Ä , Ä , *ì.Ä ORA MPRE RE il MILANO DODICI FELTRE-CIMIANO LAMBRATE L.300 ANNO II - N. 11 APRILE 1978 ESCE A FINE MESE MENSILE DI CULTURA POLITICA E ATTUALITA'
I GIOVANI E LA VIOLENZA
Martedì 4 aprile un interessante dibattito che aveva per tema "I giovani e la violenza" si è svolto presso il salone del centro sociale Ortica.
Il dibattito, organizzato dal circolo giovanile comunista "Lenin" è stato segiiito con particolare attenzione dai numerosi cittadini presenti all'assemblea.
Nel corso degli interventi è stato sottolineato che le principali matrici della violenza giovanile sono la disoccupazione e la disgregazione dei grandi agglomerati urbani, ma qualunque sia la sua matrice sociale oggi, oltre a battersi per un cambiamento in positivo del rapporto giovani - società, bisogna aprire una grossa battaglia ideale contro la violenza ed il terrorismo.
I giovani presenti hanno anche richiesto un diverso rapporto con gli enti locali fondato sulla partecipazione e la collaborazione.
FESTA ALLE CASCINE CASE NUOVE
Faceva freddo, non sembrava per niente una domenica primaverile, ma il calore e l'entusiasmo dei bambini (come pure di genitori) ha fatto si che la festa organizzata dalle famiglie che abitano la cascina Case Nuove di via Corelli avesse un risultato positivo.
Nel grande cortile della cascina dove la festa era stata organizzata circa 300 ragazzi e genitori hanno partecipato con passione ai numerosi giochi tra cui segnaliamo: come costruiamo i burattini, tiro alla fune, corsa della bandiera.
Nel cortile su dei tavoli era stata allestita una vendita di prodotti naturali della terra. Anche la merenda preparata è stata divorata in pochi minuti dai giovani partecipanti dotati di un formidabile appetito. Uno spettacolo di burattini ha chiuso la simpatica e ben organizzata manifestazione.
ARTE
Segnaliamo ai nostri lettori l'apetura di uno studio pittorico in via Ortica, 27; il pittore che ha scelto la nostra zona come sede di lavoro è il già affermato a .livello nazionale Carlo Fenari.
La sezione del P.C.I. "Ennio
MILANO DODICI - pag. 2
Gnudi", tramite il nostro giornale, invia alla compagna Cristina Vanoni Piciocchi le più vive felicitazioni per la sua recente laurea. Alla neo - dottoressa, laureatasi con ottimi voti (108/ 100) in scienze alimentari, anche gli auguri di Milano Dodici.
FIOCCO ROSA
Nadia e Franco Armiraglio annunciano la nascita di Iskra.
A Nadia ed al popolarissimo Arf, per lunghi anni redattore e disegnatore dell'Ortica giungano le felicitazioni di Milano Dodici e dei soci del circolo culturale C. Pavese.
tercettati dalle auto della polizia prontamente accorsa.
L'attentato è stato poi rivendicato telefonicamente dal gruppo estremista "Prima Linea".
LUTTI
I soci della bocciofila Ortica partecipano al lutto del socio Angelo Mangani duramente colpito per la perdita della madre.
È deceduto lo scorso mese Giuseppe Canonica.
"Peppino" aveva appena compiuto 0 anni ed era ammalato da molto tempo. La sua scomparsa addolora i soci della coop. familiare ed i comunisti dell'Ortica.
Egli militava nelle file del Partito Comunista dal 1923. I democratici dell'Ortica porgono alla moglie ed ai figli le piu sincere condoglianze.
RICHARD GINORI SEGNALAZIONE
Il tentativo della direzione aziendale della fabbrica Ginori di via Corelli di licenziare 6 lavoratori è miseramente fallito. Infatti, dopo, la decisa reazione delle maestranze ed in seguito ad un incontro tra rappresentanti sindacali e l'azienda si è giunti al ritiro dei licenziamenti.
La pretesa era giustificata dalla direzione con il pretesto delle malattie, dell'assenteismo non tenendo conto delle condizioni ambientali della fabbrica e del bisogno reale dei sei lavoratori in questione.
La morale di questo fatto insegna che è con la lotta e l'unità e non con il facile avventurismo come qualcuno sosteneva, che si risolvono i problemi dei lavoratori.
BOTTIGLIE MOLOTOV ALL'ORTICA
Attentato incendiario contro il parcheggio auto del dolcificio "Tre Marie" di via Priorato. Cinque bottiée molotov sono state lanciate all interno dello stesso in cui oltre ai furgoni della ditta erano parcheggiate anche macchine dei lavoratori dell'azienda. Per fortuna i danni sono stati lievi e limitati solo a cose e non a persone.
Gli attentatori .sono arrivati su due auto notate da alcuni testimoni: una "A 112" ed una "Simca" a bordo della quale è stata vista una ragazza bionda
Gli attentatori dopo il vandalico gesto sono fuggiti senza essere in-
*CIRCOLO
coop
TENNIS
Dopo sei mesi di gare si è concluso il campionato di tennis fra Ortica e la Garzanti. Un particolare riconoscimento va alla cooperativa Familiare per l'ottima organizzazione che si è dimostrata efficientissima.
Alla fine delle gare, tutte disputatesi presso il Tennis Club Pioltello, alle quali hanno partecipato 24 giocatori sono risultati vincitori:
1° Battista Tacconini
2° Gianni Chiappella
3° Antonio Nava
4° Adriano Frugoni
5° Mario Cominelli
Un ultimo ringraziamento da
parte degli organizzatori va alla ditta "Sportivissima" che ha contribuito mettendo a disposizione ricchi premi.
TRESSETTE
Si è svolto nei giorni scorsi, pres so la Cooperativa di via S. Fausti no, una gara individuale a tressette "ciapanò", il popolare e diffusissimo gioco a carte.
Tra i quarantotto iscritti, che hanno dato vita alla gara durata tre settimane, sono risultati vincitori:
1° Mario Caprotti
2° Giuliano Cervi
3° Luciano Sari
4° Gianni Chiappella
Alcuni cittadini abitanti in via Corelli ci segnalano che da diverso tempo non meglio identificati individui si aggirano tra le case della via cercando oboli, vendendo giornali cosiddetti comunisti che molte volte, per quieto vivere, (per paura), si finisce per acquistare. La segnalazione termina con l'invito a Milano Dodici di fare qualcosa per porre termine a questa situazione.
Cari cittadini la democrazia si conquista tutti insieme, noi la nostra parte la stiamo facendo, ora tocca a voi: un po' di dignità unita ad un po' di coraggio è la soluzione che manca al vostro problema.
EDIFICATRICE ORTICA
Si è svolta domenica 9 aprile l'assemblea annuale dei soci della cooperativa Edificatrice Ortica. Dopo avere discusso ed approvato il bilancio di gestione 1977 i soci hanno eletti gli amministratori che devono dirigere il sodalizio nel 1978.
Il nuovo consiglio risulta così composto: Bruno Scova (presidente), Claudio Rossi,.Giordano Guidetti, Attilio Bellettati, Carla Ghiringhelli, Egidio Polver, Sergio Giorgi, Enzo Boiocco, Tullio Viganò, Francesco Messineo, Roberto Reati, Luciano Sani.
FAMILIARE ORTICA*
EL Ristorante CIRCULIN
via S. Faustino 5 - Tel. 720322
prenotazioni per pranzi sociali, cerimonie e rinfreschi
Durante la settimana funziona la mensa per tutti i lavoratori giorno di chiusura Lunedì
Nel 5° anniversario della morte moglie, figli, la nuora, i nipoti e i compagni, tutti ricordano con immutato affetto
DAMENO VITTORINO
e sottoscrivono per Milano 12 L. 10.000.
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Il giornale è vostro.
Le vostre lettere saranno pubblicate.
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Il giornale MILANODODICI lo fate anche voi.
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20134 Mano Ortica - via S. Faustino, 3 Uel.733445
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Una libreria in via Conte Rosso angolo via Raccordo che non e come le altre, ma vuole essere un punto di incontro per scoprire il valore e il significato dello strumento libro come momento di conoscenza della realta.
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MORO, IL "POTERE"
Le brigate rosse e noi
È trascorso più di un mese dal "blitz" di via Fani, in cui, con tecnica perfetta (da teste di cuoio?) è stato consumato uno dei più grossi crimini politici degli ultimi trenta anni; è stato scritto molto, come era giusto, cercando, attraverso i grandi mezzi di informazione e di formazione di fare delle analisi che aiutassero a capire, e nello stesso tempo a ritrovare, attraverso l'unità delle grandi masse popolari, la tensione ideale necessaria perchè questa debole democrazia non si sfaldasse.
Ne scriviamo anche noi, anche a rischio di ripetere e di ripeterci, perché' crediamo sia giusto che in questi momenti ciascuno, senza ambiguità o tatticismi, si assuma le proprie responsabilità civili, sociali e politiche.
Ed è giunto anche il momento di smetterla con la stupida (politicamente) pretesa di cercare una paternità a queste organizzazioni squadristiche nell'ideologia del movimento operaio, di sinistra o di estrema sinistra. In una democrazia libera, anche se borghese, c'è la possibilità di conquistare spazi politici per tutti nella logica del rispetto della libertà di ciascun individuo di non essere d'accordo.
Chi, in un simile sistema, si colloca al di fuori, nella clandestinità, è perchè questi principi non li accetta e si adopera perchè non vengano accettati anche dalle masse.
NESSUNA RIVOLUZIONE È
POSSIBILE SE ESSA NON PARTE
DALLA COSCIENZA DI CIÒ CHE
SI È E DALLA ESATTA PERCEZIO-
NE DI CIÒ CHE SI VUOLE.
quando si tenta di spingere le masse ad azioni emotive si compie sempre una operazione reazionaria.
È questo l'obiettivo primo delle brigate rosse; è lo stesso che da trenta anni, con sigle diverse, con demagogie mistificanti, accompagna puntualmente ogni passo avanti che le forze popolari compiono sulla strada delle conquiste della democrazia reale.
Lenin (che è un rivoluzionario vero!) ci ha insegnato che un individuo, un gruppo, una organizzazione -n va giudicata per quello che dice di essere o per la bandiera che innalza, ma per quello che fa.
Dobbiamo sforzarci, quando analizziamo un fatto o uno scritto, di guardare oltre il suo significato letterale e immediato; occorre soprattutto inquadrarlo nel momento storico e politico, collegarlo con i fatti e gli atti di cui si è reso protagonista chi lo propone, spesso approfittando del fatto che se ne occupi la stampa o i grossi mezzi di informazione.
Milioni di persone, cittadini, lavoratori, studenti, in questi giorni drammatici sono scesi nelle piazze, a dimostrare che, nonostante tante vessazioni, credevano ancora in questo sistema, o almeno nella possibilità reale di incidere in esso, di riappropriarsi, attraverso la volontà partecipativa, nelle istituzioni, di quel potere" che la delega sistematica ha fatto degenerare.
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BRIGANTI E BRIGATISTI UCCIDONO uesti criminali sono nostri nemici
Aldo Moro è un uomo di quel "potere"; apparentemente al di sopra di tutto e di tutti, di fatto supremo artefice delle grandi svolte politiche di questi ultimi venti anni.
Statista di eccezionali capacità, oltre che grandissimo mediatore, ha saputo aprire una finestra alla casamatta democristiana, da dove ha osservato, spesso in silenzio, le trasformazioni in atto nella coscienza civile e morale del paese; forse è stato l'unico uomo politico democristiano che ha saputo cogliere appieno il senso di certi fenomeni e la necessità, quando il paese legale non reggeva più il confronto con il paese reale, di andare a delle svolte./Ecco, questo è Moro: un uomo di -potere" e, come tale, poco amato dalle grandi masse; ma di tale "potere" ne rappresentava la duttilità, la elasticità, la penetrabilità; tutte quelle caratteristiche insomma che insieme si vogliono indicare come democrazia.
Aldo Moro è stato rapito per questo, perchè nella sua figura si è voluto colpire, se non la democrazia in se stessa, la possibilità reale di incidere delle grandi masse popolari su questa democrazia.
Le cosidette brigate rosse, quelle passate, quelle presenti e (speriamo di no) quelle future, comunque si chiameranno, si potranno sconfiggere solo con la democrazia reale; il che significa con la partecipazione massima alle grandi come alle piccole scelte delle forze popolari e dei lavoratori. Pietro
D'Ercole
Undici ore dopo il criminale agguato centinaia di persone si sono radunate all'angolo tra Ponte Nuovo e via Luigi Caroli. È stata "la risposta del quartiere, al selvaggio attacco che squadre di assassini stanno portando allo Stato e alla civile convivenza". Alla manifestazione organizzata dal comitato antifascista della zona hanno partecipato delegazioni operaie e consigli di fabbrica, rappresentanti dei partiti e delle organizzazioni sindacali. Fra la folla che gremiva la via un solo spazio è rimasto libero, quello che colleghi della vittima, amici, semplici cittadini durante il giorno avevano ricoperto di tanti mazzi di fiori. Tutt'intorno bandiere e striscioni: della Ercole e della Magneti Marelli, della Rizzoli, della Siemens Elettra, della FLM, gente alle finestre e ai balconi delle case vicine. Sul piccolo palco eretto a po-
che decine di metri dal luogo dove il maresciallo Francesco Di Cataldo era caduto sotto i colpi dei brigatisti rossi si sono alternati dirigenti cittadini del PSI e del PCI, il vice presidente del Consiglio di zona, un segretario provinciale della federazione CGIL — CISL — UIL e Tino Casali, presidente del Comitato permanente antifascista.
Sono state pronunciate parole di durissima condanna verso i terroristi assassini, accompagnate da un appello alla vigilanza e alla mobilitazione nel quartiere, nelle fabbriche, nelle scuole per isolare i violenti, per dimostrare che "l'assurdo tentativo di rivolta delle Brigate rosse non ha alcuna possibilità di coinvolgere le masse".
"questi criminali — è stato detto — sono nemici del popolo e come tali vanno isolati e respinti. Contro il terrorismo e le criminali imprese di questi inauditi provocatori che mira-
Sabato 18 Marzo alle ore 20 hanno ammazzato due giovani compagni del nostro quartiere: Fausto Tinelli di 18 anni e Lorenzo iannucci di 19 anni.
COME È SUCCESSO?
La tecnica è stata quella cinematografica dei killers: tre individui ci sembra: molto bene addestrati ad uccidere, li hanno assassinati con pistole di grosso calibro munite di silenziatore, a distanza ravvicinata, con efferratezza e determinazione mai sperimentate prima d'ora, colpendo i compagni con decine di colpi. Hanno scelto a caso, prendendo due giovani che fossero "evidentemente di sinistra"; sappiamo infatti, dalle testimonianze raccolte, che li hanno affrontati provocandoli per suscitare la loro reazione, per essere sicuri di colpire giusto.
CHI È STATO?
Il nostro punto di vista è che questo 'gioco' sia molto più ampio della nostra capacità; come Centro Sociale Leoncavallo, di capire, pur essendo i killers chiaramente fascisti, i disegni della strategia della tensione e del clima di terrore che tutto il paese sta vivendo in questi giorni. Pensando ai fatti pensiamo che la mano ,di questi assassini da chi oggi ha intenzione di porre tutto il paese in stato di assedio criminalizzando tutto il Movimento di opposizione per limitare sempre più le già scarse garanzie di libertà democratica. Onde instaurare un finto clima di guerra civile fra opposti estremismi "accusando tutto il Movimento delle responsabilità del rapimento MORO e dell'operato delle B.R. e spingendo i fascisti a ritorsioni vendicative come questo". Ciò per poter intervenire a tutti i livelli: politico "con il passaggio indolore del peggior governo democristiano di questi trent'anni", amministrativo "con la possibilità di confinare, criminalizzare l'opposizione", militaizyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA-e "con l'introduzione oltre che delle nuove leggi speciali, anche con l'uso anticostituzionale dell'esercito in uso di ordine pubblico" quindi rafforzando i poteri dello Stato e trasformandolo da Stato di "democrazia parlamentare" in "democrazia autoritaria" di tipo germanico.
CHI ERANO I DUE COMPAGNI ASSASSINATI?
Erano due giovani come tanti a cui questa vita di emarginazione, disoccupazione, senza prospettive non piaceva e da questo trovavano la forza di opporsi e lottare nel quartiere per una vita meno schifosa.
no al sovvertimento delle istituzioni lo Stato democratico deve usare tutti i mezzi consentiti dalla sua Costituzione".
"Ma in un momento così drammatico della vita del Paese - ha aggiunto Tino Casali - non sono sufficienti i soli strumenti dello Stato e le dichiarazioni di principio dei partiti; la battaglia contro i gruppi eversivi deve coinvolgere tutta la popolazione".
Il presidente del Comitato antifascista ha proseguito: "I terroristi vogliono impedire l'avanzata democratica, nuove conquiste civili e sociali per la classe operaia, coloro che attaccano lo Stato democratico non hanno nulla in comune con la lotta di un intero popolo contro la tirannide, sono soltanto delinquenti comuni e come tali devono essere messi al bando. Nessuno segue la loro logica di morte".
CHE COSA È IL CENTRO SOCIALE LEONCAVALLO?
Per noi rappresenta il tentativo di superare lo stato di disgregazione in cui la gente del quartiere viene spinta sempre più dalla crisi economica e dalla mancanza di spazio dove poter soddisfare i propri bisogni sociali e culturali attraverso la creazione di un centro dove insieme e dal basso ci organizziamo e lottiamo per una vita migliore.
COSA PROPORRE
Proponiamo che il sacrificio dei compagni uccisi sia di stimolo per noi e per la gente del quartiere a non farsi intimorire e continuare con forza la costruzione di un Centro che sia il punto di riferimento delle lotte del quartiere. Vogliamo che dalle fabbriche, dalle scuole e dai quartieri della città si organizzi per il giorno dei funerali dei compagni una vastissima mobilitazione e uno sciopero generale.
I compagni del Centro Sociale Leoncavallo
FO T O D I R O B E R TO TO M B ES I Pagheranno caro pagheranno tutto
DODICI
3
MILANO
- pag.
In un mese.3 morti che pesano e fanno pensare
ORA E SEMPRE RESISTENZA
xxv aprile TESTIMONIANZE 116'
Brigata Garibaldi
Ferrovieri di Milano Smistamento (Lambrate)
ATTI COMPIUTI DALLA 116a BRIGATA GARIBALDI IN MILANO PER CONTRIBUIRE A LIBERARE L'ITALIA DALLA DITTATURA
La 116° Brigata Garibaldi operava in Milano dal 1943 al 1945 particolarmente nelle zone: Città Studi, Monforte, Lambrate, Ortica. Era composta da partigiani che, come vedremo più avanti, effettuavano le loro-azioni anche in zone diverse. I ferrovieri erano i più numerosi, agivano anche al di fuori dèl proprio ambiente, pur mantenendo nel contempo i legami con il comitato di agitazione della loro categoria.
I componenti la 116' provenivano quasi tutti dal partito comunista italiano, il quale aveva organizzato per loro una vera scuola politica, onde renderli coscienti e consapevoli degli atti che dovevano compiere per liberare l'Italia dal tedesco nazista e dal traditore fascista.
La bandiera della 116' porta 40 stellette. Ognuna di esse ricorda un caduto per la libertà che militava nella 116', o ferrovieri di Milano smistamento caduti combattendo in altre brigate partigiane, o deportati politici non più ritornati nelle loro case.
Così al termine della guerra abbiamo onorato i nostri martiri, mentre i rimasti in vita, rientrando nelle loro occupazioni civili, si impegnarono ovunque per portare avanti le ragioni storiche della Resistenza, ma senza reclamizzare e propagandare ciò che la brigata aveva fatto. Insomma ritornati alla vita civile operammo immediatamente per rafforzare la pace e per creare un movimento unitario di opinione pubblica inteso ad odiare le armi.
Del periodo clandestino ci limiteremo ad elencare solo alcune attività della 116', omettendo le date perchè chi ha contribuito con grande umiltà, spesso non ricorda più:
venivano accompagnati gruppi di prigionieri inglesi in Svizzera attraversando i campi dei dintorni di Gudo Visconti, Rosate, Gaggiano, Legnano, Barlassina, Camerlata ecc. si disarmarono 3 militi fascisti a Baggio conquistando così le prime armi;
si spiombavano — quando era possibile — i carri ferroviari in sosta negli scali milanesi per far fuggire gli occupanti che altrimenti sarebbero stati deportati in Germania;
si mise fuori uso la cabina telefonica sotterranea (Bottola) in prossimità di via Caccialepori e si interruppero di conseguenza le comunicazioni con Torino;
su segnalazione del partito comunista e del comitato di agitazione si rifornivano di carbone per far fronte ai rigori invernali, le case dei familiari dei compagni arrestati dai nazifascisti, trasportandolo con le biciclette di 7 - 8 componenti la brigata;
xxv aprile
L'attacco
alla Casa del Popolo di Lambrate
nel deposito locomotive di Milano venivano organizzati tanti e così sofisticati sabotaggi che pur avendo i tedeschi messo 30 operai per cicli di lavorazione ove ne servivano solo 4, mai una locomotiva riparata riuscì a riprendere completamente servizio;
— si nascosero, con l'aiuto dei tecnici dell'officina, materiali e metalli pregiati per un valore di oltre un miliardo di allora, per evitare che venissero inviati in Germania e servissero a prolungare la vita della dittatura nazista; liberazione avvenuta il materiale venne immediatamente riconsegnato alle ferrovie dello Stato; revolverate nei pressi del parco Ravizza contro spie fasciste; lancio di manifestini inneggianti la Resistenza al primo piano, sulle scale e nel salone del piano terra della federazione fascista milanese; venne fatto fuggire ed accompagnato nell'oltre Po unprigioniero sovietico che i tedeschi facevano lavorare nell'officina deposito locomotive di Milano smistamento: ripreso dai tedeschi e rifatto fuggire il sovietico cadde poi in combattimento; componenti la 116' riuscirono a sabotare un aereo, atterrato al campo Forlanini, in modo tale che tedeschi e fascisti non riuscirono mai a trovare il modo per rimuoverlo dalla pista; avenne in quella occasione uno scontro armato che agganciò il comandos della 116' sino a via Indipendenza ove un ufficiale fascista venne colpito a morte (cioè verso il 20 aprile '45).
Sull'attività politica della 116a Brigata Garibaldi per accellerare la sollevazione popolare contro gli invasori.
Grande il lavoro di preparazione per lo sciopero degli operai e tecnici del deposito Ferrovie dello Stato di Milano smistamento che ebbe luogo il 1" marzo 1945 in concomitanza con quello di altri lavoratori di fabbriche di Mil2.no e Torino.
Alle ore 10, pur con l'officina del deposito presidiata da un militare tedesco per ogni squadra di operai e da un tedesco per ogni locomotiva in viaggio, tutti gli operai e tecnici parteciparono al grande sciopero indetto dai comitati di agitazione cittadini. Fu quello l'unico sciopero di ferrovieri degli impianti fissi avvenuto in italia durante il periodo clandestino.
(Leggere il periodico "La Fabbrica" giornale clandestino dell'epoca). La dimostrazione che i ferrovieri di tutta Milano effettuarono nel marzo del '45 a palazzo Litta, sede della direzione del compartimento
di Milano, venne preparata e protetta da eventuali attacchi fascisti da componenti la 116' armati di tutto punto e appostati in luoghi prestabiliti della zona.
I volantini del comitato di agitazione delle Ferrovie dello Stato invitanti allo sciopero insurrezionale del 23 aprile 1945 vennero divulgati dalla 116' in tutti gli impianti ferroviari milanesi e diffusi fra gli abitanti delle zone di Milano a lei affidate, ed il mattino del 25 aprile tutti i componenti della brigata contribuirono a far rientrare nelle rimesse i tram circolanti nelle zone Città Studi, Monforte, Lambrate, Ortica, Porta Romana e Lodovica, dando così un valido aiuto al successo dello sciopero generale insurrezionale di Milano.
Quindi arrivò finalmente il giorno della sospirata liberazione ed il comando della 116' Brigata Garibaldi si installò nel pomeriggio del 25 aprile 1945 nel Politecnico. Lì venne portato il gerarca fascista Starace che indossando una tuta da meccanico, tentò di far credere di essere un operaio di Porta Ticinese. Pochi giorni dopo il 25 aprile i partigiani ferrovieri della 116' Brigata Garibaldi si autodisarmarono e consegnarono 100 fucili ed altre armi che erano state prese ai tedeschi rifugiati nello stabile dei Martinit, al cln di Milano.
Ed ecco in breve a che cosa servì il famoso treno blindato tedesco fermo in uno scalo ferroviario di Milano e tanto incensato in quel periodo dai giornali del regime.
Durante lo sciopero generale insurrezionale, la 116' Brigata Garibaldi circondò il predetto stabile dei Martinit di via Pitteri, nel quale si erano asserragliati i 500 militari tedeschi che in precedenza presidiavano i più importanti nodi ferroviari di Milano, chiedendo loro di arrendersi.
Dopo che in agosto vengono arrestati gli autori del furto della salma di Mussolini, anche responsabili delle azioni del 30 maggio e del 1° giugno, il 23 agosto è proprio la Casa del Popolo di Lambrate a essere fatta oggetto di un attacco neofascista.
"Le SAM progettarono un attacco che se concluso secondo le loro intenzioni avrebbe potuto essere una carneficina. Era stata indetta per la sera un'assemblea generale di tutti i quadri del PCI, cui presenziavano rappresentanti della Federazione del PCI e di altri partiti e organizzazioni antifasciste locali.
catturato dalla popolazione e poi consegnato alla polizia.
"Era meglio che lo facevamo fuori subito quello lì: era il capo ed è stato quello che ha compromesso il nostro informatore dentro alla loro organinazione, perchè poi l'ha visto insieme a dei compagni nostri. Gli altri, nel fuggi fuggi generale, se ne sono andati, magari appoggiati in spalla a qualcun altro.
Hanno subito delle perdite superiori a quelle denunciate".
Non casualmente il compagno infiltrato, il diciottenne Bino Bini, del gruppo fascista di Lambrate, viene qualche giorno dopo arrestato su denuncia del Portinari per l'attacco alla Casa del popolo. Naturalmente non parla e suo padreche è un compagno - si suicida convinto che il figlio sia effettivamente un neofascista.
"Scoppiando la bomba, abbiamo potuto sparare anche noi e non sono riusciti a dimostrare che l'avevamo ammazzato noi. Il fuoco era stato tutto dall'esterno della Casa del Popolo e perciò si pensò che l'attentatore fosse stato ucciso dai suoi compagni. Inoltre ci fu la testimonianza anche di una guardia notturna".
Essa dichiara di avere potuto assistere da una finestra di casa sua, sita in uno stabile attiguo alla Casa del Popolo, come si sono svolti i fatti:
I tedeschi risposero con il fuoco di tutte le armi che avevano ed a nulla valse l'arrivo sul posto del cardinale SchusterzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA - che desiderava facilitare le trattative e redimere la controversia.
Considerata l'indispensabilità di atti di forza, componenti la 116' rientrarono nel deposito locomotive a vapore, ne resero funzionante una, la diressero verso lo scalo di Milano smistamento ove stazionava il famoso treno blindato tedesco, ne staccarono un vagone blindato dotato di cannone antiaereo, ed inserirono il convoglio sul binario di corda della linea per Venezia, arrivando così nelle vicinanze dello stabile dei Martinit, posto in prossimità del deposito locomotive.
Misero il cannone antiaereo alzo zero e spararono un primo colpo che spazzò via il campanile dello stabile. I tedeschi si arresero imme-
Doveva avere luogo nel grande salone che si trovava nello scantinato della Casa del Popolo, utilizzato di giorno come mensa di una ditta delle vicinanze. Le SAM collocarono nel salone un ordigno esplosivo a orologeria di notevole potenza, con l'intenzione di entrare e finire a raffiche di mitra i sopravvissuti allo scoppio. Ma l'informatore che avevamo nelle SAM ha saputo al momento dell'azione che cosa sarebbe avvenuto e ce l'ha detto. Abbiamo costretto i compagni a trasferirsi dalla cantina ai piani superiori, e a quelli che non si rendevano conto del pericolo abbiamo dovuto puntargli le pistole ai fianchi. Alcuni compagni sono poi rimasti lì sopra, per non permettere ai fascisti di salire. Altri si sono appostati all'esterno, in una casa col porticato che stava di fronte e in una casa laterale. Inoltre era sera, una bella giornata calda, il viale alberato era pieno di gente e quindi c'erano altri dei nostri che camminavano con la ragazza a fianco, facevano la solita passeggiata serale nella centralissima strada di Lambrate. Nel salone vuoto avevamo lasciato tutte le luci accese e dagli altoparlanti continuavano a uscire voci, canti e applausi. L'ordigno esplose e seguì immediatamente un'intensa sparatoria. I fascisti non potevano entrare perchè c'era un solo ingresso, una porticina di ferro stretta, e si doveva entrare uno alla volta. Inoltre fuoco alle spalle e in giro. L'azione l'abbiamo fatta in dodici. Il gruppo SAM di Porpora non erano meno di una ventina, un primo gruppo di sette e un altro col nostro informatore, chiamato in rinforzo".
Alla fine della sparatoria, nel corso della quale furono lanciate anche quattro bombe a mano, c'è a terra col capo crivellato di colpi il sedicenne Enzo Zazzi, mentre il diciottenne Alfredo Portinari, che era già stato delle Brigate Nere, viene
diatamente e vennero consegnati al comando alleato.
Per finire ricorderemo che il trattamento loro riservato dalla 116' Brigata Garibaldi fu molto umano e dignitoso. Si trattava di
"Ai primi scoppi ho cercato di intimidire con grida sei o sette individui che facevano fuoco appiattiti dietro gli alberi. Ma il mio intervento è stato accolto a colpi di mitra, che mi lasciarono incolume per un vero miracolo. Sono allora sceso nel cortiletto e, riparatomi dietro un cancello, ho sparato alcuni colpi di pistola in aria per indurre i fanatici a desistere dal loro attacco; ma invano. Vidi a un certo punto lo Zazzi salire la scaletta che conduce al piano rialzato della Casa del Popolo; poi, fronteggiato da un gruppo compatto di lavoratori reduci da una riunione, tornò indietro. Fu in questo momento che una nuova raffica di mitra partì dagli individui celati dietro le piante: il giovane cadde mortalmente ferito ad opera dei suoi compagni. Quindi gli attentatori si diedero alla fuga: uno di essi fu però raggiunto dagli inseguitori".
I dodici spariscono per una quindicina di giorni dalla circolazione, recandosi in una delle basi di montagna sopra a Intra.
Cesare Bermani
uomini che forse non condividevano e non conoscevano le atrocità compiute dal nazifascismo a danno dell'intera umanità.
Luigi M orandi
MILANO DODICI - pag. 4
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ORA E SEMPRE RESISTENZA
TESTIMONIANZE
Un eroe partigiano
All'Ortica in via S. Faustino all'altezza del n° 22 vi è' una lapide dedicata ad un giovane partigiano comunista essa dice; "Per la difesa della libertà d'Italiail comandante partigiano Vincenzo Cortese di anni 19 - qui il 29 settembre 1944 incontrava eroica e barbara morte".
xxv aprile
Armi per combattere i nazifascisti
Programma delle manifestazioni per la ricorrenza del 25 aprile 1978 organizzate dalla Sezione dell'A.N.P.I.
"Martiri Lambrate - Città studi".
20.4.78 - Mattino - Alla Rizzoli con Alunni Scuole
Premiazione disegni e temi sulla Resistenza
20.4.78 - Ore 21 - Alla Rizzoli incontro Partigiani e Cittadinanza con proiezione film
21.4.78 - Ore 9 - Alla Innocenti con Alunni Scuole
Premiazione disegni e temi sulla Resistenza - Parla G. Pesce
22.4.78 - Ore 10 - Ritrovo P.zza Botticelli
Posa corona alle lapidi dei Martiri
22.4.78 - Ore 1.5 - Via S. Faustino (Circolo)
Posa corone all'Ortica
25.4.78 - Ore 15 - Ritrovo Porta Venezia
Manifestazione Provinciale
Proposta della Sez. Anpi
Martiri Lambrate Città
Studi: Che fare contro Violenza e Terrorismo?
Cos'è il terrorismo oggi? Qual'è la battaglia che si deve fare oggi nelle fabbriche e nei quartieri, per battere la strategia dell'eversione?
È una domanda che ricorre spesso ovunque negli attivi degli organismi democratici della città e della provincia e in particolare nelle nostre zone 11 e 12.
La Federazione milanese Cgil, Uil, Cisl, nel suo documento ha già dato una risposta individuando nella difesa delle istituzioni democratiche, in questo tessuto che è allo stesso tempo una conquista della classe operaia e il suo terreno di lotta per nuove avanzate, l'obbiettivo prioritario dei lavoratori in una scesa in campo aperto e senza ambiguità del movimento dei lavoratori e sindacale con uno sforzo, si è detto eccezionale.
La domanda sul che fare, comunque rimane.
La Sezione Anpi Martiri Lambrate Città Studi pensa di poter dare una risposta a questa domanda.
Invitando tutti i sinceri democratici, gli organismi democratici e le forze politiche a discutere per realizzare qui nelle Zone 11 e 12 il nuovo organismo di massa e democratico "Il Comitato Permanente Antifascista per la difesa dell'ordine Repubblicano".
Questo specifico Comitato (già efficente a Milano anche in fabbriche e quartieri) avrà il collegamento permanente con fabbriche,'partiti democratici, sindacati e le forze politiche dell'arco Costituzionale.
La Sua funzione sarà perciò in difesa delle Istituzioni Democratiche e di stretta vigilanza e controllo nella zona e nei quartieri con la partecipazione vivace ed attiva di tutti i cittadini.
Perciò l'Anpi Martiri Lambrate Città Studi avvisa i cittadini che al momento dell'incontro comunicherà data e orario su questo giornale con volantini nelle zone e nei quartieri.
Il Direttivo
Le donne in difesa della Libertà e della Democrazia
Domenica 9 aprile le donne di Milano e della Lombardia hanno fatto una grande manifestazione. Sono scese in piazza unite, donne comuniste, democristiane, socialiste, di tutti gli altri partiti democratici, delle organizzazioni di massa, anche cittadine non impegnate politicamente. Si sono trovate tutte per manifestare contro l'eversione, la violenza ed il terrorismo, sotto striscioni colorati, portando i loro figli, i mariti, i compagni, per dire basta alla violenza di tutti i giorni contro di loro, basta alla criminalità, basta a chi vuole seminare il caos nelle istituzioni democratiche.
Nel Cortile della Rocchetta al Castello Sforzesco, insieme ai messaggi di adesione di tutte le forze politiche e sindacali, si sono ascoltate toccanti testimonianze di donne coinvolte negli episodi più clamorosi di violenza politica negli ultimi anni, da piazza Fontana alla strage di Brescia, ecc.
È stata una manifestazione composta, commossa, unita e forte.
Noi donne della Zona 12 abbiamo voluto preparare questo incontro di donne cercando di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini. Ci siamo così accordate unitariamente, donne di tutti i partiti politici democratici e delle organizzazioni di massa presenti in zona, ed abbiamo ottenuto l'ade;ione del Consiglio di Zona.
Siamo andate a chiedere agli abitanti della zona di firmare una petizione contro la violenza ed il terrorismo, davanti ai mercati ed alle chiese, invitando tutti a partecipare alla manifestazione del 9.
I cittadini ci hanno accolto bene, hanno firmato (sono state raccolte più di 1500 firme), si sono fermati a parlare: tutti hanno espresso una grande preoccupazione ed una volontà ferma di non cedere e di fare qualcosa, dimostrando un profondo attaccamento alle istituzioni democratiche. È un punto di partenza che ci ha confortato in questi momenti difficili, dandoci la sicurezza che quando il popolo è unito, nessun disegno eversivo potrà affermarsi.
Concetta Corri
Vincenzo aveva 18 anni quando nell'officina dove lavorava si iscrisse al Partito Comunista Italiano; subito iniziò la lotta nelle file della resistenza milanese entrando nei G.A.P. (gruppi armati patrioti) delle brigate Garibaldi che operavano nella zona Venezia della nostra città. Nel corso della lotta egli si dimostrò ben presto uno dei più capaci organizzatori della resistenza e venne nominato comandante dei gap. Fu durante un assalto allo scalo merci di Lambrate che un gruppo di partigiani si scontrò con preponderanti forze tedesche/fasciste.
Dopo una furiosa e sfortunata battaglia il gruppo di partigiani comandato da Cortese si ritirò lungo la via S. Faustino, inseguito dai tedeschi. Per permettere ai propri compagni di sganciarsi, il giovane comandante si fermò impegnando i nemici per oltre due ore. Colpito a morte, proprio nel luogo dove ora sorge la lapide che lo ricorda, egli ebbe ancora la forza di fuggire. Catturato morente in uno dei campi che circonda la fabbrica Innocenti egli fu subito fucilato. Era il 29 settembre 1944. Sette mesi dopo la Resistenza vedeva trionfare le idee di libertà per le quali il giovane comandante partigiano aveva lottato. Era il 25 APRILE 1945.
Attilio Bellettati
Durante l'ultima guerra 41-45, una compagnia della milizia fascista era stata mandata in distaccamento all'attuale Campo portivo Giuriati. Non so bene quali erano i compiti che aveva, so solo che la notte tra l'otto e il nove settembre fuggirono tutti lasciando sul posto le loro armi, mitra, moschetti, bombe e mitragliatrici, oltre a materiale di casermaggio, brande, materassi, coperte, ecc. Io, da pochi giorni ero stato liberato dal confino politico in seguito all'amnistia Badoglio (29 agosto 1943); appena saputo della cosa, con altri ragazzi della via Rombon andammo al Giuriati a prendere le armi abbandonate dai fascisti e una parte di queste le nascondemmo provvisoriamente sotto un ponticello negli orti dell'attuale via Durazzo. Lì vicino, ora è via Ponte di legno, c'era una piccola officina meccanica il cui proprietario era il signor Sala, un liberale antifascista che pure aveva delle armi nascoste nella sua officina, armi che aveva avuto dal maresciallo dei Carabinieri di Lambrate, signor Bergamini. Anche Bergamini era a suo modo antifascista, ma l'impressione che dava era piuttosto quella di un opportunista e anche un po' fifone. Per noi era il maresciallo dei Carabinieri e quindi non ci fidavamo per niente. In questa officina lavorava come operaio il compagno Gianni Bosetti e fu lui a dirmi che il suo padrone era legato ai primi gruppi di partigiani della Val Canna e che aveva fatto avere loro delle armi in due successivi viaggi con l'autofurgone; quindi, se volevamo dare anche le nostre, avrebbe pensato lui al trasporto.
Accettata la proposta fissammo l'appùntamento, e, all'ora stabilita mi trovai con il compagno Bonvini al nascondiglio delle nostre armi. Qui ci attendeva una sorpresa: con l'industriale Sala c'era anche il maresciallo Bergamini che io ben conoscevo e lui conosceva bene me, per avermi direttamente e indirettamente sorvegliato per 10 anni.
Guardo in faccia Bonvini e gli dico sottovoce: "vuoi vedere che è una trappola? comunque due siamo noi e due sono loro; la prima mossa che fanno gli diamo sulla testa il calcio dei nostri moschetti, e poi scappiamo".
Quindi chiamo da parte Sala e in modo risoluto gli dico: "che scherzi sono questi? Cosa fa qui il maresciallo?".
— "Ma no Lesmo calmati" - mi risponde Sala. "L'ho portato qui apposta in divisa per essere più sicuri. È diventato dei nostri!"
"Sarà". penso io "Ma non mi fido molto".
Intanto dall'officina è uscito anche il compagno Bosetti per aiutare a caricare le armi sul furgoncino e questo è servito a tranquillizzarci un po'.
Dal compagno Bosetti abbiamo saputo in seguito che le armi erano arrivate a giusta destinazione.
Del maresciallo Bergamini non abbiamo saputo più niente; nella zona di Lambrate dopo il 25 aprile non lo si è visto più.
L'industriale Sala è rimasto un nostro caro amico fino alla sua morte avvenuta del 1975.
A. Lesmo
Le forze democratiche unite nella resistenza hanno sconfitto, con il sacrificio di tante giovani vite, la violenza istituzionalizzata dello stato fascista e dell'invasore nazista il 25 aprile 1945.
Oggi, nella grave realtà di una crisi generalizzata, i partiti che rappresentano la volontà democratica del paese si ritrovano fermamente uniti nella lotta contro la violenza che tenta di distruggere il nostro patrimonio democratico.
I recenti avvenimenti, che hanno cercato di minare le basi dello stato democratico, vedono la ferma risposta delle forze popolari dell'ortica e della zona 12 che sostenute dallo spirito della Resistenza si sono unite nell'anniversario della liberazione e hanno promosso per il 22 aprile 1978 alle ore 16,00 in Piazza dell'Ortica una manifestazione unitaria a cui hanno aderito le forze organizzate presenti in zona: I partigiani dell'Ortica - i Consigli delle Fabbriche - i Consigli dei Delegati delle FF.SS. - le realtà associative democratiche. Sez. Democrazia Cristiana "G. Borgato"
Sez. "E. Gnudi" Partito Comunista Italiano
Sez. "B. di Pol" Partito Socialista Italiano
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In occasione del 33° anniversario della liberazione dal nazi - fascismo si è tenuto presso la libreria "Più Libri" di via Saccardo 35, mercoledì 19 aprile, un incontro sul tema "Ora e sempre Resistenza".
A questo appuntamento che voleva essere un semplice dialogo tra antifascisti di diverse generazioni, hanno partecipato tra gli altri il compagno Alessandro Vaia, comandante partigiano, e A. Lesmo popolare protagonista della resistenza locale. Per l'occasione è stato pure presentato l'ultimo libro di Vaia "Da galeotto a generale".
L'incontro, che ha visto una numerosa partecipazione di giovani e meno giovani interessati ai valori dell'antifascismo, si è svolto in un clima sereno e con un vivace interesse alle testimonianze ed al contributo portate dal compagno Vaia.
Alla serata ha partecipato pure il compagno Angelo Magni che ha portato il saluto e l'adesione del1 'A. N. P.I.
L'iniziativa è stata promossa dalla F.G.C.I. della zona 12 ed hanno aderito Gioventù Adista Lambrate, il Circolo Giovanile Lambrate ed il giornale di zona Milano Dodici.
ciD IaQ PZ C E-1 0. C o fa« MILANO DODICI - pag. 5
xxv aprile
"LOTTA DURA"
Signor Dottore! "LOTTA DURA" Signora maestra!
In "sciopero" i medici della mutua, "autonomi" in camice bianco. Una corporazione al servizio di se stessa.
Ci risiamo! Ancora una volta e da molti giorni nelle anticamere e nelle sale d'aspetto affollate dei medici della mutua campeggia, ben visibile, il solito cartello "visite in regime libero professionale" che significa, per chi non avesse ancora imparato a proprie spese "si paga di tasca propria '.
Tutti brontolano; qualcuno se ne va, sperando che madre natura e qualche medicina scampata alla spazzatura, sostituisca il dottore in sciopero".
Si, è proprio cosi: quandó il dottore "sciopera" solitamente perché vuolepiù soldi, guadagna di più; soldi freschi, non attesi, prelevati direttamente dalle sempre più misere risorse dei lavoratori dipendenti.
Si comprende bene come il farsi pagare direttamente nulla ha a che vedere con lo "sciopero, inteso come strumento di protesta e di lotta" lo sciopero, quando lo fanno i lavoratori, lo pagano, e spesso molto duramente; quando lo fanno i medici, al contrario, lo pagano solo i lavoratori; e doppiamente, 'perchè contemporaneamente la tariffa (più IVA!) per una frettolosa quanto superficiale prestazione da scribacchino, al mutuato lo Stato continua a prelevare dalla busta paga i contributi assistenziali. È questa la dimostrazione dunque di quanto la parola sciopero risulti blasfema in un simile comportamento; signori dottori, perché non
la chiamate serrata la vostra agitazione anti - popolare? Non è forse vero che essa con la serrata storica ha in comune lo spirito corporativo e l'intransigenza di chi è più forte? A questo punto ci sembra giusto fare un distinguo, perché criticare significa anche distinguere: non tutta la categoria è su queste posizioni; esiste anche tra i medici della mutua una minoranza molto piccola, a dire il vero,-che non accetta un simile comportamento, ma si batte insieme alle forze sane del paese perchè, con la riforma sanitaria si faccia pulizia e giustizia nella giungla dei privilegi e delle clientele dell'assistenza sanitaria in Italia.
Viviamo in un momento di grave crisi economica e sociale, ai lavoratori si chiede di fare sacrifici (come se non li avessero fatti da sempre!), di rinunciare a qualche decina di
migliaia di lire al mese perché si accumulino risorse per gli investimenti; le fabbriche continuano a chiudere, la disoccupazione aumenta a dismisura; ebbene, cosa fanno questi "apostoli" dalla ricetta facile (e cara!)? "Lottano" perché trenta milioni all'anno in media, pattuiti con la mutua come compenso annuo per l'assistenza diretta non sono sufficienti per i loro bisogni di "casta sacra . Pensate: un reddito annuo pari a circa trenta volte quello di un pensionato sociale, a più di una dozzina di volte quello di un salariato o di un lavoratore di un pubblico impiego! Tutto questo in cambio di che cosa? Molto spesso di una prestazione frettolosa, superficiale, asettica.
La Cisl- Enti Locali spinge le maestre d'asilo alla "lotta ad oltranza": contro chi e per che cosa?
"Siamo al caos, o quasi!". Ci dice con tono amareggiato, un genitore di un bambino che va all'asilo.
Noi siamo certi che in questo caso non si tratta di una espressione di tipo qualunquistico, ma della logica riflessione di una situazione «che presenta tali e tanti aspetti contraddittori, demagogici e corporativi, da sfuggire a qualsiasi tentativo di analisi razionale. Questi i fatti: l'Amministrazione Comunale decide di tenere aperta una scuola materna per ogni zona nel mese di luglio (mese, con agosto, tradizionalmente dedicato a vacanza scolastica); l'intento del provvedimento è quello di venire incontro alle esigenze di quelle famiglie (e sono le più povere, in genere) che a luglio restano a casa, in città, e sono costrette, specialmente quando entrambi i genitori lavorano, a lasciare i bambini in strada o, nel migliore dei casi, a ricercare soluzioni estremamente precarie.
Cosa risponde la CISL - Enti Locali: "No, le maestre non sono disposte a sacrificare nemmeno un giorno dei due mesi (più un altro tra feste di Natale, Pasqua e giorni vari) che godono di ferie.
È un atteggiamento di chiusura totale che si traduce in una irresponsabile azione di piccolo sabotaggio:chiediamo scusa ai lettori perché non usiamo la parola sciopero; ne abbiamo un concetto molto serio!): dunque, cosa suggerisce la CISL - Enti Locali (segretario Cardone, ex segretario di Borruso ed esponente di Comunione e Liberazione) a queste maestrine indignate? Quindici giorni (per ora!) di "lotta" con l'astensione dal lavoro di un'ora al giorno, a giorni alterni, un giorno la mattina, uno al pomeriggio; ogni tanto, due ore, la prima e l'ultima.
A chi giova tutto questo? Non certo alle famiglie dei bambini, lavoratori già ultra - bastonati dalla crisi, e costrette a spostamenti rocamboleschi di orario per portare i figli all'asilo! Non alle maestre, i cui problemi esistono e sono anche seri, ma non si risolvono certamente con queste chiusure corporative e senza l'appoggio di tutti i lavoratori, in special modo delle altre forze che operano nella scuola! Nemmeno alla CISL - Enti Locali, che, per fini che nulla hanno a che vedere con la strategia del movimento sindacale unitario, unilateralmente, strumentalizza queste lavoratrici, assecondando un disegno di opposizione irrazionale a tutto ciò che viene deciso dall'amministrazione comunale; un disegno sottile, strisciante, che tende a dequalificare, a soli fini di potere, quanto di buono questa amministrazione riesce a fare.
Signore maestre, per favore, provate a guardarvi intorno! Se oggi la scuola è quello che è non sono forse quelle stesse forze ad averla ridotta così?
Mangiare spendendo poco
È ancora possibile mangiare in trattoria senza un eccessivo onere economico a Lambrate? Per rendercene conto abbiamo battuto la zona avvalendoci di alcuni nostri amici: Carlo Romito esperto culinario ed insegnante in un istituto turistico, Valerio Berniak e Valeria Asiano due giovani interessati alle varie forme di aggregazioni sociali e culturali del quartiere.
Una ricerca in questo senso aveva credibilità solo se ricollegata alla condizione sociale ed urbanistica della zona: componente proletaria massiccia e decine di fabbriche dislocate in ogni angolo. Un discorso lungo perciò! Che non si può fare in una volta sola. Diciamo: questa è la prima puntata.
Ne è risultato un quadro confortante ed oltremodo interessante per chi, come noi, tenta di far tornare a vivere il quartiere in termini sociali per una nuova qualità della vita.
Il primo appuntamento è alla "Trattoria Commercio" di viale Rimembranze di Lambrate, una trattoria a conduzione familiare gestita dal Sig. Leone Cuppari, calabrese, emigrato per 25 anni in Svizzera, dove ha acquisito, in un "importante ristorante" una esperienza internazionale di cucina.
"È da pochi anni - esordisce il titolare - che gestisco questo locale e precisamente dal mio ritorno dalla Svizzera. I primi tempi non riuscivo a prendere, facevo pochi coperti, poi coll'andare del tempo, sono riuscito a conquistare una cerchia di clienti fissi stabilizzando così il lavoro. Ora la mia media è di 90 coperti al giorno". Alla domanda sulla origine dei clienti abituali e su ciò che viene più richiesto, la risposta è pronta "Per l'80% si tratta di operai, il resto è costituito da una minoranza di impiegati di una banca e di uffici della zona. Con tutti sono riuscito ad instaurare un rap-
porto di stima e persino di collaborazione in giorni particolari di punta. Per quanto riguarda il menù esso varia ogni giorno punto, fermo restando il pesce al venerdì, ma la costante comune sono le costate e il manzo in insalata, quest'ultimo un piatto freddo richiestissimo.
Oltrettutto il costo medio di un pasto è abbastanza popolare non oltrepassando quasi mai le 3.000 lire. Vorrei inoltre ricordare che, in virtù dell'esperienza fatta all'estero, sono in condizione di preparare in occasione di banchetti per comitive o per feste delle specialità sfiziose anche internazionali preparate alla lampada ed innaffiate da un ottimo Ciro che faccio venire direttamente dalla mia Calabria".
Il secondo appuntamento è alla "Battagliera" antica trattoria di via Feltre, di fronte a Parco Lambro. L'incontro e le impressioni conseguenti sono state favorite dallo spirito con cui Valeria Asiano e Valerio Berniak, gli amici che ci accompagnavano per il rapporto di conoscenza che avevano con la proprietaria ed i clienti al momento del-
Ma la "grande abbuffata" sta per finire, anzi, deve finire! Pietro D'Ercole l'intervista.
La signora Letizia Fantini, conosciuta da ,lutti come 'la Gina", gi accoglie subito con una familiarità che le deriva soprattutto dal proprio lavoro, che fa da quando era bambina. La Gina ci racconta di non conoscere bene le origini del suo locale perché è il "solo da 25 anni!". Il nome del primo propietaric; ormai non lo ricorda nessuno, poi sono venuti i Tomellini, il Bertoletti„ e, infine, la Fantini: in pratica 150 anni di storia (forse anche di più). È la signora Gina continua: "Venticinque anni fa, qui non c'era ancora la luce, per l'acqua c'era la pompa nel cortile, al posto della strada c'era un sentiero. La BATAIERA, però, era conosciuta in tutta Milano. Qui venivano i Milanesi a far scampagnata e venivano anche quelli dille cascine intorno. Si veniva a ballare, c'era l'orchestra con l'organetto e il piano. Nel mezzo del cortile c'era un grande albicocco e tutto intorno il glicine. Si veniva a mangiare il pesce in salmi e a prendere fresco II, al vecchio mulino Costa, dove c'erano ancora le pietre per lavare.
Molto tempo prima la Battagliera era il ritrovo dei carrettieri, dei contadini e dei mercanti della zona che si incontravano per contrattare il prezzo dei cavalli e delle sementi' . A questo punto interviene il "Trapanan", (ovvero Primo Sonzogni) il più affezionato e il "pussè bacaiun' dei clienti, che ci racconta in un vivace milanese come avveni-
vano questi contratti e perché la Battagliera si chiama cosi: "Erano delle vere e proprie battaglie, vusaven, beveven e poi se picaven la mann". Poi la signora Gina riprende la storia andando indietro nel tempo: "Li dietro c'era la fonte dove si facevano bere i cavalli, che conoscevano la strada e sapevano arrivarci anche da soli. Dicono che qui abbiano bevuto i cavalli di Garibaldi; li sopra la porta c'era l'insegna vecchia: aveva più di cento anni, l'abbiamo data ad un produttore di vino di Cremona così adesso ci sono due "Battagliera". Tanti ci dicono che abbiamo fatto male a cambiarla". Ma, a parte l'insegna nuova, tutto il resto, sia dentro che fuori fa pensare a tanto tempo fa. Attaccato al muro civico c'è un manifesto della CocaCola del 1918, dalle pareti pendono storti dei vecchi quadri e uno specchio. Ma non solo l'arredamento è quello di una volta, anche la gente e l'atmosfera di cordialità sono di quelle che ormai non si trovano più. Tutti i clienti si sono messi a parlare con noi, non hanno avuto nessuna diffidenza e, anzi, sono stati loro stessi a creare il dialogo.
Ma soprattutto i clienti della Battagliera sanno parlare tra di loro: "Siamo come in famiglia" ci dice il Primo "e anche coi giovani parliamo senza difficoltà; Un altro cliente: "Qui ci viene a mangiare molta gente di passaggio, camionisti, ma con tutti si può parlare, anche con quelli che si vedono una
volta sola e poi basta".
"Veniamo qui, mangiamo, giochiamo a carte, leggiamo il giornale. Delle volte facciamo dei tornei di scopa e, quando ci sono quelli che sanno cantare bene, facciamo anche dei bei cori".
"Si mangia bene e costa poco, se pensate che qui vengono a pranzare i pensionati.! Un pasto costa dalle 2.000 lire o poco più.
Le zampette che fa la signora Gina sono veramente buone ma le fa un po' troppo raramente.
II Renato, un po l'intellettuale della Battagliera; ci dice: "Io vengo qui da quindici anni, ci vengo per mangiare e per leggere il giornale, ma mi piace perché è un posto caratteristico, con le sue tradizioni.
E poi tutta la gente che lo frequenta proviene da un certo strato sociale e, anche se non sempre è giusto fare delle diversificazioni, bisogna dire che coloro che hanno delle basi popolazi sono i custodi della cultura, quella vera però. E poi in quartiere non esistono strutture sociali, non c'è nè una cooperativa nè un centro sociale: la Battagliera va per questo motivo valorizzata e migliorata''.
Ed è proprio quello che pensiamo di condividere anche noi, anche se la signora Cina, non con falsa modestia, ma con vera e propria semplicità, si ostina a dire che la sua trattoria è come le altre e che la gente che la freqaenta "grida come gli altri".
Mario Ruolo
e l zGINOKA BEN, A ME RISULTA CHE ERA IN STATO DEPRESSIVO DA UN BEL PO' ! QUESTO È IL MIO TEMA. A PROPOSiTO, MI CHIAMO SALLY E SONO UNA DEGLI ALUNNI DELLA SCUOLA CHE 61 È SUICIDATA RATTORJA ATTnriERA
MILANO DODICI - pag. 6
MILANO DODICI - pag. 7
UNA SCELTA SOFFERTA
Giovedì 20 aprile, nella scuola elementare di via Cima, si è svolta un'assemblea pubblica (l'ennesima) per tema "il destino dell'area Bistolfi, Cima, Trentacoste". Nel corso dell'assemblea, che possiamo definire una delle più calde fatte nella nostra zona, sono state presentate due mozioni che qui di seguito pubblichiamo. Le pubblichiamo senza commenti, aspettando che questi arrivino assieme ad osservazioni dai lettori (a questo proposito pubblichiamo un intervento già pervenutoci). Vorremmo però nel presentarle fare due considerazioni: la scelta che la popolazione è stata chiamata a fare con il proprio voto non era una delle più facili.
Il desiderio giusto di volere scuole per i propri figli cozzava con il diritto, altrettanto giusto, degli operai della Ceccato alla difesa del posto di lavoro. Scelta sofferta quindi, anche per chi doveva oggi sostenere una tesi diversa dalle posizioni sostenute sino all'ultimo anno.
La dimostrazione delle difficoltà e della scelta sofferta si è avuta al momento della votazione: si sono visti simpatizzanti del P.C.I. votare contro la mozione sostenuta dal loro partito; viceversa per la D.C. e, fatto abbastanza significativo, rappresentanti dgl Ciroblo :`8 marzo" dell'U.D. L votare in maniera diversa ed opposta fra loro.
In secondo luogo, ed in ciò come giornale ci accomuniamo alle due mozioni presentate, non ci sentiamo di condividere il metodo con il quale il Consiglio di Zona è arrivato all'accettazione della modifica chiesta dal Sig. Ceccato.
MOZIONE PRESENTATA DA UN GRUPPO DI CITTADINI DEL QUARTIERE ORTICA - A NOME DEL GRUPPO DEL P.C.I. E DEL GRUPPO DEL P.S.I. ALL'ASSEMBLEA DEL 20 APRILE 1978 — APPROVATA CON VOTI 62 E 4 ASTENSIONI.
I cittadini dell'Ortica, riuniti in assemblea per discutere le variazioni di destinazione (da servizi a industria) dell'area di ca. 4000 m2, di proprietà della ditta Ceccato e situata all'angolo fra le vie Bistolfi e Trentacoste. SENTITE
le motivazioni del Consiglio di Zona 12 che hanno portato alla variazione di destinazione e precisamente:
- necessità, oggi diventata inderogabile, di assicurare alla ditta Ceccato l'utilizzo dell'area; ciò nell'intento di contribuire alla difesa dell'occupazione, problema oggi prioritario per il paese e per la nostra Zona 12;
- impossibilità da parte dell'Amministrazione Comunale di soddisfare le necessità della Ceccato nei ripetuti tentativi avvenuti fra il 1971 e il 1978;
- non inquinamento dell'azienda in questione, in quanto trattasi di lavorazione di meccanica fine di alti contenuti tecnologici;
- possibilità di edificare sui rimanenti ca. 8500 m5 dell'area Bistolfi - Trentacoste un asilo nido ed una nuova scuola materna di 180 posti, soddisfacente alle necessità del quartiere;
- disponibilità per i servizi sociali del quartiere dell'area compresa fra via S. Faustino ed il terrapieno ferroviario di ca. 35000 m2; CONSIDERA motivata, da un punto di vista socio - economico, la scelta del Consiglio di Zona 12.
RITIENE comunque necessario stigmatizzare e condannare energicamente il metodo con il quale il Consiglio di Zona 12 è pervenuto alla decisione che non ha visto coinvolti i cittadini del quartiere, che unitariamente si sono sempre battuti per la difesa delle ultime aree libere dall'assalto della speculazione edilizia privata, responsabile della compromissione del nostro territorio.
Chi non ricorda all'Ortica le manifestazioni unitarie fatte negli anni passati per la difesa dell'area Bistolfi - Trentacoste?
L'occupazione simbolica da parte della popolazione affinché su tale terreno sorgessero la scuola materna e l'asilo nido?
RIBADISCE INOLTRE che si ritiene indispensabile per il quartiere la realizzazione dell'asilo nido zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA e la sistemazione, senza ulteriori ritardi, a verde attrezzato della piazza Ortica e dei giardini di via Pitteri, nonché la piena utilizzazione da parte della Zona delle ampie ed attrezzate strutture dell'Istituto de "I Martinitt" come scuola media, biblioteca, poliambulatorio e campi sportivi.
MOZIONE PRESENTATA DA UN GRUPPO DI CITTADINI DEL QUARTIERE ORTICA ALL'ASSEMBLEA DEL 20 APRILE 1978 - RESPINTA
CAN VOTI 54 E 4 ASTENSIONI.
I cittadini del quartiere Ortica, riuniti in assemblea in data 20 aprile 1978:
Censurano la scelta del Consiglio di Zona, presa senza tener conto della volontà ripetutamente espressa dalla maggioranza dei cittadini nelle lotte condotte in passato e senza preventiva consultazione;
Ribadiscono che sull'area di via Bistolfi, Cima, Trentacoste valgono tutte le indicazioni espresse in passato (asilo nido, scuola materna, verde attrezzato);
L'esigenza corretta dei lavoratori della "CECCATO" deve essere riesaminata dal Consiglio di Zona sulla base:
- delle esigenze prioritarie e sociali del quartiere;
- della possibile nocività dell'insediamento industriale;
-possibile collocazione fuori quartiere;
- possibile collocazione sugli altri terreni liberi del quartiere, solo una volta esaminati i primi due punti e con il consenso della popolazione del quar- tiere.
UN DOCUMENTO
Il Circolo U.D.I. "8 Marzo" della zona 12, venuto a conoscenza del parere favorevole espresso Ö dal Consiglio di Zona 12 per la concessione al proprietario del terreno di Via Trentacoste /Bistolfi di costruzione di edificio industriale in deroga a quanto stabilito dal Piano Regolatore che ha stabilito invece la destinazione a servizi sociali del terreno in questione (per asilo nido e scuola materna), esprime la propria opposizione a tale decisione puntualizzando quanto segue: si esprime critica sul metodo seguito. Non si è infatti provveduto non solo a chiedere parere alla Commissione Assistenza e Sanità dello stesso C.d.Z. ma neppure alla cittadinanza (che, tra l'altro, aveva contribuito anni fa alla mobilitazione per conquistare la destinazione a servizi sociali di quel terreno); si fa presente che il TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE (T.A.R.) con delibera della Giunta Regionale Lombarda n. 2561 ha respinto il 15.11.1977 il ricordo dei proprietari del terreno per destinarlo ad uso industriale; si fa presente che le valutazioni circa la prospettiva di creare posti di lavoro invece che servizi sociali cozza contro la reale esigenza di invertire i consumi privati in consumi sociali: infatti sviluppo dei servizi vuol dire non solo un diverso sviluppo nel nostro paese che privilegi i consumi sociali accrescendo quindi il valore reale del salario dei lavoratori, ma vuol dire anche possibilità di nuove fonti di lavoro; si fa presente che, poiché la donna oggi non accetta più la maternità e la funzione familiare come unico e solo ruolo, nella battaglia per i nidi e le scuole materne significa affermare il concetto di "maternità come valore sociale" che
non vuol dire negare il rapporto "privato" tra madre e figlio, ma pretendere dalle istituzioni quelle strutture e quegli strumenti che permettano alle donne di esprimersi come persona e quindi il pieno sviluppo della donna nel suo rapporto con la collettività e con la società.
si fa presente che anche nella nostra zona esiste un fabbisogno effettivo non solo per i posti / asilo nido ma anche di scuola materna se si tiene conto che non possiamo subire la sostituzione di scuole materne pubbliche (per noi rispondenti al concetto pluralisticb nelle istituzioni e non di istituzioni) con quelle private che oltre tutto perseverano la divisione di classe tra gli utenti. si fa presente che l'esistente scuola materna nei locali della scuola elementare di Via Cima non può essere ritenuta assurdamente una definitiva sistemazione nel nostro quartiere tenuto conto anche del probabile afflusso, in un prossimo futuro, dei bimbi della scuola materna di Via Rubattino se il Liceo Manzoni dovesse espandersi anche in quei locali; non riteniamo peraltro valida e giustificabile questa scelta neppure se si verificasse da parte dei proprietari la disponibilità al pagamento di contributi sociali per la costruzione del servizio sia perché gli stessi confluirebbero nelle casse comunali senza garanzia di spesa per la zona 12 sia perché i tempi di attuazione non avrebbero ovviamente accelerazione.
Per tutto quanto sopra esposto chiediamo al C. di Zona 12 la convocazione tempestiva di una assemblea pubblica per discutere tra i cittadini di queste scelte.
Sarà comunque nostro impegno informare e mettere al corrente la popolazione e in particolare le donne della zona afinchè sia respinta questa decisione unilaterale del C.d.Zona 12.
Circolo "8 Marzo"
Unione Donne Italiane - Zona 12
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All'epoca tutte le forze sociali del quartiere si erano mobilitate per la conquista di questo suolo, l'unico ancora libero, impegnandosi a non farlo Utilizzare in maniera diversa senza il consenso della popolazione.
Perché oggi, al momento della votazione, non si è avuta l'accortezza • di ricordare queste cose?
Tutto ciò mi riempie di stupore! Penso che si doveva tener conto di quanto era stato fatto in precedenza, rispettando l'attività di coloro che in passato si erano occupati del territorio sia a livello di Consiglio di Zona che di Comitato di Quartiere.
Da qui la mia amarezza e la speranza che tali errori non abbiano più a ripetersi. Ed a questo proposito vorrei riproporre la necessità di riformare il Comitato di Quartiere che, unitamente al comitato genitori, discuteva e informava la popolazione. Dobbiamo unire tutte le forze per dare soddisfazione alle giuste aspirazioni dei cittadini dell'Ortica.
A. Prini (Ex consigliere di Zona 12 e coordinatore del Comitato di Quartiere Ortica)
Un grosso avviso all'entrata: ingresso riservato ai soli soci. È un imperativo che si ripete per altre due volte, nel bel mezzo del parcheggio e davanti alla palazzina che sovrasta i campi da tennis. Ci si rende conto subito di essere entrati in un recinto particolare, ovattato, estraneo totalmente alla vita quotidiana della zona e ai problemi che i cittadini si trovano ad affrontare tutti i giorni.
Nel parcheggio le auto di grossa cilindrata sono nettamente preponderanti sulle utilitarie. Sul terrazzino che domina i campi da tennis due mamme elegantissime esaltano le prodezze sportive dei rispettivi rampolli.
Il tutto è allietato dal cinguettio dei primi timorosi uccelletti di primavera, che sconfinano in questa oasi dal vicino parco Lambro, evidentemente troppo affollato per loro.
È un quadro decisamente idilliaco quello che questo centro sportivo modello con una quindicina di campi da tennis coperti, due tendoni per giocarci in inverno ed una piscina offre all'occasionale visitatore. Si, perchè qui, in questo paradiso sportivo noi (e voi, lettori, che sicuramente tanto diversi non siete), non potremo essere altro che occasionali visitatori.
Nessuno potrà mai godere della pace di questo centro, nè potrà mai calcare questi pregiatissimi terreni da tennis, nè bagnarsi nella tranquilla piscina che li fiancheggia (che in verità non abbiamo avuto la possibilità neppure di vedere da lontano).
Infatti le proibitive condizioni forniteci dal segretario, non senza una 'punta di reticenza, per poter essere ammessi ad usufruire dei servizi che questo supercentro offre, consistono in una quota di
iscrizione di circa 600.000 lire ed una lettera di presentazione del neo socio da parte di due frequentatori abituali già associati al club.
Ma non finisce qui: dopo essere stati presentati si entra in lista di attesa fino al momento di poter finalmente, dopo questa serie di esami, prendere la racchetta in mano.
In questo modo non c'è nessun rischio di inquinamento esterno, la riservatezza sarà garantita, i soci saranno sicuramente bene educati e altrettanto bene motorizzati.
La privacy dell'ambiente sarà mantenuta e ciascuno potrà giocarsi i suoi "sets" in piena tranquillità.
Tutto questo mentre per poter affittare un campo da tennis al Giurati è necessario fare una fila, il lunedì mattina, di almeno un paio d'ore, per poi sentirsi dire che i campi sono liberi soltanto dalle 7 alle 8 del mattino, sabato escluso.
Riccardo Ghidoni
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CL SCELTA Via Feltre, 33: Tennis Club Ambrosiano Sconforto ed amarezza di un ex consigliere di zona
NON
La scelta è caduta su questa parte di città in quanto è sembrata di particolare interesse per la presenza di elementi fra loro contraddittori, quali: - la presenza della linea metropolitana 2, che consente un efficiente collegamento con il centro urbano, - l'emarginazione che nonostante ciò affligge la zona, e dovuta in massima parte proprio al tratto in superficie della metropolitana, - una dotazione di servizi (scolastici, verde, sport, ecc.) tutto sommato ambigua, che da un lato sembra essere ampiamente sufficiente rispetto ai bisogni, ma dall'altro registra disfunzioni che non ne rendono soddisfacenti le possibilità di utilizzo,
- l'aspetto disomogeneo dell'edilizia del quartiere (per volumetrie, qualità, età degli edifici), - la presenza di una forte concentrazione di posti di lavoro data dalla sede della Rizzoli, - le previsioni del Piano Regolatore Generale, che per la zona fa alcune scelte importanti, quali la localizzazione di uno dei pochi lotti di espansione della 167 e del nodo di
interscambio in corrispondenza della fermata MM2 di Crescenzago.
Appare chiaro come ci siano elementi sufficienti per fare del quartiere un ottimo laboratorio di progettazione urbanistica, per un gruppo di studenti che creda ancora nella possibilità di fare proposte per cambiare la realtà attuale del territorio e nella possibilità di operare in istituzioni in grAdo di gestire queste trasformazioni.
Pur nella consapevolezza che il lavoro che il gruppo si propone di svolgere avrà inevitabilmente le caratteristiche e i limiti di una esercitazione didattica, è intenzione sia degli studenti che del gruppo docente significare il prodotto della ricerca attraverso un contatto reale con le forze politiche e sociali che operano nella zona.
Alla base di ciò, due ordini di motivi: - perchè è proprio della linea culturale della Facoltà relazionare il lavoro a "referenti" esterni, intesi come interlocutori e destinatari delle ricerche svolte, nell'obiettivo di un'iniversità legata alla realtà del territorio e ai problemi della so-
Una ricerca su Cimiano
Il gruppo di ricerca Santi - Moretti - FerranteMascheroni della Facoltà di Architettura di Milano ha scelto come tema per l'attività didattica dell'A.A. 1977 / 78 la riprogettazione dell'assetto urbanistico del quartiere di Cimiano, ovverosia di quella porzione della Zona 12 posta a Nord di Via Feltre.
cietà;
- perchè è proprio il contatto e il confronto con la popolazione e gli organismi che la rappresentano a stimolare il lavoro ed eliminare il rischio di una sua involuzione astratta o accademica.
Siamo pertanto grati a "Milano Dodici" di ospitare questo articolo, che ci auguriamo possa costituire la premessa di una proficua collaborazione.
A tutto oggi la ricerca si è articolata in tre fasi di lavoro. Nella prima, di carattere storico, si è cercato di definire lo sviluppo avuto nel tempo dalla zona.
In pratica, si è trattato di arrivare a conoscenza del processo di trasformazione di Cimiano da zona agricola a frangia periferica urbana, analizzando in particolare il ruolo avuto da vari piani regolatori che si è data la città.
Nella seconda fase, di tipo conoscitivo, è stata effettuata un'indagine sistematica sullo stato di fatto edilizio, demografico, produttivo e dei servizi, utilizzando come strumento di indagine una scheda di ri-
levamento appositamente ideata. I dati raccolti sono stati successivamente elaborati e visualizzati cartograficamente. Si è giunti così alla produzione di una serie di mappe riguardanti:
- la distribuzione della popolazione e dei posti di lavoro,
- la qualità e la quantità degli spostamenti giornalieri per motivi di lavoro e di studio,
- la distribuzione della popolazione attiva e non attiva,
- l'età, lo stato di conservazione, le condizioni di abitabilità e l'affollamento degli edifici,
- la natura prevalente della proprietà edilizia,
- la distribuzione dei servizi pubblici e commerciali,
- la rete dei trasporti pubblici e la viabilità,
- le previsioni e le capacità di piano sulla base del P.R.G. adottato nel dicembre 1976.
Nella terza fase del lavoro, tuttora in corso, gli studenti sono tornati nella zona, per verificare, attraverso un contatto diretto e continuo con la popolazione, quali sia-
no i reali bisogni dei residenti e di coloro che frequentano quotidianamente il quartiere perchè lavorano nelle sue fabbriche e nei suoi uffici, o studiano nelle sue scuole. Parallelamente alla definizione di questi bisogni espressi, si è cercato di mettere a fuoco altri, probabilmente latenti nella coscienza dei cittadini, ma altrettanto reali per le condizioni oggettive del territorio. In una parola, si è cercato di mettere in luce i "problemi" della zona, dai quali far scaturire gli "obiettivi" del progetto futuro. In questo numero ci siamo limitati a presentare il nostro lavoro. Nei prossimi intendiamo illustrare i risultati della analisi, con gli obiettivi di progetto e le proposte che ci auguriamo avere l'opportunità di discutere nell'ambito della Conferenza di Zona del 13 maggio p.v.
Non chiediamo di meglio di poter ricevere critiche, suggerimenti e proposte.
Facoltà di Architettura Ambito 3° Gruppo Santi
C'era una volta il Lambro BASTA con gli scarichi
Al Lambro, alla sua morte dovuta agli inquinamenti, ai gravi danni già provocati si sono dedicati studiosi con articoli ben più autorevoli. Sono emerse valutazioni e progetti, tuttavia riteniamo non se ne sia fatto nulla, considerando il colore e l'odore del fiume.
Ora Milano Dodici intende portare un modesto contributo di ricordi ai più anziani e notizie ai giovani, affinché ciò sia di stimolo ad una lotta che, partendo dal basso, possa coinvolgere enti, partiti politici, amministrazioni per affrontare seriamente il problema dell'inquinamento, quindi della salvezza di questo che fu un meraviglioso corso d'acqua alle porte di Milano.
Ovviamente assieme al fiume ed alle sue acque, dovrebbero essere salvati alcuni tratti di sponde ancora liberi dalla speculazione edilizia, ripuliti dai rifiuti ed alberati così come erano un temo.
Chi si avvicina al fiume oggi, viene respinto dalla nausea provocata da odori e miasmi irrespirabili.
Schiume velenose, frutto di scarichi abusivi, galleggiano lungo le
sue sponde morte. Brandelli di plastica, portati dalle piene invernali, sono impigliati nei cespugli che non hanno più l'usignolo a fare il nido. È un quadro desolante purtroppo, per questo dobbiamo imporre soluzioni di salvezza. I giovani nati 20 - 30 anni fa, lo hanno sempre visto così e forse non si sono mai posti la domanda: come era un tempo?
Qualcuno non lo pensa nemmeno fiume tanta è la somiglianza con una fogna. Invece, si sappia, le sue acque erano fresche e limpide. Nasce dalle valli boscose della vicina Brianza e arriva a Milano ancora vivo; portava frescura e benessere. Poche decine di anni fa (non nel medioevo) gli anziani ricordéranno certamente quando il Lambro era pulito, pescoso. I carrettieri che prima della guerra del '40 sostituivano ancora gli attuali mezzi a motore, facevano sosta per abbeverare i cavalli.
D'estate frotte di giovani e ragazzini si tuffavano nel Lambro alla Gobba, al Parco e in via Folli. Le ragazze di Crescenzago (le più spre-
vi attende nell'accogliente ritrovo
giudicate) andavano a bagnarsi in una curva del fiume al Parco.
I giovani di nascosto si avvicinavano a spiarle. Nelle sere d'aprile in quegli anni, decine e decine di "lampade a carburo" frugavano silenziose lungo le sponde e sui sentieri a caccia di rane.
Ovviamente erano altri tempi e si viveva in altre-condizioni, certamente non era solo il Lambro pulito a determinare la vita dei giovani di allora.
Questo scritto non vuole essere un rimpianto inutile, dal vago sapore di nostalgia della gioventù.
Allora avevamo altri problemi, gravi: l'ignoranza, la fame, il fascismo. La lotta unitaria, tenace, instancabile di trent'anni ha consentito conquiste economiche e politiche di immensa portata.
Con lo stesso entusiasmo i giovani di oggi dovranno difendere quelle conquiste e migliorare il mondo in cui viviamo.
In questo obiettivo riteniamo possano rientrare anche i fiumi, i parchi e le piazze delle nostre città.
Luciana Turina
42*
È già arrivata la primavera 1978 e la via C.O. Cima delimitata fra i ponti ferroviari di via S. Faustino e via Ortica, rimane ancora oggetto di traffico, di deposito, di discarica e abbandono di oggetti e materiale sicuramente antigienico.
In passato si era fatta analoga richiesta, impostata con criteri forse troppo ambizioso (panchine, piante etc.); oggi tanto per garantire la incolumità dei bambini della zona si chiederebbe di chiudere per il periodo estivo detto tratto di strada con delle catenelle sorrette da appositi sostegni che in autunno possono essere rimossi.
Si fa notare che detto sistema non dovrebbe comportare problema per chi con mezzi pesanti deve una volta al mese usufruire di questo passaggio per ragioni di praticità.
Quanto sopra penso possa essere realizzato con modestissima spesa, e darebbe al quartiere, ed in particolar modo alle nonne che giornalmente hanno l'onere di seguire i nipotini e che non possono per varie ragioni portarli nei parchi (che oltretutto non esistono), la possibilità di lasciarli camminare senza il pericolo di essere investiti da autisti o da ragazzi che ancora in giovane età si divertono con la propria moto a scorazzare dal campetto attiguo alla strada; e se per caso una manovra non risultasse perfetta potrebbe causare una piccola vittima. Come si può capire, pensiamo non esistano ragioni tecniche che lo impediscano ma siamo convinti che con un pizzico di buona volontà questo piccolo problema si possa risolvere.
Quanto sopra è opportuno che venga fatto proprio dal Consiglio di Zona 12 e che nella sede opportuna trovi una adeguata soluzione sperando che questo sollecito non lasci la cittadinanza ancora una volta a bocca amara.
Sezione P.S.I. Di Pol Ortica
MILANO DODICI - pag. 8
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MILANO DODICI - pag.
IL Comitato Direttivo della "Sezione Gramsci "del Partito Comunista Italiano _ci ha inviato questo documento sulla situazione alla Nuova Innocenti
DOPO I FINANZIAMENTI
Potevano essere due di noi
Forse meraviglierà leggere su Milano Dodici considerazioni sui gravissimi fatti avvenuti con l'assassinio dei due giovani comagni Lorenzo lannucci e Fausto Ti nelli.
Ma l'evolversi dei fatti cosi come si sono compiuti, non possono passare sotto silenzio e quindi sento la necessità di esprimere cordoglio e sdegno per, la morte di questi due giovani compagni che la cieca furia degli interessi di parte ha voluto spazzare dal suo cammino spargendo altro giovane sangue di martiri per il riscatto della nostra democrazia.
Chi scrive conosce molti giovani che frequentano il centro Leoncavallo e posso assicurare che all'interno di esso vive non solo aparole, ma anche a fatti, quella democrazia che tanto si auspica nella vita. Democrazia basata sulla tolleranza delle idee e sul lavoro.
Questi due martiti erano cresciuti politicamente in questo clima, benvoluti da tutti e come tutti gli altri giovani impegnati nella lotta per un migliore avvenire.
Ma io penso che per non rendere inutile questo sacrificio vi è bisogno di altre considerazioni. Leggendo i giornali di questi giorni, si notano parecchie problematiche che vanno dalla violenza politica al grave problema della droga: tutte piste che la polizia sta battendo efficacemente per scoprire gli autori di questo atto criminoso; ma io, penso cheprima di questo c'è un altro problema che e di costume
ALLARME!
politico: io credo infatti che quando un uomo arriva a sparare a sangue freddo contro un altro uomo le motivazioni non possono essere che tre e cioè:
I) la sicurezza di restare impuniti perchè dietro loro c'è un'organizzazione che protegge loro le spalle la stessa organizzazione ha fatto di loro dei killers sono dei pazzi
La terza ipotesi la scarterei perchè se così fosse non sapevano quello che facevano tanto più che dalle testimonianze pubblicate i criminali sembra fossero ìn tre.
Terrò presente le altre due ipotesi: per uccidere un uomo ci vuole allenamento sia esso fisico che psichico in quanto ritengo che per farlo si debba arrivarci in modo graduale e' quindi senz'altro attraverso un sistema di vita dove la galera è un punto di arrivo e qui riallaccio il concetto di costume politico chiedendomi se questi delinquenti non avevano per caso beneficiato dell'istituto della libertà provvisoria; perchè se così fosse tutti noi ne abbiamo delle colpe anche quelli che dicono che loro non vogliono interessarsi di politica.
Vivere in un Paese dove si cerca di far crescere la democrazia è molto più difficile di un paese dove esiste la dittatura ma appunto per questo occorre partecipazione per far si che questi crimini non si ripetano e non venga più sparso sangue innocente.
Mario Gaggiani
A due anni dalla firma degli accordi del marzo '76, l'IMI ha finalmente concesso i finanziamenti alla N. INNOCENTI. Esattamente 41 miliardi e 400 milioni. Anche la data è significativa: 31 marzo '78, vale a dire proprio l'ultimo giorno di vita della legge 464, essendo appunto soppiantata dalla nuova legge di riconversione industriale, su cui si basavano i presupposti per il finanziamento al "nuovo padrone" DE TOMASO.
Ovviamente non tutti i problemi sono a questo punto risolti, anzi. Prima di arrivare agli ultimi avvenimenti, ci pare comunque necessario fare un salto indietro nel tempo. La lotta che i lavoratori della N. INNOCENTI portano avanti da circa 3 anni (insieme ai lavoratori della Maserati di Modena, della Benelli di Pesaro, della Guzzi di Mandello Lario) si inserisce strettamente nella battaglia sindacale complessiva che vede tutto il movimento operaio impegnato nella salvaguardia dei posti di lavoro, ma soprattutto in quel grande processo di riconversione dell'apparato produttivo ormai obsoleto ed in perenne crisi.
Le difficoltà che si incontrano attuando questa lotta non sono certamente poche e di poco conto.
L'impegno innanzitutto è di far rispettare gli accordi firmati nel marzo del '76 al tavolo ministeriale e che vede il Governo e il ministero dell'industria diretti responsabili dell'andamento attuale della nostra vertenza.
Sono gravissime le responsabilità del Governo e del ministro dell'industria Donat Cattin che con una sostanziale latitanza, venata da punte di arroganza proprie del potere democristiano, hanno disatteso tutti gli impegni presi nell'accor-
Unito e combattivo dei pensionati
È purtroppo un fatto che troppi pensionati oggi vivono ancora ai margini dell'organizzazione di classe e non si rendono sufficiente conto della responsabilità storica che incombe anche su di loro. Eppure questo è il momento in cui il fascismo stà sferrando un'offensiva, mediante atti criminosi in tutte le direzioni per far riacquistare al capitale le posizioni perdute e strappare dalle mani dei lavoratori, in particolare ai pensionati, le conquiste ottenute a prezzo di innumerevoli e gravi sacrifici. '
Guai se proprio adesso il fronte del lavoro dovesse trovarsi impreparato, non solo le condizioni di vita subirebbero un peggioramento e le pensioni sarebbero le prime a subirne le conseguenze, ma di nuovo la democrazia in Italia sarebbe in pericolo.
Questo è un allarme che gettiamo, affinchè tutti i pensionati partecipino insieme a tutti gli altri lavoratori ad affrontare l'offensiva reazionaria ed a stroncarla.
I pensionati, nella loro stragrande maggioranza, sono passati attraverso le lotte del 1943, hanno vissuto la resistenza e acquisito un notevole bagaglio di esperienza, la quale deve trasformarsi in capacità educativa per la nuova generazione. Cosa dicono ai loro figli o nipoti?
Eppure sono figli o nipoti nostri; che fanno tanto male al popolo pacifico, che diffondono terrore combattendo con le armi dell'assassinio in modo vigliacco. E cosa significa questo? Significa in primo luogo che anche i pensionati devono fare la loro parte impedendo la penetrazione nelle famiglie di dottrine ed ideologie che indeboliscono lo spirito di lotta e l'unità democratica dei lavoratori; significa evitare
che elementi nemici della classe lavoratrice possano causare delle fratture o peggio della distruzione della libertà proprio sotto le vesti dei rivoluzionari. Come allora chiedere in libertà e insistere come fa la lega sindacale della 12a zona per ottenere una assistenza sanitaria e casalinga per tutti gli anziani? E se attualmente la disparità tra le singole pensioni sono ancora notevoli, come allora ottenere la parità secondo la qualifica e l'anzianità di lavoro, se non con il sindacato che solo in regime di libertà potrà raggiungere detto traguardo. Come potranno denunciare al paese le cose che ai pensionati non vanno a genio, in particolare quando viene messo in dubbio e minacciato la scala mobile, l'aggancio alla dinamica salariale, il cumulo tra una miserabile pensione con un altrettanto miserabile reddito di lavoro indispensabile in certi casi per affrontare la vita, mentre i ministri percepiscono, da sempre due stipendi, quello da ministro e quello di parlamentare, anche se il parlamentare non lo fanno più, magari in barba ai divieti di cumulo sopra menzionati, non è detto che i nostri ministri avranno eventualmente due pensioni, maturate però da un solo lavoro.
Che dire poi della liquidazione di anzianità o buonuscita del settore statale che è stato dibattuto il 4 aprile 1978 nel salone del circolo di Via S. Faustino nell'assemblea affollatissima, indetta dalla lega pensionati C.G.I.L. 12a Zona, nella quale è stato evidenziato che lo Stato, ferrovieri compresi, non considera ai suoi dipendenti la 13" mensilità nell'indennità di buonuscita, e che però, solo una parte di essi, in virtù della giungla legislativa, possono presentare ricorso per ottene-
do ministeriale del '76.
Dietro a queste posizioni del Governo, De Tomaso agisce per far arretrare le conquiste sindacali con azioniprovocatorie tendenti a dividere i lavoratori in produzione con i lavoratori ai corsi di riqualificazione. Non'è un caso isolato la provocatoria affermazione della direzione aziendale in cui dichiarava che il centro professionale ANAP era frequentato da sovversivi, violenti, ed altro ancora.
Di fronte alla situazione preoccupante, lo sforzo di questi ultimi mesi è stato quello di riproporre in termini generali la vertenza della Innocenti. L'andamento della vertenza sindacale, che con circa 140 ore di sciopero è una delle più lunghe e logoranti, richiedeva, come due anni fa, una iniziativa che coinvolgesse il movimento sindacale in termini di lotta e di appoggio ai lavoratori dell'I nnocenti.
Si è andati così a ricostruire un rapporto con le altre grandi fabbriche automobilistiche della provincia che le vedevano presenti con delegazioni alle manifestazioni davanti alla Prefettura ed allo sciopero della zona lambrate del 30 di marzo.
Se da un lato l'iniziativa di lotta ha coinvolto tutti i lavoratori metalmeccanici della zona, dove nel corso di decine di assemblee sono stati chiariti i problemi presenti in fabbrica ed ha visto una vasta partecipazione allo sciopero ed alla manifestazione, dall'altra, ancora adesso non si conoscono quali siano i piani di riconversione presentati da De Tomaso, e per cui ha avuto i finanziamenti, e su cui il ministro dell'industria Donat Cattin da due anni concede molta della sua bonaria fiducia. Come dicevamo all'inizio, con l'arrivo dei finanziamenti non tutti i nostri pro-
blemi sono risolti e la vertenza si è chiarita. Anzi il carattere e le esperienze manageriali di De Tomaso lasciano alquanto dubitare sulla sua capacità di .rendere produttiva la fabbrica attraverso una programmazione ed una ricerca tecnologica di settore sui prodotti da immettere sul mercato. Nella nostra fabbrica, come nelle altre (Benelli, Guzzi, Maserati) il "padrone" De Tomaso non ha fatto altro che sfruttare i residui delle vecchie produzioni che nelle passate gestioni avevano portato le aziende in crisi. Bisogna inoltre ricordare che se i bilanci del '76 e del '77 sono attivi lo sono perchè 1400 lavoratori sono in cassa integrazione (pagati quindi con i soldi dei contribuenti) e dal fatto di avere avuto dei finanziamenti statali per 24 miliardi. È quindi necessario, come movinfento dei lavoratori, come sindacato nazionale, come consiglio di fabbrica premere decisamente sul Governo, su De Tomaso affinchè questi piani si possano discutere, ma soprattutto vi siano all'interno del progetto dei programmi concreti che diano un carattere produttivo, di sicurezza dei posti di lavoro, di ricerca tecnologica dei nuovi veicoli, di rinnovamento delle strutture produttive che siano capaci di dare ai nostri prodotti un carattere concorrenziale. I làvoratori sono quindi ancora impegnati fortementeper conquistare a Lambrate una fabbrica, che attraverso i soldi dei contribuenti, non si rinnovi per puri fini di profitto del padrone, ma contenga al suo interno la positività dell'uso dei finanziamenti pubblici creando una struttura lungamente produttiva che salvaguardi tutti i posti di lavoro originari.
Comitato Direttivo Sez. Gramsci - N. Innocenti
re quanto abusivamente non corrisposto, ma l'assemblea stessa ha votato un ordine del giorno, onde ottenere facoltà di ricorso anche per i pensionati esclusi. Quindi i pensionati possono da una parte migliorare le loro pensioni e dall'altra fare naufragare tutti i piani eversivi in una sola maniera, rimanendo strettamente uniti con tutti i lavoratori, anzi rafforzando ancora di più la loro unità con la decisa volontà di superare la prova che il paese sta vivendo.
L. Morandi
PANTERE GRIGIE
Ogni mese verrà pubblicata questa rubrica alla quale si chiede la collaborazione di tutti gli anziani perchè partecipino con suggerimenti, con proposte e con richieste alle quali si tenterà di dare una risposta esauriente. Daremo tutte le necessarie informazioni sindacali ai pensionati / e dell'Inps e Statali e la necessaria assistenza che aiuti gli anziani a superare le mille difficoltà di una pratica pensionistica.
NOTIZIE UTILI
Facciamo presente che il Sindacato dei Pensionati della CGIL zona 12 sta svolgendo una indagine assieme alla CISL e alla UIL per avere una assistenza sanitaria agli anziani in zona ed i conseguenti locali per ambulatorio.
Alla Camera del Lavoro di Lambrate in via Conte Rosso 30, tutti i giovedì alle ore 15,30 è presente un incaricato dell'Inca che svolge tutte le pratiche pensionistiche gratuitamente.
Si rammenta che ogni terzo lunedì del mese, alle ore 15,30, presso la trattoria la Battagliera in via Feltre 70, sarà presente un compagno della lega Zona 12 dei Pensionati per tutte quelle informazioni inerenti ai problemi degli anziani.
Analoga presenza vi sarà anche ogni terzo martedì sempre di ogni mese al circolo Bozzellini in Via Pitteri 9.
COMUNICATO
I pensionati della Lega 12 Zona di Milano, durante i lavori dell'assemlea svoltasi il giorno 4 Aprile 1978, approvano all'unanimità il seguente ordine del giorno:
- rivolgono alla Segreteria Nazionale del Sindacato Pensionati di Italia un vivace appello, inteso a far pressione presso le autorità competenti, affìnchè sia riconosciuta la possibilità anche per i pensionati del settore Statali e Aziende Autonome messi in quiescenza prima del 1973, di presentare ricorso alla Corte dei Conti, analogo a quello in corso di presentazione da parte dei pensionati messi in quiescienza dopo il 1973, relativo alla liquidazione della 13° mensilità, tuttora non considerata nell'indennità di buonuscita.
La Nuova Innocenti ha scioperato, assieme alle fabbriche della Zona, per poter partecipare alla grande manifestazione di popolo, in occasione del funerale dei giovani Tinelli e lannucci.
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Io vi consiglio ...
andiamo in centro
Ci sono dei film che per la tematica che trattano oppure per il regista che li ha diretti suscitano un grande interesse in chi ama il cinema e pertanto meriterebbero di essere visti al momento in cui vengono programmati.
La loro uscita è quasi sempre nei locali di prima visione; a volte succede invece che qualche film interessante venga proiettato nei circuiti alternativi, ma questo evento si verifica raramente in special modo per quelli che non fanno prevedere un successo commerciale.
Questa delle prime visioni è una piaga italiana che si va sempre più estendendo in quanto i proprietari delle sale fanno pagare a tutt'oggi 2.500 lire per vedere un film, proiettando quelli di successo per diversi mesi, nei loro locali avendo acquisito una posizione di monopolio ed essendo le prime visioni in mano a pochi esercenti che hanno trasformato i vecchi cinematografi del centro storico in moderni locali oltretutto programmando il medesimo film in diversi locali condizionando così gli spettatori interessati a pagare quello che loro impongono.
Certo che per la maggioranza dei film in visione trattandosi solamente di buoni prodotti commerciali, non vale la pena, a nostro avviso, di spendere la cifra sopraccennata; ma per alcuni film, aventi le caratteristiche di cui si parlava sopra, si è quasi condizionati ad andarli a vedere per non perdere la freschezza della proposta artistica che oltretutto di questi tempi difetta parecchio.
A Milano in questi giorni vi sono due film che vale la pena di andare a vedere anche nelle prime visioni : "Ciao maschio" di Marco Ferreri e "Ecce bombo" del giovane Nanni Moretti. I due film possono ritenersi complementari, anzi per riprendere una frase detta da un nostro importante uomo politico sono "divergenti paralleli".
Il film dì Ferreri, autore tra l'altro de "L'ultima donna", film che ha suscitato molte discussioni ed interpretazioni, continua la tematica di questo autore iniziata con il suo primo film "Dillinger è morto" a cui "Ciao maschio" si ricollega.
La degenerazione dell'uomo, sempre più alienato dalla vita moderna che è costretto a subire, è rappresentata in ogni film di questo regista il quale ha iniziato dall'uomo borghese, suprema degenerazione, coinvolgendo via via tutto il genere umano maschile investendo pure quelle donne che ne hanno fatto propria la ideologia maschilista. In questo suo ultimo lavoro, approdo finale della sua parabola, cioè la fine dell homo sapiens e della sua civiltà, il regista ricongiunge idealmente quest'ultimo all'uomo moderno che non si sa più esprimere con le parole (si serve del fischietto), che rifiuta la vuota retorica dei "bei tempi passati" e provoca così la sua autodistruzione, mentre la donna ricerca sola una sua possibilità di espressione, non riesce più ad essergli compagna ed alla fine, sopravvissuta alla catastrofe, sola con le sue bambine su una spiaggia deserta, aspetta ...
Il regista non ci sa dire cosa, nè cosa riuscirà a costruire con le sue sole forze; e questo interrogativo resterà sospeso nel vuoto.
L'altro film "Ecce bombo" inizia dove "Ciao maschio" termina, descrivendo la condizione giovanile alle prese con un mondo che noi, con tutte le nostre forze, abbiamo contribuito a distruggere in quanto vuoto, retorico ipocrita, propinatore di valori non più credibili.
La fatica che abbiamo dovuto usare per distruggere questa immagine del vecchio mondo è stata cosi grande che non ci ha dato il tempo di costruire nuovi valori, nuovi ideali in cui le giovani generazioni potessero riconoscersi.
Le nevrosi dei giovani alle prese con questo mondo che abbiamo lasciato alle spalle non permette loro di sapere come comportarsi, anzi peggiorando la condizione dell'esistente assommando tutti i vecchi difetti (autoritarismo, retorica, bacchettonismo ed altri) a quelli che le macerie della contestazione ha lasciato e perciò, dopo la grande delusione di non poter realizzare una rivoluzione utopica, restano solamente la masturbazione del cervello, il vuoto delle idee, il vivere alla giornata.
La crisi strutturale che vive il nostro paese e di cui la disoccupazione giovanile, specie quella intellettuale, è uno dei primi elementi, la carenza di spazi sociali in cui ritrovarsi, la tendenza a richiudersi in ghetti, provocano una profonda nevrosi che impedisce lo svolgimento di una vita sociale serena e chiude ogni prospettiva futura.
Il film è condotto dal giovane regista in modo magistrale accentuando i tic della condizione giovanile, usando la mano leggera, sorride e si deride con molto humor, anche se tutto questo non provoca una sana risata liberatoria ma un riso amaro che costringe a ripensare a questi 10 anni trascorsi dal mitico 68, alla nostra vita passata, agli errori commessi e anche alle speranze che abbiamo nutrito e non abbiamo saputo realizzare.
"Ecce bombo" è il carro dei nostri vecchi sogni che se ne vanno, un sarcastico grido di risveglio mentre il sole dell'avvenire, come nel film, è già sorto.
BqIL CAMEACQUISTAP°
(MILANO DODICI FELTRI CIMIAMO LANIBRAIF ) ORTICA
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Calcio che passione!
In piedi da sinistra: Campanella, Cambiaghi, Orlandelli, Grande, Granata, Piccioni. Accosciati: Patrioli, Zanchetta, Donida, Cinquanta, Furia, Daccò. Dirigente allenatore: Vittorio Casati.
Siamo quelli che tutti chiamano una squadra di calcio. D'accordo, però una squadra con delle caratteristiche precise e noi pensiamo senz'altro insolite e siamo nati per nostra decisione, perchè noi lo abbiamo voluto, perchè avevamo tutti una gran voglia di giocare; di conseguenza a tutto ciò non avevamo altra possibilità se non quella di organizzarci autonomamente.
Cosa abbiamo ottenuto? Molto: abbiamo giocato, ci siamo divertiti e abbiamo divertito e infine un ottimo e insperato piazzamento in classifica.
Soprattutto teniamo a precisare lo spirito di amicizia e di collaborazione che ci ha caratterizzato durante questa prima esperienza, con-
siderando il fatto che siamo un gruppo numeroso di giovani (circa 25) tutti di Lambrate, ma provenienti da ambienti diversi.
Pensiamo sia stato un lavoro positivo e sincero. Esente da qualsiasi tipo di condizione o pretesa. Invitiamo pertanto squadre di calcio, organizzazioni in quartiere e ragazzi interessati alla nostra attività, che speriamo continui grazie appunto all'aiuto di tutti, a mettersi in contatto con noi.
Ringraziamo l'istituto dei MARTI NITT, della sua indispensabile collaborazione, e tutte le persone che finora ci hanno seguito e aiutato.
Caldo Lambrate
Una partita da ricordare
Riportiamo qui di seguito l'elenco delle edicole in cui è possibile trovare Milano Dodici:
Edicola di .Via Conte Rosso
Edicola di Via Rombon
Edicola di Via Ortica
Edicola di Via Cima
Edicola di Via Palmanova (vic. Standa)
Edicola di Via Civitavecchia
Edicola di P.zza Udine
Edicola Metrò Udine Cooperativa Ortica Libreria "Più Libri" Bar Carlo (Via Rombon)
Per la pubblicità
le tariffe sono trattabili Contattateci telefonando a: Annv Parodi n. 2364042. Attilio Bellettati n. 728891 oppure scriveteci in Via S. Faustino n. 5 Un nostro incaricato si precipiterà a discutere con voi.
La squadra del Rombon-Mercati.
Da sinistra a destra: in piedi, Nino (prestinaio), Mario (lattaio), Nino (macellaio), Carlo (barista), Domenico I (macellaio), Domenico II (macellaio), Luigi (salumiere), (anonimo), Angelo (lattaio). Seduti: Nino-arbitro (PP.TT.), Tanino (prestinaio), Renato (macellaio), Ciro (ferroviere), Gianni (ortolano), Fiorenzo (salumiere), Renzo (gastronomo).
Al campo di calcio di Lavanderie si è disputata la partita fra "Mercati Rombon" e "Superspacci 1000".
Il divertente e spettacolare incontro, che ha avuto una vasta cornice di pubblico, è stato meritatamente ed ampiamente vinto dai "Mercati Rombon" col risultato di 3 a 1.
TUTTI IN PIAZZALE GOBETTI
La sezione del P.C.I. "Cnriel" organizza per i giorni 29-30 aprile e I maggio presso piazzale Gobetti, tre giornate internazionali di solidarietà con i popoli dell'America Latina. (Cile, Cuba, Argentina).
I temi in discussione sono: Situazione economica in America Latina ed Imperialismo americano Fascismo e repressione in America Latina Movimento popolare e lotte per la liberazione nazionale. Vi saranno mostre, spettacoli, diapositive e folklore.
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Più che uno spettacolo una occasione per trovarsi
L'idea di formare un gruppo vocale e strumentale è stata di Leonardo Marzagalia, maestro di musica con lunga esperienza in diversi generi musicali. Questo gruppo avrebbe dovuto raccogliere canti popolari italiani e stranieri e, dopo prove ed arrangiamenti, si sarebbe dato da fare per organizzare spettacoli e rappresentazioni un po dovunque. Poi invece il lavoro si è spostato in un'altra direzione; e così, sempre il laboriosissimo Leonardo, ci ha proposto di organizzare uno spettacolo dedicato a Milano, che comprendesse i migliori brani di Enzo Jannacci, cantautore a noi particolarmente caro. L'ascolto dei dischi dai quali scegliere i pezzi da eseguire, è stata per molti una piacevole sopresa in quanto i brani erano di una notevole bellezza musicale e poetica. Quindi eravamo tutti entusiasti di poterli raplresentare. Solo che fare tutto e soo Jannaci poteva sembrare un lavoro troppo mattone ed allora si è
pensato di aggiungere brani di un altro autore, precisamente di Georges Brassens; brani tradotti dal francese in dialetto milanese, da Nanni Svampa. E allora, sotto con le prove per lo spettacolo. Pino canta questa, la Maurizia è più adatta per quel brano, il Daniele potrebbe fare il "palo dell'ortica": ci si distribuisce i ruoli, il lavoro va a cominciare. Per quanto riguarda il complesso musicale, Leonardo non ha preoccupazioni, i suoi amici saranno felicissimi di inserirsi. Gli amici sono: Roberto, fine bassista, Armando Papais, chitarrista incredibile che abbiano prelevato dalle case di San Faustino, Franco, batterista leggero ed astuto, oltre che simpatico. E poi la organista Luisa, la bellissima Antonietta, insomma la compagnia è più che affiatata, oltre che illuminata dalle luci di Giuliano Selis.
Ci siamo trovati diverse domeniche mattina per provare, una volta nella casa del giovane, un'altra a casa del pianista, il Leonardo; poi il palco. Tante ore passate insieme, un lavoro anche faticoso, ma senz'altro utile che poi ha dato i suoi frutti durante lo spettacolo. Chi l'ha visto, pare che 1 abbia gradito, chi non l'ha visto ha perso una bella occasione per vedere dei grandi appassionati alle prese con brani bellissimi e trascinati da un pubblico veramente caloroso. Pubblico
Proviamo ad andare a Teatro vicino a casa nostra!
che peraltro ha apprezzato tantissimo l'esibizione del Giacomo, aggressivo e gioioso come non mai, in un'esilarante "ho soffritto per te". Peccato che la stessa sera, proprio in una zona vicina, al Centro Sociale Leoncavallo, succedesse un fatto infame, l'assassinio di due giovani per mano di gente che, incurante della musica, della poesia, del teatro, della gioia di vivere e di cambiare questa città, a volte scura e malinconica, continua a portare il suo messaggio di morte e di odio. Ora, quali sono le prospettive del nostro gruppo? Direi che sono interessanti. Ci vogliono a cantare in diversi dopolavori, ripeteremo lo spettacolo alla fine di maggio nella Festa di Primavera organizzata dalle A.C.L.I. a Lambrate. Però abbiamo anche diversi problemi, anzitutto il problema del tempo; tutti abbiamo mille altri impegni e interessi, inoltre, tra di noi, chi sente il gruppo come impegno sociale, chi solo come esperienza musicale, chi invece ritiene utile ottenere un po' di lira, e mettere insieme tante esigenze è difficile. infine ci stà venendo la voglia di mettere su uno spettacolo fatto tutto quanto da noi, musiche, testi e scenografie o per lo meno un lavoro che comprenda brani già noti ed altri creati da noi. Così potremmo portare un nostro contributo culturale nel campo del teatro.
Collettivo musicale Lambratese
Ecco, questo, a grandi linee, è il programma che la Commissione Cultura si accinge a proporre ai cittadini della zona.
I tempi ed i luoghi saranno stampati sui manifesti che presto vedremo sui muri e sulle bacheche comunali.
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CONCORSO QUIZ
Vogliamo far concorrenza a Mike Bongiorno per sostenere il nostro giornale. Perciò, proponiamo questo concorso aperto a tutti i lettori.
Chi è?
A tutti coloro che invieranno una cartolina postale con nome e cognome del personaggio della foto, sarà spedito in omaggio il volumetto del personaggio misterioso: "Il popolo e i suoi fucili" (a cura di P. Baldelli) indirizzare a Marinella Giusti Milano Dodici Via S. Faustino, 5 MILANO I nomi dei vincitori saranno pubblicati sul prossimo numero del giornale
Nato nel 1898 è, nella storia del cinema, riconosciuto come il più grande documentarista politico di tutti i tempi. La sua cinepresa ha seguito per oltre cinquant'anni il susseguirsi delle esperienze rivoluzionarie del proletariato mondiale: dalle guerre di Spagna alla vittoriosa lotta dei popoli indocinesi, dalla "lunga marcia" del popolo cinese, dalle làbbriche sovietiche dopo l'Ottobre alle esperienze rivoluzionarie Cubane e Cilene.
-Fra i tanti compiti del Consiglio di zona, uno in particolare acquista un significato che mipreme rilevare. Mi riferisco al ruolo ed agli scopi della Commissione Cultura e Sport. È chiaro che in un periodo di crisi e di disgregazione sociale come l'attuale, si fa sempre più forte il bisogno di creare forme e momenti di aggregazione culturale. Questa costituisce il temer n necessario perchè una co' si possa riconoscere, possa coi.trontare i propri valori con altri zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA -quistarne dei nuovi, costruire delle speranze e degli ideali. Ed è proprio per venire incontro a questa esigenza che il Consiglio di Zona, stà organizzando una serie di spettacoli teatrali. Grazie alla entusiasta disponibilità di alcune giovani compagnie teatrali sarà possibile assistere a diverse rappresentazioni. Ci sarà la COMPAGNIA DELLA SELVA, con AMLETO di C. MA-
ROWITZ da SHÀKESPEARE, ci sarà il COLLETTIVO AUTOTEATRO con VOLPONE, un brillante lavoro di BEN JONSON, avremo un gradito ritorno nella zona della COOPERATIVA TEATRO DEGLI EGUALI che l'anno scorso al Teatro dei Martinitt rappresentarono due farse, una di B. BRECHT, l'altra di DARIO FO, e che quest'anno proporranno un rinnovato repertorio: IL CASTELLO MISTERIOSO, una fiaba per ragazzi, e IL CIARLONE, che ha ottenuto recentemente un buon successo al Teatro del Vecchio Verziere; vedremo la COMPAGNIA SPECCHIO MAGICO, con MAGIC di CHESTERTO N, ed infine potremo assistere a due rappresentazioni del TEATRO DI LAMBRATE: Succed a Milan, di R. ZAGO e Formica Blu di BERTELLI, recitata da giovanissimi attori delle scuole medie ed elementari, veramente molto bravi.
UN GIOCO AL MESE
Quanti cubi ci sono in tutto nella figura disegnata sopra?
SOLUZIONE DEL GIOCO PRECEDENTE ~OR.
Qui sotto è raffigurata la soluzione del problema proposto lo scorso numero.
Nell'ultimo numero di questo giornale, Sauro Sagradini esprimeva le sue preoccupazioni perchè Milano stà diventando una città in cui non si vive più, in cui la gente ha paura ad uscire la sera, in cui la solitudine e l'individualismo stanno prendendo forza. Anche noi, purtroppo, condividiamo questa analisi; ma sappiamo che la gente di questa città è piena di potenzialità espressive ed umane, e che ha solo bisogno di strutture e di una nuova forza morale per potere inventare la vita.
Ed è in questo spirito che verranno realizzate le serate con le citate compagnie teatrali. Serate, che speriamo siano un'occasione di diverimento, di acquisizione culturale, li amicizia fra tutti i cittadini della ma 12.
Commissione Cultura e Sport Zona 12 - Pino Testi
CI SCRIVONO
Abito in zona da anni ed ho visto svilupparsi il quartiere, sento gli umori della gente su molti problemi.
Ve ne propongo due relativi alla nostra zona affinchè il giornale porti la questione al Consiglio di Zona e si provveda con urgenza.
1 - L'area in via Feltre angolo piazza Udine abitualmente occupata da una giostra per bambini ed altri giochi. Perchè non viene illuminata, alberata e ripulita dai detriti e dai rifiuti lasciati da mondane notturne.
2 - Gli scarichi abusivi di macerie in via Crescenzago stanno invadendo un'area che dovrebbe essere Parco.
È vero che esistono grandi problemi ma sono certa che anche questi piccoli qualificano un'amministrazione cittadina.
Antonia Besana
Con riferimento all'articolo sui bar di Lambrate apparso sul numero 8-9 di Milano Dodici, vorrei far rilevare che non si è parlato assolutamente, tranne quel breve cenno nella testata dell'articolo, del bar che a mio avviso rispecchia più di ogni altro la realtà popolare di Lambrate, mi riferisco al bar QUASSO di via Conte Rosso.
È in questo locale infatti che da decenni i lavoratori ed i pensionati del
Il mese scorso era...)
Elio Vittorini
Nato a Siracusa nel 1908, esordì come scrittore a Firenze, dove si era legato al gruppo di "Solaria", la rivista su cui pubblicò i primi racconti e, nel 1933, a puntate, il romanzo "Il garofano rosso". La guerra di Spagna segnò una fase decisiva della sua maturazione ideale e letteraria, di cui sono testimoni "Conversazione in Sicilia" (1941) e la celebre antologia "Americana", quasi una "summa" della sua azione culturale, anche se apparve mutilata dalla censura negli scritti di commento. Dopo la Resistenza, cui partecipò attivamente (da quella esperienza nacque il romanzo "Uomini e no") potè dar vita al progetto della rivista "Il Politecnico", edita da Einaudi (29 settembre 1945 - dicembre 1947). Da allora il dialogo di Vittorini con le nuove generazioni, la sua ricerca sempre stimolante e aperta al nuovo, proseguivano sotto altre forme, tra cui ricorderemo la collana dei "Gettoni", che diresse per Einaudi dal 1951 al 1958 con Italo Calvino. Dopo il romanzo "La garibaldina" (1956) e il "Diario in pubblico", aveva ripreso e in parte riscritto il romanzo "Le donne di Messina" (1949) e lavorava ad una vasta sistemazione teorica della sua idea di letteratura, quando una malattia sopravvenuta nell'estate 1965 lo spense a Milano il 12 febbraio 1966.
Hanno risposto giustamente e vinto il premio: Bruno Voltolina, A. Scalzo, Francesco Pedrazzoli, Silvia Gerli, Franca Ghidelli, Diana Mingardo, Caterina Di Gregorio, Argia Cortini, Anna Caruso, Cinzia Basilico.
quartiere si ritrovano a giocare a carte, a suonare tra amici e a bere bianchini, sempre nello stesso clima disteso e gioviale.
A questo proposito inoltre vorrei che si facessero pressioni atte afar aprire i bar, i ritrovi anche di domenica per permettere agli abitanti della zona di ritrovarsi senza dover uscire da Milano con conseguente dispendio anche in considerazione dell'attuale crisi economica.
Vorrei riproporre inoltre un'iniziativa di cui si era già parlato mesi addietro e
cioè della creazione di una banda musicale che possa suonare nelle feste per i .cittadini. Le persone ci sono, gli strumenti pure, necessita una volontà da parte di tutti noi affinchè si riesca a costituirla effettivamente.
A mio avviso solo con l'impegno comune a costruire l'ambiente in cui viviamo compatibilmente alle esigenze di lavoratori potremo contribuire al processo di rinnovamento democratico in atto nel paese.
Franco Diciolo
m Redazione e amministrazione: ' MILANO DODICI ) presso Circolo Cesare Pavese - via -- FIELTRE CIFRIAMO ---- k.. (AMBRATE ) '-ORTICA S. Faustino, 5 - Milano-Ortica
Direttore: Sauro Sagradini
Rosaria Oe Luca - Giancarlo Compirti - Riccardo Ghidonì - Mimmo Vaccarello - Pietro d'Ercole - Mario Ruolo - Augusto di Tommasi - Attillo Bellettati - Marinella Giusti (Fotografie di ROBERTO TOMBESI)
Stampa: Coop. Guado - Robecchetto con Induno (Milano)
Direttore resp. Luciano Capitini - Suppl. Ticinia Notiziario - Aut.Trib. di Milano n. 232 del 4.6.73.
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FELTRE-CIMIAMO LAMBRATE ORTICA ) ZONA 12
Si tratta di una ampia zona di Milano che confina con il Comune di Segrate a est mentre la via Palmanova è il punto di demarcazione con la zona 10 a nord-ovest e a ovest con la zona 11.
Feltre - Cimiano -Lambrate - Ortica sono le quattro vaste aree della zona. Gli abitanti sono circa 40.000.
per l'abbonamento annuo semplice di L. 3.000 il libro: Thomas Houxley - "Il posto dell'uomo nella natura" (Feltrinelii Editore)
per l'abbonamento annuo sostenitore di L. 6.000 il libro "Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana" (Einaudi Editore)
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per l'abbonamento annuo speciale di L. 12.000 i libri: 1) "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (Einaudi Editore)
C 2) "Gian Butturini" Cile "Venceremos" un volume VENCEREPAO$ di grande formato con krimume~ero centinaia di illustrazioni, documenti e testimonianze sul Cile di Allende.
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MILANO DODICI - pag. 12
L'APERITIVO A BASE DI CARCIOFO