PERIODICO DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA MENSILE
ANNO 1 - N. 4
Dicembre 1977
LIRE 300
La verifica
In queste ultime settimane il dibattito politico si è fatto più vivace coinvolgendo esponenti di rilievo dei partiti che sorreggono l'attutale governo. I recentissimi e gravi attacchi terroristici, l'addensarsi di pesanti minacce sull'economia, hanno spintd alcuni partiti a sollecitare una più rapida ed efficace applicazione dell'accordo pogrammatico e a reclamare un governo più adeguato ai problemi del paese, un governo di emergenza che comprenda anche i comunisti. Un partito che con i suoi 12 milioni e seicentomila elettori ha il diritto e il dovere di assumersi precise responsabilità nella direzione del paese. Su questi temi la discussione e la polemica si va facendo più intensa e vengono in rilievo le resistenze e le contraddizioni della Dc sulla necessità di stringere i tempi per una più ampia e fattiva collaborazione tra le forze democratiche. Che l'attuale dibattito non sia comunque una prerogativa delle segreterie dei partiti e dei sindacati, del Parlamento e del governo, ma coinvolga il paese è confermato dai fermenti che si riscontrano nella vita politica dei Comuni, delle Provincie e delle Regioni. Nella nostra città si stanno susseguendo gli incontri tra i partiti della maggioranza per un bilancio sui primi due anni di nuova amministrazione, per la messa a punto delle iniziative e degli strumenti più adeguati per far fronte ai grossi problemi che investono Milano: la difesa dell'ordine democratico, il rilancio dell'edilizia, la questione ATM, il rafforzamento della partecipazione dei cittadini e la delega di poteri effettivi ai Consigli di zona. La verifica che è in atto, pur tenendo conto delle posizioni diverse che le forze di maggioranza hanno su alcune questioni (vedi Atm), non ci sembra che abbia perciò nulla da spartire con le rituali crisi del centro sinistra, come qualcuno superficialmente ha scritto che per lungo tempo paralizzavano l'attivita dell'amministrazione. Comune rimane il progetto che lega i partiti in giunta per arrestare i sintomi di malessere e di degrado presenti nella città, frutto combinato della crisi generale del paese e di anni di avventata e non lungimirante politica amministrativa, e per avviarne il rilancio economico, sociale e culturale.
Un compito arduo che può realizzarsi rapidamente solo con il contributo costruttivo dell'opposizione, così come è stato rilevato dalla maggioranza durante questi recenti incontri. Per ora però sembra ancora prevalere nella direzione del maggior partito d'opposizione, la Dc, una ricerca dello scontro preconcetto e mai l'analisi rigorosa della grave crisi in cui ci troviamo e dei mezzi più adatti per risolverla.
Diversamente nella nostra zona è ben presente a tutti i partiti democratici la coscienza che solo il rafforzamento dello spirito unitario è la garanzia per la soluzione dei problemi che abbiamo di fronte. Per questo si stanno svolgendo presso la sede del Consiglio di zona una serie d'incontri tra Dc, Pci, Psi, e Pri per concordare un programma comune nel quale individuare gli obiettivi prioritari su cui indirizzare tutte le energie disponibili.
Le questioni che sono all'esame dei nostri partiti sono numerose e su alcuni punti sono differenti le valutazioni ma noi crediamo che sia possibile giungere ad un accordo positivo. Per questo ci auguriamo sinceramente che non intervengano dall'alto ricatti e resistenze, così come nei mesi scorsi abbiamo purtroppo dovuto registrare, che tentino di ostacolare questo comune sforzo per il bene della comunità.
PORTA VENEZIA
PER INIZIATIVA DELLA PROVINCIA
In via Settembrini, un centro sociale e culturale per la Zona 3
È ormai una decisione presa da parte dell'amministrazione democratica della Provincia.
Così è stata comunicata in un recente incontro in via Vivaio al Presidente del Consiglio di zona e al coordinatore della commissione cultura dall'assessore all'istruzione Arch. Novella Sansoni.
Il Centro sorgerà nello stabile già di proprietà del Pio Istituto Sordomuti, recentemente trasferitosi, e acquistato dalla Provincia per rinsediarvi alcune scuole superiori.
Queste infatti sono già in parte insediate nel primo e secondo piano.
Il piano terreno, per le sue caratteristiche poteva solo parzialmente essere sfruttato per aule scolastiche. Esso infatti, come abbiamo potuto verificare, è costituito da: una ex cappella sconsacrata, tre ampi saloni, una decina di aule, una sala mensa, una cucina, servizi igienici e ancora un saloncino.
La utilizzazione di questi spazi è così configurata nella proposta di massima dell'assessore Sansoni: nella ex cappella si potrà realizzare uno spazio attrezzato polivalente (per conferenze e dibattiti, Teatro - musica - proiezioni ecc.); in uno dei saloni e in alcune aule troverà sede la biblioteca di zona; un altro salone dovrebbe essere attrezzato a palestra (gia prima aveva questa funzione). II terzo salone ospiterà una compagnia teatrale, e precisamente il Teatro del Sole, che mentre avrà una sede stabile svilupperà la sua iniziativa culturale collegandosi direttamente con la realtà del quar-
Anzi il CdZ 3 sarà chiamato a contribuire in modo determinante alla realizzazione del progetto e soprattutto alla gestione del centro che sarà a tutti gli effetti il centro socioculturale polivalente di zona.
Questa è certamente una notizia che farà discutere molto. Ma noi crediamo di poter affermare che la proposta di cui riferiàmo sarà accolta positivamente dai cittadini della zona, molti dei quali erano forse rassegnati all'idea che in zona 3 non sareb-
be stato mai possibile avere spazi di questa portata per uso sociale.
Tocca ora al CdZ, alle forze democratiche giovanili, a tutti i cittadini lavorare alacremente per realizzare questo meraviglioso insperato progetto. ll nostro giornale farà naturalmente la sua parte, che non sarà solo di informazione ma di dibattito, di proposta e anche di stimolo incalzante alle forze politiche del CdZ per la rapida realizzazione del centro.
CONSUMATORI E COMMERCIANTI Un Natale in cassa integrazione?
Da alcuni anni iNÄquesto periodo tutti i giornali pubblicano inchieste e previsioni sull'andamento degli acquisti natalizi; mentre è sempre più lontana l'immagine degli anni del boom consumistico, come si orienteranno quest'anno i consumatori?
Quali tagli alle spese porterà la attuale crisi economica? Con quali prospettive i commercianti lavorano in questo periodo?
Anche il nostro giornale affronta questi temi, considerando l'importanza per la nostra zona del settore commerciale, non solo per la presenza di Corso Buenos Aires, che costituisce un richiamo a livello cittadino ed extracittadino, ma anche per la fittissima rete di negozi che gravitano intorno a questa arteria commerciale.
Abbiamo quindi svolto una piccola inchiesta presso l'Unione commercianti, la Confesercenti e avvicinando una serie di consumatori per sentire, per quanto ci era possibile, il "polso" della situazione.
11 E 12 DICEMBRE:
L'11 e 12 dicembre 1977 in quasi tutte le regioni del nostro paese si svolgeranno le elezioni dei consigli scolastici distrettuali e provinciali, si procederà al tempo stesso al rinnovo dei Consigli di Istituto e di Circolo. Gran parte del complesso degli organi di gestione sociale della scuola avrà cosi finalmente vita. Ciò non toglie che i ritardi e gli ostacoli frapposti dall'apparato burocratico, la linea accentratrice perseguita dal Ministero della Pubblica Istruzione, abbiano già avuto gravi conseguenze sull'impegno e sulla partecipazione popolare alla gestione della scuola. Perciò l'esigenza di un rilancio degli organi collegiali si pone oggi come una
(segue in ultime)
Un voto per rinnovare la scuola
tiere. Una mensa sarà aperta al quartiere negli spazi che già funzionavano per un servizio analogo (interno all'istituto); il saloncino potrà ospitare iniziative particolari collegate o promosse dal costituendo centro sociale giovanile di zona; le restanti aule ospiteranno le direzioni didattiche e gli uffici delle scuole presenti nello stabile. Questa proposta di massima, precisa l'assessore Sansoni, dovrà essere natt.iralmente verificata e discussa pon la zona. necessaria mobilitazione democratica e di massa, volta non soltanto ad ottenere la riforma delle istituzioni scolastiche e la ridefinizione del loro ruolo ma anche a concorrere allo sforzo che il movimento demodatico sta compiendo per fare uscire II paese dalla sua crisi economica e produttiva, sociale e culturale.
Nelle ultime settimane si è svolto nelle scuole un intenso lavoro in preparazione alle elezioni. Nelle pagine 6 e 7 pubblichiamo le liste presentate e I commenti.
IN QUESTO alle pagg. 6 e 7
NUMERO:
a pag. 3
La storia di Porta Venezia
a pag. 5
La "verità" di Montanelli
Elezioni scolastiche:
le liste e i programmi
a pag. 10
rilLe donne e il lavoro
Il giornale augura Buon Natale e felice Anno Nuovo a tutti i suoi lettori e collaboratori. Porta Venezia sarà regolarmente in edicola e nelle librerie e cartolerie all'inizio di gennaio.
Uno scorcio di Corso Buenos Aires
Nel n. 3 di P.ta Venezia abbiamo esposto un quadro, seppur sommario, di come ci appare il fenomeno della criminalità, della violenza, dell'ordine democratico nella zona 3. Abbiamo anche invitato a riflettere sul fenomeno della paura e le negative reazioni che esso innesca nell'attegiamento dei cittadini del quartiere.
Abbiamo detto che P.ta Venezia non è Chicago. Ma questa affermazione se da una parte tende a correggere troppo allarmistihe inchieste giornalistiche, che hanno spesso voluto indulgere al sensazionale più che al rigore, non si propone certo di nascondere la reale portata di una condizione che permane grave, nel quartiere come in tutta la città. Ai fenomeni di violenza fisica, di teppismo, si intrecciano altrettanto gravi reati e comportamenti antisociali e antidemocratici di persone e gruppi che appaiono insospettabili.
Agire dunque conteporaneamente sul fronte della lotta alla criminalità. comune e della violenza e su quello della moralizzazione della vita pubblica e dei comportamenti sociali ci appare come la condizione necessaria per la difesa della convivenza democratica. Se invece tutta l'azione delle forze dell'ordine dovesse ridursi, per mancanza di scelte di iniziative politiche, alla sola caccia al ladruncolo e al violento si correrebbe verso un sicuro insuccesso.
E una convinzione questa, che abbiamo incontrato anche fra i responsabili delle forze dell'ordine e dei vigili di quartiere. Un ruolo determinante spetta dunque alle forze democratiche della zona e della città.
COME SI MUOVONO LE FORZE DELL'ORDINE
Carabinieri e poliziotti, sostengono in commissariato, sono in grande numero impiegati in compiti di ordine pubblico per manifestazioni, scioperi, occupazioni di luoghi di lavoro e di case.
Un'altra non consistente parte della forza disponibile è costretta a rincorrere episodi di criminalità dai più grandi ai più insignificanti, e molto spesso numerosi agenti sono
bloccati per tenere in consegna il fermato o l'arrestato a causa dell'affollamento delle carceri della regione e delle loro desfunzioni organizzative, o per accompagnare al confine gli espulsi dal paese.
Moltissime guardie e graduati sono inpiegati in lavori burocratici che potrebbero assolvere anche personale civile.
che segnaliamo, al CdZ alle forze politiche, ai cittadini.
Sappiamo tutti, purtroppo, che molte delle vecchie case del centro di Milano sono degradate ed anti-igieniche, che viverci dentro è cosa penosa e che quasi sempre chi ci abita sono lavoratori, vecchi pensionati, gente che fatica a guadagnarsi la settimana.
Sono case che da anni dovevano essere sistemate, dove la proprietà doveva intervenire con le manutenzioni imposte dalla legge.
Ma polche non erano case dove era possibile qualche grossa speculazione, si sono lasciate andare rendendo sempre più triste e difficile la vita degli inquilini.
Cosa è stato fatto negli anni scorsi, dieci o quindici anni or sono, per supeare tale stato di cose? Quali furono gli interventi degli enti pubblici?
Di questi stabili non ci si interessava mentre larga parte di Milano veniva saccheggiata dagli speculatori con il beneplacito delle Giunte Comunali del tempo.
Oggi tutto è più difficile e più grave!
È stata necessaria la lotta degli inquilini, c'è voluto un grosso impegno delle sinistre- PCI in prima fila-è stato necessario il 15 gOgno 1975 perché il problema venisse posto all'ordine del giorno, perché si cominciasse a parlare della legge 167, di questa legge contro la quale oggi sparano le immobiliari ed altri ma che tuttavia è uno strumento (non l'unico) di grande importanza per dare il via al risanamento degli stabili degradati.
Tutti lamentano insuffiecienza di uomini e di mezzi Ecco perchè la prevenzione del reato è una politica tutta da attuare. Ma in attesa della riforma e della riorganizzazione dei vari corpi di zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA PS cosa si può fare?
Ai commissariati propongono: 1) realizzare maggiori collegamnti fra forze dell'ordine e forze politiche; 2) ottenere la istituzione del poliziotto di quartiere.
I VIGILI DI QUARTIERE
Non sfiducia ma sensazioni spesso di impotenza incontriamo fra i vigili di quartiere.
Sono 30 nella zona tre, e girano dalle 7 alle 21.
Hanno la convinzione che comunque in poco più di un anno di loro presenza nel territorio, abbiano rappresentanto un non trascurabile deterrente contro reati e infrazioni.
Lamentano anch'essi l'insufficienza di collegamenti con le forze politiche e con le istituzioni presenti nella zona, e le scarsa collaborazione dei cittadini che ancora in troppi non conoscono nè l'esistenza del servizio nè i compiti ad esso affidati. Un'altra insufficienza viene individuata nei collegamenti, puramente episodici, con i vari corpi di Pubblica sicurezza. In molte occasioni, dice il Dr. Calucci, responsabile del servizio in zona tre, sarebbe necessaria la contemporanea presenza del vigile, del poliziotto, della guardia di finanza, per andare a fondo nell'indagine. Spesso invece accade che il vigile, dovendosi attenere ai suoi compiti istituzionali non può intervenire per scoprire e reprimere un reato, della cui esistenza è certo.
Ñ PROPOSTE
Dall'incontro con le forze dell'ordine e con í vigili di quartiere emergono alcune interessanti proposte
Le forze politiche e il CdZ possono e devono esprimere un'azione determinante, avvalendosi della collaborazione delle forze dell'ordine e dei vigili, realizzando precisi e continuativi collegamenti con essi, per contribuire all'individuazione di più utili e qualificati interventi. Le stesse forze politiche e il CdZ possono concertare con le forze dell'ordine forme di pattugliamento con la contemporanea presenza del vigile, del polizziotto, della G di F. anche in via sperimentale per un certo periodo di tempo su un numero di caseggiati abbastanza limitato e opportunamente individuato.
3)11 C.d.Z. potrebbe promuovere una grossa campagna di "educazione civica e rapporto fra il cittadino e le forze dell'ordine", facendo leva su: le scuole, i locali pubblici. i luoghi di lavoro, i commercianti, le portinerie.
IL RUOLO DELLE FORZE POLITICHE
I partiti democratici della zona, stanno ridando vita al "Comitato per la difesa dell'ordine pubblico e dell'ordine democratico." Notiamo però una eccessiva lentezza e il rischio della genericità.
Noi siamo convinti che questo organismo potrà assolvere ad una funzione importante se non si limiterà alla sola convocazione di un ennesimo convegno sull'ordine pubblico e alla stesura di ordini del giorno di condanna.
Esso dovrà invece darsi un programma qualificato, dovrà prendere iniziative che informino ed educhino i cittadini.
E necessario che il comitato sappia racogliere l'adesione delle forze sociali e di quelle giovanili della zona per programmare con esse specifiche iniziative.
Solo così si potrà ridare ai cittadini non solo la necessaria fiducia nelle istituzioni democratiche, ma una nuova opportunità di essere protagonisti della difesa della legalità repubblicana e dello sviluppo della democrazia.
D.L.
La Zona 3, è a tutti noto, è la più densa di attività commerciali di tutta la città. Corso Buenos Aires, alcuni chilometri di strada piena di negozi di ogni genere, ne rappresenta un po' il simbolo. Al sabato pomeriggio e alla domenica un fiume di gente percorre nei due sensi questa grande arteria. Accade dunque che le migliaia di persone che affollano il corso molto raramente si spingono nelle vie laterali. Così le numerosissime attività commerciali presenti in tutte le vie della zona non risentono positivamente del richiamo proprio del "Corso". Porta Venezia si propone di far conoscere meglio al quartiere e alla città la realtà commerciale presente nelle vie a nord e a sud del "Corso".
alcuni negozi che resistono a fatica, altri che resistono meglio. Elenchiamo di seguito le attività commerciali presenti nella via.
La legge 167 porta la data del 18 aprile 1962, esattamente di quindici anni e sette mesi or sono!
Perchè non si è cercato di applicarla prima, tra l'altro per evitare speculazioni edilizie nel centro storico della città?
Perchè l'agitato segretario cittadino della D.C. milanese, Garocchio, il cui partito per decenni ha dominato le Giunte Comunali non si pone e non risponde a questa domanda, invece di vociare contro l'assessore all'Edilizia Popolare e contro la Giunta di sinistra che in mezzo a mille difficotà stanno avviando un'organica politica per l'edilizia popolare e per alleggerire il peso delle trafile burocratiche?
Abbiamo detto che la legge 167non è l'unica via per la ripresa della attività edilizia ma ne è uno strumento di grande importanza e alcune decisioni concrete assunte dalla Amministrazione Comunale già lo testimoniano.
La strada da seguire per la sua applicazione è lunga, lo sappiamo, ma non possiamo tacere che al Consorzio intercomunale milanese edilizia popolare ed alla Regione, dove devono essere prese le decisioni definitive per la approvazione del piano di 167 si sono persi dei mesi. E, guarda caso, lì a presiedere ci sono uomini della D.C. Ci sono pochi soldi per una completa applicazione dei lotti della 167, come per tutta la ripresa dell'edilizia. Il denaro costa ca-
rissimo, le banche pretendono interessi astronomici che messi assieme a quelli del materiale da costruzione rendono pressochè impossibile un intervento organico pubblico e privato.
Ma cosa fa il governo per varare il piano decennale per l'edilizia popolare? Quanto tempo hanno fatto perdere i senatori della D.C. con le loro proposte inverosimili sulla legge per l'equo canone? Come si intervine sulle banche per un credito agevolato?
Piano decennale, equo canone, corretta applicazione della legge 10 sul regime dei suoli, rapida approvazione del nuovo Piano Regolatore di Milano, applicazione del Piano Pluriennale di attuazione sono tutti strumenti che, con la legge 167, possono avviare al più presto la ripresa dell'attività edilizia, il lavoro in un settore in grave crisi.
L'intervento degli enti pubblici (Comune, Istituto Case Popolari, movimento cooperativo) deve giocare un ruolo primario.
Uno egualmente importante lo deve giocare l'iniziativa privata. Lo saprà fare ed essere all'altezza della situazione per risolvere il problema dell'edilizia popolare o, come nel passato, cercherà ancora le vie della speculazione?
E la Democazia Cristiana milanese — non certo quella della nostra zona — saprà anche lei cambiare rotta ed unirsi a tutte le forze politiche e sociali che già si sonc impegnate in questa battaglia?
Iniziamo in questo numero con Via SPALLANZANI, una parallela a ridosso del "Corso", che inizia da Piazza Oberdan insieme al "Corso". Oggi in questa via ci sono le rotaie dei tram che vent'anni orsono era "in Buenos Aires". È una via nota perchè teatro anni addietro di imprese criminali di una malavita che si era insediata in qualche stabile e in alcuni bar e che di giorno e di sera sostava vociando e giocando a dadi sui marciapiede. La polizia e forse altri fattori hanno liberato la via da questa presenza pericolosa e anche nociva per le attività commerciali della via.
Oggi ciò che nuoce alle attività commerciali (come a tutti i cittadini) è invece la crisi con la sua terribile inflazione. Vi sono
La Pizzeria "ZI TERESA con a fianco un negozio di mobili (nuovo) e un vecchio negozio di frutta e verdura. Dal N. 6 al N. 10 la Profumeria Graziella, un parrucchiere per signora, il negozio di mobili antichi (autentici) del Sig. Bianchi, un simpatico negozio con ampia esposizione esterna di indumenti stravaganti, e insieme a questi resistono un vecchio ciabattino e una rivendita di legna, carbone e cherosene. Vi è poì la "Libreria Proletaria" dove ha sede anche l'associazione Italia-Cina. Al N. 10 abbiamo la macelleria di Steffenino Angelo e la pasticceria panetteria di Gian Carlo Disnan, e di fronte il Bar "Medaglia D'Oro".
Ai N. 16-20 abbiamo la Drogheria DESPAR di Mario Zamboni, il Bar con Biliardo di Onorio Zambon, una piccola profumeria e la Salumeria - Rosticceria di Barsoni, le "acconciature maschili di gran classe di Luigi", la risuolatrice artigiana di Rolando Benatti, e l'artigiano del cuoio "Monry Cuir"; all'angolo con via Melzo troviamo la "Casa dell'alluminio" e più avanti un negozio di tapezzeria e un sarto.
Oltre viale Regina Giovanna abbiamo l'esposizione "Mobili di lusso e comuni" dei Fratelli Colombo, la "Risuolatrice Nuova" la ortopedia di Angelo Colombo, il parrucchiere per signora Mario Malinverni, e lo studio consulenze amministrative per l'automobile di Ignazio Magagli.
CONOSCERE IL QUARTIERE
Pag. 2 n. 4 Dicembre 1977
Via Spallanzani
"PORTA VENEZIA NON È CHICAGO"
Le proposte di: P.S., vigili,
ACCURATO SERVIZIO
E AI TAVOLI PIATTI TIPICI E SPECIALITA' MILANESI MERENDE',
DOPOTEATRO IL LOCALE E'
ALLE ORE UNA
L'EDILIZIA A MILANO Meno polemiche, più impegni
AL BANCO
SPUNTINI,
APERTO FINO
La storia di Porta Venezia
Dalla Cisalpina al Piano
Regolatore napoleonico
Campo di Marte fu chiamato il nostro Lazzaretto e Altare della Patria la sua Chiesa; fu un momento di entusiasmo e di gioia nella storia di Milano. Davvero i nostri vecchi credettero di avere conquistato allora la libertà, dopo secoli di continuo servaggio. Fu Napoleone a decretare che la Repubblica Cisalpina venisse solennemente inaugurata il "21 Messidoro" (9 luglio). Parliamo in particolare di quel radioso 1797 perchè la grande cerimonia si svolse nella nostra zona: nel Lazzaretto. Il grande quadrilatero con arcate rinascimentali e la chiesa vennero inghirlandati di festoni, di fiori, di corone di alloro e di quercia. Un palco quadrato con sopra un altro di forma cubica sorgeva davanti alla porta principale della Chiesa.
Alla mattina del 9, tra il rimbombo dei cannoni, il corteo si avviò dal centro lungo il corso di "Porta Orientale". La aprivano le truppe francesi, cisalpine e polacche; seguiva il battaglione della Speranza, composto di 300 giovani sotto i 18 anni, ultime, le autorità cisalpine. Alla Porta Orientale sorgeva un arco trionfale sul quale erano rappresentati i fasti più gloriosi della guerra italica. Tra il tuonare delle artiglierie appostate lungo gli spalti e l'echeggiare delle bande militari e delle orchestre, il corteo entro nel Lazzaretto, gremito di spettatori venuti dalle varie parti della Repubblica che allora nasceva.
Alle 10 giunse Napoleone con il suo stato maggiore. L'Archivescovo celebrò la messa e poi benedisse le bandiere delle legioni cisalpine schierate all'intorno. I membri del Direttorio giurarono l'unità e l'indivisibilità della Cisalpina, la sovranità del popolo e la riconoscenza eterna alla repubblica francese liberatrice.
Napoleone rimase immobile a cavallo per tre ore sotto il sole cocente.
Proprio da qui il Buonaparte prende l'avvio per le grandi imprese che dalla campagna d'Egitto, dopo numerose vittorie, lo riportarono a Milano, non più come generale giacobino rivoluzionario, bensì sul trono del Regno d'Italia da lui stesso proclamato.
Ancora una volta nella storia, la Corona Ferrea cala sul capo di un Re d'Italia che è Imperatore straniero.
1116 febbraio 1806, per le nozze di Eugenio Beauharnais, vicerè d'Italia,
con Augusta Amelia, Milano è un'altra volta in festa.
L'imponente corteo entra in Milano dalla Porta Orientale, abbellita anche in questa occasione con un maestoso temporaneo arco. L'incarico della costruzione era stato affidato all'Architetto Luigi Cagnola. Era riuscita un'opera meravigliosa: era di legno, ricoperto di tela dipinta. Piacque tanto ai cittadini che la Municipalità decretò di ricostruirlo con marmi e bronzi in un luogo più adatto. Nel 1807 se ne era iniziata la costruzione (attuale Arco della Pace) dietro al Castello Sforzesco. Era stato impostato naturalmente in onore di Napoleone e delle sue vittorie, ma la sconfitta del Buonaparte a Waterloo, interruppe il lavoro del Cagnola.
In questo periodo nacque l'importante Piano napoleonico che suscitò tanto entusiasmo al suo apparire.
Erano cinque gli Architetti a cui la "Commissione di Ornato" affidava nel 1807 l'impegnativo incarico di riordinare la città attraverso il nuovo Piano Regolatore. Inizia un breve periodo di preminenza politica e civile; si assegnano fondi per le grandi opere: il Piano di Monza, la facciata del Duomo, l'Arena, il Parco del Sempione, il Conservatorio, si lavora al canale tra Milano e Pavia.
Le fortificazioni del Castello Sforzesco erano state abbattute nei primi anni del secolo e l'Antolini aveva provveduto alla nuova sistemazione del Foro Buonaparte.
Il progetto antoliniano era talmente connaturato alla magniloquenza napoleonica che il noto architetto non trovò difficoltà a farselo accettare da Napoleone di cui aveva abilmente sollecitato la vanità. La commissione incaricata dell'approvazione ne impedì invece la realizzazione, basandosi soprattutto sulle difficoltà economiche che esso Comportava.
Abbandonati i sogni, quindi, l'incarico passò al Canonica che, qualche anno dopo, cercò di rendere organico il complesso con un progetto più realizzabile, meno accademico e più articolato. Eseguì il suo incarico con molta dignità e coerenza di intenti.
La vita culturale del paese era molto fervida: Canova dominava il campo della scultura, Appiani quello della pittura, Cagnola e Canonica, impegnati anche nel Piano Regolatore in-
sieme con l'Albertolli, il Landriani e lo Zanoia, avevano già lasciato importanti tracce.
Il campo della letteratura era arricchito dalla presenza del Foscolo, del Monti e del Porta. Con razionalità illuministica ed estrema sintesi concettuale viene tracciato sulla pianta della città, disegnata nel 1801 dal Pinchetti, il nuovo progetto per Milano.
Il Corso Napoleone, la principale arteria del Piano che da Nord Ovest (Castello Sforzesco) prosegue rettilinea fino a Sud Est (Porta Romana) brevemente interrotta nella splendida piazza dell'Ospedale Maggiore funge effettivamente da "cardo" della compagine urbana su cui si articola un sistema unitario di grandi assi perpendicolari (attuali Corso Venezia - Via Manzoni - Via Torino) come "documani" di una antica città romana. Con estrema sapienza la direzione di questi grandi viali corrispondeva già alla previsione di espansione fuori le mura nelle direttrici più importanti di collegamento con gli stati confinanti: la via del Sempione ed il proseguimento Venezia - Buenos Aires - Monza ne sono esempi. Lo studio della sistemazione della Piazza del Duomo, coronata da splendide piazze nei punti di maggior rilievo, fu la partenza di un sistema unitario e ben articolato.
Certo le spese per affrontare simili opere erano ingenti e i tempi non erano adatti. La sede di dominio di Napoleone esigeva sempre più denaro e sempre più soldati. I fondi per le opere della città venivano continuamente ridotti. Si pensi allo scempio architettonico della facciata del Duomo voluta realizzare in fretta e con pochissimi soldi proprio dal Buonaparte per sua gloria.
Il reclutamento per le ambiziose guerre avveniva in maniera alle volte violento e indiscrimanato. Assommano a molte migliaia i milanesi morti sulle rive della Moscova e della Beresina.
La città fece pagare duramente al Prina, esattore delle tasse napoleoniche, l'avidità imperiale. Su di esso si riversò il furore popolare; egli fu ucciso ad ombrellate non appena si seppe che l'aquila napoleonica era caduta.
La vena dialettale nella sua straordinaria ricchezza è inesauribile. Essa trae spunto da Putto: dai grandi avvenimenti che coinvolgono tutta intera la collettività alla osservazione attenta delle piccole cose che circondano l'uomo tra le mura domestiche, sul posto di lavoro, nella strada.
Le categorie si mischiano tra loro e quel che ne sorte, nella caustica sua immediatezza, rende l'idea con rara efficacia.
Il fumo di raso o nero fumo si depositava ovunque batteva la fiamma di una lampada ad olio e anneriva tutto. Nel tempo andato questo fatto era cosa risaputa. Quando un saccente parlando per ore intere, con l'aria di rivelare profonde verità diceva cose a tutti note, il commento era immediato: "L'ha inventàa el fumm de "La règgiora", la madre che sà fare tutto, che "regge" la famiglia, compie miracoli di economia, non sciupa nulla. Tutto gli torna buono: "Tutt vèn a taj, anca i ong per pelò l'aj..." l'ammonimento è spesso rivolto al marito o al figlio che, in periodi grassi, tendono a largheggiare. In questa ottica parsimoniosa tutto viene recuperato, gli stessi avanzi della tavola: un po' di pane grattugiato, un uovo per legare, un po' di formaggio per insaporirla ed ecco la polpetta! È smorta e denuncia la povertà della sua consistenza?... Niente paura, la "Règgiora" la fà rosolare ed essa acquista un aspetto invitante.
"D agh el colòr ai polpett", per traslazione diventa capacità di dare aspetto gravedole a cose di scarso valore. Nessuno può togliere alla "règgiora" l'incombenza principale: quella della spesa. In questa attività ella giganteggia! Annusa, palpa, scruta merce e venditore, controlla il peso, contratta e, infine, non perde d'occhio un solo istante le abili e svelte mani che incartano l'acquisto così ... sofferto, teme sino all'ultimo un indebita sostituzione: "... el g'ha la roba bonna, ma bisogna stàa attent, perchè l'è un malnatt...l"
Bandiera nera: da Porta Orientale a Legnano!
Dopo la terribile sconfitta e la distruzione, Enrico di Liegi Podestà di Milano e del suo territorio ebbe l'incarico di vigilare sulla città perchè essa non risorgesse, almeno come forza militare.
Fin dal maggio, concesse alla popolazione di ricostruire le sue case, fuori dal recinto murato della città, in borghi aperti.
Così a quelli che abitavano il rione di Porta Ticinese fu dato il Vigentino, quelli di Porta Vercellina, San Siro alla Vepra, quelli di Porta Orientale ebbero Lambrate e così via.
"I milanesi circondavano la loro città in un anello fatto con le nuove case, rinchiudendo la patria nel cerchio reale e simbolico insieme delta loro miseria e delle loro speranze".
Pesanti gabelle, metodi fiscali sino allora ignorati in tutto il Medio Evo che il cronista del tempo, noto col nome di Sire Raul, enumera sdegnato, angariano i milanesi in modo insopportabile. Anche le altre città vinte e persino Lodi e gli alleati dell'Imperatore vengono taglieggiate dai Podestà e dai funzionari imperiali.
Nel malcontento cova la ribellione.
Quando sul finire del 1166 Barbarossa prende la via di Roma per regolare i conti con Alessandro III ed insediare il pontefice di sua fiducia, Pasquale III, nessuna forza militare rimane nei comuni a minacciarli: questi presero coraggio. Misteriosi corrieri in veste di pellegrini portavano proposte e messaggi da Bergamo a Milano, da qui a Brescia, a Cremona, a Mantova.
In Aprile i patti fra le cinque città sono stipulati. Nasce la Lega Lombarda. Il suo primo impegno: ricondurre i milanesi a Milano.
La mattina del 27 aprile 1167, gruppi di cavalieri galopparono verso Milano ed apparvero alle popolazioni spaurite raccolte nei borghi intorno alla città vietata, apportatori della buona novella. I Bergamaschi per primi, poi i
bresciani e i Cremonesi varcarono le porte diroccate della città e i milanesi li seguirono. Era un sabato e subito cominciò il lavoro febbrile per rifare in fretta le trincee e le mura.
Milano era risorta.
Lunga è la vicenda politica e diplomatica della Lega per organizzarsi e attendere forte e agguerrita la inevitabile ritorsione imperiale.
Lodi, dopo assedio, è costretta ad aderire alla Lega, più tardi si associano Venezia, Vicenza, Padova, Treviso, Ferrara. Modena e Bologna. I podestà sono quasi ovunque cacciati. Barbarossa è in pericolo e l'Italia settentrionale è un'altra volta perduta per l'Impero.
Seguono anni di lotte, di rappresaglie, di speranze per raggiungere la pace. Federico raduna le forze. Sarà ancora contro Milano che si dovrà avventare la punizione dell'Imperatore. La città indomabile risorta dalle sue rovine risuona d'armi. Da Como il Barbarossa con non più di duemila uomini si porta a Cairate; a Legnano le forze della Lega ascendono ad almeno cinquemila uomini.
Tutti i quartieri di Milano risorta hanno i loro uomini e i loro stendardi.
Al vento di maggio garriscono le bandiere: la rossa di Porta Romana, la bianca di Porta Ticinese, la balzana di Porta Varcailina, la inquadrata di bianco e di rosso di Porta Comacina; Porta Nuova ha lo stendardo col leone bianco e minacciosa sventola fosca la bandiera nera di Porta Orientale.
Il Carroccio coi bovi bianchi aggiogati porta in alto il gonfalone del Comune con la grande croce rossa sul campo bianchissimo del drappo. Intorno su trecento carri le milizie popolane.
Un esercito di uomini, di bandiere, di animi, che attende la sua ora!
In quel giorno 29 maggio 1176 il Rinascimento annunzia, al suono della martinella la sua aurora; è la giovinezza e la libertà che combattono l'ultima battaglia contro il feudalesimo.
Cardo ed decumani nel piano neoclassico Pag. 3 n. 4 - Dicembre 1977 PORTA n VIENEZIA
L. Pagani - C. Oldrini
Quali de la gùggia
Fatti e personaggi di Porta Venezia
635 franc de dèbit... e a bolètta sparàda...
Le persone anziane mi hanno sempre incuriosito. Le guardo come per capire quale traccia il loro passato, che io non ho vissuto, ha lasciato sul loro volto pieno di rughe. Le invidio. E invidio anche i giovani che vivranno il tempo in cui io non sarò più, ma su di loro ho il vantaggio dell'esperienza e mi consolo.
L'Ettore mi dice che nella "sua porta", Via Melzo 24, vive la "sciúra Carlotta", corre verso i novanta con splendida lucidità. Abita nella stessa casa dal 1912.
"La sé ricòrda de tùtt...".
La "sciúra Carlotta" è proprio bella, la osservo mentre bevo con lei il vermuttino che l'Ettore ci offre. Sorridente, piena di voglia di vivere, spiritosa: "... cossa el véur savèe, sunt chi ... la prima nott ... no ... però ,.. èh? ..." e ride divertita. Probabilmente è la prima volta che qualcuno si interessa a lei per scriverci sopra; visibilmente non gli dispiace. Si preoccupa un po' per la foto: "... Vègni minga trop bèn ...". Ma, scommetto che non vede l'ora di guardarsi.
"S'èrumm in dès fradej e sorell ... mi s'èri la penùltima, el mèe papà el fasèva el brùmista: ventiquattro ore di lavoro e vintiquàter de ripòs, el girava la circùnvallàzion sempèr de segùit, come fanno, al dì d'incoèu i
taxista". Precisa che lavorava sotto padrone.
"Sono nata in via Cappuccini, il 25 giugno 1890, proprìi visìn a la gièsa del Borghètt, la gièsa di monegh ... mi però 'ndàvi pòch in dìi monegh, andàvi col mbros!...". La Carlotta sorride ancora maliziosamente.
Aveva otto anni quanto la repressione di Bava Beccaris f unestò la città, Carlotta si ricorda qualche episodio con estrema chiarezza. La zona dove abitava da bambina fu uno degli epicentri della repressione. Allora l'attuale viale Majno non esisteva, c'erano i bastioni e i soldati vi si accamparono, stanchi e affamati, senza conoscere nulla del disegno criminoso del generale. Le donne e tutta "... la gent ghe pòrtavèn de mangiàa ... dopo che han mangiàa han comenciàa a sparàa ...!". Per la bambina questo fatto era assolutamente incomprensibile ed anche il ricordo di oggi risente dello stupore d'allora.
Continua: "Végnevèn da la Pirelli, per andàa in Cors Venèzia ... a Casa Saporiti - i sciuruni vorèven el pàn ghè stàa mort e ferii ...". Aggiunge subito che anche lei, per quindici anni, ha lavorato alla Pirelli come operaia "... cinquanta ghéi al dì...!".
La solidarietà di classe con l'an-
Hanno 188 anni e non li dimostrano
Milano, 1 aprile 1789
In Milano si seguita a lavorar con calore nell'abbellire le mura della città da Porta Orientale sino a Porta Nuova e già fino dal principio del corrente aprile è fatta la piantagione di tutti gli alberi detti di castagna d'India.
tico corteo di affamati presi a fucilate è sottolineata con orgoglio. Da che parte stà la "sciúra Carlotta" non c'è bisogno di chiederglielo.
Si sposa ... "635 franc de dèbit ... e a bolètta sparàda ..." Il marito guadagnava ventiquattro lire la settimana ... "e ne lassava giòo dès per el debit ...". Viene la guerra: "... el mèe marìi l'à fà la guèra a ... Monza ...!" è contenta ancora oggi della buona sorte toccata a lui. Tutti i giorni era a casa e la tempesta passò senza lasciare tracce dolorose per la sua famiglia.
Il Cinema Diana dista da via Lambro poche decine di metri e quando in una lontana notte del 1921 scoppiò la bomba della strage, le mura di casa della "sciúra Carlotta" tremarono. Un correre, gridare, piangere di gente. Guarda il marito "... el me mari pòr om m, l'era un fifon cià cià stemm in càaa ..." conclude lui, e Carlotta che aveva una gran voglia di correre anche lei, ubbidisce. Così dalla finestra di casa la sciúra Carlotta vive il turbinoso periodo degli assalti ai negozi, dello squadrismo, la cui eco dalla grande arteria di Corso Buenos Aires viene rimandata in via Lambro dai commenti spauriti delle donne. Si espropria: "... nùnc mangiùmm nòo ... ma stemm in càa ..." consiglia il marito. Quando sulla ringhiera appaiono i carabinieri per le note perquisizioni, ad una donna trovano: "... una scarpa d'una manèra e l'altra de un'altra! ... e l'han menada via! .....
È tardi e tento la provocazione: "Per chi vota, sciúra Carlotta?". Mi guarda quasi stupita. Mi conosce e sembra voglia dire se ero proprio io a fare una domanda così ovvia. "Mi hoo semper votàa per el comunismo". Aggiunge poi, per farsi perdonare la sicurezza, "... l'Unità la leggi no, la gàa i paroll trop piccol ... me piàs legg i liber dii fieou, e guardi semper la televisiòn...!". errepi
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n. 4 - Dicembre 1977 Pag. 4 PORT (` VI A DEZIA
QUANDO LA STAMPA TRADISCE IL SUO RUOLO
La "verità" di Montanelli
Muzio, Presidente del Consiglio di Zona, smentisce i contenuti di una sua intervista pubblicata dal "Giornale nuovo". L'articolo deforma gravemente la realtà della nostra zona. I commenti sull'episodio dello stesso Muzio e dei responsabili di zona dei quattro partiti, DC, PCI, PSI e PRI, che dal 1969 collaborano in C.d.Z.
Nel numero di novembre di "Porta Venezia" abbiamo pubblicato in quinta pagina un breve corsivo sull'articolo di "disinformazione" apparso il 29.10.77 sul "Giornale di Montanelli" riguardo alla nostra zona. Come i lettori ricorderanno il nostro stupore non era tanto sul fatto che il "Giornale nuovo" persegua la politica dello scontro fra le forze democratiche, ma piuttosto non ci sembrava possibile che il Presidente Muzio del nostro Consiglio di zona avesse fatto realmente le gravi affermazioni che il cronista gli ha messo in bocca.
Milano, I novembre 1977
Spett.
Il GIORNALE NUOVO
t quindi con vivo piacere che pubblichiamo la lettera di smentita che Muzio ha inviato al "Giornale nuovo". Come si potrà notare la lettera data 1.11.77, eppure a tutt'oggi il "Giornale" non l'ha pubblicata. Siamo convinti che lo farà, se non altro per non incorrere in sanzioni penali, ma lo farà secondo il classico stile di chi sa benissimo a priori di dire cose distorte che poi dovrà smentire. La smentita si pubblicherà, con poco risalto, quanto ormai si sarà certi che nella mente dei lettori il bilancio tra la realtà vera e quella distorta sia sicuramente a favore della seconda.
a cura di Carlo Pagani
Sull'episodio dell'intervista del Presidente del nostro Consiglio di zona al "Giornale nuovo" e sulle gravi deformazioni apportate dall'articolista, abbiamo chiesto come "Porta Venezia" un giudizio allo stesso Muzio e ai responsabili di zona dei quattro partiti che, dal 1969, collaborano per il funzionamento del C.d.Z. e di tutte le sue commissioni. Riportiamo nel seguito i commenti dei cinque uomini politici.
Pier Luigi Muzio (Presidente dc del C.d.Z.)
Mi riferisco all'articolo che il Giornale Nuovo ha pubblicato sabato scorso 29 ottobre sul problema del funzionamento del Consiglio di zona Venezia - Buenos Aires, da me presieduto. Molte delle informazioni in esso contenute non corrispondono al mio pensiero, nè a ciò che ho detto, nel corso di una intervista e in un successivo incontro telefonico, al giornalista Gualazzini.
Ora, poichè ritengo che la buonafede e la correttezza professionale di Beppe Gualizzini siano assolutamente fuori discussione, devo credere, quanto meno, di essere stato male interpretato. Devo aggiungere che i numerosi tagli apportati, probabilmente per mancanza di spazio, hanno contribuito non poco a rendere, della attività del nostro Consiglio di Zona,una immagine deformata.
Anzitutto tengo a precisare che l'apporto del gruppo comunista è sempre stato improntato ad un impegno politico e civile che mai è venuto meno anche quando si è insediata la Giunta di sinistra a Palazzo Marino. Non vi è stato da parte loro nessun rallentamento; ma semmai si è stabilito tra il PCI e le altre forze politiche democratiche, e in primo luogo con la DC, un costruttivo confronto sui problemi reali del quartiere. Ricordo di aver detto a Gualazzini che se il nostro consiglio di zona funziona, ciò lo si deve a quella intesa positiva che si è stabilita tra i vari gruppi politici sulla piattaforma programmatica che la DC, partito di maggioranza relativa che aveva espresso il presidente, aveva il dovere di proporre.
Un secondo punto in merito a cui intendo precisare il mio pensierq è la cosidetta "paralisi" dei consigli di zona. Qui dobbiamo intenderci. Se la presenza dei consigli di zona è meno avvertita di prima nella città, ciò non è dovuto solo alla Giunta che non presenta le delibere quadro per l'attuazione del Regolamento per il decentramento. Vi è pure una responsabilità dei consigli di zona, e quindi delle forze politiche che li compongono. Certo, nei tempi del centrosinistra vi era un positivo rapporto dialettico tra consigli di zona ed Amministrazione comunale. Ora questo rapporto, forse a causa del pratico allineamento dei comunisti alla Giunta comunale, è obiettivamente diminuito; ma che cosa fanno le altre forze politiche democratiche, compreso il mio partito, la DC, per riproporlo con forza, nel nome di quella partecipazione popolare senza la quale il decentramento diviene un puro espediente burocratico?
Quanto ai rapporti tra consigli di zona e Giunta di sinistra — a proposito dei quali vedo che si è aperta una polemica "a posteriori" con il mio collega Fiore, presidente della zona I l — devo precisare che, almeno nel consiglio di zona che presiedo, vi è un nodo importante da risolvere, e che è fonte potenziale di crisi: il dubbio cioè che, ogni qualvolta vi sia un contrasto con la Giunta Comunale, i comunisti siano portati istituzionalmente a sostenere le ragioni della Giunta, ed i democristiani per contro siano indotti a pregiudizialmente combatterle.
Se non riusciremo a demolire questi reciproci sospetti, e ad affermare quindi nei fatti l'autonomia dei consigli di zona, il Decentramento diverrà una grande occasione perduta.
Ecco cosa ha scritto il "Giornale nuovo"
"Quando ho letto l'articolo del "Giornale nuovo" sono rimasto allibito. Durante il colloquio di due ore che avevo avuto al Centro Muzio con il giornalista Gualazzini gli avevo fatto presente più che altro i problemi della nostra zona: le case fatiscenti, la carenza di verde e di servizi, la congestione del traffico e gli altri problemi di Porta Venezia. Il fatto grave è che le parole che mi ha messo in bocca io non le ho mai dette, ma erano i commenti che lui stesso faceva nei momenti di relax e che io puntualmente smentivo".
"Probabilmente, poichè io sono l'unico Presidente democristiano rimasto a Milano, si è sentito in diritto di mettermi in bocca le frasi che secondo lui doveva dire un presidente democristiano, seguento il principio che la linea del "Giornale nuovo" dovrebbe essere, sempre secondo lui, la linea della DC milanese e quindi di tutti i democristiani della nostra città".
"Io sono sempre convinto che la collaborazione fra i partiti su cui si basa il nostro Consiglio di zona è profiqua e ho detto al giornalista che, per avere una visione corretta della realtà della nostra zona, doveva intervistare anche le altre forze politiche. Lui ha segnato i nomi che gli ho trasmesso, ma, che io sappia, non ha contattato nessuno".
"Sono stupito che la smentita da me puntualmente mandata non sia ancora stata pubblicata, anche perchè, per salvare la deontologia professionale del Gualazzini, nella stessa non avevo messo in dubbio la sua buona fede, ma avevo solo parlato di una cattiva interpretazione del mio pensiero".
Enrico Lainati (Responsabile di zona della DC)
cato dal "Giornale nuovo" deforma la realtà della nostra zona. Su questo non vi possono essere dubbi perchè la realtà è davanti agli occhi di tutti. Tuttavia ritengo che sia stato il giornalista a travisare i fatti, non certo Muzio e men che meno la direzione del "Giornale nuovo". Per quanto poi riguarda il giornalista, è mia opinione che non ci sia dolo in quello che ha scritto, ma solo disattenzione nell'intervista fatta.
Sono del parere che la collaborazione fra i partiti, nella indipendenza delle singole forze politiche, sia stata positiva e lo sia tuttora. Sulla smentita di Muzio, anche se sono convinto che sia stato giusto farla, non mi faccio illusioni, perchè tutti i giornali non danno peso alle smentite".
Carlo Montalbetti (Responsabile di zona del PCI)
"Credo che non sia affatto strano che il "Giornale Nuovo" abbia così grossolanamente deformato la realtà del nostro Consiglio di zona. Da qualche settimana questo foglio con una sua inchiesta sulle 20 zone della città sta cercando ogni pretesto per attaccare la giunta e specilamente noi comunisti. In modo particolare poi non poteva perdere l'occasione di tentare di provocare una rottura tra i 4 partiti, DC, PCI, PSI e PRI, che reggono, unico caso in tutta la città, il nostro Consiglio di zona. L'unica cosa che semmai mi ha sorpreso è stata una certa ingenuità del nostro presidente nel rilasciare l'intervista senza coinvolgere almeno il vicepresidente i capigruppo. Comunque l'obiettivo del Giornale è fallito: la smentita del presidente Muzio, che ritengo di grande valore morale e politico, l'ordine del giorno approvato in Consiglio di zona hanno infatti rafforzato la collaborazione tra i nostri partiti. Da questa esperienza credo che dovremmo comunque comprendere quanti ostacoli e nemici trova e troverà la solidarietà che da anni lega i democristiani, i comunisti, i socialisti e i repubblicani di Porta Venezia. Per questo ritengo di grande valore la decisione del presidente, di convocare un incontro tra le forze della maggioranza per concordare un programma comune per affrontare adeguatamente nel prossimo anno i problemi più urgenti della zona".
fatta. Nell'articolo del "Giornale Nuovo" si è cercato di far credere che il nostro Consiglio di zona funziona solo perchè lavorano Muzio e i democristiani, mentre gli altri partiti sono lì solo per boicottare il loro lavoro. È sotto gli occhi di tutti che questo non è vero e che se si è realizzato qualcosa in zona questo è stato grazie alla collaborazione leale fra i partiti nella gestione unitaria del C.d.Z.. Per quanto poi riguarda in particolare il PSI, è incredibile come, dopo averci denigrati, ci abbiano lanciato un salvagente non certo richiesto trattando bene il compagno Cazzato, presidente della Commissione casa.
La colpa dell'articolo e delle distorsioni in esso riportate è sicuramente del giornalista, tuttavia ci sembra giusto criticare la leggerezza del Presidente Muzio nel rilasciare un'intervista da solo, senza far partecipare gli altri membri del C.d.Z.. Se avesse agito come doveva, non ci sarebbero state "sorprese", anche se per noi non ha senso parlare di "sopresa", conoscendo da tempo la parzialità del Giornale di Montanelli".
Carlo Mandelli (Responsabile di zona del PRI)
I componenti democristiani del consiglio di Porta Venezia sostengono che l'amministrazione comunale sta tentando di portare questi orgnaismi, di cui essi fanno parte, alla completa paralisi. «Non solo si tenta di renderci inutili — dice il presidente Pier Luigi Muzio — ma zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA addirittura ci mettono in condizione di avere accentrato su di noi tutto il ma/umore della popolazione. A volte ci pongono in situazioni di autentico paradosso, umiliando le nostre funzioni specifiche, facendo cadere certe iniziative fino a metterci nel ridicolo,.
La zona di Porta Venezia è rimasta l'unica in città ad essere governata dai democristiani che hanno mantenuto sette consiglieri ed il presidente. Qualcuno ha accusato i democristiani di avere mantenuto l'ufficio di presidenza a
lrezzo di un «compromesso storico» ocale. «Nulla di più falso, dice Muzio. «Noi siamo impegnati a governare con le nostre forze e le forze degli alleati eventuali che possiamo trovare nel Pri, Psi, Psdi, Pli e anche nel Pci sulle proposte concrete di programma. Ma la falsità dell'ermazione è poi provata anche da un altro fatto evidentissimo: da quando è salita al potere della città la giunta di sinistra, i comunisti nel consiglio di zona esistono soltanto per tentare di rallentare anche dall'interno ogni nostra azione e per addormentare la situazione. È vietato opporsi alla giunta rossa, bisogna, secondo i comunisti, soltanto assentire e tacere. Noi non abbiamo fatto così quando c'era la giunta di centrosinistra e non lo facciamo nemmeno adesso,. «Si può affermare, dice il presidente Muzio «che mentre Democrazia cristiana e partito repubblicanó nel nostro consiglio denunciano gli errori compiuti dalla giunta, i socialcomunisti tentano sistematicamente di minimiz-
"È certo che l'articolo pubblizarli, oppure di eliminarli in chiave locale, cosa che in realtà non può avvenire ed essi lo sanno benissimo,. Ma non soltanto i comunisti sono criticati dai democristiani. Anche i socialisti sono infatti accusati di estraniarsi.
«Se si eccettua il presidente della commissione casa, Antonio Cazzato, il cui impegno è costante, gli altri socialisti non si fanno più vedere in Consiglio e nelle commissioni, dice il presidente Muzio. «Per noi democristiani comunque poco è cambiato. Continueremo come in passato a lavorare perchè il consiglio non divenga un ramo secco dell'amministrazione comunale e non sia soltanto un parafulmine per la giunta. Siamo rimasti l'unica zona bianca della città e siamo circondati da ogni lato da zone rosse. Qui però la Democrazia cristiana è ancora forte e non sarò facile nè farla tacere, nè sopraffarla,.
Beppe Gualazzini
Giulio Zanettl (Responsabile di zona del PSI)
"Il parere del mio partito è che l'intervista sia assolutamente da disapprovare, sia per i contenuti, sia per come è stata
"Sono rimasto stupito leggendo l'intervista sul "Giornale nuovo" perchè Muzio aveva assunto sempre atteggiamenti diversi da quelli prettamente integralisti della DC milanese. L'intervista distorce la realtà in tutti i settori, dimostrando ancora una volta che il Giornale di Montanelli è di parte e oltretutto non ben celata. Nel nostro Consiglio di zona i partiti che lavorano sono 4 e sulla loro collaborazione si basa da anni la vita del C.d.Z.. È vero che sui singoli problemi si discute e a volte ci si scontra, ma al di là di questi fatti c'è sempre la volontà di collaborare per far vivere il decentramento. Il fine del "Giornale nuovo" credo proprio che fosse quello di acutizzare le eventuali contraddizioni fra i partiti, e in seno alla stessa DC, per rompere l'alleanza fra i partiti democratici che, nella nostra zona, perdura anche dopo l'ordine di scuderia della DC milanese ai propri rappresentanti di dimettersi da tutto e rompere comunque. lo credo che l'importanza della gestione unitaria sia sentita da tutti i partiti in zona e non debba quindi essere danneggiata dagli articoli del Giornale di Montanelli. Tuttavia questo episodio ci deve portare anche ad una autocritica per non essere riusciti ad estendere a sufficienza la partecipazione ai lavori del C.d.Z.. Infatti un'ampia partecipazione è la migliore garanzia contro ogni tentativo di strumentalizzazione".
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Cronache del C.d.Z.
La seduta del 7.11 si è aperta con una dichiarazione del presidente per smentire pubblicamente il senso dell'articolo apparso sul Giornale il 29.10 in merito alla situazione politica nel nostro CdZ. Su questo episodio il gruppo comunista ha proposto un ordine del giorno, votato all'unanimità, di condanna per la deformazione e slisinformazione di cui si è reso responsabile il Giornale e di riaffermazione dello spirito di solidarietà che da anni caratterizza il nostro CdZ. Dopo la nomina dell'ing. Meardi quale membro della V commissione lacp e la presentazione di una interpellanza dei consiglieri Viganò (Dc), Pedroni (Pci) e Renzi (Psi) circa la discriminazione operata dall'Atm nei confronti dei militari non in divisa, il Consiglio ha affrontato il problema asilo nido. La nostra zona è priva di questa struttura e da tempo il CdZ si è impegnato con l'Amministrazione comunale per reperire una sede dove insediare questo importante servizio sociale.
L'orientamento del CdZ di recuperare per l'asilo nido l'area di V. Venini non coincide più con l'indicazione dell'UTERP che propone di ristrutturare la scuola materna di via Pergolesi adibendola ad asilo nido e di trasferire la materna Pergolesi nella nuova scuola materna di Piazzale Bacone destinando l'area di via Venini a verde pubblico. Su questo problema si è aperto il dibattito dove tutti gli interventi, seppur con sfumature diverse hanno sollecitato la rapida conclusione dei lavori del gruppo di studio del CdZ costituito appunto per valutare l'op-
portuntà della soluzione avanzata dall'UTERP. In seguito sono state esaminate le licenze edilizie, che diamo in altra parte e su proposta del consigliere Montalbetti (PCI) il Consiglio ha deciso 4i organizzare per il prossimo "se un convegno sui problemi del territorio e dell'edilizia a P.ta Venezia. La riunione si è conclusa con la relazione del coordinatore della commissione cultura sport e tempo libero Leone (PCI) che ha analizzato la difficile condizione in cui si trovano le strutture e le attività culturali, sportive e ricreative a P.ta Venezia proponendo alcune soluzioni per migliorarla. Notizie più particolareggiate si trovano nell'intervista al coordinatore della commissione a pag. 9.
La seduta del 21.11 si è aperta con la comunicazione dell'incontro avvenuto tra l'Assessore all'edilizia privata Sacconi e la proprietà dello stabile di v.le Piave 9. I Consiglieri hanno preso atto con soddisfazione che la proprietà in quell'occasione si è impegnata a fare le manutenzioni indispensabili per l'edificio. Il presidente ha poi informato della decisione delle suore di via Kramer di disdire per il prossimo anno scolasticio il contratto con il Comune per le aule di scuola materna. Per meglio affrontare il problema che si aprirebbe in questo caso (260 bambini sarebbero senza asilo) il Consiglio ha stabilito di incontrarsi direttamente con le religiose e ha dato mandato alla Commissione territorio e al
SEGNALAZIONI
DIBATTITO SULLA BOMBA "N"
gruppo di lavoro sui bacini di utenza di cominciare a studiare le possibili soluzioni anche in rapporto alla questione dell'insediamento dell'asilo nido. Su proposta del Consigliere Pedroni (PCI) il Consiglio ha convenuto sull'opportunità di affrontare durante l'incontro con le suore la possibilità, più volte ribadita dal nostro CdZ, di giungere ad una convenzione con l'istituto religioso per l'utilizzazione del giardino ivi presente.
Il presidente ha poi risposto all'interrogazione presentata alcune settimane fa dal consigliere Mandelli (PRI) su Milano Estate '77 e ha letto l'interrogazione del consigliere Cataldo (DC) sull'iter che sta seguendo il lotto 19 per il suo inserimento in 167. Il Consiglio dopo aver brevemente commentato la scarsa partecipazione al convegno di studio sul distretto, svoltosi nella scuola Stoppani il 19.11, ha deliberato di organizzare per il 5 dicembre presso l'aula Magna del "Volta" una pubblica riunione per la presentazione delle liste dei candidati che si dovranno eleggere 1'11.12 per il distretto. Su poposta del consigliere Renzi (PSI) si è deciso di invitare come moderatore dell'incontro un giornalista esperto in problemi scolastici. La riunione si è conclusa con il dibattito sulla relazione presentata la scorsa seduta dal coordinatore della commissione cultura, sport e tempo libero.
Nel dibattito, protrattosi fino a tarda notte, sono interventi tutti i capigruppo. Mentre Viganò (Dc) ha impostato il suo intervento sulla base di una serie di critiche non documentate o palesemente infondate alla gestione della commissione, Renzi (PSI) Mandelli (PRI) e Pedroni (PCI) hanno sostanzialmente approvato la relazione, riconoscendo in particolare lo sforzo fatto per collegare al CdZ strutture, enti e gruppi culturali della zona.
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"La bomba N e il ruolo della scienza nella società contemporanea". È questo il tema di un importante dibattito pubblico organizzato dalla Coop. Il Ponte Tre e che avrà luogo LUNEDÌ 12 DICEMBRE
ALLE ORE 21 PRESSO L'AULA MAGNA DEL LICEO VOLTA IN VIA SETTALA 24.
La bomba N, come è a tutti noto, uccide entro un certo raggio ogni forma di vita lasciando intatte le cose. Con quest'arma viene di fatto a rompersi l'equilibrio militare nel mondo e in particolare fra le due superpotenze.
AI dibattito interverranno noti esponenti della scienza e della cultura: Padre Davide Turoldo - Prof. Mario Silvestri - Prof. G.B. Zorzoli - presiederà Oreste del Buono.
I COMUNISTI E L'AMMINISTRAZIONE DI MILANO
A due anni dalla formazione della Giunta di sinistra nella nostra città è in atto upa serrata verifica sul lavoro svolto e sui programmi futuri. Per questo le sezioni del PCI della zona (Banfi, Engels, Russo) hanno organizzato affollate assemblee per discutere con i cittadini la politica amministrativa del loro partito.
È annunciato per il 16 dicembre un convegno del PCI della Zona
Pedroni e Renzi in modo particolare, rispondendo ad una critica di Viganò hanno rilevato l'insufficienza dell'impegno di alcuni partiti nella commissione e hanno respinto l'accusa di gestione non collegiale ed efficientistica. La discussione si è conclusa, dopo una breve replica del coordinatore Leone, con l'accordo a preparare per la prossima riunione del CdZ una mozione comune che darà mandato alla commissione di portare avanti le iniziative intraprese indicando le necessarie priorità.
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3. In questa occasione verrà presentato il programma che i comunisti intendono discutere con le altre forze democratiche per la soluzione dei problemi più urgenti di P.ta Venezia, e per contribuire al progresso della città.
Interverrà un assessore e un esponente della segreteria della federazione provinciale del PCI.
INIZIATIVE DEL PSI
Si è svolto il 12 novembre presso la locale sezione socialista un affollato dibattito sulle proposte di legge per modificare la raccolta di firme per i referendum. Sono intervenuti esponenti del PCI, PSI e PRI.
Sabato 19 novembre, si è tenuto nella sede del Partito Socialista di Porta Venezia, un incontro sul problema della casa. Sono intervenuti il coordinatore della Commissione Casa del Consiglio di Zona 3, Antonio Cazzato, e l'Arch. Balzani (responsabile regionale del PSI sui problemi del territorio), che hanno illustratorlspettivamente il problema della casa nella nostra zona, ed II punto di vista dei socialisti sulle possibilità di soluzione di questo grosso nodo della vita cittadina.
LA SINISTRA DC
Si è svolto il 18 novembre al Centro Muzio un interessante dibattito sulla sinistra democristiana. L'incontro è stato concluso dal vicepresidente della Camera Rognoni.
Le licenze edilizie approvate
Nella riunione del Consiglio di Zona 3, tenutasi il 21 novembre u.s. presso la sede di via Spallanzani, era all'ordine delgiorno l'esame delle seguenti richieste di licenza edilizia:
V.le Abruzzi 23
V. Caste! Marrone 9
V. Tadino 57
V. Stoppani 25
V. Scarlatti 20
V. Lepetit 13
V. Pilo 8
Su tutte si è emesso parere favorevole, sono quindi state inviate agli uffici comunali di competenza.
8 n. 4 - Dicembre 1977
Pag.
La vita culturale e il tempo libero a Porta Venezia
L'attività culturale e del tempo libero è un importante aspetto della vita democratica di un quartiere. La nostra zona vive, come la città, una crisi di iniziative e di partecipazione. Mancano strutture, mezzi e carenti sono le iniziative politiche che sappiano dare risposte adeguate soprattutto alla crisi delle giovani generazioni. Per comprendere meglio cosa si sta facendo nella zona e su quali proposte si sta lavorando abbiamo rivolto alcune domande al nuovo coordinatore della commissione cultura del CdZ, Domenico Leone (PCI). Perché è così carente la vita culturale e la partecipazione nella nostra zona?
Innanzitutto questo è un fenomeno più generale, dovuto alla crisi profonda che attraversa il paese. E poi non mi sembra che sia una no-
vità rispetto al passato, quando la città ha vissuto per lunghi anni una vita culturale che poggiava essenzialmente sulla trasmissione passiva del prodotto culturale di alcune grandi istituzioni cittadine ad una cerchia ristretta di utenti. È soprattutto questo modello che è in crisi.
Oggi i cittadini ed in particolare i giovani chiedono di essere soggetti attivi, vogliono giustamente che si dia spazio alle loro esigenze in tutti i quartieri, dal centro alla periferia. C'è chi dice che si sono sottratti mezzi alle grandi istituzioni cittadine per fare le sagre di quartiere. Questo è un duetto che periodicamente eseguono con argomenti logori De Carolis e Montanelli, ma, è un fatto, essi non trovano assolutamente adepti. In realtà i mezzi di cui dispone l'amministrazione sono pochi per tutti e saranno pochi ancora
L'aula magna" del Liceo Volta
Prima importante intesa per l'agibilità dell'aula magna del liceo Volta. Sarà il CdZ a gestire l'uso di questa importante struttura per l'attività culturale della Zona.
Il grosso problema della piena utilizzazione sociale di importanti spazi e strutture della zona comincia ad essere affrontato con serietà e continuità e a produrre i primi significativi risultati. In un incontro alla Provincia, presenti rappresentanti del CdZ, il preside del Volta e l'assessore all'istruzione Novella
Sansoni, si è infatti deciso di rimuovere gli ostacoli strutturali e burocratici che fanno sì che l'aula magna del liceo Volta sia praticamente inutilizzata. Un tecnico incaricato dalla Provincia ha accertato che con modica spesa è possibile rendere indipendente l'aula dal resto del complesso scolastico, evitando così che durante l'uso, specialmente serale di questa struttura, si possa accedere all'interno della scuola. Il CdZ avrà quindi presto dalla Provincia la delega ufficiale a gestire questa importante struttura in orario extrascolastico.
Appello della FGCI
La questione giovanile è oggi uno degli aspetti più drammatici della grave crisi che il nostro paese sta attraversando. Crisi che si riflette sulle giovani generazioni sia dal punto di vista delle condizioni materiali di vita (disoccupazione, aumento del costo della vita ecc.) sia dal punto di vista ideale (crisi della scuola, crisi di valori). Questa situazione oltre ai disagi materiali provoca tra i giovani disorientamento, rassegnazione e sfiducia nellepossibiltà di cambiamento.
Noi crediamo che da questa situazione i giovani possano e debbano uscire e che la via sia senz'altro quella della collaborazione, della mobilitazione di massa e della lotta unitaria.
Ed è per questo che la FGCI della zona 3 si rivolge a tutti i giovani, a tutte le forze politiche, sociali, culturali e religiose giovanili, ai partiti e agli organi democratici di P.ta Venezia per aprire il più ampio dibattito sui problemi dei giovani e sui modi per risolverli. In particolare pensiamo sia essenziale volgere l'attenzione su:
La difesa della democrazia e della legalità repubblicana messe continuamente in pericolo dagli attacchi eversivi. A questo scopo pensiamo sia necessario arrivare al più presto alla costituzione di un "Comitato per la difesa dell'ordine democratico". Invitiamo pertanto a riflettere tutti quei gruppi e quei giovani che agitano parole d'ordine e si schierano contro lo Stato democratico. Pensiamo infatti che invece di migliorare la situazione alimentano e danno spazio a chi ha interesse a innescare la strategia della tensione da tempo in atto nel paese.
La questione del lavoro giovanile e l'applicazione della legge per il preavviamento al lavoro dei giovani approvata nel maggio scorso. Invitiamo tutti i giovani, le forze-giovanili, i partiti e il Consiglio di zona a sostenere attivamente la Lega dei disoccupati, che in collaborazione con il sindacato, si sta battendo per una rapida e concreta applicazione della legge. La Lega dei disoccupati delle zone 1 e 3 infatti (che ha sede in Piazza Umanitaria, 5), in collaborazione con le Leghe delle altre zone della città, sta promuovendo una serie di incontri con gli imprenditori, gli artigiani, gli enti locali, i consigli di fabbrica per vedere quali siano le reali possibilità di impiego per i giovani e quale sia fra di essi l'incidenza del lavoro nero, del lavoro precario e della sottoccupazione.
Il rinnovamento e il funzionamento della scuola. Le elezioni del distretto scolastico offrono l'occasione di riaprire un dibattito di massa sulla riforma della scuola. Con l'istituzione di questo organismo infatti si aprono giuridicamente nuovi spazi per la programmazione e il rinnovamento della scuola, sia dal punto di vista delle attività culturali e dei programmi d'insegnamento, che da quello del miglior utilizzo degli spazi fisici. La FGCI si è impegnata nella costituzione di liste unitarie degli studenti, degli insegnanti e dei genitori democratici, e nella definizione di programmi di rinnovamento della scuola.
Il problema del tempo libero, dello sport e degli spazi fisici dove i giovani possono ritrovarsi. Nella nostra zona non esistono centri sociali, culturali dell'ente locale dove i giovani possano, indipendentemente dalle loro credenze religiose ideologiche e politiche incontrarsi e passare il loro tempo libero in maniera diversa, rifiutando l'isolamento in cui una città come Milano li costringe. Ecco perché con tanti altri giovani della zona, con i giovani socialisti, con le Acli e con alcuni gruppi cattolici abbiamo pensato di lanciare la battaglia, attraverso una petizione rivolta al CdZ, per avere un Centro sociale per i giovani. Centro sociale inteso non solo nel senso di luogo fisico di ritrovo per i giovani, ma anche come centro di programmazione di iniziative culturali (dibattiti, spettacoli, films, corsi di musica, di recitazione, di artigianato, gruppi di studio) che vogliamo concretizzare unitariamente in un programma preciso.
L'iniziativa della petizione si concretizzerà in una delegazione di massa in CdZ.
Su queste indicazioni e su questi temi i giovani comunisti vogliono aprire nel quartiere e fra i giovani il più ampio dibattito.
Le nostre proposte sono aperte ad ogni positivo apporto critico, a ogni suggerimento, e a ogni altra coerente correzione e arricchimento.
La FGCI si dichiara perciò pronta ad incontrarsi e a discutere per giungere, nel rispetto di tutte le matrici ideali cultuTali e storiche, alla elaborazione di un programma operativo dei giovani di P.ta Venezia. La FGCI della Zona 3
per molto tempo. Allora ci vuole inventiva, sforzi unitari per superare anacronistici ostacoli, capacità di utilizzare tutte quelle strutture, e sono tante, che fino ad oggi sono state privatizzate e quindi non utilizzate. Si tratta di andare esattamente dalla parte opposta a quella indicata da De Carolis e Montanelli, sollecitando e valorizzando tutte le forze culturali esistenti nel territorio, e che in questi trent'anni sono sempre state emarginate.
Cosa sta facendo il CdZ per ridare slancio all'iniziativa culturale?
Innanzitutto va detto che su questi temi il CdZ 3 si è mosso finora poco ed episodicamente. Oggi c'è però una ripresa d'interesse e d'iniziativa sollecitata anche dalla riflessione sulla carenza della partecipazione democratica, sui fenomeni di criminalità e di sbandamento delle giovani generazioni. Ho esposto nei giorni scorsi al CdZ le proposte di lavoro della commissione cultura, che riassumerei nei seguenti punti: esistono nel quartiere numerose strutture non utilizzate o sottoutilizzate, sia pubbliche che private: strutture scolastiche di enti cittadini, delle parrocchie, di istituti privati. L'iniziativa del CdZ deve tendere a realizzare accordi specifici che consentano l'agibilità delle stesse strutture nell'ambito di una programmazione coordinata del CdZ. In questa programmazione devono trovare spazio tutte le forze culturali democratiche presenti nel territorio, superando le preclusioni ideologiche e le chiusure corporative. Un accordo importante è già stato realizzato con la Provincia e col preside del liceo Volta per l'uso dell'aula magna di questo istituto da parte del CdZ in orario extrascolastico; realizzazione di un centro sociale per i giovani del quartiere. Questo è possibile ed opportuno realizzarlo presso la piscina Cozzi, trasformando gli ex lavatoi ormai in disuso; creazione di un organismo, ad esempio una consulta di zona dove possano ritrovarsi tutti i cittadini, i gruppi e gli enti che sono interessati a proporre e a realizzare iniziative nei diversi settori d'interesse: musica, teatro, cinema, ricerche e conferenze, biblioteche, arti figurative ecc. Questo è anche un modo concreto di riempire di contenuti e di iniziative direttamente elaborate nella zona le numerose strutture che vogliamo recuperare. Facciamo un esempio: ci sono in zona numerosissime gallerie d'arte. Ebbene queste sono totalmente estranee alla maggioranza dei cittadini, anche quando sono di rilevanza europea, come la M arconi. Cosa non potrebbero fare se si collegassero al CdZ per elaborare programmi culturali che investano il quartiere? Oggi invece sono solo dei negozi dove invece di vendere prosciutto si vendono quadri, e sempre alla stessa cerchia di persone che fanno il giro delle inaugurazioni di mostre; La settimana della cultura e dell'arte a P.ta Venezia. Nelle nostre intenzioni dovrebbe essere un'óccasione per operare, col vigore che il momento richiede, una svolta nella situazione attuale. Si tratta di concentrare in una settimana numerose iniziative in tutti i campi, tali che coinvolgano l'intero quartiere (non dimentichiamo che P.ta Venezia conta 75.000 abitanti). Una settimana che sia anche occasione importante di dibattito e di rapporto diretto con i cittadini.
Mi si consenta di aggiungere un'opinione personale. Sarebbe sbagliato se corressimo ancora il rischio di ripetere a livello di zona l'errore di agire senza una reale pressione dei cittadini.
Voglio dire che considero necessario l'intervento e l'apporto di tutti coloro che hanno qualcosa da proporre, da suggerire, da realizzare. Vengano in CdZ. Con l'azione di massa è più facile superare ostacoli e resistenze anche burocratiche che limitano di fatto lo sviluppo dell'iniziativa democratica.
SCUOLA ELEMENTARE DI P LE BACONE
doposcuola
Nella scuola elementare di piazza Bacone funziona il doposcuola. Sembra "normale" ciò, invece questo servizio è una conquista dei genitori.
"Bella la nuova scuola ... ma poco utile quando è vuota" diceva un cartello di protesta contro la decisione unilaterale del Provveditore che non voleva nominare i maestri necessari per attuare il doposcuola. Incominciamo da ottobre: la nuova scuola ospita 14 classi, circa 350 ragazzi, dell'elementare Stoppani, con mensa e aule speciali disponibili. Molti genitori, soprattutto quelli che lavorano, richiedono che la scuola sia prolungata nel pomeriggio; ma ciò non è possibile, secondo il signor Provveditore, perché "non ci sono maestri disponibili".
I genitori allora, per conquistare un loro diritto preciso, si organizzano: lprendendo contatti con le altre 24 scuoe della provincia nelle stesse condizioni e con la Federazione Unitaria dei Lavoratori della scuola e decidono in assemblea di autogestirsi il doposcuola. Tale iniziativa rispondeva sia alle necessità di (circa 100) bambini che volevano frequentarlo, sia a dimostrare la volontà di ottenere questo servizio.
L'occupazione dimostrativa della scuola e l'autogestione è durata una settimana, durante la quale i genitori hanno dovuto affrontare molti problemi concreti: gestione della refezione, vaccinazioni, recupero del materiale didattico per lavorare in modo creativo, determinazione dei turni.
C'era una grande determinazione di riuscire e tutti i contributi sono stati utili: la partecipazione di alcuni insegnanti, di gente del quartiere e perfino dei
fratelli maggiori dei bambini!
Inoltre erano già programmate altre forme di lotta: delegazione a Roma e l'occupazione del provveditorato. Ma a questo punto il Provveditore è riuscito a trovare i 3 insegnanti.
Attualmente le attività del doposcuola "statale" comprendono: laboratori di pittura, ceramica, collage, drammatizzazione, musica e recupero delle materie del mattino. È già molto, però la partecipazione dei bambini sarebbe maggiore se ci fossero maestri suflìcienti. La prospettiva ora non è solo quella di ottenere altro personale, ma anche quella di qualificare al massimo tutte le attività, comprese quelle sportive, non appena le attrezzature saranno ultimate.
Al di là della cronaca, questo significativo episodio dev'essere un momento di riflessione per tutti coloro che si occupano di scuola e che intendono rinnovarla superando tutti gli ostacoli burocratici o quelli che appaiono tali.
Carla Ruffa
Necrologio
II Comitato di zona 3 e le sezioni Banfi, Eugels, Russo, del PCI ricordano con affetto il compagno Gianfranco Giordani (Quaranta) staffetta della 140-Brigata Garibaldi.
* 344000, un numero da VIA PRINC. EUGENIO N. 23 segnare subito 20155 MILANO vicino al telefono...prima o poi
Pag. 9 n. 4 - Dicembre 1977 PORTA Ì` VENFZIA
Arrivano gli insegnanti del
dal tu lavori, tuo ARTIGIANO!!! ma laboratorio! deve uscire il risultato i. li i i as 0 ,4 9 °. <><> POCO DOPO. . . . SUBITO DOPO. . . . " (t )\ -, A"10., . o ( ((r.O )ì -------SSO -->„-PER UN DI RISPARMIARE PRESE E CONSEGNE MERCI IN CITTÀ COSTO (DETRAIBILE TELEFONANDO
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Coordinamento delle donne
Abbiamo costituito in Zona 3 il COORDINAMENTO DELLE DONNE per cercare di approfondire e quindi portare avanti il discorso sui consultori.
Nelle prime due riunioni abbiamo letto e discusso la legge nazionale n. 405 del 29 luglio 1975 "Istituzione dei consultori familiari" e la legge regionale n. 44 del 29 luglio 1976 "Istituzione del servizio per l'educazione sessuale, per la procreazione libera e consapevole, per l'assistenza alla maternità, all'infanzia e alla famiglia".
Una delle maggiori necessità per noi, ora, è quella di avere la più ampia partecipazione di donne: da tutte infatti devono nascere le proposte concrete per riuscire a realizzare l'obiettivo che ci siamo poste.
Al di là delle nostre rispettive posizioni politiche siamo riuscite a trovarci unite nel voler vedere realizzato in tutte le zone e soprattutto nella nostra il consultorio familiare.
Abbiamo infatti capito che la sua istituzione vorrebbe dire aprire la possibilità:
- per la coppia di essere preparata alla maternità e alla paternità affinchè possa scegliere consapevolmente e responsabilmente quando e quanti figli avere;
- per la donna di essere assistita non solo dal punto di vista sanitario ma anche da quello psicologico;
- per il bambino l'assistenza psicofisica fino ai tre anni.
Gli interventi ipotizzati sono di tipo preventivo - educativo, non solo terapeutico; non tendono a risolvere problemi settoriali o categoriali, ma pongono il problema della famiglia nel suo insieme: la problematica cioè è relativa a tutti i suoi componenti.
Siamo sempre più convinte che insieme, approfondendo i problemi che ci accomunano, trovando la voglia di esporre le nostre idee con convinzione, sentendoci, insomma, unite, potremo contribuire in maniera concreta a migliorare la realtà sociale, realizzando un modello di convivenza più nuovo, consapevole ed umano.
Per informazioni rivolgersi alla Libreria "Ponte Tre" - Via Lecco, 16 - tel. 203883.
Coordinamento delle donne Zona 3
DIBATTITO ALL'UPIM DI CORSO BUENOS AIRES
Le donne e il lavoro
Nel magazzino UPIM di corso Buenos Aires, si è svolta martedì 22 Novembre una assemblea aperta ai partiti e alle forze democratiche, indetta dal Consiglio unitario aziendale, sul tema: "occupazione femminile e legge sulla parità". Il tema è particolarmente interessante non solo per le lavoratrici in genere, ma per la particolare struttura economica che caratterizza la zona 3: non si può dimenticare infatti quale concentrazione di attività commerciali vi sia attorno all'asse che va da Porta Venezia a piazza Loreto e quindi quanto sia importante il lavoro femminile nella nostra zona.
Si è sottolineato come il commercio, che pure registra una forte presenza di lavoro femminile, lo abbia relegato nei ruoli tradizionalmente meno professionalizzati e meno tutelati; è il caso appunto delle commesse o delle coadiuvanti nei piccoli negozi familiari. È stato dunque ribadito dal consiglio d'azienda che il lavoro è lo strumento base e la garanzia di partecipazione alla vita democratica: in questa luce va vista e rapidamente approvata la legge che sancisce la parità delle donne sul lavoro, proprio per abbattere la discriminazione che ancora la relega in ruoli subordinati o addirittura fuori dal mondo del lavoro.
Il vivace e spontaneo dibattito che è seguito è stato caratterizzato da
una serie di domande e di contributi volti soprattutto a sollecitare prese di posizione sui temi più vicini alle esperienze della donna che lavora: i consultori, aborto, legge sulla parità, orario di lavoro. Gli interventi delle lavoratrici hanno sottolineato alcuni problemi in particolare. È stato ricordato come ancora oggi la
strumenti di controllo delle nascite, aborto compreso. Si è quindi ricordato che un'opera di educazione molto più aperta e profonda in questo senso sarà un efficace strumento perchè in futuro non si ripetano le drammatiche esperienze vissute sino ad oggi. Altre lavoratrici hanno ricordato come la donna sia oggi
donna venga messa sotto accusa nel processo per violenza carnale, nel momento in cui chiede giustizia. Inoltre una tradizione ormai secolare ha prodotto una cultura sottomessa che reca come conseguenza spesso una maternità inconsapevole, come altrettanto inconsapevoli sono spesso i ricorsi ai più diversi
Aborto: le proposte dei partiti
Dal 7 dicembre la legge sull'aborto potrà essere finalmente ridiscussa in Senato. Analizziamo i motivi per cui, ci ritroviamo dopo 6 mesi allo stesso punto, essendo saltato a giugno l'accordo, che sembrava quasi raggiunto.
Nonostante che la Camera dei Deputati si fosse pronunciata a favore della legge, a giugno il Senato, di strettissima misura, l'ha bocciata (schiermento DC, destre, alcuni franchi tiratori), bloccando in sostanza la possibilità di una conclusione positiva della lunga battaglia per l'affermazione della piena dignità della donna e per un obiettivo di pogresso civile.
Immediatamente dopo i Partiti che avevano sostenuto la legge (PCI, PSI, PSDI, PRI, DP, PLI e indipendenti di sinistra), hanno ripresentato alla Camera il progetto, per essere pronti a discuterlo alla scadenza minima prevista dall'iter parlamentare al Senato (7.12.77). Questa scelta è stata determinata dal fatto che superati i termini del 7.12.77, sarebbe inevitabile il ricorso al referendum, che tuttalpiù otterrebbe solo l'abrogazione delle
vigenti leggi del codice fascista (depenalizzazione dell'aborto).
Sarebbe poi comunque necessario approvare una legge tale da consentire di fatto la pratica dell'aborto, che attualmente viene effettuato clandestinamente con gravi rischi per le donne.
Inoltre la necessità di risolvere urgentemente, ed in maniera positiva per la classe lavoratrice, tutti i problemi scottanti riguardanti la crisi economica, l'ordine pubblico, i servizi sociali ecc., non consente di sospendere l'attività politica e parlamentare per il perioro del referendum. In questi giorni quindi il testo di legge è di nuovo in discussione alle Commissioni Giustizia e Sanità della Camera; vediamo gli articoli approvati e quelli oggetto di discussione, anche per chiarire le diverse posizioni delle forze politiche. Sono stati approvati i primi due articoli: essi riguardano il riconoscimento da parte dello Stato del "valore sociale della maternità e la tutela della vita umana dal suo inizio."
L'aborto non è "mezzo di controllo délle nascite". I consultori hanno il compito di assistere la donna in stato di gravidanza, fornendole le informazioni ed i
mezzi necessari. L'art. 3 che ri-' guarda i finanziamenti dei consultori è stato rinviato, mentre gli art. 4 e 5 sono stati approvati.
Il 4° riguarda le circostanze in cui è possibile interrompere volontariamente la gravidanza entro i primi 90 giorni, mentre il 5° è l'articolo in cui concretamente viene indicata la procedura che deve seguire la donna che intende abortire. A questo punto sono sorti i primi forti contrasti fra i due schieramenti politici, in quanto DC, MSI e partito radicale hanno presentato numerosi emendamenti fra cui quello che prevede l'indispensabile consenso o la consultazione obbligatoria del padre del nascituro (rispettivamente MSI e DC).
Secondo noi la posizione più corretta, che del resto è prevista dalla legge, è che il padre venga si responsabilizzato e consultato, ma non obbligatoriamente e comunque senza poter esprimere parere decisionale. A tutt'oggi gli altri articoli approvati riguardano fra l'altro I'interruzzione volontaria dopo i 90 giorni, la regolamentazione dell'obiezione di coscienza del personale medico e paramedico, la gratuità della cura e degli interventi,
l'aborto nelle donne che abbiano meno di 16 anni. In questa fase si è "distinto" il Partito Radicale, che ha presentato settanta emendamenti per una sola norma, con chiare intenzioni di boicottare ogni discussione costruttiva.
In risposta a questo atteggiamento velleitario che non tiene assolutamente conto delle reali esigenze delle masse femminili, noi donne riteniamo irrinunciabili i seguenti punti: autonomia decisionale della donna, depenalizzazione, gratuità ed assistenza di accertamenti, interventi, cure ed eventuale degenza relativi alla interruzione della gravidanza.
Noi donne, conscie che l'aborto è un trauma che nessuna di noi vuole subire e che una giusta educazione sanitaria e sessuale sarebbe l'unico mezzo per non arrivare ad un tale passo, vogliamo l'approvazione di una legge civile, equa ed umana, capace di affrontare in positivo il dramma reale dell'aborto clandestino, che rispetti il diritto di ciascuno di seguire i propri convincimenti ideali e religiosi senza alcuna imposizione.
doppiamente discriminata come madre e come lavoratrice; che nonostante costituisca la metà della forza lavoro nel mondo è la più soggetta al lavoro nero e precario se non alla disoccupazione; che è quindi necessario unire gli sforzi delle donne organizzandoli per la conquista di quegli obiettivi di parità reale ricordati in precedenza.
Introducendo le conclusioni, Betti, a nome del Consiglio di Zona 3, ha ricordato che sulla discriminazione delle donne hanno giocato le forze reazionarie e conservatrici ed ha invitato le lavoratrici a contribuire, con l'impegno che le contraddistingue, alla soluzione dei gravi problemi delle scuole, dei consultori, dei servizi, in particolare rendendo più attiva la presenza degli enti locali e delle istanze del decentramenteo. (CdZ, CUZ).
Paola Morelli, per la DC, ha richiamato la necessità di un cambiamento della coscienza individuale perchè non è sufficiente la legge per cambiare una cultura secolare ormai superata che è stata conservata sin troppo a lungo.
Mariuccia Masala, per il PCI, ha ricordato che la donna ha maturato ormai piena consapevolezza della propria condizione. La Masala ha quindi spiegato la legge sulla parità esemplificando il diritto alla non discriminazione in materia di selezione, di addestramento professionale, di retribuzione a parità di mansione, di sviluppo di carriera ecc. Infine Rossella Artioli, per il PSI, ha sottolineato che la emancipazione della donna ha nel lavoro uno dei suoi cardini principali, ma che il lavoro da solo non risolve il problema dello "specifico femminile".
Ci auguriamo che questa esperienza, che ha dimostrato quanto è intensa la partecipazione femminile al dibattito politico, sia l'avvio di una serie di iniziative che consentano alla donna di vivere pienamente la sua vita democratica sul luogo di lavoro, nella zona e nella città.
Giuseppe Ghlrardini
PORTA VENEZIA'
Redazione
F. Alberti, M. Anelli, R. Cenati, E. Giannasi, L. Loffi Randolin, C. Montalberti, C. Pagani, L. Pagani.
Hanno collaborato: D. Leone, Ponti, M. Giannini, A. Padroni, G. Cengia. Grafica: di A. Strik Lievers, foto di Arturo.
Direttore reso.. Luciano CapitiniSuppl. Ticinia Notiziario - Aut. Trib. di Milano n 232 del 4.6.73Redazione e Amministrazione: Via Gregorio, 48 Milano - Stampa: Coop. Guado 20020 Robecchetto con Induno (Milano) - Tel. 0331/ 881475.
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ramef..."un'idea di vendita"
La Ramef, per chi ancora non lo sapesse, è un centro vendita di confezioni per uomo, donna e bambino che in pochi anni è divenuto il più grande di Milano e conta tra i suoi clienti diverse centinaia di migliaia di persone che oramai non vengono soltanto da Milano ma anche da tutta la Lombardia.
Il successo Ramef è stato determinato da "un idea di vendita" che si può riassumere in un concetto che molti predicano ma pochi mettono in pratica:
"Eliminando tutti i passaggi intermedi e vendendo qualsiasi merce dal produttore al consumatore si possono contenere i prezzi in limiti che a volte rappresentano il cinquanta per cento di quelli che normalmente vengono applicati".
Questo è quello che è riuscita a realizzare la Ramef nei suoi centri vendita di Via Sirtori 26 e di Via Archimede 10.
Indubbiamente il successo è stato determinato, oltre che dai prezzi, anche dalla qualità dei prodotti in vendita. Due fattori che spesso non vanno di pari passo ma che la Ramef ha saputo realizzare.
Abbiamo chiesto ai responsabili della Ramef il segreto del loro successo, ecco cosa ci hanno risposto:
"L'importante è che ci vengano a trovare almeno una volta al resto ci pensa la qualità e i prezzi dei capi di abbigliamento che abbiamo in vendita".
Per gli abitanti di PortaVenezia ci siamo fatti dare anche una distinta di alcuni capi in vendita ed il !oro relativo prezzo che riportiamo qui a fianco, ed anche un buono sconto.
la ramef
il fenomeno delle borse verdi di Porta Venezia
Sembra quasi impossibile, ma questo fenomeno di consumismo, del quale si sono occupati stampa, radio e televisione, è ancora sconosciuto a molti cittadini di Porta
Tra i 700 modelli in vendita ecco alcuni capi ed il loro relativo prezzo:
COMPLETO uomo
COMPLETO uomo pura lana vergine
CAPPOTTO uomo
CAPPOTTO uomo pura lana vergine
CAPPOTTO donna
CAPPOTTO donna pura lana vergine
CAPPOTTI ragazzo/a
LODEN ragazzo/a foderati in lana scozzese
GIUBBOTTI uomo
IMPERMEABILE uomo/donna
IMPERMEABILE uomo/donna in pura lana vergine
PANTALONI uomo velluto a coste in pura lana vergine
GONNA pura lana vergine
uomo in cotone 100%
Ritagliando questo buono e presentandolo alla cassa dei centri vendita RAMEF godrete di uno sconto destinato ai cittadini di Porta Venezia.
da L. 39.000. L. 59.000. da L. 39.000. L. 59.000. da L. 29.000. da L. 39.000. a L. 59.000. da L. 23.000. da L. 17.000. da L. 17.000. L. 39.000. L. 59.000. L. 13.000. L. 18.000. L. 17.000. L.
CAMICIA
9.000.
Venezia. ir f VELEX S.R.L. VIA ARCHIMEDE, 10 MILANO TEL. 791107 - 79.09.29 CONCESSIONARIA VIA SERTORI. 20 MILANO TEL. 27.01.34 - 27.83.84 f 11 A n. 4 - Dicembre 1977 Pag. 11 PORTA n VENEZIA u,
ramef eirtorl 4g5~4EHW N. 2 31 19 5 Z.,„„, Jt .A200 It 65 - It t 11 EFS! n'E'° 11. ,-/,O/2 MJ1./10 2 11A' dlL (zeri ; eMte.A.io e lego 5%;. d , ei 11 la IL PRESENTE BUONO HA VALORE 6 MESI DALLA
VIA SETTALA 45, UN PRIMO RISULTATO Sospese le vendite frazionate
I! problema della casa con tutti i suoi molteplici aspetti, dalla sistemazione tramite la legge per l'edilizia economico - popolare (167).delle case più degradate, alla difesa degli inquilini contro le speculazioni, è a Porta Venezia tra i più urgenti.
In particolare, il tema della tutela dell'inquilino contro i fenomeni di natura speculativa, sta acquistando attualità nella nostra zona. Ciò a seguito di un vera e proprio stiilicidio di vendite frazionate (l'ultimo caso è quello di Rosolino Pilo 20), abbattutesi soprattutto su stabili proposti dal Consiglio di Zona per il vincolo a 167, stabili quindi vecchi ebisognosi di manutenzioni.
Della comprensibile preoccupazione dei cittadini della nostra zona si è fatta interprete presso la Commissione Casa del Consiglio di Zona, una delegazione di inquilini di caseggiati in vendita, che ha sottolineato la necessità di avviare un vasto dibattito tra le forze politiche, sindacali e sociali della zona, per trovare adeguate soluzioni a questo problema. Un fatto positivo vi è tuttavia da registrare sul fronte delle vendite frazionate. È di questi giorni la notizia della sospensione delle operazioni di vendita nello stabile di Via Settala 45, a seguito della risoluzione del
contratto tra proprietà e società incaricata alla vendita degli appartamenti. È questo un primo successo della costante e continuativa azione che gli inquilini di Settala 45 Stanno portando avanti da circa sei mesi.
Importante è stata la collaborazione che si è realizzata con il SUNIA e la Commissione Casa del Consiglio di Zona, ma senz'altro decisiva è stata la capacità di costruire un saldo ed omogeneo comitato di caseggiato, divenuto ben presto punto di riferimento e di aggregazione per l'intero stabile.
Ciò ha consentito quella risposta compatta ed unitaria, indispensabile in questi casi ad ottenere risultati positivi. L'esperienza dì Settala 45, non dovrà cadere, come spesso avviene in questi casi, nell'ombra. Bisogna che gli altri caseggiati in vendita ne studino attentamente i vari aspetti, cogliendo quegli elementi positivi che possono recare un valido contributo anche nelle proprie realtà.
Può essere questa anche l'occasione perchè tra i caseggiati in vendita si stabiliscano contatti più intensi che consentono quel collegamento e quello scambio di esperienze, preziose in questo genere di lotta.
Comune e ordini professionali per la definizione dei P.I.O.
La Giunta Comunale di Milano, con una recente delibera, analizza la possibilità di allargare agli Ordini Professionali il dibattito e l'elaborazione relatiii al P.R.G.. Come è noto il Piano Regolatore di Milano,adottato in luglio dal Comune, necessita di ulteriori approfondimenti, soprattutto per quello che riguarda il livello di definizione: questo compito è affidato ai PIO (piani di inquadramento operativo).
In questi giorni si sta vagliando la possibilità di rendere partecipi alla stesura di questi piani particolareggiati anche elementi esterni all'Ufficio Tecnico comunale, il quale, per la sua struttura, non è in grado di esaurire questo lavoro in tempi brevi.
L'Amministrazione Comunale ha già iniziato una serie di incontri con gli Ordini Professionali interessati (ingegneri ed architetti), che si sono dichiarati ampiamente disponibili; quanto prima la discussione arriverà ai Consigli di Zona, che sono chiamati a fornire indicazioni sui professionisti che in questi anni hanno seguito puntualmente l'evolversi della situazione urbanistica della città, partecipando ai lavori delle commissioni Territorio e Casa, e che, quindi, possono fornire una prestazione qualificata per la :stesura dei PIO. I meccanismi secondo cui verrà organizzato il lavoro dei professionisti che saranno interpellati (si parla di 150, comprendendo anche neolaureati ed eventualmente studenti), non sono ancora definiti; certo non bisogna sottovalutare la difficoltà di rendere omogénei ed articolati questi gruppi di progettazione, ma comunque merita attenzione questa iniziativa, che tende a rendere partecipi del disegno della città strati sempre più vasti della popolazione, e che riconosce l'urgenza di definire al più presto situazioni in cui l'edilizia, con la sua tipica funzione trainante per l'economia, possa cominciare finalmente ad operare
A che punto siamo con l'equo canone
Sul problema della casa ci sarebbe molto da dire data la situazione abitativa che si è creata per la mancanza di una politica organica della casa, i cui riflessi negativi si sono fatti sentire in materia di fitti, di investimenti nell'edilizia e di programmazione di un serio piano di edilizia popolare.
Indispensabile è dunque arrivare al più presto ad una legge per la regolamentazione dei canoni d'affitto che, unitamente al piano decennale per l'edilizia, abbia la forza di sbloccare tale situazione. In tema di equo canone dobbiamo registrare un'intesa di massima: intesa rivolta solo alla parte economica. Un grosso scontro è da sostenere con le forze più conservatrici sulla parte normativa della legge. il movimento sindacale e l'intero movimento -riformatore che da anni lottano per ottenere una giusta legge di equo canone, ribadiscono che è assolutamente indispensabile una soluzione che dia effettive garanzie al lavoratore inquilino.
Al primo posto deve esserci la rinnovabilità automatica del contratto disdicibile solo per giusta causa, garanzia senza la quale l'inquilino continuerà ad essere sottoposto al rischio di ricatti e soprusi.
Per ora non vi è disponibilità delle forze che da sempre tutelano le grosse immobiliari su punti normativi qualificanti quali la durata del contratto, le commissioni di conciliazione, il fondo sociale. L'abolizione delle commissioni di conciliazione, cancellate con il voto di luglio in Commissioni Giustizia e Lavori Pubblici del Senato, dal testo originario del governo, verrebbe a creare una situazione molto difficile. Solo il tribunale dovrebbe occuparsi di risolvere le contestazioni che l'interpretazione della nuova legge susciterebbe, con il grave pericolo che un tale tipo di soluzione comporta; a farne le spese finirebbe con l'essere la parte più debole, cioè, l'inquilino. Dobbiamo ribadire pertanto la necessità che di queste Commissioni facciano parte i rappresentanti dei partiti, dei sindacati inquilini e delle proprietà, cosi da rendere più equa la soluzione del contenzioso.
Per il fondo sociale dobbiamo impegnarci affinchè vengano prese delle misure che tutelino i cittadini meno abbienti, pensionati e famiglie numerose, i cui redditi sono già ta-' glieggiati dall'inflazione.
Passi avanti sono quindi stati compiuti, ma molto è ancora da conquistare, e, con il sostegno di una seria mobilitazione unitaria ci saranno lo spazio e la possibilità per ulteriori miglioramenti.
Per quanto riguarda l'ultima proroga del blocco dei fitti, conseguenza della mancata introduzione dell'equo canone, dobbiamo dire con soddisfazione che alcune delle nostre richieste sono state accolte.
PONTE
dalla prima
Un Natale in cassa integrazione?
Queste le domande rivolte; Quali sono le vostre previsioni sull'andamento degli acquisti nel periodo natalizio di quest'anno?
Ritenete che la crisi economica generale si ripercuoterà sui consumi delle festività?
Pensate che si possa verificare il fenomeno dell'aumento dei prezzi in occasione di questo periodo?
Ritenere che sia giusta l'impostazione attuale che vede concentrati soprattutto in dicembre rispettivamente le vendite e gli acquisti di alcuni tipi di merci? Considerate possibile ed auspicabile una ridistribuzione di un certo genere di consumi nell'arco dell'anno (legata ad esempio alla proposta di ristrutturazione degli stipendi per quanto riguarda la tredicesima mensilità)? Abbiamo iniziato la nostra inchiesta intervistando 'il signor Sogaro per l'Unione commercianti. Queste le sue impressioni: Seguendo le indicazioni dei mesi scorsi è prevedibile una diminuzione degli acquisti durante il periodo natalizio rispetto al '76, anche se è difficile valutare in che misura avverrà questo calo. Indubbiamente la crisi economica si ripercuote sull'andamento dei consumi delle festività di dicembre: da una parte la spesa globale segna una diminuzione, dall'altra i consumi si orientano sempre più verso generi di necessità (capi di vestiario invernali, spese per la casa che vengono programmate in funzione dèlla tredicesima mensilità).
no ad approvvigionarsi per il periodo natalizio. Da parte dei nostri associati non ci sono pervenute segnalazioni di richieste di prezzi enormi da parte della produzione e dell'ingrosso.
L'andamento generale rientra nelle tendenze previste dagli indici dell'ISTAT, che fino ad oggi si sono mantenute su tassi di aumento dell'i % al mese. Ritengo che tali dati si manifesteranno anche per il periodo in questione.
Bisogna poi aggiungere che sono in corso iniziative da parte delle categorie dei dettaglianti che, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Milano, mirano al contenimento dei prezzi sia nei settori alimentari (panieri di generi vari) sia in quelli extra - alimentari (giocattoli).
Vi saranno certo eccezioni per i, problema dell'abbigliamento in relazione alla crisi del settore tessile e per alcuni generi alimentari legati all'andamento cattivo della stagione.
Nella generalità comunque ci auguriamo una relativa stabilità dei prezzi. Certamente un andamento costante del mercato e dei consumi è preferibile rispetto ad una concentrazione in pochi periodi dell'anno o, addirittura, in uno solo. Ciò permetterebbe ai commercianti di operare con maggiore serenità e di evitare tensioni al rialzo legate a particolari momenti.
Vediamo con favore quindi una proposta del genere, anche se crediamo che da sola non riesca a risolvere il problema.
Il periodo natalizio è un fatto di abitudini che difficilmente potranno essere modificate.
Sono stati bloccati gli sfratti e, pur rimanendo il tetto degli otto milioni netti per chi ha diritto al blocco, è scomparsa la possibilità di aumentare l'affitto all'inquilino che subentra a quello disdettato. Con questo viene a cadere uno dei principali motivi per cui venivano inviate le lettere di disdetta.
Le leggi di blocco comunque, nel tempo, hanno finito col tutelare un sempre minor numero di inquilini, creando in tal modo grosse sperequazioni. Il perdurare del regime di blocco ha inoltre giovato alle proprietà, che in nome di una mancata remuneratività, hanno completamente abbandonato le manutenzioni degli stabili. Questi, giunti al massimo del degrado, vengono spesso messi in vendita frazionata, operazione che consente alla proprietà di recuperare capitali da investire in altre attività più redditizie.
Su quest'ultimo argomento-infine, dobbiamo avere la forza di coinvolgere le forze politiche, dobbiamo sapere quali sono le forze che appoggiano queste forme di speculazione, e dobbiamo chiedere che vengano risolti quei problemi che sono serviti come pretesto alla proprietà per speculare, e che si riassumono nella mancanza di una regolamentazione organica del fitti e nella assenza di un piano decennale dl investimenti per l'edilizia.
S.U.N.I.A.
Direttivo Sezione Venezla Buono* Aironi
Da questo ultimo punto di vista si è verificato negli ultimi anni un mutamento nella composizione della clientela soprattutto per quanto riguarda i negozi medio - grandi di c.so Buenos Aires che hanno visto aumentare la percentuale di acquirenti a reddito fisso e quindi vedono i loro incassi sempre più legati alla fine mese e alla tredicesima natalizia. Non sono previsti aumenti dei prezzi in concomitanza di questo periodo, anche perché si ripercuoterebbero negativamente sull'andamento del mercato già in ribasso. Questo fenomeno ha segnato punte preoccupanti ad esempio nel settore abbigliamento a causa del brusco e ritardato trapasso di stagione che ha provocato una forte diminuzione negli acquisti di capi autunnali e invernali, calo che si spera di recuperare in parte durante il periodo di dicembre. Per alcuni articoli prettamente natalizi (un esempio indicativo è il panettone) non si può parlare di un aumento di prezzo durante questo periodo, perché in realtà la tendenza è quella di venderli in offerte speciali durante il resto dell'anno per cercare di equilibrare un po' l'andamento delle vendite. Indubbiamente non è positiva la concentrazione di certi consumi in un solo periodo dell'anno e sarebbe auspicabile una ridistribuzione durante l'arco dei mesi. Questo permetterebbe una gestione più equilibrata ai commercianti che si vedono coinvolti tutti in misura più o meno pesante dal fenomeno degli acquisti legati alla tredicesima. Ma questo processo investe anche mutamenti di costume e mentalità che non possono avvenire in tempi brevi e presuppongono modificazioni sociali e strutturali.
Ci siamo a questo punto rivolti al segretario regionale della Confesercenti, signor Medi), per conoscere le previsioni e i pareri di questa associazione. Difficile fare previsioni in un momento in cui permangono difficoltà gravissime di fronte a tutte le famiglie italiane. Di fatto, da più anni, si stanno già registrando alcune tendenze nell'andamento degli acquisti durante il periodo natalizio: da una parte la gente spende di meno, avendo già impegnato gran parte della "tredicesima" con scelte fatte durante l'anno, dall'altra esiste una modifica dei consumi, che si sono orientati verso generi di qualità e durevoli. Sicuramente queste tendenze si riconfermeranno anche durante il Natale 1977.
in atto da tempo un freno oggettihIo al consumismo più sfrenato: questo è bene. Ma fino a che punto è una manifestazione di una scelta cosciente dei consumatori e non una necessità imposta dal morso della crisi?
Fino a che punto riguarda tutte le categorie sociali e non solo quelle più deboli?
In generale il mese di novembre è quello in Cui i commercianti provvedo-
Registrate le dichairazioni delle categorie dei commercianti, passiamo al mondo dei consumatori. Le opinioni raccolte rivelano una notevole omogeneità con le valutazioni riportate per quanto concerne gli esercenti.
Anche da parte degli acquirenti le previsioni per i consumi natalizi sottolineano la tendenza ad un calo delle spese, con l'accentuarsi dei tegli riguardanti i generi cosiddetti voluttuari. La tredicesima è stata programmata molto spesso da mesi in vista di alcuni acquisti per la famiglia e la casa: i capi di abbigliamento invernali, le spese per l'arredamento, gli elettrodomestici, tutto a sottolineare l'o spostamento verso i consumi "utili", oltre che necessari, e l'accantonamento dei generi considerati superflui.
Indubbiamente la crisi economica condiziona questo tipo di scelta: i temi ricorrenti per motivare certi indirizzi di consumo sono comuni, il diminuito potere di acquisto degli stipendi, l'aumento dei prezzi, l'inflazione, una generale insicurezza per l'immediato futuro causata dalla recessione economica in atto.
Affiorano in alcuni discorsi vaghi , rimpianti per gli "anni d'oro" del boom consumistico, in altri invece si può intravedere il passaggio avvenuto da un indirizzo obbligato dei consumi ad una scelta cosciente.
Su tutto questo arco di opinioni domina però un motivo costante: la volontà di non coinvolgere i bambini nei tagli alle spese, il Natale per loro deve conservare intatto il fascino dei doni, dei giocattoli, magari scelti con più attenzione, ma non si mette in discussione la necessità di una loro presenza, anche minima.
Per quanto riguarda il problema degli aumenti dei prezzi, indubbiamente alcune esperienze del passato hanno lasciato il segno: è diffuso it timore di rialzi, ingiustificati e di tipo speculativo, si sottolinea la necessità di panieri di generi vari e di controlli sui prodotti alimentari e non. Ad ogni modo il consumatore appare abbastanza smaliziato su questo tema: l'esperienza quotidiana di acquisto, l'abitudine acquisita ai raffronti fra i prodotti di diverse marche e i vari esercenti non verranno certo abbandonate nelle spese natalizie.
Sull'ultimo punto della nostra Inchiesta, le risposte dei consumatori sono state meno precise: riconosciuta generalmente la non validità di una concentrazione di alcune spese in un solo periodo, le incertezze sono affiorate sulle proposte alternative. I pareri si sono divisi sulla utilità della tredicesima, sulla proposta della sua suddivisione nell'arco dell'anno, a sottolineare il problema di un cambiamento di mentalità e abitudini molto spesso prófondamente radicati.
Daniela Rossi
n. 4 - Dicembre 1977 Pag. 12 v ai-_iEItlA
Libri per ragazzi & Giochi intelligenti Libreria Ponte Tre , via Lecco,16.