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MILANO DODICI

Vittorio Spin ola e Adolfo Bafunno

tati e derazioni dopo le elezioni

Tangenziale Est: oso da s Ä1

Un quartiere al mese: l'ORTICA

FELTRE-CIMIANO LAMBRATE ORTICA L.300 ANNO II - 8/9 DICEMBRE - GENNAIO 1978 ESCE A FINE MESE MENSILE DI CULTURA POLITICA E ATTUALITA'

CONSIGLIO DI ZONA DODICI

Intervista al presidente Vittorio Spinazzola

Situazione e politica nella nostra zona

Vittorio Spinazzola (il secondo da destra) e Adolfo Bafunno (al microfono) insieme ad altri consiglieri di zona, in occasione di un dibattito pubblico tenuto questa estate in piazza Rimembranze di Lam brate.

Presidente: con la premessa ovvia che il lavoro politico non Può essere inquadrato in precisi spazi di tempi, può dirci quali sono state le attività più qualificanti del Consiglio di Zona nel corso del 1977?

Penso che tutte le attività del C.d.Z. sono qualificanti in quanto tendono giorno per giorno a risolvere problemi, tuttavia credo che sia giusto evidenziare lo sforzo fatto per garantire in breve tempo di dotare la zona del centro civico. Il centro civico è certamente lo strumento col quale si potranno affrontare e risolvere problemi ai quali altrimenti sarebbe lungo e difficile dare soluzioni.

Il C.d.Z. ha finora impostato la questione del centro civico in modo efficace e predisponendo tutti gli strumenti urbanistici necessari.

Un'altra questione, forse la più importante, riguarda la salvaguardia del territorio dalla speculazione.

Per precisare meglio mi riferisco alle osservazioni al PR che rischiano di travolgere la variante del nuovo PRG che nel 1976 è stato l'atto più qualificante del C.d.Z.

Anche se nel 1977 non porteremo a termine alcuni progetti, vorrei però sottolinearne almeno due che vedranno la loro definizione nei primi mesi del 1978 e che riguardano "il piano per la rivalutazione del Parco Lambro" e il Consultorio familiare.

Le forze politiche che operano nel C.d.Z. 12 quali apporti hanno dato alla realizzazione di questi obiettivi ed in quale misura ognuna di esse ha coinvolto la partecipazione attiva della cittadinanza sui problemi affrontati?

Le forze politiche che operano nella zona 12 sono il PCI, PSI, DC e PRI, le altre sono quasi sempre assenti.

Fra le tre forze politiche sopra citate, la DC è il partito che pur collaborando in alcune attività del CdZ è il solo responsabile circa la crisi che la commissione scuola ha attraversato nel 1977; proprio l'anno delle elezioni degli organi collegiali della scuola.

Sempre la DC si oppone alla soluzione prospettata sul centro civico.

Non è certo con questi atteggiamenti che si può parlare di coinvolgere la cittadinanza alla partecipazione attiva.

Nonostante ciò esiste, attraverso le commissioni, una buona partecipazione di cittadini interessati alla soluzione di alcuni problemi.

Ci sono stati, tra le decisioni adottate ed i problemi risolti, alcuni che hanno inciso subito e positivamente sui bisogni reali della cittadinanza e in che misura?

Nell'ambito delle manutenzioni, anche nella inadeguatezza di un bilancio assai povero, alcuni bisogni reali si soddisfano con relativa rapidità. Un altro problema risolto è la scuola materna di via Pusiano.

Il centro cucina della elementare Feltre - Crescenzago, realizzato con rapidità e con un livello qualitativo eccellente.

Vorrei far presente che ci sono altri compiti del CdZ che non riguardano puntualmente realizzazioni quantificabili che però qualificano il CdZ.

Sono ad esempio ordinanze della amministrazione comunale tese ad impedire abusi dai privati come ad esempio:

- gli impianti sportivi di via Feltre, 75

- la sede del centro contabile del credito artigiano di via Feltre, 75

- lo stabile di via Saccardo 40 / 42

e altri minori che hanno visto l'intervento del CdZ puntuale.

Quali e come sono stati i rapporti politici in seno alla maggioranza del CdZ e quali quelli con la minoranza?

Con la elezione del Presidente si è verificata una maggioranza e cioè il PCI e PSI; nonostante lo sforzo che queste forze politiche abbiano più volte compiuto per una gestione unitaria, devo prendere atto che la DC si è dichiarata piu volte con chiarezza minoranza critica mentre il PRI ha più volte compiuto uno sforzo di collaborazione.

In che misura nonostante i CdZ abbiano ancora di fatto solo poteri consultivi, le indicazioni e le decisioni del CdZ 12 sono state recepite e attuate dagli organi dell'amministrazione comunale?

In particolare sulla politica del territorio le nostre indicazioni sono state in gran parte recepite dalla amministrazione centrale, di fatto molte altre indicazioni sono diventate atti dell'amministrazione centrale. In definitiva devo dire che la volontà politica, che anima la giunta, è dimostrata dal fatto che nonostante le elezioni dirette non hanno ancora dato validità al nuovo regolamento per il decentramento, esso è, per la giunta, fin da ora valido.

I dati di quest'anno sulla partecipazione alle attività dei CdZ rivelano una certa flessione in rapporto al numero delle sedute.

Secondo lei cosa occorre perchè la cittadinanza partecipi di più e più direttamente, elemento essenziale perchè il CdZ sia un reale strumento di democrazia?

I dati di quest'anno e anche degli ultimi anni, rilevano una flessione di partecipazione. Bisogna però compiere una valutazione serena, e cioè che le occasioni di partecipazione si sono moltiplicate e quindi numerosi cittadini ne sono stati coinvolti, basti pensare agli organi collegiali della scuola. Un'altra considerazione da farsi, e forse la più significativa, è che il concetto di decentramento, contenuto nella costituzione repubblicana, è stato disatteso per molti anni, tanto che l'istituto delle regioni è stato attuato solo da pochi anni.

Tutto ciò non ha certo diffuso fra il popolo italiano la partecipazione. Dopo lunghe lotte una legge dello stato ha sancito la volonta di partecipazione degli italiani. I consigli di zona avranno, con la legge, finalmente la possibilità di essere eletti direttamente dalla cittadinanza.

Solo in questo modo i CdZ potranno essere reale strumento di democrazia.

Qual'è attualmente il ruolo e la capacità reale delle commissioni nel CdZ e quale tipo di apporto effettivamente danno ai lavori del consiglio?

Le commissioni sono gli strumenti più importanti di partecipazione ed il loro apporto di lavoro è determinante alla realizzazione delle linee programmatiche del CdZ.

Valga per tutti un esempio, la commissione urbanistica nel 1976 ha prodotto un documento sul PRG che ha richiesto un impegno notevolissimo da parte di molti cittadini che hanno in questa occasione profuso energie e tempo fornendo al CdZ uno dei documenti più apprezzati a Milano.

Quali strumenti di informazione possiede il CdZ per il collegamento informativo e ricettivo con la cittadinanza? Lei ritiene siano sufficienti a creare un rapporto oppure bisogna ampliarli e crearne dei nuovi?

Gli strumenti di informazione a disposizione del CdZ sono pochissimi e sono principalmente i manifesti che vengono affissi in bacheche appositamente installate in tutta la zona 12.

Un canale importante, che finora ci ha dato piena collaborazione, sono le scuole della zona alle quali diamo volantini da distribuire.

Non sempre ma spesso i giornali cittadini illustrano i programmi di lavoro dei CdZ.

Per concludere penso che gli strumenti a nostra disposizione sono assolutamente inadeguati. Il CdZ si propone di creare nuovi strumenti, limitatamente agli scarsi mezzi finanziari che abbiamo a disposizione.

Adolfo Bafunno

Opinioni sulla situazione economico-politica

A sei mesi dall'intesa tra i partiti quali nuove speranze e prospettive possono avere i lavoratori, i giovani, le casalinghe, i disoccupati?

Il punto di partenza della risposta non può non essere il giudizio che diamo dell'accordo programmatico. Abbiamo definito tale accordo una svolta importante in quanto, al di là dei suoi stessi contenuti, esso costituisce la base per un nuovo clima unitario e per una più avanzata partecipazione della classe operaia e delle masse popolari alle grandi scelte da effettuare per fare uscire il paese dalla grave crisi economica ed anche politica, sociale e morale in cui versa. Si tratta anche di un fatto "storico" in quanto finalmente cade il rifiuto a considerare il PCI come una forza in grado di contribuire al governo del paese.

Non sto certo qui a ricordare la storia di questi ultimi trenta anni. Però, come non ricordarsi della cacciata delle sinistre dal governo nel 1948 ad opera di De Gasperi, il tentativo della DC di isolare i comunisti e dividere il movimento operaio con il centro - sinistra, la filosofia della "delimitazione della maggioranza" nella cui osservanza la DC ha imposto lo scontro col Referendum sul divorzio e, per due volte consecutive, lo scioglimento anticipato delle Camere?

Ecco perchè le categorie che più hanno pagato e pagano le conseguenze della crisi come le donne, i giovani, i disoccupati giustamente vedevano aprirsi una nuova prospettiva. Senonchè la realizzazione degli impegni sottoscritti nell'accordo avvengono con tempi molto lunghi. Indubbiamente le resistenze maggiori vanno fatte risalire a quei settori della DC che non hanno mai accettato tale accordo e lo hanno sempre contrastato o direttamente con azioni di sabotaggio come la votazione al Senato a luglio sulla legge di equo canone o indirettamente minimizzandone la portata e dando sempre interpretazioni riduttive di ciò che si riusciva a fare. Altro grosso ostacolo è il fatto che a gestire l'accordo sia un governo di soli democristiani. Purtroppo la situazione si sta aggravando ed i tempi della crisi diventano sempre più stretti per cui si richiedono ben altri ritmi di realizzazione delle decisioni prese con l'intesa tra i sei partiti. Con noi anche i compagni socialisti ed i repubblicani rivelano l'inadeguatezza di un governo monocolore sia nei confronti dei problemi da risolvere sia nei confronti dello stesso schieramento politico, inadeguatezza che e di ostacolo alla realizzazione di una politica coerente. Ecco la necessità di una nuova direzione governativa nella quale partecipino tutti i partiti dell'accordo.

Questi accordi di carattere generale compromettono o favoriscono la partecipazione democratica di base?

Direi che senz'altro la partecipazione democratica viene favorita in quanto con l'intesa a sei viene riconosciuto a livello nazionale quel processo di convergenza tra le forze democratiche che già si era manifestato in tante occasioni nelle singole realtà locali. Basti pensare a quante volte in questi ultimi anni ci si è trovati dalla stessa parte a lottare insieme nei comitati di quartiere o nei comitati antifascisti o a quante volte ci si trova d'accordo nei lavori del Consiglio di Zona. Certo anche a livello locale c'è ancora da fare per favorire una partecipazione più elevata e per questo bisogna sempre di più, e questo vale anche come appello a tutte le forze politiche e sociali democratiche della zona, essere convinti dell'importanza del momento istituzionale (ad esempio il Consiglio di zona e le sue commissioni) come luogo di confronto e di appoggio costruttivo.

L'intesa dovrebbe mettere fine al monopolio politico di un solo partito. Ora che il programma comune coinvolge sei partiti, avremo la divisione del potere in fette grandi e piccole, ossia un falso pluralismo e il consolidamento della "lottizzazione", oppure un radicale rinnovamento del "metodo" di governare, esaltanto il confronto e l'impegno comune al centro come in periferia, a Roma come nei nostri consigli di quartiere?

Dicevo prima che l'accordo a sei non è stato che il riconoscimento della necessità dell'apporto di tutti i partiti politici democratici per poter affrontare e risolvere la crisi del nostro paese e quindi e chiaro come il tempo in cui la DC si presentava come l'unico asse politico portante è ormai alle nostre spalle. Certo da riconoscere ciò all'agire conseguentemente, il passo per la DC è evidentemente chilometrico se si pensa, ad esempio, ai colpi di mano effettuati nelle nomine negli enti pubblici nonostante un preciso accordo ne avesse indicato i criteri o se si pensa alla evidente inadeguatezza di un governo di soli democristiani. Quindi niente "lottizzazione" del potere (però io diffiderei di quelle voci — a volte persino di democristiani! — che gridano alla lottizzazione quella volta che viene nominato un comunista a assumere cariche in enti pubblici nonostante niente abbiano da eccepire sulle sue capacità) ma direzione politica da parte di tutti i partiti democratici compreso il Partito Comunista Italiano che raccolga ampie forze e, proprio perchè rappresenta un fatto nuovo, consenta nel paese, a Roma come in ogni realtà di governo decentrato, quella mobilitazione di tutte le energie che è la condizione essenziale per il superamento delle difficoltà attuali.

La "importante e storica svolta", come l'ha chiamata il P.C.I., avrà effetti anche nella vita economica del paese? Stringi stringi, la "riconversione industriale" è la riconversione del padronato?

Forse non è mai abbastanza ricordare la gravità della situazione economica dovuta principalmente alle scelte dei governi succedutisi finora che hanno imposto uno sviluppo produttivo dipendente e subalterno alle economie dei paesi più forti. Basta riflettere su di un solo dato: le scelte di cui sopra hanno fatto si che abbiamo un deficit di seimila miliardi nel solo settore agro - alimentare! In conseguenza di ciò se si pensa a migliorare la bilancia commerciale bisogna ridurre produzione ed occupazione e si ha quindi recessione, mentre se si rilancia la produzione, con il conseguente aumento dell'importazione delle materie prime, si aumenta il deficit con l'estero e si ha inflazione. Allora come contenere l'inflazione ed allo stesso tempo non sacrificare la crescita economica?

L'accordo a sei ha cercato di dare una risposta a tale domanda. Il primo fatto positivo è stato il ripudio della famigerata teoria dei "due tempi" che in pratica ha significato solo rinviare il problema e quindi aggravarlo. Inoltre è stata finalmente accettata la necessità di una coerente e rigorosa programmazione, dell'abbandono della politica assistenziale e senza alcun controllo (è sintomatico il caso della SIR di Rovelli), della definizione di piani di settore, della riqualificazione della spesa pubblica. Ma anche qui la inadeguatezza del governo Andreotti è stata evidente: basti pensare al tipo di bilancio che ha presentato e che ha raccolto critiche dai partiti, dai sindacati, che si preparano ad effettuare uno sciopero generale, e da alcuni settori della stessa DC. Cosa contiene la proposta di austerità e i sacrifici che anche i partiti della sinistra rivolgono ai lavoratori dopo anni di inflazione e di diminuzione del potere d'acquisto dei loro salari? A cosa devono rinunciare i lavoratori e in cambio di che?

Come è stata chiaramente definita nella "Proposta di progetto a medio termine" presentata questa estate dal PCI, l'austerità è una necessità innegabile per far fronte alle difficoltà economiche attuali e quindi non ha alternativa. Abbiamo anche detto che i sacrifici che bisogna fare (e naturalmente dovranno farli anche e di più quelli che finora non li hanno fatti) non servono per far passare il momento brutto e poi tutto ritorna come prima. No, l'austerità deve essere l'occasione per porre fine allo spreco delle risorse e per imporre nuovi modelli di consumo, di produzione e di spesa pubblica. Infine anche in questo caso la classe lavoratrice potrà affermare la sua egemonia in quanto la politica di austerità non potrà realizzarsi senza il massimo di adesione, di partecipazione e di controllo dal basso.

MILANO DODICI - pag. 2
via Rimembranze,
7 Intervista al capogruppo del P.C.I.
LE INTERVISTE SONO STATE RILASCIATE NEL MESE DI DICEMBRE 1977

Sono stati eletti:

Genitori

Lista I 3 Zirulia (424)

Lista II 4 Ferraresi (1316)

Docenti st.

Lista I 2 Ranzini (66)

Lista II 2 Galinotti (62)

Lista III 1 Maresi (53)

Doc. non st.

Lista II I Bianchi (84)

Studenti Lista I 2 Spada (79)

Lista II 3 Manni (360)

Lista III 2 Alberti (108)

Non doc. st

Lista I 2 Strangio (17)

Personale direttivo statale

Riello (386) Penco (1116)

Zoncada (46)

Borri (58)

Sorba (77) Buratti (243)

Cajafa (103)

Caracciolo (12)

Lista I Gozzi - Pedruzzi - Nencini

Personale direttivo non statale

Lista I Barbone

Soneghet (296)

Andreoli (303) Aredi (274)

"Dal '68 la scuola è esplosa" si sente dire dovunque. L 'immagine di questa foto ci sembra che in modo suggestivo commenti questo "luogo comune".

Bertoletti (91)

Nominati dal consiglio di zona

PCI: Bafunno - Nocentini - Fenaroli;PSI: Follador - Rosso;UC': Ferrario - Tagliavini

Abbiamo vinto ...

Entro la fine del mese di Febbraio 78 il Consiglio di Zona 12 organizzerà una Conferenza di Distretto coinvolgendo non solo gli eletti e i nominati delle varie organizzazioni, ma tutti i cittadini della zona, siano essi utenti o no della scuola, in quanto è necessario ottenere il consenso e la partecipazione più ampia a questa iniziativa. Le elezioni avvenute il dicembre scorso hanno visto una buona partecipazione anche se la macchinosità e la complessità del voto ha contribuito all'annullamento di molte schede e può essere stata una delle cause della non molto soddisfacente presenza dei genitori e degli studenti delle scuole statali e comunali; si è invece riscontrata la quasi totale adesione al voto dei genitori e degli studenti delle scuole private cattoliche.

La Conferenza di Distretto dovrà permettere lo sviluppo di un ampio dibattito, a cui partecipino le componenti scolastiche e le forze politiche e sociali operanti sul territorio affinché si possano affrontare in modo costruttivo i problemi aperti e le necessità della zona.

La data e il luogo della Conferenza di Distretto saranno comunicate in tutta la zona tramite affissione di manifesti e volantini nelle scuole. (M.B.)

Grazie a tutte le forze democratiche e avanzate nella vita del Paese che ci hanno dato la possibilità di partecipare a pieno titolo, con la legge del 14 Gennaio 1975, togliéndo quel "neo„ nei Decreti Delegati che vedeva la nostra esclusione e quindi la nostra emarginazione nella vita del Distretto scolastico. Quindi questa elezione per i Consigli Scolastici Distrettuali, per noi personale ' non docente„ della scuola statale e non Statale, (al di là dei risultati ottenuti) sono una grande vittoria in quanto ha vinto la democrazia; dandoci la possibilità di portare il nostro contributo nella vita del distretto scolastico. Semprechè questi distretti effettivamente incomincino a funzionare e non facciano la fine dei Consigli di Istituto. Certo nel corso dei tre anni di gestione collegiale si sono avute tante difficoltà, soprattutto sullo stato organizzativo della scuola impostata sui vecchi modelli di funzionamento burocratico, dove la capacità del personale "non docente„ è stata poco valorizzata o addirittura privata della dignità professionale.

Noi da questi organi Collegiali Distrettuali ci aspettiamo che la nostra figura come persona della scuola, possa e debba dare un grande contributo per il cambiamento generale della scuola e ancheper noi stessi, perchè vogliamo e dobbiamo essere come gli altri lavoratori. Noi non vogliamo sentirci dire che per quello che si fa nella scuola dobbiamo stare buoni, buoni. Noi "non docenti„ vogliamo che le nostre capacità siano utilizzate e valorizzate a beneficio del buon funzionamento della scuola, anche perchè vada poi a beneficio dei figli di tutti i lavoratori.

Oggi la grande maggioranza del personale "non docente„ vive una situazione di grave disagio, sia per i bassi livelli retributivi e sia per l'attuale organizzazione del lavoro. Basta pensare che il 70% del personale è impiegato per gran parte della giornata in compiti di custodia diventati ormai una stanca "routin" quotidiana fatta di attese e di sottoutilizzo delle proprie capacità e poi per brevissimo tempo in compiti di pulizia duri e sfibranti da svolgere con mezzi primitivi e inadeguati. Per non parlare poi del personale 'non docente„ nelle scuole private, dove non c'è alcun controllo sindacale e dove il personale viene assunto privatamente e deve sottostare a tutte le condizioni che gfi vengono imposte.

Ci aspettiamo e vogliamo che il Distretto diventi un organismo che possa lavorare per il risanamento e il Cambiamento democratico della scuola e della società.

Strangio Michele (non docente Ist. Molinari)

Questa "genitrice" torna dal supermercato. Fard parte di quel 69% di genitori che ha rinunciato ad andare alle urne per il "Distretto scolastico"?

Nelle scuole private hanno votato quasi tutti i genitori, docenti e non docenti. studenti e personale direttivo. Una immagine questa che può chiarirne le cause.

QUE6TO NON È UN VOTO QUESTO E SARCASMO 9.

20134 Milano via Crescenzago 23 - via Ponte di Legno 22 telefono (02) 2158466

Il quotidiano "il manifesto" ha pubblicato questa vignetta di Schultz, era di contorno a una "profonda" analisi della situazione della scuola in Italia dopo i risultati elettorali per il distretto scolastico. E' dal 1968 che questi "pro fesso rin i " fanno profonde analisi!

- Auto IOLLY
-COMUNICATO-
OFFICINA AUTORIZZATA ASSISTENZA E VENDITA CARROZZERIA AUTORIZZATA
venditore autorizzato: HOA/T MILANO DODICI - pag. 3 SCUOLA: Risultati delle votazioni Iscritti Votanti Bianche Nulle Voti validi Lista I Lista II Lista III Genitori n. 25.794 10.630 388 954 9.288 3.931 5.357% 41,21 3,65 8,98 87,37 42,32 57,68Docenti n. 925 771 23 14 734 249 329 156 statali % 83,35 2,98 1,82 95,20 33,92 44,82 21,26 Docenti n. 250 235 11 I1 213 80 133non st. % 94,00 4,68 4,68 90,64 37,56 62,44Non doc. n. 224 157 18 20 119 23 96statali % 70,08 11,46 12,74 75,80 19,33 80,67Studenti n. 7.747 2.549 153 113 2.283 630 1.097 556 % 32,90 6,00 4,44 89,56 27,60 48,05 24,35

Al convegno femminile le donne e le ragazze comuniste salutano a pugno chiuso

Un gruppo veramente folto di donne giovani e anziane, comuniste e no, si è riunito e ci ha invitato ad assistere al suo "Primo convegno di zona". Il dibattito si è svolto in modo pacato e ha toccato un po' tutta la problematica che il tema della condizione femminile inevitabilmente suscita.

Abbiamo chiesto alla responsabile di zona, Concetta Cozzi, un articolo che volentieri pubblichiamo, così come abbiamo chiesto e ottenuto dalla responsabile provinciale Anna Pedrazzi, di rispondere a due domande che gli abbiamo posto.

Siamo andati a questa assemblea dopo che per anni avevamo seguito sulla stampa, o anche con la nostra diretta presenza, questo genere di convegni e con la convinzione che anche questa volta avremmo visto emergervi fatalmente quelle contraddizioni che il "movimento" ha quasi sempre registrato in sede di confronto. L'arco di queste contraddizioni potrebbe essere circoscritto al breve e intenso periodo che corre tra il convegno-diatriba di Lotta Continua nel 1975 e quello di Livorno del 1976.

Siamo stati nettamente smentiti. Certamente, fra le varie dichiarazioni che abbiamo ascoltato, con gli interventi di Nicoletta Tagliaferri, di Anna Frigerio, della giovane Cinzia Fossati, di Mirella Magni Busi, per non citare che qualche nome, a noi pare che si siano potute manifestare delle divergenze, forse non del tutto marginali. Però il momento della serietà e dell'impegno ha prevalso. In fondo, nella citazione che ha fatto Anna Pedrazzi di Lenin: "Non può esserci e non ci sarà `libertà' vera finché la donna non sarà liberata dei privilegi che le leggi hanno riconosciuto all'uomo", ci è sembrato di cogliere lo spirito e la volontà di lotta che animava un po' tutte le convenute.

Ringraziamo il Pci di questo invito che, fra l'altro, ci ha dato l'occasione per affrontare un problema di così vasto interesse nel nostro giornale. Ci auguriamo che anche le altre forze politiche e organizzazioni democratiche facciano altrettanto. Ci dichiariamo fin da ora disponibili sia a ospitare singoli interventi, sia a partecipare ad altri convegni che si svolgessero nella nostra zona.

C'è una delega sulla questione femminile?

Quali sono i problemi più acuti che si presentano alle donne comuniste nel loro lavoro e nei rapporti con il movimento delle donne?

A queste due domande ci risponde la responsabile della commissione femminile della federazione milanese:

Anna Pedrazzi

Sul problema della delega, che certo in parte esiste nella nostra federazione, bisogna discutere serenamente anche il modo di operare delle commissioni femminili e delle compagne, per vedere se si muovono in modo da affermare pienamente il loro ruolo come commissioni di partito. Sono stati compiuti, in questa direzione, dei passi avanti, ma vi sono ancora frizioni, incomprensioni fra compagni e compagne, nonostante lo sforzo comune perchè queste siano più presenti nel dibattito complessivo del partito e i compagni siano sempre più capaci di cogliere i fermenti e i fenomeni nuovi della società. Non credo comunque che il concetto di delega esprima bene la situazione del partito in questo campo: non si tratta sempre di incapacità a tradurre in iniziativa politica la nostra elaborazione, ma piuttosto di assumere una giusta responsabilità verso il partito per gli incarichi di lavoro che vengono assegnati alle compagne.

Si pone, poi, anche, un problema generazionale, acuito dal momento di lotta politica intensa, difficile e per alcuni aspetti nuova, di fronte alla quale non sempre il partito riesce ad esprimere pienamente la sua grande capacità di iniziativa. Ciò rende più dcile lo sviluppo di rapporti anche umani che cementino le diverse generazioni di militanti. C'è poi malessere perchè non sempre le combagne si sentono protagoniste, al pari dei compagni, del dibattito interno per la definizione della linea più generale del partito, per difficoltà soggettive, ma anche per una non sempre attenta politica dei quadri per alcuni elementi di sordità e per lacune culturali. Le stesse autocritiche che abbiamo portato avanti come partito (forse più spesso con dichiarazioni personali dei nostri dirigenti che con un'ampia verifica al nostro interno) sui ritardi nostri su temi quali i rapporti interpersonali, la sessualità, il rapporto fra privato e pubblico, sul valore e significato della soggettività femminile, se hanno fatto giustizia di molte mortificazioni subite dalle compagne, non hanno però ancora prodotto un completo modificarsi della situazione.

Nei rapporti con gli altri movimenti delle donne, vi è in genere un confronto costruttivo nei quartieri, nei comuni, nella città su problemi concreti, quali i servizi, l'occupazione femminile, il modo di rapportarsi alle istituzioni. Qualche maggiore difficoltà con il movimento femminista, caratterizzato da una grande disarticolazione e anche da un progressivo disimpegno di molte militanti: c'è una fase di ripensamento, emergono i limiti della pratica dell'autocoscienza, si ripropone la questione del rapporto con la politica e con le istituzioni. Con il mondo cattolico, anche se continua a svilupparsi la ricerca di obiettivi unitari e l'impegno comune per raggiungerli, le possibilità di confronto risentono dei condizionamenti imposti dal clima del dibattito politico e da alcune posizioni particolarmente retrive della curia milanese.

Momento di confronto e di dibattito

Si è avuto nella nostra Zona un primo importante momento di incontro e di dibattito tra le donne per discutere dei loro problemi e dei loro bisogni.

L'occasione è stata il già preannunciato 1" Convegno delle donne e delle ragazze comuniste della Zona 12, organizzato dalle Commissioni Femminili delle Sezioni del P.C.I. della Zona 12 e tenutosi presso la Sezione Gnudi, domenica 27.11.1977.

Il Convegno, nato dalla esigenza delle donne comuniste della Zona di confrontarsi tra loro e con chiunque altro avesse voluto partecipare, è stato infatti aperto a tutte le donne della zona.

La partecipazione è stata molto soddisfacente sia per il numero delle presenti che per la qualità degli interventi.

Le donne e le ragazze partecipanti hanno dimostrato, se ve ne Fosse bisogno, di saper discutere dei propri problemi con competenza e serietà e con proposte concrete.

Nel frattempo alcuni volenterosi uomini, offertisi spontaneamente, accudivano ai bambini, intrattenendoli con giochi vari.

È emersa dalla relazione, dal successivo dibattitci e dalle conclusioni , tutta la drammaticità della

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condizione femminile, aggravata dal momento di crisi profonda che il paese sta attraversando.

La relazione ha proposto alla discussione, punto per punto, il disagio della situazione della donna, analizzandone i contenuti e proponendo obiettivi anche di zona per rovesciare una situazione così sfavorevole.

Sono seguiti interessanti interventi che hanno trattato in modo particolareggiato vari punti. Così si e parlato della necessità della adesione alle organizzazioni di massa unitarie delle donne lavoratrici, e casalinghe, iscritte e no a partiti politici democratici (ed in particolare dell'Unione Donne Itaniane); è stata rimarcata l'occasione perduta, ma da riproporre, del rapporto della donna con la scuola; si e ritenuto insufficiente il legame tra le donne ed il Consiglio di Zona, momento del decentramento comunale; si è sottolineato che bisogna lottare per capovolgere l'attuale situazione che espelle sempre più donne dal mondo del lavoro, rivendicando, al contrario, una sempre maggiore occupazione per le giovani e per le meno giovani; le ragazze hanno posto i loro specifici problemi di giovani senza lavoro in una società in crisi economica e sociale; si è parlato molto della maternità,

della sessualità, della contraccezione, della cura dei bambini e della battaglia per ottenere un Consultorio anche nella nostra Zona. Tante altre cose sono state dette che è impossibile riassumere: il Convegno è durato infatti l'intero pomeriggio fino ad ora tarda.

Le conclusioni della compagna Anna Pedrazzi, responsabile della Commissione Femminile Provinciale della Federazione Milanese, hanno recepito i contributi della relazione e del dibattito, sottolineando in particolare la necessità di una partecipazione organizzata ed unitaria delle donne per far sentire il proprio peso nella società e contribuire, con la soluzione dei loro problemi, al cambiamento sostanziale della società in senso più giusto e più umano.

1 l Convegno è stato un momento importante che speriamo non sia l'unico, ma che sia di indicazione ad altre forze politiche e sociali per discutere in modo franco ed aperto di cose tanto fondamentali ed urgenti.

Le donne vogliono il posto che spetta loro in una società democratica in cui ci sia posto per tutti, uomini e donne, vecchi, bambini, giovani, handicappati, in cui tutti abbiano la possibilità di svolgere un ruolo sociale creativo.

Concetta Cozzi

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Cinzia Fossati interviene ai lavori del convegno. Da destra: Anna Pedrazzi, Riccardo Buccianti, Concetta Cozzi.
MILANO DODICI - pag.

si Non nasce donna: si diventa

Simone de Beauvoir

Nata a Parigi nel 1908, Simone de Beauvoir è una delle maggiori figure della letteratura francese contemporanea e insieme una delle personalità che più hanno contribuito all'apertura del dibattito sulla condizione della donna e sulle prospettive della sua emancipazione. Laureata in filosofia alla Sorbona, si è dedicata per qualche tempo all'insegnamento, finché il romanzo «L'invitée» — apparso durante la guerra — non l'ha rivelata al pubblico. Oltre che alle innegabili doti di narratrice e di saggista, l'importanza della sua figura è legata all'impegno e alla coerenza della attività di intervento politico e sociale che viene svolgendo da anni, a fianco di Sartre.

Camilla Ravera

Appuntamento con Camilla

Ravera per parlare di Compagne, il libro di Bianca Guidetti Serra, pubblicato da Einaudi. Voci inedite della storia partigiana, quarantotto donne che raccontano se stesse durante il fascismo e la resistenza. I Gruppi di difesa della donna formavano già allora il primo nucleo autonomo del movimento delle donne? Erano delle femministe, lottavano in prima persona per i propri figli e mariti? Il loro impegno venne successivamente misconosciuto dai partiti della sinistra? Questi gli interrogativi e le polemiche suscitate dal volume della Guidetti Serra, un bel libro di violenza e pietà al femminile. Polemiche che non debbono creare fratture fra le donne che hanno vissuto quegli anni e oggi dicono «guardate, le cose per le donne andavano così» e le più giovani, le femministe che vogliono dare un segno diverso, o ricercare altre sorelle, magari con trenta o cinquant'anni di più.

Camilla Ravera è una sorella — basta incontrarla una volta per esserne certe — che ha compiuto ottantotto anni. Ha scritto un diario di trent'anni di vita

Camilla Ravera, oggi (in alto). A destra un manifesto dell'UDI del 1949. A fianco la donna in una delle immagini-mito del primo Novecento, questa volta disegnata da Gustav Klimt

da comunista (1913-1943. Diario di trent'anni di lotta, pubblicato nel '73).

Sta per uscire, ancora dagli Editori Riuniti, una sua Breve storia del movimento femminile italiano, un aggiornamento de La donna italiana dal 1. al 2. Risorgimento («Ormai è diven-

tato una rarità. Me lo chiese Pajetta subito dopo la Liberazione, dicendomi di fare in fretta»). È arrivata fino al '77. In calce al volume ha messo il progetto di legge sull'aborto. Una scaramanzia e nello stesso tempo la speranza che si faccia presto ad approvarlo.

Care sorelle, mi dispiace moltissimo che le circostanze mi impediscano di essere oggi in mezzo a voi, anche se vi sono vicina con il cuore.

In effetti ritengo che questo incontro sia un grande avvenimento storico. A differenza di quello del Messico dove alcune donne incaricate dai partiti e dalle nazioni, cercavano solo di integrare la donna nella società maschile, voi siete qui riunite per denunciare l'oppressione che, in questa società essa subisce.

Per lottare contro questa oppressione, già da molto tempo e in molti paesi, le donne si sono riunite ma, fino ad ora, i contatti fra i diversi gruppi erano stati sporadici. Oggi per la prima volta, questi gruppi si riuniscono insieme e donne venute da ogni parte del mondo prenderanno insieme coscienza dello scandalo della loro condizione.

Avete ragione di considerarla come la fonte di veri e propri crimini. Lo stato giuridico imposto alla donna giustifica, sotto forme più o meno istituzionalizzate, attentati inammissibili contro la persona umana e contro i quali, nella grande maggioranza dei casi, non è possibile avanzare nessun ricorso legale. Ecco perchè è urgente che le donne si mobilitino per combatterli con tutti i mezzi di cui dispongono.

Forti della solidarietà che c'è tra di voi, elaborate delle tattiche di difesa, di cui la principale è proprio questa che vi accingete a mettere in pratica per cinque giorni: parlare tra di voi, parlare al mondo, mettere in luce le vergognose realtà che la metà del genere umano si sforza di nascondere. Questo Tribunale è già di per sé un atto d'accusa. Un atto che ne annuncia molti altri. Saluto in lui l'inizio di un radicale affrancamento della Donna.

Simone de Beauvoir

Lettera di Simone de Beauvoir al «Tribunale di Bruxelles» organizzato, nel marzo del 1976, dalle femministe di tutto il mondo.

Elsa Morante

SCHERZO DEDICATO A...

Hallalì! Hallalì! Sul filo periglioso tu, pieno di grazia ti posavi, e in volo a me ti rubi: a me che giro digiuno in cerchi insani, io futile minosauro negato al volo. tu beato e inerme che mi canzoni io misero cacciatore di terrestri unghie armato! Tu sai che di te mi tormento, o fragile e santo mio pasto non consumato vita della mia carne, alato sangue, galante sposo delle uccelle, tenorino narciso feudatario dei luoghi più alti.

Hallalì! Hallalì! tu del mostro ridi. un topolino di terra fu la mia preda.

Elsa Morante (nata a Roma nel 1918)

Il maggiore scrittore vivente. Nel 1974 tocca il vertice del successo con il romanzo "La Storia" (Torino, Einaudi Editore) che le assicura rapidamente il consenso della critica e, cosa ancora più rara ed importante, il successo popolare. Ha pubblicato due volumi di poesie: Alibi e Il mondo salvato dai ragazzini, ormai esauriti e introvabili.

MILANO DODICI - pag. 5
Sartre e Simone de Beauvoir durante una dimostrazione a Parigi, qualche anno fa
(1957)

Dal CESI Consiglio Bocciofila Vieni a giocare con noi?

La cellula del Partito Comunista Italiano "Vincenzo Cortesi" che opera all'interno del CESI in via Rubattino, ci comunica che nei giorni scorsi si sono svolti i lavori del congresso annuale; nuovo segretario politico della cellula è stato nominato Nicolangelo Fiorella al quale auguriamo buon lavoro per il prossimo anno politico.

Congresso E. Gnudi

La sezione "E. Gnudi" del Partito Comunista Italiano svolge in questi giorni il proprio congresso.

La segreteria della sezione rivolge, attraverso il nostro giornale, l'invito ai cittadini interessati a seguire i lavori che avranno questo calendario: Venerdi 27 gennaio ore 21Relazione del segretario uscente e inizio degli interventi. Sabato 28 - Riunione delle commissioni di lavoro. Domenica 29 ore 15 - Continuazione degli interventi e elezione del nuovo Comitato Direttivo.

I lavori avranno luogo presso il salone della cooperativa di via S. Faustino, 5.

Befana all'ortica

Circa 150 bambini hanno partecipato alla festa della befana svoltasi domenica 8 gennaio nel salone del centro sociale "Ortica". La simpatica manifestazione è iniziata con la proiezione di un divertente cartone animato; durante l'intervallo del film, si sono svolti dei giochi a premi ed è stata consumata una merenda a base di panettone. A tutti i bimbi intervenuti, infine, è stato relegato un piccolo omaggio.

A nome dei genitori dell'Ortica, MILANO 12 vuole ringraziare la "Cooperativa Edificatrice", la sezione "Gnudi" del P.C.I. e il "Circolo Familiare" che hanno reso attuabile la festa.

All'inizio del nuovo anno sociale, i soci della "BOCCIOFILA ORTICA" hanno eletto il nuovo consiglio che risulta così

composto:

Presidente: Umberto Filippazzo; vice presidente: Virginio Mariani; direttore sportivo: Vito Frigerio; vice direttore sportivo: Vittorio Ciminaghi; segretario: Nando Bestazzi; cassiere: Giordano Guidetti; consiglieri: Silvano Manzi, Giorgio Artipo, Dino Boiocchi.

Il nuovo consiglio annuncia con piacere la notizia che il socio Angelo Mangani è ritornato sulla sua decisione di appendere le bocce al chiodo, grazie anche all'appello lanciato su queste pagine lo scorso numero; vedremo, quindi, ancora il popolare "Brasciun" durante la prossima stagione sportiva che inizierà in Marzo-Aprile.

Al nuovo consiglio auguri di proficuo lavoro da parte della redazione di MILANO 12.

Alla "Cascina Case Nuove" di via Corelli 124 (Capolinea 38) tutti i lunedì, iniziando dal 16 gennaio, dalle 15 alle 18 ci divertiremo a pitturare.

Tutti i venerdi, dal giorno 20, dalle 15 alle 18 costruiremo burattini, strumenti musicali, maschere; inventeremo storie, favole, canzoni, e tante altre cose. A queste attività sono invitati tutti i bambini/e dai 6 ai 13 anni. Al primo incontro è importante che i bambini vengano accompagnati dai genitori.

Le persone che eventualmen-

te avessero intenzione di collaborare a queste attività sono pregate di mettersi alpiù presto in contatto con noi. Per informazioni: Cascina Case Nuove, Via Corelli 124. Tel, 715164. Chiedete di Angelo.

Venerdì 24 Febbraio alle ore 21 presso il teatro dell'istituto "I martinitt„ si terrà uno spettacolo di musica "pop„ del complesso: "Collettivo di iniziativa musicale„ composto in prevalenza da ex allievi dell'istituto.

A partire da sabato 14 gennaio presso la "Cascina Case Nuove" di via Corelli 124 (caPolinea 38) inizierà la 2° Scuola opolare di Chitarra.

Il corso si svolgerà nelle giornate di Sabato dalle 14,30 alle 16,30 e si articolerà in 10 incontri circa.

Con questa iniziativa si vuole dare a tutte le persone interessate la possibilità di imparare tutte le nozioni teoriche e pratiche fondamentali per poter suonare la chitarra ed espri-

Sabato 14 gennaio nella stessa sede inizierà anche un corso per imparare a lavorare il cuoio.

mersi con essa.

Il corso è aperto a tutte le persone che abbiano compiuto il decimo anno di età e costerà complessivamente L. 5.000 (per le spese organizzative e per il riscaldamento della sala dove si svolgeranno le lezioni).

Sono invitate a partecipare anche le persone che già sanno suonare la chitarra o qualsiasi altro strumento musicale sia per gestire con noi il corso che per organizzare altre iniziative nel campo della musica.

Per informazioni

Cascina Case Nuove

V. Corelli 124 Tel. 71.51.64 chiedendo di Angelo.

La festa della Befana all'Ortica: Angelo Frigerio attorniato da un gruppo di bambini.

Gara di scopa

Si è concluso presso il circolo "Familiare Ortica" il torneo di scopa d'assi. Il primo premio, consistente in una coppa, medaglia d'oro e in un buono di lire 20.000, è stato vinto dalla coppia Ciminaghi - Manzi senior; gli altri piazzati sono:

2° Curtu-Mezzanotte

3° Zappelli-Colombo

4° Soresina-Tugnela(?)

Giovedi, 12 gennaio, si è svolta nei locali del circolo Arci "Bozzellini" in via Putteri un'assemblea delle iscritte al

circolo "8 Marzo" dell'Udi (Unione Donne Italiane).

L'assemblea ha svolto i temi di preparazione del congresso nazionale che ha avuto luogo a Roma nei giorni 19-20-21-22 gennaio.

Domenica 15 gennaio la famiglia Rossi è stata alietata dalla nascita di Stefano giungano a Ruggero e moglie le più vive felicitazioni da parte di tutti, amici e compagni della sezione "Gnudi".

Il corso si svolgerà nella giornata di Sabato dalle 16,30 alle 18,30 e vi possono partecipare tutte le persone dai 15 anni in su. Le modalità (costi, durata, ecc.) si decideranno insieme nella prima giornata del corso.

Scuola Popolare Zona 13 Alla fine del corso di laurea in Economia e Commercio, Rosso Claudio via S. Faustino 3, si è addottorato con il massimo dei voti. Felicitazioni dagli amici dell'Ortica.

È uscito in questi giorni un nuovo disco del popolare cantante Nanni Svampa.

Perchè ci interessiamo a questa notizia?

Il disco è stato registrato, in parte, presso la trattoria "il gatto nero" di via Ortica, con la partecipazione di numerosi avventori di questo locale.

Questo 33 giri, che è intitola-

to "ca de ringhera e vecc osteria" è il quarto di una serie di dischi dedicati alle vecchie canzoni popolari lombarde.

Proprio in omaggio alle case di ringhiera, la copertina del disco riproduce un disegno con la vista del cortile di via Ortica, 11, esempio diqueste tipiche abitazioni operaie, molto diffuse nel nostro quartiere.

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MILANO DODICI - pag.
Laboratorio Artigianale del cuoio Nanni Svampa all'Ortica SPECIALITÀ PESCE E CARNI ALLA GRIGLIA Via Conte Rosso n. 36 21134 MILANO - TeL 215.87.66 VASTO GIARDINO CON GIOCHI CHOU20 EIL M/ATM()
Ila Scuola popolare di chitarra

Zanichelli:

Zingari. Gruppo etnico, originario delle regioni nord-occidentali dell'India, noto anche sotto altri nomi: zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Zigani, Gitani (in Spagna), Bohémiens (in Francia, sulla base dell'errata supposizione di una loro origine boema), ecc. Gli Z. chiamano invece se stessi Rom, e romani la loro lingua, che è un dialetto neo-indiano fortemente impregnato di influenze armene e arabopersiane. Dalle loro sedi originarie gli Z. cominciarono a diffondersi nel IX secolo, dapprima nei territori dell'impero arabo e di quello bizantino, poi anche nel Nord-Africa, nella penisola iberica, nell'Europa centro-orientale, in Inghilterra. In Italia penetrarono nel sec. XV; nelle due Americhe i primi nuclei di emigranti arrivarono nel secolo scorso. È. difficile misurare la consistenza attuale di questa popolazione, falcidiata dai nazisti attraverso stermini di massa in proporzioni non inferiori a quelli degli Ebrei, e, in più, estremamente dispersa in numerosi paesi. Le valutazioni variano comunque dai 2 ai 6 milioni. La Romania è probabilmente lo stato nel quale la loro presenza è più massiccia. C'è da aggiungere che una frazione di Z. si è progressivamente integrata alla popolazione dei diversi paesi; tuttavia, la parte preponderante è tuttora costituita da piccoli nuclei nomadi, dalle usanze matriarcali e dediti tradizionalmente a un numero ristretto di mestieri: mercanti di cavalli, ramai, chiromanti, giocolieri e suonatori ambulanti. In alcuni paesi, e particolarmente in Iugoslavia, è in atto da qualche tempo una rivalutazione della cultura, della lingua, del folklore e delle tradizioni di questo popolo spesso perseguitato e ingiustamente fatto oggetto di avversione e diffidenza.

ZINGARI: ospiti sgraditi?

"Se non fai il bravo ti faccio prendere dagli zingari", oppure "Stai attento che gli zingari rapiscono i bambini". Frasi come queste non appartengono ad un passato molto lontano e forse nemmeno al passato, ma denotano un atteggiamento che spesso è frutto di disinformazione, o ignoranza, o superstizione che a volte, cosciente o incosciente, è razzismo vero e proprio: razzismo perchè non si rivolge contro un individuo un gruppo, ma contro un intero popolo con caratteristiche etniche, sociali e culturali diverse dalle nostre.

Certamente questo popolo ha perduto molto della sua identità originaria, della funzione che esso ha assolto nei secoli scorsi, ma sicuramente non la propria dignità; l'organizzazione capitalistica del lavoro e la facilità degli scambi commerciali hanno quasi completamente fatto morire il loro finissimo artigianato e le novità tecniche ed artistiche che attraverso il loro nomadismo venivano recepite e diffuse con gli altri popoli.

Noi ci siamo abituati da sempre a vederli accampati nel sudiciume delle periferie delle nostre città, tra il fango ed i rifiuti; li incontriamo per le strade, soprattutto le donne ed i bambini, coi loro tipici abiti e gli inconfondibili tratti somatici.

Nella nostra zona sono quasi sempre accampati in via Monfalcone, in fondo alla "Palmanova" o vicino alla "Rizzoli" in via Civitavecchia; saranno in tutto circa 500, in maggioranza bambini (nonostante un indice di mortalità infantile altissimo).

Se si passa davanti ad un loro accampamento si nota subito il contrasto tra lo sforzo per un ambiente interno confortevole (vivono ormai quasi tutti in roulottes in molte delle quali si intravedono i conforts della moderna società dei consumi, come la televisione, la cucina etc.) e la mancanza totale di qualsiasi infrastruttura (servizi igienici, acqua, collegamenti etc.); quando piove lo spazio che occupano si riduce in una specie di acquitrino con condizioni a dir poco disumane.

Non rubano, checchè se ne dica, almeno, a quanto ci riferisce il comissariato di polizia locale, la percentuale dei reati di furto che commettono non è molto più alta di quella della generalità della popolazione.

Gli uomini si occupano di piccolo commercio di rottami e macchi-

ne usate, di piccoli lavori di artigianato; le donne vanno in giro, come è loro abitudine da secoli ad offrire amuleti antimalocchio medagliette "miracolose", o ad elemosinare in cambio di "eterne benedizioni ed intercessioni presso le anime dei defunti".

Non hanno nessun altro rapporto con la popolazione; corre tra noi e loro una diffidenza reciprocamente alimentata da ancestrali paure e da fosche superstizioni oltre che da naturale ritrosia per chi non è un simile.

Nel quartiere la gente si è abituata ad essi, anche se abituarsi non significa accettare.

"Bisognerebbe bruciarli con i lanciafiamme", ci ha detto in modo naturale un grosso commerciante di piazza Udine che non ha voluto dirci il suo nome perchè "non vuole immischiarsi".

Ma, accanto a queste opinioni, apertamente reazionarie e di hitleriana memoria, purtroppo ancora diffuse, ne abbiamo raccolte delle altre, altrettanto significative che variano da atteggiamenti pietistici "poveri bambini malvestiti e malnutriti che giocano con la sporcizia!" ad una valutazione sociale del problema.

La signora Bruno Antonietta, casalinga, ci ha detto "Bisognerebbe che il Comune, il Consiglio di Zona e le altre forze prendessero coscienza del problema e creassero strutture per loro (esempio l'acqua ed i servizi igienici, luoghi pavimentati almeno impermeabilizzati per accamparsi) e mettessero a loro disposizione le strutture che esistono nel quartiere" e aggiunge ancora che bisogna anche "insegnare ai nostri figli a non temere ma a cercare rapporti coi diversi, crearli e svilupparli nel rispetto delle reciproche identità".

Pietro D'Ercole

A proposito del "Centro Civico di Zona" la D.C. ha esposto questo manifesto che noi riportiamo per quei cittadini che non l'avessero visto; anzi, per rendere un servizio più completo lo riscriviamo.

Ecco il testo: "Il Consiglio della Zona 12 al servizio della speculazione! ! ! La maggioranza del Consiglio di Zona (P.C.I. e P.S.I.) ha respinto la seguente mozione presentata dalla Democrazia Cristiana relativa al Centro Civico Zonale:... esprime riserve su quanto deliberato il 6 ottobre ... Ritiene che la soluzione ... deve essere globale ... e debba tener conto di tutti i quartieri della zona. Si oppone in modo deciso alla ventilata permuta con privati dell'area di via Saccardo 40142 con quella comunale di via Conte Rosso 12 119 e la sua nuova destinazione a residenza di lusso.

Tale area "deve rimanere per

i servizi del quartiere ed in particolare per la vicina scuola elementare".

No al baratto! ! ! Cittadini! ! !

Fate sentire la vostra voce! ! !

Partecipate all'assemblea del 2 dicembre. Democrazia Cristiana sezione 12 "Borgato".

Non spetta a noi entrare nel merito del problema; c'è da dire che Adolfo Bafunno, capogruppo del P.C.I. al consiglio di Zona 12, nel numero di novembre di Milano 12, aveva esposto dettagliatamente le ragioni della maggioranza e noi, fiduciosi in una dimostrazione di "confronto" da parte della D.C. ci si aspettava una risposta in termini di presa di posizione politica e di eventuale controproposta.

Non lo ha fatto e ce ne dispiace.

È uscita invece con questo manifesto dal piglio "grup-

puscolare" contro un organo di democrazia decentrata del quale essa stessa fa parte; via, signori, fate i seri! (scusateci se i punti esclamativi li usiamo uno per volta). Sappiamo che in fatto di speculazione edilizia la sapete molto lunga ma, se lo spettro del rimorso esce fuori di voi e vi compare in altre sembianze, riflettete prima un momento e ricacciatelo dentro voi; magari fatevi esorcizzare (di aderenze in questo campo ne contate parecchie!)

Milano 12, che è un giornale aperto, autenticamente democratico, al servizio dei cittadini e delle forze della zona, sarà felice di ospitare nel prossimo numero una vostra presa di posizione politica su questo ed altri problemi; però, per favore pensateci prima bene e, se non

riuscite a mediarla fra le vostre infinite posizioni o a dosarla fra le 751 correnti e sottocorrenti, mandatecele tutte, lo faremo noi!

E poi chi lo dice che se in

(rent'anni non si è imparato t governare bene non si possa imparare a fare bene l'opposizione?

(La redazione)

Questo è il manifesto che la Democrazia Cristiana di zona ha appicicato su tutti i muri e le bacheche. Una veramente "volgare" o per lo meno strana interpretazione del tanto prospettato "confronto" che la stessa D.C. chiede a livello nazionale. 7
MILANO DODICI - pag.
Una visione parziale dell'accampamento di zingari in via Palmanova
Dal dizionario storico

Il cuore di Lambrate sarà tagliato in due?

TANGENZIALE EST

Un grande lavoro Un grande problema

Da alcuni mesi un angolo del nostro quartiere, quello racchiuso tra via Rombon, via Folli ed il Lambro, si è trasformato in un grande cantiere edile; ruspe, gru semoventi e squadre di operai sono al lavoro per realizzare un raccordo, sia di immissione sia d'uscita, alla tangenziale est, tratto di quella tangenziale che con i suoi 80 km forma un anello perimetrale intorno alla città congiungendo tutte le autostrade che arrivano a Milano; il piano dei lavori prevede anche la costruzione di un ponte sul fiume Lambro. Non conosciamo ancora dettagliatamente il progetto, però l'ampiezza dei lavori e soprattutto il tipo di lavoro, può facilmente farci immaginare quanto verrà modificato l'aspetto oli questo quartiere; infatti è facilmente intuibile che, a lavori ultimati, quella linea retta formata dalla via Rombon più via Porpora, diventerà il percorso preferenziale per tutti quegli automobilisti provenienti da fuori Milano che debbano raggiungere il centro cittadino. Che ciò sia positivo o negativo per il quartiere è forse prematuro e non ci azzardiamo ad affermarlo, però avremmo preferito senza dubbio una soluzione alternativa che osiamo, da profani, esporre: ben venga la costruzione del ponte sul Lambro che dà uno sbocco a quella strozzatura formata dall'ultimo tratto di via Rombon, però in qualche area libera (e ce ne sono) avremmo collocato, in questo nostro "progetto" un ampio

parcheggio che facesse da polmone a tutto il traffico proveniente da fuori, facendo proseguire la marcia verso il centro con l'utilizzo dei mezzi pubblici. Il nuovo progetto avrebbe infatti questo grosso inconveniente dal punto di vista viabilità: il traffico in direzione del centro città troverebbe una strozzatura formata dal ponte della ferrovia in piazza Monte Titano. L'alternativa del parcheggio, da noi auspicata, oltre ad evitare ciò aumenterebbe l'utenza dei trasporti pubblici in accordo con i piani di sviluppo del Comune e dell ATM in questo settore. Comunque tutto quanto detto fin qui fa parte di ragionamenti fatti con il senno di poi che lasciano il tempo che trovano, visto che i lavori sono già a buon punto e che il progetto (senza parcheggio) sta per diventare una realtà per il quartiere.

Cosa ne pensano i nostri cittadini di questa novità?

L'ex consigliere di zona Alberto Prini che per anni si è occupato di viabilità ci ha ricordato che la costruzione del ponte sul Lambro era un obiettivo già del passato consiglio di zona: "troppe volte abbiamo dovuto lamentare incidenti provocati dall'improvviso restringimento della via kombon, in particolare durante la stagione della nebbia. Quest'opera renderà più scorrevole e meno pericoloso il traffico in uscita dalla città".

Il Signor Sesto Capra, pensiona-

to dell'azienda tranviaria, abitante in questo quartiere dal 1952: -"A parte le lamentele di tutti quelli che, come me, hanno dovuto rinunciare alla coltivazione non autorizzata di quella fascia di terreno lungo il Lambro, trasformata in piccoli orti, questa nuova opera sarà senza dubbio positiva per il traffico privato, però dobbiamo prepararci ad un aumento degli incidenti automobilistici se non si completerà questo proietto con delle strutture ausiliarie' .

Il Signor Capra ci ha spiegato che l'aumento degli incidenti sarà dovuto, purtroppo, al fatto che la via Rombon diventando, praticamente, una continuazione dell'autostrada, sarà una via a scorrimento più veloce che attraversa un abitato: "facendo un paragone con lo svincolo di via Rubattino e con gli incidenti lì successi, qui sarà, purtroppo, peggio!"

E quali sono le strutture ausiliarie per evitare ciò?

Ci risponde il Signor Alberto

Angiolini:

-"Costruzione di sottopassaggipedonali ed istallazione di semafori per la regolamentazione del traffico lungo la via Rombon e nei punti più "vivi" di essa: nei pressi delle scuole, vicino al mercato rionale, ecc".

Abbiamo sentito il parere di un'altra categoria di cittadini: i negozianti.

Il Signor Franco Renato, gestore del bar di via Folli (di fronte alla Bracco), pur riconoscendo la viabilità viabilistica del nuovo raccordo, si è lamentato di un eventuale calo di clientela provocato da minor traffico sulla vecchia via Folli a lavori ultimati: -"Già questa via è poco frequentata" --egli ci dice — scomparirà

addirittura quando tutto il traffico verrà assorbito dai nuovi percorsi più veloci".

Aggiunge che secondo lui era preferibile e meno costoso limitarsi all'allargamento del vecchio ponte sul lambro lì in via Folli.

Comunque, come dicevamo all'inizio, i favori sono già a buon Punto, non serve recriminare sui 'se" e sui "ma" semmai, e qui facciamo nostre le proposte del Signor Angiolini, diamoci da fare affinché tutti quei servizi ausiliari, ma indispensabili, siano forniti alla popolazione insieme a questa superstrada.

Non è prematuro parlare di semplici semafori prima del completamento di un'opera così grandiosa: l'esperienza di altri "punti caldi" della zona ce lo insegna! (Augusto Di Tommaso)

Qualche albero per favore ...

Le abbondanti nevicate che finalmente hanno imbiancato Milano hanno rivelato un aspetto della nostra zona alquanto squallido e desolato; ci riferiamo allo spazio antistante le scuole medie ed elementari in via Pini.

In 1870 mq. di prato cosparso di neve non si ergeva neppure un piccolo alberello, tutto piatto e triste e la neve rendeva ancora più cruda tale immagine.

Ai giovani del Circolo Giovanile di Lambrate, anche in considerazione dell'appena trascorso periodo natalizio, è venuta dunque un'idea: chiunque fosse in possesso di un albero natalizio con radici che ne permettano l'installazione, è invitato a mettersi in contatto con il Circolo telefonando al numero 2364042.

Un incaricato verrà a ritirarlo ed una volta raccolto un numero soddisfacente i giovani del Circolo andranno a piantarli in quell'area in modo da dare un aspetto umano ad un posto oltretutto frequentato da bambini.

Sarà questo un modo per spingere la promozione di iniziative atte a salvaguardare il verde, ed a crearne se possibile dell'altro, nella nostra zona.

nion io - ru onco

Rivenditore Autorizzato: SIEMENS - HOOVER ELETTRODOMESTICI - RADIO - TV

- IDRAULICA

Davanti alla scuola di via Pini, c'è il deserto. Se vi è rimasto l'albero di Natale sul terrazzo, "i giovani" lo andranno a piantare qui. Cosi vivrà!

=tattoria ommercio

di Cuppari Leone

Specialità e Cucina Casalinga

Prenotazione banchetti

Viale Rimembranze di Lambrate, 7 Telef. 29.20.29

MILANO

le tariffe sono trattabili Contattateci telefonando a: Annv Parodi n._ 2364042. Attilio Bellettati n. 728891 oppure scriveteci in Via 5. Faustino n. 5 Un nostro incaricato si precipiterà a discutere con voi.

MILANO DODICI - pag. 8
I lavori sul Lambro (e oltre) fervono: tutto al servizio dell'autostrada. Ci vedremo sfrecciare per la via Rombon automobilisti, pronti a tutto per arrivare prima, e per noi che restiamo cosa succederà?
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Rossella (nella foto) nel suo negozio, che con Gigi confeziona borse "su misura" per i clienti.

Perchè l'artigianato

Tutti sappiamo grosso modo cosa s'intenda per "artigiano": chiunque esercita una attività produttiva senza usare macchine per complete lavorazioni in serie, con strumenti di lavoro di sua proprietà e utilizzando mano d'opera poco numerosa. Per saperne di più siamo andati a trovarne alcuni di questi artigiani e precisamente Gigi e Rossella, esponenti dell'ultima generazione di questa categoria, cotitolari di una nuova bottega del cuoio sorta nel cuore di Lambrate, in via Saccardo; Vittorio Tius il quale gestisce da solo, da oltre vent'anni, un'avviata sartoria sempre in via Saccardo, da cui si possono ancora avere ottimi vestiti a prezzi accessibili; e Angelo Rotondo che da qualche anno si occupa di cornici, quadri e restauro di mobili nel suo laboratorio all'Ortica in via S. Faustino.

"Ho scelto di lavorare il cuoio producendo borsette, cinture, monili in quanto credo fermamente che in un lavoro autonomo come il mio, si possa riscoprire se stessi, rivalutarsi e quindi in un certo senso culturizzarsi. E poi questo lavoro a me piace, me lo sento dentro ed a volte sono addirittura ,portato ad idealizzarlo come arte; esordisce Gigi.

Ma, abbiamo ribadito, non ti

SUL PARCO

pare che un discorso così individualista possa essere fine a se stesso, non trovare cioè riscontro nei cittadini? "Senz'altro, ma io credo che gli stessi cittadini mi aiuteranno con un contatto costante, diretto, in modo da instaurare un rapporto umano, indispensabile per una crescita sociale che mi permetterà di essere parte integrante del quartiere".

Analizzando attentamente le statistiche riguardo l'artigianato, possiamo constatare come nell'ultimo ventennio ci sia stata una chiara fase decrescente in tale attività.

Il modello di società creato dal capitalismo nel dopoguerra, basato sui consumi più sfrenati, stimolati specialmente dalla ossessiva propaganda televisiva, ha decretato la fine dell'artigianato non più in grado di competere a livello di costi e quantità con la grande industria.

Ora che numerose aziende stanno chiudendo, licenziando mano d'opera e rendendo sempre più difficili le possibilità occupazionali delle nuove forze lavoro, si riaffaccia la alternativa del lavoro autonomo.

"In effetti — afferma Rossella — io mi sono avvicinata all'artigianato in quanto non trovavo lavoro nè in fabbrica nè in ufficio ed ho quindi colto al volo l'occasione presentatami, pur con le mille incognite celate dietro questa prospettiva. Una cosa comunque è certa, non mi interessa più avere un

LAMBRO (una lettera)

Spett. Milano Dodici, è ora che qualcuno parli, così mi sono deciso a scrivere questa lettera, sperando che sia pubblicata. Aiuto! il Lambro muore.

Enumerare tutti i malanni del parco Lambro sarebbe impossibile, mi limiterò ai più vistosi. Come sempre imperversano al parco i giovani motociclisti, i quali preferiscono per le loro scorribande i viali riservati ai pedoni, (li si sentono sicuri perchè non c'è traffico) sfiorano rombando le mamme i bambini e i pensionati, se qualcuno si azzarda a protestare viene beffato, se insiste può capitargli di peggio (ed è già capitato). I vigili quelli normali o i verdoni, come si suol dire, brillano per la loro assenza. Non sarà colpa loro, ma il fatto resta. Dimenticavo, prati e montagnole sono le piste preferite dai giovani centauri per allenarsi al motocross, le loro ruote distruggono prati, scavano piste ecc.

Gli automobilisti sono piu prudenti, si limitano a parcheggiare le loro macchine nei viali riservati ai pedoni o sui prati, come fanno numerose coppiette, tanto li nessuno li disturba. A condire il tutto cani lupo, alani, mastini ecc. scorazzano indisturbati, senza guinzaglio e senza museruola, sotto lo sguardo compiaciuto dei loro padroni e vi assicuro che essere annusati per bene da uno di quei bestioni, non è sempre piacevole.

Tutto questo succede da anni, ma adesso siamo alla fase tragica (non vi sembra esagerato il termine) che se non si interviene subito può diventare irreversibile. Alle cascate del Lambro nel bel mezzo del parco, si è creato un vero e proprio deposito di immondizie varie, portate li dalle piene del Lambro, ci sono anche carogne di animali in decomposizione, ma nessuno se ne cura. Le vie adiacenti al parco Lambro, sono diventate luogo di scarico di materiali provenienti da demolizioni e rifiuti di ogni sorta con sommo gaudio di vivacissime colonie di topi. Si può fare qualche cosa? Ed ora, fatto inaudito, si è incominciato a scaricare simili rifiuti anche all'interno del parco Lambro! È possibile? Se andiamo avanti di questo passo, fra qualche anno, in luogo del Parco Lambro, avremo una bella distesa di macerie e immondizie varie.

Signor Accetti avv. Paride, Assessore ai parchi e giardini, si dia da fare, salvi il nostro parco. I milanesi gliene saranno grati.

Se Lei crede sono disposto a farle da guida quando vuole, le mostrerò anche le panchine sistematicamente distrutte, i ponticelli semidiroccati ecc.

MILANO DODICI -

pag.

Angelo Rotondo, artigiano dell'Ortica, artista per le cornici e per restaurare vecchi mobili.

lavoro dipendente".

Il non tornare indietro, cioè il non volere più lavorare sotto padrone, è una costante comune a tuttigli artigiani.

Afferma Angelo Rotondo: "Pur se i tempi sono difficili, pur avendo lasciato una attività ben più remunerativa del restaurare mobili, posso tranquillamente affermare di avere fatto la scelta più giusta della mia vita; infatti ho raggiunto una tranquillità interiore, che si riflette logicamente nella mia vita privata, che prima non avevo.

Tutto ciò grazie al lavoro autonomo ed al contatto con la gente del quartiere".

Questo processo di ritorno ad una dimensione più umana del lavoro è stato anch esso sfruttato dalla grande industria la quale ha già cercato di farlo proprio immettendo sul mercato libri, attrezzi, manuali per il "fai da te" per ricavarne il massimo utile.

Questo spingere la gente a cercare di arrangiarsi da soli comprando materiale immesso apposta sul mercato, e il non fare invece un discorso approfondito sul ruolo sociale che in una società libera l'artigianato dovrebbe avere, fa parte di quella logica con cui il potere cerca di opporsi al processo di sgretolamento dei monopoli che esso rappresenta e protegge.

Vittorio Tius a questo proposito afferma: "Sarebbe giusto che ci fossero delle scuole che insegnino a

fare il sarto, far apprendere i primi rudimenti del mestiere e render consapevoli del ruolo che si dovrà svolgere una volta introdotti nella realtà produttiva.

Ciò consentirebbe inoltre ai giovani di apprendere un mestiere che permetterebbe loro di affrontare l'eventuale situazione di rimanere disoccupati.

Vorrei inoltre ricordare come la nostra situazione economica diventi ogni giorno più difficile a causa di aumenti di imposte, di parcelle di fiscalisti I.V.A. in quanto non tutti sono in grado di effettuare tali conteggi ed all'Unione Artigiani non sempre troviamo una soluzione ai problemi. Se io continuo a tirare avanti è perchè tengo bassi i costi e ciò induce la clientela a preferirmi; comunque non potrà sempre andare avanti così...

In conclusione quindi, risulta che per una soluzione del problema in questione occorre partire dalla radice; dai giovani. Occorre dunque istituire corsi professionali gratuiti, alla portata di tutti i giovani che permettano loro di avvicinarsi, di conoscere e approfondire questa bellissima realta occupazionale avendo, se possibile, come maestri gli stessi artigiani.

Necessita inoltre fare in modo che vi sia un contatto reale fra gli artigiani stessi in modo che possano discutere dei loro problemi e cercare, attraverso forme di cooperazione, una migliore tutela dello-

ro lavoro e del loro prestigio. Soltanto sviluppando queste premesse si potrà inserire l'artigianato fra gli elementi necessari ad una crescita sociale, anche di quartiere, esistono senz'altro altre realtà di questo tipo che non abbiamo avuto modo di contrattare o altri aspetti del problema che ci sono sfuggiti.

Il discorso resta aperto.

Mario Ruolo

Comunque sin da ora ogni notizia, precisazione, forma di collaborazione sarà gradita.

Cercheremo inoltre di istituire una rubrica riservata agli artigiani in cui degli esperti aiuteranno, nel limite del possibile, a risolvere eventuali quesiti o aspetti legislativi inerenti.

AL PARCO LAMBRO (una cascina)

Una delle più suggestive cascine della nostra zona sarà presto ristrutturata per ospitare un centro di addestramento professionale per handicappati. Si tratta della cascina Biblioteca e dell'area ad essa adiacente (circa 126 mila metri quadrati, in tutto) che il Comune di Milano ha deciso di affidare all'Anffas (Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli Subnormali).

Al fine di poter avviare un primo gruppo di giovani handicappati ad attività agricole, e paragricole nei campi soprattutto dell'orticoltura e della floricoltura. Già in questo mese infatti l'Anffas si propone di installare alcune serre per poter dare inizio a questa serie di attività. Ci troviamo di fronte, quindi ad un significativo intervento pubblico di alto valore sociale, per risolvere un grave problema come quello degli handicappati che fino ad ora, e non solo a Milano, è stato gestito direttamente soprattutto da enti assistenziali privati. L'iniziativa dell'Anffas acquista un valore particolare in quanto si propone di aprire il centro anche ad un gruppo di giovani normali al fine di favorire l'incontro tra i giovani e l'inserimento degli handicappati nella realtà esterna, inserimento spesso ostacolato da pregiudizi e perplessità. Per mobilitare l'opinione pubblica verso questo progetto e per raccogliere tutte le forze disponibili è stata organizzata recentemente presso il ristorante "La. Nos" una grande asta di tele e litografie di alcuni fra i più famosi autori contemporanei fra i quali Treccani,

Bay, Fiume, Kadra, Purificato, Aimone, Migneco e Brindisi.

Col ricavato netto dell'asta, curata dalla galleria d'arte "Il quadri-

foglio di Argento", che è stato di circa otto milioni, si conta appunto di dare inizio alla sistemazione di una prima parte della cascina.

LIBRERIA Q.12

Una libreria in via Conte Rosso angolo via Saccardo che non e come le altre, ma vuole essere un punto di incontro per scoprire il valore e il significato dello strumento libro come momento di conoscenza della realta. Un servizio culturale per Essere informati e informare sui maggiori problemi sociali, politici, economici, pedagogici, ecc... Sulle migliaia di libri esposti, uno sconto che varia dal 20% al 50%

Un vecchio milanese 9
Il mestiere di vivere
Trent'anni che Vittorio Tius fa vestiti su misura. Sembra impossibile ma i prezzi della sua sartoria sono concorrenziali. Il tempo e l'inflazione lavorano contro di lui: non i supermercati. Questa volta vogliamo occuparci, necessariamente in modo approssimativo della situazione degli artigiani della nostra zona.

Per fare sport:

Considerazioni teoriche e realtà politiche di zona

I temi riguardanti la pratica sportiva non trovano generalmente ampia diffusione presso la stampa di quartiere.

Ciò è in palese contraddizione con il crescente peso che la domanda di sport e di attività motoria in genere si va affermando tra vasti strati di cittadini. Si tratta tra l'altro di una domanda che va sempre più qualificandosi verso uno sport diverso da quello tradizionale con caratteristiche che si discostano dai canoni dello sport prigessionistico o da quelli un po sorpassati del volontarismo e dello spontaneismo. La domanda di una maggiore e meglio qualificata pratica sportiva nasce dalla consapevolezza che l'attività fisica è elemento fondamentaleper la formazione complessiva della personalità del cittadino; una azione tesa alla sua promozione deve necessariamente saldarsi con le lotte che a livello di territorio le forze nelle quali si organizza la società democratica conducono per un diverso assetto della economia, della città, del costume.

Eppure tale contraddizione trova una sua spiegazione: è sempre esistita una barriera abbastanza grossa tra mondo dello sport (soprattutto quello che fa capo al Coni ed alle Federazioni) e strutture pubbliche ed organizzazioni politiche democratiche.

Non è certo questa la sede per esaminare l'origine di un tale fenomeno, ma ci sembra opportuno ricordarlo a spiegazione di alcune delle difficolta che anche nella nostra zona esistono per la diffusione della pratica sportiva.

La realtà sportiva nella nostra zona è assai eterogenea per la varietà di organismi che ne sono promotori ed è in ogni caso suscettibile di una crescita quantitativa e qualitativa grazie alla relativa abbondanza di spazi verdi e di palestre.

Il Centro Sportivo Schuster riinane la struttura sportiva più radicata all'interno del quartiere; i notevoli mezzi finanziari (finanziamenti del Credito Artigiano) e l'abbondanza di impianti hanno permesso al Centro Shuster di organizzare la propria attività in modo efficiente e su vasta scala; sono noti tuttavia anche i limiti di questo organismo che si caratterizza per un certo esclusivismo e per la riluttan-

za ad aprirsi verso l'esterno. Inoltre, retaggio evidente di vecchie concezioni di stampo cattolico, il Centro accoglie prevalentemente ragazzi di sesso maschile.

Tutt'altra realtà presenta il Tennis Ambrosiano, un centro che costituisce uno dei templi più esclusivi ed inaccessibili dello sport alto borghese: per accedervi è necessaria la presentazione di un socio e la quota di iscrizione non è certo alla portata di tutte le tasche.

Accanto a questi due centri assai conosciuti esiste un fitto tessuto di società piccole e medie che praticano prevalentemente il calcio, il basket e la pallavolo.

Le difficoltà che incontrano queste società sono molteplici e non sono solo quelle tradizionali di ordine economico: ottenere l'uso di una palestra per svolgervi gli allenamenti risulta spesso impresa disperata affidata a procedure interminabili nelle quali si cozza contro l'insensibilità e le lentezze degli organismi ai quali è affidato il rilascio delle concessioni (consigli di istituto). Il risultato di tutto ciò è una assurda sottoutilizzazione degli impianti esistenti. Il caso più clamoroso è costituito dalle palestre dei complessi scolastici di via Monfalcone e via Don Calabria il cui uso in orario non scolastico viene negato da presidi e da consigli d'istituto alle società della zona. Questo grosso complesso scolastico ha la possibilità di diventare un centro polivalente al servizio della zona (sull'esempio del complesso di Piazza Abbiategrasso) nel quale un peso rilevante potrebbe avere l'attività sportiva.

Occorre però che all'interno delle società sportive si faccia strada una mentalità e un modo di agire del tutto nuovi: un ambiente che tendesse, di fronte a queste difficoltà, a ripiegarsi su se stesso insistendo nel rifiuto a ricercare agganci con la realtà extra sportiva (magari per non "sporcarsi con la politica") sarebbe destinato ad incontrare sempre maggiori difficoltà e sarebbe destinato a gestire qualcosa di marginale all'interno della zona. È necessario al contrario che le diverse realtà sportive a qualsiasi organismo esse si riferiscano (enti di propaganda, Coni, cral aziendali, oratori, organismi scolastici, pri-

vati), facciano capo ad un unico centro, la commissione cultura e sport del consiglio di zona. Le società sportive così organizzate dovrebbero poi aprirsi a tutti quegli organismi che in qualche modo hanno attinenza con diffusione della pratica sportiva: scuola (sia i singoli istituti che il distretto) centri sociali, circoli, aggregazioni giovanili, comunità parrocchiali, consigli di fabbrica (pensiamo che nella nostra zona esistono impianti aziendali come quelli della Innocenti e della Rizzoli intorno ai quali si potrebbero schiudere interessanti prospettive contattando i CDF o il CUZ).

È importante che le organizzazioni sportive non interpretino questo invito a mettersi insieme come un mezzo per acquisire una maggiore forza contrattuale di fronte agli organismi ai quali è demandata la concessione degli impianti (assessorati comunali e provinciali, consigli di zona, consigli di istituto, distretto scolastico, provveditorato) e considerare questi ultimi come delle controparti alle quali strappare maggiori spazi da gestire poi in proprio secondo la deleteria teoria dello "sport agli sportivi".

L'attenzione del mondo dello sport dovrà essere costantemente rivolta verso tutti i problemi della zona (urbanistica, scuola, sanità) per le evidenti connessioni esistenti e dovrà portare il proprio fattivo contributo alla loro risoluzione; continui contatti dovranno intrecciarsi con le varie organizzazioni culturali e del tempo libero presenti nel territorio (Arti, Aics, Acli ecc.) e Studiare con esse possibilità di iniziative comuni.

Si tratta di programmi certo ambiziosi ed a lunga scadenza. In questo momento la commissione cultura e sport della zona 12 è impegnata in una operazione di censimento delle strutture (impianti e società) presenti in zona; un lavoro preparatorio per allestire in futuro quei programmi a cui si è accennato.

Tutti coloro che intendessero dare un reale contributo alla crescita della realtà sportiva della zona 12 si rivolgano alla commissione presso il Consiglio di Zona.

Maurizio Nicoletti Presidente Pallavolo Feltre

Informazioni per i pensionati di tutte le categorie

Il Direttivo della Lega Pensionati Zona 12 per venire incontro alle molte esigenze e necessità, soprattutto di carattere informativo, dei pensionati ha deciso partendo dal mese di Gennaio 1978 di fare presenziare da un compagno del Direttivo le seguenti località:

TRATTORIA BATTAGLIERA Via Feltre, 70 ogni 3° Lunedì del mese dalle ore 15.30 alle ore 17.30

CIRCOLO BOZZELLINI Via Pitteri, 9 ogni 3° Martedì del mese dalle ore 15.30 alle ore 17.30

TRATTORIA SIGNORA MARIA Cimiano ogni 3" Mercoledì del mese dalle ore 15.30 alle ore 17.30

CAMERA DEL LAVORO Via Conte Rosso, 30 ogni 3" Giovedì del mese dalle ore 15.30 alle ore 17.30

Sempre alla Camera del Lavoro tutti i giovedì dalle 15.30 in avanti sarà presente anche un compagno dell'INCA per assistere pratiche, domande pensioni ed altro.

Tutte le mattine della settimana è presente presso la Sede della Lega in via S. Faustino, 5 (Circolo Familiare Ortica) un compagno della Lega.

Crediamo di fare cosa utile per tutti i pensionati, vi attendiamo per conoscerci e parlare dei nostri problemi che sono molti ed importanti.

vostre lettere saranno pubblicate.

MILANODODICI lo fate anche voi.

Pattinaggio: non solo su rotelle, ma anche su ghiaccio

Non è necessario andarsene in alta montagna; da giovedì 12 gennaio si può pattinare anche al Centro Sportivo "Mario Saini", in via Corelli, 136.

Il nuovo "Stadio del Ghiaccio" è stato infatti aperto al pubblico nei giorni feriali dalle 14.30 alle 17.30 e dalle 20.30 alle 22.30 e nei giorni festivi dalle 9.30 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.

Funziona anche, per chi ne fosse sprovvisto, un servizio per il noleggio dei pattini.

Al "Saini" si può anche nuotare, giocare a pallavolo, a pallacanestro, a baseball o fare ginnastica. Basta volerlo!

11~111 UN GIOCO AL MESE

Disponete su un tavolo quindici fiammiferi nel modo riprodotto nella figura.

st.

Ora, sapreste, togliendo soltanto tre fiammiferi, trasformare i cinque quadrati in tre quadrati?

La soluzione potrete leggerla nel prossimo numero del nostro giornale.

La sezione "L. Campegi" del Partito Comunista Italiano, terrà nei giorni 4 e 5 febbraio 1978 il proprio congresso. I lavori avranno inizio alle ore 14,30 di sabato presso la sede della sezione in via Conte Rosso, 22. Tutti i cittadini possono partecipare.

GLI ARRETRATI potete chiederli direttamente a:

Attilio Bellettati telefonando al n. 728891

Costano sempre lire Trecento.

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vostri consigli seguiti.
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CONCORSO QUIZ

Vogliamo far concorrenza a Mike Bongiorno per sostenere il nostro giornale. Perciò, da questo numero proponiamo un concorso aperto a tutti i lettori.

Chi è?

Almanacco del PCI

1948 - 1978 TRENTA ANNI DI STORIA

I grandi temi della lotta per il rinnovamento democratico del Paese, dalla Costituzione ad oggi. Numerose testimonianze di comunisti É e di altre personalità democratiche sui mutamenti intervenuti nei settori fondamentali della società e dello Stato.

E Cronologie illustrate di tutti gli avvenimenti italiani ed internazionali del 1977. Le più importanti questioni del momento attuale.

Regolamento

Scienza, cultura e informazione in Italia. L'Europa comunitaria: realtà e prospettive.

È nato ad Avellino nel 1892 e morto nel 1947. - Il libro che gli diede la fama di scrittore politico fu 'Rivoluzione meridionale' Antifascista, militante, nel Partito d'Azione scrisse anche il libro 'Mussolini alla conquista del potere'.

A tutti coloro che invieranno una cartolina postale con nome e cognome del personaggio della foto, sarà spedito in omaggio un abbonamento semestrale a MILANO DODICI Indirizzare a Marinella Giusti Milano Dodici Via S. Faustino, 5 MILANO

I nomi dei vincitori saranno pubblicati sul prossimo numero del giornale

Bozza di documento per i consultori

Ribadiamo che il consultorio deve essere un servizio pubblico sociosanitario di I" livello per tutti ma, in quanto tocca i problemi della maternità, sessualità e infanzia, deve tenere conto di un lavoro privilegiato verso la donna in un'ottica di prevenzione, di educazione, di presa di coscienza e di assistenza socio-sanitaria.

Date le finalità di questo servizio, contenute nella legge regionale 44, chiediamo che nel regolamento e nell'azione della Giunta si tenga conto di quanto segue:

ORARI - devono rispondere alle esigenze dell'utenza, pur tenendo conto delle ore lavorative dello stesso personale, quindi si richiede:

- tempo pieno per gli operatori sociali e paramedici;

- massimo utilizzo del personale medico;

- possibilità per ogni consultorio di usufruire di consulenza che via via possano essere richieste dagli utenti, in base alla finalità della legge stessa.

OPERATORI - per corrispondere alle esigenze di cui sopra si richiede che il servizio prestato dagli operatori sia rivolto senza alcuna implicazione ideologica e mirante all'utilizzazione dei metodi più aggiornati dal punto di vista scientifico. Pertanto si richiede che il Comune di Milano promuova corsi di qualificazione per il personale i cui criteri possano essere discussi con le associazioni femminili. La gestione di questi corsi deve essere del Comune (che si avvarrà di strutture pubbliche, di collaborazioni universitarie) in stretto rapporto con gli assessorati regionali competenti. La Giunta dovrà inoltre rendere pubblici i criteri di scelta del personaleprivilegiando le disponibilità della zona. Dovrà essere studiatala possibilità di far effettuare scambi di esperienze tra gli operatori dei vari consultori.

GRATUITÀ - allo scopo di rendere effettiva la completa gratuità del servizio si richiede un'opera di sollecitazione della Giunta alla Regione per istituire la certificazione unica e un coordinamento con tutte le altre strutture ambulatoriali.

ABORTO - il legame tra una corretta informazione, educazione sessuale, metodi contraccettivi, maternità voluta, aborto, è uno dei compiti del consultorio. Quindi il consultorio deve tutelare la maternità voluta, prevenire gli aborti bianchi, fare un'opera di prevenzione dell'aborto, fornire tutta l'assistenza necessaria quando la donna è costretta a ricorrervi, in stretto rapporto con le strutture ospedaliere che devono attrezzarsi per offrire garanzie di ordine igienico-sanitario e adeguarsi alle più moderne tecnologie scientifiche.

PARTECIPAZIONE E GESTIONE - per favorire una partecipazione reale e cosciente degli utenti al servizio, si richiedono:

- momento di riunione all'interno del consultorio tra utenti e operatori;

- momenti di incontro all'esterno in rapporto con le realtà esistenti (scuole, fabbriche, caseggiati, ecc.) allo scopo di fornire strumenti di conoscenza, cercarli e crearli insieme, per dare alla gente la possibilità di capire quindi di controllare il significato, l'opportunità, la qualità del servizio, in relazione ai propri bisogni.

Per stimolare la partecipazione e per una corretta gestione si richiede inoltre che Passemblei degli utenti venga convocata frequentemente e periodicamente per la verifica e la discussione dei programmi di lavoro e dei problemi esistenti e delle modalità d'intervento del Consultorio.

Si richiede anche qui la possibilità di effettuare scambi di diverse esperienze di gestione fra un consultorio e l'altro.

Unione Donne Italiane (Comitato Provinciale)

Alle forze politiche e sociali

Il gruppo donne della LIBRERIA DI VIA SACCARDO e IL CIRCOLO dell'UNIONE DONNE ITALIANE "8 Marzo".

CHIEDONO un preciso impegno per la costituzione di un COORDINAMENTO ZONALE al fine di coinvolgere le forze politiche e sociali della zona per arrivare alla concreta realizzazione di un CONSULTORIO COMUNALE come previsto dalla Legge Regionale n. 44.

Poichè la zona 12 è priva delle fondamentali strutture sociali necessarie alla cittadinanza, riteniamo assolutamente indispensabile ottenere l'apertura di questo servizio socio-sanitario.

Noi sollecitiamo la costituzione di questo coordinamento per poter sviluppare una azione unitaria che incida e stimoli maggiormente un impegno da parte del Consiglio di Zona 12 il quale si dovrà fare carico ed interprete dei bisogni dei cittadini della zona nei confronti dell'Assessorato competente.

In questo senso va appunto interpretato l'incontro avuto con il CdZ da parte di una nostra delegazione, (còn l'adesione pure delle donne convenute al Convegno del P.C.I.) giovedì 1" dicembre u.s.

Gruppo Donne Libreria via Saccardo Circolo U.D.I. "8 Marzo"

L'abbonamento per un anno (10 numeri) costa L. 3.000 Sostenitore (con omaggio) L. 6.000 Speciale (con omaggio) L. 12.000

240 PAGINE IN CARTA PATINATA

500 FOTOGRAFIE STORICHE ODI

ATTUALITA

Allegato in supplemento un fascicolo di documentazione sulla struttura organizzativa e sugli organismi dirigenti del Partito Comunista Italiano.

UN APPUNTAMENTO TRADIZIONALE CON

I MILITANTI E TUTTI I CITTADINI PER UNA INFORMAZIONE E UNA RIFLESSIONE SUL

P.C.I. E SULLA SUA POLITICA.

In vendita al prezzo di 1800 lire presso le migliori librerie e presso le sezioni del P.C.I.

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MILANO 12 che è al servizio della tua zona e quindi anche tuo, mette a disposizione gratuitamente spazi per piccola pubblicità.

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Direttore: Sauro Sagradini

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Stampa: Coop. Guado Ä Robecchetto con Induno (Milano) Direttore resp. Luciano Capitini - Suppl. Ticinia Notiziario - Aut.Trib. di Milano n. 232 del 4.6.73.

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MILANO DODICI - pag. 11

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Si tratta di una ampia zona di Milano che confina con il Comune di Segrate a est mentre la via Palmanova è il punto di demarcazione con la zona 10 a nord-ovest e a ovest con la zona 11. Feltre - Cimiano -Lambrate - Ortica sono le quattro vaste aree della zona. Gli abitanti sono circa 40.000.

per l'abbonamento annuo semplice di L. 3.000 il libro: Thomas Hihuxley - "Il posto dell'uomo nella natura" (Feltrinelli Editore)

Å per l'abbonamento annuo sostenitore di L. 6.000 il libro "Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana" (Einaudi Editore)

per l'abbonamento annuo speciale di L. 12.000 i libri:

1) "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (Einaudi Editore)

2) "Gian Butturini" Cile "Venceremos" un volume di grande formato con centinaia di illustrazioni, documenti e testimonianze sul Cile di Allende.

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GIAN BUTTURINI COPI 011 APPUNTI CI 01/00 MANO w~opA CI ALMACIIAMOUSI VENCEREMOS CIFa 41) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana cura Raro 1~111Å PrMazoo.Å b Era. Er.3.1.Noncdc. 1ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ ÄÄÄÄÄÄÄÄÄ1 --ìÅEv ;ti l ra LAMBRATE
L'APERITIVO
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