Milano 19(5)

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Quanto è avvenuto nel mese di agosto e ancora prima nel mese di luglio nel Centro Comunitario di Lampugnano deve far riflettere tutti i cittadini della nostra Zona e non solo perchè per la terza volta è stata presa di mira la Sezione "Luglio '60" del P.C.I. ma anche perchè questo è l'ennesimo atto di violenza che si verifica nei nostri quartieri.

Auto bruciate, auto danneggiate, aggressioni a persone isolate, incomposte e ingiustificate manifestazioni di intolleranza, furti e devastazioni, tutto concorre a creare quel clima di tensione e di insofferenza che spinge il comune cittadino a domandarsi che cosa sta succedendo.

E' facile poi per qualcuno fare dei paragoni gratuiti con la Chicagc degli anni trenta, che trovano nel cittadino esasperato una pericolosa accoglienza. No, non siamo nella Chicago degli anni trenta, siamo nella Milano degli anni settanta, una Milano cresciuta come l'hanno voluta gli speculatori, una Milano che ha emarginato i lavoratori nei ghetti della periferia estirpandoli dal tessuto sociale nel quale erano radicati, li ha trattati da figliastri e li fa vivere dove non esistono strutture dove svolgere una sana vita associativa.

Prime vittime i giovani, ma non solo loro, tutti, le donne, i bambini, i pensionati insomma tutti i cittadini

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ne soffrono. La crisi, la disoccupazione, l'incertezza nel domani si sommano ai guasti provocati dalla pubblicità ad un mondo consumista e ad un modello di vita sempre più difficilmente raggiungibile con le insoddisfazioni che ne derivano, e allora ecco la droga, i furti, le rapine in una tragica catena di S. Antonio.

D'altra parte come fidarsi dello Stato dalle cui prigioni è più facile uscirne che entrare?

Il cittadino non si fida più ed anche il più sereno si domanda perchè arrischiare qualche colpo di pistola per fare il giurato quando eminenti uomini di cultura ostentano "il coraggio di avere paura", perchè pagare le tasse quando si scopre che Commandatori e Cavalieri del Lavoro, anche di nomina recente, non hanno mai pagato il dovuto.

In questa situazione è facile scambiare per rivoluzionaria una qualsiasi manifestazione corporativa: dal rifiuto a pagare il canone sociale, all'opposizione alla costruzione della casa albergo per studenti, dalla contestazione alle nuove tariffe della refezione scolastica a quella alle nuove tariffe tramviarie.

E allora che fare?

Già la Giunta ha cercato di mettere ordine, di fare pulizia di certo malcostume, il nuovo Piano Regolatore è (segue in seconda)

Il distretto scolastico

Partecipare per avere partecipazione

Il nuovo regolamento dei Consigli di Zona rende possibile una ulteriore crescita della democrazia a patto che i cittadini diano il loro contributo alla gestione della cosa pubblica.

E' in discussione, nella nostra città, il nuovo regolamento per i Consigli di Zona che, attraverso i vari articoli, ne dovrebbe concretare nella realtà le funzioni.

Da parte dei vari partiti vi sono state prese di posizione sia attraverso osservazioni tendenti a dare maggiore incisività al ruolo dei Consigli di Zona sia attraverso critiche strumentali della D.C. e della destra che lamentano una pretesa restrinzione dei poteri e della partecipazione dei cittadini. L'aggettivo strumentale è giustificato ove si pensi che proprio la D.C. ha sempre boicottato i Consigli di Zona ed avendoli subiti ha manovrato a livello di Giunta per svilirne ed annullarne la funzione agli occhi dei cittadini.

Anche in questa politica vanno ricercate le ragioni del risultato elettorale del 15 giugno 1975 che ha permesso alle forze di sinistra di accedere alla guida della Città.

Per risolvere alcune situazioni difficili (casa, trasporti, servizi sociali) era necessario adottare il nuovo Piano Regolatore Generale in sostituzione di quello del 1953 ma per far questo era necessaria una analisi accurata e dettagliata della situazione cittadina e di questo compito la nuova Giunta investì i Consigli di Zona con l'incarico di "fotogra-

fare" la situazione della zona di competenza e di intervenire con proposte di modifica laddove si notavano contraddizioni. Ciò ha dato modo ai Consigli di Zona di compiere un vero salto di qualità passando dalla fase di svolgimento di semplici funzioni burocratiche e di appoggio alla linea della giunta alla fase di coinvolgimento di strati sempre più larghi di cittadini la cui partecipazione assicurai contributi necessari al profondo rinnovamento della città e della società in generale. Ed è sui modo di intendere la Partecipazione che vorrei soffermarmi un attimo. Si è ormai consapevoli (le sinistre lo sono sempre state) che per sconfiggere tentativi eversi, per sviluppare e consolidare la nostra democrazia è indispensabile la reale partecipazione dei cittadini, è necessario quindi sviluppare un processo di ristrutturazione dell'apparato burocratico amministrativo su cui si è sempre basata la gestione clientelare e corporativa di questa società ed in questo contesto bisogna riconoscere il giusto ruolo delle Regioni con il reale trasferimento di poteri dallo Stato agli enti locali (la ormai famosa legge 382 va in questa direzione).

Il decentramento deve diventare il punto di partenza per rea-

lizzare la vera partecipazione popolare alle scelte di quartiere. di città, del Paese.

Partecipazione dunque non come sistema per avere il consenso su questa o quella scelta della Giunta ma come strada per costruire e, se necessario, imporre le scelte per una Società più giusta.

In tutto ciò bisogna impegnarsi in modo continuo e serio anche per dare una visione concreta sul come s'intende cambiare questa Società.

Coloro che si sono prestati ad assumere responsabilità nel Consiglio di Zona devono essere consapevoli che il loro modo d'agire ha dei riflessi positivi o negativi sulla più o meno larga partecipazione dei cittadini; e a questo punto diventa lecita la domanda a quei Consiglieri di Zona che erano assenti ingiustificati dalle riunioni del Consiglio del 8 e 18 luglio: quale impressione può aver fatto al singolo cittadino questa loro assenza ad un dibattito che riguardava lo sviluppo della città e quindi di interesse collettivo?

Per la cronaca la prima sera erano presenti: 4 Consiglieri del P.C.I., 1 indipendente di sinistra. 1 Consigliere della D.C.; la seconda sera: ancora 4 Consiglieri (segue in seconda)

Sommario pag. 3 Un quartiere al mese: San Siro pag. 4 Il mondo della scuola pag. 5 Elenco medici della zona 19
LA VIOLENZA NELLA ZONA
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Piantina della zona 19
ANNO I - N. 6 - SETTEMBRE 1977 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA i L. 300

segue dalla prima che fare

stato varato, si sta dando il via al Piano Pluriennale di attuazione, a livello cittadino le forze Politiche Democratiche presenti nel Comitato Unitario Antifascista per la difesa dell'Ordine Repubblicano hanno dato vita a una serie di manifestazioni.

Ma qui, nei nostri quartieri, cosa si fa?

Forse è venuto il momento che tutte le forze politiche, le associazioni e gli organismi religiosi, sociali, sportivi, ricreativi, sindacali, scolastici ed anche i singoli cittadini che da questi organismi non si sentono rap-

Cronache familiari

presentati, si trovino intorno ad un tavolo, riprendano una non lontana, positiva esperienza e diano vita a rinnovati Consigli di quartiere che in collaborazione con il Consiglio di Zona favoriscano la partecipazione dei cittadini alla vita democratica della città in tutti i suoi aspetti, politici amministrativi, culturali, ricreativi. Da parte nostra mettiamo a disposizione questo foglio per quella che riteniamo essere una nobile battaglia per salvare il vivere democratico in questa nostra Milano degli anni 70.

partecipazione

del P.C.I., 1 Consigliere indipendente di sinistra, 1 Consigliere della D.C., il Vice presidente (P.R.I.) e il Presidente (P.S.I.)

Ora c'è da domandarsi, come si può sostenere di essere per la più ampia partecipazione quando ci si comporta in questo modo?

Oggi tutte le forze politiche e sociali si esprimono per la più ampia partecipazione. Anche la D.C. che per 30 anni ha ostaco: lato questa necessità fondamentale, oggi, che è all'opposizione, la rivendica come principio.

Si può capire la visione strumentale di tale Partito ma proprio non si riesce a comprendere l'atteggiamento di quelle forze che si dicono portatrici di un rinnovamento della Società.

Riteniamo sia necessario impegnarsi per garantire una sempre più ampia partecipazione dei cittadini tramite gli organismi democratici per attuare la gestione della cosa publica con un rapporto diverso tra Ente Locale e cittadini.

E' necessario dare più importanza alla funzione ed al ruolo delle Commissioni del Consiglio di Zona (alcune sono mesi che non si riuniscono) che debbono operare in modo da allargare il dibattito sui problemi specifici al più grande numero dei cittadini evitando così il pericolo che si facciano dibattiti tra addetti ai lavori.

La democrazia non sarà una parola vana se si allargheranno sempre più le possibilità di poterla gestire.

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Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 40 anni casalinga; mia figlia 19 anni prossima universitaria; mio figlio 13 anni 3a scuola media; io, 42 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.

Ormai la pioggia e il vento ci separano dalle vacanze, ma le vacanze ci sono state. Anche noi, dopo le famose discussioni di cui parlavo in precedenti "Cronache", siamo finiti d'agosto al mare. E anche noi siamo stati coinvolti in lunghi e appassionati dibattiti sul "monokini".

Non tutti, però perchè la figlia matura (nel senso di presa della maturità scientifica) se ne è andata con gli amici a campeggiare in Grecia e quindi fisicamente impedita a prender parte ai nostri dibattiti familiari. Si, perchè anche dalle nostre parti sono apparse sulla spiaggia, sciolte e a gruppi, giovani virgulti femminili con i seni al vento.

"Papà, guarda un po' quelle, senza gasarti però" mi avverte il figlio per solidarietà maschilista. Si trattava di due esemplari con tutte le misure a posto, almeno ad occhio e petto nudo.

"Bella forza, alla loro età, mettersi in mostra. Vorrei vedere se avessero vent'anni di più e qualche parto alle spalle (si fa per dire, naturalmente)" è stato il primo intervento di mia moglie, che subito dopo aggiunge: "Naturalmente a voi uomini sta bene che le cose vadano così".

Non ho ancora preso la parola in merito, forse però deb-

bo farlo: "Beh, che c'è di male: una volta si andava al mare tutti vestiti, poi col costume intero, poi il bikini e adesso in fondo è solo registrare tempi diversi, più liberi, più moderni..."

"Come volevasi dimostrare — mia moglie ha acceso una sigaretta e fuma nervosamente — a te va bene questa libertà: e se anch'io mi mettessi in monokini, ti andrebbe bene? In fondo non avrei anch'io diritto di prendere l'abbronzatura totale al busto?"

"Mamma — interviene il giovane di famiglia — credo proprio che non sarebbe la stessa cosa. Ma in fondo cosa fanno di male quelle due: basta fregarsene..."

Secondo me ha ragione lui, ma la metà a tutti gli effetti (cominciare dai beni compresi) non si arresta: "Secondo me è solo esibizione, non desiderio di più natura. Senno potrebbero andare in qualche posto solo per nudisti e togliersi tutto. Eggià, non sarebbe più "monokini", ma "senza-kini".

Devo dire che sono rimasto perplesso pure io: che l'emancipazione femminile e i diritti delle donne si debbano proprio misurare in millimetri quadrati di pelle esposta? A pensarci bene queste fanciulle degne delle copertine del rotocalco a colori, forse non stan-

no combattendo una battaglia per la libertà o per i diritti civili. Gli piace essere libere di fare quello che gli pare e di farsi notare, forse anche di vincere una battaglia contro loro stesse, la loro timidezza, la loro sottomissione e cento altre cose e persone. E allora ecco/e qui ad inalberare il "monokini" come una bandiera di libertà e di indipendenza. Forse però l'errore è di dare troppa importanza a queste faccende: giornali, televisione, questurini, tutti hanno lavorato invece per farne un problema nazionale. Nel mentre un criminale di guerra fuggiva tutto vestito.

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UN QUARTIERE AL MESE San Siro

da borgo di ortolani a quartiere metà popolare, metà residenziale

Parte prima

Siamo a San Siro, non già per una cronaca sportiva, come molti forse potrebbero credere, ma alla ricerca di quanto resta di un vecchio borgo, di un piccolo agglomerato di case coloniche che sorgeva pressapoco nella zona di piazzale Lotto, attorniato da campi coltivati ad ortaggi, ma con una certa specializzazione e suddivisione delle colture. Da una parte c'erano i "scigólat, i coltivatori di cipolle, dall'altra i coltivatori di rape ed in particolare di Boujoch bianch, una varietà dalla forma allungata, che, stando ai vecchi abitanti di qui, aveva particolari qualità diuretiche e, preparata secondo un'antica ricetta locale, era particolarmente squisita. Ma a questo proposito sarebbe interessante sapere quanto ad arricchirne il sapore contribuisse il condimento della farne, che a quei tempi aveva dimora stabile negli stomaci della popolazione povera di questa come di altre borgate contadine.

Più lontana, solitaria in mezzo ai campi, si scorgeva la Brusada, la grande cascina i cui resti oggi sembravano difendersi disperatamente dalla soffocante stretta del cemento, che ormai la circonda da ogni lato.

Una chiesa tagliata a metà

Se della Brusada non è rimasta che una parte soltanto, non diversa sorte ha subito la piccola chiesa, un tempo oratorio dei frati benedettini, dedicata a San Siro, costruita nel dodicesimo secolo, nella cui parte ancora esistente si possono ammirare l'abside, dipinta da un artista ignoto nel 1468, sovrastante di-

pinti più antichi, con a lato un affresco rifatto nel 1522, mentre in un muro è incastonato, quale acquasantiera, un mezzo coperchio rovesciato di un vecchio sarcofago paleocristiano.

Nel 1600 la nave della chiesa venne dimezzata ed incorporata in una casa colonica, sulle cui fondamenta nel 1920 Temistocle Fossati, proprietario del luogo, fece costruire da Alfonso Zacchi, architetto del Duomo di Milano, la villa pseudorinascimentale ancor oggi esistente, divenuta purtroppo famosa 24 anni dopo, durante l'occupazzione nazista, allorchè i milanesi, prendendo a prestito il titolo di una canzone allora in voga, la ribattezzarono "Villa Triste" per le feroci torture cui erano sottoposti, tra le sue mura, i partigiani catturati dalla famigerata banda nazifascista Koch.

Ma tanta ferocia non riuscì a fiaccare l'anelito di libertà che animava gli abitanti di San Siro, i quali, malgrado la presenza fisica dei torturatori nel loro quartiere, non esitarono neppure un istante a portare avanti con impegno la lotta di liberazione accrescendo la rabbia impontente dei banditi fascisti, che chissà quanto avrebbero pagato per catturare, ad esempio, chi nottetempo percorreva queste strade scrivendo sui muri slogan ed incitamenti alla lotta antifascista.

D'altra parte questo vecchio borgo non era nuovo alla clandestinà. Proprio nell'oratorio di San Siro, nel 1821, si tenne un convegno segreto di carbonari, come ricorda in un suo libro uno dei cospiratori, Federico Gonfalonieri, la cui famiglia aveva da queste parti delle proprietà ed

una villa che ancora oggi fa bella mostra di se, con gli scudi araldici incastonati nei muri e con la sua torretta merlata, così come merlato è il muretto che recinge il suo giardino, a poca distanza da Villa Triste.

L'Olona dio pagano d'umore mutevole

Ma, a differenza della guerra di liberazione dei 1943-45, le cospirazioni carbonare erano cose che riguardavano più gli aristocratici ed i borghesi che non i buoni ortolani che vivevano nelle cascine, preoccupati principalmente dell'andamento delle acque che irrigavano i loro campi ed in primo luogo degli umori dell'Olona, che allora era ancora ben lungi dall'aspirare a conseguire il poco ambito primato dl fiume più inquinato d'Italia ed era una vera ricchezza per queste terre. I contadini di qui, con quel po' di paganesimo rimasto nel cuore della gente semplice, lo consideravano quasi una divinità benefica, le cui acque favorivano la crescita delle verdure, servivano a fare il bucato ed erano ricche di pesci con cui variare di tanto in tanto i miseri pasti, che allora erano prevalentemente a base di vegetali. E non sembrava poi neppure tanto assurdo se, come tutti gli dei pagani, anche questo fiume chiedesse talvolta qualche sacrificio, strappando dalle sue rive qualche bambino intento a raccogliere le more o travolgendo, con le sue piene improvvise, uomini, animali e cose.

Particolarmente violenta dovette essere la grande piena del 1913 che spazzò via il ponte di San Siro, invase gli orti ed i piani terreni delle case, costringendo gli abitanti a rifugiarsi nei piani superiori o sui tetti, e trascinò con se carretti, cassette e quanto altro potesse galleggiare fino ad un altro ponte, un paio di chilometri più a valle, dove qualche giorno dopo, passata la buriana, la gente di qui potè andare a recuperare quanto restava delle sue povere cose. Impossibile invece stabilire quante furono le vittime, in quanto il loro numero varia, nella memoria di chi ha vissuto quei giorni, secondo la fantasia di ciascuno.

La caccia alla goccia

A parte le piene le giornate trascorrevano monotone. Il lavoro nei campi, la sera all'osteria, o, specie d'inverno, nel caldo delle stalle a raccontarsi lunghe storie fantastiche. Fu proprio in una di queste notti, quando ormai l'inverno stava per terminare. che, dal silenzio che le circondava, d'improvviso giunse alle stalle il rumore come di un forte colpo d'accetta, poi un altro, un altro ancora e via via altri ancora sempre più forti, mentre sempre più profondo si faceva il silenzio degli uomini zittiti dalla paura.

Ad un tratto un grido "Stanno rubando al Testun!"

Gli uomini si rianimarono. Si armarono di accette, di forche, di bastoni e via nella notte nel bosco del Testun alla ricerca dei ladri. Nel buio il rumore sempre

più forte li guidava e finalmente ... ecco il reo. Da una grossa pianta di noce la neve sciogliendosi faceva cadere le goccie d'acqua su una lamiera, provocando un rumore come d'accetta. Chissà per quali canali la notizia si sparse in giro, fatto sta che da allora gli abitanti dei borghi vicini riferendosi a quelli di San Siro dicevano "Córr e ctirr in andà a masà la gótta" (corri e corri sono andati ad ammazzare la goccia).

Bambini, cavalli e mercanti

Ma la goccia al naso la dovevano avere anche i bambinetti di qui quando d'inverno uscivano dal letto alle quattro di mattina per andare all'ottava dei morti della parrocchia di San Pietro, a più di un chilometro di strada, dato che la chiesa di San Siro era soltanto un oratorio dove si officiava sì una messa aperta a tutti, ma alle sette del mattino, quando cioè la gente dei campi era già al lavoro. Comunque i bambini di San Siro non se la prendevano troppo e, con un profondo senso di giustizia, durante il tragitto suonavano i campanelli di tutte le ville. Se loro dovevano essere svegli si svegliassero anche gli altri!

Già perché qui a San Siro accanto alle case coloniche sorgevano le ville di ricchi milanesi ed ancor più scuderie di allevatori che facevano correre i loro cavalli nell'ippodromo, il cui asse primitivo era verticale rispetto a quello odierno ed i cui cancelli si aprivano in piazzale Lotto. Poco lontano chi aveva soldi poteva gustare un pranzo dal Giouanin, che aveva il suo ristorante, con annesse posteria e tabacchi, in via Vigliani e la cui bella moglie, la sciora Nerina, sempre ingioiellata, stava sulla porta ad accogliere i clienti, per la maggior parte commercianti di oro e d'argento, tra i quali faceva spicco la sciora Argia, bellissima ed elegantissima, che però, secondo le cronache, sembra non disdegnasse prestare ad usura su pegno.

Certo la raffinata sciora Nerina sognava uno dei suoi ricchi avventori come marito per sua figlia, che invece andò sposa al Brusdera, un corridore ciclista che aveva appeso la bicicletta al chiodo e aveva aperto, vicino al

ristorante del suocero, un'osteria, dove, dopo qualche libagione. non si faceva molto pregare per raccontare le sue imprese sportive, non mancando di tanto in tanto di arricchirle di nuove glorie. Quanti più erano i calici che ingollava, tanto più erano le vittorie.

Questo suo allenamento alla recitazione gli dava la possibilità di prendersi qualche rivincita sulla suocera allorchè, recitando su un piccolo palcoscenico che di tanto veniva allestito nel ristorante del Giouanin risquoteva, sembra, un discreto successo di pubblico, anche se non di quello maschile, che preferiva invece andare al Trianon, una specie di teatro tendone che si accampava da queste parti un paio di volte all'anno offrendo audaci spettacoli di ballerine "francesi", che ballavano il cancan.

Arriva la città

Ma il borgo agreste era destinato ad essere sacrificato sull'altare del progresso. Anche qui, come in altre periferie, fra la fine dell'800 e gli inizi del '900 cominciarono gli insediamenti industriali. La fabbrica di cucine Karl Glocker, la Galileo, la fabbrica di gomme Continental e, proprio nel centro, l'Isotta Fraschini, che sorgeva sull'area dove ora sorge la Siemens e che con la rumorosità delle sue officine ed ancor più dei motori d'areoplani in prova, tolse la pace ed il sonno agli abitanti di San Siro, cui, quasi a compensarli. offrì però lo spettacolo di uno dei primi voli di De Pinedo, decollato dal piccolo aeroporto della fabbrica.

Si era intanto giunti agli anni venti. I padroni iniziarono una strana politica. Non esigevano più dai contadini il pagamento degli affitti, ma non appena riuscivano a vendere a prezzo vantaggioso le loro terre li scacciavano senza dar loro alcun indennizzo neppure per le culture ancora da raccogliere. Erano la città e la speculazione che avanzavano strappando dai campi chi da sempre vi aveva vissuto e lavorato per chiuderlo nelle fabbriche e nelle anguste mura dei quartieri popolari che stavano sorgendo. Ma questa è un'altra parte della storia che vi racconteremo in una prossima puntata.

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I "non" della scuola

Nuova professionalità per un miglior utilizzo del personale "non" docente.

Riteniamo utile questo articolo sul giornale di zona per fare chiarimento e per aprire un dibattito sulle funzioni e le mansioni del personale non docente della scuola.

Dopo la conquista degli organi collegiali, strumento di più larga partecipazione democratica nella vita della scuola, si è creato un fronte più largo di partecipazione alla gestione per il rinnovamento della struttura scolastica stessa, contro la ormai superata ed inefficente gestione burocratica e centralizzata.

In questo nuovo quadro si è inserito (contro la volontà di forze conservatrici e reazionarie) il personale non docente.

Ausiliari—Bidelli

Oggi la prestazione di lavoro è priva di contenuto professionale e sostanzialmente si incentra sul lavoro di pulizia svolto nell'ultima parte della giornata lavorativa in contrasto con le aspirazioni sindacali di non relegare parte degli attuali ausiliari ad un lavoro non professionalizzato.

Si pone come obiettivo la piena attivazione del processo di trasformazione dell'organizzazione del lavoro ausiliario nella scuola e perciò la costruzione di nuovi profili professionali, premessa indispensabile ad una qualsiasi azione riformatrice dell'istituzione scolastica, sotto questo aspetto ed una politica retributiva strettamente collegata al valore professionale della

prestazione stessa (qualifica funzionale). In tal senso, e con valore esemplificativo, vi è la proposta di un miglior utilizzo del personale mediante:

- collaborazione con l'insegnante per un modulo di classe orizzontale e vrticale e relativa pulizia;

- servizio presso gabinetti scientifici, linguistici ed artistici;

- proiezione films e materiale visivo, servizio stampa, ciclostilatura e fotocopiatura;

- manutenzione e sistemazione delle attrezzature della palestra;

- smistamento delle comunicazioni telefoniche e postali.

Servizio di piccola manutenzione generale

La presenza di personale addetto al servizio di piccola manutenzione comporta di fatto una contrazione di spesa per gli enti locali, cui è demandata la manutenzione, ed una maggiore funzionalità del servizio stesso.

Esecutivi-amministrativi

Per quanto riguarda gli esecutivi diverse tra loro sono le valutazioni relative al personale amministrativo: si tratta infatti di procedere ad una maggiore responsabilizzazione nell'attività amministrativa, con rotazione delle mansioni, ferme restando le funzioni del segretario, conseguendo così una crescita delle capacità professionali.

In vista della creazione del Di-

stretto si pone inoltre l'obiettivo di un decentramento amministrativo che tenga conto delle esigenze di zona in virtù delle priorità fissate dal decentramento su indicazione degli organismi collegiali.

A conclusione di ciò vi è, per questi lavoratori, un duplice impegno:

1 - la conquista di una nuova professionalità e di un nuovo utilizzo sociale;

3 - la partecipazione attiva per una reale trasformazione nell'ambito di quella scuola che a suo tempo li aveva relegati ad un ruolo subalterno.

Certo che le conquiste, come la storia del movimento operaio insegna, non sono facili e spesso sono segnate da una dura lotta, che ha sempre maggiore possibilità di risultato positivo purchè si esca dagli schemi di corporativismo utilizzati dai detentori del potere per relegare questi lavoratori (unici la cui qualifica è preceduta da un "non") ad un ruolo subordinato quali strumenti atti a creare un corpo separato e slegato dagli interessi generali della classe lavoratrice, facendoli facile preda di pietismo da una parte (il povero bidello) e di demagogia da parte di altri.

La scuola si rinnova con il contributo di tutte le forze e anche il personale non docente non deve più essere strumento ma un protagonista del rinnovamento.

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vino Napoleon, 40° 2350 1,5 R. distillato di 1,5 It. grappa Turchetto, 40' 2250 5 saponette bagno 590 Rosabel 3 astucci giganti 1700 dentif. Pepsodent 950 2 Kg. bagno schiuma Landoll (pino marittimo. Quercia marina) 350 20 assorbenti adesivi Emi 540 3 pezzi sapone da bucato Solex 4,8 Kg. liquido per 230 stoviglie Werke 3 Kg. detersivo per 1800 bucato a mano Sett 4 500 gr. shampoo Ely (normali, grassi, antiforfora) 2 bombole lacca Fantasia 480 1550 16 rotoli carta igienica ovattino 1290 4750 per lavatrice Rik 10 Kg. detersivo 1,9 Kg. cera liquida 790 neutra Fantasia 1 Kg. pulivetro 420 Danke 10 panni spugna 890 dilth 1 Danke casa + 610 No. 1 Danke pavim.
gr. caffè Rostas macinato, in busta
filtri
Jaipur
500 gr. cioccolato istantaneo Coop
830 gr. crema spalmabile Babette
1 Kg. biscotti frollini
12 merendine Joker 24 succhi di frutta 1590
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Elenco dei medici che esercitano nella zona 19

(S. Siro - QT8 - Gallaratese)

Aggiornato al 1974 da dati forniti dal Consiglio di Zona

Via F. Albani

n. 5 Dr. Attilio Odero

n. 9 Dr. E. De Micheli

n. 11 Dr. Mario Mantellini

n. 52 Dr. M. Fabbri

n. 55 Dr. Maria Malagoli

n. 58 Dr. Caserta F.

n. 58 Dr. Guido D'Auria

n. 69 Dr. Enrico Bonomini

Via Albertinelli

n. 2 Dr. Cavazzi Gino

Via Algardi

n. 13 Dr. Legnani Filippo

Via Altamura

n. 18 Dr. Antonio Coates

n. 23 Dr. Guido Finazzi

n. 23 Dr. Ivo Gaito

n. 23 Dr. G. Salvestroni

Via delle Ande

n. 1 Dr. Giorgio Sciortino

n. 6 Dr. Serafino Cardinale

n. 6 Dr. G.B. Noseda

n. 8 Dr. G. Macri

n. 8 Dr. M. A. Cori

n. 10 Dr. Mario Banti

n. 12 Dr. A. Santagostino

n. 16 Dr. F. Giordano

n. 6 Dr. Claudio Pieri

Via Appennini

n. 9 Dr. G. Fici

n. 41 Dr. Vito Garito

P.za Arduino

n. 5 Dr. Maurizio Spinelli

V.le Aretusa

n. 20 Dr. Giulio Rinaldi

Via Arosio

n. 4 Dr. Andrea Bissanti

V.le Berengario

n. 11 Dr. Ottorino Spelta

n. 21 Dr. Bruno Perotti

Via Ugo Betti

n. 6 Dr. Molinari

n. 29 Dr. Adriano Spinelli

n. 37 Dr. Eugenio Busato

Via Bianchi Mose

n. 61 Dr. Francesco Vezzoli

n. 62 Dr. Gianmarco Corneo

Via Borsa

n. 10 Dr. Gallinoni

P.za Brescia

n. 1 Dr. S. Marra

n 14 Dr. Giorgio Cristiani

Via Caccialepori

n. 35 Dr. G. Veneroni

Via Capocelatro

n. 5 Dr. R. Cevese

n. 53 /4 Dr. M. Greco

n. 75 Dr. Giovanna Baratta

n. 81 Dr. Franz Nicita

Via Carcano Filippo n. 30 Dr. Romano Cevese

Via dei Carracci

n. 6 Dr. E. Grassi

n. 6 Dr. G. Franco Nieddu

n. 7 Dr. Tito Livraghi

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Via Cascina Moietta

n. 20 Dr. Calogero Giarizzo

Via Cechov

n. 21 Dr. Ruggero Spera

Via Celio

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n. 2 Dr. Gianni Cortellini

n. 2 Dr. Alberto Prada

n. 2 Dr. Marco Vittadini

n. 2 Dr. Avezzu' G.

Via Cilea

n. 22 Dr. G. Giacalone

Via Cimabue

n. 4 Dr. Sergio Zanardi

n. 9 Dr. Luigino Bignardi

n. 18 Dr. Luigi Pettorossi

Via Civitali

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n 40 Dr. G. Di Stefano

n. 47 Dr. Antonio Scrofani

Via Collecchio

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Via Corno di Cavento

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Via Cremosano

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P.za Crivellone

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Via Desiderio Settignano

n. 10 Dr. Aldo L. Lazzerini

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Via Diomede

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Via Falk

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Via Gavirate

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n. 15 Dr. Mario Perilli

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Via dei Loredan

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Via Magnasco

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Via Meloria n 5 Dr. Mario Colombi

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Via Monreale n. 11 Dr. Giuseppe Voltolini

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n. 18 Dr. Igino Sassi

n. 16 Casa di Cura S. G.

Via Monte Amiata

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n. 4 Dr. C. Codeleoncini

n 12 Dr. Antonio Ruggeri

Via Monte Rosa

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n 61 Dr. P. Zandonella Necca

n. 74 Dr. Rodolfo Beltramini

Via Morgantini

n. 13 Dr. F. Della Loggia

n. 19 Dr. G. Fiori

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n. 228 Ambulanza e ostetrica Comunale

Via Novegno

1 Dr. Renato Massione

n. 4 Dr. Antonio Pressi

Via Osoppo

n. 3 Dr. G. Rullo

n. 3 Dr. Mario Bartolini (anche Via Morgantini)

n. 3 Dr. Carlo Guidi

Via degli Ottoboni

n. 2 Dr. F. Lomanto

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Via Pagliano

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n. 36 Dr. Nicola Mannarelli

Via Parava n. 2 Dr. Mario Garavaglia

Via Pelizza da Volpedo 8 Dr. G. Russenberger

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Via Pianella

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Via Pinerolo

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n. 22 Dr. Carlo Cesari

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Via Ricciarelli n. 1 Dr. Giuseppe Mazzini 8 Dr. Antenore Cau 8 C Dr. D. Soldateschi

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Salmoiraghi

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Viale Scarampo

n. 49 Dr. Augusto Gazzi

P.za Rosa Scolari

n. 1 Or. Roberto Beani

n. 7 Dr. Giuseppe Giannini

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n. 12 Dr. M. Persenziani Corso

P.le Segesta Clinica S. Siro

V.le R. Serra

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Via Spagnoletto

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P.za Stuparich

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n. 18 Dr. E. Valagussa

n 18 Dr. Ubaldo Farina

Via Tesio

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Via Tracia n. 2 Ostetrica Comunale

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n. 22 Dr. Sergio Caini

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Via Vodice

n. 5 Dr. Francesco Casi

Via Zamagna

n. 19 Dr. Adone Bara

n. 19 Dr. Zuffellato A.

Errata - corrige

Nella lettera a "Mi LANO 19 N. 4/5", "A proposito del Consiglio di Circolo Cilea-Betti" della Sig.ra E. Maggioni l'ultimo periodo doveva leggersi esattamente:.... "I cambiamenti avvenuti nel Circolo Cilea-Betti sono il frutto della concreta partecipazione di quei genitori e insegnanti che non ricercano le responsabilità delle proprie delusioni nè tra coloro che non vogliono nè tra coloro che non sono capaci". Ci scusiamo per l'involontario errore tipografico che ha saltato l'ultimo "non" della frase, potendone falsare il significato, e salutiamo con cordialità la nostra gentile corrispondente. n.d.r.

Fedele De Chiara

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lUn nuovo asilo nella zona

Iniziative sociali della cooperativa

Unicoop Lombardia

Dal 5 settembre alla Unicoop Lomabrdia, una delle importanti cooperative di consumo aderenti alla Lega Nazionale Cooperative, è in distribuzione il 2. LIBRETTO SOCIALE a tutti i suoi 18.500 soci.

Detti libretti contengono ciascuno n. 20 buoni sconto che danno diritto a particolari agevolazioni sulle iniziative periodiche che verranno proposte, agevolazioni che globalmente assommano ad alcune decine di milioni. Le agevolazioni collegate ai primi due tagliandi saranno già corrisposte dal 9 al 30 settembre.

E' questo uno dei vantaggi che, richiamandosi alle tradizionali forme di ristoro sociale, è riservato ai soli soci. Tuttavia tutti possono beneficiarne dando la propria adesione alla Cooperativa che, come si sa, è aperta a tutti i consumatori.

Inoltre, è un contributo che dimostra, anche in termini finanziari, come la Cooperazione, coerente con le proprie finalità si sforzi, malgrado le difficoltà della crisi generale in corso, di sostenere i propri soci che si annoverano tra i lavoratori e gli strati più popolari.

La Giunta Municipale ha deliberato la costruzione di un asilo nido in Via Cechov La struttura, che prevede una superfice utile coperta di mq. 790 ed una cubatura di 2500 mc., è in grado di ospitare 50 bimbi.

I lavori già appaltati al Consorzio Costruttori Edili Lombardi, avranno inizio con la prima decade del mese di settembre.

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A BASE DI CARCIOFO pag. 8 - m Uno 19
L'APERITIVO
COMUNICATO STAMPA
"Milano 19" - mensile di informazione politica e cultura della zona 19 della città di Milano - Sede della redazione: Circolo Trekisani, via Appennini, 41 - tel. 3539458 - Comitato di redazione: Alberto Barbieri, Alessandro Cappelletto, Pierluigi Corbella, Alberto Della Schiava, Giancarlo Dordoni, Carlo Galimberti, Roberto Martini, Giampiero Pagetti, Luigi Pizzocri, Luciano Zagato Fotografie di Norberto Ferrarini, Adalberto Crippa - Numero in attesa di autorizzazione - Stampa ed impaginazione: Cooperativa IL GUADO, Robecchetto con Induno (Mi) - tel. 0331/881475.

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Milano 19(5) by fondazioneisec - Issuu