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il dialogo

PERIODICO DELLA ZONA 4 / mensile anno ventunesimo numero otto - novembre 1978

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CAMION IN Ilvia alla ETERNO? "basa Parcheggio" di c.so XXII marzo

È passato più di un anno dall'ultimo articolo in merito apparso sul nostro giornale ma il problema dei camion nella nostra zona è ben lungi dall'essere risolto.

Secondo stime recenti e peraltro approssimative, ogni giorno circa 500 autotreni sostano in un'area compresa tra Viale Umbria e la cinta ferroviaria causando disagi che sono ormai noti a tutti: strade e marciapiedi in condizioni precarie, zone di verde praticamente cancellate, gravi intralci aria circolazione e pericoli per gli stessi automobilisti (spesse volte, ad esempio, per chi proviene da via Comelico superare l'incrocio con Viale Umbria diventa un vero terno al lotto a causa degli autotreni che sostano proprio in prossimità dell'incrocio annullando praticamente il campo visivo per gli automobilsti). Non vanno peraltro trascurati i disagi a cui sono soC.)posti gli stessi camionisti, !tre al continuo pericolo di vedersi derubati del proprio adotreno.

L'unica zona dove il problema va leggermente diminuendo è quella di via Monte Cimone, grazie alle transenne di ferro installate dal Comune per recintare l'area riservata al parcheggio del Teatro Quartiere. Di proposte risolutive ne sono state studiate più d'una e la più concreta riguarda la realizzazione di tre grandi aree di parcheggio al quartiere Chiesa Rossa, in via Stephenson ed in via Bonfadini, nei pressi dell'ortomercato. Ma naturalmente, come purtroppo spesso accade, per ora è ancora tutto in alto mare anche perché la spesa prevista per la costruzione di ogni singola area si aggira intorno ai sette miliardi e il Comune, chiaramente, non può accollarsi l'intero onere. Una parziale soluzione sarebbe quella di fare contribuire finanziariamente le compagnie di assicurazione ma i problemi da superare sono anche qui numerosi.

In merito alla costruzione di queste aree un esempio concreto ci viene da via Salomone (zona 13) dove da circa un anno è in funzione un parcheggio per autotreni custodito 24 ore su 24. Il parcheggio, gestito da un privato, è dotato di servizi con docce, acqua calda, spogliatoi in via di ultimazione, sala di lettura con TV Color , tavola fredda e bar. È in progetto la costruzione di una mensa. È inoltre dotato di un sistema d'allarme collegato con la centrale di polizia e può ospitare fino a 200 autotreni al giorno. Le tariffe, di poco inferiori a quelle degli altri Paesi

europei dove già esistono questi parcheggi, sono di L. 5000 al giorno per autotreni con rimorchio e di L. 3000 per quelli senza rimorchio.

Come si vede il parcheggio è dotato di tutti i comforts e garanzie di sicurezza, ciò nonostante è frequentato mediamente da 5-6 autotreni al giorno, per il 90% di nazionalità estera, sebbene depliants illustrativi siano stati distribuiti ai camionisti in parecchie zone della città per pubblicizzare la cosa.

Evidentemente gli stessi camionisti piuttosto che sborsare di tasca loro le spese per il parcheggio preferiscono sostare in qualche via o piazza cittadina sopportando non pochi disagi.

Come si vede la situazione è complessa. Da una parte le autorità che non si decidono a dare il via alla realizzazione delle aree di parcheggio pubbliche sopracitate, dall'altra il sorgere di questi parcheggi, gestiti da qualche privato, che però non sembrano avere molto successo; in mezzo a tutto ciò le compagnie d'assicurazione e le agenzie di trasporti (sempre più numerose nella nostra zona) che sembrano non interessarsi particolarmente al problema. Vittime di tutto ciò i soliti cittadini che, come sempre, continueranno ad attendere più o meno pazientemente la risoluzione del grave problema. Ancora per quanto?

In questi giorni si sta demolendo il vecchio edificio di Corso XXII Marzo ad angolo con via Morosini per costruire al suo posto una casa parcheggio.

Non vorrei qui ricordare, ancora una volta, tutte le lotte condotte dagli inquilini, dai sindacati e dalle forze politiche per ottenere il risanamento e il rinnovamento della nostra zona. Vorrei piuttosto dimostrare che queste lotte hanno dato e stanno dando dei risultati concreti, sia nei fatti che nelle prospettive e che perciò oggi stiamo già lavorando in un contesto notevolmente modificato rispetto agli anni passati.

Certamente le nuove conquiste dipenderanno dalla capacità di incidere sulla nostra zona con una politica concreta.

La costruzione della casa parcheggio rappresenta il fatto più evidente e mette in luce la realtà di questo nuovo contesto.

L'edificio è costituito da 155 alloggi compresi tra i 46 e i 75 mq di superficie utile per un totale di 438 posti letto.

Sarà pronto per i primi mesi del 1980 e verrà a costare circa 233.000 lire al mq utile per un totale di spesa che si aggira sui 2 miliardi e 400 milioni.

Il finanziamento è coperto dalla legge 513 del 1977.

Dovrà servire al risanamento di quei lotti degradati che per la loro ristrutturazione hanno bisogno di essere temporaneamente liberati dagli inquilini.

Molti sono gli elementi di novità.

Prima di tutto la casa parcheggio è un atto concreto che dimostra la volontà di risanare in un modo nuovo la zona e la città; si presenta perciò come un intervento operativo che ne prelude altri e che vuole muovere un certo arco di iniziative.

Si è affrontato il problema nel modo giusto: partendo dai problemi degli inquilini, che poi sono in gran parte ceti popolari, che restando per anni in situazioni disagiate, hanno difeso il diritto di tutti ad avere una casa decente.

Si è utilizzato un finanziamento nei tempi ristretti previsti.

Si possono finalmente definire le priorità per fare un programma di risanamento sia edilizio che urbanistico in tempi ristretti.

Già nei primi mesi di quest'anno, un'assemblea al cinema Fiamma, che ha visto partecipare un gran numero di inquilini, aveva dato chiare indicazioni sulla strada da seguire:

LA ZONA CONTRO IL FASCISMO

I cittadini della zona 4 riuniti in assemblea pubblica sul tema Antifascismo e difesa della democrazia per l'isolamento politico del MSI Ribadiscono la validità delle scelte compiute dal C di Z 4 per l'isolamento politico del MSI e la difesa della democrazia e fanno appello al CdZ stesso ed alla cittadinanza perchè siano ampliati il dibattito e le iniziative fra tutte le strutture democratiche ed antifasciste all'interno della zona.

Ritengono che gli episodi di violenza fascista, e la strategia eversiva del terrore vadano combattuti in un quadro unitario di difesa della democrazia per sviluppare la partecipazione di massa e battere le forze democratiche e popolari fasciste e terroristiche che operano per una soluzione reazionaria della crisi, creare divisioni tra le forze democratiche e popolari, paura e sfiducie nelle possibilità di un profondo cambiamento democratico della nostra società, creando inoltre difficoltà alla battaglia della classe operaia e di vasti settori sociali per l'ottenimento dell'ampliamento della base produttiva di migliori condizioni di vita e di lavoro e per la difesa degli strumenti di lotta che il sindacato autonomamente si da.

Concretizzare in zona questi obiettivi deve significare:

- che il CdZ si dia al più presto e pubblicamente un programma di obiettivi prioritari e tempi di attuazione per promuovere nella zona momenti di aggregazione sociale.

Difendere e garantire la partecipazione democratica ai movimenti di vita politica e sociale della zona da qualsiasi tentativo di intimidazione e provocazione.

- Promuovere uno sforzo unitario affinchè in tutto il quartiere, nelle fabbriche e nelle scuole si creino momenti di iniziative e di confronto per raggiungere l'obiettivo dell'isolamento politico e morale del MSI, che individui i momenti di organizzazione, di diramazione del terrorismo fascista ed eversivo.

bisognava partire da una indagine conoscitiva di tutto il patrimonio edilizio degradato della zona che mettesse in evidenza la consistenza della urgente domanda di alloggi.

La nuova legge 457 (piano decennale) affiancata alla legge 167 consentono di dare realtà operativa ai conseguenti piani di risanamento che grazie alla casa parcheggio saranno possibili.

L'aggiornamento del nuovo piano regolatore costituisce la cornice entro la quale è possibile operare.

Inoltre entro la fine dell'anno la zona ed il comune dovranno dotarsi di un piano biennale di attuazione che copra le previsioni di intervento con i relativi piani di finanziamento per tutte le opere private e pubbliche fino al 1980.

A questo programma debbono concorrere sia i cittadini che il consiglio di zona in prima persona per rendere le scelte coerenti ai bisogni.

Un primo obbiettivo potrebbe essere quello di riuscire a programmare un nuovo finanziamento per il 1979 da utilizzare per il risanamento dei lotti di 167 già adottati con una cifra pari almeno a quella della casa parcheggio.

Se questa altra prospettiva andrà in porto (gli spazi operativi ci sono) un investimento della mano pubblica di circa 5 miliardi nella nostra zona nel giro di due anni, dovrebbe alimentare e incoraggiare tutti gli altri interventi di risanamento attraverso le confenzioni e le agevolazioni sia delle cooperative che dei privati.

Ma la casa parcheggio oltre che fare parte fondamentale di questo disegno esprime in se anche altre caratteristiche.

La sua posizione strategica che può influire su un vasto raggio della città. Il suo aspetto programmatico che sta alla nostra abilità di saper gestire e utilizzare nelle prerogative migliori.

Le tipologie (i tagli degli appartamenti) e la progettazione sono state studiate sui nuovi standards della legge 513 che riducono gli sprechi razionalizzando l'intervento: il costo a metro quadrato è significativo.

Una progettazione in tal senso prelude ai nuovi orientamenti che stanno emergendo per fondare una identità dell'esegue in 2' pagina

Ü

21 dalogo media di via cadore PARLIAMO DI ILLUSIONI

Nel numero di Luglio del «Dialogo» del 1977 veniva data assicurazione da parte di ben tre assessori che la scuola di Via Cadore, necessità sempre più impellente per la nostra Zona, sarebbe stata pronta nel 1980 dando anche una serie di scadenze delle quali nessuna è stata finora rispettata. Tutto ciò è molto grave perchè significa il continuare a persistere di condizioni disastrose nelle due scuole medie di Zona che traboccano di studenti e sono costrette a ricercare aule nei posti più disparati creando con ciò notevoli problemi a studenti ed a insegnanti.

Detto per inciso ricordiamo qua che molto buona è invece la situazione del Liceo Einstein

assemblea

alla Tito Livio

Giovedì 19 ottobre si è svolta alla Scuola Media Tito Livio l'Assemblea dei genitori.

Si sono discussi vari problemi contingenti tra cui, il più scottante, quello riguardante la carenza delle aule ed il conseguente dislocamento di otto classi fuori sede. Questo anno, infatti, la «Tito Livio» ha ventiquattro classi in sede, cinque in Corso XXII Marzo e tre presso la Scuola Elementare Monte Velino.

Su questo argomento l'Assemblea ha approvato una mozione con la quale ha dato incarico ad una delegazione di genitori di esaminare, con il Consiglio d'Istituto, le cause dei disagi denunciati per cercare una soluzione valida non solo per l'anno prossimo, ma anche per l'anno in corso. I disagi maggiormente lamentati dai genitori i cui figli frequentano le classi fuori sede, possono così riassumersi:

mancanza di eterogeneità nella composizione di alcune classi, condizionata dall'applicazione del criterio della vicinanza alla sede ospitante; mancanza assoluta di sussidi didattici; frequenti sostituzioni dei docenti con grave pregiudizio alla continuità didattica; aggravio di spese per numerose famiglie costrette a sopportare un esborso di

NO ALLE SCHEDATURE

dove esistono pareccbie aule vuote delle quali non viene concesso (chissà da chi...?) l'uso. Ma tutto questo implica alcune considerazione sull'operato della Giunta in carica da ormai tre anni. Quello che ci si aspettava era un nuovo modo di governare più legato alle esigenze dei cittadini, che desse impulso vitale al decentramento, che si liberasse delle pastoie del burocraticismo in cui era sempre rimasto avviluppato il governo comunale. Ora dire che niente di tutto questo sia successo è ingiusto, ma certamente il nuovo modo di governare si è visto poco creando profonda disillusione in quella maggioranza di milanesi che aveva votato a sini45.000 lire per abbonamento filotramviario; insoddisfazione dei docenti a svolgere le lezioni in sedi disagia te; difficoltà di supplire i professori assenti con conseguente mancanza di sorveglianza della classe; difficoltà di rapporto, di varia natura, con le scuole ospitanti.

Fatto significativo, che deve essere sottolineato, è la composizione della delegazione che si occuperà con il Consiglio d'Istituto dei problemi inerenti la carenza di aule: i genitori resisi disponibili per comporla sono numerosi e comprendono sia quelli delle classi fuori sede, sia quelli i cui figli frequentano le classi in sede.

Questa situazione si rinnova ormai da anni, come il Dialogo ha puntualmente denunciato, malgrado ciò anche questa volta la scuola non ha ritenuto opportuno consultare i genitori preventivamente per cercare con essi le soluzioni più appropriate e convenienti ai vari problemi.

A questo punto non possiamo che sperare che la sensibilità di tutti gli operatori scolastici e dei genitori non ci costringa, l'anno prossimo, a lamentare da queste colonne il perpetuarsi di queste carenze.

dalla prima pagina

CASA PARCHEGGIO

dilizia residenziale rivolta ai bisogni.

Il progetto, inoltre, è stato redatto con la consulenza dei delegati del consiglio di zona, fatto questo, che pur nei limiti operativi del tempo, rappresenta un elemento di assoluta novità.

Uno dei risultati positivi di questa collaborazione è stata la decisione di destinare a servizi sociali e ad attività, commerciali, tutto il piano terreno dell'edificio.

Questi servizi, che dovranno essere programmati nel piano biennale, dovranno essere quelli che l'indagine nella zona e nel quartiere, rileverà indispensabili e urgenti.

Anche questo ultimo aspetto fa capire quanto si ritenga importante che si utilizzino i progetti per il risanamento e questa deve essere l'occasione da non perdere per risanare anche il tessuto urbanistico

stra il 15/6/75. Ciò è doppiamente negativo in quanto crea anche un rilancio, particolarmente forte tra la gioventù, di quelle forze che come la DC conducono una politica di opposizione, cheperlomeno a Palazzo Marino, è svolta in maniera preconcetta e anche un po' demagogica.

Ritornando alla scuola di Via Cadore dobbiamo amaramente constatare come la SO.VE.CO. che doveva cedere il posto alla Media sia lì ancora saldamente ancorata e come, dalle voci che circolano, sembra di poter comprendere che le previste 36 classi si ridurranno a 24 (per altro già insufficienti visto che Tito Livio e Colletta hanno già 15 classi fuori sede); sembrerebbe che ci siano problemi anche per reperire lo spazio per le palestre, il che sarebbe veramente grave, vista la penuria di attrezzature sportive esistenti nelle scuole della zona. Ultimo argomento da trattare è quello riguardante il problema del bacino d'utenza, previsto da alcune disposizioni ministeriali, ma non attuato soprattutto nelle scuole del centro come la Trotti-Arconati e la Maino che vogliono mantenre la loro fama di scuole per «Elites» di modo che esse hanno un numero di studenti inferiori alle capacità della scuola mentre per esempio alla Colletta devono sempre lottare contro il sovrappopolamento.

In seguito all'intervento delle forze dell'ordine all'esterno del Consi o di Zona nella seduta del giorno 11 ottobre u.s. durante la qualPper potere assistere alla seduta del Consiglio stesso i cittadini dovevano declinare le proprie generalità che venivano registrate dai poliziotti presenti in forze, alcuni organismi presenti in zona hanno presentato il seguente esposto al Commissariato di Zona:

«Al Commissario di P.S. della zona 4

Le forze politiche democratiche e le forze sociali della Zona 4 esprimono viva preoccupazione per il modo in cui le forze di pubblica sicurezza hanno effettuato il servizio d'ordine durante la riunione del Consiglio di Zona 4 del giorno 11 ottobre 1978. Se siamo consapevoli dei problemi. di democrazia che nella nostra zona pone la presenza della federazione missina, oltre che di tre Consiglieri missini del Consiglio di Zona stesso, come in numerose occasioni si è dimostrato e del resto non solo nella nostra zona, riteniamo però che la presenza delle forze dell'ordine sia giustificata solo in casi eccezionali e motivati.

Le stesse forze politiche e democratiche presenti in Consiglio di Zona si sono adoperate con energia per garantire da un lato il pieno funzionamento democratico di un importante momento istituzionale decentrato come il CdZ, nella piena attuazione delle norme che ne regolano l'attività e dall'altro lato perché emergesse esplicitamente la più ampia volontà politica di isolare la presenza missina, sia sul piano dei comportamenti politici da assumere durante i lavori del Consiglio, così come nell'iniziativa politica da sviluppare tra i giovani, i lavoratori, i cittadini tutti della zona.

Questo come impegno democratico ci pare essere stato contraddetto da alcune delle modalità con cui è stato effettuato il servizio d'ordine durante la suddetta seduta del consiglio, nella misura in cui la schedatura dei cittadini che intendevano presenziare ai lavori del Consiglio riteniamo vada nel senso opposto a quello di garantire la più ampia partecipazione dei cittadini stessi, compito per il quale il CdZ è stato creato e vive.

Auspichiamo quindi che in futuro il contributo delle forze dell'ordine assuma fino in fondo questo compito come prioritario, coerente a quello di garantire il civile confronto politico in CdZ, evitando che nei fatti si determinino momenti di intimidazione e di turbamento fra i giovani e fra i cittadini, dannosi non solo alla vita del decentramento, ma al rapporto positivo e di collaborazione democratica che crediamo si debba sviluppare fra forze dell'ordine, forze politiche democratiche e i cittadini tutti.

Milano, 13 ottobre 1978.

PCI zona 4 PSI zona 4 MLS zona 4 Collettivo D.P. zona 4

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specialékkgpio) Giuseppe Faravelli e il socialismoifaiiano

3 Europa: rivoluzione o elezioni truffa?

4 Anna Kuliscioff socialista e femminista

5 Maggio 1947: fine del governo tripartito

6 Bobbio: l'umanesimo socialista da Marx a Mondolfo

degradato per dotarlo dei servizi indispensabili.

Credo che queste considerazioni anche se brevi e incomplete mettano chiaramente in evidenza che ci stiamo movendo, anche in questo campo, su un piano di completa diversità rispetto al passato e che questo modo aderisca pienamente alle attese e alle lotte dei cttadini anche se la strada è stata per ora solamente tracciata.

Sono convinto che se tutte le forze sociali concorreranno con le iniziative di cui sono capaci a dare un contributo concreto allo sviluppo e al rafforzamento di questa linea di condotta, che a mio avviso deve trovare riscontro anche nella più vasta politica nazionale, saremo in grado di esprimere una nuova realtà per la nostra zona.

Marcello Vecchi

7 L'accordo di Helsinki e i diritti umani, due anni dopo

8 Eurocomunismo. Carrillo, l'Urss e il Pci

9 Rai-TV: la mappa del potere

10 Dove va la Massoneria italiana?

I l II programma dei socialisti

12 La cultura, la crisi, la città

13 Individuo e società dopo Freud

14 Mitterrand: socialisti al bivio

15 La SPD e lo

Stato tedesco 16 Le donne e l'aborto, domani I 7 La Biennale quattro anni dopo 18 A cosa servono le forze armate? Conto corre;ite nostalé 3-4412.5 intestato alle Soeicii,Casa editi della Critica sociale Foro BoNparte 24 2012rgilano uale, L 13.000

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L'ARCI, Associazione di Cultura, Sport e Ricreazione, è un'organizzazione nazionale democratica, antifascista e unitaria che si ispira agli ideali della Resistenza e della Costituzione della Repubblica. Principali campi d'intervento sono: il teatro, il cinema, la musica, le arti figurative e tutto il campo delle comunicazioni visive, l'informazione, le attività educative e formative, la diffusione e la promozione delle conoscenze scientifiche, le attività ludico motorie e lo sport, lo sviluppo del turismo come servizio sociale, le attività ricreative e culturali di tutti i cittadini. Che significato ha oggi l'associazionismo, quale ruolo deve giocare nella battaglia contro la crisi, per il rinnovamento democratico nella società italiana? Schematicamente i punti che vanno riproposti ci sembrano questi: i processi di disgregazione della società civile ripropongono con forza la questione delle forme di associazione, di solidarietà, di protagonismo delle masse popolari.

resse, cireoli ricreativi, costituisce una serie importante di opportunità di incontro e di discussione. Molto lavoro e importanti risultati sono già stati ottenuti. La diffusione delle scuole popolari di musica, che ha costituito, crediamo, una risposta politica alle tendenze irraztanalistiche del fenomeno musicaier la costituzione sempre più numerosa di polisportive giovanili, le scuole di animazione teatrale e il moltiplicarsi di circoli scacchistici e damistici.

4) L'associazionismo è già in gran parte, e può esserlo sempre di più, un movimento di massa, che si batte per alcuni obiettivi fondamentali per le forze democratiche sul terreno della crescita culturale delle masse popolari, lottando per un effettivo decentramento e programmazione dell'iniziativa pubblica in questo settore.

L'obbiettivo che in primo luogo ci poniamo è quello della diffusione di nuovi circoli in particolare avendo riscontrato nel nostro quartiere (Zona 4) una carenza di strutture sociali, sportive culturali e ricreative, l'ARCI-UISP Vittoria si propone di sopperire a queste mancanze con una serie di iniziative che intende sviluppare con la collaborazione della cittadinanza del quartiere. La vostra partecipazione rafforza la capacità operativa di questo circolo ARCI permettendogli di realizzare e approfondire un programma che desideriamo concordare con voi.

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Oltre che questione politica questo fatto si presenta sotto la forma di una spinta di massa cui non dà ancora risposta, se non in modo occasionale, l'attuale assetto della società politica, istituzionale e civile.

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Il problema dell'autonomia della società civile si presenta come importante problema di «governo» per il movimento operaio. L'associazionismo si presenta, quindi, come occasione stabile di autoorganizzazione dei cittadini, con una notevole capacità di dare risposte decentrate, anche nelle pieghe meno evidenti della società civile, e di mobilitare, sin dai livelli più elementari, forti capacità di iniziativa. Nel campo dell'attività culturale, sportiva, ricreativa è divenuto urgente rafforzare l'intervento complessivo delle forze democratiche, che si devono presentare con una propria proposta, la quale non può esaurirsi nell'azione esercitata nel governo delle istituzioni; ma deve articolarsi nella presenza di movimenti organizzativi autonomi, dotati di una propria fisionomia.

L'associazionismo può essere una risposta valida alle questioni cruciali di una Provincia come quella milanese.

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Il lavoro di animazione teatrale che la Nuova Compagnia del Bagatto ha effettuato lo scorso anno all'interno delle scuole medie superiori, ci ha dato la possibilità di constatare, da parte degli studenti, l'esistenza di un notevole interesse per il teatro, soprattutto quando viene data loro la possibilità di avvicinarvisi da protagonisti.

Sulle pagine del Dialogo abbiamo già ampiamente illustrato il lavoro svolto la scorsa stagione e le motivazioni che ci hanno spinto a scegliere come filo conduttore un argomento che fosse innanzi tutto a sfondo sociale, e che potesse far precedere all'intervento teatrale una discussione critica su un aspetto della situazione giovanile (giovani, mass media e tempo libero).

Per quanto riguarda la prossima stagione, intendendo rivolgersi ancora agli studenti delle scuole medie superiori, la compagnia ha ritenuto opportuno stendere un programma di animazione basandosi su contenuti più specificatamente teatrali collegati quindi ad elementi di storia del teatro in modo da procedere, in collaborazione agli insegnanti, parallelamente ai programmi di letteratura italiana ed ai fenomeni teatrali europei.

Il programma: La compagnia ritiene ne-

INVITIAMO I CITTADINI A PARTECIPARE E A FAR CRESCERE QUESTA ORGANIZZAZIONE. Il consiglio dell'ARCI-UISP si riunisce ogni mercoledì alle ore 18,30 in via Archimede 13. ARCI-UISP Vittoria cessarlo, prima di iniziare il lavoro, effettuare un ' incontro con i professori di letteratura interessati all'iniziativa.

Fasi principali in cui si articolerà il lavoro:

Cenni di storia del teatro

Divisione dei partecipanti in gruppi e scelta di alcune opere significative da approfondire mediante discussione critica.

Allestimento e rappresentazione, da parte di ogni gruppo, di alcune scene tratte dalle opere scelte.

Sintesi e discussione generale sul lavoro svolto.

La durata del lavoro, la frequenza degli incontri ed il periodo di svolgimento verranno concordati con precisione con i Consigli di Istituto.

Basandosi su un'ottica di ampliamento dei nostri interventi teatrali nell'ambito della vita scolastica, abbiamo deciso inoltre di programmare un lavoro di animazione anche per le scuole elementari.

Il progetto è nato da un approfondito studio del patrimonio fiabistico nazionale e dalla convinzione del profondo valore educativo della fiaba soprattutto per i bambini dai 6 ai 10 anni.

Aspetto fondamentale di questo programma è quello che viene a formarsi intorno al ruolo dell'insegnante che sarà il diretto continuatore dell'iniziativa impostata dagli animatori una volta che l'intero lavoro sarà ultimato.

Il programma:

L'intervento sarà rivolto a tutte le classi interessate ed avrà come momento comune il primo e l'ultimo incontro.

Gianni De Matteis via Fauchè, 37

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zona Sempione

Mirn.no Santarpia

4ia Tartini, 2

tal. 3762208

zona Affori

Michele Laurita

p.zza VI Febbraio, 16

tel. 381623

zona Fiera

Infatti l'iniziativa prenderà spunto da un'unica fiaba, che verrà narrata dalle insegnanti che aderiranno alla proposta. Il lavoro successivo, finalizzato ad una rappresentazione, sarà decentrato in laboratori di: improvvisazione, scenari, costumi, musica, costruzione. Ogni laboratorio vedrà la presenza di circa 20 bambini interessati alle singole attività.

L'intervento avrà la durata di 4 settimane per un totale di 16 ore.

Al termine dell'intervento si prevede un incontro con gli insegnanti per una verifica del lavoro svolto.

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Il Teatro dell'Elfo nei teatri ha una sede milanesi

Si è ormai aperta o sta per aprirsi la stagione teatrale milanese. Pensiamo di fare cosa gradita ai nostri lettori riportando i programmi dei prossimi mesi di alcuni teatri cittadini.

al TeatroVerdi per i più piccoli

4-5-12 novembre 11-18-19-25-26 novembre

2-3-9-10-16-17

6-7 gennaio

CIPI Teatro del Buratto Teatro delle Maschere Cesare Maletti - Modena

I Burattini di Benedetto RavasioBergamo CIPI Teatro del Buratto

PROGRAMMAZIONE SERALE

dal 31 ott. al 5 novem.:

dal 6 nov. al 3 dicem.:

dal 5 al 31 dicembre:

Future Percussion del Tullio De Piscopo Groupe «L'erede universale» novità italiana di Roberto Lerici con Massimo De Rossi, Roberta Lerici, Pierluigi Picchetti, Luigi Croce e Mario Mambro

Musiche originali di Fiorenzo Carpi. il «Bagno Finale» di Roberto Lerici con Massimo De Rossi

Il Teatro dell'Elfo ha finalmente una sede: il Comune di Milano ha affidato alla nostra cooperativa la gestione di un teatro di ottocento posti in via Ciro Menotti 11, attualmente disposto con palcoscenico e platea tradizionali ma che noi adatteremo a spazio libero. Per gli amici della zona 4 che ci conoscono da parecchi anni e che in particolare hanno lavorato con noi all'allestimento del «Pinocchio Bazaar» e hanno condiviso con noi le speranze e le delusioni per una sala in zona da gestire insieme, sanno bene cosa questo significa per noi. Anzitutto la possibilità, per la compagnia e per le singole persone che la compongono, di un rapporto con un quartiere e una città, «con una realtà in continua evoluzione, che è la stessa che noi viviamo e di cui vorremmo poi anche parlare nei nostri spettacoli, che non sia occasionale e che non abbia la durata di un giorno o, nel migliore dei casi, di un mese, che non si limiti a portare uno spettacolo e neppure solo ad allestirlo. Per noi come attori, registi, scenografi, tecnici, organizzatori significa anche un modo di fare il nostro lavoro meno legato ai ritmi di produzione decisi da altri, significa poter fermarsi, trovare spazi per la ricerca, magari cambiare il

nostro modo di fare teatro, un po' meno ossessionati dal «dove» e «quando» provare, o dal «dove» e dal «quando» debuttare a Milano.'

Per queste ragioni questo teatro, oltre che una sala di ospitalità con una sua programmazione che speriamo possa essere stimolante fino da questo primo anno, sarà anzitutto la nostra sede. Da qui il progetto del laboratorio triennale del Teatro dell'Elfo sulla comunicazione teatrale. Da qui la decisione di partire a novembre con un seminario con Mario Gonzalez, il Marcel Pantalon de «l'age d'or» del Theatre du Soleil, su «La disciplina dell'attore», e la collaborazione con Demetrios Stratos sulle tecniche di uso della voce.

E a novembre cominceranno nella nostra nuova sede le prove e i lavori per l'allestimento del nostro nuovo spettacolo: il «Satyricon».

Che cos'è e come siamo arrivati a questa scelta. Il testo, scritto da Ferdinando Bruni, uno dei nostri attori, è tratto da un frammento di un romanzo scritto (forse) da Petronio Arbitro, all'epoca di Nerone. L'incontro tra noi e il «Satyricon» è avvenuto in un momento di riflessione sul nostro modo di fare teatro. Ci sembrava che nei nostri ultimi spettacoli la risata, il gag, la smorfia e lo strizzare l'occhio al

andar per mostre

Fino al 23 novembre si tiene alla Rotonda di Via Besana la mostra intitolata «L'idea della magnificanza civile a Milano»; essa abbraccia nella sua analisi il periodo di tempo a cavallo del 1800 ed in particolare tre momenti: gli ultimi anni del regno di Maria Teresa d'Austria, la Repubblica Cisalpina e l'impero napoleonico, la restaurazione austriaca. La mostra ha inoltre alcuni pannelli che danno informazioni sui periodi antecedenti e seguenti a quello considerato. Chi volesse visitarla deve farlo con calma perchè il materiale presentato è vasto ed interessante; per osservare tutto accuratamente ci vuole circa un'ora. Sono esposti i disegni originali dei progetti per palazzi pubblici ed anche privati dei più noti architetti dell'epoca: in testa a tutti i Piermarini e l'Amati.

L'impressione che si ha dopo la visita, è quella che per Mi-

lano è stata un'occasione perduta. Esclusi progetti relativi al Castello Sforzesco e per fortuna mai realizzati, emerge chiaramente un'attenzione, molto viva in quel periodo, per l'aspetto della città ed una concenzione dell'edificio «civile» come di una cosa a disposizione della collettività. Purtroppo, dall'unità d'Italia in poi, gli ampi spazi verdi e gli orti che ancora esistevano all'interno dei bastioni sono scomparsi del tutto, sommersi da un'urbanizzazione spesso indiscriminata. Se si evita di farsi prendere da un'irrazionale nostagia alcuni aspetti di quei progetti hanno una validità ancora attuale. La mostra è chiusa il lunedì. Un'altra mostra da visitare è quella che si tiene al palazzo Reale che ha come oggetto la presenza dei Longobardi in Italia ed in particolare in Lombardia. Vista l'enorme richiesta di visite da parte delle scuole lombarde la chiusura della

pubblico indicandogli il buono e il cattivo, fossero divenuti parte di un linguaggio sì chiaro e immediato. ma anche troppo unificante e appagante, che soffocava i problemi di cui volevamo parlare. Avremmo voluto che la gente uscisse più divisa. Inoltre come attori, c'era la necessità di uscire da certi clichè, di trovare altri moduli di comunicazione. Poi abbiamo letto questo frammento, che parla di un'epoca lontana che vive un momento di passaggio e di crisi di valori, di cui sappiamo pochissimo per quel che riguarda come fossero gli uomini e come vivessero giorno per giorno, che ci presenta dei personaggi che hanno un modo di affrontare i rapporti persomali e sociali, i problemi della sopravvivenza e della cultura, del sesso e dell'amicizia, un modo di porsi di fronte all'esistenza insomma, che non sappiamo se fosse normale o strano per il I° secolo dopo Cristo, ma che sicuramente è estremamente problematico e inquietante per noi stessi prima ancora che per l'ideologia e per la morale dominante, e che comunque ci è molto vicino. Questi i primi stimoli da cui siamo partiti. Adesso ci stiamo lavorando.

Cristina Crippa del Teatro dell'Etto

dal 1° al 14 gennaio:

dal 16 gen. all'11 feb.:

Musiche originali di Piero Pintucci «La separazione - ovvero un'anima in due» novità di Roberto Lerici con Massimo De Rossi e Lella Costa

Musiche originali di Fiorenzo Carpi «Mezzacoda» recital di Paolo Poli al pianoforte Jacqueline Perrotin

al Pierlombardo

ottobre 78/gennaio 79

IVANOV IVANOV IVANOV di Cechov

Cooperativa Teatro Franco Parenti regia F. Parenti e A.R. Shammah

LA PALLA AL PIEDE di G. Feydeau

Cooperativa teatro Franco Parentiregia F. Parenti e A.R. Shammah

al PiccoloTeatro

dal 6 novembre

dal 20 dicembre al 14 gennaio

dal 16 gennaio all'i 1 febbraio

dal 2 al 18 marzo

Aspettando Godot di S. Beckett

Piccolo teatro di Milano - regia W. Pagliaro

Amleto in trattoria di A. Campanile

Teatro di Genova regia M. Parodi

Arlecchino servitore di due padroni di C. Goldoni - Piccolo teatro di milano

Regia G. Strehler

mostra è stata spostata alla fine di febbraio. Il materiale presentato è molto ricco ed in alcuni casi proviene anche da musei esteri; il percorso della mostra è organizzato bene e riesce a dare al visitatore un'idea complessiva dei costumi del popolo longobardo. Per chi ha l'accortezza di prendere la pubblicazione ridotta che viene distribuita gratuitamente all'interno (ma il biglietto d'ingresso costa mille lire), la visita appare ancora più chiara e ci si può fare un'idea anche dei metodi di studio che si utilizzano durante gli scavi. Molto interessanti a questo proposito i pannelli relativi allo sviluppo nel tempo delle chiese di Morbio, Inferiore e Stabio ed il salone relativo alla necropoli di Trezzo d'Adda. Si ricordi che al mattino moltissime scolaresche visitano la mostra e quindi è preferibile andare al pomeriggio. Anche questa mostra chiude il lunedì.

Fabrizio Eva

dal 17 aprile

al Teatro Lirico

dal 31 ottobre

dal 14 marzo al 1 aprile

al Teatro dell'Arte

dal 20 ottobre al 19 novembre

dal 21 novembre al 17 dicembre dal 27 dicembre al 7 gennaio

I carabinieri di B. Joppolo Teatro Stabile di Labuia - regia L. Puggalli

La scuola delle donne di Molier Piccolo teatro di Milano regia E. D'Amato

La tempesta di W. Shakespeare

Piccolo teatro di Milano regia G. Strehler

Verso Damasco di A. Strindberg

Teatro Stabile di Torino regia M. Missirol i

Bambini andiamo alla Scala con le Marionette di Gianni e Cosetta Vollari

Polli di allevamento recital di Giorgio Gaber

Un sorso di terra di H. Boll

Emilia Romagna Teatro - Gli Associati regia G. De Bosio

E dialogo 5

Equo canone

Nello scorso numero abbiamo parlato dei contratti ad uso abitazione e della normativa che regola quel tipo di contratto.

1) In questo numero parliamo dei contratti ad uso diverso di abitazione (uffici-commerciartigiani ecc.)

La Legge 392 stabilisce tre categorie per la durata di questo tipo di contratto: per i contratti stipulati dopo il 1° agosto 1978: questi contratti non possono avere una durata inferiore a sei anni, rinnovabili automaticamente per altri sei anni, salvo motivi di giusta causa che illustreremo più avanti per i contratti stipulati prima del 30 giugno 1978: questi contratti (praticamente tutti) sono regolati in questo modo:

una durata di quattro anni per i contratti stipulati prima del 31-12-1964;

una durata di cinque anni per i contratti stipulati tra 1'1-11965 e il 31-12-1973;

una durata di sei anni per i contratti stipulati dopo il 31-121973 per i contratti stipulati tra il 30 giugno 1978 ed il 1° agosto 1978 e per quelli in giudizio per finita locazione: questi contratti hanno una durata di sei anni a cui bisogna però sottrarre il periodo trascorso dall'ultimo rinnovo (quindi anche quando si è in giudizio si ha diritto ugualmente ad avere il rinnovo del contratto)

la legge 392 detta poi norme particolari per i locali affittati per usi stagionali. In questi casi l'inquilino deve, prima della scadenza del contratto stagionale, chiedere al proprietario che gli vengano riaffittati i locali per la stagione successiva il proprietario è obbligato a riaffittarli per un massimo di sei stagioni la durata del contratto per le pensioni e gli alberghi non possono avere una durata inferiore a nove anni, rinnovabile automaticamente per altri nove alla scadenza.

2) Cessazione anticipata i nuovi contratti non possono, per nessun motivo, essere disdettati prima della scadenza di sei anni (solo l'inquilino può farlo se vi sono gravi motivi). Tutti gli altri contratti pos-

sono essere disdettati anche prima della scadenza purché il proprietario dimostri di dovervi abitare o di svolgervi lui stesso un'attività lavorativa (valgono per questi contratti le stesse modalità dei contratti ad uso abitazione).

3)1 contratti ad uso diverso hanno particolari norme a salvaguardia degli inquilini in caso di disdetta; una di queste è quella del diritto di prelazione; in sostanza cioè è diritto di precedenza che l'inquilino ha in caso di vendita del locale se è disposto a pagare il prezzo offerto da un altro acquirente. Lo stesso diritto di precedenza spetta all'inquilino in caso di riaffitto ad altri del locale dopo la scadenza dei dodici anni complessivi (sei di durata e sei di rinnovo automatico) in ogni caso l'inquilino deve essere messo sempre in condizione di esercitare il diritto di prelazione e può sempre ottenere di rientrare nei locali se il proprietario li dovesse riaffittare ad altri.

Altra salvaguardia è quella dell'avviamento commerciale;l'avviamento commerciale è il compenso dovuto all'inquilino in caso di cessazione del rapporto di locazione (purché questo non avvenga per colpa o per difetto dell'inquilino) niente è dovuto per i locali nei quali si esercita un'attività che non è a diretto contatto col pubblico o nei quali si esercita un'attività professionale o a carattere transitorio.

Se invece il compenso è dovuto questo non può essere inferiore a diciotto mensilità dell'ultimo canone corrisposto. Diventa di trentasei mensilità almeno, se il proprietario o il nuovo inquilino svolgono la stessa attività del precedente affittuario e se il nuovo esercizio viene iniziato entro un anno dalla cessazione del precedente rapporto di locazione.

Questi contratti sono garantiti anche per quanto riguarda la successione in caso di separazione o di morte del titolare, sia in caso di cessione del contratto ad altri purché insieme al locale venga ceduta o affittata l'azienda.

Nel prossimo numero parleremo delle disposizioni processuali e del ruolo della Magistratura.

p. il S.U.N.I.A. Paolo Serra

Giovedì 9 novembre 1978 ore 21: « Memorie antiche ».

Giovedì 16 novembre 1978 ore 21: « Nei tempi moderni ».

Giovedì 23 novembre 1978 ore 21: « Calvairate nell'800 ».

A cura del Poliambulatorio Veterinario di Piazza Insubria

CONSIGLI RIGUARDANTI IL CANE DA CACCIA

Durante la pratica quotidiana di lavoro abbiamo spess6 constatato che il proprietario del cane da caccia non è certamente il migliore dei padroni, in quanto forse per negligenza, non osserva quei piccoli accorgimenti che potrebbero permettergli un migliore uso del proprio ausiliare.

Vorremmo quindi aprire un discorso che potrà essere di aiuto sia all'animale che al padrone, con una serie di consigli pratici di facile attuazione.

Difficile è vincere quella diffidenza del proprietario nei confronti della profilassi vaccinale con i richiami annuali della rabbia, cimurro, epatite e leptospirosi: i cacciatori sono confinti che ciò toglierebbe al loro ausiliare una certa «quantità» di olfatto, non pensando che sono proprio i loro cani i piú esposti al contagio di queste malattie pericolose.

Pertanto sfatiamo questa leggenda e preoccupiamoci di far praticare queste indispensabili vaccinazioni tutti gli anni, proprio per evitare sgradevoli e gravi sorprese quali ad esempio «la leptospirosi» gravissima malattia per i cani e talvolta per l'uomo trasmessa dai topi, o la «rabbia» trasmessa da alcune volpi, mortale e terribile sia per l'uomo che per il cane.

Altro pessimo vizio è quello di trattare il proprio ausiliare come un oggetto, senza preoccuparsi ogni volta che si ritorna da una giornata venatoria, di osservare alcune piccole norme che eviterebbero futuri guai.

Osservianiole insieme:

Le orecchie e gli occhi spesso sono minacciati da corpi estranei come pabbi, ariste da foraggio, forasacchi etc.. Con molta attenzione possono essere asportati subito dal proprietario con l'aiuto di pinezette, in caso di difficoltà è meglio rivolgersi al proprio veterinario;

Asciugare bene un cane bagnato che ha cacciato tutto il giorno è una buona norma; previene forme patologiche sia a carico del sistema respiratorio che digerente. Inoltre evita nel futuro forme reumatiche e artrosiche.

A questo punto ci sarebbe ancora moltissimo da dire su questo argomento, ad esempio evitare di lavorare con un cane ammalato, dolorante e non allenato, curarsi di osservare sempre dopo la caccia i cuscinetti plantari, disinfettarli e ammorbidirli con vaselina in pasta, evitare di batterli, di rimpinzarli e di dare loro interiora di selvatico in quanto potrebbero contenere parassiti, e così via.

Un ultimo discorso riguarda un argomento che non tutti i cacciatori conoscono, ma di estrema importanza: la patologia legata alla «FILARIA» piccolo e filiforme verme che vive nel cuore del cane, determinando ipertrofia cardiaca e addirittura morte dell'animale. I sintomi per cui un buon padrone si accorge di questo stato patologico sono: la diminuita resistenza alla corsa e alla caccia, infatti il cane dopo 1 ora o 2 è completamente prostrato, incapace di muoversi con cattiva respirazione e torace dilatato.

Purtroppo una terapia completamente efficace non esiste, per cui una buona norma sarebbe quella di far fare periodicamente un esame del sangue per l'accertamento del parassita, ed eventualmente consigliarsi con il veterinario per una profilassi preventiva.

Chi di fronte a questa pagina del giornale, corredata di disegni e grafici, fosse rimasto un po' sorpreso o perplesso, si tranquillizzi: si tratta solo di alcuni dati statistici riguardanti la popolazione della nostra zona e trasformati in forma grafica per renderne più agevole e meno noiosa la lettura e l'interpretazione. Perché il nostro giornale affronta questo argomento deviando un poco dalle sue consuetudini di immediata chiarezza e facilità di lettura? Noi pensiamo che per comprendere in tutti i loro aspetti i problemi o le iniziative che riguardano la Zona 4 del decentramento sia necessario individuare alcune principali caratteristiche della popolazione che la abita e i mutamenti che queste caratteristiche subiscono nel tempo. Abbiamo perciò scelto di rappresentare le caratteristiche principali di questa popolazione (Numero totale di maschi e femmine e sue variazioni negli anni, divisione della popolazione secondo l'attività svolta e l'appartenenza alle diverse categorie sociali, dati riguardanti la popolazione scolastica) sforzandoci di trasformare quella che solitamente è una materia per pochi specialisti in qualche cosa che tutti possono capire e utilizzare per meglio conoscere la realtà che II circonda. Non pretendiamo certo di esaurire con questi pochi dati l'argomento o di avanzare pretese scientifiche che non ci competono, vogliamo solo cercare di rendere di pubblico dominio alcune informazioni solitamente poco conosciute dalla maggior parte dei cittadini. Per chi ci avesse fin qui pazientemente seguito cerchiamo ora di spiegare il significato delle tabelle e dei disegni pubblicati.

Fig. 1. Rappresenta una specie di piramide, attraverso la quale è possibile individuare la composizione della popolazione della zona a seconda del sesso e della classe di età cui appartiene (es.: classe di età 61-65 sta a indicare la parte di popolazione composta da coloro che hanno 61, 62, 63, 64 e 65 anni). Come potete vedere la «piramide» tende a restringersi verso il basso, il che significa che gli appartenenti alle classi più giovani sono in numero minore rispetto alle classi di età degli adulti e degli anziani; gli anziani (oltre i 60 anni), sono invece molto numerosi. Nella Fig. 2 si vede come la popolazione della zona sia in costante diminuzione, mentre nella Fig. 3 si vede come il numero dei bambini più piccoli stia subendo quasi un crollo (nel 1971 c'erano 1080 bambini fino ad un anno di età, mentre nel 1977 questi sono scesi di un 25% essendo solo 774). Da tutto ciò si deduce che la popolazione della zona è in progressiva diminuzione e che la sua età media tende ad aumentare; nei prossimi anni cioè, il problema degli anziani diventerà sempre più importante e deve quindi avere la priorità quando si discute dei provvedimenti più necessari per la zona. La diminuzione del numero dei bambini, che si vede chiaramente se si confronta la piramide del 1977 con il pezzettino di piramide più largo (tratteggiato in basso a destra) che si

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riferisce alla piramide del 1971, può avere cause diverse: una prima è che da alcuni anni è diminuito il numero delle famiglie di nuova formazione che si vengono a stabilire in zona (abbiamo visto come la popolazione diminuisca di numero e «invecchi»), sia perché questa ormai è completamente e densamente abitata, sia perché da alcuni anni è molto diminuito il fenomeno dell'immigrazione a Milano da altre regioni italiane; una seconda può essere invece individuata nel fatto che esiste la tendenza ad espellere la popolazione residente, specie quella meno abbiente, verso l'estrema periferia cittadina, sostituendola in nuove case di lusso con un minor numero di famiglie più ricche o addi-

rittura trasformando le aree residenziali in aree per uffici o altre attività. Le Fig. 4 e 5 danno semplicemente dati sulla popolazione riguardo le categorie sociali di appartenenza, l'attività svolta ed il grado di istruzione: speriamo di poter dare in futuro dati più aggiornati per poter trarre dal confronto utili indicazioni. Gli ultimi due grafici si riferiscono invece alla popolazione scolastica e vanno considerati molto attentamente: come si vede dalla Fig. 6 la popolazione scolastica tende a diminuire, per le ragioni già dette più sopra. Si potrebbe dedurre da questo che è inutile costruire nuove scuole e conviene aspettare qualche anno sino a che la situazione di carenza di aule verrà automaticamente risolta dalla diminuzione degli allievi.

Ma guardiamo ora la Fig. 6: come si vede il 76% degli scolari delle elementari frequenta le scuole pubbliche, contro il solo 41,3% degli scolari delle medie inferiori. Dalla Fig. 7 vediamo anche come il numero dei posti disponibili nelle scuole pubbliche (segnato sulla sinistra) sia più che sufficiente per le elementari, mentre, nonostante la bassa percentuale

(il famoso 41,3) di iscritti è appena sufficiente alle medie. Questo significa che molti degli stpdenti medi della zona devono andare a scuola in altre zone o supplire alle mancanze delle strutture pubbliche iscrivendosi alle scuole private (che costano), si vede anche come la diminuzione naturale degli studenti non possa sanare la situazione e che quindi necessitano nuove scuole al più presto.

Note: Ä la suddivisione delle categorie sociali è fatta sulla base dello studio sulle classi sociali di Sylos Labini

una ricerca effettuata dalla Federazione Milanese del PCI)

POPOLALIONE SCOLASTICA

Zona
Popolazione residente
data
censimento
Popolazione attiva N.
popolazione residente Residen % su *) Categorie sociali per popol. categ. resid. 1. BORGESIA 3,58 Proprietari 77 Imprenditori 753 Dirigenti 1.170 Professionisti 1.539 2. CLASSI MEDIE Piccola borghesia impieg 21,40 Impiegati Piccola borge%ia relativamente autonoma 15.088 Lavoratori in proprio 4.900 Coadiuvanti Categorie speciali 1.135 Ecclesiastici 24 3. CLASSI OPERAIA 14.63 Operai 13.562 Apprendisti 677 Lavoatori a domicilio 225 4. POPOLAZIONE NON ATTIVA Casalinge 23.910 24,19 Ritirati dal lavoro (pens.) 12.560 12,70 In cerca di prima occupaz. 1.020 1,03 Altri (scolari-bambini) 22.174 22,44 TOTALE 100
di decentramento amministrativo N. 4 (*)
alla
del
71 N. 98814
39.150 pari al 39,61% della
(*) (Da
(Ä Ä) (Vedi le stesse percentuali
86'289 103'595 96632 96'053 22,44 1,03 12,70 9.4,19 14,63 POPOLAZIONE NON ATTIVA POPOLAZIONE ATTIVA (19}1) IONE POPOLAZIONE IN CLASSI SOCIALI (%) 21,40 13,4 2.6,2 h. ABITANTI ZONA 4 RIFERITO ALLE CLASSI PIO- GIOVANI 1090 11.102.1 967ggi 912 999 798 774 1970 71 72 73 74 75 76 77 3 1 39,2 GRANDI ISTRUZIONE (19- PERCENTUAU SECONDO zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA IL TITOLO DI S TUDIO — N. Analfabeti 610 0,6 Nessun titolo 15.620 17,1 Licenza elementare 34.880 38,2 Diploma media inferiore 23.971 26,2 Diploma scuola superiore 12.293 13,4 Laurea 4.149 4,5 GLASSI DI ETA) oLTIE 66 61Ä 51.1,0 53-55 leir5V 4 1'45' 36.40 31.35 21Ä30 21.2516-20 11.15 06-10 OoÄos 68} tt 52 45 51, os 6216 (34 5'8112 62 18 5924 55- /-2 506} 4130 5-41 8 5-116 1-2i 4414 1665- 2 5-635--t POPOLAZIONE DIVISA PER SESSO E PER CLASSI DI ETA' AL 31- 1a- flen i ' 5 O O 1000 t 100 P3 84 PREVISTA ìR ,000 IO() SCUOLA ELEMENTARE SCUOLA MEDIA ME YotscRirri ALLE 74/18 SCUOLE PUBBLICHE 47' +4 35 POSTI oisponigiu NELLE SCUOLE PUB6LtCHE ISCRITTI ALLE SCUOLE PUBBLICHE: ELEMENTARI M ATE RN E MEDIE INE 7 5000 000 3000 2.000 1000 i dalogo 7 E SULLA POPOLAZIONE DELLA ZONA
considerazioni
sulla fig. 4).
4
1967 1970 1973 1977
0O0
POPOLAZIONE TOTALE 20NAZ4 UI ANNI DIvEltSI
1-1 2.0

*informazioni previdenziali

tutela delle lavoratrici madri sul Teatro Quartiere

L'argomento di questo articolo riguarda il diritto all'astensione obbligatoria e facoltativa dal lavoro delle lavoratrici durante e dopo la gravidanza. Esso è parte del tema di cui sopra ed è disciplinato dalla normativa prevista dalla legge 30/12/71 n° 1204 e dal relativo regolamento di esecuzione emanato con D.P.R. 25/11/76 n° 1026.

L'argomento è conosciuto dalle donne lavoratrici: non rappresenta cioè una novità, ma l'interesse diffuso a fruire di tale diritto rende quanto mai importante conoscere la normativa che lo regola almeno nelle sue linee principali.

In relazione all'argomento in questione novità interessanti sono state poi introdotte dalla legge 9/12/77 n° 903 per quanto riguarda i casi di adozione e di affido preadottivo: la legge estende il diritto a fruire dell'astensione obbligatoria e facoltativa dal lavoro alle lavoratrici che appunto abbiano adottato bambini o che li abbiano ottenuti in affido preadottivo.

Astensione obbligatoria dal lavoro, art. 4 legge 30/12/71

n° 1204: la legge stabilisce che i periodi di astensione obbligatoria (periodi in cui la donna durante e dopo la gravidanza non può essere adibita al lavoro) sono: due mesi precedenti la data presunta del parto; tre mesi precedenti la data presunta del parto: quando la lavoratrice in gravidanza svolge lavori gravosi o pregiudizievoli; eventuali periodi antecedenti a quelli sopra indicati e fino al loro inizio: quando, a se-

guito di accertamenti sanitari, risultano complicazioni della gestazione; quando le particolari condizioni di salute della donna possono essere aggravate dalla gravidanza; quando la donna in gravidanza addetta a lavori pericolosi, insalubri, faticosi (lavori elencati all'art.

5 del regolamento) non può essere spostata ad altre mansioni;

— tre mesi dopo la data del parto, data che a norma del regolamento (art. 6) decorre dal giorno successivo al parto.

Astensione facoltativa dal lavoro, art. 7 legge 1204: la donna, al termine dei tre mesi previsti dopo parto, di cui all'astensione obbligatoria, può avvalersi di un periodo di assenza facoltativa dal lavoro. Questo periodo è frazionabile (art.

8 del regolamento) e dovrà essere effettuato entro il primo anno di vita del bambino.

Come si può rilevare quanto esposto si riferisce alla gravidanza portata a termine. Ma in caso di interruzione della gravidanza, la donna può fruire della astensione obbligatoria e facoltativa dal lavoro? L'art. 20 della legge 1204 prevede che l'interruzione della gravidanza può essere: spontanea o terapeutica.

11 regolamento di esecuzione dispone che agli effetti del citato art. 20 ove l'interruzione della gravidanza si verifichi prima del 180° giorno dall'inizio della gestazione si considera aborto: quindi non sussiste il diritto a fruire delle astensioni citate.

L'assenza dal lavoro in questi casi sarà considerata come malattia dovuta allo stato di gravidanza. Qualora l'in-

terruzione della gravidanza sia invece successiva al 180° giorno dal suo inizio sarà considerata parto a tutti gli effetti: varranno quindi le norme per il diritto a fruire dell'astensione obbligatoria dal lavoro di cui sopra.

La legge prevede poi ulteriori periodi di assenza facoltativa dal lavoro in caso di malattia del bambino di età inferiore a tre anni di età.

Come si è detto la legge 9/12/77 n° 903 ha, in relazione a quanto precede, introdotto importanti innovazioni. Viene cioè riconosciuto alle donne lavoratrici che abbiano adottato bambini o che li abbiano ottenuti in affidamento preadottivo: il diritto di fruire della astensione obbligatoria dal lavoro durante i primi tre mesi successivi all'effettivo ingresso del bambino nella famiglia purché non abbia superato il sesto anno di età al momento della adozione o dell'affidamento;

il diritto di avvalersi della assenza facoltativa dal lavoro per un periodo di sei mesi, da effettuare entro un anno dall'effettivo ingresso del bambino nella famiglia, sempreché non abbia superato i tre anni di età.

La legge 903 riconosce poi al padre lavoratore, in alternativa alla madre lavoratrice ovvero quando i figli sono affiliati al solo padre, il diritto di assentarsi dal lavoro_ In questi casi dovrà essere prodotta una dichiarazione dalla quale risulti la rinuncia dell'altro coniuge ad avvalersi del suddetto diritto.

Si sta avvicinando la stagione invernale e quindi l'agibilità del TQ è gravemente minacciata. Abbiamo potuto verificare che questa struttura è indispensabiÇ le per la popolazione della Zona 4: numerose sono state le iniziative e sempre massiccia è stata la partecipazione.

Il TQ è un'esperienza unica in campo nazionale, realmente autogestita dagli abitanti, che la vivono in prima persona come strumento attivo di cultura, informazione, divertimento.

Intere famiglie hanno ricominciato a comunicare, a dibattere, a vivere i problemi del quartiere, a ritrovarsi anche solo per parlare in una città come Milano che rigetta là propria nevrosi sulla collettività.

I bambini, da sempre costretti davanti al televisore, hanno scoperto cos'è l'animazione ed hanno potuto liberare la loro creatività; gli anziani sono usciti dal ghetto di un isolamento in cui li relega la società capitalista; le donne e i giovani hanno usato il TQ contro l'emarginazione e per lottare contro la disoccupazione, l'eroina e per una cultura popolare.

Basta citare solo alcune iniziative, festa di Calvairate e ultima la castagnata, per verificare anche numericamente come sia importante questo centro per l'aggregazione di strati variegati di popolazione.

Ebbene tutto questo può svanire nel nulla ed al suo posto ritrovarci gli immancabili camions ed un vuoto difficilmente colmabile.

Il TO è del quartiere e dei suoi abitanti e quindi solo l'iniziativa spontanea ci potrà permettere di difenderlo.

Ma non basta. Bisogna richiederne la ristrutturazione, affinché possa essere agibile per tutto l'anno.

Non si vuole una struttura faraonica, ma una struttura utile e funzionale.

Il decentramento, nella Zona 4, con il TO è realtà, non solo parola.

Sta in noi tutti, abitanti del quartiere, non delegare i nostri bisogni, ma viverli in prima persona.

Il latte senza controindicazioni

Alcune persone presentano difficoltà digestive nei confronti del latte: in questi casi si parla di intolleranza.

La Centrale del Latte di Milano ha compiuto lunghe ricerche per stabilire le ragioni di questo fenomeno e ne ha individuato la causa di gran lunga più frequente nella mancanza della lattasi, un enzima che a livello intestinale permette l'assimilazione del lattosio, lo zucchero del latte.

Accertato che questo enzima è presente in alcuni lieviti, è stato prelevato da questi ed imprigionato in fibre di cellulosa.

Su queste fibre viene fatto scorrere il latte ad una temperatura di circa 7°C; l'enzima, a contatto con il lattosio, lo scompone in due. zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio, permettendone così la perfetta assimilazione.

Il latte così trattato si chiama Accadì e costituisce una novità mondiale della Centrale del Latte di Milano.

Accadì è un po' più dolce del latte normale proprio perché il glucosio, ottenuto dalla scomposizione del lattosio, ha questa caratteristica. Il latte Accadì è perfettamente naturale, perché non gli è stato aggiunto nè tolto nulla e mantiene anzi inalterate le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive del latte.

La tecnica avanzata della Centrale del Latte di Milano ha dunque permesso di ottenere ciò che in natura non esiste: un latte facilmente assimilabile, veramente per tutti.

atte accaat omogeneizzato nte scrernato dilunga conservazione, UHT parzialMe rariila r010 LArrE PI MILANO pei 8 i dialogo
Lettera aperta
Roberto Caput° Ç Comitato Cittadino PSI
Centrale del Latte
Milano
A cura dell'Ufficio Pubbliche Relazioni della Centrale del Latte di Milano.
di

Chiudere Via Bonfadini ed inserirla nel "VERDE VIVO"

Se provate a cercare sull'indicatore stradario troverete: BONFADINI ROMUALDO (Via) - da V.le Molise in Pie Cuoco diritto sino a Ponte Lambro.

Adesso provate a percorrere dall'inizio la via Bonfadini e vederete che l'indicazione «diritto sino a...» è veramente una grossa presa in giro.

Saranno ben tre gli ostacoli che incontrerete: il primo è lo spartitraffico di via Varsavia, il secondo è il passaggio a livello (sempre chiuso

da un grosso cancello) sulla linea ferroviaria MilanoBologna, il terzo è la tangenziale est.

Una revisione toponomastica si impone, anche perché non è infrequente trovare all'inizio della fia Bonfadini ignari autisti che, fiduciosi delle indicazioni lette sulla guida, tentano di avventurarsi in quello che può ben definirsi un labirinto.

Quello però che a noi interessa è soprattutto un'al-

DIALOGO APERTO

Allo scopo di sollecitare un dibattito su argomenti di attualità, queste colonne ospitano le opinioni di persone o di gruppi con [intento di contribuire alla formazione di un costruttivo dibattito.

Quanto pubblicato può non rappresentare l'opinione della edazione de .11 Dialogo».

L'antifascismo in zona 4

La presenza fascista nel Paese ed in particolare nella nostra Zona è una pesante realtà che è impossibile ignorare e conseguentemente si rende necessario combatterla.

Combattere il fascismo significa isolarlo nelle istituzioni e sconfiggerlo nella società. L'isolamento politico di un partito che al fascismo si richiama può avvenire ignorandolo, come è stato deliberato dal Consiglio di Zona, ma deve soprattutto avvenire sottraendo a questo partito ogni possibilità di proposta e di azione nel sociale e all'interno degli organismi democratici.

Questo deve essere un obiettivo di tutti i partiti dell'arco costituzionale e della sinistra in particolare; cercare di operare, proporre e realizzare la democrazia e il decentramento, attraverso la costruzione di una società realmente capace di soddisfare le istanze e le esigenze della gente. Occorre in pratica non lasciare al MSI la possibilità di realizzare alcuna proposta.

È necessario risolvere il problema della disoccupazione e dell'emarginazione giovanile con proposte concrete di aggregazione per i giovani, per riuscire a recuperare quelle frange di coloro che vedono nella violenza fascista una possibilità di affermazione. Gli episodi di violenza, ogni volta che si verificano, suscitano parole di sdegno e proposte di messa fuori legge del MSI, ma è proprio nei momenti in cui il nostro sentimento antifascista è provocato che occorre essere lucidi nell'analisi della realtà. Un concetto che va chiarito è che il fascismo non è un partito politico, ma una struttura mentale, un modello di pensiero e di vita.

Fascismo è l'uso e l'esaltazione della violenza, fascismo è la negazione della libertà ovunque nella società, fascismo è dividere le persone in vincitori e vinti, ricchi e poveri, donne e uomini, con l'intento di mantenere queste divisioni per uso e abuso di pochi, che posseggono, decidono e governano. Fascismo è ancora, rivendicazione corporativa, sfruttando le carenze e le storture che tuttora esistono nella nostra democrazia, per dividere i lavoratori nell'intento di ottenere attraverso il frazionamento delle richieste, l'allontanamento della classe lavoratrice dall'obiettivo della partecipazione e della direzione delle scelte politiche della collettività.

Da queste premesse crediamo che il fascismo si sconfigga non con la proposta di una ipotetica società diversa, ma con la vera realizzazione di una società alternativa, una realizzazione che il nostro partito ha indicato nel suo progetto e che con forza cerca di realizzare.

Siamo fermamente convinti che l'elezione di un Presidente della Repubblica, che non ha bisogno di fare dichiarazioni di antifascismo, non è per noi un punto di arrivo, ma un punto di partenza.

Ritornando alla nostra città ed alla nostra Zona, dobbiamo dire che la sede missina di via Mancini, da cui partono le squadre fasciste ci preoccupa e di conseguenza ne vogliamo la chiusura, ma non per essere riaperta in un'altra zona della città, spostando così il problema da un quartiere all'altro. Diciamo anche che questo covo va chiuso perché ingenti forze di polizia stazionano nelle vie adiacenti 24 ore su 24, sottraendo in primo luogo queste forze dell'ordine dai compiti loro assegnati, in secondo luogo non è ammissibile che lo Stato sperperi enormi quantità di danaro dei contribuenti per piantonare la sede missina.

Siamo convinti che non si sconfigge il fascismo con gli appelli e le raccolte di firme, anche se testimoniano la volontà antifascista dei cittadini. Dobbiamo batterci all'interno del decentramento perché esso funzioni, e con la partecipazione isolare le isole fasciste recuperando i giovani alla democrazia. Ricordiamoci infine che l'antifascismo non è solo uno slogan, ma è soprattutto una scelta di vita a cui dobbiamo coerentemente far seguire la nostra azione politica e il nostro atteggiamento ovunque; sul posto di lavoro, nella scuola, in famiglia e nella società dove viviamo. Sezione PSI «R. Morandi»

tra cosa.

Infatti la sistemazione dell'area Bonfadini/Monte Cimone/Varsavia (il «Verde Vivo» sta avviandosi a soluzione, senza che una pista ciclabile (per i più piccoli) possa essere allestita. Allora perché non chiudere il breve tratto di via Bonfadini (250 metri circa) che da P.le Cuoco arriva sino alle due cascine Colombé?

Lasciata la possibilità di accesso automobilistico da via Varsavia sino alle cascine, si potrebbe con 10 vecchi «paracarri» di granito, chiudere la via e farla diventare pista ciclabile e per i pattini a rotelle.

Inoltre un'operazione di questo tipo impedirebbe l'avvicinarsi degli automezzi (motocarri, furgoni, ecc.) agli spazi liberi ora sistemati od in via di sistemazione, evitando la discarica abusiva di detriti e rifiuti di ogni tipo.

E il Consiglio di zona 4 e la sua Commissione Traffico e Viabilità che deve considerare la cosa e tradurla con urgenza in deliberazioni concrete.

PORTAVIRTORIA PORTAGARIBALDI

passando sotto la città

Recentemente è stato presentato il piano dei trasporti pubblici milanesi in cui viene data massima importanza al passante ferroviario urbano tra le stazioni di Porta Vittoria, Porta Garibaldi e Bovisa Ferrovie Nord.

Vediamo nei dettagli questo progetto: nel 1980 dovrebbero iniziare i lavori nel tratto che collegherà le stazioni di Porta Vittoria e Porta Garibaldi. In questo tragitto sono previste tre fermate intermedie e precisamente in piazza della Repubblica, viale Tunisia ang. cors Buenos Aires, ove ci sarà

IL NOSTRO VERDE

Nel numero precedente del «Dialogo», abbiamo iniziato una breve panoramica sul verde in zona 4: le condizioni dei nostri giardini sono piuttosto desolanti: prati spelacchiati con grandi chiazze di terra brulla, alberi malati o comunque poco curati (tanto che le abbondanti ma non eccezionali nevicate dell'inverno scorso ne hanno sradicato un buon numero), recinzioni divelte e panchine scassate. Questa situazione è simile del resto a quella degli altri spazi erbosi cittadini, ma questo non ci può e non ci deve consolare, dobbiamo invece domandarci quali sono le cause di questo deterioramento.

La risposta che ci viene più facile suggerire è di imputare la colpa della distruzione dei nostri giardini ai bambini. È vero infatti che, se fino a una decina di anni fa, le mamme proibivano severamente ai figlioletti di «calpestare i prati», oggi gli adulti danno il buon esempio calpestandoli loro per primi. Certo è piacevole passeggiare sull'erba e, in fondo, se non si danneggiano piante e arbusti strappando e sradicando, i danni sono lievi; purtroppo i bambini non si limitano a questo, ma spesso usano le aiuole come improvvisati campi di calcio e, così facendo, producono veramente gravi danni al manto erboso, perché correndo e calciando il pallone sollevano le zolle erbose. D'altra parte anche i ragazzini hanno le loro ragioni, visto che i luoghi per giocare a foot-ball e gli spazi gioco sono così scarsi che, se non usassero le aiuole, i bambini sarebbero condannati a giocare sempre in casa, su angusti balconi o, peggio che mai, in istrada. Spesso però i nostri bambini non si limitano a giocare sui prati ma si divertono a incidere gli alberi, ad asportarne la co

l'incontro con la linea 1 della metropolitana, e in viale Piceno. Quali vantaggi potranno derivare da questo nuovo trasporto pubblico?

Innanzitutto i pendolari, grazie a questo tratto di ferrovia, verranno notevolmente facilitati, in quanto i treni in arrivo alle stazioni non si attesteranno al termine dei binari ma proseguiranno per il percorso urbano, accorciando notevolmente i tempi di viaggio per i lavoratori. Inoltre per tutti gli abitanti delle zone interessatP

teccia, a spezzare rami e rametti e a strappare con assoluta noncuranza foglie e ciuffi d'erba.

Essi non pensano quasi mai che le piante, a cui procurano danno sono creature vive e che, così facendo, contribuiscono alla degradazione dell'ambiente. D'altra parte perché dovrebbero pensarlo?

Quanti tra gli adulti possono dire di non aver mai, passando, strappato erba o foglie senza nessuna ragione?

Ai nostri ragazzi spesso non viene data un'educazione ecologica e l'esempio degli adulti non è in favore di una conservazione del verde, per di più mancano le strutture perché i bambini possano liberamente giocare ed esprimersi all'aperto ed è quindi abbastanza logico che essi occupino i pochi spazi esistenti.

Quindi le cause più gravi della degradazione dei nostri giardini vanno probabilmente ricercate altrove, come ci proponiamo di fare nel prossimo articolo.

da questa linea si avrà un collegamento che potrà avere le funzioni della metropolitana.

Questi i vantaggi per quanto riguarda il traffico cittadino, ma i benefici si avranno anche per quello prettamente ferroviario. Infatti i viaggiatori provenienti dalle direttrici di Bologna e Venezia potranno proseguire direttamente per le direzioni est (Torino) e nord (Como, Varese) senza dover camá biare convoglio. Inoltre con il tratto di collegamento della stazione di Porta Garibaldi e la stazione Boviá sa delle Ferrovie Nord, potrà avere inizio l'unificazione della rete ferroviaria regionale sull'esempio di altre città europee come Londra e Parigi. Per concludere qualche daá to riguardante il passante ferroviario tra Porta Vittoria e Porta Garibaldi.

I lavori come già detto avranno inizio tra tre anni e verranno completati nel 1985. II costo complessivo sarà di 90 miliardi con una spesa per il tratto urbano in galleria di 18 miliardi per chilometro (costo comunque inferiore a quello della metropolitana).

La cadenza oraria in ogni senso di marcia sarà di venti convogli.

AWISO

I RAGAZZI

MARCO FILIPPI RICCARDO PROPIZIO á FABIO MIGLIAVACCA - MASSIMO GORGONI á ANDREA SARONNI á ENRICO PORRO á SAVINO BARBEDOMO HENRY JUVANY á ANDREA LOGGI - APOLO COLLU á DAVIDE TEDESCHI á GIANPAOLO SACCO - MARCO GORGONI che hanno partecipato al minitorneo di scacchi durante la «CASTAGNATA DI CALVAIRATE» sono invitati a mettersi in contatto con la Redazione del Dialogo, lunedì, mercoledì, venerdì dalle 9 alle 12 tutte le sere dalle 18.30 alle 19.30 il martedì sera dopo le 21 indicando il loro numero di telefono e gli orari in cui sono disponibili per l'organizzazione del «TORNEO DI NATALE», torneo di SCACCHI riservato ai ragazzi abitanti in zona 4 di età fino ai 14 anni.

(Se altri intendono collaborare, ben vengano!) .11,

La stazione di Porta Vittoria
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10 I dialogo (

cineforum all'Oscar

Iniiia in questi giorni il Cineforum presso il Cinema Oscar di via Lattanzio 58.

Le iscrizioni si ricevono tutti i giorni dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 18,30 presso la segreteria in via Lattanzio 60 e tutti i Sabato e Domenica presso la cassa del Cinema.

La quota di iscrizione è di £. 13.000. Possono partecipare tutte le persone che hanno compiuto il 18° anno di età.

Le proiezioni, che si terranno sempre al venerdì, avranno inizio alle ore 21. Al termine è previsto un dibattito.

I° CICLO: MAESTRI DEL CINEMA AMERICANO

10 novembre QUINTO POTERE - regia S. Lumet

17 novembre IL MARATONETA - regia J. Schlesinger

24 novembre TAXI DRIVER Ä regia M. Scorzese

1 dicembre IL RE DEI GIARDINI DI MARVIN - regia B. Rafelson

15 dicembre LA CROCE DI FERRO - regia S. Pecknpah

II° CICLO: RASSEGNA DEL FILM D'AUTORE

12 gennaio BUFFALO BILL E GLI INDIANI - regia R. Altman

19 gennaio PROFESSIONE REPORTER Ä regia M. Antenioni

26 gennaio VALENTINO - regia K. Russai

2 febbraio LUNA NERA - regia L. Malie

9 febbraio DERSU UZALA Ä regia A. Kurosawa

16 febbraio QUELL'OSCURO OGGETTO DEL DESIDERIOregia L. Bunuel

23 febbraio UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO Ä regia M. Monicelli

III° CICLO: MOMENTI DEL NUOVO CINEMA ITALIANO

20 aprile MARCIA TRIONFALE Ä regia M. Bellocchio

27 aprile IL PREFETTO DI FERRO Ä regia P. Squitieri

4 maggio IN NOME DEL PAPA RE - regia L. Magni

ihockey

i';zsg sci tennis

festa d'ottobre al Teatro Quartiem

La bella giornata di sole, l'attrattiva della «castagnata», la banda comunale, e i giochi organizzati per i ragazzi, il 15 ottobre scorso hanno attratto al TQ molta gente della zona.

Dobbiamo dire sinceramente, come organizzatori della manifestazione, che non ci aspettavamo

TESSILUMBRIA.

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un simile afflusso, avendo impostato ogni cosa all'insegna della semplicità e senza il richiamo dei grandi nomi, per cui le castagne sono finite anzitempo: ce ne scusiamo con quei lettori che possono esserne rimasti delusi.

Non intendo però con questa mia nota soffermarmi sui panico-

lari di questa manifestazione, bensì sugli aspetti generali dell'affluenza e della partecipazione della popolazione. Abbiamo visto sullo spiazzo del TQ, accanto all'area che l'Atitministrazione Comunale sta lentamente trasformando in parco attrezzato, sotto la spinta delle richieste degli abitanti, di cui ormai da anni il Dialogo si è fatto portavoce, accanto a quella struttura che ha visto rappresentazioni teatrali, musicali, dibattiti, manifestazioni di zona (come la Festa di Calvairate del giugno scorso) la «vera» gente della zona: ragazzi, genitori, anziani, giovani, tutti pieni di spontaneità, senza discriminazioni. Oltre ai componenti della Commissione Cultura del Consiglio di Zona, genitori e insegnanti che hanno organizzato i giochi, abbiamo avuto l'aiuto di tanta altra gente, amici e lettori del Dialogo, che hanno fornito una partecipazione attiva per la riuscita della manifestazione. Questo ci ha fatto molto piacere, perché abbiamo avuto confermata l'impressione che con tutte le manifestazioni che si sono succedute al TQ organizzate sotto il patrocinio degli Enti Locali o da gruppi sociali e politici di zona, l'area di Piazzale Cuoco sta veramente diventando un punto di riferimento per la Zona 4, senz'altro almeno per quella parte della Zona più vicina al TQ. Senza eccessivi provincialismi, senza populismo e senza l'intenzione di fornire agli abitanti «panem et circenses», credo che sia opportuno continuare su questa strada con l'aiuto degli abitanti, per ricreare una cultura che sembrava ormai irrimediabilmente persa, per avere momenti e luoghi che ci permettano di trovarci insieme semplicemente, di riconoscerci uomini, nello sforzo di allontanare da noi le incomprensioni, le discriminazioni, la violenza.

Alfredo Varesi

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210 alberi perii Verde vivo

Sabato 11 Novembre alle ore 10,30 l'Assessore allo Sport Turismo e Giardini del Comune di Milano PARIDE ACCETTI presenzierà alla cerimonia della messa a dimora delle ultime piante nel giardinocampogiochi di via Monte Cimone/bonfadin i/Varsavia. Saranno presenti le rappresentanze degli scolari e degli studenti delle scuole medie ed elementari della zona 4. Prende così consistenza un nuovo «spazio» a disposizione degli abitanti. I nostri lettori saranno delle instancabili battaglie che II Dialogo ha condotto in tutti questi anni perché da ogni tentativo speculativo e che venisse sistemata a «verde attrezzato».

ARRESTATO LO SPARATORE

Benissimo, ora il progetto del «VERDE VIVO» sta realizzandosi. Ma la battaglia non è completamente vinta. Il giardino va completato e meglio attrezzato: dovrà essere la stessa popolazione, attraverso il Consiglio di Zona e gli organismi sportivi del quartiere, a gestire ed a conservare quello spazio così faticisamente conquistato.

IL DIALOGO da appuntamento ai propri lettori SABATO 11 novembre alle ore 10,30 sul campo per chiedere all'Assessore ACCETTI il completamento della recinzione dell'intere area, prico concreto passo per evitare la distruzione di quanto la popolazione attendeva da anni.

Per fortuna ogni tanto si può dare una buona notizia. Infatti in seguito ad una operazione di polizia condotta dal Commissariato della Zona Romana è stato arrestato il noto fascista sanbabilino Aurelio Di Benedetto, ritenuto colpevole della sparatoria avvenuta l'8 Aprile di quest'anno contro un gruppo di giovani del Comitato Antifascista Vittoria che stavano facendo una manifestazione di protesta contro la diffusione sempre più larga della droga nella ns. Zona, denunciando nel contempo le connivenze esistenti ormai da lungo tempo fra fascisti e malavita comune che soprattutto nel nostro quartiere hanno assunto un rilievo ormai preoccupante.

RAGGIUNTI I

5000.000

Si è conclusa il 15 ottobre la «campagna abbonamenti» per il 1978 e si è aperta quella per il 1979.

I lettori ci hanno sostenuto oltre ogni nostra previsione e sono giunti in redazione abbonamenti per L. 5.153.880.

Un grazie ha chi a voluto sostenerci nel nostro sforzo.

Per il 1979 il prezzo degli abbonamenti non è stato aumentato, nonostate l'aumento dei costi di stampa e spedizione, nella fiducia che un maggior numero di lettori ci invii il proprio contributo.

ABBONAMENTO ORDINARIO

ABBONAMENTO SOSTENITORE

«AMICI DE IL DIALOGO»

L. 2.000

L. 5.000

L. 10.000

Come di consueto gli abbonamenti si possono sottoscrivere versando l'importo sul conto corrente postale n° 57644205 intestato a IL DIALOGOviale Molise 5 — MILANO, oppure direttamente presso la redazione in viale Molise 5 (interno scala E piano terra) negli orari di segreteria (lunedì, mercoledì, venerdì mattina).

Pubblichiamo di seguito elenco degli abbonamenti pervenuti sino al 15.10.78.

L. 10.000:

Agorni E.; Da Gasso; Di Cristofaro; Lariani F.; Berera T.; Vivaldi O.

L. 7.100:

Associazione Genitori Monte Velino

L. 5.000: Monza; Copis; Verga; Orsini; Geas Milano; Adiri G.; Polli D.

L. 3.000: Astolfi E.

L. 2.500: A.S. via Etruschi

L. 2.000: Gattini 0.; Corbani; Messaggi; Geri S.; Prati; Bosatra I.; Astolfi; Sansonini L.

Il Coordinamento donne della zona 4 ha deciso di impegnarsi su un problema concreto che investe le donne del quartiere: gli orari del Consultorio.

Infatti il consultorio recentemente aperto in Viale Puglie 33 non può, secondo le competenti autorità comunali, restare aperto oltre le ore 18.15.

Questo significa tagliare fuori le donne che lavorano.

Ovviamente ciò è in netto contrasto con le finalità del Consultorio che dovrebbe potenzialmente raggiungere tutte le donne. Se si pensa poi che sono proprio le lavoratrici che possono trovarsi di fronte a gravi problemi (quali per esempio l'eventualità di malformazioni fetali e di aborti dovuti alla nocività dell'ambiente di lavoro) e comunque ad altri problemi comuni a tutte le donne, la questione assume un carattere decisamente prioritario.

Inoltre se l'orario limitato impedirà a molte lavoratrici di venire al Consultorio per ottenere una visita, a maggior ragione le escluderà dalla partecipazione ai gruppi che si sono formati all'interno del Consultorio sulla contraccezione, l'aborto e la gravidanza. (I gruppi sono formati da donne che si confrontano su questi temi usando le informazioni che gli operatori sociosanitari offrono).

Sono proprio questi gruppi che rispecchiano la vera funzione del Consultorio, che è quella di essere un momento di aggregazione di tutte le donne, finalizzato alla soluzione di quei problemi che da sempre abbiamo dovuto cercare di risolvere sole in noi stesse.

Non potremo aspettarci però che il Consultorio sia frequentato da un grande numero di donne, che incida veramente sulla realtà sociale se poi l'Amministrazione Comunale lo blocca con un ridicolo quanto deleterio limite d'orario.

È per questo che attraverso iniziative che ci preoccuperemo di pubblicizzare il più possibile cercheremo di ottenere un ampliamento dell'orario di apertura del Consultorio almeno fino alle 20-20.30, anche se non tutti i giorni, e i sabati mattina.

Invitiamo tutte le donne del quartiere ad intervenire alle riunioni e a partecipare alle prossime iniziative sull'orario di apertura del Consultorio.

COORDINAMENTO DONNE ZONA 4

Il Coordinamento si riunisce tutti i giovedì sera alle ore 21 nel Centro Sociale di Viale Molise al 5, scala E.

ASILO NIDO nuove proposte alla commissione lavoro

Il servizio dell'asilo nido ha assunto una particolare rilevanza; infatti attualmente non si tende più a considerarlo un ambiente di assistenza e custodia, ma bensì un servizio sociale di «riconosciuta importanza per le esperienze dei primi tre anni di vita nello sviluppo psicomotorico del bambino».

Il servizio dell'asilo nido, e qui mi riferisco a quello comunale, per mancanza di strutture nella nostra zona risulta assai carente.

Infatti esiste un solo asilo nido; quello di piazza Martini divenuto comunale a seguito della soppressione dell'OMNI.

L'asilo è stato ricavato da un appartamento posto a piano terra in uno stabile dell'IACP che appunto confina con la suddetta piazza.

È noto che questa struttura oltre essere inadeguata e fatiscente, circostanza segnalata dal comitato di Gestione del nido e verificata poi dagli organi dal Consiglio di zona, non può certo, indipendentemente dalle carenze accennate, con i suoi 55 posti di capienza massima far fronte al bisogno di servizio che la zona richiede.

Vi è, come già accennato una insufficienza del servizio per mancanza di asili nido nella zona. Infatti, come si può constatare, dopo l'asilo nido di piazza Martini non ne sono stati realizzati altri al fine di potenziare il servizio esistente né da parte dall'OMNI né da parte del comune, tanto che la zona 4 è oggi quella che ha la percentuale più bassa dei posti-nido: poco più di 1 posto e mezzo ogni cento bambini aventi diritto (0 a 2 anni).

Pertanto se si vuole oggi recuperare come si dice il terreno perduto, è indispensabile che alla struttura tuttora esistente di piazza Martini, ben sin'intende migliorata nelle sue attrezzature, se ne aggiungano altre. Forst questa aspettativa pare possa realizzarsi.

In seguito all'elezione del nuovo consiglio di zona, giovedì 12 ottobre si è riunita la commissione lavoro. Si è subito notato con rammarico la scarsa partecipazione dei cittadini a questo organo che è alla base del decentramento amministrativo in atto nel nostro comune e la mancanza di un intervento attivo al metodo democratico rischia di trasformare ancora una volta la commissione in una vuota palestra di parole. Come garantire quindi il regolare funzionamento della commissione e dello stesso consiglio se non si sfrutta il potere consultivo e la pressione decisionale nei confronti dell'amministrazione centrale?

Per ovviare a tale situazione primo compito della commissione sarà quello di prendere contatto, prossimamente, con le fabbriche presenti in zona, invitando i lavoratori e i rappresentanti delle aziende le quali finora hanno sempre rifiutato un dialogo in sede consiliare (forse non credono nel confronto democratico). Per stabilire un rapporto diretto tra i cittadini della zona e i lavoratori, si è deciso in sede assembleare di promuovere una serie di dibattiti che potranno dare a tutti l'occasione di conoscere la situazione delle fabbriche tuttora in serie difficoltà; parallelamente si potrebbe usare il poco potere in mano alla commissione facendo pressione presso gli organi comunali per la risoluzione delle vertenze aziendali in atto, tenuto conto che l'amministrazione centrale dovrà considerare le delibera-

zioni prese in assemblea se vuole dare veramente un potere effettivo alla commissione e al consiglio di zona.

Proposito della commissione sarà anche di compiere un'indagine sulla situazione produttiva, commerciale e occupazionale nelle fabbriche della zona. In tale direzione si potrà conoscere mediante un modulo di riferimento la realtà di tutte quelle piccole fabbriche a conduzione artigianale e con basso numero di dipendenti che pJllulano nella zona e che sono in difficoltà economiche. È senza dubbio vero che tale indagine capillare presenta delle difficoltà, ma si conta soprattutto sulla volontà dei lavoratori per informare tutti sui loro problemi e sulla collaborazione dei giovani disoccupati per avere anche dei dati sulla disoccupazione e sul lavoro nero.

Nell'ambito di questo piano di proposte quindi, la commissione lavoro propone un primo dibattito informativo sulle condizioni della Lagomarsino confidando nella partecipazione dei lavoratori in cassa integrazione e dei cittadini.

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UNA DENUNCIA DI DON GINO RIGOLDI I TOSSICOMANI ABBANDONATI A SE STESSI

Nei primi otto mesi del 1978 sono morti a causa dell'eroina 50 ragazzi. Si calcola che, in tutta Italia, ci siano circa 30.000 eroinomani ed altrettanti consumatori occasionali. La legge sulle tossicodipendenze varata nel 1975 non è stata in grado di ostacolare il dilagante aumento dell'uso di questo stupefacente. La legge dovrebbe basarsi sull'apertura ed il funzionamento di centri ancora inesistenti.

L'efficienza di questi centri dipende dall'operato delle singole Regioni e dalla volontà di mettere in attuazione il piano previsto dalla legge 685 che deve essere comunque affiancata da un'opera d'informazione da attuare nelle scuole. L'età media dei consumatori di eroina è compresa trai 18 e i 24 anni, la maggior parte di loro sono disoccupati o comunque disadattati economicamente e socialmente. Il 6 giugno scorso un decreto ministeriale ha tolto dal commercio il methadone, farmaco sostitutivo dell'eroina impiegato nella terapia di disintossicazione somministrato a dosi sempre minori. ll decreto ha riservato l'utilizzo del methadone ai soli ospedali ovviamente impreparati ad accogliere le richieste enormi da parte degli eroinomani. Da qui alla ricerca di eroina presso gli spacciatori il passo è breve, il mercato della droga si è mosso e sono incominciate le speculazioni sulla pelle dei tossicomani che si sono trovati costretti a comprare dosi di eroina assolutamente non pura e tagliata con sostanze tossiche. Il risultato è stata la morte di una quindicina di giovani. Alla base di questi fatti c'è l'errore di considerare la tossicodipendenza da eroina un male curabile con un semplice farmaco e non quale in effetti esso è: un disturbo del comportamento originato da cause psicologiche e sociali.

Su questi argomenti si è pronunciato venerdì 20 ottobre alla Biblioteca Calvairate Don Gino Rigoldi, cappellano dell'istituto di Rieducazione per minorenni di Milano e conoscitore dei problemi riguardanti il mercato della droga nella nostra città.

Egli ha individuato i punti di spaccio per quanto riguarda le zone 4 e 14 in P. Martini, P. Insubria, Viale Ungheria, P. Gabrio Rosa.

A Milano il giro del mercato dell'eroina si mantiene sui due miliardi al giorno ed è separato dal giro delle droghe più leggere come il «fumo», che comunque non conduce necessariamente all'utilizzo di droghe più pesanti anche se induce ad una certa disponibilità. Don Rigoldi ha parlato delle coperture politiche ed economiche che reggono l'organizzazione del «mercato» ed ha denunciato l'inadeguatezza dei mezzi impiegati dalle forze dell'ordine per contrastare i grandi spacciatori.

Ha fatto l'esempio di un certo «don Peppino», spacciatore nella zona di P. Gabrio Rosa che, pur avendo 4 denunce per corruzione di minorenni ed altre per spaccio di eroina, è stato arrestato e subito rilasciato e continua indisturbato il suo lavoro.

Secondo Don Rigoldi le cause principali dell'utilizzo dell'eroina sono da ricercare nella crisi di tutti i valori ideologici contemporanei, dal cristianesimo al marxismo, che non sanno dare alcuna alternativa comunitaria e partecipativa e di conseguenza non danno la possibilità di sviluppare il senso critico dei giovani.

Il recupero di questi valori è lo scopo delle comunità costituite da Don Rigoldi per i giovani eroinomani che hanno intenzione di disintossicarsi; le esperienze di vita in comune e di lavoro fanno in modo che ogni ragazzo nell'arco di quat-

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tro anni r;ebea a recuperare la propria stabilità e a non drogarsi più.

In questo periodo Radio Popolare è stata promotrice di un dibattito dai suoi microfoni su di un problema particolarmtente importante e controverso: la liberalizzazione dell'eroina.

Liberalizzazione significa distribuzione pubblica e controllata al tossicodipendente che deve avvenire in collaborazione di enti e strutture pubbliche.

Perché questa proposta? I motivi sono molteplici. Possibilità di ottenere eroina controllata e quindi non tagliata con sostanze tossiche, quindi una prima prevenzione sanitaria; controllo del prezzo ed abbattimento del mercato nero; conseguente miglioramento delle condizioni del tossicomane che non è più costretto a prostituirsi, a rubare ed a spacciare altra eroina per procurarsi il denaro sufficiente per le sue dosi. Ne consegue una sdrammatizzazione della situazione del «drogato» che può essere curato-in modo migliore.

Certo la liberalizzazione non può risolvere totalmente il problema eroina, ma sicuramente può migliorare l'approccio tra il tossicomane e la società che ha iJ dovere di pensare ad un suo recupero visto che è anche la responsabile di questo tipo di devianza. La possibilità di una liberalizzazione si scontra con interessi economici e politici enormi, ma è comunque importante presentarla all'opinione pubblica se non altro per dimostrare la non disponibilità delle istanze politiche a compromettere i propri interessi.

Non si può nemmeno pensare ad una liberalizzazione esclusivamente indirizzata a coloro che vogliono disintossicarsi, o che comunque ne manifestano l'intenzione, così fa-

cendo non si potrebbe abbattere il mercato nero e si giungerebbe ad una semplice sostituzione del methadone con l'eroina. Se la liberalizzazione può essere un sistema efficace per disintossicarsi certo resta una discrezione di chi ne fa uso, un fatto soggettivo-insomma, ciò che invece è oggettivo ed inconfutabile è il dovere che la società ha nei confronti dei tossicomani e di quelli che potenzialmente lo possono diventare.

Questo dovere si dovrebbe tramutare nell'eliminazione dei ristàThi che una dose di eroina comprata al mercato nero comporta, ed una prevenzione diretta che coincide con l'abbattimento di questo mercato. È chiaro che questa iniziativa non modifica il problema del disadattamento sociale che sta alle radici della questione, ma ne limita alcune delle più gravi conseguenze.

Il signor Orlandi ci ha telefonato per dirci: visto che la sistemazione di Pie Cuoco va per le lunghe, perché non chiudere l'accesso alla piazza, ed a quel poco verde che è rimasto, con degli archetti di ferro? Inoltre, pochi sanno che sotto una parte della piazza c'è una cabina elettrica dell'alta tensione. Prima o poi c'è il rischio che qualche TIR sfondi la protezione e succeda l'irreparabile.

La signora Martellini è venuta in redazione e ci ha detto: il Comune ogni tanto si indigna con chi fa l'affissione abusiva dei manifesti per assemblee, manifestazioni, incontri, ecc. D'altra parte poi vorrebbe che un sempre maggior numero di cittadini partecipasse alla vita sociale e politica della zona. Ma questa gente come si fa ad avvisarla se non si mettono i manifesti? Allora non sarebbe meglio aumentare i tabelloni metallici e collocarli veramente dove la gente li può leggere. Solo dopo si potrà multare chi affigge in spazi abusivi.

Il signor Zibardi ci ha detto: il sottopassaggio di viale Mugello quando piove, immancabilmente si allaga. I bambini che vanno alla scuola Arioli si trovano a doverlo percorrere in condizioni quasi impossibili, sia per l'acqua a terra, sia per gli spruzzi sollevati dai veicoli che passano. A tutto bisogna aggiungere l'aria irrespirabile nelle ore di punta.

La signora Mazzucchi fa una raccomandazione ai proprietari di cani: ho un bambino piccolo che tenta di giocare con la sabbia nelle «buche» dei campi gioco di P.zza Insubria, via Ciceri Visconti e Piazza Martini. Abituate i vostri cani a non sporcare quella sabbia: se spiegate loro che la sabbia è per i bambini... forse capiranno. Mi dicono che «i cani» sono tanto amici dei più piccoli!!

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