FFORI - BOVISASCA RUZZANO OMASINA
L. 300
ANNO 1 - N. 4 - APRILE 1978
mensile di politica, cultura,attualita'
La scuola nella zona 8: Scuola materna un pentolone che bolle
A guardare nella scuola ho la stessa sensazione di quando si solleva il coperchio del minestrone: un continuo borboglio quieto e confuso.
La scuola della nostra zona, per inevitabili e ovvi motivi, non può e non riesce, se non in pochi casi e con notevoli sforzi, a sottrarsi al tono spontaneistico e disorganico che contraddistingue l'andamento generale.
Per raccapezzarsi un attimo conviene restringere alquanto la nostra visuale e affrontare la situazione a tappe successive.
Credo che constateremo che non esiste una problematica strettamente scolastica, riferita ad una certa scuola o ad un ordine di scuola, ma una problematica di cultura e di valori riferita a tutta la nostra società.
(Per cui potremo forse scoprire che il problema della droga sia legato anche all'impostazione o permissiva o autoritaristica della scuola che non favorisca il bambino nel passaggio dal principio del piacere al principio della realtà).
E possiamo scoprire inoltre che in causa non sono chiamati esclusivamente i genitori, o gli insegnanti, o gli studenti, ma tutti i cittadini come costruttori e usufruttuari di questo bene comune.
Vorrei soffermarmi un momento ad osservare soltanto la scuola materna.
Non è scuola dell'obbligo, quindi non tutti la frequentano e non tutti possono frequentarla.
Le più immediate conseguenze a questo sono la rigida selezione dei posti e il ristagno della scuola materna nell'area delle istituzioni assistenziali.
La selezione dà la preferenza ai figli di genitori entrambi lavoratori; il che è anche giusto perchè questa scuola è anche un servizio sociale ma introduce una prima discriminazione fra i bambini fatta appunto in base a criteri che non considerano l'azione educativa della scuola materna Spesso in prima elementare si constata la differenza fra il bambino che ha già avuto una precedente esperienza socializzante da quello che non l'ha avuta e che trasferisce questo disagio affettivo ed emotivc, sul piano conoscitivo.
Secondo la loro ubicazione nel quartiere le scuole hanno una richiesta di iscrizioni maggiore o minore.
Per assicurare la frequenza al maggior numero possibile di bambini il comune predispone ogni anno un servizio pullman che trasporta gli "eccedenti" nelle scuole meno affollate.
Purtroppo questo servizio è visto dai genitori con molta diffidenza e spesso è rifiutato: la paura di disagio per i figli, il timore che l'altra scuola sia di serie B o non so quale altra motivazione, spesso fa perdere un prezioso anno al bambino in attesa del posto nella scuola vicina.
Timori infondati: il servizio pullman è comodo, ha orari rispettati e accessibili a tutti i genitori (ad usufruire sono i figli di madri casalinghe), i percorsi sono brevi.
Ma si continua a preferire la lista d'attesa che può portare all'inserimento anche alla fine dell'anno scolastico.
Questo tipo di inserimento spesso procura forti disagi al bambino che avverte la maturità d'azione e la compattezza dei gruppi di coetanei che spontaneamente ma precedentemente a lui, si sono formati e ne vive l'esclusione!
E il primo basilare impatto con la scuola è presto fatto in senso negativo.
Ma alcuni genitori preferiscono ancora che le classi siano senz'altro più numerose ma vogliono i bambini
Carovita
I mercati: una struttura da potenziare
Indagine sul mercato donale di via Ceccotti
Siamo stati al mercato di via Ceccotti un sabato mattina per sentire dalla viva voce degli utenti di questo servizio i suoi pregi e difetti.
Abbiamo incontrato non solo persone abitanti nella nostra Zona 8, ma provenienti anche da Quarto Oggiaro e Baranzate: gente che lavora tutta la settimana, per cui può utilizzare solo i mercati del sabato.
Salvo qualche massaia che ha dichiarato di frequentare saltuariamente il mercato causa il fatto delle "code" da fare e il cui
parere è che, comunque, la convenienza non esiste, la maggioranza delle persone da noi intervistate fa la spesa di frutta e verdura, formaggi, pollame in genere per tutta la settimana. Sono persone che utilizzano il mercato ormai da anni: quindi abitudinarie del mercato e a volte delle stesse bancarelle.
Segno che la convenienza esiste in confronto ai negozi e supermercati: infatti, la maggioranza lo utilizza proprio come ancora di salvezza sul caroprezzi.
D'altro canto, se così non fosse, chi si adatterebbe a sobbarcarsi il peso di borse stracolme da portare a casa anziché fare la spesa giorno per giorno?
Ma la qualità? Anche !a qualità non è diversa da quella che si trova nei negozi (d'altra parte i mercati generali sono gli stessi) e in più c'è più possibilità di scelta.
Va tutto bene, dunque?
Non proprio. A nostro avviso il consumatore non è ancora abbastanza informato ed organizzato e quindi agguerrito per difendere sè stesso.
Esiste infatti ancora la convinzione, a nostro parere errata per i giorno nostri, che la merce che costa di più sia di qualità migliore.
Questo termine di paragone poteva calzare bene ai tempi dei nostri vecchi, quando la qualità la si poteva riconoscere con gli occhi dell'esperienza, col tatto, con l'odorato; tempi in cui non erano in uso gli addittivi, i mangimi, i fertilizzanti chimici e così via.
Asilo di via Pellegrino Rossi tutti lì, a fare una grande sala di custodia. Potrebbe essere il caso della scuola materna di via P. Rossi.
Questa scuola, costruita come centro sociale, è stata subito adibita a scuola materna.
Senza la programmazione dello spazio per una utilizzazione scolastica, si ritrova delle aulette minute in cui pigiare lo stesso numero di iscritti in aule normali.
Di queste aule, una è particolarmente infelice perché le è stato sottratto altro spazio vitale per adibirlo a sala medica.
Ora una responsabilizzazione dei genitori ed una loro adeguata conoscenza dei problemi del figlio nella scuola potrebbe portare ad una autoriduzione del numero degli iscritti in favore del trasporto con il pullman. La qualificazione della scuola materna passa anche da un giusto rapporto numerico insegnante - bambino inseriti in un ambiente pedagogi(segue a pag. 31
CONSIDERAZIONI La forza della ragione
Per i democratici la ricorrenza del 25 aprile non è mai stata motivo di celebrazione retorica di avvenimenti e valori consegnati a una storia remota, occasione per riportare alla memoria esperienze sempre più semplici irrimediabilmente consunte dalle travolgenti novità che hanno segnato il corso di questo ultimo trentennio. Così avrebbero voluto che fosse uomini che alla resistenza e alla liberazione non avevano partecipato e non avevano creduto, ma che dai (segue a pag.
Ma ai nostri giorni? Che ne sappiamo noi consumatori delle (segue a pag. 3)
Tribuna aperta: a proposito di terrorismo pag. 2
D.C. - P.C.I. - P.S.I.
uniti a difesa delle istituzioni democratiche pag. 2
I giovani della zona 8 contro la droga pag. 4
L'emarginazione degli anziani Pa9, 4
Musica se ci sei batti una nota pag. 5
La veridica istoria di Villa Litta pag. 5
Chi siamo! I cattolici pag. 6
Sport: la necessità di essere uniti pag. 7
É sommario
DC, PCI, PSI uniti a difesa delle istituzioni democratiche
Il 29 marzo si è tenuto a Villa Litta un'assemblea unitaria con DCPSI - PCI contro il terrorismo ed a difesa delle istituzioni democratiche. Alle ore 21 in una sala attenta ed interessata, la presidente del Consiglio di Zona, Marilena Adamo, dopo aver presentato al pubblico, i tre relatori intervenuti in rappresentanza dei loro partiti, ha dato il via all'assemblea.
Queste in sintesi le relazioni:
Pagliarulo, responsabile stampa e propaganda della Federazione del PCI parlando della vicenda Moro ha ricordato la imponente mobilitazione e la grande fermezza democratica dimostrata da cittadini e lavoratori subito dopo il rapimento del Presidente della DC e l'assassinio della
TRIBUNA APERTA
Queste colonne sono a disposizione di tutte le forre politiche e sociali. Non necessariamente l'impostajone e il contenuto degli articoli rispecchiano l'opinione della Reda.yone.
A proposito di terrorismo
25 Aprile
rivolgimenti seguiti alla fine della guerra erano stati risospinti a posti di direzione della vita economica e politica del Paese. Noi non abbiamo mai smesso di credere alla grande forza rinnovatrice e civilizzatrice che poteva sprigionarsi, e che allora effettivamente si sprigionò, dall'incontro, dalla comprensione reciproca e dalla collaborazione delle forze politiche i cui ideali democratici e progressisti si dimostrarono condivisi dalla grande maggioranza del popolo italiano.
Per questa ragione il richiamo alla resistenza è sempre stato, per noi, occasione di bilanci e permanente punto di riferimento per l'iniziativa e l'azione politica. Ben dentro la careggiata di quel percorso di emancipazione da vecchie e nuove schiavitù tracciato allora dalle forze migliori del popolo italiano noi abbiamo, ogni 25 aprile, misurato il cammino già fatto e raccolto le energie per proseguire.
E con quella data, e con il suo significato, abbiamo obbligato a fare sempre i conti anche coloro che volevano liberarsene come di fardelli inutili, di some insopportabili, non importa se per riaffondare in un disperata barbarie il corso della storia o per consentire fantasiosi voli verso paradisi d'utopia che la ragione ci dipinge pietrificati e desertici.
Che cosa ci suggerisce oggi questa "memoria storica" che abbiamo così tenacemente coltivato, come può eliminare questa tragedia primavera del '78? In questi giorni nei quali dalle ceneri dei nostri nemici di 30 anni fa sembrano risorgere i sinistri fantasmi della violenza più cieca, del più cinico disprezzo per i sentimenti comuni della coscienza popolare, della più barbara delle prepotenze: in questi giorni, come possiamo pensare di far rivivere, di ridare slancio e fecondità agli ideali di giustizia, di tolleranza, di rispetto per gli uomini, che armarono e resero invincibile la riscossa popolare di quegli anni? Sono domande angosciose che tutti ci rivolgiamo consapevoli della paurosa voragine che apre di fronte a noi la tragica sfida del terrorismo.
Ma non siamo soli. 115 milioni di italiani che il 16 marzo hanno invaso le piazze di ogni città per riaffermare una fiducia intatta nella democrazia quegli ideali hanno raccolto e hanno fatti propri. Il seme della resistenza ha fruttificato, è cresciuta in 30 anni, facendosi largo tra ostacoli e insidie di ogni genere, una pianta robusta. Chi oggi tenta di sradicarla non avrà vita facile.
Ma sarebbe imperdonabile chi, tra noi, ancora si ostinasse a trascurare la domanda imperiosa
sua scorta. Nel momento attuale non esiste alcuna alternativa se non operare in modo unitario e consapevole, pur nelle diverse ideologie che hanno, comunque, alla base sempre la democrazia. Tutti devono farsi carico dei gravi problemi che colpiscono non solo la DC ma tutto l'apparato democratico e chiunque ponga il problema (come è apparso in qualche manifesto) "Ne con le BR, nè con lo Stato„ mira a lacerare il rapporto tra Società e Stato. La democrazia si difende solo con la democrazia e non con la violenza ed il terrorismo. Democrazia dunque, organizzata per operare meglio, per migliorare se stessa.
mente avanti un discorso di maturazìone e dì realizzazione di determinati obiettivi. Questa manifestazione deve essere non un momento fine a se stesso, ma una iniziativa che deve continuare. La mancanza di confronto tra le forze politiche contribuisce a determinare una certa abulia e assenteismo da parte dei cittadini. Occorre creare un movimento antifascista per la difesa dell'ordine democratico, allargato ai problemi più diversi della Zona.
dalla prima pagina zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Comitati antifascisti come risposta unitaria e permanente contro gli attacchi dell'eversione.
Casali del PSI ha fatto presente che l'episodio Moro non è che l'ultimo di una lunga serie di avvenimenti che si fanno risalire al 1964. Certe azioni sovversive sono sempre accadute in connessione precise che con la collaborazione di forze internazionali (CIA, Spagna, Grecia) legava i nostri esponenti del ministero della difesa (De Lorenzo, Miceli) ad una azione sovversica per bloccare la svolta che doveva portare vantaggi alle forze lavoratrici. Oggi, nonostante la mobilitazione generale, rimane un senso di sbigottimento perchè non sappiamo chi ci sia dietro le BR e che cosa effettivamente esse si propongono. Bianchi, capogruppo DC al consiglio comunale, ringraziando i partiti per la manifestazione di solidarietà ha preso la parola per dire che il rapimento di Moro è un bersaglio voluto in un momento particolare (voto di fiducia al Governo). È inutile fare semplicistiche supposizioni che Indichino la responsabilità di questo o di quel Paese, si tratta di una strategia eversiva che ha voluto colpire II partito che per 30 anni ha garantito la libertà ed i diritti di tutti. Esiste una responsabilità da parte di chi per anni ha dipinto la DC nemica della classe lavoratrice dimenticando che è un partito popolare, democratico e interclassista. Proseguendo nella sua relazione, Bianchi si è posto l'interrogativo se il PCI sta veramente cambiando, oppure se questo nuovo modo di presentarsi fa parte di una strategia politica. Ha richiamato i Sindacati ad una maggior senso di responsabilità e ha invitato le forze di sinistra a farsi carico di opera di coinvolgimento verso quei gruppi che ancora manifestano una politica di odio verso la DC. Ha concluso puntualizzando che le misure di emergenza messe in atto verranno cambiate solo quando ci sarà la garanzia di libertà e democrazia per tutti.
Alle tre relazioni è seguito un dibattito con il pubblico presente Vi riporto alcuni degli intervenuti più significativi:
Bovio Eugenio: "Esiste nel nostro Paese una forza per portare real-
che, in queste settimane, si è espressa con nuovo vigore nella straordinaria mobilitazione popolare. Ciò che questo Paese ha diritto di pretendere è che ognuno ritrovi il coraggio delle proprie responsabilità, la sua fiducia nei valori della ragione e della solidarietà umana, la stessa che 30 anni fa spinse migliaia di italiani al sacrificio. La nostra è una nazione malata.
Rappresentante CGIL: "I Sindacati hanno avuto il merito di aver organizzato le manifestazioni unitarie in modo ordinato. Le BR non volevano colpire l'uomo o il Partito ma lo Stato e non è attraverso misure eccezionali che si risponde a questa violenza bensì con l'unità di tutti. Non deve esistere tolleranza verso gli eversori, verso i violenti".
Gaffuri (DC): "Con renorme manifestazione unitaria la gente ha voluto dire BASTA, ci sono grosse responsabilità della classe dirigente verso i giovani, essi si sentono isolati perché non ci siamo mai preoccupati di loro. Che il 16 marzo abbia un punto di riferimento, al di là delle attestazioni di simpatia".
Responsabile Anpi: "La reazione cambia etichetta, cambia nome, cambia colore, ma gira e rigira, è sempre la stessa.
Auspichiamo la creazione del comitato antifascista.
L'ANPI sarà sempre in prima fila, prima con l'esempio, poi con le parole,,.
Maura Ceccaroli
Sono ormai diversi anni che in Italia si parla di "reazione aperta alle istituzioni democratiche" o di "strategia della tensione"; però il più delle volte il cittadino della strada è confuso, frastornato e più ancora, disinformato. Il terrorismo è un metodo di lotta che tende a destabilizzare il quadro politico e a compromettere la convivenza civile, soprattutto oggi in Italia, dove opera un forte movimento operaio ed un forte Partito Comunista. La violenza criminale non a caso si ammanta a volte di rosso, a volte di nero o di altri colori ancora: giusto perchè vuole confondere il cittadino e spaventarlo al punto di augurarsi un "governo forte", così caro alla reazione borghese e fascista. Così si assiste ad uccisioni di comunisti, di fascisti, di magistrati, del ferimento alle gambe di varie persone. Sembra quasi che il "ferire alle gambe" faccia maggiormente risaltare la crudelta degli sparatori, come a voler piegare la vittima prescelta e renderla soggiogata alla paura, al ricatto. In questa ottica va inserito il rapimento dell'on. Moro e l'uccisione della sua scorta, che ha visto nel paese la pronta mobilitazione di milioni di cittadini di ogni fede politica. Dopo
DP a congresso verso la costituzione del partito
Con una buona partecipazione circa 100 persone formato quasi esclusivamente di giovani, si è svolto nel salone di Villa Litta dal 31 marzo al 3 aprile il congresso di Democrazia Proletaria delle zone 7 e 8. I congressi che si stanno tenendo anche in altre zone della città preparano quello provinciale ed hanno come tema principale la costituzione del nuovo partito che sorgerà da questa formazione politica nata dal cartello elettorale del 20 giugno 1976.
Al congresso hanno aderito i gruppi di Avanguardia Operaia, P.D.U.P., Lavoratori per il Socialismo.
Gli interventi si sono incentrati attorno a questi temi: territorio, lavoro, giovani, istituzioni, violenza, l'organizzazione interna, nella nuova prospettiva di partito. Come osservatori abbiamo colto la profonda distanza che; esiste fra i singoli gruppi, specie
Delle legittime aspirazioni non soddisfatte, delle molte promesse non mantenute si è alimentato il germe mortale della disperazione. La via per sopravvivere e andare avanti e sempre quella di allora, quella dell'unità di tutto il popolo intorno al progetto di profondo rinnovamento che gli uomini della resistenza affidarono alla Costituzione.
La Redazione
molto tempo si sono riviste insieme le rosse bandiere del movimento operaio e quelle bianche della D.C. Altro fatto concatenato a questo disegno eversivo è stata l'uccisione dei due giovani milanesi simpatizzanti dell'estrema sinistra, certamente avvenuta per mano fascista, che ha nuovamente mobilitato i cittadini ad un'ampia partecipazione ai funerali — si calcola vi fossero circa centomila persone. In quest'occasione non si può fare a meno di registrare le faziosità di D.P., che staccatasi dalla grande massa dei presenti, si sono recati presso la Camera del Lavoro di Milano tentando di assalirla, non riuscendovi per la pronta difesa di migliaia di lavoratori. Questi comportamenti non fanno certo il gioco della democrazia e dell'antifascismo, ma fanno il gioco di quelli che pongono le nuove generazioni sul terreno della violenza. Non a caso i "manovali del terrore" sono spesso giovani. Questo fa capire che tra le nuove generazioni vi è la possibilità di reclutamento per la violenza, in nome magari di ideali distorti, ma nella sostanza tipicamente nazista.
nelle posizioni dell'M.L.S. al quale viene chiesta maggior chiarezza e la modifica di certi atteggiamenti.
Buono ci è parso il contributo al dibattito portato, dal documento letto, della zona 8. In esso si sottolinea la netta condanna alla violenza. L'utilità di lavorare all'interno delle istituzioni, privilegiando quelle del decentramento ritenute le più capaci di contatto fra la gente al fine fi fondere le masse con le stesse. Molto presente anche l'autocritica con la denuncia dei limiti fin quì registrati, consistenti in particolare nella incapacità di superare il pressapochismo e il settorialismo; così come altro limite denunciato è la scarsa capacità organizzativa, per cui nasce l'esigenza e l'impegno (che rappresentato il nuovo emerso dal congresso) di organizzare l'opposizione all'attuale situazione politica. Vi è poi la presa di coscenza che la rivoluzione nel nostro paese non è una via attuabile, e l'abbandono di questa idea crea la consapevolezza che pur contestando la linea politica del P.C.I., con questo grande partito della classe operaia bisognerà fare i conti.
Ai lavori del congresso hanno portato il loro contributo e saluto i rappresentanti del P.C.I. e del P.S.I. Al termine dei lavori sono stati eletti i delegati al congresso provinciale.
M. M.
Stiamo in parte scontando il ritardo culturale, morale e civile della nostra democrazia in quanto i giovani non credono più ai vecchi e tradizionali valori come la chiesa, la famiglia, la ricchezza, ecc., anche perchè non abbiamo saputo creare alternative alle nuove esigenze. Alcuni gruppi estremisti hanno spesso predicato la violenza come metodo di lotta, praticandola tra l'altro in diverse scuole di Milano, quando si è impedito con la forza di parlare a studenti solo perchè giovani comunisti, o per il fatto di non essere d'accordo con i loro metodi. Altra responsabilità dell'attuale situazione è da imputare a quegli "intellettualoidi" che si ritengono di sinistra (non si sa quale) e che civettano con i violenti e gli eversori, di fatto coprendoli. La D.C. invece, sembra accorgersi del terrorismo solo quando ne è colpita in prima persona: così, mentre la si vede poco impegnata a combatterlo, spesso si trova allineata con la destra fascista a confondere il cittadino, a voler far credere che Brigate Rosse e NAP siano più o meno figli diretti o indiretti del P.C.I. Questo atteggiamento è grave, soprattutto considerando che il Paese, oggi più che mai, ha bisogno dell'unità di tutte le forze democratiche. Quanto ho esposto non è certamente il "tutto" sul terrorismo, sulle cause e i rimedi, ma credo sia utile ai cittadini ascoltare altre voci oltre a quella televisiva o di certa stampa antidemocratica che ha paura del cambiamento e del rinnovamento. Rinnovamento che si otterrà non certo con la violenza, ma con il dialogo, con il confronto, l'accordo politico che salvi il Paese. Con un governo di Unità Nazionale che comprenda il P.C.I., in quanto forza democratica di classe e nazionale a pieno diritto.
Salvatore Rizzi Segretario sezione P.C.I. Comasina
pagina 2 Agi n. 4 - Aprile 1978
L
Inchiesta sui mercati zonali
dalla prima pagina diverse qualità delle fibre sintetiche che i fabbricanti mescolano oggi al cotone o alla pura lana, ed ii loro prezzo? Come possiamo* riconoscere la vera pelle quando è stata inventata una plastica che si comporta esattamente come la pelle anche quando la si scalfisce?
Lo sappiamo noi consumatori che la verdura venduta sulle bancarelle, o nei supermercati, nei negozi, a prezzi notevolmente differenti è verdura proveniente dallo stesso mercato generale e magari dalla stessa zona di produzione, e che la frutta, più grossa o più piccola, proviene dalle stesse piante madri e perciò la qualità non cambia?
"Infatti - ci dice un rivenditore di frutta e verdura - noi non siamo abbastanza organizzati, perciò dobbiamo stare al gioco dei grossisti: la merce la si paga compresa la tara, così che allo stesso prezzo della frutta e verdura si paga anche il legno della cassetta. A volte anche noi abbiamo delle sorprese quando sotto la merce bella troviamo quella avariata e noi l'abbiamo pagata come buona; poichè anche noi lavoriamo e non possiamo rimetterci, dobbiamo alzare i prezzi. I grossisti tengono nelle celle frigorifere montagne di merce, che poi debbono buttare perché avariata, pur di non abbassare i prezzi. Così, gira e rigira, chi paga per tutti è sempre l'ultimo, cioè il consumatore.
"Anche tra noi, piccoli rivenditori, esistono i "vecchi lupi", quelli che hanno potuto cioè comprarsi o affittare una cella
frigorifera, o un autocarro col quale si recano ad acquistare nelle zone dove sanno che il mercato è più conveniente. E così possono presentare la loro merce sui mercati a prezzi notevolmente più bassi". "Più furbi?"
"Mah, forse solo più fortunati"
"Non siete organizzati in sindacato?" "Sì, ma ancora non siamo riusciti ad ottenere quello che ci si era proposti. Dovremmo saperci organizzare in modo di fare gli acquisti non da soli, così da spuntare prezzi più vantaggiosi".
Questo concetto ce lo conferma anche un rivenditore di generi di abbigliamento. Anzi, la sua proposta sarebbe quella di riunirsi in associazioni o cooperative.
Purtroppo, esistono ancora forti resistenze, a nostro avviso soprattutto di carattere psicologico, che non permettono che ciò avvenga. Per ultimo abbiamo intervistato il Vigile dell'Annona che ci conferma che questo mercato non dà grossi problemi.
I controlli sanitari vengono effettuati da squadre in borghese, ma solo saltuariamente quindi, a nostro parere, insufficienti.
Secondo noi i controlli sanitari dovrebbero essere fatti più di frequente e i risultati di tali controlli portati a conoscenza di tutta la cittadinanza.
Se è vero, come è vero, che l'uomo è ciò che mangia, e che per mangiare bene deve sapere ciò che mangia, sarebbe già un buon inizio.
Qual è il parere dei lettori?
Luciana Borro
La scuola materna in zona
dalla prima pagina
camente valido.
Questo non significa chiudere le porte in faccia a più bambini, ma distribuirli equamente nelle scuole e significa anche ridistribuzione del personale insegnante già esistente secondo un'organizzazione, a volte anche più economica, e senz'altro più consona alle esigenze dei bambini.
L'inserimento non è solo la bazzecola del pianto nei primi giorni ma è uno stato emotivo che può precludere la capacità di affrontare e riconoscere la realtà in modo equilibrato e di instaurare sani legami con gli altri in libertà e con padronanza di se.
Il tema dell'inserimento verrà affrontato nel prossimo corso d'aggiornamento dalle educatrici delle scuole materne statali di via P. Rossi e via Scialoia.
I corsi di aggiornamento delle insegnanti possono essere sovvenzionati dal Comune, Provincia, dalla Regione e dallo Stato, ma questo è il primo che le insegnanti riescono a conquistarsi perché la disorganizzazione imputabile al nostro Provveditorato agli studi e l'ermetismo della comunicazione scritta d'uso nei documenti ufficiali fa si che le circolari giungano sempre a termini scaduti o diano adito alle più varie interpretazioni per cui una scuola non sa mai se può rientrare nel godimento di quei fondi messi a disposizione oppure no.
Le scuole materne comunali sono senz'altro più organizzate, in ciò.
La facilità (che senz'altro rimane relativa) con la quale hanno rapporti con il loro ente, la loro costituzione, una responsabile che sia in grado, con conoscenza della situazione, di organizzare proposte, fa si che le scuole comunali riescano a programmare dei corsi d'aggiornamento non saltuari e con un minimo di organicità.
Sugli enti più o meno pubblici che gestiscono questi corsi ci sarebbe molto da dire ma potremmo parlarne in seguito.
L'essenziale è che alcune educa-
trici riescano ad avere un momento di incontro che esce dall'ambito della singola scuola. I corsi infatti sono solitamente organizzati nella sede del consiglio di zona.
Non è detto che l'organizzazione dei corsi d'aggiornamento risolva automaticamente il problema della qualificazione della professionalità dell'insegnante: si deve immediatamente dopo risolvere il problema della frequenza dell'insegnante al corso.
E qui ci si scontra subito col problema della donna.
La scuola è praticamente in mano alle donne.
Non sono quelle che hanno fatto le leggi sulla scuola (quelli sono gli uomini) ma quelle che vi operano sia come insegnanti che come madri. E la soluzione di alcuni problemi della scuola giunge mano nella mano con la risoluzione del problema della donna.
Problema troppo vasto: potremo riparlarne.
Abbiamo visto che nelle scuole materne della nostra zona incontriamo due realtà con un minimo di diversità fra loro: le comunali e le statali. Esistono anche le private ma di quelle non ci giunge mai notizia.
La differenza più saliente sta nel personale insegnante e nell'assegnazione dei fondi quello delle prime dipende dalla ripartizione educazione del comune di Milano quello delle seconde dipende dal ministero della pubblica istruzione.
Ogni ente organizza le proprie scuole come meglio crede con disparità di criteri a volte sensibili. (vedi numero iscritti per sezione, vedi fondi assegnati etc.).
La realtà delle diverse categorie di scuole materne non si incontrano si scontrano mai: viaggiano incredibilmente ognuno per conto proprio.
Una sola volta tutte le scuole si sono date una iniziativa comune: la richiesta di una équipe psico - pedagogica operante nella zona con preferenza di intervento sui bambini dai 3 ai 6 anni.
Una seconda iniziativa promossa dalla materna di via Merloni lo scorso anno per prendere contatti con le altre scuole è passata fra queste praticamente inosservata.
In quell'incontro si voleva, fra le altre cose, trovare una soluzione comune alla questione "inserimento handicappati".
E non si può dire che questo non sia un problema sentito.
Una handicappata di quella scuola aveva dovuto rinunciare alla frequenza per mancanza e di personale, e di personale specializzato. In un'altra scuola (Scialoia) c'erano contemporaneamente una bambina di 6 anni affetta da tetraparesi spastica e un epilettico grave, di quattro anni.
Questi i dati certi al momento, ma molto più numerosi sono stati i casi distribuiti nelle diverse scuole.
E ci hanno trovati tutti impreparati. Abbiamo rincorso specialisti, testi, colloqui ma non è il rafforzamento dell'ultimo minuto che risolve il problema non solo dell'inserimento ma anche dell'integrazione degli handicappati in un modo che li rispetti e li salvaguardi senza sostituire le scuole ghetto con un ghetto nelle scuole.
Problema assai vasto: potremo riparlarne.
E che dire della gestione sociale nelle materne?
Sembra che l'entusiasmo che sostiene i genitori durante il periodo elettorale diminuisca gradatamente col succedersi dei giorni e spesso certe importanti assemblee vengono abbastanza negligentemente evitate.
Forse i decreti delegati sono giunti in ritardo rispetto ad una esigenza ma in anticipo rispetto alla reale capacità di tutti i cittadini di gestirsi la scuola.
Qualsiasi discussione su questi ristretti spunti è molto ben accetta.
Silvia Pelizzi
Insegnante scuola materna statale via Scialoia
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Una donna intervistata dalla nostra Redattrice
lgnis - Philips - Phonola - CGE - Radiomarelli - Ardo - Merloni VIA M. SCHERILLO 4, MILANO - TEL. 6456739 - 6464135 n. 4 - Aprile 1978 pagina 3
Carovita
Il mercato di via Ceccotti
I giovani della zona 8 contro la droga Aderenti al Circolo Giovanile,
da DP alla FGCI, in assemblea unitaria!
L'undici marzo scorso si è tenuta a Villa Litta un'assemblea organizzata dai giovani della zona, aderenti alle varie organizzazioni, sul problema della droga. E estremamente positivo il fatto che, superando le varie divisioni ideologiche, tanti giovani abbiano sentito la necessità di riunirsi per discutere di questo importante argomento. Nel corso del dibattito (affollatissimo) sono però chiaramente emerse le diverse posizioni nei confronti della droga. Cercheremo di dare un sunto dei numerosi interventi, riunendoli per gruppi.
COMUNIONE E LIBERAZIONE:
secondo loro, ci si accanisce troppo spesso contro la disoccupazione, la società, la scuola e la mancanza di centri di aggregazione, evitando invece di "guardarsi dentro".
Sono stati portati esempi di tentativi di recupero individuale, recupero basato sull'amicizia e nel far sentire meno solo il drogato.
I centri sociali sono validi, ma non basilari. È necessario creare una nuova "socialità", impostata su valori nuovi e sul recupero dell'uomo in quanto tale.
Circolo Giovanile: non sono d'accordo con quanto esposto da C.L.
Nel nostro quartiere i giovani frequentano i bar, seguendo l'ideologia del "farsi da soli", per la mancanza di strutture sociali e di centri di aggregazione. Anche in questa sede è stata fatta la distinzione tra droga leggera e droga pesante. È stata denunciata la strumentalizzazione da parte della stampa sulla droga (vedi "Macondo"). A volte i giovani si riuniscono e portano (e loro istanze in C.d.Z., che risponde picche. Giovani Comunisti: è chiaro che si tratta di un problema sociale e non individuale, quindi si opererà in questo senso. Purtroppo manca l'abitudine nei giovani alla gestione delle strutture pubbliche. Si dovrà operare in stretto contatto con le commissioni del C.d.Z.; specialmente con la C omm.ne Cultura, con le strutture sanitarie. Chiesta anche una collaborazione alle forze dell'ordine, in sede preventiva. Si dovrà fare un censimento di tutte le strutture disponibili, verificare quali si possono utilizzare meglio e come.
D.P.: ha denunciato la chiara responsabilità di chi ci governa da trent'anni. I partiti non si sono mai mossi su questo problema, preferendo muoversi per occupare poltrone.
Segnaliamo l'intervento del presidente del C.d.Z., sulla necessità di aprire un discorso più ampio tra le istituzioni e i giovani, scevro da ogni forma paternalistica, ma partendo da proposte avanzate dai giovani e gestite assieme ai C.d.Z. Per il problema della droga si formerà un coordinamento tra tutte quelle forze che si muovono in maniera disorganica, per poter operare efficacemente ed in modo più organico.
L'ultimo intervento è stato del direttore del "Paolo Pini", prof. GOLDWURM, che ha fatto una precisazione molto importante; ha parlato dei due diversi aspetti della droga: l'aspetto criminale dell'offerta, e l'aspetto sociale della domanda. Chi offre droga, chi la produce a dismisura, in misura più enorme di quanto sia il fabbisogno medico, è un servo del gruppo capitale, che aumenta così i grossi profitti.
Questo è l'aspetto criminale dell'offerta.
Il problema della domanda ha, invece, solo un aspetto sociale. Altra importante precisazione: la droga fa male. Tutta. Ci sono droghe molto dannose ed altre meno dannose.
Rispondendo quindi a chi avanza l'ipotesi della liberalizzazione delle droghe leggere, come momento di smitizzazione della droga, il prof. Goldwurm si ritiene personalmente contrario,
Come muore un vecchietto
L'emarginazione degli anziani
Angosciante fenomeno dei nostri giorni
È morto da poche settimane Italo Scandiuzzi, un vecchio amico al quale vogliamo dedicare queste righe.
Italo è scomparso in silenzio, con attorno i pochi amici con i quali aveva trascorso l'ultimo periodo della sua vita di lavoratore. È morto proprio l'ultimo giorno di gelo di questo rigido inverso milanese che lo ha stroncato fisicamente.
Fa rabbia pensare che il giorno dei suoi funerali c'era un bel sole caldo che per lui avrebbe forse significato la vita. Ma forse il punto è proprio che era arrivato a non credere più di riuscire a vivere.
perchè si verrebbe ad aumentare il numero di quanti arrecano danno al proprio organismo.
L'assemblea è terminata tra vivaci discussioni tra i diversi gruppi, che hanno comunque deciso di riunirsi a breve scadenza per darsi una veste organizzativa ed elaborare un piano di lavoro.
Mario Longagnani
La sua storia è molto semplice, priva di avvenimenti eccezionali, ma proprio per questo può essere la storia di ognuno di noi ed è quindi bene rifletterci: anni ed anni di lavoro, umile, silenzioso, poi la pensione, muore sua moglie e lui cerca invano di ricreare una famiglia con i pochi parenti che gli rimangono, ma ben presto questa speranza cade, travolta da un modo di vivere spietato. Allora, povero uomo
infreddolito, cerca di farsi accettare in qualche località marina dove i suoi polmoni malridotti possano respirare.
Ma ben presto capisce che la sua pensione, duramente e onestamente guadagnata, è insufficiente di fronte a rette giornaliere di 30/40.000 lire che gli vengono richieste nei posti di mare. Ricordo che cercavamo di coinvolgerlo ad andare in qualche località di collina o di campagna, dove almeno avrebbe ricevuto un piatto caldo tutti i giorni e avrebbero provveduto alle sue piccole necessità, ma ci diceva che "in questi posti l'inverno è lungo, fa freddo, e devo passare tutto il giorno al chiuso, assieme ai vecchietti che non aspettano che di morire, mentre in Liguria potrei andare a passeggiare, a vedere il mare; e la sera, allora sì, potrei fare la partitina a carte con i vecchietti". I "vegett", come li chiamava lui, lo avevano spaventato, a Niguarda, per la facilità con cui morivano. Diceva che sembrava di essere in guerra: la mattina ha un vicino di trincea, magari un amico, e la sera è morto senza salutarti. Ed aveva ragione a pensare di non essere un vecchietto, perchè i suoi settantanni avevano la freschezza dei venti quando scherzava o quando ritrovava calore nei fatti politici o di vita del Quartiere e la verità, seppur sgradevole, è che se veramente fossimo riusciti a costruire una società civile oggi lui sarebbe qui a chiacchierare con noi.
Mario Reali
Organizza, in occasione dell'anniversario della Liberazione, con la collaborazione della Biblioteca di Villa Litta domenica 23 aprile ore 16 un'incontro musicale e teatrale con la partecipazione del Duo Millantu, (sole rosso) e gli attori del gruppo GTG interverrà un'esule cileno
Lo spettacolo è gratuito, invitiamo tutti a parteciparvi
Una condizione degli anziani è l'isolamento; qui abbiamo colto l'espressione di un pensionato al circolo "Combattenti e Reduci"di via Cialdini.
pagina 4 n. 4 - Aprile 1978
FFORI - BOVISASCA RUZZANO MASINACO mensile di politianailtnin,attnalim
MUSICA SE CI SEI
BATTI UNA NOTA La veridica istoria di Villa Litta
Per cercare di dire qualcosa in un campo dove tutti hanno contemporaneamente niente e tutto da dire, ho rivolto qualche domanda: Pietro Bolgiani, milanese, che da quindici anni suona in complessi di musica leggera.
Le risulta siano cambiati in modo realmente sensibile i gusti musicali del pubblico che frequenta i locali da ballo, negli ultimi 10 anni?
P.B. Direi che non si sono verificati cambiamenti sostanziali in quanto la maggior parte dei frequentatori di locali da ballo, ieri come oggi, e relativamente interessata alla validità dei brani eseguiti, non dimostra di avere un gusto musicale definito ma vuole per lo più sentirsi riproporre i motivi del momento, il genere musicale che va per la maggiore.
Ma, indubbiamente, oggi vi sono meno complessi musicali che negli anni '60. Come spiega questo fenomeno?
P.B. C'è stato un certo tramonto come fatto di moda: si è fatto più strada la consapevolezza che per fare qualsiasi tipo di musica occorrono comunque delle basi e non è sufficiente mettersi in quattro o cinque, acquistare degli strumenti e cercare di cavarne fuori qualcosa. L'avvento poi delle discoteche ha messo in crisi, ha tolto spazio alle formazioni orchestrali di professionisti inducendoli a cercare altre strade per guadagnarsi da vivere.
In che modo la discoteca ha gettato scompiglio nel campo dei complessi prendendone in molti casi il sopravvento?
P.B. In alcuni di questi casi i gestori di locali, giudicata più redditizia la discoteca, l'hanno sostituita in blocco al complesso facendo diminuire direttamente le possibilità di ingaggio. In altri casi, e questo soprattutto per i locali capaci, i baleroni per intenderci, nell'imperversare della discoteca i gestori includono per lo più uscite di cantanti o complessi presi per la maggior parte in qualità di attrazione escludendo l'orchestra da ballo di tipo tradizionale.
Perchè queste orchestre non riescono a reggere la concorrenza della discoteca o a trovare comunque un loro inserimento nei locali?
P.B. La discoteca e qui mi rifaccio a quanto detto precedentemente sul pubblico, è in grado di riproporgli con impianti poderosi i motivi che più ha nell'orecchio con tutta quella pienezza di suono e quegli effetti che possono uscire. Solo dalla sala di registrazione; la maggior parte dei gruppi poi non può disporre, a causa del loro alto costo, di tutti quegli strumenti particolari (sintetizzatori, archi elettronici etc.) che vengono largamente impiegati nelle incisioni odierne e che ne costituiscono poi in parte la caratteristica. La discoteca non ha poi problemi di tenuta fisica e può quindi imperversare senza pausa con i ritmi che il pubblico dimostra di gradire maggiormente, cosa che evidentemente non è fattibile per il complesso.
E allora, dato che l'orchestra non è chiaramente un juke-box, cosa si dovrebbe fare per darle il giusto spazio?
P.B. Dovrebbe cessare questa forma dì competizione che viene ingaggiata tra il discjockey ed il complesso; quest'ultimo dovrebbe eseguire il repertorio che più gli è congeniale, i brani che più si adattano alla formazione ed il pubblico esprime un suo giudizio tenendo presente i mezzi reali di cui dispone il complesso, accanto-
2a puntata
Orbene, in men che non si dica — chè non usavan scioperi, in quei tempi e gli operai avevan soddisfazione di lavorar le dodici ore almeno, per ogni santo giorno (senza tediare i !or padroni con oziose richieste di straordinari) — la villa fu apprestata e il buon Corbella, risolto, senza graduatorie, il problema della casa, potè pensare serenamente alle nozze.
nando definitivamente il continuo paragone con il suono riprodotto.
Quali sono gli aspetti più negativi della vita di chi suona nel locali da ballo?
P.B. La mancanza di un sindacato vero e proprio come esiste negli altri settori, l'assenza di garanzie contrattuali vere e proprie e da una assistenza concreta nel caso di impedimento di esercizio della professione, per malattia od altro, danno chiaramente un carattere di precarietà all'esistenza di chi vive esclusivamente di questo lavoro. A tutto ciò va aggiunta la difficile continuità degli ingaggi.
Barbara, fu la scelta; nel senso che così s'appellava la nobile Melzi, che, assieme alla dote gli capitò in isposa. Una cerimonia intima e raccolta: giusto tutte le dame di Milano e qualche centinaio di cavalieri "delle più cospicue famiglie".
Potenza dell'amore! Presi da questi affari di .... due cuori ci stavamo scordando della loro capanna!
Nella quale non s'accedeva certamente dal lato per lo quale entrate voi, villici miei pari: quello era l'ingresso di servizio per cavalli e popolo minuto, che menava ai granari ed alle scuderie. Che diamine, una casa, può essere ben semplice, ma ha d'avere una bella entratura: mezzo chilometro di vialetto, qualche sfinge e un par d'obelischi (ed eccovi pronta, per vostri pargoli, un'istruttoria caccia al tesoso)!
E che dirvi degli "interni?" Andate per biblioteche e Consi-
gli di Zona, provvedetevi di certificati e vaccinazioni, fatevi multare e diagnosticare precocemente (voglia il cielo, negativamente) malanni dell'utero e imparerete a conoscere gli splendori della villa.
V'accorgerete fors'anche, comparando le descrizioni antiche, che non son quadri e affreschi gioiosi, mobili antichi ed ornamenti in stile: ma via, qual'è quel nobile che non abbia amore per i ricordi di famiglia e non
se li porti appresso nella buona e nella cattiva sorte, per cederli solo ... a galleristi ed antiquari?
"Or questo ci corbellar — dirà qualche infervorato lettore — "Già sono due puntate che ci porta per la villa senza che questa ancora, sia diventata Litta!"
Ebbene si torni alle storie. E sappi, adunque, o pedante lettore che Pietro Paolo generava Carlo e che da questi nacque poi Marianna, la quale andata sposa al Conte Francesco D'Adda, morì a soli 22 anni (1754), lasciandolo vedovo sconsolato, ma anche unico erede del ricco feudo.
Poscia più che il dolor potè la storia ed ecco che il conte Francesco t'impalma la bella Teresa la quale, per tua soddisfazione, era la figlia de! marchese Pompeo Litta.
La nobil dama, dovendo rinnovare gli "Arredamenti alla Villa Litta", pur amando i Gatti (che giudicava veramente ''cari") finì per preferire i "Maggiolini", dei qual — dicon le cronache — tutta la casa principiò a riempirsi.
(Ora, a dire il vero, a malapena se ne vede qualcuno quando. d'estate, s'apron le finestre!)
Quanto al conte Francesco, dopo ch'ebbe ospitata la convalescente primogenita degli arciduchi d'Austria,-vantando dell'aria di Affori, morì tragicamente, stroncato dalle esaltazioni delle Saponerie Nazionali. Sconsolata, a sua volta, la vedova non potè tuttavia esimersi, sempre per la storia, dell'approdare a seconde nozze col Maurizio Gherardini, di professione marchese.
Oltre all'avvento delle discoteche ci sono altre cause che rendono difficile queste continuità?
P.B. Sì; il fatto che vi sia parecchia gente che si esibisce nei locali, avendo anche un altro lavoro, una assistenza completa, a cachets inaccettabili per chi vive solo di musica, non fa che rendere più difficile l'esistenza di quest'ultimo. In questa situazione di totale incertezza cosa può fare chl ha intrapreso questa strada?
P.B. Deve innanzitutto tende-
re, perch è questa è la sua unica arma, ad essere il più preparato possibile musicalmente, in modo da poter fronteggiare qualsiasi situazione di lavoro si possa presentare, ma soprattutto compiere uno sforzo collettivo, per arrivare ad ottenere quel minimo di garanzie per la sua vita, nell'ambito di una organizzazione, certo non facile da istituire, che sostenga le sue legittime richieste e abbia la forza necessaria per fare sentire il suo peso dove ve ne sia bisogno.
Roberto Previtall
Conferenza della Zona 8 del P.C.I.
tema:
"Il lavoro, le idee, l'impegno unitario dei comunisti nell'affrontare i problemi della zona 8 attraverso la crescita della partecipazione, nel quadro di un nuovo sviluppo della città di Milano"
MERCOLEDÌ 19
APRILE ore 21 - presso il salone di Villa Litta - V.le Affori, 21
Ne nacque una Vittoria la quale sposò nell'ordine:
- un marchese Trivulzio (morto giovane per non finire — col nome che si trovava — alla Baggina)
- un marchese Visconti d'Arago. na (che, com'è noto, era allora. una frazione di Affori).
Di donna Vittoria, voi tutti potrete ammirare presso gli eredi d'Aragona, la cui magione certo frequentate, un fascinoso ritratto, opera di Giuseppe Molteni, ottimo pittore che esercitava in Affori nel secolo scorso anche se non giunse a far parte del locale Centro Artistico Culturale. Provvidenziale risultò il disegno: chè con la sua dipartita (in Parigi nel 1836) periva per sempre la nobile sciatta dei feudatari di Affori.
"Quivl s'annacquan le penne e i cervelli: da quel dl tutti fummo un po' orfanellir
Villicus
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pagina 5
L'antico ingresso di Villa Litta come sí vede ai nostri giorni
n. 4 - Aprile 1978
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GIUSEPPE
Chi siamo! I cattolici Ä cultura cattolica
Parlare di cultura cattolica, in generale, e cultura cattolica italiana è un problema arduo, soprattutto per un articolo di giornale.
Tenteremo di delineare i tratti caratteristici presumendo che questo primo approccio sia un sentiero aperto all'approfondimento, alla conoscenza sempre più puntuale e necessaria di una parte fondamentale del nostro mondo attuale.
La cultura cattolica è stata per secoli una cultura egemonica che copriva tutta la fenomenologia storica del mondo occidentale.
Un primo problema è il seguente: la cultura cattolica è stata egemonica, autoritaria, "totale". Egeonica: tutta la storia dell'Europa occidentale prima della Rivoluzione Francese è caratterizzata da questa egemonia. La Chiesa e le sue strutture dominavano la vita stessa degli uomini. Gli uomini vivevano in certezze di carattere cristiano. Certezze di carattere "totale": filosofico, pratico, di costume. Tutti i "tempi" del vivere venivano registrati cristianamente. Si potrebbe analizzare a fondo questo tipo di cultura. Ne valga a mo' di esempio, la stessa struttura urbanistica dei paesi europei, dei nostri centri storici dove l'asse era la chiesa, la piazza da cui si muoveva il tessuto urbano. Diciamo che le forme di vita, di associazione, di sapere, di produrre hanno segnato dalla cultura cattolica esempi possono essere infiniti — la stima cronologica della vita quotidiana era ritenuta nella prassi cattolica. Esisteva un rapporto direi naturale tra il vivere, il pensare, essere cristiani — la cultura cattolica dominava la società civile e tale società era "naturalmente" cattolica.
Autoritaria. Qualsiasi cultura diversa, nuova, doveva essere o mediata o "ingerita" nella cultura cattolica o totalmente respinta. Qui l'autoritarietà la si può vedere storicamente data nello sviluppo culturale quale preminenza assoluta ai potere di tutte le forme del sapere. Senza rifarsi a tipici casi come Galileo, possiamo affermare che il lavoro culturale era di cristianizzare qualsiasi apporto culturale diverso. Pensiamo a quale ruolo ha svolto la cultura cattolica nel rapporto con le scienze, quella fisica, prima. quella antropologica poi, quella storica infine.
E non solo con le scienze ma con la letteratura, con la trasmissione del sapere, con ogni tipo di manifestazione della prassi storica e dell'elaborazione teorica. La cultura cattolica si poneva verso ogni altro sapere in un unica forma: quella del giudicare. Pensiamo a tutto il pensiero filosofico occidentale. Impegno suo proprio era quello di mettere a confronto il pensiero filosofico altrui con il proprio, in una messa a confronto dove doveva venire "giudicato" se era aperto a elementi di cristianesimo o no. Tale era l'asse autoritario della cultura cattolica.
Un tipico esempio italiano è la storia della cultura cattolica dall'Unità d'Italia in poi. Il "giudizio" negativo per le rivoluzioni borghesi, l'assoluto scontro ideale e pratico dei cattolici nei confronti dell'unificazione italiana. La negazione culturale del movimento operaio e contadino. Il chiu-
dersi nella roccaforte del proprio 'particolare', questo è l'autoritarismo della cultura cattolica nella nostra storia.
La creazione stessa del concetto di "mondo cattolico" era una risposta alla crisi internazionale e nazionale della 'rappresentatività' del Vaticano. Si trattava per la S. Sede di mantenere il controllo delle masse cattoliche, promuovendo specifiche esperienze organizzate e di tentare di influenzare il nuovo gruppo dirigente tramite l'aristocrazia, la proprieta terriera e la parte di borghesia rimasta legata al papato. Questa esigeva che la cristianità italiana rimanesse ancora tale e quale si era fino allora conservata. A questo scopo nasce il "mondo cattolico": come contenitore della cristianità italiana a salvaguardia contro ogni contaminazione esterna.
"Totale". La cultura si muoveva su di un asse prettamente ideologico. Il suo svolgersi era solo una ripetizione catechistica di una riduzione della storia degli uomini e dei suoi valori ad assimatiche assunzioni di principio.
Il pensiero cattolico era cristianizzato, sferico. Un esempio tipico della S.Sede è nel suo promulgare encicliche e documenti su ogni problema di carattere morale, filosofico, storico, politico, di costume.
Tale prassi che è iniziata dal 1800 è tipico di una chiesa che guarda sè stessa e che giudica per non essersi giudicata. Il suo essere ideologico la sua ideologia circolarità impediva di conoscere la realtà che era più forte
delle ombre ideologiche. Una realtà che era nella tradizione biblico ma che fu ombrata e offuscata da un rigido sistema di "secrezione" di giudizi.
Tale cristianità contemplava l'uomo, la storia, il mondo, abitava il palazzo vuoto, perchè gli uomini, erano fuori, non vivevano più nel palazzo ma nelle capanne.
Tale schematismo interpretativo è forse insufficiente a rendere bene tutta la ricchezza della cultura cattolica, anche se questi tre elementi semplificati e generali possano dare un minimo di excursus storico degli ultimi secoli della nostra epoca. Oggi viviamo, e la stessa cultura cattolica vive, e lo vedremo più avanti, un profondo travaglio. Tale travaglio è costellato da fatti storici emblematici: alle grandi rivoluzioni di questo secolo, iniziando con quella sovietica fino al Vietnam, all'Africa e soprattutto per i suoi legami con la cultura cattolica, l'America Latina.
Oggi l'univocità del pensiero cattolico sarebbe impensabile dopo i grandi capovolgimenti in tutto il mondo. Non esiste più un mondo cattolico una teologia ufficiale cattolica, ma, dopo la svolta del Vaticano II°, assistiamo a un nuovo modo di porsi dei cattolici di fronte alla tragedia atomica, al disarmo, alla pace, alla lotta di classe, alle rivoluzioni, alla "morte" di Dio, alla secolarizzazione. Temi questi che saranno oggetto, non solo come nostro contributo, di altri articoli e riflessioni.
S. S.
La scultura e il suo disegno alla galleria
Shop - Art dall'8 al 3 O aprile
Argeles * Ayma * Benevelli * Bodini * Ghinyni * Pere7, Schmettau * Trovato * Trubbiani * Vangi
Le difficoltà pratiche da superare nell'organizzare una mostra di scultori scoraggiano spesso le gallerie che esitano a presentare le opere di tali artisti, e anche l'interesse del pubblico per la scultura è forzatamente limitato proprio perchè scarse le occasioni per avvicinarla. C'è poca familiarità con questi oggetti a tutto tondo poichè la più ampia informazione si è aperta nella direzione della pittura e della grafica trascurando, o comunque non dando altrettanta attenzione al lavoro degli artisti plastici. In questi ultimi tempi, diminuita la curiosità per le forme meno tradizionali di espressione artistica e per le sperimentazioni, si è manifestata la tendenza a un collezionismo più selezionato e anche la scultura trova sempre più posto nelle raccolte private.
La Shop-Art riprende perciò un discorso già iniziato sporadicamentte negli anni passati e ha intenzione di proseguirlo anche con esposizioni personali di artisti significativi.
Abbiamo deciso di avviare il programma presentando contemporaneamente sette scultori italiani e tre stranieri che lavorano nel nostro paese, per offrire un panorama abbastanza vario e articolato, integrandolo con alcuni disegni e incisioni che possono suggerire il collegamento fra l'immagine bidimensionale, prima realizzazione della idea plastica, e la scultura, cioè l'opera che occupa un campo visivo complesso, modificabile con l'ambiente, sesnsibile all'incidenza della luce che dà significato e rilievo alle forme.
Anche dalla possibilità di assorbire o riflettere la luce è determinata la sceltta del materiale: marmo levigato o bronzo poroso, legno opaco o lucidissimo rame, acciaio o cemento, elementi che l'artista utilizza anche in funzione cromatica.
Al di là di uno specifico interesse per le indicazioni di orientamenti e correnti, tenendo piuttosto alla qualità formale e poetica delle opere, abbiamo accostato artisti che hanno come riferimento la figura umana e altri le cui ricerche sono volte alla costruzione di strutture semplici, blocchi di materie modulata nello spazio, altri ancora che la materia frangono e corrompono, tutti riuniti e coesi da una comune ansia esistenziale.
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La necessità di essere uniti
Sono passate poche settimane da quando il Consiglio di Zona 18 ha convocato la trentina di società sportive della nostra zona e ancora non è possibile dimenticare la penosa impressione che ha destato la presenza di solo cinque o sei di tali società all'assemblea.
Come è possibile che vi sia ancora oggi tanta miopia, tra i dirigenti sportivi, da non capire l'importanza di un discorso comune sui problemi che affliggono il settore dello sport non prefessionistico? Come è possibile che vi siano ancora dirigenti disposti a perdere intere serate nel discutere sul colore dei calzettoni da acquistare ed incapaci poi di sacrificare un serata per cercare di rendere funzionale un settore al quale dedicano tanto tempo?
I campi sportivi. della zona non abbondano certamente e la loro qualità non è delle migliori ma se speriamo che delegando sempre ad altri si possano risolvere i nostri problemi, percorriamo una strada gia battuta in passato.
È quindi necessario, magari prima di scoprire che i nostri amministratori hanno delle idee diverse dalle nostre, partecipare, per essere veramente amministratori di noi stessi e per non avere le sgradite sorprese che in questo settore abbondano.
Roberto Previtali
Dalla
Incontri ravvicinati del terzo tipo
con Richard Drevtitss — Francois
Dillon
Teri Garr — Melinda
regia: Steven Spielberg Giudizio: buono
Noi non siamo soli. Altri esseri umani vivono nello spazio. La sensazione di questa presenza ci accompagna per tutto il film. Lo spettatore accetta senza riserve il fatto, partecipando con una certa commozione al!'incontro ravvicinato" con gli extraterrestri. Pur non raggiungendo l'espressione figurativa di Kubrik, Steven Spielberg (Lo squalo - Dubl) ha scritto e diretto un buon film di fantascienza, non limitandosi a proporre una carrellata di scene spettacolari fine a se stesse (limite, ad esempio, di "Guerre Stellari), ma sviluppando un colloquio con lo spettatore su un tema che, a livello psicologico, ha sempre suscitato interesse: siamo preparati a questo tipo di incontro? Assistendo alla scena finale del film, quando l'enorme, fantastica astronave si posa sulla terra, ci sentiamo emotivamente pronti. E proviamo un sentimento di umiltà, accettando quasi
Truffaut
con gratitudine l'intelligenza superiore di chi ha saputo arrivare fino a noi, proponendoci un dialogo di solidarietà universale. Ma quando alziamo dalla poltrona e ci ;,.,,intoniamo per uscire in fretta dal locale, ci ritroviamo nella nostra realtà quotidiana e siamo d'accordo con il regista che riserva questi incontri ai più semplici. Gli effetti visivi sono di Douglas Trumbull (sceneggiatore di "2001: Odissea nello spazio" e regista di "2002: la seconda Odissea") e risultano spettacolarmente molto efficaci. Abbiamo rivisto con piacere Richard Dreyfuss (protagonista di "American Graffiti") e Francois Truffaut, che si dimostra attore sensibile, oltre ad essere un ottimo regista. Concludo con un augurio: che almeno le generazioni future sappiano arrivare ad "incontri ravvicinati del terzo tipo".
Mario Longagnani
La Sezione Lotta della Polisportiva Ripamonti di Affori ha partecipato al Miting di lotta greco-romana a squadre juniores tenutosi a Brescia il 19 marzo.
Nella foto, una fase della 1 " prova del campionato regionale dal quale la compagine afforese ha conseguito il 1- posto davanti alla squadra dei Vigili del Fuoco di Milano con 16 punti.
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Lotta
Un film che vi consigliamo
Come gli alunni della 3^D hanno illustrato il tragico avvenimento del rapimento dell'onorevole Moro e il massacro delle 5 guardie della scorta.
L'OCCUPAZIONE ABUSIVA DEL LOCALE DEL SUNIA: UN FATTO GRAVE. SBAGLIATO, CHE VA CONTRO GLI INTERESSI DI TUTTI GLI INQUILINI DI VIA RUBICONE.
Domenica pomeriggio, 9 aprile 1978, una famiglia abitante in ,via Rubicone n. 20 ha sfondato l'ingresso della sede del SUNIA (Sindacato unitario inquilini ed assegnatari), buttando fuori tutto quanto vi era dentro e prendendo abusivamente possesso del locale.
Il fatto è di gravità estrema, sia perchè rappresenta un attacco ad una organizzazione sindacale e democratica, da anni -presente nella città, nel quartiere e nel caseggiato di via Rubicone, e sia perchè lo stesso sindacato SUNIA di via Rubicone, con il lavoro di anni, ha contribuito in misura determinante al raggiungimento di una soluzione definitiva per la questione delle case minime.
Se oggi sono sorte le case popolari in via Giuditta Pasta, con la riserva precisa per gli abitanti di via Rubicone e della Cassina Anna, ed è stato deciso l'abbattimento delle case minime, lo si deve in primo luogo al lavoro e all'impegno dei cittadini di via Rubicone che per anni si sono battuti, organizzati nel comitato degli inquilini del SUNIA, oltre che al contributo importante dato da tutti i partiti democratici di Bruzzano.
Per questo, proprio come forze politiche democratiche del quartiere che per anni abbiamo sostenuto la giusta lotta degli inquilini di via Rubicone, riteniamo necessario esprimere la nostra ferma condanna alla azione contro la sede del SUNIA.
Proprio in questo momento, che vede sempre più da vicina la soluzione del problema (le nuove case sono ormai in fase di ultimazione), il verificarsi di fenomeni di abusivismo, di contrasti tra inquilini, e di attacchi al comitato degli inquilini, non serve ad altro che a rendere più difficile la situazione, DANNEGGIANDO L'INTERESSE DELLA MAGGIORANZA DEI CITTADINI DI VIA RUBICONE.
Dopo quanto è successo è necessario giungere ad una ASSEMBLEA per la discussione ed il confronto tra tutti gli inquilini, con il sindacato SUNIA e con la partecipazione di tutte le forze politiche democratiche del quartiere, perchè tutti direttamente interessati a difendere il risultato della lotta per la conquista di una casa popolare e ad impedire che si verifichino fatti che potrebbero ostacolare questo risultato.
Milano, 10 aprile 1978
Partito Comunista Italiano
Partito Socialista Italiano
Democrazia Cristiana
Sezioni di Bruzzano
Numero unico in attesa di autorizzazione
Redazione: via As-tesani, 27
Mario Migliaccio
Andrea Colombo
Mario Longagnani
Roberto Previtali
Maura Ceccaroli
Fotografia e impaginazione:
Sergio Ferrario
Direttore responsabile:
Edoardo Gardumi
Hanno collaborato a questo
numero:
Salvatore Rizzi
Luciana Borro
Silvia Pelizzi
Stefano Brambilla
Sergio Zurlo
Classe 3"D elementare di via Iseo
Mario Reali
Stampa:
Coop. "Il Guado"
Robecchetto con Induno (Mi)
Tel. 0331/881475 (Le bozze sono corrette dalla Redazione).
LE NOTIZIE UTILI DI ZONA
CONFERENZE - DIBATTITO
SERVE AVERE UNA FEDE?
Un quartiere s'interroga sul problema religioso Nell'ambito delle sue attività socioculturali, la biblioteca intende contribuire ad un dibattito sulla problematica religiosa. aperto a credenti e non credenti. I temi proposti costituiscono un primo momento promozionale, in vista di ulteriori sviluppi che potranno essere determinati dai partecipanti.
14 aprile 1978 - ore 21
SERVE AVERE UNA FEDE? In che cosa crede oggi...?
Lidia Menapace
posta
Processo alla `strega
Caro ABC, ti 'mando le fotocopie di tutta la documentazione riguardante un fatto sconcertante, che ha coinvolto genitori, docenti e organizzazioni che operano all'interno della scuola nel circolo didattico !se°Gabbro.
In breve i fatti.
Attività musicali
28 aprile 1978 - ore 21
COSA STA AVVENENDO NEL MONDO CATTOLICO
12 maggio 1978 - ore 21
Mario C uminetti
IL "VATICANO II" E LA CHIESA ITALIANA Giancarlo Zizola
26 maggio 1978 - ore 21
LA COMUNITÀ - TRA PERSONALE E POLITICO - COME BASE
E STRUTTURA DELL'ESPERIENZA RELIGIOSA. Franco Barbero
Le relazioni saranno seguite da dibattito.
COORDINATORE: Amilcare Giudici
SALONE DI VILLA LITTA
INIZIATIVE CULTURALI VILLA LITTA
Pittura
dall'8 al 20 aprile: Personale del pittore Angelo Testa dal 6 al 18 maggio: Personale del pittore Eugenio Finocchiaro
Musica
"Invito all'ascolto", ciclo musicale promosso dalle Biblioteche
Pubbliche Comunali e dedicato ai giovani artisti;
5° concerto 15 aprile ore 17 - Pianista Massimo Belloni
Musiche di Mozart, Beethoven, Liszt
Concerto per pianoforte
6° concerto 13 maggio ore 17 - Concerto per oboe e pianoforte.
Musiche di Haendel, Hayen, Beethoven, Poulenc.
Oboe: Piergiorgio Morandi - Pianoforte: Massimo Belloni
BIBLIOTECA RIONALE AFFORI Villa Litta - V.le Affori 21 tel. 6450897
Alcuni genitori della classe 2 D della scuola elementare di via Gabbro, con codino entusiasmo, hanno inteso con una loro presa di posizione intraprendere un processo nei confronti della insegnante dei loro figli, rea "nella forma" di impostare, come tecnica didattica, l'insegnamento dell'aritmetica per mezzo dell'insiemistica.
Questi genitori e la presidente dell'AGE della zona 8, dopo aver constatato nei bambini "una preoccupante caduta di interesse per la scuola", con poco limpide manovre hanno tentato di fare il processo alla "strega" di turno, nella sostanza colpevole di credere che i bambini siano essere pensanti e che democrazia significhi dare informazioni diverse in modo che i bambini abbiano una visione pluralista e non manichea della società.
Licio Santini a nome di un gruppo di genitori democratici
La strada del confronto democratico è spesso sbarrata da chiusure ideologiche che ne impediscano il cammino, se l'aver pubblicato questa lettera ha contribuito ad abbatterne alcune, ne siamo felici assieme alla lettera ci è pervenuta una ricca documentazione che per ragioni di spazio non possiamo pubblicare ma che resta comunque a disposizione di tutti coloro che ne vorranno prendere visione.
Droga
Ho letto i vostri articoli sulla droga e vorrei esprimere il mio parere sui drogati. Chi è il drogato? In primo luogo è un emarginato e può esseri° per molti motivi, vuoi perché vissuto in un famiglia che non gli ha insegnato nulla di come affrontare la vita, vuoi perché non riesce a trovare lavoro.
Le attività musicali, come quelle teatrali e cinematografiche, avvertono la necessità di un nuovo rapporto col territorio e devono tener conto della nuova situazione creatasi nella città con la nascita di organismi del decentramento, come Consigli di Zona e Distretti Scolastici. Questa esigenza di nuovi rapporti non significa un decentramento inteso come proliferazione di iniziative che renda frammentario e perciò non produttivo l'intervento culturale che si vuol offrire, ma una programmazione che nel coordinamento delle iniziative garantisca la qualità nonchè la partecipazione delle Zone alla gestione dell'attività culturale, in modo da rispondere più da vicino ai bisogni culturali dei cittadini.
Il progetto "Musica per la città" elaborato dalle istituzioni musicali "Pomeriggi musicali" e "Angelicurn-, dall'ARCI e dall'AGIS in collaborazione — in questa prima fase — con le Commissioni Cultura di alcuni Consigli di Zona. compreso il nostro, prevede una serie di interventi musicali.
Il programma elaborato per la nostra zona esclude la musica sinfonica e da camera, in quanto già oggetto di concerti promossi dalle Biblioteche Pubbliche Comunali o da altre organizzazioni culturali; esso si articola in 5 concerti di musica moderna, popolare e jazzistica — 3 presso il Cinema Piccadilly e 2 a Villa Litta — ed in un ciclo di seminari sulla storia della musica.
Il costo del biglietto d'ingresso ai concerti è di lire 1000 (intero) e 500 (ridotto).
Questo il programma:
Stormy six
17-4-'78 - ore 21
Cinema Piccadilly
Gaetano Liquori
Jazz contemporaneo
Cavallanti
21-4-'78 - ore 21
Villa Litta
Gruppo Folk Internazionale
8-5-'78 - ore 21
Cinema Piccadilly
Della Pizzardi
19-5-'78 - ore 21
Villa Litta
Gruppo dell'Almanacco
Popolare:
"Nel bosco di Leandro"
- Condotta medica, Dispensario farmaceutico e Centro per la diagnosi precoce dei tumori dell'utero
S.M.A.L. - Servizio Medicina preventiva
di Lavoro - V.le Affori 21
E.C.A. - Ente Comunale di Assistenza, Centro Sociale - V.le Affori 21
sfrattati - Via Novara 19
pre-addestramento al lavoro - V.le Affori 21
Servizio sociale comunale - V.le Affori 21
Centro sociale - Via del Tamigi 7
Centro sociale - Via Spadini 15
Centro sociale - Via Val di Bondo 9
Centro sportivo "Ripamonti" - Via Iseo, 4
Piscina - Via V. da Seregno-Fermi
Vendite controllate SO.VE.CO
Lunedì pomeriggio: Via Assietta angolo Via Gabbro
Martedì pomeriggio: Via Fabriano angolo via Chianciano Via Val di Bondo
Venerdì pomeriggio: V.le Affori angolo via Faccio Via Vai di Bondo
Sabato pomeriggio: P.za'Bruzzano
VARIE
Mercati rionali settimanli: mercoledì mat. Via Gaeta/Sand sabato mat. Via Ciccotti
Taxi: V.le Affori - 6456713
P.za Gasparri - 6462380
Carabinieri, Stazione di Affori: Via Cialdini 131 - 6450041
Commissariato P.S. "Cenisio": Via Chianciano 6 - 6453014
C.U.Z. - Consiglio Unitazione di Zona sindacale, zone 7-8: Via Mercantini 15 - 3760566
Altro motivo può essere quello che nasce dalla concezione errata della nostra società: il diventare qualcuno a tutti i costi. Le frustrazioni in questo senso possono portare a cercare conforto nella droga. Altro elemento che può emarginare il giovane e che può portarlo alla droga è la violenza, soprattutto quella portata alle ragazze, che poi magari si vedono rifiutate dai genitori e buttate fuori di casa. Per prevenire il fenomeno della droga occorre l'impegno di tutte le forze democratiche, creare soprattutto posti di lavoro e dare ai giovani una istruzione che sia civilmente e democraticamente politica.
Maria De Filippo
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29-5-'78 - ore 21
Cinema Piccadilly
CALENDARIO DI ZONA
17 aprile - ore 21 - Commissione LL.PP. demanio e patrimonio - educazione ore 16 - 21 - corso di chitarra
18 aprile - ore 18 - 21 - corso di chitarra ore 21 - C.so Subacquei
19 aprile - ore 18 - 21 - corso
chitarra
21 aprile - ore 18 - 21 - corso
chitarra , ore 21 - spettacolo musicale
22 aprile - ore 16 - 21 - corso
chitarra
23 aprile ore 16 - 21 - corso
chitarra
24 aprile - ore 16 - 21 - corso
chitarra
25 aprile - ore 16 - 21 - corso
chitarra
26 aprile - ore 16 - 21 - corso
chitarra
27 aprile - ore 16 - 21 - corso
chitarra
28 aprile ore 16 - 21 - corso
chitarra
29 aprile - ore 21 - manifestazione filatelica
30 aprile - ore 21 - manifestazione filatelica
pagina 8 n. 4 - Aprile 1978
Chiamate d'emergenza
Autoambulanze, servizio di
Soccorso. 3883 Servizio medico urgente 680029/602874 Croce Viola Dergano 192 Servizio guardia farmaceutica 723291/593341 Guardia ostetrica permanente 113 Polizia 6220 Carabinieri, pronto intervento 34999 Vigili del fuoco 7727 Comando centrale vigili urbani 314080 Guasti acquedotto 8830 Guasti gas 117 Taxi Servizio pubblici e sociali comunali n. telef. Consiglio di Zona n. 8 - V.le Affori 21 6464762 Comitato Sanitario di Zona n. 8 - V.le Affori 21 6464762 Servizio anagrafe - V.le Affori 21 6454710 Certificato a domicilio 8598 Ufficio informazioni e reclami 870545 Vigilanza urbana di zona - V.le Affori 21 6454709 Biblioteca comunale "Villa Litta" - V.le Affori 21 6450897 Centro di prestito - Via del Tamigi Ufficio d'Igiene - V.le Affori 21 6454712 - Medico dirigente 6459538 - Vaccinazioni obbligatorie 6456693
6450171 Centro
Ambienti
6468831
6468831 Ricovero
6458340 Centro
6464127
7733
Pronto
6459351
6453084
6459253
648804