ildialogo
PERIODICO DELLA ZONA 4 / mensile anno ventunesimo numero sette - ottobre 1978

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32 i consiglieri — 10 le commissioni di lavoro — molti i problemi da risolvere con urgenza — bisogna recuperare il tempo perso — evitare di «mettere il vino nuovo negli otri vecchi».
La zona 4 ha il suo nuovo Consiglio di zona. I 32 componenti sono stati nominati dai partiti politici rappresentati a Palazzo Marino, ma sarà l'ultima volta che questo avviene: nel 1980 gli abitanti della zona potranno eleggere direttamente i loro rappresentanti.
Alla carica di Presidente è stato eletto Ireneo Orizzonte
Un primo traguardo è stato raggiunto: il Teatro Quartiere di P.le Cuoco ha ripreso l'attività e i molti abitanti del quartiere che hanno seguito l'iniziatia nei mesi di maggio, giugno e luglio ne hanno dato un giudizio positivo.
Nei primi due mesi l'attività è stata gestita direttamente dalla zona che ha elaborato il programma e curato l'esecuzione degli spettacoli; l'affluenza è stata discreta, tenendo anche conto delle difficoltà pubblicitarie che spesso abbiamo dovuto affrontare, e notevole è stato il successo di alcuni spettacoli: Teatro Dell'Elfo, Eugenio Bennato e della Festa di Calvairate. Ma il fattore più positivo è stato proprio quello della gestione diretta ad opera del Consiglio di Zona e degli abitanti del quartiere, che ha permesso a molti di essi di venire direttamente a contatto con il mondo dello spettacolo, con tutti i suoi problemi organizzativi, amministrativi e tecnici, arrivando così a gestire direttamente uno spazio pubblico e il proprio tempo libero, affrontando tutti insieme le difficoltà di questo lavoro, ma vedendo anche l'entusiasmo con cui artisti, operatori culturali e tutta la popolazione della zona seguivano l'iniziativa. Per me, ad esempio, che ho curato direttamente la parte organizzativa del Teatro Quartiere è stata veramente una
grossa soddisfazione il sentire molti artisti dire di avere fatto proprio al T.Q. uno dei loro migliori spettacoli (malgrado le condizioni acustiche) proprio per l'aria familiare e lo spirito nuovo e pulito da cui erano circondati, e il sentire molti spettatori dichiarare di vivere il T.Q. come qualcosa di proprio, qualcosa che avevano contribuito a costruire e a mandare avanti; tutte queste manifestazioni di affetto ci hanno spinto a fare il possibile e l'impossibile per superare le innumerevoli difficoltà che comportava il rimettere in funzione un teatro chiuso da 10 mesi e praticamente distrutto.
Tutto questo lavoro svolto nei mesi di maggio e giugno ha creato un grosso interesse intorno al T.Q., che si è concretizzato in un numero altissimo di presenza (una media di 500 persone per sera) nel mese di luglio, quando, sebbene la programmazione sia stata fatta dal Piccolo Teatro, si è continuato ad operare con lo stesso personale dei mesi precedenti e con le stesse modalità di gestione, cioè motivando agli abitanti della zona i criteri che avevano portato a una certa programmazione e spiegando loro come funzionavano realmente i meccanismi teatrali, il che ha permesso che la zona seguisse con lo stesso entusiasmo dei mesi precedenti l'iniziativa (e qui biso-
gna ricordare il continuativo apporto dei membri della sezione Morandi del P.S.I., del collettivo di Democrazia Proletaria, del Coordinamento Donne, dei giovani della F.G.C.I. e di altri giovani della zona, che hanno supplito a tutte le carenze: propagandistiche, tecniche e di personale del T.Q.).
Se la gestione diretta di uno spazio pubblico da parte della zona è stata positiva, anche la collaborazione con II Piccolo Teatro è stata molto utile perché: 1) ha permesso la venuta in un teatro decentrato di varie compagnie di buon valore (con Gino Paoli e Mario Marenco si sono superate le 1.000 presenze e il balletto folkloristico dei Los Indianos e «Il Mandato» del Gruppo della Rocca sono stati senza dubbio spettacoli di grande valore artistico) senza imporre quel rapporto di colonialismo culturale di cui spesso si accusano gli enti centrali, tutto questo grazie soprattutto all'apporto di Giovanni Soresi che da vari anni segue le iniziative di T.Q. e ne ha compreso lo spirito. 2) Ha portato un maggiore interesse della stampa cittadina per gli spettacoli di T.Q., grazie anche all'entusiasmo con cui Dolores Redaelli ha sostenuto questa iniziativa nei rapporti coi giornalisti. Ora tutto questo patrimon o di pubblico, di partecipazione da parte degli
missioni di lavoro ed i coordinatori (nel riquadro assieme ai nomi dei consiglieri).
Il primo importante atto politico che il Consiglio ha compiuto è stata la votazione di un ordine del giorno, approvato all'unanimità (erano assenti i del P.S.D.I. che ha raccolto la consiglieri del MSI) in cui si fiducia, oltre che di quelli del stigmatizza la presenza in Consuo partito, anche dei consi- siglio dei tre rappresentanti glieri del P.C.I., del P.S.I. e del del MSI, partito che ha sempre P.R.I. Vice Presidente Patrizio negato nelle parole e nei fatti Tumietto del P.R.I. per il quale la logica del decentramento e si sono aggiunti ai precedenti della partecipazione della poÖ anche i voti dei consiglieri del- polazione alla gestione della la D.C. cosa pubblica.
In una riunione successiva sono state nominate le com-
abitanti del quartiere, e di pubblicità a livello cittadino non deve andare disperso come accadrebbe se il teatro dovesse rimanere chiuso per altri dieci mesi, obbligandoci ogni anni a ripartire da zero. Già il non avere programmato per il mese di settembre attività spettacolari di rilievo è stata una grossa lacuna; tuttavia si sono già svolte, o si svolgeranno, una serie di iniziative, più direttamente nate rivolte alla zona, come: un Festival dell'Avanti, organizzato dalle sezioni di zona del P.S.I., una serie di incontri e spettacoli organizzati dalla F.G.C.I. e da giovani del quartiere, una «castagnata» organizzata dal Dialogo, e questo era proprio uno degli obiettivi di chi ha sempre lottato per il T.Q., cioè stimolare nuove iniziative direttamente programmate e gestite dagli abitanti della zona, chiedendo al Comune solo la disponibilità dello spazio ed un minimo di personale tecnico.
Questo può essere un punto di partenza, ma l'arrivo dell'autunno impone una risoluzione definitiva del problema, il Comune non può avere speso tutto quello che ha speso per impianti elettrici ripristino della struttura per smontarla dopo soli tre mesi per lasciarla distruggere ancora una volta, sarebbe veramente uno spreco di denaro pubblico, senza contare la delusione degli abitanti della zona nel vedere ancora una volta vanificati i propri sforzi, che si tramuterebbe in sfiducia verso i pubblici amministratori. Una soluzione definitiva e positiva del problema del T.Q. s'impone. Troppi spazi a Milano: T.Q., Palazzina Liberty, X Cine, per citare solo quelli della nostra zona, attendono che dei nodi politici di vertice vengano sciolti, la popolazione è stanca di attendere!! Al T.Q. ha risposto
con un entusiasmo oltre ogni limite, gli spettatori sono stati moltissimi, il supporto volontario all'organizzazione è stato encomiabile, i gruppi per fare animazione nel quartiere ci sono. Non vorremmo che l'unica cosa mancante fosse la volontà politica!!! Il T.Q. deve diventare un punto di ritrovo continuativo per gli abitanti della zona, con momenti di animazione per bambini e giovani al pomeriggio, dibattiti e buoni spettacoli la sera, tutto questo può avvenire anche senza spendere grosse cifre, e questi mesi lo hanno dimostrato, ci vuole però il tempo per fare una seria programmazione, senza dovere vivere alla giornata, senza mai sapere se il teatro resta aperto o chiude il mese dopo, altrimenti si finisce inevitabilmente di sacrificare qualcuno di questi tre momenti (animazione, assemblee, spettacoli).
Al termine della mia attività al T.Q. desidero ringraziare pubblicamente chi con me e più di me ha permesso una buona riuscita dell'iniziativa: Enrico Rigamonti cui si deve l'efficenza in ogni momento del T.Q., Mara Zavatti nostra gentile cassiera, Gianfranco Aiolfi e Giancarlo Messaggi, i nostri due tecnici che si sono prodigati ben al di là delle loro competenze, Elio Gemmi per la costante assistenza che ci ha fornito, tutto il personale del Piccolo Teatro e della Ripartizione Cultura del Comune di Milano ed infine Gianmario Maggi, il coordinatore della Commissione Cultura, colui che più di ogni altro ha voluto il T.Q. in zona 4, e visto che ciò gli è stato spesso ricordato, con qualche improperio, quando il lavoro era particolarmente duro, è giusto che ora che l'iniziativa si è chiusa con un successo, questo vasa in gran parte ascritto a suo merito.
Renato ManzoniAllo scopo di sollecitare un dibattito su argomenti di attualità, queste colonne ospitano le opinioni di persone o di gruppi con l'intento di contribuire alla formazione di un costruttivo dibattito.
Quanto pubblicato può non rappresentare l'opinione della redazione de rrll Dialogo".
Mercoledì 13 settembre il Consiglio di Zona 4 si è riunito per procedere alla nomina dei coordinatori delle commissioni di lavoro del Consiglio stesso. Come gruppo comunista dobbiamo dire che non siamo soddisfatti non tanto e non soltanto delle nomine votate, quanto soprattutto del modo con cui ad esse si è giunti in sede di Consiglio.
La seduta del 13 sera era stata preceduta da due riunioni dei capi-gruppo e positivo, non solo secondo noi, era il clima unitario che, pur fra differenziazioni, si era creato e che lasciava presupporre la possibilità di procedere in modo spedito alle nomine.
Fondamentale era soprattutto l'accettazione da parte di tutti di alcuni criteri che noi comunisti avevamo indicati e sulla cui base si sarebbero dovuti scegliere i candidati: competenza e capacità professionale; volontà di lavorare e far dunque funzionare in modo concreto e democratico il decentramento; onestà politica nel portare avanti le scelte che il Consiglio stesso avesse preso anche se esse non avessero dovuto coincidere con la opinione personale del coordinatore.
Questi criteri avevano permesso di raggiungere un accordo su quasi tutte le commissioni, rimanevano fuori la Sanità, per la quale il PSI intendeva comunque presentare una sua candidatura in contrapposizione al liberale Usuelli (su cui si erano detti d'accordo tutti gli altri partiti), e la commissione Licenze Edilizie la cui candidatura veniva rifiutata da Rossi di DP.
Con questa impostazione che superava ogni logica di spartizione dei posti in base all'esclusiva rappresentanza numerica dei partiti e valorizzava l'apporto delle forze intermedie che contano rappresentanti validi e competenti, si era giunti alla seduta del Consiglio di Zona.
Il capogruppo democristiano, dopo l'interruzione del Consiglio per gli incidenti provocati dalla presenza dei missini, con la pretestuosa motivazione di essersi consultato con il suo gruppo e averne ricevuto indicazioni contrarie agli accordi presi, capovolgeva l'impostazione concordata presentando una serie di proposte che attraverso una oscura gita di dare e avere riproponeva nei fatti forme di lottizzazione.
Il palese disorientamento e comunque un mancato atteggiamento di fermezza da parte delle forze intermedie contribuiva a far passare questa manovra democristiana e soprattutto a rompere quel clima di intesa democratica che si era faticosamente cercato di stabilire in precedenza a partire dalle proposte e dal contributo significativo dei comunisti.
Ed è su questa rottura che contava e conta la DC, il cui obiettivo non era tanto di far passare sue candidature, quanto (L creare i presupposti per rilanciare pregiudiziali anticomuniste e impedire sin dall'inizio il crearsi di un clima di collaborazione fra le forze democratiche presenti in Consiglio di Zona.
Per questo motivo noi comunisti pensiamo sia necessario mettere da parte al più presto sterili polemiche che, come è già successo in passato, finirebbero per rallentare l'attività del Consiglio e riprodurrebbero in modo meccanico schieramenti che esistono in Consiglio comunale ma che in un organismo di decentramento non hanno ragione d'es sere.
Da parte nostra non abbiamo mai posto pregiudiziali nei confronti di nessun partito democratico se non quello della volontà di affrontare i problemi concreti e urgenti della zona in modo democratico e costruttivo.
In questo senso vi erano stati segni positivi durante gli ultimi
mesi di lavoro del Consiglio, a partire da uno sforzo dei partiti in sede di Consiglio e a livello di zona perché la fattiva solidarietà realizzatasi durante i tragici momenti del rapimento e dell'assassinio dell'on. Moro, sui temi della difesa della democrazia e contro il terrorismo, trovasse coerente sviluppo e fosse produttiva anche su altri piani d'intervento politico e sociale: dal problema dei giovani, a quello del lavoro, ecc. Noi comunisti ci batteremo perché in questa direzione sia rilanciato l'impegno e lo sforzo
comune dei partiti, della DC come delle altre forze.
Su questa base sarà possibile giudicare le scelte fatte e la volontà di ciascuno di portare avanti il processo di decentramento amministrativo come momento essenziale di una vasta crescita democratica che assicuri la partecipazione dei cittadini alla discussione, alle scelte, alle lotte, per dare soluzione ai gravi problemi economici e sociali che ancora travagliano la nostra zona. II Gruppo consiliare comunista della zona 4
l socialisti della Zona 4, alla riapertura dell'attività politica dopo la pausa estiva, sentono il dovere di rivolgersi alla cittadinanza per far conoscere quali sono i programmi di lavoro del Partito, sia per quanto riguarda la sua attività al Consiglio di Zona, sia per quanto riguarda l'attività politica e sociale.
È opinione abbastanza diffusa a tutti i livelli che per us ire dall'attuale crisi economica, sociale e politica necessita effettuare cambiamenti sostanziali a questo tipo di società. Uno dei problemi prioritari da risolvere è quello dell'economia, essenziale per avviare a soluzione tutti gli altri problemi che peraltro non possiamo in nessun caso risolvere senza tener conto di fattori importantissimi quali sono la libertà, la democrazia, il pluralismo. Per
noi socialisti è importante sciogliere alcuni punti nodali sulla linea che dobbiamo perseguire e di conseguenza definire i rapporti con gli altri partiti. Il PSI pone la sua strategia dell'alternativa come quadro ideologico unificante della sua azione politica ed ideale, contesta l'egemonia della DC sul Governo e sullo Stato e mette in discussione l'egemonia del PCI sulla sinistra. Vogliamo portare a fondo, con serietà, chiarezza e reciproco rispetto, la questione dei rapporti fra socialisti e comunisti. Siamo convinti che la politica a livello di massa e degli enti locali sono due settori sui quali l'impegno dei due maggiori partiti di sinistra possa maggiormente saldarsi, ma a condizione che i rapporti siano franchi, leali e senza prevaricazioni. Ribadiamo che non siamo interessati a ritornare ad alleanze o collaborazione con la DC.
Anche a livello di Zona, nella politica del decentramento noi socialisti vogliamo definire i nostri rapporti con le altre forze politiche con la massima chiarezza.
Nello spirito del decentramento riteniamo non attuabile maggioranze precostituite. Siamo per l'elaborazione di un programma concordato su cui confrontarci con gli altri partiti democratici. Vogliamo ricercare sui contenuti convergenze preferenziali a sinistra. È nostra intenzione lavorare sui problemi concreti a favore della cittadinanza.
Tanto per chiarire, se mai esistessero dubbi, ribadiamo che il PSI è e rimane un partito di classe di ispirazione Marxista. Un partito di sinistra dello schieramento politico italiano che reclama la propria autonomia. Vogliamo la realizzazione di un socialismo democratico, laico e pluralista. Vogliamo la socializzazione dei valori della civiltà nella libertà, la diffusione del potere e non il centralismo democratico, la distribuzione egualitaria della ricchezza e delle opportunità di vita, il potenziamento e sviluppo degli istituti di partecipazione delle classi lavoratrici ai processi decisionali.
il segretario politico della Sezione PSI «R. Morandi» Sergio De Marco 000
Una buona banca ti serve.
Una buona banca dà un interesse preferenziale ai diciottenni.
Aiuta i piccoli imprenditori.
E. grazie al "tempo reale" e al "terminalista cassiere", ti evita code e tempi lunghi.
Ma la nostra è una buona banca non solo perché oltre a questi servizi ha tutti quelli di una banca normale, ma anche perché da cento anni opera in Lombardia.
Guardando all'Europa. Per servirti.
A una buona banca ci si affida.
E' il nostro caso.
Nel '77 ci sono stati affidati 1.490 miliardi che abbiamo amministrato un po' dovunque in Lombardia. Infatti abbiamo ormai 61 filiali in questa regione. E siamo presenti con 14 sportelli all'interno di altrettante grandi aziende.
Ma, dalla nostra regione, ci viene accordata questa fiducia anche perché abbiamo corrispondenti in tutto il mondo.
Perché siamo una buona banca.
L'impianto organizzativo del nuovo consiglio è pronto: ora è necessario partire subito ed affrontare con tenacia gli innumerevoli problemi ancora irrisolti e per i quali la popolazione attende soluzioni rapide e definitive.
A titolo di esempio ne elenchiamo alcuni dei più significativi. La lista dovrebbe essere molto più lunga.
Scuola: aule insufficienti (particolarmente per le medie)refezione scolastica - attività parascolastiche - liceo Einstein - apertura delle strutture scolastiche alla popolazione (attrezzature sportive, aule magne, biblioteche, ecc.).
Viabilità: Pie Cuoco - via Pistrucci / P.zza Imp. Tito - Ortomercato.
Parcheggi: autovetture sul verde - sosta inoperosa degli autotreni.
Verde pubblico: stato di degrado dell'esistente - nuove attrezzature.
Sport: impianti già esistenti - nuove attrezzature - gestione degli impianti comunali - coinvolgimento dei giovani, degli insegnanti, delle società sportive.
Cultura: Teatro QuartiereBiblioteca Calvairate - Piano culturale di zona - Circoli culturali - Coinvolgimento dei giovani - Apertura degli edifici scolastici ad attività culturali e ricreative per gli studenti e la popolazione.
Lavoro: occupazione (Lagomarsino, Ken Scott, Lamprom, Alpina, ecc.) - disoccupazione giovanile.
Sanità: Consultorio di viale Puglie, sua gestione ed iniziative per divulgarne l'utilizzoEducazione sanitaria - drogainquinamento (bruciatura cassette ortomercato, ecc.).
Anziani: assistenza domiciliare - iniziative sociali e ricreative.
Su tutti questi problemi sovrasta poi il ventilato ampliamento della «città annonaria», le cui conseguenze sull'intera vita del quartiere sono imprevedibili.
Il Dialogo, con un apposito articolo-promemoria, cercherà quanto prima di dare una mappa di tutti i problemi che travagliano la nostra zona: per questo ci è indispensabile la collaborazione dei nostri lettori: le loro segnalazioni (scritte o telefoniche) diventeranno
preziosi tasselli per costruire l'intero mosaico.
Ma il nuovo Consiglio come intende muoversi?
Più volte da queste colonne sono apparse le giuste lagnanze dei cittadini perché alle parole (troppe a detta di qualcuno!) seguissero finalmente i fatti.
Ecco allora come muoversi: ricercare subito e sempre la concretezza che è quella che più di ogni altra cosa conta nel risolvere i problemi di zona.
Gli addetti ai lavori si trincereranno dietro la questione dei «poteri».
I nostri lettori sanno, perché II Dialogo si è fatto più volte portavoce di questo disagio che — almeno per ora — i poteri dei Consigli di zona sono solo consultivi ed alla fin fine chi decide se fare e come fare una cosa è ancora l'Amministrazione centrale.
Tra non molto questo stato di cose cambierà. La Giunta Comunale sta approntando le delibere per trasferire alcuni poteri reali ai Consigli di zona.
Il Consiglio ha già sin d'ora però una grande forza (forse scarsamente usata, almeno in zona 4) ed è quella deila costante pressione politica sui problemi da esercitarsi però, se la si vuol veramente far contare, con la popolazione.
Ecco perciò che quello che deve subito mettersi in atto è il concreto contatto con la popolazione per stimolarne la partecipazione.
Sino a che punto il vecchio Consiglio desiderasse ciò, non è mai stato possibile verificarlo.
Ora, se ci si crede, le strade per ottenerlo sono tante. Importante anche qui usare la fantasia. Le strade vanno da una organica e diffusa informazione sui lavori del Consiglio e delle sue Commissioni, alla serietà e concretezza con la quale si svolgono le sue riunioni, per giungere sino ad una precisa e concreta valorizzazione dei lavori delle commissioni dove i cittadini non consiglieri possono liberamente partecipare e dare uno straordinario apporto al vero decentramento. Bisogna dar vita ad
Il signor Marcucci ci telefona per ricordare: che il problema della viabilità in Pie Cuoco continua ad essere irrisolto e che i camion continuano a stazionare in mezzo al poco verde rimasto. A quando l'inizio dei lavori che prevedono la riapertura della carreggiata centrale?
La signora Belluschi ci telefona: la scuola materna di via Carabelli è cominciata, ma il «buco» all'interno del cortile è ancora aperto e pieno di rifiuti. E pensare che basterebbero tre camion di ghiaia per risolvere la questione. Perché il Consiglio di zona non interviene?
Il Signor Moretti è venuto in redazione per dirci: una volta il Comune provvedeva a potare le piante sul viale Molise, in P.le Cuoco ed in altre vie del quartiere. Questo lavoro non viene più fatto? Le fronde ricoprono ormai i lampioni ed in alcune zone si adagiano sulle linee elettriche dei tram e delle filovie. In certi casi la luce dei lampioni non si «vede più».
La Signora Martellini ci ha telefonato: la via Pistrucci, tra P.zza Insubria e P.zza Imperatore Tito, è sempre un dilemma. Sembrava che la sistemassero il giorno dopo che II Dialogo pubblicò l'annuncio che un accordo tra proprietà e Comune era intervenuto. Forse qualcosa non ha funzionato. Se non è il Comune che ha cambiato idea perché non intervenire in forza della «pubblica utilità» ed espropriare il pezzo di terreno? Ci si è forse dimenticati di questa norma?
iniziative che permettano alla popolazione di conoscere e di sentirsi vicina al Consiglio di zona, quasi fosse già un piccolo Comune.
C'è il rischio però di «mettere il vino nuovo negli otri vecchi».
Se i tentativi di non cambiare niente, in atto da parte di chi ha perso la maggioranza, non verranno bloccati in tempo, se i vecchi rituali bizantini continueranno a ripetersi, se i «tribuni di zona» non abbandoneranno il loro modo di sedere in consiglio, questa delicata fase del decentramento, che porterà la popolazione alle elezioni dirette e che vedrà finalmente delegati ai Consigli reali poteri, rischia di aprire ancor di più, anziché colmarlo, il divario tra Consiglio e popolazione.
Evitare ciò è il principale compito della nuova maggioranza in seno al Consiglio e della sua presidenza. La mancata stesura di un piano organico di intervento, la mancanza di rigide priorità da seguire nella trattazione dei problemi, la non fissazione di tempi entro i quali esaurire i problemi, lo sbando e l'improvvisazione con i quali il più delle volte veniva condotto il consiglio, sono le eredità che non debbono trasferirsi sul presente ma anzi, essere l'esempio (da non seguire) sul come è possibile non far procedere decentramento e partecipazione usando il sistema del rimettere sempre e tutto in discussione bloccando di fatto i lavori del Consiglio.
È su queste cose che la nuova maggioranza, verso la quale vanno le aspettative della parte viva e progressista della zona, deve trovare un modo comune di condurre il Consiglio. È necessario cercare con tenacia quello che unisce e non quello che divide. Bisogna abbandonare, senza crearne di nuovi, i vecchi personalismi lavorando unitariamente per il vero benessere della zona.
Quanto è avvenuto in occasione delle nomine dei Coordinatori delle commissioni è l'esempio di quello che non deve avvenire... a meno che non si voglia fare il gioco di chi non vuol cambiare niente e non vuole vedere attuato il decentramento e la partecipazione.
GianMario MaggiRiportiamo di seguito il documento presentato dai gruppi del P.C.I. - P.S.I. - P.S.D.I. - P.R.I. e D.C. del Consiglio di zona 4, approvato a maggioranza nella seduta del 17 luglio e ribadito nella seduta del 13 settembre 1978. in merito alla presenza in Consiglio di zona 4 di tre esponenti del M.S.I. - D.N.
Le forze politiche della zona 4 impegnate a insediare il nuovo Consiglio di Zona, rinnovato nella sua composizione e per i nuovi poteri che eserciterà in base al Regolamento approntato dall'attuale Amministrazione Comunale, con una scelta di profondo contenuto democratico che va nel senso dell'allargamento della partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica e all'effettiva amministrazione della città, prendono atto con preoccupazione della presenza in Consiglio di tre esponenti del M.S.I. - D.N., come di un problema reale di democrazia, e come tale non può essere risolto o semplicemente cancellato con metodi antidemocratici, ma al contrario con un impegno costante e sostanziale volto alla difesa, l'estensione e il consolidamento della democrazia a cominciare dalla realtà in cui il Consiglio opera, utilizzando i metodi che della democrazia sono propri.
Sviluppare la più estesa e consapevole partecipazione dei cittadini, lavorare perché i giovani, donne, lavoratori, la cittadinanza tutta riconosca nel Consiglio di Zona un momento di importanza decisiva, di proposta e d'impegno, per risolvere i problemi di ognuno, della casa, del risanamento urbanistico, della scuola, del lavoro, dello sport e della cultura, per realizzare una qualità nuova della vita, è l'unico modo, concreto e democratico per isolare e battere la violenza fascista, per sconfiggere tutte quelle forze che a partire dai problemi drammatici che la crisi pone, lavorano per sbocchi reazionari.
I giovani democratici, i cittadini e i negozianti, gli esponenti di diverse forze politiche democratiche della zona sanno per esperienza come la presenza in Zona 4 della Federazione del M.S.I. e del Fronte della Gioventù costituisca un fattore di provocazione e di turbamento grave al civile svolgimento della vita.
A partire da questa diffusa consapevolezza le forze politiche democratiche presenti in Consiglio rinnovano [impegno per sviluppare fra la cittadinanza la più vasta e forte sensibilità democratica e mobilitazione antifascista, per realizzare, superando limiti e insufficienze che si possono essere determinate in passato, più positivi rapporti con le forze dell'ordine, favorendo i processi di rinnovamento democratico in atto, perché la tutela dell'ordine pubblico sia attuata secondo le norme costituzionali, in modo tempestivo ed efficiente.
Le forze politiche democratiche presenti in Consiglio s'impegnano a non dare spazio e a isolare politicamente chi intendesse partecipare a un importante momento istituzionale di vita democratica, qual'è il decentramento, con intenti provocatori e antidemocratici.
Viale Molise, 70 - Tel. 589391
Presidente: Ireneo Orizzonte (PSDI)
Consiglieri:
PARTITO COMUNISTA ITALIANO: Buongiorno Luigi, De Rosi Beniamino, Ranise Pierberto, Rizzardi Guido, Rogantin Roberto, Sabbadini Anna, Stocco Franco, Traversoni Armando, Vecchi Marcello.
DEMOCRAZIA CRISTIANA: Bertog Ludovico, Brindesi Maria, Corberi Maurizio, Fabbri Gaetana, Favole Paolo, Osnaghi Sergio, Pacilli Lorenzo, Rolla Giancarlo, Trolli Giovanni.
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO: Monti Gian Luigi, Piccioni Velio, Pozzati Giuliano, Sacchi Giovanni.
PARTITO SOCIALISTA DEMOCRATICO ITA-
LIANO: Orizzonte Ireneo, Tranchida Carlo.
PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO: Liguori Salvatore, Tumietto Patrizio.
PARTITO LIBERALE ITALIANO: Agnoletto Gianfranco, Usuelli Emilio.
DEMOCRAZIA PROLETARIA: Rossi Iginio.
MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO: Biassoni Amedeo, Ravegnani Morosini Gabriella, Sutti Stefano.
Vice Presidente: Patrizio Tumietto (PRI)
Commissioni e Coordinatori:
TRASPORTI E VIABILITA':
Rizzardi Guido (PCI).
CULTURA: Piccioni Velio (PSI)
SPORT: Pacilli Lorenzo (DC)
LAVORO: Traversoni Armando (PCI).
DISTRIBUZIONE: Rossi Iginio (DP).
BILANCIO: Tumietto Patrizio (PRI).
EDILIZIA: Stocco Franco (PCI).
SANITA': Pozzati Giuliano (PSI)
URBANISTICA E TERRITORIO: Agnoletto Gianfranco (PLI)
SCUOLA: Sabbadini Anna (PCI)
CASA (commissione speciale): il Consiglio di zona ha indicato come Coordinatore Scarton Mario (DC). Sarà la Commissione a ratificarne o meno la nomina.
I lavori di tutte le Commissioni sono aperti alla partecipazione dei cittadini e dei rappresentanti degli organismi di zona.
Eccoci anche quest'anno al proverbiale appuntamento con l'apertura delle scuole. Al di là dei fondamentali problemi educativi e didattici, dibattuti un po' ovunque e mai risolti, vediamo se, almeno per quel che riguarda l'organizzazione, quest'anno si è partiti con il piede giusto.
Già dal prospetto balza subito all'occhio che le scuole medie hanno sicuramente un grosso problema, quello delle aule che, invece di risolversi, si va aggravando di anno in anno. Esaminiamo da vicino la situazione della Colletta: da
Pop. tot. Iscritti in prima
Aule sufficienti? SI'
anni sono costretti ad utilizzare, per l'eccedenza delle classi, delle «dependence» di fortuna, in via Benaco (Zona 14) e in via Maffei, quest'ultima non possiede, non dico laboratori, ma neanche palestre, per cui i ragazzini, se vogliono far ginnastica, devono andare alla sede centrale. Anche peggiore è la situazione in via Benaco, dove la palestra è in coabitazione con le suore canossiane, il cortile è vietato, perché utilizzato dalle stesse, ma soprattutto gli stanzoni
sono ridotti ad aule anguste da divisori di compensato! Altro che collaborazione: praticamente i professori della Colletta si sentono l'un l'altro mentre fanno lezione. e i ragazzi, se appena appena fanno qualche attività un po' più rumorosa, costringono a parteciparvi, volente o nolente, anche i vicini di classe. Questa difficile coabitazione è aggravata dal fatto che, essendo queste aule piccole, non vi possono stare più di 20 alunni e le classi di 20 alunni sono quelle con handicappati.
1.034
187 312 350
NO SI' SI'
Poco prima che l'anno scolastico partisse, il Consiglio di Istituto della Media
Tito . Livio ha rassegnato le proprie dimissioni, il collegio dei docenti, con un documento durissimo dichiarava il proprio stato di agitazione dichiarando l'impossibilità di svolgere la propria funzione educativa nelle condizioni in cui versa quella scuola senza grave pregiudizio della professionalità stessa dei professori.
Essenzialmente il problema può concentrarsi nella mancanza di aule e nel fatto che da diversi anni la situazione, anziché avviarsi a soluzione, tende a peggiorare.
Sotto l'incalzare delle scadenze e dell'apertura dell'anno scolastico gli animi si scaldano, le attese dei genitori e degli insegnanti diventano pressanti, i problemi
Al Presidente del Consiglio d'Istituto scuola media «Tito Livio» e p.c.
Al Presidente dell'Assemblea Genitori scuola media «Tito Livio»
La prego voler trasmettere al Consiglio d'Istituto le mie dimissioni da consigliere per le seguenti motivazioni:
1°) non mi è più possibile rimanere membro di un Consiglio, che non sempre rispetta le norme e lo spirito dei Decreti Delegati, nonché lo stesso regolamento che si è dato e le procedure seguite in ogni consesso democratico, per il suo buon funzionamento; e nel quale viene permesso che si contestino, svalorizzandole, le attribuzioni, che l'art. 6 del Decreto istitutivo gli affida, trasformando così i suoi membri rappresentativi in elementi di copertura; [più volte ho sollevato rilievi in merito];
2°) non posso tollerare di essere considerato, erroneamente, come il rappresentante di genitori di una sola classe e non dell'intero corpo dei genitori-elettori, da parte di un autorevole membro del Consiglio; in tale Situazione
che sembravano «dormire» scoppiano e riemergono con violenza.
Ma forse è bene che sia così, altrimenti non si giungerebbe mai ad una soluzione.
Il clima però all'interno della Tito Livio sembra diventato rovente. Un esempio è la lettera di dimissioni dal Consiglio d'Istituto del M° Bruno Orsi, eletto per la componente genitori, che lo stesso ci ha inviato con preghiera di pubblicazione.
Sicuri di svolgere con correttezza il diritto-dovere di informazione dei nostri lettori, confidiamo che il tutto serva per superare il momento di stallo in cui quella scuola si trova.
Il problema verrà ripreso, in maggior spazio, nel prossimo numero.
mi sento impedito, anche se in via di principio, a sostenere proposte di equità e di giustizia al momento di scelte importanti, che coinvolgono l'opera educativa della scuola, quali ad esempio il dislocamento di classi per carenze di aule in sede, a meno che non voglia correre il rischio di passare come difensore di personali interessi e di volere salvare la faccia verso chi mi ha eletto;
3° ) per la disattesa coerenza, al programma, di parte della componente-genitori, e agli ideali che lo ispiravano.
Sono consapevole delle conseguenze di questo mio atto (art. 22 del Decreto Delegato 416) ma non mi ritengo responsabile di fronte alla Comunità scolastica, anzi penso possa servire a richiamare l'attenzione sul valore della partecipazione concreta, come vuole lo spirito della legge sugli Organi Collegiali.
I signori Consiglieri, che si trovano d'accordo con me, non considerino le motivazioni addotte per le mie dimissioni, ma piuttosto se ne servano per stimolo ad un migliore lavoro, finalizzato al bene della scuola
Bruno OrsiSi è tentato di ovviare a questo sovraffollamento, variando il bacino d'utenza e convogliando gli allievi nelle scuole del centro notoriamente meno popolose, ma la Trotti Arconati ha, guarda caso, rimandato indietro proprio gli elementi meno «graditi». Unica nota positiva è l'organico degli insegnanti che, tranne una supplente di lettere e qualche insegnante di educazione fisica, sono tutti fissi. Anche le scuole superiori dichiarano che la situazione dell'organico è molto migliore degli anni scorsi e sufficientemente stabilizzata, anzi non accusano problemi di nessun genere. Speriamo. La media Tito Livio ha risolto anch'essa buona parte dei suoi problemi di insegnanti, soprattutto per quel che riguarda lettere e matematica, ma a tutt'oggi, 19 settembre, primo giorno di scuola, molti ragazzini non sanno dove andranno a scuola. L'edificio infatti può ospitare 24 classi, mentre ne sono state formate ben 32 e così si devono proporre anche qui le sedi distaccate, con grave scapito di tutte le attività didattiche e innovative.
della Tito Livio a quelli della Monte Velino. Quest'ultima ha sempre un organico di insegnanti piuttosto numeroso e mobile, ma ha soprattutto dei grossi problemi dovuti all'inserimento degli handicappati, problemi comuni alle altre elementari (la Morosini ad esempio ha 18 handicappati, di cui 9 gravi).
Gli insegnanti, per la maggior parte, sarebbero favorevoli a questo inserimento, ma è il modo in cui viene fatto che è fortemente demagogico e pressapochista. Spesso mancano le strutture e soprattutto gli insegnanti di sostegno, i quali, quando ci sono, sono raramente degli specialisti.
Agli alunni portatori di handicap inseriti gli anni scorsi, si aggiungono i 7 inseriti quest'anno, 2 per classe, eccetto uno. La causa di questo aggravio è, di nuovo, soprattutto nell'eccessivo affollamento, per cui solo 4 classi possono essere di 20 elementi, mentre le altre sono già di 27.
Anche la sede di fortuna di corso XXII marzo non basta più e tre classi sono ancora a spasso. Gli insegnanti esasperati hanno preso, in una mozione, una posizione molto rigida contro questa situazione. A scuola iniziata, il problema è ancora in alto mare, possiamo solo dire che si è prospettato di utilizzare tre aule della scuola elementare Monte Velino. ma è comunque una soluzione poco felice, come si può intuire e va a sovrapporre i problemi
Tutto è affidato alla buona volontà degli insegnanti titolari, a cui in questo caso non si può imputare la mancanza di professionalità, visto che dall'alto si costringe a inserire comunque e ovunque gli handicappati. E così mentre gli esperti si riempiono la bocca di paroloni, l'inserimento degli handicappati viene fatto sulla pelle di insegnanti e bambini. A questo problema aggiungiamo, per quel che riguarda la Morosini, che a scuola già iniziata 6 classi sono ancora prive di insegnanti perché il Provveditorato non ha ancora fatto le nomine: i genitori. arrabbiatissimi sono andati a protestare al provveditorato stesso.
E così tra scossoni e traballamenti anche quest'anno l'attività delle scuole del quartiere si è avviata, simbolo, nel suo piccolo, dei grossi malesseri che da troppi anni travagliano il mondo della scuola italiana di ogni ordine e grado.
Grazia De BenedettiLa rivista fondata da Filippo Turati riporta e commenta i fatti del socialismo italiano, europeo e internazionale e dedica la parte centrale di ogni numero a un tema (politico, sociale, ideologico o culturale) con la collaborazione di numerosi specialisti, e con un linguaggio chiaro.
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101,4„ speciatppio) Giuseppe Faravelli e il socialismolaiiano
3 Europa: rivoluzione o elezioni truffa?
4 Anna KulisciofT socialista e femminista
5 Maggio 1947: fine del governo tripartito
6 Bobbio: l'umanesimo socialista da Marx a Mondolfo
7 L'accordo di Helsinki e i diritti umani, due anni dopo
8 Eurocomunismo. Carrillo, l'Urss e il Pci
9 Rai-TV: la mappa del potere
10 Dove va la Massoneria italiana?
I 1 II programma dei socialisti
12 La cultura, la crisi, la città
13 Individuo e società dopo Freud
14 Mitterrand: socialisti al bivio
15 La SPD e lo Stato tedesco
16 Le donne e l'aborto, domani
17 La Biennale quattro anni dopo
18 A cosa servono le forze armate?
14
Quello che è avvenuto in questi giorni al Centro Sportivo Comunale di via Vismara, dove il F.C. Calvairate ha provveduto al «reclutamento» dei ragazzi, dovrebbe far pensare molte persone, soprattutto quelle investite di cariche pubbliche e che magari pensano che i ragazzi sono distratti da mille cose e che non hanno voglia di fare dello sport.
I ragazzi — ce n'erano di piccolissimi — facevano la coda con le loro brave scarpe da calcio in mano per poter dimostrare di avere «le capacità per entrare nella Calvairate»! Alla Calvairate ci dicono: «Fosse per noi li prenderemmo tutti, a 10/11 anni le "doti" ce le hanno tutti, basta che il certificato medico ci assicuri che non ci sono controindicazioni, il problema è che non sappiamo dove metterli. Dobbiamo mandarli via. Poi spieghi lei a ragazzini di quell'età che non abbiamo spazio! Loro pensano subito che sono meno adatti degli altri, che subiscono un torto e si sentono già degli "esclusi". Molti vanno via piangendo. Sono situazioni che fanno molto male anche a noi».
Ma come, c'è un campo magnifico, ci sono gli spogliatoi, e voi dite di non aver spazio?
Ci guardano un po' male, tra la meraviglia e l'arrabbiato, e poi subito: «Forse non sapete che il campo noi lo possiamo usare per gli allenamenti solo due ore la settimana e che abbiamo già più di 200 giovani, suddivisi per le varie categorie».
E il Comune? «L'assessore allo Sport Accetti si interessa molto anche di noi, ma le richieste sono molte e lo spazio è quello che è. Anche le altre squadre hanno gli stessi problemi».
Ma qui in zona, in via Monte Cimone, stanno sorgendo dei nuovi campi. Forse potrebbero risolvere alcuni di questi problemi?
Ne parliamo con i nostri interlocutori. «Per noi sarebbe il toccasana e riusciremmo anche ad accontentare altri ragazzi della zona. Poi lì ci sono impianti anche per altri sport, e non solo per il calcio: la pal'acanestro, la pallavolo, la pallamano, il pattinaggio, i ragazzi potrebbero avvicinarsi anche a queste specialità.
Il nostro interesse per quegli impianti lo abbiamo già scritto all'Assessore Accetti. Adesso attendiamo una risposta da lui. Quello che ci spiace è che, nell'attesa, dobbiamo mandare via i ragazzini».
Effettivamente il F.C. Calvairate, la «vecchia» società sportiva che da oltre trent'anni opera in zona, può dare tutte le garanzie di serietà e correttezza che si possono chiedere in casi del genere.
Ma allora perché non pensare ad un accordo tra il Comune e la Calvairate per un corretto utilizzo dei nuovi impianti di via Monte Cimone?
L'importante che vengano date precise garanzie e che il nuovo impianto, essendo pubblico, sia sempre aperto a tutta la popolazione senza li-
miti di sorta. La Società Sportiva Calvairate potrebbe utilizzarlo «in esclusiva» per gli allenamenti in determinati giorni ed ore (sulla base delle esigenze, magari stabilite annualmente), in cambio di una sorveglianza e di piccole manutenzioni dei campi stessi.
A vigilare in modo rigoroso che non si commettano degli abusi dovrebbe essere il Consiglio di zona. Noi crediamo che muovendoci in questo senso sia possibile interessare sempre
un maggior numero di cittadini alla gestione dei beni pubblici (gli stessi dirigenti della Calvairate sono tutte persone che abitano o che operano in zona), risolvendo anche il problema di come dimostrare alla popolazione un corretto uso delle strutture sportive pubbliche.
Si arriverebbe anche, e scusate se è poco, a non disilludere dei ragazzini desiderosi di fare veramente dello sport e non del forse inutile «tifo» negli stadi.
Si sono conclusi in questi giorni alcuni Tornei di calcio organizzati grazie alla collaborazione del «F.C. Calvairate».
Il 1° Trofeo Angelo Masè riservato alla categoria «Under 20» ha avuto la seguente classifica:
1° A.S. Sangiulianese;
2° A.S. Pejo Lorenteggio;
3° G.S. Rondinella;
4° F.C. Calvairate.
II 6° Trofeo Calvairate riservato alla categoria giovanissimi si è così concluso:
1° C.G. Vigentino;
2° S.S. Ausonia 1931;
3° F.C. Calvairate
4° G.S. Rondinella.
Questi tornei sono stati organizzati a sostegno della Lega Italiana per la lotta contro i Tumori.
Nell'ambito del Festival dell'Avanti svoltosi al Teatro Quartiere, il 17 settembre si è svolto un simpatico Torneo tra i piccolissimi. Le squadre hanno preso il nome di alcuni luoghi della zona. La classifica:
1° Squadra «Corvetto», capitano Ranghetti, allenatore Mauri:
2° Squadra «Cuoco», capitano Canfora, allenatore Moro; 3° Squadra «Molise», capitano Petrillo, allenatore Moro; 4° Squadra «Martini», capitano Truant, allenatore Magnoni.
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Questo articolo potrà apparire noioso, addirittura pedante se volete perché l'argomento in questione è già stato trattato altre volte, ma nonostante tutto è ancora necessario parlarne. Perché?
Voglio invitarvi a compiere la medesima esperienza che ho fatto io. Munitevi di un po' di buona volontà e mettetevi a «scarpinare» per i presunti giardini della nostra beneamata zona 4. Si raccomanda di munirsi di maquete perché potrebbe tornare utile (nella zona compresa fra Via Sigieri e Via Ferrini è assolutamente indispensabile vista la notevole cura con cui sono tenuti quei giardinetti o faremmo meglio a chiamarli foreste?!). Altro posto di pericolosità è l'imbuto che si viene a creare in Via Pistrucci nei pressi di Piazza Imperatore Tito.
Infatti a parte la mancanza di marciapiede dal lato destro della strada, avete mai provato a vedere due 84 che si incrociano in quel punto? Il risultato è un ingorgo pauroso. Ma quale è la causa che provoca tutto questo? È la non ancora completa sistemazione di Piazza Imperatore Tito dopo anni che se ne parla. Ma l'elencazione dei punti dolenti potrebbe continuare ancora, basti pensare a Piazza Martini che secondo le testimonianze di numerosi abitanti è diventata una pista per il motocross e a causa di ciò gli spazi verdi sono ormai in netta minoranza rispetto a quelli marroncini dove la terra fa la sua bella comparsa. La situazione di Piazza Martini è direttamente collegata con quella di Piazza Insubria soprattutto per il fatto che queste due piazze sono diventate dimora di teppisti, fascisti e piccoli delinquenti e in questo discorso potrebbe essere coinvolta anche la Via Ciceri Visconti dei cui giardinetti lo stato di abbandono è quasi totale. È chiaro che la colpa di tutto questo non può essere imputata soltanto al Comune: infatti spettacoli come quelli di panchine devastate,
rifiuti animali sparsi un po' dappertutto sono da imputare ad una cattiva educazione nella quale il sentimento di rispetto verso ciò che è bene collettivo viene completamente trascurato a favore del più bieco egoismo. Forse sarebbe necessario, oltre a campagne di propaganda per la diffusione del civismo, un intervento più esteso della vigilanza urbana che colpisse con multe pesanti i cittadini che si rendono colpevoli di questi atti di puro menefreghismo. Probabilmente per ciò sarebbe opportuna l'istituzione del famoso vigile di quartiere di cui da tanto tempo si parla.
Questo vuole essere il primo di una serie di articoli che tratteranno più specificatamente questo problema e per ciò naturalmente auspichiamo la collaborazione dei lettori e li invitiamo a scriverci su questi argomenti.
Fabio MalgarettiFinalmente il Verde Vivo sta per diventare una realtà ben precisa.
Dopo anni in cui, l'area compresa tra Via M. Cimone, Via Varsavia e Via Bonfadini è stata lasciata cadere in abbandono, diventando una discarica a cielo aperto ed una grossa vergogna per il quartiere, finalmente qualcosa si è mosso.
Nei numeri precedenti del “Dialogo» venne pubblicato il progetto relativo alla nuova sistemazione che comprende nuovi campi di calcio, palla(:anestro, pallavolo ed una siAemazione a verde dell'area.
Nel mese di giugno sono
incominciati i lavori e dopo la sosta dovuta ai mesi estivi in questi giorni sono ripresi, ma... Purtroppo esiste ancora qualche dubbio: osservando il progetto si nota che tutta questa area non è completamente protetta; infatti la recinzione riguarda solo il lato verso Via Varsavia ed una parte verso Via Bonfadini e Via M. Cimone. In conclusione, esiste sì una rete protettiva, ma solo in parte; facendo un paragone, si potrebbe dire che nel costruire le mura di una fortificazione ci si dimenticasse di un lato.
Chiaramente questa area
non è un forte che custodisce chissà quali segreti, ma purtroppo gli impianti preesistenti sono sotto i nostri occhi. Tutti vediamo in che condizioni sono ridotti lasciati senza una protezione.
Ora non si vorrebbe che per risparmiare qualche milione di rete metallica, si spendano poi negli anni a venire cifre ben più considerevoli per riparare la sicura distruzione degli impianti da parte dei soliti vandali.
Per cui è assolutamente necessario che tutta l'area venga recintata a partire dalla punta verso P.za Cuoco.
Su questa superficie sono previsti 180 alberi; è chiaro che su un'area così vasta sicuramente non si noteranno. Sappiamo che la Forestale è disposta a mettere a disposizione gratuitamente molti altri alberi, scelti appositamente dopo aver fatto prelievi di terreno per conoscere quale possa essere la vegetazione adatta.
Sicuramente sarebbe molto positivo organizzare con la collaborazione delle scuole della nostra zona una festa degli alberi; con l'aiuto dei ragazzi si potrebbe mettere a dimora numerose altre piante. Sicuramente tutto ciò andrebbe a vantaggio del nostro quartiere.
Con la collaborazione delle scuole si potrebbero sistemare anche gli orti che sono posti intorno ala cascina Colombè.
In questo modo i ragazzi potrebbero seguire da vicino i vari metodi di coltivazione, ed anche le persone più anziane troverebbero un modo nuovo per occupare il tempo libero.
Pensiamo che nel costruire i campi sportivi ci si è dimenticati degli anziani. Basterebbe costruire a fianco del T.Q. sul lato di Via Bonfadini alcuni campi di bocce; la manutenzione è quasi nulla, e in più potrebbero essere un punto di sicuro ritrovo per lo svago di numerose persone.
Perché proponiamo proprio questa particolare posizione?
Se si osserva il progetto si nota che per tutta l'area a fianco e davanti al T.Q. non esiste alcuna proposta di sistemazione, per cui ci sembra giusto che tutta l'area sia interessata alla sistemazione.
In un'altra parte del giornale parliamo dei problemi della società sportiva Calvairate: senza dubbio bisogna tenere conto anche di questo per l'utilizzo dell'area.
Questi che abbiamo enunciato sono i problemi che ancora sussistono e ci dispiacerebbe, ora che dopo anni di attesa stiamo per veder realizzato un sogno, scoprire che nella attuazione pratica c'è qualcosa che non funziona.
Maurizio RebuttiDalla collaborazione tra la direzione della Biblioteca Calvairate, il suo Comitato provvisorio di gestione, l'Associazione Italiana Cultura e Sport (AICS) ed il Consiglio di zona 4, è scaturita una interessante iniziativa che prevede una serie di dibattiti ed incontri oltre ad una mostra di disegni collegati al problema della droga. Nella presentazione della mostra. che resterà aperta tutti i giorni feriali dal 12 ottobre al 5 novembre (ore 13,30 - 23 sabato sino alle 20) presso il salone della Biblioteca Calvairate in via Ciceri Visconti 1, Giuseppe Brera e Lorenzo Vitalone illustrano i motivi fondamentali dell'iniziativa che si presenta carica di spunti per dibattiti e discussioni, alcuni dei quali sono già stati raccolti dal Comitato di gestione della Biblioteca e dal Consiglio di zona. Infatti i disegni che vengono presentati all'interno della mostra «Creatività ed emarginazione» sono il frutto di una esperienza di arte e terapia compiuta all'interno dell'Ospedale psichiatrico Antonini di Limbiate condotta dal dottor Antonio Marazzini. Tale esperienza partiva dalle considerazioni che la stimolazione della creatività artistica potesse portare la persona ad una riappropriazione della propria indipendenza, della propria autonomia attraverso la verifica della propria capacità creativa di cui i disegni sono l'espressione.
La produzione di questo patrimonio simbolico esce evidentemente da un piano terapeutico per arrivare ad un livello più propriamente culturale: di significati positivi o negativi per lo sviluppo di valori impliciti nella natura umana.
Le opere che vengono presentate sono la produzione di giovani dai 18 ai 30 anni, ricoverati per «tossicomania» nell'ospedale psichiatrico Antonini di Limbiate, nel momento in cui si stavano disintossicando e di altri ricoverati per motivi di natura «psicopatolog ica».
In questo modo forse è possibile rilevare un dissenso costruttivo espresso in simboli dei disegni altrimenti perduti che possa offrire dei momenti di riflessione a chiunque se ne accosti senza pregiudizi.
Questi disegni hanno il valore di offrire una documentazione unica di un modo simbolico espresso da persone emarginate dal contesto sociale; in questo senso si rende possibile un'analisi dei significati, al di là di un valore formale che possa permettere una verifica superando i limiti di dubbie immagini sociali e diagnosi mediche con la fiducia di poter trovare qualche soluzione utile a problemi oggi vissuti da molti.
Si è detto degli spunti che la mostra può dare. Tra gli altri:
Il valore della creatività per l'uomo contemporaneo
L'emarginazione della creatività nella cultura contemporanea Creatività e lavoro
Gli aspetti culturali del
problema della droga
Il valore di esperienza di animazione a fini terapeutici nell'istituzione
Il simbolo come possibile espressione riflessa di problematiche «del male» e co
Programma:
12 ottobre ore 21 Inaugurazione della mostra
14 ottobre ore 16 Proiezione di filmati
Discussione e dibattito con l'intervento di:
ANTONIO MARAZZINI psichiatra
GIUSEPPE BRERA psicologo
LORENZO VITALONE dell'AICS
20 ottobre ore 21 Incontro con don GINO RIGOLDI cappellano dell'Istituto Beccaria
C'ERA UNA VOLTA di Colin Mc Naughton
Nuove Edizioni Romane, Roma (già Armando Armando), pp. 52, lire 4.500. (dai 6 ai 10 anni).
Libro-gioco composto da 50 disegni senza testo, con tanto spazio per inventare un sacco di storie. Le illustrazioni, ricche di stimoli, di situazioni assurde e grottesche, con immagini raffinate e provocatorie, liberano la fantasia e danno spazio all'invenzione del bambino, privilegiandone gli aspetti più immaginifici, comici e surreali. L'adulto può intervenire nel gioco inventivo graduandone le proposte, dalla semplice osservazione alla interpretazione delle illustrazioni con linguaggi diversi (fumetti, teatro, ecc.).
Programma di massima delle manifestazioni del trimestre Ottobre-Dicembre 1978 presso la «Biblioteca CalÇ vairate»
Dal 12 Ottobre «Creatività ed emarginazione» al 5 Novembre Mostra organizzata dall'AICS con dibattiti ed interventi a cura della stessa Associazione organizzatrice e del Consiglio di Zona
16 e 23 Novembre «Di qua dal Lambro»
Conferenza tenuta dal Dr. Giuseppe Gerosa Brichetto sulla storia di Milano
Tra fine Novembre In collaborazione con l'Associazione e metà Dicembre Amici di Brera, ciclo di sei conferenze sul tema «L'Arte contemporanea». Relatore Marco Onorato
4) Dal 9 Novembre al 2 Dicembre Mostra di dipinti di Tullia Maria Rossi
me possibile suggeritore di soluzioni a queste. Importante ora che questi spunti vengano colti dagli enti ed organismi di zona e cittadini e vengano tradotti in iniziative concrete. CONFEZIONI
IMMAGINI DELLA REALTA' di G. Belgrano e B. Munari Danese, Milano, lire 12.500 (dai 3 ai 6 anni).
È un gioco costituito da 40 cartoncini con immagini fotografiche a colori e in bianco e nero e da 12 cartoncini bianchi da disegnare. È il primo livello di gioco della serie «Il Simbolismo»: consente al bambino di costruire ordinamenti logici attraverso il riconoscimento del significato di un gruppo di immagini diverse di uno stesso oggetto. Il passaggio dalla fotografia a colori a quella in bianco e nero, al negativo fotografico, alla parola scritta, facilita al bambino l'apprendimento delle differenze esistenti tra gli oggetti reali e le loro rappresentazioni.
IL TESORO DI METAMAUCO di Gastone Geron Fili Fabbri Editori, Milano, pp. 160, lire 6.000 (dagli 11 ai 15 anni).
I ragazzi di Pellestrina, un'isola della laguna veneta, decidono di andare alla ricerca dei resti dell'antica e misteriosa Metamauco, sommersa da un maremoto nel XII secolo. Quando anche la loro isola rischia di «andare sotto» come Metamauco nell'alluvione del 1966, essi si rendono conto che questa volta le cause del disastro non sono imputabili a fenomeni naturali, ma esclusivamente all'incuria e alla irresponsabilità dell'uomo. Il romanzo ha un'appendicedocumento di Sandro Meccoli, con foto a colori e in bianco e nero, sulle cause dello squilibrio ecologico della laguna veneta e sulle proposte fatte per salvarla dalla distruzione. Rubrica a cura de LA LIBRERIA DEI RAGAZZI Milanovia Tommaso Grossi
CAPPO-r-ri
Dal 15 di questo mese la Nuova Compagnia del Bagatto inizierà le prove del suo nuovo spettacolo, «Anime Semplici». Protagonisti sono due personaggi (le anime semplici del titolo) molto difficili da descrivere in poche righe. Di loro si può dire che sono degli stati d'animo in carne ed ossa. Sono un lato della personalità di coloro che, in molti modi, cercano di incidere nella realtà per trasformarla. Occorre dire che i tentativi di queste anime semplici sfociano facilmente in un fallimento, perché se da una parte si vede un mondo che sembra fatto apposta per ostacolarli, da parte loro si risponde solo con incompetenza e ingenuità. Lo spettacolo si avvale in egual misura di scene teatrali e filmate. E questo un espe-
rimento per cercare di allentare la rigida separazione fra queste due forme di espressione.
Resta da dire che la Nuova Compagnia del Bagatto spera di realizzare il suo nuovo spettacolo qui in zona 4, (si parla del Teatro Quartiere) anche per poter dare la possibilità agli abitanti del quartiere di poter assistere ad alcune prove aperte, ai primi del mese prossimo.
Inoltre, come la scorsa stagione, la Compagnia ha intenzione di effettuare un lavoro di animazione con gli studenti delle scuole medie superiori.
Anche in questa attività saranno abbinati il cinema ed il teatro in base alle esperienze che la Compagnia ha acquisito durante il montaggio dello spettacolo.
Massimiliano SossellaIl Consultorio della zona 4, in Viale Puglie 33, è stato aperto al pubblico il 2 ottobre.
Dopo l'inaugurazione puramente formale del 21 lugllio (quando ancora mancava l'attrezzatura medica e farmaceutica, ed altre cose abbastanza importanti, come ad esempio una porta, e il personale era in procinto di andare in ferie), le aspettative per i primi giorni di settembre erano notevoli. Ma il Comitato di gestione non è riuscito a deliberare nulla finora per mancanza del numero legale alle riunioni. A questo punto è stata chiesta dalla presidente del Comitato una riunione congiunta con il Consiglio di zona, durante la quale è stata decisa la data di apertura che rischiava altrimenti di essere prorogata ancora.
Quei membri del Comitato di gestione che non hanno dimostrato un attivo interesse per la gestione sociale del Consultorio, dovrebbero rendere conto di ciò alle organizzazioni che rappresentano ed eventualmente essere sostituiti. Comunque il fatto più importante oggi è che il Consultorio inizierà la sua attività tra breve.
È stato infatti recentemente fornito della strumentazione medica ed all'organico, formato da 3 ginecologi, 2 assistenti sociali e una psicologa, è stata aggiunta una segretaria; inoltre si attende l'arrivo di un'ostetrica o di un'infermiera.
Anche la pubblicizzazione del servizio (che del resto è già iniziata in luglio attraverso incontri e assemblee con organismi di vario tipo), verrà ulteriormente potenziata soprattutto durante questo primo periodo di attività. Quindi il Consultorio, anche se per ora non è perfettamente adeguato alle
necessità e alle esigenze della popolazione (orario ridotto del personale, mancanza totale del pediatra), è tuttavia in grado di operare efficientemente e in modo conforme alla legge regionale in merito.
Gli operatori sociosanitari del Consultorio durante questi mesi in cui il servizio non era ancora funzionante, si sono riuniti per impostare e organizzare il lavoro futuro.
Essi hanno elaborato un piano di lavoro per l'anno 78/79 che sarà poi presentato e discusso ulteriormente in Comitato di gestione e successivamente ratificato dal Consiglio di zona. Il documento comprende una serie di proposte sulle iniziative e i metodi che saranno adottati all'interno del Consultorio.
I contenuti e gli interventi del Consultorio
Il Consultorio è visto dagli autori del documento come una struttura aperta, all'interno della quale si instaura una reale collaborazione tra utenti ed operatori, indispensabile per condurre l'opera di educazione e prevenzione voluta. L'educazione e l'informazione sarà svolta sia a livello individuale (solo su specifica richiesta dell'utente) sia a livello di gruppo.
Viene privilegiato il gruppo perchè la formazione di gruppi con operatori e utenti sui vari argomenti del Consultorio permettono il confronto delle proprie esperienze con quelle degli altri e l'utilizzazione dell'informazione che il tecnico offre in un rapporto alla pari.
L'educazione e l'informazione saranno rivolte anche al territorio (attraverso collegamenti stretti con fabbriche, scuole
etc.) per superare quelle difficoltà di ordine culturale e politico che impediscono concretamente a larghe fascie di utenza potenziale di entrare nel Consultorio.
I campi di intervento del Consultorio sono quelli previsti dalle leggi nazionale e regionale. Per alcuni di essi gli operatori ritengono opportuno precisare i criteri con cui intendono affrontarli.
Per esempio, per quanto riguarda la contraccezione, l'informazione verrà diffusa anche nelle fabbriche, nelle scuole, nel quartiere. La scelta del metodo contraccettivo verrà attuata attraverso gruppi settimanali, che saranno anche occasione di riflessione sul proprio ruolo e sulla propria sessualità.
Riguardo l'interruzione vo-
lontaria della gravidanza, l'équipe degli operatori intende affrontare il problema in un'ottica di prevenzione. Nella prima fase e cioè durante la certificazione, verranno fornite alla donna informazioni sulla legge, sulle tecniche usate e naturalmente sulla contraccezione; è prevista anche una visita di controllo al Consultorio, qualche tempo dopo l'intervento, che garantirà la continuità di rapporto fra Consultorio, Ospedale e utente.
Anche la gravidanza sarà occasione per approfondire certi temi connessi con essa, come la maternità e la salute della donna. Il servizio garantirà oltre a un controllo sanitario periodico, la possibilità di incontri con i vari operatori e la formazione di gruppi con altre donne che intendano appro-
fondire i temi della maternità, del puerperio e gli aspetti psicologici e sociali connessi. Il Consultorio intende porre particolarmente attenzione alla situazione complessiva della donna gravida, cercando i collegamenti con la realtà che essa vive, per la rilevazione di eventuali rischi psicologici e sociali.
Anche sul tema dell'educazione sessuale è previsto l'intervento individuale, l'intervento di gruppo e l'intervento promozionale, rivolto cioè al territorio (per esempio alle scuole).
Altri temi come i rapporti genitori-figli, i rapporti di coppia, il climaterio, le visite prematrimoniali e preconcezionali, verranno affrontati dal Consultorio con lo stesso metodo, e cioè attraverso la chiarificazione dei problemi, visti anche in rapporto agli aspetti psicologici e sociali che essi assumono e alle realtà in cui si presentano. Fiorella De Marco
Se il nome della Centrale del Latte di Milano è conosciuto come centro di raccolta e lavorazione del latte tra i più moderni ed efficienti in Europa, forse, sulla Centrale del Latte di Milano, molti milanesi non sanno più di tanto.
Questo articolo nasce proprio dalla esigenza di fornire notizie più dettagliate sulla Centrale del Latte di Milano, per far conoscere ai milanesi come si svolge il lavoro di questa grande Azienda, il cui solo scopo è quello di provvedere ad un servizio essenziale per la comunità e di farlo nel migliore dei modi, senza scopi di lucro.
Proprio per tale servizio, dal 1960 la Centrale è entrata nel numero delle Aziende Municipalizzate e ne è il migliore esempio.
Il lavoro della Centrale inizia in campagna, dove, oltre a garantire la sicurezza degli allevamenti da cui proviene il suo latte, offre ai produttori premi di qualità.
Infatti dal 1962 ad oggi sono stati devoluti premi per circa quattro miliardi.
Arrivato alla Centrale, il latte, già indenne e di qualità superiore, viene sottoposto a
circa 1.600 controlli durante tutto il processo di lavorazione.
Una volta pastorizzato, omogeneizzato e confezionato, il latte passa alla distribuzione. Parlando di dati precisi: ogni giorno circa 2.500 q di latte fresco sono distribuiti per le necessità dei milanesi a circa 2.200 punti vendita.
11 lavoro di distribuzione occupa 140 operai che con 65
automezzi dalle 5 del mattino entro mezzogiorno ne garantiscono il rifornimento.
Una parte di questo stesso latte fresco di giornata viene utilizzata per la produzione dei derivati altrettanto garantiti per qualità e genuinità: panna, yogurt, creme pronte, budini.
Ecco la Centrale del Latte di Milano vista un po' più da vicino.
Quanto detto sopra non è che un quadro molto semplificato, se si pensa che il lavoro della Centrale si svolge in una Azienda che attualmente occupa un'area di ben 35.000 m2 e che coinvolge costantemente centinaia di uomini e di macchinari.
L'esperienza positiva del
programmi che permettano l'ambito dello spettacolo dei to come la gente ricerchi nelTeatro Quartiere ha dimostra-
ad ognuno di arricchire la propria cultura. Infatti nella nostra zona non è possibile assistere a spettacoli soddisfacenti da questo punto di vista in quanto i cinema esi-
parte più assurda di questa vicenda è il fatto che molti giornali abbiano valutato positivamente questa esperienza esaltandola e che, anche il TG2 abbia fatto un servizio superficiale e ironico su di essa arrivando persino a fare della pubblicità gratuita all'iniziativa. In questa situazione
purtroppo non possiamo far altro che denunciare questi fatti e lottare affinché il Teatro Quartiere che costituisce nella nostra zona l'unica struttura alternativa continui a funzionare.
F.G.C.I. Circolo Dominichini Via Tommei, 3/4 - Tel.
5 9 8 9 4 6
La prima legge di Equo Canone è finalmente una realtà.
Da quando le prime lotte dei lavoratori portarono sulle piazze la parola d'ordine Equo Canone sono trascorsi 10 anni.
E sempre difficile interpretare i cambiamenti di un Paese, ma riteniamo di non esagerare dicendo che dal 1968 in poi la coscienza popolare è cresciuta sui problemi della casa ed è cresciuta in modo talmente vasto che (con il governo di unità nazionale) le forze politiche hanno riconosciuto la fine di una politica miope, sbagliata, che aveva privilegiato lo spreco, le ingiustizie, i ricatti.
Non esiste lo spazio per fare una cronistoria delle lotte, delle battaglie che gli inquilini hanno compiuto per arrivare alla conquista di questa legge. Non vogliamo però nemmeno spiegare in poche parole una legge che è già complicata e che non può essere in nessun modo ridotta a qualche calcolo di metro quadro.
Il Dialogo ci consente uno spazio di illustrazione della legge perché tutti i cittadini, siano essi inquilini o proprietari, conoscano i loro diritti ed i loro doveri.
Questa legge regolamenta gli affitti ed i contratti di tutte le case private che vengono usate per abitazione o per altri usi (commercio, ufficio, ecc.), sono escluse da questa legge quindi, solo le case dello I.A.C.P., del Comune e delle Cooperative (che sono soggette ad un diverso regime di affitti).
In questo primo numero parleremo dei contratti; vediamo che cosa dice la nuova legge:
1°) contratto ad uso abitazione
La legge 392 stabilisce che ci sono dei principi fondamentali che devono essere rispettati e che valgono anche se nel contratto è scritto il contrario. Questo significa che tutti i contratti stipulati fino al 30 Luglio 1978 devono essere cambiati perché non sono in regola con la nuova legge. La 392 impone (art. 12) un nuovo contratto tra inquilino e proprietà (questo nuovo contratto si sta studiando tra il SUNIA e l'UPPI). Non bisogna firmare alcun contratto dopo il 1° Agosto '78 senza consultare i Sindacati degli Inquilini, perché bisogna fare molta attenzione a tutte le clausole del nuovo contratto.
La nuova legge sui contratti e sugli affitti (L. 392). stenti proiettano films qualitativamente scadenti. Il motivo principale per cui i gestori delle sale cinematografiche si rifiutano di diffondere pellicole culturalmente accettabili è l'illusione di un facile guadagno ottenuto con la «merce che si vende più facilmente» senza un minimo di interesse per quelle che sono le esigenze della zona. L'esempio più negativo di questo fenomeno è il cinema Embassy, di Via Faa di Bruno che da un po' di tempo proietta esclusivamente pellicole pornografiche che offendono la donna riproponendola ancora una volta come un oggetto. Visto però, che anche questo tentativo di incentivare i guadagni non è sufficiente, si ricorre, come è successo per il suddetto cinema, alla creazione di un club privato. Gli iscritti a questo club, dopo aver pagato una tessera di Lit. 100.000, possono vedere una serie di films pornografici girati dal vero; sembra infatti che i normali films pornografici non fossero sufficienti per eccitare la fantasia dei signori spettatori [i frequentatori abituali sono esclusivamente uomini]. La
2') La durata del contratto ad uso abitazione.
La durata è diversa secondo il tempo in cui sono stati stipulati.
I contratti stipulati dopo il 1° Agosto 1978 devono avere una durata minima di quattro anni. Il contratto si rinnova per almeno altri quattro anni, automaticamente, se una delle parti non lo disdetta almeno sei mesi prima della scadenza. Ciò vale anche per ogni scadenza successiva.
Solo appartamenti che sono usati per natura transitoria (ad esempio per villeggiatura) possono avere una durata inferiore ai quattro anni.
I contratti stipulati prima del 31 Luglio 1978 (praticamente tutti) sono divisi per legge in due categorie: per i contratti in cui gli inquilini non superano gli otto milioni di reddito nel 1977
Questi contratti hanno una durata più lunga, perché i quattro anni si calcolano in questo modo:
dall'1.1.1979, per i contratti stipulati prima del 31.12.1952 dall'1.7.1979, per i contratti stipulati dall'1.1.1953 al 7.2.63 dall'1.1.1980, per i contratti stipulati dopo il 7.11.1963.
(Se un contratto ha subìto aumenti illegali, la data di stipulazione è quella dell'aumento - art. 58).
per i contratti in cui gli inquilini superano gli otto milioni di reddito nel 1977
Questi contratti hanno una durata di quattro anni, ma a partire dall'ultimo rinnovo (ad esempio: se un contratto è stato rinnovato il 1° Gennaio 1978 dai quattro anni si toglie il periodo che va dal 1° Gennaio al 31 Luglio - quindi otto mesi).
Hanno la stessa durata anche quei contratti che sono stati disdettati e quei contratti che sono in causa per finita locazione (art. 65).
3°) Cessazione anticipata (Casi in cui il contratto può essere disdettato prima della scadenza)
L'inquilino può disdettare il contratto in qualunque momento, durante i quattro anni se ci sono gravi motivi.
Inquilino e proprietario possono, però, nel contratto, prevedere che l'inquilino possa lasciare l'alloggio in qualsiasi momento, anche se non ricorrono i gravi motivi.
In tutti i casi l'inquilino deve disdettarlo almeno sei mesi prima. Se invece la disdetta è chiesta dal proprietario va fatta una ulteriore distinzione: per i contratti stipulati dopo la legge e già in corso, ma non bloccati quindi riguardanti redditi oltre gli otto milioni; contratti in corso soggetti a proroga (redditi inferiori agli otto milioni). Il proprietario può disdettare il contratto prima della scadenza dando un preavviso di sei mesi, ma soltanto per motivi ben precisi che sono previsti dalla legge (necessità della proprietà, offerta di un altro alloggio, inquilino che non abita continuamente nell'alloggio, ecc.).
È necessario quindi che gli inquilini conoscano molto bene qual'è il loro tipo di contratto e che di fronte a questi due tipi di disdetta verifichino la reale necessità del proprietario.
È importante che gli inquilini ed i proprietari si rivolgano alle loro Organizzazioni prima di ricorrere alla Magistratura (il ruolo dei magistrati lo vedremo in un prossimo articolo).
(Nel prossimo numero parleremo dei contratti a diverso uso — artigiani, commercianti, uffici ecc. —) p. il S.U.N.I.A. Paolo Serra
Dopo l'interruzione dell'attività nel mese di agosto, il Coordinamento Donne della zona 4 ha ripreso ad incontrarsi.
Nella prima riunione abbiamo deciso di continuare a confrontarci su quello che è stato il tema principale di tutto il nostro lavoro e cioè la salute della donna.
Per questo motivo la nostra attività, finora rivolta all'apertura del Consultorio continuerà, ora che questo è finalmente aperto, nell'intervento attivo all'interno di esso, sui suoi contenuti e sul suo modo di operare.
In particolare in questo momento stiamo discutendo la situazione dell'aborto a Milano sia in rapporto agli ospedali sia in rapporto a come secondo noi il Consultorio dovrebbe muoversi su questo tema.
Come tutte sappiamo, la situazione dell'aborto oggi a Milano è molto grave: quasi tutti gli ospedali hanno chiuso le liste di prenotazione fino al 15 ottobre e inoltre il personale medico e i posti letto sono gravemente insufficienti. A proposito di ciò avevamo proposto in luglio un centro di informazione sugli spazi che la legge offre alle donne che devono abortire.
Ma dopo il notevole peggioramento della situazione e dato che si è costituito un coordinamento cittadino di donne sul problema dell'aborto, le nostre iniziative vanno riviste e riorganizzate.
Questo vorremmo farlo anche insieme alle altre donne del quartiere.
Il Coordinamento Donne zona 4 si riunisce ogni giovedì alle ore 21 nel Centro Sociale di viale Molise al 5, scala E. Coordinamento Donne zona 4
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Gli abbonamenti-sottoscrizione, fatti giungere quest'anno dai nostri lettori e da alcuni organismi di zona, hanno raggiunto e superato i cinque milioni. È la prima volta che questo avviene.
Per la redazione è un motivo di incoraggiamento in più e la dimostrazione che la popolazione della zona crede nel suo giornale.
L'impegno è fare di più e meglio ampliando (h Dialogo esce ormai quasi sempre a 12 pagine) l'informazione e la diffusione. Pubblichiamo di seguito l'elenco delle ultime sottoscrizioni giunte al giornale.
L. 50.000:
Cooperativa Facchini Ortomercato.
L. 25.000:
Pracchi Eda.
L. 20.000:
N.N.
L. 10.000:
PSDI sez. Molise; Riva C.; Orefice G.A.
L. 5.000:
Fiordalisi; Finotto; Loverso A.; Piemontese E.; N.N.; Losi A.; Q.A.; Mollica
A.; Romanò R.
L. 3.600:
Giudici J.
L. 3.000:
Mantega.
L. 2.000:
N.N.; Guarnieri E.; Porcù; Maltoni P.; Ricci E.; Dalla Venezia R.; Bianchetti
R.; Arsani G.C.; Mangiarotti P.; Lonedo; Banfi A.; Ceretti R.; Venturelli G.; Tarantola; Saccomarro C.
L. 1.000: Carbone; N N;AS L. 500:
Corsi
Milano - Via Sismondi 34 Tel 723965
Dopo la consueta pausa produttiva di agosto, si è ripreso a lavorare, ma non tutti possono avere garanzie per la stabilità occupazionale tant'è vero che nella sola Milano sono circa 20.000 i dipendenti in cassa integrazione.
Restringendo i problemi alla nostra zona, I'A.M.S.C.O., la Lagomarsino e la GottardoRuffoni sono in lotta per l'occupazione e la mobilità.
A.M.S.C.O.: Si è dimesso pochi giorni fa dai vertici dell'azienda che fa parte del ramo metalmeccanico il consiglio d'amministrazione instauratosi poco più di un anno fa. Come prima conseguenza quindi si prevede il licenziamento di tutti i 268 dipendenti occupati nella fabbrica.
In base a questa previsione
i lavoratori, Venerdì 15 Settembre, hanno occupato la fabbrica, ottenendo così il pagamento degli stipendi arretrati. E poco probabile comunque che la fabbrica pos-
sa riaprire i battenti in futuro dal momento che il dimesso consiglio d'amministrazione non ha rinnovato gli impegni di produzione né ha fatto programmi d'investimento.
Dall'ultima volta che avevamo trattato della nota fabbrica di macchine per calcolo la situazione è parzialmente peggiorata. Il 21 settembre è scaduta la cassa integrazione, ne consegue il pericolo dell'invio delle lettere di licenziamento ai 500 lavoratori rimasti. Per inciso il numero dei lavoratori occupati nella fabbrica all'inizio della vertenza era circa di 1.400 unità; non si può certo dire che le lotte di questi due anni ab-
Siamo venuti a conoscenza di un servizio di lenti a contatto, rigide, che si effettua all'Istituto Oftalmico, al prezzo politico di L. 50.000 (la coppia).
Ci siamo resi conto che questo servizio è sconosciuto, o quasi, alla gente, mentre l'importanza del servizio andrebbe maggiormente pubblicizzata da parte degli organi competenti.
Gli interessati all'applicazione delle lenti a contatto dovranno recarsi il mercoledì mattina all'Istituto Oftalmico, via Castelfidardo 15, ore 9,00.
Collettivo DP Zona 4
biano giovato molto alla situazione occupazionale. Ma se la Lagomarsino rischia il fallimento è forse perché il mercato dell'informatica è in crisi?
Senz'altro no, visti i buoni affari che conduce in questo settore l'Olivetti e le multinazionali come la Philips.
Il risultato di questa crisi è da ricercare piuttosto nella cattiva gestione della fabbrica. Negli ultimi anni infatti, si producevano modelli di macchine inadeguati alle ultime innovazioni tecnologiche e quindi non concorrenziali, basti pensare che ormai la Lagomarsino aveva un ruolo gregario di produzione rispetto all'Olivetti. È chiaro quindi che i Lagomarsino hanno voluto liquidare il settore produttivo dell'azienda per concentrare i capitali nel settore commerciale, più redditizio. Messi alle strette da questa operazione di speculazione i lavoratori si sono messi in contatto con i sindacati e con ministeri, senza ottenere finora risultati apprezzabili e verificabili se non quello dello smantellamento della fabbrica. In particolare era stato chiesto ai ministeri del Lavoro, Bilancio, Industria e Tesoro che facessero da intermediari per il rilevamento della fabbrica da parte di privati; l'acquirente avrebbe goduto di uno stanziamento statale di 7 miliardi, sommando questa voce alle buone possibilità che offre attualmente il settore, l'acquisto della Lagomarsino si poteva rilevare un ottimo affare per qualsiasi privato. Purtroppo nessuno si è fatto avanti e l'unica cosa che sono riusciti a ottenere i lavoratori dopo l'ultimo incontro tenuto a Roma con i suddetti ministeri è stata quella di bloccare l'invio delle lettere di licenziamento previste per il mese di ottobre; per quanto riguarda la cassa integrazione non sono state concesse proroghe anche se il ministero del Lavoro dovrà tener conto dell'alto numero di lavoratori che in Milano si trovano nelle stesse condizioni di quelli della Lagomarsino.
Oltre a questo nei prossimi giorni il consiglio di fabbrica congiuntamente alla F.L.M. prenderà contatti con le federazioni milanesi dei partiti per cercare un confronto diretto con l'Assolombarda per il problema della mobilità.
Esiste infatti tramite la mobilità la possibilità di trasferire lavoratori attualmente disoccupati in fabbriche che ne facciano richiesta, con contratti collettivi, sempre che l'associazione degli imprenditori abbandoni la posizione di blocco delle assunzioni.
Egregio Direttore, il Comitato Elettori Liberali Zona 4 prese a suo tempo posizione contro la Legge 513 sull'edilizia residenziale pubblica con un articolo pubblicato sul Suo periodico. Denunciavamo all'opinione pubblica che la nuova Legge aboliva il principio del riscatto delle case popolari da parte dei lavoratori che vi abitano, aumentava di molto il prezzo di acquisto degli alloggi per i quali era stato in precedenza chiesto il riscatto e poneva l'obbligo di confermare entro un termine assai breve la domanda di riscatto già presentata, pena la perdita del diritto.
Così facendo la Legge 513 violava i diritti acquisiti di coloro che avevano da tempo chiesto di riscattare i propri alloggi obbligandoli a pagare un prezzo più elevato. Si noti che solo l'incuria e la negligenza dell'IACP avevano impedito che i richiedenti ottenessero il trasferimento della proprietà.
Il P.L.I. promosse subito una raccolta di firme per una proposta di Legge di iniziativa popolare diretta a riaffermare il diritto di riscatto degli alloggi e il rispetto dei diritti già acquisiti.
Siamo lieti di comunicare che, anche a seguito delle iniziative Liberali, il Parlamento ha varato una recente Legge n. 457 del 5/8/1978 la quale tra l'altro: riapre i termini fino al 31 Ottobre 1 78 per la conferma delle domande di riscatto presentate prima del 17/8/77; (infatti molti si erano dimenticati di confermare la domanda di riscatto);
pur riaffermando il prezzo nel valore venale fissa abbattimenti (1,5% per ogni anno di effettiva occupazione) e nuove detrazioni che di fatto riducono il prezzo di riscatto; fissa facilitazioni di pagamento diminuendo la quota in contanti da versarsi subito.
Il P.L.I., dopo tale parziale successo, proseguirà anche in zona la raccolta delle firme per il progetto di Legge sopra ricordato per una completa tutela dei diritti già acquisiti e per l'affermazione del principio del riscatto in proprietà come espressione dell'art. 47 della Costituzione che dice: «La Repubblica favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione».
Comitato Elettori Liberali Zona 4 (COM.E.L. 4)
Continuano a giungere in redazione lettere relative a problemi della zona non firmate, oppure con l'indicazione «un gruppo di cittadini», «le mamme di P.zza Insubria», «un pensionato», ecc. Informiamo i lettori che le lettere prive di firma (nome, cognome ed indirizzo) non possono essere pubblicate.
E questa una linea che la redazione de II Dialogo ha seguito da sempre.
Qualora non si desideri che la propria firma appaia sul giornale lo si può espressamente chiedere nella lettera e la firma sarà sostituita con «lettera firmata»: è la redazione che garantisce i propri lettori che quanto viene riportato non è anonimo.
Le lettere vanno inviate a «Il Dialogo» - Viale Molise, 5 - 20137 Milano.
Periodico della zona 4 Vittoria - Romana - Molise
Viale Molise 5 20137 Milano
Telefono 5 460 880
c/c Postate 57644205
EDITRICE dialogo - Informazione e cultura
Nei giorni 15-16-17 Settembre scorso il Partito Socialista Italiano ha organizzato il Festival dell'Avanti! della Zona 4, promosso dalle Sezioni PSI Morandi e Faravelli. Alla chiusura delle manifestazioni sono stati estratti i numeri della lotteria abbinati a 11 premi. I nume
I premi che non sono stati ritirati sono a disposizione dei vincitori presso la Sezione Morandi in viale Molise 47, tutti i Martedì dalle ore 21 alle ore 24 e tutte le Domeniche mattina dalle ore 10 alle ore 12.
Il servizio d'ordine ha trovato una catenina d'oro e un accendisigari. Chi li ha smarriti può passare a ritirarli presso la Sezione.
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ZONA 16 I NOVIELLO - viale FamegJsta, 2
ZONA 19 MICHELE LAURITA - piazza 6 Febbraio
Il Partito Socialista Italiano ringrazia la cittadinanza per la massiccia partecipazione e per la cordialità ed attenzione dimostrate nelle varie manifestazioni che si sono susseguite durante la festa popolare.
Un ringraziamento particolare a tutti i compagni e simpatizzanti che con il loro aiuto hanno permesso la buona riuscita del Festival. La Segreteria della Sezione Morandi