ildialogo
PERIODICO DELLA ZONA 4 / mensile anno ventunesimo numero 9 - dicembre 1978
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Taramelli LA ZONA HA VINTO inC.d.Z. IL VERDE VIVO E UNA REALTA
Mercoledì 8 novembre era presente in Consiglio di Zona 4 l'assessore al decentramento ANTONIO TARAMELLI, invitato dai consiglieri della nostra zona per conoscere direttamente da lui «lo stato del decentramento».
Ma cosa hanno domandato i consiglieri all'assessore?
Essenzialmente è stato chiesto conto del perchè i vari assessorati e le ripartizioni non rispondono (o lo fanno con ritardi spaventosi) alle istanze ed alle richieste che vengono loro indirizzate dal consiglio di zona mettendo così il Consiglio stesso nella pratica impossibilità di operare e di dare le attese risposte ai cittadini. Inoltre di alcuni problemi specifici (scuola media di via Cadore, SOVECO, risanamento delle case, casa parcheggio di corso XXII Marzo, sistemazione di 13.1e Cuoco, ecc.) già da tempo all'attenzione della Giunta, è stato chiesto di saper dire i motivi dei ritardi che impediscono la soluzione.
Nella sua risposta l'assessore ha illustrato come la volontà degli assessori di dare il massimo dell'importanza a quanto proviene dai Consigli di zona, vada a scontrarsi con la triste realtà di una macchina comunale, nata e consolidatasi quanto il decentramento non esisteva, e che stenta (se non addirittura si oppone) a te-
ner conto delle nuove realtà zonali. La Giunta è tutta impegnata per dare concretezza a questo nuovo modo di impostare i rapporti tra cittadini ed Amministrazione Comunale.
A questo proposito l'assessore Taramelli ha assicurato che entro breve saranno rese operative le deleghe ai Consigli di zona in merito ai poteri che la legge prevede siano attribuiti anche prima delle elezioni dirette dei rappresentanti in seno ai Consigli zonali. Le zone avranno così possibilità di deliberare sui problemi dello sport e del tempo libero, su tutto quanto riguarda argomenti socio-sanitari, sulle attività culturali, sull'uso delle proprietà demaniali comunali, sulle opere pubbliche di interesse zonale e su alcuni argomenti relativi alla scuola ed al diritto allo studio.
Taramelli ha anche assicurato che le elezioni dirette saranno indette per il 1980.
L'Amministrazione sta inoltre approntando i bilanci preventivi di zona che daranno l'esatta misura degli interventi del Municipio nelle singole zone.
Agli argomenti più specifici sottoposti all'assessore è stata data una risposta sintetica.
Taramelli si è impegnato però ad interessare i singoli colleghi della Giunta competenti per argomento.
Il giorno 11 novembre sull'area del Verde Vivo, l'assessore allo Sprt, Turismo e Giardini Paride Accetti ha presenziato alla messa e dimora delle piante assieme ad alcune classi delle scuole medie Tito Livio e Colletta e dell'elementare Monte Velino.
Questa area è finalmente di pubblico utilizzo, una realtà dopo anni di battaglie condotte dalla zona; mancano ancora alcune realizzazioni per completare l'intero progetto del Verde Vivo.
2 il dialogo Maretta F.U.L.SCUOLA al Distretto U DEL EIN CCLON S I TEIN N E ELL:OCCHIO Scolastico
Nell'ultima seduta del Distretto scolastico n° 27 (Romana Vittoria Molise) 14 consiglieri hanno presentato il seguente documento dal quale risultano le difficoltà di funzionamento del distretto stesso. È questo un grosso problema che le forze politiche, sociali e sindacali della zona debbono affrontare con la massima urgenza.
Dopo quasi un anno dalla nascita del distretto scolastico 27 è d'obbligo fare alcune riflessioni per evidenziare prima quelle che possono essere state le carenze e trovare poi i rimedi.
Oltre al fatto di non aver mai raggiunto la completezza numerica della sua composizione dovuta soprattutto ai ritardi burocratici e politici nella nomina dei rappresentati degli enti locali, è da evidenziare la sempre decrescente partecipazione di alcuni consiglieri che sono arrivati fino all'assenza completa. Questo è stato ed è tuttora motivo di cattivo funzionamento per cui è urgente un intervento drastico e deciso per operare la loro sostituzione nel più breve tempo possibile. La cosa acquista ancora maggiore rilevanza se si pensa che fra questi assenti figurano due presidi, che dovrebbero trovare nel distretto anche un interesse di tipo professionale e potrebbero dare un utile apporto alla soluzione dei problemi che travagliano, le scuole della zona.
Scarsa è stata anche la partecipazione dei consigli di circolo e d'Istituto e questo può essere dovuto anche al fatto che il presidente del distretto ha mostrato più volte di preferire il contatto con i presidi piuttosto che con i detti consigli.
Sintomi di scarsa efficienza sono stati colti anche nel fatto che le sedute sono state numerose e frequenti ma molto spesso poco conclusive. Inoltre anche la giunta e la segreteria hanno provocato disfunzioni non solo nelle convocazioni delle sedute e nella spedizione delle lettere di convocazione, ma anche nell'ottenere le disponibilità dei nuovi finanziamenti stanziati per il distretto.
Per evitare che anche il futuro sia uguale al passato occorre soprattutto portare il consiglio alla completezza numerica reintegrando i dimissionari e sostituendo gli assenti cronici, ma anche operare una maggiore decentralizzazione delle attività della giunta e del presidente che ha accentrato nella propria persona tutti i contatti con l'esterno e con gli enti locali in particolare.
Questa cosa oltre ad essere grave di per sè, ha anche causato un ritardo nell'invio al Provveditorato della richiesta di sostituzione di alcuni consiglieri dimissionari.
Anche la decadenza degli assenti deve essere in futuro più tempestiva, occorre inoltre eliminare tutte le possibilità di creare cavilli ed incertezze e per questo è necessario che i verbali delle sedute contengano, diversamente da quanto avvenuto finora, i singoli nomi degli assenti ingiustificati.
consiglieri: Tracanella, Maggi, Cappelli, Savasta, Stainer, Antonini, Meneghello, Stopponi, Trapanelli, Palumbo, Trezzi, Brizzi, Torneo, M igliavacca.
L'anno scolastico è iniziato all'Einstein sui binari tradizionali come se neppure fosse esistito l'ampio movimento che si era sviluppato l'anno scorso nella zona su contenuti è proposte precise e che aveva avuto il suo culmine nell'assemblea del Teatro Quartiere.
I confini della discrezionalità del Preside nelle procedure attinenti alla gestione della scuola vanno dilatandosi sempre di più, fino a rasentare l'arbitrio. Non è stato possibi-
le, infatti, conoscere e verificare i criteri che hanno presieduto alla formazione delle classi e ai numerosi smembramenti delle stesse. Anche l'assegnazione delle cattedre agli insegnanti è stata effettuata al di fuori di qualsiasi criterio oggettivo: si segnala anzi che il Preside ha fatto menzione di un criterio «qualitativo» che in alcuni casi ha assunto carattere discriminatorio e punitivo.
Quanto alla gestione sociale della scuola, risulta evidente
il germoglio
(tinti?) di alimentazione ed estetica naturale vma P. sorTocoittio 4 TELEfotio 905.?09
Abbievyx>alivite»11-Z vvtfesr&it e biologici, non tvafiesti elvirvticevnovife., Semeo coriSswvewrfi h e-CO jOV49w4-ì pta 1:).513 t VI 5 C7 vvvele.,ktoQvr+, vvIts‘sBìi vino, succivi 01; VierThe e ci; Ve.vdt"es .--rar la Palle. c.osvvIe4i6. cov iaskAreii-ì eqte.. ed essewee. v1M-1..'veth.
Ricordati che è sempre importante avere una buona banca.
Una buona banca ti serve.
Una buona banca dà un interesse preferenziale ai diciottenni. Aiuta i piccoli imprenditori.
E, grazie al "tempo reale" e al "terminalista cassiere"„ ti evita code e tempi lunghi.
Ma la nostra è una buona banca non solo perché oltre a questi servizi ha tutti quelli di una banca normale, ma anche perché da cento anni opera in Lombardia.
Guardando all'Europa. Per servirti.
Auna buona banca ci si affida.
È il nostro caso.
Nel '77 ci sono stati affidati 1.512 miliardi che abbiamo amministrato un po' dovunque in Lombardia. Infatti abbiamo ormai 64 filiali in questa regione. E siamo presenti con 13 sportelli all'interno di altrettante grandi aziende. Ma, dalla nostra regione, ci viene accordata questa fiducia anche perché abbiamo corrispondenti in tutto il mondo. Perché siamo una buona banca.
che essa viene sistematicamente elusa o svuotata di qualsiasi contenuto: basta considerare che, neppure nell'imminenza delle elezioni scolastiche, sono stati convocati i consigli o le assemblee di classe. Per chi votano i genitori, quando non è neppure concesso loro di conoscersi e di presentarsi? Forse per i candidati che la ben nota «Libera associazione genitori» va propagandando attraverso canali che non sono certo quelli del libero confronto e del dibattito pubblico? Ricordiamo poi che il funzionamento di alcuni organismi previsti dai Decreti Delegati avviene con un'interpretazione gravemente involutiva della legge. Il comitato valutazione insegnanti si riunisce ufficialmente per stilare dei cosiddetti «appunti» sull'operato di ogni insegnante, in dispregio della normativa che prevede che vengano valutati solo gli insegnanti in prova e coloro che ne abbiano fatta esplicita richiesta. I risultati di queste valutazioni non sono comunicati agli interessati e si viene a configurare una vera e propria schedatura degli insegnanti. In questo clima non suscita meraviglia il fatto che molti docenti fra i più democratici abbiano anche quest'anno chiesto ed ottenuto il trasferimento: l'ultimo episodio riguarda la prof.ssa Recupito che, privata delle sue classi e tenuta a disposizione senza insegnare, ha chiesto il comando in una scuola sperimentale. Continuano poi le ingerenze del presidente del Consiglio di Istituto Sig. Mormone nell'attività dei singoli docenti: la delegata sindacale ha ricevuto lettere di rampogna per avere «osato» appendere un cartello a nome della sezione sindacale nello spazio che era stato ottenuto l'anno scorso in seguito a vertenza fra il Preside e i rappresentanti sindacali. Si pretenderebbe che venisse utilizzata una bacheca che il Consiglio di Istituto ha destinato senza tenere conto del punto di vista dei diretti interessati, malgrado il preciso parere espresso sulla questione anche dal Provveditore agli studi di Milano.
Fra i tanti episodi degni di segnalazione, ricordiamo poi quello del «ritiro» dalla scuola dello studente Bramante, accusato di avere affisso al di fuori dell'istituto un manifesto scritto a nome di un gruppo di studenti democratici e contenente alcune valutazioni scherzose sulla conduzione dell'assemblea degli studenti da parte del Preside. E questo episodio più recente e clamoroso, che va però assommato ai numerosissimi casi precedenti di «ritiri» dalla scuola (circa un'ottantina lungo l'arco dell'anno scorso). Su questi temi e inoltre su alcune irregolarità amministrative che vengono man mano emergendo, la FUL Scuola ha chiesto un incontro col Provveditore agli Studi di Milano. Si pensa però che sia anche utile e importante la ripresa di un ampio dibattito nella zona, imperniato sull'annosa questione della gestione del Liceo Einstein.
FUL SCUOLA (Federazione Unitaria Lavoratori della Scuola)
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DIALOGO APERTO
Allo scopo dì sollecitare un dibattito su argomenti di attualità, queste colonne ospitano le opinioni di persone o di gruppi con l'intento di contribuire alla formazione di un costruttivo dibattito.
Quanto pubblicato può non rappresentare l'opinione della edazione de «Il Dialogo».
ANTIFASCISMO E DIFESA DELLA DEMOCRAZIA
Il confronto e l'iniziativa unitaria delle forze di sinistra all'interno della nostra zona sviluppatosi a partire dalla battaglia per l'isolamento politico dei fascisti del MSI sul territorio e nel Consiglio di Zona, proseguito nell'assemblea popolare del 20/10 al Teatro Quartiere e che ha visto nel documento unitario di denuncia degli atti di squadrismo fascista un suo ulteriore sviluppo, rappresenta un passo estremamente positivo, ma è necessario un alteriore approfondimento su questi temi. In questo senso il contributo che «Il Dialogo» dà con l'apertura sulle proprie pagine di un dibattito, iniziato dai compagni del PSI con un'intervento sull'antifascismo in zona 4, va sicuramente nel senso di contribuire allo sviluppo di ulteriori momenti di confronto tra le forze della sinistra, sindacali, di base, ecc. Questo approfondimento è ancor più urgente in questo momento in cui le forze reazionarie, con in testa la D.C., stanno conducendo, all'interno del nostro paese, un furioso attacco alle condizioni di vita delle masse e principalmente della classe operaia. Licenziamenti, cassa integrazione, smobilitazione di intere fabbriche (e la nostra zona è nell'occhio del ciclone: Varta, Amsco, Lagomarsino ecc.) sono il risultato di questo potente attacco.
Di pari passo la D.C. sviluppa tutta una serie di iniziative tese a provocare rotture all'interno delle masse lavoratrici, e tra queste, le sinistre e il sindacato (esemplare è il caso degli ospedalieri, con la D.C. cfie nelle regioni «bianche» concede aumenti facendo esplodere il caso nelle mani delle sinistre che si trovano spiazzate tra difesa delle richieste dei lavoratori e difesa dell'accordo di governo). La stessa proposta D.C. di limitare il diritto di sciopero nel pubblico impiego, è una mossa per allargare tale limitazione a tutta la classe lavoratrice e, contemporaneamente, è un passo gravissimo in funzione antioperaia e antisindacale. Per ottenere questi risultati la D.C. e le forze reazionarie acutizzano la repressione a tutti i livelli da parte degli apparati statali accentuando la fascistizzazione (es. corpi speciali del Gen. Dalla Chiesa, rifiuto di varare la riforma di P.S., riattivizzazione dei settori più reazionari della magistratura), e usando come strumenti atti a questo scopo le armi del terrorismo brigatista e del fascismo. Il tentativo è chiaro: ricattare le sinistre, magari accusandole di aver generato con la loro ideologia il terrorismo, per porsi come bastione dello stato e delle istituzioni. La cosidetta «strategia della tensione», che ebbe uno dei suoi punti più salienti il 12/12/69 con la strage di Piazza Fontana, per proseguire poi con l'uccisione di Pinelli, Saltarelli con la strage di Brescia e dell'Italicus, con Varalli e Zibecchi, con l'uccisione del giudice Occorsio, prosegue con gli omicidi di decine di militanti antifascisti, con le frequentissime iniziative dei gruppi armati, fino al rapimento e all'uccisione di Moro; ed è una drammatica realtà di questi giorni (Miccoli, Zini, assassinio del giudice di Frosinone). Nel frattempo alle uscite di Forlani per recuperare al confronto liberali e fascisti di D.N. si accompagnano l'arroganza democristiana di rimettere in discussione le stesse leggi già concordate (fitti agrari, riforma di P.S. ecc.), si avvia addirittura a considerare, con Donat-Cattin, la composizione del governo come un fatto tutto interno alle correnti D.C., snaturando di fatto le funzioni degli altri partiti, il parlamento, e l'opposizione che sempre più ampiamente si manifesta nel paese. Vanno perciò ampliati e rafforzati il dibattito e la ricerca di obiettivi comuni a tutta la sinistra: in questo senso centrale è sviluppare ancor di più il confronto e la mobilitazione sulla battaglia antifascista, in difesa della democrazia. Nella nostra zona, uno dei momenti centrali di attacco alla democrazia è rappresentato dalla federazione del MSI di Via Mancini, covo da cui partono quotidianamente, come anche la documentazione dimostra, momenti di provocazione in zona e in tutta la città. La presenza della sede fascista dunque è un problema non solo della nostra zona ma cittadino. Oltre 1000 cittadini della zona hanno firmato in pochi giorni chiedendo la chiusura del covo e così si sono espresse le forze della sinistra della zona, lo stesso «Dialogo».
Ci sembra necessario rilanciare la proposta, formulata in modo unitario nella documentazione stessa, di costruire, a partire dalla zona, un Comitato per la chiusura della sede di Via Mancini nel quale coinvolgere il massimo di forze disponibili per porre definitivamente all'ordine del giorno questo problema.
Il 5 dicembre si apre il processo agli assassini del Compagno Varalli, mentre Braggion libero continua la sua opera di provocazione tentando di farsi passare per vittima di un'aggressione, i compagni che si trovavano con lui sono stati denunciati per rissa e lesioni. Perché questo processo non finisca in una drammatica farsa come quelli di Brasili, ai fascisti di Ordine Nuovo, ecc. assolti o condannati a pene irrisorie e subito rimessi in libertà, è necessaria la più ampia mobilitazione delle sinistre, degli antifascisti, per far sì che questo assassinio non rimanga impunito. A nove anni dalla strage di Piazza Fontana, mentre ci si lascia scappare Freda, il processo continua senza che vengano colpiti quei settori statali e quei personaggi politici che guidarono la strategia delle stragi. Facciamo appello alle forze di sinistra, al sindacato, ai consigli di fabbrica, agli organismi di base, a tutti gli antifascisti per arrivare ad una grande iniziativa di confronto e mobilitazione su questi temi.
Sez. Dimitrov del Movimento Lavoratori per il Socialismo
TEATRO DELL' ELFO Ä
Si è parlato nel numero scorso del «Dialogo» di cosa significhi per noi, Teatro dell'Elfo, avere una sede a Milano, e del nostro progetto di gestirla innanzitutto come sede nostra: lavorarci dentro, prepararci gli spettacoli, farci seminari e laboratori, utilizzarla come punto di riferimento per momenti pubblici di incontro e confronto con gli operatori culturali milanesi e della provincia.
Si è parlato anche del nostro prossimo allestimento il «SATYRICON» di Ferdinando Bruni da Petronio e dei motivi di questa scelta.
A un mese dal nostro insediamento nella sala di via Menotti vorrei tentare un piccolo bilancio della nostra attività e precisare le linee di tendenza ed i progetti per la gestione del teatro per la stagione 78 - 79 e peri nostri allestimenti futuri.
Nei primi dieci giorni di novembre si è svolto il seminario con Mario Gonzalez (noto agli spettatori milanesi come il «Marcel Pantalon» de l'«Age d'or») sulla disciplina dell'attore. Si è trattato di un primo incontro, per conoscersi e verificare, al di là dei brevi contatti avuti in occasione del nostro allestimento della versione italiana di «1789» e delle repliche milanesi de l'Age d'or, la disponibilità e la possibilità di lavorare insieme.
Il lavoro verteva soprattutto sulla concentrazione, sulla essenzialità e non casualità di ogni gesto, sull'attenzione, sul rispetto per il lavoro del partner prioritari addirittura al rapporto con gli spettatori, e su un primo approccio alla maschera neutra. Tutti elementi importantissimi per noi che ci accingiamo, col Satyricon, a ricercare un po' più a fondo sui mezzi della comunicazione teatrale, sforzandoci di eliminare alcuni clichès sicuramente efficaci, ma un po' superficiali. Non solo, da questi dieci giorni è scaturito un progetto di collaborazione con Mario Gonzalez per l'allestimento di uno spettacolo per la stagione 79-80; se sul lavoro con Mario siamo tutti d'accordo, sul testo, che potrebbe essere: «Sogno di una notte di mezza estate» di Shakespeare, la discussione è ancora aperta.
Dal dieci di gennaio si replicherà, per due mesi, il SATYRICON. Questo spettacolo vuole essere per noi anche una occasione di ricerca sullo spazio scenico: stanchi di venire a un compromesso tra esigenze di ricerca e di nuovi rapporti col pubblico, da un lato e di trasportabilità e adattabilità a qualsiasi spazio dall'altro, abbiamo deciso di fare con il Satyricon uno spettacolo pensato appositamente per la sala di via Menotti, rivolto al pubblico milanese e assolutamente inamovibile (salvo eccezioni di lunghe permanenze in città dove sia possibile ricreare la struttura originale).
Partendo dalla suggestione di una società, quella romana del 1° sec. d.c., dove anche la vita e soprattutto la morte divenivano motivo di spettacolo e dove i tre giovani protagonisti tentano di sopravvivere ricercando disperatamente un minimo di rapporti interpersonali anche violenti ma comunque veri, non da commedia e un minimo «stare bene» per il singolo individuo, Thalia lstikopou-
lou ha progettato una scenografia che ricostruisce un'arena romana con il pubblico posto intorno su delle gradinate e uno spazio scenico centrale, ricoperto di sabbia, piuttosto grande rispetto ai luoghi abituali di azione teatrale, dove, per intenderci, una distanza può essere effettiva e una corsa veramente una corsa.
Durante i due mesi di repliche del Satyricon la compagnia proverà un altro testo, destinato invece a essere portato in giro; il «VOLPONE» di Ben Jonson.
Per la prima volta dopo tre anni di testi scritti da noi, affrontiamo un testo già scritto, un classico, tentando di applicare ad esso alcuni moduli di comunicazione teatrale individuati in questi anni e che riteniamo validi e scegliendo di privilegiare una volta tanto il lavoro specifico dell'attore un po' soffocato, talvolta, (anche come tempi) dalla elaborazione e stesura del testo.
Tra il Satyricon e il Volpone esiste anche un legame tematico: il tema del cacciatore di eredità è ripreso da Ben Jon-
son dall'ultimo capitolo del Satyricon e, in entrambi, c'è la descrizione di una società che vive un momento di crisi e di decadenza.
Per quel che riguarda gli altri spettacoli teatrali che verranno ospitati si può dire brevemente che un fattore unificante è dato dalla ricerca di uno spazio scenico non tradizionale e di in particolare rapporto col pub. "co.
Tra marzo e aprile si succederanno: «UBÙ RE» con la regia di Peter Brook in collaborazione con Milano aperta, «I viaggi straordinari di Giulio Verne» del Collettivo di Parma e «Il giardino delle storie incrociate» con la regia di Tonino Conte e Aldo Trionfo del Teatro della Tosse di Genova. Nel mese di maggio è prevista una rassegna musicale «Rock in opposition» in collaborazione con la Coop. l'Orchestra e una rassegna di gruppi milanesi e lombardi che pur svolgendo un lavoro di produzione e di ricerca teatrale legato alla realtà di Milano non hanno avuto occasione, finora, di confrontarsi tra di loro e con il pubblico milanese.
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Equo canone
quando si va in giudizio
La nuova legge ha, tra le altre novità, innovato completamente tutta la materia della controversia giudiziaria. Sono soprattutto due queste novità:
1)- perchè ha introdotto il tentativo di conciliazione preliminare tra le parti sia per stabilire l'affitto, sia per aggiornarlo e adeguarlo (quando si tratta di affitti che non superano le 600.000 lire annue);
2) - perchè ha adottato, in quanto applicabile, il procedimento sulle controversie individuali di lavoro.
Tutte queste novità sono sicuramente un tentativo di miglioramento della situazione preesistente (si pensi che una causa andava avanti anche tre - quattro anni prima di avere una sentenza) e tuttavia non si può negare che se non viene rivista tutta la materia della conciliazione, il rischio concreto è di scaricare sulle spalle di pochi conciliari la grande maggioranza delle cause. E con giudici che dovranno rispettare i tempi previsti dalla legge, avendo 4 - 5 cause al giorno, si corre il rischio che le sentenze non siano sempre meditate.
Si ripropone la necessità di avere Commissioni Comunali di Conciliazione che facciano da filtro alle controversie. Commissioni democratiche che aiuterebbero sia i proprietari sia gli inquilini.
Questo è un elemento di ulteriore modifica della legge che le forze sociali e politiche dovranno attentamente meditare.
Fatte queste premesse doverose, riportiamo alcuni esempi concreti su cosa gli inquilini dovranno fare in alcune situazioni.
A) - Quando bisogna stabilire il canone dell'appartamento.
Se l'inquilino e il proprietario non si mettono d'accordo su quale è l'affitto da pagare, si devono rivolgere al giudice conciliatore (se l'affitto non supera le 600.000 lire annue) o al Pretore (se l'affitto supera le 600.000 lire annue).
Entro 15 giorni le due parti devono essere convocate per comporre bonariamente la vertenza.
Se questo avviene, viene fatto un verbale, sottoscritto dalle parti, che diventa vincolante per tutti.
Se invece le parti non si mettono d'accordo si inizia una causa vera e propria ed entro 60 giorni le due parti sono di nuovo convocate dal giudice che, dopo avere ascoltato le parti, fissa il canone da pagare.
Se le parti non sono d'accordo con la sentenza, possono presentare appello.
Bisogna ricordare, inoltre, che fino alla fine della causa l'inquilino pagherà, salvo conguaglio, l'importo non contestato, cioè quella parte di affitto che, sia per il proprietario sia per l'inquilino, è pacifico che debba venire pagato.
B)- Quando il proprietario vuole entrare nell'alloggio.
SCUSI, LEI PARTECIPA?
Con questo numero iniziamo a pubblicare una serie di articoli sul problema della partecipazione. Abbiamo voluto verificare con alcune interviste qual è la disponibilità degli abitanti del quartiere e quanto sono seguite le attività del Consiglio di zona 4 e le varie iniziative culturali.
Mentre pubblichiamo un articolo ed una intervista, invitiamo tutti coloro che hanno qualcosa da dire in proposito a scriverci.
Per iniziare il nostro giro di interviste e di colloqui sulla partecipazione alla vita del quartiere ed alla attività del Consiglio di Zona, siamo andati a parlare con una giovane coppia abitante in via Bergamo: Gianluigi e Marina. Lui ha sempre abitato in zona e precisamente in piazza Libia e in viale Lazio; lei invece viene da una zona vicina: la 13 Forlanini-Taliedo.
Abitare in zona 4 per loro è stata una scelta perchè la ritengono abbastanza vicina al centro e dotata a sufficienza di servizi («a parte le scuole» come tengono a precisare). Prima ancora che vengano poste domande precise Gianluigi nomina alcuni dei problemi più grossi che assillano la nostra zona: le scuole come abbiamo già detto, ma anche lo stazionamento dei camion nelle vicinanze dell'Ortomercato e la sistemazione a verde di zone abbandonate o trascurate. C'è dunque da parte sua una attenzione alla situazione del quartiere.
Riferendosi al problema scuole il nostro interlocutore, che lo ha sperimentato a suo tempo, proponendo la costru zione di nuovi edifici suggerì sce che vengano realizzati pre vedendo una loro polifunziona lità, cioè la possibilità che vengano utilizzati anche come centri sociali, biblioteche, ecc.
I nostri due amici vivono
Se l'inquilino contesta la necessità al proprietario e non accetta di lasciare volontariamente la casa, il proprietario deve ricorrere al giudice conciliatore, se l'inquilino paga un affitto inferiore alle 600.000 lire annue, al Pretore in tutti gli altri casi.
Fin dalla prima udienza il giudice può ordinare lo sfratto, è quindi opportuno che l'inquilino si faccia sempre assistere da un sindacalista o da un legale del S.U.N.I.A.
Se l'inquilino si presenta e si oppone alla richiesta del proprietario inizia la causa vera e propria, come per la determinazione dello affitto.
Se il proprietario che avesse ottenuto di rientrare nell'appartamento non lo usa entro sei mesi, lo sfratto diventa inefficace e l'inquilino che era uscito ha diritto di essere risarcito del danno subito (fino a 12 mesi di affitto) oltre alle spese di trasloco.
Il proprietario è condannato a pagare inoltre una somma tra le 500.000 lire e i due milioni al Comune.
C) - Se l'inquilino non paga o ritarda il pagamento dell'affitto.
È rivoluzionata tutta la norma che era in corso durante il blocco dei fitti. D'ora in avanti si può sanare la morosità per tre volte in quattro anni e solo dopo la terza morosità si è sfrattati.
La causa dovrebbe svolgersi in questo modo:
l'inquilino è chiamato dai giudice. Se l'inquilino paga durante l'udienza il debito, a cui vanno aggiunti gli interessi legali e le spese giudiziarie, la causa finisce senza altre conseguenze per l'inquilino.
Se invece l'inquilino non può pagare, può chiedere di farlo entro tre mesi. Se il giudice acconsente e l'inquilino paga nel termine fissato finisce la causa.
Se infine l'inquilino non paga neppure dopo il termine che gli ha fissato il giudice, lo stesso giudice fissa lo sfratto entro due mesi.
La legge prevede che se la morosità è dovuta a disoccupazione, malattia o altre gravi ragioni il giudice possa concedere fino a quattro mesi (invece di tre) per pagare e che la morosità si possa sanare per quattro volte (invece di tre) in quattro anni.
Le stesse regole valgono per le spese accessorie quando queste superano i due mesi di canone. Se sono inferiori a due mesi di affitto il proprietario non può chiamare l'inquilino in giudizio.
Queste, in sintesi, sono alcune delle principali novità sulle disposizioni processuali. Affronteremo nei prossimi articoli altre situazioni che vengono snellite con questa legge.
Nel prossimo articolo parleremo degli affitti da pagare per le case ad uso abitazione.
p. il S.U.N.I.A. Paolo Serra
za diffusa tra la gente: troppa burocrazia e scarsa attività. Gianluigi e Marina valutano positivamente l'elezione diretta dei Consiglieri di Zona, ma pensano che i contatti tra gli abitanti del quartiere ed i Consiglieri debbano essere sviluppati mediante assemblee o altre manifestazioni.
Le cose che giudicano essenziali sono due: che il Consiglio di Zona abbia più poteri reali e che i lavori delle Commissioni vengano maggiormente pubblicizzati per permettere la partecipazione di coloro che sono interessati a particolari problemi.
più per intensificare il nostro rapporto con gli abitanti della zona.
Fabrizio Eva
PARTECIPAZIONE DI MASSA
nella parte della zona dove non viene distribuito il nostro giornale; mancando loro questo strumento di informazione sull'attività del Consiglio di Zona essi affermano di essere all'oscuro delle iniziative di questo organo del decentramento cittadino e valutano negativamente questa situazione.
Pur ammettendo la loro mancata partecipazione il loro giudizio sul Consiglio di Zona ricalca un'opinione abbastan-
Chiamati direttamente in causa dalle nostre domande circa un loro impegno diretto nelle attività della zona ci dicono che il problema della mancanza di tempo è basilare e che molto spesso alla sera si ha poca voglia di uscire. Gli' ostacoli alla partecipazione attiva sono dunque comuni a tutti, ma ci è sembrato di capire che una maggiore informazione ed una maggiore vivacità dal punto di vista delle iniziative nella zona, riuscirebbero a far passare in secondo piano la stanchezza (e a volte la pigrizia). Per noi del Dialogo le opinioni di Marina e Gianluigi rappresentano uno stimolo in
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È ormai già da alcuni mesi che ha preso avvio l'attività del nuovo Consiglio di Zona di cui sono membri 32 persone, al posto delle precedenti 20, designate dai partiti per rappresentarli. È iniziata parimenti l'attività delle varie commissioni incaricate di trattare i problemi zonali in maniera più specifica e più tecnica. È proprio partendo da questi dati che vorrei cominciare a trarre alcune considerazioni maturate dalla mia personale esperienza.
Quest'anno ho deciso per la prima volta di seguire da vicino i lavori di una commissione, non importa quale, per poter vedere in che modo venivano discusse e prese le decisioni che vengono a riguardare la vita di ogni giorno della nostra comunità. C'era anche, devo ammetterlo, una non piccola dose di entusiasmo per la possibilità che pensavo mi sarebbe stata data d'intervenire in prima persona nella realtà di zona.
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Certo è che tutto questo è andato deluso nella maniera peggiore, mi sono infatti imbattuto nel burocratismo della peggior specie, che è il più vacuo e il più inutile ed è capace di arrestare qualsiasi iniziativa. Voglio a questo proposito raccontare un episodio di cui sono stato spettatore dato che narrare un fatto concreto risulta sempre più efficace di discorsi generici che vengono ad essere sempre un pochettino fumosi e inconcludenti. Si trattava di concedere dei permessi affinchè alcune società sportive potessero utilizzare i locali delle scuole della zona, ovviamente dietro pagamento di una certa somma. Ciò sembrava molto semplice anche perché i Consigli di circolo interessati avevano già esaminato approfonditamente la materia e concessa l'autorizzazione alle società richiedenti. A questo punto, alla commissione non rimaneva che ratificare l'operato dei Consigli di Circolo e, dopo aver ascoltato i rappresentanti delle società sportive passare tutto l'incartamento al Consiglio di Zona per la decisione finale. In apparenza niente di più semplice, ma molta gente ha il dono di complicare anche le cose più elementari. Infatti ad oltre un mese di distanza non è ancora stata concessa l'autorizzazione alle Società richiedenti di modo che le sparute attrezzature sportive esistenti rimangono inutilizzate a causa di banali intralci burocratici. Francamente mi sembrava di assistere ad una rappresentazione del teatro dell'assurdo con persone che parlavano usando un linguaggio burocratico completamente avulso dalla realtà, azzannandosi su questioni di competenze come si trattasse di vita o di morte, baruffe tanto più inutili in quanto si era registrata 'all'interno della Commissione una unanimità di giudizi nell'accordare i permessi. lo come cittadino comune che dopo tutto avevo ancora un po' di illusioni, mi sono sentito completamente avvilito. lo infatti ingenuamente pensavo che almeno a livello di Consiglio di Zona e di Commissioni si evitasse di fare la «politica» nel senso più deleterio del termine; invece sembra di assistere a tanti piccoli Montecitorio. Duesto contribuisce a spiegare perché la gente non partecipi a queste iniziative e come la colpa di questo sia nella maniera con cui viene condotta tutta l'organizzazione decentrata e non invece in una mancanza di disponibilità della gente che quando sente delle manifestazioni come proprie partecipa ed anche in maniera piuttosto massiccia come l'esperienza del «Teatro Quartiere» e la nostra recente «Castagnata di Calvairate» stanno a dimostrare.
Fabio Malgaretti
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BOMBELLI
4 il dialogo
Equo canone V.LE PUGLIE 23
La procura della Repubblica ha rinviato a giudizio, con l'imputazione di tentata estorsione, il responsabile di un'agenzia immobiliare, in quanto quest'ultimo aveva preteso che l'inquilino gli versasse una quota extra affitto eludendo completamente la legge sull'equo canone. La giustizia è intervenuta dopo la denuncia di una ragazza nei confronti di Fabrizio Aurelio Capsoni, responsabile dell'Immobiliare Turma proprietaria dello stabile di Viale Puglie 23.
La ragazza si era rivolta presso l'immobiliare per affittare un appartamentino di quattro locali nello stabile in questione; secondo la legge sull'equo canone avrebbe dovuto versare 1 milione e 700 mila lire d'affitto, ma il responsabile dell'immobiliare al momento di firmare il contratto svelava le sue reali intenzioni, le avrebbe affittato l'appartamento solo se oltre all'affitto regolamentare la ragazza avesse versato a parte la somma non dovuta di 7 milioni e 200 mila lire in contanti oppure in quattro rate annuali da 1 milione e 880 mila lire ciascuna. Il tono e la decisione del proprietario era del tipo prendere o lasciare.
Ricevuta la denuncia il sostituto procuratore lo ha rinviato a giudizio con l'imputazione di tentata estorsione, un reato che prevede una pena variabile tra un anno e sei anni e otto mesi.
Ci è sembrato utile aver segnalato questo fatto di cronaca in quanto oltre ad essere il primo in Italia riguarda uno stabile della nostra zona, ma soprattutto per far sapere ai cittadini che sicuramente non sono lasciati soli di fronte alle inevitabili vessazioni da parte di alcuni padroni di casa e che alcuni strumenti di difesa della legge 392 sull'equo canone esistono: basta applicarli. M.R.
CONCORDIA 10.12 un esempio per meditare
In questo numero de «Il Dialogo» pubblichiamo l'elenco delle case ritenute degradate ai fini della legge sull'equo canone. Gran parte di questi edifici si ritrovano in un altro elenco, quello dei lotti della legge 167. Ma in questo articolo vogliamo mettervi al corrente di una strana storia, riguardante un gruppo di case che pur avendo i requisiti per comparire negli elenchi considerati, ne sono estromessi.
Il fatto riguarda le case di Corso Concordia 10 e 12 facenti parte del lotto 110 (ex 108) della legge 167. Queste case sono di proprietà di una tristemente nota immobiliare dal nome mutevole negli anni, ma purtroppo rimasta sempre uguale nello spirito speculativo e nella sostanza; stiamo parlando della CAF-Beni Immobili Italia, ex SACIEBONOMI.
Sicuramente questo nome farà ricordare uno dei più gros-
si tentativi speculativi, a spese dei cittadini del notro quartiere, verso gli stabili di Corso XXII Marzo.
Lo stesso gioco non riuscito per quegli edifici viene tentato ora per Corso Concordia 10-12.
Innanzitutto esaminiamo l'intero lotto comprendente gli stabili di Via Guicciardini 1-3-5, Via Calvi 1-2, Corso Concordia 10-12.
Questo lotto era stato incluso nell'elenco di 167 adottato il 3/5/1976, senonchè da quel periodo incominciarono delle oscure manovre (ma non tanto), che oltrepassando abbondantemente il limite della legalità portarono nel giugno del 1978 all'uscita dell'intero lotto dall'elenco. Guardiamo la motivazione addotta per l'uscita dall'elenco: si parla di stralcio in quanto parte del lotto è stato ristrutturato. Infatti per gli stabili di Via Guicciardini questo è vero con una trascurabile dimenticanza, i lavori sono stati fatti abusivamente!!
Di seguito pubblichiamo l'elenco degli stabili ritenuti particolarmente degradati ai fini della legge 392 sull'equo canone. Ricordiamo che in questi stabili si applica il coefficiente di 0,90. Riportiamo inoltre le norme riguardanti la revisione periodica e le sedi presso cui ci
può rivolgere per avere informazioni e per le segnalazioni.
Un solo dato significativo: la licenza per la ristrutturazione è stata chiesta ora dopo circa cinque anni dal termine dei lavori.
Ora questi edifici sono stati riaffittati a prezzi altissimi, ben lontani dalle possibilità finanziarie dei vecchi inquilini che sono stati costretti ad abbandonare la zona.
Proseguiamo sotto il segno del mancato rispetto delle leggi da parte della proprietà: il 24/6/1976 venne emessa una ingiunzione sanitaria in cui si obbligava la CAF-Beni Immobili Italia alla pulizia completa dei solai, delle cantine, al rifacimento delle canne fumarie, alla sistemazione dei pavimenti sconnessi e alla eliminazione della pericolosità negli stabili di C.so Concordia 10-12. Tutti questi lavori avrebbero dovuto essere completati nel tempo massimo di 120 giorni; a tutt'oggi le cantine e i solai sono inagibili e gli altri lavori non sono stati completati.
Il 19 luglio 1977 venne rilevato dalla vigilanza urbana l'inizio di lavori abusivi in un appartamento. Di che cosa si trattava? Un inquilino aveva abbattuto i muri di cinque appartamenti e ne aveva ricavato un unico salone dove ha installato una esposizione di pellicceria, che nonostante la denuncia prosegue ancora oggi. Nel febbraio del 1977 ci fu una ingiunzione del comune per i lavori di rifacimento del tetto che non vennero mai iniziati, in compenso la proprietà ha incominciato dei lavori extra ingiunzione come l'istallazione di citofoni e antenne centrali non richieste dagli abitanti; nel frattempo una mansarda è stata costruita abusivamente in Corso Concordia 10.
Contemporaneamente proseguono, giorno dopo giono, i lavori di ristrutturazione, in modo tale che la proprietà potrà mettere tutti di fronte al fatto compiuto e potrà avere le giustificazioni per aumentare i prezzi e far traslocare gli inquilini che non potranno sostenere oneri troppo alti di affitto: purtroppo questo gioco è fin troppo chiaro e la Bonomi nella sua fame speculativa non si interessa minimamente degli abitanti e bada solo all'interesse di un'unica persona.
Perciò è necessario che tutti sappiano che quanto sta facendo è illegale, che qualcuno si sta comportando in perfetta malafede, e quindi facciamo appello agli organi competenti affinché intervengano prontamente per porre termine a questa serie continua di abusi.
Maurizio Rebutti
Ventidue Marzo, 12 - 16 - 18 - 19 - 20 - 22
23 Via Verona, 6 - 10
REVISIONE PERIODICA
La revisione dovrà avvenire non automaticamente, ma attraverso apposite deliberazioni consiliari, su iniziativa dell'Amministrazione o su richiesta anche di una sola delle parti interessate.
La revisione interessa soprattutto gli stabili degradati che devono essere tolti dall'elenco per modifica dello stato di fatto, o che, per omissione o per peggioramento dello stato di fatto, ne devono entrare a far parte.
La possibilità di adeguamento della suddivisione in zone del territorio comunale e l'aggiornamento periodico degli elenchi degli edifici particolarmente degradati è consentita in base all'art. 25 della Legge 392, il quale afferma il diritto delle parti di ottenere l'adeguamento del canone in relazione all'eventuale mutamento degli elementi di cui all'art. 13 e 15, tra i quali è compreso quello della ubicazione.
In prima applicazione, le segnalazioni dei cittadini inte-
ressati dovranno pervenire entro il mese di marzo 1979, mentre, a partire dalla prima deliberazione di revisione, l'aggiornamento avrà luogo annualmente.
informazione
Per le informazioni relative alla suddivisione in zone del territorio ed agli edifici degradati compresi negli elenchi, i cittadini potranno rivolgersi oltre che ai Consigli di Zona ed alle associazioni di categoria, cui verrà inviato il materiale, anche all'ufficio composto da funzionari della Ripartizione Urbanistica, Edilizia Privata e della Divisione Piano Regolatore, posto in Via Pirelli n. 39. A questo ultimo ufficio, che fa capo alle diverse Ripartizioni per le specifiche competenze, potranno essere richieste anche certificazioni sulla suddivisione in zone e sull'inserimento negli elenchi nonché informazioni sulla vetustà degli edifici, di cui all'art. 20 della legge.
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Via Adige, 3 - 9 - 17 Via Anfossi, 5 - 8 - 9 - 10 - 13 Via Anzani, 1 - 3 - 24 - 34 Via Archimede, 6 - 11 - 12 Via Bergamo, 3 - 5 - 6 - 7 Via Bezzecca, 1 - 2 - 3 - 4 - 6 - 10 - 12 Via Bonfadini Romualdo, 16 Via Botta, 11 Piazza Buozzi, 5 Via Burlamacchi, 6 - 7 Via Cadore, 24 - 26 - 35 Via Calvi, 2- 18 - 27 - 29 - 36 - 38 Via Carità, 2 - 4 - 8 - 10 Via Cellini, 11 - 18 Via Clusone, 3 - 6 Via Colletta, 6 Via Corto Bernardino, 3 Via Crema, 1 -9 Via Cuccagna, 2 - 4 Via Fiamma Galvano, 3 - 5 - 7 Via Fogazzaro, 14 Via Foldi, 1 - 2 Via Guicciardini, 13/A Corso Lodi, 22 - 3 - 8 - 10- 12- 13 - 26 - 27 - 29 - 31 Via Lombroso Cesare, 20 Via Maffei, 12 Via Mantova, 8- 10- 13 Via Marcona, 3 Via Maspero, 16 Via Melloni, 2 - 37 Viale Monte Nero, 10 - 12 - 20 - 22 - 23 - 27 - 29 - 31 -35-42-48-50-55.58-60-62-65-73-76 Via Morosini, 5 - 7 Via Muratori, 3 - 6 - 7 - 8 - 10 - 11 - 15- 15/A -5052 Via Papi Lazzaro, 2 - 3 - 4 - 6 - 7 - 10 - 17 Via Passeroni, 1 - 2 - 8 Via Passo Buole, 3 - 4 Via Paullo, 11 - 13 Via Poma Carlo, 6 Viale Premuda, 4 - 17 - 22 - 44 - 46 Via Presolana, 6 Piazza Risorgimento, 8 Via Sabotino, 38 Via Salmini, 4 Via Sannio, 18 - 24 Piazza Santa Maria del Suffragio, 4 Via Sciesa Amatore, 1 - 3 - 6 8 - 9 - 14 Via Sigieri, 10 Via Sottocorno Pasquale, 5 - 5/A - 7 - 9 - 11 - 13 15- 17 - 19 - 27 Via Spartaco, 35 - 37 Via Tertulliano, 58 Viale Umbria, 9/A - 21 25 - 27 - 50 - 60 - 62 - 6466 Corso
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Sul numero di novembre de «11 Dialogo», abbiamo trattato l'argomento relativo all'assenza obbligatoria e facoltativa dal lavoro per gravidanza e puerperio delle lavoratrici alle dipendenze. L'articolo ha riscosso ifrì certo interesse. Alla redazione del giornale sono infatti pervenute richieste di chiarimento, con particolare riferimento ai riflessi che quei periodi hanno sul trattamento di pensione nella assicurazione generale obbligatoria. A questa richiesta cercheremo di dare ben volentieri una risposta, anche perché ci offre lo spunto per accennare ad un importante tema: la contribuzione figurativa e gli effetti che essa appunto ha in relazione alla pensione. In questo contesto risponderemo anche a quanto ci viene richiesto. Come introduzione all'argomento possiamo dire, in linea generale, che la contribuzione figurativa è quel particolare tipo di contribuzione che viene accreditata sulla posizione assicurativa per periodi in cui un assicurato per determinati eventi può trovarsi scoperto di assicurazione. Questo fatto, cioè di avere un periodo scoperto di assicurazione, come si può benissimo intuire, causa, rispetto agli assicurati che non sono coinvolti da tali eventi, una posizione di svantaggio sia per quanto riguarda il raggiungimento del diritto alla pensione, sia per quanto riguarda l'importo della medesima.
Da qui, per ovvie considerazioni dì carattere sociale, la legge ha stabilito che le contribuzione figurativa di cui si è detto, ricorrendo determinate condizioni, concorra, con la contribuzione obbligatoria alla determinazione del diritto e della misura della pensione. Si è accennato alle condizioni per poter procedere all'accreditamento della contribuzione figurativa, che tra parentesi è bene dirlo, avviene sen-
za onere finanziario a carico dello assicurato; queste condizioni, in generale s'intende, sono: che per detti periodi (poi vedremo quali sono) non sussista l'obbligo della contribuzione nella assicurazione generale obbligatoria, oppure non essere iscritti a fondi o a forme di previdenza sostitutive della stessa, non essere iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi.
Ma la contribuzione figurativa oltre a coprire i periodi scoperti di cui vedremo, può essere accreditata anche ad integrazione, cioè: quando per gli eventi di cui si è detto risulta versata una contribuzione ridotta, per effetto di emolumenti ridotti percepiti, è ammessa una integrazione degli stessi. Ciò è possibile appunto per mezzo della contribuzione figurativa. L'accredito in argomento sarà pari alla differenza tra il contributo figurativo effettivamente spettante e la contribuzione ridotta versata, di cui si è detto. La contribuzione così accreditata non varrà come numero, ma potrà concorrere, se del caso, alla rilevazione della retribuzione attraverso la contribuzione in sede di calcolo della pensione.
Dopo questa esposizione di carattere generale indichiamo quali sono i periodi per i quali appunto è previsto l'accreditamento dei suddetti contributi figurativi: periodi d'interruzione obbligatoria e facoltativa dal lavoro per gravidanza e puerperio; purché risulti versato un contributo prima del periodo da accreditare e il lavoro sia stato interrotto per gravidanza; i periodi di servizio militare a partire dal 25/5/1915; i periodi assimilati ai periodi di servizio militare. I periodi di servizio militare o assimilati, si possono accreditare purché risulti precedentemente o successivamente versato un con-
tributo obbligatorio e quando detti periodi non sono utilizzati in altre forme previdenziali.
- i periodi di persecuzione per attività antifascista o condizione razziale, purchè l'interessato abbia lavorato alle dipendenze con obbligo assicurativo;
- i periodi di malattia tempestivamente accertata, compresa la inabilità temporanea, per un massimo di 12 mesi in tutta la vita lavorativa; purchè risulti versato un contributo prima del periodo da accreditare. Questi contributi figurativi sono esclusi dal computo per il diritto alla pensione di anzianità.
- i periodi successivi 1'11/6/70 durante i quali i lavoratori sono chiamati a funzioni pubbliche elettive o cariche sindacali.
Vi sono poi altri periodi per i quali si può accreditare la contribuzione figurativa e che riguardano i periodi di disoccupazione ordinaria, di ricovero o assistenza per tbc., di disoccupazione per i lavoratori rimpatriati, di disoccupazione speciale per le aziende industriali non edili; i periodi in cui i lavoratori agricoli hanno percepito il trattamento sostitutivo della retribuzione, i periodi in cui i lavoratori delle aziende industriali hanno percepito l'integrazione salariale straordinaria e i periodi di sospensione dal lavoro durante i quali sono stati ammessi alla integrazione salariale, i periodi di sospensione dal lavoro, post. 1/9/75, durante i quali gli edili hanno percepito l'integrazione salariale.
Per quanto riguarda l'accredito si segue la seguente procedura: per i periodi relativi a prestazioni rilasciate dall'INPS, come la disoccupazione, tbc, integrazione salariale, ecc. l'accredito dovrebbe avvenire d'ufficio; per gli altri periodi, malattia, servizio militare ecc. su domanda dell'interessato.
Franco Colombo
Venerdì 27 Ottobre al Consiglio di Zona 4 si è riunita la commissione lavoro con la partecipazione delle forze politiche e del sindacato per discutere della crisi della Lagomarsino, azienda che opera nel settore elettromeccanico, con sede nella nostra Zona in Viale Umbria 36.
Durante la discussione è emersa la gravità della situazione in cui si trovano i lavoratori di questa azienda. I circa 600 lavoratori messi in cassa integrazione nel Settembre 1977 sono tuttora senza reali prospettive di ripresa dell'attività produttiva, con l'azienda posta in amministrazione controllata e possibilità di essere messa in liquidazione. Questa eventualità avrà come risultato un ulteriore aumento della disoccupazione nella nostra Zona, con l'eliminazione di un'altra azienda importante dopo la Lesa. Non va dimenticato che nella nostra Zona risiedono altre fabbriche che con aree appetibili sono sotto il mirino della speculazione.
Questa situazione, abbastanza generalizzata su tutto il territorio Nazionale deve farci riflettere. I dati ufficiali ci dicono che in Italia ci sono 1,7 milioni di disoccupati di cui i 2/3 in cerca di prima occupazione. Il tasso di sviluppo dell'economia previsto per i prossimi trequattro anni è di una crescita del 3,5% che non consente la creazione di nuovi posti di lavoro giacché la sola crescita tecnologica e il moto accellerato dei processi produttivi supera il 4%. Ma esistono altri dati certi e inconfutabili che avvalorano queste preoccupazioni.
1° - L'aumento del costo dell'energia in conseguenza della diminuzione delle scorte mondiali e aumenti di consumi.
2° - Aumento naturale della popolazione mondiale dovuto anche al benessere abbastanza diffuso e al progresso scientifico nel campo della prevenzione e della sanità.
La riprova di questi dati si rilevano dall'andamento della Cassa Integrazione che nei primi sette mesi del 1978 è aumentato del 66% rispetto al 1977 e ciò significa che nel 1978 avremo circa 400 milioni di ore di C.I. che equivale ad una spesa di 1000 miliardi circa. Siamo di fronte a problemi grossi che vanno avviati a soluzione. È opinione abbastanza diffusa che per uscire fuori dall'attuale crisi economica, sociale e politica occorre effettuare cambiamenti sostanziali a questo tipo di società. Uno dei problemi prioritari da risolvere è quello dell'economia, essenziale per avviare a soluzione tutti gli altri problemi.
Qualunque soluzione vogliamo dare a questi problemi dobbiamo far sì che ogni individuo, abbia o no il privilegio di lavorare, debba avere uguale dignità di vita di tutti gli altri.
Partendo da questo presupposto dobbiamo iniziare la ricerca della soluzione della crisi che minaccia l'umanità.
La consapevolezza dell'esistenza di questi problemi, la presa di coscienza che dovremo presto affrontarli, insieme, senza nascondere la testa nella sabbia o delegare ad altri la soluzione di questi problemi, è il primo passo che dobbiamo accingerci a fare.
Sergio De Marco
100 e più sostanze nutritive nel latte fresco
Tante sono le sostanze nutritive contenute nel latte fresco, anche se il più delle volte vengono elencate solo le più importanti per quantità e valore nutritivo.
Che il latte sia "il re degli alimenti" non deve meravigliare, se si pensa che è l'unica sostanza nata come alimento per la continuazione della vita e che non ha altra ragione di essere nell'economia della natura.
Ma, questo primo ed importantissimo elemento della vita, l'unico vero alimento completo, è troppo spesso considerato semplicemente "un liquido bianco", ideale solo per bambini e malati. Contenendo tutti i principi nutritivi fondamentali (proteine, zuccheri, grassi, sali minerali e vitamine) in giusta proporzione, il latte fresco è indicato per tutte le
età quale importante integratore della dieta giornaliera.
Il consumo del latte fresco, però, deve essere accompagnato da piccoli ma precisi accorgimenti.
Innanzitutto il latte va tenuto in frigorifero (chiuso nella sua confezione, una volta aperto, e mai travasato in un recipiente che non sia sterilizzato): solo così può mantenere inalterate le sue preziose caratteristiche organolettiche.
C'è poi un'operazione, tanto diffusa e radicata, da evitare: la bollitura. Questa operazione risulta inutile, poichè la pastorizzazione cui è stato sottoposto il latte lo rende già sicuro.
Dunque il latte chiede pochi ma precisi accorgimenti e in cambio dà molto.
Un litro di latte contiene un valore proteico pari
a: 190 g di carne di manzo, 6 uova di gallina, 180 g di prosciutto crudo, 350 g di pesce (sarde), 120 g di parmigiano, ma costa molto meno.
Detto questo, va ricordato che il latte fresco, oltre che particolarmente indicato per la prima colazione, costituisce un'ottima bibita dissetante che può essere bevuta anche sotto forma di frappè o di frullati.
"Chi beve mezzo litro di latte fresco al giorno, ha bevuto metà della sua salute" affermano alcuni scienziati: non resta che seguire questo suggerimento.
re SCO PastorizzatoItageneizzato in CENT tero RALE DEI LATTE DI MILANO 6 dialogo
LAGOMARSINO
»informazioni previdenziali CONTRIBUZIONE FIGURATIVA
A cura dell'Ufficio Pubbliche Relazioni della Centrale del Latte di Milano. Centrale
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precisi doveri di informazione dalla cittadinanza sui servizi da esso gestiti, è la completa indifferenza rispetto alle istanze della base. La gestione sociale del Consultorio. Se perfino un manifesto che non è redatto secondo lo stile ufficiale (per scelta, non per caso, e questo è il punto) viene insabbiato, è necessario denunciare a tutti che a causa di ciò viene impedita concretamente una più larga partecipazione delle donne della zona alle attività del Consultorio e viene limitato il Comitato di Gestione in quelle che sono le sue competenze.
Il Coordinamento Donne ha denunciato questo tentativo di boicottaggio attraverso un manifesto affisso per le vie del quartiere. Il Comitato di Gestione proporrà invece al Consiglio di zona un altro manifesto, sempre su questo argomento.
Il Comitato di gestione sta comunque lavorando su altre iniziative di pubblicizzazione: si stanno organizzando assemblee di caseggiato e nelle scuole ed è già stato preparato un «depliant» informativo sul
Consultorio che verrà inviato a tutte le famiglie della zona.
Un altro problema inerente all'attività del Consultorio è quello degli orari. È stato chiesto al Comune un ampliamento degli orari in alcuni giorni (fino alle 20-20.30 e i sabati mattina) per permettere anche alle donne che lavorano di accedere al servizio.
Purtroppo anche su questo punto ci sono delle difficoltà, ovviamente localizzate negli assessorati competenti.
Il Consultorio funziona attualmente fino alle 19.30 ma in modo «ufficioso» in quanto la chiusura dovrebbe essere alle 18.15, secondo l'Amministrazione Comunale; è slittata fino alle 19.30 grazie a un accordo fra i custodi dell'edificio. È importante però che il Comitato di gestione ratifichi ufficialmente questo accordo e se ne prenda la responsabilità, e che comunque continui ad esercitare pressione presso il Comune per ottenere un ulteriore ampliamento.
Il Coordinamento donne comunque ha deciso di intervenire rispetto a questo problema con una raccolta di firme che avverrà nel quartiere nei prossimi giorni. E importante quindi che le donne della zona portino il loro contributo sottoscrivendo la proposta di ampliamento dell'orario del Consultorio.
Fiorella De Marco
Il Consultorio della zona 4 funziona ormai a pieno ritmo da quasi due mesi e la partecipazione delle donne è abbastanza ampia su tutti i problemi trattati e specialmente riguardo la contraccezione e l'interruzione volontaria della gravidanza (per la certificazione).
I colloqui effettuati nel mese di ottobre sono stati 118. I gruppi sulla contraccezione, sulla gravidanza e sull'aborto hanno registrato una buona partecipazione (una media di 68 persone per volta).
Un dato rilevante rispetto l'affluenza delle utenti al Consultorio, che merita una certa attenzione è questo: la maggioranza delle donne proviene da altre zone della città. (le donne provenienti dalla zona 4 nel mese di ottobre sono state 10 su un totale di 59).
A prima vista potrebbe sembrare strana la scarsa pre-
senza di donne del nostro quartiere, ma bisogna risalire ad alcuni fatti che sono accaduti per svelare il mistero.
Il problema sta nella pubblicizzazione del servizio.
Gli unici momenti di pubblicizzazione sono avvenuti infatti grazie al Comitato di gestione (e in particolare modo agli operatori del Consultorio) e al DIALOGO (che ha pubblicato il mese scorso una pagina interamente dedicata al Consultorio).
Anche il Coordinamento delle donne che opera in quartiere, attraverso varie iniziative che vanno dalla distribuzione di volantini all'affissione di manifesti e alla propaganda con megafoni nelle vie più frequentate della zona, ha contribuito attivamente alla pubblicizzazione.
Il testo del manifesto «ufficiale» che doveva uscire contemporaneamente all'apertura
del Consultorio è tuttora bloccato all'assessorato alla sanità. Le obiezioni al manifesto, elaborato dal Comitato di Gestione del Consultorio sono quanto mai fumose e inconsistenti: pare che il testo non abbia un tono sufficientemente formale; cioè non si citano integralmente gli articoli della legge sui consultori.
A parte il fatto che è molto più efficace e immediato un manifesto che parla di contraccezione piuttosto che di «procreazione libera e consapevole» e che è molto più leggibile un foglio con pochi argomenti chiari piuttosto che con mille articoli dettagliatissimi, non si capisce perchè a queste obiezioni non sia seguita alcuna proposta alternativa. Sono due mesi che questo manifesto è atteso e non accenna ad arrivare.
Il fatto grave, oltre all'inadempienza del Comune ai suoi
medicina preventiva nelle scuole
Il 14 novembre la SottocomÄ missione Patologia perinatale ed età scolare si è data un piano su cui indirizzare la sua attività. Il programma è stato fatto proprio dalla Commissione Sanità e Sicurezza Sociale del Consiglio di Zona 4.
Tale programma, che qui si riporta, viene inviato agli organi colleggiali delle scuole della Zona, compreso quelle private, nell'intento di iniziare quei rapporti di collaborazione e coordinamento delle varie attività con altri organismi come è appunto previsto dall'art. 4 del Regolamento sul decentraÄ mento e sulla partecipazione dei cittadini nell'amministrazione del nostro Comune.
La sottocommissione per lo svolgimento delle sue iniziative deve avere un piano base su cui indirizzarsi. Essa si propone come punto di riferimento per la coordinazione di quelle iniziative volte all'individuazione dei fattori patogeni di rischio, alla trattazione di temi d'informazione per un'adegua-
ta educazione sanitaria e di stimolo di proposte di miglioramento ambientale.
Pertanto intenti principali della Sottocommissione sono il raggiungimento della collaborazione con gli altri organi istituzionali pubblici della partecipazione e del decentramento; in particolare si propone un attivo contatto diretto tra i suoi componenti e gli organi collegiali della scuola ed un maggior coinvolgimento e sensibilizzazione dei cittadini della zona sulla attività della Sottocommissione. Essa si propone di pubblicizzare il suo operato tramite gli organi di informazione della Zona. Il programma è aperto ai suggerimenti di ogni interessato e le modalità di realizzazione verranno rese note mediante lettere, volantini, manifesti, giornale di zona (anche servendosi di questionari mirati alla conoscenza delle vere esigenze della zona e della popolazione), radio e ogni altro mezzo idoneo d'informazione.
La sfera d'intervento della Sottocommissione è, come evidente, l'ambito scolastico nella sua totalità, cioè pubblico e privato.
Si vuole interpretare però la dizione «Patologia dell'età scolare» non semplicemente come patologia dell'età della scuola, ma in senso più lato, come medicina preventiva che inizi a svolgere la sua funzione molto più a monte, fino dal periodo perinatale (es. prevenzione delle malattie ereditarie).
A titolo puramente indicativo la Sottocommissione propone i seguenti interventi: — convegni dibattito informativi concernenti temi di educazione sanitaria. Gli argomenti potranno essere indicati dagli interessati. A titolo di esempio potranno riguardare: alimentazione, refezione scolastica, educazione sessuale, orientamento, psicologia del bambino e dell'età evolutiva, problema degli handicappati, malattie infettive, infortuni nel-
la scuola, tossicomania e tossicodipendenza minorile, educazione fisica, ecologia e ambiente ecc.
l'indicazione di un recapito preciso dove chiunque possa rivolgersi per proporre iniziative, per richiedere spiegazioni e delucidazioni (ad esempio per un'informazione sul motivo degli screenings tests e dépistages svolti nelle scuole ecc.)
tentare la formazione di collegamenti tra la Sottocommissione stessa e membri degli organi collegiali della scuola per una fattiva collaborazione
collegamento con le altre commissioni per l'integrazione in uno stesso momento di temi anche diversi per aumentare l'interesse della gente raccolta e distribuzione di materiale didattico e informativo allargare il campo d'iniziativa della Sottocommissione per una ulteriore conoscenza ed informazione dei problemi sanitari che interessano la
zona come parte integrante della città e della regione (ad es. vaccinazione antirosolia) — la disponibilità e lo studio, periodico dei dati ufficiali relativi agli interventi effettuati dalle autorità sanitarie scolastiche in zona al fine di verificarne l'effettiva effiacia, ed eventualmente proporre modifiche di miglioramenti ambientali per cercare di eliminare il più possibile le cause favorenti ed i fattori di rischio.
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ASSISTENTI SOCIALI ir GINECOLOGI PSICOLOGO FERMIERA OSTETRICA AL SERVIZIO POSSONO RIVOLGERSI SIA LE PERSONE SINGOLE CHE LE COPPIE 1111 101111F011E11 111111111111( 0111111111111111111111111011 11111111111011111111111 11101111111111111 Via CiCerl Visconti 16 (Interno) Tel. Abit 57 15 56
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Laboratorio Giovanelli passe-partouts restauro
Al LETTORI
RICORDATO
La storia dell'Italia postrisorgimentale e pre-bellica è fatta dagli uomini che hanno sempre fatto la storia, dai potenti, che con l'Unità d'Italia sanciscono la loro potenza di una dimensione quasi patriottica e quindi pretenziosamente benevola. Ed ecco che tutta la cultura di stato (mi riferisco in special modo a quella che viene insegnata nelle scuole), è intrisa di slanci patriottici, di continui richiami nazionalistici ad un passato così vicino, ma pur sempre ad un passato.
I grandi uomini, esponenti illustri della cultura, rispolverano addirittura i miti classici della bellezza virile, dell'eroismo e sotto sotto, ma neanche tanto, dell'impero. Neanche tanto, tant'è vero che l'Italia animosa e animata, vogliosa di ripetere le gesta dei recenti eroi risorgimentali, s'imbarca nelle avventure africane con esiti alquanto alterni.
Hanno gioco facile, in questo clima, i politici, gli industr;ali e i maestri a favorire, a proporre e a perpetuare l'immagine di un'Italia forte, idealista, ardimentosa e in continua crescita.
Esiste però anche Bava Beccaris, vale a dire esiste anche un'altra realtà. Perchè anche oggi, 1978, ci si tramandano con nostalgia le gesta eroiche di quell'Italia, che generò il massacro di 600.000 dei suoi uomini, che volle riproporre miseria e disoccupazione (che già caratterizzavano lo «sviluppo» economico prebellico) in modo così tragico da costituire il ponte di lancio per il fanatismo fascista?
Oggi il Sindaco ci ricorda il coraggio di chi lottò per la patria, si augura che i giovani possano essere ispirati dagli ideali del risorgimento. Non ri-
corda che l'entrata in guerra fu un colpo di mano del Re e dell'allora primo ministro Salandra alla faccia del parlamentarismo liberale e del governo Giolitti. Non ci ricorda l'Italia contadina, analfabeta, emigrante e affamata, su cui ingrassava la borghesia che applaudiva a Bava Beccaris, questa Italia brutalmente schiacciata e repressa. Non ricorda che è la stessa Italia chiamata a riunificare la «Patria» e a difenderne i confini. Una contraddizione troppo grande perchè non nascano domande sul significato di patria, sulla gestione del potere, sul chi detiene i mezzi di produzione e chi no, e non si prospettino ipotesi di cambiamento radicale della società alla ricerca di una dimensione di libertà e giustizia sociale.
Di questo non si è parlato il 4 Novembre, e anche il Sindaco e la giunta di Milano non l'hanno voluto ricordare. Meglio vedersi la parata militare e ascoltarsi la fanfara dei bersaglieri.
In quanto alla solidale fiducia nelle forze armate che presidiano le istituzioni democratiche, sarebbe ora di iniziare a parlare di democrazia nelle forze armate. Se l'esercito che presidia la mia libertà è quello di Sogno odi Borghese, ne faccio volentieri a meno.
Conosco solo un esercito che mortifica la personalità dei singoli, dove la mafia e gli interessi economici si aggrovigliano, dove lo spreco è all'ordine del giorno come la noia per i soldati, dove ogni anno muoiono a decine (quanti?) i militari di leva, dove si divora una grossa parte del bilancio nazionale e di cui nessuno sa nulla.
Mario Caprotti
Democratizzare le EFAA.
Pubblichiamo l'estratto di servizi igienici e sanitari. Il un volantino dei soldati de- nostro servizio medico lascia a mocratici della caserma Ma- desiderare, e alla minima dif fimeli di Milano: coltà viene a mancare del tut«...chiediamo: l'applicazio- to. Il servizio mensa risulta inne immediata dell'art. 10 della sufficiente sia come distribulegge dei principi che prevede zione (ore di fila) e sia come l'istituzione di corsi d'istruzio- piatti caldi (è ormai abitudine ne, di biblioteche e di rivendite che gli ultimi si arrangino alla di pubblicazioni a carattere bell'è meglio). È competenza culturale, politico e ricreativo, dei servizi tecnici della casere il reperimento delle strutture ma ristrutturare in modo più atte ad ospitare questo tipo di funzionale la mensa (per esemattività; una maggiore attenzio- pio istituendo una terza distriÖ ne ai problemi dell'igiene e del- buzione)....».
l'alimentazione piuttosto che SOLDATI DEMOCRATICI al saluto; ristrutturazione dei DELLA CASERMA MAMELI
IL MANIFESTO DEL COMUNE
Nel 60° anniversario della vittoriosa conclusione della grande guerra la città di Milano. decorata di medaglia d'oro al valor militare, rinnova i sentimenti di profonda gratitudine a tutti coloro che contribuirono con il loro sacrificio al raggiungimento dell'Unità d'Italia.
Nel ricordo di quanti allora coraggiosamente operarono per la Patria, i cittadini d'oggi e soprattutto i giovani possano trovare, ispirati dagli ideali del Risorgimento e della Resisitenza, solidale fiducia nelle istituzioni democratiche e nelle forze armate che le presidiano, per una Europa unita nella libertà e nella pace.
CI SCUSIAMO
Ci scusiamo con i lettori degli errori di stampa che anche sul numero di Novembre del giornale erano piuttosto numerosi. Ci rendiamo conto del «fastidio» e anche delle dif-
Continuano a giungerci le giuste lamentele di alcuni tra i nostri lettori perchè IL DIALOGO giunge loro con notevole ritardo o, in alcuni casi, non arriva neppure. Vogliamo assicurare che da parte della redazione si è fatto, e si continua a fare, ogni possibile sforzo perchè la regolarità nelle uscite, che ha contraddistinto il nostro giornale negli oltre vent'anni della sua esistenza, sia rispettata.
Si sono messi in atto anche gli accorgimenti tecnici più moderni per soddisfare le esigenze di distribuzione e da oltre un anno tutti gli indirizzi dei capi famiglia vengono ogni mese emessi da un calcolatore elettronico. Tutti i mesi sempre gli stessi inidirizzi.
Se il giornale non giunge a destinazione (o arriva saltuariamente) la colpa deve essere ricercata nel disservizio delle Poste alle quali ogni mese IL DIALOGO viene consegnato per il recapito alle famiglie della zona, oppure nel mancato «incasellamento» del giornale stesso.
Sono stati a più riprese effettuati reclami, ma il risultato è quello che i nostri lettori constatano tutti i mesi.
Vi inviatiamo a collaborare con noi comunicando alla nostra segreteria, anche telefonicamente, i casi di mancato arrivo o mancata distribuzione del giornale. Informateci sui cambi di indirizzo e segnalateci anche i nominativi delle persone interessate a ricevere IL DIALOGO e che non sono comprese nel nostro indirizzario.
Solo con la vostra collaborazione riusciremo a fare de IL DIALOGO il giornale di tutta la zona 4. Grazie.
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ficoltà di comprensione che questo comporta; stiamo provvedendo in proposito e riteniamo quindi che questi inconvenienti non si ripeteranno.
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i dialogo 4 NOVEMBRE COSAVA
CULTURA ASIATICA
Vogliamo segnalarvi una simpatica iniziativa sorta circa due anni fa ad opera di alcuni volonterosi e che certamente farà piacere ai molti cultori di cose orientali ed a coloro che sull'oriente mirano a saperne di più.
Si tratta della costituzione del CENTRO DI CULTURA ITALIA - ASIA «GUGLIELMO SCALISE» — Corso Sempione 63 — MILANO - telefono (02) 38.94.22.
Il Centro, apolitico e senza fini di lucro, ha lo scopo di diffondere in Italia la conoscenza delle civiltà asiatiche e la conoscenze della civiltà italiana tra gli asiatici, promuovendo la reciproca comprensione tra i popoli.
Il Centro si articola in sezioni specialistiche per aree culturalmente omogenee e dispone di una biblioteca e di notevole documentazione (nastri, dischi, fotografie, film, manifesti, giornali, riviste ecc.) a disposizione di tutti gli interessati: tale centro di documentazione è aperto al pubblico per la consultazione e costituisce un punto di incontro per favorire rapporti amichevoli tra italiani ed asiatici in Italia.
Il Centro organizza: proiezioni, dibattiti, conferenze, tavole rotonde presso la propria sede od altrove (Associazioni, Club, Istituti, Scuole ecc.) sia a Milano sia in altre città italiane; visite guidate da propri iscritti qualificati ai principali musei d'arte orientale esistenti in Italia (Museo Chiossone di Genova, Museo Cinese di Parma, Museo Nazionale d'Arte Orientale presso I'ISMEO di ROMA, Museo Etnografico dei PIME a Milano, Museo Orientale di Venezia ecc.) ed all'estero (Cernuschi, Guimet, D'Ennery e Louvre a Parigi, British Museum a Londra, Rijksmuseum ad Amsterdam ecc.); viaggi culturali in oriente a condizioni particolarmente vantaggiose per i soci; serate musicali con la partecipazione di artisti italiani ed orientali; mostre di tessuti, armi, oggetti d'arte e d'artigianato dell'Asia; Ikebana; pranzi presso i vari ristoranti orientali di Milano.
Il Centro pubblica periodicamente un notiziario sulle proprie attività e su argomenti di interesse specifico.
Alcuni membri del Centro tengono corsi di Ikebana, cucina orientale, di lingue orientali per gli italiani e di lingua italiana per gli orientali.
Insomma, cari lettori, un ghiotto programma culturale che il Centro conta di portare avanti soprattutto col vostro contributo, con la vostra partecipazione.
Ritorneremo su queste pagine con qualche saggio culturale sul vicino ed estremo oriente che possa soddisfare e stuzzicare la vostra curiosità.
Per il momento un grosso grazie per l'attenzione prestata ed un arrivederci a presto.
Per informazioni sulla attività culturale e sulla forma associativa rivolgersi direttamente alla sede del Centro.
LIBRI
IL GRANDE BOFFO di F. Dickens, Milano Libri Edizioni, lire 2.500. Il grande Boffo è il campione, l'imbattibile vincitore di tutte le gare ciclistiche e il bambino sogna di diventare famoso come lui. Per una serie di circostanze impreviste sarà proprio il bambino ad aiutare Boffo a vincere la corsa, prestandogli la sua bicicletta da garzone,di negozio. Il messaggio di Boffo sarà: non è la macchina che conta, è l'uomo.
RACCONTI E LEGGENDE DELL'AFRICA NERA, di Gisèle Vallerey, S.A.I.E. Torino, lire 700. (da 10 a 15 ann i).
Nella collana «Racconti e Leggende di tutti i paesi». In questo volume sono raccolte 15 leggende che ancora oggi sono raccontate dagli Africani, popolate da mostri, animali e magie.
Marcello Argilli - VACANZE COL PADRE Å Mondadori, Milano, pp. 155, lire 2000. (dagli 11 ai 15 anni). Il viaggio avventuroso e poetico di un padre e di un figlio nel «vasto mondo». Il ragazzo acquista coscienza di sè e del significato di libertà vivendo una serie di esperienze che mettono in crisi i valori dell'infanzia e gli fanno maturare un rapporto nuovo con la famiglia e la società.
Rubrica a cura de LA LIBRERIA DEI RAGAZZI Milanovia Tommaso Grossi
andar per mostre
I LONGOBARDI
La mostra «I Longobardi e la Lombardia» sta ottenendo un successo notevolissimo, come dimostrano queste cifre: i visitatori paganti sono stati oltre 50 mila, mentre più di 150 mila scolari hanno potuto accedere gratuitamente alla mostra stessa.
Per venire incontro alle richieste del pubblico, il Comune di Milano organizza ogni domenica visite guidate a Castelseprio, in provincia di Varese, con servizio di pullman. Come tutti sanno, Castelseprio (immerso nella brughiera) è un'antica città longobarda fortificata, già capoluogo di un'ampia regione. La scoperta dovuta allo storico e archeologo Giampiero Bognesi, ha portato in luce monumenti di grandissimo valore, come la chiesa di Santa Maria fuori porta, che conserva dei bellissimi affreschi, il complesso delle mura e altre vestigia dí estremo interesse storico culturale.
La partenza per le visite guidate è prevista, sino al 31 marzo, tutte le domeniche, da piazza Castello, alle ore 9. Il rientro avverrà entro le ore 13. Il prezzo del biglietto è dí 2000 lire. Per effettuare le visite, è richiesta la prenotazione che si riceve presso l'Ufficio Informazioni del Comune di Milano, in Galleria, dalle ore 9 e 30 alle ore 12 e 30, dalle 14 e 30 alle 17 e 30, telefono 62083393/62083389.
PIRANESI
Accanto alle grandi mostre celebrative che in Europa e negli Stati Uniti d'America sono state puntualmente allestite per ricordare il secondo centenario della morte di Gian Battista Piranesi, anche Milano, dopo Venezia, ricorda degnamente la figura e l'opera del grandissimo incisore veneziano con una mostra della Fondazione «Giorgio Cini» che, per iniziativa della Società Olivetti, viene presentata a Milano, nelle sale del Palazzo Reale, sino al 31 gennaio 1979.
La mostra comprende sia una scelta di disegni, concessi eccezionalmente in prestito da musei e raccolte private, sia quattrocento incisioni fra le píù significative del Maestro, facenti parte della raccolta completa piranesiana, esistente nella biblioteca della Fondazione «Giorgio Cini». Sono inoltre esposte varie documentazioni della multiforme attività di Piranesi.
La mostra, che è suddivisa in 30 sezioni, comprende anche rami, legature originali, fotografie di opere architettoniche, materiale illustrativo della vita e dei tempi dell'artista; il catalogo è dovuto alle cure del direttore della mostra, Alessandro Bettagno, e alla collaborazione dei maggiori specialisti.
Gli orari di visita sono i seguenti: 9.30-12.20; 15.30-19.20 (lunedì chiuso); il prezzo del biglietto di ingresso, di L. 1.000 (l'ingresso è gratuito per le scolaresche).
Serate speciali per gli abitanti la Zona 4
Al Salone Pier Lombardo, in via Pier Lombardo 14, tel. 58.44.10
Consegnando al botteghino del Teatro i tagliandi qui sotto pubblicati, i nostri lettori potranno ottenere il biglietto d'ingresso al prezzo di £. 2.000 (anziché £. 5.000).
TAGLIANDO SCONTO per lo spettacolo di lunedì 18 dicembre ore 20,30 al SALONE PIERLOMBARDO CON-
il dialogo 9 media di via cadore
Nella nostra Zona il settore della scuola media è da anni carente: alcune cifre possono ben documentare questo fatto.
Dei circa 3000 ragazzi residenti in zona che frequentano la scuola media, solo 1350 sono iscritti nelle 2 scuole di Zona: TITO LIVIO e CARMELITA MANARA.
Inoltre la seconda non ha una sede propria ed usufruisce di 3 sedi staccate (Via Colletta, Via Maffei, Via Benaco) nelle quali alcuni locali, sono indegni di essere definiti aule sia dal punto di vista igienico che didattico.
Da anni esiste un progetto per la costruzione della nuova sede della scuola CARMELITA MANARA in Via Cadore nell'area attualmente occupata dalla SO.VE.CO
Il Comune attraverso gli Assessori competenti ha fornito ripetutamente promesse e assicurazioni fino a quando, dopo l'approvazione da parte del Consiglio di Zona di un progetto per una scuola di 24 aule, sono state fissate pubblicamente delle scadenze precise che prevedevano tra l'altro che entro il Settembre '78 l'area della SO.VE.CO. doveva essere lasciata libera per dare il via alla costruzione della scuola, prevista in un tempo di 2 anni. Ma la SO.VE.CO. è ancora lì, suscitando scontenti sia da parte delle famiglie interessate che dei lavoratori della SO.VE.CO. stessa che ripetutamente hanno denunciato le precarie condizioni in cui sono costretti a lavorare.
È ORA DI FINIRLA CON LE PROMESSE! Questa scuola è un'esigenza concreta e non più dilazionabile per il quartiere e per questo chiediamo un impegno definitivo al Comune di Milano invitando gli Assessori all'Educazione Sangiorgio, ai Lavori Pubblici Polotti ed al Commercio Valentini ad un confronto con i cittadini in una ASSEMBLEA PUBBLICA che si terrà GIOVEDÌ 14 DICEMBRE alle ore 21 presso la scuola elementare di Via Morosini.
Consiglio di Zona 4
IN BIBLIOTECA
È iniziata in questi giorni presso la Biblioteca Calvairate di via Ciceri Visconti 1 una serie di lezioni su L'ARTE CONTEMPORANEA realizzate in collaborazione tra la direzione della biblioteca stessa, l'Associazione «Amici di Brera e dei Musei Milanesi» ed il Consiglio di Zona 4 (Commissione Cultura).
Le lezioni sono tenute da Marco Onorato e vengono accompagnate dalla proiezione di diapositive.
Mercoledì, 6 Dicembre 1978 Dadaismo Surrealiore 21 smo - Metafisica.
Mercoledì, 13 Dicembre 1978 L'Architettura razionaore 21 le e organica.
Venerdì, 15 Dicembre 1978 L'Italia nel secondo doore 21 poguerra: Neorealismo - Spazialismo - Materici e Informali - Ricerche visuali.
Mercoledì, 20 Dicembre 1978 Gli Americani: Action ore 21 painting.
Dalla pop alla body art.
- C.O.N.I. KURIHARA
Corsi per bambini, donne, uomini tenuti da Maestri Giapponesi
Milano - Via Sismondi 34 Tel 723965
Serate speciali per gli abitanti la Zona 4
Al Salone Pier Lombardo, in via Pier Lombardo 14, tel. 58.44.10 Consegnando al botteghino del Teatro i tagliandi qui sotto pubblicati, i nostri lettori potranno ottenere il biglietto d'ingresso al prezzo di £. 2.000 (anziché £. 5.000).
JUDO CLUB F.I.L.P.J.
SICHE di J.S. BACH prezzo £. 2.000 (anziché £. 5.000) - serata speciale per gli abitanti la Zona 4 in collaborazione con IL DIALOGO e la Commissione Cultura del Consiglio di Zona 4
CERTO de «GLI SCALIGERI» gruppo d'archi dell'orchestra del Teatro alla Scala MU-
TAGLIANDO SCONTO per lo spettacolo di giovedì 4 gennaio 1979 ore 20,30 al SALONE PIERLOMBARDO LA PALLA AL PIEDE di G. FEYDEAU - regia di Franco Parenti GRANDE SUCCESSO COMICO prezzo £. 2.000 (anziché £. 5.000)
DIALOGO
Cultura
Consiglio
- serata speciale per gli abitanti della Zona 4 - in collaborazione con IL
e la Commissione
del
di Zona 4
Giacomo Lamberti
EROINA: liberalizzazione, VERDE un rischio
Nel numero del Dialogo di novembre, in un articolo sui tossicomani, la proposta di liberalizzazione dell'eroina è stata indicata come uno dei possibili interventi nella realtà «droga».
A parte gli scarsi risultati ottenuti in Gran Bretagna nella eliminazione del mercato clandestino liberalizzando in parte la droga, le considerazioni e le perplessità che suscita una simile proposta sono molteplici.
Siamo convinti che la spinta ai giovani verso la droga è data, in modo brutale, dai modelli della società dei consumi e dei suoi sistemi per raggiungere l'obiettivo del benessere economico. È la mancanza di un nuovo «progetto di uomo» che favorisce l'approccio del giovane alla droga: inaccettabile il modello capitalistico (per i guasti che di fatto provoca), distrutto quello cristiano («cristiano» inteso come cultura e filosofia di pensiero non religione), non realizzato e ormai insufficiente quello marxista.
La società capitalistica vede l'uomo come produttore e consumatore e questa realtà per il giovane è fonte di disagio. L'adulto punta alla tranquillità e al benessere mentre il giovane cerca di «vivere» la vita, il suo obiettivo è la ricerca. Ma l'educazione istituzionale tende a dare ai giovani dei modelli preconfezionati tarpando il loro senso critico. Gli stessi partiti politici con il loro comportamento pesantemente paternalistico tengono lontano i ragazzi dalla partecipazione quando il senso critico dei giovani è troppo «indipendente». Le nuove generazioni si adeguano a fatica ad una realtà sociale così disgregante e spesso rinunciano a lottare per trasformarla, rifugiandosi nella droga. Il risultato dell'uso della droga, dell'eroina in particolare, è una società di assuefatti. di indifferenti, di esecutori, una schiera di gente disponibile alla dittatura.
La proposta della liberalizzazione dell'eroina, attraverso dispensari pubblici tende sostanzialmente a due obiettivi: l'eliminazione del mercato clandestino e la disintossicazione del drogato. Il mercato potrà forse essere ridimensionato, ma è chiaro che tenterà di aumentare il numero dei clienti prima che possano, in quanto eroinomani, usufruire dei dispensari. Quanto poi vorranno rivolgersi a una simile struttura rischiando di essere segnati a dito e non preferirranno invece continuare a rifornirsi al mercato clandestino è un presupposto da non trascurare. Il «controllo pubblico» a cui dovrebbe essere soggetta la struttura incaricata della distribuzione della droga è un aspetto, a mio avviso, quanto meno delicato. Attenzione: la droga distribuita dallo stato è un'arma troppo pericolosa in mano al potere. Ne vediamo un piccolo esempio con il fumo, notoriamente più dannoso alla salute di uno spinello (anche se psicologicamente quest'ultimo apre delle grosse disponibilità verso droghe deleterie): il tabacco, essendo monopolio di stato e quindi fonte di entrate notevoli, non viene combattuto come dovrebbe esserlo qualsiasi cosa nociva alla salute. Il fumo è accettato in quanto fonte di profitto anche per lo stato. Il rischio di distribuire eroina da parte di un servizio statale è, in prospettiva, ciò che può permettere al potere di dare ai buoni il loro buco auoti-
diano e ai cattivi... la lobotomia al cervello.
La soluzione del problema droga passa attraverso la aggregazione dei giovani tossicomani all'interno della nostra «normalità» quotidiana. Se vogliamo che abbandonino la droga occorre dar loro la possibilità di vivere, di responsabilizzarsi e di operare nella città e nel quartiere. Favorire la costituzione di cooperative di lavoro tra questi giovani può essere un utile tentativo di recupero. Si tratta di aiutare la formazione di gruppi di attività diverse (idraulico, vetraio, elettricista) con corsi di avviamento professionale organizzati dal sindacato e da artigiani. Impegnare i giovani per esempio, nella manutenzione del verde pubblico o anche nell'assistenza a domicilio agli anziani che nel nostro quartiere sono molti, responsabilizzandoli nella realtà sociale può certo aiutarli a rifiutare di risolvere i loro problemi (mancanza di lavoro, di obiettivi, di accettazione da parte degli adulti) con l'eroina. Ma di fronte a proposte di questo genere è forse più facile dare la droga gratis in un ghetto pubblico che accogliere un tossicomane in casa nostra a cambiarci una lampadina o un rubinetto. Come fare poi a permettere ad un giovane o una giovane dediti chissà per quali oscuri motivi alla droga, di andare a casa della nonna a farle le faccende o accompagnarla a fare quattro passi. E perchè poi dar loro uno stipendio per curare i nostri giardini se lo possono spendere per comprarsi l'eroina.
La realtà è che quando vediamo le siringhe per terra (e nella nostra zona è sempre più frequente), i giovani in p.le Martini, p.za Insubria o p.le Cuoco che si bucano, non sappiamo cosa fare. Sappiamo, e lo vediamo, che in zona 4 la droga circola sempre più alla luce del sole, ma di fronte ai ragazzi che si bucano in p.le Martini ci limitiamo ad allontanare i nostri figli senza dar loro spiegazioni, E quello che è peggio e più colpevole, non usciamo di casa per sentire a pochi passi da noi, in biblioteca Calvairate, come il problema dei giovani tossicomani è affrontato da persone come don Rigoldi che con questi giovanii vivono. Non facciamo niente!
In conclusione prima ancora di liberalizzare l'eroina occorre che per primi ci disintossichiamo noi dalle nostre droghe. Dobbiamo rinunciare alla nostra dose di pregiudizi, alle nostre fumate di falso perbenismo, al buco che ci fa vedere il miraggio del denaro come obiettivo di realizzazione personale per far vedere agli altri di consumare di più. Diamo delle proposte concrete e delle possibilità reali di trasformazione e miglioramento della società ai giovani e loro non si drogheranno, smettiamo di drogarci noi per essere disponibili per quelli che lo sono.
Lucio Oldani
Dopo questi due interventi, che non possono esaurire tutti gli aspetti di una problematica così vasta, sarebbe utile continuare il dibattito attraverso altri contributi, opinioni, proposte: lanciamo un invito in questo senso a tutti i nostri lettori e a tutti i cittadini della zona interessati o coinvolti su questo argomento.
PROBLEMA SEMPRE
PIC PRESSANTE
Le segnalazioni e le lamentele che giungono spesso in redazione a proposito della situazione dei nostri giardini ci indicano contemporaneamente quanto sia sentita la necessità di un po' di verde nel nostro vivere quotidiano e quanto questo bisogno sia continuamente frustrato dalla condizione desolante dei nostri giardinetti (e sì che in zona 4 possiamo vantare più aree verdi di molti altri quartieri). Di chi la colpa? Non dei bambini che, come abbiamo visto nel numero precedente del giornale, sono imputati minori e comunque ampiamente giustificati dalla situazione di costrizione e di mancanza di strutture a cui li condanna la nostra società del «progresso». Anzi, essi sono anche vittime, come tutti coloro che vorrebbero godersi quel po' di natura che siamo riusciti a rubacchiare al cemento, di quelli che ogni giorno violentano i nostri giardini e con prepotenza li sottraggono alla comunità.
A chi alludo è chiaro: ognuno di noi ha avuto occasione, passando per esempio in piaz-
CHIUDERE VIA BONFADINI
Nella sua seduta del 22 no vembre il Consiglio di zona 4 ha espresso parere favorevole alla chiusura al traffico motoristico del tratto di via Bonfadini tra p.le Cuoco e le Cascine Colombé. Bisogna ora che la proposta, che II Dialogo aveva formulato sui numero di ottobre, sia seguita da vicino dalla Commissione Traffico del Consiglio in modo che venga presto realizzata. Si potrà poi trasformare la ex via in una pista ciclabile che diventerà tutt'uno con il giardino del «Verde Vivo» di recente realizzazione.
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za Martini, di vedere ragazzotti aitanti che si divertono a scorazzare con motorette e motorini strombazzanti, non sulla pubblica via, bensì nei vialetti dei giardini, dove passeggiano persone anziane e giocano molti bambini, spesso piccolissimi, la cui incolumità è continuamente e seriamente in pericolo. Ancora più grave è la situazione in Largo Marinai d'Italia, dove le moto invadono non solo i viali ma anche le aiuole con i risultati che tutti possono constatare: al posto dei prati solo terra indurita e polverosa. È la logica consegueriza di generazioni cresciute sotto l'ipnosi di pubblicità televisive che inneggiano alla moto come simbolo di potenza e prestigio, generazioni per cui l'espressione «bene pubblico» non ha nessun significato, nel migliore dei casi. Per alcuni infatti, la cui numerosità purtroppo è in continuo aumento, il patrimonio comune è un bene da distruggere, un bersaglio per la loro violenza gratuita, come dimostrano le panchine fracassate, le recinzioni divelte, i cestini bruciacchiati, gli alberi scortecciati....
Anche questa, sì, è violenza, riflesso di quella violenza che sempre più spesso serpeggia nelle nostre città, nei rapporti con i nostri simili in ogni momento della vita quotidiana, sintomo della rabbia, del malessere, dei guasti che le contraddizioni della società hanno prodotto e stanno producendo nei giovani, e non solo in loro. Come vedete, a cercare le radici di questa situazione, il discorso ci porterebbe molto lontano, lontano dai nostri giardini e soprattutto convinti della nostra assenza di responsabilità. La responsabilità invece è sempre un po' di tutti: non basta non entrarci, bisogna anche non restare indifferenti, cercare di far qualcosa, contribuire alla lotta perchè la violenza cessi in ogni sua manifestazione, anche quella contro il verde. Del resto anche a proposito dei giardini siamo tutti coinvolti nel loro degrado. Una prova? Le cartacce. La poca erba rimasta è normalmente coperta da cartacce, sacchetti di plastica, mozziconi di sigarette, quando non anche da siringhe, come di rifiuti sono del resto costellati normalmente tutti i marciapiedi e tutte le strade del nostro paese, tanto che le nuove generazioni credono faccia parte del paesaggio e si sono, purtroppo, abituati a vivere nell'immondezza. La strada, il giardino sono di tutti ovvero di nessuno: «in casa mia non lo faccio perchè è mia, ma la strada, il prato non mi appartengono, quindi...» E proprio qui sta l'errore, la mentalità sbagliata a cui ci hanno educato e a cui noi educhiamo i nostri figli, mentre invece dovremmo pensare che la strada, il verde sono un bene di tutti e quindi conservarli in ordine significa permettere di utilizzarli al meglio agli altri e quindi anche a noi.
Comunque ciò non vuol dire sollevare l'amministrazione pubblica dalle sue pesanti responsabilità. Tutti infatti abbiamo potuto constatare come siano carenti la manutenzione la pulizia dei giardini e soprattutto come brillino per la loro assenza i vigili. Quello dei vigili è un grosso problema: raramente li si vede girare tra le aiuole: solo al mercoledì mattina per controllare gli ambulanti del mercato di piazza Martini in qualche sporadica apparizione per multare cagnolini e bambini.
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NUOVO ASSORTIMENTO ABITI UOMO
Sarebbe invece necessaria la presenza continuativa di un «vigile del verde»: ce ne vorrebbe uno per ogni giardino, la sua presenza scoraggerebbe le intemperanze e le violenze a cui accennavamo prima, e sarebbe una garanzia di tranquillità per tutti coloro che si rifugiano nello striminzito verde cittadino per trovare un po' di serenità e di svago.
Purtroppo il corpo dei vigili è estremamente carente di personale e il Comune non può effettuare nuove assunzioni, ma il problema non è di poca importanza, come può sembrare, e noi tutti dobbiamo insistere e mantenere vivo il problema perchè il «vigile del verde» diventi una realtà della zona e della città. Le cose giuste e necessarie si devono e si possono realizzare: anche il «verde vivo» di via Monte Cimone sta diventando a poco a poco una realtà. Vi saranno gli alberi (piantati qualche sabato fa) e vi saranno gli spazi attrezzati per palla a volo, pallacanestro, palla-mano, schettinaggio, football. A questo punto per fare le cose per bene, sarebbe consigliabile che i campi gioco fossero un pochino suddivisi a seconda dell'età dei bambini: i più grandicelli al «verde vivo», dove si possono recare da soli, i più piccoli nei giardinetti sotto casa, indisturbati e incolumi.
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2 10 I dialogo Dibattito
IL NOSTRO sul problema droga
Grazia De Benedetti
J. ABBONATEVI IL DIALOGO
Cari lettori, siamo quasi all'inizio del nuovo anno e anche questa volta ci rivolgiamo a Voi per il rinnovo dell'abbonamento 1979. Molti di Voi riceveranno anche a casa, l'invito ad abbonarsi per un contatto più diretto: dalle pagine del giornale ci rivolgiamo a chiunque ci legga, per un appello a sostenere il Dialogo. Perchè questo appello?
Perchè senza l'aiuto e l'appoggio dei lettori il Dialogo non può vivere: cinque milioni raccolti nella campagna abbonamenti dello scorso anno ci hanno permesso di stampare e distribuire un giornale sempre più vivo (già cinque numeri sono usciti a 12 pagine anzichè 8) e purtroppo sempre più costoso, con maggiore certezza di poterne coprire i costi permettendo inoltre alla Cooperativa editrice, Il Dialogo - Informazione e Cultura, di affrontare con una certa serenità l'organizzazione della «Festa di Calvairate» dello scorso giugno, della «Castagnata» dell'ottobre scorso, di dare una mano per la gestione del Teatro Quartiere di Pie Cuoco per tutta l'estate e impostare altre attività e realizzazioni per la cultura nella Zona, che, se pure sono di piccola entità, alla lunga riescono a farsi sentire.
Ci troviamo, come capita quasi ogni anno, di fronte ad aumenti del costo della carta da stampa e della mano d'opera che rischiano di toccare il 40%.
Come sempre la Redazione si adopererà per contenere questi aumenti; ma essi se non in tale misura, saranno purtroppo inevitabili, nonostante il grosso impegno volontaristico dei redattori e dei soci della cooperativa.
Non abbiamo comunque aumentato l'importo relativo all'abbonamento, fiduciosi che al nostro appello risponderà un numero di lettori, abitanti della zona, sostenitori, ancora maggiore di quello dello scorso anno. Come ormai sapete, per averlo tante volte dichiarato, è il numero dei lettori che si fanno vivi, magari anche soltanto telefonandoci, che ci aiutano e che ci criticano a volte, che ci incita a proseguire in questa attività, che ci aiuta a trattare gli argomenti che più interessano, che ci permette di avere informazioni più adeguate e di fare un giornale che possa essere letto da tutti e da tutti comunque apprezzato, anche se in maggiore o minore misura secondo opinione.
Vi chiediamo quindi di collaborare a II Dialogo, scrivendoci, interpellandoci, criticandoci, e infine ABBONANDOVI!
Poeti di casa nostra
DARIA VISCA
È una poetessa dialettale che i nostri lettori già conoscono. Infatti alcuni anni orsono II Dialogo ha pubblicato i suoi versi in «vernacolo» milanese.
Gli spunti per le sue liriche, tutte brevissime per essere più
Daria Visca li prende
CARA VITA lncoeu la vita l'è alle stelle, a fa la spesa te vegn sveniment, se poeu te compret ona bistecca in del bursin te resta pù nient. A fà sùlàa i scarp votmila ma a pèe biott se pbo minga girà, se te guardet el contor che
dalla vita di tutti i giorni, dalle «quattro chiacchiere» con la vicina di casa, da quello che succede in cortile della grande casa popolare di via Etruschi dove abita.
Ve ne diamo un esempio e poi diteci voi se non è «vita vissuta».
séegna la candela te tucca pissàa. Con el telefono bisogna stàa a tten t, de limitàa i salùt alla gent se ndo alla fine del mess puvarett restum tùcc a bolleta 'me fess.
(Dialetto milanese) Daria Visca
Finalmente una buona notizia per quanto riguarda il problema della viabilità nella nostra zona.
Dopo lunghe e sofferte vicissitudini sono iniziati da alcuni giorni i lavori per la sistemazione definitiva di Piazza Imperatore Tito, sovente teatro di ingorghi ed incidenti dovuti i primi alla strettoia esistente lungo la via Pistrucci e, i secondi, al pericoloso incrocio della stessa via Pistrucci con via Oltrocchi.
L'attuazione del progetto,
approvato dal Consiglio di Zona nell'ottobre 1976, prevede la realizzazione di una seconda carreggiata per il traffico proveniente dalla periferia, cosa resa possibile grazie allo spazio esistente di fronte al n. 8 della piazza. Nelle intenzioni dei progettisti era anche di lasciare le piante come spartitraffico tra le due carreggiate, purtroppo due di queste hanno dovuto essere abbattute in quanto gravemente ammalate. Tale spartitraffico verrà comunque realizzato.
TORNEO I SCACCHI
Inizierà domenica 17 dicembre alle ore 9,30 il Torneo di scacchi per ragazzi sino a 14 anni.
Le iscrizioni si ricevono, sino a giovedì 14 dicembre, presso IL DIALOGO - Viale Molise 5, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 alle 12 e tutte le sere dalle 18,30 alle 19,30.
Il torneo è organizzato dal Gruppo Scacchistico Alfa-Z 4 de IL DIALOGO informazione e cultura - Viale Molise 5 - Tel. 54.60.880.
RAFFAELE DORONZO
Una volta raggiunta la pen sione (era caporeparto in una officina dall'Azienda tranviaria) Raffaele Doronzo ha pensato bene di raccogliere le idee e di mettere un po' d'ordine nelle sue memorie. Così, anzichè starsene in panchina a leggere il giornale o affacciato alla finestra della grande casa popolare dove abita in viale Molise, ha preso carta e matita e ha buttato giù i ricordi del periodo più avventuroso della sua giovinezza.
Intanto che c'era ha pensato bene di fare un po' di chiarezza su quella che è stata la tristemente nota «divisione Folgore».
E venuto fuori «FOLGO-
RE!... E SI MORIVA - Diario di un paracadutista», edito da Mursia (pp. 192 L. 4.500) che è un ritratto dei veri stati d'animo di quelli che la «Folgore» l'hanno vissuta soffrendo come tutti quelli che in guerra ci sono dovuti andare per forza e che già sotto le armi hanno cominciato a dubitare della «verità» che andavano raccontando loro. È un quadretto della nostra storia che è bene che i giovani conoscano. Alcune librerie della nostra zona vendono il libro che ha già raggiunto la seconda edizione. Lo potete trovare anche nell'edicola di via Cadibona.
Per quanto riguarda la regolamentazione dell'incrocio Pistrucci-Oltrocchi verrà realizzata un'isola pedonale che selezionerà il traffico proveniente da via Oltrocchi in due direzioni: verso il centro e verso la periferia. Un'altra isola pedonale davanti al n. 8 convoglierà il traffico diretto dalla periferia verso via Oltrocchi. I lavori dovrebbero essere ultimati entro Natale, ma l'esperienza insegna che in questi casi il condizionale è d'obbligo.
Massimo Gallo
Nuovo segretario al CdZ
A sostituire Antonio Sirignano, destinato ad un altro incarico, è giunto un nuovo segretario presso il Consiglio di zona 4 PIETRO MISSORICI.
Al nuovo funzionario un cordiale benvenuto da parte della redazione de IL DIALOGO unitamente agli auguri di buon lavoro che estendiamo anche all'altro segretario Alessandro Andena, al Geom. Paolo Clementi ed alle dattilografe Rita Rovelli e Maria Grazia Pavesi che già da tempo si occupano con particolare dedizione del funzionamento del nostro Consiglio di zona.
Ad Antonio Sirignano un cordiale ringraziamento per il lavoro svolto.
ÉNATA
Tutta la redazione de IL DIALOGO è in festa: è arrivata
VIOLA. A mamma e papà, Lella Svanini e Roberto Gambarini da sempre appassionati collaboratori del nostro giornale, le felicitazioni più vive dell'intero corpo redazionale, dei soci della Cooperativa IL DIALOGOinformazione e cultura - e di quanti le sono amici.
i cialogo 11 lavori
IL DIALOGO UN GIORNALE DI ZONA PER TUTTI Campagna abbonamenti 1979
ABBONAMENTO ANNUO L. 2.000 SOSTENITORI L. 5.000 AMICI DE IL DIALOGO L. 10.000
Egr. Direttore, nel «Piano dei Trasporti», (sintesi del documento), distribuito in questi giorni ai Consigli di zona, si legge testualmente: «L'acquisizione di nuovi dati e l'applicazione di un metodo di lavoro più rigoroso hanno portato... anche a difficili soluzioni e decisioni quali quella dell'abbandono dell'idea della tranviarizzazione della 90/91».
Prendiamo atto di tale decisione e ne siamo lieti.
Ne siamo lieti perchè contro la tranviarizzazione della 90/91, che sarebbe stato un grave errore urbanistico e viabilistico oltre ad una vera iattura per la nostra zona, noi Liberali della zona 4 abbiamo condotto una lunga e continua battaglia sia all'interno del Consiglio di zona che fuori, (e il Dialogo ne è buon testimone).
Noi Liberali abbiamo condotto questa battaglia perchè eravamo ben convinti della bontà delle nostre ragioni, (che oggi hanno avuto una clamorosa conferma), e non per motivi strumentali o peggio, come sostenevano gli assertori, PCI e PSI, di tale soluzione.
Riteniamo utile per la cittadinanza ricordare quanto, scioccamente, scriveva sul Dialogo dell'aprile 1976, la sezione «R. Morandi» del PSI zona 4: «Su questo problema, la tranviarizzazione della 90/91, coloro che sono contro ogni riforma che va a favore della collettività, cercano con ogni mezzo di bloccare tale realizzazione e si ergono a difensori della salute e dei soldi della collettività, (leggere in merito l'articolo del Dialogo del marzo 1976
firmato da un fantomatico Comitato Elettori Liberali della zona 4). Orbene a questi Signori possiamo dire che le loro false preoccupazioni sono infondate e strumentali in quanto la linea tranviaria che si deve reaI izzare....».
Riteniamo non occorrano parole di commento. Con i migliori saluti.
COM.E.L.4 Comitato Elettori Liberali zona 4
Egregio Signor Direttore vorrei farLe presente una situazione quanto mai scandalosa.
Come certo Lei saprà sulla materia del risparmio del nostro paese sui prodotti petroliferi «Vedi i 18-20° g. e accensione delle caldaie il 1° Novembre», avviene che, mentre in quasi tutte le abitazioni in Milano è già acceso il riscaldamento sin dal 15/10 al massimo 20/10 u.s., nelle case dell'Istituto Autonomo Case Popolari ed altre abitazioni popolari ci si attiene alla data di inizio del 1° Novembre; questo a danno delle persone anziane che sono in linea di massima la maggior parte dei locatori; quanto sopra avviene anche quando vengono spenti i termosifoni a fine stagione, mentre gli «Istituti» chiudono il 15 Marzo nelle altre case il riscaldamento viene protratto a loro beneficio.
La mia non è una presa di posizione di parte in quanto il sottoscritto non abita nelle case dei suddetti «Istituti» ma bensì dall'altra parte, pertanto desidererei che Lei si facesse portavoce in modo che ci sia una regola uguale per tutti e se mai ci fosse qualcuno da agevolare sono proprio le persone anziane. Distinti saluti.
Angelo Sesana
Ci è giunta la seguente lettera che è stata inviata, oltre che IL DIALOGO, anche il Consiglio di zona 4 ed al Commissariato di P.S. di via Carlo Poma. Siamo un gruppo di mamme che frequentano i giardini di piazza Martini e siamo purtroppo costrette a constatare e denunciare la loro progressiva degradazione. Se continua così tra breve saranno inutilizzabili.
Innanzitutto esiste il problema dei vandali che hanno distrutto parte dei giochi e delle panchine. Allo scrivolo — uno dei pochi giochi rimasti — sono stati piegati i gradini in modo che i bambini ci salgono con più difficoltà. Inoltre qualche geniale allegrono ha avuto la spiritosissima idea di defecare su detto scrivolo.
Se la defecazione umana è un problema isolato, lo sterco canino è invece cosa di ordinaria amministrazione. Lo si trova infatti nei verdi praticelli, sui vialetti ombrosi e anche, cosa che in modo ancor più evidente indica l'altra civiltà dei proprietari, nel quadratino di cosiddetta «sabbia» dove giovano con manine, palette e secchielli i bimbi più piccini.
C'è inoltre il problema del moto-cros di cui è gia stato scritto in altro numero del giornale e infine, ultimo ma non irÅ rilevante, quello dei drogati che prima si limitavano ad abbandonare le siringhe usate ed ora arrivano invece a bucarsi in presenza di ignari bimbi cinguettanti e pettegole mamme sferruzzanti.
Questo è il quadretto che si presenza a chi giunge in piazza Martini da una delle vie adiacenti e noi abbiamo voluto denunciare quanto sopra nella speranza che venga fatto qualcosa affinchè la zona torni ad essere quella di prima.
Cordialmente (seguono 15 firme)
Vorrei correggere una inesattezza apparsa sul n. 8 de «Il Dialogo» nell'articolo di F. Malgaretti sulla scuola media di V. Cadore. L'autore parlando delle scuole Majno e T. Arconati, afferma che hanno un numero di iscritti inferiore alla capacità. Purtroppo nulla è meno vero. Per citare il caso della Majno, n. 669 ragazzi sono iscritti in 27 classi, con una media quindi di 24,8, ma con punte di 28/29 ragazzi perché alcune classi di pochi allievi sono ospitate in aule tali solo di nome, ricavate in spazi angusti. Non esiste alcuno spazio per attività in comune, non esiste alcuna aula speciale. La palestra utilizzata solo dai maschi, è una sola per la Majno e la T. Arconati e non sufficiente. - alcune classi devono tornare al pomeriggio per la ginnastica, mentre le femmine fanno educazione fisica nella palestra della parrocchia vicina. Convengo invece con quello che mi pare il pensiero dell'autore e cioè che il bacino di utenza di queste scuole «di élite» (ma ne siamo proprio sicuri?), frequentate da tanti ragazzi provenienti dalla zona 4, deve essere fissato non unilateralmente, ma attraverso un confronto con le altre scuole che tenga conto delle esigenze di chi alla scuola è interessato e cioè i ragazzi, i genitori, i lavoratori della scuola, in una pa-
rola la cittadinanza tutta.
Per questo la commissione scuola CdZ e la commissione per i bacini di utenza del Distretto Scolastico hanno convocato per il 5/12/78 una prima riunione con i rappresentanti delle zone e dei Distretti confinanti, appunto con il proposito di fissare pubblicamente le utenze delle scuole medie di zona (Manara e T. Livio) e di assegnare alle scuole vicine i ragazzi che non possono essere accolti in zona. Se tale lavoro sarà fatto con serietà, il Provveditorato non potrà che accoglierlo, dandogli l'avallo ufficiale.
Per finire, non dimentichiamo che solo il 45% della nostra popolazione scolastica può frequentare la scuola media in zona, che tale situazione deficitaria rimarrà inalterata anche dopo la costruzione (?) della nuova scuola media di V. Cadore, che la zona 4 dovrà esportare allievi di scuola media fino a quando non sarà avviato e risolto il problema della terza scuola media in zona e quindi in definitiva per ora non possiamo che ringraziare (?) chi senza obbligo alcuno risolve i nostri problemi.
Ringraziando per l'attenzione porgo i migliori saluti.
Marco Steiner membro del Cons. Distrettuale n. 27 Presidente Assemblea Genitori L. Majno
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Periodico della zona 4 Vittoria - Romana - Molise Viale Molise 5 20137 Milano telefono 5 460 880 Wc Postate 57644205 EDITRICE dialogo - Informazione e cultura Cooperativa ar. I. Viale Molise 5 - 20137 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano nâ 200 del 11-5-1973 DIRETTORE RESPONSABILE Gian Mario Maggi SEGRETERIA Lunedì Mercoledì Venerdì al mattino Claudia Dal Bo PUBBLICITA' Patrizia Trapanelli STAMPA Rotografica Via Clovasso 4 - Milano TIRATURA 17000 copie Costo unitario L. 200 l; 9,, Associato all' all'US.P.I ti Unione Stampa Periodica Italiana 1~11111~1â1111~~~111