Con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza a Palazzo Marino, la contrapposizione frontale della democrazia cristiana, il voto contraria ma di apertura costruttiva dei repubblicani e dei liberali e l'astensione dei gruppi socialdemocratico e demoproletario, è stata approvata la Variante Generale al Piano Regolatore per la città di Milano.
Questo atto è l'epilogo di un proficuo dibattito che si è sviluppato in ogni parte della città e ad ogni livello politico, sociale, sindacale, culturale e produttivo in questi ultimi sei mesi. L'apporto dei Consigli di Zona soprattutto nelle questioni particolari del piano, quali la destinazione di aree a servizi, è stato di notevole importanza e di contributo sostanziale all'Ufficio Tecnico del piano stesso. E' stata una risposta positiva ai consiglieri della democrazia cristiana che volevano trasformarlo in un motivo di scontro ulteriore con la Giunta democratica di sinistra.
Il nuovo Piano Regolatore Generale, oltre a sostituirsi a quello del 1953 ormai mutilato nelle sue parti essenziali, diventa lo strumento urbanistico indispensabile per riequilibrare il tessuto urbano cittadino sconvolto dalla speculazione selvaggia favorita proprio da coloro che oggi si atteggiano a paladini di non sappiamo quali difese degli interessi dei cittadini.
Un particólare del nuovo Piano Regolatore che interessa direttamente il nostro quartiere ma anche la Zona 9 e la città di Milano, è l'accettazione da parte del Consiglio Comunale della opposizione formulata dalla Casa di Redenzione Sociale di Via Terruggia a proposito di una, previsione del nuovo P.R.G. Questi infatti indicava che l'area a verde che comprende il parco della Villa Clerici venisse espropriato spezzando di fatto l'armonia e la struttura del perimetro storico e ambientale. L'emendamento relativo presentato in Consiglio Comunale da rappresentanti dei gruppi del P.C.I. e P.S.I. e approvato dalla maggioranza destina l'intero perimetro a SERVIZIO PRIVATO DI INTERESSE PUBBLICO che significa tra l'altro la possibilità di stipulare convenzioni, _Vuol dire in sostanza concretare le proposte avanzate dal Consiglio di Zona per aprire alla popolazione le visite guidate alla Galleria d'Arte Sacra dei Contemporanei, l'accesso a spettacoli artistici e manifestazioni culturali da realizzarsi nel teatro romanico, l'utilizzo organico e razionale delle strutture del tempo libero e dei servizi sociali e didattici.
Tocca quindi al Consiglio di Zona, promuovere incontri fra la proprietà e gli Enti Pubblici: Regione, Provincia e Comune in modo di giungere ad usufruire, in tempi relativamente brevi, di tali beni culturali e sociali.
Loris Roncelli
Abbiamo chiesto al Compagno
Roberto CAMAGNI, Presidente della Commissione Bilancio del Comune di Milano, di farci il punto sulla situazione finanziaria della nostra Città.
Nei sedici mesi dalla sua nascita la Giunta di sinistra come ha affrontato i problemi della finanza locale?
In primo luogo il Comune di Milano ha stabilito uno stretto rapporto con gli altri Comuni ed Enti locali. Dalle numerose iniziative comuni degli Assessori al Bilancio dei grandi -comuni fino alla recente iniziativa dell'assemblea dei Sindaci e delle Province lombarde con la presenza del Presidente della Regione Lombardia.
In secondo luogo ha cominciato ad operare con nuovi criteri nella gestione della propria spesa. Per quanto concerne la spesa corrente nel 1976, questo è stato l'andamento:
Spesa per il personale Era stata stanziata una somma preventiva per il '76 di circa 140 miliardi mantenendo invariato il numero complessivo dei dipendenti comunali ed effettuando una politica di contenimento degli straordinari (25% in meno dello scorso anno).
Oneri finanziari Si presume di pagare alle banche circa 130 miliardi per interessi passivi (ogni cittadino in pratica versa 73.000 lire alle nostre banche).
Questa situazione è stata É causata dall'impennata del tasso di sconto e quindi di tutti i tassi, fin dal febbraio scorso, ed ha comportato un superamento rispetto alla previsione di circa 20 miliardi, indipenden-
BASTA COL TERRORISMO
Roma, Sesto San Giovanni, Brescia, anelli della lunga catena della strategia della tensione che le forze eversive da troppi anni conducono con l'evidente fine di dividere i lavoratori e di renderli più deboli proprio quando la grave situazione del Paese richiede l'unità.
I Partiti politici dell'arco costituzionale, le forze sociali ed economiche non possono più anteporre i propri interessi a quelli più generali del Paese, tutti devono dare il più ampio contributo per uscire dall'attuale crisi economica, sociale e morale.
In un momento eccezionalmente grave il Paese deve poter contare sul contributo più ampio di tutti i partiti democratici; non è più possibile rinunciare all'apporto diretto di quei partiti, come il PCI, che rappresentano più ampiamente i lavoratori.
Alle vittime innocenti di tante stragi va il nostro più riverente pensiero con la certezza che l'Italia antifascista e democratica saprà, ancora una volta, trovare nell'unità, la via del progresso civile e democratico.
temente dalle concrete possibilità di intervento della Civica Amministrazione.
Acquisti di beni e servizi
La previsione che si aggirava su uno stanziamento di circa 112 miliardi fatta sulla base di un incremento del 10% rispetto all'anno precedente, pur in presenza di un forte aumento di tutti i prezzi, è stata sostanzialmente rispettata.
In terzo luogo si è operato verso le Aziende e Società comunali sia procedendo ad un riordino dei rapporti Comune-Az'enda sia chiedendo alle nuove Commissioni Amministratrici di procedere con gradualità ma fermezza ad una azione di maggior rigore amministrativo.
I PROBLEMI ECOLOGICI
L'ottobre 1976 sarà ricordato, nella nostra zona, come il mese del Seveso. Questo che ormai non è più un fiume, ma una cloaca della peggior specie, ha invaso per tre volte le strade, cantine, scuole, negozi causando danni ingenti e lasciando punti interrogativi.
L'Eco vuol dare una rispoSta a questi legittimi interrogativi ed ha intervistato l'Assessore all'Ecologia al quale rivolgiamo una sola domanda: « qual'è la situazione dell'acqua potabile e se sono legittime le preoccupazioni in merito alla diossina ».
« Il panico per quanto riguarda l'acqua potabile è infondato; (segue a pag. 2)
In questo contesto quanto ha inciso l'eredità lasciata dal centro-sinistra?
Abbiamo più volte denunziato che il Centro-Sinistra si lasciava in eredità una situazione finanzaria dissestata che poteva essere espressa dal disavanzo di amministrazione di 118 miliardi che per la prima volta veniva evidenziato nella logica da noi perseguita del bilancio-verità. A questa somma vanno aggiunti i deficit delle Municipalizzate già accertate al consuntivo ferme al '74 per altri 100 miliardi.
In sostanza il 25% del Bilancio '76 era riservato a disavanzi ereditati ai quali andavano aggiunti altri 70 miliardi di deficit passati mai coperti nè finanziati.
IL PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI
In attesa dello stanziamento di 20 milardi chiesti allo Stato per opere idrauliche per Milano e provincia l'Assessorato ai Lavori Pubblici ha predisposto un gruppo di interventi irrinunciabili e inderogabili che interessano il capoluogo e che prevedono la spesa di 8 miliardi e 150 milioni di lire di cui 1 miliardo e 750 milioni per il Seveso. I progetti sono in fase di ultimazione.
1° Sghiaiamento del torrente Seveso e del Naviglio Martesana per L. 800 milioni.
Le opere riguardano la rima zione nell'alveo tombinato per 6,320 Km, di 30.000 metri cubi di sabbia, ghiaia e melma. (segue pag. 2)
La crisi della finanza degli Enti locali tuttavia è così grave che si manifesta anche nel più ricco Comune italiano.
Perché più ricco?
Quando sono state abolite l'imposta di famiglia, le imposte di consumo e l'imposta su commerci, arti e professioni (ICAP), l'aumentare del gettito a Milano era 2,5 volte maggiore del gettito medio dei comuni. Pertanto le rifusioni statali in sostituzione dei tributi soppressi sono di conseguenza più alte di 2,5 volte la media delle rifusioni date ai Comuni. La spesa comunale per abitante a Milano è la più alta d'Italia. Naturalmente la quantità della spesa non significa immediatamente qualità elevata dei servizi.
In una grande macchina comunale (25.000 dipendenti) le disfunzioni, gli sprechi, le distorsioni organizzative' sono moltissime. Occorre riorganizzare, razionalizzare, controllare e decentrare la struttura amministrativa del Comune per spendere meglio, per ottenere di più con la stessa spesa.
Come si manifesta la crisi finanziaria del Comune di Milano?
E' una crisi di liquidità di cassa — 250 miliardi di debiti a breve, 1.200 miliardi di debiti a lungo termine — Prestito di 125 miliardi bloccato.
Cause generali possono così essere riassunte: entrate sostanzialmente rigide per la cosiddetta riforma fiscale a fronte di spese crescenti per l'inflazione. In sostanza la città di Milano riceve dallo Stato 188 miliardi relativi a tributi soppressi nel '73. Con il conseguente deprezzamento dovuto ad una inflazione del 20% annuo il vero valore di questi miliardi scende del 40%.
Eccezionale crescita degli oneri finanziari dell'indebitamento per gli alti interessi mutui, prestiti obbligazionari e anticipazioni a breve termine. Mancando entrate adeguate, non essendo state rivalutate le somme versate dallo Stato, ed aumentando nel contempo il numero dei compiti e funzioni il Comune è costretto a ricorrere all'indebitamento bancario. Si pensi che negli ultimi 7 anni i Comuni italiani hanno pagato 9.000 miliardi di interessi passivi. Per il crescente disavanzo di gestione del trasporto pubblico, offerto necessariamente a prezzo politico.
Stretta creditizia generalizzata.
Cause specifiche:
a) Bassa produttività dei Servizi del Comune, dell'ATM e delle altre aziende municipalizzate in relazione alle grandi dimensioni degli apparati e loro estrema centralizzazione e settorializzazione.
Quali rischi può comportare la crisi finanziaria del Comune?
Gravissime — alcune situazioni sono già allarmanti — le difficoltà di pagamento dei fornitori e delle imprese creano già disfunzioni serie. Pertanto c'è il rischio di bloccare servizi essenziali per la città.
Isegue"s pagine 2)
La sistemazione del Torrente Seveso Mensile di vita Niguardese nell'interno : I SERVIZI DI VIA CHERASCO IL CENTRO SCOLASTICO NEL LOTTO 41 L'ECO DI NIGUARDA A cura della Sezione P. C. I. " F. Rigoldi „ COME SUPERARE LA CRISI FINANZIARIA DEL COMUNE DI MILANO 0 Provvedimenti urgenti per il credito 0 Eliminare gli sprechi e gli Enti inutili 0 Riqualificare la spesa pubblica APPROVATO IL NUOVO PIANO REGOLATORE
pag.
Segue dalla prima pagina CRISI
FINANZIARIA
Quali sono gli obiettivi che bisogna proporsi per uscire da questa situazione?
Numerosi e di diverso tipo, ma non separabili: Una ampia informazione della cittadinanza con tutti i mezzi possibili, sulla reale gravità della situazione; una mobilitazione popolare per una riforma e un risanamento della finanza locale nel quadro di una lotta generale Çall'intiazione; blocco e qualificazione della spesa corrente; rigoroso ed energico intervento per riaurre i costi, tagliare spese non immediatamente necessarie, eliminare sprechi e disfunzioni attraverso un energico processo di decentramento e di gestione decentrata; una azione severa di lotta alla evasione fiscale; una iniziativa generale perchè il trasporto pubblico nelle grandi aree urbane trovi un finanziamento che non gravi sull'esausta finanza locale; prosecuzione della politica di adeguamento delle tariffe gestite dalla Civica Amministrazione volta ad ottenere un equilibrio dei costi coi ricavi — unica eccezione quella relativa al trasporto pubblico dove si deve perseguire solo un aggiornamento della tariffa politica.
In questo contesto si cala la richiesta di provvedimenti governativi urgenti per concessioni di credito che ci facciano superare la fase attuale (per Milano basterebbe l'autorizzazione ad anticipazioni sulla base del prestito obbligazionario di 125 miliardi, bloccato da mesi) e misure indilazionabili come quelle richieste dall'ANCI e dal progetto di legge presentato dal PCI.
ECOLOGIA
l'acqua è perfettamente potabile ed i giornalieri controlli sia nella falda che nelle vasche di raccolta non hanno mai segnalato la minima presenza di sostanze tossiche di qualsiasi tipo.
Il discorso sulla diossina è diverso. Nei fanghi, non nelle acque, trasportati dal Seveso, sono state trovate tracce di diossina in quantitativi di mille volte inferiori a quelli che sono i limiti di sicurezza dell'uomo.
Il Seveso è uno dei grossi problemi del mio Assessorato, ma certamente non come diretto pericolo per la salute degli abitanti dei quartieri soggetti alle sue esondazioni.
Gli Uffici d'Igiene comunale e provinciale hanno effettuato centinaia di accertamenti che mai hanno dato esiti positivi allarmanti.
INTERVENTI
2°) Opere di costruzione di un bacino di decantazione e sgrigliatura sul torrente Seveso all'ingresso del territorio comunale per un costo previsto di L. 950 milioni.
Le altre opere in fase di pogettazione sono: canale di collegamento del Seveso col torrente Pudiga per un costo presunto di L. 1 miliardo e 200 milioni; l'opera serve per dirottare le acque di magra del Severo allo scopo di effettuare il controllo e lo spurgo delle acque dello stesso in assenza di esalazioni tossiche; sistemazione e tombinatura del Seveso lungo la via Ornato per Km. 0,5 e un costo aggiornato previsto di L. 900 milioni; l'opera già progettata in due stralci è utile per evitare l'allagamento di questa importante arteria e per realizzare la tangenzialina Nord.
Il programma di medicina preventiva per il 1977
Il Pluricentro di medicina preventiva per l'infanzia di Via Cherasco, istituito dal Comune di Milano, attraverso una concessione d'uso degli immobili da parte della proprietà, l'Opera Pia Asili di Carità, non è pienamente conosciuto dalla popolazione del nostro quartiere e solleva, da qualche parte, dubbi e perplessità. Per questo abbiamo chiesto al con'ipagno Amleto Farina, presidente del Consiglio di Zona e componente del Comitato di gestione del Pluricentro di rispondere ad alcune domande.
Quale bilancio si può fare dell'attività svolta dal Pluricentro nel contesto delle funzioni previste dalla delibera comunale?
Innanzitutto va precisato che il Pluricentro è un insieme di servizi pubblici di medicina preventiva che opera in una fascia di popolazione da zero a 12 anni e si articola in quattro centri specialistici: vaccinazione, neuropsichiatria e psicologia infantile, oculistica e otofonoiatria e cioè i disturbi dell'udito e del linguaggio. Al Pluricentro, così come indica la delibera comunale, si sono aggiunti un asilo nido e una scuola materna con l'inserimento di soggetti in difficoltà psicofisiche. Un bilancio complessivo da4 1974 ad oggi non è possibile in quanto i centri si sono aperti in tempi diversi e in mezzo a grosse difficolta di ordine economico e di indirizzo sanitario. Sul centro medico psicopedagogico che per primo è entrato in funzione, possiamo dire che ha svolto una mole considerevole di lavoro in condizioni non sempre agevoli: in stretto collegamento con il reparto di neonatalità dell'Ospedale di Niguarda con interventi sugli asili nido, nelle scuole materne e nelle elementari, con una
consistente, anche se non appariscente, azione di prevenzione e cura all'interno del centro stesso. E forse questi ultimi, sono stati gli interventi più qualificanti per la complessità dei casi e perchè vedono coinvolte le stesse famiglie.
Al centro medico psicopedagogico hanno fatto seguito gli altri centri che hanno completato i principi ispiratori del Pluricentro di Via Cherasco, un servizio pubblico gratuito aperto ai cittadini della nostra zona che sono invitati a chiedere informazioni ed a rivolgersi per consultazioni e per eventuali necessità per i propri figli.
A proposito della gestione del Pluricentro, abbiamo letto sul giornale delle Acli « Conoscere e partecipare » una osservazione critica. Vuoi chiarirci la questione?
Il Pluricentro di Via Cherasco ha un Comitato di gestione previsto dalla delibera comunale a cui fanno parte, oltre all'Assessore alla Sanità che lo presiede, i rappresentanti dei Consigli di Zona 8 e 9, della proprietà, degli utenti e del personale. Le sue riunioni sono fissate periodicamente e vengono estese agli operatori del Pluricentro e, fino a quando era in funzione, ai componenti del Comitato Sanitario di Zona.
Le sue decisioni e proposte vengono portate in Consiglio di Zona attraverso la sua Commissione Sicurezza Sociale. Il Comitato di gestione rimarrà in carica fino al febbraio del '77.
Certo questo organismo non è un perfetto gioiello di democrazia partecipata e le premesse per una profonda modifica stanno nel superamento della delibera che potrà avvenire con l'entrata in vigore, del nuovo Regolamento dei Consigli di Zona che chiama
-frrancesco il duro
La vicenda delle famiglie di Via Adriatico 4, il vecchio «casin », ha avuto echi anche sulla stampa cittadina. Si sono mossi in parecchi a cominciare dai compagni comunisti del Consiglio di Zona e dalla nostra Sezione di partito. Sono intervenuti sul posto i tecnici del Comune e i funzionari dell'Ufficio d'Igiene e Sanità. Sono giunte alla proprietà le ingiunzioni e le relative multe per non avere ottemperato agli obblighi manutentivi indispensabili. E' intervenuta persino la Pretura di Milano che sta istruendo una causa contro la proprietà.
La proprietà tace ad eccezione dell'avvocato Francesco Calderara che afferma di essere soltanto il legale di una Società F.11i Calderara. Spiritoso questo professionista milanese con studio legale in Via Dante 4 che dice di non contare niente e continua da decenni a stipulare contratti di locazione e a ricevere le rate di affitto, sollecitando tra l'altro i ritardatari nei pagamenti.
Chi ha visitato come noi abbiamo fatto questa vecchia bicocca, chi è entrato nelle case di coloro che abitano e soffrono in Via Adriatico particolarmente nei periodi di maltempo, ha potuto rilevare due comportamenti nettamente contrapposti: quello dell'avvocato Francesco Calderara che pretende il pagamento dell'affitto ma se ne strafrega se nelle case entra l'acqua piovana e i suoi inquilini, i bambini e i vecchi per primi, contraggono malattie per lo stato dello stabile. L'altro, civile e composto, di cittadini e lavoratori onesti che nonostante le condizioni di disagio, rifiutano di 'occupare abusivamente le ca-
gli organi del decentramento a gestire i servizi sociali e sanitari alle persone.
Puoi descriverci sommariamente i programmi del Pluricentro di Via Cherasco per il 1977?
Ogni equipe che opera nel Pluricentro ha già formulato una ipotesi di piano di lavoro per il prossimo anno che è stata presentata e discussa in Consiglio di Zona assieme agli operatori sociali e sanitari, ai dirigenti delle Scuole, ai rappresentanti degli asili nido, delle scuole materne e degli organi collegiali scolastici. L'ipotesi di programma prevede l'accentuazione degli interventi preventivi particolarmente per i centri di oculistica e di otofonoiatria, senza trascurare gli interventi terapeutici o curativi sui soggetti affetti da handicaps. L'ipotesi di programma è stata e sarà occasione di riflessione critica ed autocritica della metodologia sin qui seguita soprattutto per l'esigenza di un lavoro più coordinato fra i servizi del Pluricentro, tra questi e gli operatori sociali e sanitari — medici sco-
lastici compresi — della zona, tra tutto questo e la realtà sociale dei nostri quartieri. Ma ciò potrà divenire un fatto qualificante se sapremo portare tale ipotesi tra la popolazione per verificare le linee di intervento e formulare un programma in grado di recepire e di soddisfare, in misura consentita dalla situazione corrente, i reali fabbisogni della gente.
Vorrei chiederti se non pensi che le informazioni date dal Consiglio di Zona e dal Comitato di gestione sul Pluricentro di Via Cherasco siano state troppo scarse. Come è possibile pensare di coinvolgere la popolazione a discutere, verificare, controllare se questa non è informata del problema?
L'ISTITUZIONE DEI CONSULTORI
La legge istitutiva dell'O.N.M.I. fu emanata nel 1925 e da allora trascorsero 46 anni di vuoto assoluto in materia di interventi a tutela della madre e del bambino.
se del Comune consapevoli che altre famiglie, forse più bisognose di loro le attendono da troppo tempo.
Ci domandiamo se in un paese come il nostro, se in una città come Milano, se in un quartiere come Niguarda si possa accettare che un avvocato Calderara qualsiasi decida la sorte di decine di famiglie rifiutando loro ogni aiuto con interventi manutentivi e la esecuzione di minute opere in rispetto alle norme iigenico e sanitarie più elementari. A lui basta pagare qualche multa e cullarsi nella prospettiva di abbattere il vecchio « casin » per costruirvi sopra un bel palazzone del tipo di quelli aberranti di Via Marmolada e a costi certamente proibitivi per gli inquilini di Via Adriatico 4. E questi, dove andranno? « Dovranno arrangiarsi e se non ce la fanno si rivolgano al Comune di Milano » potrebbe essere la risposta dell'avvocato Francesco Calderara. La nostra risposta non è soltanto quella di richiamare tutti, e in misura particolare coloro che hanno alloggi sfitti, a ricercare una casa per questi cittadini. Ma di dire anche ai padroni del « casin » che le tavole del nuovo Piano Regolatore Generale, approvato in questi giorni, parlano molto chiaro e contro le loro ambizioni.
E se per una malaugurata ipotesi, qualcosa dovesse cambiare sulle destinazioni nei piani di attuazione del nuovo Piano Regolatore, ebbene i comunisti e i democratici niguardesi sapranno mobilitarsi per impedire che la speculazione privata abbia partita vinta. puntaspillo
Nel 1971, finalmente, la Corte Costituzionale abrogò l'art. 553 del Codice Penale che faceva divieto di propaganda anticoncezionale. Da quel momento si è avviato un profondo processo di riforma che ha consentito una serie di emanazioni di leggi per la tutela della madre lavoratrice (n. 1024) per l'istituzione del servizio asili nido (1044) ed altre ancora per l'introduzione del divorzio, del diritto di famiglia e dei consultori familiari (405).
In attuazione di quest'ultima legge dello Stato, il Consiglio Regionale il 29 luglio 1976, quasi all'unanimità, ha approvato la legge n. 44 per la « Istituzione del servizio per l'educazione sessuale, per la procreazione libera e consapevole, per l'assistenza alla maternità, all'infanzia ed alla famiglia ».
Grazie alle pressioni ed all'ampio dibattito sviluppato dalle forze politiche più aperte e sensibili a questi problemi, la legge regionale n. 44 è in grado di superare in positivo la stessa Legge dello Stato (405), facendo assumere al servizio dei consultori familiari un vero carattere sociale integrandosi pienamente con tutti i servizi e le strutture sociosanitarie ed assistenziali del territorio (asili nido, SMAL, ospedali, centri di igiene mentale, ecc...) evitando così la settorialità degli interventi.
Il servizio consultoriale così concepito non si limita a fornire mezzi per il controllo delle nascite, ma svolge un vero ruolo sociale di educazione sanitaria e sessuale al fine di consentire una corretta pianificazione familiare, preparando la coppia ad una maternità e paternità consapevoli.
Altri compiti specifici di questo servizio riguardano le consulenze in campo eugeneticó e ginecologico, intese sia come interventi preventivi nei riguardi della donna (come ad esempio nel caso dei tumori dell'apparato genitale), sia come tutela della maternità, con una precoce diagnosi della gravidanza, con controlli periodici e con la selezione delle eventuali « gravidanze a rischio », seguite poi dai centri ospedalieri più adeguatamente attrezzati.
Il consultorio, che segue la
Certo è una grossa carenza degli organi del decentramento quella della informazione e non si tratta soltanto di mancanza di quattrini che si potrebbero reperire, per esempio, eliminando o ridimensionando le pubblicazioni di « prestigio » del Comune di Milano fissando, fra le spese correnti produttive, l'ormai famoso « fondo spese a rendere conto » a carico dei Consigli di Zona. Tuttavia non è vero che non si è fatto nulla per informare i cittadini; lo testimoniano i numerosi manifesti e le locandine presenti in centinaia di locali pubblici, le migliaia di volantini distribuiti in decine di incontri e in occasione di Assemblee Popolari. G. P. donna per tutti i suoi problemi ed in ogni momento della sua vita sessuale, offre anche il proprio qualificato servizio per la tutela e la salute del neonato e del bambino nella prima infanzia (dagli zero ai tre anni) con una serie di interventi programmati in base alle sue tappe di sviluppo.
Indubbiamente l'aver conquistato questo importante servizio, pubblico e gratuito per tutti i cittadini che ne richiedano l'intervento, non deve essere la sola garanzia di un buon funzionamento del consultorio stesso. Anche nella nostra zona, nell'ambito di un programma cittadino per la realizzazione di consultori (3 sono già aperti e 3 si apriranno entro il 1977), all'interno dello stabile di Via Cherasco, verrà probabilmente istituito questo servizio e noi, come cittadini utenti, dovremo essere per tale data in grado di gestirlo socialmente.
Il consiglio di zona, tramite una sua sottocommissione di lavoro, sta già affrontando a livello di dibattito questo argomento, senz'altro nuovo per molti di noi.
Ma io ritengo che superando il tradizionale concetto di delega, sia più che mai importante che ognuno di noi non perda alcuna occasione (assemblee, incontri, ecc.) per cominciare a « parlare » del consultorio materno-infantile.
Come lo vogliamo, con quali contenuti e programmi d'intervento sulla zona, come intendiamo contribuire al buon funzionamento attraverso la gestione, devono essere, da questo momento, argomenti in più di interesse e di dibattito.
Con la realizzazione del consultorio scaturiranno importanti tematiche di contenuto e di gestione; s'in d'ora bisogna individuarne un modello che tenda, nelle sue caratteristiche e nelle sue finalità, a garantire, al suo interno, l'indispensabile pluralismo di posizioni ideali e politiche che sono senza dubbio la strada più giusta da percorrere per una vera gestione sociale.
E' quindi quanto mai importante promuovere su questo tema un dibattito che veda la partecipazione attiva dei cittadini utenti, degli operatori del servizio, di tutte le forze sociali politiche organizzate nel nostro quartiere (C.d.Z., C.U.Z., ACLI, partiti politici, sindacati).
Mara Meroni
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L'iscrizione al P. C. I. non è un atto formale: significa lotta + al malcostume all'auuenturismo + all'inflazione
IL PLURICENTRO DI VIA CHERASCO E' UNA GROSSA REALTA'
LA PAGINA DELLA SCUOLA
Le questioni dell'edilizia scolastica
LA SOLUZIONE PASSA DAL
CENTRO SCOLASTICO DEL LOTTO 41
Abbiamo voluto fare il punto sulla edilizia scolastica nel nostro rione, perchè, partendo dalla realtà, si possa iniziare un discorso sulle prospettive, sui bisogni, su quali devono essere i momenti immediati di intervento, su quali devono essere gli impegni che la amministrazione comunale deve assumere a breve, medio, lungo periodo.
Una programmazione che non isoli il nostro rione dall'insieme della zona e più in generale della città, in una situazione di grave difficoltà economica per i comuni italiani.
Infatti, se spese debbono essere fatte, esse debbono trovare una attenta programmazione per evitare nel futuro ciò che oggi avviene: i viaggi, con autobus dell'ATM, dei ragazzi da questa a quella scuola, da questa a quella zona della città.
Entrando nel merito, dobbiamo notare che, se le scuole materne, nello specchietto pubblicato, possono Ñpresentare una buona situazione, essa non è così rosea come sembra, in quanto lo standard è di 40 bambini per aula nelle materne comunali, molto alto anche se in alcuni mesi le assenze raggiungono il 40% degli iscritti, ed inoltre vi è in funzione, presso la parrocchia, un asilo privato con circa 120 bambini e che in parte copre le carenze del quartiere. Ora, senza attirarci gli strali di « Radioselva » (il GR2), siamo convinti che la realizzazione della scùola materna in Via Adriatico (lotto 41), oltre a coprire un'area attualmente non servita, potrà diminuire lo standard portandolo a 30 bambini per aula e questo senza voler intaccare la scuola materna parrocchiale nè la sua funzione, che potrà continuare ad essere mantenuta.
Passando poi alle scuole elementari possiamo notare che in via Passerini la utilizzazione della ex Casa del Popolo ha permesso di risolvere l'immediato bisogno. E' stata questa una realizzazione che si può definire positiva, anche perchè la Giunta, quella eletta dopo il 20 giugno, ha tenuto fede agli impegni assunti, malgrado la pesantezza della situazione finanziaria.
E' comunque questa una soluzione « provvisoria » e come tale deve rimanere, in attesa della realizzazione del lotto 41.
Per la scuola elementare di via Cesari è noto che se è vero che quest'anno ha avuto un notevole ampliamento (10 aule, palestra, 2 laboratori, biblioteca) è rimasta scuola speciale e quindi gli alunni giungono per la maggior parte da altre zone.
Si tratta qui di proseguire nelle iniziative per trasformare questa scuola in scuola di quartiere, essendo l'unica con caratteristiche adatte al tempo pieno.
Le dolenti note sono date dalla media inferiore (Cassinis). Infatti, sia per la vastità del bacino di utenza, che raggiunge la via Ca' Granda Nord, sia per l'elevato incremento della popolazione che si è avuto in quella zona, pur con l'affitto di 6 aule presso l'istituto Girola, lo standard di 25 alunni per aula viene largamente superato.
E' chiaro che il completamento del lotto 27 IACP e l'incremento del nostro rione nei prossimi anni peggioreranno sempre più questa situazione. Su qui quindi, oltre ovviamente che sul lotto 41, deve concentrarsi la nostra attenzione.
La proposta che viene fatta e che ci sembra la migliore, è quella di, iniziare da subito una azione per la costruzione della media sull'area già destinata a quello scopo e, precisamente via Gatti-
REALTA' DELLE SCUOLE DI RIGUARDA
Un impegno comune sui temi dei contenuti
I mali della scuola hanno profonde ragioni sociali
E' iniziato il terzo anno da quando i genitori, con i decreti delegati, hanno creato almeno sul piano della rappresentatività un rapporto più puntuale con i problemi della scuola. Ma già si sente dire che i genitori sono stanchi, che i miglioramenti nella scuola sono superficiali, che i problemi grossi ci sono sempre...
Di fatto all'entusiasmo iniziale sono subentrate: prima, le preoccupazioni per le difficoltà incontrate, poi lo scoraggiamento per alcune impreparazioni, infine la rassegnazione ad una gestione senza prospettive di miglioramento. Soprattutto è andata riducendosi la partecipazione dei genitori alle riunioni, alle assemblee, ai momenti di discussione e di conoscenza.
Aule + 6 in affitto Istituto Girola. L'incremento è previsto per il 1980 (Lotto 41 - Coop. Edif.).
via Galvani sulla quale confluirebbero gli studenti del perimetro Girola-Moncalieri-Suzzani-Ca' Granda-Benefattori Ospedale, una parte dei quali utilizzano la Cassinis e sono per la lontananza particolarmente disagiati.
E' questa una proposta di intervento che può essere definita urgente sulla quale a nostro avviso sia i genitori abitanti in quella zona che il Consiglio di istitu-
Guasti e ingiustizie
mediata comunicazione dei ritardi, delle cause e delle ragioni che li provocano, non à gruppi ristretti ma a tutti i cittadini, alle loro organizzazioni, siano essi Partiti, Sindacati o Consigli di istituto, per far partecipi tutti dei problemi e delle cause, sia il modo più corretto per quello che noi intendiamo « nuovo modo di governare ». Mauro Radice
Di fatto i mali della scuola, che sono tanti e profondi, rimangono lì ad incangrenire ed avviliscono parecchi genitori ed insegnanti. Che fare allora per rilanciare l'impegno, l'interesse, la partecipazione? La risposta non è facile. Se da un lato è avvertita la necessità di collegare i mali della scuola alla crisi più complessiva della nostra società, dall'altro per ragioni obiettive e storiche riesce più facile e quindi possibile mobilitare i lavoratori sui temi nazionali dell'occupazione e degli investimenti, del mezzogiorno, dell'agricoltura e della riconversione industriale, ma non ancora sulla riforma della scuola. Allora bisogna insistere di più sui mali della scuola e sui guasti che producono sull'intero tessuto sociale.
Sugli enormi sprechi e sulle profonde ingiustizie del nostro. sistema scolastico. Bisogna innanzitutto guardare e capire la « scuola dentro ».
Metodi di insegnamento
Uno dei suoi aspetti più importanti è quello dei contenuti e dei metodi di insegnamento. Si ha l'impressione che in questo campo i genitori soffrano di un complesso di inferiorità, ritengano questa materia qualcosa per « ad-
detti ai lavori ». Ma gli addetti ai lavori operano sui nostri figli e, al di là di ogni sentimentalismo, sui futuri lavoratori e cittadini. E allora com'è possibile, in una società che ha dato tanti segni di volontà di rinnovamento democratico, che gli addetti ai lavori non riescano a realizzare oggi i programmi, le metodologie didattiche previste in leggi di quindici anni fa e quindi già invecchiate? E allora che senso ha imparare a memoria chi erano i Longobardi (mia figlia lo sa a memoria) se non si da ai bambini con una strumentazione nuova, il senso evolutivo della storia e delle tappe che l'uomo ha percorso per una sua sempre più completa emancipazione dal bisogno e dalla sudditanza? Che senso ha considerare individualmente le prestazioni e le capacità di un bambino, quando si sa che queste aumentano sensibilmente se non lavora isolato ma in gruppo? Che senso ha a Niguarda una scuola chiusa, non inserita nei problemi del quartiere, nelle sue attività e nel suo sviluppo?
Il ruolo degli insegnanti
Sono alcune domande che indicano una parte di quanto c'è da fare dentro la scuola. Non c'è dubbio che questo sarà reso tanto più facile quanto più il corpo insegnante aumenta la sua sensibilità sociale, valutando con i genitori i pro e i contro di certi metodi e contenuti. Quèsto mi sembra il primo passo per l'avvio di una reale sperimentazione, che non si risolve tanto in modelli alternativi velleitari; ma in una più puntuale ricerca congiunta tra insegnanti e genitori dei bisogni di conoscenza dei bambini e dei modi e delle tecniche didattiche più adeguate.
Ma oltre ad un ruolo diverso degli insegnanti è necessario anche un diverso ruolo dei genitori, devono dimostrarsi capaci di affrontare in modo documentato e in collegamento con le strutture democratiche della zona il problema dei contenuti e della didattica, sapendo in partenza che è un argomento difficile e di lenta soluzione.
to della Cassinis si devono muovere, abbandonando altre proposte alternative (ampliamento).
Per ultimo il lotto 41, ormai la questione è annosa e il suo bisogno indubbio; da una parte per riportare la Casa del Popolo alla sua funzione di centro civico, dall'altra per consentire l'attuazione del tempo pieno, impossibile attualmente con le strutture a disposizione.
Inoltre il lotto 41 dovrebbe avere un altro compito, quello di alleggerire il quartiere Bicocca, dove, con i nuovi insediamenti, la situazione dell'edilizia scolastica sta diventando sempre più difficile.
Ecco perchè, sul discorso di programmare i servizi ed in particolare le scuole, deve essere fatta una attenta riflessione, evitare da una parte le spinte corporative di chi vuole la scuola, sotto casa, avere attento il problema dei tempi di realizzazione questo vuole essere solo un invito alla amministrazione comunale a tenere fede agli impegni assunti.
Crediamo che proprio questo metodo; quello di tener innanzi tutto fede agli impegni e la im-
L'assenteismo al « GA L VA N I » UNA VITTORIA DI MALFATTI
Per la terza volta, studenti e genitori dell'Istituto Tecnico Industriale Statale « L. Galvani », si sono recati alle urne per elegge. re rispettivamente i propri rappresentanti presso il Consiglio d'Istituto, il Consiglio di Classe ed il Consiglio di Disciplina. Il dato che balza subito agli occhi, è che la partecipazione, soprattutto quella dei genitori, è notevolmente calata. Su 1748 studenti, solo 415 si sono presentati ai seggi, cioè il 23,2%, mentre lò scorso anno la partecipazione era del 30,9%. Per i genitori: su 3748 solo 398 hanno votato, cioè il 10,6%, mentre lo scorso anno I votanti erano il 20,3%; in pratica la partecipazione dei genitori si è ridotta del 50% circa.
Siamo quindi in presenza di dati estremamente preoccupanti e per altro in netto contrasto con la media generale, che ha visto aumentare la partecipazione degli studenti.
Per entrare un poco di più nello specifico delle elezioni del 12 dicembre, bisogna ricordare che le liste presentate dagli studenti
Analisi e partecipazione
erano tre: la prima di CL, la seconda della FGCI e la terza di DP rappresentata da quattro studenti del serale. Per CL hanno votato 131 studenti (31,56%), per il programma della FGCI hanno votato 133 studenti (il 32%) e per DP i consensi sono stati 185 (44,58%).
I seggi studenteschi sono stati quindi, così distribuiti: I a CL, i alla FGCI e 2 a DP. Indubbiamente, la lista di « maggioranza » (?) è la n. 3, dobbiamo però ricordare, che in essa, pur volendo a tutti i costi essere l'unica rappresentativa degli studenti del serale, non si sono afatto riconosciuti i lavoratoristudenti: infatti, solo 61 studenti serali hanno votato, cioè il 14,4%. Alla luce di questi dati, ognuno può trarre le proprie conclusioni, da parte nostra, però ci sentiamo in dovere di fare una considerazione: all'ITIS « Galvani », non ha vinto nessuna delle tre liste, troppi sono stati invece coloro i quali non si sono recati alle urne. Una vittoria del ministro Malfatti. Roberto Jasoni
Proprio per questo occorre muoversi subito, con l'effettiva partecipazione di genitori ed insegnanti alla vita della scuola. Solo attraverso una comune analisi seria e a volte anche spregiudicata della « scuola dentro » si possono sprigionare le energie necessarie perchè vi sia un coerente impegno di lotta per il rinnovamento della scuola. L'impegno e la lotta devono essere di tutti, perchè la scuola è un fatto di tutti.
G. M. Molteni
L'Eco di Niguarda
Redazione Via Hermada 8 resp. Bruno Cremascoli
Aut. Tribunale di Milano
N. 141 del 22-5-1965
Arti Grafiche Baraggia Via Ornato 14 - Milano
Nella foto: l'area di Via Adriatico, nel Lotto 41, destinata per la costruzione del Centro Scolastico, di un asilo nido e di impianti sportivi.
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PLESSI SCOLASTICI aule posti alunno iscritti previs. aumento (3) SCUOLE Via Cesari MATERNE Via Monterotondo 740 712 20 Via Cherasco ELEMEN- Via Passerini 36 (1) 900 868 TARI Via Cesari 24 600 548 40 MEDIA INF. Via Cassinis 30 (2) 720 758 25
Passerini + Casa del popolo 34
Cassinis
Via
Aule + 2 Mobil School. Media
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LA CAMPAGNA DEL TESSERAMENTO AL P. C. I.
La Sezione «RIGOLDI» ha raggiunto il 75% degli iscritti per il 1977
Ogni anno puntualmente all'inizio del mese di novembre il Partito Comunista Italiano lancia la campagna per il tesseramento ed il proselitismo.
Ogni sezione ed ogni cellula del Partito è dunque in questo momento seriamente impegnata per adempiere compiti che sono niente affatto formali e burocratici, ma che per i comunisti hanno sempre avuto ed hanno un profondo significato politico.
La tessera è per noi il rinnovo dell'impegno politico, la verifica e la riconferma della validità della nostra linea di azione. Il clima in cui si svolge questa iniziativa è quello della mobilitazione politica e della promozione della discussione e, del dibattito con gli iscritti e con i cittadini attorno ai gravi problemi della crisi economica e della situazione politica, sia a livello nazionale che locale.
Più che nel passato, oggi l'adesione al P.C.I. diventa immediatamente milizia politica. Anzi, sovente, la milizia, l'impegno quotidiano nell'attività di partito precede l'atto della richiesta della tessera .
E' un segno del desiderio di fare qualcosa, di essere presenti in un momento pieno di difficoltà, di far sentire il proprio peso, anche individuale, all'interno di una grande organizzazione politica. Questa è l'esigenza che porta oggi molte persone, soprattutto giovani, a iscriversi al nostro Partito.
Il tesseramento è anche una delle fonti principali dell'autofinanziamento del P.C.I. Questi fondi consentono la vita politica e organizzativa delle sezioni e perciò permettono di svolgere tutte le attività necessarie per una presenza continua e puntuale su tutti i temi che la situazione presenta. In questi ultimi anni la quota della media valore tessera nella provincia di Milano si è elevata e nel giro di qualche anno si conta di portarla ad un valore di 10.000 lire.
Se si considera che una buona percentuale di iscritti è costituita da pensionati, che tra l'altro sono i primi ad aumentarsi il valore tessera, si può capire anche
AL
Lettera aperta alla redazione di "conoscere e partecipare„
Abbiamo letto con interesse i primi numeri di « Conoscere e Partecipare » il periodico redatto dal Circolo di Gioventù Aclista di Niguarda ,e vogliamo esprimere le nostre congratulazioni per l'iniziativa che senza dubbio contribuisce all'allargamento della discussione e del dibattito politico nel nostro quartiere. Apprezziamo la sua validità per lo sforzo prodotto nella ricerca di fornire, con ampiezza di argomenti, la conoscenza dei problemi rionali che altrimenti resterebbero patrimonio di un ristretto circolo di addetti ai lavori e noi dell'Eco di Niguarda siamo contenti di aver perso, se così si può dire, il « monopolio » di tale informazione.
Vorremmo comunque svolgere alcune considerazioni che secondo noi tendono a fare chiarezza sul termine di partecipazione e come dovrebbe, sempre a nostro modesto avviso, svolgersi e formularsi la mobilitazione popolare sui temi politici, economici e sociali di ordine particolare e generale.
gere in un dibattito organico, partiti politici, forze sociali, organismi di base, culturali, politici, ricreativi e la popolazione del quartiere. Si tratta quindi di avere ben chiaro il ruolo insopprimibile di tali forze politiche e sociali ed il rapporto tra questi e le istituzioni.
Se al Consiglio di Zona spettano e spetteranno con maggiore responsabilità dopo le elezioni dirette della prossima primavera, compiti di gestione politico-amministrativa di molti settori della macchina comunale, a tutti i cittadini democratici spetta il compito di elaborare insieme alle forze politiche e sociali, le proposte atte a risolvere i problemi ma anche di sviluppare l'azione di controllo sul modo e sui tempi della loro attuazione.
Il discorso della partecipazione a Niguarda poi, assume un significato rilevante poichè l'impegno per la conquista di servizi socioculturali ha trovato sempre una risposta puntuale.
sotto il profilo finanziario, lo sforzo che i comunisti compiono per avere una organizzazione che sempre più deve essere in grado di assolvere il suo compito politico.
Anche per la sezione di Niguarda la campagna del tesseramento del 1976 si è chiusa con risultati positivi, è stato superato l'obiettivo assegnato dalla Federazione provinciale con 570 compagni iscritti pari al 109%, per il 1977 il nuovo obiettivo è di 625 iscritti.
I primi risultati sono positivi i dati relativi alla fine del mese di dicembre confermano questa tendenza con il 75% 'tra ritesserati e nuovi iscritti.
E' la testimonianza di un par-
CONSIGLIO DI ZONA 9
MALAFEDE E CONFUSIONE DI RUOLI
Su un documento presentato lunedì scorso per conto della D.C. dal consigliere repubblicano Bollini e che suonava condanna all'operato del Consiglio Comunale reo di avere umiliato il nostro Consiglio di Zona circa la modifica di destinazione dell'area a verde della Villa Clerici, sono confluiti i voti del gruppo socialista.
Dire malafede dell'atteggiamento democristiano è dire poco poichè una proposta di modifica in tal senso era stata presentata e illustrata dal compagno Farina, presidente del Consiglio di Zona, nella riunione del 29 novembre scorso e quindi, dieci giorni prima dell'approvazione del nuovo Piano Regolatdre. Su tale proposta, evidentemente per l'atteggiamento dei dirigenti della Casa di Redenzione che si erano dichiarati disposti ad aprire maggiormente i propri servizi al territorio, nessuno aveva sollevato obiezioni di fondo.
Dire confusione di ruoli fra i compiti e le funzioni del Consiglio Comunale e del Consiglio di Zona è essere teneri nel giudizio. Infatti gli ambiti degli organi del decentramento politico e amministrativo anche dopo l'applicazione del nuovo Regolamento, saranno, sui temi della revisione dei Piani Regolatori e degli altri strumenti urbanistici, momenti di partecipazione alla programmazione e alla formulazione di pareri obbligatori. Al Consiglio Comunale,
invece, così come ha lucidamente documentato il compagno Luciani, spettano compiti decisionali appunto per la visione complessiva dei problemi della città e dell'interesse di tutti i cittadini milanesi. Ecco perchè, mentre comprendiamo la stizza democristiana di fronte alla iniziativa dei nostri compagni e a quella dei consiglieri Ciocca del PSI Graziani del PCI a nome dei rispettivi gruppi in Consiglio Comunale, mentre conosciamo le motivazioni del Bollini che, pur di farsi pubblicità, non disdegna il ruolo di cavalier servente del gruppo D.C., restiamo sorpresi e amareggiati del comportamento del gruppo socialista che ha favorito la strumentalizzazione democristiana mirata a gettare discredito sulla Giunta democratica di sinistra impegnata, lo credano o no il signor Morano e C., a realizzare un nuovo modo di governare la città dopo troppi anni di malgoverno e di malcostume politico del partito dello suidocrociato.
Tuttavia il documento non è passato anche per il voto contrario del compagno Naitana di Democrazia Proletaria che, pur differenziandosi sulle motivazioni politiche dell'iniziativa, non ha voluto avvallare una manovra troppo evidente nelle sue finalità. Il Comitato di Sezione del P.C.I. di Niguarda
tito che vive e che ha profonde radici tra i lavoratori e i cittadini.
Non così si può dire per altri partiti.
Nel parlare di tessere infatti, non è possibile non entrare in quel discorso che ha travagliato e travaglia invece la Democrazia Cristiana.
Le recenti rivelazioni apparse sulla stampa, hanno reso noto alla pubblica opinione che in questo partito, oltre al fatto che alcuni capi storici come Andreotti erano sprovvisti di tessera, il tesseramento in gran parte delle località d'Italia è sempre servito alle varie correnti come manovra clientelare per l'eterna lotta al coltello tendente ad assicurare a questo o a quel leader una certa posizione di potere, giungendo perfino ad intestare le tessere a persone ormai defunte per non entrare poi nel merito del finanziamento, la Lockheed insegna.
Ma tessere a parte, la cosa più sconcertante di questo partito che detiene la responsabilità del governo di oggi e dei governi che per trent'anni si sono succeduti, è la totale mancanza di iniziativa politica e una latitanza, rispetto ai gravi problemi del paese, che è ormai cronica.
Il suo tentativo è quello di defilarsi di fronte alle responsabilità nella speranza che si logorino i rapporti tra le masse popolari ed il nostro Partito che ha assunto una posizione di grande responsabilità.
Non si illuda la D.C.! Il Partito Comunista è nato e vive nella lotta e nella battaglia politica e da essa trae la forza per andare avanti e per aggregare attorno a sè sempre più larghi strati di popolo.
Se la D.C. tessera i morti, si sappia che il Partito Comunista è fatto invece di gente viva che ha voglia di cambiare le cose.
Alberto Pozzi
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E' MORTA VITTORIA SCARAMELLI
I comunisti niguardesi addolorati per la perdita della partigiana Vittoria, attivista del nostro partito, esprimono ai compagni Sandro, Nora e Mauro Radice e alla madre Rosa, i sentimenti del più profondo cordoglio.
La promozione alla partecipazione dei cittadini, come ci sembra di capire sia stata impostata, non deve 'secondo noi fermarsi alla enunciazione del problema e delegare a questo o a quell'altro organismo istituzionale il compito di far proprio un dato problema e di portarlo avanti fino alla soluzione. Per meglio spiegarci: le molteplici carenze che chi opera nella relatà del quartiere annota ogni giorno ,le discute e le fa diventare oggetto di una battaglia politica, non possono, se vogliamo farle diventare momento di partecipazione e di gestione effettiva della cosa pubblica, essere affidate solo e soltanto, per esempio, al Consiglio di Zona.
La problematica della partecipazione può trovare sbocchi positivi se si riesce, assieme alla denuncia di una situazione drammatica per la quasi totale assenza di servizi socio-culturali, che rappresenta la pesante eredità di un trentennio infausto, a coinvol-
Giocano a suo favore la tradizione di vecchio Comune socialista e di quartiere cooperativo che trova pochi riscontri nella nostra zona. Questo per dire che partendo da Niguarda, e guardando all'intera comunità cittadina, si possono e si debbono denunciare le carenze, indicare le strade per superarle, impegnarsi concretamente per rimuovere gli ostacoli di ordine politico senza corporativismi o spirito di crociata.
Pensiamo che la delega in una democrazia di base come noi auspichiamo sia un non senso, anche se riteniamo insopprimibile il momento di sintesi e quindi di responsabilità individuali e di gruppo.
Ci auguriamo che queste nostre considerazioni, che non vogliono assolutamente assumere un tono cattedratico, possano servire come contributo alla discussione e promuovano poi, nel concreto, una iniziativa politica unitaria.
Il comitato di redazione de «L 'Eco di Niguarda »
ISTITUITA IN ZONA 9
LA COMMISSIONE CASA
un altro NO dei democristiani
E' stata costituita anche nella nostra Zona di decentramento amministrativo la Commissione Casa in ottemperanza alla delibera comunale presentata dalla Giunta Municipale e ratificata dal Consiglio Comunale lo scorso 18 ottobre.
Le funzioni e i compiti della Commissione Casa che è formata da rappresentanti del Consiglio di Zona, del Consiglio Unitario Sindacali delle Zone 2 e 9, delle organizzazioni più rappresentatvie degli inquilini; dai rappresentanti della Conf edilizia e della Unione dei Piccoli Proprietari Immobiliari sono molteplici e importanti. Citiamo quelli più significativi:
istituire l'anagrafe del patrimonio edilizio zonale coi dati relativi la proprietà degli edifici, le destinazioni d'uso, le affittanze e le sfittanze, i contratti di locazione — verificare l'applicazione vincolistica sul canoni di locazione; assolvere ai compiti affidati dalla legislazione in materia di pubblico controllo; controllare le operazioni speculative che possono comportare l'allontanamento dalla zona dei ceti popolari; favorire l'utilizzo degli alloggi sfitti attraverso la stipulazione di contratti di locazione a canoni concordati con le proprietà; verificare l'uso sociale del patrimonio comunale della zona
predisporre una graduatoria provvisoria e informale di tutte le domande presentate all'Istituto Case Popolari e di quelle pervenute o che pervengono alla Ripartizione Edilizia Popolare dei cittadini residenti in zona formulare proposte da sottoporre al Consiglio di Zona in merito al P.E.E.P. (Piano di edilizia economica e popolare) d'intesa con la Commissione Urbanistica zonale.
La Commissione Casa, a differenza di quanto vogliono fare intendere i democristiani, è parte integrante del Consiglio di Zona così come afferma chiaramente la delibera comunale: « ... riferisce e sottopone al Consiglio di Zona le proprie proposte per te opportune determinazioni ».
Tutti i gruppi politici, ad eccezione di quello democristiano, hanno approvato la costituzione della Commissione Casa. Il consigliere Filippelli d.c. ha dovuto fare una faticosa arrampicata sui vetri giungendo persino a confondere questa delibera con quella dell'Ufficio Abitazioni per motivare l'opposizione alla delibera e per rifiutare l'inserimento di un proprio rappresentante.
L'anima della Democrazia Cristiana è immensa ma non sappiamo dove collocare questi suoi rappresentanti « popolari ».
Luigi Longo, Presidente del Partito Comunista Italiano, ripreso durante un incontro con i cittadini al Circolo Risorgimento.
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