La Sedicesima zona4

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Mensile della Zona 16

Giugno 1979

La sedicesima

L. 300

Verso la costituzione del comitato antifascista

Una interessante iniziativa dei giovani comunisti della Barona

Mercoledì 16 maggio ore 21 nella sala dell'oratorio di Via Zumbini, si è tenuta una pubblica assembea organizzata dai giovani della F.G.C.I. Zona 16 sul tema: "TERRORISMO E COME AD ESSO CI RAPPORTIAMO".

Con tale iniziativa i giovani comunisti della Barona, intendono dar vita in zona, alla formazione di un Comitato Permanente Antifascista per la difesa dell'ordine Repubblicano il quale ha per compito di tenere sempre vivi nei giovani e nella cittadinanza, quei valori morali di libertà e di democrazia costituzionale nati dalla resistenza, ma che in modo particolare, tratti in maniera seria, concreta e unitaria i gravi problemi del terrorismo e della convivenza civile. Alla suddetta assemblea hanno aderito le seguenti forze politiche e sociali della zona: D.C. - P.C.I. -

P.S.I. - P.S.D.I. - A.C.L.I. - A.N.P.I. -

S.U.N.I.A. - S.I.C.E.T. ed inoltre: il

C.U.Z. di Zona, un rappresentante della U.I.L. enti locali, la "LEGA PENSIONATI", una rappresentanza di "RADIO DELTA BARONA", e due inviati della "SEDICESIMA". A questo pubblico dibattito, era stata invitata anche una rappresentanza dell'M.L.S., che non ha aderito motivando la propria assenza alla presenza della D.C. a tale iniziativa. A nome del P.C.I. e della F.G.C.I., Bassi ha introdotto i lavori rivolgendo un caloroso saluto ed un ringraziamento a tutti i partecipanti ed ha invitato le varie forze politiche a non trascendere in uno scontro elettorale, ma ad attenersi ad un confronto serio e pacato sui temi da trattare, mantenendo quello spirito unitario (pur nel rispetto di ogni componente) necessario per affrontare il problema dell'antifascismo e della con-

vivenza civile, che sono valori comuni e inderogabili per ogni buon democratico. Apre il dibattito Cardinale a nome dell'A.N.P.I.; dopo aver espresso il suo rammarico per il rifiuto di adesione dell'M.L.S., si fa garante di aderire alla formazione di questo Comitato Antifascista, allargando l'invito a tutte le forze politiche e ai cittadini presenti. Nel corso del suo intervento Cardinale non tralascia di esprimere tutta la sua indignazione nei confronti dei terroristi e di chi li finanzia, ricordando inoltre il vile assassinio dell'Agente di P.S. Andrea Campagna compiuto alla Barona nel mese di aprile. La condanna al terrorismo e l'invito all'unità democratica, in difesa della costituzione repubblicana, è stata pressochè unanime fra tutti gli interventi. Non sono mancati malgrado ciò, alcuni sintomi di qualunquismo e segni di diffidenza da parte di qualche cittadino (critiche a questo modo di procedere sui temi del terrorismo, con comitati di zona rappresentati da varie forze di diverse tendenze, le quali consumano parole attorno ad un tavolo, ma poi non affrontano con fermezza il reale problema terroristico; qualcuno ha parlato di affossamenti della verità, di coperture ecc.); senza però essere in grado di fare una distinzione, tra chi vuole veramente risolvere e chi in :ece opere per affossare; mettendo così sullo stesso piano tutte le forze che si proclamano democratiche e facendo in pratica di tutte le erbe un fascio; (una maniera un po' pannelliana, per giudicare il quadro politico democratico del nostro Paese e nel caso specifico, della nostra zona). In risposta a questi cittadini, vi sono stati interventi di rilievo da parte

di alcuni esponenti politici e sindacali, come Piroso, Azzoni, Lodovichetti, Capodieci e Ferrari per la "Sedicesima"; i quali hanno teso ad evidenziare i veri obbiettivi del terrorismo: — tentativo di abbattere le istituzioni dello Stato, creare un senso di paura e di smarrimento tra i cittadini, operare un pericoloso vuoto politico il quale, blocchi l'avanzata di progresso sociale e di emancipazione per milioni di giovani, di donne, di lavoratori. Alcuni di questi oratori, hanno ricordato che con l'apporto unitario di tutte le forze democratiche, fu possibile abbattere il fascismo ed aprire per il Paese, una fase storica nuova per larghissimi strati di cittadini; sia sul piano politico, sia sul piano morale e sociale. altrettanto necessario oggi, che questo spirito di unità si rinsaldi, dal momento che la nostra repubblica democratica è minacciata da forze oscure nazionali o internazionali, le quali facendo uso del terrorismo armato (molte volte appropriandosi di colori e etichette che non sono di loro proprietà) tenterebbero di ritrascinare il Paese negli anni bui della repressione e dell'immobilismo; ma per far fronte in maniera seria al terrorismo, è necessario portare avanti in primo luogo la riforma di polizia, una riforma che garantisca alle forze dell'ordine una piena smilitarizzazione del corpo, un migliore trattamento oconorni,'o. una maggiore preparazione professionale, e una completa libertà di scelte politiche e sindacali, come nel diritto di ogni lavoratore; è necessario inoltre risolvere il lacunoso problema dell'occupazione giovanile. Ribadisce Lodovichetti del P.C.I. che è utile compiere uno sforzo unanime tra tutte le forze parlamentari affinchè la demosegue a pag. 2

Il costo del lavoro

Da qualche anno l'espressione "il costo del lavoro" è entrata nel linguaggio comune. Da quando cioè le lotte dei lavoratori hanno portato le retribuzioni e le condizioni di lavoro in Italia a livelli più vicini a quelli europei che, come erano prima, ai livelli del Terzo Mondo. E un'espressione che esprime quindi un preciso giudizio politico: i lavoratori pretendono troppo. E l'uso strumentale che si è fatto del problema del costo del lavoro è divenuto più evidente quando, per effetto dei paurosi aumenti del costo della vita, si è registrata una accellerazione degli scatti della Scala Mobile. Ammonimenti a contenere il costo del lavoro sono piovuti da tutte le parti, perfino da esponenti dell'economia di altri Paesi capitalistici "amici" dell'Italia. Per non parlare poi di quanto avviene proprio ora. Mentre le trattative per i rinnovi di molti contratti subiscono ritardi anche in nome del contenimento del costo del lavoro, sul fronte politico i partiti, che in tempi normali si accodano su questo problema alla Confindustria, si guardano bene dal prendere posizione visto che 19 milioni di lavoratori italiani rappresentano altrattanti elettori. Ma basterà aspettare che la campagna elettorale sia finita e, magari in nome di un nuovo Piano Pandolfi o dello SME, ricominceranno le sollecitazioni a combattere l'inflazione contenendo il costo del lavorc come se dell'inflazione fosse la sola e la principale causa. Sarebbe perciò sciocco, oltre che dannoso, ignorare che nell'immediato futuro il problema verrà riproposto con forza. Bisogna quindi discuterne, far chiarezza, proprio per rifiutare l'uso strumentale ed unilaterale che i padroni dell'economia nazionale vogliono fare di questo problema. Occorre innanzitutto dire che per costo del lavoro non possiamo solo intendere ciò che l'impresa deve pagare per impiegare i

Ancora dal Lotto

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Rinnovamento e risanamento o restaurazione dell'inefficienza dello IACPM

propri dipendenti. Perchè mai allora gli imprenditori non chiedono al Paese di farsi carico anche dei costi del denaro, delle materie prime o meglio ancora non ammettono con i sindacati una franca discussione su quella organizzazione del lavoro che è la copertura di tanti e tali incompetenze e sprechi? O si vuole forse ancora far ricorso al sistema della socializzazione delle perdite, salvo poi dichiararsi gelosi custodi della propria libertà imprenditoriale?

E chiaro che un disegno così vergognosamente di parte non potrebbe mai passare. Mentre ben più ragionevole e utile sarebbe affrontare il problema dell'influenza del costo del lavoro sul processo inflazionistico, fermo restando che non è solo dalle paghe e dagli stipendi che questo fenomeno prende forza. E la domanda da porsi sarebbe ben più ampia: cosa costa il lavoro così com'è organizzato, prestato e retribuito all'economia italiana? Ma è evidente che se questa deve essere l'ampiezza del dibattito, bisogna smettere di fare i conti della serva su quanto costerà il prossimo scatto di contingenza tacendo poi su ben altri elementi. Vogliamo fare un esempio? Quanti e quali fautori del contenimento del costo del lavoro si sono preoccupati di calcolare cosa costano all'economia italiana due milioni di disoccupati che sono costretti a non guadagnare ciò che consumano? Oppure, qual'è il costo per la nostra economia del lavoro nero (che pure le aziende favoriscono), dei contributi e delle tasse che sui redditi neri non vengono pagate? Vogliamo un esempio agghiacciante su ciò che non si dice del costo del lavoro? Eccolo. Sono gli ultimi dati INSTAT: nei primi 6 mesi del 77 sono morti per incidenti sul lavoro 1370 operai e gli infortuni sono stati

594.963. A parte il prezzo tremendo che in termini umani pagano i lavoratori, sappiamo valutare cosa significano anche in termini freddamente economici 7 morti e oltre 3.000 infortuni al giorno? Ci rendiamo conto della schiera di invalidi che le imprese fabbricano per risparmiare sui sistemi di sicurezza, per lucrare sui ritmi di produzione e del cui mantenimento deve poi farsi carico l'intera collettività? E non abbiamo i dati sulle malattie professionali che uccidono lentamente, distruggono la salute e con essa la capacità di produrre di migliaia di operai. Se di costo del lavoro si deve discutere, va bene, discutiamone. Ma non certo nello spirito che fin qui ha animato i fautori di questa crociata: massimo recupero del profitto scaricando sulla colletività i propri costi. Il problema, nell'ambito più vasto della lotta all'inflazione, si dovrebbe porre in ben altri termini: nel nostro Paese, tanto ricco di forza lavoro da esportarla, occorrerebbe che si fosse di più a lavorare, che fosse più favorevole il rapporto tra chi produce e chi invece, magari disoccupato o invalido, è escluso dal processo produttivo. L'aumento del prodotto lordo così ottenuto darebbe un grosso colpo all'inflazione e la Scala Mobile non avrebbe più alcun modo, e ragione, di registrare grossi balzi in avanti. Ma è chiaro che ad una tale soluzione si potrebbe giungere solo se la questione del costo del lavoro si ponesse in un ambito ben più corretto, di quanto cioè l'attuale sistema imprenditoriale, senza un minimo di programmazione, di controllo sugli investimenti, complice e nello stesso tempo vittima di un potere politico clientelare, costi alla economia e alla società italiana.

li Comitato di Redazione

Che lo IACPM per 30 anni sia sta- dubbio che in questo ente, alla facto gestito con metodi di assistenzia- cia del rinnovamento e risanamento, lismo clientelare lo sanno molto be- non si riesce a scrollarsi di dosso ne quei cittadini meno abbienti, che quel trentennale marciume, e perciò si son visti negare da molti anni quel viene sistematicamente impedita sacrosanto diritto ad avere l'asse- una reale democraticizzazione e un gnazione di un alloggio, vedendosi decentramento corretto. preferire assegnatari che proprio Le organizzazioni degli inquilini non avevano nessun diritto e requi- con in testa il S.U.N.I.A. e le forze sito per accedere a tale patrimonio progressiste si battono da tempo (vedasi le tantissime macchinone di per avere una reale riforma, che non grossa cilindrata, che dimorano nei può non partire che da una confequartieri popolari). renza di produzione e quindi da una Che lo IACPM, così com'è struttu- adeguata ristrutturazione dello rato non sia in grado di assolvere al IACPM, fermo restante che da su biproprio ruiolo, che dovrebbe essere to si vada all'approvazione ed appliquello di progammare un reale sod- cazione del Canone Sociale Regiodisfacimento del bisogno, lo si capi- nate, che posto nell'ottica del rinnosce altrettanto bene, perchè è fuori segue a pag. 2

La sedicesima va in vacanza

Anche quest'anno "La Sedicesima" farà la sua pausa estiva. Dopo il numero di giugno sospenderemo le pubblicazioni nei mesi di luglio e agosto per riprenderle poi nel prossimo settembre. Tale scelta ci è imposta dalle ovvie difficoltà di reperire notizie e lettori in un periodo in cui le grandi protagoniste, anche nella nostra zona, sono le vacanze.

Informiamo inoltre i nostri lettori che il numero di giugno esce con sole 8 pagine a causa dell'impegno di molti nostri redattori e collaboratori sia nella campagna elettorale che ai seggi, per le votazioni.

Buone ferie dunque e, a tutti, un ARRIVEDERCI A SETTEMBRE La Redazione

ANNO 2 - N. 6

Protesta del PCI in C. di Zona 16

Il 18 maggio arriviamo in ritardo per la seduta quindicinale del Consiglio di Zona 16. Sono le 21,30 ed i lavori dovrebbero essere già iniziati da mezz'ora. Invece sulle scale troviamo i consiglieri del PCI che scendono con il viso scuro. Cos'è successo, chiediamo. Ci spiegano che il gruppo consigliare comunista si è ritirato in segno di protesta dopo aver sollecitato più volte il Presidente Marchetti a dar inizio ai lavori. C'è un grosso arretrato di problemi da discutere ed ogni volta non si riesce mai ad esaurire l'ordine del giorno. Ma facendo così non è peggio? chiediamo. Ci è dispiaciuto di dover assumere un atteggiamento così drastico ci spiegano i comunisti, ma dovevamo far capire che non siamo più disposti a tollerare simili comportamenti. Con i comunisti sta uscendo anche Scevola di DP.

Nella sala del Consiglio di Zona si nota un certo diagio. I

consiglieri degli altri gruppi parlano tra loro a bassa voce, i toni non sono eccessivamente polemici. Ma la seduta si terrà o no?

"È difficile — ci risponde il Presidente Marchetti — Il Regolamento stabilisce che si può attendere sino alle 22 per fare l'appello. Ma se non si raggiunge a quel punto il numero legale di 13 consiglieri presenti, la seduta non è valida e quindi dovremmo rinviarla".

Dunque aspettiamo. Nella sala quasi vuota le voci cominciano ad elevarsi di tono. C'è un signore di bassa statura, mezza età, meridionale (apprendiamo poi che è un militante DC) che da un po' ripete all'indirizzo dei socialisti che adesso che ci sono loro dicono di pagare le spese e l'affitto allo IACP, mentre prima... Gli stessi consiglieri della DC lo invitano a stare calmo. E poi abbiamo la sorpresa di udire la voce della, fin qui silenziosa, rappresentante del Movimento Sociale Italiano che conversa a

ALBERI IN FAMAGOSTA

Parere favorevole della commissione

La petizione per l'alberazione di viale Famagosta è stata puntualmente posta all'ordine del giorno della Commissione Pianificazione territoriale del 16 maggio. Si è giunti al parere favorevole dopo un breve esame dei termini della petizione e l'espressione di un voto unanime da parte di tutti i membri della commissione.

La petizione per alberare viale Famagosta, una volta ottenuta l'approvazione del C.d.Z. 16 potrà cosi essere trasmessa alla ripartizione competente del Comune il coordinatore Bertoglio ha voluto in questa fase propositiva corredare la petizione di alcuni elementi tecnici che sono essenziali ad una rapida realizzazione; ha indicato alcune aree in cui l'intervento sarebbe possibile a breve termine dato che esse hanno già un assetto definitivo. Si tratta del marciapiede antistante i numeri civici dal 2 al 6 e dall'i al 7. Un altro tratto alberabile nell'immediato è il marciapiede di fronte al lotto 40, a partire da via Lope de Vega.

Per quanto riguarda i tempi di realizzazione non ci è stato possibile avere in commissione delle risposte precise. Già il rallentamento dal lavori del CdZ 16 conseguente alla campagna elettorale ha causato un grosso arretrato. Questo fatto dovrebbe far slittare la trasmissione della pratica in comune intorno al periodo feriale.

Ci impegnamo comunque a seguire e a sollecitare la più rapida realizzazione di questo progetto che pur con un limitato costo apporterebbe notevole soddisfazione ai cittadini.

distanza con la signora Scarpetta del PLI e, nel frattempo, lancia occhiate nere di soddisfazione in tutte le direzioni. Anche la sua presenza ovviamente farebbe numero per una seduta del C.d.Z. senza comunisti e DP. Scambiamo qualche parola con Volpi, capogruppo del PSDI. Gli chiediamo cosa stia succedendo in C.d.Z. 16 che nelle ultime sedute ha funzionato sempre meno. Anche Volpi è insoddisfatto, ci sono troppe differenze, divisioni che spesso spaccano la maggioranza stessa. Avevamo infatti registrato il disagio di Volpi in occasione della prima votazione per nominare il rappresentante del C.d.Z. 16 nella Commissione Decentrata dello IACP. Fu una votazione che andò a vuoto, come le due successive, a causa di una contrapposizione di due candidati, uno comunista ed uno socialista. Chiediamo: era stato finalmente raggiunto un accordo? Sì, ci risponde Volpi, anche se si è trattato di un accordo raggiunto a fatica. Ma poi viene richiamato e non possiamo sapere di quale soluzione si tratti. E poi arrivano le 22 ed i consiglieri presenti adempiono alla formalità dell'appello per constatare di essere in undici, al di(segue a pag. 3)

NECROLOGIO

Il giorno 2 maggio è improvvisamente scomparso Caglio Mario, ne danno l'annuncio il figlio Alberto, la nuora Germana. I funerali si sono svolti il giorno 5 maggio. La famiglia ringrazia tutti coloro che hanno partecipato al dolore.

La Redazione della Sedicesima ricorda uno dei primi sostenitori del nostro giornale, ed esprime le proprie condoglianze alla famiglia.

vamento e risanamento e partendo dal censimento e dall'anagrafe dell'utenza, deve metter fine alla grave sperequazione dei livelli di affitti, che vede inquilini meno abbienti, posti a regime della tariffa 513, pagare molto di più di quella utenza più agiata.

La conferenza di produzione che già era concordata con le O.O.SS per fine 78 è tuttora al dilà a davenire, come pure il Canone Sociale Regionale che pure doveva essere in vigore dal 1° gennaio 1979 è ancora in alto mare per carenze dello IACPM Milanese e grossi segni nei quartieri stanno ad indicare la ricomparsa di resistenze per verificare le conquiste sociali degli inquilini, creando un grosso scontento con l'illusione di far rimanere tutto come prima.

In questo contesto, il quartiere Lope De Vega, costituisce un esempio emblematico, che desideriamo portare a conoscenza del pubblico, affinchè ci si possa rendere conto di certi polveroni che si fanno quando si parla di andare ad un risanamento anche economico dell'ente.

Da anni, il Comitato di Quartiere riconosciuto nelle OOSS, si batte per apportare un minimo di risanamento nel Quartiere Lope De Vega, affiancato anche dalla sempre presente solidarietà del Consiglio di Zona 16, e dopo una lunga latitanza da parte dello IACPM, aveva ottenuto precisi impegni di raggiungere un risanamento sia per quanto riguardava il completamento dei lavori e dei servizi, sia per quanto riguardava !e occupazioni abusive, purtroppo quest'opera è in ritardo di oltre due anni, e alcune iniziative da parte di qualche santone dello IACPM, stà a dimostrare che si vorrebbe interrompere quel rapporti di collaborazione per far rimanere tutto come prima nell'emarginazione.

Non a caso, ed è molto scandaloso, che ad organizzare le occupazioni degli alloggi liberi, oggi vi provvedono persone interne allo IACPM, le quali chiavi in mano fanno occupare gli alloggi a propri clienti e questo dimostra di che pasta sia fatta certa gente che l'utenza mantiene sulla propria pelle. Non a caso questi santoni tentano di dividere l'inquilinato, facendo del terrorismo ideologico elargendo sotto forma di favori e in modo clientelare quei diritti che in realtà sarebbero _sacrosanti non per alcuni, ma per tutta l'utenza; non a caso questi signori si permettono di disconoscere nei quartieri i legittimi rappresentanti degli inquilini, arrivando addirittura a nominarsi a proprio piacimento dei "capi caseggiato" di comodo: da quando in qua è dato ai membri dello IACPM di eleggere i rappresentanti degli inquilini?

È chiaro che queste cose puerili lasciano il tempo che trovano e questi cari nostalgici, farebbero meglio a fare il proprio dovere, smettendola di fare i parassiti e mettendosi in te-

crazia funzioni realmente, perchè tutta una serie di scandali non vengano più insabbiati, perchè si affronti come prima cosa la riforma della scuola, in modo che i giovani apprendano in maniera profonda i valori della resistenza e dell'antifascismo, ma in modo particolare è necessario, prosegue Lodovichetti, fare pulizia una volta per tutte di chi con l'inganno, le coperture, i rinvii e gli affossamenti, ostacola il progres-

sta che i tempi delle clientele devono appartenere al passato.

Agli inquilini non si danno favori, ma sacrosanti diritti "pagati salatamente" e continuare con la latitanza non ha senso perchè oltretutto sarebbe antieconomico e ciò danneggerebbe inevitabilmente tutti coloro che aspettano una casa da tanto tempo e tutti coloro che aspettano un minimo di manutenzione nei quartieri da troppo tempo dimenticati.

Tanto per dare un senso di come si cura anche l'aspetto economico in questo IACPM, è meglio fornire al lettore alcuni dati incontestabili del quartiere Lope De Vega.

A distanza di oltre 50 mesi da quel lontano 1974, che ha visto le occupazioni in questo quartiere, grazie allo scollamento e alla latitanza dello IACPM, mancano a tuttoggi ancora le assegnazioni di 193 boxes e di ben 105 alloggi che aspettano una regolarizzazione.

In termini economici, significa una perdita di affitti pari a L: per boxes non assegnati : 193 x mesi 50 x L. 10.000 = L. 96.500.000

Alloggi da locali 2 : 5 x mesi 50 x L.

47.100 = L. 11.775.000

Alloggi da locali 3 : 87 x mesi 5: x L. 64.800 = L. 281.880.000

Alloggi da locali 4 : 13 x mesi 50 x L. 75.800 = L. 49.270.000

Canoni non percepiti TOTALE L. 439.425.000

Perdurando questo stato di cose significa perdere ancora Lire

8.788.500 per ogni mese successivo; alla faccia dell'efficienza, del rinnovamento e del risanamento di cui molti parlano, ma pochi sanno cosa significhi esattamente.

In questo quartiere Lope De Vega vi sono molti cittadini che stufi di certe angherie di uno scandaloso e clientelare sistema che faceva di tutto per emarginarli dalla vita sociale della città — dopo averli costretti ad immigrare come zingari alla ricerca di un lavoro che lo stato gli ha negato nel luogo di origine — hanno reagito occupando una casa che gli veniva negata dalla speculazione di un sistema corrotto. Però ben presto hanno capito che questa strada non risolveva il problema drammatico della casa per l'intera massa e per questi motivi, è stata iniziata una nuova iniziativa di massa per affrontare in modo complessivo il problema dell'abitazione per tutti, anche perchè è fuori dubbio che questo metodo trentennale di concepire la politica della casa, ha creato una situazione di emergenza e questa emergenza va affrontata in modo del tutto diverso, che deve partire da un controllo pubblico, su tutto il patrimonio edilizio sia pubblico che privato, e ciò non può che non partire che, da un modo diverso di utilizzare anche le Commissioni Casa del Comune e del Decentramento.

Davide D'Amato del Comitato SUNIA

Lope de Vega so sociale e spinge il Paese verso la rovina. La riunione si è conclusa verso mezzanotte, con il proposito da parte di tutte le forze presenti di continuare su questa strada di unità, in un reciproco accordo per andare a costituire in Zona 16 un organismo che tratti permanentemente i problemi dell'antifascismo e della convivenza civile.

L.F.

Piazza Alieni, 5 - Tel. 81.74.30 TUTTO PER IL BAMBINO 4-fRaroLA, MILANO - VIA S. RITA, 74 - TEL. 816302 pag. 2 - La sedicesima DALLA PRIMA / ANCORA DAL LOTTO 40
A. Fugazza DALLA PRIMA /COMITATO ANTIFASCISTA

PRONTO SOCCORSO

Un intervento

della Croce Bianca

Ho letto l'articolo "I giovani vogliono ricostruire il Pronto Soccorso in Zona" apparso sul numero di aprile di questo giornale, e credo sia corretto chiarire alcuni punti secondo me oscuri o inesattamente esposti. Non sono estranea all'inizitiva nata circa quattro anni fa nella nostra Zona: ho lavorato con questi giovani, e lavoro tuttora nel quartiere come volontaria della Croce Bianca. Ho appreso che un gruppo di giovani, constatata l'attuale carenza del servizio di Pronto Soccorso nella nostra Zona, e forte della precedente esperienza, intende concretizzare le vecchie proposte rimaste, secondo loro, inattuate. Devo evidentemete dare loro atto di un'apparente assenza della Croce Bianca nella Zona, ma non sarebbe molto più onesto e civile cercare di conoscere a fondo i reali problemi che impediscono od ostacolano il libero svolgersi di talune attività prima di puntare ostinatamente il dito? È facile a tutti giudicare, specie se il giudizio diventa arma o mezzo per elevare la propria incontrastata posizione. Quando, circa due anni fa, la Croce Bianca, unica fra le associazioni di Pubblica Assistenza, ha risposto affermativamente all'appello di un gruppo di giovani (circa una settantina, come dichiara l'articolo di aprile), sostituendo nella zona la Croce Viola di Rozzano, buona parte di questi giovani ha abbandonato l'iniziativa. Infatti molti di questi ragazzi, che ora rivendicano diritti e meriti (come assistenza agli handicappati ed agli anziani della Zona che non mi risulta sia mai stata fatta), hanno preferito ancora essere "i Volontari" della Croce Viola, continuando a prestare la loro opera ai cittadini di Rozzano, e non, ovviamente, a quelli della loro Zona. È questa, allora, la loro coscienza di un problema così urgente nella nostra Zona? Non si può non riconoscer loro il

Sia meno vago Dr. Colucci!

merito sia per il passato, che per l'interesse del presente, ma perchè proprio ora si svegliano?

Proprio ora che in Zona già esiste una struttura di Pronto Soccorso e non è morta, come la maggioranza pensa, bensì si sta "faticosamente" riprendendo dopo un periodo di crisi dovuto a problemi interni, e sta cercando di dare ai cittadini quello che era stato promesso. Il "faticosamente" non è a caso: quando le forze politiche e sociali, rappresentate dal Consiglio di Zona, rispondono con indifferenza, disinteresse alle tue richieste di collaborazione, è evidente che lo sforzo per farsi conoscere, per ottenere l'approvazione e il sostegno della cittadinanza, rapporti indispensabili per questo tipo di iniziativa, diventa sproporzionato. E perchè adesso questi giovani, da quanto dichiarano, hanno invece aiuti e appoggi "dalle forze politiche e sociali della Zona"? A me sinceramente un atteggiamento di questo tipo, da parte del Consiglio di Zona, sembra piuttosto ambiguo: un'ambiguità dalla quale per primi restano colpiti i cittadini della Zona. Quando si è trattato di sostenere una realtà, non si è fatto avanti nessuno, ora invece ...

Un mio appello, quale responsabile del distaccamento di Zona 16 della Croce Bianca, a questi giovani armati di tanta volontà e coraggio: "Non operiamo forse per un bene comune? Il nostro operato non è alieno da qualsiasi ideologia politica o finalità di lucro? E allora perchè creare rivalità ed inutili antagonismi, dannosi, in ultima analisi, al cittadino. Vediamo di unire queste forze, risulterà senz'altro un servizio più efficiente, scaturito dal confronto di opinioni diverse, ma ugualmente valide".

Responsabile Croce Bianca Zona 16

Lettera aperta di un intervistatore che per buona educazione non ha voluto interrompere i monologhi del Direttore del S. Paolo

Egregio Dr. Colucci, probabilmente lei non sa che la sera del 18 maggio, poco prima che iniziasse la trasmissione "In Salotto con..", i responsabili di Delta Radio Barona ci avevano invitato a fare "anche delle domande cattive". E noi, che eravamo assolutamente nuovi ad una tale esperienza, avevamo risposto di star tranquilli, che di "domande cattive" se ne poteva fare anche troppe al responsabile di questo ospedaleche è da sempre in costruzione, che è costato un mare di miliardi e che, a tutt'oggi, di salute ne ha fabbricata ben poca. Ma non avevamo fatto bene i nostri conti. Eppure avremmo dovuto capirlo subito, fin da quando lei riuscì a far durare quella sua "breve introduzione" per buona parte della trasmissione facendo ricorso più ai fervori ed alle generiche buone intenzioni che ai fatti. Avremmo dovuto renderci conto che non sarebbe stato questione di "domande cattive", perché "cattive" sarebbero state le sue risposte. Quando sarà completamente funzionante l'Ospedale S. Paolo? si era chiesto lei stesso. Ebbene, si era risposto, questo dipende esclusivamente dai finanziamenti "che la Regione Lombardia deve destinare agli ospedali in corso di completamento". Perfetto. E poi aveva concluso"Come mi auguro e spero .. e come Responsabile della Sanità del PSI, se nei prossimi mesi avremo i finanziamenti, l'Ospedale S. Paolo in due anni e mezzo potrà essere finito".

Così, a questo punto, ci parve naturale chiederle, insomma, questi finanziamenti che condizionano tutta la vita presente e futura del S. Paolo, quando arriveranno e quanto saranno, e quan-

ti e quali sono i debiti già accumulati e che ogni giorno crescono, perchè qui, caro Dr. Colucci, si tratta di miliardi pubblici e la gente ha diritto di sapere. Ma Lei è stato naturalmente bravissimo nel non rispondere. Ci sono dei debiti? E roba da poco (i miliardi, Dr. Colucci, valgono proprio così poco?): il punto essenziale è che i cittadini, lo stesso Consiglio di Amministrazione, non sono soddisfatti. Ottima risposta "cattiva" Dr. Colucci!

E allora questi miliardi che ancora debbono essere pagati alle imprese appaltatrici, che l'anno scorso causarono lo slittamento di 5 mesi della prima agibilità, questi debiti che ogni giorno crescono? Niente, ci eravamo sbagliati, i cittadini non possono sapere.

Ed è ovvio quindi che ancora meno l'opinione pubblica possa essere informata sul futuro dell'Ospedale S. Paolo. La seconda, la terza agibilità. Entro l'anno ci saranno 350 posti letto, aveva assicurato lei. Entro due anni e mezzo l'intero ospedale funzionante. Benissimo. Allora, per favore almeno ci dica cosa c'è in arrivo. Perchè qui, non abbiamo ancora menzionato gli sprechi spaventosi che ogni giorno si accrescono: un reparto di cardiologia, personale pagato e costretto all'inattività dalla mancanza di attrezzature. Oppure, il casó opposto: le attrezzature delle dialisi inutilizzate per mancanza di personale pagato e costretto all'inattività dalla mancanza di attrezzature. Oppure, il caso opposto: le attrezzature della dialisi inutilizzate per mancanza di personale. E, guardi l'ironia, sull'imballaggio di qt)este attrezzature è scritto: da consegnare con urgenza perchè potrebbe salvare una vita umana. Gli sprechi che la situazione del S.

Paolo comporta Dr. Colucci, e lei lo sa meglio di noi, non sono solo sprechi di denaro!

E ci è piaciuto sentirle dire che anche per lei una situazione come quella di Cardiologia non è accetabilee che il problema della dialisi "è sempre presente" al Consiglio di Amministrazione. Ma lei crede che questo possa bastare? che un povero utente che ogni settimana è costretto a far chilometri, ad andare in altre zone, perfino altre città, per trovare un Centro - dialisi funzionante possa accontentarsi del fatto che il problema è "sempre presente" al Consiglio di Amministrazione? Non le pare che anche questa sia una risposta "cattiva"?

Ma noi, Dr. Colucci, lo confessiamo, non siamo assolutamente cattivi. Per quelpoco di preciso che ci ha detto, la prendiamo in parola: verranno 10 miliardi, 350 posti letto entro l'anno, li aspettiamo entro il 31 dicembre, va bene? Per il resto, ci auguriamo e speriamo, come fa lei. Però ci parrebbe anche giusto, mentre speriamo, denunciare la lentezza con cui questa Regione Lombardia manda i finanziamenti, malgrado le assicurazioni che ad ogni piè sospinto fornisce l'assessore alla Sanità Thurner. E questo Dr. Colucci, malgrado l'Assessore sia socialista come lei, l'avrebbe anche potuto fare a Delta Radio Barona. E non piuttosto stupirsi che la stampa si sia solo interessata "agli aspetti scandalistici" della vicenda del S. Paolo. Perchè sono proprio i silenzi degli amministratori, le vostre risposte vaghe che ci fanno temere (e troppo spesso con ragione) il peggio.

A. E.

da pag. 2/PROTESTA DEL P.C.I. IN CONSIGLIO DI ZONA 16

sotto del numero legale. Anche l'arrivo in extremis del consigliere Colore della Democrazia Cristiana non cambia la situazione. La seduta viene rimandata: a quando?

Capigruppo che si terrà il 23 maggio, (in quell'occasione è stato poi deciso di far slittare la

prima seduta del C.d.Z. 16 a dopo le elezioni).

A. E.

20142 MILANO - VIALE FAMAGOSTA 20 - 8185 65 il negozio raccomandato dell' Istituto Italiano del Colore

LA SEDICESIMA Mensile della Zona 16- Autorizzazione n. 20/79 del Tribunale di Milano - Redazione ed amministrazione: V.le Fa magosta, 4 - Direttore responsabile: A. Estacchini - Comitato di Redazione: G. Borella, W. Colombo, L. Ficini, A. Fugazza, V. Lissoni, A. Mantovani - Pubblicità: A. Ferrari (tel. 8132357) -Amministrazione: A. Ferrari - Impaginazione e stampa: Coop. "Il Guado" 20020 Robecchetto con Induno (Mi), tel. 0331/881475. Zu,

II Presidente Marchetti propone alcune date. Qualcuno suggerisce una convocazione a brevissimo termine, per telegramma. Ma nessuno ne è veramente convinto. Si è in piena campagna elettorale e sono troppi gli impegni che cominciano a gravare sui militanti dei vari partiti. E già qualche consigliere assicura che intende disertare la seduta supplettiva che originariamente si sarebbe dovuta tenere lunedì 21, nel caso non fosse stato possibile esaurire l'ordine del giorno nella serata di venerdì. Si conferma cioè l'impressione che, come aveva già affermato Marchetti, durante la capagna elettorale sarebbe diventato sempre più difficile far funzionare il C.d.Z. Alla fine si decide comunque di rimandare ogni decisione alla riunione dei

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La sedicesima - pag. 3

Perchè sì boccia nella scuola dell'obbligo

La Costituzione Italiana dice che ogni cittadino ha il diritto e il dovere di frequentare la scuola fino al compimento del 14° anno di età.

Nel 1962 la riforma della scuola media inferiore ne ha unificato tutti gli ordini in un unico tipo di scuola. Questo per abolire la selezione prematura e dare un unico tipo di insegnamento, con la possibilità dell'accesso agli studi superiori a tutti.

Questi buoni propositi, in pratica, sono rimasti sulla carta e vediamo perchè. La scuola dell'obbligo dovrebbe abolire gli ostacoli e colmare le disparità di partenza degli, alunni. Questo vuol dire che i più svantaggiati socialmente e culturalmente dovrebbero trovare nella scuola tutte quelle strutture che la famiglia non può dare (libri, vocabolari, enciclopedie ecc.) e i meno dotati intellettualmente tutti quei sostegni che consentono di seguire i programmi scolastici permettendo loro di acquisire almeno quei minimi strumenti, utili al loro pieno inserimento nella società e nel mondo del laV01"0.

A tutti poi la scuola dovrebbe dare la possibilità di essere uomini liberi, cioè capaci di analizzare, scegliere e decidere autonomamente. Questo è possibile

attraverso un insegnamento di confronto e di ricerca critico e il più ampio possibile.

In una scuola di questo tipo la bocciatura non ha ragione di esistere. La scuola diventerebbe un diritto, e un dovere frequentarla per migliorare sempre di più la società. In pratica noi invece vediamo che la scuola disattende sempre più le aspettative dei cittadini.

Dopo un periodo di politica della "non bocciatura nella scuola dell'obbligo" si è tornati tranquillamente, in questi ultimi anni, a bocciare, quindi a selezionare ancora una volta. Va anche chiaramente detto che la selezione avveniva anche negli anni delle non bocciature. Infatti anche promuovendo l'ignoranza si seleziona.

La scuola statale in pratica non ha fatto il salto di qualità che le si chiedeva con la riforma del 1962, è rimasta una scuola classista, non ha saputo diventare formativa e non è rimasta nozionistica.

Tutto questo ha permesso il proliferare di scuole private che accentuano sempre più la divisione dei cittadini in classi.

Continuare

malgrado le difficoltà

forme che, anche se in alcuni casi sono valide, di fatto quasi mai mettono gli operatori scolastici nella possibilità di attuarle.

L'ultimo esempio è costituito dal varo dei nuovi programmi della scuola media che andranno in vigore a partire dal prossimo anno scolastico. Programmi profondamente innovatori nelle premesse, negli obiettivi e nei metodi oltre che nei contenuti. I professori però sono gli stessi e non diventano più bravi solo perchè i programmi sono cambiati. Anzi nelle attuali condizioni le cose potrebbero peggiorare se non si provvede a far funzionare gli istituti di aggiornamento e sperimentazione. Non si può dire agli insegnanti: qui ci sono i programmi. Arrangiatevi. Anche la scuola elementare è stata lasciata nell'abbandono.

I vari ministri, chissà perchè, hanno provveduto a modificare i programmi delle medie, ma quelli delle elementari no!

La Scuola Popolare Barona ha iniziato l'attività didattica dal gennaio di quest'anno. In un exmagazzino dello IACPM, al Lotto 40/2°, con una vecchia lavagna, qualche tavolo ed una ventina di seggioline da classe elementare, un gruppo di giovani sta preparando studenti adulti all'esame di licenza media. Quattro lezioni serali alla settimana da due ore ciascuna: si insegnano l'italiano, la matematica, storia e geografia.

É un'iniziativa di cui pochi sanno e che alcuni hanno perfino cercato di osteggiare.

Perchè? Vi è forse qualcosa di tanto negativo o di pericoloso nell'aiutare, chi non lo ha potuto fare prima, a completare la "scuola dell'obbligo"? Sarebbe forse meglio che un locale adibito dallo IACPM a deposito di sacchi di cemento solidificato, di tegole e vetri rotti, resti inutilizzato?

sto sarebbe di poche centinaia di lire al mese, ripartito tra 244 famiglie!

Eppure non finisce lì. Qualcuno taglia i fili, la scuola resta al buio per ben 5 volte. Apprendiamo anche che la sera del 3 la stessa assemblea era in forse perchè la luce era stata tolta solo poche ore prima. I giovani docenti però non si scoraggiano. Capiscono bene il valore della loro iniziativa e su questo invitano al dibattito. E vogliono anche smentire tutti coloro che parlano di una indebita "appropriazione di locali comuni": i locali della Scuola Popolare erano assolutamente inservibili e solo grazie a questa iniziativa essi sono aperti all'uso di tutti. Nelle ore in cui non si fa lezione, infatti, i locali sono messi a disposizione per assemblee ecc.

In zona 16 non esistono scuole superiori all'infuori dei tre distaccamenti situati in via Pestalozzi 18.

Essi hanno sede in altre zone di Milano e precisamente:

L'ISTITUTO TECNICO FELTRINELLI in zona 5

L'XI LICEO SCIENTIFICO e L'ISTITUTO PROFESSIONALE PER SEGRETARIE D'AZIENDA in zona 17.

La situazione degli stabili che ospitano questi distaccamenti è precaria. Tale complesso edilizio fu costruito per essere adibito ad uffici e fu, invece, preso in affitto dalla Provincia per ospitare provvisoriamente alcune classi dell'Istituto Feltrinelli.

Purtroppo sono ormai passati parecchi anni e al Feltrinelli si sono aggiunti gli altri due distaccamenti.

Per quanto riguarda l'XI Liceo scientifico, nel 1980 scadrà il contratto d'affitto sia della sede (Via Bellini, 1) che della succursale. Quattro anni fa, al momento degli affitti degli uffici di Via Pestalozzi 18, la Provincia aveva assicurato che entro quella data si sarebbe costruito uno stabile onnicomprensivo nella zona di Baggio.

Ora vi è la certezza che ciò non avverrà entro i termini stabiliti, quindi verranno rinnovati i contratti di affitto e non saranno

Ma vediamo un po' cosa c'è dietro al discorso delle bocciature. Dietro c'è tutta una serie di leggi e leggine, riforme e mini ririsolti, così, i problemi dell'XI Liceo Scientifico e della sua succursale che continueranno, come le altre due scuole, a dipendere da distretti diversi. Inoltre, la carenza di attrezzature (palestre, laboratori, ecc.) costringe, spesso, gli insegnanti al puro insegnamento teorico, trascurando la parte sperimentale e pratica, fondamentale per alcune materie.

Tutto questo concorre a creare diplomati non qualificati con gravi difficoltà di inserimento del mondo del lavoro (ammesso che trovino posti di lavoro inerenti al loro titolo di studio).

La situazione delle classi dell'istituto Professionale Femminile non è certamente migliore: ad esse, infatti, sono state destinate solamente nove aule che vena nno utilizzate a rotazione perchè alcune di esse sono state adibite ad aule speciali, assolutamente indispensabili per materie come dattilografia; anche qui nessuna possibilità di svolgere attività sportive.

Le stesse carenze e gli stessi problemi, seppur in misura minore, si riscontrano anche per quanto riguarda l'Istituto Feltrinelli.

Anche se gli studenti delle succursali delle scuole superiori sono rappresentati nel Consiglio Scolastico Distrettuale, i loro

La scuola non è riuscita a stare al passo con il progresso, gli insegnanti escono dalle scuole impreparati ad insegnare e l'aggiornamento, indispensabile in una società che tecnologicamente e scientificamente cammina velocemente, è lasciato alla volontà dei singoli.

segue in ultima

problemi sono poco conosciuti e queste scuole vivono una loro vita separata dal resto della zona. Ad esempio. la mancanza di strutture sportive, potrebbe, in parte, essere supplita con l'utilizzo delle, sia pur poche, strutture esistenti in zona. Sarebbe poi opportuno che si instaurasse un rapporto costruttivo con le scuole medie della zona al fine di fornire elementi utili per un orientamento scolastico più approfondito sugli studi superiori.

Per superare questa difficile e anomala situazione di mancanza di strutture scolastiche superiori in zona 16 si auspica che il Consiglio Scolastico Distrettuale, in collaborazione con il Consiglio di Zona, facciano pressione affinchè vengano utilizzate le aree, già da tempo indicate, per la costruzione di tali scuole, evitando così disagi agli utenti della zona 16, disagi creati da una sbagliata programmazione delle scuole perseguita negli anni passati dalle precedenti amministrazioni.

Tale situazione diventerà insostenibile se la riforma della scuola media superiore, che dovrebbe prevedere il prolungamento della scuola dell'obbligo di uno o due anni, arriverà trovandoci impreparati.

Stiamo sistemando via Teramo

Era diventato quasi un sentiero di guerra. No, non stiamo parlando di qualche contrada del Far West ma di via Teramo, che come ha già informato in precedenza questo giornale, era diventata piena di buche e di profondi avallamenti.

I mezzi A.T.M. ultimamente, a seguito dei danni provocati dal gelo e dalle pioggie primaverili, vi transitavano a fatica. scavando solchi sempre più profondi.

Un primo intervento da parte del Comune vi è stato, ma si è limitato a tappare i buchi più grossi. Ma dopo pochi g!orni di pioggia e di traffico

pesante si era da capo!

Ed ora, anche a seguito della comparsa di una piccola voragine al centro della via, il comune ha deciso di affrontare il problema in modo abbastanza radicale.

È infatti iniziato e da poco terminato uno scavo all'incirca a metà via, a media profondità (circa mezzo metro) e con una base di cemento si è creato un supporto stabile alla pavimentazione.

Inoltre i primi 200 metri della via sono stati completamente scoperti e tramite scavatrice si è scavato per circa 1 metro di profondità, risiste-

Roberto Camano mando anche questa parte di strada.

In tal modo si sta provvedendo in tempi relativamente brevi alla sistemazione di una parte, la più disastrata, di via Teramo.

I lavori sono ancora in corso e pertanto permangono alcuni rallentamenti nella circolazione, ma questa volta crediamo che il problema sia stato risolto in modo quanto meno duraturo e tale da non far ridiventare via Teramo un "nuovo sentiero di guerra".

Per sollecitare una risposta a questi interrogativi e per mobilitare i cittadini in difesa della Scuola Popolare Barona, i giovani promotori avevano indetto una assemblea il 3 maggio. Si deve però dire che la insufficiente pubblicizzazione dell'assemblea e la scarsa volontà di partecipazione delle forze politiche e sociali della zona (erano presente solo i rappresentanti della Commissione Scuola del PCI) ha limitato il significato della manifestazione ad un dialogo tra i giovani docenti e gli inquilini del quartiere, il Lotto 40, dove ha sede la scuola. Di molto interesse è stata comunque l'esposizione della storia e delle attività didattiche della Scuola Popolare. La Scuola Popolare Barona nasce di fatto nel settembre dello scorso anno, quando i promotori decidono di svolgere una indagine preliminare al Lotto 40 per accertare se tra gli inquilini sia sentita l'esigenza di corsi simili alle "150 ore" sindacali, per il conseguimento della licenza media. La risposta è incoraggiante. Le adesioni sono alcune diecine.

Meno incoraggianti risultano però le prime ore di lezione. Tra i circa 30 studenti vi sono troppe differenze di interesse, il grado di preparazione è molto diverso, il locale è troppo angusto. E poi vi sono anche quelli che alla scuola ci vengono specialmente per disturbare e sono in molti ad abbandonare, scoraggiati. Ma 7 studenti rimangono, partecipano regolarmente alle lezioni, studiano con profitto.

"Il nostro scopo — spiega uno dei docenti — è di giungere, con chi vorrà proseguire, agli esami di terza media nel giugno dell'8 0". Ma le difficoltà non sono ancora finite. Qualcuno nel quartiere si lamenta, circolano voci che alla scuola si faccia "solo casino", altri invece non vogliono che la scuola consumi la luce che tutti devono pagare.

Alla Scuola Popolare allora si fa lezione di aritmetica: ci sono 3 lampadine, ognuna di 60 Watt x 32 ore al mese, insomma il co-

Vengono poi illustrati i sistemi didattici della Scuola Popolare. I programmi di studio sono tutti basati sulla realtà vissuta dagli studenti, dalla famiglia al lavoro, dal paese d'origine, alla città, al quartiere in cui oggi risiedono. Storia, geografia, italiano, hanno tutti dei precisi punti di riferimento. Si studia la storia del Lotto 40 per arrivare a spiegarne l'attuale condizione. Oppure si fa geografia, andando a cercare dati sul paese e la regione d'origine di ciascuno studente. I componimenti di italiano vertono sui problemi della vita quotidiana: insieme vengono letti, discussi e corretti e infine rielaborati in uno scritto comune che include i passaggi e le idee migliori di ciascun lavoro.

Appena aperto il dibattito, interviene D'Amato, del Comitato di Quartiere SUNIA. "Il Comitato ritiene che qualsiasi iniziativa che vada in direzione della emancipazione di massa è positiva" assicura D'Amato, tra l'approvazione degli inquilini presenti.

E Pellegrino, della Polisportiva Famagosta, annuncia una iniziativa volta a por fine alle polemiche: si distribuiranno dei fogli agli inquilini con la preghiera di firmare se intendono dare il loro appoggio e la loro approvazione, sia alle attività sportive organizzate nell'ambito del quartiere che alla Scuola Popolare.

Ma se l'aSsemblea ha registrato una serie di dati positivi, non si può dire che le difficoltà della Scuola Popolare siano superate. Abbiamo infatti appreso il 19 maggio, che alcuni fogli della petizione sono stati "sequestrati" da una inquilina che evidentemente non è d'accordo. Certo non sarà questo atto di prepotenza a scoraggiare i giovani della Scuola Popolare. Ma è un episodio indicativo di come l'emancipazione, la crescita culturale delle classi popolari dia fastidio a chi, come diceva bene D'Amato nel suo intervento, "sa che le classi lavoratrici coscienti e organizzate non saranno più un docile strumento nelle mani di chi comanda".

pag. 4 - La sedicesima
SCUOLA POPOLARE BARONA A.E.
La situazione nelle medie superiori della zona 16

Il 3 giugno abbiamo votato così

CAMERA Voti % PCI 11.391 35,55 PDUP 732 2,28 MSI 1.501 4,68 PRI 1.147 3,58 NSU 616 1,92 PSI 4.681 14,61 DN 185 0,58 PLI 862 2,69 PSDI 1.367 4,28 PR 2.052 6,40 DC 7.509 23,43 TOTALE 32.043 100% VOTI VALIDI SENATO Voti % PCI 10.448 37,25 PDUP MSI 1.277 4,55 PRI 1.076 3,84 NSU 389 1,39 PSI 4.387 15,64 DN 122 0,43 PLI 801 2,86 PSDI 1.156 4,12 PR 1.450 5,17 DC 6.942 24,75 TOTALE 28.048 100% VOTI VALIDI

Il Comitato di quartiere parla chiaro allo IACP

Lettera del Comitato Lotto 40 per denunciare le incredibili manovre in atto nel Quartiere.

avere contatti con il nostro Comitato SUNIA. La data dimostra che dal 12/12/77 a tuttora non siamo riusciti ad avere un colloquio per segnalare le lamentele dell'inquilinato, perciò vi chiediamo di prendere severi provvedimenti in merito, affinchè le istituzioni abbiano un rispetto reciproco di collaborazione. il

Con riferimento agli argomenti trattati sul servizio manutenzioni in data 28/11/77 presso la sede di viale Romagna n. 26 testimonia il protocollo n. 019464 da Voi inviatoci con raccomandata del 12/12/1977, richiamiamo i sopra citati indirizzi con quanto segue: operare le disposizioni elencate La sedicesima - pag. 5
Il riepilogo dei dati di tutti i seggi della zona 16. Dal conteggio sono stati esclusi i voti al POE (complessivamente 16) e quelli del PRI (6). Purtroppo non abbiamo potuto ottenere un dato completo sulle schede bianche o nulle.

74-76: si discute ancora

Il problema del percorso di due delle quattro linee dei servizi pubblici che attraversano la nostra zona, è tornato alla ribalta in questi ultimi giorni del mesedi maggio. Infatti, in Consiglio di Zona, e precisamente in commissione pianificazione territoriale si è discusso sul percorso delle linee 74-76. Al centro di questa discussione, due i punti importanti, la sistemazione definitiva delle fermate in piazza Miani e il mantenimento o no dell'attuale percorso della 74 con capolinea in piazza Cadorna. Per quanto riguarda il primo punto vi è da segnalare per dovere di cronaca che alcuni cittadini hanno raccolto e poi portato in Consiglio di Zona delle firme riguardanti il ripristino della vecchia fermata in piazza Miani, mentre per il secondo punto vi è una rilevazione fatta dall'A.T.M. nella quale risulta che circa il 75% dei passeggeri prosegue il tragitto oltre il Carrobbio e sola-

PENSIONE SOCIALE

mente il 25% circa termina la propria corsa al Carrobbio, per poi raggiungere piazza Duomo con altri mezzi. In una successiva riunione tra

ATM e organi del decentramento saranno prese decisioni sul percorso definitivo delle linee 74 e 76.

Nuovi limiti di reddito per avere diritto alla pensione sociale

Per avere diritto alla pensione sociale, uno dei due coniugi non deve percepire redditi superiori a L. 181.538 mensili, pari a L. 2.360.000 annui esclusi gli assegni familiari.

La nuova legge finanziaria prevede il cumulo tra la pensione di un coniuge più la pensione sociale dell'altro coniuge, in questo caso il tetto del reddito pensionistico dei due coniugi viene elevato a L. 3.299.250 annui, che diviso per 13 mensilità da un reddito familiare di L. 253.790 mensile; chi non raggiunge tale tetto mensile. ma supera le 181.538 lire mensili, può ottenere la pensione sociale ridotta a favore del coniuge; elenchiamo alcuni esempi: coniuge con pensione non superiore a L. 181.538 mensile; l'altro coniuge ha diritto alla pensione sociale intiera pari a L. 72.250 mensile; coniuge con pensione di L.

200.000 mensile, pari ad un reddito annuale di L. 2.600.000; l'altro coniuge ha diritto alla pensione sociale ridotta, il calcolo si fa così: tetto cumulativo L. 3.299.250 —

2.600.000 = L. 699.250: 13 mensilità = L. 53.790

pertanto la pensione sociale ridotta sarà diL. 53.790 mensile; coniuge con pensione di L.

220.000 mensile, pari ad un reddito annuale di L. 2.860.000; l'altro coniuge ha diritto alla pensione sociale ridotta, il calcolo si fa così: tetto cumulativo L. 3.299.250 —

2.860.000 = L. 439.250: 13 mensilità = L. 33.790

pertanto la pensione sociale ridotta sarà di L. 33.790 mensile; coniuge con pensione di L. 240.000 mensile, pari ad un reddito annuale di L. 3.120.000; l'altro coniuge ha diritto alla pensione sociale

ridotta, il calcolo si fa così: tetto cumulativo L. 3.299.250 — 3.120.000 = L. 179.250 : 13 mensilità = L. 13.790 pertanto la pensione sociale ridotta sarà di L. 13.790 mensile.

Le pensioni sociali ridotte, possono essere chieste fino ad un minimo di L. 10.000 mensili.

Avvertiamo tutti, che quei pensionati che a partire dall'1-1-79 supereranno il tetto di L. 253.790 mensili, esclusi gli assegni familiari, dovranno rinunciare alla pensione sociale del coniuge, e per evitare che l'INPS recuperi le somme indebitamente percepite, potranno usufruire del condono, rinunciando alla pensione sociale entro il 31-3-79; oltre tale data l'INPS recupererà tutte le somme indebitamente percepite.

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pag. 6 - La sedicesima
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OLOCAUSTO cosa ne pensa una tedesca

Penso di dare un contributo, non so quanto utile, ma certo insolito, alle discussioni intorno al film OLOCAUSTO, cercando di trasmettere ciò che un tedesco, in questo caso una tedesca, prova nel vedere quelle immagini terribili. Premetto che sono contemporaneamente cittadina italiana e cittadina della Repubblica Federale Tedesca, la Germania Occidentale, come viene più comunemente chiamata. Ho 32 anni, e le scuole tedesche che ho frequentano, l'ambiente familiare, le amicizie hanno sempre eretto intorno a me una specie di barriera protettiva contro "quella cosa". Fa parte dei ricordi della mia infanzia avere ascoltato di nascosto un amico di famiglia, che io chiamavo zio, mentre raccontava di aver partecipato all'incendio di una chiesa, nella quale erano rinchiusi dei civili; ma ricordo anche che a Natale mi portava i regali, mi prendeva in braccio, mi faceva il bacino. Lo zio Karl era delle SS, mentre mio padre era ufficiale della Wehrmacht. Diversi sono anche i suoi racconti; sono racconti di uno che ha fatto la guerra in Norvegia, in Finlandia, in Italia, dove è stato fatto prigioniero dai partigiani in Emilia e poi consegnato agli americani. Poichè, nello stesso paese dove è stato fatto prigioniero ha sposato nel '46 una ragazza del luogo, con rituale cerimonia e banchetto, devo dedurre che non ha partecipato a stragi.

Devo però anche dire che sia lo zio Karl, che mio padre, hanno sempre negato pubblicamente l'esistenza dei campi di sterminio e la perse-

UN PITTORE AL MESE

cuzione degli ebrei.

Tornando ai giorni nostri, permane un fenomeno preoccupante, che in psicologia è noto come "rimozione": questo atteggiamento consiste nel negare, prima di tutto a se stessi e poi anche alle nuove generazioni, l'esistenza di quei fatti. E quando non è possibile negare, entrano in gioco altri meccanismi protettivi: "Noi non sapevamo — È successo molto tempo fa — È meglio dimenticare — È una campagna contro di noi — Perchè risvegliare gli odi". La R.F.T. ha dimenticato presto, credo però di poter dire che siamo stati incoraggiati a dimenticare.

Uno studio troppo attento di quei fatti, del regime politico che li ha generati, delle alleanze che hanno permesso a quel regime politico di affermarsi, porterebbe a conclusioni molto imbarazzanti per altri paesi. È molto più semplice attribuire tutto a pochi pazzi sanguinari.

Dopo la guerra, la necessità di ricostruire il paese, la cui potenzialità produttiva aveva, non a caso, subito pochi danni dalle incursioni aeree, e di ancorare questo paese stabilmente ad una alleanza politico militare, incoraggiò la comprensibile tendenza del popolo tedesco a non fare i conti con la sua recente storia.

Questi conti eternamente rimandati, prima o poi, i tedeschi li dovranno fare. I primi soldati alleati che scoprirono i campi di concentramento, furono molto più maturi dei loro governanti; non si abbandonarono a ritorsioni o gesti di violenza: semplicemente costrinsero i civili tedeschi a visitare i campi di ster-

Musiche di F. Liszt al concerto di S. Rita

minio ed a sgomberare i cadaveri.

Finchè la R.F.T. non farà una visita collettiva ai campi di sterminio, e parlo soprattutto di una visita culturale di massa, in Europa avremo sempre questo problema, e le enormi responsabilità tedesche serviranno a far dimenticare le responsabilità degli altri.

Il ripetere che i tedeschi sono sempre uguali, che i tedeschi sono sempre quelli, non fa altro che fornire un alibi di comodo alla classe politica tedesca, per alimentare il clima di vittimismo e di complotto antigermanico su cui si è costruito in passato il consenso alle avventure più sciagurate.

Se mi è concesso un po' di orgoglio nazionale, preferirei che i tedeschi fossero noti non solo per Himmler, Eichmann, Mengele ecc. ma anche per Heine, Goethe, Rosa Luxenburg, Brecht. Purtroppo, però, alla fine del '79 i reati nazisti cadranno in prescrizione; ciò significa che i criminali che l'hanno fatta franca fin'ora potranno rilasciare interviste, scrivere memoriali, firmare petizioni per liberare Reder.

Vorrei che questa vergogna fosse risparmiata all'Europa e al mio paese.

Quanto a me mi ha sempre indignato il fatto che molti italiani accettino, e spesso ammettono, di essere considerati traditori dei nazisti, come se il fatto di non averli seguiti fino in fondo sia una vergogna anzichè un motivo d'orgoglio.

Libero Gargiulo

Non spetterebbe certo a me, umile pittore della natura, parlare di Libero Gargiulo, e la cosa lo confesso mi opprime alquanto poichè devo descrivere agli occhi di chi leggerà queste righe, la pittura di un uomo, molto legato ai Grandi Maestri del passato.

Libero Gargiulo è il Presidente del Gruppo Artistico Baronarte, al quale io ho l'onore di appartenere, quindi ho avuto modo di conoscere il suo retto modo di pensare, che a volte in questo marasma di menti troppo adulte fa ancora riflettere.

Franz Liszt nato il 22 ottobre 1811 a Raiding e morto a Bayreuth il 31 luglio 1886 fu chiamato il Paganini del pianoforte. Liszt fu un singolare insieme di mondanità e religiosità, "mezzo zingaro e mezzo francescano", come disse lui stesso. L'importanza di Liszt nella storia musicale è immensa. Fu uno dei più grandi insegnanti di pianoforte che il mondo abbia mai conosciuto.

La prima parte del concerto svoltosi il 18 maggio alla chiesa di S. Rita includeva un'Ave Maria e una "Salve Regina" in stile gregoriano per coro di voci bianche diretto abilmente dal Maestro Giancarlo Ghirardi che poi ha suonato un Adagio e un Preludio e Fuga sul nome di BACH per organo. Quest'ultima composizione ha messo ben in evidenza la necessità di una grande tecnica dalla parte dell'organista per via dello stile virtuosistico, brillante come dei fuochi d'artificio ma pura e luminosa nello stesso tempo. Ghirardi ha dimostrato la sua grande maestria e conoscenza tecnica e la sua esecuzione è stata una lezione per tutti, musicisti e non. Ghirardi è autore di musiche di generi diversi, vocali e strumentali e ha tenuto concerti d'organo in varie località. Ha inciso dischi di musica antica e contemporanea per note case discografiche e dirige il Coro Sonoritas e la Corale Cittadina di Saronno.

La seconda parte del concerto era dedicato alla Missa Choralis che fu com-posta nel 1865 per soli e coro (a cappella) senza accompagnamento strumentale — la parte per organo fu aggiunta più tardi. Tecnicamente difficile per l'impostazione, questa esecuzione integrale è stata eseguita con grande m usicabilità grazie all'impegno sia del maestro che del coro. I solisti sebbene a volta mancavano di forza hanno contribuito a dare quel giusto contrasto fra massa sonora del coro e suono delicato e soave di voce a solo a due o a tre. secondo il momento.

Il concerto è stato seguito da un folto pubblico che ha applaudito maestro e coristi i quali con la loro preparazione e la loro spontanea cordialità trasmessa ai presenti hanno ben meritato il successo concretato in un bis richiesto con grandi acclamazioni. E.E.S.

Questi i programmi di Delta Radio Barona

Delta Radio Barona è di nuovo in onda. Ogni giorno, domenica esclusa, sui 100,400 MHz, Delta Radio Barona trasmette dalle 18 alle 22 moltissima musica ed una serie di rubriche che elenchiamo.

Lunedì, ore 18,45: Notiziario (quindicinale).

ore 19,00: Erboristeria(settimanale)

ore 20,30: II Distretto Scolastico (quindicinale)

Martedì, ore 20,00: Stasera andiamo a ... (quindicinale)

Mercoledì, ore 19,00: spezzavano il pane (letture bibliche settimanale) ore 19,30: L'angolo della medicina (quindicinale) ore 21,00: In cucina (settimanale)

Giovedì, ore 18: Terza Età (rubrica mensile gestita dagli anziani) ore 20,50: L'angolo della Musa (settimanale)

Venerdì, ore 20,30: In Salotto con... (interviste quindicinali a personaggi del quartiere) Sabato, ore 19,00: Meditazione (settimanale).

Per mettersi in comunicazione con Delta Radio Barona ci si può recare direttamente in redazione, oppure basta telefonare al 47.99.84, naturalmente dalle 18 alle 22.

Come dicevo, ama i vecchi Maestri ed a loro anche se non sono più, cerca di carpirne l'insegnamento. Il colore è infatti curato, la pennellata delicata, i toni che riesce a dare perchè li sente, rispecchiano il suo carattere di persong precisa. Non ho visto molte opere, in quanto il tempo che ha a sua disposizione per dipingerle è limitato, ma devo dire che in quel poco che ho visto di suo, ho trovato un amore per il passato, quell'amore per ciò che oggi viene per l'incalzare del progresso dimenticato.

A. Mantovani

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La sedicesima - pag. 7
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Via frà Cristoforo 2: gli inquilini non mollano

VERANDISTI UNITI

In Commissione Casa abbiamo appreso con piacere che i verand isti del S. Ambrogio 1° hanno finalmente un Comitato composto da quegli inquilini che in CdZ 16 si erano dichiarati disponibili. Sarebbe augurabile che il Comitasto non si limitasse ad interessarsi del problema delle verande.

RISCALDAMENTO AL S. AMBROGIO 2°

Vi ricordate la lettera degli inquilini di Via De Nicola pubblicata su "La Sedicesima" di febbraio. Si lamentavano del freddo. Ebbene, l'hanno avuta vinta loro. Sono dovuti andare fino in fondo, fino in viale Romagna, per intenderci. Ma i 20° nel caseggiato sono tornati. Non avevamo ragione quando dicevamo che si devono muovere gli inquilini se vogliono che Io IACP faccia il suo mestiere?

GIARDINI AL LOTTO 40

È poco, lo ammettiamo. Ma al Lotto 40, dopo anni, sono arrivati i camion con il terreno di riporto per i giardinetti, sono già state sistemate le cordonature.

È un segno che il Comitato di Quartiere, con l'appoggio degli inquilini, è in grado di smuovere i burocrati dello IACP. Certo che tutto dipenderà da quanto gli inquilini del Lotto 40 sapranno mobilitarsi a sostegno del duro lavoro del Comitato.

G.S.: 2 RAPINE

Il poco invidiabile primato di 2 rapine in poche settimane spetta al supermercato GS di viale Famagosta. In entrambi i casi le rapine sono state compiute da giovani malviventi verso l'orario di chiusura. Per fortuna, nessun danno alle persone.

contro le vendite frazionate.

La dura lotta degli inquilini di Via Fra' Cristoforo, 2 continua senza tregua. "La casa non si tocca", questa è la ferma decisione delle 162 famiglie interessate.

Nella imponente manifestazione del 1° Maggio, gli inquilini della Via Fra' Cristoforo, hanno sfilato per le vie cittadine insieme ad altre centinaia di famiglie, anch'esse minacciate dal ricatto delle vendite frazionate.

(Si calcola che nella sola Milano, siano ben 10.000 le famiglie sottoposte a questo prepotente soppruso padronale). Come già annunciato nel precedente numero della "Sedicesima", l Immobiliare Fra' Cristoforo", non risulterebbe altro che una "presta nome" della "Intercontinentale" di Roma, tanto è vero che, secondo un'indagine fatta dagli inquilini, è risultato quanto segue:

- la "Fra' Cristoforo" si costituisce il 19.12.1978. I 123.2.1979 la "Intercontinentale" vende alla "Brianza s.r.l." l'intero stabile per un prezzo di L. 2.920.000.000 senza specificare nessuna modalità di pagamento. Esattamente 7 giorni dopo (1'1.3.79) la "Brianza" lo rivende alla "Fra Cristoforo" per soli 2 miliardi.

Perchè in così poco tempo un tale raggiro? Ed inoltre, come si può pensare che non vi siano illegalità a livello fiscale, quando in appena 7 giorni, vi è una perdita secca di circa 1 miliardo?

A conferma di quanto detto sopra il 7 Maggio alle ore 21 vi è stato in C.d.Z. promosso dalla Commissione Casa, un incontro tra gli inquilini e la controparte.

Il coordinatore Barsotti, ha chiesto al geometra Lo Piccolo, chiarezza sulla situazione dello stabile di

Via Fra' Cristoforo 2, il qUale, vistosamente imbarazzato, ha risposto:

"io mi occupo semplicemente alla manutenzione della casa, rendendola idonea ai futuri acquirenti, dando però la precedenza a chi già vi abita in affitto. Il mio compito (ha proseguito Lo Piccolo) è quello di vendere una casa a chi ne ha bisogno cercando di agevolare l'acquisto per chi è in condizioni più disagiate, con dei mutui notevolmente facilitati".

"Che brava persona!" viene a noi di pensare.

Alla richiesta del motivo di passaggio di proprietà tra l'Intercontinentale e la Fra' Cristoforo, la risposta è stata molto evasiva: "la Fra' Cristoforo è la nuova proprietaria e intende vendere".

Cambieri del P.C.I. ha ribadito:

"Vi rendete conto che se riuscissimo a dimostrare una qualche illegalità nella compravvendita tra voi e l'Intercontinentale, in base alla Legge, Voi Vi ritrovereste con un pugno di mosche?"

La risposta è stata la seguente:

"in tal caso non saremmo più noi i padroni, ma tornerebbe ad essere proprietaria la "Intercontinentale". Certo, diciamo noi, che con questa risposta la "Fra' Cristoforo dimostra tutta la sua debolezza, i miliardi non sono "noccioline"; rileviamo inoltre che nessun accenno è stato fatto alla terza immobiliare "La Brianza" Perchè?

Dopo l'intervento di alcuni inquilini presenti, i quali si sono detti tutti disposti a lottare fino in fondo per il loro diritto alla casa, ha preso la parola Foresti del S.U.N.I.A. il quale ha ribadito con forza che la battaglia è per il contratto di locazione unico

per tutti, secondo la nuova Legge di equo canone e che pertanto la lotta andrà avanti in maniera dura e si protrarrà a livelli superiori, qualora la controparte proseguisse nel suo atteggiamento oltranzista ed antidemocratico. Cambieri, ricordando che la Legge di compromesso dell'equo canone è stato frutto di una dura e sofferta battaglia da parte dell'inquilinato, ha sottolineato che anche se il proprietario deve accontentarsi solo del 3,85% del valore locativo, la casa è un diritto incontestabile di ogni cittadino e non un mezzo di speculazione. Comunque, ha proseguito, oggi da più parti si parla di sacrifici, ma è ora di finirla con il farli sempre pagare alla povera gente.

Ne è seguito un caloroso applauso e poco dopo, i due rappresentanti della immobiliare "Fra' Cristoforo", salutando timidamente i presenti, si sono allontanati con aria piuttosto sconsolata.

Barsotti ha proposto di dare incarico al geometra del C.d.Z. 16 di fare le dovute indagini all'Ufficio del registro e di eseguire un controllo attraverso l'A.N.I.A. se vi sono vincoli con società di assicurazioni.

Prima di concludere, è stata presentata al C.d.Z. una piattaforma di lotta controfirmata dal S.U.N.I.A.S.I.C.E.T. ed Unione Inquilini. Sabato 26 Maggio vi è stata una manifestazione con corteo indetta dal S.U.N.I.A. per le zone 5 - 16 - 17 alla quale hanno aderito molti inquilini di queste zone colpiti dalle vendite frazionate. La manifestazione si è conclusa con un comizio di Barbieri del S.U.N.I.A. Provinciale.

Qualche settimana fa sono stati prontamente coperti gli slogan del PCI. Poi è apparsa la scritta che riproduciamo. Ma per diverse settimane nessuno si è preoccupato di cancellarla.

La scuola, considerata improduttiva, non è riconosciuta di vitale importanza in questa società e continua a mantenere lavoratori a mezza giornata quindi pagati di conseguenza che, per sopravvivere, devono, nella maggioranza dei casi, cercarsi un lavoro secondario che spesso diventa poi primario.

Gli insegnanti più coscenziosi sono in crisi! La scuola per cui hanno lottato e ancora lottano sembra lontana. Parecchi in questi anni sono stati gli abbandoni precoci dall'insegnamento. Altri si rassegnano, altri sperano in un futuro migliore e cercano di sopravvivere. Molti poi sono convinti che finalmente stiamo tornando alla scuola seria di una volta: una scuola che boccia, e non si accorgono che essi stessi sono dei bocciati.

Ecco cosa c'è dietro alle bocciature: una scuola che non reagisce alle richieste e ai bisogni della società e che non sa fare

altro, in questo momento, che ritornare al vecchio sistema: "io insegno così! tu non capisci! non segui! non ti interessi! 10 TI BOCCIO".

Si chiede questa scuola: "io come insegno? perchè tu non capisci? perchè non riesco a farmi seguire? perchè non ti interesso?" Una scuola che emargina chi è già emarginato.

Chiaramente la responsabilità è politica, anche se le responsabilità dei singoli non mancano. Una società di ignoranti è molto più facile da governare; basta comandare.

Uno dei problemi più grossi è, d'altra parte, la necessità, per le esigenze della produzione, di lavoratori sempre più specializzati e che sempre in meno numerosi escono dalle nostre scuole. Chi vincerà?

Per la formazione di nuovi dirigenti non è un problema: per quelli ci sono le scuole private.

Il 1° maggio, anche gli inquilini di via Fra' Cristoforo 2 hanno manifestato con il SUNIA,

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La Sedicesima zona4 by fondazioneisec - Issuu