrorismo. È anche emerso che forse è stata risolta o è in via di soluzione il dilemma che sino a ieri era presente in molto compagni, appartenerti a certe frange del sindacato e soprattutto a certi gruppi dell'estrema sinistra. È il dilemma riassunto dalla parola d'ordine "nè con lo Stato nè con le BR" che esprime l'incapacità di schierarsi con chi vuole risolvere la crisi economica e con essa anche il terrorismo, senza per altro avere precisi indirizzi alternativi. Come movimento sindacale da sempre abbiamo affermato che è una parola d'ordine completamente sbagliata e forse dopo questa manifestazione non c'è più spazio per queste posizioni. Anche nella fabbrica dove lavoro esistono compagni che anni fa sostenevano che le BR sono compagni che sbagliano, poi dopo l'assassinio di Moro, sono passati a sostenere che non bisogna essere nè con i terroristi nè con lo Stato, ma ora hanno ormai assunto una posizione definitiva di condanna nei confronti di queste persone e delle loro azioni.
Magistrato: lo ho avuto una visione un po' particolare della manifestazione in quanto come magistrato e come amico di Alessandrini ero proprio in mezzo al corteo e ho avuto l'impressione che questa gran massa di gente avesse una gran volontà di reagire e ci fosse anche un senso diffuso di solidarietà con la magistratura. Credo comunque che non ci si possa fermare alla solidarietà come pure è stato abbastanza sbrigativamente fatto da ampia parte dei giornali il giorno seguente. La presenza di tutte queste persone rappresenta anche il superamento di certi equivoci, e in questo sono d'accordo con quanto affermato nell'intervento precedente, a proposito di chi si dichiara contro lo Stato e contro le BR. Ormai c'è la sensazione che chiunque può essere colpito, come dimostra l'uccisione di Rossa di cinque giorni prima, e anche da questo nasce la volontà di reagire. Il dubbio è se accanto a questa volontà di reazione esiste anche una effettiva fiducia della gente in quella che può essere la risposta al terrorismo e soprattutto quale credibilità abbia lo Stato in questa lotta. La manifestazione è nata come funerale di Stato alla presenza di tutte le più alte autorità, ma la Partecipazione pubblica le ha fat-
to cambiare segno: la gente in piazza ha posto una precisa richiesta, che è quella di affrontare a livello politico il problema del terrorismo per risolverlo. Esiste però una serie di argomenti che non sono mai stati di pubblico dominio, che sono rimasti monopolio dei soli tecnici, e sui quali è bene dare alcuni chiarimenti. Ad esempio su qual'è la risposta istituzionale al terrorismo, quale deve essere il compito della magistratura e della polizia, cosa ha significato esattamente l'assassinio di Alessandrini.
Di fatto, rispetto a tutto questo, esiste una sfiducia abbastanza ampia come è stato dimostrato in occasione degli ultimi referendum e che deve essere presa come dato politico, come necessità di un cambiamento. C'è una sensazione fra la gente che a furia di leggi speciali si arriverà anche alla pena di morte, ma che questa sarà contro ignoti e non contro il terrorismo. C'è quindi la richiesta di prendere i terroristi, capire chi sono, e al di là di operazioni più o meno brillanti ma isolate, di dare una risposta organica ed effettiva. La gente vuole la riforma dei codici, la riforma della Polizia, vuole che le istituzioni funzionino, che la lotta al terrorismo si faccia veramente, che si metta in condizione di operare chi questa lotta deve portare avanti; in definitiva è stata fatta una precisa richiesta politica che deve essere esaudita. Bisogna assolutamente evitare che la morte di Alessandrini, che con impegno e sacrifici ha operato senza avere poteri e strutture adeguate, sia una morte inutile e che altre altrettanto inutili la seguano: di martiri e di piazze intestate agli uccisi la gente è stanca e vuole iniziative e impegni concreti.
Pensionato, che abita da sempre nella zona 4: vorrei dire alcune cose a titolo personale, come cittadino che da oltre mezzo secolo abita nella zona, sia sugli avvenimenti in questione, sia sulla reazione degli abitanti del quartiere che pur variando nel tempo hanno mantenuno alcune caratteristiche in comune. Riguardo alla partecipazione alla manifestazione rappresento anche la categoria degli anziani, che sono una parte consistente della popolazione in questo quartiere: il 20-25%. La loro partecipazione non può essere la presenza fisica alle manifestazioni, a causa dell'età o di malanni vari, esiste però una partecipazione morale che deriva e si riallaccia agli avvenimenti degli anni passati: la guerra e la resistenza. Parlando fra di noi di questi fatti, e lo dico non solo a livello personale, risulta che non ci hanno spaventato i terroristi delle SS o i fascisti della 'Muti' che erano nella zona, e che anche oggi - al di là del grande cordoglio perchè allora combattevano dei nemici della nazione e oggi invece il terrorismo è fatto da nostri connazionali che si pongono al di fuori di qualsiasi valore morale e di qualsiasi forma giuridica - la nostra condanna è evidente e univoca. Al di là. di qualche espressione emotiva o di rabbia perchè dopo tanti anni ancora le cose in questo paese non vanno bene e mancano speranze di aperture e miglioramenti, sappiano che bisogna lottare e battersi per ottenere dei risultati, quindi al di là della condanna ricordiamo che noi siamo quelli che hanno lottato prima e che ancora
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un
lotteranno in futuro per vedere di portare le cose su una via migliore, più proficua e meno crudele di quella scelta dai terroristi.
Responsabile del CUZ 4 Å 14 (Ricordiamo che il Consiglio Unitario di Zona è la struttura sindacaleCGIL, CISL, UIL - presente a livello decentrato sul territorio cittadino). 'Due sono gli atteggiamenti principali presenti oggi su questi temi: il primo è quello più consapevole della classe operaia, che ha sempre lottato e lotta ancora, che sa che cosa è il terrorismo da dove viene e come sconfiggerlo.
C'è poi un altro atteggiamento, meno consapevole, più istintivodi condanna ma solo a livello di solidarietà democratica, - per il quale noi dobbiamo puntare a elevarne il livello di consapevolezza. Ho partecipato a due assemblee nei giorni immediatamente successivi all'assassinio di Alessandrini, una nella fabbrica metalmeccanica O.M. e una nella scuola che frequenta il figlio del giudice, e ho potuto rilevare in queste due realtà diverse, come anche durante il corteo per il funerale, la presenza dei due atteggiamenti che citavo prima.
Voglio dire che se noi non affrontiamo l'analisi che la parte di classe operaia più cosciente da sempre ha fatto su ciò, non riusciamo a dare una risposta anche a quell'altra parte di opinione pubblica democratica, antifascista, che giustamente condanna ma che non vede con sufficiente chiarezza come risolvere il problema. Noi dobbiamo recuperare a questa battaglia anche quella parte di cittadini che condanna le brigate rosse ma contemporaneamente ha un atteggiamento di impotenza rabbia o desolazione, a questa battaglia che il nucleo centrale più consapevole della classe operaia ha chiara davanti. Il Presidente Pertini diceva a Genova, in occasione dei funerali del sindacalista Rossa, che dietro a tutte le azioni terroristiche dal 1969 ad oggi esiste un disegno preciso, che è quello di battere la classe operaia e la linea sindacale che hanno ormai superato la fase delle contrattazioni solo per miglioramenti salariali o normativi e vogliono invece incidere direttamente sui modi di produzione. Cosa fare concretamente: bisogna che tutte le organizzazioni politiche sindacali democratiche, antif.
tutti i loro nuclei di base si organizzino a livello di zona per creare un programma di zona. Questo significa avere una struttura capillare di momenti organizzativi in stretto contatto e collaborazione tra loro, da poter convocare velocemente, pronti alla vigilanza ed alla mobilitazione.
Studente liceale: comincio col distinguere due momenti nella reazione agli atti terroristici, mi riferisco ai fatti più recenti dell'uccisione di Rossa e di Alessandrini, e cioè il momento iniziale dove prevale l'emotività vale a dire rabbia delusione e senso di impotenza per avvenimenti che non si sa come prevenire e sui quali non si sa come intervenire concretamente, ed il momento successivo in cui la discussione nelle assemblee diventa man mano più fredda più concreta e allora si incomincia a pensare cosa fare. Nel momento dell'emotività possono nascere a volte anche sentimenti di rabbia esasperata che portano a slogan del tipo 'nè con lo stato nè con le BR' che in questa situazione possono avere una certa presa sulla gente. Come si possa reagire si è visto con le imponenti manifestazioni di Genova e di Milano, dove in Piazza del Duomo c'erano 200.000 persone, e questo è senza dubbio qualche cosa di molto positivo nel senso che esprime la volontà della gente e quello che la gente realmente pensa. Però anche nell'assemblea alla mia scuola è venuto fuori il problema: ma ai terroristi, in fondo, che ci siano tante persone in piazza a protestare contro di loro cosa interessa? Loro lo fanno lo stesso, è logico che una manifestazione è un momento denso di significato perché è un momento di partecipazione diretta, ma i terroristi sanno benissimo che con le loro azioni non saranno mai dalla parte della classe operaia e della gente che vuole uno stato diverso, lo sanno eppure vanno avanti lo stesso. Lo ha dimostrato la manifestazione di Genova: due giorni dopo nonostante le piazze piene Alessandrini è stato ucciso. C'è da aggiungere che la manifestazione è però anche una esigenza personale, all'assemblea della mia scuola risultava chiaro che esisteva una volontà a fare qualcosa da parte dei presenti e c'era l'esigenza di esprimere questa volontà.
Come durante la lotta partigiana
Pensionato: replica allo studente che manifestava dubbi e riportava il senso di impotenza diffuso tra molta gente: "Si è detto che delle manifestazioni ai brigatisti non importa nulla. L'opinione generale della gente non può certo intaccare le convinzioni di pesone che assassinano a sangue freddo. Allora quale dovrebbe essere la reazione della gente? Dovrebbe reagire con le armi? Può nascere qualche volta la voglia di replicare con gli stessi sistemi. Ma a parte il fatto che chi colpisce sa dove, come e quando farlo, e chi si difende non sa tutto questo, come possiamo accettare le azioni terroristi come azioni di guerra, se in guerra non siamo? lo ragiono diversamente dai giovani che spinti dall'esuberanza fisica si sentono prudere le mani per certi fatti. Noi dobbiamo lavorare in maniera tale da modificare le cose senza usare la violenza anche se siamo ormai abituati a viverci in mezzo. Prima parlavo di trent'anni fa, della lotta partigiana. Allora si usavano sistemi violenti, ma c'era la guerra. Oggi esistono altri mezzi. Non si può certo convincere personalmente ogni terrorista che sta sbagliando, però si possono creare le condizioni perchè queste persone si smobilitino. Le istituzioni repubblicane si possono difendere anche con la denuncia che in questo caso non si può chiamare delazione." E qui ricorda che gli stessi sistemi venivano usati per la lotta partigiana.
Magistrato: può esistere nei partecipanti alle manifestazioni un senso di impotenza e il dubbio che non servano a dissuadere i terroristi dal compiere le loro azioni?
"Può anche essere vero che al
terrorista delle 200.000 persone che scendono in piazza non importi niente, però è anche vero che se noi andiamo a due o tre anni fa, c'era un preciso disegno delle BR di coinvolgere la classe operaia nel loro discorso di lotta armata allo stato, e che successivamente hanno puntato agli emarginati e in generale a più larghi strati sociali.
Ora non è più così. Le manifestazioni hanno ottenuto un primo risultato, e cioè far fallire questo disegno che attraverso il sabotaggio in fabbrica, o l'uccisione di un magistrato reazionario, come poteva essere Caco, voleva lo scontro armato tra la classe operaia e lo stato accusato di fascismo.
Dopo i fatti del 16 marzo, del rapimento di Moro e dell'uccisione della scorta, la reazione della sinistra è debole, le manifestazioni non approdano a nessun risultato concreto e tutti rimangono in attesa degli eventi che succederanno e che tutti conosciamo.
Nascono polemiche sulle trattative e non trattative.
Ora il discorso nè con le BR, nè con lo stato non si può più fare e le manifestazioni per la morte di Rossa e Alessandrini lo hanno dimostrato. Il terrorismo non è più quello, mira solo a disarticolare le istituzioni democratiche.
È molto positivo che la gente non senta il bisogno di prendere le armi per difendersi da sola dalle BR, poichè nasce da una profonda convinzione democratica che il perseguire questi atti è compito dello Stato. Se si và in piazza significa che si crede ad uno Stato democratico, e che gli si chiede di reagire. È vero che le istituzioni hanno scarsa credibilità, ma si è anche convinti che si possano modificare.
Il terrorismo impone alla sinistra di affrontare il nodo dell'organizzazione efficiente della polizia, della regolamentazione dei rapporti tra i poteri dello Stato al di là delle vaghe affermazioni di compartecipazione al potere. È già qualcosa che di queste cose si cominci a parlare in Parlamento."
Sindacalista della WESTERN: Nelle interviste televisive che seguirono l'omicidio di Alessandrini rilasciate dai suoi colleghi, traspariva un forte senso di sfiducia la sensazione che fosse morto per nulla: "lo non condivido queste opinioni anche se nascono da larghi strati della cittadinanza. Alessandrini non è morto per niente: come tanti altri è stato colpito perchè esponente di un fronte, quello della lotta per le riforme democratiche della società e anche dell'economia. Sotto questo aspetto è la classe operaia l'elemento portante e in essa mi pare che non ci sia questo senso di sfiducia; c'è la coscienza, anche se con evidenti segni di stanchezza dopo 10 anni di terrorismo, che la lotta contro di esso significa lotta al tentativo reazionario di impedire un avanzamento democratico del nostro paese, sotto tutti gli aspetti economici e sociali. La manifestazione non è una cosa vuota, anzi è una occasione di allargamento e di rafforzamento del fronte democratico. Da sempre il terrorismo ha un unico disegno, sin dal 1969 (bombe di piazza Fontana, n.d.r.) anche se si è manifestato sotto diversi aspetti, con più o meno chiarezza, e cercando di coinvolgere la classe operaia nel suo disegno politico. Questo tentativo è stato sconfitto, e il fallimento è anche la conseguenza della fermezza del fronte democratico, che ha mantenuto la mobilitazione nei momenti più difficili, sconfiggendo anche il più vasto piano reazionario che usa il terrorismo come strumento per annullare le conquiste democratiche passate e future."
Una donna: rivolge due domande al sindacalista del CUZ e al magistrato.
"Bisognerebbe andare molto più a fondo sugli esecutori delle azioni terroristiche, sul loro disegno politico. Come mai le BR trovano questi esecutori, chi sono? Bisognerebbe capire le contraddizioni, per esempio nelle carceri, in cui le BR trovano proseliti. Non basta mandare la polizia a perquisire a destra e a sinistra. Per capire poi da dove nascono gli slogan "nè con lo stato nè con le BR" oppure "contro lo stato, contro le BR", non basta parlare di un generico piano reazionario, bisogna anche dire di chi è questo piano reazionario e che rapporto ha il suo ideatore con lo stato. Queste sono le risposte che la gente vuole. Se da una parte la presenza in piazza può voler dire che, bene o male, la gente si aspetta qualcosa da questo Stato, è anche vero che vuoi sentire delle cose chiare. L'impotenza nella gente non nasce solo dal fatto che rinuncia a girare con la pistola, ma perchè conta su certe forze politiche che devono fare chiarezza su tutta la questione.
Il poliziotto e il magistrato sono sempre stati visti dall'operaio, dalla donna e dallo studente come avversari e, Fiò diende anche
dal fatto che del funzionamento di polizia e magistratura nessuno ha mai saputo nè potuto dire niente.
Di qui nasce il nostro senso di impotenza, e sorge ancora l'interrogativo sui nostri rapporti con lo Stato e con le istituzioni, interrogativo che ha bisogno di risposte chiare e precise. Non basta dire partecipiamo perchè ci siamo tutti dentro."
Sindacalista CUZ: Sull'esistenza di una strategia che vuole bloccare l'avanzata del movimento operaio nessuno ha dubbi, esiste però una larga parte della cittadinanza democratica che si fa prendere dalla sensazione di impotenza. All'epoca delle bombe nessuno aveva dubbio da che parte venissero. Per esempio in Cile, in un momento successivo i nomi dei responsabili del colpo di Stato sono venuti fuori ed erano quelli delle multinazionali. Qui da noi sarà la storia a dare loro un nome ma è chiaro che la matrice è simile.
"Molti, anche tra gli studenti che condannano il terrorismo, dicono che in fondo ai terroristi non importa nulla o quasi delle manifestazioni. Può anche essere vero, dato che rappresentano solo le pedine di un più vasto piano reazionario. La manifestazione serve ad impedire l'affermazione della strategia dello sfascio, della delusione e dell'impotenza. Inoltre le manifestazioni riducono l'area di assoldamento degli esecutori materiali. Questo si ottiene anche con la denuncia degli infiltrati alle istituzioni democratiche che non devono essere quelle che ricorrono alle leggi speciali."
Nelle manifestazioni bisogna ampliare il concetto di Resistenza, bisogna vincere una lotta. Partiti di sinistra e organizzazioni sindacali devono proporre progetti completi per una modificazione dello stato in senso più profondamente democratico.
Magistrato: Oggettivamente gli slogan neutralistici una certa presa sulla gente ce l'hanno.
"Dipende da una questione di fondo: mentre il sindacato ha alle spalle una tradizione storica, il rapporto con lo Stato e soprattutto con lo Stato come autorità, è un rapporto che nasce rispetto a
codici fascisti e polizia scelbiana ed è tuttora di sfiducia e contrapÅ posizione. Bisogna far capire alla gente che non sono Stato solo poliziotti e magistrati, ma anche, per esempio, consigli di fabbrica e di zona.
Esiste un preciso disegno che dice: tu popolo protesta, rivendica, vota, fai quello che vuoi, lo Stato decide, gestisce e fa politica, siamo due cose separate. Questo è il modello di Stato liberale e giolittiano."
Esistono due fatti ben precisi che dimostrano come sia reazionario il disegno delle BR. La destra della nostra classe politica ha sempre avuto una funzione anticomunista e le sue frange estreme, attraverso il SID parallelo, il SID segretissimo, o comunque lo si voglia chiamare, ha organizzato la strategia delle bombe. Nel 1974 questa cessa misteriosamente, nonostante che i tre quarti degli esecutori non siano mai stati incarcerati, che personaggi di punta non siano scomparsi. Nasce un terrorismo più spiccio ed è lecito pensare che chi manovrava le forze clandestine prima continua a farlo ora. "Esiste un disegno di destra che è quello di rigettare indietro l'avanzata delle sinistre e mantenere la separazione tra apparato statale e popolazione. Il terrorismo lo fa avanzare attraverso la paura e togliendo credibilità allo Stato".
"Anche lo Stato da parte sua nega la riforma di polizia che significa anche far funzionare per esempio l'ispettorato del lavoro, creare sezioni per la salvaguardia dell'ecologia e il controllo degli abusi edilizi. In una frase, far funzionare la polizia democraticamente in stretto contatto con il cittadino, mentre in effetti con la legge speciale la si ripropone sempre come corpo separato."
"Il magistrato di per sè non è nè di destra nè di sinistra, ma agisce in un particolare ambito di leggi. Se queste sono nuove, moderne (e a questo deve puntare la sinistra) cambierà anche l'operato della magistratura."
Studente: "Sono pessimista perchè di fatto le manifestazioni hanno prodotto solo un cambiamento di rotta del terrorismo, gli omicidi continuano anche se la mobilitasegue pag 8
s n rri7Zc; S.N.C. Organizzazione vendita PIAGGIO RITà biciclette sconti ai lettori VIA SPARTACO 31 Te1. 5450458 .576765
Magistrato: "Non è compito delle manifestazioni eliminare il singolo terrorista, ma di una polizia riorganizzata anche per svolgere questo compito. Bisogna evitare il frazionamento delle forze e la mancanza di coordinazione. È la sinistra che deve imporre il suo discorso su cosa è la polizia, cosa sono le istituzioni e quali sono i rapporti con esse." "Quello che ci fa dire che forse Alessandrini è morto per nulla è la paura che possa risultare vero: se è morto perchè ha ricostruito tutta la trama dietro piazza Fontana, l'omertà della polizia, i silenzi dei servizi segreti, allora, se non si cambia e tutto rimane come prima, è una morte inutile"
condannavano cioè questi atti, però si arrivava quasi a giustificarli con l'emarginazione, la disoccupazione e la repressione che il sistema impone.
Con queste posizioni bisogna fare i conti, visto che anche all'Alfa Romeo lo sciopero non è riuscito. "Sia ben chiaro, queste non sono azioni di fiancheggiamento, ma il considerare le manifestazioni di unanime condanna come un univoco rafforzamento dello Stato con tutte le sue contraddizioni, è un indubbio errore politico.
della sinistra (vedi il recente voto socialista alla Commissione Inquirente), è lq Stato che fa scappare Freda e Ventura dopo avergli inflitto una lunga carcerazione preventiva di ben cinque anni.
Le elezioni del 1976, con la grande avanzata del Partito Comunista, avevano portato la speranza che si potesse cambiare o quanto meno migliorare questa società.
Sono posizioni molto diffuse che rischiano di aumentare la già grande sfiducia nelle istituzioni e di aumentare lo spazio di azione delle BR. È generico e qualunquista dire "nè con lo stato nè con le BR" Esiste ancora nella nuova sinistra una specie di feticismo legato ai nomi delle BR o di Prima Linea, che provoca la giustificazione di certi atti. Quando c'è il proletario di Reggio Calabria, sfruttato da trent'anni di governo democristiano, che segue Ciccio Franco e l'MSI nessuno ha dubbi per mobilitarsi e isolarlo, cosi pure nella lotta contro la mafia. Nessuno si pone degli scrupoli, creandosi l'alibi che forse in quel momento sta rafforzando lo Stato."
Penadi morte controignoti
Universitario: Penso che da alcuni interventi sopravvalutino la reazione e la condanna della gente. "Ho assistito ad alcuni dibattiti dopo gli ultimi avvenimenti ed in una assemblea all'università Statale, dopo l'assassinio del sindacalista Rossa, non è passata una mozione presentata dai delegati sindacali dove si condannava il terrorismo, perchè la maggioranza era attestata sulle posizioni "nè con lo stato nè con le BR"; si Possono essere due i motivi di una certa sfiducia della gente sulla validità della risposta degli apparati statali al terrorismo; sfiducia non a caso emersa anche nel corso del dibattito fatto sul terrorismo qui al "Dialogo" e che si avverte comunque, più in generale; parlando di queste cose con la gente.
Questa sfiducia o nasce da una mancanza di conoscenza del problema ed è conseguenza dell'ignoranza della gente: ed allora non sarebbe grave, bastando una più ampia e corretta informazione per risolvere il problema; oppure nasce dalla convinzione istintiva ed immediata che quanto si sta facendo effettivamente, al di là di sporadiche brillanti operazioni, serve a ben poco.
Credo più a questa seconda ipotesi perchè, dopo oltre quattro anni ormai di leggi e provvedimenti contro criminalità e terrorismo, i ben scarsi risultati ottenuti non possono non far dubitare dell'efficienza delle misure proposte.
Se poi lo stesso dubbio provoca un documento di protesta e di richiesta di una diversa politica criminale da parte di un intero ufficio giudiziario come la Procura della Repubblica di Milano, allora non c'è davvero motivo di dubitare ancora sulla legittimità e fondatezza della sfiducia della gente.
Per tutti questi anni mentre si continuavano a promettere riforme della polizia o dei codici o della magistratura — restate sempre al livello di promesse non mantenute — si sono fatte per contro tutta una serie di leggi (sulle armi, la legge Reale, le disposizioni antiterrorismo, ecc.) che si sono limitate ad aumentare le pene per certi reati o ad affrettare i tempi per certi processi (es.: la legge sulla detenzione ed il porto delle armi, con pene molto elevate, il divieto di concessione della libertà provvisoria, l'obbligatorietà del processo per direttissima). È una scelta pericolosa soprattutto per la sua inutilità: affronta, infatti, il problema di come processare e di quanti anni dare al terrorista senza porsi affatto il problema di come organizzarsi per individuarlo e catturarlo. Come già abbiamo leggi contro l'inquinamento, l'esportazione dei capitali, l'evasione fiscale, di fatto inutilizzate perché non si è capaci di individuare gli inquinatori, gli esportatori di capitali e gli evasori fiscali, avremo anche norme contro il terrorismo destinate a non essere applicate per la impossibilità di prendere i terroristi.
Ammettendo per assurdo che contro di questi si instauri la pena di morte, questa sarebbe pronunziata contro imputati ignoti; donde, la sua inutilità e l'assoluta mancanza di credibilità.
E un ragionamento chiaro ed evidente; anche per questo, finalmente, sempre più si accentua la richiesta di provvedere alla riforma degli apparati e delle strutture da adibire alla lotta al terrorismo e, stante i risvolti sociali di questo, alla sua prevenzione attraverso un migliore funzionamento della società civile.
Il discorso non è di efficientismo, ma politico: le difficoltà a portarlo avanti nascono infatti dalla contrapposizione netta su questo punto di una politica conservatrice ed una progressista.
La prima vorrebbe riproporre un suo vecchio tipo di polizia dotata di massimi poteri e minimi controlli, individuando la ragione della sua debolezza di oggi solo nella privazione di antichi poteri abrogati per la loro antidemocraticità (abolizione del fermo di polizia, ecc.).
Le leggi speciali di questi anni sono un tentativo di ritornare indietro, a quel tipo di polizia che tanta diffidenza ha giustamente creato nei suoi confronti; accanto alla proliferazione di corpi di polizia sempre più specializzati suddivisi (con inevitabili interferenze e rivalità tra i vari corpi tra le varie armi, P.S., Carabinieri, Finanza), si blocca e si ostacola il processo di smilitarizzazione e di sindacalizzazione, riproponendo la vecchia separazione della polizia dal resto del tessuto sociale del paese.
La seconda vorrebbe per contro una migliore attuazione della Costituzione che impone (art. 109) una polizia diretta e controllata dalla magistratura e pone, rispetto al terrorismo, la necessità di un maggior coordinamento da attuarsi anche in questo modo; una polizia riformata in grado di operare in modo omogeneo, non frammentata ma vincolata alla massima collaborazione e, soprattutto, che operi in stretto collegamento con le esigenze e con la solidarietà di tutti. Il problema è quale delle due strade scegliere. Fino ad oggi si è seguita la prima, ed i risultati sono davanti agli occhi di tutti; imporre di seguire la seconda è compito delle classi popolari e di quella sinistra che in sede istituzionale ne deve essere espressione. Manifestazioni di massa come quelle di Genova e di Milano devono essere perciò il principio di una consapevole ed assidua partecipazione anche su questi temi, perchè su questa partecipazione ci si gioca lo scontro politico in sede decisionale; la sfiducia ed il disinteresse vorranno dire, in tema di ordine pubblico, sempre nuove normative contro ignoti e, più in generale, il riproporsi del solito vecchio potere corrotto e corruttore, separato dalle classi popolari e sordo alle esigenze di queste.
FABIO VIPARELLI
ControloStato, contro leBR?
La morte del giudice Alessandrini mi ha colpito e fatto meditare molto sia perchè avvenuta nel nostro quartiere a pochi passi da casa mia e a pochi giorni di distanza dall'assassinio del delegato aziendale Rossa a Genova, sia perchè il terrorismo ha cominciato a colpire anche a sinistra, sia perchè Alessandrini era uno dei giudici che avevano contribuito a far venire a galla la verità su P.za Fontana, mettendo in chiara evidenza come fosse una strage di Stato. Le mie riflessioni sono cominciate dal pensiero di come sia possibile battere il terrorismo ed evitare che ad esso si avvicinino
sempre più numerosi adepti. Francamente non penso che si possa risolvere molto utilizzando soltanto i Carabinieri del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che troppo spesso agiscono per conto proprio senza informare nessuno rischiano di trasformarsi in un corpo separato con i pericoli che questo comporta. Ci si dice che bisogna stare tutti assieme per difendere lo Stato dall'assalto brigatista, ma, mi chiedo, che senso ha difendere questo Stato? Dopotutto è sempre lo Stato di Piazza Fontana, di Pinelli, di Giorgiana Masi, dei ministri mai condannati sempre assolti anche con i voti
Documentazione
LE DIMENSIONI DEL TERRORISMO POLITICO
ed. Franco Angeli (1978) a cura di Luigi Bonanate Con una serie di saggi sui più diversi aspetti del terrorismo il libro cerca di fare il punto scientificamente sul feno- meno in Italia e nel mondo. È forse il contributo più valido e più serio in materia, anche se il tono - spesso molto specialistico ed accademico - rende il libro di difficile lettura ed a tratti accademicamente pedante. La questione è affrontata sotto tutti gli aspetti: sociale, politico, giuridico,storico e internazionale.
ALL'INTERNO DELLA GUERRIGLIA
edit. Mondadori (1978)
Cantore-Rossella-Valentini Ricostruzione romanzata, ma completa, delle vicende terroristiche italiane scritta da tre giornalisti di Panorama. La parte finale è dedicata al terrorismo nel mondo.
TERRORISMO
E MOVIMENTO OPERAIO
edit. La Pietra (1978)
a cura di Massimo Massara
Analisi dei testi di Marx, Engels e Lenin per confutare la tesi dell'album di famiglia"
LE CONFESSIONI DI UN TERRORISTA
edit. La Pietra (1978) di Sommi Bauman
L'ex terrorista della RAF Bauman racconta la sua storia. Una lettura illuminante sul retroterra culturale e sulle coperture politiche del fenomeno.
Di ciò era testimonianza lo slogan del PCI che diceva: "Il PCI cambierà questa sporca società". Invece i cambiamenti, se ci sono stati, sono stati marginali e la DC ha potuto, grazie anche all'accondiscendenza della sinistra storica, continuare a governare praticamente da sola. Ciò ha generato il riflusso, il rifuggire dall'impegno sociale, il gettarsi nel personale come unica sfera rimasta in cui si potesse realizzare qualcosa. È esattamente quello che ho fatto io, diminuendo di molto il mio impegno sociale, come chiara conseguenza della caduta delle illusioni, dei miti (vedi Cina), delle speranze che avevano segnato un'intera generazione. Ultimamente mi sono ritrovato molto spesso a pensare che la politica è una cosa sporca, della quale non vale la pena di occuparsi. Infatti, tralasciando quello che potrei dire su DC e soci, chi se lo sarebbe aspettato che il PCI si ponesse come più strenuo difensore della legge Reale, che il PSI continuasse a fare meschini intrallazzi di sottogoverno. che un ragazzo come Alceste Campanile, uno dei tanti morti della nuova sinistra, fosse stato ucciso da compagni (?)? Penso che vi sarebbe facile etichettare questi miei pensieri col dire che sono un qualunquista che tende a gettare discredito su tutti e tutto, ma se cosí faceste sarebbe una ulteriore dimostrazione di come avete la tendenza a lavarvi le mani di queste cose, di non discuterle, di non volersi spiegare perchè è nato il terrorismo, che radici ha avuto... È troppo voler dire che il terrorismo non si batte con le leggi speciali, con la creazione di corpi speciali, ma piuttosto con la chiara volontà politica di cambiare le cose radicalmente cercando di eliminare le sacche di miseria e di disoccupazione, di ridare nuovo credito alle istituzioni dello Stato, colpendo i corrotti, gli incapaci, i disonesti. Fio scritto ciò alla rinfusa come sensazioni che mi sono venute in mente generate da un atto di terrorismo, e vorrei che mi rispondeste, giovani e meno giovani, criticandomi o no, partendo da un punto di vista personale o politico perchè tutto questo non si esaurisca qui, ma sia un punto di partenza per un dibattito, che utilizzando le colonne del giornale, possa coinvolgere il maggior numero di persone che vivono le contraddizioni di cui sopra.
FABIO MALGARETTI
INDAGINE
SU UN BRIGATISTA ROSSO
Ed. Einaudi (1978) di Giorgio Manzini
La storia di Walter Alasia: una vicenda che spiega molte più cose di molte analisi.
IL TERRORISMO IN FABBRICA
Editori Riuniti (1978)
Interviste di Massimo Cavallini ad operai della Siemens, Fiat, M. Marelli ed Alfa Romeo sul problema del terrorismo. Spiega perchè il terrorismo riesca a trovare sede in fabbrica.
ALLE RADICI DELLA VIOLENZA
edit. Rizzoli (1978) di Franco Ferrarotti
Ferrarotti ha compiuto un'operazione analoga a quella di Bocca mettendo assieme, da buon vate della sociologia, una lunga serie di ovvietà.
Quando le cose che scrive non sono ovvie, sono sbagliate
IL TERRORISMO ITALIANO
1970/78
edit. Rizzoli (1978) di Giorgio Bocca
Libro raccogliticcio e superficiale.
Bocca ha incollato i propri articoli degli ultimi anni ed ha tentato di far passare questa operazione commerciale per la "verità" sul terrorismo.
BRIGATE ROSSE ed. Bertani (1976)
Contiene le requisitorie Viola (Milano) e Caccia-Caselli (Torino) sulle "prime" Brigate rosse. Si tratta praticamente degli atti giudiziari che hanno costituito la base del "processone" di Torino.
MARA E LE ALTRE ed. Feltrinelli (1979) di Ida Faré e Franca Spirito Analisi del ruolo delle donne nel terrorismo. Il libro non è ancora uscito, ma alcuni stralci sono stati anticipati su alcuni rotocalchi.
BR: imputazione banda armata ed. Garzanti (1977) di Vincenzo Tessandori
Una dettagliata ricostruzione delle imprese delle BR dalla nascita fino all'omicidio Coco. Manca l'elemento dell'analisi politica.
MAI PIÙ SENZA FUCILE! ed. Vallecchi (1977) di Vincenzo Silj Biografie dei capi storici delle BR e dei NAP. Edito nel '77 il libro appare irrimediabilmente invecchiato e privo di indicazioni utili a comprendere gli sviluppi del terrorismo.
STORIA DEL TERRORISMO edit. Rizzoli (1978) di Walter Laqueur
Libro di singolare superficialità lanciato sul mercato italiano per sfruttare la "popolarità" del tema. Tutto quello che Laqueur sa dire è che la democrazia è troppo permissiva. L'analisi storica e sociale è - a dir poco - grottesca.
Emilio Alessandrini
8 i dialogo
zione ha creato concretamente un fronte antiterrorista."
spaziocasa
EQUO CANONE
Primo bilancio
Necessarie alcune modifiche
Sono passati sei mesi dall'uscita della nuova legge sugli affitti nell'edilizia di proprietà privata ed è tempo di iniziare un bilancio sui suoi effetti nella zona.
C'è da dire innanzi tutto che forte è stata l'affluenza degli inquilini alle sezioni del Sindacato ed attiva è stata l'iniziativa dei comitati inquilini di càaeg gyiúto. Da ottobre a aennaio più di 600 famiglie hanno richiesto al sindacato di verificare i conteggi dei proprietari o di procedere a! calcolo del nuovo affitto, specie quando questo era in riduzione e la proprietà non si adeguava alla legge.
I comitati di caseggiato sia di medie come di grandi proprietà (INA, CAF-Beni Immobili) hanno richiesto, e in alcuni casi già ottenuto, di avviare una trattativa globale per un nuovo contratto di locazione secondo la legge, per la garanzia di stabilità dei contratti, per una politica di risanamento degli stabili degradati.
Gli inquilini quindi hanno affrontato attivamente la nuova legge sia singolarmente, sia organizzati insieme nei caseggiati, utilizzando gli spazi offerti da questa.
Quali sono stati gli effetti sul livello degli affitti?
Dalle prime analisi dei calcoli fatti si deduce che circa il 60% degli affitti sono andati in aumento, il 30% in riduzione, il 10% sono rimasti gli stessi di prima.
Per gli affitti in aumento la gradualità dell'aumento a seconda del reddito ha in parte reso sopportabile lo stesso.
Per quanto riguarda gli stabili "degradati" c'è da dire che gli affitti sono stati sostanzialmente allo sesso livello per i vecchi canoni, mentre per i nuovi contratti vi sono state forti riduzioni. Questo è stato possibile grazie alla delibera del Comune che ha considerato quasi tutti gli stabili in cattive condizioni, "degradati". In queste situazioni tuttavia rimane aperta la battaglia per un risanamento attraverso la convenzione con il Comune oppure attraverso l'applicazione dell'Equo canone sullo stabile reso "normale".
In generale si deve dire che l'inquilinato ha accettato la nuova legge.
Chi invece ha dimostrato reticenze o ha tentato di evadere la legge sono stati molti proprietari attraverso, sia tentativi di applicare coefficienti di calcolo non giusti (categoria catastale. l'anno di costruzione, lo stato manutentivo), sia evitando di applicare la legge, specie in caso di riduzioni degli affitti, sia ricattando gli inquilini.
Ed è proprio sui ricatti di diversi proprietari che occorre soffermarsi. Molti proprietari, specie piccoli, hanno usato le possibiltà di sciogliere il contratto per necessità per mandare decine di disdette. Questo ha giocato certamente sulla disponibilità dell'inquilino a far valere il proprio diritto.
Inoltre si è esteso il fenomeno delle vendite frazionate da parte di medie e grandi proprietà: il caso della RAS-Assicuazioni è noto a tutti.
Infine si è verificata una vera e propria serrata delle proprietà che non danno più in affitto gli alloggi vuoti, per non parlare dei tentativi di frode.
Certamente questa legge è scomoda per la proprietà e da ciò si può capire tutti questi tentativi per renderla inapplicabile e impopolare.
Di fronte a ciò pronta deve essere la mobilitazione dell'inquilinato e dei lavoratori al fine di impedire che si ritorni al libero mercato degli affitti e di ottenere, in sede di discussione al Parlamento della legge (il 31 Marzo), le necessarie modifiche per meglio garantire la stabilità del contratto di locazione e impedire i ricatti in corso, evitando che riesca ogni tentativo della proprietà di richiedere un aumento del tasso di remunerazione (il 3,85%) e quindi dei fitti stabiliti dalla legge.
Il SUNIA con una MANIFESTAZIONE NAZIONALE che si terrà nella prima decade di marzo richiederà queste modifiche: forte restringimento dei casi di necessità per cui il proprietario può richiedere lo scioglimento del contratto garanzia della durata di 4 anni del contratto anche nei casi di vendita dell'alloggio e quindi la non possibilità di avere l'alloggio per chi acquista prima che sia trascorso questo periodo, (oggi l'inquilino è tutelato per soli due anni).
il rinnovo automatico, salvo motivi di giusta causa, della durata attuale del contratto prevista dalla legge (4 anni) chiarimenti sull'interpretazione di alcuni articoli come quello sull'ISTAT, maggior tutela degli esercizi commerciali e artigianali
A queste modifiche alla legge si aggiunge la richiesta di fronte alle migliaia di sfratti esecutivi, frutto delle leggi di blocco precedenti, del blocco degli stessi fino al verificarsi di nuove disponibilità di alloggio nell'edilizia pubblica o privata, oppure una legge che dia potere ai Sindaci di obbligare le proprietà ad affittare ad Equo Canone.
L'ultimo decreto del Governo che proroga solo una parte degli sfratti immediatamente esecutivi è profondamente insufficiente e negativo rispetto al reale problema degli sfratti.
Queste sono le richieste del Sindacato Inquilini in questo momento sia per affrontare la situazione di emergenza, sia per impedire i ricatti delle proprietà e disincentivare le vendite frazionate.
In una situazione come l'attuale di crisi di Governo e politica, si rende necessaria e indispensabile, per ottenere queste modifiche migliorative alla legge di Equo Canone, la mobilitazione degli inquilini e delle forze politiche e sociali riformatrici. Il Consiglio di Zona e il Comune possono e debbono avere un ruolo preciso a sostegno di tale richieste.
Solo così infatti si potrà permettere il consolidamento di una giusta politica sugli affitti è un sicuro avvio di un programma di investimenti pubblici e privati nell'edilizia che faccia fronte equamente all'attuale grave problema della casa.
Piergiorgio Daniele
Responsabile Sunia - Zona Molise
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METTERE MANO AL TEATRO QUARTIERE
Egregio Signor Sindaco, con la presente portiamo a conoscenza che la sera del 15 Febbraio 1979 si sono riunite in seduta congiunta presso il Consiglio di Zona 4 (Romana-VittoriaMolise) la Commissione Cultura ela Sottocommissione Anziani.
È tra l'altro emersa l'assoluta necessità che venga data urgente attuazione a quanto più volte sollecitato dal Consiglio di Zona 4 in merito alla definitiva sistemazione del Teatro Quartiere di Pie Cuoco, per farlo divenire l'atteso Centro polivalente dove ospitare le molteplici iniziative in via di realizzazione nella Zona.
Ora alle attese della popolazione giovanile si debbono aggiungere anche quelle degli anziani.
I gruppi degli anziani hanno espressamente richiesto di organizzare al Teatro Quartiere spettacoli teatrali pomeridiani rivolti specificamente ad essi; hanno anche richiesto di organizzare sempre al Teatro Quartiere spettacoli mattutini cui partecipino sia gli anziani che le scolaresche della Zona.
Le Commissioni hanno giudicato estremamente interessanti e meritevoli tali proposte, anche per l'alto valore sociale che presenta. no, costituendo un serio tentativo di inserire più profondamente gli anziani nella vita sociale e così superare l'emarginazione cui spesso sono costretti. Le Commissioni all'unanimità pregherebbero perciò di realizzare al più presto tutti gli adempimenti necessari perchè il Teatro Quartiere sia quanto prima pienamente agibile.
19 Febbraio 1979
L'Assessore alla Cultura ed allo Spettacolo, Avv. Ogliari ha assicurato che anche quest'anno il Teatro Quartiere di Pie Cuoco potrà riprendere la propria attività.
La programmazione prenderà avvio direttamente dalla Commissione Cultura del Consiglio di zona 4. È però assolutamente importante che venga dato immediato avvio a quelle opere di migliorie della struttura teatrale in modo da renderla maggiormente idonea allo scopo. Non bisogna perdere dell'ulteriore tempo se non si vuole pregiudicare il corretto e completo uso del Teatro Quartiere sin dai primi del mese di maggio. In questo senso si sta muovendo il Consiglio di zona 4 e la sua Commissione Cultura.
Gli abitanti della zona che frequenteranno quest'anno il TQ, la struttura sta sempre maggiormente diventando un "centro polivalente" dove la popolazione della zona si ritrova, non lo troveranno più immerso tra i camion e i detriti scaricati abusivamente. Infatti una parte dell'area è stata piantumata, attrezzata con
campi sportivi e recintata. A giorni dovrebbero iniziare le opere per la completa recinzione del triangolo Bonfadini/Monte Cimone/Varsavia. Sono anche in atto contatti con il Liceo Artistico di Via Hajech perchè, nell'ambito delle iniziative per l'anno internazionale del fanciullo, il Teatro Quartiere venga abbellito con interventi decorativi da parte degli studenti. Il TQ è ormai una realtà della zona 4 e la popolazione intende proseguire nella positiva esperienza della gestione diretta della struttura.
L'interesse per l'iniziativa è dimostrato anche dalle prese di posizione del Consiglio di zona e delle sue Commissioni. Pubblichiamo di seguito quanto le Commissioni Cultura ed Anziani hanno indirizzato al Sindaco ed agli Assessori alla Cultura ed al Decentramento in merito all'attività del TQ ed alla necessità di intervenire subito.
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DAL TUO AL MIO T. Stabile di di Giovanni Verga Catania con Turi Ferro
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TEATRO DELL'ARTE
V.le Alemagna, 6 Ä Tel. 865.469
dal 28-2 al 18-3
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DONNA MAL D'AFRICA DON GIOVANNI di Molière
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Recital di Sergio Endrigo con Carlo Cecchi
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fino al 11 marzo
dal 13-3 al 25-3
dal 29-3 al 12-4
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I VIAGGI STRAORDINARI DI GIULIO VERNE Regia di Bogdan Jerkovic
TEATRO GEROLAMO
Piazza Beccarla, 10 - Tel. 871.423
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C'ERA UN SACCO DI GENTE, SOPRATTUTTO GIOVANI di U. Simonetta
MILANO E LE CANZONI DEGLI ANNI '60 e '70 di V. Savona
Comp. Collettivo di Parma
IL SUICIDA di N. Erdman IL CONCERTO di N. Erdman ASPETTANDO GODOT di S. Beckett
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SULLA VIA DI S. MICHELE TERZA PAGINA
Teatro Stabile di Torino con A. Maria Guarnieri
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sono d'accordo per chiudere via Bonfadini
Pupi e Fresedde
Monologo di P. Pieri con testi di E. Flaiano e Achille Campanile
Come molti lettori ricorderanno, nel numero di novembre 1978 del D!ALOGO preponevamo di chiudere il tratto della via Bonfadini da P.zle Cuoco alla Cascina Colombe e di utilizzare lo stesso come pista ciclabile, il tutto inserito nel più ampio contesto del verde attrezzato in luogo e di recente realizzazione.
con O. Colli e M. Micheli
con la collaborazione di E. Jannacci e, in scena Cochi Ponzoni
data da destinarsi: CONCERTO DEL GRUPPO FOLK INTERNAZIONALE
TEATRO PER RAGAZZI: (sempre al Teatro Verdi)
il 10-3 e 11-3 GLI AMANTI TIMIDI Teatro dell'Angolo di Goldoni
i117-3 e 18-3 GIOCHIAMO CHE IO ERO
il 24-3 e 25-3 VIOLA E BUM-BUM
il 31-3 e il 1-4 LA RIVOLTA DEGLI ANIMALI
Teatro del Sole
Coop. Quelli di Grok
Coop. Quelli di Grok
A questo proposito informiamo i nostri lettori che in data 12.1.79 il Comando di Zona dei Vigili Urbani, su richiesta del Consiglio di Zona ha dato parere favorevole circa la chiusura del tratto di strada in oggetto, concordando per l'inglobamento dello stesso nel complesso del parco attrezzato.
Restiamo ora in attesa che il provvedimento diventi operativo.
M.G.
"agibile semplici" alla palazzina
La Cooperativa IL DIALOGO ha al suo interno, ormai da più di un anno, una sezione teatrale che si occupa di produrre spettacoli e di intervenire nelle scuole con lavori di animazione.
La Nuova Compagnia del Bagatto. La scorsa stagione portammo il nostro spettacolo "La commedia della pentola" in parecchie scuole milanesi, al Salone Pier Lombardo ed al Teatro Quartiere di Piazzale Cuoco.
Furono proprio gli spettacoli nelle scuole che ci permisero di aggregare parecchi studenti delle scuole medie superiori
per dare origine ad un lavoro di animazione teatrale sul tema: "Giovani mass-media e tempo libero" che durò circa sei mesi e fu presentato al T.Q. durante la Festa di Calvairate organizzata dalla nostra cooperativa.
Fu proprio in collaborazione della cooperativa IL DIALOGO che partecipammo alla gestione ed alla programmazione del Teatro Quartiere nei mesi di maggio e giugno, uno dei primi esperimenti di gestione diretta di un teatro da parte degli operatori e degli abitanti di un quartiere. La scorsa stagione fu quindi
La Nuova Compagnia del Bagatto
La Cooperativa "Il Dialogo"
Il Circolo La Comune
ORGANIZZANO
il 26 MARZO alle ore 21
ALLA PALAZZINA LIBERTY
un'assemblea pubblica su:
L'UTILIZZO
DELLA PALAZZINA LIBERT1
La popolazione è invitata
I
Dal 2 al 15 marzo
alla Palazzina Liberty riprende:
"Storia di una tigre ed altre storie" di Dario Fo
per noi molto importante per aumentare le nostre esperienze e per farci conoscere dal pubblico giovanile verso il quale il nostro lavoro è rivolto, e per chiarire al nostro interno quale tipo di discorso teatrale proporre a questo nostro pubblico.
Quest'anno riteniamo perciò indispensabile ricercare una "specializzazione" nella nostra produzione teatrale che si rivolga verso gli aspetti più caratteristici del modo di vivere della gioventù soprattutto urbana.
Migliorare anche in teatro Ad una specializzazione contenutistica però deve corrispondere una specializzazione inerente al lavoro puramente teatrale.
È per questo che al nostro interno si è cercato di approfondire determinate tecniche riguardanti la regia ed il lavoro degli attori. Alcuni di noi frequentano la scuola del Piccolo Teatro ed altri lavorano in collaborazione del Teatro ingenuo di Udine all'interno di un laboratorio al Centro di ricerca per il Teatro.
Tutto ciò ci ha permesso, a nostro avviso, di effettuare un salto qualitativo rispetto alla scorsa stagione sia riguardo la parte spettacolare sia riguardo il lavoro di animazione che comprende tra l'altro, quest'anno, un notevole numero di esercizi inerenti le tecniche di recitazione.
Questo salto qualitativo, ci auguriamo, ha fatto in modo che il nostro nuovo spettacolo "ANIME SEMPLICI" sia, rispetto a quello dell'anno scorso, più curato e tecnicamente più incisivo.
Avremo la possibilità di verificarlo comunque nella settimana dal 27 marzo al 1 aprile quando "ANIME SEMPLICI" sarà presentato al pubblico
Anime Semplici è per noi la verifica importante delle scelte che abbiamo fatto all'inizio di questa stagione. Scelte che presupponevano da parte nostra e del nostro pubblico un approfondimento di cosa vuol dire fare teatro oggi.
Abbiamo rinunciato alla comicità a forti tinte, spesso un po' facile, ma soprattutto incapace di rispecchiare il mondo complesso in cui ci troviamo a vivere.
Ancora comicità, certo, ma anche un pizzico di rabbia e un po' di malinconia.
Per questo possiamo dire di avere dato tanto a questo spettacolo, tanto di noi, e non sappiamo se lui, lo spettacolo, intenda darci altrettanto.
Voglio dire: chissà se con questo spettacolo la nostra situazione economicoorganizzativa migliorerà, se la compagnia avrà un riconoscimento del proprio sforzo di migliorare.
E intanto stiamo lavorando,
cercando di dare al nostro lavoro il massimo di professionalità possibile nella precarietà determinata dalla mancanza di una sede fissa e dalla scarsità di capitali. Uno sforzo forse da anime semplici. Volete sapere cosa vuol dire essere anime semplici?
Vuoi dire fare grandi progetti senza essere capaci di realizzarli. Vuol dire cercare disperatamente di comunicare con gli altri senza capirli. Vuol dire parlare e parlare senza ascoltare mai. Vuol dire non essere mai ascoltati. Queste ed altre cose sono proprie delle anime semplici, e le vedrete nello spettacolo.
Da parte nostra abbiamo fatto una scommessa, e sarete voi, dal 27 marzo alla Palazzina Liberty, a dirci se l'avremo vinta. E una scommessa che è anche uno stimolo: che questo spettacolo non sia un'impresa da anime semplici.
Massimiliano Sossella
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educazione sanitaria
Le vaccinazioni del/"infanzia
Il 14 maggio 1796 un medico inglese, Edward Jenner, notò che i contadini in precedenza contagiati dal vaiolo vaccino, cioè quello che normalmente colpisce i bovini, rimanevano immuni dal ben più temibile vaiolo umano, il cosiddetto vaiolo nero. Provò quindi, sfruttando una sua geniale intuizione, ad inoculare in un bambino, James Phipps, il pus ricavato da una pustola di vaiolo vaccino, da cui era affetta una mungitrice. Questo bambino fu l'unico superstite della sua famiglia in seguito ad una violenta epidemia che colpì il villaggio. Questo fatto confermò l'esattezza dell'intuizione di Jenner: l'organismo umano è in grado di rendersi resistente a certe malattie, dopo averle contratte e superate una prima volta. La pratica seguita da Jenner e subito diffusasi in tutto il mondo, venne chiamata vaccinazione, appunto per ricordare come la prima volta venne eseguita sfruttando una malattia che colpiva i bovini, il vaiolo vaccino, appunto. Scopo della vaccinazione è quello di assicurare all'organismo la difesa dall'agente infettivo in causa e di proteggerlo dalla malattia, di creare cioè nell'individuo una condizione di immunità specifica. Per immunità si intende dunque il processo di difesa che si mette in atto per combattere germi apportatori di malattia o sostanze estranee che sono penetrate nel nostro organismo. L'immunità può essere naturale, come è, per esempio, il caso del superamento di una malattia, o provocata, come è il caso, appunto, della vaccinazione. Questo particolare tipo di
profilassi si basa sulla somministrazione di piccole dosi di germi, o parti di essi, (esotossine), preventivamente uccisi o attenuati (messi nell'impossibilità di nuocere per mezzo del calore odi sostanze chimiche.)
In questo modo i germi non sono più in grado di provocare la malattia, ma sono ugualmente in grado di scatenare i meccanismi di difesa dell'organismo, che in futuro resterà quindi immunizzato, come se avesse realmente contratto la malattia.
La legislazione italiana e di molti altri paesi, per proteggere la salute pubblica, stabilisce l'obbligatorietà di alcune vaccinazioni nella prima infanzia: antitetanica, antidifterica, (effettuate contemporaneamente) e antipoliomieliica. La vaccinazione antivaiolosa, sospesa il 7/6/77 e resa facoltativa, permane obbligatoria come richiamo, intorno all'ottavo anno, per tutti coloro che sono già stati vaccinati la prima volta. I rischi, infatti, della vaccinazione antivaiolosa (encefaliti post-vacciniche anche mortali) sono effettivamente presenti solo al momento della prima vaccinazione; quindi, una volta effettuata, è utile ed esente da rischi, sottoporsi al richiamo per mantenerne la validità. Altre vaccinazioni si rendono obbligatorie in determinati casi e per questo definite "obbligatorie selettive". Esempio tipico è rappresentato dalla vaccinazione antitubercolare, per tutti quei bambini che risultino negativi al test cutaneo specifico, normalmente effettuato nelle scuole. Questi bambini, che non si dimostrano immu-
CON LE ERBE
LA NATURA SORGENTE INESAURIBILE DI ENERGIA MEDICATRICE, INTESA COME SOMMA SINERGICA DEI QUATTRO ELEMENTI FONDAMENTALI: LUCE, ACQUA, ARIA E TERRA con il corollario del regno vegetale, ci offre tutto ciò che ci occorre per vivere bene e per vivere sani.
Questa tisana possiede proprietà antispasmodiche, sedative ed è particolarmente indicata ai bambini ed alle persone anziane, contro i crampi dello stomaco, gastriti, costipazioni spastiche ed, in taluni casi, insonnia.
TIGLIO Tilia Platyphilla
nizzati naturalmente, richiedono quindi un presidio artificiale, per evitare di contrarre la malattia nelle sue manifestazioni più gravi.
Altre vaccinazioni ancora, sono solamente consigliate: è il caso della vaccinazione contro la pertosse,entro il primo anno di vita, che si può somministrare contemporaneamente all'antidifterica e all'antitetanica, con un vaccino chiamato appunto DTP; contro la rosolia, per le giovani donne intorno al 10°-11° anno, contro il morbillo e così via.
Il calendario tutt'oggi in vigore, cioè le età fissate per le vaccinazioni, era già stato modificato il 15/7/71 dal Consiglio Superiore di Sanità, che, seguendo l'esempio di altri paesi, aveva proposto l'anticipazione della vaccinazione diftotetanica, oggi prescritta per il 2° anno di vita, rendendola contemporanea all'antipolio, che viene invece diluita in tre somministrazioni tra il terzo e l'undicesimo mese. Questa anticipazione offre dei vantaggi evidenti: eviterebbe a genitori e bambini troppe convocazioni; proteggerebbe il bambino contro tetano e difterite anche nei primi mesi; si renderebbe possibile la somministrazione in un'unica seduta di queste vaccinazioni obbligatorie con altre, facoltative, ma decisamente raccomandabili, come l'antimorbillo e l'antipertosse. Ci si chiede perchè provvedimenti così auspicabili e sensati, dopo otto anni dall'approvazione, non siano ancora entrati in vigore.
Sergio Della Sala Roberto Bernini
IN BIBLIOTECA SI E'CONCLUSA «MILANO PER VOI»
Anche quest'anno si sono tenuti presso la Biblioteca di Calvairate dei corsi su particolari discipline e problematiche nell'ambito delle iniziative culturali organizzative dal Comune note ai cittadini come "Milano per voi".
I due corsi, tenuti presso la Biblioteca di zona in febbraio, riguardavano la Geografia e la problematica della droga.
L'affluenza di persone interessate è stata notevolmente diversa tra l'uno e l'altro corso: una media di 40/50 persone per Geografia, mentre per il problema della droga si superava sempre il centinaio di persone. Sono evidenti le ragioni di questa preferenza visto che la droga è spesso all'ordine del giorno nei comunicati televisivi o dei quotidiani mentre la Geografia viene purtroppo spesso considerata solo come "materia" scolastica e quindi suscita meno interesse.
C'è da dire a questo proposito che il corso di Geografia..
non ha guadagnato nello spostamento in una zona più decentrata rispetto all'anno scorso. Quando infatti quasi tutti i corsi si tenevano nel palazzo delle ex Stelline in corso Magenta, avveniva che le persone che non avevano trovato posto nelle aule dei corsi prescelti cercassero qualcosa di alternativo ed utilizzassero così ugualmente un'occasione culturale.
La diretta testimonianza di alcuni docenti del corso di Geografia ha confermato che l'anno passato i corsi stessi erano più frequentati.
Certamente un'iniziativa del genere di "Milano per Voi" è complessa da organizzare e coordinare, ma forse uno scambio di pareri preliminari con i curatori dei corsi e con i responsabili dei luoghi utilizzati non avrebbe fatto male. Forse si sarebbe potuta evitare la scarsa affluenza ai corsi di Geografia e la mancanza di spazio per coloro che deside-
"Il medico cura ma è la natura che guarisce": è un aforisma che, nella semplicità delle sue linee, racchiude un luminoso insegnamento e viene attribuito ad Ippocrate, padre riconosciuto della Medicina.
Da sempre, per sanare i propri mali, l'uomo si è rivolto alla natura: lo ha fatto l'uomo primitivo e lo fa l'uomo di oggi ogni qualvolta avverte intorno a sè vuoto e disorientamento e sfiducia nelle scienze esatte. È un ritorno alle radici.
La conoscenza delle virtù terapeutiche delle piante è antichissima ma solo studi relativamente recenti di chimica e di farmacologia hanno permesso di scoprire e di estrarre dalle piante numerosi importanti principi attivi, isolandoli da sostanze inutili o dannose. Non starò a tediarvi con notizie che potete trovare su qualsiasi rivista ed invece, visto che da qui inizia la mia collaborazione con questo giornale, dopo aver spiegato, per coloro che ancora non lo sapessero, come si preparano le tisane, passerò a parlarvi delle singole erbe e delle loro proprietà.
I due modi più conosciuti per preparare una tisana sono: l'infuso ed il decotto. L'infuso si prepara facendo bollire l'acqua che poi viene versata sull'erba posta in una tazza. Si lascia riposare avendo cura di coprire con un piattino e poi si filtra con un colino. Come vedete l'infuso non vuole bollitura delle erbe ma solo dell'acqua.
II decotto si prepara invece mettendo erbe ed acqua sul fuoco e facendo cuocere il tutto per il tempo stabilito. Si toglie quindi dal fuoco e, una volta tiepido, si filtra con un colino. Semplice, vero?
Ho notato che in questa zona si fa molta richiesta di camomilla e di tiglio perciò oggi parlerò un po' di queste due erbe.
CAMOMILLA COMUNE Matricaria chamomilla
È una pianta erbacea che cresce spontanea nei luoghi erbosi di tutta Italia. La parte utilizzata è costituita dai fiori e si usa sotto forma di infuso.
È un albero d'alto fusto che cresce spontaneo nei boschi e viene coltivato nei giardini.
Anche qui, come per la camomilla, la parte utilizzata è costituita dai fiori e si usa sotto forma d'infuso. Bevuto tiepido e con miele, l'infuso possiede proprietà emollienti ed antispasmodiche ed è particolarmente indicato nei dolori intestinali, nelle infiammazioni interne e nei casi di insonnia nervosa.
Dolcificato con miele di eucalipto vi aiuterà a riposare meglio quando la tosse non dà tregua.
LA RICETTA DEL MESE
Liquore digestivo
Occorrente: I I. d'alcool a 60°, 40 gr. di tiglio, 40 gr. di camomilla, 40 gr. d'arancio fiori, 50 gr. melissa, gr. 350 di zucchero e gr. 500 di acqua.
Mettere nell'alcool tutte le erbe, lasciarle in macerazione per una settimana poi filtrare con un telo di lino strizzando ben bene.
Preparare uno sciroppo facendo bollire lo zucchero nell'acqua.
Lasciar raffreddare lo sciroppo ed aggiungere l'alcool. Filtrare ancora per rendere il liquido più limpido e conservarlo in una bottiglia.
Lasciar passare un mese prima di usare questo liquore.
Un bicchierino dopo i pasti fungerà da digestivo.
Questo liquore è anche un buon calmante particolarmente adatto alle persone nervose.
ravano chiarirsi le idee sulla droga.
Per la nostra zona questi corsi non hanno rappresentato un fatto culturale particolarmente nuovo e stimolante perché la Biblioteca di Calvairate ha per tutto l'anno un nutrito programma culturale basato su corsi, lezioni e dibattiti.
Un fatto positivo del corso di Geografia è che ogni sabato venivano distribuiti dei ciclostilati con uno schematico riassunto della lezione ed una minima bibliografia che per altro era molto richiesta dai partecipanti.
Fatte tutte queste semplici considerazioni ci piacerebbe avere dal Comune anche qualche informazione sull'andamento dei vari corsi e sulla loro riuscita, magari con qualche dato statistico e non solo un semplice comunicato autocompiacente.
Fabrizio Eva
Perchè la tisana sia efficace è bene lasciare la camomilla in infusione dai 10 minuti ad un'ora e dolcificarla quindi con del miele di timo, arancio o rosa.
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Pizzamiglio F.; Astolfi S.; Sambruna G.; Secchi A.;Bestazzi M.; Secchi
V.; Taramelli A.; Ardemagni A.; Segneri W.; Tettamanzi P.; Busetti B.; Bertoli; Lucchini S.U.; Di Bisceglie; Grisa Conti A.F.; Sampaolo F.; Cornegliani L.; Bianchi G.; Spada C.; Maggi W.; Sacerdoti G.; Domenichini
Lacchini L.; Segagni A.M.; De Angelis V.; Radaelli C.; Ghezzi D.; Badalini A.; Gorgoni A.; Sinelli M.P.; Sacchi O.; Croce V.; Bianchini A.; Riva C.; Santoro F.; Cantori M.; Di Ceglie V.; Armanni L.; Beccalli A.; Tannieri C.;Bestetti G.; Steiner M.; Canger R.; Bertino A.; Vaiti P.; Gazzi L.; Vecchi O.; Possamai A.; Grandi N.; Quidaccioli A.; Ferioli E.; Bertolissi G.; Cavalieri A.;Vaccari-Barotta; Bersa G.; Ghezzi Mangani A.; Broccolino col. E.; Piubello M.; Uggè A.; Pizzigoni G.; Caneva S.; Soc. Edificatrice Abitaz. Operaie; Colonetti A.; Bolli C.; Sacchetti V.; Casuscelli M.; N.N.; Milesi; De Donno F.; Cauz E.; N.N.; Centro Cultura Italia-Asia; Gomiero Boschetti M.; Porcù; Fiorani A.; Negri V.; Monti A.; Tercatin B.
L. 4.000: Antici Pettinari; Mangiatini M.
L. 3.000: Nebuloni L.; Marziliano F.; Maffioli D.; Frisoli L.; Breve G.; Azzolini-Mancini M.; Azzolini G.; Davoli M.; Ventura; Maggi A.; Mazzola; Rampini G.; Bacchetta E.; Garavaglia A.; Rabak A.; Baistrocchi M.; Tolotti Adelina; Annovazzi P.; Rossetti A.; Oricchio; Lentini; Margheritti G.; N.N.; Plastani A.; Porrati L.; Testa L.; Foglia; Romanò;
L. 2.500: Lombardelli M.; Carelli M.R.; Argentin C.; Bertolero F.; Rampoldi E.; Di Chiara G.
L. 2.000: Zampolli O.; Darolt M.; Loaldi V.; Scarpini E.; Sala G.; Re I.;
Pierangeli I.; Meroni F.; Ferrari Bravo G.; Cecchini L.; Mazzoni L.; Fergo-
la D.; Colombo A.; Scala-Zamproni E.; Alberico A.; Barzanti; Sandroni
B.; Perini C.; Lanzarotti A.; Stocchi A.; Gomiero M.; Troiani; Barani; Kempis M.; Nicora C.; Vanni S.; Aprile E.; Mazzocchi Anna; Mazzocchi
Arturo; Vala A.; Gamba D.; Perfetti A.; Sesti O.; Sottocorno U.; Pazzi A.; Marchini I.; Orsi B.; Sottocorno L.; Galloni M.; Mazzinchi E.; Fino C.;
Giordani R.; Donati C.; Tizianel A.; Maggi F.; Paracchini G.; Pasinetti
M.S.; Marini A.; Fiocchi G.; Scodellaro E.; Caccialanza; Scolari E.; Istit. Milan. Storia della Resistenza e Movimento Operaio; Castoldi A.; Mapelli D.; Favia N.; Caldano G.; Formenti G.M.; Sullo C.; Passirani E.; Farina
G.; Malgarini P.; Guarnieri E.; Barbieri E.; Coppi G.; NoliA.; Gatti L.; Santini G.; Nicora F.; Pedrini Z.; Terenzi G.; Gerosa E.; Uggè P.; Bortolozzi
G.; Zaglio F.; Granata M.; Lanzarotti M.; Macchi L.; Di Liberto L.; Scalco
Moschini M.; Micheli M.; Carrara P.; Caravaggi G.; Giannetto F.; Ceretti M.; Vicini A.M.; Codazzi L.; Vecchio B.; Maitan R.; Scarioni A.; Losi
A.; Bracchi C.; Fattorini D.; Gallina R.; Mainetti L.; Tafelspalto E.; Carinelli B.; Tassinari G.; Muciaccia P.; Roverato E.;Boneschi; Incerti L.; Massari E.; Da Re A.; Caufin E.; Della Bella G.; Salvini F.; Marcolongo
U.; Ravanelli D.; Leali A.; Bafetta G.; Volpi F.; Berra R.; Canzi G.; Moretti
A.; Monzio-Compagnoni G.; De Gaspari B.; Gastaldi cav. P.; Mascheroni
A.; Guerrini A.; Rognoni M.; Bazzini MA:L.; Bellintani L.;Di Lauro A.; Bellettini S.; Pelizzardi B.; Virtuani L.; Sganzetta C.; Racinelli O.; Dragoni
Porino C.; Beretta E.; Bertolini G.: Pecoraro L.; Bosatra I.; A.M.N.U.; Lamberti G.; Sottana M.; Sacchetti Moccenti M.; Palloni P.; Lacchini P.; Saccozzi R.; Selle S.; Enriotti S.; Alberti C.; Bersan A.; Labate C.; Savasta G.; Beccali; Braghieri I.; Faoro G.; Gutti N.; Brambilla C.; Rossi Carlo; Bettinelli S.; Guazzone G.; De Bernadinis A.; Baldin S.; Mercanti E.; Saccomano C.; Busetti G.; Daffra F.; Di Mascio F.; Paganini C.; Zanni
A.; Bettinelli F.; Marocchi G.U.; MoriniG.; Verzelloni G.; Gandini G.; Perelli F.; Lombardi A.; Zipoli L.; Cooper. Il Guado; Ripamonti L.; Feni M.; Parisi G.; Bessi G.; Colombo; Macri M.; Brega F.; De Ponti A.; De Vecchi
A.; Belloni A.; Rizzello C.; BonanniD.; Ottolini M.; Bastasin P.; Bosser A.; Sozzi G.; Del Zotto O.; Parodi G.; Sinelli F.; Storino M.; Mazzucchelli L.; Micillo F.; Oppido F.; Zangrando M.; Minoia M.; Serienga I.; Daccò G.; Subinaghi Pampuri S.; Domenichini F.; Milanesi L.;Cuccia L.; Negri A.; Longari G.; Garau P.; Romagnolo A.;Cettina Ferrara; Ungari E.; Violi O.; Santaniello E.; Girola R.; Riboni E.; Buora G.; Salvi G.; Bressa A.; Abbà;
Penna G.; Toringi R.; Santi R.; Carugo C.; Tenconi P.; Sfargeri G.; Tinti
G.; Rovesti M.T.; Pozzi G.; Biscuolo G.; Borgonovo L.; Ameri C.; Rosati
S.; Puggioni P.; Cavaliere P.; Pietro Bruno; Tedeschi S.;Fidanza G.; Brizigotti A.; BertelliG.; Riboni L.; Villa R.; Perini C.; Attolini B.; Ruffini E.; Bottazzi;Baldi; Poggio L.; Salvioni A.; Leccardi A.G.; Galbassini A.; Sandrelli G.; Veronese A.; Cavallini C.; Piccolo Teatro; Valente E.; Tosi R.; Solinas A.; Sassella C.; Bianchi Luigi; Bonfadini C.; Bugo A.; Rossi Lillana; Claudi E.; Fontanive F.; Anzalone A.; Silva A.; Soffientini E.; Valmassoi R.; Portaluppi A.; Beneduci S.; Da Pian A.; Svanini A.; Armini P.; Fortuna A.; Turri S.; Pizzamiglio D.; Cavalli G.; Spialtini A.; N.N. Martini 1; Candiani J.; Albrecht P.; Marchesi M.; Perrotti R.; Rocchetti U.; Zanni
M.; Revessi M.; Margini A.; Fassina M.E.; Casati G.; Saggese C.; Orlandi
G.; Fantoni A.; Garoni L.; Scanavini G.; Bisi G.; Saporiti A.; Papa G.; Brivio M.; Brait V.; Gaudio O.;Vaccari A.; Re B.; Comi Gianfranco; Pinna N.; Tavola G.; Stucchi G.; Golin; Spinelli E.; Ciceri E.; Bordoli A.; Scavazzini; Somansino A.; Bersani C.; Bianchi G.; Stamigna A.; Bersani M.C.; Tarroni F.; Redaelli M.; Basco G.; Molinari P.; Perin C.; Gerelli A.;Codena R.; Jori E.;PredelliA.; Schiaffino G.; Soldati M.; Vidali A.; Vecchio G.; Giacomino G.; Chiesa I. e V.; Passoni L.; D'Alò G.; Melada G.; Negri A.; Pesenti F.; Sinibaldi D.; Sartorio M.; Di Guonzo F.; Zambon A.; Ranzani Sambataro C.; Bulloni G.; Zambuto T.; Bianchi L.; Rossi Mario; Soffientini R.; Usuelli E.; Ferrari P.; Usai M.; Bove V.; Schiavoni I.; Voltolina M.; Monfardini A.; Ruspini Brazzoduro M.; Marcheselli E.; Crociati E.; Belloni R.; L. 1.000: Rita Rosa; Grazzani E.; Ippolito L.
Circolo giovanile
Claudio Miccoli
Il Circolo Culturale Giovanile "Claudio Miccoli" è una struttura apartitica e culturale, la quale si rivolge in modo particolare ai giovani e giovanissimi, apertasi recentemente nella nostra zona. Questo circolo ha lo scopo di farsi promotore della crescita culturale che apra nuovi spazi all'associazionismo e alla ricreazione; attraverso una vasta gamma di iniziative, che vanno dai corsi di fotografia alla marcia non competitiva. Con questo circolo si intende aprire uno spiraglio a coloro i quali sentono la necessità di trovare un punto di riferimento e di aggregazione, dove poter esprimere la propria creatività.
Attualmente il nostro circolo in collaborazione con l'A.R.C.I. Vittoria sta organizzando, presso la Cooperativa "R. Ricotti", un torneo di biliardo per giovani e, contemporaneamente sono aperte le iscrizioni per un torneo di scacchi, diviso in tre categorie, (fino ai 14 anni, dai 15 ai 20, dai 21 in su) che si terrà verso i primi di Aprile.
Gli interessati al suddetto torneo di scacchi devono presentarsi presso la Cooperativa "Ricotti" o presso l'A.R.C.I. Vittoria in via Archimede 13, entro e non oltre la fine di Marzo. Per tutti coloro che vogliano venire a conoscenza di tutte le iniziative o a portare il loro contributo attivo, si rende noto che il circolo è aperto tutti i mercoledì dalle 21 in poi, ospitati presso il Centro Sociale Molise di v.le Molise 5 e la domenica dalle ore 10 alle 12 presso la Cooperativa "Ricotti" di via Tommei 3. CIRCOLO CULTURALE GIOVANILE "CLAUDIO MICCOLI" v.le Molise 5
Organizzata dal Consiglio di zona 4 si terrà sabato 10 marzo alle 15,30 presso il Cinema Fiamma di Corso XXII Marzo (P.zza S. Maria del Suffragio) un incontro dibattito sul tema:
interverrà il Prof. Nebuloni del Pio Albergo Trivulzio. L'incontro dibattito è aperto a tutti.
La sottocommissione patologia anziani ed asili nido del nostro Consiglio di zona invita gli abitanti ad intervenire.
Roberto Riboldi tampzziere in
P MARTIN115-Tel.5483680/ab.737137
Egr. Direttore, la notizia pubblicata dal "Dialogo" del Gennaio '79 in ordine alla sostituzione del Coordinatore della Commissione Territorio, Ing. Agnoletto (PLI), deve essere corretta da quanto segue. La deliberazione votata non è valida in quanto, secondo l'articolo 47 del Regolamento per il Decentramento, "nessuna deliberazione è valida se non ottiene il voto favorevole della maggioranza dei Consiglieri presenti".
Su 18 presenti 8 Comunisti hanno votato la sfiducia, 7 Consiglieri, DC-PRI-PLI, hanno confermato la fiducia, 2 Socialisti e Agnoletto si sono astenuti.
La maggioranza necessaria per deliberare era di 10 voti.
Un reclamo in tal senso è stato inoltrato dal Gruppo Liberale per una corretta gestione del decentramento.
Distinti saluti.
COM.E.L.4
Comitato Elettori Liberali Zona 4
ASSEMBLEA DEGLI UTENTI DEL CONSULTORIO
Il Comitato di Gestione del Consultorio pubblico informa che domenica 25 marzo alle ore 9.30 in viale Puglie 33, si terrà l'assemblea degli utenti che eleggerà i suoi due rappresentanti, che parteciperanno alla gestione del Consultorio.
L'assemblea è aperta a tutti.
Viale Romagna (ang. Via Botticelli 2) Telefono 720898
Viale Molise 49 Telefono 585238
Viale Molise 5.20137 Milano Telefono 5.460.880 c/c Postale 57644205
EDITRICE 11 dialogo - informazione e cultura Cooperativa a r.l. Viale Motise 5 - 20137 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 200 del 11-5-1973
DIRETTORE RESPONSABILE Gian Mario Maggi
SEGRETERIA
Lunedì Mercoledì Venerdi al mattino Claudia Dal Bo
PUBBLICITA' Massimo Gallo
Maurizio Rebutti
Mary Rinaldi
STAMPA Rotografica Via Ciovasso 4 Milano
TIRATURA 25.000 copie
Costo unitario L. 200
ifk A us n unceas ttoaam l I . S . P 1 Periodica 41 Italiana
giovanelli laboratorio ciceri visconti16 telefono 5464161 PASSE-PARTOUTS CORNICI CAMBIO CAMBIO 2 locali con bagno piano rialzato in zona con 3 locali 1° piano zona Vittoria. Telefonare al 596751 1111~11~~~1E1 il dialogo Periodico della zona 4 Vittoria - Romana - Molise 12 idabgo ABBONATEVI IL DIALOGO
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