La fabbrica_Pirelli5

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La fabbrica

CHIEDIAMO

411 li nucleo essenziale della propaganda politica ufficiale americana che è sostanziato nel principio secondo il quale gli Stati Uniti avrebbero una funzione di egemonia nella salvaguardia della pace e della libertà dei popoli, ha ricevuto in queste ultime settimane la piena smentita dalla verifica vietnamita.

Questo nucleo essenziale è stato fatto saltare nel modo più clamoroso sul banco di prova vietnamita.

Al di sopra degli atti eroici compiuti dalle forze del FLN e dei risultati militari sensibilmente positivi da esse raggiunti, si erge la ragione di tanto successo: tutto un popolo di uomini e di donne si è levato in armi dopo mesi e mesi di collaborazione con il FLN, lungo quei canali che gli invasori non conoscono perchè sono del sentimento patriottico, per colpire il dispositivo militare americano nel cuore della sua organizzazione.

E' risultato chiaro, dunque, che il popolo è con il Fronte di Liberazione e non con gli americani e i mercenari il cui organico si è disintegrato ai primi colpi della lotta insurrezionale.

Che ragione hanno ora le truppe americane di rimanere nel Vietnam? Quali motivi, quali giustificazioni potrebbe addurre Johnson per insistere nel senso della permanenza delle forze militari degli Stati Uniti sul territorio vietnamita quando è attualmente evidente a tutti che queste forze non difendono nessuno perchè il popolo è col Fronte così come lo è sempre stato, perchè il Fronte è una sua creatura che esso ama e aiuta?

La ragione della loro permanenza è perciò ben altra della salvaguardia della libertà dei popoli: essa è frutto del solo calcolo strategico che riflette gli interessi della borghesia imperialistica americana.

Ed è sul filo di questo calcolo strategico che si è verificato il fatto della Pueblo.

Dopo il chiasso frenetico dei primi giorni dei più scalmanati senatori americani interventisti, che aveva urtato contro la fermezza della commissione nordcoreana — coerente col proprio principio di rappresentante di un popolo sovrano — a Panmunjon, la politica di Johnson ha dovuto ridimensionare il proprio atteggiamento.

Non a caso l'ex segretario di Stato Mac Namara rilasciava in quei giorni difficili una dichiarazione alla stampa in cui affermava non essere certo che la Pueblo si trovasse in acque internazionali quando seguiva la rotta nel punto in cui venne catturata.

Ci sono prove schiaccianti, ormai di dominio pubblico, che confermano la funzione spionistica della nave sia per le dichiarazioni dello stesso comandante e ala per la natura delle attrezzature installate sul mezzo.

di mare su cui la Danimarca esercita la propria sovranità. La natura della protesta del governo danese che ne segui, mise in evidenza che i sorvoli del proprio territorio nazionale da parte di velivoli americani avvenivano contrariamente agli accordi sottoscritti.

Tutte queste provocazioni, tutte le iniziative più pericolose di questa politica vengono intraprese unilateralmente, indipendentemente dal giudizio dei governi che fanno prr te della NATO. Anche questo è un aspetto che da un lato dimostra

Non vogliamo la palma del primo arrivato, no, come non chiediamo attestati di lungimiranza. Siamo dei politici, siamo dei marxisti, sappiamo distinguere anche solo con il naso la classe, perchè siamo cresciuti nella scuola del lavoro e degli sfruttati. Da anni ci si batteva perché i confini dell'est fossero aperti ad ogni azione di scambio commerciale, da anni indicavamo in questi scambi i motivi economici e politici di somma utilità nel campo della coesistenza, ma soprattutto indicavamo che questi passi di tipo commerciale avrebbero senz'altro portato a meglio conoscerci e attraverso la coesistenza pacifica all'emulazione dei sistemi.

Oggi troviamo con noi Fatti e Notizie (giornaletto padronale, per inculcare politica padronale) che almeno sul terreno dell'informazione ci propina dati esaltanti del valore di diverse derine al miliardi. i roviamo accorci che Impegnano a livello di Stato gli accordi di Mosca, di Varsavia, di Bucarest, di Belgrado, ecc., ma si leggono anche notizie di primi approcci e di primi scambi conpaesi socialisti che sl avviano allo scambio economico sul terreno dell'industria dei beni di consumo. Questo ci fa piacere. Ma se veramente vogliamo che lo scambio commerciale sia motivo di speranza, di coesistenza e nello stesso tempo motivo di pacifica sfida di sistemi, non possiamo permettere che si bari. Le sfide ci piacciono se sono leali, anzi le propagandiamo. Non ci va invece quando si tenta, come fa « Fatti e notizie • di relegare a notizia di cronaca avvenimenti importanti come una firma continua in 4a pag.

SULL'UNITA' DI CLASSE

Ci viene alla memoria e vogliamo ricordarlo al lettore l'azione spionistica dagli U2 esercitata alcuni anni fa sull'URSS e la Cina alcuni dei quali abbattuti e i piloti catturati come nel caso del capitano Power, successivamente processato e rimandato negli Stati Uniti.

E' questa una politica che si porta avanti da anni in dispregio alla sovranità nazionale degli altri popoli e a rischio e pericolo della pace mondiale.

Ma guardiamo un istante all'Europa: anche qui possiamo individuare le radici di una tale politica. Su quasi tutti i paesi che fanno parte della NATO volano in permanenza bombardieri strategici americani con carichi di bombe all'idrogeno. Uno di questi bombardieri precipitò, alcuni giorni or sono, in una zona

che l'iniziativa è del più forte anzichè essere il frutto di un giudizio ponderato collettivo, e dall'altro un disprezzo al diritto altrui, confermando che sul piano politico e militare la NATO non è una alleanza ma una sudditanza dei Paesi europei nei confronti degli USA.

Basta con la politica di Johnson, altro che comprensione! Non si può avere comprensione per una politica di ricatto dei popoli, di disprezzo della loro sovranità, di violenza verso tutto e tutti.

Dissoci il nostro Governo le proprie responsabilità da una tale politica! Noi lavoratori dobbiamo batrerci manifestando per la pace e.:hiedendo a grande voce che l'Italia eserciti una propria politica perchè non diventi cavia dell'infausta politica americana.

Sul problema dell'unità di classe ci sono opinioni diverse; ci sono coloro che confondono I loro interessi di lavoratori con la politica di partito, di governo, e coloro che hanno rinunciato ad operare per l'unità, per la soluzione dei problemi della classe, per attestarsi su posizioni protestatarie, entrambe queste posizioni vanno contro gli interessi di classe e portano acqua al mulino della classe dirigente, che si configura ormai con il padronato.

L'UNITA' è condizione irrinunciabile per i lavoratori, è vero per II contratto, e qui abbiamo esempi recenti, ma anche sul terreno più vasto, che riguarda per esempio la riforma previdenziale e sanitaria, sarà solo l'unità di tutti I lavoratori, che Indipendentemente dalle loro posizioni politiche, guardando strettamente al solo problema della previdenza del miliardi che circolano, che spariscono, alla miseria del pensionati, alla vergogna delle continua in 4. pag.

VIVA L'EROICA LOTTA DEL POPOLO E DEL F.N.L. VIETNAMITA CONTRO L'IMPERIALISMO AMERICANO.
I 4 1126~1RoMerzi. Anno Il - N. 2 Periodico di attualità politica a cura della sezione del P.C.I. L. Temolo (Pirelli) Febbraio 1968 L'IMPERIALISMO ALLA CORDA Toro (daltonico) si! --A.11 t •—• HOME ! ma sempre Toro USA
LA FINE DEI BOMBARDAMENTI, RICONOSCIMENTO DEL F. L. N., AMERICANI A CASA, TRATTATIVE

AMERICA PAESE DI DIO

dal Piano Marshall alla NATO

Abbiamo letto sul 1° numero di quest'anno di • Fatti e notizie » l'articolo di prima pagina • A venti anni dal piano Marshall. convinti di accusare un'analisi per lo meno economica delle cause che portarono gli Stati Uniti ad attuare il piano che prese il nome del generale americano che dal '47 al '49 fu segretario di Stato. Niente di tutto questo: l'analisi è condotta sul filo delle considerazioni più piatte e scontate. Dice in un punto l'articolo: gli Stati Uniti promisero l'aiuto... • a quei Paesi europei che avessero elaborato un programma in base al quale fosse possibile stabilire un ponderato ordine di priorità per il razionale utilizzo dell'aiuto finanziario americano... ma anche per mettere le basi di una nuova unità economica che fosse al più presto in grado di provvedere a se stessa... Non è facile valutare con esattezza il contributo che gli Stati Uniti versarono per la ricostruzione dell'Europa... ».

Quindi gli USA si sarebbero prese le cure della ripresa economica europea sotto l'impulso di un amore smisurato verso i Paesi europei e fors'anche senza contropartita. Ma come sono buoni e generosi questi governanti americani!

Siccome noi siamo vissuti, come del resto la maggioranza dei lavoratori della Pirelli, in quegli anni duri della ricostruzione nazionale e dato che ci piace riesaminare — anche attraverso le documentazioni

del tempo — le cause economiche che tanto nei Paesi capitalistici europei quanto negli USA, il Paese capitalista più sviluppato di tutti, hanno portato alla istituzione del piano Marshall, e le lotte politiche che nel nostro Paese si svilupparono attorno a questo problema e che collimarono nella battaglia per la realizzazione del • Piano del lavoro della CGIL » in contrapposizione al piano in questione, non possiamo non accusare nella superficialità dell'articolo — al di là dei dati statistici enunciati — una cosciente impostazione aclassista, che toglie alle condizioni storiche di quel tempo la loro reale dimensione.

Perchè • Fatti e notizie » non dice che dopo la seconda guerra mondiale negli Stati Uniti si era creato un profondo squilibrio economico dovuto ad un mercato interno con capacità d'acquisto del 20% in meno rispetto il 1939 contro una produzione più che raddoppiata e che era passata dal 40 al 60% della produzione del mondo capitalista e che perciò gli Stati Uniti si trovavano nelle condizioni di esportare merci e capitali?

Perchè non dire dunque che il piano Marshall fu una valvola di sicurezza per l'economia americana e che nello stesso tempo doveva servire a ristabilire la ripresa economica del capitalismo europeo e il consolidamento della grande borghesia?

Anche il • Piano del lavoro » della CGIL si riprometteva la ripresa economica della società italiana ma a vantaggio delle classi lavoratrici

La contropartita al piano Marshall — è bene dirlo a tutta voce — fu che, a cavallo della sua attuazione, su direttiva degli Stati Uniti, si costituì, fra gli stessi Paesi aderenti, l'organizzazione militare NATO.

Così, in senso politico, questo piano fu anche uno strumento strategico al servizio della borghesia americana: essa potè iniziare la politica di guerra fredda in Europa contro i Paesi socialisti.

Ed oggi la classe lavoratrice del nostro Paese paga le spese di una tale politica: la NATO costa soldi e pericoli: soldi, perchè tutto l'armamento, che è in netta prevalenza americano, e la dislocazione delle forze militari devono essere sostenuti finanziariamente; pericoli perchè rappresenta una forza d'urto che per un errore qualsiasi può portare alla guerra atomica. E paga anche nel senso della privazione di un suo sviluppo nel campo del progresso civile perchè da quel lontano e infausto aprile 1948, giorno della messa in atto del piano americano ad oggi, si sono succeduti in Italia — per la rottura delle forze antifasciste che l'accettazione del piano stesso aveva comportato — fra una crisi politica e l'altra, i peggiori governi nella storia della nostra giovane repubblica.

UN PARTITO DIVERSO DAGLI ALTRI

La costituzione del Partito Comunista Italiano iniziò una svolta fondamentale nella storia della classe operaia del nostro Paese.

Tale costituzione avvenne in seguito alla scissione del Partito Socialista, il 21 gennaio 1921 durante il XVII congresso di questo partito, su iniziativa della corrente comunista, la cui mozione aveva riscosso 58.703 voti contro i 14.695 voti della mozione riformista e i 98.028 voti della massimalista unitaria.

La mozione comunista prevedeva, tra l'altro, l'adesione del Partito Socialista al programma rivoluzionario dell'Internazionale Comunista e la espulsione dei riformisti dal partito per la loro contrarietà alla lotta rivoluzionaria del proletariato.

La mozione massimalista, pur coincidendo con quella comunista per quanto riguardava l'adesione del partito all'Internazionale, si opponeva però all'espulsione dei riformisti e anzi ritenne giusta e preferì ai comunisti, la loro appartenenza al partito anche dopo l'esito della votazione, cioè quando risultò evidente che la mozione riformista aveva ottenuto neppure un quarto dei voti della mozione comunista.

La scissione avvenne così a sinistra invece che a destra come sarebbe stato naturale.

Fu questa una svolta fondamentale del movimento operaio italiano perchè si era costituita finalmente una guida politica coerente fino in fondo con gli interessi di questo movimento, una guida capace di

dargli uno svolgimento autonomo, anticapitalistico, antiborghese, rivoluzionario.

Infatti, contrariamente ai riformisti — il cui programma era di riforme compatibili con gli interessi del capitalismo — e ai massimalisti — i quali, oltre a non intuire la necessità storica della costruzione di un partito rivoluzionario, ritenevano i riformisti insostituibili nella direzione delle cooperative, alla testa dei sindacati e nel Parlamento — il Partito Comunista acquisì alla propria teoria tutti quegli insegnamenti di valore universale per il movimento operaio, che gli vennero dall'esperienza del Partito Co-munista Bolscevico nei suoi quindici anni di lotta per la conquista del socialismo in Russia. Il Partito Comunista Italiano acquisì, cioè, il leninismo.

L'acquisimento del patrimonio politico, filosofico e scientifico del leninismo permise al Partito Comunista di individuare le radici sociali del fascismo, di scoprire le forze sociali che lo avevano prodotto o avevano contribuito ad affermarlo, e d'indicare alla classe operaia gli obbiettivi politici per abbattere queste forze.

Il fascismo passò ugualmente ma va detto che fu l'atteggiamento del movimento socialista diretto dai riformisti come Turati, Treves ed altri — teorici della collaborazione con la borghesia — influente come era nel movimento operaio, ad impedire l'azione di forza del proleta-

riato attorno a quegli obbiettivi.

Ma nonostante l'insuccesso proletario, che aveva ridotto alla costernazione e demolito le capacità combattive di molti uomini della sinistra italiana, il Partito Comunista — cosciente dei limiti storici del fascismo pei quali esso avrebbe inevitabilmente pagato caramente il suo tributo — si prodigò per la formazione di un fronte antifascista del quale fecero parte gli strati sociali più differenziati della società italiana alla testa dei quali era la classe operaia.

Ciò contribuì, nel tragido conflitto che il fascismo aveva determinato nell'area internazionale, all'abbattimento del fascismo stesso e all'instaurazione della Repubblica parlamentare.

Attualmente il Partito Comunista insiste per la realizzazione della Costituzione repubblicana in una situazione di rapporti sociali in cui domina ancora il capitalismo, però ad uno stadio più avanzato di sviluppo rispetto a quello di quaranta anni addietro e in una situazione internazionale di declino generale del capitalismo mondiale.

Per la realizzazione della Costituzione il Partito Comunista mette in atto la componente principale della sua politica di sempre: da un lato individuare le forze conservatrici che si oppongono alla conquista degli obbiettivi che coincidono con le riforme economiche e politiche costituzionali e dall'altro unire tutte quelle forze sociali che tendono naturalmente verso questi obbiettivi.

Ancora una volta la Democrazia Cristiana, è riuscita ad imporre, con la pressione del ricatto, la propria volontà ad una maggioranza sempre più ridotta della direzione del PSU. Un'altra prova, questa, non solo dello stato d'impotenza e di subordinazione in cui essa ha ridotto l'alleato socialista ma anche dell'insofferenza che essa sente per ogni controllo sul suo operato.

LE COLPE DELLA D.C.

E' chiaro che la DC non vuole, in nessun modo, e in nessuna misura, che si faccia luce sulle responsabilità politiche — e non solo amministrative e disciplinari — delle cosiddette • degenerazioni del SIFAR e dei piani autoritari accarezzati, in alto loco, nell'estate del 1964. Il rifiuto caparbio ed insolente di accettare la nomina di una commissione parlamentare d'inchiesta, quale è stata da noi proposta, è la più clamorosa confessione, da parte dei dirigenti democristiani, delle proprie responsabilità.

QUALE SEGRETO MILITARE?

La DC non ha nessun motivo valido per impedire al Parlamento di esercitare, con la nomina di una commissione d'inchiesta, un suo diritto sovrano. L'invocata necessità di salvaguardare il segreto militare è talmente pretestuosa da apparire ridicola. Segreto militare l'accertamento — richiesto con insistenza dai repubblicani — sull'installazione al Quirinale di microfoni per registrare le consultazioni dell'onorevole Segni? Segreto militare appurare chi dei responsabili governativi ha permesso, o tollerato, le • deviazioni - del SIFAR? Se nessuno dei ministri della Difesa e dell'Interno di allora, come essi hanno dichiarato, ha saputo nulla di quanto fecero, in quei momenti, i propri subordinati per ispirazione ed autorizzazione di chi, allora, colonnelli e generali dei carabinieri, hanno fatto quanto è risultato al processo L'espresso-De Lorenzo?

FORZE ESTRANEE AL NOSTRO ORDINAMENTO COSTITUZIONALE

L'ultimo argomento portato per giustificare il rifiuto della commissione parlamentare d'inchiesta è che i pretesi segreti militari riguarderebbero i rapporti dei nostri organismi di sicurezza con quelli della NATO. Ma di quali rapporti si tratta? Di diritti di questi organismi d'interferire, al di fuori e all'insaputa dei nostri responsabili politici e militari, sugli organi più delicati della nostra vita nazionale?

FUNZIONE

DEL P.C.I.

Far fallire questo intendimento, imporre l'accertamento della verità, è il compito comune, oggi, di tutte le forze antifascisti e democratiche.

Una volta di più il nostro partito ha una funzione decisiva d'assolvere nella lotta per il rinnovamento democratico dell'Italia. Quella che noi abbiamo ingaggiato, e che condurremo avanti, è una grande battaglia democratica e antifascista, di portata non certo inferiore a quella che le forze democratiche combatterono insieme, e vinsero Insieme, contro la legge truffa, nel 1953, e contro il tentativo autoritario di Tambroni, nel 1960.

DC-CS.UNGOVERNODABATTERE

LA VOCE DI TUTTI

DITELO IL COTTIMO: OVVERO LA TECNICA AL CUCINIERE... DELLA RAPINA

Chi è più conosciuto del cane di Garibaldi che si chiamava con il fischio? Per quanto riguarda la fabbrica un tipo di personaggio conosciuto esiste. L'Assistente di cucina. Colui che braccio ingessato al collo affrontava intrepido i disagi del lavoro. Si, perchè lui riesce ugualmente, con un braccio solo, ad essere indisponente e villano. Lui riesce a far piangere fino a cinque donne tutte insieme, lui riesce ad essere compassionevolmente comico come un elefante in un negozio di cristalli. Ma fa di più questo eccentrico personaggio. Fa pure l'autista. Trasporta in fabbrica nel chiuso della sua macchina qualcuno che possa fargli compagnia durante lo sciopero. Almeno quattro, se vuole essere ancora il D'Artagnan coi moschettieri. Fa ancora di più, si tramuta in difensore dei lavoratori non scioperanti, orecchiando per conoscere i pensieri che gli scioperanti esprimono ai crumiri. « Ditelo a me se vi dicono qualcosa ». Lo diciamo noi, con la frase che rese celebre Cambronne!

AL SEGNANINO GLI INFORTUNI SONO DI CASA

Alla fine di dicembre dello scorso anno si è verificato nuovamente un infortunio alle presse del CP 9161.

In queste macchine viene adoperato piombo fuso.

Il piombo liquido viene introdotto nelle apposite forme cilindriche, per ottenere dei masselli che poi vengono prelevati meccanicamente da un operaio, Introdotti nell'apposito cilindro e pressati da un pistone. Ed è a questo punto che si verificano gli infortuni: perchè se il piombo non è sufficientemente raffreddato, scoppietta proiettando nello spazio corpuscoli incandescenti che possono colpire i lavoratori.

Noi diciamo che è possibile evitare questi infortuni: basterebbe applicare dei congegni che avvisino o impedisca!. no ai lavoratori di prelevare i masselli se non raffreddati.

IL DIETISTA E I "TESTONI„

La scienza dietetica è hobby e innata passione per il « nostro • che dirige gli Uffici Manodopera e del Personale. Difatti questa sua passione già anni fa lo rese celebre fra i lavoratori Sardi. Fu quando si mise in testa di convincere i lavoratori della Carbosarda a fare meno di mangiare. Questi « testoni • non vollero comprendere il salutare consiglio ed il « nostro • inventò con i licenziamenti in massa la costrizione al salto del pasto.

Beati i tempi cui si proclamava che il primo piatto era la « biada dell'uomo! ». Beati ma superati, difatti è sempre il « nostro • a dirlo: un buon impiegato del suo ufficio non deve approfittare del permesso, che bontà sua gli concede per recarsi in mensa a mangiare. Deve si mangiare, ma con l'impegno di abolire le paste asciutte ed i primi piatti in genere, dato che questi riempirebbero loro in modo tale da pisolare nel pomeriggio ». Avvocato come la mettiamo con il pelo che si perde...

Sono anni che i sindacati, le commissioni interne, i lavoratori cercano di risolvere o comunque di imbrigliare l'azione padronale sul taglio ingiustificato delle tabelle di cottimo. Ci pare di capire, che con la rivendicazione contrattuale, presentata dai sindacati per far obbligo al padrone di descrivere su ogni tabella i tempi parziali, ci si avvii sulla strada giusta.

Infatti il padronato, Pirelli compreso, lquando sforna una tabea_di _cuilicip fisw iL_Crtip,o. ; eTadurze. Con laTTEfiresta -d'éq te i parziali, Pirelli_sz.g costretto a descri, vere tutté_lé tas1 de3Tii PArra-(-gli i r -i -iiiiLtern_pi. Sarà-TrIZTrima di tutti i i tempi, delle diverse fasi, che stabiliranno il tempo totale da impiegare per produrre un determinato pezzo. 11.-•

Ora avviene che quando si modifica un procedimento lavorativo, Pirelli emette una nuova tabella, che sempre aumenta la produzione, anche quando la modifica è irrisoria o quando alle volte, .22pgiora il procedimento lavorativo.,

Ben 350 circa, sono ogni anno le moi difiche di tabelle nella nostra fabbrica, I che portano alla diminuzione del salari zio e ad un aumento medio di produone del 35%.

MENSA SIFAR ?

Con i tempi parziali, non sarà più possibile al padrone diminuire indiscriminatamente i tempi di lavorazione, ma dovrà dimostrare, il cambiamento di tempo parziale per quella fase di lavorazione, sarà più facile da controllare e contestare, per una eventuale pretesa di aumento della produzione.

Le fasi però, con i tempi parziali, devono essere descritte subito fin dall'inizio della lavorazione sulla tabella esposta nel reparto, e non quando questa viene modificata.

A sostegno delle richieste dei lavoratori esiste la legge: infatti il codice_ civile del lavoro Art. 2101 dice: ché in caso di una modifica o della soppressione o della aggiunta di una fase di lavoro nel procedimento lavorativo non lo si deve assolutamente prendere come pretesto per modificare tutte le fasi di lavorazione della tabella di cottimo. 'AT cciritrarío alla'PTFelli e ta elle si cambiano anche senza nessuna modifica. Occorre conquistare sul contratto, il diritto dei tempi parziali ma in fondo però, non bisogna dimenticare, che in definitiva a risolvere i problemi, a imporre il rispetto dei contratti e delle leggi sul lavoro, è sempre e solo la lotta unitaria dei lavoratori.

SABATO 17 FEBBRAIO ORE 16,30

7 febbraio, ore 20. Decine di lussuose macchine varcano i cancelli della fabbrica e si dirigono alla mensa impiegati. Sorpresa e stupore degli operai al lavoro per il 2' turno. Amletica la risposta all'insolito fatto. Non può essere una riunione straordinaria dei tecnici. Non può essere una delegazione straniera. Non possono essere i figli dei dirigenti che hanno scambiato la mensa in night. Neppure per la canasta od il chemin de fer è l'incontro. Si è pure pensato alla carboneria del primo Risorgimento. No! Forse una riunione ad alto livello per discutere il « Vivere Insieme •7 Forse la disperata ricerca di quella molla che ha dato forza a tutti i lavoratori nell'ultimo sciopero? Forse la ricerca collettiva per trovare l'attrezzo adatto a tagliare il filo che lega la ritrovata unità contro il padrone? Oppure l'aggiornamento (si dice così di solito) di liste dei cattivi? Chissà! Il dubbio rimane.

PORCILI O SPOGLIATOI ?

Ci si cambia in ambienti insalubri e pestilenti. Spogliatoi di duemila posti o di ottocento come esistono al Dipartimento Gomma, che raccolgono come In botti da sardine tonnellate di panni sporchi ed impregnati di svariati odori, se non sono tenuti almeno costantemente disinfettati, imbiancati, verniciati, con impianti di ricambio dell'aria malsana, sembrano più dei porcili che non spogliatoi.

E siccome i porci non si cambiano in quel luogo ma... molto più in sù, vediamo di fare risolvere anche questa sconcezza.

ANCORA INFORTUNI!

Di nuovo infortuni presso il CP 9122 (magazzino) dove viene depositato il tubo di gomma.

In questa operazione di deposito materiali si è sottoposti a varie operazioni pericolose dati i livelli (fino a 5 metri) cui vengono accatastati i tubi. E ciò è causa di soventi infortuni: ne sanno qualcosa i lavoratori addetti a tali mansioni i quali ne fanno soventemente le spese. Infatti si verificano cadute d; colli dai bancali essendo essi oleosi e perciò scivolosi.

Nonostante gli avvertimenti dei lavoratori perchè vengano apportate le protezioni dovute, la Direzione non ha mai preso opportuni provvedimenti.

Le spese pei provvedimenti si effettuano solo per aumentare la produzione e non per provvedere alla sicurezza dei lavoratori.

LAVORI ACCURATI

ESPOSTI & VOLPE

CARROZZERIA

E RIPARAZIONI IN

TUTTI I LAVORATORI PARTECIPINO ALLA GRANDE MANIFESTAZIONE UNITARIA IN DIFESA DELLA PACE, PER LA LIBERTA DEL POPOLO VIETNAMITA GENERE MILANO Via A. Nota, 43 - Tel. 64 24 709
Un aspetto del picchettaggio durante la lotta contrattuale alla Pirelli Bicocca
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DALLA FABBRICA

segue dalla 1• pag

di accordo e di riportare in prime pagina frasari da » guerra fredda » o per meglio dire da Comitati Civici quali paesi di oltre cortina • ecc. La televisione italiana ci ha presentato alcuni fotogrammi dell'avvenimento di Mosca. Quando il capitano d'industria daltonico (perchè si vede che II rosso non gli fa più quell'effetto che lo rendeva toro a cavallo degli anni 50), che tutti conosciamo, che stringeva la stilografica in pugno certamente sognava miliardi e non cortine.

Comprendiamo bene che l'interesse di questi accordi è reciproco. Guai se non lo fosse. Non comprendiamo invece come si possa conciliare questa azione pacifica con quei razzi a testata nucleare che dal nostro territorio occhieggiano obbiettivi sovietici. Va da sè che se non esiste una franca ed autonoma politica estera che renda la fiducia parte principale di ogni convivenza fra i popoli, non si completerà quella funzione che noi da tempo diamo a questi scambi. Scambiarsi merci ed esperienze, culture e scienze, non bombe con o senza testata nucleare.

E' grave il solo pensarlo, ma qui da noi basta un generale pazzo, tutto è predisposto. Se la strada imboccata è quella buona bisogna avere Il coraggio di rimuovere gli ostacoli che ancora frenano la competizione pacifica, perchè il sistema migliore possa imporsi. Via le basi straniere dall'Italia. Non rinnoviamo quegli impegni militari che fanno della NATO una polveriera. Rafforziamo l'amicizia con i popoli socialisti.

Salveremo la nostra economia e daremo pace al nostro popolo.

PETRUCCI E D. C. No allo sblocco

LO SCANDALO UNA PRATICA IRRINUNCIABILE si all'equo canone

L'ARRESTO DELL'EX SINDACO PETRUCCI e di altri esponenti del gruppo dirigente della DC romana sotto l'accusa di peculato e dl interesse privato in atti d'ufficio è un fatto di estrema gravità, al quale bisogna reagire con una pronta battaglia democratica.

L'episodio mostra sino a qual punto un certo personale politico democristiano possa condurre una pratica del potere, generando in tal modo un grave pericolo di svilimento delle istituzioni democratiche.

Una stessa logica presiede al comportamento di una certa classe dirigente democristiana nell'uso senza scrupoli degli Enti pubblici per fini di potere e di prepotere della DC, al rifiuto delle grandi riforme e di una linea coerente di sviluppo democratico.

Basterebbe ricordare gli scandali dove troviamo compromessa la DC con i suoi uomini, Federconsorzi, Fiumicino, Mattarella, Agrigento, Aliotta, Ippolito, Premio BaizanBanco Sicilia ecc. ecc.

La situazione è grave: l'opinione pubblica è scossa. Bisogna rifiutare i facili giudizi sulla corruzione di tutti i partiti, ed una facile esaltazione di altri istituti, che vengono qualunquisticamente contrapposti al sistema democratico voluto dalla Costituzione. Bisogna precisare che le colpe e le responsabilità sono della DC, e chiamare tutti i demo-

cristiani alla vigilanza ed alla battaglia unitarfia per lo sviluppo della democrazia.

L'incriminazione di Petrucci non è tanto e soltanto un caso di corruzione personale — sulla cui consistenza il tribunale si pronuncerà — quanto la clamorosa rivelazione di come il gruppo dirigente moderato andreottiano e doroteo della DC nella capitale, utilizzi a proprio profitto tutta una rete di Enti e di istituzioni aventi finalità pubbliche. Il caso è una tipica dimostrazione dl dove può portare il metodo del sottogoverno, l'utilizzazione senza scrupoli, per i fini del potere e del prepotere democristiano, di Enti ed istituzioni pubbliche; cosa gravissima sempre e addirittura ignobile quando si tratta di Enti come l'ONMI che hanno il delicatissimo compito di proteggere la maternità l'infanzia.

Ma oltre a questo e più che questo, è giunto il momento di mettere la parola fine ad un sistema antidemocratico e corruttore dl direzione di tanti Enti pubblici. Fino a quando questi e simili organismi, più in generale tutti gli istituti compresi nella vasta formula detta del • sottogoverno », saranno considerati come terreno da pascolo dei partiti della maggioranza e gestiti fuori di ogni controllo democratico, la corruzione continuerà, e continuerà il discredito per le istituzioni democratiche.

La decisione governativa (altro regalo del centro-sinistra) di avviare, col 1° gennaio c.a., la liberalizzazione nel settore delle locazioni, ha offerto ai padroni di casa l'occasione per sferrare una grande e generale offensiva verso gli inquilini.

Dalla suscritta data si è messo in movimento un nuovo congegno di aggravamento generale del costo della vita: lo sblocco, che, per la vastità del fenomeno, inciderà direttamente, ed in misura notevole, sul carovita e si farà anche sentire con gravi conseguenze indirette. Prendiamo, ad esempio, i bottegai: costoro si ritrovano costretti ad aumentare ulteriormente i prezzi dei loro prodotti per far fronte alle pretese dei loro padroni di casa. Questa situazione, che tende ad aggravarsi di giorno in giorno, si va generalizzando investendo tutti i centri, grandi e piccoli. I padroni di casa, che hanno il governo dalla loro parte, si scatenano. Erano già prepotenti prima, quando c'era il blocco che imponeva alcuni argini alle loro pretese, figuriamoci ora!

A solo due mesi dallo sblocco siamo alla presenza di un rincaro generale degli affitti, compresi quel •li liberi. Lo sblocco, per un gran numero di lavoratori, sta assumendo un significato molto preciso: è la decurtazione netta del salario o dello stipendio. Ciò vuol dire che nella busta paga in realtà ci sono 10.000 lire circa in meno.

segue dalla l• pag, prestazioni, ai debiti verso i medici, gli ospedali, i farmacisti che unendosi potranno imporre la riforma cancellare questa vergogna.

La riforma previdenziale non costa, è un colpo alla attuale burocrazia e un giusto inserimento dei lavoratori alla direzione degli istituti previdenziali, per distribuire di più meglio e a tutti.

Bisogna sempre aver presente, che per il nostro governo tutte le riforme che riguardano i lavoratori incidono sulla economia nazionale, quelli dei padroni, i loro miliardi di utili e quelli clandestinamente portati all'estero no.

Ma il governo non accetta nemmeno quelle riforme che non costano niente, ad esempio lo statuto dei lavoratori, una legge tanto promessa dal centro sinistra, da Nenni in particolare, che doveva garantire ai lavoratori libertà e dignità all'interno della fabbrica, doveva far entrare la costituzione nella azienda, ma i padroni non la vogliono e anche se non costa all'economia del paese il governo non la fa.

Cosi per la riforma della scuola; occorre l'unità della classe operaia in appoggio della lotta degli studenti per trasformare la nostra scuola, da scuola del privilegio ad una scuola, veramente democratica, aperta a tutti i ceti sociali.

Per la Pace che è il bene supremo da salvaguardare con la sicurezza, l'indipendenza e la democrazia nel paese; il mancato colpo di stato del luglio del 1964 deve farci riflettere sulla necessità di ritrovare l'unità dei lavoratori, superando quelle posizioni di preconcetto partitico, per veramente poter lavorare costruire e vivere in pace con tutti. Combattere l'opportunismo e l'estremismo entrambi nemici della unità, che lavorano coscientemente incoscientemente a favore del nemico di classe, per l'imperialismo, per il monopolio, per Pirelli.

LE LEGGI OPERAIE DEL P. C. I.

A più di 20 anni dalla entrata in vigore della Costituzione i principi in essa sanciti, nella fabbrica non vengono attuati ed 1 lavoratori di fatto non dispongono di nessuna legge a tutela dei loro diritti sindacali, democratici e sociali se escludiamo la legge sulla giusta causa strappata dopo anni e anni di aspre battaglie in Parlamento e nel Paese, legge che peraltro proprio per volontà del Governo lascia ancora al padrone, salvo pagare una misera indennità, il diritto di licenziare un lavoratore anche senza giusta causa o giustificato motivo, nessuna altra legge a tutela dei lavoratori è stata promossa e meno che mai approvata dalla attuale maggioranza di centro-sinistra.

Di fronte alla carenza governativa nel campo della legislazione operaia, noi comunisti ci siamo preoccupati di elaborare e presentare precise proposte di legge come ad esempio quella relativa la riforma del sistema previdenziale, del collocamento, dell'addestramento e istruzione professionale per la R.M.; il riconoscimento dei contributi figurativi, quindi anche del periodo militare, per la pensione a 35 anni, nonchè altri progetti di legge che Interessano i lavoratori studenti e gli apprendisti. Se a tutto questo si aggiunge la nostra permanente iniziativa per promuovere la discussione, il miglioramento e l'approvazione della proposta di legge del CNEL sulla riduzione dell'orario di lavoro e la presentazione dello Statuto del diritti del lavoratori, si può ben dire che tutto quanto emerge dalla realtà delle fabbriche è stato da noi puntualmente sottoposto alla maggioranza non solo con critiche e denunce, ma con precise proposte

di legge, il che fa piazza pulita circa gli argomenti della maggioranza di una nostra opposizione protestataria.

Purtroppo però il governo non ha messo in discussione nessuna delle nostre proposte di legge a favore dei lavoratori, sostenendo che i tempi tecnici non lo permettono, capito? I tempi tecnici, mentre fin troppo chiaro che non di tempi tecnici si tratta ma di volontà politica. Se ci fosse una reale volontà politica tutte le proposte di legge da noi presentate e particolarmente lo Statuto • che non costa niente potrebbero essere approvate nel giro di qualche settimana.

La verità è che la carenza legislativa nel campo della tutela dei diritti sindacali e democratici nei luoghi di lavoro, non è dovuta al caso ma ad un preciso disegno politico perseguito dai vari governi. E' necessare trovare quella unità e quindi quella spinta senza la quale nessuna proposta di legge che aumenti il potere del lavoratori verrà mai approvata dall'attuale Governo.

E non c'è, questa volta, neppure la scala mobile a metterci una pezza. Il congegno, infatti, non recepisce gli aumenti provocati dallo sblocco. Insomma non solo la scala mobile arriva in ritardo sull'aumento dei prezzi come generalmente avviene, ma non arriva affatto. E' assurdo. Questo significa che qualcosa va per lo meno modificato nel congegno di scala mobile. Vivo è il malcontento dei lavoratori. Anche gli affitti dell'I.A.C.P. non sono più • popolari ».

Infatti in molti quartieri si sono registrati aumenti intorno al 15% ripartiti nel seguente modo: 1,10% per ogni metro cubo d'acqua, 50% per lo sgombero dei rifiuti e la restante percentuale per la assicurazione contingenza del custode. La situazione è seria e richiede interventi urgenti.

Il P.C.I. ha presentato una proposta di legge per l'equo canone, in modo da porre fine alla speculazione messa in atto dagli sciacalli dell'edilizia mivata, e tutelare i diritti degli inquilini.

Registrato presso II Tribunale

Direzione e amministrazione:

Viale Barca, 181 - Milano

Direttore respons. Bruno Eriotti

Tip. Bcnecchi & C. Ceseno Boscone

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io

La fabbrica

Sabato 20 Aprile alle ore 21 in PIAllA DUOMO parlerà

L. LONGO

Anno II - N. 3

Periodico di attualità politica a cura della sezione del P.C.I. L.

Nuovo contratto e rivendicazioni aziendali

PROSPETTIAMO

LOTTE UNITARIE PER UN PIU' ALTO SALARIO

Nell'ultimo comunicato unitario dei sindacati in cui si annunciano la conclusione del rinnovo del contratto nazionale di lavoro e i risultati positivi raggiunti per la lotta dei lavoratori, su cui concordiamo pienamente, è detto nella sua parte terminale quanto segue: « Peraltro è evidente che il risultato rimane al di sotto delle possibilità del settore e della combattività dei lavoratori ”.

E' perciò venuta meno la spinta sindacale dei lavoratori del momento in cui esisteva allo stato potenziale la carica per l'azione. Ma questo fatto, che ha limitato ad un modesto livello i risultati positivi raggiunti, è da imputare, a nostro parere, ad alcune componenti non dipendenti dalla volontà dei lavoratori. Tra di esse riteniamo sia giusto rilevare, come la più importante, la politica economica delle organizzazioni sindacali la quale non è per tutte la stessa. Da qui nasce una diversa valutazione degli interessi dei lavoratori.

Riferiamoci per un attimo a quanto è stato pubblicato sul BATTISTRADA » della CISL del mese di ottobre dello scorso anno: « .., Da parte nostra abbiamo insistito sulla richiesta di

una forma di risparmio contrattuale... Il risparmio è la base di ogni concreta programmazione economica dello sviluppo di una società ». Questa interpretazione dei rapporti tra capitale e lavoro sul piano rivendicativo e che da anni la CISL va sostenendo, coincide di fatto da un lato con la politica governativa del piano Pieraccini — che la destra economica condivide pienamente — il quale prevede tra l'altro — qui ci preme evidenziare ciò che più ci interessa agli effetti del salario — lo sviluppo della produzione attraverso il contenimento del valore della forza-lavoro. E d'altro canto coincide con le finalità della politica di autofinanziamento del Gruppo Pirelli. E' bene, in proposito, ricordare il discorso del dottor Dubini al XVI congresso dei dirigenti del Gruppo (ved. « FATTI E NOTIZIE » del novembre-dicembre 1967) a proposito dei mezzi di investimento prodotti all'interno del Gruppo stesso per potenziare l'autofinanziamento. Fra questi mezzi viene citato anche il fondo per anzianità personale.

In qualunque modo si consideri il risparmio contrattuale vale a dire o come limitazione di richieste salariali, o come costituzione di fondi che vanno sì a beneficio dei lavoratori durante il pensionamento ma che per decine d'anni rimangono nelle mani del padrone e vengono da lui utilizzati per lo sviluppo della produzione, esso resta uno strumento condizionatore di ogni effettivo miglioramento del valore della forza-lavoro perchè tale valore possa tendere al livello di un salario moderno.

Riteniamo perciò che proprio per questa particolare impostazione di politica economica, arche per la realizzazione del nuovo contratto la CISL si è presentata con uno spirito rinunciatario.

La UIL, in introduzione alga lotta contrattuale, aveva pubblicato sul giornaletto « LA BICOCCA » una interessante analisi, frutto del suo convegno na-

zionale, dello sviluppo economico del settore. Fra tanti argomenti importanti cogliamo, nelle conclusioni, il presente: « ... E' , ormai fuori discussione che il salario dei lavoratori italiani della gomma dev'essere a livello europeo, quindi non guadagnare meno, in termini di salario reale, dei lavoratori tedeschi, francesi, olandesi o belgi... ».

L'analisi economica e le conclusioni relative non hanno avuto però una corrispondente spinta sul piano pratico dell'azione sindacale per cui ne è risultato una contraddizione tra ciò che si è denunciato e !'impegno che ne è seguito per l'ottenimento di un salario più moderno che tenda alla dimensione europea, così com'era negli intendimenti.

In questo atteggiamento va riscontrato quindi la tendenza di ricercare nei lavoratori solamente l'acconsentimento attorno alle denunce fatte sul piano dell'analisi economica col fine di ottenerne apprezzamento e fiducia, evitando di utilizzarne la forza combattiva secondo la sua intensità, coerentemente e con continuità.

La politica sindacale della CGIL è stata, come sempre quella per un maggior potere d'acquisto del salario, per un maggior potere dei lavoratori nella fabbrica. Anche nel periodo più difficile della congiuntura economica essa considerava ugualmente utile un aumento del salario sia per il fatto che la congiuntura si era determinata come risultato dello sviluppo ineguale dei diversi settori industriali voluto dai capitalisti e di cui essi portavano le responsabilità e per la quale i lavoratori non erano tenuti a pagarne le spese; sia dal fatto che il salario non si era accresciuto durante l'impetuoso sviluppo settoriale precedente, con un incremento corrispondente all'accomulazione di capitale.

La diversa valutazione degli interessi dei lavoratori ha reso impossibile la costituzione di una piattaforma rivendicativa unitaria che impegnasse le or(continua in ultima)

MARCO BACCALINI

Operaio della Pirelli, Segretario della Sezione del P. C. I. di fabbrica, membro del Comitato federale

Più mezzi, Più voti, al P. C. I.

Non rappresenta una novità per i cittadini che il P.C.I. chieda a tutti i suoi militanti un contributo finanziario per sostenere la campagna elettorale.

Non è questo un fatto esclusivamente politico, ma anche di costume. Infatti sono i nostri iscritti che permettono al Partito di vivere, di svilupparsi, di combattere i suoi avversari, in maniera chiara, che non teme confronti.

La raccolta di questi fondi a cui attingeremo, senza ricorrere, come fanno altre forze politiche, a finanziamenti più o meno occulti, ci permetterà di accrescere la forza e il prestigio del nostro Partito.

Temolo (Pirelli) Aprile 1968
CANDIDATO
Parlamento
UN
DA VOTARE Per il

puttm,,c„ LA VOCE DI TUTTI

A proposito dell'acqua al cromo

Alla interpellanza presentata dal compagno consigliere comunale Franco Tadini sulle acque inquinate al cromo della nostra azienda, la giunta di centro sinistra non ha creduto imporre alla Pirelli il rispetto della legge, pur riconoscendo che i pozzi della fabbrica contengono cromo e che la stessa si è rifiutata di chiuderli.

Se invece della Pirelli fosse stato un piccolo artigiano la faccia dura della legge si sarebbe fatta viva con un'ingiunzione al rispetto della stessa.

Oggi, come ieri, ci battiamo anche per lui

Lo sciopero per una vera riforma della Sicurezza Sociale e per un pensionamento civile, trovò la totalità dei lavoratori dell'autorimessa: assistenti, qualifiche speciali e operai al loro giusto posto di lotta. Il caso ha fatto andare in escandescenza il direttore della stessa, dimentico di un passato « socialista », si scagliò verbalmente contro i propri dipendenti inveendo che l'autorimessa non può fermarsi dato che dirigenti e compagnia bella ne sarebbero danneggiati.

A parte il fatto che minacce e pressioni del genere contro la libertà di sciopero sono anticostituzionali e potrebbero portare lo stesso direttore a rispondere dei suoi atti in un'aula del tribunale della Repubblica Italiana, vogliamo ricordare che quando si trattò di scioperare per pretendere il suo rilascio dalle carceri di S. Vittore, dove era ospite involontario dei fascisti, lo stesso, che allora non era direttore, ma un semplice impiegatuccio, giustamente non ci richiamò, ma anzi si congratulò commosso.

Oggi forse ha un'altra visuale, ciò non toglie che ancora una volta deve ringraziarci perchè ci battiamo anche per lui.

Ufficio ispezione

Anche all'ufficio ispezione pare si siano mosse le acque. Risulta che TRE guardie, giovani, si siano licenziate per i metodi, non troppo urbani, che vengono usati nei loro confronti.

Pare che le sopracitate guardie, prese non troppo ortodossamente dal capo squadra, abbiano espresso il desiderio di parlare al loro direttore; di qui al licenziamento il passo è stato breve.

La guerra nel Viet, con i suoi lutti, è una cosa troppo seria per poterci scherzare. L'abbiamo con i PSI-PSDI che hanno voluto ancora una volta, dimostrare la loro assenza ha coloro che veramente vogliono la PACE in quel martoriato paese. Non si può mettere sui muri dei manifesti tanto generici, senza una presa di posizione politica nè storica. Un manifesto che potrà sì andare bene per i Tanassi o i Moro della comprensione, ma che si scontra con la volontà di pace dei lavoratori e dei cittadini onesti di tutto il mondo. Non basta l'effige della donna che piange bombe. Bisognava essere più realisti, metterci lacrime calde e piene di dolore, sul viso orgoglioso di una figura intrepida quale I' impersonificazione del popolo aggredito del Viet. Biso-

gnava avere il coraggio di indicare agli italiani che l'unica via per una apertura di pace può venire solo se si impone all'imperialismo Americano ed ai suoi falchi di fermare i bombardamenti e di lasciare il Vietnam. Solo così sarebbe stato un manifesto ben accetto.

Quando però si pigliano certe posizioni, bisogna saperle portare sino in fondo. E come possono uomini come il vice presidente Nenni, permettere che il partito, sia socialista al punto di lottare veramente contro l'imperialismo oppressore? Lui che è membro candidato del partito Americano, che solo in quanto tale le è permesso di inchinarsi alla volontà della DC. Può solo permettere quelle cose che non tocchino i padroni nostrani e i guerrafondai d'oltre altantico.

Ci

Imperialismo e razzismo

L'imperialismo continua la marcia verso l'usurpazione, il brigantaggio e la rapina. La proprietà privata, basata sul lavoro, libertà, democrazia, e pace — sono tutte parole d'ordine, che i capitalisti e la loro stampa usano per ingannare gli operai e contadini — sono cose del passato. Il capitalismo si è trasformato in sistema mondiale di oppressione coloniale e di inserimento finanziario della schiacciante maggioranza della popolazione del mondo da parte degli Stati Uniti e paesi alleati.

L'imperialismo è penetrato in quasi tutte le parti del mondo, lasciandosi dietro rovine e schiavitù. Oggi sta ancora subendo la aggressione e il crimine dell'imperialismo americano il glorioso popolo del Vietnam.

Sono in lotta unitariamente i lavoratori della Pirelli di -4.k vorno Ferraris. La Direzione con im atto Unilaterale e con un procedimento arbitrario ha tolto l'indennità dei lavori nocivi.

reparti della Bicocca hanno subito lo stesso arbitrio, devono prenderne esempio i lavoratori, onde ripristinare quelle conquiste che Pirelli continua a togliere. Su questa scia giustamente si sono messi i lavoratori della tipografia che hanno

padrone, del padrone, dei padroni

Su proposta dell' ingegnere Leopoldo Pirelli il Dott. Costa è rieletto Presidente della Confindustria. Questo l'annuncio che ci viene dal congresso confindustriale. Ci ha fatto sorridere e con noi certamente avranno riso a crepacuore milioni di italiani. E' la barzelletta dell'anno.

Il padrone che sceglie un suo consigliere a padrone dei padroni. Siccome il « Nostro » non è arrivato con il vento di Marzo vuoi dire che ci veramente è « Padrone » è il padrone del consigliere che è padrone dei padroni.

23' ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE Partecipate alla manifestazione unitaria di Pratocentenaro - BICOCCA-GRECO

Indetta per il 25 APRILE

dato il là con lotte articolate ri vendicando il guadagno di cott mo che assieme all'assorbimen to del super minimo rimasto i paga del vecchio premio di pr duzione, l'azienda ha tolto a arbitrariamente.

Sul cottimo sono interessat tutte le maestranze operaie dat che crediamo sia arrivato il m mento di obbligare, con una lo ta unitaria, la direzione a ripriT stinare l'accordo del 1947 chele legava il cottimo alla scala mo,/ bile.

Pulizia ma ... non pasquale

Eppur si muove!!! Non vorremmo rallegrarci con troppa sollecitudine per i primi lavori che la direzione dell'8608 ha fatto fare negli spogliatoi dopo la nostra segnalazione. Si, perchè ancora molto c'è da fare e può succedere che dopo la pulizia (Pasquale) si torni al tugurio.

Ci vuole sempre la sveglia

Anche da Segnanino ci segnalano che lavori antinfortunistici di carattere tecnico sono stati messi in atto, là dove si denunciavano magagne. Eh!!!, ci vuole sempre la sveglia!!!

Non ci dicono ancora che si è fatto rallentare il ritmo di lavoro; il caso vuole che è proprio nei ritmi che sta il maggiore pericolo di infortunio.

Il boia Johnson, con la sua criminosa guerra ha diviso l'America in due tronconi, e creato la crisi finanziaria del popolo americano con aumenti di tasse ecc. e ha coinvolto molte nazioni in situazioni allarmanti con la crisi dell'oro, « vedi salari bloccati in Inghilterra ».

Purtroppo non è tutto qui, dopo la selvaggia discriminazione razzista che è in atto in America, perchè la parola « libertà » non è per tutti i negri servono per mandarli in guerra e per rappresentarli nello sport.

In Rhodesia, 5 patrioti hanno pagato con la vita il colore della loro pelle, altri 113 sono stati condannati alla pena capitale tramite « impiccagione ».

Questo perchè una schiera di industriali capeggiati dal criminale Jan Smith e messa su dal governo inglese vuole depredare e agire senza limiti. Chi cerca di ribellarsi a queste ingiustizie criminose, viene messo a tacere e assassinato. Commosso è stato lo sdegno di tutto il mondo, ma cosa hanno fatto sia inglesi che americani, per mettere fine al razzismo e dare libertà, pace e uguaglianza a questo popolo? La risposta si potrebbe dare, se a governare fosse un governo di 4.000.000 di negri, e a subire atti criminosi fossero 200.000 bianchi. Allora sia inglesi e americani sferrerebbero un massiccio attacco per distruggere il popolo e rovesciare il governo negro. Per i governanti inglesi e americani la libertà e la pace non sono per tutti, specie quando si tratta di popolo di colore libertà è uguale a distruzione.

Registrato presso il Tribunale Direzione e amministrazione:

Viale Sarca, 181 - Milano

Direttore respons. Bruno Eriotti

Tip. B-necchi & C. Ceseno Boscone

Un manifesto insignificante per un popolo aggredito
!,------•Alcuni
Esempi da seguire

Gli studenti non vogliono essere ridotti a strumenti ideologici e tecnici di questa società

L'impetuoso movimento studentesco per il rinnovamento della Università italiana ha richiamato l'attenzione di tutti sul problema dei rapporti fra scuola e fabbrica, scuola e società. La scuola non ha solo problemi relativi alla sua funzionalità; essa ha pure il problema — che riteniamo il più importante — della formazione di quadri per la produzione sociale di nuova cultura.

Prendiamo un momento in considerazione le forze produttive della nostra fabbrica: ci sono operai, tecni, ingegneri. Chiediamoci: l'ingegnere che interpretazione ha dell'operaio non solo come forza produttiva, ma come uomo nel suo complesso, uomo cioè che vive in un certo modo, che ha dei diritti, una famiglia, che agisce per cambiare il mondo, che lotta per il miglioramento della sua esistenza? E che interpretazione ha del padrone, della potenza finanziaria che questi si è costituita e in che modo si è costituita, della sua forza politica, dei suoi rapporti con le forze dello Stato, che è il suo Stato; della classe cui appartiene? E quale valore attribuisce al suo patrimonio culturale? Un valore puramente strumentale al servizio di una società precostituita, con la sua classe dirigente padronale ritenuta immutabile ed eterna, o piuttosto un valore che gli conferisce la funzione di scoprire ed indicare tutte le vie possibili che portano a profondi cambiamenti nella vita della società verso forme di organizzazione sociale sempre più adatte allo sviluppo dell'uomo; una cuitura, insomma, che non s'arresti ai valori della società padronale, capitalistica, ma li neghi superandoli?

E' proprio sotto l'impulso dettato dal bisogno di acquisire una coscienza culturalmente critica che si è prodotto l'impetuoso movimento studentesco dal quale è appunto emerso un giudizio negativo sulla politica della scuola condotta finora da tutti i governi che si sono succeduti dalla Liberazione in poi.

« Non vogliamo essere ridotti a strumenti ideologici e tecnici di questa società! »: così dicono gli studenti. Osserviamo anche come dal punto di vista amministrativo l'Università presenti lacune piuttosto gravi che l'assimilano ad una organizzazione feudale.

I docenti godono di tutti i privilegi, cioè di tenere tre o quattro lezioni all'anno, di decidere le materie dei corsi, i tempi degli esami, i metodi dell'insegnamento; di bocciare in modo indiscriminato ed assurdo, di basare il loro giudizio su schemi astratti, di creare o distruggere

carriere, speranze, intelligenze; di costringere i giovani assistenti a fungere da autisti, segretari, con la promessa di assicurare loro una carriera.

Per contro gli studenti si trovano ín queste condizioni: devono vivere in aule affollate e troppo piccole, studiare ciò che viene loro imposto, non dispongono di attrezzature e laboratori efficienti; vengono esaminati in pochi minuti — per scarsezza di docenti e per affollamento — insufficienti per un giudizio obbiettivo; non possono modificare il piano di studi che presentano al primo anno, dopo l'approvazione del senato accademico.

Per gli studenti lavoratori è sempre più difficile prendere la laurea nelle facoltà di lettere, filosofia, scienze politiche, magistero, lingue; e quasi impossi-

Le materie del piano di studi non sono oggi diverse di quelle del 1918, come se scienza e cultura in Italia non si fossero mosse durante tutto quest'arco di tempo. Inoltre, per citare le parole di alcuni studenti delle facoltà umanistiche « ... le materie sono svolte attraverso una serie di lezioni tenute da un solo docente a centinaia di studenti che non hanno alcuna possibilità di scelta sull'argomento né di influenza sullo sviluppo del lavoro ... ». La cultura viene perciò « impartita » ed è staccata dalla realtà contemporanea.

Se è vero che il movimento studentesco presenta, per una sua dialettica interiore, anche posizioni contradditorie, è però anche certo che esso cerca nel suo insieme una soluzione progressista per una Università

mento studentesco per una Università nuova ha portato all'occupazione dell'istituto e alla realizzazione dello svolgimento degli studi secondo le forme previste dal loro programma rivendicativo. Nobili figure di docenti hanno condiviso questa lotta e partecipano con gli studenti alla formazione e direzione culturale dei nuovi corsi.

Noi lavoratori dobbiamo dare dunque tutto il nostro appoggio a questo grande movimento di giovani, futuri intellettuali d'Italia. Il loro avvenire è il nostro perchè vogliamo che nella fabbrica entri un tipo di intellettuale nuovo, un uomo che capisca fino in fondo perchè lottiamo, perchè vogliamo un mondo nuovo, e con noi partecipi alla sua realizzazione.

bile nelle facoltà di medicina, fisica, matematica, ingegneria, architettura, chimica biologia.

Le tasse sono altissime e il cosidetto pre salario — che dovrebbe assolvere alla copertura di parte delle spese contratte durante l'anno — è concesso solo a chi ottiene una media elevata di voti. Ma siccome questa non è solamente funzione di uno studio intenso bensì anche — e ciò è decisivo — del tempo disponibile per l'assidua frequenza presso la facoltà, le biblioteche, i corsi, il pre-salario finisce nelle tasche dei cosiddetti « figli di papà », che hanno appunto tempo disponibile e utilizzato per la spesa della benzina.

Sul piano culturale le cose si presentano con non meno gravità; anzi è proprio questo aspetto che più ha contribuito all'impetuoso movimento studentesco.

« diversa ». Ed è per questa ragione che la stampa borghese avversa profondamente questo movimento rinnovatore, I padroni vogliono che l'Università rimanga come per l'innanzi, legata culturalmente ai loro interessi di classe dirigente; vogliono l'Università che non produca uomini critici, che non mettano cioè in discussione il loro sistema economico e politico: vogliono degli intellettuali strumentalizzati. Perchè i padroni sono coscienti del fatto che qualora si determinasse una forza di intellettuali « nuovi » la loro fine come classe dirigente sarebbe definitivamente segnata, perchè si avrebbe una tale maturazione politica della società italiana che porterebbe celermente al sovvertimento dei valori invecchiati della loro classe.

La lotta ingaggiata dal movi-

VIETNAM

Un piccolo popolo che lotta per la libertà con il sostegno delle forze di pace di tutto il mondo è più forte dell'imperialismo e della guerra.

Gli oppressi possono vincere.

Dal manifesto del PCI sulla iniziativa di Hanoi

Dopo alcuni anni d'impegno profondo nel Partito Socialista Italiano, impegno che non è venuto meno neppure dopo la grave scelta del partito di entrare a far parte del Governo, desidero comunicare ai compagni della sezione la mia decisione di uscire dal Partito.

Le motivazioni sono molte e m'importa solo enucleare le principali.

Le defezioni dal P.S.U. vengono sempre considerate inopportune dal momento che esso permette la formazione delle correnti.

Tale spazio formale lasciato nel Partito rischia di adescare molti. Tanti anni d'impegno politico da parte mia, ad esempio, trovavano una giustificazione solo nella misura in cui il partito lasciava intravedere delle possibilità teoriche ed operative, di fatto invece inesistenti.

E' quasi superfluo esaminare i gravi episodi che hanno accompagnato il governo del centrosinistra: SIFAR, Luglio '64, repressioni poliziesche contro la lotta degli studenti e degli operai, politica dei redditi, blocco dei salari e, ultima, scandalosa riforma delle pensioni a svantaggio della classe operaia.

Di fronte a tutto quanto avviene in Italia, si comprende anche il perchè di fondo dell'alleanza con l'imperialismo USA.

A questo punto la scelta è tra socialdemocrazia e socialismo.

Contro il capitalismo, contro l'imperialismo, contro lo sfruttamento e l'aggressione dei popoli, contro le repressioni poliziesche, con la classe operaia italiana, con i Vietnamiti, con i po-

(seguito dalla prima) ganizzazioni sindacali della sua realizzazione. E sappiamo quanto sia stato faticoso da parte della CGIL ottenere da UIL e CISL un migliore pronunciamento dei loro obbiettivi rivendicativi e un discorso unitario attorno agli obbiettivi comuni; rimanere al tavolo delle trattative per scongiurare agganciamenti pericolosi soprattutto quando era ormai evidente l'irrigidimento padronale già nella fase iniziale delle trattative, e ciò per creare le condizioni di un pronunciamento comune per la battaglia unitaria dei tre giorni.

Il senso unitario della CGIL, che ha permesso l'azione dei lavoratori sì tanto magnificamen-

Il compagno DE MORI

si dimette dal PSU

Consigliere comunale di Bressso

Del direttivo NAS Pirelli

Già membro di commissione interna

Del comitato direttivo sezione aziendale del SILG

poli di tutto il mondo che lottano contro l'imperialismo, con gli studenti; io, oggi, uscendo dal PSU, abbandono la socialdemocrazia in nome del socialismo. Il momento non è emotivo, ma politico.

Il PSU si prepara a chiedere fiducia ai lavoratori italiani, in vista delle elezioni, ed è giusto che chi, come me, partecipa personalmente dei diritti materiali e politici degli operai, dica un NO deciso.

Non c'è spazio nel PSU: ogni dissenso, ogni corrente, serve solo come abile copertura di sinistra.

Cari compagni di sezione, voi sapete quanto io mi sia battuto per portare tutta la sezione su posizioni socialiste, credendo che si potesse attraverso le sezioni, influenzare l'esito dei congressi e quindi anche la linea politica generale del partito.

E invece il partito ha già scelto e non si lascia influenzare da nessuno.

Incapace di sostenere, al go-

te iniziata, ha avuto però l'apporto di una sensibile preoccupazione dei legami unitari che sul piano pratico ha portato a un distacco dalle masse nel momento in cui — precisamente dopo lo sciopero — esse sentivano il bisogno di essere orientate sulla successiva ripresa delle trattative. Riteniamo che una iniziativa individuale in quel momento — durante il quale CISL e UIL volevano concludere ad ogni costo — poteva innanzitutto rendere coscienti i lavoratori circa l'atteggiamento dei rispettivi sindacati, e, probabilmente, determinare un aumento del loro potenziale di lotta con la conseguente prospettiva di una nuova azione.

Della consulta prov. della pace i irettivo Nazionale Sindacato SILG

Dirett. Sez. PSU Bresso

Gruppo unitario Milanese pace Vietnam

verno, una coerente battaglia per la sua linea politica, se pure malvolentieri, esso si presta a coprire a sinistra addirittura il malgoverno del capitalismo italiano. La sua funzione, dunque si è ridotta a quella di mistificare la politica padronale con il travestimento dell'amico dei lavoratori.

In cambio di ciò, al PSU non resta che condurre una sola battaglia politica: contrattare le posizioni di potere e, dunque, prima o poi, chi porta questioni di principio e ostacola i piani di spartizioni delle torte viene emarginato (si parlava di non presentare Lombardi alle elezioni! Per ora, forse è sembrato pericoloso dati i consensi e la fiducia suscitati dal leader socialista: ma è questione di tempo!).

Chi condivide l'analisi dei diritti della classe operaia in Italia e nel mondo, non può restare nel partito filo-capitalista e filoimperialista!

Non è una scelta facile uscire da un'organizzazione.

I risultati positivi raggiunti ci hanno aperto nuovi problemi rivendicativi come il premio di produzione, i cottimi, ecc. Va ricordato che queste due voci contrattuali vennero modificate come istituti e come valore retributivo da un atto di forza padronale nel periodo coincidente con quello congiunturale, in violazione degli accordi sottoscritti.

La perdita di salario che si ebbe, e che tutt'ora permane, permise a Pirelli di affrontare il contratto congiunturale coprendone con largo margine le spese.

Ora è bene proporci di ristabilire nella loro pienezza questi istituti e di migliorarli qualitativamente. Tenendo conto dell'incessante aumento del costo

II rischio è di restare troppo scontenti o isolati.

lo ritengo però che quanti hanno fiducia nella lotta della classe operaia non saranno mai isolati.

lo non intendo entrare in nessun partito per il momento. Ciò che m'interessa di più è restare accanto a chi conduce le linee teoriche e le azioni per la difesa reale dei diritti della classe operaia.

Questo anche perchè non intendo incorrere in accuse facili di voler fare meschine propagande elettorali.

Quando riterrò opportuno agganciare il mio impegno ad una organizzazione, lo farò in seguito ad una accurata valutazione della serietà degli intenti di quel partito.

Per ora voglio solo dire ai compagni che ciò che conta è la linea politica, non il Partito, e che val la pena di dire NO al partito se esso tradisce la sua linea politica.

Ho reputato doveroso scrivere questa lettera di dimissioni per due ordini di motivi: uno politico ed uno morale.

Per dovere politico, verso quanti hanno ancora fiducia nel partito; per dovere morale verso coloro che guardano all'operato dei militanti prima di fare una scelta responsabile: per dire agli uni, che bisogna avere il coraggio di denunciare la illusorietà e la falsità di certe soluzioni; per dire agli altri di scegliere in seguito ad un'analisi critica in modo da non cadere nel disfattismo o nel qualunquismo.

W il socialismo!

(Raffaello De Mori)

della vita, non è esagerato affermare che la conquista di un nuovo premio di produzione e il ristabilimento del rapporto cottimo - contingenza diventino un'impellente esigenza.

Dobbiamo sin d'ora iniziare un discorso coi lavoratori per stimolarne l'interesse e la vivacità ideale attorno a questi problemi, per contribuire con loro, negli organismi tradizionali di classe, alla formazione di questa nuova piattaforma salariale. Dobbiamo riuscire ad ottenere con lo spirito unitario che ci è proprio, il più largo acconsentimento in prospettiva di prossime lotte per le quali la CGIL non mancherà di chiamare i lavoratori.

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Una nuova previdenza appositamente studiata dall'I.N.A. per i lavoratori e le loro famiglie

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CAPITALE a scadenza

CAPITALE in caso di premorienza;

CAPITALE aggiuntivo in caso di morte per infortunio;

ESONERO dal pagamento dei premi in caso di invalidità permanente;

GARANZIA assicurativa anche in caso di sospensione del pagamento dei premi;

INDENNIZZO in caso di premorienza del coniuge;

PREMIO DI NATALITA' in caso di nascita di un figlio almeno terzogenito.

La fabbrica

IL CA 00 SA INVECE DI UN SISTEMA géP NITARIO NAZIONALE

Le attività ambulatoriali sono collegate ai comuni, per gli iscritti agli elenchi dei poveri, oppure alle mutue, oppure agli ambulatori privati.

le cure domiciliari sono prestate da medici convenzionati che non sono ne statali ne liberi professionisti.

I ricoveri ospedalieri dipendono Enti assicurativi.

4.- I servizi sanitari di fabbrica dipendono quasi sempre dai padroni.

4.- La tubercolosi dipende dall'INPS.

4.- Gli infortuni sul lavoro dall'INAIL.

Il pronto soccorso ed il trasporlo dei malati è affidato alla Croce Rossa.

la prevenzione ambientale (quando esiste) è affidata allo Stato, oppure ai Comuni.

dalle Opere Pie e dagli

111— Likemilbaw

Periodico di attualità polilica a cura della sezione del P. C. I. L. Temolo (Pirelli)

CONQUISTIAMO LOTTANDO

PIU' POTERE NELLA FABBRICA

I lavoratori dei reparti 8661. 8691. 32 hanno già effettuato uno sciopero il 25 luglio

Con l'accrescere sempre costante dell'aumento del costo della vita, la rivendicazione salariale acquista un particolare valore verso le esigenze della vita familiare, ma anche verso il forte incremento del rendimento del lavoro.

Esigiamo un Governo che esprima iÌ voto del 19 Maggio!

Il PCI durante l'ultima legislatura e durante la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento, si è posto l'impegno di portare avanti la lotta dei lavoratori e del popolo italiano, per la pace nel mondo, contro l'imperialismo americano. Ha chiesto la partecipazione del popolo italiano al voto del 19 maggio per sconfiggere la DC e il governo di centro-sinistra. Gli elettori hanno risposto con sensibilità, dando una grande vittoria e molta fiducia al PCI.

Il centro-sinistra è uscito sconfitto: in modo netto il PSU, che ha dovuto pagare molto caramente la politica socialdemocratica di subordinazione alla DC e di divisione della classe operaia e delle forze politiche di sinistra. Non possiamo non sottolineare allo stesso tempo, gli equivoci profondi e pericolosi che permangono nell'atteggiamento assunto dalla maggioranza della direzione del PSU.

Il fatto è che il problema vero, uscito dalle elezioni del 19 maggio, non è quello della conservazione, magari in frigorifero, del centro-sinistra, ma quello della sua liquidazione: prima si fa, tanto meglio è. La carne avariata non si rigenera mettendola a congelare; al massimo se ne rallenta il processo di imputridimento, ma non lo si arresta.

Oggi gli operai sono mantenuti nelle fabbriche in condizioni deprecabili sotto tuta i punti ci vista, vincolati dall'organizzazione produttiva del padronato che li riduce ad essere solo un numero, come accessori alla produzione, sopraffacendoli in tutti quei rapporti di libertà e di diritto che devono essere del lavoratore. Tagli delle tabelle di produzione, richiami di capi reparto ed altri fatti repressivi a conoscenza dei lavoratori, ci fanno notare sempre più la condizione di insopportabilità cui è soggetto il lavoratore per potersi guadagnare il suo magro sa-

lario.

Questa situazione si riscontra maggiormente in quei campi produttivi, affermati come fondamentali, destinati ad espandersi e ad accentuare la loro caratteristica di settori che trascinano e condizionano l'economia nazionale.

In questi campi produttivi si nota sempre più che il frutto dei lavoratori accresce i profitti padronati e il loro potere.

Arrivati a questo incedere dei fatti e necessario che i lavoratori capiscano la necessità che bisogna modificare profondamente le attuali condizioni di vita e di lavoro, sollecitando quelle lotte politiche che portano a profonde rdo/ine come ad esempio quella pensionistica, la legge sullo Statuto dei lavoratori, la riduzione dea li orari di lavoro, la gestione democratica degli enti previdenziali, la riduzione delle imposte

sui salari, ecc.

E' necessario comprendere, e sia ben chiaro, che le misure legislative non sono il solo aspetto dell'azione necessaria per modificare la condizione operaia ma esse si legano di fatto alle lotte rivendicative condotte con autonomia dai sindacati.

Il malcontento che regna nelle fabbriche della gomma dà un aspetto delle condizioni sopra dette e dimostra che gli operai capiscono che solo con lo sciopero, la lotta aperta e giusta contro il padrone, possono conquistare i loro diritti.

L'esempio di questo malcontento è sfociato già nelle lotte di giovedì 25 luglio, portalo avanti dai reparti 8661 (Vulcanizzazione), 8691 (Cinturato) e dal reparto 32 (Cavi).

Gli operai di questi reparti si sono mossi in questa direzione spinti dai loro ideali rivendicativi, uniti da quelle idee che si dimostrano comuni, uniche per risolvere le condizioni già gravi a cui essi sono costretti.

Solo la lotta unitaria e costante della massa dei lavoraori permette loro di conseguire quegli apprezzabili risultati che aumentano il loro potere politico ed economico all'interno delle fabbriche.

Nelle lotte sociali si dimostra chiaramente quello che i lavoratori desiderano: più salario, più tempo libero, normali condizioni di lavoro; queste necessità si dimostrano fondamentali e connaturali col sistema di vivere moderno.

E' necessario che il lavoratùre comprenda che spetta solo a lui di promuovere e condurre le lotte con fermezza e decisione, senza esclusione di colpi, cercando l'unità dei compagni per formare un'unica massa di lavoratori decisi a lottare per vincere.

Siano di esempio i lavoratori della tipografia che dopo 20 mesi di lotta non sono decisi a cedere nulla a Pirelli di quello che spetta loro di diritto, pensando di continuare fino alla vittoria.

I lavoratori della Pirelli di Settimo Torinese in sciopero hanno volu o portare ai lavoratori della Bicocca un po' della loro lotta con una for e delegazione alla portineria di Viale Sarca.

Bisogna capire che le cose non si mettono a posto per successione naturale degli eventi e che non si può sempre essere sottomessi e subire: quindi solo la lotta dei lavoratori può portare al risultato tanto agognato.

e
Luglio1968
Anno II

PAA21cA VOa I TUTTI

Le contraddizioni di Pirelli I «beatles» alla mensa

in materia antinfortunistica si

risolvono contro la salute dei lavoratori

In apparenza pare piuttosto strano il comportamento della Direzione della Pirelli in materia antinfortunistica. Da un lato essa ha predisposto uffici interessati allo studio dei problemi antinfortunistici e uffici con il compito di progettare e far realizzare tutti quegli accorgimenti meccanici ed elettrici che dovrebbero servire allo scopo di salvaguardare la sicurezza fisica degli operai. Nello stesso tempo però non ha ancora disposto che nel rilevamento dei tempi di cottimo, si tenga conto anche dei tempi relativi allo sforzo fisico cui sono soggetti gli operai nella manovra degli accorgimenti protettivi. Ne risulta che gli operai, per tener dietro al ritmo previsto, quando possono ne evitano l'utilizzazione.

Dev'essere tenuto presente anche il fatto che tale comportamento degli operai tende ad accentuarsi perché ogni protezione antinfortunistica, per q u a n t o studiata a dovere, insiste come elemento di disturbo durante lo svolgimento del lavoro, soprattutto quando essa dev'essere manovrata (per esempio alzata e abba-sata a mano) molte volte al giorno.

Che vale dunque disporre lo studio e la realizzazione dei mezzi di difesa per la sicurezza fisica dei lavoratori se poi questi non vengono messi nelle condizioni di poterli utilizzare dovutamente?

Non c'è omogeneità di comportamento nella Direzione e questa rottura di continuità fra iniziative prese in sede antinfortunistica e quelle attuate sul piano del rilevamento dei tempi, ci riconferma che tutto quanto viene predisposto per lo studio e la realizzazione dei mezzi di sicurezza per assicurare la salute dei coscienza coerente coi principi dell'igiene del lavoro, ma piuttosto un obbligo imposto sia dalla legge che dai rappresentanti dei lavoratori.

Nell'essenza il comportamento della Direzione coincide con la politica dello sfruttamento intensivo: si dice che la protezione dev'essere utilizzata però si chiudono gli occhi ben sapendo che gli operai, per rispettare la tabella di cottimo, la escludono non appena lo possono fare, naturalmente col pericolo del peggio nel qual caso di fronte alla legge essa può sempre dire che la protezione c'è e la colpa è di chi non ne fa uso.

INCHIESTA DEL P. C. 1. SULLA CONDIZIONE OPERAIA ALLA PIRELLI

La condizione di lavoro alla Pirelli continua ad essere sempre più pesante, i ritmi di lavoro sono insopportabili, la salute e la sicurezza sempre più minacciate dalle condizioni dell'ambiente.

Tutto ciò è voluto da Pirelli per i suoi profitti, ed ottenuto nonostante la diminuzione dell'occupazione, mentre i lavoratori hanno ottenuto poche lire in seguito alla firma del contratto conquistato con la lotta.

Vi è attualmente la profonda necessità della lotta per migliorare le condizioni di lavoro.

Da una inchiesta condotta dal nostro partito in occasione del convegno di Genova è risultato quanto segue:

Rep. 9152 —

Si verificano casi di interruzione di maternità dovute a cause imprecisate.

Rep. 32 —

Si registrano casi di malattie come cardiopatie, artrosi, reumatismi e casi di t.b.c. per eccessiva umidità.

Rep. 9122. —

Le condizioni di lavoro sono peggiorate del 20%; il capannone di lamiera comporta un salto di temperatura in estate di oltre 35 gradi, mentre in inverno 6 gradi sotto zero. Gli operai dovendosi spostare frequentemente dal reparto al capannone, subiscono sbalzi di temperatura che comportano assenze per malattie che incidono del 25%.

Rep. 8631 —

I lavoratori lamentano il diritto di conoscere i prodotti di impasto (segnati con teschio e nomi convenzionali che niente hanno a che vedere con il contenuto nocivo degli ingredienti) per avere la possibilità di rivendicare misure di difesa.

In questo reparto i lavoratori,

Il lettore non si lasci trarre in formaggi, piatti, ecc... Ci si dirà inganno, non è che la tradizio- che la disinfezione avviene pene napoletana di cenare in loca- riodicamente. E' quel « periodili dove complessini allietano la camente » che ci lascia perplesdigestione sia stata copiata alle si: se il periodo tra una disinfemense Pirelli. No! E' qualcosa di zione e l'altra è troppo lungo, lo disgustoso che niente ha da si accorci, se dopo tutto è ancospartire con le sette note. Inten- ra insufficiente, si studino altre diamo far conoscere e denuncia- possibilità, l'importante ci semre quello che è risaputo solo da bra è far finire questa porcheria. chi vive e lavora nei locali adi- Scarafaggi (traduzione da beabiti a mensa ed a magazzeno ali- tles) ve ne saranno ancora, ma mentare, cioè del fatto che trop- saranno ben individuati dallo pi « beatles » (si parla di decine spolverino bianco che li contraddi migliaia) albergano, vivono ed distingue da quelli che ci inteingrassano (muoiono solo nelle ressano e che sono risaputamenpadelle di cottura), fra insalate, te neri.

DUE MILIARDI per potenziare la stampa comunista

Sostenete e potenziate la stampa comunista che è la voce dei lavoratori per una società socialista.

« Quel soldino buttato là distrattamente nella mano dello strillone, è un proiettile consegnato al giornale borghese, che lo scaglierà poi al momento opportuno contro la massa operaia. Se gli operai si persuades-

costretti per il nero fumo a sorbirsi delle mezz'ore di doccia tutti i giorni, sottopongono la loro salute ai gravi pericoli dell'artrite e del reumatismo.

Il ritmo di lavoro è stato triplicato comportando l'aumento della tensione psico-fisica ed esaurimenti nervosi conseguenti.

Rep. 5736 —

Qui vi è la carenza di servizi igienici, mensa, spogliatoi.

Ecco dunque alcuni esempi della condizione operaia alla Pirelli e come si sono potuti aumentare i profitti esclusivamente sulla pelle dei lavoratori.

E' ora di dire basta a tutto ciò.

Un altro problema è quello degli orari di lavoro e dei turni: si pone il sabato libero a parità di salario, che in parte è già stato ottenuto dal contratto, ma vi è la necessità di ridurre ulteriormente ottenendo con l'azione 40 ore pagate 48.

La ditta impone il lavoro di sabato, anche se di conguaglio.

Dunque vi sono i principi rivendicativi e le necessità della lotta per risolvere dovutamente questi problemi della condizione operaia.

A tale proposito è bene chiarire il concetto dell'unità sinda-

sero di questa elementarissima verità imparerebbero a boicottare la stampa borghese con quella stessa compattezza e disciplina con cui la borghesia boicotta i giornali degli operai ».

cale. Non vi è unità tra i sindacati se non vi è volontà di lotta dei lavoratori. Tale unità si realizza nella lotta e non può essere ricercata solo ai vertici!

Alla Pirelli alcuni reparti sono già in agitazione da tempo, come la tipografia, il 32, 35, 8661, 8691, 8662. Anche alla SAPSA e all'azienda di Cinisello sono stati effettuati scioperi spontanei ed ora è stato proclamato uno sciopero unitario.

Ma è necessario che il movimento di lotta si allarghi, per concretizzarsi in un'azione a vasto raggio in tutta la fabbrica.

La lotta rivendicativa sindacale per quanto sia importante e necessaria dev'essere potenziata dalla lotta politica ed il PCI, come aveva promesso, ha già proposto al Parlamento la legge sulle pensioni. sullo Statuto e sulla salute dei lavoratori, ed altre intende presentarne come per esempio quella sulle 40 ore e sul collocamento.

Ma oltre all'azione intrapresa dal PCI in Parlamento sarà la battaglia dei lavoratori che determinerà l'approvazione e la conquista di tali leggi, le quali modificheranno la condizione operaia nella fabbrica e sul piano nazionale.

2

NO AL GOVERNO LEONE!

I LAVORATORI NON POSSONO ATTENDERE

Le ragioni della nostra opposizione al governo Leone, definito governo d'attesa o governo ponte, sono note.

Troppi sono i problemi esistenti nel nostro Paese lasciati insoluti dal centro-sinistra, perché la classe lavoratrice possa permettersi il lusso, dopo il voto de/ 19 maggio, di attendere ancona. Ci limitiamo ad elencare i più „significativi: il problema della libertà, della condizione operaia (statuto dei lavoratori) quello della previdenza, della sicurezza dei lavoratori (prima di tutto -una nuova legge sulle pensioni che aumenti almeno fino a 30 mila lire il minimo mensile e istituisca la scala mobile); il proble-

ma dell'agricoltura, che con gli accordi del M.E.C., sta attraversando oggi una grave crisi (vedi la distruzione di tonnellate di prodotti agricoli); la riforma della scuola, come hanno indicato le lotte degli studenti, rivendicando la fine della scuola di classe, per sottrarre la formazione culturale delle giovani generazioni, agli interessi e alla egemonia della classe dirigente capitalista; di una politica estera di pace che condanni l'aggressione americana nel Vietnam, chieda la fine dei bombardamenti e riconosca oltre al governo di Hanoi, il governo della Corea del Nord, la Cina popolare e la Rep. Dem. Tedesca, che non rinnovi il

I comunisti mantengono í loro ím

e ni

LE PROPOSTE DI LEGGE DEL P. C. I.

•Minimo mensile di L. 30.000 per i pensionati di tutte le categorie di lavoratori dipendenti e autonomi.

Per donne e uomini pensioni pari all'80% del salario.

*Aumenti graduati delle pensioni in atto.

Adeguamento automatico di tutte le pensioni all'aumento del costo della vita e dei salari.

Ripristino della pensione di anzianità e del diritto alla pen- a sione anche quando si continua a lavorare.

Gestione democratica dei fondi e degli Istituti previdenze ziali.

STATUTO DEI LAVORATORI

ai PER LA LIBERTÀ NELLA FABBRICA.

1. .1 a

*Abolizione dei regolamen- fiducia del padrone za o ia ti di fabbrica in contrasto

•Possibilità di attività sin- : m con la Costituzione Repub- datale, politica e di riunio- m ze a blicana ne nella fabbrica fuori deln

• Abolizione dello spoglio l'orario di lavoro o zzi personale del lavoratore *Impossibilità dei declassa-

m

• Abolizione del medico di menti per rappresaglia

• ze ai PER LA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO. a

ao n

*Prevenzione delle malattie Antinfortunistici a a ed infortuni

• Ricerca Scientifica applica. mi

*Estensione rete ambulatori ta alla tutela della salute

patto atlantico, che liberi l'Italia dzlle basi militari della Nato. La riforma della legge di pubblica sicurezza e il problema del SIFAR.

Il PCI ha già presentato una serie di proposte di legge per dare soluzioni positive a questi ed altri importanti problemi.

Il 19 maggio l'elettorato ha condannato con il voto la politica del centro-sinistra.

Perché allora attendere la soluzione dei problemi da questo governo ponte o d'attesa?

Forse perché in settembre o in ottobre la DC spera che si saranno chiariti i problemi interni del PSU, delle sue cinque correnti? Ma il Paese non può attendere — e non vuole, l'ha detto con il voto — una nuova edizione del centro-sinistra. La crisi di vendite del mercato interno pone con urgenza dei radicali provvedimenti se non vogliamo che l'Italia sia nuovamente trascinata in una situazione econo-

mica disastrosa: occorre dare avvio alle indicazioni da tempo date dal nostro partito che sono l'aumento della capacità d'acquisto dei lavoratori attraverso l'aumento delle retribuzioni.

Ecco che il PCI, cosciente dell'urgenza dei problemi che attendono, dell'ampiezza delle lotte che si prospettano, indica nel grande schieramento di sinistra, la necessità e la possibilità di rafforzare la collaborazione unitaria la quale partendo principalmente dalia fabbrica investa tutto il Paese. Di qui l'importanza di dar vita e sviluppo a lotte unitarie nelle aziende, nelle scuole, nel Paese.

E' in, questa direzione che devono operare subito tutte le forze di sinistra laiche e cattoliche alle quali sta veramente a cuore la soluzione del problema dei lavoratori e veramente desiderano cambiare le cose sul piano nazionale così come ha indicato il voto del 19 maggio.

P r u, F ORTE IL P.C.I. NELLA FABBRICA PER UN MAGGIOR IMPEGNO POLITICO!

un grande complesso come la Pirelli, vi sono molti operai comunisti e la maggior parte delle maestranze li conosce e li apprezza per il loro coraggio e la loro tenacia. Essere comunisti, e soprattutto comportarsi da comunisti in fabbrica è una cosa che, oggi come ieri, dà molto, molto fastidio ai padroni. La funzione che riteniamo si debba svolgere è appunto quella di superare i limiti imposti ai singoli militanti operai e far sì che la nostra voce di comunisti venga sentita da tutti gli operai della fabbrica: fare entrare cioè il partito comunista nella fabbrica organizzando attorno ad esso la parte più cosciente e decisa degli operai.

Potrebbe essere fatta un'osservazione e cioè: perchè il partito quando abbiamo già il sindacato che ci difende?

La risposta richiede un chiarimento. Innanzi tutto il sindacato ha come obiettivo principale quello della difesa e del miglioramento delle condizioni di lavoro e della retribuzione dell'operaio e in molti casi non è in grado di difendere l'operaio dal tentativo quotidiano del padrone di peggiorare sia il ritmo di lavoro sia la retribuzione relativa.

In ogni fabbrica, specie se è ma si batte per l'abolizione dello sfruttamento, si batte per il socialismo.

Gli anni '60 hanno visto in Italia e nel mondo una generale riscossa della classe operaia e delle masse sfruttate. Dall'esplosione italiana del luglio 1960, alla grande esplosione degli operai e degli studenti in Francia durante il « maggio rosso » di quest'anno, è stato tutto un susseguirsi di lotte di massa al cui centro spicca la stupenda lotta di popolo dei combattenti rivoluzionari vietnamiti. La classe operaia italiana è stata all'avanguardia in Europa per l'alta combattività ed efficacia delle sue lotte. I risultati elettorali confermano che il partito comunista e le altre forze della sinistra unita, aumentano la loro influenza fra tutti gli strati dei lavoratori e soprattutto tra i giovani.

Deve essere però chiaro che per noi comunisti i risultati elettorali, anche i migliori, non sono un punto di arrivo, ma una verifica della nostra forza, da cui proseguire con slancio rinnovato nella costruzione di una alternativa al potere capitalistico.

iii

• dei lavoratori

m n

*Presenza dei lavoratori ne-

•Servizio Sanitario Nazio-

• gli Enti Mutualistici ed a o a

--MENIIIIMIIIIIIMMIIIIIIIIII1■■MIIIINIIIIII111111111111111111111111

Inoltre il sindacato è impotente di fronte allo sfruttamento supplementare che avviene fuori dalla fabbrica: aumento del costo della vita, problema dei pendolari, scuola classista, ecc. Il partito comunista non si limita alla lotta contro lo sfruttamento,

Il rilancio dell'obbiettivo e del rafforzamento del partito in fabbrica deve essere una ulteriore risposta. Per una lotta che non può avere surrogati altrove, è dalla fabbrica che deve partire, perchè è nella fabbrica che nasce il potere del capitale sulla società ed è soprattutto nell'i fabbrica che lo si combatte e lo si può rovesciare.

Or • • PENSIONI ADEGUATE.
3
naie ••

Basta con la politica

della "comprensione „

Il voto del 19 maggio, agli effetti del giudizio che il corpo elettorale ha espresso relativamente alla politica estera del governo di centro-sinistra, ha confermato l'indirizzo di nuovi strati di cittadini italiani verso la forma di politica estera indicato dalle forze della sinistra unita. Esso però ha pure riconfermato una dimensione ragguardevole di cittadini, di lavoratori, i quali, dando nuovamente fiducia alla DC, al suo atteggiamento di « comprensione » per la guerra imperialista americana, hanno dimostrato di non avere capito il problema della pace e della salvaguardia dell'indipendenza dei popoli, il loro diritto all'autodecisione e della non interferenza nei loro rapporti interni, nonostante che tale problema abbia già conquistato uomini appartenenti a classi diverse e a settori politici contrapposti.

E' doloroso dirlo, ma in forza della ragione, va detto che chi non comprende il bisogno degli altri popoli ad essere liberi ed indipendenti, non comprende neppure il bisogno di libertà del popolo cui appartiene. Il problema del mantenimento della pace nel rispetto della sovranità dei popoli è il più grande dei problemi attuali la cui soluzione spetta a noi lavoratori di attuarla.

Guardiamo alla guerra nel Vietnam: che cosa vuole questo piccolo popolo che si batte sul proprio territorio così accanitamente da destare l'ammirazione dell'umanità progressiva? Rivendica forse una parte di territorio degli Stati Uniti, la limitazione della libertà dei loro cittadini, il cambiamento politico del loro ordinamento interno?

NO! Pretende il popolo vietnamita di essere libero nel proprio Paese. di essere lasciato al suo lavoro e agli ordinamenti che meglio si aggrada di darsi, vuole vivere secondo le proprie scelte. Esso non accetta interferenze di alcuno.

Non può un lavoratore, qualunque possa essere la sua fede politica democratica, non intendere questo santo diritto! Non possono la simpatia, la stima, la fiducia che sentiamo di avere per movimenti politici o partiti, offuscare il nostro giudizio in merito al diritto del popolo vietnamita ad essere ciò che vuole essere entro i propri confini geografici?

Guai all'umanità se dovesse passare la politica americana nel Vietnam! Sarebbe come affermare nel diritto internazionale dei popoli che la ragione è sempre del più forte e che se il più forte è un brigante, il diritto è brigantaggio!

Dev'essere ben chiaro nella nostra mente il principio che il diritto alla vita e della partecipazione allo sviluppo della civiltà umana del popolo americano è, in valore giuridico, equivalente allo stesso diritto del popolo vietnamita. Non ci possono essere due pesi e due misure in questo campo ed è assurdo che la politica americana insista nel volerli creare. La politica estera americana è profondamente errata perché risponde ad interessi imperialistici cioè di dominio sugli altri popoli e già negli stessi USA si accrescono i movimenti di opposizione che vedono una grande partecipazione di masse di cittadini bianchi e negri. Ciò conferma la giustezza dei principi che noi andiamo sostenendo.

La « comprensione » democristiana per questa politica è perciò acconsentimento alla violazione del diritto dei popoli, e i lavoratori che col voto del 19 maggio — dato in perfetta buona fede — hanno riconfermato a maggioranza relativa questa « comprensione », devono oggi compiere uno sforzo di verifica dei loro principi sulla base dei quali essi hanno tratto il giudizio circa la natura del voto stesso. Non possono essere, questi lavoratori, dalla parte di chi insiste

Hanno lasciato l'Italia le donne Vietnamite che facevano patte di una delegazione giunta da Hanoi su invito dell'Unione Donne Italiane. Associazioni politiche, organizza zioni laiche e cattoliche, autorità civili e masse popolari hanno tributato loro vivissima accoglienza.

EPIGRAMMI

LE ANIME MORTE

Giovanni Leone saggio amministra le anime morte del centro-sinistra.

LA PREGHIERA Padre Nenni che sei nei cieli e abile muovi correnti e mozioni vedi di ricordarti, se ti riesce, delle pensioni. Amen.

IL TRAPASSO Il centro-sinistra non domo ma vinto era un illustre infermo, adesso un caro estinto.

LE « TERZE FORZE » « Noi siamo la cerniera che unisce la protesta al "Corriere della sera" ».

PROVERBIO Nella nostra economia la salute senza soldi è una mezza malattia.

a volere a tutti i costi la politica del brigantaggio internazionale!

E noi siamo fiduciosi che essi, a verifica fatta, si schiereranno dalla parte di coloro che già da anni contribuiscono alla lotta per la libertà dei popoli, alla realizzazione della pace nel Vietnam nel rispetto del suo diritto all'autodecisione.

La Sezione del P. C. I.

TEMOLO (Pirelli) augura a tutti i lavoratori

BUONE FERIE

I.N.A. - ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI

GARANZIAPREVIDENZIALE "LAVORO s FAMIGLIA..

Una nuova previdenza appositamente studiata

CAPITALE a scadenza;

CAPITALE in caso di premorienza;

CAPITALE aggiuntivo in caso di morte per infortunio;

ESONERO dal pagamento dei premi in caso d'invalidità permanente;

Per informazioni rivolgersi: Agenzia Generale

dall' I. N. A. per i lavoratori e le loro famiglie

GARANZIA assicurativa anche in caso di sospensione del pagamento dei premi;

INDENNIZZO in caso di premorienza del coniuge;

PREMIO DI NATALITA in caso di nascita di un figlio almeno terzogenito.

4
I. N. A. - Piazza Diaz, 6 - Milano - Tel. 80.75.41

Hanno incominciato dall'insoddisfazione per il contratto nazionale. Hanno discusso fra di loro, con i sindacati; hanno riscoperto che si vive una volta sola e che non vale la pena di strozzarsi per fare il cottimo. Giorno per giorno hanno costruito con le lotte di reparto la unità sindacale. Adesso tutti gli operai...

La fabbricar"'

Periodico di attualità a cura della Sezione del P.C.I. « L. Temolo »

SIRIBELLI PIRELLI

La ribellione degli operai del gruppo della PIRELLI è nata e maturata nel clima insopportabile determinatosi nei reparti del grande monopolio. « C'è un limite a tutto » hanno detto alcuni operai ai nostri redattori che li intervistavano. « Le idee vecchie camminano con Pirelli » ha esclamato ironicamente un giovane operaio.

Già chi guarda le cose dall'alto del suo grattacielo non può vedere, non può capire i gravi problemi che assillano e spesso amareggiano la vita degli uomini che faticano nella grande fabbrica monopolistica.

La salute minacciata, la dignità offesa, i diritti più elementari calpestati, i salari insufficienti, le qualifiche che squalificano i lavoratori, sono questioni regolate secondo la logica del profitto. E più i profitti salgono, più esosa e pressante diventa l'aziono del padrone, più brutale diventa l'intervento dei « capi » e della polizia. Vi e però una chiara correlazione tra le condizioni di vita dei lavoratori del monopolio della gomma e la società in cui viviamo.

Altre lotte, come quelle effettuate dagli studenti che occupano gli atenei e dai braccianti che occupano le terre, rappresentano ia testimonianza della incapacità dell'attuale classe dirigente ad affrontare e risolvere le questioni di fondo che travagliano il Paese.

Ecco perchè nella fabbrica, nel Parlamento, nelle piazze, i comunisti si battono per un salario moderno, per la piena occupazione e, nello stesso tempo, si oppongono alla politica dei redditi, ai contenuti del decretone economico varato dal governo Leone.

La Sezione del PCI — Libero Temolo — ha ricordato a tutti i lavoratori in sciopero che mentre lottiamo in appoggio alle rivendicazioni scaturite dalle assemblee di fabbrica, ci battiamo contemporaneamente per realizzare, a livello nazionale, una vera riforma pensionistica e della sicurezza sociale, una riforma per la legge sul collocamento, per l'attuazione dello statuto dei diritti dei lavoratori e per una scuola aperta a tutti e non al servizio di una sola classe.

Nella fabbrica dunque e nella società noi rafforziamo l'azione unitaria, senza agitare falsi miti ed ergerci a giudici infallibili dell'autonomo movimento sindacale, strumento indispensabile per lottare con successo contro i padroni, per conquistare, con il contributo decisivo di elaborazione e di lotta dei lavoratori, nuovi traguardi economici e sociali.

Così operando riteniamo si possa meglio cogliere il nesso tra rivendicazioni a livello di fabbrica, soprattutto nel settore del monopolio della gomma, e la battaglia per una modificazione sostanziale delle strutture.

rottura lavora-

Nella lotta, come abbiamo visto, c'è spazio per tutti; lo diciamo chiaramente, noi siamo per l'autonomia dei vari movimenti, siamo per lo sviluppo della democrazia, ma contro ogni tendenza all'anarchia, e per ripetere le parole di un operaio: « vogliamo che sindacati e lavoratori uniti e non altri, gestiscano la lotta ».

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Astensione totale dal lavoro nello sciopero generale della Pirelli Bicocca anche dopo la delle trattative tra Pirelli e i sindacati. Nei prossimi giorni saranno chiamati alla lotta i tori di tutto il monopolio. (Nelle due foto i folti picchetti di lavoratori presidiano i cancelli di viale Sarca durante lo sciopero di 24 ore).

Sabato 19 alla «Sala Gramsci»

Assemblea provinciale dei lavoratori comunisti

Preceduta da numerose riunioni, convegni e dibattiti, si terrà sabato 19 alla Sala Gramsci di via Volturno in Federazione l'assemblea provinciale dei lavoratori comunisti. Ordine del giorno dell'assemblea: « L'iniziativa unitaria dei comunisti per cambiare con la lotta la condizione operaia nelle fabbriche e nel Paese ».

Alle ore 9 verrà effettuata l'elezione delle commissioni: grandi complessi, aziende a partecipazione statale, piccole e medie fabbriche. Alle 9,30 si riuniranno le commissioni. Alle 14,30 relazione introduttiva del compagno Sante Cappelletti della segreteria della Federazione, e discussione. Alle 18,30 conclusioni del compagno Ferdinando Di Giulio della Direzione del PCI.

IL P.C.I. PER UNA COMPLETA E GRATUITA ASSISTENZA

A FAVORE DI TUTTI I CITTADINI

No alla mutua del padrone

Alcuni miti sono caduti in questi giorni alla Pirelli-Bicocca; quello relativo alla difficoltà volta a realizzare l'unità sindacale e quello relativo all'impossibilità di portare i lavoratori allo sciopero.

Le due recenti giornate di lotta hanno spazzato via questi falsi giudizi, come lo dimostra la raggiunta ed ancora operante unità dei Sindacati dei lavoratori, concretatesi in un movimento che ha portato allo sciopero la totalità dei lavoratori della Pirelli.

Avvisaglie di tale volontà di lotta esistente nelle maestranze si erano rivelate durante le lunghe e snervanti trattative sulla trasformazione del servizio assistenza sanitaria, intercorse dal luglio al settembre 1968, conclusesi col rigetto delle proposte padronali, rigetto da essi voluto trascinando Cisl ed Uil sulle posizioni della Filcep-CGIL.

Tale unità è sorta fra i lavoratori per il malcontento che da anni essi nutrono nei confronti dei metodi spagnoleschi introdotti dal padrone, per il quale il SAS (Servizio Sanitario Aziendale) deve vivere come sempre è stato, impegnato cioè a portare avanti la tradizionale politica di intensificato sfruttamento delle loro forze fisiche.

Sotto una ben orchestrata campagna propagandistica magnificante inesistenti condizioni di miglior assistenza curativa erogata dal SAS, rispetto a quella data dall'INAM, i lavoratori hanno capito che si nasconde la pericolosa arma del controllo padronale della loro salute.

Infatti i lavoratori sono alla merce dei medici pagati da Pirelli, i quali decidono quando debbano essere licenziati, parche sfiancati nella salute dai massacranti ritmi imposti nei reparti.

Questa concezione della medicina degradata a livelli sempre più bassi; questa conduzione privati-

Sperai e studenti contro i mono oli

Un' alleanza che va dal raggiungimento di nuovi traguardi sindacali al rinnovamento della scuola

Anche alla Pirelli il problema del rapporto tra classe operaia e studenti è definitivamente uscito dal terreno delle ipotesi per entrare in quello più fecondo e stimolante delle esperienze. Come ovunque l'incontro tra gruppi e strati sociali così diversi: l'uno che vive dello sfruttamento, l'altro che vive tutto il disfacimento sociale e culturale della borghesia dal suo interno presenta difficoltà ma anche grandi prospettive.

Alla Pirelli l'incontro è ancora limitato al picchetto nei confronti degli impiegati ma una presenza personale di alcuni va approfondita.

stica e speculativa dell'assistenza di malattia, Pirelli ha potuto realizzarle escludendo dal SAS ogni rappresentanza dei lavoratori e violando le norme contenute nella legge del 1943, istitutiva del- l'INAM.

Contro questa antisociale sopravvivenza di gestione padronale dell'assistenza di malattia, i lavoratori hanno già dimostrato il loro impegno imponendo una conclusione negativa alle trattative sindacali, respingendo le vecchie mire della direzione.

A tale decisione unitaria i lavoratori sono arrivati per l'azione sviluppata soprattutto dal PCI per conquistare una riforma dell'assistenza di malattia col passaggio ad un servizio sanitario nazionale, facente capo ai Comuni, alle Province ed alle Regioni, necessaria tappa per garantire una assistenza di malattia completa e gratuita a favore di tutti i cittadini.

Errore sarebbe non legare, al più presto, alle rivendicazioni salariali in corso, anche le linee relative alla trasformazione del SAS in una struttura aziendale gestita dai lavoratori e con l'esclusione dei medici padronali.

Il potenziale del dissenso operaio è alto e può garantire molte conquiste, e quella della trasformazione del SAS non può essere trascurata, dopo anni di chiarificazione e di lotte.

Con la conquista della gestione democratica del SAS si otterrà un risultato altamente qualitativo restituendo agli operai la loro tranquillità e la loro dignità umana.

A queste vecchie e giuste aspirazioni si deve dare una risposta partendo dalle indicazioni determinanti la decisione dei lavoratori di respingere le proposte avanzate dai rappresentanti del monopolio.

I.N.A.

ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI

Gli studenti possono dare un contributo positivo al movimento operaio, nel proporre a tutta la cittadinanza l'importanza delle lotte. I dodicimila della Pirelli in sciopero sono l'avvenimento più importante di Milano in questi giorni perciò che una lotta di questa ampiezza significa e per la importanza che le condizioni di vita e di lavoro di uno strato così ampio di popolazione riveste.

Gli studenti hanno vissuto una esperienza importante di lotta in questo ultimo anno in cui hanno sperimentato a fondo l'importanza di una gestione democratica della direzione delle lotte, attraverso le assemblee e l'importanza di ottenere il diritto democratico a riunirsi per discutere e decidere.

Ciò fa degli studenti alleati preziosi della classe operaia nella lotta per la difesa della libertà nella fabbrica e per la conquista di nuovi traguardi sindacali e politici.

A questo proposito deve essere aggiunto che le decisioni spettano però a chi le decisioni costano e cioè agli operai stessi per tutto ciò che riguarda la lotta in fabbrica.

E ancora un'alleanza profonda che nasce dall'esperienTa è quella che si verifica nella battaglia contro la repressione poliziesca che colpisce ogni strato sociale in lotta.

Un'alleanza che non è soltanto allora per una scuola aperta ai lavoratori e profondamente rinnovata ma contro i padroni e un governo che ne è strumento, per una nuova società in cui il potere venga sottratto alle mani della borghesia.

I lavoratori della Pirelli in lotta hanno chiesto ai parlamentari comunisti milanesi di sostenere con forza, in Parlamento, lo statuto dei lavoratori.

PENSIONI

Il Parlamento discute le proposte del P.C.I.

In sede parlamentare è stata finalmente imposta, sventando manovre ritardatrici della DC e dilazioni messe in atto dal Ministro del Lavoro Bosco e dal Governo Leone, la discussione della proposta di legge sulle pensioni presentata da vari Partiti, tra le quali la più importante porta la firma del segretario del PCI, on. Luigi Longo. Importante inoltre è il fatto che, su proposta dei deputati comunisti, sia stato introdotto nel dibattito una consultazione diretta tra Parlamento e Organizzazioni sindacali, in modo da consentire a queste una chiara, responsabile presa di posizione di fronte ai lavoratori e al Paese.

Le rivendicazioni sostenute dai parlamentari comunisti sono precise, inequivocabili, rispondono ad esigenze non più procastinabili. Occorre perciò che venga esercitata una vasta pressione di pensionati, di lavoratori, di cittadini, per im-

porre che il dibattito parlamentare venga proseguito e portato vittoriosamente a termine, con la conquista di minimi pensionistici di almeno a 30 mila lire mensili, e il miglioramento graduato delle pensioni superiori ai minimi, eliminazione di ogni trattenuta sulle pensioni di coloro che sono costretti a lavorare ancora; ripristinare la pensione di anzianità dopo 35 anni di contribuzione; scala mobile, parità per le donne e riesame delle reversibilità. Portare poi avanti la conquista della pensione all'80 per cento sulla retribuzione e l'avvio ad una gestione democratica del sistema pensionistico, che deve essere affidato ai lavoratori.

La pressione unitaria dei lavoratori è ora più che mai necessaria e decisiva, l'unità nella lotta di tutte le forze della sinistra è la condizione per questa grande vittoria politica sulla forza della conservazione e sulla prepotenza della DC.

GARANZIA PREVIDENZIALE

UNA NUOVA PREVIDENZA APPOSITAMENTE STUDIATA DALL'I.N.A. PER I LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE

CAPITALE a scadenza;

CAPITALE in caso di premorienza;

CAPITALE aggiuntivo in caso di morte per infortunio;

ESONERO dal pagamento dei premi in caso d'invalidità permanente;

Per informazioni rivolgersi: Agenzia Generale I.N.A. -

GARANZIA assicurativa anche in caso di sospensione del pagamento dei premi;

INDENNIZZO in caso di premorienza del coniuge;

PREMIO DI NATALITA' in caso di nascita di un figlio almeno terzogenito.

Milano - Telefono 80.75.41

«Lavoro e famiglia»
-
Piazza Diaz, 6

La fabbrica

5GENNAIO1969

COMUNISTI DELLAPIRELLI A CONGRESSO

La crisi del mondo di oggi e la lotta per Itl pace e il socialismo.

La costruzionedi una alternativa al Centro Sinistra.

Le proposte del P.C.I. per una s „Alta politica.

Le vie e le forme nuove dell'unità del movimento operaio internazionale.

II Socialismo per cui combattiamo.

Democrazia e unità del partito.

Sono questi i temi di un ampio e appassionato dibattito che si sta svolgendo nel in preparazione del XII congresso nazionale.

Anche in questa occasione il P.C.I. dimostra di essere un partito diverso dagli altri : si partecipa non per alzare la mano a favore di questo o di quel gruppo, ma per rendere più vivace, più concreta la discussione; ogni compagno porta un proprio contributo di idee, di capacità, di esperienze, per far scaturire dal nostro congresso una linea politica di azione e di lotta strettamente collegata a quelli che sono i problemi, le esigenze, le aspirazioni della classe operaia e delle masse popolari del nostro paese.

IL GIORNO 5 GENNAIO

SI TERRA' IL CONGRESSO DELLA NOSTRA SEZIONE

Grande è il contributo che noi comunisti della Pirelli possiamo dare al nostro partito, uo contributo che scaturisce direttamente dalla grandiosa lotta che si sta combattendo, dalle sue forme e dei suoi contenuti sindacali e politici.

Andiamo a questo dibattito con questa consapevolezza, portiamo e rendiamo partecipi alla discussione nuovi compagni, nuovi giovani, nella convinzione che nel nostro partito c'è posto per tutti e che il nostro partito ha bisogno di tutti.

Pronta e decisa la risposta al "re della gomma,

LA PROVOCAZIONE DI PIRELLI

NON PIECHIERA' I LAVORATORI

Sdegno e collera per l'assasinio dei braccianti siciliani

In questi ultimi giorni si sono verificati degli avvenimenti che ci hanno mostrato, nella loro differente manifestazione, un comune denominatore. Pirelli, dopo averci defraudato di parte del salario per quattro lunghi anni, ci ha fatto in un primo tempo la proposta provocatoria delle 9,50 lire di aumento orario, e successivamente minacciato, con un manifesto, di riluttarci, nel caso in cui non avessimo accettato di riprendere la piena efficienza produttiva. Qualche giorno prima alla televisione mostravano la operazione di alcuni personaggi per la costituzione del nuovo governo, fra i quali spiccava la nefanda figura di Scelba, l'uomo che fece di tutto a suo tempo, quando era ministro dell'interno, di evitare di fare luce completa sull'eccidio di massa di Portella

delle Ginestre perpetrata dagli uomini della banda Giuliano. Nello stesso giorno ad Avola, in Sicilia, durante una manifestazione di braccianti, la polizia sparava sui manifestanti ucciden'done ditt.), e férendone gravemen. te quattro (basti pensare, per avere un'idea della dimensione della sparatoria, che l'on. Piscitello del PCI raccolse da solo oltre due chilogrammi di bossoli). Tre fatti questi che mostrano come il potere padronale coincida col potere legislativo ed ese• cutivo dello Stato. Pirelli, che ci minaccia con la multa (per ora), e che non vuole caparbiamente riconoscere i nostri diritti; in Parlamento, i gruppi politici più conservatori della DC e di alcuni partiti che si richiamano alla vecchia politica antioperaia del centro-sinistra, che formicolano

per imbastire un nuovo governo che perseveri tale politica a dispetto del voto rinnovatore del 19 maggio; e la polizia che uccide i lavoratori siciliani che chiedevano un nuovo contratto agricolo. Stato dei padroni e potere al servizio dei padroni: ecco la essenza politica della nostra società nazionale.

Ebbene non c'è che una sola via che ci permetta di imporre un nuovo corso politico ed eco. nomico ed il rispetto della Costituzione, dei diritti dei cittadini in quanto esseri umani e in quanto lavoratori: la nostra lotta!

La lotta che stiamo conducendo attualmente e che si inserisce in quella che milioni di lavoratori stanno effettuando per ottenere un maggiore potere operaio nelle fabbriche, deve raggiungere z na dimensione corrispondente alla necessità del cambiamento politico ed economico della nostra società.

Dobbiamo perciò impegnarci tutti per ottenere questo risultato per mettere fine alla prepotenza dei padroni e alle fucilate delle forze di polizia.

Facciamo in modo che la parola d'ordine " DISARMO DELLA POLIZIA„ fatta risuonare per le vie della città ed in piazza del Duomo durante la grande manifestazione unitaria di martedì scorso delle cui finalità è stata investita la cittadinanza milanese, diventi lo obbiettivo di tutte le forze democratiche del Paese.

dir rzL , • -"'"'"-
Anno II Periodico di attualità politica a cura della sezione del P. C. I. L. Temolo (Pirelli) Dicembre 1968

DALLA FALMICA

Riceviamo

e pubblichiamo :

SCATTIIMPIEGATI: QUATTORDICIENONDIPIÙ. PERCHÉ?

Vi pongo questa domanda alla quale vi prego di rispondermi anche se vi sembrerà non di attualità agli effetti della piattaforma rivendicativa in corso: si può sapere per quale motivo il contratto prevede solo 14 scatti di anzianità per gli impiegati? Per ché gli scatti inon dovrebbero continuare per tutto il periodo di attività lavorativa?

Riteniamo che la domanda sia valida anche se si riferisce ed una rivendicazione da inserire in una piattaforma di prospettiva.

È giusto ciò che lei vuol farci intendere: il limite dei 14 scatti non è ragionevole perché in contraddizione con il principio di anzianità in funzione del quale gli scatti vengono dati. Se durante 28 lunghi anni si maturano 14 scatti non si vede il motivo (e per la verità di motivi non ce ne sono) per cui non si debbano maturarne altri fino al compimento dell'attività lavorativa.

D'altra parte la ragione ci dice che proprio in quanto « aumenti periodici di anzianità » (definizione secondo l'art. 15 del Contratto di lavoro) gli scatti dovrebbero essere corrisposti anzianità perdurando.

È perciò anche questo un problema che pensiamo di trasmettere ai sindacati.

VOCf I TUTTI

"NOSTALGICO„ ALLA PIRELLI

Cara « fabbrica », alcuni assistenti del reparto 3100 hanno lamentato la maniera democratica adoperata dagli operai esasperati per difendere lo sciopero.

Il signor Pucci, per dimostrare il solo grado di civiltà, ha addirittura affermato (credo di rendergli un favore divllgando il suo pensiero) che se fosse lui il comandante della polizia, ordinerebbe fuoco a volontà contro gli scioperanti.

Un metodo che la polizia non ha bisogno le venga indicato, per averlo già messo in atto (basterebbe ricordare Modena, Melissa e decine di altre piazze di città italiane).

Polizia, Prefetto, Ministro: Pirelli ha mobilitato tutte le forze per intimidire i lavoratori in lotta.

Egli ha però sbagliato i conti! I lavoratori vogliono più potere nella fabbrica e nel Paese, Questo è ii sunto dell'intervento del compagno Tadini, consigliere comunale del PCI. Al compagno Tadini si è associato il compagno Casadio, segretario della Camera del Lavoro di Milano, dichiarando la solidarietà di tutti i lavoratori della provincia, i quali scenderanno in lotta se sarà necessario contro ii re della gomma. Arcadu per il PSI e Previdi delle ACLI si sono associati.

Solo una nota stonata in difesa della Pirelli si è avuta dal consigliere liberale ing. Semenza, dirigente della stessa.

Al termine degli interventi il Sindaco ,Aniasi ha promesso il suo innteressamento e quello della Giunta a favore dei lavoratori.

UN LAVORATORE ANZIANO MALEDICE IL PADRONE

Cara « fabbrica », mi sono deciso a scriverti sperando che questa mia lettera venga pubblicata e posa ottenere un po' di giustizia per i lavoratori anziani.

Sono entrato in fabbrica 35 anni fa, ho 57 anni e ho sempre lavorato sulle macchine, ho sempre fatto i turni e la produzione, ora sono stato messo da una parte, mi hanno dato la scopa : così dopo tanto lavoro, fatica e

sacrifici ho ricevuto questa umiliazione.

Ma la umiliazione non basta, quest'anno mi daranno la medaglia d'oro, mi faranno forse un bel discorso, che però non colmerà la riduzione della paga che Pirelli, con l'umiliazione, mi ha regalato.

Questo regalo di Pirello lo porterò con me tutta la vita; anche quando sarò in pensione maledirò il padrone che avendomi ridotta la paga, mi toglierà alcune centinaia di biglietti da mille dalla liquidazione come pure dalla pensione in quanto rapportata ai guadagni degli ultimi tre anni.

L'ASSOGOMMA SMENTISCE PIRELLI

AUMENTO DELLA PRODUZIONE: 17,28 PER CENTO DAL 1964 AL 1968

La progressione del fatturato di Pirelli smentisce' la sua tesi sull'impossibilità di accogliere le nostre richieste sui cottimi.

Da 400 miliardi del 1964 il fatturato del gruppo nazionale è passato a 462 miliardi nel 1966 ed ha raggiunto i 530 miliardi alla fine del 1967.

Negli ultimi duè anni il fatturato del gruppo ha registrato un aumento del 14,72% contro una occupazione dell'1,67%. Nel periodo 1964-1967 l'occupazione operaia è stata soltanto del 2,63%, mentre quella impiegatizia ha registrato una contrazione del/1,8%.

In altri termini Pirelli ha au, mentato il nostro sfruttamento psico-fisico e giustamente noi la-

voratori abbiamo reagito chiedendo, attraverso i sindacati, la contrattazione del cottimo nella sua parte normativa e nelle sue diverse fasi. Ma Pirelli sostiene di non poter cogliere le nostre richieste adducendo al fatto dí non poterle sopportare economicamente dato l'aumentato prezzo di certe materie prime.

E' bene sia chiaro che, in realtà, si sono verificate delle componenti che gli hanno coperto di gran lunga l'aumentato costo cui egli allude: la concorrenza internazionale si è accentuata, da anni si sta verificando un costante aumento dei manufatti di gomma e della produzione dei cavi;. le esportazioni dei prodotti di gomma — secondo una va-

lutazione del Banco di Sicilia — registrano un saldo attivo che copre la maggior spesa valutaria per l'accresciuta importazione di materie prime », inoltre le previsioni a breve periodo sono sostanzialmente favorevoli.

Smentiamo l'interessato pessimismo di Pirelli coi dati forniti dalla stessa Assogomma ,secondo i :quali negli ultimi due anni la produzione dei pneumatici per auto è aumentata del 19,02%, quella degli articoli tecnici del 14,44%, delle lastre del 9% e delle calzature di gomma del 21,60 per cento, per cui il totale delle variazioni in aumento è dell'ordine del 17,28%.

Il signor Pucci non ha scoperto niente di nuovo: i fascisti nel passato per difendere il padro• nato pestavano gli operai che scioperavano.

Il signor Pucci, pur essendo giovane, dimostra molta carica nostalgica, anche se pensiamo che per certi tipi che stabiliscono i tempi di lavoro, questa lotta li tocca nel loro orgoglio «padronale ».

Fascisticamente, è il loro « me ne frego » ai lavoratori cui è stata decurtata la paga di circa 180.000 lire solo quest'anno.

LE BESTIE .

E IL CRUMIRO

Una volta un cavallo mattacchione che ogni tanto cascava per strada scioperò per costringere il Padrone a passargli più fieno e più biada: ma il Padrone si accorse del tiro e pensò di pigliarsi un crumiro.

Chiamò il Mulo, ma il Mulo rispose: « mi dispiace, ma proprio non [posso; se Dio vedesse che faccio queste [cose i Cavalli mi salterebbero addosso... »

Il Padrone, per mettersi al riparo, fu costretto a chiamare un Somaro. « Non può essere che io tradisca [un compagno » disse il somaro. « perchè sono [amico del Mulo, eppure anch'io, se non mangio, tiro calci, mi impianto e rinculo... Come vuoi che non sia solidale se abbiamo lo stesso ideale?

Chiama l'Uomo, e sta certo che [ quello fa il crumiro con vera passione: per un soldo si vende il fratello, per due soldi va dietro al Padrone, finchè un giorno tradiscé e rinnega il fratello, il padrone e la lega ».

GLI ARTISTI PIRELLIANI

2

miammeansimmimemeamentiemememmielmetineminemitiminignimmitimimmi motemeggimmeinemmemetteetiommommeemminimmonn

Dimostriamo come Pirelli ha sottratto ad ogni operaio 500.000 lire in quattro anni

Cifre e dati comprovanti la perdita media di un operaio tlrnista di 2a cat., in conse guenza del blocco del congegno di rivalutazione automatica del cottimo e del blocco totale, spostamento in paga, assorbimento e riduzione del premio di produzione.

COTTIMO

t noto che l'ultimo coefficiente di rivalutazione della vecchia paga anticonglobamento per la determinazione della paga fittizia sulla quale si calcola la percentuale di liquidazione dei guadagni orari di cottimo, secondo il rendimento, è del 2,64% (agosto 1964).

paga base anticon-

globamento 2» cat.

qual. 44,45 -3,30 = 47,75 x

coeff. di rivalut. 2,64 =

— paga fittizia 126,06 x

A di liquid. al 1000 , di rendimento 75 =

guadagno orario 94,54

Se il congegno che recepiva gli aumenti di paga e contingenza (accordo Rossari del 1947) facendo così aumentare la differenza fra vecchia e nuova paga e determinare l'aumento del coefficiente di rivalutazione fosse rimasto in vigore, oggi questo coefficiente sarebbe del 3,26% e porterebbe il guadagno di cottimo a L. 116,74 con una perdita netta di L. 22,20 all'ora ',infatti : L. 116.74 — L. 94,54 = Lire 22,20).

N.B. - Tenendo conto però che il guadagno medio di cot-

sizione della paga media su cui vengono calcolate le percentuali di maggiorazione per turno ecc. la perdita totale oraria di cottimo diventa di L. 23,84.

Considerando che il cottimo viene pagato su tutti gli istituti contrattuali, si può procedere così per trovare la perdita media mensile.

Ore di lavoro medie

mensili = 200 x 12

mesi = ore 2A00 + media di gratif. » 300 = Totale ore 2.700

Ore annuali su cui calcolare le perdite 2.700 x Perdita oraria L. 23,84 = Perdita annuale L. 64368 : 12 mesi = 5364 perdita mensile.

I conguagli, le ferie e le festività sono compresi nelle 2.400 ore annuali.

Da questi calcoli sono escluse le incidenze eventuali sulla liquidazione, sulla entità delle pensioni, ecc. per cui sono da considerarsi come perdite minime medie della 2a categoria turnisti.

N.B. - La perdita media di confezionatore di coperture si aggira invece sulle 6.400 lire (19% in +).

Per ragioni di spazio non abbiamo pubblicato i conteggi particolari sulle maggiorazioni turni che però teniamo in redazione a disposizione dei lavoratori.

PREMIO DI PRODUZIONE

11 calcolo della perdita mensile conseguente alle « Operazioni » messe in atto dalla Pitimc è un elemento di campo-

relli per demolire il premio di produzione è inevitabilmente approssimativo essendo impossibile ricostruire il premio, se non fossero intervenuti: il blocco, le frantumazioni, ecc. per cui si deve procedere basandosi su di una cifra probabile che però si può ragionevolmente ritenere molto vicina alla realtà considerando i vari scatti di paga e contingenza dal 1° novembre '64 ad oggi. Il guadagno attuale dell'operaio di 2» cat. è mediamente di L. 13.115 così ripartito :

Quota oraria pagata su tutti gli istituti L.41,98 x Ore annuali su cui calcolare il guadagno comprendente: ferie, festività, media gratifica (come il cottimo) 2.700 =

L. 113346

L. 113.346 : 12 mesi = L. 9.445 Rimanenza superminimo 2» cat. (famose L. 6.000 di p. d. p. trasf. in paga)

Quota oraria fino al 31-12-1968

L. 16.30 x Ore annuali 2700

congegno bloccato e praticamente distrutto nel '64-65, il p.d.p. potrebbe essere di lire 1000 giornaliere tenendo conto sia dei movimenti della paga base e della contingenza dal '64 ad oggi, sia dell'aumento del premio dovuto all'aumento della produzione durante lo stesso periodo, pur valutando il plafond che era previsto per il contenimento della incidenza degli sviluppi della produttività.

Quindi 1.000:8 (ore giornaliere) = L. 125 orarie.

Tenuto conto che il premio non veniva pagato su ferie, festività, gratifica perchè il congegno di calcolo prevedeva una incidenza per questi istituti si calcolano così le ore

200 al mese x 12 = 2.400

17 festività = 136 +

14 ferie = 112 =

Totale ore 248 ore 2.400 — 248 = 2.152 ore

Ore 2.152 x Premio orario L. 125 = guadagno annuale ipotizzabile

Il valore massimo giornaliero del p.d.p. è stato di L. 722 nel primo semestre del 1964 di L. 720,45 nei mesi di settembre - ottobre - novembre ed era sceso a L. 521,95 per la« crisi ».

Si può senz'altro ipotizzare che se fosse operante oggi il

trinimaintimiltineweemeeingsgliemiummumminuniallimmiliemealimetemilimemiliteleemelesemeaseemenumetemeneemegemeemeseemillimietimemeellum

A PROPOSITO 01 IMPIEGATI E OPERAI

L'unione fra operai e impiegati in tutte le lotte sindacali di fabbrica, ha una grande importanza politica per il movimento di emancipazione dei lavoratori. Anche nei casi in cui si avesse come componente principale rivendicativa la piattaforma operaia e solo marginalmente quella impiegatizia, è ugualmente indispensabile che si concordi l'azione comune contro il padrone.

stabilire su tutta l'aerea della fabbrica più democrazia per tutti i lavoratori.

L'imperialismo americano ha dovuto riconoscere il FNL come valido interlo tutore alle trattative di Parigi. Purtroppo l'aggressione non è cessata ed i bombardamenti al sud e ridotti al nord massacrano ancora. E' sempre più ne cessaria l'azione di tutti i popoli amanti della pace e della libertà affinchè le trattative di Parigi si coi'& dano posi ivarnente per il martoriato popolo vietnamita,

Si veda il caso della lotta presente contro Pirelli: qual'è la finalità di questa lotta, sindacale politica, se non la conquista di un maggior potere operaio nella fabbrica? Ma che significato ha questo se non l'apertura di un nuovo corso nei rapporti di forza fra capitale e lavoro che permetterà anche agli impiegati, in un prossimo futuro, di ottenere nuovi strumenti per la difesa dei loro diritti? E inoltre va detto che il verificarsi della mutazione dei rapporti di forza a favore della classe operaia permette di

Ancora oggi, dopo settimane di lotta contro Pirelli, ci sono impiegati che si ritengono « sacrificati» -- ci si permetta l'espressione — sull'altare della solidarietà; essi ritengono la loro adesione alla battaglia promossa dal movimento operaio un atto dettato dallo spirito di solidarietà che li anima.

Se da un lato è lodevole l'esistenza di un atteggiamento spirituale di tale naìura, dall'altro però esso indica che non è stato ancora capito il contenuto sindacale e politico della lotta che si va conducendo.

Cogliere il significato del contenuto di questa lotta e le sue prospettive future: ecco ciò che debbono fare gli impiegati. Siamo convinti che un loro ripensamento in tal senso li farà sentire ancora di più vicino agli operai.

RIEPILOGO Premio di produzione cottimo Perdita media totale L. 9.302 L. 5.346 L. 14.666
3
annuali.
ore
L. 44.010
mensile che
vrebbe essere in vigore: Lire = L. 3.670 L. 44.010 : 12 269.999: 12 = 22.417. Riepilogo: L. 9.445 + Perdita mensile 3.670 = media L. 22.417 — L. 13.115 = L. 13.115 9.302 L.
L. 269.000
Guadagno
do-

Nuova politica CHIAREZZA NELL'UNITA' D'AZIONE FRA

e nuova direzione del paese

Una profonda crisi dilania il centro-sinistra ed è esplosa clamorosamente anche all'interno della Democrazia Cristiana.

Questa crisi riflette il travaglio della società italiana poichè alla sua origine sta una politica incapace di avviare a soluzione i problemi delle masse lavoratrici e del Paese. Essa è stata aggravata da mesi di paralisi governativa dovuta alla ostinata volontà di non voler tener conto o addirittura di rovesciare le indicazioni emerse dal voto del 19 maggio e dai risultati delle recenti elezioni amministrative e dalle lotte in atto nel paese.

Da una tale crisi non si esce con nuovi tentativi di riprendere la via fallimentare del centro-sinistra, cercando di ricattare le minoranze di sinistra della D.C. e del P.S.I.

I comunisti c!i fronte a queste manovre ribadiscono la loro decisa opposizione ad ogni tentativo di ricostituire il centrc-sinistra e chiamano i lavoratori alla lotta per operare una svolta radicale negli indirizzi politici che poggi sulla forza di uno schieramento unitario.

I problemi delle masse lavoratrici e del paese non possono attendere.

Occorre dare soluzioni giuste ed avanzate ai problemi incalzanti dell'occupazione, dell'elevamento dei salari e delle pensioni, dei diritti di libertà (assemblee sui luonhi di lavoro, ecc.), delle riforme di struttura nel campo della vita economica e della società civile di nuove forme di partecipazione dei citladini alla vita democratica.

Occorre rendere possibile l'effettivo funzionamento degli organi e delle istituzioni democratiche, dal Parlamento alle Recioni( da istituire subito) ai Comuni e alle Province), ove deve essere bandito definitivamente il metodo della discriminazione anticomunista.

I problemi che oggi si pongono sono quelli della lotta per battere ed isolare i gruppi conservatori e per fare partecipare i lavoratori alla direzione dello stato e della società.

I comunisti percih si impegnano a sviluppare la più ampia azione unitaria intorno alle questioni aperte tra le masse, per dare una nue—t; politica ed una nuova di -ezi,ta e al paese.

Nella lotta in corso abbiamo constatato la presenza di gruppi di studenti, particolarmente attivi nei picchetti di strada, che per il loro comportamente contradditorio e perciò non sempre positivo, hanno prodotto nei lavoratori incomprensionne e diffidenza. Ne è derivato conseguentemente un giudizio negativo sul movimento studentesco in generale.

Noi riteniamo, ai fini di un chiarimento dei rapporti fra movimento operaio e movimento studentesco, precisare che certi studenti nulla hanno a che ve.,. dere• col movimento degli studenti in generale. Ci teniamo anche sottolineare però l'erroneità del parere di quei lavoratori che sostengono il principio del distacco, della rottura del rapporto operai-studenti che invece dev'essere potenziato e sviluppato opportunamente, proprio in prospettiva del cambiamento politico della società italiana.

Quali sono gli obbiettivi del movimento studentesco?

Sono una scuola democratica dove appunto gli studenti posso-

no far valere i loro diritti a mezzo di commissioni elette da loro, una scuola aperta a tutti e a qualunque livello (perciò an• che i figli degli operai debbono avere il diritto di poter frequentare le università e il politecnico); una scuola avente una struttura culturale a livello moderno e capace di arricchirsi di qualunque scienza e filosofia, e nella quale sia libero li dibattito fra studenti e docenti su qualunque problema che sia dell'uomo.

In definitiva: una scuola che non sia di classe, cioè strumento della borghesia, dei Pirelli. Nel movimento studentesco soprattutto a livello degli istituti tecnici, vi è una grande massa di giovani figli di lavoratori i quali conoscono i sacrifici dei ro padri, operai malamente pagati e a volte — i motivi della nostra lotta alla Pirelli lo indicano derubati di parte del già magro salario. Questi giovani si sentono in dovere di contribuire alla lotta degli operai perchè sanno di procurare loro un più rapido successo economico e politico, successo che poi torna a

NELP.C.I.PERDISCUTERE,DECIDEREELOTTARE

La campagna del tesseramento e del reclutamento al PCI per il 1969, si svolge al termine di un anno ricco di avvenimenti, di vittorie nostre e anche di momenti per noi aspri e diffiicili. Ma proprio nel fuoco di un duro scontro politico ideale si è esaltata — consolidandosi nelle coscienze di milioni milioni di cittadini — linsostituibile funzione del PCI, movimento senza del quale la costruzione in Italia di una nuova società, democratica e socialista, non potrebbe nemmeno essere pensata. Per questo vogliamo essere più forti; perché cresca con noi la forza di tutto lo schieramento anticapitalista in Italia, perché si sviluppi l'unità di tutte le forze di sinistra, laiche cattoliche.

Il grado di sviluppo della lotta alla Pirelli ha indicato un nuovo tessuto operaio, con una forte componente giovanile canace di determinare una svolta a vantangio dalle forze del lavoro nei rapporti di classe entro la dimensione di questo grande monopolio e con riflessi positivi su tutte le masse lavoratrici del nostro Paese. Questa elevata capacità di lotta il Partito Comunista

OPERAI E STUDENTI

beneficio degli studenti stessi.

Ecco il significato di questo grande apporto di forze del movimento studentesco alla lotta operaia.

Il movimento operaio a sua volta non può non trovare utilità e beneficio da questo contributo perchè la sua finalità politica concorda con quella del movimento studentesco: democrazia nella fabbrica, democrazia nella scuola.

Consolidamento quindi del rapporto operai-studenti e lavoro politico per il suo sviluppo, per la sua universalizzazione nella società italiana. Resta comunque fermo il principio che tale rapporto deve essere inteso nel rispetto dell'autonomia reciproca.

Vengano pure gli studenti davanti alla fabbrica a dar man forte agli operai, a partecipare alle assemblee sindacali e politiche — poichè il loro intervento permette il miglioramento reciproco delle rispettive idema -valido rimanga il principia che a decidere di un certo tipo di lotta debbano essere gli operai, i lavoratori.

intende utilizzarla per modificare la condizione operaia nella fabbrica e per conferirle più potere nel Paese.

In un ciima di così elevata combattività, l'adesione al PC! è ia condizione necessaria per il cambiamento della società italiana, per il superamento della società attuale che è capitalista, perché tale superamento porta con sè la distruzione dello sfruttamento dei lavoratori da parte dei capitalisti, dato che attualmente è proprio dallo sfruttamento che scaturiscono le gravi condizioni sociali della classe operaia.

E' nella fabbrica la posizione più avanzata della lotta operaia al potere capitalista ed è perciò nei luoghi di lavoro che si aderisce al PCI. Diventare comunista ed aderire al nostro Partito alla vigilia del MI Congresso Nazionale per discutere, decidere, lottare assieme per essere protagonisti del Partito della democrazia e della rivoluzione socialista, nella costruzione di un processo storico nuovo, di una società socialista libera, aperta, democratica!

SUBITO I COMITATI UNITARI OPERAI DI REPARTO!

Chi taglia le tabelle di cottimo?

Chi riduce l'organico?

Chi aumenta il numero di macchine per lavorare?

Chi non dà le qualifiche?

Chi non garantisce i sistemi igienici e di sicurezza?

Sono alla Pirelli le direzioni dì reparto, quindi è assurdo che venga incaricato l'ufficio del personale e la C.I. alla contrattazione di tali problemi nella riunione quindicinale.

I problemi del reparto devono essere discussi dai lavoratori dì quel reparto e risolti con chi li ha provocati, cioè con la direzione di reparto.

Solo così potremmo veramente migliorare la nostra situazione in fabbrica impedendo a Pirelli di continuare il ladrocinio sulla nostra paga. Facciamo subito i nostri comitati di reparto unitari, votiamoli e presentiamoli alla direzione come nostri rappresentanti autorizzati a trattare tutti i problemi del reparto.

I. N. A. - ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI

GARANZIAPREVIDENZIALE" LAVORO E FAMIGLIA„

Una nuova previdenza appositamente studiata dall' I. N. A. per i lavoratori italiani e le loro famiglie

Capitale a scadenza;

Capitale in caso di premorienza;

Capitale aggiuntivo in caso di morte per infortunio.

Esonero dal pagamento dei premi in caso di Invalidà permanente.

Garanzia assicurativa anche in caso di sospensione del pagamento dei premi; Indennizzo in caso di premorienza del coniuge;

Premio di natalità in caso di nascita di un figlio almeno terzogenito.

Per informazioni rivolgersi a:

Agenzia Generale I. N. A. - Milano - PiaZza Diaz, 6 - Telefono 80.75.41

Direttore resp. Bruno Eriotti - Registrato presso il Tribunale - Direzione e amministrazione: Viale Sarca, 181 - Milano

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