Quartiere e politica6

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quartiere e politica

La proposta comunista TRENT'ANNI FA

L'ampia mobilitazione del nostro partito, delle forze di sinistra, i pronunciamenti di settori degli stessi partiti governativi e le prese di posizione unitarie maturate in quasi tutte le assemblee elettive locali e regionali, hanno ottenuto un primo risultato rilevante: il 15 giugno si terranno le elezioni amministrative e regionali. In questi ultimi mesi si è snodata la manovra fanfaniana per turbare gravemente la vita democratica del Paese cercando di impedire il rispetto di una normale scadenza — il rinnovo, appunto, delle assemblee locali — per imporre invece Io scioglimento del Parlamento e relative anticipate consultazioni politiche. E' stato dato perciò un primo scacco alle forze, interne ed esterne alla DC, che si riconoscono nelle furiose e forsennate iniziative fanfaniane. Costoro perseguono il disegno di imporre al Paese prove traumatiche, nell'illusione di logorare la resistenza delle forze democratiche e di impedire il dispiegarsi di un grande e ampio confronto in cui le profonde aspirazioni unitarie del popolo italiano possano affermarsi.

FAZIOSITA' FANFANIANA

Dalle prime battute della campagna elettorale della DC appare evidente come la segreteria fanfaniana testardamente prosegua sulla strada della faziosità e dello scontro frontale. Nel concludere il recente convegno preelettorale di Sorrento il senatore Fanfani ha teso a eludere il problema di un esame e di una analisi della realtà degli enti locali e delle Regioni per accentuare al massimo la spinta \alla contrapposizione, all'esasperazione dei rapporti politici, per esempio attraverso uno sfruttamento strumentale dei fatti portoghesi. Si vuole la crociata anticomunista per premere sui propri alleati e sugli avversari interni di partito per soffocare ogni accenno critico. A un tale rozzo disegno, volto a riproporre la lotta politica in termini da 1948, in una realtà fortemente mutata come ha dimostrato la campagna del referendum, noi comunisti contrapporremo una campagna elettorale di tipo diverso tesa alla ricerca del dialogo con gli elettori, al confronto reale con lc altre forze politiche. Lavoreremo per impedire che un momento importante come la competizione elettorale degeneri in una rissa. Proponendoci di fare ciò sappiamo di corrispondere alle esigenze dei cittadini e dei lavoratori ai quali ripugnano i metodi rissosi, demagogici e volgari che l'attuale segretario della DC vuole imporre al suo partito e alla campagna elettorale.

I PROBLEMI REALI

Porremo al centro del dibattito i temi delle autonomie locali, quelli dello sviluppo della partecipazione nelle grandi città, quelli del come portare a compimento la riforma regionale bloccata dai governi de, le nuove misure per salvare Comuni e Province dal dissesto finanziario in cui li ha cacciati la politica finanziaria e fiscale statale. Saranno al centro del nostro lavoro le Proposte politiche per la casa, i trasporti, la scuola, il territorio. A Milano, per esempio, saranno centrali le questioni inerenti il nuovo piano di 167 e il nuovo Piano regolatore.

Nella nostra azione di dibattito, di confronto, anche di propaganda, ci sono i gravi e grandi problemi che riguardano le concrete condizioni di vita di milioni di lavoratori, che riguardano

il destino e il rinnovamento delle strutture democratiche d'Italia. Sappiamo che facendo ciò risponderemo alle domande che ci pongono i lavoratori, i protagonisti di quel vasto movimento unitario che è cresciuto in questi anni nelle fabbriche e nei quartieri. Sappiamo di corrispondere alle aspirazioni democratiche e antifasciste di una città come Milano. Sappiamo di porre al centro della campagna elettorale proposte per avviare a soluzione problemi, per promuovere mutamenti riformatori che soli possono aggredire le cause che stanno alla base della crisi economica e sociale che ci travaglia. Discutere di tutto ciò è necessario perché vogliamo una campagna elettorale che deve veramenr te servire ai cittadini per prendere in piena serenità le loro decisioni elettorali. Non ci sottrarremo certo dal dibattito e dalla discussione anche su temi quali la criminalità e l'ordine pubblico, temi sui quali Fanfani crede di poter spadroneggiare con iniziative personali, demagogiche e tardive che in effetti non tengono conto del movimento dei cittadini che su questi stessi temi ha espresso proposte unitarie profondamente civili e innovative. Nè saranno estranee alla nostra azione elettorale le questioni poste da fatti come quelli del Vietnam e della Cambogia nè da avvenimenti come quelli portoghesi. Non è e non sarà nostro costume evitare il dibattito e il confronto, nè abbiamo alcun elemento di difficoltà o di imbarazzo.

NUOVA MAGGIORANZA AL COMUNE DI MILANO

Uno dei temi dominanti è quello delle "formule" politiche. Fanfani vuole rilanciare le sue vecchie e logore posizioni di chiusura all'incontro, al dialogo, alle intese con l'opposizione di sinistra, in sostanza con la grande forza rappresentata dal PCI. Con continue invettive cerca di scongiurare fenomeni positivi che emergono dalla realtà. I comunisti dove sono forza al governo danno stabilità, efficienza, onestà alle amministrazioni; dall'opposizione assicurano sempre un contributo positivo preoccupati prima di tutto dell'interesse generale. Dai quartieri, ai Comuni, alla Regione lombarda non v'è decisione di segno positivo che non sia nata con l'apporto decisivo di discussione e anche con il voto dei comunisti.

Abbiamo visto così in questi ultimi anni un pullulare di proposte positive e di possibilità unitarie sui temi strettamente legati alla vita dell'ente locale sino alle questioni dell'antifascismo, alle iniziative per le riforme, di sostegno e di solidarietà con le lotte del lavoro.

Con queste nostre proposte programmatiche chiediamo ai cittadini milanesi un suffragio per essere più forti perchè, come ha dimostrato l'esperienza di questi anni, si traggano le conclusioni: occorre una nuova maggioranza con i comunisti per una nuova gestione unitaria e democratica del Comune di Milano. E' questa la proposta capace di togliere il governo della nostra città dall'attuale stato di crisi, di inefficienza e di distacco dalla realtà viva della cittadinanza. La nostra è una proposta che si collega alle esperienze che sono maturate anche nel nostro quartiere e nel consiglio di Zona dove di fronte all'urgenza e all'evidenza dei problemi sono crollate antidemocratiche discriminazioni e cadute assurde preclusioni.

I giorni della Liberazione, a Milano, nel ricordo di uno dei protagonisti di primo piano della lotta antifascista

Il compagno sen. Giovanni Brambilla ci invia questa testimonianza sugli avvenimenti politici di trent'anni fa, quale contributo al dibattito, tutt'altro che formale, che si svolge in questi giorni di celebrazione del Trentennale della Liberazione.

Trent'anni or sono dopo l'insurrezione patriottica del 25 Aprile 1945 il colonnello Poletti, designato dagli alleati a commissario per la Lombardia, mettendo piede a Milano troverà una città ordinata e ripulita dai nazifascisti, ad opera delle, forze partigiane GAP; e SAP di città e dalle formazioni di montagna dell'Oltre Po Pavese e della Valsesia, sotto gli ordini del Comando Volontari della Libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale.

sporti, scuole, ospedali sono sconvolti, masse di cittadini provenienti dalle file partigiane o dai campi di prigionia e di sterminio bisognosi di tutto, nel mentre sono introvabili i generi di prima necessità sottoposti alle manovre speculative del mercato nero, il tutto lasciato in eredità dal criminale regime fascista. La situazione viene affrontata con spirito di abnegazione e con grande slancio dalle migliori forze della lotta antifascista e della guerra di Liberazione. Esse daranno vita ai nuovi organi democratici di potere, emanazione degli accordi tra i Partiti del CLN e già predisposti prima della insurrezione, designando Greppi a Sindaco di Milano, Alberganti a Segretario della Camera del Lavoro unitaria, Lombardi a Prefetto della Provincia, coadiuvati e sostenuti in questo dalla mobilitazione dei partiti operai e popolari e dalle organizzazioni di massa femminili e giovanili, in particolare dei Gruppi di Difesa della donna e del. Fronte della gioventù.

Gennaio del '44 sul Monte Briasco: Cino Moscatelli, insieme ad altri partigiani.

La prima preoccupazione del "Signor Commissario" sarà quella di sottomettere queste forze dell'ordine, italiane, alla subordinazione del Comando alleato, così dimostrando apertamente uno stato di insofferenza nei confronti dei partiti democratici antifascisti e di intolleranza verso le forze partigiane, soprattutto se dirette dai comunisti. Questo atteggiamento ostile avrà modo di manifestarsi pubblicamente in occasione di una grande manifestazione per l'arrivo di Togliatti, allora ministro del governo Bonomi, vietandogli di parlare dal balcone della Federazione comunista, allora sui bastioni di Porta Nuova. E questo benchè Poletti avesse voluto poco prima esprimere al CLN il proprio compiacimento per l'ordine esemplare trovato a Milano e la soddisfazione di poter conoscere "persone di iniziativa, di coraggio patriottico, devote alla democrazia". Atteggiamento equivoco che peserà sulla situazione politica e renderà più arduo il compito che le forze della Liberazione si accingono ad affrontare nelle gravi condizioni, sotto molti aspetti tragiche, per la vita della città semiparalizzata dalla guerra. Sono probemi urgenti e angosciosi di una popolazione che al ritorno dallo sfollamento si ritrova senza casa o in case di fortuna. I servizi pubblici di tra-

Tutte le forze partigiane vengono poste agli ordini del CLN e vengono istituiti nei rioni organi di potere, con funzioni di tribunali popolari e compiti di epurazione contro i collaborazionisti, oltre che di ausilio alle autorità per tutti i problemi di solidarietà e assistenza sociale. La Giunta comunale del CLN lascerà poi il posto, con le elezioni amministrative del 1946, ad una amministrazione unitaria, la quale getterà le basi per la rinascita della città, ponendo in primo piano la ricostruzione, con un piano urbanistico in termini antispeculativi e avente particolarmente cura detti difesa degli interessi popolari, basatl su criteri di decentramento poli ttru amministrativo. Sarebbe interessante a distanza di tre decenni verificare quali sviluppi ha avuto questo piano, elaborato allora dal nostro compagno Venanzi e approvato dalla Giunta della Liberazione uniGiovanni Brambilla (Continua a pag. 4)

Giovani di oggi imparano a conoscere la Resistenza leggendo il volume, pubblicato dal "Comitato Valsesiano" che riproduce tutti i numeri della « Stella Alpina » organo delle brigate garibaldine nella Valsesla.

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IL VOTO DEL 15 GIUGNO XXX DELLA LIBERAZIONE
PERIODICO DEI QUARTIERI ISOLA-FONTANA-ISTRIA-GRECO-PONTE SEVESO a cura delle Sezioni del PCI della Zona 2 - Marzo/Aprile 1975 - N. 7

Unità antifascista sempre

Per arricchire la vita democratica della ABBONATI

Zona 2 sostieni la voce dei quartieri.

Il rafforzamento dell'unità antifascista è l'esigenza che emerge a «QUARTIERE E POLITICA»

dalle dichiarazioni degli esponenti politici della Zona 2

Abituati al rituale delle dichiarazioni per affermare il valore superiore della unitario e antifascista. commemorative sentiremmo il disagio libertà, della giustizia e dell'egua- La Costituzione repubblicana non apdel La resistenza armata al fascismo, ulti tare ripetere vuote formule nel presen- glianza. plicata, i tentativi di colpo di Stato, mo atto della lotta popolare che con- tare gli scritti delle forze politiche del A trent'anni dalla lotta di Liberazione il terrorismo nero che intende finsi- mo la dittatura e liberò il nostro nostro Consiglio di Zona, se non aves- possiamo dire che quei valori che ispi- diare con la violenza brutale e crimi- Paese, non chiede d'essere simo anche, come redazione del gior- rarono gli uomini e i principi della nate il regime democratico, 50110 un rata o celebrata. Essa non segnò la commemonale, un problema da sollevare. Resistenza sono stati raggiunti? Pos- forte richiamo a questo impegno. data di nascita della Libertà o quella Si è fatto tutto il possibile nella no- siamo dire tranquillamente di no, dicia- Le celebrazioni della Resistenza e del- di morte del fascismo, ma fu la risul- stra zona per una effettiva crescita mo che a trent'anni dalla Liberazione la Liberazione hanno un grande signi- tante della volontà concorde di un poantifascista? la lotta popolare contínua. E questa ficato politico, dal quale emerge con polo che intese affrancarsi da ogni sog- Si è andati nelle scuole, nelle fab- non solo contro la strategia della ten- evidenza che l'unità partigiana è stata gezione limitatrice delle sue libertà briche, nei quartieri a discutere a sione e delle trame nere, ma contro un risultato sofferto e contrastato, al economiche, sociali e politiche. Lo viso aperto i problemi dell'antifasci- tutto quanto di fascismo è ancora nel quale hanno saputo dare il loro con- stesso popolo e la stessa lotta di oggi smo, quelli che ci uniscono e quelli nostro Paese: lo smarrimento del sen- tributo uomini politici, operai, intel- per difendere trent'anni di battaglie che ci dividono? so sociale del potere, la caduta dei va- lettuali, contadini, da posizioni politi- politiche e di conquiste sociali. Si è dato corpo e intelligenza a quel lori morali. Il fascismo non è solo che e ideologiche diverse. Ancora in Il fascismo, di fatto, è sempre la ri- Comitato unitario che sulla carta do- estremismo. Esso è la strategia di va- questi giorni altri attentati ad opera sposta avventuriera che certa classe veva svolgere questo compito? sti settori del capitalismo, oggi in cri- dei centri dell'eversione fascista, come del profitto dà quando vede messi in Pensiamo di no! Abbiamo mancato del- si, che si difende attaccando le con- l'attentato sulla Firenze-Roma, gli as- discussione la sua egemonia e i suoi la necessaria perseveranza, dell'intima quiste dei lavoratori, che cerca di som- sassinii brutali, premeditati, del gio- privilegi: ieri il braccio esecutore fu convinzione e anche, perchè non dirlo? mergere le giuste aspirazioni delle mas- vane Claudio Varalli e del compagno fornito dalle squadracce", " teppaglia del coraggio delle idee. Discutere, con- se popolari per arrivare a soffocare la Rodolfo Boschi e la morte di Giannino racimolata nelle galere, oggi dal "bri- vincere, partecipare. libertà. Per questo diciamo che la lot- Zibecchi travolto da una jeep dei ca- gatismo" assassino e dai "bombardie- Se la volontà politica esiste dobbiamo ta popolare continua ancora oggi, an- tabinieri nei tragici giorni di metà ri" di Almirante, pagati per praticare cogliere l'occasione per andare avanti, la strategia del terrore e della tensione. per portare il nostro contributo alla Per bloccare la mano violenta del- crescita della democrazia e dell'anti- „ fascismo. del$Mig MilleNS, AMIC e 'ni'

necessita quindi porre fuori D

farlo intendere anche a chi troppo impegnato in scopi di parte semina più dobbiamo fuggire l'inerzia di chi sente il peso dei compiti che abbiamo di fronte e non osa affrontarli. La Redazione

e menzogna. Ma ancor di im,s0b:mmeng.000:»..::.::::,

RENATO BARBAGLIA (DC)

Presidente del Consiglio di Zona 2

Il pensiero, in questi giorni, corre alla lotta partigiana: uomini di tutti i ceti, di tutte le condizioni sociali e di ogni estrazione politica accorsero nelle file della Resistenza.

grande contributo alla vittoria sul ne totale le nostre fabbriche, le no-

stre case e milioni di vite umane. Gli uomini della Resistenza, seppur animati da particolari strategie, furono concordi per superare contrasti, per sostenere decisioni unitarie; l'interesse della nazione veniva prima di ogni tattica politica, la comune avversione ad un regime antidemocratico era il legame capace di far ritrovare sulle stesse posizioni uomini di tradizione e di cultura diverse. Non fu solo l'eccezionalità della situazione a giustificare le scelte di allora, non fu un calcolo politico dettato dalla situazione degli schieramenti internazionali, fu invece una scelta politica che spiega anche la storia degli anni successivi fino ai nostri giorni. La Resistenza fu un fatto nazionale, coin•,olse per la prima volta in un'unica lottsi masse cattoliche, socialiste, come 'sta e di intellettuali, tutto ciò in t.r.a dimensione di ricerca che fece emergere tendenze e fermenti culturali che dovevano certamente investire i problemi irrisolti di una società e di uno Stato arretrati come quelli mantenuti dal regime fascista. Ma ricordare non vuol dire celebrare trionfalisticamente una ricorrenza, cercare nella mitizzazione di far svanire il reale significato di quelle lotte. La Resistenza non è stata discriminazione all'interno delle forze politiche che le diedero forza, ma è stata unità, collaborazione, solidarietà politica e civile, superamento di ogni distinzione

QUARTIERE E POLITICA - PCI Zona 2

Redazione: Via Bitonto 3

Coordinatore: Rinaldo Coscelli

Sezioni:

Bietolini: Via Bitonto 3 - tel. 691.467

Bontadini: Via Comune Antico, 9/A tel. 688.47.97

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Pea: Via Taormina, 11 - tel. 680.308

1° Maggio: Via Sebenico. 21 tel. 607.11.13

Direttore responsabile: Sergio Dugnani

Comitato di redazione: Bruno Cassani, Sergio Dugnani, Pietro Stramba-Badiate, Linella Tavacca, Dante Vannint

Tribunale di Milano

Autorizzazione n. 133 in data 19-4-1974

Chiuso in tipografia il 28-4-1975

Artigrafiche G. Beveresco s.r.l.

che se diversa perchè non lotta armata; essa è nella richiesta di partecipazione che viene dal mondo del lavoro e dei giovani, nella formulazione delle scelte degli indirizzi che dovranno condizionare la loro vita futura.

Al di là di ogni retorica che vuole il 25 Aprile ridotto all'esaltazione del sacrificio di tanti coraggiosi, che ripropone vecchi schemi di amor patrio, l'impegno di tutte le forze politiche democratiche dovrà essere quello di cogliere, nell'attuale momento storico, le occasioni per battaglie democratiche che possano determinare nel Paese un avanzamento sociale e politico di quanti ancora soffrono oppressione e ingiustizie da parte di un sistema sociale spesso in contraddizione con gli ideali della Resistenza.

AMBROGIO ROSSI (PCI)

li trentesimo anniversario della Liberazione che segnò, con la sconfitta definitiva dei nazifascisti, la conclusione vittoriosa dell'epopea partigiana e dei sacrifici compiuti in quel periodo dalla parte migliore del popolo italiano per dare al nostro Paese una Costituzione democratica repubblicana e antifascista, deve impegnarci più che mai oggi, in ogni posto dove operiamo, nella lotta per l'estensione del fronte

aese.

Per imporre il consolidamento e lo sviluppo sereno della democrazia è indispensabile però una strategia riformatrice, comune a tutte le forze di

ispirazione popolare, capace di rodivi-

duare concreti obiettivi di sviluppo sociale per portare la classe lavoratrice alla reale direzione politica del Paese. Il P.S.I. si è sempre battuto in questa prospettiva politica. A questa linea di sviluppo sociale ha ispirato le batgoverno. Ribadire questo impegno significa per noi oggi raccogliere il messaggio di pace e libertà lasciatoci in eredità dai

I taglie che ha condotto nelle piazze, nelle organizzazioni democratiche, al

ARNALDO NOVELLI (PSDI)

Dopo trent'anni dalla Liberazione del nostro Paese, ho il piacere di ricordare

quanto abbiamo fatto, con i compagni di allora, accomunati dall'ideale della Patria libera. Con questo mio scritto, vorrei potere andare a ritroso nel tempo, fino a quei momenti, dove nella tragica e precaria situazione bellica in cui si trovava il nostro Paese tutto veniva superato in favore della Patria, usurpata dal fascismo.

Aprile a Milano, sono un richiamo forte all'impegno unitario, anche in prospettiva delle imminenti elezioni che devono svolgersi in un clima sereno, per sconfiggere definitivamente le forze che tendono a fare arretrare l'intero Paese, che tentano l'avventura, la provocazione, anche approfittando delle debolezze, dei ritardi e dei difetti gravi dei governi diretti dalla Democrazia Cristiana nell'affrontare i problemi della giustizia e delle riforme. La Resistenza ha saputo creare una forte coscienza democratica ed unitaria che la classe operaia, i giovani, i lavoratori, le organizzazioni sindacali sapranno senz'altro usare bene per la difesa della Repubblica. Ancora oggi come trent'anni fa bisogna affrontare, certamente con metodi diversi, la lotta aperta per unire contro il fascismo, per una società libera e giusta superando veramente la rottura dell'unità antifacista, superando, con la lotta, gli ostacoli che il gruppo fanfaniano della DC frappone testardamente e pericolosamente al raggiungimento e al consolidamento di questa unità. Questo è l'impegno coerente, tenace, serio dei comunisti. E lo rafforzeremo in in ogni luogo ben sapendo dicorrispondere alle esigenze profonde dei lavoratori e della grande maggioranza del popolo italiano.

Allora il fattore personale veniva abbandonato in favore dell'efficacia della Resistenza, frutto dell'accordo degli uomini di quel momento. Pertanto in questo tempo auspico un accordo di idee e d'intenti per superare questo forse meno tragico, ma ugualmente diffrcile momento storico, per cui chiedo che per un attimo ci sia la volontà di una ragionevole alleanza tra tutti i partiti antifascisti, per essere poi l'avvio di un accordo storico in rispetto dell'ideologia di tutti, ma nello stesso momento affraternati, per potere dare ancora, come allora, tutto di noi stessi in favore della nostra amata Patria. Se ciò non bastasse vi ricordo il rispetto che dobbiamo ai nostri compagni caduti per la causa comune, sospinti dagli alti ideali che li spinsero ad affrontare quella gravissima situazione, sfidando e donando la loro vita, affinchè il nostro Paese tornasse libero. Pertanto quale patriota allora, come esponente del P.S.D.I. nell'ambito delta Zona 2 in questo momento, auspico che il ricordo delle atrocità di ieri, siano un ulteriore stimolo e la premessa di una ferrea volontà, che ci spinga di comune accordo a risolvere democraticamente i quotidiani problemi che ci assillano.

Mi auguro che il ricordo dei compa(Continua a pag. 4)

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ROBERTO COPPARI (PSI)
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Lettere al giornale

I « PRATI » DI VIA VEGLIA

Alcuni mesi fa ebbi a scrivervi una breve lettera per chiedervi (essendo il vostro un periodico che tratta problemi del nostro Quartiere ed essendo quindi collegato con il Comitato della Zona 2), se era possibile sapere come erano andate a finire tutte le varie iniziative intraprese alcuni anni fa (dico alcuni anni fa e non alcuni mesi), dalle varie Organizzazioni locali per la rivendicazione a verde pubblico od a costruzioni di pubblica utilità quali asili-nido, scuole materne, ecc., dei "prati" adiacenti le vie Veglia e Taormina-Cufra.

Allora i vari signori Borruso, Soffientini ecc. notabili della D.C. locale ebbero a promettere in numerose pubbliche assemblee ed in decine di manifesti affissi sui muri di tutto il quartiere, che la vittoria, e cioè la conquista del verde pubblico o degli asili-nido od altre opere a favore dei cittadini della zona, era ormai a portata di mano grazie all'intervento di lor Signori presso le Autorità competenti. Da allora non si è saputo più niente ed è per questo che torno a riscrivere a voi nella speranza di avere una qualche informazione.

Distinti

• LA CRISI E GLI ESERCENTI

La grave crisi che attraversa il Paese e che non tende ad avviarsi a soluzione non ha risparmiato gli esercenti. Il ristagno produttivo, i numerosi lavoratori in cassa integrazione, la diminuzione del potere d'acquisto dei salari, così come i costi rapidamente crescenti e, da parte governativa, alcune recenti misure e provvedimenti legislativi (particolarmente per quanto concerne l'I.V.A.), non favoriscono la ripresa del lavoro nel settore degli operatori commerciali e rappresentano un reale pericolo soprattutto per quei commercianti che trattano generi di largo consumo, che rischiano di vedere drasticamente ridotte le loro entrate.

Il volume delle vendite, nonostante

*e- le campagne promozionali attuate da numerosi commercianti, attraverso il contenimento e la riduzione dei prezzi, ha già subito contrazioni rilevanti.

Gli esercenti devono quindi essere consapevoli che per superare tutti gli squilibri della nostra economia non solo è necessaria la realizzazione e la chiarezza degli obiettivi di riforma, ma è indispensabile organizzarsi in un sindacato (come ad esempio la CONFESERCENTI) per il raggiungimento di tali obiettivi.

Anche per quanto riguarda il fenomeno di eccezionale gravità che è oggi la criminalità, gli esercenti si ritengono tra le prime vittime, in quanto vedono minacciati sempre più la loro vita e i loro beni.

Essi devono chiaramente riaffermare la necessità che venga rispettata la Costituzione e che vengano create nuove basi per un nuovo consenso di massa attorno all'autorità dello Stato e non invocare, come taluni fanno, sentenze esemplari e una diminuzione delle garanzie di libertà del cittadino.

Per quanto riguarda gli esercenti dell'Isola essi risentono ancor più le difficoltà sopra esposte.

Infatti essi sono collocati in un quartiere in cui l'Amministrazione comunale di centro-sinistra non ha interesse a ristrutturare e a risanare l'edilizia degradata in quanto vorrebbe vedere trasferiti altrove gli abitanti di ceto popolare per far posto alla costruzione del Palazzo della Regione con i relativi servizi (alberghi di lusso, tavole calde, self-service, parcheggi, ecc.) e quindi non fa nulla per creare strutture adeguate al mantenimento in zona delle attività artigianali e di piccolo commercio.

Molti esercenti della zona hanno dovuto chiudere i loro negozi (nella sola via Pastrengo in un anno: 1 macelleria, 1 drogheria, 1 bottiglieria, 1 panetteria e 1 fruttivendolo) in quanto non erano più in grado di subire gli

elevati costi di gestione e i continui rincari dovuti essenzialmente a grosse speculazioni e a spese di infermediazione. Inoltre molti esercenti della zona non riescono a capire che, per superare l'attuale crisi e per resistere e respingere l'attacco dei monopoli, è necessario l'associazionismo.

Infatti solo in questo modo (cioè creando gruppi d'acquisto tipo il CONAD) si possono eliminare gli intermediari, i parassiti, le grosse catene, tutti coloro che non fanno per professione i commercianti al servizio della collettività, ma soltanto gli speculatori alle spalle dei dettaglianti e dei consumatori. Questi esercenti devono capire che solo con queste forme di associazione si possono ridurre i costi di gestione e si può quindi sostenere la concorrenza più o meno sleale.

I GIOVANI E LE ELEZIONI

I giovani vedono più di ogni altro le ingiustizie del mondo che li circonda e sono sempre in prima linea nel portare avanti l'ideale di una società più giusta in cui contino veramente valori di fratellanza ed uguaglianza. Le classi che detengono il potere hanno sempre tentato, e lo tentano tuttora, di tenere le nuove generazioni lontano dalla vita politica, per evitare che esse facessero sentire la loro volontà ed il loro peso. Oggi, la battaglia condotta da anni dalle forze progressiste del Paese è riuscita a vincere la resistenza della Democrazia Cristiana e di tutti i conservatori. Oggi, a 18 anni, i giovani, oltre alla forza delle idee hanno uno strumento per far valere la propria volontà: IL VOTO! Usiamolo per costruire un'Italia più giusta, liberiamo il nostro Paese dalla prepotenza, dall'egoismo, dalla corruzione di quanti l'hanno governata male per 30 anni!

Sottoscrizione elettorale per il P.C.I.

Anche per questa campagna elettorale il nostro Partito ha lanciato una campagna di sottoscrizione con un obiettivo su scala nazionale di 2 miliardi di lire. Chiediamo questo sforzo ai compagni e agli elettori perchè ciò è necessario dato l'aumento vertiginoso dei coAti per la produzione di materiali. Questo impegno deve essere un momento di incontro e di discussione con tutti i democratici chiedendo di partecipare a questo nostro sforzo per contrastare la disinformazione delta propaganda democristiana che dispone di larghi mezzi e non sempre leciti. Il nostro partito chiede ai lavoratori ed agli elettori uno sforzo finanziario presentando un bilancio chiaro, pulito, controllabile in ogni momento: per questo i comunisti garantiscono che il denaro che i lavoratori sottoscriveranno sarà speso bene, non servirà a reclamizzare facce, ma a far conoscere idee, programmi, rendiconti di ciò che si è fatto e di ciò che intendiamo fare.

In questa grande campagna democratica per la sottoscrizione elettorale sono impegnati i compagni delle cinque Sezioni della Zona 2 con questi obiettivi:

Scuola Zona 2

Gli istituti superiori dopo i decreti delegati

Nella Zona 2 ci sono tre istituti medi superiori: Cremona (liceo scientifico), Zappa (istituto tecnico), VIII ITC (istituto tecnico commerciale). Si tratta di tre realtà scolastiche diverse, delle quali va tenuto conto nel valutare i risultati.

CREMONA - Sembra giusto iniziare considerando che la realtà culturale dell'istituto è più ricca e avanzata di quella tradizionale, anche per merito di una intelligente conduzione dell'istituto. Vi è in corso una attività di sperimentazione, agganciata al lavoro tradizionale, che non solo ha aperto nuovi spazi culturali, ma che sul piano politico ha contribuito a impedire una radicalizzazione delle forze diverse in termini di sterile contrapposizione. La ricerca di agganci culturali più moderni ha proceduto in modo parallelo con un lavoro di maturazione politica e con la creazione di un clima democratico capace di assicurare, attraverso rapporti non certo facili o scontati, un produttivo processo di crescita. Anche la sezione sindacale dei lavoratori della scuola, in occasione delle elezioni, ha saputo assumere un atteggiamento responsabile, rispettoso di una realtà studentesca a prima vista inconciliabile, divisa com'era tra chi credeva nella partecipazione studentesca alla gestione sociale e chi puntava sui delegati d'assemblea come strumento politico alternativo. In un documento distribuito il giorno delle elezioni la sezione sindacale CGIL-CISL-UIL dichiarava di ritenere che « la diversità delle tattiche in rapporto alle elezioni scolastiche sia compatibile con il comune obiettivo di impedire che la scuola resti al servizio della classe al potere ». In questo contesto di reale tolleranza e di maturità politica, espressa in una cosciente partecipazione pro o contro, il 35% di votanti tra gli studenti, cifra di per sè non alta, esprime un reale allargamento della base politica rispetto alla partecipazione assembleare, che vedeva la netta preminenza di quei" gruppi che hanno scelto la tattica astensionistica. Più che insistere sula sconfitta politica di costoro, in termini di modello di gestione democratica dell'istituto, conta insistere sulle nuove possibilità di confronto politico, garantito dalla radicale vita democratica esistente entro la scuola. Essa valorizza il diverso, rendendo possibile un incontro reale di forze che si sono contrapposte. Questo vale anche per i genitori (di cui va segnalata l'alta partecipazione, sebbene il bacino di utenza della scuola sia ben più ampio della zona 2). Anche qui c'è un rapporto equilibrato di forze che va utilizzato evitando spaccature e riconoscendo la realtà consistente delle forze unitarie di sinistra. Uno dei compiti preminenti sembra dunque quello di dilatare la potenziale produttività culturale dell'istituto, intesa anche come garanzia di serietà nei rapporti politici.

ZAPPA - Benchè la partecipazione degli studenti votanti sia stata superiore a quella del Cremona (37,6% contro il 35,5%) e quella dei genitori (66,6%) buona, il bilancio delle elezioni è sostanzialmente diverso da quello fatto per il Cremona. Anzitutto colpisce l'alto numero di schede bianche o nulle: 200 circa per i genitori e più di cento per gli studenti, rispettivamente 1/10 e 1/6 del numero dei votanti. Per intendere questo dato bisogna rifarsi alla situazione dell'istituto caratterizzata da rapporti difficili e da assenza di vere mediazioni democratiche. Il confronto è stato aspro nel recente passato tra studenti e corpo insegnanti e la vita politica studentesca monopolio della gestione autoritaria dei gruppi della sinistra extraparlamentare. I rapporti democratici si sono atrofizzati ed è cresciuto il qualunquismo. I voti degli studenti sono stati in parte voti di protesta, non sempre esprimenti fiducia nel progetto politico della gestione

sociale. Voti di protesta non contro i limiti dei Decreti Delegati, ma contro un assemblearismo improduttivo. Solo una parte dei voti ha avuto un senso politico costruttivo; voti indicativi delle possibilità di rapporti politici nuovi, nonostante la debolezza delle organizzazioni studentesche capaci di esprimerli. Il lavoro da fare è enorme per costruire attorno al Consiglio di Istituto una credibilità vera e una base di consenso-controllo. Anche il comportamento dell'Associazione genitori non è sembrato sempre improntato a finalità democratiche: le sue tre liste sono state costruite più per calcolo elettoralistico che per una volontà di confronto reale. La discriminazione e la diffidenza sono state grandi agli inizi. Un nuovo tipo di credibilità politica passa ora attraverso la capacità di agire in concreto sulle cose.

VIII ITC - Questo istituto di 1885 alunni è decentrato (o disintegrato) in quattro sedi: via Bassi, via Boltraffio, via M. Gioia, via Palmanova. Il lavoro scolastico sembra svolgersi in una situazione di emergenza che è diventata normale. Uno dei maggiori problemi è quello di avere sedi appropriate e di superare tutta una serie di carenze strutturali che si riflettono sulla formazione professionale (si insegna dattilografia senza macchine da scrivere). Mesi fa gli studenti hanno anche occupato un'area rivendicandola come sede per la propria scuola; ma, data la situazione scolastica nell'ambito del Distretto e nel quadro della riforma delle scuole superiori, armare chiaro come una soluzione valida si possa trovare all'interno dei centri scolastici onnicomprensivi. La situazione dell'VIII Istituto appare degradata anche per altre ragioni, (che trascendono certo la volontà dei singoli) tra loro connesse: mancanza di personale qualificato, basso livello di formazione scolastica, altissima pendolarità studentesca, conseguente difficoltà ad utilizzare gli impianti scolastici nelle ore pomeridiane. Anche il livello di maturità politica sembra poco elevato. Infatti, sebbene l'azione politica dei gruppi astensionistici non abbia pesato nella divisione delle forze o nella organizzazione di un dissenso sui Decreti Delegati, la partecipazione di studenti e genitori è stata debole (rispettivamente il 29,6% e il 47,5%) con una distribuzione di votanti per sedi assai eterogenea (la partecipazione più seria si è avuta in via Bassi e dei quattro studenti eletti tre sono del Bassi). E' chiaro come al Consiglio di Istituto eletto spettino compiti gravosi, così come spettano a tutte le forze democratiche e in primo luogo ai nostri militanti impegnati sui problemi della scuola nella Zona 2 e non solo attivi all'interno dell'Istituto. Mario Stefanoni ~1111111~1~

Nel trentennale della Liberazione saran. no traslate a Marzabotto le salme di:

Cioni Giacomo

Cioni Puccetti Emilia

Cioni Remo

Cioni Antonio barbaramente trucidati dalla furia nazifascista.

La Sezione 1° Maggio si associa ai Compagni Cioni Medardo e Giordana nel ricordare l'eroico sacrificio dei loro familiari e rinnova tutto l'impegno antifascista dei comunisti per una società più giusta.

La Sezione « Carlo Ferretti » annuncia con dolore la scomparsa della compagna

GINETTA FERRETTI ~1~11M

QUARTIERE E POLITICA 3
Sezione Bietolini L. 650.000 Bontadini L. 600.000 Ferretti L. 700.000 Pea L. 720.000 I° Maggio L. 700.000 L. 3.370.000 Marino Ragazzi
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TRADITE LE ASPETTATIVE POPOLARI

La Regione all'ex centro direzionale?

Importanti conquiste per la 167/865 e l'edilizia economica popolare

Il 30 aprile scadrà il mandato del Consiglio Comunale; entro questo termine la Giunta Comunale dovrà approvare il P.R.G. ed il piano di Edilizia Economica Popolare 167/865.

Parte della Giunta ha tentato di arrivare allo scioglimento del Consiglio Comunale senza aver definito una questione che da anni richiede come soluzione un P.R.G., che tenga in debito conto le effettive esigenze della popolazione denunciate in decine di assemblee indette dai Consigli di Zona, da varie forze politiche, sociali e sindacali e sollecitate con la lotta dei lavoratori per le riforme.

Grave è la posizione di coloro che alle giuste richieste popolari antepongono ancora, tramite forze conservatrici, l'ormai logoro discorso protezionistico dei disegni speculativi del grosso capitale. Noi comunisti consideriamo quindi urgente l'approvazione in sede comunale del P.R.G., e pur mantenendo inalterate le nostre critiche di fondo allo stesso, riteniamo che, se ben usato, rappresenterebbe un valido strumento per fermare dopo 30 anni di lotte uno sviluppo urbanistico irrazionale, sorretto esclusivamente da scelte speculative ed antipopolari.

Per la nostra zona il discorso si fa più pesante e più difficili si presentano le soluzioni. Le contraddizioni di uno sviluppo contorto e provocatorio sono da noi evidentissime, infatti di fronte a grattacieli per uffici, magnifici esempi di architettura e tecnica, all'Isola troviamo abitazioni in grave stato di abbandono e di degrado igienico, completamente prive di servizi indispensabili come acqua e gas, e magari un gabinetto alla turca, all'aperto, sulla "ringhiera" per otto famiglie. Abbiamo raccolto denunce dei lavoratori delle Poste costretti a lavorare in cantine fetide ed a volte allagate o dei ferrovieri che operano nelle cosiddette "camere a gas" (ci riferiamo ai locali sui tunnel alla Stazione Centrale).

Gli edifici scolastici non bastano a risolvere le richieste in zona, non esistono attrezzature sanitarie e sociali, neanche un pronto soccorso.

Nel contempo è avvenuto l'accentramento illogico delle sedi degli uffici tecnici comunali, della SIP, dell'INPS,

Assemblea popolare del 25-3-1975, indetta dal CUZ 2/9, con l'adesione del SUNIA, sezione Zona 2, delle sezioni territoriali di PCI, PSI, PdUP e del Comitato di Quartiere Isola.

Mozione conclusiva (approvata all'unanimità).

Al Decentramento Comunale, Consiglio di Zona 2. Si chiede che vengano introdotte le seguenti modifiche nelle proposte di Piano Regolatore e Piano di Edilizia Economica Popolare.

Palazzo della Regione: la previsione dell'insediamento di questo palazzo è in aperta contraddizione sia con le dichiarazioni programmatiche della delibera quadro sia con il piano proposto dal Consiglio di Zona 2 per le aree del centro direzionale.

Le forze organizzate: sindacali, politiche e sociali presenti a questa assemblea ribadiscono il loro completo disaccordo con questo insediamento. Indicano come possibile e valida alternativa la sistemazione al Gallaratese, nell'area speciale già individuata dal

P. R., come del resto richiesto da quelle popolazioni.

Palazzo delle Ferrovie: la costruzione di questo palazzo dovrà attenersi a due principi di fondo:

— controllo politico dei lavoratori sulla progettazione e sulla costruzione, con particolare riferimento alla cubatura e alla destinazione del palazzo stesso;

— rispetto dell'applicazione del vincolo a 167 alle aree circostanti (B2 - B6 - B7 del piano approvato dal Consiglio di Zona).

Lotti di 167: si chiede la qualificazione dei lotti proposti, per applicabilità della 865; la estensione a tutta l'edilizia degradata, con particolare riguardo alla perimet razione prevista dal piano della Zona 2. Si vincolino anche aree libere sia per nuove costruzioni che per servizi. Si propone l'applicazione della legge 1230 sull'artigianato nelle case vincolate a 167. Si prevede un preciso impegno finanziario perchè

ecc. In questo senso è errata sotto tutti i punti di vista, anche quello tecnico, la scelta di collocare la mastodontica sede della Regione Lombardia all'ex Centro Direzionale.

Il grosso errore genererebbe una spinta alla terziarizzazione, un'ulteriore espulsione della attuale popolazione dai rioni Isola, Porta Volta, Porta Nuova. I problemi reali da affrontare invece sono: realizzazione di case popolari per i residenti; risanamento o realizzazione di adeguati ambienti di lavoro per le Aziende Pubbliche esistenti sul territorio della Zona 2; miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini anziani, attraverso la costruzione di centri aperti; realizzazione di attrezzature di quartiere per la gioventù; recunero degli standards di urbanizzazione secondaria (asili nido, ecc.).

Il 25-3-75 organizzata dal CUZ delle Zone 2 e 9 e dal SUNIA, con la partecipazione di varie forze politiche e sociali, si è svolta una Assemblea Popolare conclusa con una mozione che pubblichiamo integralmente e che è stata presentata come documento al Consiglio di Zona 2. Dopo un goffo tentativo di respingere in blocco la mozione si è passato alla votazione sui singoli punti.

DC e PSDI (7) hanno votato a favore dell'insediamento del Palazzo della Regione. PCI e PSI (6) hanno votato contro. Anche per il Palazzo delle Ferrovie si è avuto voto contrario.

La valutazione data per il piano integrativo di 167 (case popolari) è positiva. Essa accoglie in buona parte le nostre richieste presentate a suo tempo dal Consiglio di Zona 2 alla Giunta Comunale. Emerge la necessità di lottare per raccogliere nuove adesioni tra cittadini, forze politiche e sociali affinchè venga sconfitta la volontà di coloro (DC e PSDI) che vogliono imporre il Palazzo della Regione. Noi comunisti ribadiamo anche in questa sede tutto il nostro imnegno per impedire l'attuazione di questo disegno.

Dante Vannini

non si verifichi, una volta approvato il piano, una fase di stallo per "mancanza" di fondi.

Per evitare il decentramento speculativo delle fabbriche esistenti occorre apporre il vincolo a destinazione industriale su tutte le aree dove insistono attualmente attività produttive manifatturiere, respingendo così tutti i casi dove vengono previste altre destinazioni, in particolare residenze.

Si richiede che le zone vincolate ad F all'interno del perimetro urbano vengano utilizzate solamente per il reperimento degli standards di legge relativi ai servizi di zona e non quelli di carattere cittadino, previo un controllo accurato degli standards proposti. Controllo accurato delle norme di attuazione del PRG — eliminazione dalle norme della possibilità dell'utilizzo delle licenze edilizie semplici ed obbligo invece dei piani particolareggiati — nelle zone residenziali, per evitare che si abbia, come possibile con le attuali norme, una ripresa delle demolizioni o delle ristrutturazioni a carattere speculativo con la ulteriore conseguente espulsione dei ceti popolari. Si richiede la individuazione e il vincolo delle aree necessarie per la costruzione degli asili nido e delle mense interaziendali la cui rivendicazione è contenuta nella piattaforma su casa e territorio del CUZ 2 e 9; più in generale, a questo riguardo, si richiede la totale assunzione di questa piattaforma da parte del Consiglio di Zona 2. Si richiede l'impegno del Consiglio di Zona 2 affinchè in tempi brevi si vada ad una mobilitazione che coinvolga tutte le forze popolari e democratiche che hanno fissato questi obiettivi come prioritari per mantenere una reale forza innovativa nella nostra città; e che si arrivi alla approvazione del piano di 167 e del PRG con le richieste modifiche prima dello scioglimento del Consiglio Comunale.

(Continua da pag. 2)

Unità antifascista

gni di allora ci dia la forza e il buon senso di abbattere tutti gli ostacoli che talvolta anche in modo ingiustificato serpeggiano tra di noi, mettendoci uno contro l'altro, a sfavore dell'accordo che rimane il sistema democraticamente più valido per risolvere l'attuale crisi che ci attanaglia, e che potrebbe portare la popolazione tutta in una situazione molto grave.

I nostri concittadini si aspettano da noi soluzioni democratiche e ponderate, tali da risolvere e giustificare gli ideali per cui abbiamo lottato e che continuiamo a sostenere, volendo prima ed ora una vera libertà in un libero Stato.

•—

CARLO COLTRI (DC)

Aderisco volentieri all'invito di "Quartiere e Politica" di essere presente, come rappresentante della D.C., con un mio pensiero e una mia testimonianza sulla Resistenza. Mi sembra infatti più significativo che in altre occasioni "fare qualche cosa" insieme per ricordare il Trentennale della rifondazione o sotto certi aspetti addirittura prima fondazione della democrazia in Italia, anche se in questo caso, più modestamente, prendiamo insieme la penna per confrontarci su una esperienza ancora comune. Ogni volta che infatti si opera una revisione del proprio operare reimmergendosi nella propria autenticità non lo si può fare in solitudine pena l'assenza del riscontro nell'altro ma, ancor più in virtù dei valori a cui ci ispiriamo in una decisa impossibilità alla crescita e allo sviluppo della persona anche nell'azione politica reale. L'esperienza della partecipazione agli ambiti del decentramento che per me come per molti altri ha avviato "alla politica" si lega con immediatezza alle esperienze della Resistenza: è cambiata l'eroicità e il rischio, aspetti contingenti anche se caratteristici del periodo di cui celebriamo la presenza e la incidenza nelle nostre istituzioni, ma è assai simile la responsabilità, non è diversa la vigilanza "democratica", sono diffusi lo spirito di sacrificio e la ricerca costante dell' "unità".

La Democrazia Cristiana, soprattutto sotto la spinta di alcuni carissimi amici, ha svolto un ruolo trainante per consentire l'avvio e la diffusione di questa esperienza a Milano, esperienza che con sincerità ritengo abbia costituito un antidoto di grande valore ideale contro i veleni del potere che il mio partito, avendolo dovuto esercitare, ha comunque, dal dopoguerra ad oggi, assorbito senza reazione, a volte, adeguata agli ideali nei quali affonda le sue origini e la sua ragione d'essere.

Vivremo cost un'occasione di rinnovamento di temi e di modi di fare politica che inevitabilmente producono in chi li vive una crescita conseguentemente e inevitabilmente democratica e pertanto la formazione di una sensibilità che permette di riconoscere oggi, anche nelle esperienze più allargate, nazionali ed internazionali, i reali pericoli che le esperienze democratiche e quindi anche la nostra oggi affrontano e sui quali imparano a vigilare.

PIERO UNGARI (PRI)

Non è facile sfuggire alla tentazione dei toni trionfalistici nel rievocare giornate che certamente hanno lasciato una traccia indelebile nell'animo di chiunque le abbia vissute.

11 25 Aprile significò infatti la caduta del fascismo e la fuga degli invasori, la fine della paura per le retate, gli arresti, le deportazioni, gli orrori dell'occupazione; significava poter sperare di rivedere persone care, o almeno di conoscerne la sorte. Significava anche un altro decisivo passo verso la pace. Una pace che, quanto conquistata dall'unione di tutto un popolo, dal sacrificio di tanti martiri, avrebbe dovuto realizzarsi nella libertà e nell'uguaglianza, in una sostanziale democrazia.

Gli eventi successivi hanno potuto talvolta alimentare non poche delusioni e malintesi anche gravi, ma chiara fu l'indicazione fissata col Referendum istituzionale in primo luogo, e quindi colla Costituzione Repubblicana; che non a caso ha incontrato tante e tali difficoltà nell'applicazione concreta.

Quella Costituzione che costituisce sintesi della volontà di un popolo e del travaglio ideologico che in Italia e fuori mantenne idealmente uniti tutti coloro che mai accettarono la logica del manganello. Il messaggio della generazione che ha fatto la Resistenza deve essere raccolto e difeso contro ogni tentativo di auto ritarismo, ma anche arricchito per tenere conto della nuova realtà (tanto mutata in 30 anni), sempre ricordato contro le innumerevoli e talvolta impensabili riapparizioni del fascismo.

• HILDA ASSAEL STERLOCCHI (PLI) Colgo l'occasione che mi è stata offerta dal vostro giornale per attestare che da sempre mi considero antifascista e di aver militato molto prima del 1943 nella Resistenza. Nel 1938 fui colpita dalla legge per la "protezione della razza", promulgata da Mussolini contro gli ebrei; gravissimi, a causa di questa legge, i danni morali e materiali, privata come per i miei correligionari di tutti i diritti civili. Durante la guerra collaborai con la nascente Resistenza contro la dittatura ed il nazismo e nel periodo critico del 1943, quando i tedeschi occuparono il territorio italiano, ebbero inizio gli anni durante i quali, avendo potuto ottenere delle carte d'identità in bianco da parte del capo ufficio anagrafe di Vatese, antifascista, e con grave pericolo per la mia vita, le consegnai personalmente, intraprendendo numerosi viaggi dall'Italia del nord fino a Riccione, al Generale Gino Ninchi che faceva pervenire i documenti indispensabili ai perseguitati politici, razziali, ai militari e ai partigiani che dovevano sfuggire alla persecuzione nazifascista. Come partigiana combattei, nota con il nome di battaglia di Elena Alessi, in collaborazione con il Comandante della Brigata Marescotti come membro per il collegamento con altri gruppi partigiani dislocati in Piemonte, in Lombardia, specialmente in Valtellina. Informata che ero stata individuata come ebrea e antifascista, riparai in Svizzera attraversando a piedi il Passo dello Spluga, dove venni arrestata e internata nel campo di Biihler (Cantone di S. Gallo) e poi a Montreaux (Cantone di Vaud).

(Continua da pag. 1)

Trent'anni fa

tariamente. Ora che la tenace azione perseguita alla opposizione dai comunisti e dalla sinistra, dopo la rottura dell'unità delle forze della Resistenza voluta dalla DC, unitamente alle forze conservatrici e reazionarie interessate ad ogni sorta di favoreggiamento degli interessi della speculazione più retriva, ha portato alla conquista democratica dei Consigli di Zona, sarebbe opportuno fare il biancio dei guasti e dei gravi danni che tale politica ha arrecato agli interessi delle grandi masse popolari in ogni campo, dalle abitazioni, ai trasporti, ai servizi sociali, ecc. ecc.

E ciò non per un gusto statistico, ma per definire le responsabilità politiche che ne derivano e sopratutto alto scopo di trarne indicazioni utili per l'oggi e per il domani, nell'interesse di tutta la cittadinanza.

Il primo insegnamento che ne risulterà non può che essere di condanna per il modo come è stata governata la città, il secondo che così non si può andare avanti, che bisogna cambiare, dando vita ad una nuova politica che sia ispirata ai postulati della grande rivoluzione democratica e antifascista che ha avuto come base fondamentale l'unità delle forze politiche che hanno lottato per la Liberazione del Paese. La sola politica, le sole forze che, unite, possono garantire nella libertà il progresso economico e sociale del nostro popolo, un reale rinnovamento democratico e socialista della nostra città e del nostro Paese.

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4 QUARTIERE E POLITICA
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LA MOZIONE APPROVATA DALL'ASSEMBLEA POPOLARE
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