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Mensile di informazione politica e cultura
Anno VI - N. 4 - aprile 1982
Respinte le richieste degli inquilini
Lo IACP aumenta i canoni dimenticando i sindacati
Ed affossando il "canone sociale"
Tribuna aperta
Quartieri cronaca
Viabilità e trasporti alla Cottica
25 Aprile: la lotta di Liberazione continua
Inserimento degli handicappati
Un comitato della pace per la zona
Un bel "pesce d'aprile" aspetta, dietro l'angolo, i quasi 200.000 inquilini delle case popolari della Lombardia. Dal l° aprile, infatti, scatteranno nella regione i pesanti aumenti degli affitti (da 5000 a 6500 lire a vano I mese per gli alloggi costruiti prima del 1977; da 7000 a 8500 per quelli costruiti dopo) decisi dal Consorzio Regionale degli IACP e approvati già da quasi tutti i Consigli di Amministrazione su indicazione del ministro Nicolazzi. A Milano, invece, sarà definitivamente tolto di mezzo il "canone sociale" e saranno applicati con valore retroattivo gli affitti stabiliti nel 1977 dalla Legge 513, poi leggermente modificati da una delibera della Regione nel 1981. Dunque, aumenti generalizzati e per tutti, nonostante la netta opposizione del SUNIA, delle altre organizzazioni degli inquilini, della Federazione CGIL - CISL - UIL. E, ancora, nonostante la Gazzetta Ufficiale abbia pubblicato nel dicembre scorso le delibere in base alle quali la Regione Lombardia dovrebbe approvare entro il 19 maggio una propria legge per riformare l'intero sistema di determinazione dei canoni, dando in tal modo certezza agli inquilini di pagare un affitto giusto rispetto al loro reddito e alle condizioni del loro alloggio (entro la stessa data, la Regione dovrebbe approvare anche una legge per definire nuovi criteri di assegnazione degli alloggi pubblici che diano finalmente tutte le garanzie che le case popolari siano destinate ai lavoratori e ai gruppi sociali più deboli - anziani, giovani, handicappati, sfrattati, ecc.).
Il problema è però che la Regione Lombardia non sembra avere nessuna intenzione di rispettare la segue in ultima
Viaggio tra i centri di aggregazione della zona
Droga: il cocktail della morte
Tempi
L. 400
brevi
per la realizzazione
Il "progetto box" per il Gallaratese
Ne hanno discusso per tre giorni in Consiglio di Zona i cittadini interessati con gli assessori all'Urbanistica e al Demanio
Con la partecipazione degli assessori comunali Mottini (Urbanistica) e Banfi (Demanio), nonchè di numerosi cittadini del Gallaratese, si è discusso, nelle serata del 9, dell'il e del 12 marzo scorsi, nel salone del Consiglio di Zona 19, su come realizzare un "progetto box" per tutto il quartiere, che garantisca, con un intervento unitario ed in fasi successive, l'inizio della costruzione, su terreno di proprietà del Comune o dello IACP, di ricoveri sotterranei — a riscatto, in affitto od in proprietà indivisa — per le auto per quanti, organizzati in gruppi o cooperative, ne hanno fatto o ne faranno richiesta.
Molti intervenuti hanno sottolineato la necessità di lavorare insieme sulle carte del suolo e del sotto-
Una protesta degli abitanti di S. Siro La lunga attesa del tram 24
Per ridurre i tempi ed aumentare la frequenza sarebbero necessarie più vetture: ma quali ne sarebbero i costi?
Presentato il progetto al C.d.Z.
Centro Quartiere al QT 8
La proposta di una immobiliare e di una casa editrice potrebbe consentire di realizzare una struttura di cui da tempo si sente la mancanza
Il 10 marzo scorso è stata consegnata ai capigruppo del Consiglio di Zona 19 copia di una richiesta di variante del P.R.G. (Piano Regolatore Generale) presentata all'Amministrazione comunale dalla B.I.I. Beni Immobili Italia coordinatamente alla Electa Editrice al fine di una diverse assegnazione di destinazione di zona al terreno di proprietà comunale in via Isernia angolo viale Salmoiraghi, al QT 8, tale da poter consentire un intervento in regime di concessione ed in diritto di superficie.
Tale richiesta è stata avanzata dalla Beni Immobili Italia e dalla Electa Editrice al fine "di poter programmare un intervento tale da consentire — in un opportuno, concreto e convenzionato quadro di insieme — la realizzazione di un edificio contenente spazi polifunzionali, atti a garantire la vivificazione di un tessuto edilizio oggi incerto e disarticolato".
L'immobile, la cui impostazione progettuale è stata affidata all'arch. prof. V. Gregotti, dovrebbe, stando alle affermazioni dei richiedenti, servire da cerniera urbanistica ad un quartiere, il QT 8, che attualmente non trova al suo interno opportunità fisiche di aggregazione (escluso il momento scolastico e quello relativo al mercato rionale), costretto quindi a ritrovare all'esterno la sod-
disfazione di numerose esigenze di carattere civico.
La realizzazione proposta sarebbe pertanto tesa a soddisfare una serie di domande aventi netto connotato pubblico, con una parallela offerta di spazi terziari, che ne permettano un equilibrio di costi - benefici. Essa infatti prevede la localizzazione di un presidio di Vigili Urbani, la realizzazione di uno spazio multiuso gestibile a cura del Consiglio di Zona, uno sportello bancario (attualmente mancante al QT 8), la sede dell'Istituto Gemmologico Italiano, con relativo museo, nonchè locali di ristorazione.
La Electa Editrice, per parte sua, propone di localizzare in tale edificio i propri uffici editoriali, nonchè una biblioteca specializzata, di uso pubblico, da lei stessa direttamente curata.
Ulteriori spazi di terziario verrebbero inoltre realizzati "al fine di un completamento correttamente positivo della operazione immobiliare proposta" che verrebbe realizzata nel pieno rispetto delle regolamentazioni vigenti con il soddisfacimento degli standards edilizi previsti a Milano e completata con un attrezzato spazio per parcheggi pubblici, che chiuderebbe la cerniera urbanistica proposta richiamando in esso il disordinato uso di spazi di stazionamento di auto oggi chiaramente ri-
scontrabile in zona.
Posto in rilievo che la richiesta di variante proposta "tende a far si che in un modo coordinato e chiaro la cosa pubblica e l'iniziativa privata si integrino positivamente per ridare a Milano — ove oggi manchi— la soluzione a quei problemi che una città viva non può non offrire e segue in ultima
—71 punto
Da tempo ci pervengono proteste da parte di abitanti di S. Siro, i quali lamentano che da quando la linea tranviaria già numero 15 è diventata 24 sono costretti a lunghe attese alle fermate a causa del grande intervallo di tempo che intercorrerebbe tra il passaggio di una vettura e quello della successiva.
Abbiamo girato la questione alla competente ripartizione comunale, che, consultata anche la A.T.M., ci ha fornito le seguenti precisazioni.
Le esigenze dell'utenza della linea 24, come di tutte le altre linee, vengono valutate dall'A.T.M. con ricorrenti conteggi del numero dei passeggeri presenti su tutte le vetture alla fermata in corrispondenza alla quale esse risultano più piene. Per il ramo della linea 14 che insegue in ultima
E cosi a mettere in piazza della Loggia a Brescia la bomba che 1128 maggio del 1974 ha causato otto morti e 102 feriti sarebbero stati i "soliti ignoti". Con la sua sentenza che ha mandato assolti (e tante scuse per 11 disturbo) tutti gli imputati, la Corte d'Assise d'Appello di Brescia ci ha praticamente detto, dopo otto anni dalla strage, che tutte le indagini sin qui condotte sono da considerare zero, che se si vuole scoprire la verità bLsognerà ricominciare tutto da capo, il che, M parole povere, significa archiviare tl caso, visto che è impensabile, almeno a nostro giudizio, che dopo tanto tempo sia possibile riscoprire tracce che portino all'accertamento della verità. E intanto gli assassini continuano a circolare, liberi, tra noi, magari tramando altre stragi, vista l'impunità tlf cui hanno goduto per una. Intendiamoci, non è che chiediamo sia condannato un "col-
suolo, che Comune e IACP devono dare al Consiglio di Zona 19, per studiare, nel rispetto delle indicazioni del Piano Particolareggiato del Gallaratese, le soluzioni più idonee a soddisfare le richieste dei vari sub quartieri.
Svariate sono state le domande sui tempi e sui modi di procedere e sulla volontà del Consiglio di Zona e dell'Amministrazione di far realizzare i box. Hanno risposto gli assessori Mottini e Barili, più volte chiamati direttamente in causa, e alcuni consiglieri di zona, per porre in rilievo, sia i primi sia i secondi, come la volontà del Comune e dell'organismo del decentramento amministrativo di giungere al più presto alla realizzazione dei box emergesse dal fatto stesso della convocazione dell'assemblea in corso.
In particolare si è sottolineato che l'Amministrazione comunale auspica (anche se, come ha tenuto più volte a precisare l'assessore Mottini, non lo considera una condizione sine qua non) un processo unico per la realizzazione, in diverse fasi, -ei box al Gallaratese, che veda le cooperative unire i loro sforzi per fare un progetto attraverso un gruppo di tecnici di loro fiducia, con la collaborazione del Comune, dello IACP e dei loro uffici tecnici.
Là dove i problemi tecnici, finanziari ed urbanistici sono più semplici da superare si dovrebbe permettere in tempi brevi la costruzione dei box, per la cui realizzazione dovrebbe essere proposta ai richiedenti una "convenzione" con l'Amministrazione comunale e con lo IACP, che garantisca la risistemazione. a lavori ultimati, del terreno sovrastante per uso sociale, recuperando così gli standard di verde.
Ove necessario sarà possibile richiedere al CIME? modifiche delle indicazioni di aree per i box, al di fuori della "spina centrale". ed ottenerle nel giro di 3 o 4 mesi.
Una richiesta precisa è stata fatta al Consiglio di Zona 19 perché riunisca i presidenti delle cooperative costituitesi per costruire i box per impostare, con l'assistenza dei tecnici di loro fiducia, il "progetto box" e le ipotesi di convenzione, al fine di presentare, in assemblee che verranno appositamente indette, proposte concrete ai soci delle cooperative ed a tutti i cittadini che vi vorranno aderire. indicando tempi e costi di un'operazione economicamente (decine di miliardi) e socialmente rilevante per un quartiere che, con i nuovi insediamenti. toccherà presto il tetto dei 55 mila abitanti.
I soliti ignoti
pevole" purchessia. Chi è innocente non dovrebbe restare in carcere neppure un sol giorno; ma chi è colpevole, mandante od esecutore materiale che sia, deve giustamente pagare per il suo misfatto, altrimenti ne va di mezzo la credibilità della giustizia e delle istituzioni a tutto vantaggio di chi punta alla destabilizzazione.
Il fatto più grave è che la sentenza di Brescia non è un caso isolato. Altre stragi attendono, _finora invano, che sia fatta giustizia: piazza Fontana a Milano, l'Italicus, la strage alla stazione di Bologna. Tutte presentano delle analogie: sono tutte di matrice indubbiamente fascista, per tutte c'è il sospetto che vi siano più o meno coinvolti uomini dei servizi segreti e della P2. Che sia questo il motivo per cui alla fine colpevoli risultano essere sempre i "soliti ignoti"?
Più soldi per k zone
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Ma che senso ha l'anno dell'anziano?
Sono un operatore geriatrico del Centro anziani di piazza Segesta 11, nel quale presto la mia attività come volontario fin dalla sua apertura. Le lotte che si sono fatte per ottenere questa palazzina sono state lunghe e dure. Dopo che la palazzina passò dalla ripartizione Scuola a quella dell'Assistenza sociale tutti assieme, Consiglio di Zona compreso, lottammo per la sua ristrutturazione. Invitammo assessori ed esperti comunali, si fece il progetto per la ristrutturazione e decidemmo, di comune accordo, che essa avrebbe dovuto tener conto, e questo lo sottolineavamo con forza, della necessità di dare spazio, nella palazzina, non soltanto agli anziani o altri servizi, ma anche agli handicappati. Si decise di fare servizi adeguati, scivoli per facilitare loro l'accesso con le carrozzine e, cosa indispensabile, di installare un montacarichi. Il tutto nell'ambito della ristrutturazione completa, compreso il piano interrato, con la rimessa a punto delle docce e dei bagni, oltre ad altri spazi per diversi usi, quali il parrucchiere (l'unico finora esistente) il falegname, l'idraulico, l'elettricista, ecc.
Per quanto si riferisce alle docce esse potevano servire ad una parte di anziani che ancora non l'hanno nella loro abitazione e potevano sostituire quelle che un tempo esistevano nel quartiere, ma che poi sono state smantellate.
Il progetto parlava chiaro, ma i lavori rimasero a metà e si fermarono quando dicemmo che il montacarichi non lo volevamo all'interno, ma non per un nostro capriccio, bensì perchè essendo gli spazi già alquanto angusti ed avendo una popolazione anziana in numero molto alto suggerimmo di farli all'esterno, dove lo spazio non mancava. Si trovarono molte scuse e la burocrazia fece in modo che il tutto fosse affossato a svantaggio degli anziani: prova ne sia il fatto che a distanza di circa due anni i lavori sono ancora fermi. Finalmente venne fatta un'assem-
blea dove fu eletto un comitato di gestione e da quel momento si cominciò a lavorare. Con la collaborazione degli stessi utenti, con i sanitari e con gli assistenti sociali siamo riusciti a fare un buon lavoro. Si sono costituiti gruppi che si interessano dello sport e del tempo libero, nonchè di altre attività ricreative, ma ora, non si sà per quale ragione, siamo rimasti bloccati con un forte scontento degli stessi anziani. C'è chi si chiede: quale senso ha l'Anno dell'anziano 1982, se poi si concede tanto poco o nulla?
Ho già detto prima che questa è una zona densissima di persone ultrasessantenni e di persone sole, che in questo centro avevano trovato momenti di aggregazione e di svago e che ora si vedono privati anche di questo poco, pochissimo, direi. La nostra zona è abitata da una percentuale altissima di anziani non autosufficienti, ma i volontari sono solo sette. Quanto lavoro si può svolgere e quanti anziani si possono servire in un numero così basso? Abbiamo, anche con l'aiuto dell'assistente sanitaria, chiesto che si faccia opera di sensibilizzazione affinchè il lavoro che noi giornalmente facciamo possa triplicare o quadruplicare, altrimenti non si capisce come si possa continuare a dire che gli anziani a Milano sono abbastanza serviti: ma da chi se in tutte le venti zone non si arriva ad un totale di settanta volontari, compresi quelli che prestano servizio negli asili nido?
Sta di fatto che se vogliamo seriamente che questi pochi spazi siano messi a disposizione di chi ha nulla, o molto poco, dobbiamo tutti insieme, Consiglio di Zona ed assessorato, incontrarci e lavorare uniti per sbloccare la situazione.
Voglio sperare che il tutto possa servire da stimolo a cercare rapidamente un mezzo efficace per soddisfare le giuste attese degli anziani.
Nell'attesa cordialissimi saluti.
Un aumento del 50 per cento
Caro direttore, lei ha avuto la corlesia di pubblicare una mia segnalazione: al supermercato di via Vigliani una bottiglia di acqua minerale (la Fonte Gioiosa) a 60 lire, vetro, owiamente, escluso.
Così è stato sino a fine febbraio, oggi, 12 marzo, ho visto quell'acqua aumentata del 50 per cento: 90 lire la bottiglia.
Ovviamente il prezzo è ancora convenientissimo rispetto alle altre acque, ma rimane attuale la polemica sul-
Sport popolare e decentramento
Anche quest'anno si svolgeranno come di consueto la manifestazione sportiva "DUE GIORNI CON LO SPORT" organizzata dalla Commissione Cultura Sport Tempo Libero della zona 19. Questa manifestazione che si ripete ogni anno nel mese di maggio è nata allo scopo di rendere popolare lo sport far partecipare il maggior numero di ragazzi della zona di tutte le scuole dalle elementari alle superiori, al fine di portare anche la cittadinanza a conoscere e praticare il maggior numero di specialità sportive senza finalità speculative e senza sponsorizzazion i.
Desidero pertanto fare una critica circa la manifestazione dello scorso anno, perchè oltre ai premi offerti, e pubblicizzati da aziende private, esisteva anche nel manifestino del programma sportivo del consiglio di zona, la propaganda a tergo "BEVETE SPRITE", che mi sembra non serio per una amministrazione pubblica.
Voglio sottolineare questo fatto, perchè SPORT POPOLARE deve essere POPOLARE e per tutti senza DIVISMI senza propaganda personali, ma solo deve avvicinare i giovani e meno giovani, in questa lotta civile di educazione morale.
In riferimento a quanto sopra esposto si può obiettare, che non ci sono sufficienti fondi e che pertanto l'aiuto sponsorizzato è necessario.
Ciò che propongo all'attenzione dei lettori e alla discussione non ha bisogno di fondi eccessivi.
Ogni sportivo che desidera partecipare al solo scopo agonistico alla manifestazione di zona, si dovrà fornire con i propri mezzi di una maglietta e calzoncini, del colore che sarà deciso, col numero della zona stampato sulla maglietta.
zionati, zona per zona, concorrerebbero alla finale che potrebbe essere patrocinata dal Centro Milanese dello Sport, come super visore tecnico di tutte le zone ed il quale premierà con una bella coppa la zona che avrà vinto più gare sportive.
Perciò considerando lo SPORT - CULTURA, questo potrebbe svilupparsi in maniera diversa e continuativa non fermandosi ad una sola manifestazione, anche se ben organizzata, come lo scorso anno..
A mio avviso occorre risvegliare l'entusiasmo semplice agonistico dei cittadini di tutte le zone per vincere il massimo delle gare e creare una continuità sportiva.
E un modo sano di conoscere dal basso le qualità dei giovani e ricreare in essi la volontàà di far dello sport e non solo esserne spettatori passivi.
Sembra fantascienza oggi parlare dello sport in questo semplice modo, ora che è divenuto una compra - vendita, in tutte o quasi le discipline sportive; ma lo sport inteso come agonismo e non solo come spettacolo, allontana i ragazzi dalla strada e avvicina la gente tra la gente.
Ho voluto chiamare il mio articolo "SPORT POPOLARE E DECENTRAMENTO" perchè intercollegare decentrando, crea veramente quella funzione necessaria, perchè la città sia unita e si ritrovi ... almeno nello sport!!!
Il nostro incaricato alla Commissione Sport, dovrà mettersi in contatto per tempo con le Società Sportive e le Scuole della zona per iniziare un colloquio serio e costruttivo, esteso poi ai responsabili delle Commissioni SPORT di tutte le altre zone della città.
Manutenzioni a San Siro
In relazione all'articolo apparso sul numero di marzo '82 di "Milano 19" a titolo "San Siro: Urge un Risanamento Totale" desidero precisare quanto segue.
H patrimonio del "San Siro" è misto: parte proprietà dell'Istituto, parte costruito con contributo statale.
Nel 1980 gli Uffici dell'Istituto predisposero un censimento delle manutenzioni necessarie che prevedeva un impegno di spesa di 40 miliardi circa per Città e Provincia. Ovviamente, stante la carenza dei fondi a disposizione le manutenzioni vengono eseguite con ordine di priorità. Per il "San Siro" lo stanziamento globale è di 3 miliardi circa distribuito sulle Vie: Abbiati, Civitali, Falterona, Mar Jonio, Maratta, Ricciarelli, Paravia, Preneste, Selinunte, Tracia, Zamagna e riguarda gli stabili costruiti con il contributo statale. Per quanto riguarda invece gli stabili di proprietà dell'Istituto è stato preparato un piano d'intervento per circa 400 milioni
ma mancano i fondi per realizzarlo.
Debbo a questo punto doverosamente ricordare che al Quartiere San Siro la "morosità" ammonta a oltre 1 miliardo, è semplice comprendere che questa somma avrebbe potuto proficuamente essere destinata al recupero degli stabili.
Per quanto riguarda comunque la critica alle scelte di localizzazione dell'Istituto desidero chiarire che le suddette sono oggetto di valutazione della Commissione di Gestione Democratica della Zona dove sono rappresentate tutte le istanze della partecipazione democratica, dal Consiglio di Zona alle 00.SS. dell'I nquilinato. Desidero concludere con un appello agli Inquilini del "San Siro" affinchè saldino i propri debiti verso l'Istituto, contribuendo così in maniera decisiva a rendere possibile la realizzazione degli interventi necessari. Cordialmente.
Avv. Paride Accetti
Abito vicino al campo gioco e sabato 13 e domenica 14 marzo tutto il gruppo SCOUT MI 25° e con la collaborazione di "ITALIA NOSTRA" di Figino hanno fatto la piantumazione di diversi tipi di piante con grande fatica di questi ragazzi che vanno dai 9 ai 25 anni, tutto gratuitamente.
ca hanno fatto questi ragazzi, e sperando che non sia stata fatica inutile e che quando sarò anziana possa dire ancora una volta, GRAZIE AGLI SCOUT ED ITALIA NOSTRA posso godere del verde.
Ornella Vignati
Fernando Gruppioni l'educazione del consumatore e sulla credibilità dei produttori. Se può faccia una piccola indagine, che sarà certamente gustosa.
M.S. Farina
Accogliamo l'invito cercheremo, sia pur con i modesti mezzi di cui disponiamo, di condurre l'indagine suggeritaci dalla nostra lettrice ed invitiamo tutti i nostri lettori a darci una mano con le loro segnala zioni.
A secondo delle specialità sportive dopo la selezione, ai migliori sarà dato un semplice diploma d'onore o una medaglia. I nomi di tutti i partecipanti potrebbero essere riportati su "MILANO 19", così pure i risultati finali delle gare.
Ora, dato che la città di Milano è divisa in 20 zone, questa stessa manifestazione potrebbe ripetersi nelle restanti zone ed i migliori sele-
Si dice sempre che tutto si critica e niente si propone. Ho proposto questa chiamiamola "PAZZA IDEA" che lascio alla discussione di tutti i lettori compresi i responsabili diretti di zona, per vedere se dire cose diverse, queste siano accettate o almeno recepite.
Mi rivolgo inoltre all'Assessore dello Sport del Comune di Milano, Luigi Valentini, .perchè ci scriva e ci dica le sue idee in proposito.
La discussione è aperta!
Erennio Terenzi
Chi sposta le fermate?
Egregio Direttore, sono un invalido civile e pratico la ginnastica rieducativa presso il Don Gnocchi di via Capecelatro 64.
Dopo tre mesi di lotta con l'ATM mi sono rivolto all'assessore Korach affinchè fossero previste due fermate di autobus davanti al Don Gnocchi e finalmente sono state messe due fermate facoltative. Purtroppo, però, di notte qualche teppista si diverte a spostare i cartelli segnaletici e di conseguenza le fermate sono sempre più lon-
tante. Ho già telefonato tre volte all'ATM affinchè provvedessero in merito ma nulla è stato ancora fatto; passo quindi la questione al vostro giornale.
Pazzi
Ruggero
Purtroppo come giornale non possiamo far altro che pubblicare la lettera del signor Ruggero Pazzi con la speranza che chi di dovere la legga e provveda al più presto.
Questi ragazzi senza troppe chiacchiere era da 10 giorni che andavano a Figino per preparare le piante, sacrificando ore libere dal lavoro e studio per poter rendere più accogliente il nostro quartiere, e in questi due giorni l'aiuto del quartiere è stato molto scarso, compresi quei cari signori del "comitato Inquilini" molto bravi in chiacchiere, e che si gloriano tanto di questa piantumazione, ma chi ha fatto fatica sono stati questi ragazzi con l'aiuto di pochi volontari del quartiere e molti bambini.
lo vorrei solo dire due cose: abbiate piu fiducia in questi ragazzi, che con molto entusiasmo pensano ai nostri figli e al nostro quartiere rendendolo più piacevole con delle belle iniziative (come raccogliere la carta dai giardini ed altre cose) e fanno vedere con i fatti quello che sanno fare senza troppe chiacchiere, e poi aiutiamoli a conservare queste piante e giochi dicendo ai nostri figli di aver più rispetto delle cose della comunità rispettando la natura ed i giochi, ne traiamo beneficio tutti noi del quartiere, ognuno di noi si prenda l'impegno nel tempo libero ad innaffiarle queste piante. Scusate questo sfogo, ma volevo far sapere quanta fati-
Oltre sì, ma dove?
Egregio Direttore, si parla di brigate rosse e si lasciano libere le brigate nere e ciò in concomitanza con l'assenteismo e l'imborghesimento del Partito Comunista che non è più all'opposizione. Grazie al PCI e al PSI vedo per l'Italia un nuovo avvento fascista. lo sono nato a Milano, ho sofferto la fame, il freddo, la paura;: dopo la liberazione ancora fame, freddo e "bolletta". Mi sono iscritto alla FGCI, poi al PCI e a tutte le altre associazioni CGIL ecc, ed ora mi sembra di avere un pugno di mosche in mano. Tutto questo lo dico da sinistra, oltre la sinistra.
Bruno Bianchi
Attento, signor Bianchi, che a furia di andare "oltre la sinistra" rischia di finire a destra. E poi, ci scusi, ma /e cose che ci ha scritto le avevamo già sentito dire da Pennella al congresso del MSI.
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Grazie Scout
Più soldi, più personale e più poteri alle zone
L'esigenza di una rinnovata democrazia urbana e di una riforma del governo metropolitano messi in evidenza nel corso di un dibattito a Palazzo Marino
Più soldi, più personale, più poteri: con questo triplice impegno l'assessore comunale al decentramento Carlo Cuomo ha aperto il primo marzo scorso a Palazzo Marino il dibattito sulle zone protrattasi per tre giorni alla presenza dei venti presidenti dei consigli circoscrizionali, che per l'occasione sono stati fatti accomodare nell'aula consiliare. La lunga relazione introduttiva dell'assessore Cuomo ha fotografato esattamente i problemi delle Zone, pure se non ha mancato di indicare obiettivi precisi per quanto riguarda il futuro, e si è articolata su cinque punti: democrazia urbana, le sedi, il personale, i soldi ed i poteri.
Democrazia urbana
È indubbio che la nascita e l'esperienza dei Consigli di Zona si ricollega, direttamente, a quella esigenza diffusa di una nuova democrazia urbana. Un problema che riveste delicati quanto complessi aspetti dell'organizzazione istituzionale: c'è un Comune che da una parte è "troppo grande" per riuscire ad aderire perfettamente alle pieghe della società milanese e dall'altra è "troppo piccolo" per rispondere alle dimensioni reali dei nodi della "grande Milano". Urge dunque una riforma istituzionale con la creazione di un governo metropolitano che veda proprio nei Consigli di Zona i livelli istituzionali "intermedi" della democrazia rappresentativa.
Le sedi
Ma le Zone una casa ce l'hanno?
La domanda non è, alla prova dei fatti, superflua. Vediamo: sette Consigli svolgono la loro attività presso centri civici (quelli che vogliono essere i futuri municipi di circoscrizione); due sono in mini centri civici (nel senso che non hanno a disposizione tutti gli spazi necessari per l'organizzazione dei servizi previsti dal modello ideale di centro civico); tre attendono di traslocare in centri civici in fase di costruzione (come nel caso del nostro, che comunque dovrà quanto prima lasciare l'attuale sede di via Pogatschnig, dichiarata in parte inagibile, per un'altra sede provvisoria); tre hanno sedi utili soltanto allo svolgimento dell'attività istituzionale (riunioni, assemblee, ecc.); cinque sono ospit
GALLARATESE Sindacato tedesco dietro una speculazione?
I sindacati tedeschi sono coinvolti in una speculazione edilizia nella nostra città? L'interrogativo è stato sollevato recentemente da "Sole 24 ore" dopo che la notizia era stata diffusa dal settimanale "Der Spiegel" secondo il quale i sindacati tedeschi sarebbero coinvolti in speculazioni edilizie non solo nella stessa Germania ma in tutta Europa, Italia compreso. A sollevare la questione in chiave cittadina sono stati due consiglieri democristiani: Bulgarelli e Zola.
In una interrogazione dicono, infatti, che a loro risulta che anche a Milano "un'organizzazione sindacale tedesca è presente in una operazione immobiliare relativa ad una vasta area del quartiere Gallaratese, dove l'amministrazione comunale ha promosso alcuni studi di varianti".
Da qui una serie di richieste al sindaco tra cui: "Come l'amministrazione intende garantirsi da eventuali operazioni speculative di questo tipo".
El canton del barbee Il sedici
Ciao! Allora pensi che si riuscirà a restarci dentro?
Denter a cossa?
Al sedici per cento.
Dipend dal sedes.
— Quale sedici?
— Quell che gh'emm in fond alla s'cenna.
Ma io parlavo del tetto del sedici per cento che l'inflazione non dovrebbe superare!
— Appunto.
— Come appunto?
— Ghe voeur appunto on bel sedes per riusì a stagh denter.
Ma Spadolini è fiducioso.
Beh! Devi riconoss che come sedes el gh'ha ona bella piazza d'armi, ma bisognerà vedè s'el sarà assee!
— Tanto per cominciare in gennaio e febbraio l'inflazione è aumentata meno che in passato.
Ma intanta l'è cressuda ... e on ann el gh'ha dodes mes
Si, ... certo ...
— ... e tanto per comincia a marz el governo l'ha cressuu el prezzi della lus, del gas ...
Ma erano aumenti già programmati!
Programaa o no hinn semper aumenti
Ma non mi dirai che sono tali da fare superare il sedici per cento al costo della vita?!
Forsi no, ma hinn su la bona strada. E poeu
E poi cosa?
di sedi logisticamente disagiate.
Conclusione: per Cuomo è necessario varare un piano per dare ad ogni zona un centro civico.
Personale
Fino a due anni fa ogni zona aveva a disposizione sei dipendenti. Gli organici poi furono aumentati ad otto. Nell'ultima settimana del febbraio scorso, infine, la giunta comunale ha deciso di portare il personale di ciascuna zona a dieci.
Non appena i nuovi addetti verranno effettivamente assegnati si svolgeranno appositi concorsi di aggiornamento professionale. Attenzione però: questi di cui stiamo parlando sono i "funzionari" addetti ai Consigli di Zona. Biaogna poi tener conto dei dipendenti comunali operanti in stretto collegamento con le zone (pure se gerarchicamente dipendono da Palazzo Marino) che complessivamente, in tutta la città, sono 9600. Ha detto Cuomo: "L'impegno che prendiamo è di cominciare a studiare subito il graduale passaggio dal "preminente rapporto di collaborazione funzionale" ad un rapporto di "dipendenza funzionale" e, per alcune figure professionali, anche di dipendenza gerarchica".
Soldi
Per quanto riguarda la spesa corrente le zone gestiscono due miliardi all'anno come fondo per il diritto allo studio; un miliardo per la cultura, la ricreazione e lo sport; due miliardi per la manutenzione ordinaria. Per quanto riguarda sempre il problema delle risorse Cuomo ha sottolineato che si tratta adesso di andare avanti approfondendo le modalità del rapporto fra decentramento ed Amministrazione comunale per il bilancio preventivo 1982 ed il piano poliennale. "Prendiamo anche l'impegno — ha aggiunto — di predisporre dei veri e propri bilanci zonali, preventivi e consuntivi, i quali, pur non avendo validità giuridica nell'attuale quadro legislativo, introdurranno elementi di chiarezza per gli investimenti e per la spesa corrente".
Poteri
La Giunta comunale si è orientata per una rapida appalicazione, verifica e revisione delle cosiddette "delibere quadro", che sanciscono il potere delle zone in alcuni settori dell'attività decisionale. Attualmente le zone hanno poteri nel campo dell'educazione, dell'economato, della cultura e dello sport (in questi ultimi due casi le zone hanno anche un fondo a render conto dl un miliardo, che dà concretezza ai loro poteri), manutenzione ordinaria e straordinaria. Si sta ora entrando nell'ordine di idee di assegnare ai
consigli circoscrizionali poteri anche nei settori dell'edilizia e dell'urbanistica, mentre l'assessore ai Trasporti si è impegnato a formalizzare i già ottimi rapporti tra Vigilanza urbana e zone. Un punto interrogativo rimane sui problemi socio - sanitari, i cui sviluppi si intrecciano strettamente con le vicende della riforma sanitaria. Cuomo ha comunque rilevato l'importanza della scelta già compiuta di costituire venti unità socio - sanitarie operanti sul territorio corrispondenti a quello delle zone e venti comitati di gestione i cui componenti saranno eletti per la metà più uno dai consigli di circoscrizione stessi.
Gli impegni per il futuro
Su tali temi si è sviluppato il dibattito protrattosi per tre giorni e conclusosi con l'approvazione di un ordine del giorno, della cui stesura si era incaricato il consigliere comunale democristiano Pier Luigi Muzio — quello tra i venti consiglieri scudocrociati che segue più da vicino i problemi del decentramento — in accordo con i gruppi della maggioranza (PCI, PSI, PSDI e PDUP), che avevano convenuto sull'utilità di uno sforzo unitario. Ma al momento del voto la DC ha votato "no" (assieme a P.R.I., PLI e MSI; DP si è astenuta) mentre Muzio, per protesta, abbandonava l'aula. Come poteva votare contro il "suo" ordine del giorno, del quale numerosi ed autorevoli interventi avevano sottolineato l'esistenza delle condizioni per una positiva e larga convergenza?
Ed ecco i punti principali contenuti nell'ordine del giorno approvato con il voto favorevole di PCI, PSI, PSDI e PDUP:
Un impegno ad affrontare organicamente i problemi della riorganizzazione e del rafforzamento dei Consigli di Zona mediante l'attuazione e la revisione sia del regolamento, sia delle delibere quadro, assegnando nel contempo ai presidenti le deleghe del sindaco (come a dire i poteri) per quanto riguarda in particolare i controlli edilizi, quelli annonari e sanitari e la direzione del personale operante nelle zone.
Un impegno a far partecipare le zone all'elaborazione del bilancio del Comune e a portare avanti la disaggregazione sia della spesa corrente, sia degli investimenti zona per zona.
Per quanto riguarda i 9.600 dipendenti comunali operanti nelle zone (ma gerarchicamente dipendenti da Palazzo Marino) c'è l'impegno di assegnarli ai consigli circoscrizionali in un rapporto di dipendenza funzionale (e per alcune figure professionali — ad esempio le assistenti sociali — anche gerarchica).
Ci sono poi una serie di impegni estremamente concreti. Perfezionare i rapporti tra Comune e zone, portare avanti il piano dei centri civici, "decentrare" il sistema informativo. Il tutto nel quadro di una strategia che porti alla trasformazione delle zone in vere e proprie municipalità parallelamente alla definizione del nuovo governo metropolitano (e in proposito c'è l'impegno di premere sul govrno e sul Parlamento per una rapida definizione, attraverso una iniziativa di legge, del nuovo ente intermedio). Per ultimo l'ordine del giorno contiene l'impegno ad indire un nuovo dibattito sul decentramento entro la fine dell'anno.
Come si vede tutte richieste ampiamente condivisibili, alcune delle quali, tra l'altro, erano state rivendicate dalle stesse opposizioni.
E poeu staremm a vedè cosa che succederà st'estaa, o magara anca sto autunn!
E cosa dovrebbe succedere?
— Come?! T'ee minga leggiuu che tanti padroni de cà gh'hann daa el rugh a on mucc de botteg ar?
Beh, più che dargli lo sfratto hanno detto di non voler rinnovare i contratti che scadono.
— Che l'è poeu l'istessa robba!
Ma vedrai che poi nella maggior parte dei casi li rinnoveranno. Si, ma in che manera?
Beh, certamente chiederanno un affitto più alto.
Ma te set de quanto?
Mah?! ... Non saprei
Se parla del cinqu cent o ses cent per cent, ch'el sarev a dì cinqu o ses volt pussee de adess!
— Comunque è una questione che riguarda soltanto bottegai ed artigiani.
E no, caro ti! L'è ona question che riguarda tucc!
In che senso?
Nel sens che se ghe cressenn el fitt i bottegar gh'hann doma dò scelt che podenn fà. Ossia?
O sarà sù bottega o cress i prezzi. Vedrai che la maggior parte faranno la seconda.
E inscì el sedes per cent l'andarà a dà via i ciapp e tucc el ciapperem nel sedes.
E cosa ci vuoi fare?
Cert che mett sù i mudand de tolla l'è minga assee!
E allora?
E allora se dev digh al governo de fà ona legg per proibì ai padroni de cà de cress i fitt come che voeurenn.
E se il governo non la fà?
Podaremm semper digh al Spadolini, o a chi che ghe sarà al sò post de andà a dà via el sedes! Ciao, te saludi! el barbe*
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Ravizza, 4 aprile 1982 pagina 3 - milano 19
Via Carlo
Per rilanciare il decentramento
AL
Il progetto è stato approvato, ora si passerà alla costruzione
Come sarà il Centro Sociale Harar
Ne parlano i progettisti Guido e Cino Maffezzoli in un articolo che riprendiamo dal n. 163 della rivista
Edilizia Popolare per farlo conoscere ai nostri lettori
... Una letteratura che manchi di certi tratti ricorrenti, di certi elementi di continuità, potrà al massimo definire il nuovo — sorto dalla lotta col vecchio, — ma non dare ad esso una forma concreta. (G. Lukds, Realisti tedeschi del XIX secolo, Feltrinelli, Milano 1979).
Il progetto è stato realizzato con l'intento di formalizzare un prodotto che avesse aspetto e dignità di luogo pubblico.
I progettisti hanno ritenuto che a queste caratterizzazioni bene si addicesse una forma compatta, da costruirsi con elementi che la saldassero in maniera evidente alla tradizione architettonica.
In base a queste premesse, il progetto elaborato può leggersi come un blocco prismatico rettangolare di metri 40,50 per metri 54,50 di base, con un'altezza di metri 7,75 sul livello stradale. In realtà si tratta di due edifici molto vicini per le prospettive esterne, ma ben distinti per quelle interne. L'edificio minore copre le necessità dello spettacolo, mentre il maggiore racchiude tutte le rimanenti di cui il centro sociale ha inteso farsi carico: la biblioteca, la maggior parte dei laboratori, la sala riunioni, gli uffici gestionali, la discoteca, il bar - ritrovo, la sala giochi, i servizi tecnologici, i depositi e l'alloggio del custode.
L'organizzazione spaziale del blocco è affidata a due elementi di notevoli dimensioni: un quadriportico alto due piani che circoscrive un cortile di metri 12 per metri 14, a cui fanno capo tutte le funzioni appena ricordate, ed un elemento che spazialmente separa, e al tempo stesso collega i due corpi di fabbrica: "corte", di forma allungata, che, consentendo di attraversare il centro sociale da est ad ovest ricorda vecchie tipologie cittadine (le casere). La scelta del quadriportico e della corte non va intesa come risultato di un atteggiamento formalistico. È stata la volontà di acquisire al progetto elementi che tradizionalmente sono luogo di partecipazione sociale, facilmente utilizzabili per una lunga serie di manifestazioni all'aperto: dal teatro, alle mostre, alle feste popolari, al mercato, ecc.
I progettisti non ritengono sia loro compito formulare considerazioni sull'aspetto formale del prodotto elaborato; ritengono invece opportuno, per chiarire in maniera esaustiva alcune scelte, proporre brevi descrizioni degli elementi principali dello stesso: la biblioteca, i laboratori, la sala spettacolo.
La biblioteca
La biblioteca è organizzata su una superficie totale di 482,10 mq, di cui 213,40 al piano terreno e 268,70 al primo piano. Nel seminterrato ha in dotazione un magazzino per deposito libri, periodici e riviste con una superficie di 145 metri quadri che, nelle intenzioni dei progettisti, potrebbe essere recuperata in parte ad altri intenti.
La biblioteca, esclusa la parte che si affaccia sul quadriportico, è prevalentemente orientata ad est ed a nord. È stata collocata verso l'interno dell'area perchè luogo più
quieto e, contemporaneamente, vicino alla Scuola media Negri i cui allievi potranno facilmente accedervi.
Lo spazio non è stato diviso negli elaboratori grafici perché è parso più corretto che la sua segmentazione dovesse essere legata al complesso problema della gestione; il progetto si limita ad indicare logiche topologiche. Al piano terreno, si affacieranno sul portico i locali dove troveranno ospitalità le funzioni a cui ci si accosta con maggior frequenza come la emeroteca, gli audio visivi, il luogo di incontri e mostre. Al primo piano, luogo più riservato, saranno localizzati il deposito dei libri e gli spazi per la lettura.
Inoltre, se si considera la geometria della pianta, da cui sono stati eliminati i pilastri, e la distribuzione delle finestre, riteniamo che non sarà difficile applicare al contenitore i principi dello spazio flessibile.
Laboratori
Sono stati previsti tredici laboratori commisti ad ambienti per incontri, per circa 300 mq. Questi vanno intesi come spazia ggregativi entro quali sarà possibile coltivare un numero notevole di interessi.
Alcuni dovranno essere particolarmente attrezzati per realizzare attività non solo teoriche; ci riferiamo, ad esempio, ad interessi come la fotografia, la stampa ed il restauro del libro, ecc.
Sala per spettacolo
La sala per lo spettacolo, spazio che potrà essere utilizzato anche per assemblee, dovrà rappresentare il punto di incontro di tutte le attività di educazione permanente che si svolgeranno nel centro sociale.
Un programma autogestito dalle associazioni culturali che vi troveranno ospitalità, potrebbe consentire una sua più ampia utilizzazione, con lo svolgimento di seminari e dibattiti su argomenti specifici e spettacoli che siano contemporaneamente divertimento ed apprendimento teorico.
La platea è stata progettata su tre livelli di cui il primo ha la stessa quota del palcoscenico, corrispondenza che è scandita dal grande corridoio che correla i vari livelli della sala e determina delle prospettive in cui lo spazio destinato agli attori ed agli spettatori diventa meno antitetico favorendo una lettura dello stesso senza soluzione di continuità.
Questa scelta tipologica è uno strumento per coinvolgere maggiormente gli spettatori nella rappresentazione e suggerire spazi scenici alternativi.
Il palcoscenico, con i suoi capienti servizi, potrà diventare una palestra per l'esercizio del mimo, della danza, dell'arte drammatica, ecc. I laboratori annessi verranno affidati ad associazioni culturali affini allo spettacolo, che, nel caso
NOVITA' BAGNO OPPIONI
COMPOSIZIONI IN CRISTALLO E IN LEGNO
Planimetria generale - In nero il Centro Sociale, in evidenza le scuole, media e materna. Il progetto propone anche l'uso a verde publico di parte di piazza Axum e di via don Gnocchi.
della musica, ad esempio, potranno adibire un ambiente appositamente adatto al suo insegnamento.
Lo spazio di ingresso alla sala e quello ad esso sottostante potranno essere utilizzati per mostre sia specialistiche che generiche.
Guido Maffezzoli Cino Mafezzoli
Confronto con i giovani
Domenica 21 marzo scorso Marco Fumagalli, segretario nazionale della F.G.C.I. (Federazione Giovanile Comunista Italiana), e Stefano Righi Riva, segretario cittadino del P.C.I., hanno tenuto un incontro con i giovani presso il salone delI'E.C.E.R. di Via Cechov 20, al Gallaratese.
Tale manifestazione ha in pratica aperto la campagna di dibattito e di confronto in vista del prossimo congresso nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana, che si terrà a Milano dal 13 al 16 maggio prossimi.
Via Sem Benelli 16 al Gallaratese
Uno stabile dimenticato
Molti inquilini protestano per la mancata attuazione di necessari lavori di manutenzione
Protesta da parte di vari inquilini di via Sem Benelli 16, al Gallaratese, i quali lamentano di essere dimenticati dai responsabili della terza zona dello I.A.C.P. (Istituto Autonomo Case Popolari).
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Il complesso di via Sem Benelli 16 — dove abitano 120 famiglie di cui parte hanno riscattato l'alloggio, mentre altre sono in affitto — è stato costruito dall'INA Casa nel 1963, poi è passato nel 1967 alla Gescal e successivamente allo I.A.C.P. ed anche agli occhi di un inesperto appare bisognoso di una serie di interventi di manutenzione. I balconi in più punti presentano evidenti segni di sgretolamento, ma finora, a quanto ci dicono gli inquilini, lo I.A.C.P. si è limitato soltanto a far togliere le parti pericolanti, senza procedere alle necessarie opere di rifacimento.
I camerini degli immondezzai presentano una preoccupante situa-
zione di antiigienicità a causa dei bocchettoni di scarico che lasciano spandere l'immondizia sul pavimento perché corrosi dalla ruggine, mentre si è ovviato, ci dicono per iniziativa degli inquilini, all'inconveniente delle acque di fogna che un tempo periodicamente li inondavano.
Ma il problema più grave resta quello del portico delle scale della "I" alla "N". Il soffitto sta cedendo e presenta screpolature e rigonfiamenti che preoccupano quanti ci passano sotto e quanti ci abitano sopra, ma dal 1979, quando sono stati avvertiti i primi segni di cedimento, ad oggi lo I.A.C.P. non ha fatto altro che mettere delle puntellature di legno di sostegno. Cosa si aspetta a fare dei lavori di riparazione più idonei a dare sicurezza agli inquilini? Qualcuno insinua che lo I.A.C.P. non li esegue perché l'immobile sarebbe destinato alla vendita totale. Ma sarà poi vero?
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milano 19 - pagina 4 aprile 1982 YCRONACA
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t 4 . r Si va sempre più diffondendo la "moda", o sarebbe meglio dire il malvezzo, di affiggere cartelli "vendesi" un po' ovunque.
Si tratta in prevalenza di offerte di appartamenti, seminterrati, negozi, uffici affisse dappertutto ed in prevalenza attaccate con cordini o scotch a pali della luce o paletti dei cartelli delle fermate dei tram, degli autobus o delle filovie o persino inchiodati agli alberi da individui, od anche da società immobiliari, che evidentemente tengono in grande considerazione le loro proprietà ed i loro affari, dispregiando invece ciò che a loro non costa, nè porta denaro a cominciare dall'ecologia e dal
A Trenno La pace come slogan
Il 30 aprile si terrà alle ore 21 la manifestazione "Pace come slogan" organizzata dalla Coop. La Vittoria e dal Gruppo Sirio in Via F. Giorgi 15, Milano - Trenno. Avrà luogo la premiazione dei segnalati e vincitori al Concorso dedicato alla poesia e arti figurative, con la recitazione dei componimenti poetici di maggior significato, da parte della Compagnia G. Marinaccio del Circolo Il Convegno del Quartiere Gallaratese.
Le opere di arti figurative acquistate da Enti o Gruppi della Zona resteranno a disposizione per una mostra itinerante da concordarsi con l'organizzazione.
Per la serata del 30 aprile sono invitati i rappresentanti della municipalità, i gruppi politici e culturali, le associazioni e tutti gli abitanti della Zona interessati a un discorso democratico sulla pace.
I compagni della sezione Fornasari si uniscono al dolore della famiglia Paggi per la scomparsa della cara congiunta
SAIDA PAOLITTI
pagina 5 - milano 19
La palazzina di via Terzaghi
Nessuna assegnazione (almeno per ora)
Dopo aver esaminata la richiesta avanzata dalla organizzazione Arte Structura di poter utilizzare la palazzina di via Terzaghi (ex laghetto), attualmente inutilizzata, le commissioni Pianificazione territoriale e Bilancio - demanio hanno espresso m parere, poi fatto proprio dal Consiglio di Zona 19, secondo cui non ritengono arnrrissibile l'assegnazione ad uso alcuno di tale palazzina, in quanto la stessa è parte integrante dell'area del Monte Stella, per la quale il Consiglio di Zona ha più volte avanzato la richiesta di una progettazione generale da un punto di vista sia paesaggistico ambientale, sia dell'organizzazione dei servizi.
Per il Comitato di Gestione della USSL Occorrono capacità ed esperienza
Lo ha stabilito il Consiglio di Zona in sede di discussione sulla legge di applicazione della riforma sanitaria
Nella seduta del primo marzo scorso il Consiglio di Zona 19 ha approvato all'unanimità una serie di suggerimenti e di raccomandazioni presentati dalla Commissione Sanità in merito alla legge regionale n. 10 del 5 febbraio 1982 in applicazione della riforma sanitaria ed in attuazione delle leggi regionali n. 35, 36 e 39 del 1980.
que diano garanzia di costante collegamento con il Consiglio di Zona e con la sua Commissione Socio Sanitaria.
PENSIONI
senso estetico per finire alla proprietà pubblica, che forse considerano di nessuno anzichè di tutti.
Si tratta di palesi episodi di diseducazione e di inciviltà, ma c'è anche un altro aspetto che vorremmo mettere in rilievo, non si tratta forse di affissioni abusive? Se si perchè il Comune non provvede a multare, nel modo più salato possibile, questi affissori abusivi (facilmente identificabili in quanto ogni cartello reca almeno un numero telefonico cui rivolgersi per informazioni), che oltre a riempire la città con i loro annunci dimostrano anche di non aver alcun rispetto neppure per le piante?
Paravia-Zamagna "Slitta" l'asilo
Prendendo atto di un documento prodotto dall'Assemblea genitori del circolo didattico Paravia il 18 febbraio scorso, ed inviato al Consiglio di Zona 19 il giorno successivo, con il quale si chiedeva di far slittare l'ubicazione dell'asilo nido, la cui costruzione è stata progettata sull'area sin qui adibita a giardino della stessa scuola elementare di via Paravia, e visto il parere del progettista arch. Mattioni, che si è dichiarato disponibile a rivedere l'ubicazione planivolumetrica dell'edificio in riferimento all'area assegnata, anche in funzione della necessità di salvaguardare gli alberi, le commissioni Pianificazione Territoriale e Bilancio - Demanio del Consiglio di Zona hanno approvato il progetto nella stesura di adeguamento presentata.
Nel contempo hanno sottolineato l'opportunità di considerare, di concerto tra le due scuole, la possibilità di utilizzo comune, opportunamente regolamentato, delle aree verdi da attrezzare allo scopo.
In particolare per quanto si riferisce al Comitato di Gestione della U.S.S.L. (Unità SocioSanitaria Locale) della nostra zona, che sarà formato in maggioranza da membri eletti dal Consiglio di Zona con meccanismi che garantiscano il rispetto delle minoranze, la Commissione ha proposto che esso sia composto dal numero massimo di membri previsto dalla legge, tenendo conto del numero di abitanti e della mancanza di strutture della nostra zona, raccomandando che per quanto si riferisce alla nomina dei rappresentanti eletti dal Consiglio di Zona si tenga conto della loro conoscenza della circoscrizione e della sua realtà socio - sanitaria, della loro capacità ed esperienza in materia tecnico - sanitaria e delle loro capacità amministrative ed organizzative, lasciando aperta la possibilità di eleggere anche cittadini non consiglieri di zona, che comun-
Alla Cottica Viabilità e trasporti
Gli abitanti delle torri dello I.A.C.P. (Istituto Autonomo Case Popolari di Milano) di via Trenno 151 hanno sottoposto alla Commissione pianificazione territoriale del Consiglio di Zona 19 le problematiche inerenti alla sistemazione viaria, dei trasporti, ecc. del comprensorio "Cottica", di cui le torri stesse fanno parte.
Prenendo atto di tali problematiche il coordinatore della commissione, architetto Lodola, ha informato che sono già state intraprese iniziative di tipo progettuale e che si sta studiando la possibilità di utilizzo di oneri di urbanizzazione, derivanti da edificazioni nella nostra zona, per finanziare opere pubbliche da realizzarsi nella circoscrizione con carattere di urgenza e di priorità.
Gli interventi richiesti degli abitanti delle torri di via Trenno 151 potrebbero pertanto, ha quanto ha detto l'arch. Lodola, essere eseguiti con tali disponibilità.
Sottolineata la necessità che vengano rispettate le date previste per l'insediamento delle U.S.S.L., la Commissione ha posto in rilievo la necessità che il comitato di coordinamento, previsto dalla legge regionale del 5 febbraio, non sia una sovrastruttura che esaurito le capacità programmatorie e di intervento della zona, ma sia un organismo che, attraverso un collegamento costante con le venti U.S.S.L. cittadine, garantisca omogeneità di indirizzo e di intervento sociosanitario.
Infine ha posto in evidenza l'importanza che i trasferimenti di poteri, previsti dalla legge, avvengano contemporaneamente a quelli degli strumenti e del personale necessario, che i rapporti tra U.S.S.L. e Consiglio di Zona non siano di tipo formale, ma prevedano un costante confronto sulle scelte, sulla programmazione e sugli obiettivi da perseguire, e che il Consiglio Comunale deliberi contemporaneamente alle istituzioni dei Comitati di Gestione delle U.S.S.L. la delega dei poteri ai Consigli di Zona, come previsto dalla legge.
Scuola di via Omodeo
Siringhe in cortile
Ci giunge notizia che nel cortile della sede staccata del liceo "Cesare Beccaria" sita in via Omodeo si trovano quotidianamente, o quasi, siringhe che sono state evidentemente usate da tossicomani.
È evidente il pericolo che ciò crea per gli studenti, nella scuola studiano infatti anche dei bambini delle elementari. Corre voce che la presidenza, avvisata del fatto, abbia scelto come unico rimedio l'innalzare la cancellata che cinta l'edificio scolastico. Non ci sembra certo un rimedio di una grossa portata socialel Nella scuola italiana però, succede anche questo. Nel frattempo c'è anche chi si chiede quale sarà la sistemazione futura dei "distaccati" del celebre liceo milanese poichè un'ordinanza stabilisce da circa un anno che i locali in cui ora studiano i ragazzi del "Beccaria" siano adibiti ad altro uso.
Per la riforma 600 firme
La Lega Pensionati G1 S.P.I. con sede in via Uruguay n. 11 / 2 con l'impegno dei suoi associati ha raccolto nel quartiere 600 firme sulla petizione lanciata dal sindacato per la riforma pensionistica che dovrà essere discussa in Parlamento.
nati del nostro quartiere ha partecipato alla manifestazione di Roma. La Lega Pensionati ringrazia i cittadini ed i pensionati che con il loro contributo hanno permesso di portare direttamente a Roma la loro protesta e il loro impegno affmche la riforma venga finalmente approvata per una vita più civile per tutti i Inoltre ha raccolto tra i cittadini pensionati. un contributo di L. 321.550 per La Lega invita i pensionati a contribuire alle spese della manife- unirsi e a dare sempre più slancio stazione indetta dai Sindacati CGIL alla lega stessa in quartiere: martedi - CISL - UIL tenutasi a Roma nel e venerdì dalle ore 16 alle ore 18 la giorno 16 marzo 1982. lega è aperta per tutti coloro che voUna forte delegazione di pensio- lessero partecipare.
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aprile 1982
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`'CRONACA
Evangelici: una realtà poco e male conosciuta
Non pochi sono inseriti nelle iniziative di quartiere o svolgono altre attività nell'ambito culturale, sociale e politico
Nella dimensione composita e "pluralista" della Zona 19 vi è posto anche per i protestanti. Si tacca di un fenomeno quantitativamente modesto, ma significativo; anche perché non pochi di essi sono inseriti nelle iniziative di quartiere o svolgono altre attività nell'ambito culturale, sociale e politico, secondo un principio di impegno pubblico che, in generale, è la loro caratteristica.
Poche decine, forse un centinaio, nel quartiere, i protestanti (o evangelici) a Milano sono alcune migliaia. Difficile valutare il loro numero esatto in tutta Italia, perché proprio le chiese più numerose non tengono statistiche. Certe valutazioni parlano di oltre 300.000 unità, ma la cifra potrebbe essere anche assai maggiore: presi nel loro complesso sono certamente la più forte minoranza religiosa in Italia.
Sta di fatto però che la loro influenza è nettamente superiore alla loro entità statistica. basti pensare che il "Culto evangelico", trasmesso dalla RAI tutte le domeniche mattina ad un orario pressoché impossibile (7,30) è regolarmente seguito da oltre un milione di persone.
Inoltre, in un clima rinnovato di reciproca tolleranza e di ecumenismo, gli evangelici non mancano di esercitare una influenza indiretta ma assai profonda sui fratelli cattolici: un grandissimo numero di libri pubblicati dalle maggiori case editrici cattoliche italiane sono traduzioni, in particolare dal tedesco e dall'inglese, di opere di autori protestanti, soprattutto nel campo della teologia e degli studi biblici.
Nonostante tutto ciò, occorre dire che poche realtà italiane sono così poco e male conosciute dalla opinione pubblica come quella degli evangelici.
Il fatto è che fmo a pochissimi, ma proprio pochissimi anni fa i protestanti italiani erano quasi totalmente isolati ed emarginati, e su di essi gli organi di informazione e la "cultura" dominante potevano dire impunemente tutto quello che volevano, assai spesso stravolgendo deliberatamente la realtà.
Vediamo dunque ora di sapere qualcosa di più, e di più preciso, sui protestanti, specie quelli italiani.
Essi traggono origine da quel grandioso movimento di rinnovamento religioso che fu la Riforma protestante del 1500. Ma proprio in Italia la Riforma fu anticipata di ben tre secoli, in taluni suoi aspetti, da un movimento tipicamente italiano: quello valdese.
Sostanzialmente la Riforma protestante fu una reazione alle gravissime degenerazioni della Chiesa romana di quel tempo; l'impossibilità pratica di riformare quest'unica chiesa condusse alla nascita delle chiese evangeliche (o protestanti), che vogliono essere delle chiese "riformate", nel senso di restaurate e rinnovate secondo l'evangelo.
Il ritorno alle origini
In questa sua ansia di ritorno alle origini, cioè alla chiesa dell'età evangelica, la Riforma protestante stabilì due centralità essenziali: Gesù Cristo, unico oggetto di fede e unica autorità per i cristiani; e 1"'uomo nuovo", cioè l'uomo liberato e salvato dalla sua fede, che per questo è diventato un uomo adulto e responsabile, sia nei confronti di se stesso, sia nei confronti del mondo nel quale si trova ad operare.
Secondo un pregiudizio abbastanza radicato (e diffuso ad arte) gli italiani sarebbero costituzionalmente immuni dal bacillo del rinnovamento religioso. Le cose in realtà non stanno affatto così. Il famoso storico Federico Chabod affermava che il movimento riformato "ha assunto nell'Italia cinquecentesca un'ampiezza assai superiore a quanto non si sia spesso creduto".
Se esso non riuscì a raggiungere grandi dimensioni e a diventare movimento di massa fu perché venne letteralmente spazzato via, nel sangue e nel fumo dei roghi, da parte della Santa Inquisizione.
Accanto alle esecuzioni singole non mancarono neppure veri e propri casi di genocidio e stragi di massa, come il massacro della colonia valdese di Calabria (1561), il "Sacro macello di Valtellina" (1620) auspice il cardinale Borromeo, le "Pasque di sangue" piemontesi (1655).
Fu solo a partire della seconda metà dell'Ottocento che le nuove libertà costituzionali consentirono una vigorosa ripresa del protestantesimo in Italia; anche se i diritto (limitati) sanzionati sulla carta vennero sistematicamente vanificati nella pratica: sia per le violenze e le intimidazioni perpetrate dalle masse fantizzate dai clericali; sia per i ricatti delle classi padronali (specie nelle campagne), che consideravano con grande ostilità gli evangelici, perché vedevano giustamente in essi dei pericolosi "sovversivi" (e in
realtà moltissimi di loro erano impegnati nelle lotte sindacali e politiche della classe operaia); sia per le vere e proprie persecuzioni condotte dalle stesse autorità di polizia, attraverso abusi amministrativi e aribitri di ogni genere, come accadde soprattutto nel periodo fascista e in quello successivo dell'egemonia democristiana (in particolare ai tempi di Scelba). Solo con l'evoluzione politica e civile del Paese, avvenuta in questi ultimi anni, la situazione si può definire finalmente normalizzata. D'altra parte è anche molto cambiato l'atteggiamento dei cattolici nei confronti dei protestanti, a partire dal Concilio Vaticano II: oggi esistono buoni rapporti in chiave ecumenica, anche se occorre dire che l'ecumenismo è visto da molti cattolici non come incontro tra diverse chiese cristiane su un piano di parità, ma piuttosto come il perpetuarsi delle aspirazioni egehioniche della Chiesa romana sulle altre.
Nonostante queste riserve, va riconosciuto che il dialogo interconfessionale, seppure fmo ad ora stentato, ha smantellato vari pregiudizi, eliminando molta ignoranza reciproca e favorendo giudizi meno sommari, e invece più articolati e differenziati. In particolare è motivo di grande gioia per i protestanti constatare una vivissima e generalizzata rinascita di interesse dei cattolici verso la Bibbia, che per i protestanti è sempre stato l'unico ed esclusivo punto di riferimento per la loro fede.
Un modo diverso di essere cristiani
In una situazione come quella attuale, profondamente modificata e
migliorata rispetto al passato, sorge spontaneo chiedersi se gli evangelici italiani abbiano ancora un loro ruolo da svolgere e quale esso eventualmente sia; in altre parole se esiste lo spazio per una presenza caratterizzata e originale.
Nessun evangelico dubita che tale spazio esista, e oggi più che mai. Innanzitutto perché la società italiana sta diventando sempre più pluralista, democratica, aperta al confronto (che è sempre arricchimento per tutti).
Inoltre perché gli evangelici sono portatori di un modo molto diverso di essere cristiani, di una proposta che continua ad essere in gran parte alternativa rispetto alle posizioni maggioritarie. Vediamo un po' più da vicino i caratteri di questa originalità.
Il punto centrale del dissenso tra cattolicesimo e protestantesimo è costituito dal diverso modo di concepire la presenza di Dio nel mondo; quindi del modo diverso, antitetico di essere chiesa. Il cattolicesimo si concepisce, in rapporto a Dio e al mondo, in termini di rappresentanza, il protestantesimo invece di testimonianza.
Cosi per il cattolicesimo la chiesa è il perno tra Dio e il mondo, ha una indispensabile funzione mediatrice e pertanto esalta se stessa, mentre presuppone un clero sacralizzato.
I protestanti invece rifiutano la chiesa come istituzione sacrale, strumento indispensabile di salvezza, istituzione gerarchica, "madre e maestra". Le chiese evangeliche intendono essere piuttosto. come nel cristianesimo delle origini, il semplice luogo d'incontro di coloro che, in
una data località, credono in Gesù Cristo e intendono testimoniarlo.
La chiesa ha dunque un valore strumentale e ciascuno deve poterci vivere nella libertà (che naturalmente implica personale responsabilità).
Essa non vale perchè esiste, è gande e potente, ma solo in quanto è strumento di testimonianza e di servizio per la salvezza, cioè la liberazione degli uomini. Per questo la chiesa non può essere un'istituzione, non ha struttura gerarchica, non ha nè basi nè vertici, non ha autorità di papi o vescovi, non ha bisogno di una classe di sacerdoti: l'unica autorità, l'unico sacertode è considerato Gesù Cristo vivente.
I pastori, quando esistono, non sono "sacerdoti", ma persone che si dedicano al servizio della comunità a tempo pieno; tutti i credenti hanno uguale importanza e l'organo supremo per le decisioni è rappresentato dall'assemblea. Gli organi centrali vengono eletti "democraticamente" dalle assemblee.
Una morale di libertà
Per i protestanti non esiste una sfera del "sacro", contrapposto al "profano": sacra è la vita di tutti i giorni perché il credente, "nato di nuovo", la dedica all'amore per Dio e per i fratelli. Nonostante vi siano varie chiese evangeliche, nate in condizioni storiche, culturali e geografiche diverse, le loro differenze sono assai meno sostanziali di quanto si potrebbe superficialmente immaginare. Esse hanno un patrimonio comune, che può essere sintetizzato in tre punti
- L'accettazione di tutta la Bibbia (cioè l'insieme dei Vangeli e degli altri scritti dell'Antico e del Nuovo Testamento) come unica autorità normativa in materia di fede(perchè testimonianza di uomini che sono stati incontrati da Dio), con il rifiuto di qualsiasi "tradizione", per quanto autorevole essa sia.
- La centralità di Gesù Cristo, come unica e irripetibile rivelazione di Dio, unico sacerdote e salvatore, unico Signore vivente (gli evangelici sono fermamente convinti che Gesù, e solo Gesù, è ancora oggi in grado di offrire agli uomini una risposta chiara alle domande fondamentali sulla giustizia, la gioia, il dolore, la vita, la morte. Egli è la luce che illumina la loro vita e le dà un senso).
- La chiesa come comunità di "fratelli".
I protestanti si sentono personalmente impegnati a collaborare con tutti i movimenti e le forze che lottano per la libertà degli uomini, contro lo sfruttamento, la prepotenza, la violenza.
Un altro terreno sul quale il dissenso tra protestanti e cattolici appare più profondo e non superabile è quello dell'etica (o morale), nei suoi vari aspetti: politico, sessuale, coniugale e familiare, sociale e professionale.
Mentre la morale protestante fondamentalmente è morale di libertà, la morale cattolica è basata piuttosto sull'osservanza della legge, fissata dal magistero ecclesiastico. Mentre la morale protestante educa alla libertà, la morale cattolica sembra piuttosto educare all'obbedienza.
Aurelio Penna
Le ACLI della zona e la "Laborem exercens"
Considerazioni su una serie di dibattiti promossi nella zona sul tema dell'ultima enciclica papale
Durante lo scorso mese le A.C.L.I., così vive nella nostra zona, hanno affrontato un ciclo di conferenze - dibattito sull'Enciclica "Laborem exercens", con l'intervento di Giovanni Garuti (già vicepresidente delle Acli milanesi), di Sandro Antoniazzi, della segreteria provinciale della C.I.S.L. milanese, e del padre provinciale gesuita Mario Reina.
Le conferenze si sono tenute in tre parrocchie del Gallaratese ed hanno avuto una partecipazione notevole sia di intervenuti che di interventi, ma, spiace dirlo, il dibattito era rinchiuso fra cattolici, dato che non vi è stata partecipazione di altri movimenti sindacali o politici, così come avrebbe richiesto la discussione di problemi di tale attualità e dimensione. Ad ogni modo, secondo me, l'importante è che finalmente si dibatta sulle encicliche e che le stesse, per i cattolici, non rappresentino semplicemente una esortazione verbale del papato come è generalmente stato sinora; finalmente il problema religioso e quello del lavoro quotidiano, che ha sinora creato dissidio e distacco fra fede ed azione nel cattolico, viene affrontato seriamente e se ne cercano le soluzioni.
È innegabile che questa enciclica, con la sua affermazione definitiva della centralità dell'uomo lavoratore rispetto alle situazioni mondiali "economicistiche" neghi sia il capitalismo che le soluzioni di una semplice politicizzazione e burocratizzazione dei mezzi di produzione e si ripropone nella storia per affrontare i gravi problemi emergenti nel mondo: perchè ormai non esistono più
villaggi, ma tutti i problemi diventano universali nel loro contesto e nella loro concatenizzazione.
Natuarlmente occorrerà verificare se queste iniziative non resteranno isolate, sia in Italia che all'estero, e se veramente l'uomo cattolico vorrà affrontare in concreto e cercare di risolvere in collaborazione con i "non credenti" questa problematica mondiale.
Certamente il problema si presenta di una attualità senza eguali, deve essere universalizzato e non deve restare circoscritto nell'ambito della Chiesa o di altre ideologie, specialmente dopo la recente caduta del mito del "socialismo reale".
A questo punto, per quanti si interessano al mondo del lavoro, si tratta di proporre nuove soluzioni e soprattutto di capire che la strada della partecipazione nel lavoro e del controllo e della finalizzazione dei mezzi di produzione è quella vincente.
Anche per i cattolici quindi vi è una ricerca della "terza via", che, per ora, si pone quasi esclusivamente come problematica e con soluzioni alternative riguardo al mondo del lavoro, una ricerca della soluzione ottimale secondo come si presentano le situazioni nei vari paesi, ed è proprio questa ricerca della "terza via", che pur e aperta a pluralistiche e nuove soluzioni, quella a cui aspira il movimento dei lavoratori.
Pertanto i problemi della diminuzione delle spese belliche, della fame nel mondo, del riconoscimento del diritto al lavoro come primario, l'universalizzazione dei beni, diventano i problemi di tutti i lavoratori.
Non importa se le soluzioni, dopo il decadimento di certe situazioni, e con la crisi della cosiddetta "società del benessere", sono allo stato iniziale o di ricerca: importante è che finalmente da più parti si cerchi una ragionevole soluzione e ci si batta per la definitiva liberazione dell'uomo. concreto e reale di questa nosta vita. Desidero chiudere con un grazie sincero alle A.C.L.I. milanesi, il cui pensiero premonitore di questi ultimi anni ha pervaso l'enciclica con il
riconoscimento definitivo del movimento operaio e sindacale da parte della Chiesa e che, proprio in occasione della loro vittoria storica, hanno perso politicamente l'isola milanese da cui esso è dipartito; ma che importanza ha perdere un'isola, se si conquistano i mari e i continenti che la circondano?
Certo la strada è dura, e non solo per i cattolici, ma occorre perseverare nell'impegno.
Roberto Tedeschi
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CHIESA E MONDO DEL LAVORO
Le cose andavano a quei tempi davvero così bene? E per chi andavano invece male? Tutti erano così felici e spensierati? E chi non lo era, perché?
Questi ed altri dubbi possono nascere in chi visiti la mostra organizzata dall'Amministrazione comunale e "sponsorizzata" da un'industria produttrice di digestivi sul tema "Gli anni Trenta: arte e cultura in Italia" o è già diventato uno slogan che si impone alle coscienze con la forza di un marchio pubblicitarioANNITRENTA.
La mostra — aperta fino al 30 aprile — è articolata in 19 sezioni dislocate in 4 Sedi nel centro della città; oltre ad essa sono previste iniziative collaterali proiezioni di film ANNITRENTA presso la Cineteca italiana, dibattiti, conferenze, documentari prodotti dalla RAI-TV sullo stesso tema.
Dell'avvenimento si sono poi abbondantemente occupati settimanali e quotidiani, dai quali abbiamo appreso del successo di massa della mostra: nei primi venti giorni di apertura sono stati venduti 70.000 biglietti.
E data la forza e le dimensioni dell'apparato propagandistico mobilitato in occasione della mostra, si può anche capirne il grande impatto a livello di massa.
Ma l'interesse destato dall'iniziativa del Comune di Milano per quello che resta uno dei periodi più bui della storia del nostro Paese va al di là della mostra; essa è il prodotto più vistoso (e più importante, per le dimensioni dell'operazione e per la quantità di pubblico raggiunto) di un clima di generale involuzione culturale che tende ad una "rivalutazione" — o riproposizione acritica — del periodo fascista. Può bastare una visita in libreria per rendersene conto praticamente: biografie di Mussolini — da quella di Mac Smith a quella di De Felice — una biografia in cui viene rivalutata la figura di Starace, segretario del Partito Nazionale Fascista dal 1931 al 1939, la ristampa di testi poetici di Marinetti — poeta ufficiale del regime — testimoniano di questa tendenza culturale.
E poi: in tutte le edicole si può trovare in vendita un'autobiografia di Mussolini — abbondantemente pubblicizzata con toni nostalgici da alcune TV private — intitolata appunto Io, Mussolini; non è secondario il fatto — in termini di suggestione propagandistica — che nel primo fascicolo di una così innocua ed innocente opera venga fatto gentile
LA MOSTRA PATROCINATA DALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Erano poi tanto felici questi ANNITRENTA?
Nella mostra una visione del periodo che è quella dei gruppi allora dominanti
omaggio al lettore di una medaglia commemorativa della "marcia su Roma".
Ma non è finita qui: è in proiezione in questi giorni in un cinema del centro il film di produzione tedesca intitolato U-BOOT 96, in cui vengono narrati i turbamenti e le sofferenze del gruppo di soldati nazisti che compongono l'equipaggio di un sommergibile tedesco durante la seconda guerra mondiale. Per arrivare addirittura — in questa infilata di perle della cultura contemporanea — a cascami consumistici, ma egualmente significativi, prodotti dal clima cui qui si è brevemente accennato: in occasione del carnevale milanese è stato indetto dall'Assessorato alla cultura e spettacolo un concorso a premi per la migliore maschera in stile ANNITRENTA. Sullo stesso tema, una festa da ballo organizzata da una nota discoteca della città.
È dunque in questo quadro generale che va collocata una mostra come quella sugli ANNITRENTA, che già è stata definita "l'avvenimento culturale dell'anno".
UN GIOCO DI PRESTIGIO
Scopo — o pretesa — dei curatori della mostra è quello di restituire una visione "storicamente fredda", "distaccata", "serena" della vita e cultura in Italia negli anni del dominio fascista; questo attraverso l'esibizione di dati informativi e materiali riguardanti i campi della vita politica e sociale, della propaganda, delle arti, della moda.
L'operazione avrebbe poi il senso di recuperare, studiare, capire "criticamente" alcuni aspetti del periodo che sarebbero stati "rimossi" da
una storiografia che finora ha considerato (volutamente, faziosamente; parzialmente, è sottinteso) gli aspetti più brutali e superficiali del fascismo.
E cosi un primo (strabiliante, stroardinario) risultato dell'abilità critica dei nostri studiosi "freddi" e "distaccati" è un effetto che potremmo dire straniante: gli anni Trenta (scusate: gli ANNITRENTA) diventano nella mostra una specie di Eden, una sorta di utopica Città del sole o una mitica Terra dell'oro. Sotto i colpi delle sciabolate critiche dei Nostri (veri e propri eroi della cultura, è inutile negarcelo) spariscono, come mozzati, interi decenni della storia del nostro paese, e con essi intere fasce sociali.
Si parla cosi abbondantemente del "consenso" degli ANNITRENTA (che pure esisteva, soprattutto da parte borghese) ma non una parola sugli anni Venti, cioè gli anni in cui il fascismo prende il potere con stragi di operai e contadini, assassinii di dirigenti democratici e comunisti, la dissoluzione della democrazia parlamentare e l'eliminazione terroristica del movimento operaio.
Allo stesso modo nella mostra non si riesce a trovare traccia dell'esistenza di un'opposizione al regime - opposizione che, guarda caso, nasce (come opposizione organizzata) proprio negli ANNITRENTA.
E gli emigrati politici (tra i quali anche l'attuale presidente della Repubblica)? E la guerra di Spagna? E la Resistenza armata antifascista degli anni Quaranta? Di questo la mostra non dice niente, ed a ragione: questi elementi romperebbero lo schema ideologico del "consenso" che sta alla base della interpretazione che nella mostra viene data del periodo.
UN NUOVO GRUPPO FOTOGRAFICO IN ZONA
Grufo: per imparare a saper fotografare
Iniziato presso la parrocchia di via Betti un corso di fotografia tenuto da esperti
vrebbe, a grandi linee perseguire tre scopi: documentare, ossia testimoniare; raccontare, ovvero interpretare; infine abbellire che si identifica con la foto artistica. La scelta di una linea di lavoro potrebbe quindi puntare su uno di questi tre obiettivi.
Se osserviamo le foto in mostra per "Il Quartiere Garibaldi" di Virgilio Carnisio (un lavoro le cui caratteristiche sono quelle tipiche dell'autore) vediamo chiaramente che è stato scelto il primo obiettivo: documentare e testimoniare.
L'effetto pratico — mirabile gioco di prestigio — è cosi la scomparsa (la rimozione, tanto deprecata dai nostri "critici studiosi") dal quadro visivo del visitatore della mostra di elementi essenziali per la comprensione del fenomeno del fascismo.
Elementi che, del resto, la scuola non fornisce: è cosa risaputa che i programmi scolastici — di fatto e nella quasi totalità dei casi — si fermano dal punto di vista della storia politica all'unificazione nazionale.
Cosi lo spettatore che abbia meno di 40 anni e che non abbia avuto un'esperienza tale da portarlo ad interessarsi di questi problemi, potrebbe anche uscire dalla mostra con l'impressione di avere scoperto un'Italia felice, spensierata, benestante, che coincide in effetti on l'Italia borghese degli anni Trenta.
Lo stesso spettatore potrà anche effettuare un utile confronto tra i nostri "anni di piombo" (come suona il titolo di un recente film tedesco sul terrorismo) ed i ruggenti ANNITRENTA, confronto il cui esito può essere solo ovvio.
LA VISIONE DEI GRUPPI DOMINANTI
Ma un altro, e non secondario, bell'effetto della mostra, un ulteriore ed ancor più stupefacente gioco di prestigio è la scomparsa di intere fasce sociali dalla storia del nostro Paese in quegli anni: vediamo, nella sezione dedicata alla moda, delicatissime ed erotizzanti sottovesti di seta, mutandine di pizzo, eleganti abiti da sera, scintillanti collane e bracciali, per non parlare di orecchini, spille, cappellini, velette, pani-
ree di bellezza il cui cattivo gusto è paragonabile solo a certi prodotti dell'industria dell'abbigliamento "per giovani" di oggi.
Ma perchè non esporre qualche tuta operaia, o mostrare qualche utensile da lavoro?
E perchè non un bel carnevale sul tema "La felicità del lavoro di fabbrica: operai ed operaie all'Aermacchi" o "Contadini e contadine nell'Agro Pontino"? Forse tutto ciò non fa spettacolo? È un dubbio che potrebbe sorgere, vista l'impostazione della mostra, il suo stile spettacolare - consumistico.
Inoltre, i materiali presentati nella mostra come rarissimi reperti antropologici ci danno una visione d'insieme del periodo che è quella dei gruppi allora dominanti, la stessa che poteva uscire dalle pagine dei quotidiani e dei rotocalchi ufficiali dell'epoca. Sarebbe come voler dare una immagine della vita sociale e culturale dell'Italia degli anni Ottanta attraverso i modelli "autunno - inverno" dei raffinati atelier di Giorgio Armani o attraverso le pagine del Corriere della sera.
Ma, proseguendo nella visita, nella sezione dedicata ad "Arti, letteratura e pensiero estetico" scopriamo dell'esistenza di pittori, scrittori, pensatori (alcuni dei quali critici nei confronti del regime, ma questo viene accuratamente taciuto): anche qui, nessuna indicazione di carattere storico - culturale che possa orientare il visitatore; si fa anzi di tutto per disorientare e non fare capire.
Viene presentato, ad esempio, un pezzo jarissimo: la prima edizione dei racconti di Elio Vittorini Piccola borghesia; non si dice però che in
questi stessi (radiosi, meravigliosi, liberi) ANNITRENTA, il regime censurerà quella che forse può essere considerata l'opera più importante dello stesso Vittorini, Conversazione in Sicilia, e con essa altri libri critici o "scomodi", per il regime. Si parla del movimento di Corrente (ce ne siamo occupati nel numero dell'aprile '81): ma non si dice che la rivista, organo del gruppo, viene chiusa dal regime nel 1940. Dal contesto complessivo della mostra può cosi sembrare che il merito dell'esistenza di forme culturali che tentavano di uscire dal clima di chiusura provinciale imposto dal regime, fosse del regime stesso.
FASCISMO O CONSUMISMO?
Cosi il criterio generale — di metodo — su cui è costruita la mostra, se si presenta come nuovo e critico è in realtà vecchio, rozzo, acridco: la storia è qui storia dei potenti, delle classi e dei gruppi dominanti; è storia della borghesia ed aristocrazia e non degli operai o dei contadini; è costruita su documenti e "fonti" ufficiali e non sulla cultura degli oppressi che — in uno slancio di ditarismo culturale — viene semplicemente eliminata. E, d'altra parte, il fatto che stupisce e può disorientare è che la mostra è realizzata con il patrocinio di una Amministrazione comunale di sinistra, che fa riferimento a partiti per tradizione antifascisti.
Sporadiche, isolate ed a livello puramente individuale, le reazioni critiche (alcune interviste ed articoli sul quotidiano La Repubblica). Nessuna presa di posizione da parte delle organizzazioni dei resistenti, dei partigiani, o da parte delle organizzazioni antifasciste e di sinistra.
Si è giustamente criticato l'abbondante uso fatto in passato di una "retorica antifascista". che è troppo spesso servita per giustificare la realtà esistente.
Oggi ci troviamo però di fronte ad una retorica di segno opposto che unisce agli arnesi tradizionali dei nostalgici del regime un impianto generale di tipo consumistico che la rende particolarmente attraente, soprattutto alle giovani generazioni. Potrà riprendere, a 37 anni dalla guerra di liberazione, un dibattito culturale antifascista che contrasti l'attuale clima di regressione culturale?
Massimo Mezzanzanica
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Nell'autunno scorso è nato un gruppo fotografico, detto brevemente Grufo, che si ritrova il primo e terzo venerdì di ogni mese alle ore 21 nelle aule della Parrocchia 3 S. Martiri in Via Betti 62.
È un gruppo che occupandosi e discutendo di fotografia mira a condividere le esperienze individuali in modo che ognuno possa trarre indicazioni e idee nuove per le seguenti elaborazioni in questa materia.
Fra i vari proponimenti di questo gruppo vi è anche l'opportunità di poter passare dei momenti insieme, in amicizia. Come prima iniziativa c'è un corso di fotografia tenuto da esperti, aperto a tutti, che si svolge
ai sabato pomeriggio ai Tre Martiri, mentre tra gli incontri e dibattiti ha avuto luogo una mostra di Virgilio Carnisio, noto nell'ambiente della fotografia per i suoi molteplici lavori riguardanti Milano, e soprattutto la Vecchia Milano.
Egli è certamente fra gli autori più conosciuti su questo tema (è ormai ritenuto il fotografo di Milano) ed ha portato al Grufo una documentazione su "Il Quartiere Garibaldi" da cui ricaverà il suo nono libro per immagini.
Come ha detto il critico Sergio Magni, che ha presenziato al dibattito con l'autore nella serata del 30 gennaio scorso, la fotografia do-
Carnisio ha voluto fare un lavoro su una di quelle zone che almeno esteriormente ha mantenuto certe caratteristiche, presentandole così come sono, o come erano fino a poco tempo fa. Egli ha posto il suo occhio fotografico frontalmente, davanti al soggetto, in un rapporto diretto senza deviazioni di prospettiva, inquadrando moltissimi negozi, di cui quella strada è abbondantemente fornita, qualche vecchio balcone e pochi cortili. Questo elemento in effetti si è dimostrato troppo ripetitivo, non presentando sufficienti differenze dall'uno all'altro.
Le fotografie di questa mostra sono prevalentemente senza contrasti, la stampa è cupa e grigia: del resto Milano è forse poco grigia?
Tutto risponde a questa ferrea logica:Carnisio fa vedere le cose come le vedrebbe un passante. In gergo si dice che egli appartiene alla categoria dei fotografi scienziati, cioè a coloro che fanno l'inventario del mondo.
Francesco Vighi
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trillano 19 - pagina 10
SU PROPOSTA DELL'ANPI S. SIRO
Un Comitato per la pace in Zona 19
Sviluppati a livello europeo, con una composizione sociale politica composita e diversificata, i "movimenti per la pace" hanno rappresentato, a partire dall'autunno scorso, una ripresa dei movimenti di massa, una novità positiva nell'attuale clima di restaurazione politica e culturale.
Questi movimenti hanno inoltre contribuito a porre al centro del dibattito culturale il problema della pace e — con esso — quello di una diversa qualità di vita, riprendendo da questo punto di vista le esigenze dei movimenti giovanili post - sessantotteschi.
Ma, dopo un fragoroso inizio il silenzio è calcolato sul movimento, che sembra essersi estinto. Ma è davvero così? Cosa è rimasto di vivo di quell'esperienza?
Una "traccia" del movimento è rimasta, tra l'altro, anche nella zona 19: in questo quartiere è nato un Comitato per la pace formato, su proposta dell'ANPI di zona, da forze politiche democratiche.
Al momento di andare in macchina non ci è ancora giunto il documento uscito dalle prima tre riunioni del gruppo, cui hanno partecipato rappresentanti di CAF, FGCI, PCI, PSI, PDUP, del Sindacato, degli ex - combattenti, dell'UDI, del centro anziani. Hanno dato la loro adesione le ACLI ed alcune comunità cattoliche di base ed il PSDI.
Nelle differenze di fondo riguardo al tema della pace si riflettono, evidentemente, differenze di composizione politica.
Il rischio, come è stato fatto notare in una riunione, è che la parola "pace" resti retoricamente vuota e che venga usata per mascherare le cause reali, politiche e sociali, dell'attuale situazione di tensione internazionale.
Due i punti centrali che fanno da "base" ideologico - politica delle attività del gruppo: il problema del disarmo e la questione del superamento della divisione del mondo in "sfere d'influenza" controllate dalle due grandi potenze, USA ed URSS.
Il Comitato intende sviluppare le esperienze ed i temi dei movimenti europei per la pace: primo fra tutti quello di una "cultura della pace".
Il problema è allora, come è stato detto nelle riunioni del Comitato, individuare, capire, criticare la "cultura della guerra"; ricercarne le cause, che sono in primo luogo sociali e culturali.
Scopo del gruppo, nato nella concreta ed individuale situazione di un quartiere, è quello di funzionare come stimolo riguardo alla discussione di questi problemi, di porsi anzitutto come momento di chiarificazione ideologica.
Un momento essenziale sarà dunque il contatto con la gente; tale contatto potrà esserci se l'iniziativa saprà sottrarsi a forme retoriche, se non diventerà semplice strumento di espressione delle linee dei diversi partiti in esso presenti, tendenza che è molto spesso presente nei movimenti di massa e che rappresenta un perenne rischio di "istituzionalizzarione" e di inaridimento.
M. Mz.
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Dibattito al Centro Sociale di via Betti
Gli accordi di Yalta si possono superare?
Per venerdì 2 aprile è indetta presso il Centro Sociale di via Betti 37, per iniziativa del Comitato Pace Gallaratese, una tavola rotonda sul tema "È possibile un superamento degli accordi di Yalta?
Quali prospettive? Quali forze spingono in questo senso e su che cosa si basano?" con la partecipazione di Maurizio Mottini, del P.C.I., di Cenerini, del P.S.I., di Cafiero, del PDUP, e di Pasquetta, per gli evangelici. Questa tavola rotonda segue altre due iniziative analoghe organizzate dallo stesso Comitato Pace Gallaratese e svoltesi il 19 marzo scorso su "Accordi di Yalta e cosa hanno significato per l'Europa", con la partecipazione di Rodriguez, direttore della Casa della Cultura, ed il successivo 26 marzo su "Conseguenze e riflessi degli accordi di Yalta nel terzo mondo", con la partecipazione di Enrica
Coloni Pischel.
CHI HA CERCATO DI SOFFOCARE
I MOVIMENTI PER LA PACE?
Uno degli argomenti più attuali di questo periodo è sicuramente quello della Pace. Si è scritto molto in proposito sui giornali, se n'è sentito parlare parecchio alla televisione, alla radio. Numerose sono state le assemblee, i convegni e le manifestazioni organizzate da organismi religiosi e politici: un vero bombardamento di iniziative, frutto anche, inizialmente, di rivalità tra i partiti, i gruppi politici e i gruppi religiosi. È Roma la città dove si svolge la prima grande "mardia per la Pace": il 24 ottobre 1981, per le vie della capitale, sfila un numero impressionante di persone. È gente di ogni età, c'è chi ha vissuto i tristi momenti della guerra, e ci sono anche bambini nel passeggino spinto da giovani genitori, ma tutti sono li, insieme, con un unica grande speranza. A questa, vista l'adesione massiccia, ne sono seguite ovviamente altre. Si sono svolte "marce per la Pace" sia nelle maggiori città italiane ed europee, che nei centri come Comiso, e la singolare Perugia - Assisi. Un risultato senz'altro positivo, che ha consacrato la nascita di una coscienza pacifista nazionale, e che si è concretizzata poi in un vero e proprio movimento, dando vita a quello che è stato il fenomeno politico dell'autunno 1981 italiano ed europeo. Infatti il movimento pacifista, qui in Italia costituito da un gruppo promotore di manifestazioni per la Pace (FOCI; PDUP; ARCI; DP), è nato sulla scia di singolari movimenti sorti proprio in altre città europee come Bruxelles, Francoforte, Amburgo, che costituivano un impasto di rivendicazioni irguardanti il pacifismo, l'ecologia e l'occupazione delle case.
Tuttavia l'aspetto che inizialmente più ha colpito, sia l'opinione pubblica ma soprattutto i rappresentanti di partito, è stato senz'altro l'ingente numero di adesioni raccolte dal movimento pacifista stesso. È chiaro che ciò costituiva, in un periodo di riflusso e di rifiuto dell'organizzazione come quello che da un po' di tempo stiamo attraversando, una situazione alquanto appetitosa per tutti i partiti.
Una volta constatata quindi l'importanza che andava ad assumere
Questo articolo cerca di cogliere alcune "provocazioni" estremamente stimolanti di quanto eaposto "Polonia e libertà" nella rubrica "Trbuna aperta" del numero di febbraio. Solidamosc indica una grande speranza di giustizia e libertà, lontana dal "socialismo reale" dei paese dell'Est, quanto, se non maggiormente. dal "libertinaggio" economico - individualistico degli U.S.A.; il concetto di libertà (la giustizia è ignorata) nei discorsi di Reagan sembra assumere inquetanti tinte, tra il grottesco ed il tragico, in una farneticazione imperialistica, che spaventa ormai gli stessi, pur volonterosi, alleati atlantici. I peggiori e più feroci dittatori, purché al servizio degli interessi imperialisti americani, hanno sempre trovato sostegno incondizionato nella Casa Bianca e, nelle banche americane, complicità dirette nella spogliazione dei loro popoli e sicuro rifugio per il "malloppo" scientificamente rapinato.
Il massimo poeta latino - americano dei nostri tempi, Pablo Neruda, testimone diretto del dramma del sudamerica, cosi si esprimeva nel 1973, dopo un ennesimo dramma, quello cileno, culminato con l'assassinio del socialista Allende, nella sua poesia "I Satrapi": Nixon, Frei e Pinochet / fino ad oggi, fino a questo anno / mese di settembre / dell'anno 1973 / con Bordaberry, Garrastaru e Bonzer / iene voraci / della nostra storia, roditori / delle bandiere conquistate / con tanto sangue e tanto fuoco / Impiantanati nei loro orticelli / predatori infernali, / satrapi mille volte venduti / e traditori, eccitati / dai lupi di New York, macchine affamate di sofferenze / macchine del sacrificio / dei loro popoli martirizzati / Mercanti prostitute / del pane e dell'aria d'America / fogne, boia, branco / di cacicchi da lupanare / senza altra legge che la tortura / e la fame frustrata del popolo".
che mai) si comincia a parlare del Salvador, poriettando documentari già da tempo diffusi dalla televisione svizzera: per il Salvador, di quattro milioni di abitanti, 35 mila morti in due anni, una cinquantina di "scomparsi" al giorno tra gli oppositori del democristiano Duarte, membro dell'internazionale democristiana presieduta dal nostro Mariano Rumor.
Ma poco o nulla si dice di situazioni analoghe nel Guatemale, in tutta l'America Latina, in Cile, in Argentina, nel Brasile, in Bolivia, dove militari golpisti, appoggiati in modo determinante dagli U.S.A., continuano ad ammazzare ed ad affamare i loro infelici popoli. La chiesa stessa si ribella per bocca di vescovi e di sacerdoti, nel nome dei più elementari diritti di giustizia. Nel mirino degli U.S.A. ora sono la piccola Cuba ed il piccolissimo Nicaragua sandinista. Si blatera contro Castro "colpevole" di aver eliminato dal suo paese l'analfabeti-
smo e di aver liberato l'isola dalla gang di Batista: un "brutto esempio", una "campana a morto" per le dittature sanguinarie protette dagli Stati Uniti e per le varie oligarchie che da duecento anni tradiscono gli ideali dei grandi "liberadores", da Bolivar a S. Martin.
Qui in Italia i comunisti hanno da tempo preso le distanze dall'U.R.S.S.; non altrettanto gli altri partiti si pongono in posizione critica nei confronti degli U.S.A., portabandiera della libertà. Una libertà ben misera, se serve da paravento a barbara ingiustizia. Alcuni partiti italiani, nella loro libidine di servilismo, sostengono gli U.S.A. persino nelle proposte di elezioni, di fatto, fasulle e truccate. Il loro antifascismo ha già scordato che Hitler e Mussolini sono arrivati al potere con "regolari" elezioni. Con "regolari" elezioni la minoranza bianca governa il Sudafrica contro la maggioranza nera.
A. FonUtnini
questo movimento pacifista come nuova fonte di voti da accaparrarsi, è scattata subito per tutti gli addetti ai lavori, o quasi tutti, una vera e propria "caccia al pacifista".
Persino la DC, dopo una prima reazione negativa — sono marce di comunisti — ha scelto la via dell'adesione alle rivendicazioni del movimento per la Pace.
Purtroppo però, come spesso accade in questi casi, l'interesse nato da ogni parte politica nei confronti del movimento, è risultato fin troppo soffocante, al punto che, dovendo trovare ogni partito che vi ha aderito dei compormessi con la propria linea politica, hanno limitato e scolorito quella che poteva essere una grinta iniziale del movimento stesso. Basti pensare ad esempio agli slogan coniati in occasione di queste "marce unitarie", che proponevano il ritiro di missili e bombe al neutrone, dimenticando, o snobbando forse un po' troppo, i presidi militari stranieri sia in Italia che all'estero, come se questi di per se stessi non siano già causa di provocazione e quindi nocivi ad ogni concetto attuabile di Pace. Forse che proporre, come logica soluzione, che ognuno se ne torni e resti a casa propria con missili, bombe e carri armati, sia troppo avventato? Se lo è per molti, non dovrebbe esserlo almeno per il partito Comunista italiano.
L'"obiettivo politico del superamento dei blocchi", a cui accennava Berlinguer nella sua relazione al Cornitato Centrale del partito tenutosi a Roma poco tempo fa, può essere raggiunto solo partendo da un severa condanna di qualsiasi forma di ingerenza delle due superpotenze negli stati sia europei che estraeuropei. Il segretario del PCI, analizzando la situazione politica internazionale, ha pronunciato parole gravi e preoccupate in particolar modo per il futuro dell'Europa, se non si insisterà nel perseguire questo obiettivo politico, trovando un terreno unitario di iniziative.
C'è da augurarsi solamente che un terreno unitario di iniziative non significhi però, ancora una volta, perdere l'incisività e l'intransigenza necessaria che determinati argomenti richiedono.
Danilo Notarangelo
Certo gli U.S.A. nacquero (duecento anni fa) rivendicando, contro la madre patria Inghilterra, i diritti di libertà già intuiti dagli illuministi del '700 e qui per la prima volta recepiti nella costituzione di uno stato.
Detti principi, però, furono rapidamente traditi, diventando il paravento di una società inumana, basata sulla violenza e sulla ricerca selvaggia della ricchezza con ogni mezzo ed ad ogni costo. I films western sono rivelatori delle caratteristiche di tale "civiltà", che iniziò con il massacro inutile delle scarse e disperse popolazioni indiane, solo formalmente protette dalle leggi dello Stato, pur cosi legalista e libertario nella sua facciata.
La legalità si limitò alla ossessiva difesa della proprietà privata, comunque arraffata, la libertà fu "gentilmente concessa" agli schiavi negri, perché si comprese che era più "competitivo" (come dicono gli economisti del capitale) usare il negro solo per il lavoro, anziché avere l'onere di mantenerlo anche quando vecchio, malato, inoperoso, si sarebbe pur dovuto, in qualche modo, provvedere alla sua sussistenza.
Certe sette poi predicavano e predicano come il successo finanziario sia il segno della benevolenza divina e la povertà una giusta condanna, un valido marchio o della inefficienza personale o. comunque, in un misterioso destino.
Nei duecento anni della loro storia gli Stati Uniti, pur casi ricchi di territori fertilissimi, di immense risorse minerarie, senza problemi di eccesso demografico (se l'Italia avesse la stessa densità di popolazione degli U.S.A. dovrebbe contare non più di otto milioni di abitanti) hanno rapinato il Messico della California, del Texas, del Nuovo Messico (vedi i nomi spagnoli delle città di queste regioni) hanno impedito, appoggiando i "Satrapi" locali, la formazione della Confederazione degli Stati Sudamericani, per poterli meglio sfruttate.
Nel 1917 hanno trovato modo di superare un principio solenne della loro stessa Costituzione, che, se li autoleggeva tutori della libertà nelle sue Americhe, proibiva agli U.S.A. di farsi coinvolgere fuori dal continente americano. In queste settimane (meglio tardi
uando l'unione non fa la forza VUOI CAMBIARE LA TUA AUTO CON UN'ALTRA USATA ist,mbrosiana u t o is.r I. VUOI UN USATO CON GARANZIA tyst brosiana uto es.r.l. VUOI UN USATO SENZA ANTICIPO ty3 1/4 mbrosiana LA t O ei.r L VUOI ACQUISTARE UN'AUTO NUOVA 44,mbrosiana ILJ t O a.r. t. vieni alla tt,mbrosiana uto s.r. I. CONCESSIONARIA SEDE: Via Varesina, 47 - Milano tel. 327.11.48 1, FILIALE: Via Gallarate, 281 - Milano tel. 309.23.67 - 308.50.89 AIE\ mbrosiana uto s.r.l.
aprile
1982
Tribuna aperta L'opinione dei lettori Stati Uniti ... e libertà
Viaggio nei centri di aggregazione della zona
Il centro comunitario di via Lampugnano
La nuova tappa della nostra inchiesta sui centri di aggregazione giovanile interessa oggi il Centro Comunitario di via Lampugnano 145. Sorto dall'attività di un gruppo di giovani nel 1973, attraverso diverse vicissitudini ha visto l'intervento dell'amministrazione comunale che, tramite il Consiglio di Zona, ha provveduto alla ristrutturazione dello stabile. Nonostante la spinta per la costituzione di questo centro sia sorta dai bisogni delle forze giovanili della zona non è soltanto per i giovani che essa è intesa. Chiunque dovrebbe trovare in questo luogo un punto di riferimento utile sia da un punto di vista culturale ed educativo che da un punto di vista ricreativo. Il primo impatto con il Centro è certamente positivo: un bel giardino entro il quale sorge un calcio ben curato e dall'aspetto accogliente. Un po' diverso è l'inter no: tante stanze semivuote, un grande salone sui-lati del quale sono ordinatamente disposti pochi tavoli ed alcune decine di sedie. È qui che incontriamo Dorietta Mariani, del Comitato di Gestione, che ci parla delle attività, delle esperienze e dei problemi del Centro Comunitario. "Di problemi da risolvere ne abbiamo trovati tanti e molti di essi attendono ancora di essere risolti - ci dice Dorietta -. Questo è un servizio comunale e come tale dovrebbe essere completo di tutta quella serie di strutture di cui necessita per funzionare. Invece non abbiamo nemmeno abbastanza sedie per far sedere la gente. Da due anni e mezzo ci è stato riconsegnato lo stabile ristrutturato e da due anni e mezzo aspettiamo una lunghissima lista di cose che occorrono: un bar, una sala giochi, dei tavoli, delle sedie, un campo da bocce, l'apertura della biblioteca per più ore, una sala di lettura, una sala audizioni. Altrimenti la gente che viene qui cosa può fare se non c'è una attività organizzata? Il fatto di ritrovarsi in questo luogo per un motivo puramente ricreativo non è possibile ancora". La visuale con cui i membri del Comitato di gestione si pongono di fronte al problema dell'aggregazione giovanile non si limita a considerare il momento della partecipazione "passiva". Le iniziative del centro dovrebbero servire ad avvicinare i giovani alla struttura, ma essi stessi dovrebbero succedersi nell'organizzazione di attività. Al tempo stesso il Centro dovrebbe servire come spazio per attività organizzate e come ritrovo per gli abitanti del quartiere. È evidente l'importanza sociale di un simile tentativo che và contro la norma, abituale di questo periodo, del ritorno al "privato". Non si tratta di socializzare tutto ad ogni costo bensì di estendere i momenti di vita comunitaria fin dove è possibile. Di fare un tipo di cultura che sia integrativa, su base periferica, alle attività centralizzate dell'assessorato alla cultura e più strettamente legata ai problemi del quartiere. La mancanza di operatori culturali ed animatori blocca in molti sensi questo impegno. Le difficoltà nell'avvicinare persone in modo continuativo è comunque grossa. Anche tra fruitori dei servizi del centro è presente una certa reticenza a rendersi disponibili. "Attualmente parecchi sono i gruppi musicali che utilizzano questo luogo per le loro prove. Abbiamo avuto con loro un incontro per vedere di programmare assieme qualche cosa; si pensava per esempio ad un festival giovanile della musica in quartiere ma abbiamo trovato un muro in questo senso. Il loro interesse era limitato al luogo — per imparare a suonare, per provare, ecc. — non certo all'esperienza che avrebbe potuto nascere da un loro impegno". Si ripropone quindi il problema della disgregazione giovanile. Si ritrova un'immagine dei giovani che ci induce a pensarli elementi poco attivi da un punto di vista sociale; questo è però in netto contrasto con l'immagine offertaci dai giovani operatori del Comitato di Gestione. Probabilmente una struttura più efficiente e dotata dei mezzi necessari riuscirebbe più efficace ed utile alla popolazione del quartiere. Utile non soltanto a riempire la bocca a chi, come si intuisce dai discorsi dei membri del Comitato di Gestione, deve farsi vanto di "un'importante realizzazione socia-
Feste, spettacoli teatrali tra le attività del gruppo. Notevoli sono però i problemi dovuti alla mancanza di strutture elementari
le" che, sicuramente bella dall'esterno vista dal di dentro è vuota. Tanto più che per quanto riesce a funzionare attira in modo deciso l'attenzione. Le attività spaziano dalle proiezioni, feste, spettacoli teatrali, concerti, mostre; ai corsi di fotografia, di ginnastica, di modellismo, di musica. E in ogni occasione l'interesse e la partecipazione sono state buone. Siamo dunque portati a pensare che anche gli altri progetti darebbero i dovuti risultati. La presenza di una biblioteca funzionante, di una sala di lettura, di una sala audi-
zioni renderebbe invitante il frequentare il centro anche al di la del singolo corso. Cosi come un servizio di ristoro ed un minimo di strutture ricreative invoglierebbero a deviare dalla strada del bar per quella del centro. È evidente che tutto questo sarà possibile solo se ci sarà la volontà politica di farlo, se si vorrà completare dopo l'esterno anche l'interno. "In questo senso qualche cosa si è mosso — continua Dorietta — Ad inaugurare la mostra che è ora esposta erano presenti il Sindaco Tognoli, l'assessore al decentra-
In diretta dall'esperienza droga Il cocktail della morte
mento Cuomo ed il presidente del Consiglio di Zona Pasquini ed è proprio per quell'occasione che abbiamo organizzato alcune forme di protesta. Come conseguenza abbiamo avuto tre incontri l'ultimo dei quali a Palazzo Marino con l'assessore Cuomo ed il responsabile alla ripartizione economato. Certo, qualcosa si è mosso, ora attendiamo di vederne i frutti". In questo periodo si stanno programmando le attività per il 1982 e nel frattempo continuano quelle ormai avviate. Anche se a tempo ridotto è quindi possibile utilizzare la struttura del Centro Comunitario e quanto più sarà sentita la sua necessità tanto più sarà probabile una sua definitiva ultimazione.
Mauro Paoluzzl
Intervista a Dino (detto l'educato), tipo elegante e composto, che si presenta a chiedere la solita siringa. Ci siamo incontrati una sera davanti a un bar, una sera di nebbia e freddo come da tempo non si vedeva a Milano. Lui era già lì ad attendermi, io sono arrivato dopo; i suoi dati: ventinove anni, già sposato e separato, analista chimico. Mi ero preparato una lista di domande da porgergli, ma non riesco, la prendo, la straccio e incominciamo a parlare liberamente. Lo conosco da tanto tempo, io lavoro da parecchi anni in farmacia, (circa 20) e con lui feci amicizia circa sette anni fa, in un momento in cui ero particolarmente in crisi, di lui mi colpi la fiducia nella vita e
Considerazioni sulle proposte del ministro Di Giesi
"Part-time": non serve una legge
È invece necessaria la contrattazione per aziende, per settore, per zone alfine di trovare un giusto equilibrio
Certo siamo in tempo di scherzi, il governo ne ha fatta un'altra delle sue. La questione del part - time, è tornata alla ribalta in seguito all'improvvisa decisione del Consiglio dei ministri di presentare al Parlamento un disegno di legge sulla materia. Contro detta regolamentazione si sono sempre decisamente opposti, nel passato, i sindacati e i partiti di sinistra.
Non a caso il padronato ha sempre premuto per introdurre il parttime nei momenti di crisi economica: con questo strumento avrebbe potuto espellere in modo massiccio la mano d'opera femminile dal mondo del lavoro. Da qui anche l'avversione dei movimenti femminili. Ultimamente però il dibattito si era ammorbidito, aveva assunto toni meno ideologici e più pragmatici, in relazione ai mutamenti nella situazione del paese, alla domanda crescente di lavoro da parte dei giovani, degli anziani ed anche di strati femminili che pongono il problema di un'attività di lavoro meno rigida e più conciliabile con altre esigenze. Su queste basi si era avviato un confronto tra governo e Federazione sindacale Unitaria, ora bruscamente interrotto con il varo del disegno di legge, presentato dal ministro del lavoro Di Giesi. Come "una vera, importante riforma" sulla quale ci sarebbe stato anche l'accordo di tutti i partiti. Il che non è assolutamente vero. Qui si tocca il punto veramente essenziale su cui sindacati, ma anche il PCI, avevano avanzato una richiesta molto precisa e che non sembra essere accolta nel disegno di legge governativo. Le richieste, cioè, che la legge dovesse riguardare soltanto gli aspetti previdenziali e pensionistici, non definire nel dettaglio il part-time la cui regolamentazione dovrebbe essere totalmente lasciata alla contrattazione sindacale. Lo stesso concetto di part-time, intero come tempo di lavoro ridotto ma rigido (tutti i giorni mezza giornata) è stato contrastato in quanto non corrispondente alle esigenze variabili che riguardano da un lato i diversi processi produttivi (tessili, conservieri, terziario ecc;...) dall'altro i soggetti (lavoratori - studenti, anziani, donne). Per cui soltanto attraverso la contrattazione per aziende, per settori, per zone, è possibile trovare un giusto equilibrio, una flessibilità che, come avviene in altri Paesi europei, consenta di concordare i tempi di lavoro meno intenso in certi giorni della settimana (o in certi periodi del mese o dell'anno) e più intensi in altri. Tra l'altro bisogna tener conto di esigenze particolari come quelle delle lavoratrici - madri che pongono specifici problemi anche per
quanto riguarda l'indennità in periodo di maternità.
Vediamo ora nei suoi punti la proposta del governo: Il lavoro part - time deve essere regolato con un contratto scritto e i dipendenti che svolgono un'attività del genere devono essere conteggiati nell'organico dell'azienda.
Le modalità delle prestazioni di lavoro a tempo parziale devono essere stabilite dai contratti nazionali di categoria.
All'atto di iscrizione nelle liste ordinarie del collocamento l'interessato può manifestare la propria disponibilità anche per un impiego parttime
Il contratto collettivo può stabilire un preciso rapporto tra il numero dei dipendenti a tempo pieno ed il numero dei lavoratori ad occupazione limitata.
Dopo il primo biennio, il lavoro part - time può essere trasformato in occupazione piena.
La retribuzione minima oraria da assumere come base di calcolo per i contributi previdenziali deve essere pari ad un settimo della paga giornaliera stabilita dai contratti collettivi.
Ai fini del diritto alle prestazioni Inps, compresa la pensione nel corso dell'anno solare, i contributi settimanali da accreditare per il part - time devono essere pari a quelli delle settimane lavorative per le quali risulta versata, o dovuta, una contribuzione media corrispondente ad un minimo di 24 ore di attività.
Gli assegni familiari devono essere corrisposti per l'intera misura set-
nella gente, cose che io non credevo più possibili. Mi investi di ricordi dolci, buoni e cattivi, come quella volta che lo dovetti portare al pronto soccorso di un ospedle per un "buco" fuori vena.
Glielo ricordo, si interrompe di colpo sorride amaramente: "Il passato, i ricordi, son tutto quello che mi rimane — mi dice — è come se fossi morto nel giorno in cui mi sono bucato per la prima volta". Di colpo mi sembra diverso, magro, vecchio, molto di più dei suoi ventinove anni, solo adesso noto che è molto smagrito e pallido. Mi fa molta pena.
Inizia a raccontare la sua storia, come quella di tanti altri che, come lui, per debolezza, dabbenaggine e mancanza di fiducia nelle proprie possibilità, provano per la prima volta il buco, tanto, a sentir loro, possbno smettere quando vogliono.
"Ormai sono sette anni che "mi faccio" e sono nella merda più di prima!" La moglie é la prima ad accorgersi e lo lascia.
"Non la biasimo, le avrei reso la vita difficile".
Sul posto di lavoro viene emarginato, (gli spiego che anche i comunisti sono emarginati sul lavoro).
Decide di andarsene, vive, si droga finché i soldi della liquidazione finiscono, poi trova un altro posto di lavoro, alcuni mesi poi a spasso: piccoli furti, prostituzione, lo portano verso nuovi e pericolosi abissi da cui forse non potrà mai uscire. "Un amico", di quelli veri, lo aiuta, gli trova un posto in un magazzino di distribuzione di farmaci, è impiegato, tutt'ora guadagna bene perché è molto intelligente, gli basta per vivere e bucarsi senza dover rubare o spacciare.
Mi chiede di accompagnarlo in piazza Imerio, sceso dall'auto se ne va, dandomi appuntamento dopo mezzora. quando torna ha con sè una dose di eroina. Decido di andare fino in fondo, lo seguo in un giardinetto di via Washington, lo vedo tutto indaffarato a preparare il tutto: siringa, cucchiaio, limone, droga; mi chiede l'accendino per scaldare l'acqua. È una giornata tremendamente fredda eppure ha la fronte imperlata di sudore e trema a preparare il tutto; sembra prepari un cocktail, il cocktail della morte. È pronto, si alza la manica. stringe il laccio emostatico. vedo i buchi uno sull'altro, rossi e blu scuro, mi fa molta pena vedere un giovane così conciato, l'ago entra con facilità.
Dino si inietta la dose, l'aspira e la spinge nuovamente in vena. sangue e droga si mischiano alla perfezione.
L'operazione è finita. Vorrei parlargli della disintossicazione, ma tornerebbe a drogarsi e al primo buco ci resterebbe.
timanale nel caso di un attività non inferiore alle 24 ore.
In caso di inabilità permanente assoluta, la rendita da infortunio deve essere liquidata al dipendente sulla base delle tabelle previste dai contratti collettivi per il corrispondente lavoro a tempo pieno.
Divieto di straordinari. Ferie e anzianità come per il lavoro pieno.
Giancarlo Gnutti
servle 7(:0709roli/
Me ne vado, avvilito, incapace di pensare e di agire, mi sento stanco, spossato. penso a qualche anno addietro quando in quei giardinetti era uno scandalo (a sentir le madri) per tutti quei preservativi in terra, ora ci sono siringhe e scatole di latta. Questo è progresso, distruzione di una generazione pensante, nata nel benessere, ma pronta a cogliere quelle trasformazioni della società. verso una cultura di vita diversa. Ora sono distrutto, come uomo e come facente parte di questa società inumana.
REKATO
("feftfonare ore parti serali) Tel. 30 89 242 Tel. 45 93 192 Via Cechov 20 MILANO Via Cabella 47
aprile 1982 pagina 11 - milano 19
a Goonatevi a MILANO 19 mai 4
G. Gn.
Portatori di handicap
Inserimento non emarginazione
Si deve lottare tutti assieme per rendere la vita meglio vivibile anche a coloro che non sono più sani ed alle loro famiglie
Da poco più di tre mesi è mito l'anno 1981, proclamato "Anno Internazionale dell'Handicappato", ma cosa è cambiato? Cosa si è fatto in concreto? Tanti convegni e tante conferenze! È vero, si è parlato tanto e un po' dappertutto del problema degli Handicappati, dalla TV, alle scuole e nelle parrocchie, ma si è fatto poco, troppo poco mentre queste persone hanno bisogno di tanto, ed anche là dove a fatica si è riusciti ad ottenere qualche legge che tuteli i diritti dei portatori di handicap, occorre una grande fatica per riuscire ad attuarla.
Gemmologia I quarzi
Il quarzo è un gruppo molto Importante in mineraolgia, sta per le numerose varietà, sia per la sua presenza in quasi tutti i giacimenti.
A causa delle belle forme e del bellissimi colori, che il quarzo presenta. parecchie di queste furono usate come gemme in tempi antichissimi.
CRISTALLO DI ROCCA O IALINO
guarda un po' tutti. Se pensassimo che handicappato non è solo chi soffre per una malformazione fisica o mentale, ma anche i malati di cuore, i dializzati, gli asmatici, vecchi e a volte perfino le donne in stato interessante, ci daremmo tutti un po' più da fare per ottenere delle condizioni di vita migliori anche per loro e soprattutto non si correrebbe il rischio di essere strumentalizzati da qualche personaggio irresponsabile che sa usare tanti bei paroloni, ma niente fatti.
Il Comune di Milano ha concretizzato diverse agevolazioni a favore degli handicappati: trasporto taxi con tariffa tranviaria, rimborso spese di L. 500.000 per la villeggiatura estiva, borsa di lavoro ecc., ed altre ne farebbe ancora se il Governo non continuasse a tagliare i fondi per la spesa pubblica e soprattutto quelli destinati alla Salute Pubblica e all'Istruzione. Inoltre venerdi 12.2.82 il Consiglio di Zona 19 ha deliberato la imminente apertura del Centro Territoriale Riabilitativo per adulti, provvisoriamente presso la ex scuola materna di via Ojetti.
Nel Razionale (ornamento del grande sacerdote ebraico), su dodici pietre ben sette appartengono al gruppo del quarzi.
Il quarzo è uno dei minerali più abbondanti e diffuso in natura; lo troviamo entro geodi, fenditure in rocce svariate, nei graniti, nelle pegmatiti, nei porfidi quarziferi.
Si può dire che il quarzo è presente in quasi tutti i giacimenti ove se non è il principale minerale accompagna spesso gli altri.
Èfacilmente attaccablle all'acido fluoridrico e fonde a temperatura tra i 1770° - 1790°C.
La massa fusa e raffreddata, non costa più di quarzo, bensì di silice vetrosa e può essere filata, soffiata e lavorata, come il vetro.
È la varietà più largamente diffusa, le Alpi hanno e tuttora forniscono grandi quantità di materiale. Spendidi e vistosi cristalli del S. Gottardo e della Valle Malenco. Dal Brasile e Madagascar provengono cristalli colossali, non sono rari cristalli dal peso di 300 Kg. e un Metro di Circonferenza. Il cristallo più grosso è stato trovato in Giappone, 1,30m di altezza ed un peso di 680 Kg.
Anticamente si ottenevano pietre per gioielli, oggigiorno viene utilizzato per piccoli oggetti artistici, corone per rosari.
QUARZO ORO
viene confusa ed erroneamente chiamata Topazio. La maggior parte di queste gemme proviene dal Brasile. Il colore è variabilissimo, giallo oro, giallo arancio, giallo bruno, talvolta un poco affumicato. Si presume che la colorazione sia dovuta all'ossido di ferro. Come valore è in genere molto inferiore all'ametista.
QUARZO ROSA
AVVENTURINA
Non è usato in gioielleria, ma va menzionato perchè questo quarzo ialino include oro puro a venature, a pagliuzze e anche granuli di non trascurabili dimensioni. Notevoli esemplari sono stati trovati negli Stati Uniti, Australia, Sud ,(frica, Russia e Francia. Attraverso appropriati procedimenti du fusione, questi quarzi vengono a costituire vere e proprie miniere aurifere. Il valore di questo quarzo è quello delle rarità.
Questa varietà si trova difficilmente in cristalli distinti bensì in masse anche di notevoli dimensioni. In Italia lo si trova a Comasco in Val Sesia. 11 colore è roseo, molto delicato, non è mai perfettamente limpido. Viene tagliato a superficie tonda ed usato per comporre collane. Spesso è usato per scolpire statuine.
OCCHIO DI GATTO
Varietà dl quarzo che si presenta in vari tipi a seconda delle inclusioni di individui diversi contenuti. Le più belle provengono dalla Russia, ma le troviamo anche in Cina, Egitto, Germania, India, Australia, Brasile ed anche in Italia in Piemonte. Si tratta di granulari di quarzo nei quali tra granulo e granulo, si trovano lamelle di altri minerali. Se il minerale frammisto è costituito da squamette di mica si ottiene un colore giallo oro. Il colore rosso brunastro è dato da minute lamelle di ematite.
Questa rappresenta un'altra conquista dei cittadini della nostra zona in cui la presenza delle persone handicappate è piuttosto elevata.
Chi scrive è un genitore di una bambina handicappata che non se ne sta in casa davanti alla TV, ma lotta quotidianamente anche in fabbrica per cambiare questa società; ma per ottenere questo occorre l'aiuto di tutti quei cittadini sensibili al problema, dei partiti politici democratici e del Sindacato.
Tutti assieme dobbiamo lottare affinchè la vita sia più vivibile anche per coloro che non sono più sani e per le loro famiglie.
Michele Procopio
Il quarzo si trova in cristalli ben formati e completi, !a cristallizzazione avviene nel sistema rombo edrico. Sovente i cristalli risultano impiantati per uno degli esterni( del prisma e perciò terminanti regolarmente soltanto all'altro estremo.
Le dimensioni sono variabilissime, dai cristalli microscopici si passa a cristalli gicanteschi lunghi oltre un metro e dal peso di alcuni quintali. La durezza è 7 nella scala di Mohs.
Il quarzo oltre che gemma è un minerale importantissimo negli usi tecnici. Le varietà limpide ed incolori (cristallo di Rocca o latino) vengono usate per la fabbricazione di lenti. Il quarzo fuso presenta un coefficiente di dilatazione minima per cui viene largamente impiegata per apparecchi di grande resistenza agli sbalzi di temperatura.
È usata anche per foggiare tubi da termometri, nella fabbricazione del vetro e cristallo, apparecchi telefonici e radiotele Nella descrizione mi limiterò a quel quarzo che interessa in gemmologia e che viene usato come gemma.
Voglio qui precisare che quanto ho detto non vuole essere un'accusa per gli insegnanti, perchè troppo spesso si trovano soli a dover af frontare i problemi della classe con un portatore di handicap. Quanti sono infatti gli insegnanti veramente preparati per questo tipo di lavoro?
Quanti insegnanti di sostegno hanno questa qualifica?
Nel mondo del lavoro poi le cose non vanno davvero meglio!
La legge 482 del 2.4.68 prevede per le aziende con un numero di lavoratori superiore a 30, l'inserimento del lavoratore handicappato, ma non è cosi semplice attuarlo!
Anche all'interno delle aziende manca la coscienza sociale attomo al problema, tanto che gli stessi consigli di fabbrica hanno paura ad inserire gli handicappati nei gruppi di produzione.
Secondo me la battaglia da fare non è quella di ottenere che le aziende diano gli strumenti adatti a ridurre le difficoltà del lavoratore handicappato per metterlo in condizioni di lavorare assieme agli altri e produrre. Innanzitutto occorre che il Governo dia un adeguato sostegno a questi datori di lavoro; poi occorre che gli organi competenti organizzino un inserimento adeguato e ne seguano l'attuazione anche a distanza di tempo, perchè si è verificato che alcune aziende pagano regolarmente il lavoratore handicappato che però non deve presentarsi sul posto di lavoro, oppue viene chiamata la famiglia alla quale si offre qualche milioncino purchè si tenga a casa il suo familiare. Credo però che non si sia ancora formata una vera coscienza sociale attorno al problema degli Handicappati; se non ci si dimenticasse che handicappato non sempre si nasce, ma spesso ci si diventa, forse ci renderemmo conto che il problema ri-
AMETISTA
La legge 517 ormai da alcuni anni prevede l'inserimento del bambino handicappato nella scuola pubblica, eppure ci sono ancora scuole che rifiutano questi bambini. E spesso, anche là dove il bambino viene accettato, in realtà resta comunque un emarginato. Perchè accade questo? Spesso si utilizza male l'insegnante di sostegno previsto dalla circolare 199, in quanto questo è l'insegnante di sostegno alla zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA classe mentre in realtà viene utilizzato esclusivamente per il bambino handicappato che quindi è costretto ad uscire dalla classe per ritrovarsi isolato e ancora ... emarginato. Inoltre accade che non sempre le aule di sostegno vengano utilizzate nel modo più corretto: infatti il programma didattico che tiene conto della presenza dell'handicappato, prevede che tutta la classe debba eseguire determinati esercizi che per il bambino handicappato a volte sono vere e proprie terapie; accade però che questi bambini vengano prelevati dalle diverse classi per svolgere l'attività da soli, creando così, all'interno della scuola pubblica, vere e proprie classi differenziali.
Come gemma è la varietà di quarzo più importante per la sua bella colorazione viola.
L'ametista si trova in geodi enormi e non di rado in associazione col Calcedonio. La troviamo in quasi tutte le parti del mondo; le più importanti sono quelle provenienti dagli Urali e Brasile. Pare che la colorazione sia dovuta a sostanza organica. Al microscopio la colorazione non risulta unVorme; il colore è distribuito a zone chiare e scure rettilinee, ossia con caratteristiche dette bande.
Questa gemma viene tagliata a forma quadrangolare e più raramente a brillante. Viene usata anche per comporre collane.
Esemplari belli raggiungono cifre notevoli.
QUARZO CITRINO È la varietà più comune ed usata in gioielleria, a causa del suo colore
Per la rubrica "Di tasca nostra"
La RAI ignora il Parlamento
ma: "La concessionaria (vale a dire la RAI - n.d.r), è tenuta all'immediata applicazione della deliberazione assunta dalla commissione il 21 ottobre 1981 in materia di trasmissioni a tutela del consumatore". Spieghiamo che la delibera del 21 ottobre aveva concluso una lunga discussione sollevata proprio dalla soppressione della rubrica Di tasca nostra. La decisione della commissione fu che la RAI dovesse ripristinare una trasmissione a tutela dei consumatori. La stessa richiesta veniva avanzata contemporaneamente da decine di organizzazioni, da migliaia di telespettatori con l'i:ivio di cartoline a viale Mazzini. A 5 mesi di distanza gli spettatori e la commissione di vigilanza hanno dovuto constatare che la RAI ha totalmente ignorato l'invito a ripristinare la rubrica con un atto di disprezzo verso i suoi finanziatori (gli abbonati che pagano il canone) e il Parlamento.
Qualche settimana fa la questione era stata posta da molti parlamentari al direttore generale De Luca, convocato in commissione assieme a Zavoli per rispondere dello stato di degenerazione dell'informazione radiotelevisiva. De Luca spiegò che la rubrica era stata sospesa per decisione del direttore di testata (Ugo Zatterin).
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Dalla sede della commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI, sta per partire un'altra brusca lettera con destinazione viale Mazzini. Argomento: la rubrica Di tasca nostra, soppressa dalla direzione del TG 2 e contro la quale avevano scatenato una furibonda campagna le industrie produttrici di beni di consumo. La lettera, firmata dal presidente della commissione, on. Bubbicoirasmette al presidente della RAI, Zavoli, una risoluzione votata mercoledì e nella quale si affer-
Il quarzo occhio di gatto è una delle tre varietà contenenti inclusioni fibrose che a seconda della colorazione e dei giochi di luce che essa produce vengono diversamente denominate. D minerale si presenta con un fondo color verde oliva grigio verdognolo, su questo fondo appare evidente il così detto "gatteggiamento" di colore biancastro azzurro o giallognolo, cosicchè i giochi di luce danno un bell'effetto alla pietra. Viene tagliata a superficie curva.
OCCHIO DI FALCO
Altra varietà che deve il suo colore ad un altro minerale incluso. Il fondo è opaco di colore nero bluastro con riflessi ondeggianti di un bellissimo azzurro indaco. Viene anch'esso tagliato a superficie curva.
OCCHIO DI TIGRE
Nulla vi sarebbe da aggiungere a quanto detto per l'occhio di falco senonché il minerale che lo accompagna è alterato all'ossido di ferro. Il minerale assume quindi nei suoi riflessi ondeggianti colorazione giallo -o assai lucente.
In Cina troviamo la varietà verde; questa varietà di valore elevato era il materiale dei quali i cinesi ricavano i sigilli imperiali.
GRISOPRASIO È una delle più belle varietà di calcedonio. Proviene dalla Russia, India, Austria. Il crisoprasio si trova come minerale di origine secondaria, riempie vene e spaccature in rocce serpentine ed è un prodotto di alterazione della detta roccia. Contiene in minima parte nichelio ed è questo che da al crisoprasio la colorazione verde mela. Il valore è molto elevato.
AGATA
Le agate formano, generalmente riempimenti di cavità; tali riempimenti si formano per stratificazione e quasi sempre seguono la forma della cavità, dando origine a vari disegni. Il colore è vario e la sostanza colorante è data generalmente dall'ossido di ferro.
Franco Francioli
Patronato
INCA - CGIL
Istituto Nazionale Confederale di Assistenza
Assiste gratuitamente tutti i cittadini
nel disbrigo delle pratiche per:
Pensioni anzianità - vecchiaia invalidità - reversibilità - ecc. Infortuni e malattie professionali maternità - assegni familiari
Malattia - versamenti volontati ricupero contributi disoccupazione
per garantire i vostri diritti previdenziali e assistenziali rivolgetevi al
Adesso — di fronte al secco e preciso invito della commissione — delle due l'una; o la rubrica viene ripristinata, o i responsabili della RAI motivano rapidamente e persuasivamente perchè non ritengono di doverlo fare. Sarebbe anche utile sapere dalla Direzione generale della RAI quali lacci e lacciuoli — ai quali ci si richiama cosi frequentemente — consentano in questo caso alla
RAI di fare come le pare, ignorando una precisa disposizione del Parlamento. NELLA FOTO: la cartolina della campagna promossa a sostegno della trasmissione.
patronatoINCA - CGIL
MILANO CAMERA DEL LAVORO
Corso di Porta Vittoria, 43 - tel. 795745 - 795829
ZONA 19
presso Sede Sindacale C.U.Z. Piazza Segesta, 4
Orario: MARTEDI dalle 15 alle 18
VENERDI dalle 9 alle 12
milano 19 - pagina 12 aprile 1982
Opportuni o no i corsi di educazione sessuale?
È innanzitutto necessaria una corretta informazione che sia in grado di fugare non pochi dubbi
Nel quarto incontro mensile presso la sala Oasi di Via Setti 62 la consigliera Tina Mozzanica ha puntualizzato il servizio sociale di Via Albenga 2, dove ha sede il Consultorio della Zona 19, di cui il nostro mensile ha ampiamente parlato in frequenti occasioni.
Da questa parola servizio ha preso il via il discorso della Mozzanica, in modo che fosse chiaro il significato del termine, che comprende sia le strutture sia le prestazioni, le prime per ospitare e permettere le seco.de Strutture sono i centri, i locali, gli edifici ospedalieri, gli ambulatori.
Prestazioni sono tutte le attività svolte dagli operatori (retribuiti e autorizzati) e dal volontariato.
I servizi, che per la regione Lombardia sono previsti nell'ambito sanitario e sociale, si intersecano e si integrano proprio nell'Unità Socio Sanitaria Locale USSL e nei distretti.
Le USSL avranno in carico tutto, i distretti solo alcune prestazioni.
Riguardo al Consultorio, che ha rilevato i servizi del soppresso 0.N.M.I. il quale si rivolgeva specificatamente alla maternità e all'infanzia, allargando le prestazioni ad altri campi, offre consulenza per: — Informazione ed educazione sessuale per la persona singola, la coppia e la famiglia.
Metodi relativi alla prevenzione della gravidanza con la somministrazione degli eventuali mezzi contraccettivi idonei alla situazione specifica liberamente scelti dall'utente.
visite prematrimoniali — assistenza nei casi di interruzione spontanea della gravidanza e nei casi di in-
terruzione ammessa dalla legge,avvalendosi delle strutture abilitate a tale scopo.
Trasmissione e rischi di malattie ereditarie e loro prevenzione. — Problemi della sterilità femminile e maschile. Problemi della sfera sessuale. Controllo e tutela della gravidanza.
Problematica della vita familiare sia all'interno del rapporto di coppia sia nella relazione tra genitori e figli.
Affidamento e adozione: problemi attinenti il diritto di famiglia.
Problemi sessuali e psicologici della terza età.
L'allargamento a tutte queste prestazioni offre un servizio ben più completo di quello precedente dell'ONMI, in particolare quello che riguarda l'informazione alla contraccettività e alla sessualità. Ciò che ha lasciato dubbiose le frequentatrici degli incontri all'Oasi è il termine "educazione sessuale" in particolare se riferito a corsi da svolgersi nelle
Sex and drugs and Rock & Roll: Viaggio nella musica di base milanese
Seconda tappa: "Quasar"
scuole, perciò rivolti ad adolescenti. È stata ritenuta utile, anzi indispensabile, l'informazione scientca di tutto quanto riguarda l'apparato genitale dei due sessi, con tutte le implicazioni igienico sanitarie e le conseguenze della pratica sessuale, sia per accedere solo volontariamente alle gravidanze, sia per conoscere i rischi delle malattie risalenti a quella pratica. Ma al di là di questa informazione, considerata come già detto quanto mai opportuna, ci si è chiesti se è da ritenere altrettanto opportuno che si passi a una vera e propria educazione. Il sesso, inteso nella sua totalità, e non nella semplice genitalità o necessità fisiologica, è uno dei pochi fattori che ci restano per esprimere la propria personalità. Pretendere di educare in questo campo non è un tentativo, se non di violenza, per lo meno di limitazione alla propria libertà di scelta, una involuzione alle proprie doti di fantasia, di estro, di creatività? Preferenze o allergie, congenialità o avversioni, è lecito che siano appiattite o standardizzate? E perché correre il rischio di tecnicizzare quella che dovrebbe essere una risposta anche a stimoli interiori? Il sesso che ha sempre dovuto soccombere, quello femminile naturalmente, non potrebbe finalmente esser lasciato libero, dando a questa parola un significato non di decenza, ma di validità, di collaborazione sincera, di risposta emotiva e psichica a spinte interiori?
Il problema è stato posto e riceverà ulteriori svolgimenti nei prossimi dibattiti.
B.F.
Risposte positive al nostro appello
Per Marinella Miele arriva la pensione
Sono intanto continuate le dimostrazioni di solidarietà degli abitanti della nostra zona
Altre risposte positive sono giunte all'appello di solidarietà per Marinella, la giovane diciottenne di via Preneste immobilizzata in una carrozzina, da noi lanciato e ripreso anche dal quotidiano La Notte, che nel suo numero del 10 marzo scorso ha ripubblicato quasi per intero l'articolo da noi pubblicato sul nostro numero di febbraio, senza peraltro indicare la fonte e senza, cosa che ci sembra ancor meno corretta, chiedere a Marinella l'autorizzazione a pubblicare la sua fotografia, anch'essa riprodottam dallo stesso numero del nostro giornale.
Ma al di là di queste considerazioni ci sembra opportuno segnalare il fatto positivo che in seguito a quanto da noi pubblicato il Prefetto di Milano, Enzo Vicari, in data 12 marzo 1982 ha personalmente inviato una lettera a Marinella per informarla che era già stata definita la liquidazione delle sue spettanze (relative alla pensione di invalidità richiesta dalla famiglia nel 1979) e che le inviava l'avviso di pagamento dell'ordinativo.
Da questo lato si è quindi ottenuto un risultato positivo. In modo altrettanto positivo vorremmo rispondere a tutte le attese di Marinella, ma tali risposte soltanto i medici sono in grado di darle. Noi possiamo
solo portare a Marinella la testimonianza della solidarietà degli abitanti della nostra zona, le cui sottoscrizioni hanno ormai superato i due milioni e mezzo di lire.
Ed ecco un elenco aggiornato: sottoscrizioni precedenti L.
1.173.000, Vecchio Giulio L.
5.000, Brocca Giancarlo L.
5.000, Sassi Italo L. 5.000, Latteria Vercesi L. 20.000, Salumeria Domenico L. 10.000, Donatella Pometti L. 5.000, Galimberti L. 1.000, Macelleria Umberto Turconi L. 10.000, Panetteria Salerno L. 10.000, Drogheria Colossi L. 5.000, Rosetta Marassi L. 3.000, Teresa Vecchio L. 2.000, Luciana Serboni L. 5.000, Rina Bellomo L. 5.000, Isa Repossi L. 10.000, inquilini di via Caprilli 7 e di via Gavirate 12 L. 181.000, Custode via Preneste 6 e Vigili del Fuoco di Milano L. 225.000, Amici Piccolo bar di via Novara 4 L. 226.500, Pettinatrice Giordana e clienti L. 36.000, Amici di Milano 19 via Preneste 6 L. 100.000, Caprara Lucia anche a nome di
.500,
L.
di via Tracia L. 250.000, Campobasso L. 7.000, Anna L. 5.000, Toninetti L. 10.000, Tirelli L. 10.000, Diffusori dell'Unità della sez. Ragionieri del P.C.I. L. 25.000. Totale L. 2.591.000 (duemilio nicinquecentonovantunmila).
"Ehi Franco, vieni a sentire i Quasar?" "Chi sono?"
"Ma, si tratta di un gruppo nato circa da luglio, che ha preso i propri componenti dal "Gruppo Progetto" e dai "Fermata Facoltativa" e che, a quanto ne so, suona piuttosto bene.
Questa voce fece in fretta il giro della zona, così nell'Aula Magna del Vittorio Veneto si trovarono al completo o quasi i gruppi di San Siro per ascoltare il concerto di questi musicisti. Facendo girare lo sguardo nella sala stracolma, che un riscaldamento alto e le note incandescenti dei Quasar rendevano una sauna, si poteva infatti notare il meglio della musica di base della zona; Black Hole, Lato 2, Stroggly Houses, The Logudros Pishes, Anonima Sound, Kreso, Iron Kings e tanti, tanti altri venuti ad assistere al concerto di questo gruppo.
Arrivati nell'aula magna sappiamo qualcosa di più sulla storia dei "Quasar". I musicisti che lo compongono provengono dalle più diverse esperienze, per lo più trascorse in gruppi sperimentali come quello che si venne a creare verso la fine del decennio scorso negli ambienti di Free Sound. Sebbene piuttosto giovani, l'età dei componenti varia tra i venti ed i venticinque anni, hanno una notevole esperienza tecnica che si riflette anche nella scelta
della strumentazione, di ottima qualità. Suonano con la formazione tipica di tutti i gruppi di base di rock italiano e cioè: Loris Darù (voce), Danilo Mantegazza (chitarra Gibson Les Paul), Gabriele Paina (sintetizzatori Korg e Trilogy), Roberto Bollani (basso Mibanez), assistiti dai tanto pazienti quanto indispensabili tecnici Uberto e Rudy. Dicono di aver scelto il nome "Quasar" per il loro gruppo perchè questo termine scientifico indica qualcosa di ancora ignoto e di nuovo, così come ritengono sia la loro musica.
Le luci si abbassano, i musicisti salgono sul palco: inizia il concerto; le tastiere phaserizzate che imitavano il mare sfumano pian piano per lasciar posto ad un ritmo incalzante, "trucido". Si tratta di un rock progressivo, di buona fattura, una musica che fa emergere su tutti la levatura tecnica del bassista (La vera mente del gruppo) e la precisione della batteria. Dopo due canzoni si inserisce la voce: i testi, d'amore, sono forse un po' scontati, ma validi e, soprattutto, non retorici. Il cantante ha un'impostazione anni '50, piacevole e aggressiva, come del resto tutta la loro musica.
Lo spettacolo, composto di 14 brani, è interamente di loro composizione, riteniamo anche per questo valido il loro discorso musicale, che va a porsi nell'ambito di quei gruppi alla ricerca di un nuovo sound ha-
llano, di formazioni cioè che cercano di far uscire il panorama musicale italiano dagli ambiti troppo stretti di un semplice assorbimento passivo della musica di oltre oceano. In questa operazione, però, si possono notare alcuni errori dovuti a nostro avviso da eccessi di ingenuità causati dal poco affiatamento. In particolare, nel concerto, ci hanno colpito alcuni fattori; degli arsoli di chitarra piuttosto scolastici (quasi tutti in Do maggiore), l'inizio di una canzone molto, troppo, simile all'inizio di tastiere e batteria di "Child in time" dei Deep Purple e uno stacco di batteria preso pari pari da "Chi ha paura della notte" della P.F.M.; sono errori questi che con il tempo si risolveranno. È infatti per questo che riteniamo che i Quasar, sebbene abbiano già ora grosse potenzialità, debbano coltivarle lavorando ancora a fondo per scrollarsi di dosso alcuni provincialismi tipici di gruppi con molte meno basi tecniche di loro.
Riteniamo, ad ogni buon conto, positiva l'esperienza di questo gruppo. così come riteniamo positiva l'esperienza di tutte quelle formazioni che cercano, magari anche compiendo degli errori, di portare delle novità in un campo musicale piuttosto asfittico come quello del rock italiano. Buon lavoro!
franco gnuttl - virna marzano
parrucchiere
aprile 1982 pagina 13 - milano 19 UN
Il pittore Sergio Giannini di Milano Via Marghera 3 - tel. 46 90 985 ha esposto dal 13 al 25 Marzo scorso presso la Galleria D'Arte T. Tasso a Bergamo.
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L'ANGOLO DEGLI ZOOFILI
Hai mai visto il gheppio
volare sul Monte Stella?
Questi falchetti benemeriti della campagna si stanno ora stabilendo anche in città
ZOO-SafaPI fotografico
Un invito agli alunni delle scuole medie della Zona 19
Milano 19 organizza un concorso per giovani fotografi sul tema "Il gheppo a Milano" invitando ad inviare foto in bianco e nero od a colori, scattate inequivocabilmente a Milano, che illustrino il modo di vivere di questo falco tra le insidie cittadine.
NELLA PISCINA DELL'ONNICOMPRENSIVO
Soddisfacenti risultati al quadrangolare di nuoto
L'ordine d'arrivo della prima giornata di gare
Con una fitta partecipazione di atleti e di pubblico si è svolta nella piscina dell'Onnicomprensivo di via Trenno la prima della quattro giornate di gara per il primo quadrangolare di nuoto al Gallaratese organizzato dal Circolo
A.R.C.I. UISP
Giulio Trevisani, dalla Polisportiva
S. Leonardo G.2., dal Centro Nuoto Quadrifoglio e dal Centro Nuoto
Tutti parlano del gheppio: a Milano c'è il gheppio, ma come si è ambientato bene il gheppio, ormai solo nelle città c'è sicurezza per gli uccelli: perfino il gheppio si trova meglio qui tra l'inquinamento e il frastuono, che non nelle false tranquillità agresti. Non conoscendo il calendario venatorio, il gheppio come tanti altri incauti uccelli ci lasciava (è il caso di dirlo) le penne. La caccia: uccidere inutilmente ancora uno sport permesso e le doppiette sono più tante di quante uova riescano a covare le mamme gheppie. Finchè qualche giovane sposina gheppia, timorosa di far fare ai suoi figli la fine dei suoi rispettivi padri, fratelli, cugini e nonni, avrà convinto il marito ad emigrare. Terra straniera, per la prima coppia di gheppi in cerca di sicurezza. Ambientazione (ma parche gli uomini non sanno vivere senza fare tanto baccano?), adattamento (che bisogno c'è di accendere tante luci di notte?) cattivi odori (qui proprio l'uomo è incomprensibile: gli piacerà lo smog?) e ricerca del cibo, la nota più dolente.
11 gheppio, tra i più piccoli falchetti della famiglia Falco rinnuncu-
lus, benemerito in campagna per il suo contributo insettivoro e di calmieratore vero la prolifica famiglia dei piccoli roditori, cosa avrà trovato nelle sue prime perlustrazioni in città? "Sgrigati, i piccoli hanno fame", gli avrà detto la mammina gheppia e lui il nobile falchetto via in qua e là a cercare qualcosa di adatto. Una parola. Credeva di essere il solo, ma decine di passeracei, qualche ostinata rondine, colombi e tortore e tanti, tantissimi merli perlustravano incessantemente parchi e giardini, con occhio quasi acuto quanto il suo. Ma insomma, il falco era lui. Bacherozzi al parco Solari o lombrichi al Monte Stella, lui riesce sempre a trovarne. E così, grasso non diventa, ma i suoi piccoli sopravvivono, e tutti dicono soddisfatti: avete visto i gheppi a Milano? Si vede che ci stanno bene. Ma io lo so: tentono d'occhio gli uffici dove si discute sulle leggi contro la caccia. Quando verranno a sapere di essere protetti, torneranno alle antiche radure. Aspettando l'esodo, convivono con il faraone.
B. F.
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Medicina generale Otorinolaringoiatria
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190 posti in camere a due letti. Per differenze di classe e solventi in proprio camere con servizi individuali e secondo letto a disposizione dei parenti.
Le foto migliori verranno pubblicate sul nostro giornale con il nome dell'autore ed una breve didascalia che indichi episodi di appostamento, tempi di esecuzione, ecc. Scopo dell'iniziativa è il riavvicinamento alle realtà della natura in tutte le sue manifestazioni. Sarà gradito, anzi si sollecita, un apporto di collaborazione da parte degli insegnanti delle scuole medie della nostra zona.
incontro soci WWF
In aprile l'incontro mensile per i soci e simpatizzanti del W W F Milano si terrà il giorno 22 (giovedì) alle ore 21 presso il Museo Civico di Storia Naturale in Corso Venezia 55. Vetta presentato un eccezionale documentario filmato in 16 mm, durata 75 min. sul mondo degli uccelli, realizzato da Paolo Fioratti, Pier Mario Nazari e Roberto Thieme della Soc. It. di Caccia Fotografica. Presentazione in anteprima.
LIBRI RICEVUTI
Franco Tassi, 1980: "Animali in estinzione" Ist. Geogr. De Agostini, Novara.
Chi combatte per la difesa degli ultimi frammenti di autentica natura in un mondo sempre più alterato e violentato, sente il bisogno di rendere partecipi gli altri delle proprie sofferenze, emozioni e gioie, per cercare di conquistare alla causa della conservazione dell'ambiente un consenso sempre più vasto ed impegnato. È quello che fa in questo volume Franco Tassi, direttore del Parco d'Abruzzo, consigliere nazionale del W W F e certo uno dei più preparati protezionisti italiani, raccontando molte storie di fauna minacciata, distrutta o salvata, ma che lancia soprattutto un messaggio fondamentale: anche gli animali hanno il diritto di vivere. E non si limita ad individuare nell'uomo il vero pericolo, ma gli riconosce il privilegio e la responsabilità immensa di essere l'unico in grado di contrastare lo sfacelo degli ecosistemi e lo sterminio delle specie animali. Ma l'interrogativo inquietante è: faremo ancora in tempo?
Chiara
"Commensale della sera" di Giuliano Casonato, raccolta di liriche pubblicate da Rebellato Editore.
È il primo volume di questo autore, nato a San Martino di Lupari, Padova, nel 1934 e abitante a Milano.
La lettura scorre agevole perché si entra subito in sintonia con i sentimenti del poeta. Efficace la pausa che stacca in ogni composizione l'ultimo verso, una costante che dà risalto alla chiusura, ne fa una somma, un totale che comprende ed espone le operazioni mentali con purezza aritmetica. Anche le "quasi" preghiere del finale non sono che una provocazione contestataria di chi vuol uscire dalle quotidiane amarezze per cercare un significato, una motivazione al vivere. La speranza è sempre l'ultima dea, l'ultimo approdo e l'amore per il mondo espresso in fondo alla raccolta, forse, è un merito sufficiente per ambire una risposta.
A.I.C.S. di Limito al fine di inserire i ragazzi in un'attività sportiva diversa da un semplice corso di nuoto. Al termine della manifestazione Vincenzo Caldara, responsabile della sezione nuoto del Circolo Giulio Trevisani, ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti dai nostri ragazzi, che hanno alle loro spalle un'attività natatoria meno intensa degli altri partecipanti. Li ringraziamo per l'appassionata prestazione augurandoci di vederli inseriti nel gruppo preagonistico che organizzeremo".
Ed ecco i risultati delle gare della prima giornata.
Cat C Femm. mt. 25 dorso
1° Carabolanti Paola, 22,3 - Quadr.
2° Chirico Francesca, 25,05Quadr.
3° Carella Francesca, 26,5 - Quadr.
4° Terni Sonia, 27,5 - Limito
5° Ravizza Roberta, 34,7 - Trevisani
6° Pilan Fiorella, 35,2 - Limito
Cat C Femm. mt. 25 Si.
1° Pantaleoni Laura, 22,3 - Quadr.
2° Carella Francesca, 22,2 - Quadr.
3° Calvo Monica, 24,00 - S. Leon.
4° Sassi Marzia, 25,4 - Quadr.
5° Pilan Fiorella 28,6 - Limito
6° Terni Sonia, 28,8 - Limito
7° Carapezzi Cristina, 30,18 - Limi-
to
Cat C Femm. mt. 25 rana
1° Pantaleoni Laura, 23,44 - Quadr.
2° Chirico Francesca, 24,8 - Quadr.
Cat C Masch. mt. 25 dorso
1° Cavalieri Riccardo, 24,7Quadr.
2° Minelli Wainer, 24,8 - Quadr.
3° Franculli Alessarkl:o, 27,00Trev.
4° Zoppetti Massimo, 30,6 - Lim.
Cat. C Masch. mt. 25 Si.
1° Cavalieri Riccardo, 20,00Quadr.
2° Ferraioli Roberto, 21,2 - S. Leon.
3° Caserini Andrea, 22,00
4° Merlini David, 22,3 - Trev.
5° Minelli Wainer, 22,86 - Quadr.
6° Mazzini Stefano, 23,5 - Trev.
7° Zoppetti Massimo, 28,6 -
8° Isernia Roberto, 29,00 - Trev.
Cat C Masch. mt. 25 rana
1° Cavalieri Riccardo, 26,4Quadr.
2° Minelli Wainer, 27,2 - Quadr.
3° Merlini David, 30,8 - Trev.
-4° Caserini Andrea, non terminato
Cat B Femm. mt 50 dorso
1° Paradisi Silvia, 48,3 - S. Leon.
2° Anfusio Stefania, 50,7 - Quadr.
2° Tatti Paola, 50,7 - Lim.
3° Pisani Stefania, 53,4 - Quadr.
4° Veronelli Francesca, 1,03,1 - S.
Cat B Femm. mt 50 st. lib.
1° Facchini Elena, 38,5 - Quadr.
2° Anfuso Stefania, 41,82 - Quadr.
3° Paradisi Silvia, 43,1 - S. Leon.
4° Maiolatesi Simona, 44,2 - Quadr.
5° Tatti Paola, 49,3 - Lim.
6° Russo Rosa, 53,9 - Lim.
7° Veronelli Francesca, 57,5 - S.
Leon.
Cat. B Femm. mt. 50 rana
l° Maiolatesi Simona, 53,9 - Quadr.
2° Russo Rosa, 1,22 - Lim.
Cat B Masch. mt. 50 dorso
1° Minelli Luca, 45,5 - Quadr.
2° Salvago Alberto, 47,7 - Quadr.
3° Strepponi Eros, 50,5 - Lim.
4° Lesmo Gaudio, 55,4 - Lim.
5° Cassia Massimiliano, 1,84 -
Trev.
Cat B Masch. mt. 50 st. lib.
1° Chirico Alessandro, 38,6Quadr.
2° Garlaschè Marco, 38,7 - Quadr.
3° Salvago Alberto, 40 - Quadr.
4° Minelli Luca, 40,8 - Quadr.
5° Abbainato Nicola, 43,4 - Quadr.
6° Suepponi Eros, 44,2 - Lim.
7° Scarponi Piergiorgio, 44,27 -
Trev.
8° Lombardo Rosario, 45,5 - Trev.
9° Neri Alessandro, 50,20 - Trev.
10° Ferraioli Manlio, 56,9 - S.
Leon.
11° Maraschi Matteo, 59 - S. Leon.
12° Sirica Claudio, 59,2 - Lim.
13° Casale Antonio, 1,01 - S. Leon.
14° Lucini Marco, 1,06,9 - Trev.
15° Donisello Walter, 1,11,5 -
16° Scarponi Massimo, non terminato - Trev.
Cat B Masch. mt. SO rana
l° Chirico Alessandro, 45,3Quadr.
2° Garlaschi Marco, 47,8 - Quadr.
3° Lesmo Claudio, 54 - Lim.
4° Donzelli Walter, 1,0 - Lim.
5° Casale Antonio, 1,01,7 - S. Leon.
Cat A Femm. mt. 50 dorso
1° Rebuscini Daniela, 40,4 - Quadr.
2° Paradisi Daniela, 43,9 - S. Leon.
3° Ligorati Viviana, 46 - S. Leon.
Cat A Femm. mt. 50 st. lib.
1° Vanini Raffaella, 34,9 - Quadr.
2° Rebuscini Daniela, 36 - Quadr.
3° Garlaschè Silvia, 37,3 - Quadr.
4° Pilan Patrizia, 37,6 - Lim.
5° Maiolatesi Monica, 38,7 - Quadr.
6° Carapezzi Isabella, 39,95 - Lim.
7° Di Camillo Annapaola, 45,1 - S.
Leon.
8° Balconi Simona, 45,5 - Trev.
9° Mazzei Annamaria, 48,5 - Trev.
10° Razzetti Sonia, 51,9 - Trev.
11° Boiardi Lidia, 53,6 - Trev.
Cat A Femm. mt. 50 delf.
1° Vanini Raffaella, 41,2 - Quadr.
2° Facchini Elena, 49,1 - Quadr.
3° Carapezzi Isabella, 52,06 - Lim.
4° Pilan Patrizia, 58,8 - Lim.
5° Maiolatesi Simona, 1,02,6Quadr.
Cat. A Masch. mt. 50 dorso
1° Facchini Andrea, 41 - Quadr.
2° Cosci Cristiano, 42,7 - Quadr.
3° Colombo Davide, 46,3 - Quadr.
4° De Franchis Marco, 50,7 - S.
Leon.
5° Bruno Gabriella, 59,4 - Trev.
Cat A Masch. mt. 50 stil. lib.
1° Aliprandi Francesco, 31,3 - Lim.
2° Campus Franco, 32,9 - Quadr.
3° Facci Andrea, 33,9 - Trev.
4° Moretti Augusto, 34 - Quadr.
5° Carabolante Aldo, 35,3 - Quadr.
6° Chioccola Antonio, 36 - S. Leon.
7° Arrighini Flavio, 37,9 - Trev.
8° Ponzi Davide, 39,2 - S. Leon.
9° Borelli Roberto, 39,6 - Trev.
10° Lavora Luciano, 40,3 - Lim.
11° Bettinari Roberto, 40,4 - Lim.
12° Fiorenza Fabio, 40,5 - Trev.
13° Maccalli Marcano, 40,7 - S.
Leon.
14° De Franchis Marco, 41,6 - S.
Leon.
15° Barone Marco, 42,5 - Trev.
Cat. A Masch. mt.
Cosci Marco, 1,23,1 - Quadr.
3° Zanardi Fabio, 1,32,7 - Quadr.
Cat assoluti Masch. mt. 100 st Ilb.
l° Carella Erminio, 1,02,6 - Quadr.
2° Zanardi Fabio, 1,07,2 - Quadr.
3° Carena Giovanni, 1,15,5Quadr.
4° Legnaioli Enrico, 1,18,40Quadr.
5° Savini Gianpaolo, 1,19 - S. Leon.
FABBRICA LAMPADARI
di NOVARA SERGIO
PERO (Ml) - Via Curie' 20 3538768
s e u rt•-••tes9o %I .>
milano 19 - pagina 14 aprile 1982
SO rana 1° Moretti Augusto, 43,4 - Quadr. 2° Carobolante Aldo, 45 - Quadr. 3° Maccalli Marcello, 47,7 - S. Leon. 4° Streponi Ivan, 48,7 - Lim. 5° Ribaldi Marco, 55 - Trev. 6° Bruno Gabriele. 1,00,3 - Trev. 7° Donzelli Walter, 1,04 - Lim. Cat A Masch. mt. 50 delf. 1° Campus Franco, 40,2 - Quadr. 2° Facchini Andrea, 42,9 - Quadr. Cal. A Femm. mt. 100 st. lib. 1° Rebuscini Daniela, 1,19,4Quadr. 2° Vanini Raffaella, 1,25,2 - Quadr. 3° Garlaschè Silvia, 1,27,95Quadr. 4° Maiolatesi Monica, 1,38,7Quadr. 5° Paradisi Daniela, non gareggiato - S. Leon. Cat. A Masch. mt 100 dorso 1° Cosci Cristiano, 1,35.5 - Quadr. 2° Colombo Davide, 1,41,8Quadr. Cat A Masch. ml. 100 rana l° Aliprandi Francesco, 1,28,9Lim. 2° Garlaschè Silvia, 1,39,1 - Quadr. 3° Carobolante Aldo, 1,39,6Quadr. Cal. A ml. 100 st. lib. l° Moretti Augusto, 1,15 - Quadr. 2° Campus Franco, 1,18,2 - Quadr. 3° Cosci Cristiano, 1,19,6 - Quadr. 4° Colombo Davide, 1,24,4Quadr. 5° Carobolante Arnaldo, 1,25,7Quadr. 6° Chioccola Antonio, 1,26,7 - S. Leon. 7° Ponzi Davide, 1,31,2 - S. Leon. 8° De Franchis Marco, 1,43,5 - S. Leon. Cat. assoluti Femm. mi. 100 st lib. 1° Vanini Raffaella, 1,23 - Quadr. 2° Paradisi Daniela, 1,31,6 - S. Leon. Cat. assoluti Femm. mt. 100 dorso 1° Pantaleoni Simona, 1,28,39Quadr. 2° Rebuscini Daniela, 1,29,8Quadr. 3° Maiolatesi Monica, 1,38,2Quadr. Cat assoluti Masch. mt. 100 dorso 1° Carella Giovanni, 1,21,5Quadr. 2°
6° Morta Marco, 1,22,2 - S. Leon. Cal. assoluti Masch. mt. 100 rana 1° Carena Erminio, 1,25 - Quadr. 2° Zanardi Fabio, 1,30 - Quadr. 3° Madonini Gianluigi, 1,31Quadr. 4° Morta Marco, squalif. - S. Leon. Non appena ci perverranno pubblicheremo i risultati delle altre giornate di gara, di cui la seconda si è svolta il 21 marzo al Centro Nuoto Quadrifoglio, mentre le altre sono previste per il 2 maggio a Limito e per il 30 maggio all'Onnicomprensivo.
Le confidenze di un'attrice milanese
Intervista a Giuliana Rivera, beniamina delle trasmissioni dialettali di Radio Milano. Consigli a chi vuol fare del teatro
Attrice di prosa, ha lavorato in teatro radio e telefisione: è stata nelle compagnie di Renzo Ricci, Nino Besozzi, Carlo Ninchi, Tino Scotti, Lilla Brignone ecc. ricoprendo ruoli importanti che l'hanno fatta apprezzare dalla critica e dal pubblico.
In TV si ricorda di lei l'interpretazione di "Quel negozio di Piazza Navona" che fu un grande successo personale che si ripetè nel personaggio della rivista "Quelli della domenica".
Fu una delle interpreti del rinato teatro milanese degli anni Cinquanta Sessanta e una delle beniamine nelle trasmissioni dialettali di Radio Milano.
Alla simpatica attrice abbiamo chiesto:
Quale è stato il lavoro che le ha dato più soddisfazione, e perché?
Uno sceneggiato per la TV in 6 puntate: "Quel negozio di Piazza Navona. La protagonista, Antonietta, era riservata, brontolona e ironica, poi acida e poi ancora tenera, simpatica, comica, avara e generosa... Tanti sentimenti e lati del carattere di una donna che gli episodi dello sceneggiato di Age - Scarpelli mi hanno ampiamente dato la possibilità di mettere in luce. Sì, voglio ancora bene al personaggio Antonietta!
Quale ruolo desiderebbe avere come interprete di teatro?
Ah, in Accademia tutte le allieve sognano di poter interpretare eroine di grandi tragedie, ruoli sexil Beh, a me i ruoli sexi riuscivano comici: meglio quindi un buon ruolo di caratterista brillante, con II pubblico che si diverte, piuttosto dì' una parte sbagliata, con il pubblico che si annoia.
E alla radio o in TV?
È tanto che vorrei fosse accettata
la mia proposta di una casalinga ingenuotta e ciarliera, che settimanalmente potesse ironizzare su quanto avviene attorno a noi. Ma dal dire al fare...!
Pensa di assomigliare a qualche grande attrice del passato o pensa di poter interpretare i ruoli che le vengono proposti con uno stile suo proprio?
Perché lei crede che sia possibile potersi giudicare da soli e Indovinare qualche accostamento? Penso che gli altri, quelli che ci vedono lavorare, lo possono fare, mal gli interessati! Io poi non sono neanche così importante da poter pensare a un interessamento da parte di qualche critico giornalista. Beh, perché non ci prova lei?
Lo faremo: da ora in poi seguiremo le sue interpretazioni e... saremo sinceri e obiettivi. Ma proseguiamo con le nostre domande. Con quale regista si è trovata meglio? Mi piacciono i registi esigenti, quelli che ti dicono "Riproviamo, può venir meglio!" Una schietta collaborazione tra l'attore e il regista mi sembra la miglior ricetta per il miglior risultato. Senza prevaricarlo, però, è sempre lui, il regista, che deve coordinare il tutto!
E con quale attore o attrice?
Tra le attrici, Lilla Brignone e Paola Borboni. Anche con Aldo Giuffrè c'era sintonia perfetta: credo che se avessimo dimenticato la parte, avremmo potuto "soggettare" — cioè improvvisare il discorso — all'infinito. Al negativo, ricordo un collega, ed è un buon prIm'attore, che in scena non riuscivo mai a sapre dov'era: si metteva in tutti i posti del palcoscenico, fuorchè dove si era fissato alle prove. Fu l'unica volta che ringraziai il cielo che fosse finita la tournèe.
le 24 ore
Dove ha trovato il miglior pubblico?
Distinguerei il pubblico a seconda delle varie giornate, non del luogo. Il pubblico del sabato e domenica è phì sanguigno — forse non è questo un aggettivo felice! — Insomma, quello che prova, cioè le sue emozioni, te le fa sentire. Anche se poi non c'è la risata rumorosa o invece c'è la soffiata di naso per la scena drammatica, c'è pur sempre una partecipazione pilì viva, che premia l'attore per la sua fatica.
Che emozione prova quando viene riconosciuta per la strada, cioè fuori dal suo ambiente?
Mi fa piacere, è chiaro, subito dopo c'è una riflessione: "Se si ricorda di me, vuol dire che il personaggio che ho interpretato lo ha divertito o commosso, comunque interessato". Ed essere riuscita anch'io a distrarre un mio simile dalla quotidianità delle ansie o angoscie d'oggigiorno, è una constatazione che ml serve anche a superare I lati negativi del mio lavoro.
Lei è molto bella (Giuliana Rivera ha un viso perfetto, alla Lollogibrigica per intenderci, ma più espressivo ed arguto, con splendidi e lucentissimi occhi di un nocciola tanto chiaro da sembrare dorato).
Governare?!?!
Qualcuno dice "che questo governo non fa le scelte nel suo interno". Io dico di sì le scelte le fa e lo dimostra la realtà. Prendi d'esempio la disoccupazione il mezzogiorno la cassa integrazione il cento per cento degli evasori sono senz'altro i "lor Signori" il lavoratore le tasse le paga gli vengon prelevate dalla busta paga. La riforma sanitaria non funziona ma la clinica privata
fa da padrona. La contingenza trimestrale al pensionato si deve dare ma il governo non ci sente e col pensionato finge di niente. La finanza pubblica è stata tagliata perché la donna venga emarginata. Questa continua immobilità è per non cambiare la società. Quindi vedete che questo governo le scelte le fa nel suo interno. E a questo punto chi può cambiare la situazione? Io dico il popolo con la partecipazione.
Luigia Tettamanzi
Questa qualità le ha giovato oppure ha limitato la sua carriera di atrice, indirizzandola verso ruoli specifici?
È appunto perchè la mia indole mi ha indirizzato verso ruoli specifici, di caratterista, che la qualità (da lei, la ringrazio, ingigantita) mi è forse stata di ostacolo. Ci fu chi mi consigliò di ingrassare 20 chili, si figuri!
Quale è la sua migliore qualità?
La perseveranza.
Cosa apprezza di più in un collega?
La bravura. E la gentilezza, la disponibilità versoi colleghi minori.
Cosa bisogna fare per avere successo in un campo artistico cosi difficile?
Sapere quello che si vuole ed essere costanti. E qualche volta accettare dei compromessi, avendone il carattere. Se c'è un certo talento, si riesce ugualmente, ma... quanti treni si perdono!
Che consigli darebbe a una giovanissima che sogna di fare l'attrice?
Iscriversi alla Scuola del Piccolo o all'Accademia dei Filodrammatici. E poi... beh, vedere la risposta precedente! E auguri!!!
Bruna Fusi
Un'altra "locandiera" di Goldoni a Milano, al Teatro Quartiere di Piazzale Cuoco dopo quella famosissima presentata in dicembre con la regia di Visconti. Si tratta questa volta di un"`altra" locandiera. In nome della libertà di far teatro e nella speranza di perdono di Goldoni, tre attori, capeggiati da Erio Masina, usano la divertentissima storia della Mirandolina, per un gioco di incessanti travestimenti e di mutamenti di carattere e di sesso, interpretando, loro tre soli, tutti i nove personaggi della commedia.
Erio Masina veste i panni di Mirandolina, la locandiera, Renzo Dotti quelli dell'innamorato Fabrizio e il giovane Gianni De Leo quelli dello scontroso Cavaliere di Ripafratta, mentre insieme si alternano nei ruoli degli altri personaggi.
Ne viene fuori una serie di nume-
ri quasi da circo o da cabaret, commentati da pertinenti musiche di Vivaldi, Marcello eccetera e impertinenti canzoni di Mina, Milva, ecc. in una scenografia che sta a metà fra il "divertissement en travesti" settecentesco e il café - chantant.
Alla fine, fra lazzi e risate, ne viene fuori anche un piccante "menage molto particolare. Lo spettacolo nasce da un'idea di Maria Grazia F. Mangiotti che firma anche la scna e i costumi, la regia è di Erio Masina. Quindi una "Locandiera" innovata e antitradizionale, con la locanda di ormai storica fama che diventa una sorta di allegra casa di appuntamento in cui succede un po' di tutto, al ritmo delle disinibite voglie della padrona. Che poi è un
mo!
F.G. V.M.
L'è minga sigla d'ona linea de tram ne tant men férmola de l'alchimia; la "P2" l'è de cert quajcoss de gram che scond ogni sorta de porcheria.
Gh'hin denter politegh, bancher, generaj, editor, giornalista, gent d'affari; ghe ne ven on grand desgust a nomenaj... ona congrega de canaij settari. La commission del governo l'indaga; I'omm de la strada se fa minga illusion, la giustizia la gh'ha 'l pass de lumaga...
Ne cuntarann: "Gh'eren on tomp i masson..." Perdarann del temp e spenderann danée senza 'rivann a coo, con la conclusion che corruzion, sfross, porcad de puttanée slisaran in d'ona bolla de savon!
Traduzione:
Non è la sigla d'una linea di tram ne tanto meno una formula di alchimia; la "P2" è certo qualcosa di gramo che nasconde ogni sorta di porcheria. Ci sono dentro politici, banchieri, generali, editori, giornalisti, gente d'affari; che ne viene grande disgusto a nominarli... una congrega di canaglie settarie. La commissione del governo indaga; l'uomo della strada non si fa illusioni, la giustizia ha il passo di lumaca...
Ne racconteranno: "C'erano una volta i massoni..." Perderanno del tempo e spenderanno denaro senza arrivarne a capo, con la conclusione che corruzioni, frodi, porcate da bordello si consumeranno in una bolla di sapone!
Inedita, esclusiva per "Milano 19".
(L'angolo della poesia)
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Ä arcano CASIRAGHI RENATO 20148 MILANO - VIA ALBANI, 33 TEL. 49.82.890 - 49.06.41 CENTRO ASSISTENZA TECNICA TVC TV COLOR - B/N - tutte le marchericambi originali con garanzia
VIDEOREGISTRATORI E VIDEOCASSETTE Installazione antenne TV singole e centralizzate - manutenzione - assistenzaTV v CENTRO ASSISTENZA TECNICA AUTORIZZATO aprile 1982 pagina 15 - milano 19 UN ARTISTA
MESE
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Andiamo a teatro Una locandiera antitradizionale CENTRO FRANCESCANO CULTURALE ARTISTICO ROSETUM 20146 MILANO - VIA PISANELLO, I TELEFONI: (02140.78.572 - 40.84.203 O.C.E. s.r.l. OPERA CULTURALE EDITORIALE cerca autori da valorizzare e pubblicizzare inviare poesie, canzoni o brani in Via Negroli 5 - Milano - Tel. 7385842 CONCERTI 6.4.82 - ore 21 - Musica Viva 20.4.82 - ore 21 - Padreni-Guidarini TEATRO 23.4.82 - ore 21 - PICK-UP GIRL di Elsa Shelley (tre tempi) Compagnia Teatro per Tutti T.P.T. Regia Galeazzo Gabbari CONFERENZE 2.4.82 - ore 21 - "Come ricavare petrolio dai rifiuti" Ing. Andrea Rossi 21.4.82 - ore 21 - "La Sepoltura di Cristo" Prof. Gianfranco Berbenni 4. gai
milano 19 - pagina 16
dalla prima pagina
Lo IACP
data del 19 maggio. Un atteggiamento, questo, che il Consorzio Regionale e gli IACP della Lombardia hanno colto al volo per deliberare aumenti che sono illegittimi dal punto di vista formale (oggi solo la Regione può modificare gli affitti) e, insieme, incondivisibili sia perchè, essendo uguali per tutti, pesano ingiustamente molto di più sui redditi bassi sia perché non mettono certamente in condizione gli IACP di programmare adeguati interventi di manutenzione sul loro patrimonio edilizio.
Certo, questo non significa che la delibera sui canoni pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale piaccia molto al SUNIA. Anzi, il suo elemento centrale, cioè l'aggancio dei canoni dell'edilizia pubblica all'Equo Canone privato, al SUNIA non piace per nulla. La sua applicazione letterale, infatti, non garantisce assolutamente la "socialità" del canone. A conferma di ciò, basti pensare agli affitti sproporzionati che dovrebbero pagare gli inquilini delle case costruire dopo il 1975 (per i quali il costo base di riferimento per l'affitto non sono le famose 250.000 lire a metro quadro, ma una cifra che nel 1979 è già arrivata a 430.000 lire) e al fatto che l'Equo Canone intero dovrebbe essere pagato da tutti gli inquilini con reddito di poco superiore agli I I milioni.
Cosa fare allora? Il primo appuntamento che il SUNIA ha per ora definito è per il 2 aprile. In quella data, contemporaneamente ad una manifestazione davanti alPIACP di Milano, una delegazione di massa di inquilini della Regione si incontrerà con i rappresentanti della Regione Lombardia per protestare contro gli aumenti decisi dagli IACP, per chiedere modifiche alle delibere nazionali sui canoni e le as-
segnazioni, per chiedere alla Regione Lombardia precisi impegni per l'approvazione delle leggi regionali.
Mauro Cavieehini Segretario Regionale Sunla
I box
la cui soddisfazione porta contemporaneamente al bene comune, sia pubblico che privato" la Beni Immobili Italia e la Electa Editrice dichiarano la loro disponibilità per approfondire, nei luoghi e nelle sedi opportuni, le ragioni della richiesta, che oggettivamente potrebbe soddisfare la domanda di un centro quartiere al QT 8 da tempo avanzata dai cittadini, rimasta finora disattesa ed alla quale al momento riteniamo non si possa dare risposta con l'intervento pubblico, viste le diminuite disponibilità finanziarie dell'Amministrazione comunale a causa dei noti tagli governativi alle finanze locali.
Restano ancora alcune considerazioni da fare. A nostro avviso gli spazi destinati ad uso pubblico sono troppo limitati rispetto alle dimensioni della realizzazione prevista. Difatti su una superficie utile lorda di 6.680 metri quadrati 2000 metri quadrati dovrebbero essere destinati alla casa editrice, 3.000 al terziario, 300 ad una galleria, 500 alla Banca Popolare di Milano e soltanto 500 metri quadrati complessivamente ad uffici pubblici e commercio.
È un aspetto della questione che pensiamo dovrà essere affrontato dal Consiglio di Zona, dove la richiesta dovrebbe essere sottoposta ad approvazione dopo che sarà stata esaminata, per un primo parere di massima, dalla commissione Pianificazione Territoriale. Se il parere del Consiglio di Zona fosse positivo il progetto dovrebbe essere successivamente presentato ad un'assemblea popolare appositamente convocata.
aprile 1982
Centro Quartiere
:eresia la zona 19, questa fermata è in P.za De Angeli. I venti minuti di maggior affluenza dei passeggeri risultano essere compresi tra le ore 7.40 e le ore 8.00, durante i quali in corrispondenza della fermata di P.za De Angeli sulle vetture della linea 24 transitanti verso il centro sono presenti 950 passeggeri contro i 1250 posti disponibili (compresi naturalmente i posti a sedere ed i posti in piedi).
Nei successivi venti minuti (8 -t 8 .20) i presenti diventano 600, poi 350 e si assestano quindi su un valore compreso tra 200 T 250 ogni venti minuti.
Alla sera il massimo si riscontra dalle ore 17.40 alle ore 18.00 con 450 passeggeri presenti (naturalmente contati nella direzione opposta, cioè verso Psa Axum) contro 750 posti offerti.
Un indicatore dell'utilizzazione della linea può essere proprio dedotto da tali c(fre, quale rapporto tra i passeggeri presenti ed i posti offerti in corrispondenza della fermata dove le vetture sono più piene.
Orbene per il ramo Axum della linea 24, esso è al mattino 75%, la sera quasi il 60%.
L'utente giudica la bontà dell'offerta di trasporto invece dal tempo di attesa alla fermata che, se le vetture circolano con regolarità pari a quella programmata, corrisponde al massimo (caso più sfortunato) al distanziamento delle vetture espresso in minuti.
Per la linea 24 tale distanziamento medio è: al minimo di 4 minuti circa (ore di punta del mattino) e di 5,5 minuti circa (ore di punta serali); al massimo di 13 minuti dopo le ore 21.
Negli altri periodi della giornata si stabilisce attorno a 8 minuti.
Ha un prezzo incredibile
Con l'impiego di più risorse (cioè petroli, km, ore guida è naturalmente possibile ulteriormente migliorare la bontà del servizio poiché si produrrebbe un maggior numero di transiti di veicoli ad ogni fermata e quindi più chilometri e più posti.
Ma sei posti prodotti, non sono sostenuti da una corrispondente domanda di passeggeri, risultano superflui e provocano più spese senza corrispettivo di utilità, se non quello naturalmente di una minore "attesa".
Per ciò la programmazione del servizio passa attraverso il giudizio sull"'attesa".
Qual'è il livello di attesa ritenuto ragionevolmente sopportabile? Ovvero qual'è il livello di "attesa" producibile con l'impegno di predeterminate risorse cioè in definitiva con tot lire al chilometro di spese?
La produzione di maggiori livelli di attesa costa non poco. Per esempio sulla linea 24, che ha nelle ore dl morbida 8 minuti di distanziamento tra le vetture, qualora si volesse ridurlo occorrerebbero: a 6 minuti, 3 vetture in più per tutta la giornata; a 5 minuti, 8 vetture in più per tutta la giornata; a 4 minuti, 14 vetture in più per tutta la giornata, con i corrispondenti chilometri in più, ore - agente in più, oremanutentive in più, ecc.
La programmazione del servizio sulle varie linee non può che essere ricondotta quindi ad una equilibrata articolazione tra esigenze obiettive dell'utenza e quelle economiche".
Errata corrige —
Per un involontario errore nell'articolo "La salute prima di tutto", pubblicato nel nostro numero di febbraio scorso, è stato scritto che il documento del Ministero della Sanità riguardava l'indagine epidemiologica degli abitanti del quartiere (Figino).
Va invece precisato che il documento del Ministero della Sanità riguarda le camere di postcombustibile dei forni di incenerimento; mentre dell'indagine epidemiologica sugli abitanti di Figino si parla in un documento della Commissione Comunale.
milano 19
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