dei
salari e per il minimo vitale
1111,5eiia e iliovoectizione
Gli operai della « Bianchi » che portano a casa 24 mila lire — o anche meno — al mese non sono pochi. Questa situazione, oggi, per una capofamiglia significa la fame e la miseria. Questo non fa onore ai dirigenti questo mortifica e irrita, i lavoratori che dalle passate sofferenze e dalle speranze sorte dopo la guerra si attendevano un trattamento più umano. Noi diciamo e Bianchi » perchè lavoriamo in questa azienda, ma il male è generale ed è la conseguenza dell'impostazione Politica e sociale del governo del sig. De Ga, speri.
Vi sono alla « Bianchi » reduci e partigiani che hanno sofferto anni di prigionia e di terrore, che hanno cospirato e rnmb.,ttuto per liberare il Paese vergogna nazi-fascista, ed ora vedono il loro sacrificio misconosciuto e calpestato da chi avrebbe invece il dovere di difenderlo e di valorizzarlo, poichè dal loro sacrificio ha tratto vantaggi materiali.
Anche questo, pur non liberando i dirigenti dalle loro responsabilità, s'inquadra nell'indirizzo politico del sig. De Gasperi, il quale, preoccupato di eseguire gli ordini dei suoi padroni d'oltre Atlantico e d'oltre Tevere, ha ben altro da pensare che agli interessi dei lavoratori.
Questa è miseria e provocazione.
Forse il governo si illude che la miseria imposta ai lavoratori riesca a umiliarli, a stancarli, a rassegnarli per renderli docili strumenti per lo sfruttamento la guerra. Questa non è una ipotesi come un'altra, ma è il pensiero di un esponente della Confindustria apparso, pur sotto altra forma, su di un loro giornale.
Quasi a saggiare il grado di sopportazione dei lavoratori, questo governo escogita ogni giorno nuove forme di disagio di provocazione: aumenti dei prezzi dei generi alimentari, dei fitti, dei trasporti, persecuzioni poliziesche, limitazioni delle libertà sancite dalla Costituzione, rilascio dei peggiori criminali fascisti, mano libera agli affaristi ladri, politica di guerra.
Eppure questo governo, questo De Gasperi cresciuto alla scuola degli Asburgo dei gesuiti, dovrebbe avere già capito che su questa strada, riuscirà sì ad aumentare le sofferenze del popolo, ma non riuscirà a piegarlo ai suoi fini.
Ne sono prova le manifestazioni imponenti e vibranti di sdegno e di protesta che si svolgono nelle piazze, le agitazioni e gli scioperi delle fabbriche e dei campi, le denuncie e le accuse fatte al Parlamento da quei rappresentanti del popolo che intendono difendere il pane e la
libertà dei cittadini e l'indipendenza e la pace della Nazione; ne sono prova le documentazioni e le proteste della nostra stampa, ne è prova la crescente simpatia di larghi strati di cittadini al nostro Partito che si batte sempre più energicamente contro chi vorrebbe schiacciarlo per avere di conseguenza via libera per l'assoggettarnento del popolo.

Non si assoggetta il popolo italiano finchè c'è un forte partito Comunista in Italia E tanto meno si può fare una guerra.
Il partito Comunista è fiero del com-
pito che il momento attuale lo mette in grado di svolgere. Non i lavoratori, non il partito Comunista sarà battuto, ma i suoi nemici: la borghesia (con tutti i suoi tirapiedi, dai falsi socialisti di Saragat ai falsi sindacalisti di Pastore) e l'oscurantismo clericale che opprime e fanatizza le coscienze.
Vogliamo chiudere questa nota ripetendo le parole che Dimitrov pronunciò al processo di Lipsia davanti agli aguzzini hitleriani: « Noi chiederemo conto a costoro del male che essi oggi ci fanno, delle sofferenze cui vogliono condannarci; chiederom conto delle calunnie e dei soprusi e il conto verrà pagato con gli interessi composti ».
Assemblea politico - OffidiliUdibld
Allo scopo di migliorare e perfezionare il lavoro politico del Partito nella febbrica, è stabilito di tenere una assemblea politico-organizzativa per il giorno 13 marzo alle ore 13,30 nella fabbrica.
Sono invitati tutti i compagni del Comitato di fabbrica, i quadri di cellula e i compagni della base. Verrà fatta una analisi dettagliata sul lavoro svolto, e, in base agli interventi dei compagni si tracceranno le linee del lavoro futuro perchè esso sia all'altezza dei compiti che ci stanno di fronte nell'aspro clima generato dalla reazione.
In preparazione di questo importante convegno, e per far si che i compagni rechino il loro apporto costruttivo alla discussione, ritengo opportuno esporre un questionario da sottoporre allo studio dei compagni.
1") Composizione del nuoov Comitato di fabbrica.
Un vaglio accurato per la nomina di compagni capaci, attivi, fortemente legati al Partito, e che diano il più assoluto affidamento alla causa del proletariato.
2°) Costituzione cellule femminili.
E' necessario che le compagne dei reparti Pulitura, Velo 10 piano, Mozzi e Pedali, Vernice e Montaggio "Ruote, si interessino per trovare le eventuali dirigenti delle cellule femminili. ag Collettori.
Perchè il Partito debba marciare in modo organizzato e disciplinato — elementi indispensabili per la sua forza — è necessaria una vasta rete di collettori per snellire e rendere più agevole ed efficace il suo lavoro; ogni compagno ha li compito di studiare e di portare alla con-
ferenza i nominativi dei compagni più idonei. Un compito pe rogni compagno; solo così il nostro Partito potrà diventare sempre più lo strumento decisivo per la emancipazione di tutti i lavoratori.
40) Come deve funzionare la cellula di fabbrica.
Si riunisce il Comitato di cellula? Discute i problemi sindacali del reparto? Sarebbe opportuno che il Comitato di fabbrica preparasse una traccia settimanale degli argomenti da porre in discussione?
Vi sono ostacoli per un maggiore affiatamento fra i compagni? Quali sono i rapporti con i lavoratori degli altri Partiti e con i senza Partito? Con quali criteri viene distribuita la nostra stampa? E come viene accolta e commentata? Quali sono le possibilità di un suo incremento? Come viene effettuata l'organizzazione?
Vi è un controllo dei compagni che lasciano od entrano nella cellula? Vengono sfruttate tutte le possibilità di reclutamento? Esiste un'amministrazione efficente e un controllo sul pagamento delle quote?
Viene esercitata una vigilanza rivoluzionaria nella cellula per impedire l'infiltrazione di elementi dannosi al Partito e alla classe operaia? Avete altri elementi da portare alla Assemblea riguardanti il funzionamento della cellula e di tutto l'andamento del Partito nella fabbrica?
Faccio appello a tutti i compagni affinchè con la loro critica ed autocritica portino il loro contributo allo scopo che dalla Assemblea il Partito esca rafforzato in tutta la sua struttura.
NNdiPartito
Conferenze ideologiche
Prossimamente avrà inizio nella fabbrica un ciclo di conferenze ideologiche che tratteranno particolarmente il fenomeno riformista, che in Italia prende il nome da Saragat. Invitiamo i lavoratori, operai e dimpiegati, a parteciparvi numerosi dato l'alto interesse che esse rivestono. La conoscenza e lo smascheramento della ideologia riformista è fondamentale per chiarire bene le idee e orientarsi più decisamente con conoscenza precisa
nella lotta di classe. Questa lotta ci è imposta dalla società capitalistica, ed è bene che i lavoratori comprendano la necessità di questa posizione. Non dobbiamo assolutamente lasciarci sopprafare dalla mentalità riformista del quieto vivere per non farci sospingere in situazioni pericolose e senza uscita, simili a quelle del 1922, nelle quali i riformisti, allora, giocarono un ruolo fondamentale nel soffocamento delle aspirazioni popolari. I lavoratori non permetteranno oggi che il vecchio giuoco dei riformisti si ripeta; vigileranno e si armeranno della giusta e conseguente ideologia marxista-leninista. Senza di ciò la borghesia non ci lascerà mantenere le posizioni conquistate, e tantomeno ci permetterà di ocnquistarne di nuove.
Visita a l'Unità
Il 22 gennaio una comitiva di 14 compagni, dietro invito, visitava la sede e lo stabilimento de « l'Unità » in piazza Cavour.
Gentilmente guidati da un compagno redattore, essi ebbero modo di osservarecome funziona la complessa organizzazione che dà vita al nostro quotidiano.
Dalle telescriventi all'officina meccanica, dalla sala delle linotype alle colossali rotative, tutto fu ammirato dai nostri compagni in un ambiente di fervido lavoro e di calda simpatia. Ai visitatori fu rilasciata la tessera di « Amici de l'Unità ». Facciamo conto per l'avvenire di organizzare altre visite a « l'Unità » soddisfacendo così il desiderio di altri compagni che non, poterono essere inclusi in questa prima visita.
Magtzcii Blatateht
FESTA INTERNA7IONALE DELLA DONNA
Si è costituito in seno all'U.D I. aziendale un Comitato d'onore per celebrare degnamente la data dell'8 marzo. In particolare per questa festa le donne hanno chiesto alla Direzione la 1/2 giornata festiva retribuita ed un miglioramento della mensa per detto giorno.
Mentre da parte dei reazionari si agita lo spettro della guerra le donne pensano concretamente a fare opera di civiltà e di progresso impostando problemi sociali fin' ora negati dalla classe dirigente attuale.
Esse reclamano per la nostra aziendo l'istituzione di un nido d'infanzia; che ospiti i bambini delle lavoratrici mentre esse sono al lavoro nella fabbrica.
Questa è una realizzazione che è profondamente sentita, è una esigenza fondamentale che deve essere risolta.
Come la società attuale obbliga la donna a sacrificarsi per guadagnarsi da vivere essa deve pure pensare alle creature, che per questa situazione, vengono a trovarsi in mani mercenarie o abbandonate a se stesse. Queste premesse morali e sociali sono più forti delle difficoltà di ordine tecnico o finanziario che i dirigenti possono accampare per sottrarsi a questi doveri.
Un'altro motivo che determina una ingiusta inferiorità è quello della differente retribuzione fra uomini e donne. Insisteremo su questo punto tanto ingiusto quanto immorale. Il capitalista vende allo stesso prezzo l'articolo prodotto sia dall'operaia che dall'operaio; perchè allora deve esserci una retribuzione differente?
_ I lavori antiigienici e pesanti che sono una vergogna per i dirigenti e un pericolo per la salute delle lavoratrici e in particolare per le gestanti, devono essere aboliti. Alludiamo al lavoro della pulitura, dove le donne respirano tutto il giorno polvere, alla verniciatura, alla nichelatura e alle macchine dei reparti Velo. Almeno la Direzione avesse l'accorgimento di modernizzare questi impianti al fine di ridurre gli effetti dannosi di queste lavorazioni.
Le donne sono consapevoli di questi loro diritti; esse sono disposte a mettersi sul piano di lotta affinchè vengano realizzati.
Il Partito Comunista mentre dà il suo
appoggio a queste rivendicazioni, indica alle donne che l'elemento essenziale per il raggiungimento di questi obbiettivi è l'organizzazione e una volontà unica e solidale che non si lasci ne intimidire ne dividere da forze disgregatrici che si prasentano con aspetto falsamente umanitario, ma che in sostanza non risolvono i loro problemi.
CENNO STORICO: Nel 1910, mentre il mondo era sotto l'incubo della guerra, alcune donne coraggiose, alla testa delle quali era Clara Zetkin, nel primo Congresso Internazionale Femminile di Resilea vollero che il giorno dell'8 marzo fosse dedicato alla donna. In questo Congresso furono gettate le basi di un'alleanza femminile internazionale per chiamare

le donne di tutto il mondo in difesa della pace, della famiglia e della civiltà. Da allora tutte le donne dei paesi liberi si sono organizzate ed intendono sempre più numerose e decise, far sentire le loro aspirazioni alla pace ed alla loro elevazione civile, politica e culturale. Giova rilevare che le donne, fin dal" lontano 1910, furo,no le prime, con la sensibilità loro propria, ad avvertire la tragedia della guerraed a fare ogni sforzo per scongiurarla.
Forti dell'esperienza terribile di due guerre mondiali, le donne impediranno con la loro forza organizzata che altre sciagure si abbattano sulle loro famiglie.
I duecento bambini di Gorla sono il simbolo di strazio e di ferocia che nessuna donna può dimenticare.
LA COMMISSIONE INTERNI
Chiarificazione
La C. I. è finalmente varata. Di fronte ai comunicati della Direzione e del cosidetto « Sindacato Libero » è giusto che i lavoratori sappiano come realmente si sono svolti i fatti. Ebbimo già a occuparci nei passati numeri di questa questione.
No nsarà male che, brevemente, riassumiamo gli ultimi avvenimenti. La FIOM, in possesso del verbale di scrutinio e del regolamento stilato dalla Commissione elettorale, rilevò alcune irregolarità, tali da non rispecchiare nei risultati la volontà degli elettori. Infirmò la elezione 'del candidato democristiano che non raggiungeva il quoziente stabilito, e consigliò di dare tale posto alla corrente che aveva ottenuto il maggior numero di resti, vale a dire alla corrente di Unità Sindacale. Tale comunicazione fu rimessa alla Direrezione in data 15-2. Ma la Direzione, che aveva già ricevuto il verbale dei « Sindacati Liberi » convalidante i due « Tiberini », assunse un atteggiamento tendente a screditare gli organismi sindacali rappresentanti 1'82 % della maestranza. Anche
ai Lavoratori
in questa occasione la collusione fra Direzione e Democrazia cristiana fu manifesta; e questo valga ancora una volta a far comprendere ai lavoratori la funzione che hanno i sindacati clericali.
Di fronte a questo irrigidimento, di fronte al prolungarsi della crisi che minacciava di compromettere gli interessi dei lavoratori, la Corrente di Unità Sindacale decise di abbandonare la sua posizione e di ritirare la sua giusta pretesa al 5° posto derivantele dalla percentuale riportata (52,8 %).
La Corrente di Unità Sindacale non rinuncia però moralmente al suo buon dii ritto, ma accetta il sacrificio al solo scopo di mettere fine-a questo stato di disagio sommamente dannoso per la maestranza.
I lavoratori saranno buoni testimoni nel giudicare se l'insistenza dei democristiani è giustificata dall'interessamento verso i loro problemi o da altre ragioni: attenderemo alla prova dei fatti questi « sindacalisti ».
Il programma che la nostra Corrente si impegna di realizzare con l'appoggio della maestranza consiste:
Aumento della percentuale dei cottimi in quanto sono molto al disotto della media delle altre fabbriche, Rivalutazione dei salari e degli stipendi, Premio di produzione che è un incentivo alla produzione stessa, Aumento del contributo della Ditta ai propri pensionati, Passaggio di categoria dei giovani e supplemento mensa per gli stessi, Sistemazione per i giovani e le donne riguardante i lavori nocivi e pesanti.
I commissari comunisti che entrano a fare parte della nuova C. I. sono:
Amilcare, BENINI Walter, BIANCHI Gaetano, DOSSENA Maria.
Ad essi vada il nostro augurio e il nostro aiuto per i compiti che si apprestano ad affrontare nell'interesse della maestranza.
Ilavoratori verranno tenuti sempre al corrente dell'attività dei commissari.
I lavoratori non facciano mai mancare il loro consiglio, il loro stimolo, il loro appoggio, allo scopo di dare ai Commissari la fiducia e la forza necessaria per risolvere, con successo, le loro rivendicazioni.
Questa sensibilità e questo confidente scambio di esperienze farà della Commissione uno strumento solido, aderente ai bisogni della massa, sindacalmente efficiente e pienamente democratico.
Piano Marshall, Patto Atlantico, Blocco mediterraneo.
E 'inutile che cerchino di adescarsi e di stordirci con queste balle! Noi non faremo mai la guerra pe ringrassare gli sfruttatori che si nascondono dietro questi paraventi. Noi non faremo mai la guerra contro il Paese del Socialismo!
CRONACHE DEUA BIANCHI Al leitoii

Ricordiamo a tutti i nostri lettori che essi possono collaborare, o comunque inviare richieste od osservazioni ad « Avanguardia Proletaria ». Terremo nella dovuta considerazione tutto ciò' che ci perverrà da parte di chiunque.
Il nostro giornale non viene venduto, ma ceduto ai compagni ed ai lavoratori. Le spese di stampa sono però molto gravi, e comunque superiori alle nostre possibilità.
Ci affidiamo quindi allo spirito di comprensione e di solidarietà di tutti per fare in modo che « Avanguardia Proletaria » debba vivere. Consegnate a chi vi porge il giornale la vostra offerta; essa servirà per continuarne la pubblicazione e sarà un segno di interessamento e di sprone per noi.
Via Pintatiochio
Il neo Commissario Belli comincia bene. A chi si era rivolto a lui (non sappiamo con quale fiducia) ha dichiarato che egli intendeva tutelare esclusivamente gli interessi dei Democristiani.
Bella, la sortita di Belli!
Questi sanfedisti convertiti al sindacalismo hanno un bel concetto della democrazia! Possono sbottonarsi, e farti magari un favore, ma previa presentazione della tessera del sindacato « liberino ». Altrimenti... hoibò, rivolgetevi agli altri comissari. I quali, naturalmente, non hanno mai chiesto tessere nè vorranno sapere quali sono le opinioni politiche dei lavoratori, ma si tengono semplicemente a disposizione di tutti.
La foglia, di fico
E' uscito finalmente il notiziario del G.A.L.S. (Giovani Ai Liberi Sindacati) redatto dai Piselli aziendali.
«Con fatti e non con chiacchiere si possono lenire le sofferenze ed alleviare le miserie dei lavoratori » diceva un foglietto sui tavoli della mensa; e nel frattempo un operaio della SAFAR illustrava al microfono, con commosse parole, la terribile situazione dei lavoratori di quella Azienda, situazione dovuta ai ministri Saragattiani che vogliono la fine della SAFAR e la miseria dei suoi operai.
Ecco i « fatti » dei quali sono capaci i nostri riformisti quando hanno la possibilità di piazzare i loro Tremelloni nel Governo nero.
oCn la foglia di fico della più muffita demagogia non riuscirete a coprire le vergogne della vostra azione antinonolare!
A costo di sembrare noiosi nel denunciare la doppiezza e la vigliaccheria dei dirigenti piselli, rileviamo il recente gesto di Saracat, il quale, mentre a nome del F110 partito approva il comunicato di Scelba riguardante i fatti sanguinosi 'di Isola Liri. lascia chi. l'« Umanità» getti grida crollarme Per l'oltraggio arrecato alla Repubblica dalla Polizia di Scelba ad Isola Tiri._
Si piange sulle vittime e si è solidali con gli assassini. Si può esesre più snuderati di così? E si può credere che i lavoratori dimenticheranno tutto questo?
Accenniamo. per finire. alla parte avuta dai Sara gattiani nella crisi comunale di Milano. Dimenticando di essere stati eletti con i voti dei Socialisti. hanno tradito il mandato ricevuto ed hanno gettata la Amministrazione comunale in braccio ad un Commissario Prefettizio nominato da Scelba.
Un piatto di len,tierhie
Del resto questo notiziario dei piselli nostrani è un atto di coraggio e di iniziativa.
Finora essi non erano stati capaci che di versare le loro ambascie nel grembo dell'e Umanità »; portandovi le copie del
nostro giornale e i volantini che li riguardavano. Pensavano poi i redattori del Sol nascente a rispondere per loro ai nostri attacchi. Risposte non troppo felici, in verità, come l'ultima nella quale — proprio loro! — tirano in ballo l'unità dei lavoratori, aL loro sfacciataggine è pari alla loro opera di tradimento e di divisione.
Non sarà contro un piatto di lenticchie saragattiane che i proletari venderanno il loro diritto di classe dirigente. Avessero almeno il pudore del silenzio.
Pa'ma uno e due
La riconoscenza verso chi ci fa del bene è uno stretto dovere ed è gredita agli Dei. Press'a poco così doveva pensare il Dr. Marelli, Caporeparto della Carrozzeria avvicinandosi all'operaio Parma per ringraziarlo di uno squisito salame pervenutogli il giorno prima. Ma Parma cade dalle nuvoe; egli non sa niente di questa faccenda; Marelli dimenticando la disciplina di partito, diventa tutto rosso. Poi un lampo gli illumina la mente: non si tratta di questo Parma, operaio comunista, ma dell'altro Parma, operaio democristiano dello stesso reparto.
Una cosuccia in famiglia, insomma.
La gratitudine è una gran bella cosa, ma un'altra volta bisognerà essere più cauti.
hindi5,1
Lin bicchiere di vino fa buon sangue e induce a sentimenti magnanimi.
L'operaio Brigada Ernesto ha pensato perciò di regalare addirittura una damigiana del prezioso liquido al sig. Bonino Giovanni, capo reparto dei battilastra.
Avere degli operai di questo genere è una fortuna per certi capi-reparto, e deve essere anche una soddisfazione morale per loro il vedersi fatti segno a così gentili attenzioni.
La maschera e il volto della Coafiadubrtia
Per comprendere bene l'atteggiamento tenuto dalla Direzione della nostra Azienda nella questione della Commissione Interna, è opportuno osservare qualche aspetto della Confindustria nel momento attuale: si vedrà così come il nostro caso si inquadri nella posizione e nelle direttive confindustriali. Questo sia detto non per scagionare la Direzione che, se mai, ha il demerito di uniformarsi supinamente agli ordini dell'Assolombarda anzichè cercare soluzioni nell'ambito dell'Azienda come consiglierebbe il suo stesso interesse.
Com'è noto la Confindustria ha tenuto a Napoli un convegno per studiare il problema della disoccupazione. Senza attendere l'esito dei lavori, poichè conosciamo bene i nostri polli, sapevamo che il sistema di lor signori per combattere la disoccupazione consiste nella smobilitazione delle industrie, con la vaga promessa agli operai di un futuro possibile riassorbimento sè, nel frattempo non siano già morti di fame.
Questo si chiama giocare alle contraddizioni; ma a farne le spese sarebbe sempre la classe lavoratrice; l'idea di un sacrificio da parte loro non è — per gli industriali — neppure da prendere in considerazione.
Un altro esempio che dimostra la malafede degli industriali intenti a farci credere quello che vogliono senza darci la possibilità di un controllo, è dato dal Presidente della Confindustria, Angelo Costa. Un lavoratore scrisse ad un giornale della Confindustria trovando giusto il concetto che oggi è necessario ridurre i costi di produzione, ma lo lasciava perplesso il fatto che in questo campo i lavoratori erano obbligati a collaborare alla cieca,
Ampi
— Evviva! — gridò dando un colpetto sulla pancia del segretario che stava entrando, — il governo ungherese mi comunica che Mindszenty non è più gradito, e che è pronto a scodellarcelo a Roma; l'aereo è già preparato. Poveri merli! Ma non sanno che piacerone mi faranno a processarlo, a fucilarlo se loro garba. Lo metteremo sugli altari. Abbiamo giusto bisogno di un martire da sbandierare nella crociata anticomunista. Che ne dici?
Credi che Truman ne sarà contento? —
E il processo venne; ma fu una delusione. Il Cardinale si fece piccino, balbettò, si battè il petto, si bagnò sotto:
— Non lo farò più — gemeva — se nasco un'altra volta mi inscrivo al P. C.
Uno scandalo, insomma. Lui allora convocò subito i colleghi: — E' una porcheria, — disse — che ne dirà Truman? Ed ora come la mettiamo? Bisogna salvare il salvabile. Che ne dite se lanciassimo la storiella della « droga? »
« Placet » — risposero i venerabili fratelli — però, droga o non droga, se capitasse a noi faremo altrettanto.
Ee se ne andarono. Lui rimase solo, avvilito.
senza conoscere cioè i termini del costo stesso. « La collaborazione è totale o non è » concludeva il lavoratore. Credete che Angelo Costa abbia risposto accennando alle possibilità dei Consigli di Gestione?
Mai più! Ha precisato che la collaborazione consiste, per lui, nell'eseguimento di ciascuno del suo dovere nel limite delle proprie competenze. Questo è parlare chiaro.
La brutalità della società borghese viene sempre a galla nonostante gli sforzi che fa per mascherarsi, per imbrogliare le carte e cambiar significato alle parole.
Per questo è necessario che i lavoratori
siano sempre vigilanti. Per questo noi comunisti abbiamo una posizione ben delineata e non ci lasciamo incantare da nessuno sirena borghese. Per questo essi ci combattono con tutti i mezzi, ma finiranno con lo spezzarcisi le corna.
La borghesia non ostante i suoi « Convegni di studi e di politica industriale » cui abbiamo accennato più sopra, non potrà risolvere niente. La disoccupazione non è che un aspetto del sistema borghese, è un fenomeno della struttura capitalista che non sarà eliminato che con la scomparsa di questo sistema, di questa struttura.
Come non riuscirà a risolvere questo problema, così non riuscirà a risolvere la crisi che la attanaglia nelal sua ultima fase.
Chiusa la strada del passato, sospinta dagli avvenimenti, dilaniata dalle contraddizioni interne, la borghesia deve rassegnarsi a morire.
Come nasce la guerra
Non è raro sentire anche fra gli operai, quando si parla dell'angoscioso tema della guerra, frasi di questo genere:
— Eh, guerre ve ne sono sempre state e sempre ve ne saranno... —
Le guerre non sono cataclismi della natura come i terremoti, nè maledizioni divine; sono quindi fenomeni evitabili.
Sono un prodotto naturale del sistema capitalista.
Infatti, secondo questo sistema, di che cosa hanno bisogno i capitalisti? Hanno bisogno di produrre e di vendere più merce possible per aumentare sempre i loro profitti e battere la concorrenza. Quindi; — intensificano lo sfruttamento degli operai — cercano fonti di materie prime che costino poco — nuovi sbocchi alle proprie merci — nuove popolazioni da sfruttare. Quando il mondo è già tutto ripartito fra i capitalisti la loro funzione non si esaurisce ma si accentua; subentra l'imperialismo. Nessuno stato imperialista è disposto a cedere pacificamente ad un altro i propri possedimenti, i propri mercati. Ecco allora la guerra: la guerra che non può essere che mondiale perchè coinvolge via via tutti gli interessi dei Paesi capitalisti, i quali ambiscono, nel marasma generale, trarre i maggiori vantaggi.
Individuata l'origine delle guerre non vi è che un rimedio per liberarsene definitivamente; abbattere la costruzione inumana e immorale del capilismo, e instaurare il socialismo.
Nel sistema socialista la produzione viene effettuata e diretta secondo i bisogni dei lavoratori. Sompaiono le ragioni in-
dividualistiche dei monopoli, la miseria e gli squilibri che essi provocano, si intensificano i pacifici scambi fra i popoli.
Lo stato socialista è lo stato dei lavoratori; essi non possono, per la loro stessa natura di classe, tendere a sfruttare ed opprimere lavoratori di altri Paesi.
Partecipate tutti alla Assemblea politico - organizzativa
d,e1 12 marzo. Portate il vostro contributo per il miglioramento del nostro lavoro, per il rafforzamento del Partito.
Hanno interesse solamente a produrre per migliorare le loro condizioni e a vivere in pace con tutti.
La guerra non è quindi una fatalità inevitabile, ma il prodotto di una concezione sociale brigantesca. I mezzi e le possibilità per bandirla dal mondo ci sono dati dalla ideologia socialista e dalla organizzazione di tutti gli onesti sotto la bandiera della emancipazione e del progresso, sotto la bandiera del Comunismo.
Nella misura in cui sapremo perfezionare il nostro lavoro e rendere più efficiente la nostra organizzazione, riusciremo ad affrontare e vincere le aspre lotte che ci stanno davanti. Venite numerosi e preparati alla Conferenza politico organizzativa del 12 marzo.
