unità a sinistra
GIORNALE DELLA ZONA 6
Anno III N. 3 - L. 50
NATALE
: operazione tredicesima
Cooperazione di consumo:
lotta contro il caro vita
Il continuo e generale rincaro di tutte le cose indispensabili e voluttuarie della vita fa del « caro-vita » forse il più assillante e preoccupante dei problemi economici e sociali che interessano tutti i cittadini appartenenti ad ogni classe sociale.
Questa constatazione, ovviamente, vale in modo particolare per le grandi aree metropolitane e, in special modo, per una città come Milano che non è solo la capitale del lavoro (e del capitalismo) ma è anche la capitale della speculazione e del caro-vita.
Nell'attuale stato di cose, questo grave fenomeno del rincaro dei prezzi, a cominciare dai generi alimentari e dai prodotti di largo consumo, colpisce oltre ogni limite il proletariato con ripercussioni profonde.
Infatti il progressivo inasprimento del caro-vita incide gravemente sulle risorse finanziarie di tutta la cittadinanza, ma si rende assolutamente insopportabile per la classe lavoratrice che, oltre a subire tutti i gravosi effetti che sono comuni anche agli altri ceti sociali, possiede delle condizioni economiche appena e non sempre sufficienti, anche in periodo normale, alle più modeste esigenze.
Il problema del caro-vita ha supera. to ogni limite di guardia ed è sconfi-
Successo del nostro giornale
Il numero di novembre di « Unità a Sinistra » ha riscosso un notevole successo nella zona, suscitando ampi consensi ed echi favorevoli nell'arco di tutte le forze democratiche.
Per la prima volta è stato tentato l'esperimento di vendita attraverso le edicole della zona. Non tutte-hanno accettato il giornale, ma chi lo ha fatto ha esaurito in pochi giorni la scorta. Questo vuoi dire che esiste lo spazio per un giornale di zona.
La redazione ringrazia le edicole che l'hanno aiutata e si augura che anche le altre vorranno superare la loro diffidenza ed accettare di vendere il giornale. La redazione ringrazia anche gli esercenti locali che hanno voluto dare fiducia al giornale accettando, in questo numero, di fare della pubblicità a pagamento.
Del numero di novembre sono state stampate 5.400 copie e distribuite 5.350. Il costo di carta e stampa è stato di 165.000 lire.
Le entrate sono state: pubblicità 35.000, diffusione 65.000, per un totale di 100.000 lire. Il passivo di 65.000 lire è stato coperto dai contributi delle sezioni delle forze politiche che hanno dato vita all'iniziativa.
Di questo numero sono state stampate 5.500 copie.
La redazione invita tutti i lettori a farsi promotori di una maggiore diffusione e sostegno del giornale attraverso abbonamenti.
MAGENTA - SEMPIONE
dicembre 1971
Assemblea popolare sulla scuola in via Mantegna
Ribadita la carenza di aule si discute sui contenuti
nato al livello attuale che rasenta l'incredibile e che è tutt'ora in fase di crescita, anche in vista dei preparativi dell'agguato e della aggressione che subirà la ormai prossima « tredicesima » dei lavoratori e dei pensionati.
Tutto ciò sembra a prima vista come un triste e misterioso destino sociale che occorre sopportare come una oscura fatalità e contro il quale è inutile lottare.
Ed è invece proprio con la iotta uni• tarla di tutte le forze politiche e sine dacali del movimento dei lavoratori, ed in primo luogo dal potenziamento dei consensi alla cooperazione di consumo, che si potrà dare battaglia in campo aperto alla speculazione ed al caro-vita.
Con questi precisi intendimenti e con un gravoso sforzo, la cooperazione di consumo è riuscita ad aprire, proprio in questi giorni, un grande punto di vendita, un Supercoop, in Via Livigno, ai servizio ed in difesa di tutti i constimatori sia per i prezzi bloccati, sia per la garanzia di genuinità di tutti i prodotti.
La catena cooperativa di negozi, creata e diretta dai consumatori, non persegue fini di lucro e si batte contro la logica del profitto e della speculazione.
V. Cavaliari
1.141k
Borussia-Inter: fine del primo tempo, zero a zero. Di corsa in via Mantegna dove inizia l'Assemblea popolare sui problemi della scuola. Come qualcuno ricorderà, nella mozione approvata nell'assemblea del 28 ottobre, questa decideva di autoriconvocarsi entro un mese e impegnava il Consiglio di Zona a riferire sui contatti avuti, nel frattempo, con il Comune sui problemi più ùrgenti di aule e di aree per nuove scuole.
Purtroppo la data di convocazione cade proprio nella serata di Borussia-Inter. Non solo, ma — a differenza dell'ultima volta — gli aderenti ad Unità a Sinistra non fanno volantinaggio e la diffusione della notizia dell'Assemblea popolare viene affidata dal Consiglio di Zona alla buona volontà (?!) delle direzioni scolastiche. Poca gente quindi: qualcosa di più di un centinaio di persone. Siamo ben lontani dalla palestra gremita di ottobre!
Il preHdcrite democ,istiano Falaguerra svolge una relazione introduttiva sulle attività del Consiglio nell'ultimo mese. « E' stato — dice — un mese molto intenso. Abbiamo occupato l'area di via Niccolini e ne abbiamo chiesto il vincolo. Purtroppo all'occupazione non c'era molta gente, ma l'azione è senz'altro servita, così come è servita la mo-
zione di censura nei confronti dell'assessore socialdemocratico Bonatti, votata nell'ultima Assemblea ». Falaguerra legge quindi una lettera di Bonatti, nella quale — con tono ben diverso da quello minaccioso e strafottente che aveva provocato la censura — l'assessore assicura di avere iniziato colloqui a Roma con l'INA al fine di proporre una permuta in modo che l'area di via Niccolini possa essere adibita all'allargamento della scuola di via Giusti. L'accordo — dice Bonatti — è questione di giorni.
Falaguerra, a questo punto, riferisce di un incontro avuto con l'assessore democristiano all'educazione Bellini, eui hanno anche partecipato alcuni genitori. « E' certo — dice Falaguerra — che gli assessori stanno cambiando atteggiamento nei nostri confronti e hanno incominciato ad accorgersi che il decentramento è un processo irreversibile e che i cittadini appoggiano il Consiglio di Zona ». Sul colloquio con Bellini ecco alcuni dettagli. Sull'ampliamento di via Mantegna, Bellini informa che è cambiata l'impresa appaltatrice e che la nucva dovrebbe subito dar corso alla ultimazione dei lavori. E' terminata la progettazione della scuola di via Massena. Per l'ex-Salmoiraghi il Consiglio Co-
munale ha sanzionato il vincolo definitivo per la costruzione di un complesso scolastico comprendente una materna. una elementare ed una media. Bellini promette anche di interessarsi per l'area di via dei Gracchi e per l'eventualità di realizzare una scuola all'aperto in via Stilicone. Sulla questione del Trotter, invece, dice Bellini, non c'è niente da fare. Infine, l'assessore assicura di aver deciso di adibire il capannone di via Galileo Ferraris ad una scuola dell'Anfas. Questi i risultati del colloquio. Falaguerra conclude la sua relazione informando l'assemblea che consigli di genitori si sono formati nelle scuole elementari di via Giusti e p.za Sicilia.
Incomincia a questo punto una serie di interventi molto efficaci che spostano il terreno del dibattito dal reperimento — pur ritenuto essenziale — di aree per nuove scuole, al rinnovamento ed alla democratizzazione dei contenuti didattici aWinterno delle scuole esistenti. Non si può infatti — sostengono gli intervenuti — non unificare i due momenti della battaglia delle aree e quella contro i libri di testo, l'autoritarismo delle direzioni scolastiche, pe. il tempo pieno in una scuola aperta alla realtà sociale.
Questi intei-vonti suscitano un notevole interesse nella maggioranza dell'assemblea, e scatenano una isterica reazione da parte di alcuni per i quali non è legittimo mettere in discussione l'operato delle autorità scolastiche.
Va segnalato, fra questi, il delirante intervento del capogruppo democristiano Zorzi, il quale (sentendo evidentemente la mancanza del suo collega di partito Mattessich, specialista di interventi assurdi) sostiene l'opportunità dell'autoritarismo nelle scuole, » se non vogliamo allevare una generazione di smidollati e drogati ». Interviene immediatamente una psicologa che stigmatizza le pazzesche dichiarazioni dello Zorzi perchè frutto di una mentalità aberrante. Continuano interventi sui • metodi didattici con precise accuse nei confronti di alcune scuole, in particolare quelle di via Pier Capponi e di via Giusti.
Prende la parola un consigliere della sinistra il quale ritorna sulla questione di via Niccolini rendendo nota la clamorosa notizia (vedi altra parte del giornale) che, ad un attento esame, non risulta esservi, su quell'area, alcuna convenzione come invece aveva sempre sostenuto il Comune per giustificare il suo non-intervento nella questione. La notizia suscita sensazione, malgrado che lo Zorzi -si affanni a sostenere l'esistenza della convenzione, collezionando magre figure.
(Istituto Nazionale Assicurazioni). I cittadini della zona, tramite il Consiglio di Zona, chiedono che l'amministrazione comunale adotti le disposizioni legislative introdotte dalla nuova legge sulla casa che
consentono l'esproprio dell'area allo scopo di allargare la scuola elementare di via Giusti.
Malgrado i maldestri tentativi di boicottaggio dell'occupazione messi in atto dai dirigenti scolastici delle due scuole adiacenti e da un sedicente « comitato di genitori » della scuola materna di via G. Verga, circa duecento cittadini hanno partecipato alla manifestazione, cui sono intervenuti anche rappresentanti della stampa cittadina.
Viene quindi presentata una mozione in cui si chiede all'assemblea di partecipare, insieme al Consiglio di Zona, ad una delegazione da inviare a Palazzo Marino il 13 dicembre per fare ulte riore pressione sull'amministrazione af finchè vengano risolti i problemi piì. urgenti. La mozione chiede inoltre che la Commissione Scuola e Cultura del Consiglio di Zona presenti, entro gennaio, in occasione di un'altra Assemblea Popolare, una relazione sull'organizzazione e i contenuti didattici delle scuole della Zona. Questa mozione viene votata a maggioranza con quattro voti contrar i. Viene invece respinto dail'assemblea con due voti di scarto un paragrafo della mozione in cui si chiede che alla commissione scuola vengano attribuiti poteri di indagare sui metodi in uso nelle scuole della Zona.
Nuova occupazione dell'area di via Niccolini per ottenere che ci costruiscano una scuola
Sabato 20 novembre si è svolta, indetta dal Consiglio di Zona, una nuova occupazione dell'area di via Niccolini, angolo p.za SS. Trinità. Quest'area, adiacente alla scuola materna di via G. Verga ed alla scuola elementare di via Giusti, è di proprietà dell'INA
T. Muzi Falconi
Nuovo organismo o specchietto
per le allodole ?
Necessario un discorso chiaro sui Comitati scuola - famiglia
Con una delle tante circolari il ministro democristiano alla Pubblica Istruzione, l'on. Misasi, circa un anno fa (e lo ribadiva nella più recente •maxicircolare» del settembre 1971) dava disposizione ai presidi della scuola media inferiore e superiore affinchè sí costituissero nelle singole scuole dei nuovi organismi: i comitati scuola-famiglia. Quando anche nella scuola scoppiava la crisi e strati sempre più vasti di cittadini, d'insegnanti e di studenti si organizzavano e levavano la loro protesta contro l'insopportabile carenza delle attrezzature, contro la struttura antidemocratica e gerarchica che soffoca i lavoratori della scuola, contro la sterilità e antiquatezza dei programmi scolastici, contro una scuola che setaccia ed espelle inesorabilmente gli alunni provenienti dai ceti popolari più disagiati, la massima autorità italiana, responsabile politica democristiana della scuola, cercava di parare la situazione con l'istituzione di queSti comitati, vero specchietto per le allodole. A suo dire si sarebbe così democraticizzata la scuola e si sarebbe favorita la partecipazione dei cittadini alle decisioni riguardanti l'educazione e l'istruzione dei giovani.
Ogni classe avrebbe dovuto « democraticamente • eleggere due rappresentanti: tutti insieme avrebbero costituito un consiglio dei genitori che, a sua volta, eleggeva altri 7 rappresentanti i quali, insieme ai 7 rappresentanti degli insegnanti, avrebbero costituito un comitato scuola-famiglia.
Un anno di esperienze ha dimostrato la veridicità dell'analisi critica negativa fatta a suo tempo dai nostri partiti di sinistra. La « nuova democra-
ticità • è solo a parole, ma di fatto inesistente ,dato che le autorità scolastiche, comprese quelle delle scuole materne ed elementari - dove alcuni direttori prendevano l'iniziativa di costituire i detti comitati - nè promuovevano nè favorivano assemblee sistematiche periodiche dei genitori che permettessero la conoscenza reciproca di queste persone in modo da creare le condizioni necessarie perchè l'elezione di un rappresentante potesse essere una scelta consapevole. Anzi nella maggior parte dei casi le assemblee sono ostacolate o addirittura vietate; i • rappresentanti • (che non rappresentano che se stessi) sono persone di gradimento alla direzione che guarda caso non sono mai operai o persone politicizzate
La « partecipazione », anche lei, veniva dolcemente imbavagliata da una camicia di forza. Infatti il ministro Misasi aveva la scaltrezza di delimitare i settori d'intervento alle attività parascolastiche, cioè il doposcuola (tra l'altro inesistente nelle suole superiori!) ai problemi relativi al servizio medico. Le conseguenze sono state delle più disastrose. Si sono così favorite le tendenze corporative e settoriali nelle associazioni dei genitori, si sono strumentalizzate delle forze a fini di conservazione e — quello che è ancora più grave — si è favorita la nascita di una visione privatistica all'interno della scuola pubblica. In molte scuole le associazioni dei genitori si sono infatti adoperate a raccogliere fondi (la vecchia elemosina dei ricchi a favore dei ricchi) perchè al doposcuola si pagassero insegnanti per lezioni di lingua straniera e attività artistiche (pittura,
il Cinema Rosa
di via Canonica augura
BUONE FESTE
canto, danze) o per pagare uno stipendio a uno psicologo che allontanasse i bambini più bisognosi con la costituzione delle classi differenziali.
Contro questa politica governativa cosa dobbiamo invece proporci? l'organizzazione di tutti i cittadini e non soltanto dei genitori, interessati ai problemi della scuola che, in stretto collegamento con le forze sindacali e politiche, lottino per ottenere il diritto di assemblea nei locali della scuola, cioè per avete l'agibilità politica, che altro non è se non la possibilità di discutere di qualsiasi problema relativo alla struttura della scuola.
Gli obiettivi concreti che queste nuove organizzazioni dovrebbero immediatamente porsi nell'attuale situazione sono: reperimento e vincolo delle aree libere per l'edilizia scolastica (comitati di quartiere della nostra zona e di altre zone hanno già cominciato a muoversi su questa strada); pressione perchè i 1000 miliardi stanziati dal governo (ma mai spesi!) siano dati ai Comuni per la costruzione di scuole; battaglia perchè i direttori e presidi diventino cariche elettive e non più nominate dall'alto; messa in discussione delle attuali concezioni educative della scuola imperniate oggi sull'ubbidienza incondizionata ai superiori, sulla rivalità e competizione tra alunni da un lato e tra insegnanti dall'altro, sull'individualismo più smaccato; rifiuto degli attuali programmi scolastici e radicale mutamento dei contenuti dell'insegnamento.
B. Oxilia
Una iniziativa
L'VIII liceo scientifico è un tipico esempio dello stato disastroso di marasma e di disorganizzazione in cui versa la scuola media e media superiore a Milano. Non ha una sede propria ed è smembrato in tre « succursali • ospitate negli edifici più diversi: in via Cagnola nella sede della scuola d'arte muraria, in via Verga nelle aule dell'istituto Parrocchiale e in via Boltraffio. Quanto ad attrezzature scolastiche e sportive gli alunni dell'VIII liceo possono poi vantare tutti i primati alla rovescia: dai servizi igienici, che sono quanto di più antigienico possa esserci (vedi via Cagnola), dalle aule in condizioni pietose allo scantinato dell'editicio di via Cagnola eletto pretenziosamente a palestra. Pare poi che negli ultimi anni questa scuola abbia assunto la funzione di ghetto, dove vengono raccolti studenti scartati da altri licei cittadini o comunque con medie al di sotto di determinati valori. In questa situazione appare sacrosanta e responsabile la protesta degli studenti, che riunitisi in collettivi e in assemblee hanno chiesto alle competenti autorità (nel nostro caso la Provincia) un immediato intervento articolato sostanzialmente in due momenti: in primo luogo la acquisizione di un edificio adatto ad ospitare la scuola provvisoriamente in condizioni migliori delle attuali (gli studenti avanzavano la proposta di requisizione di una caserma attualmente adibita a deposito, vicino a piazza Firenze); in secondo luogo si chiede l'acquisizione di un terreno nella zona e la costruzione di una nuova sede per il liceo, e questa chiaramente è la richiesta principale. Su questi obiettivi gli studenti si so-
esemplare
GRUPPO DI LAVORO SUI
PROBLEMI DIDATTICI
È aperto ai genitori, agli insegnanti, a tutti i cittadini della Zona interessati ai problemi della scuola e dei suoi contenuti.
no mobilitati trovando il sostegno attivo dell'associazione genitori e di cicuni professori.
Un primo successo di questa rr,sbilitazione è la grossa assemblea tenutasi nella • succursale • di via Verga del liceo, cui ha dovuto partecipare l'assessore provinciale democristiano all'istruzione. Il rappresentante ministrazione provinciale, suscitando le vivaci proteste degli studenti, ha svolto un discorso difensivo, sottolineando l'impossibilità di compiere scelte miracolose (che sarebbero poi il vincolo di un'area e la costruzione di un nuovo liceo in zona), si è detto pronto ad impegnarsi solo per una soluzione provvisoria della questione, in quanto per la costruzione di nuove scuole si tenderebbe ad una sorta di decentramento, assegnando i nuovi edifici alle zone periferiche.
A parte la negatività sostanziale della risposta dell'assessore dc, c'è da sottolineare una cosa: se decentramento dei complessi scolastici significa priorità o maggiore numero di costruzioni per le zone periferiche rispetto a quelle centrali siamo d'accordo, ma se quello del decentramento è un alibi per dare in pasto le poche aree ancora libere o che si renderanno libere nei quartieri centrali alla speculazione e alle immobiliari, contro questo disegno ci batteremo e, ne siamo sicuri, avremo a fianco la maggioranza oei cittadini della zona. E il caso dell'VIII liceo dimostra come il problema dei servizi sociali sia sempre più scottante e sentito dai cittadini e come il fronte di lotta per uno sviluppo della città più umano, per ottenere case popolari a basso prezzo, scuole, verde, si vada sempre più ampliando: dalle forze politiche della sinistra, ai comitati inquilini, alle associazioni dei genitori delle scuole elementari e medie, al consiglio di zona e ora agli studenti. Servire gli interessi privati e non quelli pubblici, coprire gli speculatori e le immobiliari è più difficile in queste condizioni e sempre più lo diventerà se si estende la mobilitazione, se si coinvolgono nuove forze nella battaglia, questo gli amministratori democristiani, siano essi della provincia o del comune, lo devono comprendere bene.
M. Dragonetti
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I metodi e i contenuti didattici in uso nelle scuole materne, elementari e medie della zona verranno sottoposti all'analisi di un gruppo di genitori, insegnanti e cittadini della zona che si sono riuniti in un gruppo di lavoro indipendente.
Al di là del pur pressante problema della mancanza di aule questi cittadini sentono la necessità di ottenere un quadro il più possibile dettagliato della situazione scolastica della zona. Ad esempio, quale è la qualità dei libri di testo in uso? Esistono sussidi didattici sufficienti ad una educazione attiva? Quali sono i contenuti pedagogici del doposcuola, i regolamenti scolastici?
Appare anche utile una indagine sugli atteggiamenti nei confronti della
Al gruppo di studio genitori-insegnanti presso il Consiglio di Zona 6
Via Luigi Nono, 7 - Milano
Mi interessa essere tenuto al corrente sul lavoro del gruppo di studio genitori-insegnanti della Zona 6 nome e cognome
indirizzo tel.
sono un genitore ~ sono un insegnante EI nella scuola
scuola da parte dei genitori della zona e un accurato censimento dei bocciati.
Di questi problemi il gruppo intende investire per competenza anche la commissione cultura del consiglio di zona.
Il gruppo si riunisce presso il consiglio di zona in Via Luigi Nono 7 (di fianco al cimitero monumentale) telefono 339565. La data della riunione di gennaio è ancora da fissare perché è vincolata alla disponibilità della sala .
Tutti i genitori e gli insegnanti che fossero interessati a partecipare all'attività di questo gruppo e a portare le loro esperienze personali' potranno mandare il loro indirizzo con questo ta. gliando: saranno tenuti al corrente sulla data delle riunioni.
VI RACCOMANDIAMO
LE POLIZZEFAMILIARI
Le forze politiche della redazione
Sezione Arreghini del PCI via E. Ferrario, 5 Sezione Dal Pozzo del PCI via Fioravanti, 38 Sezione Novelli del PCI via Morbelli, 8 Sezione Rubini del PCI via Gran S. Bernardo, 1 Sezione Porta-Magenta del PSI via Duccio da Buoninsegna, 23 Sezione Sempione del PSI p.Ie Sempione, 1 Sez. Centro-Guevara del PSIUP c.so Vercelli, 31
PERCHE' GARANTISCONO:
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All'VIII liceo scientifico GLI STUDENTI IN LOTTA PER UNA NUOVA SCUOIA
INA
" Unità a Sinistra " risponde ai cittadini
Che cos' è d Consiglio dì Zona
L'articolo 9 del regolamento dei Consigli di Zona dice che: « Il Consiglio di Zona costituisce l'organo a carattere consultivo per la promozione della più ampia partecipazione democratica alla vita politico-amministrativa della città. Esso ha il compito di stimolare la conoscenza, il dibattito, la collaborazione dei cittadini su tutti i problemi della vita sociale e amministrativa della città, di interpretare la voce e le esigenze reali della popolazione, di favorire la più efficiente rispondenza della pubblica amministrazione ai problemi generali e particolari della città
Ora Unità a Sinistra è organo unitario di zona di quelle forze politiche (PCI - PSI - PSIUP) che, per lo meno al pari delle altre, si sono sforzate, in questi due anni (da quando cioè il Consiglio di Zona è stato istituito), di fare di questo nuovo istituto del decentramento una costante ed attiva presenza nella vita democratica della Zona. Tuttavia, troppo spesso ci sentiamo chiedere dai nostri lettori reali e potenziali — con una certa punta di malizia ed implicita sfiducia — « ma che cos'è il C.d.Z.? che cosa fa? ». Sia ben chiaro che noi siamo perfettamente consci dei limiti di questo istituto, che, tra l'altro, ha solo poteri consultivi e non decisionali. Nello stesso tempo siamo anche convinti che proprio nella misura in cui i cittadini parteciperanno attivamente ai suoi lavori, pungolandolo, sostenendolo e, quando è necessario, anche contestandolo, il Consiglio di Zona potrà prendersi quei poteri che, per regolamento, ancora gli mancano. Purtroppo le capacità del Consiglio di Zona di farsi conoscere dai cittadini si sono finora dimostrate non soddisfacenti.
Ci auguriamo che questa inchiesta di Unità a Sinistra possa contribuire allo scopo.
La Zona
La Zona 6 (Sempione Magenta) è una delle venti zone in cui è stata divisa la città all'atto della costituzione dei Consigli di Zona. Essa comprende circa 140 mila abitanti e rappresen-
ta, dopo la Città Studi-Argonne, la seconda zona di Milano per numero di abitanti. Come si può vedere dalla cartina qui accanto riprodotta, la Zona 6, partendo da Piazza Firenze, si estende per Via Caracciolo, dietro il Cimitero Monumentale, giù per via Farini, viale Montello fino in P.za Sempione. Da qui, lungo via Ariosto, arriva in via Foppa, poi gira per la via Bezzi fino in Pie Brescia. Quindi passa dietro la Fiera di Milano e si ricongiunge in Piazzale Firenze.
Il Consiglio
Il Consiglio di Zona 6 ha sede in via Luigi Nono 7, vicino al Cimitero Monumentale, ed è composto da venti membri (in realtà sono diciannove, perchè il consigliere fascista ha pensato bene di abbandonare del tutto l'attività non appena ha capito che l'ambiente si prestava abbastanza poco alle provocazioni squadriste e quindi, a norma di regolamento, è stato espulso).
I membri del Consiglio di Zona sono nominati dal Consiglio Comunale su indicazioni dei singoli gruppi consiliari in proporzione al numero degli eletti nelle liste presentate alle elezioni comunali. Questa indicazione dall'alto dovrebbe però cessare. Le forze di sinistra chiedono che nel corso delle prossime elezioni amministrative i cittadini siano chiamati ad eleggere direttamente i Consiglieri. E' chiaro che le cariche degli organi di zona non sono retribuite.
I Consiglieri
Il Consiglio di Zona 6 è così composto:
Presidente: Augusto Falaguerra (dc), aggiunto del Sindaco;
vice presidente: Ugo Schleifer (psdi);
consiglieri: Rinaldo Ardini (pci), Alessio Arenosto (psi), Anna Bartolini (pri), Antonello Boatti (pci), Claudio Buzzetti (pii), Raffaele Felini (pii), Silvio Ferrario (dc), Renzo Fiorani
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SEREGNO — MONZA — ROZZANO
(dc), Gina Luzzatto (psiup), - Franco Manzotti (psi), Emilio Mattessich (dc), Alvaro Picchi (poi), Cesare Prevedini (pli), Lidia Ragaini (dc), Vittorio Trambaiolo (psi), Gianni Pivetta Treves (psdi), Ilario Zorzi (dc).
Il gruppo più consistente è il democristiano con sei seggi; seguono poi il comunista, il socialista ed il liberale con tre seggi ciascuno; quindi il socialdemocratico con due seggi, e il socialproletario e il repubblicano con un seggio ciascuno.
Quando si riuniscono
Il Consiglio si riunisce, per regolamento, almeno ogni quattro mesi; ma può essere convocato dal Presidente, su istanza di sette consiglieri, su richiesta del Sindaco o dell'Assessore al Decentramento, oppure su istanza di almeno cinquecento cittadini della zona.
In pratica — almeno stando a questi ultimi mesi di intensa attività — il Consiglio si è riunito con una periodicità quindicinale.
Le Competenze
Il Consiglio di Zona ha competenza consultiva su tutte le materie relative alla politica amministrativa della zona. In particolare: — formula pareri preventivi sull'impostazione di tutti
i programmi comunali; — è chiamato a i -orint: lare pareri preventivi in ordine all'oggetto di decisioni di particolare interesse per la zone., — promuove ed effettua studi e ricerche sulle esigenze della popolazione locale; — convoca assemblee popolari di zona o assemblee di gcnitori nelle scuole.
Le spese per il funzionamento del Consiglio, per lo meno in teoria, sono a carico del Comune. In realtà succede assai spesso che molte spese siano a carico dei singoli consiglieri o dei partiti che rappresentano.
Le Commissioni
Il Consiglio di Zona ha anche la facoltà di nominare delle Commissioni coordinate da un consigliere, cui facciano parte, insieme ad altri consiglieri, cittadini nominati dal Consiglio stesso. Il nostro Consiglio di Zona ha istituito le-seguenti commissioni: Scuola e Cultura, Igiene e Sanità, Urbanistica, Bilancio, Trasporti, Lavoro, e, recentemente, una Commissione Permanente per la lotta contro il risorgente fascismo.
Le Commissioni si riuniscono con scadenza irregolare, a seconda del carico di lavoro, ma, normalmente, almeno quelle più dinamiche, con una scadenza mensile. Tutti i cittadini possono liberamente intervenire e prendere la parola nel corso delle sedute di commissione.
Contro i disegni eversivi della destra
Comune impegno antifascista
Quando si parla di antifascismo è facile cadere nella retorica, specialmente se chi si appresta a farlo ha vissuto gli anni drammatici della dittatura mussoliniana.
Un discorso improntato in tale dimensione avrebbe oggi, nella realtà di quartiere, poca risonanza se si ponesse come risultato quello di far meditare i giovani su ciò che è stato nel passato il fascismo e ciò che è oggi e quale è la veste con cui si ripresenta per interrompere un processo evolutivo che, seppur lentamente, prende corpo nel terreno fertile della democrazia.
Parlare del neofascismo per individuarlo e combatterlo sarebbe, a mio giudizio, improprio in quanto è più esatto parlare della destra che non è soltanto fascismo; ma è un concetto più ampio in cui sono compresi da una parte i fascisti quali esecutori materiali della violenza antioperaia, antipopolare ed antidemocratica; e dall'altra ben definiti ambienti economici e politici che sono gli ideatori, i finanziatori, i mandanti.
Gli autori di questo disegno eversivo sanno che a Milano — medaglia d'oro della Resistenza — giuocano una carta molto pesante e sanno che un loro successo significherebbe una affermazione in tutta l'Italia.
E' così che si spiega l'inerzia che a volte dimostra la polizia, il suo tollerante atteggiamento nei confronti dei fascisti, mentre è intervenuta a sproposito alle manifestazioni indette dagli studenti fra i quali vi erano anche ragazzi dall'età di tredici, quattordici anni e ciò al fine di soffocare con cariche ingiustificate il giusto sentimento di protesta per l'incompleta realizzazione del diritto allo studio e per il raggiungimento di una reale democrazia nella scuola.
Questo atteggiamento è spiegabile compiutamente se si assume la complicità palese od occulta di importanti settori dell'apparato statale verso le provocazioni fasciste.
Nostro compito è quello di operare nel Consiglio di zona, per la difesa non solo della libertà che, sebbene è un bene irrinunciabile, rappresenta parzialmente il destino dei diritti dell'uomo; ma anche per il posto di lavoro, per contribuire alla realizzazione del progresso sociale e civile e conseguentemente annullare l'azione svolta da ampi settori economici che tentano la strada della instabilità e della crisi economica e politica perchè è nella crisi, ovvero in una economia malata, che si sviluppa ii germe fascista.
Da questa azione che dobbiamo compiere non deve essere dissociata anche quella informativa nei confronti di ampi strati popolari che troppo spesso -cadono in errori di valutazione nei confronti dei movimenti e dei partiti della sinistra italiana perchè spinti da una stampa volutamente e volontariamente mistificatrice della realtà; e che tenta di discreditare con ogni mezzo l'azione stimolante da essi svolta nell'interesse di tutti.
Questo compito, che non è certo il più facile che ci prefiggiamo, deve tro-
vare la nostra massima disponibilità perchè sono convinto che è questa l'azione più produttiva che potremmo svolgere per recuperare quegli strati sociali medi e popolari che in buona fede si schierano inconsapevolmente dalla parte di chi non può volere e quindi non può offrire loro la serenità di una vita consumata nella libertà e nel rispetto di tutti.
Stefano Demolii
Comitato Antifascista del Consiglio di Zona
II lettore ricorderà che, all'indomani della vile aggressione fascista al vice sindaco Borruso, il Consiglio di Zona votò, con la sola astensione del consigliere dc Mattessich, di costituire una Commissione Permanente Antifascista. Nell'ultima seduta coordinatore di questa Commissione è stato nominato il consigliere comunista Ardini con i voti di PSDI, PSI, PSIUP e PCI e l'astensione di DC e PLI.
f. 3
di tutte le forze democratiche UNIPOL L'ASSICURATRICE DI FIDUCIA DEI LAVORATORI ITALIANI Vantaggiose convenzioni con le organizzazioni del movimento operaio Tutti i rami assicurativi Prezzi equi Veloce liquidazione dei danni AGENZIE DI MILANO E PROVINCIA Sesto S. Giovanni 221 - Riccardo Rapone - Via Falk, 76 - tel. 243.307 Monza 89/1 - Inzaghi Giuseppe - Via Marsala, 6 - tel. 34.705 Paderno 239 - Canfora Vincenzo - Via Volta, 109 - Senago Carsico - Morelli Franco - Via Privata Moro, 2 - tel. 4479702 Magenta - Spadaro Pietro - Via Garibaldi, 21
La legge sul commercio non giova a molti dettaglianti Dov'è la convenzione sull'area Niccolini?
Cooperazione tra esercenti per batterei monopoli Il Comune può espropriare a prezzo di terreno agricolo
Profonde trasformazioni sono in cor so a Milano nel sistema della distribu zione da almeno una quindicina d'anni, da quando cioè tutta una serie di fattori (aumento della mobilità individuale, settimana corta, diffusione del frigorifero domestico, sviluppo del prodotto, preconfezionato, adozione di nuove tec: niche di marketing, etc.) hanno modificato i rapporti fra distribuzione e consumo richiamando l'interesse del gran de capitale nel settore della distribu zione.
Con la sua potente organizzazione imprenditoriale, economica e pubblici tarla, il grande capitale ha creato ce tene di supermercati (e più recentemente gli « ipermercati ») che sia ben chiaro, non hanno nulla a .che vedere con quelli istituiti dalla cooperazione di consumo, che si propone fini diametralmente opposti. Richiamando molti consumatori con la vendita di prodotti ci vetta, con buoni-sconto, con tessere re gaio ecc., il grande capitale ha messo in grave crisi il settore dei piccoli esercenti, che costituiva fino a pochi anni fa la struttura della distribuzione commerciale. Negli ultimi anni moltissimi negozi hanno dovuto chiudere; moltissimi piccoli esercenti che si erano illusi di avere acquisito una definitiva promozione sociale attraverso il possesso della loro piccola azienda sono stati respinti in fabbirca o nelle campagne.
Nel 1970 a Milano i piccoli negozi che hanno cessato ogni attività sono stati circa 5.000. Molti esercenti resistono ancora, magari in perdita, supplendo con il sacrificio personale al passivo commerciale.
La nuova legge sul commercio (legge 11-6-1971 n. 426) non ha portato alcun concreto beneficio ad alcune categorie di esercizi che soffrivano di una crisi nella crisi, come ad esempio le latterie, i fruttivendoli, ecc.
Per legge ,infatti, sarà ora possibile .a tutti i dettaglianti di ampliare notevolmente la gamma dei prodotti che sono autorizzati a vendere. Così il lattaio potrà in futuro vendere oltre ai suoi prodotti tradizionali, anche pane, bevande alcooliche, generi di drogheria e prodotti alimentari di ogni tipo, freschi e conservati (con la sola eccezione dei prodotti ortofrutticoli, di salumeria e di macelleria). Gli ortolani potranno vendere, oltre alla frutta e verdura, anche uova, ohi e grassi alimentari, bevande, anche alcooliche e prodotti surgelati. Le macellerie potranno vendere anche prodotti di salumeria e polleria, e così via.
Ben difficilmente tuttavia il merLa, potrà assorbire il grande aumento di punti di vendita dei singoli prodotti che conseguirà all'applicazione della nuova legge. D'altronde molti esercenti saranno nella impossibilità di utilizzare i benefici della legge per la limitatezza delle loro possibilità di investimento, per inesperienza imprenditoriale, per mancanza di spazio in bottega o per mille altri motivi. Ci sarà quindi da attendersi una ulteriore riduzione nel numero dei piccoli esercenti. Fra coloro che sopravviveranno vi sarà chi avrà saputo organizzasi in forma associativa con altri esercenti per l'acquisto, la promozione e la distribuzione dei propri prodotti, cercando di battere sul piano della qualità e del servizio e contenendo sul piano dei prezzi la concorrenza della grande distribuzione.
Ed è questo il punto: l'esercente isolato ,indifeso di fronte alla potente organizzazione del grande capitale, è pressochè spacciato, nè valgono a difenderlo forme di associazionismo di tipo corporativo. Ma l'esercente organizzato, impegnato attivamente nella difesa del potere d'acquisto dei lavoratori, della qualità del prodotto, della libertà di scelte, ecc. ha un ruolo molto importante nella lotta al monopolio della grande distribuzione e può ritrovare quindi il giusto spazio per una sopravvivenza non solo economica ma anche politica e sociale.
Il dibattito su questo tema deve quindi coinvolge' 3, assieme a chi vive sulla propria pelle questi problemi, tutte le forze democratiche del quartiere. Queste note vogliono dare un contributo in questo senso. Il dibattito è aperto: la parola è ora ai consumatori e agli esercenti.
M. Giorcelli
La situazione in via Giusti 3/5 e Giannone 6
L'Ufficio d'Igiene del Comune aveva ordinato, nel mese di settembre, al proprietario dei tre stabili di effettuare una serie di opere di manutenzione indispensabili per porre un primo rimedio alle condizioni insalubri e pericolose in cui si trovano i tre edifici. Ma anche di fronte all'ingiunzione i proprietari, inadempienti come sempre, si sono ben guardati dal mettere mano al portafoglio e far iniziare i lavori ordinati.
E allora la lotta degli inquilini andrà avanti con nuove forme.
Mentre prosegue la causa davanti al Pretore, che si è trasformata da causa per sfrattare gli inquilini in una precisa denuncia delle illegalità e degli abusi commessi dal proprietario, si è ripartiti all'attacco anche nei confronti del Comune.
In una lettera inviata al Sindaco e agli Assessori competenti gli inquilini chiedono infatti che l'Amministrazione Comunale stessa, come la legge consente, effettui i lavori necessari, addebitando le spese ai proprietari, e che si decida con urgenza di vincolare i tre edifici con il piano della « 167 » e cioè per l'edilizia economica e popolare.
E' questa una richiesta di grande importanza per tutta la città, perchè grazie alle nuove disposizioni della legge sulla casa è possibile vincolare e poi espropriare, ad un prezzo ridotto, le vecchie case degradate come queste, per realizzare nel centro della città gruppi di case popolari, anche attraversa il risanamento dei vecchi stabili.
E' così concretamente possibile, per decine di migliaia di famiglie di lavoratori che abitano nelle vecchie case del centro, proporsi l'obbiettivo di un miglioramento delle condizioni di abitazione e al contempo di una riduzione dell'affitto, senza essere costretti a trasferirsi all'estrema periferia della città.
La « 167 », e cioè le case popolari nel centro, può e deve diventare la parola d'ordine, l'obbiettivo di lotta di tutti gli inquilini e di tutti i lavoratori di Milano.
Via Fauchè : svolta importante
A palazzo Marino i cittadini chiedono precisi impegni
La lotta degli inquilini di via FauchéCastelvetro contro i tentativi di vendita frazionata, per difendere il diritto alla casa, è giunta ad una svolta importante. La mobilitazione degli inquilini e delle forze politiche democratiche della zona, la vasta solidarietà creata attorno ai temi di queSta lotta, cui ha espresso il proprio sostegno anche il Consiglio di Zona, hanno costretto l'amministrazione comunale, nella persona del vicesindaco, ad intervenire nella vertezza in atto e ad esercitare pressioni sulla Immobiliare Castello per una risoluzione della vertenza stessa. La Castello ha dovuto cosi recedere dalla posizione di ostinato rifiuto di qualsiasi contatto con il Comitato degli inquilini. Si è ora iniziata una trattativa cui partecipano i rappresentanti delle parti (inquilini e immobiliare), il vicesindaco e i rappresentanti del 'consiglio di zona. Al di là del risultato. che allo stato attuale dei contatti non siamo in grado di prevedere, anche se esistono buone possibilità per una soluzione positiva che costituisca un primo successo per gli inquilini, crediamo sia importante sottolineare come quello di via Fauché-Castelvetro costituisca il primo caso di contrattazione collettiva in uno stabile di proprietà privata. L'aver costretto la Castello a riconoscere di fatto questo scomodo principio costituisce un punto a favore della lotta degli inquilini di via FauchéCastelvetro e della lotta per la casa in generale. Questo è un primo risultato nella battaglia contro l'espulsione dei ceti popolari dal centro della città.
Una folta delegazione di cittadini si è recata a palazzo Marino per conferire con i rappresentanti dell'amministrazione comunale e per ottenere precisi impegni per la soluzione dei gravi problemi riguardanti le scuole e l'edilizia scolastica della zona. L'invio della delegazione era stato deciso nell'assemblea popolare sui problemi della scuola tenutasi in via Mantegna, di cui diamo notizia in altra parte del giornale.
Nessuno dei membri della giunta comunale in questa occasione è stato in grado o ha voluto conferire con i cittadini, che sono stati ricevuti dal capo ripartizione del decentramento Giovar)• nini, cui hanno esposto le note richieste: inizio dei lavori di costruzione di un complesso scolastico sull'area ex. Salmoiraghi; vincolo per edilizia scolastica delle aree di via Niccolini e via dei Gracchi; che siano portati a termine i lavori iniziati nella scuola di via Mantegna e infine che sia concessa la utilizzazione dei locali chiesti dai genitori della scuola di via Verga.
Il capo ripartizione si è impegnato a far pervenire una risposta precisa alle richieste dei cittadini in occasione della assemblea popolare indetta dal Consiglio di Zona per il 15 dicembre.
La Redazione del giornale ha sede presso il Circolo UDI Vera Pax via Morbelli, 8 - Milano - Tel. 49.68.82 (lunedì, martedì e venerdì, dalle ore 21 alle ore 23) Il Comitato di redazione è costituito da PCI, PSI, PSIUP, MPL Ne fanno parte: Gianni Bagioli (PCI), Giuseppe Boatti (PCI), Massimo Cavallini (PCI), Giuseppe Fassari (PSI), Attilio Festa (ACLI), Mario Giorcelli (PSI), Giuliano Giuliani (PCI), Bona Oxilia (PSIUP). Hanno inoltre !collaborato a questo numero: Alessio Arenosto (PSI). Antonello Boatti (PCI), Stefano Demolii (PSI), Nicoletta de Varda (PSIUP), Marco Dragonetti (PCI), Toni Muzi Falconi (PSI).
La convenzione fra Comune e Artigianelli, datata 16 dicembre '53, non comprende infatti il
terreno in questione
Sull'area di via Niccolini, ex proprietà degli Artigianelli non esiste nessuna convenzione. Sembra un fatto quasi incredibile se si pensa che tutti, compreso il Comune, credono che l'area sia vincolata da una gravosa concessione di volumetria a favore del proprietario. In effetti le autorità comunali so-, no fermamente convinte di dover rispettare un patto che non è mai stato stipulato.
Questo patto inesistente sarebbe poi una certa convenzione tra il Comune e l'Istituto Pavoniano degli Artigianelli, secondo la quale il Comune avrebbe a suo tempo concesso all'Istituto stesso di costruire un palazzo sull'area che i cittadini in questi giorni hanno occupato perchè sia adibita all'ampliamento della scuola elementare di Via Giusti.
Ora, pare, che quest'area sia stata acquistata dall'INA, che pretenderebbe di costruire un palazzo alto cinquanta metri (14 piani), avvalendosi, a sua volta, di questa presunta convenzione. Il fatto è che secondo noi non esiste nessuna convenzione, lo ripetiamo. Si sono sbagliati e si stanno sbagliando un po' tutti: il Comune nel ritenere di essere vincolato da un patto che non esiste, gli Artigianelli che hanno venduto un terreno convinti che ci fosse la convenzione a loro favore, e chi l'ha comperato ritenendo di avvalersi, per costruire, di una concessione particolare di fatto mai concessa. Riassumiamo in breve i fatti che hanv noocpoortato a questo macroscopico equiIn effetti esiste una convenzione datata 16.12.53 tra il Comune e l'Istituto degli Artigianelli, che sanciva un certo scambio di terreni tutti compresi tra le vie Niccolini, Giusti e Piazza S. Trinità. In particolare il Comune acquisiva il terreno sul quale ora c'è la scuola elementare più altre due piccole aree d'angolo che servivano per aprire la nuova strada di piano regolatore, l'attuale Via Cesariano. In cambio cedeva agli Artigianelli un gruppo di quattro lotti di terreno che davano sulla via Giusti e confinanti con un'altra area dell'Istituto. In più il Comune concedeva che su tali terreni, ma solo su questi quattro, si badi bene, si sarebbero potuti costruire un certo numero di palazzi, e in effetti tale possibilità è stata ampiamente sfruttata tanto che oggi si possono « ammirare » enormi caseggiati.
Ma torniamo per un attimo ancora alla storia. Passato del tempo, da quel lontano 1953, non si sa per quale ragione, gli Artigianelli hanno pensato bene che si potesse estendere questa concessione anche al terreno di via Niccolini, quello adesso in contestazione, che era ,peraltro sempre rimasto di loro proprietà. Ossia hanno creduto di poter costruire con le stesse regole della convenzione su aree che non erano mai state oggetto di pattuizione. Come mai hanno preso un tale abbaglio? Come può essere che si sia data una così estesa interpretazione ad un documento ufficiale, e che tutti adesso possono controllare? Poi l'area è stata venduta, come abbiamo già detto, pare all'INA che come nuovo proprietario si è sentito sicuro di poter usufruire delle stesse agevolazioni che credevano di avere gli Artigianelli. Il fatto è che l'area di via Niccolini è libera da ogni convenzione. In sostanza il Comune non dovrebbe sborsare nessuna penale se decidesse di espropriare questo terreno, contrariamente a quanto invece sostengono alcuni uffici amministrativi. Del resto noi suggeriamo a chi di dovere, di rileggersi con attenzione il documento di cui abbiamo detto, ossia la convenzione del 16.12.53 n. 11447 di Rep. Com. Comunque l'importante è che adesso questo terreno venga usato per ampliare la scuola di via Giusti.
A. Arenosto
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Supplemento a Milano oggi • Periodico di attualità politica - Dir. resp. Bruno Enriotti • Iscritto al n. 297/67 del Tribunale
Milano Teograf
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