Esca dalle urne una nuova maggloranza unitaria, democratica ed antifascista
Soltanto con l'arretramento della Democrazia Cristiana è possibile battere i monopoli e garantire lo sviluppo democratico della nostra città
MILANO HA BISOGNO
DI AMMINISTRATORI CAPACI
Profilo dei candidati di Niguarda
Chiesto un aumento d'affitto del 350) ai soci della Società Case Popolari a cura di
Siamo giunti al termine della campagna elettorale, ed ora attendiamo fiduciosi l'esito dei risultati.
Anche in questa competizione, -abbiamo visto la D.C. e i suoi alleati adoperare tutti i mezzi per mietere voti alla causa del padronato e dei monopoli.
I saragattiani hanno denunciato una unga serie di bisogni elementari ed alimentari di cui soffre il nostro popolo, esaltando i successi sociali dei paesi scandinavi col preciso intendimento di nascondere la propria corresponsabilità di avere sempre, direttamente o indirettamente, collaborato coi governi della Democrazia Cristiana e quindi di non aver soddisfatto questi bisogni.
I democristiani (anche quelli che si dicono di sinistra) per nascondere il loro connubio col fascismo e la responsabilità dei fatti sanguinosi di Reggio Emilia dello scorso luglio, ripetono con sconcertante monotonia gli avvenimenti ungheresi di 4-5 anni fa.
C'è stato tutta una tecnica elettorale che tirava all'obiettivo di portare lontano lo sguardo degli elettori per fargli perdere di vista le cose vicine 'del nostro paese e, per ciò che ci riguarda, del nostro rione.
Il problema della casa, ancora una volta, è stato preso di mira dai propagandisti democristiani, limitandosi, natUirlrnente, aAmbblicare fotografie di varie costruzioni per abbagliare l'elettorato senza dire che in Italia mancano ancora, dopo 13 anni di potere politico della D.C., oltre 10 milioni di vani.
Questi alloggi, sono già stati promessi 6 volte dai democristiani: in occasione delle elezioni politiche del 1948 - 53 - 58 ed in quelle amministrative del 46 - 51 - 66.
Ora basta; Non si può più promettere e programmare senza realizzare. Non si può più chiedere il voto per risolvere il problema della casa popolare e trovarsi dopo 13 anni al punto di partenza perchè quel poco che si è fatto non ha neanche colmato il vuoto causato dalle diconsista« in quarta pagina
IL DISCORSO DELL' ON.
NOVELLA
Un voto per l'unità dei lavoratori
Il tempo inclemente non ha impedito ad una grande folla di lavora. tori e di niguardesi di partecipare al Comizio dell'On. Agostino Novella, segretario generale della C.G.I.L. che ha parlato venerdì scorso al circolo Risorgimento per il Partito Comunista Italiano.
Dopo aver ricordato l'importanza del voto del 6 novembre che deve servire per determinare un nuovo indirizzo politico per il nostro paese, l'On. Novella ha posto in risalto l'esigenza di battere la Democrazia Cristiana per battere le destre e tutte le Forze conservatrici e reazionarie del nostro paese. A questo proposito l'On. Novella ha sottoliContinua in quarta pagina
struzioni belliche e coperto l'incremento demografico. Su chi ricade la responsabilità di una tale situazione se non sulla D.C.. su tutta la democrazia cristiana di sinistra, di destra o di centro che sia. Ma guardiamo concretamente le cose o da vicino, qui d oi a Niguarda, come il proble ella casa stato affrontato e pa lmente risolto. Non certamente dal Comune o col té contributo comunale e n. meno coerentemente dalla Socie 'ase Popofari amministrata dai °cristiani locali.
A tale proposito mi 'pare che il risultato déll' opérato costruttivo e amministrativo di questi ultimi anni sia da considerarsi molto negativo.
Prima si è tentato di vendere gli stabili e quindi distruggère un vecchio patrimonio ideale e materiale, ora si vuole aumentare gli àffitti degli alloggi di recente costruzione del 30-35 % oltre alla richiesta di un ulteriore versamento vincolato di Lire 50.000 per i soci di Via Frugoni poi si prétende di:chiedere anche
Brambilla Amleto ,<>Minuti inquarto pagina
Avevamo creduto — e siamo stati degli ingenui — che dopo la smentita del signor Prevosto, la ferma risposta del cittadino diffamato e la presa di posizione del suo legale, l'infortunio occorso a Don Mario Manzoni era giunto alla sua conclusione. Il giovane sacerdote niguardese ha invece < coraggiosamente Å continuato la sua battaglia, e, servendosi di un gruppo di agit-prop della Democrazia cristiana ha fatto affiggere sui muri del rione un manifesto che chiedeva al nostro giornale di dare prova di o coraggio e di onestà Å pubblicando due lettere da lui inviate ad altre persone. Il manifesto diventava poi paradossale quando concludeva minacciando querela contro di noi per un. reato che non potevamo commettere. Don Mario era evidentemente stato tradito dalla sua precipitazione, ma si riprese. Il giorno 30 ottobre u.s. alle ore 14 — e quindi 16 ore dopo l'affissione del manifesto — ci veniva recapitato un voluminoso plico raccomandato. Il contenuto della busta era quello che voi già avrete immaginato e che qui diamo i ntegrale pubblicazione. La nostra decisione di pubblicare le missive di Don Mario non è stata certamente dettata da timori o preoccupazioni di sorta, ma soltanto per dar modo ai cittadini di prendere conoscenza di come quest'uomo, ritenuto dai più mite ed esemplare, ragiona ed agisce.
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Milano Niguarda, 28/10/60
Spett.le « Eco di Niguarda » Milano, Via De Calboli, 1. Innanzitutto plaudo alla Sua conclamata obbiettività e onestà, di cui ha dato prova nel numero 10 (ottobre 1960), ri-
IL CANDIDATO D. C. RIPRESO SUL DISCO che ha offerto generosamente ai niguardesi
portando solo la campana del Signor Zi- mei, o, peggio, pronunciando già un giu- dizio sull'altra! Complimenti vivissimi!!! Poi, dal momento che si è premurato di informare l'opinione pubblica della questione in pendenza tra me e il Consiglio delle Case, abbia l'onestà e il co- raggio di pubblicare anche le mie due lettere: quella in data 10/10/60 inviata al Con- siglio delle Case e, per conoscenza, al Signor Zimei, quella in data 21/10/60 indirizzata al- l'Avvocato Signor Fontana, in rispo- sta alla Sua del 18/10/60. Qualora nel prossimo numero di « Eco di Niguardao non troverò pubblicate integralmente (per un principio di parità coll'altra parte!) queste due lettere, accluse al mio biglietto, renderò le stes- se di pubblica ragione, e promuoverò senza indugi una azione legale, ai sensi dell'Articolo 595 del Codice Penale Italiano. Sac. Don Mario Manzoni Milano, P.za Belloveso, 5.
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Dovrete ammettere cari lettori, che a Don Mario non si possono negare delle « chans Å: la sua ironia pur non essendo di lega sopraffina è però di effetto; così come i suoi richiami al Codice, le sottolineature e gli arzigogoli da avvocato consumato producono lo « choc Å sul lettore. Ma continuiamo, o almeno apriamo il voluminoso fascicolo delle < imputazioni o.
Preg.mo CONSIGLIO di PRESIDENZA COOPERATIVA CASE di Via Val di Ledro, 23 Niguarda, Via Hermada, 8 Milano Niguarda, 10/10/60 Voglia cortesemente prendere visione di quanto segue. Per l'apertura del Nuovo Anno Orato- riailo 60-61, ho inviato a mezzo posta continua in quarta pagina
Colzani Giuseppe, impiegato, numero 31 nella lista D.C. per Palazzo Marino. Un po' poco per presentare un candidato, ma a completamento della sua biografia ci sono molte cose che i niguardesi coooscono o devono conoscere.
Chi l'ha visto sbraitare al microfono l'altra mattina in via P. Rotta o pavoneggiarsi con grande sussiego al termine del suo dire, non avrà certo faticato a ricredersi sull'aria boe acciona che esterna in fotografia.
Sinceramente un mangia-comunisti un urlatore del genere in questa campagna elettorale a Niguarda non l'avevamo mai sentito. Ci sembrava di assistere alla proiezione del film o Urlatori alla sbarra. o di ascoltare un cantante in voga alla RAIT.V.
Ma a proposito, come avrà fatto il Sig. Colzani ad accumulare così tanti soldi facendo l'impiegato (quanta fatica facciamo noi ad arrivare al 27 del mese!) da potersi permettere il lusso di offrire in omaggio due dischi di successo a tutti i presenti al comizio e, supponiamo, a tanti altri elettori di Niguarda?
Se la nostra memoria non ci tradisce a Niguarda i Partiti i voti se li sono sempre conquistati col dibattito, le argomentazioni, mai con le saponette o i sacchetti di pasta (nel caso nostro i dischi).
Queste cose non si fanno sig. Colzani! Siamo poveri è vero, ma preferiamo spendere 100 lire e la musica ascoltarla davanti al Juke-Boxe non avere scrupoli di coscienza dopo, dal momento che coloro che le daranno il voto e la preferenza saranno pochi, certamente.
Per conoscere meglio e più profondamente il sig. Colzani è necessario aggiungere, però, che egli è l'uomo che anni fa ha fatto trascinare in Tribunale (Assolta) una onesta donna di Niguarda; è l'uomo degli accordi separati alla Santagostino che hanno portato al licenziamento di centinaia di lavoratori; colui che ha fatto di tutto per far cacciare i Partiti e le organizzazioni democratiche dalla Casa del Popolo che, come capo della D.C. di Niguarda, è corresponsabile della cattiva amministrazione e della crisi che travaglia la Cooperativa. Case Popolari, che porterà quei soci a pagare salati aumenti di affitto per una colpa che non è loro. Sono questi gli uomini che dovrebbero meritare la fiducia dei niguardesi? Possono i lavoratori pensare di affidare la difesa dei loro interessi alla D.C. ed ai suoi candidati?
Certamente no! Faccia pure il sig. Colzani, ma Palazzo Marino non è un posto confacente alla sua persona. A puro titolo di cronaca: lo sa il sig. Colzani che la D.C. ha già deciso con la Curia e l'Assolombarda quali devono essere gli eletti e che il suo nome è quello di Rivolta, che lo precede nell'opuscolo che abbiamo ricevuto, non figura in quell'elenco ed è quindi sin d'ora votato ad una sicura trombaturat
Brambilla Amleto, operaio, n. 14 nella lista del Partito Comunista Italiano per Palazzo Marino.
Nato cinquant'anni fa nel nostro rione Amleto Brambilla incominciò giovanissimo a lavorare come operaio. Occupato presso la Santagostino nel 1935 dovette abbandonare il suo posto di lavoro perchè contrario alla consegna della fede che, anche se simbolicamente, doveva contribuire a sostenere la guerra fascista. Arrestato ai primi di aprile del 1943, fu rilasciato in settembre. Da quel momento Amleto Brambilla abbandonò ogni altra attività partecipando attivamente alla lotta di Liberazione Nazionale.
Dal 1945 fino a pochi anni fa Brambilla è stato uno dei dirigenti milanesi del Partito Comunista, negli organismi dirigenti del quale fa ancora parte. Attualmente è Vice-Presidente del Consorzio provinciale delle Cooperative edificatrici.
I lavoratori ed i cittadini di Niguarda lo conoscono come dirigente capace e modesto del movimento Cooperativistico rionale.
A lui e agli altri dirigenti della Cooperativa edificatrice si deve il poderoso sviluppo della stessa che ospita ormai nelle sue case oltre 800 famiglie e continua nella sua opera di costruzione di case per i propri soci. Esempio questo di onestà e capacità amministrativa che va giustamente sottolineata.
La sua inclusione come candidato nella lista del Partito Comunista è quindi il giusto riconoscimento della serietà e capacità del nostro concittadino al quale devono andare i voti di tutti i democratici e di tutti i lavoratori.
La sua elezione a Consigliere comunale è la migliore garanzia che a Palazzo Marino ci sarà un vero rappresentante dei cooperatori in grado di impegnare tutto il Consiglio in una fattiva opera di collaborazione con le cooperative per contribuire decisamente alla soluzione del problema della casa con fitti accessibili per tutti i milanesi.
Coloro che voteranno per Amleto Brambilla saranno certi di aver espresso un voto sicuro, un voto che non cambierà colore. Sarà questo il voto dato ad un uomo che per la sua modestia, capacità e serietà merita la nostra fiducia.
I veri scopi di un'azione «iuoralizzatriee»
Notiziario candidata al Consiglio Provinciale
Dopo il comizio dell'On. Novella, abbiamo avvicinato la candidata al Consiglio Provinciale - per 'il Collegio di Niguarda, Dott. Laura Conti rivolgendole alcune domande.
La Dott. Conti che è stata in qualità di medico all'Ospedale di Niguarda e successivamente al Centro Traumatologico di Viale .Sarca ha gentilmente acconsentito alla nostra richiesta.
D. - Quali possono essere secondo lei, i criteri che una buona amministrazione provinciale dovrebbe adottare per favorire i ceti popolari?
R. - Nella nostra Provincia, ho riscontrato una grave deficienza qualitativa e quantitativa nel settore scolastico e una allarmante condizione sanitaria delle abitazioni specie in quelle che riguardano la grande massa degli immigrati.
D. Ä Lei pensa che nell'interno dell'Ospedale di Niguarda vi sia qualcosa da modificare?
R. - Non vi è soltanto qualcosa da modificare, e non solo nell'Ospedale di Niguarda, ma in tutto ciò che concerne il servizio ospedaliero della Provincia di Milano vi è molta e di sostanziale da cambiare. I problemi più scottanti sono la carenza dei posti-letto, il mancato adeguamento della categoria dei medici ospedalieri e i' assistenza sanitaria nell'interno degli ospedali molte volte prevaricata da metodi di natura morale e religiosa.
Per restare nel campo dell'assistenza sanitaria, debbo denunciare una cura inadeguata per la preoccupante incidenza delle malattie tubercolari sulla cittadinanza milanese.
D. - Come spiega la scarsissima conoscenza nei cittadini della politica svolta dal Consiglio Provinciale?
R. - Il permanere nel Consiglio stesso di una schiacciante maggioranza degli uomini del partito della Democrazia Cristiana, ha ovviamente soffocato, appunto per la natura di questi uomini legati ai monopoli, ogni dibattito e ogni seria iniziativa che andasse incontro alle richieste più pressanti. Per cui, nonostante la promulgazione della proporzionale abbia già fatto giustizia dello strapotere D.r., è necessario che in questo alto consesso della nostra Provincia siano presenti uomini e donne capaci di trasformare in pratica le aspirazioni delle grandi masse popolari che sono le meno abbienti e le più dimenticate. A. F.
Affari magri per il sig, Calo
Ii Prof. Caio Mario Cattabeni, capolista della D.C. per le elezioni Comunali, riuscito tale dopo una feroce lotta con l'ex vice-sindaco Giambelli — il quale non voleva assolutamente lasciarsi sfuggire l'occasione per porre la propria candidatura a Sindaco di Milano — ha avuto a Niguarda un'accoglienza piuttosto fredda. Fredda non per la giornata autunnale, ma per il fatto che i niguardesi si sono guardati bene dall'andarlo ad ascoltare. Per il capolista del Partito che spende decine di milioni in propaganda per spiegare la sua vocazione per la soluzione dei problemi della periferia non ci poteva essere accoglienza migliore.
Questa volta non e bastato il richiamo della Piazza Belloveso e del tanto decantato verde e fresco che in quel luogo la D.C. ha continuamente promesso. I niguardesi hanno preferito il caldo delle proprie case. Tant'è che il Prof. Cattabeni non ha nemmeno potuto iniziare il suo annunciatissimo discorso.
Il Prof. Cattabeni non se l'abbia a male, ma il 6 novembre è ormai vicino e in quel giorno i niguardesi non mancheranno di votare contro di lui e degli altri candidati della D.C. che non meritano più la fiducia dei milanesi, ivi compresi gli abitanti del nostro rione.
Milano, 27 Ottobre 1960
Spettabile
L'ECO DI NIGUARDA » Via De 'Calboli, 1
MILANO
OGGETTO: Filovia « 83 Ä Milano-
continuità 'nell' abitato, soluzione che permane tuttora, nonostante siano sorti nel frattempo nuovi edifici, che sono però lungi dall'aver saturato il vuoto preesistente lungo la Provinciale Valassina. - --Distinti saluti.
IL DIRETTORE GENERALE (dr. ing, Raffaello Maestrelli)
damentali: Il prolungamento Ä fino a Bresso della filovia in questione è sta= to richiesto dal Comune -di Bresso ed attuato per offrire una maggiore comodità ai cittadini di quel Comune che, a tale scopo, si è accollato un certo onere finanziario; quindi tale prolungamento non riguarda i cittadini del rione di Niguarda che sono già ottimamente collegati col centro mediante tre distinti servizi.
Il limite della tratta urbana è rimasto invariato in Via Palanzone perchè in luogo continua a fare capolinea il precedente servizio ffloviario a carattere prettamente urbano che interessa specificamente i cittadini di Niguarda ed inoltre nella stessa località è limitata da anni la tratta urbana del servizio tranviario Milano-Carate in transito. I limiti di tratta vengono stabiliti, secondo una prassi tradizionale ispirata a norme ministeriali, in base al concetto della continuità dell'abitato e non della stretta osservanza dei termini giurisdizionali comunali. Nella fattispecie, infatti, il limite venne posto in luogo a suo tempo per il servizio tranviario, in considerazione che fra quel nucleo e il dazio esisteva soluzione di
Ringraziamo ring. Maestrelli della sua cortesia, ma non, possiamo esimerci dal dichiarare la nostra sorpresa per le sue affermazioni. Innanzitutto l'affermare che i cittadini di Niguarda sono Ä ottimamente Ä collegati col centro è perlomeno esagerato per questi semplici e chiari motivi. Eccettuata la Ä 83 » — una linea che però oggi non soddisfa appieno le esigenze di tratta —, gli altri due servizi citati dal Direttore dell' A.T.M. sono decisamente inadeguati ed antiquati. Come è possibile definire la carrozzetta e le vetture provenienti dalla Brianza un Ä ottimo servizio »?
Inoltre non riteniamo che 1' esistenza di un limite di tratta per la filovia debba necessariamente valere, nel modo come l'ing. Maestrelli ci illustra, per le linee sussidiarie, in quanto sono niguardesi tutti coloro che abitano nel nostro rione. Non si spiegherebbe diversamente il fatto che questa gente paga come ognuno di noi le tasse al Comune di Milano e quindi fa parte integrante della giurisdizione urbana.
Bresso. Con riferimento a pregiata Vs. del 15 c.m., _relativa all'oggetto, ci spiace doverVi-precisare che la richiesta di protrazione del limite di tratta urbana, sulla filovia Ä 83 », oltre l'at-, tuale fermata di Via Ornato, altezza' Via Palanzone, non può trovare accoalimento per le seguenti ragioni fonzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBAt
Se è giusto che la filovia è stata prolungata a Bresso soltanto per soddisfare le necessità degli abitanti diquel Comune, non comprendiamo il motivo della istituzione di fermate nell'interno della cinta daziarla.
Siamo dell'avviso perciò che le Ä tradizioni Ä e le Ä prassi Ä ed i Ä concetti Ä debbono sempre uniformarsi a criteri realistici che si adeguino allo sviluppo ed alla trasformazione costante della periferia in centri fortemente abitati. Queste cose che noi diciamo rivolgendoci al Direttore tecnico dell'Azienda Tranviaria sono le genui-
ne espressioni della maggioranza nei niguardesi che, pensiamo, siamo in diritto di chiedere un equo riconoscimento delle loro esigenze ed un trattamento eguale con gli altri cittadini della città, sono esigenze che prescindono dalla impostazione politica data dal prolungamento della 83» e non possono essere respinte con argomentazioni che non convincono nessuno.
La Redazione
DIRETTORE RESPONSABILE EDIO VALLINI
Autorizzazione Tribunale n. 3531
Milano - Via De Calboli, I TIP. « PORPORA »
A quanto ci risulta, la Cooperativa Edificatrice ha risposto alla lettera dell' interpellante. Inoltre, in tutte le portinerie delle case della Società è stato esposto un comunicato di questo tenore: Societa Edificatrice di Niguarda Milano, 26 ottobre 1960
COMUNICAZIONE
E' pervenuta al Consiglio una lettera da parte del M.R. Don Mario Manzoni, nella quale venivano esposte delle circostanze ch-e tendevano
Il nulla osta del ministero dello spettacolo non serve a por fine agli innumerevoli guai che un film può attraversare nel nostro paese.
ÉLa mancanza di una vera legge
che salvaguardi il cinema, è la causa fondamentale del ripetersi di innumerevoli ricorsi dipendenti unicamente dall'umore giornaliero di un magistrato inquirente. Da tutto questo si giunge all'assurdo risultato che uno spettacolo perfettamente idoneo a Roma, o a Torino, può non esserlo a Milano o a Genova. Queste le vicende occorse alle due opere cinematografiche: Ä Rocco e i suoi fratelli Ä di Luchino Visconti e L'Avventura Ä di Michelangelo Antonioni.
1 motivi che hanno condotto prima al sequestro, poi all'effetto Ä notte », e per finire alla eliminazione di alcune sequenze incriminate del film di Visconti, sono una prova sufficente a dimostrare la malafede con cui vengono giudicati lavoratori riconosciuti dalla quasi totalità della critica come vere opere d'arte. Il falso puritanesimo dimostrato in ormai troppe occasioni (vedi lettera Tupini) dai responsabili curatori dell'arte cinematografica italiana, e il loro vero intento di sopprimere i valori critici contenuti nelle libere esposizioni di accusa alle sopercherie dei ricchi contro la povera gente, debbono essere un argomento fondamentale che porti alla lotta tutti gli appartenenti alla cultura nazionale, in modo di arginare la massiccia offensiva della classe dominante. amorati toa.5 A che servono i discorsi televisivi dell'on. Piccioni in cui si esaltano e si ripetono le parole: democrazia e libertà, quando poi nella pratica si fa il contrario e si fomentano le campagne contro i films d'avanguardia? I continui sabotaggi alla cinematografia non riguardano strettamente e soltanto, coloro che si sono direttamente interessati, ma in senso più largo, ledono con maggiore efficacia lo spettatore, colpiscono la
a dimostrare che alcune lettere indirizzate a mezzo posta a bambini dello Stabile sociale di Via Val di Ledro, 23 — da parte dell'Oratorio Parrocchiale non sarebbero state recapitate.
Svolta una accurata indagine è risultato che i fatti stessi sono assolutamente inesistenti e in tal senso è stato risposto al suddetto Rev. Don Mario Manzoni.
Data la gravità delle accuse che sua intelliy,nza e tentano di portare il suo pensiero verso la ottusità mentale di spettacoli melensi e sciatti, in cui il cile riso ha il preciso scopo di dimenticare i veri e spinosi p emi che travagliano il nostro paese.
Si parla di scene immorali, di offesa al buon costume degli italiani; ma si pensi un solo momento a film come Ä Europa di notte » — una vera apoteosi dello spogliarello —, a « Night-club », a « Susanna tutta panna Ä solo per citarne alcuni della numerosa schiera di pellicole permesse dal clero. In questi casi, è l'attrice procace e abbondantemente scollata che fa spettacolo, è la battuta spiritosamente falsa che diverte lo spettatore più sprovveduto, e se qui si dovesse censurare, nessuno avrebbe nulla da perdere.
Ma non sono le parti femminili che turbano i sonni dei nostri censori, bensì personaggi artisticamente più impegnati e film dove vengono sollevati problemi di scottante attualità. La famiglia lucana di Visconti, complessa ed eterogenea; l'inserimento di individui immigrati nel
avrebbero potuto, se vere, avere conseguenze penali, riteniamo doveroso aderire alla richiesta del principale sospettato ingiustamente e cioè del portiere del suddetto stabile signor Giuseppe Zimei, di rendere edotto il corpo sociale del nostro plauso per il suo integerrimo operato e per l'alto senso di responsabilità con il quale assolve i suoi doveri verso i soci ed i terzi.
Il Consiglio di Amministrazione
Nord che denunciano lo spopolamento di vaste zone rurali del meridione, scoprono la grande truffa che fu ed è la Cassa del Mezzogiorno. L'uomo di Antonioni, pur nelle sue limitazioni esistenziali, trova la ragione del crollo di tanti miti con il continuo ripetersi di scandali da dolce vita, con il ridimensionamento sociale ed il crescente differenziamento delle condizioni di vita fra il capitalista e il proletario. Simone e Rocco, i due protagonisti delle opere di Visconti e di Antonioni, vedono e pensano in due modi diversi, agiscono anche diversamente, ma sono costretti- a vivere sul medesimo piano reale. Essi rappresentano sì gli opposti,Ä ma sono legati ad >urta vita, ad una società che non dà loro tregua. Queste, pensiamo, siano le ragioni più fondate che danno fastidio a coloro che non vogliono che le cose cambino e -che trincerandosi dietro al gesuitiea pretesa della salvaguardia della morale, sono fra i piu feroci censori dell'arte cinematografica italiana.
Umidi
GianniLa censura clericale contro « ROCCO » e " AVVENTURA "
La D.C. per la periferia
L'uscita di un depliant prodotto dalla Democrazia Cristiana e nel quale si parla diffusamente di Niguarda, ci ha suggerito di commentare breve-
mente, punto per punto, le vantate à realizzazioni ' e le nuove promesse degli amministratori comunali di questo partito.
Mezzo miliardo per il Senso'!
dichiarare che per questo problema la soluzione definitiva è ancora molto lontana.
Le promesse del campo sportivo
Due parole sul titolo: la spesa per la tombinatura del torrente Seveso nel tratto fra Via Monterotbndo ei Via Ornato (questa è la sostanza della delibera n.. 78), è stata preventivata in L. 178 milioni. La domanda a questo punto sorge spontanea: dove sono finiti i restanti milioni sino a raggiungere il mezzo miliardo? Ma sappiamo che i d. c. sono abituati a sparare a zero nella propaganda elettorale, così come siamo certi che la loro promessa di coprire totalmente il Seveso non è altro che una grossa bugia. Basta confrontare le loro parole e quelle assai più chiare e autorevoli dell'ing. Giambelli che non ha esitato nel
per il « verde »
Se il Comune di Milano spendesse proporzionalmente nella città di Milano tanti milioni come quelli citati dai d. c. per il verde, le sue casse si svuoterebbero in brevissimo tempo. Lasciamo quindi a parte le eìfré astri:i/tonarci-4e scritte dai nostri ineffabili amici del partito dello scudo crociato e diamo uno sguardo al rione.
11 29 dicembre 1955, esattamente cinque anni fa, l'allora Assessore allo Sport scriveva che la proposta da lui presentata per la costruzione di un Centro Sportivo a Niguarda, era stata integralménte accolta dalla Giunta Municipale. La stessa Giunta deliberava qualche tempo fa ancora su questo progetto, ma i calciatori' niguardesi devono effettuare le loro partite su un terreno di gioco costruito grazie al sacrificio di un gruppo di sportivi del postro, rione.
IL DECENTRAMENTO COMUNALE
La promessa di costruzione dell'Ufficio decentrato così come oggi ci viene presentata, modifica sostanzialmente la posizione della Democrazia Cristiana di Niguarda che voleva cacciare i partiti dalla Casa del Popolo. Tuttavia è necessario dire che una simile promessa ci era stata fatta dal Sindaco Ferrari nel luglio del 1959, per cui i nostri dubbi sulla realizzazione di questo importante Ufficio rimangono sempre più fondati.
Strade troppo mobilie
Un'offesa delle più volgari rivolta all'intelligenza dei niguardesi, è quella riguardante la viabilità rionale: à 200 milioni sono stati spesi per dare al Quartiere una rete stradale moderna e capace ». La foto che pubblichiamo è stata scattata parecchi anni fa e da allora la viabilità sulla Via Ornato, a dispetto dell'ottimismo dei dirigenti d. e., è notevolmente peggiorata rendendo il traffico su questa strada, caotico e pericoloso.
Fango per tutto anno
Le piazze e le strade di Niguarda sono completamente mancanti di quel verde indispensabile alla salute dei cittadini, anche se la promessa di un'alberatura in Piazza Belloveso è stata ripetuta più volte. Ma tra il dire e il fare... ci siamo intesi ing. Giambelli?
I cittadini di via Graziano Imperatore devono aver commesso qualche grave torto all'Assessore ai Lavori Pubblici. Non si potrebbe comprendere altrimenti la cosa, se dopo tanti anni, con il beneplacito consenso dei dirigenti della Democrazia Cristiana di Niguarda, sono tuttora costretti a camminare in mezzo alle pozzanghere in un piccolo e pericoloso passaggio a ridosso dei binari del tram.
COSE CHE CAPITANO ALLA SANTAGOSTINO
TETTO E' LECITO AL SIGNOR COLZANI
Ci informano che da tempo, nella fabbrica Santagostino, sono in vigore severe norme disciplinari che proibiscono ogni spostamento delle operaie senza l'autorizzazione dei capi-reparto. Questo regolamento non si differenzia da quelli in atto in molti altri stabilimenti, tutti fatti su misura per favorire i padroni sulla produttività (sfruttamento) delle loro maestranze. Soltanto che le sue norme dovrebbero valere per tutti.
In realtà non è così; alla Santagostino l'operaia che abbandona anche momentaneamente il proprio posto di lavoro, viene immediatamente minacciata di sanzioni pecuniarie, mentre, per esempio, il signor Colzani, può liberamente girare per i reparti e soffermarsi dinnanzi ai banchi delle lavoratrici per fare propaganda a sè stesso e al suo partito.
Scusate amici lettori, dimenticavamo un particolare importante: probabilmente i signori Santagostino sono appassionati di musica leggera e sui dischi che il loro disinvolto dipendente ha distribuito a piene mani vi erano incise piacevoli canzonette; dischi naturalmente acquistati dal candidato della Democrazia Cristiana col sudore della sua fronte.
Aule per tutti ?
Siamo sicuri che lo stesso d. e. che ha elaborato quésto slogan4, non ci crede neppure lui. Affermare che la Scuola di Via Passerini soddisfa le esigenze della popolazione, oppure dire che nel Quartiere Ca' Granda le aule bastano per gli scolari di quella zona, significa voler dimenticare l'attuale affollamento delle aule e la totale assenza di corsi professionali, industriali ecc.; problemi che assillano ogni giorno di più i niguardesi.
LA POLITICA DEMANIALE
Se gli amministratori d. e. del Comune di Milano tornassero a Palazzo Marino, la costruzione di case da parte delle Cooperative Edificatrici diverrebbe problemafica.
Mentre parlano di « politica demaniale per l'acquisizione di zone ove possono essere realizzate costruzioni di edilizia popolare » hanno frapposto in tutti questi anni di loro malgoverno coinunale,. gli ostacoli più impensati e negata la validità del Testo ' tnicó. per la edilizia popolare che riconosce alle Cooperative l'astensione dal contributo per le spese dei servizi.
Prezzi modici Ä
(Mazzi -Cetql -Corone
(Servizi completi per sposalizi e funerali)
PER UNA MILANO MODERNA E DEMOCRATICA
Occorre battere la Democrazia Cristiana
Milano ha bisogno di amministratori capaci
Una scelta necessaria
la fiducia elettorale per amministrare la cosa pubblica. '
Non vi pare amici democristiani di voler pretendere troppo?
Non vi pare, e questo è ancora più grave, di voler sfacciatamente calpestare la sensibilità dei cooperatori dei lavoratori?
La Cooperativa Edificatrice di, Niguarda sì che può vantare titoli di merito nel campo dell'edilizia popolare sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, nonostante l'ostilità manifestata più volte dalla Giunta Comunale nei suoi confronti; ed il merito di questa Cooperativa, va in primo luogo, alla politica unitaria e non discriminatoria condotta e diretta dai comunisti assieme ai socialisti ed agli indipendenti.
Questa nostra esperienza di capacità costruttiva e amministrativa l'abbiamo, disinteressatamente, offerta anche al Comune di Milano essendo convinti di poter dare un valido contributo a risolvere il problema della casa popolare a Milano nell'interesse del cittadino e del Comune, proponendogli la costruzione di un quartiere cooperativo coordinato di 6.000 locali e dando al Comune, in cambio del valore dell'area, altrettanti alloggi al prezzo di costo.
Gli amministratori comunali della D.C. però, hanno preferito la collaborazione dei privati anzichè dei sodalizi democratici ed antispeculativi lo dimostra il fatto che il Comune, dovendo provvedere alla sistemazione di parecchie famiglie, in gran parte sfrattate per ragioni di Piano Regolatore, si trovò nella condizione di acquistare dai privati ben 4.327 locali. Anche per il 1960 il Comune prevede di spendere oltre 3 miliardi in acquisti di alloggi offerti dal mercato privato.
Si può affermare forse che il mercato privato può fare migliori condizioni delle Cooperative?
Evidentemente no! in quanto lo scarto è tutt'ora del 15-25 % a favore delle Cooperative, a meno che si voglia favorire la speculazione privata, oppure mettere a confronto l'iniziativa privata con le cooperative dirette dai democristiani che non sanno costruire e amministrare bene.
Sia nell'uno come nell'altro caso sempre un elemento di giudizio negativo nei confronti della Democrazia Cristiana.
Questo piccolo fatto cooperativistico locale, in sè, e per sè può limitare il significato negativo nei confronti dei dirigenti della D.C., ma se lo estendiamo sul piano cittadino e nazionale dove la Democrazia Cristiana detiene il potere, possiamo avere il quadro completo della situazione e la spiegazione di molti altri fatti negativi più importanti come ad esempio: bilanci fallimentari, favoritismi, scandali, speculazione e corruzione.
Per questi fatti piccoli e grandi, locali e nazionali; per questa lunga, troppo lunga esercitazione totalitaria e negativa del potere politico da parte della D.C., noi attendiamo fiduciosi l'esito dei risultati elettorali del 6-7 novembre.
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
i "moralizzatori" sono serviti
ai genitori dei ragazzi di Niguarda frequentanti le classi elementari e i tre corsi, una copia del giornalino dell'Oratorio e il modulo di iscrizione (questa, indubbiamente libera). Il tutto in busta affrancata. Le buste, regolarmente affrancate, furono spedite parte lunedì. sera (precisamente quelle inviate ai ragazzi di quarta elementare) e le rimanenti in vari tempi del giorno successivo (4 ottobre). Nei giorni successivi, qualche ragazzo abitante in codesta cooperativa, mi avvisò di non aver ricevuto nulla. Non feci caso pensando ad un disguido o ad un ritardo nel servizio postale di distribuzione.
Sabato però, ebbi la sorpresa di sentirmi dire la stessa cosa da altri ragazzi pure essi abitanti in Via Val di Ledro, 23. Ecco i nomi: fratelli Rossetti, fratelli Basaldella, fratelli Pirovano, Ferri P. Ferruccio, Innocenti Arcangelo, Locati G. Piero, Pozzi Alberto, Brocherio Franco.
Mi recai allora dal Signor Custode per chiedere se fossero state recapitate dall'Incaricato delle Poste, delle lettere a stampa ». Mi fu risposto di sl. Con sorpresa, mi sentii anzi indicare con una certa precisione il contenuto delle buste spedite: un giornalino e un foglietto rosso!
fu detto che la posta, una volta collocata nelle cassette non può essere rilevata se non dal destinatario.
Il Signor Custode si fece gentilmente premura di chiedere, a mezzo citofono, ad alcune famiglie (cinque o sei) nelle cassette delle quali si ricordava di aver deposto la lettera in questione, conferma dell'avvenuto rinvenimento.
Solo da una persona chiamata fu risposto di si. La risposta delle altre fu negativa. Suggerii allora io alcuni nomi, ed anche a queste ulteriori domande del Custode fu risposto negativamente.
Rientrato a casa, feci preparare altre buste dai miei incaricati: M.M., S.L., L.C., G.Gp., e le affidai a due ragazzi (P.A. e I.A.) e per il recapito a mano diretto alle famiglie. Ai ragazzi: Brocherio, Ferri, Locati, Innocenti, e ai fratelli Pirovano, presenti in Oratorio, la lettera fu consegnata personalmente da me; la lettera per i fratelli Rossetti fu recapitata alla nonna in Via Santagostino. 2 da un altro ragazzo, C.R. Il tutto tra le ore 15 e 16 di detto sabato (8 ottobre). (Domenica mattina, 9 c.m., ricevetti un biglietto, sul quale il Signor Custode elencava nomi di famiglie, da lui visitate dopo le ore 16 di sabato, che erano in possesso delle lettere dell'Oratorio. Trattasi evidentemente della seconda copia: infatti il Custode afferma nel biglietto che la lettera per Ros-
Don Macchi smentisce Don Mario
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destinatari (furono essi infatti, di loro iniziativa, a rendere edotto il mittente del mancato rinvenimento della posta attesa), e i simpatizzanti dell'Oratorio (non si vede infatti quale motivo li avrebbe potuti a spingere a ciò).
L'indagine potrebbe cosi seguire una direzione assai probabile.
A questo spettabile Consiglio il tentare di districare e risolvere l'irriducibile contraddizione tra le affermazioni e i fatti, salvi sempre i diritti dei fatti sulle parole.
In attesa, ossequio (2).
Sac. Don Mario Manzoni P.za Belloveso, 5 P.S. - Copia di questa lettera è stata inviata al Signor Custode di Via Val di Ledro 23. In relazione alla risposta, il contenuto di questa lettera verrà inoltrato alle dovute autorità competenti del caso.
á Milano 21/10/60
Egregio Signor Avvocato
Avv. GIANFRANCO MARIS — — — Milano, Via Fontana, 13 Mi spiace non poter rispondere alla Sua Raccomandata R.R. del 16 c.m., nei termini da Lei richiesti, per i seguenti motivi: della faccenda io ho investito il Consiglio della Società Case di Via Val di Ledro con sede in Via Hermada, non avendo nulla contro il Signor Custore, come anche Le dovrebbe risultare e dal Destinatario e dal tono generale della mia lettera del 10 c.m.; — non ho assolutamente svolta attività inquisitoria: i ragazzi, elencati con nome e cognome, sono venuti Loro a dirmi di non aver ricevuto la lettera da me inviata (sono pronto a un confronto con i ragazzi suddetti); ho messo piede nella portineria di Via Val di Ledro il pomeriggio dell'8 ottobre per chiedere se erano giunte o no delle buste; ho parlato solo con i Signori Custodi; la seconda copia delle lettere l'ho fatta recapitare da due ragazzi P.A. e I.A. nel medesimo pomeriggio; alle famiglie interessate nè direttamente nè indirettamente io ho, non dico comunicato i miei sospetti, ma neppure fatto cenno del mancato rinvenimento delle buste in questione rie (a quan ll 'sua dal biglietto fattomi perveni 1 Signor Custode in data 9 c.m., è .o il Signor Custode a fare il giro di alcune famiglie e a comunicare quindi infondatamente che sospettavo di Lui!).
E' troppo comodo affermare ,che sono delle menzogne le mie affermazioni, senza premurarsi di confutarle! Signor Avvocato, queste precisazioni avrei desiderato farle a voce, in un colloquio personale. Ma, impegni di scuola, soprattutto il timore di rubarLe del tempo prezioso per il Suo lavoro, me lo hanno fatto procrastinare, se non impedire. Voglia scusare il tono talvolta esacerbato della mia lettera, ma il tono della Sua lo ha in parte motivato. Coi sensi della migliore stima. Sac. Don Mario Manzoni Milano, P.za Belloveso, 5. Ñ Abbiamo così esaurito tutto il materiale riguardante Don Mario Manzoni. Non possiamo sapere se egli sarà soddisfatto, o se oppure tirerà in ballo qualche altro articolo del Codice Penale per inchiodarci con altri presunti reati.
Da parte nostra crediamo di aver parlato abbastanza di questo fatto che è e rimane un episodio marginale, un fatto di cronaca.
Ci sia però permesso di aggiungere una impressione che trova nelle lettere del sacerdote una chiara conferma. Don Mario è soltanto una comparsa di un gioco politico pazientemente elaborato dai dirigenti locali della Democrazia Cristiana, per cercare di uscire dalla difficile situazione in cui sono venuti a trovarsi dopo i recenti avvenimenti della Società Case Popolari. Una manovra tendente a fuorviare l'attenzione dell'opinione pubblica dalla loro politica sbagliata, dalle promesse non mantenute e per mitigare la collera sempre più crescente di centinaia di famiglie niguardesi che dovranno accollarsi altri sacrifici senza colpa alcuna.
E i dirigenti di questo partito hanno il coraggio di chiedere a noi delle prove di onestà; hanno il coraggio di diffamare uomini e organismi che da decenni danno esempio di saggezza e di cacapità amministrativa.
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(Non mi consta che il Signor Custode abbia figli maschi, per cui abbia potuto riceverne una copia!). Mi fu poi assicurato dal Custode e dalla moglie, che le buste (un bel po', una ventina) erano state regolarmente collocate nelle apposite cassette, da loro e dalla figlia. Insistendo io nell'affermare che i ragazzi non vi avevano trovato nulla, mi
U VOTO 1PER L' UNITA' DEI LA VORA TORI
neato con forza la sistematica violazione, da parte della D.C. e dei suoi alleati, della Costituzione Repubbli-
la libertà nelle fabbriche, della carenza previdenziale e del problema dell'immigrazione, l'On. Novella ha ricordato le manovre del governo e della D.C. per eludere la grave situazione in cui sono costretti a vivere milioni di pensionati. A questo punto ha ricordato come nei giorni scorsi mentre si discuteva in sede parlamentare la proposta Comunista di portare a 15.000 lire il minimo di pensione, un alto esponente della D.C. e Sottosegretario nel Governo Fanfani ha detto che invece dell'aumento delle pensioni in Italia si pone oggi il problema di elevare l'età di pensionamento.
Don Macchi .., e se stesso
Quanto poi alla Sua affermazione, secondo la quale io ho portato la cosa « a conoscenza di tutti gli inquilini delle case ( !) di Via Val di Ledro e di molti altri cittadini », tocchiamo il ridicolo! Signor Avvocato, La prego di capire il mio stato d'animo, ma mi permetta di ripeterLe che qui tocchiamo il ridicolo!
Mi porti nomi e cognomi, giorno e ora, luogo e circostanze; altrimenti infamazioni e ingiurie (e non solo contro di me) le avrà proferite Lei! quatto al contenuto della mia Lettera, mi permetto farLe notare che io ho esposto dei fatti con precisi riferimenti di nomi e di circostanze, e non chiacchiere o, peggio come Lei dice « accuse avventate e mancanti di qualsiasi fondamento ». Si provi a contestarle ad una ad una, e allora potrò prendere in considerazione la Sua lettera!
Amici lettori, cittadini niguardesi, ci rivolgiamo a voi per invitarvi a meditare su questi fatti e sugli altri ben più importanti che ci siamo sforzati di portare a vostra conoscenza. E 6 novembre si vota per eleggere i nuovi membri del Consiglio Comunale, e nell'esprimere questo diritto tenete conto che la nostra città ha bisogno di uomini capaci con la coscienza pulita, ma nelle file della Democrazia Cristiana avrete poco da scegliere e molto da perdere. Amleto Farina
Precisa risposta dell'avv. Maris
setti fu rinvenuta presso la nonna, e che quella di Cortesi arrivò alle ore 16 di sabato 9 c.m.) (1). Esposti fedelmente i fatti, suffragabili da ampie prove testimoniali e situazionali, chiedo lumi a questo Spettabile Consiglio nel far quadrare le affermazioni seguenti del Signor Custode: che la posta in questione fu recapitata dal Portalettere, —. che fu depositata regolarmente nelle cassette di custodia, che le cassette possono essere aperte solo dagli interessati, con il fatto inoppugnabile e dimostrabile del non rinvenimento delle lettere loro spedite da parte dei ragazzi sopraelencati e di quelli chiamati per citofono dal Signor Custode. Non potendosi supporre una volatilizzazione delle buste, restando fuori discussione il recapito delle medesime da parte dell'Incaricato Postale (come approvato in precedenza), logica esige che una o l'altra delle ultime due affermazioni del Signor Custode non risponda a verità.
Quanto poi al « preciso atto d'accusa », esso resta basato sulle affermazioni fatte dal Signor Custode e da me riportate ad sensum nella lettera del 10 c.m.: il sospetto, o « il preciso atto d'accusa » come Lei dice, sfumerà o prenderà corpo a secondo che le affermazioni suddette saranno contestate e resteranno senza smentita (speriamo che la smentita non consista nel negare dette affermazioni, perchè allora sarebbe davvero madornale). — quanto poi all'insinuazione che io abbia agito « per intuibili e condannabili ragioni di altra natura », mi permetta, Signor Avvocato, di ritenerle una mela maturata nel clima attuale preelettorale. Mi creda: non sono nè per vocazione nè tantomeno per temperamento un don Chisciotte; qualora Lei ritiene che io mi sia avventato contro i proverbiali mulini a vento, dovrà però convenire che questi mulini a vento mi sono stati offerti dalle affermazioni del Signor Custode (a questo scopo penso sia utile rivedere la mia lettera del 10 ottobre).
Risposta:
E' augurabile, per i parrocchiani di San Martino, che il Sacerdote Don Mario Manzoni abbia, nelle materie del suo ministero, maggior competenza di quanta mostra di avere in diritto penale.
cana e come limi sia possibile attendere dal partito .dominante la soluzione dei più importanti problemi della vita nazionale. Dopo aver parlato dei problemi dei lavoratori, del-
Concludendo il suo applauditissimo discorso l'On. Novella ha posto con forza il problema dell'unità operaia e sindacale come mezzo indispensabile per combattere e vincere le grandi battaglie del lavoro e per migliori condizioni di vita del popolo italiano, indicando nel voto dato al Partito Comunista un voto per l'unità dei lavoratori e garanzia di vittoria per tutte le forze democratiche e antifasciste.
— Non sarà conforme a verità l'affermazione che le lettere furono regolarmente depositate nelle cassette? Si profilerebbe allora, con tutte le serie conseguenze, il caso ipotizzato dall'Articolo 616 del Codice Penale Italiano (Titolo XII, « Dei delitti contro la persona »; Capo III, « Dei delitti contro la libertà individuale »; Sezione V, « Dei delitti contro la inviolabilità dei segreti »In questo caso sarebbe da ricercarsi il movente: un movente certamente non personale; non si vede infatti quale interesse avrebbe potuto avere il Custode nel fare ciò:
— Non sarà conforme a verità l'affermazione che le cassette sono accessibili solo agli interessati? Anche in questa ipotesi, più complessa e quindi meno probabile, ci si troverebbe sempre del caso configurato dal sopracitato articolo del Codice Penale..
In questo caso si dovrebbe indagare chi poteva avere interesse alla mano-missione; è pacifico, e anche questo Spettabile Consiglio ne vorrà convenire, che dall'indagine dovrebbero essere esclusi i
Comunque posso affermare senza possibilità di smentita, che in sei anni di permanenza a Niguarda non ho mai avuto contrasti di qualsivoglia natura con chicchessia, e tanto meno con persone di idee diverse dalle mie, che pure avvicino di frequente per ragioni di ministero e di conoscenza e di amicizia. quanto al rilievo del mio Superiore, non penso abbia valore alcuno, per l'esclusivo motivo che Egli non era a conoscenza dei fatti, se non attraverso l'esposizione fattagli dal Signor Custode (a proposito, mi duole che il Signor Custode non abbia potuto parlare con me direttamente...).
Riassumo quanto sopra detto, così.: io mi sono basato su delle affermazioni del signor Zimei; ho esposto dei fatti ampiamente suffragabili. Se ho detto delle menzogne e ho inventato i fatti, non aspetto che una precisa, esauriente, documentata contestazione. Converrà, Signor Avvocato, che non basta cavarsela con delle accuse, le quali non hanno la benchè minima prova.
L'art. 595 codice penale invocato da Don Manzoni concerne la diffamazione, che è reato « commissivo », vale a dire reato che si può commettere soltanto facendo qualche cosa. Non è configurabile la diffamazione mediante < omissione », vale a dire non facendo qualche cosa, Per quanto concerne il merito della vicenda — poichè non si può perdere il proprio tempo in una polemica prolissa, con chi non accetta il metodo logico e richiede prove negative anzichè offrire le prove positive delle accuse mosse — basterà ricordare la lettera che il Sacerdote prevosto di San Martino Don Macchi, certamente più avveduto del suo coadiutore, ha rilasciato il 13 ottobre 1960 al signor Giuseppe Zimei. La questione non richiede nè merita il sacrificio di altro tempo, da parte di chi ha molte più serie cose cui attendere. Cordiali saluti.
Avv. Gianfranco Maris