Il Consiglio di fabbrica_Asgen10

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IL CONSIGLIO DI FABBRICA

IL RUOLO E LA FUNZIONE DELLA STAMPA SINDACALE

Calcolando approssimativamente in quindici milioni i lavoratori dipendenti e sindacalizzabili, le Confederazioni Sindacali ne denunciano sei milioni iscritti in 37 categorie .La maggior parte di queste, sia della CISL, o della CGIL e della UIL, a livel lo nazionale o provinciale , ha una testata di giornale, o stampa un foglio a periodicità poco costante, spesso mensile o bireensiAe, difficilmente quindicinale .

Le tre Confederazioni hanno una propria rivista: "Conquiste del Lavoro" settimanale della CISL, "Rassegna Sindacale " quindicinale della CGIL e " Il Lavoro Italiano" settimanal'grdella UIL oltre ad una rivista unitaria "Sindacato " che non ha soppresso le testate confederali . Alcune categorie, come i metalmeccanici, i tessili, gli edili, gli alimentaristi hanno un proprio giornale unitario ed una certa produzione di stampa provinciale notevole,,per gli edili avvalendosi dei contributi delle casse edili e í metalmeccanici che 1 danno unificata anche a livello provinciale. A ciò si aggiunge, nelle province, la stampa delle Camere del Lavoro e delle Unioni, strutture orizzontali confederali .

%'e considerata in rapporto alla stampa in circolazione, l'informazione sindacale attraverso i giornali rappresenta solo il 2 per cento di quella corrente e copre quindi uno spazio assai limitato quantitativamente . Ciò però non è giustificabile per l'accertata crisi della stampa in Italia ove i quotidiani interessano ogni giorno oltre quattro milioni di lettori; cioè solo un italiano su tredici legge il giornale; poichè su ogni mille abitanti si leggono 124 quotidiani, l'Italia è ad uno degli ultimi posti nella diffuzione dei giornali, più o meno a livello della Jugoslavia, della Spagna, della Grecia, avanti alla Turchia, al Portogallo ed all'Albania .

Una notevole eccezione sotto questo punto di vista sono sia La Voce dei Ferrovieri, organo dello SFI-CGIL che copre quasi tutta la categoria ( si calcolano circa 200.000 i lavoratori ) con le sue 120.000 copie a tutti gli iscritti, ed anche il lavoratore ' atallurgico di Milano che tira oltre 150.000 copie per uno spazio prevalentemente provinciale e regionale.

Per il giornale unitario dei metalmeccanici va fatto un discorso diverso, non solo perchè è quello che ha mantenuto una periodicità ed una continuità indicL di un discorso all'esterno da parte della categoria e all'interno di problematica vissuta e denunciata .

L'informazione sarà di classe operaia quando porterà avanti una politica culturale differenziata che punti, nei livelli più avanzati, sulla ricerca e la sperimentazione di forme nuove di azione culturale, senza trascurare l'opera di modificazione delle strut ture esistenti e delle forme in uso .

La ricerca e la sperimentazione deve avere la più larga popolarízzazione,preceduta, accompagnata e seguita da ampie discussioni per diventare patrimonio dei più larghi ambienti e punto di partenza per ricerchè più avanzate .

E' invece la costruzione motivata del fatto, che interessi il lavoratore, la

settembre 1972
Bollettino unitario ASGEN
mumoimMil.
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classe . Non si ricerca crediamo, cioè la notizia, ma la si crea nell'interesse del movimento . E' una ricerca estremamente complessa che richiede un contatto con il movimento che non può essere tenuto con una visione dall'esterno delle cose .L'informazione va vissuta, l'avvenimento va interpretato, ordinato e collocato dalla base. I consigli di fabbrica, i delegati sono la prima istanza creatrice della notizia di cui si devono poi occupare i loro giornali . Diciamo i "loro" giornali, in quanto liinformazione sindacale deve essere il tramite dei vertici per fare sapere che cosa pensano sui principali problemi del momento .

Da questa cnncezione del giornale sindacale dei vertici non si sono ancora staccate le Confederazioni e le Federazioni .

Alcune copertine sono indovinate e sona quelle che concentrano l'attenzione su un. solo argomento, o al massimo, due o tre. Non riuscite sono quelle che fanno un calderone • delle cose che cí sono nel giornale: una sorta dí sommario riportato in copertina e che danno l'impressione di mancanza di chiarezza di idee .

I giovani lavoratori nella fabbrica

Il problema dei giovani lavoratori è sempre stato uno scoglio duro da superare. Per troppi datori di lavoro, ancora, il giovane lavoratore non è che una entità numerica niente più che uno strumento di lavoro da adibire a certe particolari mansioni possibilmente con qualifiche più basse.

Gli 800 tana giovani nell'apprendistato rappresentano un'ampia riserva di manodopera a basso costo e con scarse prospettive di promozione professionale . Il fenomeno del l'apprendistato non è più uno speciale rapporto di lavoro, in forza del quale l'imprendi tore è obbligato ad impartire .... l'insegnamento necessario perchè possa diventare lavoratore qualificato, utilizza0one l'opera nell'impresa medesima ", ma è una evidente forma di sfruttamento . E' una comoda etichetta che serve alle aziende industriali per mascherar re ciò che è un vero rapporto di lavoro per assicurarsi posizioni di vantaggio , a livello retributivo ed assicurativo, a danno dei giovani lavoratori. L'apprendistato si può superare soltanto attraverso un moderno sistemai di formazione professionale che deve get-• tare i presupposti per la creazione di un sistema di educazione permanente, in modo da sol lecitare costantemente l'arricchimento e lo sviluppo professionale del giovane attraverso un processo critico .

E parlando dei giovani non si può fare a meno di evidenziare la grossa piaga dei "lavoratori studenti" . Lo studente lavoratore è una tipica espressione della società industriale alla quale è legato a doppio filo vivendo 8 ore in fabbrica e 4 ore serali nel l'ambiente scolastico, sottoponendosi così ad una fatica psicologica logorante . L'evolu-zione della società, la tecnologia avanzante, la richiesta di una sempre'aUguata prepara-. ' zione alla spinta della scienza e della tecnica inducono il giovane a continuare od iniziare la scuola per non essere relegato in un ghetto . E ricordiamoci dello sfruttamento cui sono sottoposti i lavoratori studenti all'interno della fabbrica ; anche se ciò, purtroj po, è valido per tutti i giovani, anche per quelli che non se la sentono di riprendere gli studi interrotti e che cercano di farsi strada fidando man mano sula crescente esperienza del mestiere .

Al padrone non interessa, o addirittura non piace, che i lavoratori studino per elevare la loro posizione professionale e sociale . E di fatto non fa nulla per favorirli.

La figura del lavoratore studente, comunque, sta entrando a far parte dei contrat

ti di lavoro e non è da oggi soltanto che i sindacati sí interessano dei giovani, avanzando' concrete rivendicazioni. Dovremo continuare ancora per molto a sopportare questa assurda ed anacronistica situazione ?

Dobbiamo dire di no! e lo possiamo dire sost enendo, l'inquadramento unico, colla realizzazione dei quale potremo migliorare questa triste realtà.

Le Direzioni hanno capito che con l'attuazione dell'inquadramento unico verrebberoi ad avere minore potere in questo campo, come in altri del resto, e si sono subito preoccupla te, dando le loro ipotesi, di relegare i giovani nei più bassi livelli, e con un gioco quant mai chiaro nelle inteazioni,hanàoelaborato i livelli subito superiori in modo tale da condizionare a situazioni particolari la loro già precaria possibilità di uno sviluppo ai livelli superiori .

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LAVORATORI STUDENTI

Per un nuovo inserimento nelle fabbriche

Un gruppo di lavoratori studenti dell'ASGEN di Milano, in vista dei rinnovi contrattuali ha sentito il bisogno di intraprendere per la prima volta un discorso con tutti gli altri lavoratori, ed inoltre cercare di avvicinare i rimanenti lavora tori studenti, che per mancanza di tempo o per individualismo personale non hanno sentito la necessità di aprire un dialogo sui loro problemi con tutti gli altri col leghi per ricercare uniti una migliore soluzione .

Occorre innanzitutto fare una piccolapremessa, dicendo che in tutta Italia i lavoratori-studenti sono circa un milione novantamila solo a Milano,rappresentano il dieci per cento della intera collettività scolastica, non sono quindi una piccola minoranza, ed è giunto quindi il momento di far sapere chi sono, come sono nati i lavoratori studenti .

La confluenza nelle scuole si è avuta a partire dagli anni sessanta, quando i tecnoerati della programmazione avevano ipotecato la necessità di più alti ed estesi livelli di preparazione culturale e professionale fra i lavoratori , per far fronte alla espansione economica industriale che in quegli anni stava per toccare i più alti gradi di produttività, poichè il boom economico in quei tempi aveva raggiunto grazie al sistema basato sullo sfruttamento incontrollato, e per la quale si erano imposti nelle fabbriche ritmi intensivi, dequalificazíoni professionali ripetitività delle mansioni, bassi salari, ed attacchi alle organizzazioni sindacali.

I nostri predecessori che più degli altri sentirono tutto il peso dello sfruttamento padronale, attratti dal miraggio delle previsioni programmatiche iniziaro no a frequentare le scuole serali .

Per gran parte di essi però le aspettative si risolsero in una grande delusione, quando pur avendo acquisito un notevole bagaglio tecnico culturale si trovarono relegati ancora una volta klle vecchie occupazioni, perchè i padroni avevano rifiutato di dar loro mansioni più qualificanti .

Il loro sacrificio però non è stato vano perchè era servito da monito a tutti i lavoratori studenti che seguirono, fino ai giorni nostri, per farci capire che per migliorare le nostre condizioni, non bastano i diplomi, che più o meno possono acquisire nella scuola serale , bensì bisogna modificare l'organizzazione del lavoro, che governa la società con i vecchi metodi patriarcali e di conseguenza la nostra frequenza nelle scuole, non deve avere solo il fine di entrare in possesso del pezzo di carta, ma deve essere principalmente quello di giungere al possesso di strumenti di conoscenza tali da determinare una diversa condizione sociale collettiva .

Nonostante si siano spese parole da tutte le parti, né il governo, né il padronato che di tutte le vicende ne è il maggior beneficiario, sia in campo aziendale, perchè avere al suo servizio una mano d'opera più qualificata gli consente di esportare una migliore qualità e quantità di prodotti; sia in campo scolastico perchè in questo settore esso ha investito dei capitali per la creazione di una fitta rete di scuola privata che gli consentono enormi profitti .

Per frequentare la scuola serale i lavoratori studenti sono costretti a sobbarcarsi tutti glioweril derivanti, primo fra tutti è il fattore tempo perchè fra lavoro e scuola si impegnano dalle 13 alle 14 ore al giorno, senza tenere conto del trovano praticamente ad essere isolati dalla società per l'intero anno scolastico problema comune a tutti i pendolari, l'handycap dei trasporti, per cui

Altro onere fondamentale, è quello sul piano economico, che si basa sul costo dei libri, delle iscrizioni e dei mezzi di trasporto .

In base a tutte queste constatazioni i sindacati hanno inserito delle richieste nel prossimo contratto di lavoro, richieste che forse non soddisferanno pienamente i loro bisogni ma che perlomeno gli permetteranno di affrontare più serenamente un nuovo anno scolastico .

Certi del giusto valore delle proposte in atto, i lavoratori studenti quale parte integrante di tutto il movimento dei lavoratori devono essere all'avanguardia nello scontro contrattuale che si preannunzia aspro e difficile .

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Dal Convegno Nazionale del 1970 a Sesto S. Giovanni ad oggi

E' da diversi anni che sollecitiamo una politica di elaborazione di un piano generale per il settore termoelettromeccanico che, anche attraverso le necessarie concentra zioni, ne fosse una concreta base dí rilancio sia per quanto riguarda la produttività che per il mantenimento dell'occupazione .

Nel Convegno Nazionale del 1970 avevamo individuato i ritardi e le difficoltà crescenti della struttura industriale del settore nel nostro Paese e li abbiamo fatto risalire ad una carenza di visione strategica nella politica delle commesse praticata dall'ENEL, alla povertà delle nostre trutture di ricerca e di conseguenza alla.no§tra grave dipendenza dall'estero, ad una defícente struttura organizzativa delleathgnssate Da allora abbiamo contrattato con le Partecipazioni Statali, con la Confindustria; abbiamo avuto incontri con il Governo e con le Giunte Regionali; abbiamo sostenuto le nostre posizioni anche con la lotta; malgrado tutto ciò la situazione non è certamente migliorata, pur essendo parzialmente cambiata; le nostre controparti sfuggono tutt'ora ad una confronto reale di posizioni e permangono così, aggravandosi in qualche caso, le preoccupazioni sui livelli di occupazione .

Siamo in presenza del rinnovo contrattuale ma non possiamo correre il rischio che la lotta per il contratto attenui il nostro impegno di politica economica nei confronti del settore: se non altro perchè uno scontro come quello che si prospetta, e la poséibili tà di accoglimento delle nostre rivendicazioni, esigono da parte del potere politico delle scelte precise di sviluppo programmato dell'economia del nostro2Paese .

Le controparti tentano con la crisi, in parte da loro provocata, di far passare la loro linea attuando le ristrutturazioni sulle spalle dei lavoratori attraverso la chiusura di stabilimenti e quindi con la disoccupazione .

Il caso attuale della Montelison ci deve insegnare, se ce ne fosse bisogno, come il padronato risolva le situazioni . I lavoratori del Gruppo Montedíson, in una riunione dei consigli di fabbrica , hanno in questi giorni deciso di dare una ferma risposta ed hanno richiesto una soluzione globale all'interno del rinnovo contrattuale . Anche noi lavoratori del settore termoelettromeccanico ( sia aziende pubbliche che private ) dobbiamo fare corpo unico contro le manovre padronali tendenti a diminuire il nostro potere sia contrattuale che di lotta .

Quindi, il rinnovo del contratto ed una nuova politica di sviluppo del settore devono essere i cardini della nostra immediata azione .

LA NUOVA LEGGE SULLA MATERNITA'

E' in vigore dal 18 gennaio del corrente anno la nuova legge per la tutela della maternità. L'elemento innovativo di fondo rispetto alla precedente legge — che forse rappresentò una grande conquista per tutto il movimento sindacale e democratico italiano — è dato dal fatto che oggi, tutte te lavoratrici di tutti i settori, hanno diritto ad essere tutelate ed assistite (sebbene con alcune differenziazioni) in caso di maternità.

Vediamo, in questa nota, di fornire alcuni elementi fra i più importanti contenuti nella nuova legge.

1)

Divieto di licenziamento

Dall'inizio della gestazione e fino ad un anno di età del bambino è fatto divieto all'azienda di licenziare la lavoratrice. Per impedire il licenziamento non è necessaria la presentazione del certificato medico ma basta la, oggettiva condizione dello stato di gravidanza.

Nel caso in cui la lavoratrice fosse stata licen-

ziata in stato di gravidanza, essa ha diritto ad essere riassunta purché, entro 90 giorni dalla data del licenziamento, presenti una documentazione che <comprovi che al momento dcl licenziamento era in stato di gravidanza. •

Se il licenziamento fosse. stato attuato dall'azienda, anche prima della data in cui va in vigore fa nuova legge e cioè il 18 gennaio 1972, se non sono trascorsi 90 giorni dalla data del licenziamento, il licenziamento deve essere revocato, purchè a quell'epoca `si possa sempre provare che la lavoratrice era incinta.

Divieto di sospensione

La lavoratrice in stato di gravidanza o .puerperio può essere sospesa solo nel caso in cui venga sospesa l'attività di tutta l'azienda o di un reparto che abbia autonomia funzionale.

Lavori insalubri o faticosi

Durante tutto il periodo di gestazione e fino a

sette mesi dopo il parto è vietato adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, ma anche a tutti, in genere, quei lavori che siano pericolosi, faticosi o insalubri.

Per l'organizzazione sindacale la pericolosità, la faticosità, la insalubrità, non possono essere stabilite con regole generali, valevoli per tutte indistintamente le lavoratrici, ma debbono essere riferite alla situazione ed alla determinazione soggettive della singola lavoratrice.

La legge prevede che nei casi sopraindicati come nel caso in cui sia accertato dall'Ispettorato del lavoro che le condizioni di lavoro o ambientali siano pregiudizievoli alla salute della donna, le lavoratrici vengano spostate ad altre mansioni anche inferiori, mantenendo però invariata la qualifica e la retribuzione.

4 ) Durata del periodo di astensione obbligatoria dal lavoro

Rispetto alla legge precedente vi è una modifica: la durata di assenza obbligatoria prima del parto è oggi di due mesi; dopo il parto è oggi di tre mesi (la legge precedente stabiliva 3 mesi prima del parto; 2 mesi dopo il parto).

Per le lavoratrici in stato di gravidanza che hanno iniziato il periodo di astensione obbligatoria prime del 18 gennaio 1972 della durata di 3 mesi prIme del parto — come stabiliva la vecchia legge — si specifica che questo periodo di assenza non viene interrotto dalle nuove disposizioni. E resta comunque valido che dopo il parto, il periodo di assenza obbligatoria è di 3 mesi.

Le lavoratrici che erano a casa prima della

I diritti della lavoratrice madre

entrata in vigore della nuova legge (18 gennaio 1972), al compimento del secondo mese di assenza dopo il parto, debbono inviare alla azienda una lettera raccomandata in cui comunicano che rimangono assenti « a sensi di legge. senza specificare se si tratti di assenza obbligatoria o facoltativa. 4--

Durata del periodo di astensione facoltativa

dal lavoro dopo il parto.

Questo periodo è della durata di 6 mesi e non è considerato sospensivo del rapporto di lavoro.

Indennizzo per il periodo di assenza obbligatoria e facoltativa

A tutte le lavoratrici in assenza obbligatoria Prevista dalla legge, prima e dopo il parto, viene corrisposta una indennità maternità giorrigiera pari all'80 per cento della retribuzione.

Nei casi in cui, o per esigenze organizzat4%e contingenti dell'azienda o per particolari ragioni di carattere personale' della lavoratrice, l'orario medio effettivamente praticato risulti inferiore a quello previsto dal contratto di lavoro della categoria, dovrà essere comunque garantito il minimo di ore contrattuali.

Durante il periodo di assenza facoltativa dopc il parto, alla lavoratrice verrà corrisposta a partire però dall'I gennaio 1973 una indennità pari al 30 per cento della retribuzione. Alle lavoratrici in assenza facoltativa prima dell'i gennaio '73 continuerà ad essere corrisposta l'indennità di disoccupazione.

Periodi di permesso retribuiti dal datore di lavoro

La nuova legge stabilisce che gli attuali periodi di permesso (due periodi di riposo giornalieri di un'ora ciascuno) potranno essere ora cumulabili nel corso della giornata (esempio: uscire 2 ore prima; oppure entrare al lavoro 2 ore dopo) e potranno essere usufruite fino a quando il bambino non ha compiuto il primo anno di vita.

Ciò che è poi particolarmente innovativo e importante è dato dal fatto che questi permessi debbono essere concessi sia se la lavoratrice allatti il suo bambino naturalmente, sia che lo allatti artificialmente.

Il permesso si riduce ad un'ora quando l'orario giornaliero di lavoro è inferiore alle 6 ore.

Anticipo del periodo di astensione obbligatoria dal lavoro e suo indennizzo

In precedenza, i periodi di astensione obbligatoria anticipata, venivano considerati alla stregua di una comune malattia e retribuiti come tali. Con la nuova legge sono previsti due tipi di anticipo di assenza obbligatoria.

Il primo tipo ha la durata di I mese e la lavoratrice può usufruirne se è occupata in lavori che in relazione all'avanzata gravidanza siano da ritenersi gravosi o possano pregiudicare la gravidanza stessa.

Il secondo tipo che può essere costituito da uno o più periodi la cui durata è stabilita caso per caso dall'Ispettorato del lavoro, spetta quando: sorgano complicazioni nella gestazione; preesistano forme morbose che possano aggravarsi a causa della gravidanza; esistano condizioni di lavoro o di ambiente che possano nuocere alla salute della donna e del bambino; la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni.

La retribuzione spettante alla lavoratrice in questi due tipi di anticipo di assenza obbligatoria, è pari all'80 per cento della retribuzione.

9) In caso di malattia del bambino di età inferiore ai 3 anni

La lavoratrice ha diritto a rimanere a casa ma purtroppo senza percepire retribuzione. Le assenze.-sono computate nell'anzianità di servizio, ma pon per. le- ferie e la tredicesima mensilità. Il certificato medico che attesta la malattia del bambins,p0 essere redatto da un medico di libera scalta,della_, lavoratrice.

Lo spazio' non ci consente di porre in risalto considerazioni di valore più generale sulla nuova legge. Potremo riprendere l'argomento anche su richiesta dei nostri lettori. Ci preme ricordare a tutti i delegati, ai CdF, agli attivisti sindacali, che tutte le norme della precedente legge sulla maternità sono abrogate; che con l'entrata in vigore della nuova legge sono fatte salve in ogni caso, le condizioni di maggior favore stabilite da regolamenti, leggi, contratti e da ogni altra disposizione (esempio: anche condizioni migliori connuktate a livello di azienda)?

LA SOCIETA' IN CUI VIVIAMO

La società capitalistica, quella ín cui viviamo, ha i suoi untori che cercano di presentarcela ogni giorno ed in mille forme come il non plus ultra del benessere e del la libertà ed in contrapposizione con un'altro tipo di società, quella socialista .

Con questo intento parlano a dismisura di lavoratori che da noi vanno in posti di villeggiatura durante le ferie ( quanti invece non ci possono affatto andare ) .

Ci presentano un numero sempre più alto di vetrine luccicanti, come tanti specchietti per le allodole come se bastassero a superare le conseguenze negative di un sistema distributivo inefficiente e superato che genera continuamente il rialzo dei prez zi

Ostentano fierezza per tanti bei palazzoní che sorgono in città però con affitti da nababbi e noi che nababbi non siamo, per avere una casa, non tanto a buon cerca to dobbiamo andare sempre più lontano dalla città e con quali disagi .

Per ultimi, in questa azione coreografica hanno tentato il colpo gobbo della televisione a colori che, secondo lor signori avrebbe dovuto, colorando i loro argomenti essere strumento più convincente sulle informazioni deformate che ogni giorno ci propina e far pagare a noi lavoratori in particolare gli oneri derivanti per soddisfare i program mi produttivi dei grossi trust internazionali . Ma, dietro a queste forzature, a queste distorsioni quale realtà in effetti ci stà' . Ci stanno, 160 lavoratori della Linotype che rientrati dalle giuste e necessarie ferie hanno trovato la lettera di licenziamento . E non solo di essi si tratta perché il padronato, con la compiacenza di chi ci governa, porta avanti un continuo attacco all'occupazione .

Vi è l'invalido sul lavoro dí Palermo con il 90% di inabilità e con 60.000 lire di pensione che non è in grado di dare sostentamento adeguato ai suoi figli al punto che una sua bambina sviene per fame nella strada .

Vi sono 12 milioni spesi da industriali di Sestri Levante per far dono alla gentil consorte di uno smeraldo ( questo signore non è certamente l'eccezione considerato che è facile spendere i soldi realizzati con lavoro degli altri )

E' un riferimento a tre fatti che dimostrano cosa stà dietro ad una realtà che si vuole travisare e deformare e per creare effimere cnndizioni di facile benessere mentre invece i lavoratori, per averne un'infinitesima parte devono lottare continuamente nella fabbrica e nel paese per respingere l'attacco che padroni e governo portano in tut te le direzioni, dall'occupazione, alle libertà democratiche e politiche al tenore di vita .

Questa situazione di effimero benessere e condizionata libertà la si vorrebbe contrapporre dicevamo ai Paesi a società socialista, cercando di dimostrare la, superiorità della società capitalista .

Certo nei paesi a società socialista vi possono essere difficoltà e defícenze e ritardi; d'altra parte non è che chi deteneva prima il potere in quei paesi se ne stia in disparte ma trama in tutti i modi per riconquistare il potere che i lavoratori gli han no strappato . Però, nonostante difficoltà e ritardi è fuori di dubbio che in quei paesi socialisti, nei quali non vi sono più i padroni che sfruttano, i lavoratori non hanno lo assillo del posto di lavoro che da noi può sparire da un giorno all'altro non vengono cacciati ad abitare fuori dalla città e non hanno il timore di affitti esosi come avviene invece nel nostro paese .

Hanno la possibilità di istruirsi non solo gratuitamente ma anche ricevendo uno stipendio .

Se ammalati non devono rincorrere il posto letto all'ospedale ma hanno la pos sibilità di curarsi adeguatamente disponendo di ospedali e case di cura ; perché poi non dire anche dello sport che in questi tempi di Olimpiadi molto se ne è parlato ? Ebbene anche in questa direzione nei Paesi Socialisti i giovani lavoratori stessi trovano adegua ta soddisfazione attraverso uno sport di massa usufruendo di impianti ed attrezzature sportive adeguate messe a loro disposizione e non dí pochi come accade nel nostro Paese.

Pure sulla società socialista altri argomenti dimostrativi potrebbero essere elencati . Ci pare che però quanto detto possa bastare per trarne un raffronto fra due società contrapposte . L'una , quella in cui viviamo basata sullo sfruttamento dei lavora tori ai quali la si vorrebbe far condividere distorcendola , mettendo in atto coercizione

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e persuasione occulta cercando di sviare la loro attenzione dai problemi reali; l'altra quella socialista, senza sfruttatori, avente alla sua base gli interessi e l'emancipazione dei lavoratori che pur anche con difficoltà e ritardi ma senza ipocrisia e retorica, opera per realizare una società sempre più rispondente alla funzione dell'uomo .

CONTRO IL TENTATIVO DI PENETRAZIONE FASCISTA IN FABBRICA RAFFORZIAMO I PATRONATI

DEMOCRATICI

Negli ultimi tempi i lavoratori infortunati ricevono a casa una circolare in cui li si invita a farsi assistere dall'E.N.A.S. ( ente nazionale di assistenza sociale ).

Avvertiamo i lavoratori che questo ente è il patronato fascista della CISNAL che usa questo sistema per tentare di carpire la fiducia dei lavoratori e di far entrare il Sindacato fascista in fabbrica .

E' chiaro che non si deve lasciare spazio a questa organizzazione, ma dobbiamo valorizzare i Patronati democratici dei lavoratori :

INCA-CGIL INAS-CISL ITAL- UIL

Lavoratori,

Per le vostre pratiche di infortunio,di pensione , di malattia, rivolgetevi ai vostri Patronati .

NESSUNO TRALASCI DI RIVOLGERSI AL PATRONATO IN CASO DI INFORTUNIO .

IN BREVE

CHIARIMENTI SUL PREMIO DI PRODUZIONE

In base alla armonizzazione retributiva fra le fabbriche del Gruppo, si è uni ficato il periodo di decorrenza del premio di produzione con Genova e Monfalcine.Perciò a partire da quest'anno, detto periodo sarà compreso fra il I° Luglio ed il 31 Giugno del l'anno seguente e non più riferito all'anno solare .

A seguito di ciò, noi abbiamo percepito :

I° Saldo del premio per il I° Settembre 1972 pari a L. 81.000 lorde ( precisamente : L. 72.000 il 31 Luglio e L. 9.000 il 31 Agosto ) .

2° IL 31 Agosto, L. 115.000 lorde quale premio per il periodo I° Luglio 1972 - 31 Giugno 1973

A chi lascerà l'azienda„ prima di aver completato il suddetto periodo lavorativo, verran trattenuti i relativi dodicesimi .

Ai nuovi assunti il premio verrà pagato in quote mensili fino al raggiungimento dell'anno di anzianità; poi in quota annua come gli altri lavoratori .

La differenza fra l'ammontare del premio già in atto a Milano e quello di Genova e la quota del premio 'feriale, verranno tramutate in quota oraria e mensile rispettivamente Per operai ed impiegati con decorrenza I° Luglio 1972 , oltre un premio pasquale. Per la loro entità e modalità, il Consiglio dí Fabbrica darà chiarimenti più dettagliati una volta definito il problema con la Direzione .

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L' U.D.I. PROVINCIALE DI MILANO PRECISA

Il Comitato Provinciale dell'OMNI dí Milano è stato finalmente costretto a rinunciare alle richieste di applicare le rette di frequenza ai nidi per i figli delle lavoratrici dipendenti da ditte ex convenzionate .

In seguito alla pressione delle lavoratrici e dei lavoratori, che durante la riunione del Comitato dell'OMNI il 7 Settembre sí sono recati alla sede OMNI per chiedere un colloquio con il Presidente dell'Opera, il Comitato ha deciso di :

I) non applicare le rette di frequenza, nè chiedere gli arretrati per i figli di lavoratori dipendenti da ditte ex convenzionate frequentanti il nido ; non riprendere convenzioni dirette con i datori di lavoro, scadute fin dal 31.12.71 ;

chiedere alla Presidenza regionale la rapida convocazione delle forze politiche e sindacali, perchè l'azione per il superamento dell'OMNI ed il passaggio dei nidi agli enti locali, con ;1_ contributo straordinario dello Stato e della Regione, avvenga al più presto .

Presso le zone sindacali e il C.d.F. è in vendita l'opuscolo prodotto dalle federazioni nazionali dei metalmeccanici " Il Vietnam chiama ". Alcune di esse hanno già iniziato la sottoscrizione .

E' uscito IL VIETNAM CHIAMA a cura di Fim Fiom Ulim Informazioni immagini poemi della lotta eroica del popolo vietnamita una carta glgantg del Vietnam del sud per seguire la liberazione del paese

SOMMARIO

Perché questo libretto presentazione

Com'è il Vietnam - i fiumi, le montagne, le foreste, la popolazione

La lotta per l'indipendenza - 1000 notizie storico-politiche dalla prima aggressione giapponese alla attuale guerra U.SA.

Una nazione antica

La .conquista coloniale

La ricerca di forme nuove di lotta

L'indipendenza

La prima guerra di liberazione

La seconda guerra di liberazione

La guerra speciale

La guerra locale

Il 1968

Cambogia e Laos

La lotta sindacale

Poesia di lotta - la volontà di lotta del popolo vletnamtta nel versi di Ho Ci Minh e di altri poeti che hanno combattuto Bibliografia essepziale

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DELLA LOTTA DEI POPOLI INDOCINESI
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Portiamo a conoscenza di tutti i lavoratori lo statuto che il Consiglio di fabbrica si è dato per una maggiore funzione organizzativa e per una disciplina interna a cui sono tenuti tutti i suoi componenti. Compito di ogni singolo lavoratore è verificare l'attuazione di questo statuto.

STATUTO del CONSIGLIO

DA CONSERVARE
DI FABBRICA

CONSIGLIO DI FABBRICA

Il consiglio di fabbrica è l'organismo sindacale unitario di fabbrica e istanza di base del sindacato, strumento dell'iniziativa rivendicativa e politica dei lavoratori dentro e fuori la fabbrica nell'ambito della linea politica del sindacato stesso. Esso è composto dai delgati democraticamente eletti da tutti i lavoratori in ogni gruppo omogeneo.

Compiti e funzioni: il consiglio di fabbrica imposta l'azione rivendicativa e la gestisce, dirige la politica sindacale nella fabbrica. Ricerca la sintesi unificante dei problemi che riguardano tutti i lavoratori, risponde a quelli specifici di reparto di gruppo, li affronta decidendo e coordinando l'azione di mobilitazione dei lavoratori interessati. Inoltre il consiglio di fabbrica promuove le iniziative necessarie per la sensibilizzazione e la crescita politica dei lavoratori, contribuisce efficacemente per la concreta partecipazione di essi alle scelte politiche ed alle decisioni dell'azione del sindacato sui problemi generali.

Il monte-ore previsto a disposizione del consiglio di fabbrica, previsto da accordi, leggi, contratto di lavoro viene gestito collettivamente dal consiglio di fabbrica attraverso una costante verifica da parte dell'Esecutivo.

Il consiglio di fabbrica decide di procedere alla cooptazione di alcuni compagni nel consiglio di fabbrica nella misura del 10% dei componenti del consiglio stesso. La cooptazione avviene attraverso un dibattito politico all'interno del consiglio stesso.

Art. 2 — STRUTTURE DEL CONSIGLIO DI FABBRICA

Il consiglio di fabbrica per assicurare un efficace coordinamento della sua attività ed un rapido collegamento tra i delegati elegge al suo interno un Esecutivo.

I compiti dell'Esecutivo sono operativi e funzionali, quindi limitati alla attuazione delle decisioni Prese dal consiglio di fabbrica in stretto colle-gamento con l'assemblea dei lavoratori.

Il comitato Esecutivo è composto da 9 membri. Si afferma il criterio della verifica periodica dei componenti l'Esecutivo nella misura di 2 membri ogni 6 mesi con votazione su scheda in cui sono elencati i membri in carica,o9ni elettore potrà depennare 2 membri ed aggiungerne due nuovi, oppure confermare tutti i membri vecchi, tutto ciò ín modo da realizzare con la rotazione una più ampia responsabilizzazione dei delegati.

Il consiglio di fabbrica elegge i comitati previsti dall'accordo e nomina di volta in volta delle commissioni operative per lo studio e l'approfondimento di specifici problemi Inoltre in occasione di trattative procederà alla designazione di una delegazione composta di delegati.

Art. 3 — IL DELEGATO

geneo. Rappresenta la forza dell'unità del gruppo ha il dovere di intervenire sui problemi di reparto di gruppo senza prendere decisioni che posso. no condizionare le scelte di tutta la fabbrica. Le decisioni devono essere prese dal consiglio dí fabbrica al quale il delegato ha il dovere di esporre il problema e il diritto di chiederne l'esame. Elezione del delegato. L'elezione del delegato avviene su scheda bianca con voto diretto e segreto da parte di tutto il gruppo omogeneo. Nel caso nessun lavoratore ottiene nella votazione un numero di voti pari al 4 00/0 dei lavoratori presenti, si procederà al ballottaggio fra i primi due che hanno riportato il maggior numero di voti. Ogni lavoratore è elettore ed eleggibile.

Revoca e sostituzione del delegato. Il delegato di gruppo omogeneo è sostituibile in qualsiasi momento. II reparto, l'ufficio o il gruppo omogeneo possono chiedere la revoca del delegato, motivandone le ragioni al consiglio di fabbrica. La sostituzione del delegato dimissionario dall'azienda o dimissionario dal consiglio di fabbrica o revocato dai lavoratori, dovrà avvenire da parte dei lavoratori del gruppo interessato. attraverso una nuova elezione fatta con le modalità sopra descritte. Dopo un anno dalle elezioni il consiglio di fabbrica esaminerà l'opportunità della verifica generale dei delegati.

Art. 4 — CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO DI FABBRICA

Il consiglio di fabbrica viene convocato su decisione del comitato esecutivo, su richiesta del sindacato e da almeno il 50% più 1 dei delegati. II consiglio di fabbrica si riunisce tutte le volte che si ritiene necessario e almeno in media una volta al mese. Prima di ogni riunione del consiglio i delegati devono essere preventivamente a conoscenza dell'ordine del giorno.

Le riunioni del consiglio sono presiedute da un presidente nominato di volta in volta il quale ha il compito di dirigere il dibattito. Le decisioni del consiglio di fabbrica saranno prese a maggioranza assoluta (50% più 1) dei partecipanti. E' facoltà del consiglio far partecipare alle riunioni i lavoratori che non ne fanno parte.

Art. 5 — ASSEMBLEA

L'assemblea generale è il momento di partecipazione dei lavoratori alle decisioni dell'azione sindacale dentro e fuori la fabbrica.

L'assemblea di reparto o di gruppo è lo strumento fondamentale di conoscenza e di collaborazione dei problemi, di dibattito e di confronto di tutte le opinioni e pertanto occasione importante per la crescita politica dei lavoratori.

L'assemblea viene convocata dal consiglio di fabbrica o dal sindacato.

Art. 6 — GIORNALE. DI FABBRICA

a) Il delegato è l'espressione diretta del gruppo orno- a) II consiglio di fabbrica, per sviluppare tra i lavo-

1
Art.

ppo arto

ratori la formazione, l'informazione, il dibattito decide di dar vita ad un proprio giornale di fabbrica che uscirà alla fine di ogni mese e che tratterà i problemi sindacali interni ed esterni alla azienda. Esso è una tribuna aperta al confronto fra tutti i lavoratori e ne sarà garantito il funzionamento.

Art. 7 — APPROVAZIONE E MODIFICA DELLO STATUTO

fabbrica con una maggioranza qualificata dei 2 3 dei delegati. Il regolamento può essere modificato su proposta dei delegati; le proposte di modifica devono essere sottoposte al consiglio di fabbrica e per essere approvate dovranno ottenere la maggioranza dei 2 3.

Art. 8 — MALF e MENSA

?nti.

a) Lo statuto deve essere approvato dal consiglio che

sso• Le di por• av oreaso n u) di moneo ranituo :ato iuotte. 'ica dei

a) Le due commissioni MALF e MENSA vengono unificate e tutti i membri che le compongono, pptreno, far parte del consiglio di fabbrica esclusidi vamente come organi consultivi.

Consiglio di Fabbrica Autobianchi

DELEGATO DI REPARTO

E' l'espressione diretta del gruppo omogeneo. Rappresenta la forza e l'unità del gruppo, ha il dovere di intervenire sui problemi di reparto o di gruppo, senza prendere decisioni che possono condizionare le scelte di tutta la fabbrica. Le decisioni devono essere prese dal Consigilo di fabbrica, al quale il delegato ha il dovere di esporre il problema e il diritto di chiederne l'esame.

COMITATI ED ESPERTI

Ricerca di tutti gli elementi atti a poter elaborare una linea politica e proposte risolutive del problema. Confronto e dibattito con i lavoratori onde definire la linea politica e la proposta.

CONSIGLIO DI FABBRICA

Organismo sindacale unitario di fabbrica e istanza di bgse del sindacato, strumento dell'iniziativa rivendicativa e politica dei lavoratori dentro e fuori la fabbrica, nell'ambito della linea politica del sindacato stesso. Esso è composto dai delegati eletti democraticamente in ogni gruppo omogeneo. Imposta l'azione rivendicativa e la gestisce, dirige la politica sindacale in fabbrica. Ricerca la sintesi unificante dei problemi che riguardano tutti i lavoratori, risponde a quelli specifici di reparto o di gruppo, li affronta decidendo e coordinando l'azione di mobilitazione dei lavoratori interessati. Inoltre il consiglio di fabbrica promuove le iniziative necessarie per la sensibilizzazione e la crescita politica dei lavoratori, contribuisce efficacemente per la concreta partecipazione di essi alle scelte politiche e alle decisioni dell'azione del sindacato sui problemi generali.

ESECUTIVO

Organismo eletto democraticamente dal consiglio di fabbrica, con compiti operativi e funzionali, quindi limitati alla attuazione delle decisioni prese dal consiglio di fabbrica in stretto collegamento con la

assemblea dei lavoratori.

METODO PER LA DEFINIZIONE DELLE PROPOSTE

I vari comitati elaborano con i lavoratori direttamente interessati le varie proposte risolutive dei problemi. Una volta definita nei suoi contenuti ne viene fatta una dettagliata relazione al consiglio di fabbrica, che attraverso un suo dibattito esprimerà il proprio parere ed assumerà una decisione di merito. Se la decisione assunta dal Consiglio di fabbrica riveste problemi di carattere generale (piattaforme rivendicative, linee di politica sindacale) questa deve essere portata alla ratifica dell'assemblea generale dei lavoratori.

RAPPORTO CON LA DIREZIONE

Nel momento in cui il consiglio di fabbrica assume la sua decisione in merito a proposte risolutive dei problemi, eleggerà anche la delegazione nell'ambito del comitato predisposto, che avrà il compito di trattare, nell'ambito delle decisioni assunte, con la direzione. Qualsiasi modifica di impostazione del problema, la decisione di accettazione di proposte della direzione, dovrà essere approvata, a seconda dei casi, dal consic4liodi fabbrica o dall'assemblea dei lavoratori.

Qualsiasi richiesta alla direzione per incontri deve essere inoltrata tramite lettera, contemporaneamente affissa sulle bacheche aziendali del sindacato, dall'esecutivo del consiglio di fabbrica.

La direzione deve rispondere l'eventuale data dell'incontro all'esecutivo del consiglio di fabbrica il quale la comunicherà tempestivamente alla delegazione eletta dal consialio di fabbrica.

Al termine di qualsiasi riunione NON devono essere sottoscritti verbali.

La delegazione stilerà un comunicato ai lavoratori sul merito della riunione avuta con la direzione, che verrà prontamente affisso sulle bacheche.

18-1-1972

;inati. Ite ina ;No coun ha lel za Ità vo)ainne le la
'o-
Documento approvato all'unanimità dal Consiglio di fabbrica il 21 - 1 - 1972. Il documento puntualizza la struttura ed i compiti delle strutture del Consiglio stesso ed il metodo di procedere del Consiglio stesso.

TRATTAMENTO IN CASO DI MALATTIA ED INFORTUNIO NON SUL LAVORO

DALL' l GENNAIO 1972

. A far data- gennaio 1972 e norma del Contratto Collettivo dell'Industria MetalmeccaniCa le aziende corrisponderanno al, lavoratore assente i per malattia -o infortunio non sul lavoro, nell'ambito della conservazione del poSib, una integrazione di quanto il lavOratore perCepisce, in .forza di dispénizioni legislative o di altre norme fino al raggiungimento del trattamento normale economico complessivo al netto, che l'impiegato di uguale anziana e „per pari periodo di malattia o infortunio non sul - lavoro avr9bbe globalmente percepito, opìrando, a tal fine i relativi conguagli al termine del periodo di trattamento Contrattuale.'

- In relazione. 'all'art. i;S""del Contratto collettivo di lavoro avremo quindi: • '

CONSERVAZIONE ;DEL POSTO. •

li caso di' irkerruzioni. del servizio, dovute' .:e malattia inforldhio non sul' Wo`ro, l'opèreio non in prova ha 'diritìg alla conservazione del poste per uh periodo di

a

)- 6 mesi per anzianità 'di servizio fino a 5 anni compi4,/ti

8 mesi'pen. aniianità:7di' servizi° oltre i 5 anni e fino ai ì.15 compiuti

10 Tesi per anzianità di servizio oltre i 15 anni

TRATTAMENTO ECONOMICO DALL'I GENNAIO 1972 per l'anzianità di cui al punto a ) intera retribuzione globale per i primi due mesi — n'età- retribuzione globale per i 4 mesi successivi per .le anzianità di cui al punto b) intera retribuzione globale per i primi 3 mesi metà retribuzione globale per i 5 mesi successivi per le anzianità di cui al punto c) intera- retribuzione globale per i primi 4 mesi metà retribuzione globale per i 6 mesi successivi

In caso di ricaduta nella stessa malattia entro il periodo massimo di due mesi dalla ripresa del lavoro l'operaio ha diritto alla conservazione del posto per un ulteriore periodo, oltre qjelli sopra accennati, pari alla metà dei periodi stessi. Di conseguenza il periodo complessivo di conservazione del posto sarà:

per anzianità di servizio fino a 5 anni compiuti:

mesi 6 + 3 = 9

per anzianità dl servizio oltre i 5 anni e fino ai 15 compiuti:

mesi 8 + 4 = 12

per anzianità di servizio oltre I 15 anni:

mesi 10 + 5 = 15

INTEGRAZIONE A CARICO DELLA DITTA

Vediamo in pratica in quale misura le ditte devono integrare il trattamento economico del lavoratore assente per malattia o infortunio non sul lavoro. Esempio: un lavoratore con anzianità di servizio di anni 3 (di cui al comma a) ammalato per giorni 20 di calendario e che nel mese precedente la ma-

lattia, svolgeva l'orario di lavoro contrattuale di ore 41 1/2 più le ore 61/2 di riduzione di orario .= • ore 48, con una retribuzione globale di fatto di L. 700.

MESE DI OTTOBRE 1971

3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

D L M.Ak G V S DLMMGV', 16 17 '18 19 20 21 22 23 24 25-• g"4113 'L 'W M' - V' t

Considerato ammalato, dal giorno 4 al giórno 23; ripresa del Javc;vo il giorno 25'. (n quésto: caso:` aall'INAM, escludendo le domeniche e i primi tre giorni di carenza, sono 15.

TRATTAMENTO INAM

Il trattamento economico INAM viene riferito alla retribuzione globale di fatto percepita dal lavoratore il mese precedente la malattia, diviso per I giorni lavorativi.

Avremo quindi:

mese prec. la malattia ore 192 x 700 = L. 5.600

gg. lavor. 24 448 (8% inc. gr. nat.) retribuz. giorn. L. 6.048

Nel primi 20 giorni (esclusi tre giorni di carenza) l'INAM corrisponde il 50% praticamente nel presente esempio, le giornate retribuite dall'INAM sarebbero 15

6.048 X 50% = L. 3.024 giornaliere

L. 3.024 X 15 = L. 45.360 trattamento INAM

INTEGRAZIONE DITTA

L. 700 X 48 = L. 31.600 retribuzione 3.297 ritenute

L. 28.403 retribuzione

Contributi 6,85% contributi sociali

R. M. C. 2

lorda settimanale settimanale ai netto

L. 2.164

L. 1.133

L. 3.297

L. 28.403 X 3 (settimane) =-_. 85.209 somma che lavoratore Trattamento INAM. L. 45.3.50 avrebbe percepito se avesse lavorato Integrazione a carico ditta L. 39.839

N.B. L'integrazione a carico della ditta era del 50% per • il periodo dall'i gennaio 1971 al 31 dicembre 1971, dall'i gennaio 1972 detta integrazione è del 100%.

Qualora nel—periodo di malattia cadessero delle festività nazionali ed infrasettimanali, dato che l'INAM non le retribuisce, esse sono e completo carico dell'azienda, che deve retribuirle Interamente al lavoratore.

CONSERVAZIONE DEL POSTO Al TUBERCOLOTICI

La conservazione del posto ai lavoratori tubercolotici (per le ditte superiori ai 15 dipendenti) spetta fino a 6 mesi dopo la data dl dimissioni dal luogo di cura per -avvenuta "gdarigione o stabiliizazione. •

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Il Consiglio di fabbrica_Asgen10 by fondazioneisec - Issuu