Porta Venezia(2)

Page 1

PERIODICO DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA MENSILE

ANNO 1- N.2

OTTOBRE 1977

LIRE 300

La risposta giusta

Nel presentare Porta Venezia abbiamo posto l'accento sul nostro impegno per contribuire alla costruzione di una ampia collaborazione tra le forze politiche, sociali e i cittadini della nostra zona. Sostenevamo l'urgenza di predisporre un programma realistico e coraggioso in grado di portare a soluzione i problemi locali collegandosi nello stesso tempo allo sforzo collettivo che si sta sviluppando nel Paese per uscire dalla grave crisi economica, morale e statale che lo colpisce.

L'accordo programmatico siglato dai partiti dell'arco costituzionale nel mese di luglio é dunque per noi un fatto decisamente positivo e importante che favorisce e stimola quei processi di collaborazione popolare che vengono avanti nelle città. nelle campanelle scuole e nelle fabbriche. per :t VÅ.is9f9- Popera di risanamento e trasformazione di cui abbiamo bisogno.

Con l'accordo programmatico è stata tracciata una strada nuova, ma di certo non siamo entrati in una nuova epoca. Forti e potenti sono ancora le spinte per far naufragare la collaborazione tra i partiti democratici. Tra queste vi è il ricorrente tentativo di riproporre nelle assemblee legislative un clima di sospetto e di scontro preconcetto tra le forze politiche.

In modo particolare a Milano assistiamo da tempo,alle manovre di alcuni settori della DC cittadina per rendere impossibile in Consiglio Comunale e nei Consigli di Zona ogni forma di confronto e di collaborazione tra l'attuale maggioranza di sinistra e l'opposizione sulle cose da fare. In questo modo ci sembra che non si operi per salvaguardare la dialettica democratica ma, lo si voglia o no, per rendere molto difficile ogni serio tentativo per migliorare il modo di vivere e di lavorare nella nostra città. Un esempio significativo della pericolosità di una tale strategia l'abbiamo avuto in zona con la vicenda delle dimissioni del presidente del nostro Consiglio di Zona, dott. Muzio. La forte pressione di alcuni settori democristiani aveva infatti imposto al presidente del Consiglio di Zona di rassegnare le dimissioni per rompere la lunga collaborazione con le forze della sinistra che caratterizzava la vita del nostro Consiglio di Zona. La decisione del Pci, del Psi e del Pri di rispondere energicamente ad una simile ingerenza riaffermando la solidarietà al presidente, la coraggiosa presa di posizione del presidente di ritirare /e dimissioni, l'autonoma e realistica funzione del gruppo DC, sono servite non solo a riaffermare l'autonomia del

PORTI VENE

Aperte le scuole di P. e Bacone

decentramento ma a sottolineare che la comune volontà di costruire insieme, pur con le legittime diversità,è l'unica via per far progredire la zona, la città, il Paese.La ripresa del Consiglio della nostra zona avviene dunque in un clima di fiducia tra le forze politiche e questo certamente favorirà la buona riuscita di alcune impegnative iniziative prese nel campo della casa, della scuola della cultura e in altri settori. Ma soprattutto ci auguriamo che serva a facilitare la riorganizzazione del modo di lavoro del Consiglio di Zona e delle sue commissioni, nonchè a stimolare la partecipazione dei cittadini alla vita del decentramento. In questo senso crediamo utile, e per parte nostra daremo un adeguato contributo, che i partiti concordemente elaborino un programma concreto e non un voluminoso libro dei sogni, per la nostra zona. Un programma che individui i problemi più urgenti da affrontare e da risolvere a Porta Venezia in un periodo temporale ben preciso e che dia ai cittadini l'occasione e gli strumenti per verificare concretamente l'impegno dei partiti, del Consiglio di Zona, dell'Amministrazione comunale.

Le lotte delle forze politiche democratiche e dei cittadini della zona 3 per la costruzione di una scuola in piazzale Bacone partono fin dal 1969. L'acquisizione dell'area, dove sorgeva un vecchio deposito dell'azienda tranviaria, di proprietà della Montedison, è il primo obiettivo che il Consiglio di Zona, appena costituito, si pone: lotta contro la speculazione per i servizi sociali.

Ottenuta l'area,i lavori iniziano nel 1975. Grazie all'impegno preciso assunto dalla Giunta,

IN QUESTO NUMERO:

a pagina 3

La storia di Porta Venzia

a pagina 4

Riprende l'attività del C.d.Z.

nonostante i gravi problemi finanziari, e grazie alla piena disponibilità dell'impresa che esegue i lavori;la scuola media (con 25 aule normali e 12 speciali) e quella elementare (con 24 aule normali e 18 speciali) vengono consegnate in anticipo sui tempi prestabiliti.

Fin da giugno ci si trova di fronte alla necessità di cercare una soluzione razionale per il miglior utilizzo sociale di queste nuove strutture. L'impegno viene assunto in questo senso dai cittadini e dalle forze politiche

ed è portato avanti per questa strada fino in fondo, tenendo presenti gli elementi del nuovo "piano di edilizia scolastica- che la Giunta ha inserito nel Piano Regolatore della città: verifica dei fabbisogni, revisione dei bacini di utenza delle scuole,introducendo nella formulazione problemi sociali e altri fatti emergenti, necessità di un riequilibrio tra fabbisogni ed eccedenze nelle varie zone, verifica delle strutture esistenti e soddisfacimento dei bisogni sociali segue a pag. 2 i

a pagina 5 a pagina 8

Vendite frazionate: Settala 45, Palazzi 19

a pagina 6

Le domande per gli

alloggi del comune

a pagina 7

A 200 lire

il biglietto del tram?

Piano commerciale della Zona

a pagina 9

~~111111~111~

Il "Gerolamo" all'X Cine

a pagina 12

243 iscritti della Zona nelle liste per il lavoro

Con questo numero il nostro giornale riprende regolarmente le pubblicazioni. Ci auguriamo di riuscire a fare di Porta Venezia il periodico pensato, scritto e letto dai cittadini della zona.

a scuola cambia

L'anno scolastico si è aperto quest'anno con molte novità tra cui quella di essere iniziato prima, ed altre ne ha in serbo. Una novità quasi "storica" per il nostro quartiere è l'entrata in funzione di un nuovo complesso scolastico, con anticipo rispetto ai tempi fissati dalla vecchia Amministrazione. Ne riferiamo diffusamente in altra parte del giornale.

Oltre all'elezione oei Consigli di interclasse e di classe, in data diversa, avremo quest'anno il rinnovo dei Consigli di Circolo e di Istituto, ciò che comporterà, come ben ricordano i genitori che hanno partecipato alle elezioni passate, un notevole impegno sul piano organizzitivo, nella elaborazione e nel confronto di idee e di proposte sui temi della scuola.

Avremo poi ancora l'avvio di due nuovi organi collegiali, il Consiglio scolastico distrettuale e quello provinciale, l'estendersi quindi del dibattito ai temi della programmazione territoriale, dei rapporti dei vari organi collegiali tra loro e con l'Ente locale, dell'inserimento delle scuole private nel distretto, degli obiettivi di educazione permanente e formativi in genere.

Questi nuovi Consigli appaiono fondamentali per avviare una reale gestione sociale e superare le strettoie in cui si sono trovati sovente imprigionati i Consigli di scuola. Ma se aprono grandi possibilità, comportano anche dei rischi.

Rimandiamo il loro esame al prossimo numero, dedicato espressamente alle elezioni scolastiche di novembre e dicembre.

Un'altra novità, i cui riflessi sulla scuola sono destinati ad essere assai profondi, è l'emanazione dei decreti attuativi della legge n. 382, la quale delega, anche in materia scolastica, nuove competenze agli Enti locali, Regioni, Province, Comuni. Essa pure va esaminata e valutata con maggior larghezza di spazio, cosa che faremo successivamente.

Ancora novità di grande portata sono introdotte dalla legge di modifica della scuola media

dalla prima:

unica che abolisce il latino come materia a sè e la divisione per esso nelle applicazioni tecniche, potenzia l'insegnamento delle materie scientifiche, l'educazione musicale, la verifica pratica; e dalla legge che modifica il calendario scolastico, abolisce i voti, le pagelle, gli esami a settembre e quelli di seconda elementare, consente l'uso degli edifici in orario non scolastico e, nelle classi sperimentali, permette l'acquisto di altri libri al posto di quelli di testo.

Sono novità profonde che toccano i metodi e i contenuti, tali alcune da disorientare i genitori e gli stessi insegnanti.

Non solo quindi le commenteremo, ma ci proponiamo di istituire un "angòlo" fisso della scuola in cui risponderemo alle lettere e ai quesiti dei lettori, commenteremo i fatti scolastici accaduti in zona.

Novità infine si preparano con la modifica dei decreti delegati (la legge è in Parlamento) nel senso delle richieste da anni avanzate dai genitori e dalle forze democratiche e con la riforma della media superiore e dell'Università, come è stabilito negli accordi programmatici tra i partiti.

Un'ultima osservazione, in coda a questo lungo elenco di fatti nuovi. Negli anni passati gli insegnanti, i genitori, gli studenti democratici si sono impegnati in una lotta dura, più forse di quanto avessero previsto, contro l'autoritarismo e le mille difficoltà ministeriali e burocratiche; si sono impegnati in una lotta ingrata, che ad alcuni è parsa sterile, che ha causato, è inutile negarlo, una diffusa sensazione di scoraggiamento. Ma infine, a perdere è stato il pessimismo.

Vedete, amici lettori, che la scuola può cambiare, che la scuola cambia, che la scuola è cambiata. Certo, nulla è definitivo, le conquiste positive possono mutare segno: tutto dipenderà dalle nostre capacità di lotta. Me se il nostro impegno, come non dubito, continuerà, avremo davvero posto la basi per avere, domani, una società migliore.

Aperte le scuole di P. le Bacone

attraverso la piena utilizzazione delle strutture scolastiche non ancora pienamente utilizzate.

In pieno accordo con le indicazioni della Giunta per razionalizzare a livello interzonale l'uso delle strutture scolastiche esistenti la Zona 3 e la Zona 11 si sono mosse unitariamente, in stretto contatto con le scuole, con i genitori, con l'Assessorato e con il Provveditorato e hanno dato un esempio da seguire anche in altre zone della città.

La nuova scuola viene utilizzata in base alle proposte avanzate dalla commissione che aveva seguito i lavori di definizione del bacino di utenza e che erano state approvate in Consiglio di Zona il 15 settembre e in seguito in Assessorato, in Provveditorato e ribadite in una assemblea di genitori presso la scuola Stoppani. Per la scuola media:

- 11 prime classi: 9 per gli alunni del bacino naturale e 2 per le eccedenze della Tadino (media di 28 alunni per classe)

- 10 seconde classi: 3 alla Tadino per le eccedenze e 4 alla

Caterina da Siena

- 7 terze classi: 3 alla Tadino per le eccedenze e 4 alla Caterina da Siena. Per un totale di 28 classi che rendono evidentemente necessario l'uso per attività normale di 3 aule speciali.

Anche per la scuola elementare le soluzioni accettate e praticate sono state quelle unitariamente proposte. La nostra zona, che è tra le più sprovviste di servizi sociali, riesce finalmente a risolvere uno dei più gravosi problemi delle sue scuole, riesce cioè ora ad eliminare i doppi turni sia dalle elementari che dalle medie.

Questo è lo stabile di via Boscovich 42, ex sede del commissariato di PS, che ospita le 4 aule di scuola materna (160 bambini) con le quali si risolvono finalmente i problemi della materna di via Benedetto Marcello e Stoppani. Infatti in questi locali vengono ospitati tutti quei bambini che negli anni scorsi erano stati costretti a trasferirsi giornalmente in autobus, e con pesanti disagi, in scuole fuori zona.

Per il secondo piano sono pronte 5 aule la cui utilizzazione non è stata ancora stabilita dal Consiglio di Zona. La più probabile è che in questi locali si trasferisca temporaneamente il Consiglio di Zona stesso, prima di entrare nello stabile di via Settala per ora occupato dai vigili della Zona 10. L'attuale sede del Consiglio di Zona in via Spallanzani 32 è stata infatti dichiarata inagibile.

Il metodo del confronto

Il valore politico della soluzione raggiunta con l'apertura delle scuole di p.le Bacone è grande. Mesi di lavoro, di controllo, di partecipazione dati dai genitori democratici, dal Consiglio di Zona, dalle autorità competenti, da tutti coloro che avevano messo a disposizione capacità ed entusiasmo rischiavano di essere vanificati da manovre poco chiare tendenti a scavalcare gli accordi presi, a mettere le parti una contro l'altra.

Si trattava di manovre corporative, di interessi particolari e personalistici, si cercava di farci tornare indietro ai vecchi metodi burocratici e autoritari di gestire le risorse.

La presenza continua, la collaborazione, la fermezza di cui hanno dato prova, nel respingere questi tentativi, tutti i cittadini interessati, fa credere alla possibilità sempre più reale di poter praticare il metodo del confronto democratico e costruttivo tra forze politiche, sociali e istituzioni per risolvere i problemi che ci sono di fronte.

"...Il modo con cui le Zone 3 e 11 hanno operato è un esempio di lavoro - dice l'Assessore all'educazione Sangiorgìo - da seguire per risolvere i problemi della città attraverso il lavoro comune tra amministrazione centrale e le sue articolazioni che sono le zone del decentrmanto

.... è stato possibile così arrivare alla soluzione più adeguata .... voglio esprimere un ringraziamento, che non è formale, a coloro che nella zona hanno permesso con il loro lavoro di arrivare a questa soluzione."

"Questa esperienza deve essere punto di partenza per lotte e proposte più avanzate.

Nel mese di ottobre probabilmente il Consiglio di Zona si farà promotore di una conferenza di distretto. Se è vero, come afferma la Signora Barrini a nome del coordinamento dei genitori democratici della Zona 3 che "...siamo soddisfatti della soluzione raggiunta, dal modo con cui le forze di base si sono mosse... pensiamo di continuare a batterci e a lavorare per una zona sperimentale, se il quartiere lo vorrà, dato che le strutture sono adeguate e perchè piazzale Bacone diventi un centro di servizio culturale per le altre scuole e per il quartiere prendendo contatto con il CUZ per fare una sede di 150 ore...", se è vero che il successo è dovuto alla mobilitazione dei genitori, di tutte le forze democratiche, allora su questa via la prospettiva che abbiamo di fronte è ampia e ardita e la conferenza di distretto potrà essere un momento più avanzato di confronto per arrivare alla definizione e alla realizzazione di un programma di zona che

sia momento di sintesi delle proposte di tutte le forze interessate a far muovere la scuola verso la riforma, che porti in zona quanto di positivo c'è nell'accordo programmatico appovato dai 6 partiti dell'arco costituzionale.

Agli alunni della 3A della scuola elementare di piazzale Bacone piaceva di più la Stoppani: "...mi piaceva di più la Stoppani perchè era la nostra vecchia scuola... ci si affezziona al cortile... a me non piacciono le scuole moderne.... mi piace questa ma mi piaceva di più l'altra... a me piace anche questa perchè sembra una ditta, però all'altra c'ero affezzionata...", parlano tutti in fretta e non si fa in tempo a registrare i loro nomi, ma concordano tutti sulla nostalgia per la Stoppani, ma piano piano, con l'aiuto della loro insegnante, la signora Gallia; si fa strada tra loro un convincimento: cominciano a pensare che è bello ritrovarsi anche qui perchè, e ora è un coro, "siamo felici di vederci insieme dopo tanti giorni di vacanza. Conta l'aula, ma l'importante è che nessuno se ne sia andato e che siamo pronti a lavorare e studiare e ad essere felici insieme".

Non ci rimane che assicurare tutto il nostro contributo e augurare buon lavoro a tutti.

(` VENEZIA n. 2 - Ottobre 1977
PORTA

La storia di Porta Venezia

ll quartiere in cui viviamo è denso di traffico, ricco di commerci e di botteghe artigiane, di cinema, di pubblici esercizi, attraversato da numerose linee pubbliche che lo collegano al resto della città. Per il fervore di attività che la distingue, Porta Venezia ha un suo fascino particolare.

Proprio per questo SUO fervore di vita, per essere stata ed essere tuttora, come dire, attraversata da una massa di popolazione di breve residenza, Porta Venezia appare come una realtà solo attuale. A ben pochi, o ben raramente, capita di soffermarsi su qualche vestigio del passato,

su qualche memoria, di porre mente alla sua storia, lontana o recente. Ed è un peccato.

Perchè il nostro quartiere, pur essendosi in gran parte sviluppato in anni, o decenni, non troppo remoti, ha una storia che affonda in un secolare passato cittadino, ha documenti pregevoli dell'arte edilizia e decorativa del periodo della sua massima crescita, ha vicende lontane e recenti da raccontare.

Abbiamo deciso di raccogliere e di offrire ai nostri lettori quanto più ci sarà possibile della sua storia perchè un patrimonio di memorie non vada perdu-

to, perchè si riconosca il nostro quartiere come qualcosa di umano, dove altri uomini prima di noi hanno sofferto, lavorato, vissuto.

Aprendo questa rubrica, che procederà più a balzelloni che in modo diretto e sistematico, chiediamo l'aiuto dei lettori: chiediamo agli abitanti del quartiere di scriverci, se questa pagina sarà loro gradita, di inviarci le testimonianze in loro possesso, siano memorie o fotografie, di personaggi, episodi, ambienti della nostra vecchia e cara Porta Venezia.

C'era una volta...

C'era una volta... una città con lo stesso nome di quella nella quale viviamo oggi, ma così diversa, così lontana nel tempo, nel costume, nel modo di pensare da apparire quasi irreale.

Andarla a ritrovare questa città, questa nostra Porta Venezia nelle memorie scritte e nei ricordi dei più vecchi fa venire in mente la prima rima della celebre poesia del Porta: "La Ninetta del Verzee":

"Bravo, el mè Baldissar!, Bravo el mè nan!"

"L'eva poeù vora de vegni a trovamm..."

Nella brulicante umanità della città di un tempo tutto era fondato sulla azione e reazione immediata della gente. Il motto, il modo di dire, il grido, il proverbio, l'invettiva, traevano origine dal fatto quotidiano più normale che si scontrava, in quel momento, con uno stato d'animo particolare. La vicenda umana, nei suoi antagonismi era vissuta gomito a gomito.

Oggi l'affitto uno lo va a pagare in banca, consegna la bolletta e il denaro all'impiegato. Questi, senza alzare gli occhi dal foglio, conta il denaro, mette un timbro, restituisce la ricevuta di competenza: non una parola!

Un tempo, era tutt'altra cosa.

L'affittuario, "el scior reficciò", in tutta la sua dignità di padrone di casa, si presentava puntualmente, ogni domenica pomeriggio, per riscuotere la pigione ("el fico") munito di "basletta" con una fessura, nella quale si introducevano le monete. Il "reficciò", preannunciandosi con:

"Donne, gh'è chi el reficciò!" faceva sobbalzare le monete. Le donne, dall'alto delle "lobbie", gli rispondevano con un epiteto assai significativo:

"Coppet! " Del resto assai comprensibile se si tiene conto del fatto che, pagare l'affitto, per la povera gente è sempre stato un problema.

Da una pubblicazione dell'Ufficio stampa del Comune di Milano di una decina d'anni or sono traiamo la descrizione divertente e assolutamente vera di tutto l'ardore che il venditore d'angurie e meloni, "inguriatt" metteva nel suo lavoro. Uno dei più famosi stanzionava sui Bastioni di Porta Venezia ancora una quarantina d'anni fa.

Egli oltre che venderla insegnava a degustare la sua merce, rorida di gelo, a "sfrega muson" perchè così "si mangia, si beve e si lava la faccia".

La varietà dei gridi, assai pittoreschi, era pari alla varietà dei tipi di angurie. La mantovana dalla buccia tigrata di verdone; la ferrarese, enorme, color verde cupo; la cremonese, odorosa e crepitante; la romagnola, chiara, piccola, tutta sugo.

Quando, sotto il coltello, la scorza gemente cominciava a lasciar trapelare dalla fenditura il rosso della polpa, una ebrezza di follia cominciava ad esaltare "l'accoltellatore!..." facendolo esplodere in esclamazioni rimbombanti in cui il fuoco e il gelo si prestavano alle similitudini più immaginose:

Foco! foto! Fochi romani!...

On sesinett la fetta!

L'è al gelo!

Sangue!.. Sangue!...

L'inguriatt la sapeva lunga. Era addirittura un cultore di onomatopeie!

Infatti, affilando i coltelli, guardava la gente in segno di intesa, garantiva per così dire, guardava l'anguria e con voce possente cominciava:

Fochi romani!

On sold al tocch e ticch e tocch e ticch e tocchi.. che rosoli!..

E l'è fresca in giazz:

taja Bustocch:

"cinghei" a la fetta:

se mangia e se bev e se lava la faccia!

/ vecchi ricordano ancora gli strilloni di giornale che, da un capo all'altro della strada, urlavano i titoli con aggressività declamando i particolari che facevano notizia:

"Ultime edissioni 'a "Sera!"...

co l'arrivo el giro d'Itaglial..

e la vittoria 'i Carneral..

e l'altro, concorrente, con voce cavernosa:

"Ultime edissioni 'a

"sera-Ambrosiano!.."

col discorso 'el duce!

.. e coi numeri 'el lotto!

Chissà se non volesse dire che tali "discorsi" eran così strampalati che, appunto, poteva farli soltanto chi "dava i numeri al lotto". Per antonomasia, nello spirito popolare, ci si riferiva a persona insensata, come è ben noto.

QUELL DE LA UGGIA

n. 2 - Ottobre 1977 vENEm pomx Pag. 3
hai rinnovato PORTA VENEZIA'-` '. ::-.3 l'abbonamento? PORTA PORTA PORTA VENEZIAENEZIKCJ YENEZIA.VENEZIAYENEZIA
Veduta ottocentesca dei Bastioni di Porta Orientale, in un momento del famoso «corso delle carrozze»

Riprende l'attività del Consiglio di Zona

Il 19 settembre si è tenuta presso la sede di via Spallanzani la prima riunione del Consiglio di Zona dopo la parentesi estiva.

I problemi dell'ordine del giorno erano molti, ma un rumoroso e turbolento intervento di una delegazione degli occupanti dello stabile di Viale Piave ha fatto sì che solo due punti siano stati effettivamente discussi.

Gli occupanti di V.le Piave (interropendo con un atto di prepotenza la discussione dell'o.d.g. e occupando di fatto la sala del Consiglio) contestano il fatto che il problema dello stabile da loro occupato non sia stato inserito nell'o.d.g. malgrado la situazione di pericolosità dello stabile stesso ed il grave disagio derivante dal totale assenteismo della proprietà. Si appellano ad una promessa ottenuta (secondo i loro portavoce) dal C.d.Z. per un sollecito intervento del Comune in caso di persistente rifiuto della proprietà ad intraprendere i lavori indispensabili.

La discussione (se ancora di discussione si può parlare in tali condizioni) assume toni molto polemici, caotici ed in qualche

momento anche drammatici e paradossali; si conclude però con un accordo in base al quale il 28 settembre una delegazione del C.d.Z. - composta dal Presidente Muzio, dal Presidente della Comm. Casa Cazzato e dal consigliere Pedroni si recherà in Comune con una delegazione degli occupanti di V.le Piave. Soltanto a questo punto cessa l'occupazione del Consiglio di Zona. Dopo la presentazione di una interpellanza del Consigliere Mandelli circa l'attuazione dei programmi di MILANO ESTATE alla quale il Presidente Muzio si è riservato di rispondere in una prossima seduta, si apre un vivace dibattito su quanto avvenuto in precedenza. Intervengono successivamente i Consiglieri Cataldo, Viganò, Maggi, Renzi, Montalbetti, Cialfi, Parolin e Pedroni. In particolare il Presidente Muzio ed i Consiglieri Renzi, Montalbetti e Viganò pongono in risalto gli aspetti antidemocratici e intimidatori dell'azione degli occupanti, che hanno impedito con la forza il regolare funzionamento di un orga-

nismo di democrazia di base quale il C.d.Z.; esprimono la ferma volontà del Consiglio di non subire ricatti e minacce di alcun genere e pongono in evidenza come la strategia della occupazione delle case sia una strategia perdente che anche nel breve termine si risolve molto spesso a totale discapito degli occupanti e si presta a provocazioni ed avventure di ogni tipo. Malgrado ciò, una reale e profonda comprensione della drammaticità del problema della casa viene espressa in particolare dal Consigliere Pedroni ("drammaticità - è stato detto - che è il frutto di una politica improntata alla più spregiudicata speculazione") che rileva con quale durezza questo problema colpisca gli strati più poveri della nostra società. A questo punto, prendendo finalmente in esame i problemi previsti dell'o.d.g. il Consiglio esprime parere favorevole su alcune licenze edilizie (Buenos Aires 60, Palazzi 4, Bixio 4, Tadino 17, Pergolesi 6, Boscovich 59, Casati 24, Castaldi 42, Regina Giovanna 24b), mentre per altri

Finalmente recuperata l'area ECA

due (Vitruio 3 e Bixio 4) esprime un parere sostanzialmente favorevole pur avanzando riserve di tipo formale e metodologico.

Il secondo punto all'o.d.g. preso in esame riguarda la scuola di Piazzale Bacone. Il Presidente Muzio riassume la storia delle difficoltà incontrate e non ancora completamente superate. Il Consiglio dà mandato al Presidente di intervenire presso il Provveditore agli Studi per una corretta soluzione dei problemi ancora pendenti e per il rispetto degli accordi intercorsi circa il trasferimento delle classi da altre scuole. Il C.d.Z. delibera infine che la scuola di piazzale Bacóne verrà ufficialmente inaugurata con una pubblica manifestazione al più presto possibile.

La seduta del 26 settembre del Consiglio di Zona è stata interamente dedicata alla discussione sulla proposta di aumento delle tariffe ATM (di cui parliamo in altra parte del giornale).

Dopo l'introduzione dell'assessore Valentini e la relazione del coordinatore della commissione trasporti Mandelli P.R.I. si

è aperto il dibattito con gli interventi di Pedroni (PCI) e Viganò (DC). La riunione si è conclusa con l'approvazione di un ordine del giorno unitario che pubblichiamo integralmente. "Il Consiglio di zona 3 sentita la commissione Trasporti-Traffico Viabilità esprime parere favorevole all'introduzione delle nuove tariffe tranviarie a condizione che si effettui una effettiva ristrutturazione dell'Azienda tranviaria Municipale attraverso un contenimento razionale e selettivo delle spese di gestione, attraverso investimenti produttivi nella direzione di riequilibrare, con l'attuazione di una maggiore entrata, le spese di esercizio. La futura presentazione del piano dei trasporti sarà un'occasione per verificare ciò nella realtà, tenendo in particolare conto che la conseguenza di organizzazione dell'azienda potrà segnare il primo passo in questa direzione. In merito alle osservazioni effettuate dalla commissione si considera la relazione come contributo particolare alla discussione e alle conseguenti decisioni del Consiglio comunale.

Nel nostro Consiglio di zona è in atto da anni una positiva collaborazione tra i partiti democratici, che sta consentendo di risolvere alcuni grossi problemi nell'interesse dei cittadini, in vari campi: scuola, trasporti e viabilità, urbanistica ed edilizia popolare, sanità, cultura ed altri ancora. Ma i lettori di "Milano tre" da qualche tempo si chiedono se questa collaborazione è ancora in atto, poichè ogni nuovo numero di questo giornale rafforza in loro la convinzione che ormai sia rimasto solo il presidente Muzio a lavorare, a doversi occupare di tutti i problemi. E tutti gli altri cosa fanno? Forse qualcuno di questi lettori, prima o poi, mosso da compassione, si recherà in Consiglio di Zona per "dare una mano". Siamo sicuri che sarebbe ben accolto e scoprirebbe che il Consiglio di zona è molto frequentato, che c'è molta gente che lavora. Scoprirebbe inoltre, forse per la prima volta, che ci sono 20 consiglieri, 8 commissioni di lavoro, che ogni commissione è divisa in gruppi di lavoro, con molti cittadini che vi partecipano. Si convincerà allora che tutti questi cittadini non ce l'hanno affatto col presidente Muzio e non hanno alcuna intenzione di obbligarlo a fare tutto lui con il rischio di perderlo per esaurimento.

un nuovo modo

arredare a prezzi competitivi

Con la delibera dell'ECA che ha come titolo "Cessione al Comune di Milano in via di amichevole accordo, con valore di esproprio, di appezzamento di terreno sito in Milano tra le vie Venini-P.L. da Palestina e Macchi" si chiude la lunga e travagliata vicenda dell'unica area ancora libera della nostra zona.

Il Comune si è impegnato a riconoscere all'Eca un indennizzo

pari a L. 1.690 al mq, da moltiplicarsi per il coefficiente 8 e maggiorato del 50% per la cessione in via di amichevole accordo. L'indennizzo totale che l'Amministrazione comunale dovrà pagare all'Eca è perciò di L. 139.500.000 per i complessivi mq. 6.900 dell'area. Inoltre il Comune dovrà versare all'ECA L. 50.000.000 come indennizzo per le fondazioni a suo tempo fatte per i palazzi per i quali la licenza

era stata revocata mentre i lavori erano già in corso.

La costante e vigorosa mobilitazione dei cittadini e del Consiglio di Zona, la concreta collaborazione dell'Amministrazione comunale, la disponibilità dell'ECA hanno dunque permesso il recupero di un area importante da utilizzare a verde attrezzato e a servizi sociali. Si tratta ora di realizzare concretamente questi impegni.

V. FF. Armate,101 (V. Primaticcio) MI -Tel. 408 02 46 V. Padova, 9 (P.le Loreto)- MI -Tel 284 62 13 ESPOSIZIONE NEI NUOVI RINNOVATI SALONI VENPITR RRTERLE [senza cambiali in banca] 2tatfatite t ~mago 04t1 mite et, ~44 di 100 W". n. 2 - Ottobre 1977 Pag. 4 PORTA (' VENEZIA
ÀEZTEFI
REA
CZI 20 CONTROLLATI ARREDàMENTt

Appello del PCI alle forze democratiche

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta del Comitato di zona del Pci di Porta Venezia. Cogliamo l'occasione per ricordare che il nostro giornale intende ospitare tutte le prese di posizione dei partiti democratici, delle forze sociali e culturali, dei cittadini della nostra zona.

"Con la firma dei sei partiti dell'arco costituzionale all'accordo programmatico si è aperta una nuova fase nella vita politica del Paese. Per la prima volta dopo la rottura dell'unità antifascista è caduta la pregiudiziale anticomunista e il più grande e forte partito della sinistra viene ad assumere un ruolo di governo, insieme con le altre forze democratiche, per guidare il Paese fuori dalla grave crisi economica, morale e sociale in cui si trova. L'esigenza dei lavoratori, dei cittadini di avviare una efficace e rigorosa opera di risanamento e rinnovamento nei settori fondamentali della vita nazionale, la fermezza e il realismo della sinistra, hanno determinato la sconfitta di tutti i tentativi messi in atto per far fallire l'accordo.

Dunque un importante passo avanti si è fatto, ma ancora molto c'è da fare: la necessità di superare le resistenze, soprattutto democristiane, a prendere atto delle conseguenze dell'accordo, costituendo un governo di unità e solidarietà nazionale. Per questo è determinante realizzare concretamente gli impegni sottoscritti allargando e rafforzando nel Paese i movimenti unitari e la collaborazione tra i partiti.

Il Comitato di Zona 3 del Pci si rivolge perciò a tutti i partiti democratici, alle forze sociali e culturali, agli organi democratici di Porta Venezia per aprire un ampio dibattito sull'accordo programmatico. Noi crediamo che nella nosta zona dove da tempo la proficua collaborazione tra i partiti democratici è una concreta realtà, sia utile sollecitare nel Consiglio di zona, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, un leale e serio confronto per ricercare gli strumenti e i modi per realizzare nella nostra specifica situazione gli obiettivi dell'accordo programmatico. problemi di Porta Venzia sono numerosi e complessi ma noi crediamo che sia essenziale puntare il confronto su: la difesa della legalità repubblicana e della pacifica convivenza giungendo alla costituzione di un Comitato per !a difesa dell'ordine democratico; la soluzione del problema della casa e della difesa dell'inquilinato; la salvaguardia del tessuto economico e produttivo e l'inserimento dei giovani nel lavoro organizzando una conferenza sulla condizione produttiva di Porta Venezia; l'estensione e il miglioramento dei sevizi sociali e in particolare per la scuola convocando la conferenza di distretto. In questa direzione un contributo determinante potrà poi essere dato dal Consiglio di Zona nella ricerca degli strumenti e dei modi per favorire la realizzazione della 382.

Il Comitato di Zona 3 del Pci si dichiara perciò pronto ad incontrarsi e a discutere per giungere, nel rispetto delle diverse matrici ideali, culturali e storiche, alla elaborazione di un programma operativo per Porta Venezia ispirato al massimo realismo e rigore"

Il Comitato del Pci della zona 3 (Venezia-Buenos Aires)

Settala 45, Palazzi 19: due nuovi esempi di speculazione

Chi sono i compratori

Ma non è solo il disegno speculativo che può spiegare l'estensione di tale fenomeno. spiega il SUNIA.

Il calcolo speculativo può trovare successo perchè si innesta in una situazione caratterizzata da una grande necessità di case da parte dei cittadini. Numerosi sono infatti i lavoratori che, dato l'alto livello dei fitti e la difficoltà a trovare casa, investono i risparmi di tutta una vita nell'acquisto di un appartamento che scoprono poi essere in vendita frazionata. Non dobbiamo dimenticare infatti, che la maggior parte di coloro che comprano -in vendita frazionata-, sono appunto. lavoratori.

La necessità di una nuova politica della casa

Abusi edilizi a Porta Venezia:

come intervengono il Comune e il C.d.Z.

I casi più clamorosi e macroscopici, ma non certamente gli unici, di abusi edilizi che hanno visto anche il Consiglio di Zona in una battaglia che comincia a dare i primi frutti, sono quelli di C.so Buenos Aires 41, Corso Buenos Aires 63 e via Vitruvio 20.

In tutti e tre i casi sulla base di licenze regolarmente rilasciate per lavori di modesta entità o interessanti solo su parte dell'edificio sono state eseguite opere di ristrutturazione complessiva che ne hanno radicalmente mutato le caratteristiche con conseguenze che non si limitano ai soli abitanti degli edifici in questione ma si riflettono su tutta la zona.

Oltre all'allontanamento dei residenti, in netto contrasto con l'obiettivo del mantenimento dei ceti popolari e medi nel centro cittadino che è uno degli obiettivi principali della Amministrazione Comunale e che ci ha guidato nella battaglia per l'applicazione della 167 in zona, le conseguenze di tipo sociale e urbanistico di una radicale sostituzione funzionale su tutta la zona sono facilmente intuibili anche se non esattamente misurabili.

La immissione di nuovi uffici (C.so Buenos Aires 41 e 63) e di

scuole private (l'Istituto Costanza in via Vitruvio) al posto della residenza nel nostro quartiere da un lato non può far altro che aggravare la situazione di congestionamento di zone praticamente gia sature di attività e traffico e dall'altro accentua le caratteristiche di "citta diurna" (disabitata la sera), già propria di molte metropoli straniere, caratteristiche che vanno assumendo anche molte zone centrali di Milano creando i presupposti per una deviazione del tessuto urbano e quindi il terreno adatto al manifestarsi di episodi di violenza e degenerazione sociale.

Per quanto riguarda i tre gravi episodi citati il Consiglio di Zona è intervenuto presso la Amministrazione Comunale chiedendo una serie di verifiche sulla base delle quali l'Amministrazione ha provveduto a denunciare all'autorità giudiziaria i trasgressori, ha avviato le pratiche per le sanzioni amministrative ed ha infine accolto la proposta di inserimento dello stabile di C.so Buenos Aires 41 (l'unico ancora totalmente vuoto) nel piano integrativo di 167 come casa parcheggio.

E questo un modo di affrontare il problema che non si limita

al mero ricorso alla magistratura (pur indispensabile) ma indica anche la volontà di procedere lungo una strada che tuteli in modo concreto gli interessi dei cittadini.

Si è detto che i casi citati non sono gli unici della zona, numerose sono infatti le segnalazioni di lavori abusivi soprattutto negli stabili che sono stati proposti a vincolo di 167.

E' chiaro lo scopo di una tale manovra: giungere al momento della ratifica da parte del Consiglio comunale del vincolo proposto avendo eliminato (almeno in larga misurale condizioni di antiigienicità che lo avevano determinato e sfuggire così al controllo pubblico restando invece nel regime di libero mercato. È chiaro quindi che il fenomeno dell'abusivismo va combattuto non solo attraverso la battaglia legale che vede impegnata la Amministrazione Comunale ma anche attraverso una mobilitazione popolare e un controllo democratico che consentano un intervento veramente tempestivo ed impediscano che operazioni abusive giungano a compromettere in modo irreparabile la realtà nella quale stiamo lavorando e per il cui miglioramento siamo tutti impegnati.

In questi ultimi tempi, interi stabili della nostra zona sono stati messi in vendita dalle proprietà immobiliari.

Il fenomeno ha interessato numerosi caseggiati, tra cui quelli di Via F. Casati 2 e 4, Via Petrella 14, Via Lazzaretto 8, Via San Gregorio 49, per arrivare ai casi recenti di Via Settala 45 e Via Lazzaro Palazzi 19. (nella foto) Si tratta di edifici vecchi e bisognosi di manutenzione, abitati da inquilini che pagano regolarmente il canone d'affitto.

Operazioni di questo tipo sono ormai generalizzate a livello cittadino, anche se poi è in alcune zone della città che sono particolarmente concentrate.

Le zone più colpite sono la 1, centro storico, e la 3, Porta Venezia, dove il degrado è maggiore.

Le cause dell'estensione di questo fenomeno

Ma, cosa spinge la proprietà a questa scorta di "corsa alla vendita?".

Secondo il SUNIA di zona, bisogna individuare nel carattere speculativo la causa più profonda dell'aumento di queste operazioni. Con esse, le immobiliari cercano di trarre enormi rendite sulle aree urbane, mediante la vendita di stabili lasciati degradare dall'assenteismo delle proprietà, per le quali eventuali lavori di ristrutturazione sarebbero non convenienti ed antieconomici. Si preferisce così vendere interi caseggiati, addossando agli eventuali compratori, una volta divenuti piccoli proprietari, il costo di quei lavori di manutenzione mai fatti per anni ad anni.

Lottare quindi contro le vendite frazionate, significa anche e soprattutto, ci fa notare il SUNIA. battersi per una nuova politica della casa che corregga l'attuale sperequazione tra domanda e offerta di alloggi non di lusso, attraverso un massiccio rilancio dell'edilizia pubblica. Bisogna infatti rilevare che il nostro Paese ha una delle più basse percentuali di intervento pubblico, il 7% nella produzione annua di case, contro il 40% - 50% di altri paesi europei.

A quei cittadini intenzionati ad investire i loro risparmi nel bene casa, il SUNIA fa pertanto una raccomandazione particolare: di non comperare nelle situazioni di degrado, perchè è lì che prosperano le operazioni speculative.

Le condizioni degli stabili messi in vendita

Ma veniamo ai casi concreti dei due caseggiati recentemente messi in vendita dalle proprietà: Via Settala 45 e L. Palazzi 19.

Sono entrambi vecchi stabili abitati da un rilevante numero di persone anziane, per le quali un allontanamento dalle proprie abitazioni sarebbe particolarmente doloroso.

Lazzaro Palazzi 19 è stato proposto dal Consiglio di Zona 3 per il vincolo a 167, legge che si applica allo scopo di ristrutturare quegli stabili per i quali sussistono particolari ragioni igienico sanitarie.

Settala 45 ha oltre 70 anni, è priva in tutta un'ala del riscaldamento centralizzato, ha il tetto marcio, con infiltrazioni di acqua ai piani superiori, ha pezzi di soffitto che cadono, buchi nei muri interni e nei pavimenti.

Le cifre richieste

Le cifre richieste, ci dice un esponente del comitato di' caseggiato di Settala 45 sono alte. Per due locali più servizi, sono stati chiesti 14 milioni e 350.000 (segue a pag. 11)

n. 2 - Ottobre 1977 PORTA /) VENEZIA Pag. 5 VENDITE FRAZIONATE

Necessaria una nuova legge per l'equo canone

Il blocco dei fitti è stato una grossa conquista del movimento, in quanto la sua attuazione ha permesso di porre un freno alla galoppante speculazione negli anni del dopoguerra.

Questo provvedimento doveva essere provvisorio. Nei fatti, invece, il suo continuo ripetersi ha creato delle grosse sperequazioni tutelando un numero sempre inferiore di famiglie.

L'ultima proroga, infatti, (legge 510/77) prevede il blocco dei fitti sino al 31 ottobre 1977 soltanto per quelle famiglie che hanno un reddito complessivo non superiore agli otto milioni. Tetto che riteniamo insufficiente, dato il tasso d'inflazione degli ultimi tempi.

Il movimento degli inquilini, le forze democratiche riformatrici hanno visto un primo parziale successo nella presentazione da parte del governo di un disegno di legge organico sulla regolamentazione dei canoni. Se riteniamo positivo questo fatto, dobbiamo però dire che, a nostro avviso, questo disegno di legge necessita di profonde modifiche.

Su tre punti ci preme fermare la nostra attenzione: determinazione del canone, fon-

Esaminate le domande per gli alloggi del Comune

Dati

do sociale, commissioni di conciliazione. DETERMINAZIONE DEL CANONE. Riteniamo di non dovere incentrare la nostra attenzione esclusivamente sul 3% o 5%, cioè il tasso di rendimento e quindi il canone effettivo da pagare. Occorre invece fare riferimento al costo base e ai coeffi-

Le domande di alloggio presentate al Comune di Milano da nuclei familiari residenti in Zona 3 ed inviati alla Commissione Casa del C.d.Z. dalla Ripartizione per l'Edilizia Popolare per un giudizio di merito sono state in totale 89. Tutti i richiedenti sono stati convocati in assemblea allo scopo di illustrare i criteri che sarebbero stati utilizzati dalla Commissione per la formulazione delle graduatorie. Successivamente tutti i richiedenti sono stati ascoltati individualmente per consentire alla Comm. Casa di valutare le singole situazioni anche in base ai criteri non burocratici, non basati soltanto su numeri e su parametri, ma anche su elementi

UNA PROPOSTA DELLA GIUNTA

cienti che determinano il valore locativo, sul quale va applicato il tasso.

È necessario rivedere: il costo base al mq., in quanto le 250:000 lire a mq. per il CentroNord e le 235.000 per il Sud, risultano in molti casi superiori alla realtà; i coefficienti correttivi, che aumentano sproporzionatamente il _già alto costo.

più ampi di giudizio altrimenti non codificabili. Su 89 richiedenti, soltanto 56 si sono presentati per il colloquio individuale; il fatto che ben 33 richiedenti (il 39% non si siano presentati, ha fatto sorgere il dubbio che alcune situazioni particolarmente difficili e dolorose siano sfuggite al giudizio finale della Commissione.

I criteri in base ai quali le singole situazioni sono state valutate sono di tre ordini:

1°) condizioni personali: età salute, composizione del nucleo familiare;

2°) condizioni abitative: caratteristiche dell'alloggio occupato, sfratto, sovraffollamento;

di diminuz. L. 76.000

FONDO SOCIALE - A nostro avviso, la legge deve prevedere l'erogazione di un contributo per il pagamento del canone, da parte di uno speciale fondo sociale, ogni qualvolta il canone determinato per legge risulti sproporzionato alle capacità economiche dei cittadini meno abbienti (provvedimento, comunque, che deve avere carat-

tere transitorio). Tale fondo non dovrebbe però pesare sul bilancio dello Stato, ma derivare da una maggiorazione proporzionale e progressiva dei tributi gravanti sulla proprietà immobiliare, nonchè da una aliquota degli interessi che frutterebbero l'investimento obbligatorio dei depositi cauzionali in obbligazioni dell'edilizia pubblica e recupero del patrimonio esistente.

COMMISSIONI DI CONCILIAZIONE - Per quanto riguarda le commissioni di conciliazione, il disegno di legge prevede che siano formate da tecnici. Noi rileviamo che queste commissioni così composte non sono obiettive, ma di parte.

Chiediamo, pertanto, che esse siano composte dai rappresentanti delle forze politiche democratiche, della federazione sindacale, dei sindacati degli inquilini, della piccola e della grande proprietà, così da rendere più equa la soluzione delle vertenze.

Il SUNIA ha svolto una indagine di massa, su tutto il territorio, per poter valutare gli effetti economici del disegno di legge.

Dai dati riguardanti Milano risulta che gli affitti bloccati sino al 1969 aumentano quasi tutti, e che ovunque sono pesantemente coinvolti i pensionati, insieme alle famiglie a bassissimo reddito.

Da tenere presente che un aspetto particolare della situazione milanese è dato dall'alto numero di pensionati con il minimo di pensione (i dati INPS confermano, infatti , che la maggioranza assoluta dei pensionati ha la pensione minima).

Se ci si riferisce alla realtà di Porta Venezia, si ha il seguente quadro:

1'84% delle famiglie avrebbe un aumento del canone di affitto, il 14,6% una diminuzione, 1'1,4% avrebbe l'affitto invariato.

La legge 10 del gennaio '77, che stabilisce nuove norme per la edifi:abilità dei suoli, costituisce un passo avanti sulla via della tutela degli interessi collettivi nel campo urbanistico ed edilizio; i punti più qualificanti che si possono individuare all'interno di questa, sono fondamentalmente due: il primo cerca di limitare gli effetti negativi di una incondizionata possibilità di edificare, per i proprietari delle aree, arbitrariamente, con modi e tempi individuali, dietro semplice rilascio di licenza edilizia. La seconda novità che ci preme sottolineare è l'inserimento del concetto di programmazione del territorio, quindi di tutti gli interventi che incidono sul volto della città. Nei confronti di questi il Comune interessato concede la facoltà di intervenire (concessione onerosa), secondo un programma che indirizzi uno sviluppo armonico della città. Da questo tipo di interventi, ovviamente, vanno escluse le piccole opere che è impossibile programmare e che non è opportuno far ricadere sotto iter burocratici molto lunghi, spesso talmente lunghi da rendere gli abusi "quasi" una necessità. Il Comune di Milano, per facilitare e rendere più agile la realizzazione delle piccole opere di ,manutenzione ordinaria (quel complesso,

cioè, di lavori di piccola entità e di ricorrente necessità indispensabili per mantenere in buono stato gli edifici, e che non comportino, comunque, alcun mutamento delle caratteristiche originali), propone alla discussione dei Consigli di Zona una bozza che illustra i criteri adottati per definire più puntualmente gli interventi di manutenzione ordinaria, e le modalità di comunicazione all'Amministrazione comunale, per la loro esecuzione. La proposta del Comune prevede che possano essere ricondotte al concetto di manutenzione ordinaria interventi quali: 1) riparazioni e rifacimenti pavimentazidni interne; 2) riparazioni intonaci, tinteggiature interne, sostituzioni e posa di rivestimenti interni; 3) riparazioni e sostituzioni infissi e serramenti interni; 4) riparazioni e sost. apparecchi sanitari; 5) riparazioni di impianti idraulici igienico-sanitari e relative tubazioni, di impianti elettrici, di riscaldamento e ventilazione, fornitura gas, canne fumarie e relative opere murarie; 6) riparazioni e rifacimenti con uguali caratteristiche, dei manti, delle pavimentazioni piane ed esterne dei cortili, cavedi, ecc.; 7) riparazione recinzioni; 8) ricorsa del manto di copertura e della piccola orditura del tetto; 9) riparazione degli in-

3°) condizioni economiche: rapfissi esterni, grondaie pluvialie simili; 10) riparazione terrazzi e balconi; 11) stacchi, rappezzi ed ancoraggi di parti pericolanti della facciata; 12) ripristino delle facciate con materiali aventi le stesse caratteristiche e colori di quelle preesistenti con esclusione delle facciate in stabili vincolati; 13) apertura e chiusura porte all'interno della stessa unità immobiliare; 14) costruzione di arredi fissi, anche con modesti interventi di muratura.

porto fitto/reddito, reddito pro capite, rapporto occupati/familiari In base a questi criteri sono state formate due graduatorie: la prima (composta da 15 nuclei familiari) raccoglie i casi di assoluta emergenza, mentre la seconda (41 richiedenti) è costituita da tutti gli altri casi, i quali pur nella loro drammaticità hanno messo in evidenza un minore grado di urgenza. Le liste così costituite sono poi state inoltrate alla Ripartizione per l'Edilizia Popolare che provvederà alla integrazione con le analoghe graduatorie delle altre zone cittadine ed alla assegnazione dei primi alloggi disponibili.

Snellite le pratiche per le piccole opere

una parte gli oneri che sono dovuti al Comune, e rendendo, dall'altra, incontrollabili gli interventi che modificano la realtà dei nostri quartieri: ne abbiamo esempi in abbondanza nella nostra zona.

Anche a Porta Venezia il peso maggiore degli aumenti andrebbe a cadere sugli strati meno protetti della popolazione, sugli anziani, che nella zona sono il 22%, e sulle famiglie di lavoratori che vivono in buona parte nei caseggiati più degradati.

Un altro dato riguarda la situazione in cui verrebbero a trovarsi artigiani e commercianti, particolarmente numerosi nella nostra zona, per i quali non è prevista la regolamentazione come per le abitazioni private, e che quindi sarebbero esposti direttamente a manovre speculative.

Naturalmente l'effettuazione di interventi quali quelli sopra esemplificati, dovrà essere segnalata all'Amministrazione Com.

Se nell'arco di 20 giorni non interviene. comunicazione contraria da parte del Comune, i lavori possono cominciare.

Ci sembra che questa innovazione abbia parecchi aspetti interessanti, prima di tutto perchè viene incontro a delle legittime esigenze dei cittadini, che non possono attendere dei mesi per cambiare le piastrelle della cucina o per rifare la tinteggiatura della facciata. Non dimentichiamo però che, accanto agli elementi positivi è presente un rischio, quello cioè che i proprietari immobiliari, piccola opera dietro piccola opera, realizzino di fatto , delle ristrutturazloni belle e buone, eludendo, da

Certo questo scoglio deve e può essere superato. In che modo? Prima di tutto con un controllo da parte dell'Ufficio Tecnico del Comune perchè verifichi rigorosamente che le opere richieste rientrino effettivamente nell'elenco di quelle ammesse; in secondo luogo una funzione fondamentale dovrà essere svolta dai Consigli di Zona, da un lato istituendo una angrafe delle opere che si svolgono in zona (proprio per evitare che più richieste relative ad uno stesso immobile, ne cambino, in modo strisciante, il volto): nel nostro Consiglio di Zona, questo lavoro è già iniziato e si spera dia presto i suoi frutti; dall'altro lato stimolando una partecipazione al controllo anche da parte dei cittadini, perchè i lavori svolti corrispondano a quanto segnalato. Solo con il concorso di queste precauzioni una innovazione utile, come indubbiamente può essere questa, non sfuggirà al controllo e non si trasformerà in una nuova forma di aggressione della speculazione alla città.

Dobbiamo far notare, tuttavia, che quanto sopra esposto, è stato ulteriormente peggiorato dal colpo di mano della DC, che in Commissione Giustizia e Lavori Pubblici del Senato ha attuato delle modifiche peggiorative: il passaggio dal 3% aI 5% del tasso di rendimento; la rivalutazione del canone aI 100% dell'aumento del costo della vita; l'abolizione delle commissioni di conciliazione.

Ribadiamo la necessità che entro il 31 ottobre venga varata una legge che regolamenti i canoni tenendo conto delle modifiche proposte dal movimento riform atore.

È necessaria, quindi, la piena mobilitazione dei cittadini per sostenere l'iniziativa dei partiti, dei sindacati, impegnati perchè questa legge sia veramente equa.

Valletta funzionario dl zona del Sunia

Pag. 6 n. 2 - Ottobre 1977
Zona tra centro e periferia dati elaborati 574 ANTE 1926 inquil. 166 il 50% ha aumenti di affitto media di aumento L. 86.041 il 49% ha diminuz. di affit. media di diminuz. L. 64.384 Da 26 a 47 inquil. 207 il 91% ha aumenti di affitto media di aumento L. 222.886 l'8% ha diminuz. di affit. media di diminuz. L. 183.000 Da 47 a 53 inquil. 124 il 92% ha aumenti di affitto media di aumento L. 192.920 il 7,3% ha diminuz. di affit. media di diminuz. L. 198.430 Da 53 a 63 inquil. 62 il 94% ha aumenti di affitto media di aumento L. 98.402 il 5% ha diminuz. di affit. media di diminuz. L. 117.774 Da 63 a 70 inquil. 15 il 96% ha aumenti di affitto media di aumento L. 42.000 il 4% ha diminuz. di affit. media
TOT.
TOT. DIMINUZIONI TOT. INVARIATI 84% 14,6% 1,4%
raccolti dal Sunia sugli effetti economici del disegno di legge (tasso rendimento al 3%) nella nostra zona.
AUMENTI

Nelle prossime settimane andare in tram costerà di più. Anche se il dibattito sulle nuove tariffe dell'ATM non è ancora concluso e sta coinvolgendo oltre al Consiglio Comunale i Consigli di Zona, è certo che fra poco per andare da Porta Venezia a San Siro o al posto di lavoro ci vorranno più soldi. E' chiaro che questo aumento inciderà sui bilanci familiari e che quindi la prima reazione dei cittadini potrà essere negativa. Tuttavia è nostro avviso che la proposta di aumento della Giunta sia da valutare con maggiore attenzione.

Tutti sanno che i! bilancio degli Enti Locali è in grave deficit a livello nazionale. I debiti complessivi sfiorano ormai i 30.000 miliardi di lire e, nella situazione in cui si trova oggi la finanza pubblica, non si può certo pen-

A 200 lire il biglietto del tram?

In corso un serio e costruttivo confronto tra l'Amministrazione Comunale, l'ATM, il Consiglio di Zona e le forze sociali.

sare di cancellarli con un colpo di spugna. Le ragioni di questo disavanzo si devono soprattutto far risalire alla riduzione sostanziale in termini reali delle entrate degli Enti Locali a seguito della riforma tributaria e della svalutazione della lira in questi ultimi anni. Di fronte a questi fatti e all'alto costo del denaro necessario per sopperire alle inadempienze dello Stato, anche comuni finanziariamente solidi come era quello di Milano, si sono presto trovati con l'acqua alla gola.

Il deficit dell'ATM in particolare è costato ad ogni milanese nel 1975 oltre 55.000 lire e ancora di più nel 1976. Oggi il prezzo medio del biglietto, tesserini compresi, è di poco più di 76 lire, mentre il costo di puro eserzio supera le 350: il biglietto copre poco più del 20%. Se si pen-

sa che nel 1960 il prezzo del biglietto copriva circa il 90% dei costi, ci si rende conto subito che è un adeguamento necessario. In questi anni le spese sono aumentate enormemente anche se il numero dei dipendenti dell'Azienda è rimasto costante; basti pensare alla crescita caotica che ha subito Milano e che ha reso necessari enormi investimenti nel settore dei trasporti e l'estensione notevole dei chilometri di linee in esercizio. Certo è necessario portare avanti un processo di riorganizzazione dell'ATM per il contenimento della spesa ed il miglioramento del servizio, processo che ci sembra essere in corso e che deve essere seguito con attenzione da tutti i cittadini. Tuttavia non si può pensare di far sopportare alla collettività tutto il peso del servizio sociale che

hanno i milanesi ed in generale gli abitanti delle grandi metropoli. È vero che in nessuna grande città del mondo i trasporti urbani sono attivi, tuttavia è necessario trovare un giusto equilibrio tra il prezzo pagato dall'utente e quello sopportato dalla collettività.

Nell'accordo programmatico assunto a livello nazionale tra i partiti dell'arco costituzionale, viene evidenziata la funzione trainante del settore dei trasporti, non solo sul piano dell'impegno finanziario, ma anche per gli effetti che una corretta politica dei trasporti può avere sul riequilibrio territoriale e sociale. Questa presa di posizione unitaria dei sei partiti costituzionali ci sembra molto positiva ed è di grande importanza anche l'istituzione di un fondo nazionale per i trasporti con io scopo di al-

Come cambieranno le tariffe

Tessera preferenziale (settimanale)

2x5 gg. orario limitato

2x6 gg. orario limitato

1° viaggio: inizio servizio/ore 9.00

2° viaggio: ore 14.00/ore 24.00

Tessera preferenziale (settimanale)

— 4x5 gg. orario limitato 4x6 gg. orario limitato

1° viaggio: inizio servizio/ore 9.00

2° e 3° viaggio: ore 11.30/14.45

4° viaggio: ore 17.00/24.00

— Abbonamento settimanale a vista (7 gg.)

— Abbonamento mensile per studenti diurni (3 tipi) a orario limitato rete di superficie rete intera

Abbonamento mensile per studenti serali

— rete di superficie rete intera

— Tesserino turistico a vista valido per un giorno

— Abbonamenti gratuiti e ridotti

Con divieto di ripetere la prima linea di superficie utilizzata e la metropolitana.

La posta di PORTA /) VENEZJA

Gentile redazione, in questi giorni la circolazione nel nostro quartiere è praticamente impossibile: il rifacimento del manto stradale in c.so Buenos Aires paralizza il traffico. Se poi si aggiungono i semafori che funzionano ad intermittenza, appare evidente quanto sia caotica Porta Venezia. Per questo vorrei sapere come mai il Consiglio di Zona non ha preavvisato i cittadini, o almeno i commercianti che, nonostante le ferie, hanno tenuto aperti i negozi, dell'inizio del lavori Å soprattutto della reale necessità di questi, che indubbiamente saranno costati una bella somma alle casse dei Comune.

leggerire il peso che gli stessi hanno sulla finanza locale.

ore 12.00/fine servizio Presso gli uffici Abbonamenti dell'ATM possono essere richieste dai datori di lavoro tessere valide solo al mattino o solo al pomeriggio o con validità in domenica in luogo di un giorno feriale.

— Abbonamento annuale a vista — Abbonamento mensile a vista per studenti diurni, valido dal lunedì al sabato fino alle ore 20.00

Abbonamento mensile a vista per studenti serali, valido dal lunedì al venerdì dalle 17.30 alle 20.30 e dalle 22.00 a fine servizio; sabato dalle 13.00 alle 20.00.

Tesserino turistico a vista valido per un giorno

Una corretta attuazione degli accordi e gestione del fondo deve, a nostro avviso, stabilire, senza ledere l'autonomia dei singoli Enti, parametri di raffronto fra le diverse aziende. È prevedibile che verranno fissati parametri vincolanti per quanto concerne i costi di esercizio e nello stesso tempo la quota degli stessi che deve essere coperta con le tariffe, in modo che il rapporto tra uscite ed entrate non aumenti al di là di un limite ragionevole per la collettività. La proposta a suo tempo avanzata dalla Confederazione delle Aziende Municipalizzate dei Pubblici Trasporti e dell'ANC! (Associazione Nazionale Comuni d'Italia)di stabiliire una copertura pari al 50% mediante i proventi del traffico non ci sembra a! momento attuale realistica. Tuttavia è necessario che l'adeguamento tariffario, che non può che essere graduale e tener conto delle singole realtà socio economiche, sia portato avanti per primo da città come Milano. Non è infatti pensabile che si possa arrivare in tempi brevi ad una equiparazione delle tariffe tra la nostra metropoli e le città del Sud, il cui tenore di vita non è certo paragonabile al nostro. L'utilizzo del denaro pubblico per i servizi sociali non deve ancora una volta essere tutto a beneficio del Nord, ma anche in questo settore deve contribuire a sanare le enormi disuguaglianze generate da molti anni di malgoverno.

Tornando agli aumenti proposti per l'ATM dalla Giunta ci sembrano nel complesso ragionevoli. L'aumento medio sarà dell'ordine del 50% e dovrebbe portare ad un maggiore introito di 20 miliardi. Si può obiettare che sono pochi rispetto al deficit dell'Azienda, noi pensiamo tuttavia che permettono di dare all'ATM una liquidità di cassa tale da guardare con maggior sicurezza agli investimenti che saranno ingenti. Si sta tentando di andare finalmente ad un miglioramento e ad una razionalizzazione della rete tranviaria. In tal senso va l'introduzione del jumbo-tram, della tranviazione della 90-91, della integrazione fra linee urbane ed extraurbane, della estensione della rete metropolitana, ecc. Tali interventi sono rivolti a rendere più comodo e più moderno il servizio.

Comprendendo i disagi ai quali si fa riferimento, desidero chiarire brevemente la storia di questi lavori.

Il C.d.Z. su proposta della commissione "Manutenzione" da me coordinata, indicò tra le opere da eseguire nella zona come manutenzione stradale, anche a seguito di reclami da parte dei cittadini, il rifacimento parziale di Corso Buenos A ires essendo lo stesso in condizioni precarie. Successivamente questa indicazione fu trasmessa all'ufficio tecnico comunale reparto strade competente.

Normalmente gli uffici tecnici comunali comunicano ai Consigli di Zona la data di intervento. È certo atte se la data di inizio ci fosse stata comunicata avremmo provveduto a trasmettere la notizia ai cittadini.

Sarebbe auspicabile comunque una maggiore partecipazione della cittadinanza ai lavori del Consiglio e delle commissioni che consentirebbe una più ampia conoscenza e una diretta collaborazione alle soluzioni.

Carlo Mandelli (Coordinatore della Commissione traffico del Consiglio di Zona 3)

In questa logica vanno anche viste le proposte di adeguamento delle tariffe. Anche qui la scelta della Giunta è quella della razionalizzazione e del potenziamento del mezzo pubblico: vengono infatti privilegiati gli abbonamenti e viene abolita la fascia oraria in modo da favorire l'uso del mezzo pubblico in tutta la giornata e non solo nelle ore di punta. L'unica critica che ci sentiamo di fare è che ci sembra un po' alto il prezzo del tesserino per lavoratori, specialmente per quelli che venendo dall'hinterland utilizzano il mezzo pubblio per soli 5 giorni alla settimana. Nella stessa pagina riportiamo il quadro delle tariffe proposte dalla,Giunta, raffrontate con quelle In vigore oggi.

SISTEMA TARIFFARIO PROPOSTO Tipologia Documenti di Viaggio Biglietto ordinario valido per un'ora sia sulle linee di superficie
sulla metropolitana Ä Tariffa Sconto % 200 Tariffa Sconto % 100 150 SISTEMA TARIFFARIO ATTUALE Tipologia Documenti di Viaggio Biglietto ordinario valido per un'ora rete di superficie rete intera Ä 50% 1.200 — Tessera preferenziale (settimanale) 2 viaggi x 6 giorni 1° viaggio: inizio servizio/ore 12.00 2° viaggio:
52% Abbonamento settimanale a vista (7 gg.) 2.400 70% 3.000
800
norme attuali Abbonamento gratuiti e ridotti 100.000 60% 65.5% 4.500 Abbonamento annuale a vista 90.000 31% 50% 2.500 40% 3.000 500
che
1.800 28% 500 50% 600 50% 2.500 50% 3.000 40% 50% 1.000 50% 1.200
* Con possibilità di ripetere la prima linea di superficie utilizzata, ma non la metropolitana.
Pag. 7 n. 2 - Ottobre 1977 WiPziA‹)

Un primo passo verso la razionalizzazione delle strutture di vendita della nostra città

Nello scorso luglio il Consiglio Comunale ha approvato il piano per lo sviluppo della rete commerciale al dettaglio,in sede fissa,della nostra città, presentato dalla Giunta in applicazione di una specifica legge nazionale (la n° 426 del 1971). Questo piano, che sarà in vigore per i prossimi quattro anni, censisce per l'esistente e programma a grandi linee per il futuro, in stretto legame con il nuovo Piano Regolatore Generale, la collocazione dei negozi di beni a largo e generale consumo. Sono questi i negozi al dettaglio che svolgono la loro attività nei riguardi delle famiglie, ad esclusione dei prodotti di lusso, e di quelli indirizzati alle imprese industriali.

'Per poter meglio pianificare . lo sviluppo della rete di vendita la città viene suddivisa in 7 zone commerciali, individuate sulla base delle principali strade cit-

tadine su cui si svolge il commercio al dettaglio. In ogni zona commerciale il Piano censisce la superficie di vendita complessiva coperta dai negozi esistenti e nello stesso tempo determina in base a fattori economicosociali una superficie teorica ottimale che, per ogni settore merceologico, questi esercizi dovrebbero nel complesso coprire. La concessione di nuove licenze ed i trasferimenti da una zona commerciale all'altra sono subordinati al fatto che, nel settore merceologico interessato, la superficie teorica calcolata per la zona commerciale in questione sia superiore a quella esistente, comunque non dovendosi mai superare la superficie teorica calcolata per l'intera città di Milano. I trasferimenti all'interno di una stessa zona commerciale non sono invece soggetti ad alcun vincolo. Il Piano determina inoltre l'estensione minima che il singolo esercizio

20129 MILANO

VIA MELZO, 36

TEL. 279.979

deve avere, a seconda dei settore merceologico a cui appartiene.

La situazione a Porta Venezia

La vasta zona del decentramento fa parte della zona commerciale 2, formata tenendo conto dell'asse commerciale esistente in Corso Buenos Aires, e comprendente anche le zone del decentramento 10,11 e 12.

Per comprendere quale incidenza abbia la rete commerciale nella struttura economica della nostra zona, basti dire che a Porta. Venezia vi sono circa 3.500 punti di vendita, con circa 16.000 addetti, per un complesso di più di 100.000 mq di superficie. Tutto questo in una zona con una popolazione residente di circa 77.000 abitanti:

solo la zona 1, il centro storico, presenta una concentrazione commerciale superiore! A Porta 'Venezia, dove risiede meno del 4,5% della popolazione di Milano, è localizzata una rete distributiva che può essere stimata intorno all'8°/0 del complesso della struttura commerciale della città. Questi dati mettono in evidenza come la rete di vendita al dettaglio della nostra zona, ed in particolare la forte struttura commerciale esistente in corso 3uenos Aires, costituiscono un polo di attrazione che fa convenire acquirenti non solo dalle limitrofe zone cittadine ma anche dai comuni che sorgono a nordest dei confini amministrativi della nostra città.

La vasta concentrazione commerciale di corso Buenos Aires riveste dunque una importanza notevoleed assolve ad una funzione insostituibile nella struttura economica e sociale della no-

stra zona. È indubitabile comunque che lo sviluppo che ha avuto in questi anni il Corso ha posto tutta una serie di problemi di carattere urbanistico, di viabilità ed anche sociali, data la forte integrazione che inevitabilmente esiste tra il Corso stesso ed il quartiere circostante. Per il futuro si rende dunque indispensabile evitare un ulteriore aggravamento del congestionamento attuale, tendendo invece ad una distribuzione più omogenea della rete di vendita sia nell'intera zona del decentramento sia anche nelle zone periferiche limitrofe.

Nella nostra zona vi sono infatti vasti quartieri, come quello che sorge davanti e lateralmente alla Stazione Centrale e quello che si estende tra via Nino Bixio e corso Indipendenza, che risultano carenti di negozi soprattutto nel settore alimentare. Si pensi ad esempio che in zona esiste un solo mercato comunale coperto (in corso indipendenza) e solo quattro supermercati, -di cui tre nell'area circostante corso Buenos Aires. Inoltre no presenti solo quattro mercati settimanali scoperti (in via Benedetto Marcello, via Eustachi, via Kramer e piazza Dateo) oltre ai pochi posti di rivendita della SO.VE.CO

Occorre dunque prevedere l'utilizzazione di quelle strutture urbanistiche disponibili che siano situate in quartieri carenti di negozi ed adatte all'uso. Pur essendo la nostra una zona subcentrale, quindi con struttura urbanistica ormai praticamente definita, una possibilità di intervento è costituita da quei lotti di 167 (come quelli di via Melzo, Frisi, Piazza Dateo e via Rosolino Pilo) che possono diventare, per la loro specifica conformazione urbanistica, centri di aggregazione di esercizi a carattere commerciale ed artigianale. D'altra parte occorre anche sviluppare la presenza in zona del commercio ambulante che, in particolare nel settore alimentare, svolge già un importante ruolo ad integrazione della rete di vendita in sede fissa.

Il Piano Commerciale approvato dal Consiglio Comunale prefigura un modello di rete di vendita al dettaglio per Milano la cui corrispondenza con le esigenze degli operatori del settore e dei consumatori andrà costantemente verificata durante i quattro anni della sua validità. A questo proposito è importante il ruolo che devono svolgere i Consigli di Zona, quali organismi che più sono vicino alle singole realtà. In questo senso già si è mosso il nostri Consiglio di Zona: occorre comunque intensificare al più presto il confronto con le organizzazioni del settore commerciale e con tutti i cittadini per poter giungere ad una migliore definizione delle linee di sviluppo per i prossimi anni della rete distributiva di Porta Venezia.

Corrado Leggieri

ore ore ore ore ore 15,30/19,30 15,30/19,30 15,30/19,30 15,30/19,30 15,30/19,30 P.za Caiazzo Via F. Bandiera ang. Pisacane P.za Caiazzo P.za F. Romana ang. Cadamosto V. Eustachi ang. Stradella Via Kramer Via Eustachi Via B. Marcello ore 9,30/13,00 ore 9,30/13,00 "tutto il giorno" 1 Lunedì 2 Venerdì 3 Venerdì 4 Venerdì 5 Sabato 6 Lunedì 7 Martedì 8 Sabato MERCATI SCOPERTI PUNTI DI VENDITA SO.VE.CO mattpveíli
PANETTONI COLOMBE PASTICCERIA FRESCA SALATINI - TARTINE TORTE DI OGNI TIPO SERVIZI SPONSALI BATTESIMI PRODUZIONE PROPRIA GARANTITA CONCORDIA DATEO LEGENDA: n. 2 - Ottobre 1977 Pag. 8 PORTA IA_/` ,VENEZ IL PIANO PER
SVILUPPO DELLA RETE COMMERCIALE
LO

"MILANO ESTATE"

La città non vive una sola stagione

Numerosi problemi sono di fronte al Consiglio di zona 3 che ha ripreso in settembre la sua attività politica. E già alla soddisfazione per l'apertura della scuola di piazzale Bacone, risultato importante che corona anni di impegno e di rapporto vivo col quartiere, comincia a subentrare l'assillo dei problemi irrisolti e dei nuovi compiti che a questo organismo si pongono. Problemi irrisolti e compiti nuovi si pongono infatti sul fronte della attività culturale. Permangono ancora amarezza e polemiche per la mancata realizzazione del programma elaborato in giugno dalla Commissione cultura: un programma di spettacoli per grandi e piccoli da realizzare nell'ambito di "Milano estate". Ma cos'è "Milano estate"? Per gli,Amministratori è un tentativo concreto di dare alla città che resta e a quanti visitano Milano durante l'estate alcune possiblità di usufruire di momenti di svago e di cultura. La città non chiude le saracinesche. Vediamo infatti alcuni dati di questa estate 1977: spettacoli di prosa, n. 35 con 11.850 presenze; balletti n. 12 con 12.600 presenze, recital n. 14 con 9.980 presenze; concerti n. 32 con 6.650 presenze; canzone politica 18 spetta-

coli con 2000 presenze; spettacoli per ragazzi n. 30 con 8.000 presenze. Tutto questo ha comportato una spesa di circa 260 milioni (detratti gli introiti, cioè II modico prezzo dei biglietti d'ingresso). Questa spesa è una aliquota consistente del misero bilancio (850 milioni) dell'assessorato alla cultura, con l'esclusione naturalmente dei contributi alle istituzioni culturali cittadine.

Da questi dati, certamente significativi, emerge subito una domanda: ma durante il resto dell'anno cosa si fa? È una domanda che molti si sono posti da qualche tempo. In Consiglio di zona in modo particolare il problema viene dibattuto in questi giorni dalla commissione cultura, che si propone l'obiettivo di sollecitare tutte le energie culturali del quartiere per una programmazione annuale e di largo respiro. Ma si è anche invitato ad un incontro presso la commissione stessa l'assessore Ogliari per verificare le intenzioni ripetutamente espresse di realizzare il non rinviabile decentramento culturale: ciò che significa tra l'altro dare finalmente alle zone strumenti e fondi per operare, per programmare.

Nuova sede per il "Gerolamo"

L'X Cine diventa

La vicenda di Milano estate, cioè del mancato decentramento di questa iniziativa, impone non solo una riflessione seria ma una precisa volontà di superare gli errori e rendere rapidamente operativi gli orientamenti emersi in molte consultazioni dell'assessorato con i C.d.Z.

Solo se questa politica di decentramento viene perseguita con atti concreti allora i C.d.Z. e i cittadini sapranno anche comprendere le oggettive difficoltà finanziarie dell'Amministrazione (non sfugge a nessuno il significato del taglio di 64 miliardi imposto ad un mutuo chiesto dal comune).

Solo allora la Milano estate 77, programmata di fatto solo centralmente, potrà essere considerata come l'ultima esperienza negativa per il Decentramento in questo settore.

Di questa vicenda infine tornerà ad occuparsi il C.d.Z. a seguito di una interpellanza fitta di domande (e di dati un po' fantasiosi) presentata al presidente dal consigliere repubblicano Mandelli.

Nel prossimo numero daremo ai nostri lettori più ampie informazioni sui programmi e gli orientamenti del C.D.Z. sui problemi della cultura.

"Cineteatro popolare milanese"

Da quando questa estate abbiamo appreso che il Comune avrebbe acquistato l'X Cine di via Giro Menotti per dare una nuova più funzionale sede al "Gerolamo", abbiamo cercato di sapere di più rivolgendoci all'Amministrazione e al C.D.Z.. Ma poichè le notizie filtrate ci sono sembrate veramente pochine abbiamo raggiunto direttamente i responsabili della "Compagnia milanese". Alle 20,30 di venerdì 23 settembre vado all'Odeon dove Nanni Svampa e la "Compagnia" recitano "I DESGRAZZI DI GIOVANNIN BONGEE", di Ciro Fontana. Carletto Colombo, da tanti anni presidente dell'Ente (e autore di molti lavori teatrali) mi aspetta nell'ufficio da dove ogni sera "segue" le repliche. Presentazione calorosa, e già mi accingo a intervistarlo, quando entrano nell'ufficio l'amministratore delegato sig. Ghezzi e il consigliere dell'ente, Vancheri, (vecchia conoscenza, è stato infatti per alcuni anni consigliere alla zona 3). Dopo i nuovi saluti ritento I intervista", ma ancora sono costretto a desistere, e questa volta definitivamente.

Carletto Colombo è già infatti entrato in argomento: "è una grossa occasione non solo per il Gerolamo ma anche per la zona 3 e le zone circostanti". E prosegue: l'X Cine, che abbiamo chiamato "Cineteatro popolare milanese" ci permette finalmente di respirare, di contare su una sede idonea per i nostri ambiziosi programmi". Possiamo parlare di questi programmi? Ma Colombo continua il suo discorso: "e non sarà solo la nostra compagnia a utilizzare questa struttura, ma vogliamo che sia soprattutto il C.d.Z. 3 a utilizzarlo, a sentirlo suo e a coordinare le inevitabili richieste anche delle altre zone". Interviene Vancheri: "e vogliamo realizzare dei prezzi popolari, non le 6.000 lire che oggi tutti impongono".

Ghezzi, precisa a questo punto che per l'inaugurazione e la

prima serie di repliche in via Matteotti hanno studiato un sistema che permetterà ai cittadini di pagare l'importo del biglietto, che 8 di L. 3.500, a metà prezzo. "Ma la nostra maggiore preoccupazione, interviene ancora Colombo, è oggi questa: come vivere nel quartiere col quartiere". Dipende anche dai collegamenti che vorrete realizzare, dalle proposte culturali che farete. "Siamo sicuri che ci sarà più facile fare un teatro per tutti, non solo per i milanesi di Milano" dice Vancheri; e Colombo "vorrei che fosse chiaro che in zona 3 non arriva solo un teatro, ma qualcosa di più: un patrimonio culturale notevole che vogliamo subito mettere a disposizione della zona, delle scuole; e poi il C.d.Z. dovrà sapere che potrà contare sul Cineteatro popolare milanese per le sue iniziative autonome, ad esempio tutti i lunedì e per tutto il tempo di chiusura della stagione teatrale, ma anche in altri giorni". È un discorso certamente interessante per il C.d.Z. "Ma è naturale, dice Colombo, la Compagnia milanese, il Gerolamo, appartiene alla comunità, è un ente comunale, sovvenzionato dal Comune". "È certamente vero, interviene Ghezzi, ma di fatto in questa situazione di grave crisi della finanza locale siamo costretti a batter cassa non a Palazzo Marino ma presso tutte le banche per avere qualche prestito". È ormai già un po' che parliamo e ora Colombo deve raggiungere il vecchio Gerolamo in piazza Beccaria. Mi dice ancora che alla "prima" nella nuova sede vuole che intervengano tutti i consiglieri di zona e« che fra qualche giorno si incontrerà con essi ufficialmente per esporre loro i programmi dell'Ente. "E vorrei che anche PORTA VENEZIA contribuisse a farci collegare col quartiere". Accogliamo volentieri l'invito. L.D.

Novità librarie

Non tutti riconosceranno in questa foto l'ex "cinema DUMONT" situato in Via Melzo. Questo locale costruito ai primi del secolo cessò di essere un cinema con l'arrivo delle truppe alleate a Milano. Fu poi utilizzato come salone per automobili, poi come officina, ed oggi ospita la Croce di Santa Rita. È un esempio di Liberty vincolato e protetto dalle Belle Arti. Molti cittadini si chiedono da tempo se questo locale, al centro del quartiere più popolare della zona, non debba essere giustamente recuperato ad uso sociale e culturale.

Ci pare una buona indicazione per il nostro Consiglio di Zona.

Concorso fotografico su P.ta Venezia

Trascriviamo di seguito il testo della locandina che viene affissa in questi giorni nella zona a cura del C.d.Z. 3, tema del concorso: L'immagine di un quartiere - Porta Venezia - ottobre/novembre 1977

Il Consiglio di zona 3 indice un concorso fotografico di zona, per fotografie in bianco e nero e stampe a colori, aperto a tutti i fotoamatori sul tema: "l'immagine di un quartiere".

Le fotografie partecipanti al concorso serviranno ad allestire una mostra che documenterà la

realtà della zona 3 in tutti i suoi aspetti: condizione urbanistica, verde pubblico, architettura, condizione dei giovani, arte e artigianato, aspetti tipici e tradizionali, e quant'altro serve ad illustrare le attività e le caratteristiche di Porta Venezia oggi. Il termine utile per la presentazione delle fotografie è fissato per il 30 novembre 1977. Le iscrizioni si ricevono presso la commissione cultura del consiglio di zona 3, presso la Coop. Il Ponte Tre in via Lecco 16 che insieme all'Arci ha aderito e collabora all'iniziativa, e

presso alcuni negozi di fotoottica che gentilmente collaborano.

Il regolamento del concorso è in distribuzione presso tutti i negozi di foto-ottica della zona oltre che presso le sedi di iscrizione.

Un'apposita giuria formata da esperti selezionerà le opere da inviare successivamente al concorso cittadino "Da milano a Milano" indetto dall'assessorato alla Cultura e Spettacolo.

(A cura della commissione cultura e spettacolo del Consiglio di Zona 3)

Enzo Bertinazzo, direttore delle scuole elementari Stoppani e Bacone, ha pubblicato una raccolta di deliziose favole in lingua veneta (suo dialetto d'origine), liberamente riprese, con spunti di satira sociale, da quelle di Fedro. Il libro esce, con una prefazione di Davide Lajolo, nella collana dei "Quaderni" del Centro Studi Terzo Mondo, a favore delle cui attività sociali culturali l'autore ha voluto destinarlo. Ricordiamo che questa associazione, presente da anni nella nostra zona, cura la realizzazione di progetti di sviluppo nei Paesi dell'Asia, dell'Africa e dell'America latina, invia volontari in servizio civile, anche in alternativa alla leva militare, negli stessi Paesi, organizza corsi di formazione, autorizzati dal Ministero degli Affari Esteri, per i predetti volontari e in genere per chi intende conoscere la realtà dei Paesi extra-europei, pubblica la rivista "Terzo Mondo", l'unico periodico italiano specializzato nei problemi dei Paesi in via di sviluppo, una collana di "Quaderni" monografici e un corso di sociologia per corrispondenza, con incontri facoltativi mensili coi docenti autori delle dispense.

Per l'acquisto del libro, così come per ogni informazione sulle altre attività del Centro Studi Terzo Mondo, ci si può rivolgere direttamente a questa associazione (via G.B. Morgani 39 - 20129 Milanotel. 271.90.41). Il libro è altresì presente nelle librerie democratiche della zona tre e nelle cartolibrerie e nelle edicole vicine alle scuole Stoppani e Bacone.

. Ñ Ñ

Segnaliamo la pubblicazione del primo quaderno della collana scuola del Centro Studi Muzio (v. Goldoni 23). Il tema dell'opuscolo 'L'esperienza dei genitori negli organi collegiali della scuola" di Edda Bolognesi e Jolanda Poisetti, è senz'altro stimolante e in uno dei prossimi numeri lo commenteremo.

È annunciata per il mese di ottobre la pubblicazione, sempre a cura del Centro Studi Muzio, del volume."La crisi politica italiana verso gli anni 80"

9 n. 2 - Ottobre 1977
()VENEZIA u
Pag.
PORTA

Le donne vogliono lavorare

Prime considerazioni su un sondaggio d'opinione

Abbiamo condotto un'indagine nella zona tre, tramite un questionario diffuso tra le donne che vi abitano e lavorano, cercando di individuare un campione interessante per una rilevazione significativa dei dati. Speriamo che i dati, attualmente in corso di elaborazione , siano pronti per il prossimo numero di Porta Venezia, in modo da essere il punto di partenza non solo per un lavoro specifico tra le donne del quartiere, ma anche per un dibattito tra le diverse forze a seconda del taglio che si vuole dare all'interpretazione. Ci sono parsi però significativi, e ciò vuol essere il fulcro di questo articolo, situazioni commenti, ecc. che hanno fatto da contorno a questo nostro lavoro. Il lavoro di compilazione dei moduli è stato diretto: ci si è cioè organizzati, a gruppi o singolarmente, per andare a intervistare le donne, ai giardini, nelle case, all'uscita dei luoghi di lavoro. Ciascuna di noi ha avuto il modo di raccogliere commenti, di vivere situazioni, di toccare con

CONSULTORIO

mano particolari vissuti, di intavolare discussioni ecc. uscendo dallo schema rigido del questionario. Tutto questo non può essere oggetto di un'indagine statistica, ma sul piano umano e politico ha un peso ancora maggiore.

In particolare un dato ci ha colpito: le donne di P.ta Venezia, sia quelle dei ceti popolari che quelle appartenenti alla borghesia sembrano voler lavorare.

Ma questo dato, che a tutta prima può sembrarci enormemente positivo (e che conserva comunque una sua positività ) mostra il rovescio della medaglia quando il discorso scivola sulla qualità del lavoro, sul perché si vuole lavorare, sul rapporto emancipazione-lavoro.

Grande è il numero delle donne che opterebbero per il parttime, casalinghe od occupate che siano, vedendo nel lavoro, un apporto economico in più per il contesto familiare, un mo-

Una proposta da verificare

Prima delle ferie estive il Consiglio di zona promise un dibattito pubblico sul consultorio e sulla sua realizzazione in zona 3. Fu un dibattito molto vivace, da cui non emerse tuttavia una precisa indicazione sull'ubicazione della sede. Si ripetè, ed è vero, che nella nostra zona non ci sono stabili o locali di proprietà del Comune su cui poter contare. Ma in luglio si è verificato,finalmente, un fatto nuovo ed estremamente importante. È entrato in vigore il decreto di scioglimento delle mutue, che passano alle regioni e ai comuni. Nella

zona 3 c'è l'Inam di piazzale Loreto, dove hanno sede tra l'altro numerosi ambulatori specialistici. Ecco allora la domanda: il consultorio non potrebbe essere realizzato presso l'Inam di piazzale Loreto? Si tenga conto che questo servizio dovrebbe funzionare, almeno inizialmente due o tre volte alla settimana, per alcune ore al pomeriggio. L'indicazione non è tuttavia nostra. Questa è emersa chiaramente nelle ultime riunioni preestive della commissione sanità del C.d.Z., che si impegnò ad una attenta verifica.

Festival de 1"`Avantir in piazzale Bacone

Inizia sabato pomeriggio, 8 ottobre, il festival dell'Avanti in piazza Bacone. All'inizio dell'estate sempre in questa piazza si era tenuto il festiva' dell'Unità, durato cinque giorni, con una grossa partecipazione popolare. Con questa iniziativa la sezione di P.ta Venezia del P.S.I. intende portare a livello di massa il dibattito sulla politica dei socialisti in campo nazionale e locale. Nei due giorni del festival, 8 e 9 ottobre, saranno dibattuti i problemi della casa, della sanità (con particolare riferimento ai consultori) e quelli posti dalla situazione politica attuale.

Parteciperanno a questi incontri con i cittadini anche esponenti degli altri partiti democratici della zona. La manifestazione di chiusura sarà caratterizzata dall'intervento dell'on. Nevol Querci della direzione nazionale del P.S.I. Il festival offre inoltre ai cittadini la possibilità di ritrovarsi fra amici e fare insieme uno spuntino all'aperto presso lo stand gastronomico. Inoltre alla sera ci sarà il ballo liscio e un recital di un gruppo cileno. Durante il giorno saranno organizza. ti spettacoli di animazione per i bambini.

REGI G. MILANO -TEL. 20.41.229

SCAFFALATURE METALLICHE COMPONIBILI

OTTIME PER: RIPOSTIGLI - CANTINE - BOX

do per uscire dalle quattro mura domestiche, ma non intravedendo in esso un serio strumento di emancipazione o di realizzazione professionale. E non è solo il discorso della carenza dei servizi sociali, dobbiamo ammetterlo, a far assumere tali posizioni. Molte donne sono ancorate ad una visione del tipo: "il bambino me lo tiro su io, non me lo sa educare nessuno; quelle lì se ne fregano; chissà come lo tratterebbero" e ancora "ma se ho deciso di mettere al mondo un figlio, perchè lo devo poi lasciare all'asilo nido?" Questi ed altri simili commenti sono estremamene significativi, in quanto ci fanno capire come sia forte l'influenza culturale tradizionale, anche tra donne aperte di fronte a problematiche quali l'aborto, l'educazione dei figli, ecc. Queste donne non sono neanche sfiorate dal dubbio che il loro figlio é figlio anche del loro compagno e accolgono su sè stesse (con un senso di rinuncia estrema di fronte a altre aperture che la vita può offrire) il peso della

maternità. Per quanto siano moderne, leggano i giornali e si sentano democratiche, vivono il loro rapporto coll'altro sesso secondo uno schema medioevale: il loro ruolo, malgrado tutto, rimane quasi esclusivamente quello tradizionale di madre e moglie. Il discorso potrebbe diventar lungo, ma penso che se ne sia colto il significato. Ed anche un'indicazione, per chi come noi si vuol muovere verso un obiettivo di maggiore libertà individuale, di completa emancipazione e di uguaglianza per tutti i cittadini, a qualsiasi sesso o classe sociale appartenga. Il nostro compito deve essere quello non solo di denuncia dell'atteggiamento repressivo nei confronti delle donne sui posti di lavoro (dall'emarginazione in reparti dequalificati, al licenziamento) e di richieste di maggiori servizi sociali, ecc., ma anche quello di cercare di portare le donne a comprendere che le loro possibilità professionali ed umane, al di là della legge, per ora approvata solo alla Camera,

sono eguali a quelle degli uomini, a capire che i figli si devono educare assieme all'altro genitore, che non è e non deve essere considerato "quello che porta a casa i soldi e che quindi comanda". Solo se le donne saranno maggiormente consapevoli e convinte di tutto ciò, sapranno lottare meglio, assieme agli uomini, per obiettivi politici più alti, per arrivare ad un'occupazione più qualificata e non di serie B.

Le buone leggi si possono fare ma se viene meno l'impegno di lotta per farle realmente attuare, anche le buone leggi risultano inutili. Un esempio: ormai da anni in Italia i minimi contrattuali per donne e uomini sono eguali; di fatto però le donne percepiscono mediamente il 70% della retribuzione maschile. Questo è un dato che nasconde un significato ben preciso. Un messaggio quindi questo, che deve esser colto per ottenere tutti insieme una migliore qualità della vita.

Ä

Questo è lo stabile del Pio Istituto Sordomuti in via Settembrini 4, recentemente acquistato dalla Amministrazione Provinciale. Nel quadro del potenzia mento e della sistemazione degli istituti medi e tecnici superiori sarà utilizzato per due scuole. Tra la Amministrazione Provinciale e la Parrocchia di S. Gregorio è stato trovato un accordo per l'uso di alcuni locali per gli oratori parrocchiali. Una volta sistemate le scuole, sarà, probabilmente, possibile utilizzare vari locali per attività culturali e sociali di Porta Venezia.

corsi di ginnastica maschili, femminili e per bambini joga - karaté ballo da sala (liscio) sauna finnica cabine solari GINNASTICA BORGONUOVO Via Borgonuovo 9 Telefono (02) 877101 da BRUNO PRIMIZIE Arrivi giornalieri di Frutta e Verdura Vini tipici Pugliesi e Siciliani Aceto - Zucchero - Caffè MILANO Viale Abruzzi, 37 Tel. 27.87.27 Pag. 10 IvENEF I ' n. 2 - Ottobre 1977

Come combattere la criminalità

Un documento della Confesercenti presentato al ministero degli interni

Nel numero scorso avevamo affrontato la grave questione della criminalità politica e comune certi che questa rappresentava uno. dei problemi da risolvere nel nostro Paese. Le recenti vicende criminali e eversive che hanno riempito i giornali ci sollecitano a proseguire nell'analisi delle cause e delle forme in cui questo grave problema si manifesta cercando di dare un nostro autonomo contributo alla battaglia che le forze politiche, sociali, lo Stato, stanno sostenendo. E mentre stiamo preparando una inchiesta sulle caratteristiche specifiche che la criminalità assume a Porta Venezia, che alcuni organi di stampa superficialmente hanno chiamato la "casba" di Milano, pubblichiamo su questo numero un interessante documento della Confesercenti consegnato al ministero degli Interni che indica con precisione alcuni strumenti per fronteggiare e sconfiggere il crimine e l'eversione.

Il fenomeno della criminalità rivolta contro piccoli e medi operatori commerciali e turistici dilaga ormai in tutte le regioni e provincie, come attestano le relazioni inviate dalle Confesercenti provinciali alla segreteria nazionale dalla Confederazione. I modi con cui la criminalità si manifesta variano a seconda

delle zone e dei centri urbani. Soprattutto nelle grandi città la disoccupazione giovanile e fenomeni di disgregazione costituiscono causa non secondaria al dilagare del preoccupante fenomeno. Sovente la criminalità, nelle sue manifestazioni più feroci, è collegata al traffico della droga, in aumento purtroppo, fra le giovani e anche giovanissime generazioni. La criminalità comune è in molti casi collegata a quella politica; i loro disegni si congiungono obiettivamente; ambedue tendono a disgregare lo Stato e le istituzioni democratiche.

Il reclutamento nelle bande armate di giovani e giovanissime, elemento caratteristico della criminalità organizzata, rende più drammatico e tragico l'uso delle armi cui corrisponde non di rado la pronta e talvolta preventiva risposta degli operatori aggrediti. L'estendersi dell'armamento individuale tra le categorie commerciali e turistiche è un'altro fatto che aggrava l'allarmante situazione che stiamo attraversando. La conseguenza che ne deriva é l'aumento del numero delle vittime.

La Confesercenti ha più volte denunciato alle autorità la situazione che si è venuta a determinare, ha presentato specifiche richieste per l'adozione di adeguate misure a tutela della vita e

Cooperativa s.r.l.

Libreria

Libri per ragazzi

Giochi didattici

dei beni degli operatori economici. Oggi ritiene, di fronte all'intensificarsi del fenomeno della criminalità, necessario e opportuno rinnovare le proposte a suo tempo presentate e avanzarne delle nuove al Ministro degli Interni e al Governo.

Adozione di provvedimenti economici atti a creare in ogni campo fonti certe di lavoro per i giovani e per i giovanissimi.

Lotta contro lo spaccio della droga specie nelle scuole e nelle grandi città.

Difesa dell'ordine pubblico condizionata anche all'adozione di misure e di provvedimenti contro individui e organizzazioni che praticano la violenza come forma di azione politica.

Riforma della Pubblica Sicurezza collegata alla trasformazione dei Commissariati di P.S., al rafforzamento delle stazioni dei Carabinieri, al coordinamento dell'attività di tutti i Corpi adibiti alla sicurezza, alla istituzione del "poliziotto di quartiere".

Collaborazione operativa fra tutte le istanze della Confesercenti e le forze della P.S., su scala nazionale, provinciale, di città, di quartiere anche allo scopo di far meglio conoscere alle forze dell'ordine le caratteristiche dell'attività degli operatori commerciali e turistici.

Instaurazione di una mag-

Centro di documentazione e iniziative culturali su:

decentramento scuola quartiere

Organizzazione di mostre del libro

Incontri e dibattiti culturali

"IL PONTE TRE"

La libreria inserita nella vita del quartiere Milano - Via Lecco 16 - tel. 203883

giore collaborazione del decentramento amministrativo che si va realizzando nelle grandi e medie città, tra le forze proposte al mantenimento dell'ordine pubblico e il corpo dei Vigili Urbani ai fini della vigilanza e della prevenzione non solo della criminalità violenta, ma anche del "rachet" e delle "protezioni" imposte ad operatori commerciali e turistici.

7) Adozione di misure e di provvedimenti atti a colpire la ricettazione come è avvenuto nel settore delle oreficerie, a limitare la concessione del porto d'ar-

da pagina 5:

mi, a controllare il commercio delle armi in difesa personale: sottoporre a rigorosi controlli le varie "polizie" private.

La Confesercenti ritiene che la prima esigenza sia quella di Tiare fiducia agli operatori economici verso gli ordinamenti dello Stato, cosi da limitare o da annullare le spinte all'organizzazione dell'autodifesa e all'armamento individuale, che costituiscono un grave pericolo, anche se solo potenziale. per le istituzioni dello Stato e per la stessa democrazia repubblicana.

Due esempi di speculazione

lire, di cui 4 milioni e 350.000 lire de pagare subito. Per tre - quattro locali si va dai venti ai trentacinque milioni.

La cosa assume un significato tanto più amaro, se si tiene presente che è da anni che gli inquilini si sono sostituiti alla proprietà, facendo all'interno numerosi lavori di manutenzione per rendere gli appartamenti più abitabili.

Ed ora si vedono posti di fronte al ricatto della proprietà, dell'acquisto ai prezzi richiesti, con l'onere poi di doversi sobbarcare tutti i lavori di manutenzione, o dello sfratto, se l'appartamento in cui vivono viene venduto a compratori esterni.

Cosa fare contro le vendite frazionate

Cosa si può fare quando ci si trova in vendita frazionata?

Il Sunia ci risponde che non esistono strumenti legali per contrastare questo fenomeno, e che l'unica risposta sta nella mobilitazione che il caseggiato riesce ad esprimere, oltre che nell'opera di persuasione sia interna che esterna, nei confronti di eventuali compratori. Le possibilità di risultati positivi risiedono proprio nella compattezza della lotta e nella capacità di individuare il vero nemico nella proprietà venditrice e non nei compratori, che vanno informati sul reale stato del caseggiato per evitare che cadano nella rete speculativa.

Come si sono organizzati i due caseggiati messi in vendita

Da questo punto di vista, i caseggiati in esame, hanno reagito in modo positivo. In entrambi sono stati costruiti comitati di caseggiato numerosi, sono stati presi contatti con la sezione del Sunia di Via Palermo, con il Consiglio di Zona. E stata fatta una azione di propaganda esterna con cartelli e manifesti e si sono tenute riunioni di caseggiato.

Le difficoltà incontrate

Tutto questo è avvenuto non senza qualche difficoltà, colpe a Lazzaro Palazzi 19, dove, ci dice un rappresentante del comitato di caseggiato. si è faticato di più a organizzare la mobilitaaione, sia per una minore aggregazione degli inquilini, sia per la tempestività con cui la proprietà ha iniziato la campagna di vendite,

creando disorientamento tra gli inquilini. Ci sono stati casi di inquilini che. non conoscendo i termini del problema, hanno dato persino degli anticipi alla proprietà, a volte anche per l'appartamento del vicino. Ma l'azione costante di alcuni che fin dall'ini7io hanno individuato il carattere speculativo dell'operazione, è stata un valido punto di riferimento anche per gli altri, e ha consentito di superare tali ostacoli.

Al di là comunque dei problemi e difficoltà incontrati, chi ha vissuto questa esperienza, tende a sottolineare un elemento positivo. Il fatto che i cittadini, che non avevano mai preso parte attiva alla vita della zona, si sono riuniti, hanno dato vita ad una forma elementare di democrazia (il comitato di caseggiato), hanno preso contatto con la realtà del quartiere. E, quello che più conta, hanno compreso quanto sia importante per la soluzione di questo scottante problema, la partecipazione attiva. l'unità, il rapporto con il sindacato, con il Consiglio di Zona, con i singoli cittadini. Perchè questo è appunto l'unico modo per contrastare le vendite.

Si apre una sezione del Sunia in zona

Da questo punto di vista e per quello che riguarda la nostra zona si deve registrare un fatto estremamente positivo: la apertura entro breve tempo di una sezione del Sunia in Via Porpora (P.le Loreto), tuttora mancante a Porta Venezia.

Fatto questo, che apre senz'altro nuove possibilità nella nostra zona: quella dello sviluppo più esteso della organizzazione e della mobilitazione degli inquilini sui temi della casa e della battaglia contro i fenomeni speculativi.

Al Baffo

BAR-TABACCHI

Tavola calda e fredda

Viale Abruzzi, 37 (angolo Via Farneti) Milano Tel. 22.51.92

n. 2 - Ottobre 1977 Pag. 11 PORTA /) VIENEZIA.J

Milano: 8833 giovani iscritti alle liste speciali per il lavoro

In tutta Italia sono 650.000 i giovani che si sono iscritti alle "liste speciali" di collocamento.

È questo un fatto politico di massa che rappresenta una prova di fiducia da parte dei giovani verso le istituzioni democratiche e verso una legge approvata dal Parlamento. Le "liste speciali" sono state istituite infatti dalla legge per il preavviamento al lavoro e la formazione professionale dei giovani approvata finalmente, e definitivamente, nel maggio del 1977.

Si tratta di un provvedimento importante che per la prima volta sancisce una serie di misure dirette a favorire l'inserimento dei giovani in attività produttive o in !avori di pubblica utilità. Il provvedimento non è certo miracoloso, capace di risolvere da solo il grave problema della di-

soccupazione giovanile. Tuttavia è il primo intervento che lo Stato si è accinto a compiere per stimolare lo sviluppo dell'occupazione e, cosa veramente importante, con un provvedimento che non incentiva l'area assistita, ma favorisce invece il lavoro socialmente utile e produttivo. La soluzione organica di questo problema, infatti, non può che trovarsi in un diverso sviluppo dell'economia e della società, e in una profonda riforma delle istituzioni formative.

LA CONNOTAZIONE DEGLI

ISCRITTI

Dei 650.000 iscritti alle liste, 396.538 sono nel Sud, 125.843 del Centro (cioè Toscana, Umbria, Marche, Lazio) e infine i restanti 124.784 nel Nord. Questi dati se da una parte mettono ancora una volta in evidenza il pro-

CINETEATRO POPOLARE MILANESE Via Ciro Menotti, 11-telef. 716791

L'ENTE AUTONOMO

COMPAGNIA STABILE TEATRO MILANESE con la partecipazione di NANNI SVAMPA presenta

I DESGRAZZI DE GIOVANNIN BONGEE

2 tempi di Ciro Fontana ispirati al mondo poetico di Carlo Porta presentando questo tagliando alla cassa del Teatro si avrà diritto ad uno sconto del 50% sul prezzo di poltrona, sia per la prima che per le repliche.

POLTRONA PREZZO INTERO Lit. 3.500

fondo divario esistente tra il numero dei disoccupati nel Centro/Sud e quelli nel Nord, (e quindi richiamano ulteriormente e prioritariamente l'urgenza di una politica di sviluppo nel Meridione), dall'altra rivelano la presenza di una consistente fascia di sottoccupazione, di lavoro nero e precario che maschera e attenua la disoccupazione giovanile.

Per esempio: basti pensare come nella nostra città solo il 25,6% dei giovani iscrittisi alle "liste speciali" ha chiesto un contratto a tempo indeterminato", e se è ovvio che i giovani chiedano un posto di lavoro stabile e duraturo, il dato positivo è che gran parte di questi (il 69% dei diplomati) si è detto disponibile anche al "contratto di formazione" (metà lavoro e metà

formazione professionale), o a un lavoro non corrispondente al titolo di studio. I giovani cioè dimostrano di capire la complessità dei problemi che sono alla base della disoccupazione e, nello stesso tempo, affermano la precisa volontà di avere un lavoro e un ruolo attivo nella società, rifiutando il mantenimento e l'assistenza.

COSA SI STA FACENDO A MILANO E IN PROVINCIA Già all'inizio di settembre il Comune di Milano e l'Amministrazione provinciale hanno reso noto i loro piani per l'utilizzo dei giovani iscritti alle "liste speciali", piani con i quali sono state trovate 959 possibilità di impiego a tempo determinato. Esse sono state ricercate in tre direzioni, e precisamente nel settore dei beni culturali, della eco-

DATI DELLA NOSTRA PROVINCIA, CITTÀ E ZONA

Iscrizione alle liste speciali di colloc.

PORTA /N' ,VENEZIA_

Oodzi e eAe«cdu

i migliori giocattoli da tutto il mondo

Milano - via Maiocchi, 3 - Tel. 27.86.85

PEDICURE - PODOLOGO

GIULIO ZANE

Milano - Via Melzo, 8 tel. 2041738

Richiedere appuntamento

Esame dei piede - trattamento indolore - unghie artificiali ;irolerre plantari

ABBONAMENTO ANNUO - L. 3.000 omaggio "La Costituzione della Repubblica e Statuto dei lavoratori"

ABBONAMENTO SOSTENITORE - L. 6.000 omaggio i due volumi della . "Enciclopedia" di Diderot e D'Alembert (Feltrinelli)

ABBONAMENTO SPECIALE - L. 12.000 omaggio la cartella della "Stampa per la libertà" con 32 grandi riproduzioni - (Lega Comuni) SOSTENITORE

logia e dei servizi di rilevanza sociale. Anche la Segreteria nazionale e cittadina degli artigiani del CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato) si è impegnata per una veloce e concreta applicazione della legge chiedendo a breve scadenza incontri con gli imprenditori, i sindacati e con gli Enti locali.

Nulla, o quasi, è stata invece la risposta del mondo imprenditoriale e che, non solo su scala cittadina, ma anche nazionale. ha dimostrato la sua scarsa disponibilità ad assumere i giovani iscritti alle liste; e questo nonostante i notevoli incentivi previsti dalla legge per ogni giovane assunto anche con un contratto di formazione.

I sindacati confederali e le organizzazioni giovanili, invece, anche se con limiti e talvolta ritardi. stanno organizzando in tutta la città, zona per zona, incontri e assemblee pubbliche con i giovani iscritti alle liste, con gli imprenditori, gli enti locali e gli artigiani. Essi stanno cercando di costituire in ogni zona della città una "lega dei disoccupati" che. assieme ai giovani occupati, alle forze sociali e politiche giovanili, e ai cittadini democratici si batta per una rapida e corretta applicazione della legge.

A PORTA VENEZIA

La lega dei disoccupati non esiste ancora, ma i sindacati, le forze sociali e politiche giovanili, stanno lavorando attivamente per costruirla. A questo scopo hanno indetto con il C.u.Z. della Zona 1 (Comitato Unitario di Zona sindacale) per l'inizio di ottobre una assemblea sindacale convocando non solo gli iscritti alle liste, ma anche le forze politiche e sociali, gli imprenditori, gli artigiani e i Consigli di Zona. Il C.U.Z. della Zona 3 momentaneamente, per difficoltà organizzative, lavora con quello della Zona 1 (che ha sede in Piazza Umanitaria 5) ma ci auguriamo che ben presto si dia una struttura autonoma vista poi la drammaticità della condizione giovanile nella nostra zona. Porta Venezia infatti oltre ai fenomeni di disoccupazione (sono 243 i giovani iscritti alle liste), sottoccupazione, lavoro nero presenta forti segni di disgregazione sociale. La grande diffusione della droga, l'altissima percentuale di delinquenza giovanile non sono che gli indici più drammatici di queste analisi ed invitiamo il Consiglio di Zona, le forze politiche e sociali a farsi maggiormente carico del problema giovanile dando un maggior contributo alla sua soluzione.

4PORTA ,VENEZIAN:J, Redazione

M. Anelli, R. Cenati, E. Giannasi, L. Loffi Randolin, G.L. Maris, C. Montalbetti, C. Pagani, L. Sordin. Hanno collaborato: A. Canevari, G. Cengia, M. Giannini, D. Leone, R. Ponti, Elena Salem, S. Sicoli, A. Strik Lievers. Fotografia di Arturo. Numero unico in attesa di autorizzazione - Redazione e Amministrazione: Via S. Gregorio, 48 Milano - Stampa: Coop. Guado - 20020 Robecchetto con Induno (Milano) - Tel. 0331/881475.

MILANO
Iscritti 8.833 - Uomini 47,3% - Donne 52.7% Fasce di età Anni 15-18 35,3% Anni 19-24 51,1°4 Anni 25-29 13,6% Disponibilità a lavoro non corrispondente a titolo studio. Laureati 44,5% Diplomati 62,5% Lic. media inf. 88,8% T it. profess. 65,1% Tipo di contratto richiesto Tempo indet. 94,3% Di formazione 68,9% Serv.. amm. enti pub. 63,7% 84,9% disponibile a qualsiasi tipo di form. 15,1% richiedono formaz. specifica. Titoli di studio Laurea 5,6% Diploma 42,3% Media inf. 29,5% Titoli profess. 22,6% Richiesta lav. corris. a titolo di studio 30.1% Già iscritti alla lista ordinaria di collocamento 25,6% Milano+Provincia Milano città Zona 3 Uomini Donne Tot. 7.672 10.745 18.417 4.180 4.653 8.833 118 125 243
SOLO CITTÀ
ABBONATEVI
NORMALE 1
‘.4#1" 4 10` SPECIALE
11 1
12 n. 2 - Ottobre 1977
Pag.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.