La Nostra realtà zona 10 (4)

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la nostra realta

NUMERO 5 - LIRE 200 LUGLIO 1976 MENSILE DI INFORMAZIONE • POLITICA • CULTURA l[h 1l u1 L 'LLL „111,1 1[1 W1111111121[1 %k; Anno 1890
Milano. — LA GALLEIZ:A \ I Tii,ZiO EMANUELE ILLUMINATA. (Disegno del signor Bonamore

LA SPINTA A SINISTRA DEL 20 GIUGNO IMPONE UNA VASTA INTESA DEMOCRATICA

La DC aumenta succhian- seggi in meno alla Camera. do voti agli alleati minori - Avanzamento ottenuto sucresiste solo il PRI - Inequi- chiando voti ai partiti minori vocabile il successo del PCI suoi alleati come il PSDI ed - Un governo senza preclu- il PLI, che vedono ridursi rioni a sinistra unica possi- enormemente i loro seggi in bilità praticabile - parlamento (quasi una rappresentanza simbolica). An-

Così come per il voto del che un certo recupero sul 15 giugno dello scorso anno, MSI, consente alla DC di reanche i risultati delle recenti stare il partito di maggioranelezioni, pur essendo già za relativa. In effetti la DC state base di analisi e di indi- non ha recuperato nulla sul razioni politiche per tutti i proprio elettorato cattolico partiti, ancor più lo saranno che nel 75 aveva determinaanche nei mesi prossimi per to la massiccia avanzata delpiù attente e profonde valu- le sinistre e del PCI, anzi i tazioni. Nel corso degli svi- dati confermano una ulterioluppi politici futuri, altre re perdita a vantaggio dei volte saremo costretti a ri- comunisti. tornare su questi dati e a Unico partito che resiste è sviluppare aspetti particola- il PRI, sicuramente per esri di questo voto. sersi caratterizzato con una

Oggi innanzitutto ci sem- proposta politica autonoma bra balzi evidente un fatto, e e non subalterna alla DC. cioè che i risultati del 20 Elementi questi che dovrangiugno presentano pochi e- no imporre ai partiti laici lementi di manipolazione e minori una seria riflessione di mistificazione. Gli sposta- autocritica se vogliono esermenti sono netti ed inequi- citare un ruolo importante vocabili. nella vita politica italiana, e

All'indomani dei primi ri- noi riteniamo che questo sultati la DC sbandierò la debba avvenire a vantaggio propria avanzata come una della democrazia e del pluvittoria. Oggi, i cioè solo ralismo. dopo pochi giorni, si è aper- In sostanza la DC, pur ta nella stessa DC una rifles- risalendo le posizioni del 75, sione più attenta e realistica. si trova oggi però al centro Forlani stesso parla di una di uno schieramento di alDC che come il conte Ugo- leanze decisamente più delino ha divorato i propri figli bole e ridotto. Il PSI riaffered aggiunge che occorre tro- ma i consensi avuti nel 72, vare una strada che porti a con una sensibile diminuzionuovi rapporti con il PCI. ne rispetto lo scorso anno, e Galloni (vice-segretario DC) rimane momento centrale e prende atto dell'impossibili- decisivo per qualsiasi magtà di ritornare alle vecchie gioranza possibile. I partiti formule di governo. Ci sem- raggruppati sotto il cartello bra cioè che la DC prenda di Democrazia Proletaria, consapevolezza, non senza segnano anch'essi una flescontrasti, che il nuovo par- sione, segno evidente della lamento non consente la rie- loro crisi e della scarsa incisumazione di schieramenti denza delle parole d'ordine che governando nel passato estremistiche tra i giovani e hanno condotto l'Italia ad le masse popolari. L'unico una crisi profonda. partito che aumenta su tutto

Infatti la DC, avanzando il territorio nazionale (sperispetto al 75, ottiene la stes- cialmente con l'affermaziosa percentuale del 72 con 3 ne nel Sud) è il PCI, che

migliora ancora i già brillanti risultati del 75.

Non voto di protesta quindi quello dello scorso anno, ma precisa scelta politica. Il PCI ha oggi 22 senatori e 48 deputati in più.

Ecco quindi come il nuovo parlamento non consente più maggioranze di tipo centrista o di centro-destra. Unica maggioranza possibile sarebbe il centro-sinistra sul piano aritmetico, ma sul piano politico certamente improponibile dato che sempre più numerosi sono coloro che ritengono impraticabile questa ipotesi. D'altronde la direzione del PSI ha recentemente concluso i propri lavori affermando che l'unica soluzione possibile « è un governo con ampia base parlamantare, che non abbia preclusioni pregiudiziali a sinistra ».

A giorni sentiremo le proposte di altri partiti ed in particolare della DC. Ci auguriamo che vengano scartate le abituali soluzioni « ponte con i soliti governi balneari. Non è di questo che l'Italia ha bisogno per risollevarsi e rinascere, non zati al risanamento e all'al- che venga dato più spazio è questo che esce come indi- largamento della base pro- alla discussione sui procazione politica dal voto del duttiva, misure e sacrifici grammi che non alle formule 20 giugno. E non è nemme- che possono essere compre- di governo, intanto avremo no vero che il paese ed il si ed attuati solo se vi sarà anche modo di valutare più nuovo parlamento siano una maggioranza ampia, au- concretamente le reali vo« ingovernabili », è vero e- torevole e di grande presti- lontà politiche quando il 5 sattamente il contrario, pur- gio anche morale. Significa- luglio si riunità per la prima chè vi sia da parte di chi ha tivo è il giudizio dell'autore- volta il nuovo parlamento. le maggiori responsabilità vole « Washington Post » L'elezione dei presidenti una precisa volontà politica (non certo sospettabile di fi- della Camera e del Senato, per costruire assieme a tutte lo comunismo) che in un delle commissioni e degli orle forze democratiche sia i certo senso si rammarica gani parlamentari, saranno programmi di governo che le dell'avanzamento ottenuto un banco di prova per la vemaggioranze per realizzarli. dalla vecchia « gang » DC, e rifica dei nuovi o vecchi oSe già prima del voto le propone di condizionare gli rientamenti. pregiudiziali anticomuniste aiuti all'Italia se i democri- La chiara scelta di profonerano assurde e superate, a stiani non avranno il corag- do rinnovamento e di ampie maggior ragione oggi sareb- gio di associare in qualche convergenze unitarie ebero inconcepibili. modo il PCI alla guida del spresse dal popolo italiano

Si dovranno prendere mi- paese. non dovranno essere ultesure rigorose e severe in Presto comunque cono- riormente disattese. campo economico, con sa- sceremo le proposte in forcritici anche duri ma finaliz- ma più precisa, auspichiamo LOPE

I risultati del 20 giugno nella nostra zona

e
Padova PSI ., °"31.1111~1FDC PSDI IfitiK* Durante ." PRI ,. PLI :1116~1r, P.Rad. .:~111 DP Loretoz 'MSI 04:....Voti validi , Seggio i N PCI 706 177 75 194 27 42 16 20 21 52 626 715 179 54 254 20 56 18 32 15 63 693 719 307 76 121 16 22 10 9 13 33 600 720 264 62 187 13 33 20 10 21 52 663 742 205 117 164 13 34 10 18 19 26 606 sm* 748 194 57 179 20 34 14 11 29 41 579 749 227 56 162 25 19 6 11 11 36 553 763 271 50 177 21 14 9 14 38 36 633 ••- 764 271 43 81 16 5 5 11 20 18 471 „..., 765 202 42 67 13 5 2 5 14 11 361 766 279 74 164 16 27 6 7 28 24 629 1 * 1795 k.z 179 75 219 19 21 10 6 24 46 599 Totali % 2755 39,28 781 11,14 1969 28,08 219 3,12 312 4,45 126 1,80 154 2,20 253 3,60 438 6,25 7013 willìoikAlk illetlikA.3" 4SSeggio PCI PSI DC • PSDI turro. PRI M PLI , 1r P.Rad. * ;O DP ..,,MSI PAPLUSY »4 ; Voti validi 396 157 45 196 15 34 12 4 10 20 493 760 88 45 115 13 12 9 2 9 17 310 il 774 278 37 99 6 7 4 7 11 13 462 775 235 70 173 12 19 4 13 14 31 572 776 240 61 290 15 46 8 13 23 45 741 777 255 104 208 31 46 8 20 27 59 758 807 230 61 151 20 14 6 12 12 31 537 808 210 92 318 22 39 10 15 18 25 749 809 125 67 172 23 69 10 22 37 25 550 1275 226 73 151 33 23 5 11 10 18 550 1404 294 89 172 19 26 12 13 15 37 677 142 77 224 74 74 8 16 13 37 605 1800 226 86 161 18 13 6 17 16 35 578 3t J 1764 1814 158 57 132 14 26 11 10 17 20 445 1989 175 54 97 13 16 2 1 6 20 384 2096 290 57 140 9 18 6 7 17 29 573 2173 193 78 205 25 44 15 13 12 37 622 Totali 3522 36,6 1153 12 3004 31,2 302 3,1 526 5,4 136 1,4 196 2 267 2,7 499 5.1 9606 Seggio PCI PSI DC PSDI"...PRI• PLI 7.R12112 I' DP MSI Voti validi 778 107 43 207 15 38 12 11 9 28 470 779 274 49 198 18 26 11 11 19 34 640 780 271 64 173 18 31 6 11 15 25 614 781 782 248 329 101 164 20 27 3 13 14 29 25 44 615 671 18 783 262 88 175 22 38 5 8 21 35 654 784 150 50 102 10 5 1 7 11 9 345 785 324 81 171 31 15 15 6 10 25 680 1359 381 64 134 23 23 4 9 30 21 689 1430 285 85 154 25 13 4 14 21 28 629 1480 280 56 78 15 5 2 4 14 14 469 1567 217 45 147 13 18 8 10 15 24 497 1707 320 87 153 19 11 10 5 12 17 634 1739 151 30 43 10 3 — 3 7 17 251 1801 150 33 97 6 5 2 2 4 15 314 1802 244 94 200 17 29 17 6 17 29 653 -, 1804 165 82 216 22 42 11 17 16 28 599 1805 183 60 183 23 40 9 15 5 25 c. 543 2097 153 69 247 13 34 17 9 9 23 574 Totali % 4494 42,6 1240 11,7 3011 29,5 337 3,1 407 3,8 -± _l 138 1,3 IL 179 1,6 li-278 2,6 453 4,2 10537
4 Seggio Seggio PCI AIR..7Air PSI DC VAL PRI PLI lir
Palmanova P. Rad. DP MSI Voti TAL PSDI , 801 210 57 164 11 21 5 10 16 34 528 803 298 61 172 21 13 8 10 21 12 616 804 é 246 76 165 12 16 7 8 18 23 571 806 216 65 161 21 24 12 12 14 39 564 810 260 97 208 16 58 9 13 12 38 712 1372 0 196 47 124 19 14 7 12 11 30 460 -1373 194 72 112 15 34 2 7 16 31 483 1432 183 91 108 12 19 4 6 10 18 451 1572 256 61 198 15 37 13 10 24 33 647 +' 19 e 1659 362 69 187 26 26 5 10 19 723 r 1660 147 65 200 19 23 5 11 11 26 507 1661 136 58 101 21 18 4 9 11 21 379 a 1808 0 126 58 173 24 45 9 6 9 37 487 , '1811 292 71 159 15 29 10 10 18 32 637 1812 219 59 202 17 28 10 7 6 34 582 1813 I 276 87 168 23 12 6 10 24 39 647 1815 235 97 158 29 37 14 20 24 35 649 1991 179 46 138 5 20 6 14 21 31 460 2039 188 83 222 23 44 18 10 15 39 642 2051 I 185 59 132 5 18 9 8 19 41 476 2102 201 56 166 12 20 8 15 6 28 516 h.., 2140 225 75 143 27 12 4 7 15 18 526 1 ev 0 4 Seggio DP Crescenzago -ktilitC. 1 PSI DC PSDI PRI PLI P. Rad. PCI MSI Voti validi 791 792 793 794 795 94 325 284 110 363 75 188 77 796 797 798 799 800 802 805 1315 1371 1487 1570 11657 1806 1807 1809 1810 2050 2100 2134 2158 2159 2164 2165 633 544 675 711 486 663 548 682 705 503 530 650 603 491 365 543 617 533 569 475 493 640 624 599 723 92 94 56 100 60 68 73 55 54 69 80 71 45 72 102 59 70 54 54 96 86 99 107 227 304 284 303 201 209 302 211 243 278 168 223 162 252 227 206 251 182 190 300 236 213 304 99 41 Totali 16437 6735 2113 40,97 12,85 218 21 25 3 9 24 34 180 24 15 7 20 21 20 118 9 9 1 11 30 16 212 11 20 8 5 10 13 262 16 15 7 13 21 22 210 24 12 10 5 15 37 96 14 7 1 8 12 8 173 15 9 7 21 13 22 196 15 14 6 9 21 25 244 24 36 5 28 23 45 204 19 28 8 14 20 36 155 8 13 13 12 18 18 151 12 12 2 8 19 28 199 16 19 9 14 21 24 235 23 41 15 6 14 20 115 12 13 5 9 13 30 107 12 7 6 2 3 21 149 6 16 12 17 18 180 26 16 8 12 14 32 162 19 23 6 11 17 30 159 22 10 4 6 21 25 144 16 33 5 10 10 21 157 17 25 3 7 9 31 148 23 14 6 8 25 20 173 27 33 5 14 12 38 164 19 29 5 15 15 40 187 27 25 10 14 19 30 173 10 26 5 9 11 22 4871 487 545 170 312 468 727 29,63 2,96 3,31 1,03 1,89 2,84 4,42 Ater,~C.c.~«2C4:,),2slesgo~0.4tilkitgus14 1~2:(47.-3?;:,.‘ e V. ?/.' 753 682
-

RIEPILOGO QUARTIERE PER QUARTIERE

Elezioni politiche 1972

5
Elezioni
P.C. I . P.S. I . D.C. P.S.D. I . P.R.I. P. L. I . P. Rad. D.P. M .S. I . Voti validi Gorla 4494 1240 3011 337 407 138 179 278 453 10541 42,6 11,76 38.5 3,1 3,8 1,3 1,6 2,6 4,3 Precotto 3473 1222 3235 346 617 168 201 278 454 10001 34,75 12,22 32,35 3,46 6,17 1,68 2,01 2,78 4,54 Padova 4830 1510 3561 380 568 175 225 340 658 12253 Pa I ma nova 39,4 12,3 29,1 3,1 4,6 1,4 1,8 2,8 5,4 Monza 5286 1781 5104 560 906 297 354 514 1008 15819 33,41 11,25 32,26 3,54 5,73 1,88 2,23 3,25 6,37 Crescenzago 6735 2113 4871 487 545 170 312 468 727 16437 40,97 12,85 29,63 2,96 3,31 1,03 1,89 2,84 4,42 Padova 3509 1058 2714 309 455 195 221 336 641 9445 Durante 37,15 11,20 28,73 3,27 4,82 2,06 2,34 3,56 6,79 Loreto Turro 3522 1153 3004 302 526 136 196 267 499 9606 36,6 12 31,20 3,1 5,4 1,4 2,0 2,7 5,1 Totali Zona 10 31849 10077 25500 2721 4024 1279 1688 2481 4440 84102 % 37,86 11,98 30,32 3,24 4,78 1,52 2,01 2,95 5,28
politiche 1976
P.C. I . P.S.I . D.C. P.S. D. I . P. R .1 . P. L.1 . D.P. M .S. I . Voti validi Crescenzago 6539 2557 4109 837 495 368 524 790 16219 40,32 15,76 25,33 5,16 3,05 2,27 3,23 4,87 Padova 4634 1797 2815 675 511 408 384 764 11988 38,65 14,9 23,48 5,6 4,26 3,4 3,2 6,3 Padova - Du Padova- Duran- 3339 1193 2087 510 411 394 329 737 9003 te - Loreto 37,09 13,25 23,18 5,66 4,57 4,38 3,65 8,19 Monza 5370 2245 4374 1027 981 616 550 1343 16710 32,14 13,44 26,18 6,15 5,87 4,88 3,29 8,04 Turro 3471 1369 2435 561 511 289 315 556 9511 36,49 14,39 25,60 5,90 5,37 3,04 3,31 5,85 Gorla 4240 1665 2493 533 371 292 321 519 10434 40,64 15,96 23,89 5,11 3,56 2,80 3,08 4,97 Precotto 3349 1054 2565 510 549 386 285 514 9212 36,35 11,44 27,84 5,54 5,96 4,19 3,09 5,58 Totali 30942 11880 20878 4653 3829 2953 2708 5223 83077 Vo 37,24 14,30 25,13 5,60 4,61 3,55 3,26 6,29

Una dichiarazione del Partito Comunista Italiano della Zona 10

Dando per scontato la conoscenza dei risultati nazionali che ampiamente sono stati discussi e commentati in diverse sedi ed occasioni, voglio più semplicemente riaffermare la nostra soddisfazione per la grande vittoria conseguita dal nostro partito. Avremo anche tempo ed occasioni per soffermarci altre volte sui molteplici aspetti del voto del 20 giugno, difficilmente affrontabili in una semplice dichiarazione sul voto a Milano e nella Zona 10. Anche a Milano il PCI avanza ancora oltre il voto dell'anno scorso dello 0,6%, il cosiddetto voto di protesta che segnò l'anno scorso il nostro balzo in avanti, si è dimostrato invece un voto cosciente ed una scelta politica profonda.

La DC supera, è vero, i risultati del 75 e del 72, diventando il primo partito ma saccheggiando voti al PLI, PSDI e MSI, e attingendo quindi a quel serbatoio di voti che a Milano era più consistente che altrove. Si spiega così come l'avanzamento della DC sia avvenuto a Milano in termini più massicci che altrove. In sostanza la DC, pur avanzando, non recupera i voti dei cattolici persi il 15 giugno, anzi a livello nazionale si registra un'ulteriore perdita verso il PCI. La DC rimane comunque una forza con ampi consensi popolari, anche per una certa incidenza determinata da coloro che hanno creduto nel « rinnovamento >>, voto democristiano che nel complesso possiamo considerare più determinato da motivazioni politiche e sociali che non da ragioni ideologiche e religiose.

Il PRI è l'unico partito laico a non cedere voti alla DC.

Pur con la diminuzione di consensi a DP e con il calo del PSI, la sinistra nel suo complesso registra un aumento dello 0,3%. Per questo riteniamo pretestuosa la rinnovata proposta DC per una Giunta laica a Milano. La manovra vuole mascherare un ennesimo tentativo anticomunista; la nuova giunta di Milano è da sempre aperta al confronto e alla collaborazione con tutte le forze democratiche, e pertanto l'insinuante tentativo DC dovrà essere respinto.

In Zona 10 vengono confermate le tendenze •che si registrano a livello cittadino. Il PCI aumenta dello 0,62% rispetto al 75 e si riconferma il primo partito della zona. La DC aumenta, ma meno che a livello cittadino.

Come comunisti inoltre ci rallegriamo per l'elezione al parlamento della compagna Nadia Corradi (presidente del C.d.Z.), segno ulteriore della nostra presenza anche a livello locale e decentrato.

Infine significativo è il voto dei giovani al nostro partito (circa il 42% dei giovani della zona), con una scarsa incidenza del voto giovanile alla DC (circa 24%) e con poca rilevanza a DP (meno dell'lI%). L'ultraparlamentarismo e l'estremismo hanno segnato una flessione e si riconferma come questi fenomeni siano più appariscenti che non di più profonda incidenza con le masse giovanili. Complessivamente il dato più significativo è che a Milano i giovani hanno votato per la sinistra con una

Sul risultato elettorale del 20 giugno e sulle prospettive che esso apre alla vita del Paese ci ripromettiamo di aprire dibattiti, offrire valutazioni, analisi e considerazioni nel mese di settembre. Frattanto pubblichiamo gli interventi del Partito Comunista Italiano e Partito Socialista Italiano già pervenuti alla redazione del nostro giornale.

consistenza del 64%, in zona 10 del 69%.

Noi comunisti siamo ora impegnati in un approfondito esame dei dati elettorali, in ogni sezione stiamo analizzando e discutendo i risultati di ogni seggio per trarne delle indicazioni utili al nostro lavoro. Come sempre noi comunisti, anche dai grandi successi, vogliamo trarre elementi necessari per migliorare ancora la qualità della nostra presenza politica. 2 sono già ora i settori di intervento più urgenti e decisivi: verso la gioventù; abbiamo ampi consensi ma ancora debole è la nostra forza organizzativa. 4142 giovani in zona hanno votato PCI, ma troppo pochi in proporzione sono i giovani iscritti alla FGCI. verso i ceti medi, soprattutto del settore del commercio e del pubblico impiego.

Occorre infine moltiplicare le iniziative unitarie partendo dai problemi concreti, per far partecipare tutte le forze sociali e tutte le forze politiche ad una comune battaglia di rinnovamento democratico.

Particolare attenzione avremo nello sviluppare col PSI più ampi e profondi rapporti unitari, in uno sforzo comune che ci veda uniti nella ricerca di più estese convergenze. Per questo anche « La nostra realtà », come giornale della zona, potrà contribuire a estendere la partecipazione dei cittadini attraverso l'informazione e il dibattito.

PCT ZONA IO

l'alternativa socialista dopo il venti giugno

La linea politica dell'alternativa che il Partito Socialista Italiano ha fatto propria nel 40'Congresso Nazionale del marzo scorso, la linea politica cioè di una alternativa di governo da parte delle sinistre per iniziare, attraverso passi concreti ed irreversibili, la transizione al socialismo, è una linea che non appare minimamente intaccata nella sua validità dal mancato successo, o meglio, dal grave arretramento subito dal Partito il 20 giugno.

I motivi infatti che ci inducono a credere nella validità della linea dell'alternativa sono fondati su due punti ben fermi: il primo scaturisce dall'analisi della situazione di crisi che caratterizza la struttura produttiva del nostro paese e, più in generale, di tutto il sistema produttivo capitalistico, di una crisi tanto profonda che appare avventurismo confidare nel fatto che il sistema capitalistico riesca ancora una volta a trovare riserve sufficienti a garantire la ripresa attraverso un meccanismo di crescita ormai irrimediabilmente inceppato.

Il secondo motivo scaturisce dai risultati di un'esperienza di governo, condotta oltre ogni limite di tollerabilità dal nostro Partito, portata avanti insieme a forze politiche disposte a fare proprie le prospettive di riforma solo attraverso le parole vuote dei documenti programmatici e mai attraverso la concretezza dei fatti.

Per questo ribadiamo la giustezza di una linea politica che nessuno può indurci a rendere più blanda richiamandoci ad una interessata ragionevolezza magari dopo aver condotto una violenta campagna antisocialista.

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Quali sono i risultati concreti di queste elezioni alle quali siamo stati portati dall'arroganza di una Democrazia Cristiana che col ricatto della crisi ha continuato ad imporre scelte che non potevano in nessun modo essere avvallate e che ha aperto la crisi con il rifiuto di quel governo di emergenza senza preclusioni a sinistra da noi proposto che è stato lo slogan vittorioso del Partito Comunista Italiano per tutta la campagna elettorale e sulla realizzazione del quale si è aperto all'indomani del 20 giugno il confronto serrato con la DC?

Il primo risultato concreto è stato che tutta la sinistra italiana è avanzata confermando, e superando, i risultati delle elezioni amministrative del 15 giugno che avevano creato un pesante sfasamento tra potere centrale e quello periferico dei comuni, delle province e delle regioni tale ormai da produrre situazioni di stallo e di inerzia politica.

Il secondo risultato è costituito dallo smascheramento della falsa centralità della Democrazia Cristiana che ha dimostrato di essere nel momento del bisogno il punto di raccolta delle sole forze conservatrici e delle destre.

Il terzo risultato, che consegue dai primi due, è che oggi la Democrazia Cristiana non può più scegliere, a dispetto del paese reale, tra for-

mule « intercambiabili » ora di centro-destra ora di centro-sinistra in quanto in nessuna maniera è attuabile un governo senza la partecipazione delle sinistre decise, almeno per quanto riguarda il P.S.I., a porre insieme il peso della propria forza.

All'interno di un quadro delle sinistre che avanzano nel loro complesso è però necessario chiedersi quali siano le ragioni di fondo per le quali il Partito Socialista non ha raccolto quei consensi cui aspirava. Alcuni sostengono che la campagna terroristica impostata dalla DC con toni quarantotteschi sull'incombente pericolo di un regime comunista avvallato dai socialisti ha prodotto delle perdite nelle frange di elettorato moderato non « arricchito » per altro da confluenze avvenute troppo tempestivamente prima delle elezioni per non essere sospette di opportunismo.

Altri, più fondatamente, giustificano il mancato avanzamento nel non aver saputo far comprendere all'elettorato quale ruolo e quale caratterizzazione il P.S.I. avesse all'interno dello schieramento di sinistra, attraverso una campagna troppo ambigua nel portare avanti il tema dell'alternativa.

Ma la motivazione più profonda noi la troviamo nel fatto che il Partito non ha creduto sufficientemente alla necessità di un profondo processo di rinnovamento negli uomini e nei metodi di lavoro implicata dall'assunzione della linea politica unitaria dell'alternativa.

La struttura del Partito non ha saputo, né potuto, sostenere lo sforzo implicato dal volere essere punto di riferimento per il processo di cambiamento reale espresso dal paese, che, soprattutto in questo momento aveva bisogno più di certezze che di una politica ricca di sfumatura, fatta più per gli addetti ai lavori che per le masse cui era rivolta.

Ma i risultati, giova ricordarlo, hanno anche confermato il ruolo di forza insostituibile nello schieramento politico italiano del P.S.I..

Questa conferma, nella prospettiva di questo dopo elezioni, non deve significare per noi tre cose: né un ruolo di mediazione tra P.C.I. e D.C. come qualcuno vorrebbe; né un ruolo subalterno nei confronti dei partiti maggiori; né soprattutto, un ruolo da primattori che sarebbe ridicolmente velleitario.

La nostra presenza e la nostra azione devono essere rivolte a promuovere l'incontro aperto con tutti i partiti democratici impegnati nella proposta politica di un governo di larga base parlamentare senza preclusioni a sinistra sulla base di un programma concreto di progetti di lavoro credibili per i mezzi di cui debbono disporre, e per le forze impegnate nella loro gestione.

Comitato Direttivo della Sezione del P.S.I. Gorla-Greco-Turro

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P.R.G.MILANO

113 giugno è stato presentato in Consiglio Comunale il nuovo Piano Regolatore Generale di Milano. Dopo l'intervento del sindaco Tognoli c'è stata la relazione sulle linee generali del Piano da parte dell'assessore Pillitteri.

Il sindaco ha fatto notare che il Piano « riprende sviluppa e traduce in concreto atto amministrativo anni di dibattiti e di proposte sviluppati in diversi luoghi di iniziativa politica e culturale sul destino e sul ruolo della città. » ha aggiunto che sono stati utilizzati i contributi forniti dai Consigli di Zona e che il documento completo sarà esposto al pubblico in modo da recepire i contributi e le proposte che

verranno fatte. « Tuttavia - ha aggiunto il sindaco - diciamo subito che non rientrerà dalla finestra ciò che è uscito dalla porta. » Concludendo il sindaco Tognoli ha affermato - « Il nostro proposito è quello di fare una città più serena. Sappiamo che a tal fine non bastano né i piani urbanistici né quelli economici; se tuttavia orienteremo in tal senso gli strumenti di cui disponiamo non per alimentare utopisticamente le tensioni, ma almeno quelle provocate da uno sviluppo distorto dell'ambiente e da un cattivo rapporto tra Comune e cittadini, pensiamo che sarà possibile raggiungere qualche risultato ».

O 410
«q yy Veduta di Milano nel 1930
M

Le linee qualificanti del Piano Regolatore Un'occasione per una vera pianificazione dal basso con il concorso di tutti i cittadini

I) Contenimento delle espansioni con conseguente scelta del risanamento e della ristrutturazione per quanto riguarda la residenza.

Ciò viene proposto perchè il territorio di Milano non offre alcuno spazio per ulteriori espansioni. La scelta della ristrutturazione e del risanamento delle case vecchie e malsane ha come obiettivo sia la fine dell'espulsione dei ceti popolari verso l'estrema periferia di Milano, che la difesa dell'ambiente urbanistico e l'utilizzazione migliore di spazi disponibili che potranno essere ottenuti con l'opera di ristrutturazione.

II)Conservazione delle attività produttive esistenti.

C'è stata negli ultimi anni a Milano una notevole riduzione del numero degli occupati nell'industria ciò sia per la crisi economica che ha colpito il nostro Paese sia per la tendenza di piccoli e medi industriali a utilizzare i terreni nei quali si trovano gli insediamenti industriali per fini speculativi (es. costruzione di uffici o insediamenti abitativi). il P.R.G. prevede il consolidamento delle strutture industriali atte a mantenere un elevato livello di occupazione sia per evitare pressioni speculative che per mantenere l'attuale tessuto sociale della città.

III)Contenimento del settore terziario.

La localizzazione nella città di buona parte degli uffici sia pubblici che privati e la conseguente espulsione degli abitanti dal centro cittadino verso la periferia è stata una caratteristica dello sviluppo urbanistico milanese degli ultimi anni. Per ovviare a questi inconvenienti il P.R.G. prevede:

Un sostanziale contenimento dell'espansione terziaria (in special modo privata); •

L'ubicazione in zone periferiche di eventuali nuovi insediamenti terziari (in particolar modo pubblici).

L'utilizzazione del patrimonio edilizio di proprietà del comune in particolare di edifici storici.

IV) Aumento della dotazione di servizi e aree verdi.

Per mezzo del vincolo e dell'utilizzazione di aree an-

cora disponibili e attraverso la salvaguardia delle aree agricole esterne che saranno utilizzate sia per la costruzione di ospedali e di complessi scolastici che per la creazione di spazi di verde attrezzato.

I

V) Difesa e valorizzazione di zone di valore storico.

VI) Mobilità e trasporto pubblico.

Al riguardo il P.R.G. prevede:

L'integrazione delle Ferrovie Nord con la re-

L'integrazione delle Ferrovie Nord con la rete dello Stato;

La realizzazione del passante ferroviario Garibaldi-Vittoria;

Il prolungamento della MM I fino alla stazione F.S. di Sesto e dal quartiere Gallaratese fino a Molino Dorino all'interscambio di via Bisceglie; il completamento della MM 2 fino alla stazione di Porta Genova e successivamente fino a piazzale Abbiategrasso; verso nord dalla Gobba al punto di interscambio del Bettolino Freddo.

Per il trasporto pubblico di superficie una serie di percorsi attrezzati e protetti.

È impossibile in questo breve resoconto informare su tutti gli aspetti quantitativi e dare molte indicazioni specifiche riguardo al P. R. G..

Per l'ubicazione e le caratteristiche del Piano dei servizi e del Piano delle industrie della zona 10 rimandiamo agli interventi su questo stesso numero degli architetti De Cugis e Mirabello.

È invece importante rilevare che l'Amministrazione comunale, subito dopo la presentazione in Consiglio del P.R.G. si è impegnata in una opera di vasto confronto con le forze politiche e sociali.

Sono già stati effettuati incontri con le Confederazioni sindacali C.G.I.L. C.I.

S,L. U.I.L.che hanno condiviso le scelte fondamentali del P.R.G.

Analogo parere è stato espresso dal S.U.N.I.A. e da altre forze sociali tuttavia il momento più interessante del confronto si è avuto con le migliaia di cittadini che hanno affollato la Sala della Balla al Castello, dove è e-

sposto il P.R.G.

Tra le critiche fatte al Piano una delle più frequenti è che esso sarebbe, a causa dei costi, un « libro dei sogni ».

Al riguardo l'assessore Sacconi ha dichiarato:

« Innanzitutto i Piani regolatori devono fare delle scelte al di là dei tempi e dei costi; devono, per esempio, assicurare il rispetto della legge per quel che riguarda le attrezzature collettive di interesse comunale. Era nostro dovere, a questo proposito, trovare i 50 milioni di mq. che la legge regionale vuole siano riservati ai servizi. Lo abbiamo fatto. E questo servirà la città non solo per i prossimi 10 anni ma in una più lunga prospettiva. E poi proprio per non fare il libro dei sogni abbiamo inserito, oltre ai programmi di attuazione poliennali previsti dalla legge regionale, i programmi annuali che consentono di equilibrare le esigenze tra servizi e edificazione, di stabilire le priorità insieme alla città attraverso i Consigli di Zona. Quanto alle disponibilità finanziarie, certo molto dipenderà dalle possibilità di mutare gli attuali rapporti tra Ente locale e governo centrale anche con la riforma della finanza locale ».

* * *

La variante generale al PRG di Milano, vigente dal

1953, è stata presentata al Consiglio Comunale dalla Giunta il 3 giugno scorso e su di essa è stato aperto un serrato dibattito cui partecipano gli organi del

Decentramento amministrativo, le forze sociali ed economiche, sindacati, gli organismi culturali e gli Enti interessati all'assetto del territorio, al fine di giungere quanto prima alla adozione di questo importante strumento urbanistico che rappresenta

una svolta significativa nello sviluppo di Milario e nella gestione del suo territorio.

In tutti gli obiettivi che stanno alla base del nuovo piano, elaborato tenendo anche conto di una bozza già approvata dalla precedente Amministrazione, è

infatti presente la volontà di avviare un processo in grado di invertire quel tipo di crescita disorganica che ha caratterizzato Milano negli ultimi trent'anni, e che ci ha consegnato una città invivibile, congestionata in ogni settore, una città che è l'emblema di quella struttura piramidale dei valori (dal centro ricco di significati urbani alla periferia degradata) tipica della società capitalistica che l'ha voluta e l'ha gestita traendone il massimo profitto a danno della collettività.

Il nuovo piano, apparentemente senza gesti clamorosi, persegue con tenacia in tutti i settori questo progetto di radicale modificazione delle tendenze in atto, non nascondendosi ovviamente le pesantissime difficoltà che una situazione così compromessa comporta. Si tratta di un lavoro lungo e paziente, da iniziare subito, in una ottica nuova della pianificazione che non si esaurisca come in passato in un progetto disegnato sulla carta (spesso velleitario o peggio ancora fatto per coprire interessi di parte) ma che si configuri come processo continuo da gestire giorno per giorno con il contributo ed il controllo democratico dei cittadini.

In questa luce vanno letti gli obbiettivi di fondo che caratterizzano il Piano e che qui sommariamente

Le scelte per l'industria

Uno dei problemi più rilevanti che il nuovo piano regolatore ha dovuto affrontare è quello relativo al sistema industriale milanese.

È necessario sottolineare anzitutto le difficoltà principali che si sono presentate in questi anni per le attività industriali, soprattutto la piccola e media industria e artigianato, presenti nelle diverse zone di Milano:

1. Un processo rilevante di espulsione delle industrie dalle zone centrali e semi-centrali, favorito dalla politica urbanistica delle precedenti amministrazioni, e dalla ricerca di speculazioni fondiarie da parte di molti industriali.

Le conseguenze più appariscenti di questo fenomeno sono:

— La perdita di oltre ottantamila posti di lavoro nel

periodo 1961-1971 nel comune di Milano; La costruzione, negli ultimi 15 anni di circa 13.000.000 di metri cubi di edilizia residenziale e per uffici al posto di aree precedentemente occupate da stabilimenti industriali; ciò ha aggravato la situazione di molti quartieri carenti di servizi e di aree a verde attrezzato;

L'espulsione di molti lavoratori, che hanno dovuto seguire la propria industria, da aree centrali e semi-centrali; L'insediamento caotico, nei comuni dell'hinterland, di molte industrie, che hanno reso ancor più gravi i problemi di questi comuni.

2. Un preoccupante fenomeno di degrado e di abbandono di molte tradi-

zionali zone industriali diMilano, dovuto alla mancanza, per decenni, di una politica attiva dell'Amministrazione volta a dotare le zone industriali di infrastrutture e servizi (attrezzature viabilistiche e di trasporto pubblico, impianti tecnologici di scarico e depurazione, controllo dei prelievi idrici e degli inquinamenti, centri di servizi sociali interaziendali, ecc.).

3. L'aggravarsi di tutti questi fattori negativi provocato dalla crisi economica generale. Diventa quindi oggi ancor più importante, che tra gli interventi di programmazione economica, volti a promuovere la riconversione e il consolidamento delle attività industriale, venga dato un ruolo importante a interventi di pianificazione urbanistica in grado di a-

gevolare questo settore.

La variante di piano regolatore, presentata dalla nuova Amministrazione al dibattito delle forze politiche e sociali, indica alcuni obiettivi generali in relazione alla difesa e al consolidamento delle attività industriali e artigianali:

Previsione di « Zona Industriale » per tutti gli insediamenti industriali di una certa consistenza, salvo gravi motivi di contrasto con esigenze di verde e servizi per i quartieri industriali; Indicazione di « Zona Mista » (a prevalenza industriale o a prevalenza residenziale) per consentire la difesa di tutte le attività piccolo-industriali e artigianali che sono commiste con il tessuto residenziale (salvo incompatibilità

ricordiamo.

Contenimento delle espansioni insediative e decentramento delle funzioni congestionanti in vista di un riequilibrio urbanistico e socio-economico del territorio comunale e metropolitano, incoerenza anche con le indicazioni comprensoriali elaborate da ormai un decennio dal Piano Intercomunale Milanese. Si tratta del decongestionamento e della riorganizzazione del tessuto urbano attuale, da realizzare con la eliminazione progressiva delle più pesanti strozzature e carenze che lo caratterizzano (degrado, assenza servizi, congestione delle infrastrutture, ecc.).

Ridefinizione del sistema della mobilità, in funzione di una attenuazione del radiocentrismo tipico di Milano, e quindi con scelte alternative di razionalizzazione della maglia esistente attraverso un miglioramento delle connessioni interperiferiche, (si veda ad esempio il tracciato della cosiddetta. gronda » fra la Gobba e lo scalo Pirelli nella nostra zona) e privilegiando inoltre i trasporti pubblici di superficie (linea 90-91).

Si tratta di una importante inversione della

tendenza centripeta tradizionalmente svolta da Milano rispetto al territorio, con le note conseguenze di depauperamento di questo e di congestione del capoluogo Ristrutturazione delle aree degradate e riqualificazione del tessuto urbano.

È questo uno dei punti più qualificanti del nuovo P.R.G., in cui viene sottolineato l'interesse pubblico delle operazioni di ristrutturazione urbanistica ed edilizia in quanto tese D) sia al radicamento in città della popolazione a basso reddito, finora indifesa e quindi condannata alla espulsione verso zone più periferiche, sia al mantenimento nelle varie zone da ristrutturare di una composizione mista delle funzioni e delle attività; è questa fra l'altro l'unica vera e autentica difesa dei valori storico-ambientali, i quali non possono essere astrattamente conservati senza garantire in essi la permanenza di quei contenuti di vita che li hanno generati e caratterizzati in passato.

In questo quadro va letta la forte presenza di aree e fabbricati recuperati o da recuperare per edilizia economico popolare inseriti

in zone ad alto coeffi cente di degrado o d affollamento e comun que caratterizzate da una massiccia presen za di ceti popolari (zo ne B 2).

Va notato come, so prattutto in tali ambiti le più puntuali indica zioni per il recupero e la riqualificazione d zone degradate siano venute da una stretta collaborazione fra gl organismi di zona e l'Ufficio Tecnico incari cato della redazione del piano.

Analogo discorso può essere fatto per la dite sa delle attività produt tive, che rimane uno degli obiettivi fonda mentali del nuovo P R

G. Anche in questo ea so la progressiva ter ziarizzazione della cit tà, spesso affiancata da poderose pressioni d carattere speculativo aveva comportato neg anni passati un notevo le allontanamento dall città degli insediament produttivi, allontana mento facilitato ed ac centuato anche alla na tura « fisiologica » de fenomeno (ristruttura zioni e ammoderna menti dei cicli produtti vi). È chiaro come solo un controllo di base pu permettere che questi normale evoluzione de settore secondario non segue a pag. 1

dovuta a inquinamenti non eliminabili);

Previsione di nuove aree industriali, per un totale di circa 1/00.000 mq., localizzate a sud e ovest del territorio comunale, da utilizzare prevalentemente per rilocalizzare le aziende già insediate a Milano, che hanno esigenze di ampliamento non risolvibili in loco;

Previsione di aree a servizi specializzati per le zone industriali;

Indicazione delle aree industriali esistenti da riorganizzare e ristrutturare;

Coordinamento con le previsioni intercomunali;

Integrazione delle zone industriali esistenti nelle previsioni di viabilità e trasporto pubblico indi-

cate dal piano.

Diventa importante, in questo periodo di discussione e valutazione del piano regolatore, anche nella nostra zona, con il contributo di tutte le forze politiche e sociali democratiche, delle organizzazioni sindacali, delle cate-

gorie interessate, verificare ed eventualmente contribuire a precisare meglio le scelte per il settore industriale.

Nella nostra zona le attività artigianali e industriali rappresentano una realtà complessa e importante.

Il decentramento delle industrie ha coinvolto nella nostra zona una superficie di oltre 210.000 mq, sulla quale sono stati costruiti edifici residenziali e per uffici per quasi metri cubi 1.500.000: sono nuovi insediamenti lungo la linea 1 della metropoli-

tana e lungo Viale Palma Nova. Ciònonostante rimangono nella nostra zona oltre 2.000 imprese artigiane e industriali con oltre 28.000 posti di lavoro Un patrimonio da difendere e consolidare anche attraverso le scelte de nuovo piano regolatore

tr.'5.--'4' : 7 % 1P'1::-..L> -..,,,*hr.,. < --,:& - -- -.'• «4: ' • > , , ..,:.. .2., 7 .‘r" 12 I "...,';vi' .a. „, -\ , ,,,x, I ii, Il ‘ .411.4—.1-4 /t"e tre' _--c_ ,.. So 111".........SIPLN ilit 4 1 ‘,............ • MILANO LA DIVISIONE IN ZONE trt•.. 1----, -t..; 1.- • e c- ir COMUNE TECNICO NEDI MILANO UFFICIO UFFICIO TECNICO ESECUTIVO PER L• REVISIONE DEL PRG PIANIIIIINRATIVO POI['MIA ECONOMICA POPOLARE AI SENSI DELLE LEGGI 18 4 1992 N 197 E 22 IO 1971 965 CON LE 1•40PFICHE IO AGGIUNTE APPORTATE DAL C IN DATA 29 A 1975 • III LOTI, 01 et••••11.101« III ••tE 1014« ti, ••• 1000100•210••• 4VOY ,OTT 111 ALIARIN 0[1.1..9. 9ACAAAAA Malir4 041.14 ERTA' !CALA 44.555 Api. 1975 1511.1/I\ PIO•41,11 125 ‘",ì'-11* s F, 9 Milano 1890
SULLE l'11TTAFORM6 ULLE f:l •LIILDEL Duomi'. (Disegno del signor Mtchea:).

I servizi sociali e lo standard

1) i‹ I Servizi Sociali»

La Legge Regionale n° 51 della Lombardia eleva a 26,5 mq/ab lo standard (rapporto mq/ab) di 18 mq/ab del D.M. 68, lasciando invariato lo standard di livello comprensoriale (zone F) a 17,5 mq/ab. Va osservato a questo punto che la Legge non elenca tutti i tipi di servizi esistenti; in particolare, quelli di interesse - urbano e territorialesono ridotti a sole 3 voci (istruzione superiore, ospedali, e parchi pubblici urbani e territoriali) ignorando le altre funzioni di livello sovracomunale e territoriale, mentre la categoria delle attrezzature di interesse comunale è troppo ampia e contiene tipi di servizi disparati e non chiaramente definiti nei livelli di appartenenza (locale o comprensoriale).

Ne conseguono due tipi di esigenze.

La prima, di ordine qualitativo, riguarda l'organizzazione dei servizi che non può essere ridotta a una schematizzazione di standards indifferenziati ma che si dovrà articolare attraverso specifiche scelte tendenti all'integrazione tra servizi stessi e altre destinazioni e funzioni.

La seconda esigenza, di tipo specifico e contingente, riguarda la lettura della complessa struttura dei servizi che interessa l'area urbana milanese e pone il problema

ZONA 10

Disponibilità attuali e fabbisogni arretrati.

Scuola materna: il fabbisogno arretrato è di 2000 posti alunno ed è localizzato nella parte centrale della zona.

Scuola materna: 400 posti alunno della scuola di via Brianza sono da riferirsi all'utenza della zona 2, mentre la scuola del complesso Porpora L uIli:zona 11) serve 100 alunni provenienti dalla zona 10 e la scuola di Via Carnia in zona 12 copre 300 posti alunno della zona 10. Risulta quindi una carenza di 650 posti alunno circa. Esistono 2 scuole speciali (Stef. da Vimercate ed. Erembardo) con 1.275 posti alunno localizzate nella parte centrale della zona 10 sull'asse del Naviglio Martesana che potrebbero soddisfare questo fabbisogno.

Scuola media: è la zona più sottodotata, dove il fabbisogno arretrato arriva al 45% della popolazione in età residente in più, si deve ricordare che il complesso scolastico più consistente (viale Brianza, via Venini per 825 posti alunno) essendo posto al confine con una zona, la zona 3, quasi altrettanto sottodotata, non può essere considerato solo al servizio dell'utenza residente in zona 10. In zona 11, tuttavia, 3 scuole medie uniche poste al confine oon la zona 10 coprono con il loro bacino di utenza parte di questa zona. Il fabbisogno non soddisfatto si localizza prevalentemente nella zona che va da Turro a Crescenzago.

Progetto di Piano

Per il 1986 si prevede una popolazione da scolarizzare pari a 4.560 per la scuola materna, 9.5n0 per la scuola elementare e 53& per la scuola media.

La situazione di fabbisogno arretrato è in questa zona parti-

di una rigorosa classificazione dei servizi, in modo da rendere possibile un rilevamento sistematico ed una facile schematizzazione riassuntiva in tabelle standards.

Lo Standard esistente

Da una prima verifica dello standard per i punti a), b), e c) emerge che lo standard di stato attuale, verificato su tutta la città è calcolato rispetto alla popolazione insediata al marzo 1976 (Un milione seicentosettantaseimi la novecentoquattordici) è di 7,41 mq/ab con una disponibilità di aree in valore assoluto di mq. 12.440.168.

Ove si ritenga presente che, per i criteri richiesti dalla Legge Urbanistica Regionale in materia di valutazione della capacità insediativa di piano e di standards, la dotazione complessiva di aree per i servizi di cui sopra dovrà essere nel piano di mq. 49.406.917, viene evidenziato il primo obiettivo del reperimento almeno di 36.966.749 di mq. per soddisfare gli standards di legge per le zone residenziali. Considerando lo standard globale (comprensivo delle zone F) il deficit sale a metri quadrati 70.259.734, essendo la dotazione attuale di zone F pari a 3.449.400 mq.

Lo Standard di piano Tra gli obiettivi prioritari si

riaffermano alla scala urbana:

— Aumento della dotazione di servizi, tanto sul piano quantitativo che sul piano qualitativo.

Tale aumento viene ora proposto attraverso la destinazione a servizi di tutte le aree recuperabili e dovrà articolarsi attraverso la pianificazione esecutiva. tenendo conto delle esigenze dei cittadini in modo da risolvere correttamente il rapporto insediamentiorganizzazione delle attrezzature, in relazione anche con il sistema della mobilità e dei trasporti. Potenziamento del verde pubblico. Viene perseguito attraverso il recupero a tutti i livelli

DALLA 9-PAGINA

UN'OCCASIONE PER UNA VERA PIANIFICPZIONE DAL BASSO CON IL CONCORSO DI TUTTI I CITTADINI.

delle aree libere, dalle grandi aree periferiche da inserire in una logica di fruizione sovracomunale, ai giardini interni al tessuto urbano, alle nuove aree da reperire negli interventi di ristrutturazione e ridifinizione urbana. Anche per il sistema del verde, soprattutto per quanto riguarda le zone interne della città, esiste il problema del rimando ad una strategia di intervento nei piani esecutivi e nei programmi annuali di attuazione che realizzi, attraverso un recupero capillare di spazi, un sistema continuo di connettivo fra gli spazi pubblici. La stessa logica, avendo tuttavia a disposizione spazi maggiori, ha giudicato il disegno delle aree verdi delle zone più

esterne, determinando un sistema continuo di connettivo fra le frange edificate della periferia urbana, rinsaldandone il tessuto e recuperandone la continuità (parco agricolo). Il piano, individuate le aree per i servizi sociali sia come localizzazioni precise sulla planimetria, sia come quota a parte da reperirsi entro le zone B2 (ristrutturazione), rimanda alla pianificazione esecutiva la definizione delle specifiche destinazioni a servii zi da attuarsi tramite i programmi annuali e triennali. Un'analisi precisa viene però fatta per quanto riguarda l'istruzione dell'obbligo e l'istruzione superiore. Pubblichiamo qui di seguito gli stralci relativi alla zona 10.

colarmente grave. Per la media si concentra nella zona Turro Crescenzago per 1.680 posti alunno circa, mentre per l'elementare si colloca al centro della zona.

Calcolando da una parte gli incrementi dovuti ai lotti 47, 70, 71, D e 48 di edilizia residenziale e dall'altra le aule in corso di costruzione, si registra un fabbisogno di 2.500 posti di materna, un'eccedenza di 400 posti di elementare ed un fabbisogno di 1.300 posti alunno per la scuola media.

In particolare l'insediamento del lotto D aggrava IR situazione della scuuia media in quanto si localizza proprio nella zona individuata per il fabbisogno arretrato.

L'incidenza degli altri lotti risulta essere comunque inferiore.

Il programma in corso prevede l'ampliamento delle scuole di S. Erlembardo per 300 posti alunno di scuola elementare, il complesso Cesalpino per 8 aule di materna, 24 di elementare e 24 di media; 30 aule di elementare nel plesso Brambilla/S. Mamete.

Tutti insediamenti correttamente localizzati.

La zona richiede inoltre un plesso scolastico a Precotto (lotto 47), correttamente localizzato in quanto il lotto è in attuazione.

Vanno calibrati molto bene i rapporti Elementare, media, materna a favore delle ultime due che presentano un forte fabbisogno mentre la scuola elementare risulta in eccedenza.

ISTRUZIONE SUPERIORE

ZONA 10

La popolazione da scolarizzare al 1986 è di 6.870 residenti mentre la dotazione è di 1.500 p.a.. Il fabbisogno è di 5.370 posti alunno soddisfabile in parte con le eccedenze della zona 11. in parte con un Centro Scolastico di p.a.

2.500 da localizzare nella zona di Precotto a Sud del deposito

A.T.M. (verificare l'edificabilità del terreno ex cava).

sia inquinata da elementi esterni di carattere speculativo. Il PRG nell'ottica di un mantenimento dell'attuale livello di occupazione nel settore, prevede ampi spazi di espansione industriale soprattutto per consentire quelle rilocalizzazioni che si rivelano veramente necessarie, e si cautela al tempo stesso con vincoli di destinazione pubblica (verde) sulle aree industriali degradate. per le quali è necessario un successivo e puntuale controllo da parte degli organismi decentrati al fine di verificare, con i lavoratori stessi, la giustezza delle previsioni di piano correlate con i programmi delle aziende.

Parallelamente alla difesa delle attività produttive il piano elabora una strategia di contenimento della diffusione nel tessuto urbano delle attività terziarie, promuovendo, soprattutto nel settore pubblico. un pieno utilizzo delle strutture esistenti spesso sotto-utilizzate e incentivando un recupero appropriato degli edifici storici.

Un ultimo elemento di fondamentale importanza che caratterizza il Piano è il potenziamento dei servizi e del verde particolarmente carenti nelle zone periferiche, al fine di perseguire un rilevante miglioramento qualitativo della vita urbana.

Anche in questo settore il PRG, recependo e ampliando il vincolo su tutte le aree libere già oggetto di un piano stralcio per le aree da destinare a servizi adottato alcuni mesi or

sono, ha fatto tesoro di una serie di indicazioni capillari emerse dai consigli di zona, come fondamentale contributo per il reperimento di tutto lo spazio e le risorse ancora disponibili da utilizzare appieno per un adeguamento dello standard ai livelli minimi previsti dalla vigente legislazione nazionale e finora largamente disattesi nella nostra città.

Poste queste premesse il piano è ora tutto da attuare. Vale la pena ancora di sottolineare come le prossime scadenze vedano da subito impegnati con un ruolo da protagonisti i vari organismi di Decentramento. Da questi infatti può venire un preciso rilevamento delle esigenze emergenti dalla base e conseguentemente un ampio movimento di stimolo e di pressione perchè l'attuazione del piano rispetti (inserendole con tempestività nei programmi annuali di intervento e nei vari piani di inquadramento operativo) quelle priorità, soprattutto relative alla edilizia economico -popolare, alla dotazione di verde e servizi, e alla difesa delle attività produttive, che all'interno delle singole zone sono da tempo state evidenziate e che attendono ora una rapida e concreta realizzazione.

In particolare, per quanto riguarda la nostra zona, occorre esercitare la massima pressione affinchè vengano subito approvati i piani di inquadramento operativo (previsti dalla normativa del PRG) relativi alla zona posta a sud del rilevato ferroviario, in modo che, una volta approvato il PRG dagli Organi regionali. vengano inseriti con priorità assoluta nei programmi annuali e poliennali di attuazione dell'Amministrazione comunale le relative operazioni di ristrutturazione edilizia ed urbanistica tese al recupero dello standard e al superamento dell'attuale

degrado.

Sarà questa un'operazione che, parallelamente al decollo delle ristrutturazioni previste nei lotti vincolati ex legge 167 di cui sono già state fornite le indicazioni di priorità, consentirà di raggiungere il duplice obbiettivo di una riqualificazione del livello di vita in queste zone e del mantenimento in esse dei ceti popolari attualmente insediati.

Un secondo tipo di lavoro da condurre con tempestività e con la più larga partecipazione dei cittadini sarà quello di indirizzaindividuare (raccogliendo le esigenze che emergono nei quartieri e che da tempo attendono soddisfazione) una giusta localizzazione dei servizi nelle aree vincolate a tale scopo dal PRG. Si tratta anche qui di fornire le indicazioni prioritarie di utilizzo di queste aree e di precisare la specifica destinazione; operazione questa attualmente omessa dagli estensori del piano e giustamente rinviata alle ben più precise ed attente volontà locali.

Oltre ad una più razionale utilizzazione di alcune strutture esistenti (come il Trotter, il parco e la villa Finzi) occorre com'è noto avviare a realizzazione il parco Martesana (lotto 48 ex lege 167), annullare il fabbisogno pregresso di edilizia scolastica, fornire le indicazioni di utilizzo ed accelerare i relativi interventi per l'ampia fascia riservata a servizi e a verde posta fra Precotto e via Adriano, fornire proposte di utilizzazione delle aree a verde comunale ed intercomunale poste fra Crescenzago ed i confini di Sesto S. Giovanni, individuare nuove localizzazioni e suggerire recuperi di strutture pubbliche inutilizzate per quegli indispensabili servizi sociali come le biblioteche, i poli -ambulatori, i centri culturali e ricreativi, ecc., di cui la nostra zona è particolarmente carente.

10
ANALISI DEI FABBISOGNI ARRETRATI E PREVISIONI DI PIANO

VIALE MONZA 36

Quello di Viale Monza 36, la casa che fa angolo con Via Dei Transiti, al piano terra della quale si possono ancora leggere le insegne della Trattoria Bellingera,è un caso che esemplifica molto bene il modo di operare, di ieri e di oggi, della grande speculazione edilizia nella nostra città.

È un caso di grande rilievo sociale e politico per la zona 10, poichè intorno ad esso sono in gioco le possibilità sia di tagliare le unghie alla rendita fondiaria, sia di restituire ai cittadini appartenenti agli strati popolari un edificio del loro quartiere, sia di fare valere nei fatti la volontà di partecipare e di cambiare che è forte in tutti noi.

Per conoscere le implicazioni del problema, è necessario fare un pò di storia.

L'edificio è di proprietà di una potente compagnia di assicurazioni che non si è mai curata, pur riscuotendo regolarmente gli affitti, di operare quelle manutenzioni che erano indispensabili per mantenere in buono stato di conservazione lo stabile.

Ora il 36 di viale Monza è una casa che va letteralmente a pezzi. È praticamente inabitabile (vi risiedono con tenacia eroica ancora tre famiglie) ed in stato di conservazione pessimo.

Circa due anni fa la proprietà fece richiesta al Comune di una licenza per piccoli lavori di manutenzione che le fu rilasciata. Ma un anno dopo l'Amministrazione comunale doveva nuova mente intervenire per fare bloccare i lavori che erano in contrasto con il carattere della licenza concessa a suo tempo.

Infatti la proprietà stava sventrando completamente l'edificio, portando a termi ne l'operazione di allontanamento degli inquilini, nella prospettiva di ricostruire alloggi di lusso che permettessero alti affitti fuori della portata della grande maggioranza della popolazione.

Toccata nei suoi interessi dall'intervento dell'Amministrazione comunale guidata dalla nuova Giunta di sinistra insediatasi dopo il 15 giugno 1975, la proprietà ricorreva al Tribunale Amministrativo Regionale (T. A. R.) che, dovendo giudicare sulla base di elementi inconpleti, dava via libera alla ripresa dei lavori.

Giungiamo così agli ultimi eventi.

Poche settimane fa il Consiglio di Zona 10, l'organismo del decentramento amministrativo, approvava una delibera in cui si chiede che la speculazione venga bloccata.

Si chiede l'annullamento della licenza poichè in contrasto con la precedente de-

libera del Comune relativa alla salvaguardia di alcune zone di Milano (fra cui la nostra) particolarmente colpite dalla speculazione edilizia e dalla mancanza di servizi sociali. La delibera comunale impediva, fra l'altro, di concedere licenze per costruzioni o ristrutturazioni singole, imponeva invece che ogni lavoro venisse effettuato nell'ambito di un più vasto ridisegno urbanistico delle zone.

Il Consiglio di Zona 10 chiede pertanto che i lavori siano sospesi, che l'edificio venga inserito nel piano di 167 (edilizia economica e popolare) affinchè possa essere si ristrutturato, ma al fine di ottenere per il quartiere quelle abitazioni e quei servizi che sono indispensabili.

La situazione è dunque a questo punto e siamo convinti che il Comune, accettando le istanze democratiche che caratterizzano il suo nuovo governo, compirà quei passi che gli sono richiesti e che sono necessari.

Come si vede il caso è dunque emblematico di una situazione che troppe volte si è venuta a creare nei nostri quartieri e che in passato e assurta a modo di gestire lo sviluppo urbanistico disordinato di Milano.

Da una parte ci sono le grandi concentrazioni monopolistiche della rendita parassitaria che, perseguendo i loro interessi, non esitano ad allontanare i ceti popolari più bisognosi dai loro quartieri, a mandare in rovina un patrimonio edilizio, a cercare in ogni modo nuovi sbocchi profittevoli ai loro capitali accumulati alle spalle dei lavoratori. Dall'altra parte ci sono i lavoratori, i pensionati, i ceti popolari e le loro organizzazioni democratiche che si battono perchè le speculazioni cessino di esistere, per mantenere un carattere popolare ai loro quartieri, per una città più vicina alle loro esigenze che sono poi quelle della stragrande maggioranza dei cittadini.

Rispetto però al modello

tradizionale ci sono novità, ed importanti.

C'è una Giunta comunale che ha la volontà politica di modificare il volto della città nella direzione degli interessi dei cittadini e che lo dimostra nei fatti; ci sono i Consigli di Zona che, strutture portanti della volontà e della partecipazione dei quartieri, acquistano crescente potere e prestigio affinchè tale volontà si affermi.

Siamo però convinti che in nessun caso un vero e profondo processo di modificazione della realtà possa avvenire per delega.

Il Consiglio di Zona, la Giunta di sinistra, non sono punti di arrivo. Sono occasioni. Nuove e importanti occasioni che il movimento popolare ha conquistato nelle lotte. E sarà ancora nelle lotte, nella vasta partecipazione popolare alle decisioni che tali occasioni potranno divenire più incisive, potranno orientarsi di più e meglio alle concrete, reali esigenze dei cittadini.

E anche viale Monza 36 deve essere un banco di prova di questa nostra capacità di incidere, di partecipare, di scegliere.

Le forze sindacali del quartiere (C . U. Z . , S. U . N . I A.) si sono già pronunciate per il recupero dell'edificio a edilizia popolare. Le forze politiche più sensibili agli

interessi popolari hanno avviato uno sforzo unitario, aperto a tutte le componenti politiche democratiche, di organizzazione innanzi tutto degli inquilini rimasti nello stabile e inoltre delle case adiacenti, quale quella di via Dei Transiti 26 colpita anche essa da tentativi di speculazione (vendite frazionate).

È allora necessario andare avanti. Estendere la mobilitazione al maggior numero possibile di cittadini nella consapevolezza che la lotta alla rendita parassitaria interessa profondamente tutti.

Porsi degli obiettivi realizzabili: il blocco duraturo dei lavori, l'inserimento dell'edificio nel piano di 167, la ristrutturazione per la creazione di vani a basso prezzo.

Infine dovremo collaborare attivamente col Consiglio di Zona per operare insieme le scelte d'uso dell'edificio una volta recuperato alla collettività (per esempio al piano terreno potrebbe trovare posto una mensa interaziendale, oppure un centro sociale per giovani).

Lo ribadiamo: pensiamo veramente che solo così viale Monza 36 potrà entrare nelle nostre conquiste e solo così daremo un concreto contributo a quel « nuovo modo di governare » di cui la città ed il Paese necessitano.

Ordine del Giorno del Consiglio di Zona

Il Consiglio di Zona 10 rileva che: le opere di cui alla licenza non sembrano rientrare tra quelle ammesse dalla variante alle norme tecniche di attuazione del P.R.G. del 17/6/1974, consideranto che lo stabile rientra in zona con campitura a puntini e quindi soggetta a salvaguardia; si prende atto dei referti emersi dai sopralluoghiesperiti dall'ufficio Tecnico con i quali si afferma che le opere eseguite sono conformi a quanto approvato; si fa comunque presente che non essendoci la possibilità di confrontare i disegni originali sussistono margini di inesattezza per una sicura affermazione di regolarità; la scomparsa della pratica originale, la mancata richiesta a suo tempo di parere al Consiglio di Zona sul progetto, la cacciata degli inquilini dallo stabile in cui solo 3 famiglie ancora resistono allo sfratto, il rilascio della licenza avvenuto con l'iter agevolato delle piccole opere, tutto ciò fa pensare ad un tentativo di operare una mascherata ristrutturazione.

Il Consiglio di Zona richiama quindi l'Amministrazione Comunale affinché: l) la licenza sia annullata per illegittimità; sia denunciata la scomparsa della pratica; si operi per salvaguardare l'attuale inquilinato.

Si fa presente che i provvedimenti sono urgenti, poichè il provvedimento del T.A.R. consente la continuazione dei lavori.

Si aggiunge infine che lo stabile è stato più volte oggetto di richiesta di inserimento nel piano di « 167 » in quanto lo stabile semivuoto, a parere del Consiglio di Zona, si presta favorevolmente all'uso di casa parcheggio, permettendo così il decollo dei piani di ristrutturazione in una zona particolarmente degradata e con numerose case vincolate a 167.

Questa scelta sarà ulteriormente ribadita nell'esame della variante al P.R.G. affinchè l'area e lo stabile sia destinato a edilizia popolare.

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LO Donne e politica SCRUTATORE

Tornando dal seggio elettorale il lunedì sera, le gambe e il cervello indolenziti, in mano il sacchetto di plastica che dondola, con il thermos e i panini avanzati; nell'aria una strana luce a metà fra il crepuscolo grigio e il giallo del neon intristisce i colori violenti dei manifesti ancora freschi, attaccati la notte del venerdì, all'ultima ora: vota, scegli, decidi...

Nelle case, la gente che ha votato, scelto, deciso, siede davanti al televisore frai resti della cena. Le strade, deserte. Da una finestra all'altra incalza la voce dello speacker televisivo.

Ancora pochi passi, il tragitto è breve e, comunque, ormai è andata. Speriamo bene. Stamani un'elettrice, mentre deponevo le sue schede nell'urna, mi ha detto proprio così « speriamo bene ».« Certo, ho convenuto, speriamo » magari votiamo due partiti diversi e non condividiamo niente e tuttavia, forse, il bene che ci auguriamo è uguale.

Sorrideva, con quella punta di scetticismo propria di chi ha visto tante cose o ha creduto di vederne e conosce il mondo e conserva poche illusioni. Eppure era emozionata e sicuramente ha temuto di sbagliare, di avere fatto la croce troppo lunga, di aver piegato male la scheda... come tutti noi. Chi dice che non siamo seri, che non siamo abituati alla democrazia, che siamo approssimativi, superficiali ? Veniamo dalla Germania, dalla Svizzera, passiamo giorni interi in treno, entriamo nelle cabine emozionati, spaventati, consapevoli. Sappiamo che è importante. E siamo tanti. Quasi tutti abbiamo votato. E quasi sempre a gruppi: famiglie, amici, conoscenti che s'incontrano:

« ma guarda chi c'è? Come se ci fossimo dati appuntamento! Ma pensa, neanche a farlo apposta... » si riconoscono così a gruppi.

Quelli che vengono a votare il mattino presto, prima di andare in gita, quelli che escono dalla messa, ecco, adesso per un pò donne non ne vengono più, sono in casa a far da mangiare, si ricomincia all'ora del giretto serale, dell'aperitivo, poi arrivano quelli che escono per recarsi al cinema, beati loro, e ne approfittano per andare al seggio e i nottambuli che arrivano di corsa, all'ultimo minuto: « mi dispiace, ormai è chiuso, sono le dieci e cinque », « pazienza, domani »

Diciotto ore la domenica, altrettante il lunedì: fra scrutatori alla fine ci si conosce bene, ci si dà del tu, nelle ore morte si scherza, si spartiscono i panini, si cerca d'indovinare il voto dell'elettore in base all'abbigliamento, al gesto, all'espressione. Ma non è mai attendibile. Quel ragazzo lì, blue jeans sdruciti, maglietta incerta; ha votato Democrazia Proletaria? Magari no, magari è uno dell'oratorio. quella signora tirata a lucido all'ultima moda, chissà, forse è comunista.

Arriva un compatto nucleo familiare, genitori, figli, e in mezzo, portato avanti gloriosamente, il nonno. In cabina si trattiene a lungo: fuori i parenti sorridono condiscendenti.

« Come va Signore? riesce a piegare le schede? ». Gli altri, già votato, precisi, rapidi, scuotono la testa « È inutile, non sente, è sordo ». Alla fine esce lentamente, le schede sono ben piegate, le consegna. « Allora nonno, ci rivediamo la prossima volta ... ». Scuote la testa, sorride, fra il malizioso e il triste « Chissà...Ormai è la ultima... » Gli altri lo riprendono in

mezzo a loro, se lo portano via orgogliosi. La sua croce, ne sono sicura, sarà tremante ma precisa, proprio lì su « quel » simbolo, dove voleva lui. Le coppie si soffermano a osservare le liste dei candidati, parlano, s'interrogano: in realtà non guardano mai la lista del partito che voteranno, guardano le altre, per non farsi scoprire e confondere le idee degli astanti (lo so, faccio sempre anch'io così); IL VOTO È SEGRE-

TO.

« Ma non c'è la colla? » « No, signore, non c'è, ma tanto è uguale, la scheda la infiliamo subito nell'urna, nessuno la vede.. »

« Oh, tanto, per me, non m'importa mica ... » Gli importa invece, e sta lì a guardare che tu la infili proprio bene, che vada giù dentro fino in fondo e scompaia in una anonimità di foglietti grigi e paglierini. « L'ho tutta bausciata, non si chiude bene » « Non si può chiudere, signora, la colla non c'è » « Ah no? Hanno voluto risparmiare.. »

« Eh che vuole, c'è la crisi.. » Presi dallo sconforto, attacchiamo un cartello, scriviamo sulla lavagna

« Non c'è colla ».

Ad ore fisse, per alcuni di noi, arrivano i sacchetti con i panini, le bibite, il caffé, le notizie. Un momento di pausa: allora, come va? tutto bene? e da voi? Gli altri, i partiti minori, ironizzano segretamente invidiosi. Per consolarli, gli offriamo un pò di caffè, un sorso d'aranciata.

Si aggirano tra i seggi i rappresentanti di lista, guardano, controllano « Tutto regolare? » « Si, è tutto tranquillo ». Sono sempre democristiani e comunisti.Sono esperti, efficienti, hanno lunga pratica di elezioni, conoscono a menadito norme, moduli, verbali, danno consigli allo stesso presidente di seggio che, spesso è un novellino impreparato e terrorizzato. Quest'anno c'è anche il ragazzino di Democrazia Proletaria, tutto capelli e distintivo, l'aria comicamente fiera e sperduta.

Arrivano finalmente le due del lunedì. Si chiude: mettiamo a posto le urne, sigilliamo, dissigilliamo, conveniamo la procedura di spoglio, stabiliamo i posti, le precedenze. Parliamo d'altro, cerchiamo di darci un contegno indifferente. « Quando ensi che avremo finito » « Io all'ora dicena vorrei essere a casa » « Se ci organizziamo bene... » « Ricordo che alle elezioni del '72... » In realtà siamo tutti tesi, ansiosi, disposti a restare anche tutta la notte se necessario. Perchè è importante e per ognuno di noi, a suo modo, è molto importante. La prima scheda, la seconda, la terza... Dopo circa un'ora si affaccia alla porta per un attimo il vigile di guardia al seggio. In silenzio, con gli occhi, mi chiede « Come va? ». Altrettanto in silenzio gli rispondo, con un cenno « si, coraggio, va bene ». Ci siamo conosciuti in questi due giorni; abbiamo parlato, cose vaghe, indifferenti, io non so per chi ha votato e non gli ho detto di me, ma so, sono certa, che se va bene per me, oggi va bene anche per lui. Il resto, poi, non importa. Adesso c'è questa luce grigia e gialla, le strade deserte, la gente nelle case, i televisori accesi.

È finita. Domani ricominceremo. Domani di nuovo a discutere, riflettere, confrontarsi, decidere. Domani. Stasera no. Stasera ci fermiamo e ci mettiamo ad ascoltare. Che ci rimangano dentro a lungo ancora,. come un ammonimento, quest'aria sospesa, questo silenzio, quest'attesa vigile.

Il referendum sul divorzio del 12 maggio 1974, le elezioni amministrative del 15 giugno 1975, le grandi battaglie per il nuovo diritto di famiglia e per una giusta legge sull'aborto hanno dimostrato la sempre maggiore presa di coscienza, e quindi la nuova maturità sociale e politica delle donne italiane.

Oggi le donne sono circa il 53% degli elettori, sono la maggioranza. Alle ultime elezioni politiche del 1972 su 8152 candidati solo il 3,5% erano donne. Alle amministrative del '75, il numero delle elette è sensibilmente aumentato. È stato un primo successo, e le consigliere comunali e regionali, le donne assessori, si sono messe al lavoro,

saranno 60. Il doppio.

In realtà la sola variante sensibile riguarda il Partito Comunista, che porta in Parlamento 45 donne (36 alla Camera e 9 al Senato) invece delle precedenti 21.

La Democrazia Cristiana sale da 9 a 10; i socialisti restano con una; due sono le radicali, mentre repubblicani, Democrazia Proletaria e Movimento Sociale ne portano una ciascuno.

La presenza di queste donne significa mutare, rinnovare il voto del Parlamento. Tante elette significheranno un nuovo apporto per affrontare con una più vasta articolazione i temi della emancipazione femminile, ma rappresentano anche un

politiche toccavano e toccano una sfera di problemi, di rapporti e di esperienze che la maggior parte delle donne vive nella sua vita quotidiana: la famiglia, la maternità, i rapporti interpersonali, l'educazione dei figli. E tutti questi problemi esigono una società profondamente rinnovata, e la costruzione positiva di nuovi valori, di una moralità nuova.

In tutto ciò non si esprime altro che un modo proprio di sentire la gravità della crisi attuale da parte di chi ne è direttamente investito; un modo proprio di risposta in cui viene esaltata l'esigenza di una radicale riforma morale.

Oggi larghe masse di don-

hanno dato il massimo della loro partecipazione e del loro impegno. Dopo il 15 giugno, le donne hanno cominciato ad avere un loro posto anche là dove si decide, anche al momento delle scelte.

Dal 15 giugno ad oggi il movimento femminile è cresciuto, le battaglie per il diritto al lavoro, per i servizi sociali, i consultori, i nidi, lo hanno rafforzato, offrendo di volta in volta nuovi momenti di aggregazione e di unità.

Un salto di qualità delle donne, dunque, consapevoli che la condizione femminile non cambia se non cambia la società, e che la misura vera del rinnovamento della società è proprio in nuove condizioni' di vita delle donne.

I risultati di un tale salto di qualità sono appunto lo spostamento a sinistra del loro voto, che significa prima di tutto rifiuto di un vecchio modo di governare, aspirazione a una maggiore giustizia sociale. E, aspetto non meno importante, la loro aumentata presenza in Parlamento, il loro aumentato peso politico, il loro diritto a contare di più.

Nella precedente legislatura le donne in Parlamento erano infatti 31; questa volta

contributo delle donne alla elaborazione legislativa su tutti i terreni, dall'occupazione, alla tematica dei diritti civili, alle questioni nazionali e internazionali.

Il problema centrale che emerge a questo punto, l'aspetto più interessante, è a parer mio il nuovo termine di rapporto tra donne e partiti, donne e politica, donne e assemblee rappresentative, nella sua dimensione non solo elettorale, ma permanente.

Tutto quello che di nuovo è andato maturando fra le masse femminili, il maggiore contributo alla attività politica da parte delle donne italiane, si è risolto per la vita democratica del Paese in una fondamentale aggiunzione di qualità nuove. In questo periodo di sempre crescente partecipazione femminile c'è stato un sempre maggiore intervento delle donne sulla determinazione delle leggi dello stato, ma soprattutto, ed è questo che tengo a sottolineare, c'è stato un crescente farsi carico da parte delle donne di compiti di direzione e responsabilità nella cosa pubblica.

E soprattutto le donne fanno, e hanno fatto, politica quando è stato loro possibile avvertire che le scelte

ne italiane hanno acquisito una nuova coscienza della propria autonoma forza e aspirano a contare di più e ad esprimersi di più nella società nazionale. Mille segni lo dicono, anche il nuovo spazio che esse chiedono dentro i partiti.

È evidente che tutto ciò rappresenta una nuova e grande potenzialità democratica, che nasce dalla donna e investe la società. Il problema da risolvere diventa dunque il rapporto tra uno stato, costruito sul clientelismo, dalla cui dizione sono escluse le grandi masse popolari, e la massa delle donne, la loro volontà di emancipazione e di presenza, il loro spirito di solidarietà.

È la prospettiva di uno stato diverso, di una direzione del Paese aperta al contributo delle masse popolari e delle loro espressioni politiche, fondata sul consenso, forte di un pluralismo inteso come permanente capacità di confronto, quello in cui può trovare spazio una nuova presenza delle donne, dei loro movimenti e associazioni; non come forze di supporto, ma come voce autonoma portatrice di proprie autonome proposte ed impe•

DA DONNA A DONNA

CISO ANAP di Crescenzago

Come

un prete ha cercato di « aiutarsi » con migliaia di studenti immigrati

Come un prete ha cercato di « aiutarsi » con migliaia di studenti-immigrati.

Questi ultimi mesi hanno visto il riacutizzarsi della crisi economica in cui si dibatte uno tra i più importanti Enti privati che gestiscono lo addestramento professionale in Italia. Intendiamo alludere all'ANAP (Associazione nazionale Addestramento Professionale) che possiede uno dei suoi centri di addestramento nella Zona 10, in via Adriano 60.

La storia di questo ente privato risale ai lontani-anni '50 e prende le mosse da due fattori concomitanti:

I) la legge 29 aprile 1949 n. 264 riguardante la qualificazione professionale dei lavoratori, lo spirito imprenditoriale di un intraprendente prete carpigiano, Don Benatti Vincenzo.

Questa legge, proposta ed approvata per scopi assistenziali da una parte e, dall'altra, per alimentare il cheitaismo del potene rnocristiano, che, in quegli anni, stava costruendosi le premesse per una egemonia trentennale, non deluse le aspettative del prete - imprenditore.

Dopo un tirocinio di alcuni anni nella natia Carpi, ove Don -Vincenzo Benatti nel 1949 istitui l' ACEG, ente a carattere locale che svolgeva la sua attività nel settore della qualificazione professionale, nel 1954 estende la sua iniziativa a Milano e, attraverso la fondazione della società C.I.S.O. spa (Centro Italiano Specializzazione Operai), comincerà a esercitare esclusivamente l'attività di gestore di corsi di addestramento finanziati dal Ministero del lavoro e della Previdenza sociale.

In rapida progressione al Centro di Milano (1954), co-

struito sfruttando la mano d'opera degli allievi frequentanti i corsi per muratori e carpentieri, seguono, nel periodo 1954-1%3, l'apertura di nuovi centri: Calambrone (Pisa), Santa Giusta (Cagliari), San Vito (Cagliari), Protasardo (Nuoro), Piobbico (Pesaro).

In tempi più recenti l'attività dell'Ente si è estesa con i centri di Isili (Nuoro), Boriatico (Catanzaro) e quello di Taranto in corso di allestimento.

Il 15 settembre 1959 Don Vincenzo Benatti costruisce l ' A . N . A. P. (Associazione Nazionale Addestramento Professionale) Leone XIII, con sede a Milano, via Adriano 60, che subentra alla società C.I.S.O. nella gestione dei corsi di qualificazione. Presidente del nuovo ente, designato a norma di Statuto, lo stesso Don Benatti. Egli ricopre questo incarico fino al 1969, anno in cui la Procura della Repubblica di Milano, dietro la presentazione di una circostanziata denuncia da parte di alcuni assistenti convitmali, (poi licenziati in tronco) promuove un procedimento penale, tutt'ora aperto, a carico di Don Benatti e altri dirigenti dei due enti (A.N.A.P. e C.I.S.O.), per peculato e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e della C.E.E., che tramite il fondo sociale europeo finanziava al 50% l'attività del prete-imprenditore.

In quella occasione la stampa nazionale si occupa a più riprese del caso, con una campagna giornalistica che denuncia chiaramente l'ispirazione speculativa che è alla base dell'attività di addestramento professionale.

Al di là della cronistoria, ben più ricca di particolari e fatti illuminanti, ci preme sottolineare che fin dalle origini l' A.N.A.P. - C.I.S.O. e

per lui Don Vincenzo Benatti, il vero « deus ex machina » dei due enti, individua quali saranno le sue direttrici di marcia. Verso l'interno (soprattutto il personale) una gestione autoritario-paternalistica di stampo ottocentesco, e verso l'esterno una attività piegata alla strategia padronale. L'ente si delinea ben presto come:

I) un canale di copertura dello sfruttamento o come canale di sfruttamento subalterno di forza lavoro intellettuale(gli insegnanti);

2) una struttura compensativa e di recupero rispetto alle inadempienze della scuola dell'obbligo, assumendo così un carattere marcatamente assistenziale. Un ibrido tra scuola, orfanotrofio e oratorio salesiano.

In questi ultimi anni una crescente presa di coscienza da parte del personale, che ha condotto alla costituzione delle sezioni sindacali

C.G.I.L. - scuola e SI LAR, C.I.S.L., ha svolto un importante ruolo nell'orientare le lotte verso gli obbiettivi individuati dal sindacato:

I) pubblicizzazione dell'intero settore;

2) gestione sociale fondata sulla partecipazione democratica, delle componenti dei Centri e delle forze sociali, alla programmazione, allo svolgimento, alla organizzazione delle attività di formazione professionale.

Tuttavia, oggi, il Centro di Milano, che ospita circa 290 allievi, provenienti dal Meridione d'Italia, sta subendo le conseguenze della grave crisi finanziaria in cui si dibatte l'Ente.

Il momento drammatico, che mette in dubbio anche il proseguimento dell ' anno

scolastico in corso, ha le sue radici nel fatto che non vengono erogati, da parte del Ministero del Lavoro, le quote spettanti per il secondo semestre dell'attività '75 '76 ed il 25% della sua quota per l'inizio dell'attività già in atto.

Nel corso di un incontro, avvenuto a Roma il 5 giugno, tra l'Ente e le Organizzazioni Sindacali dei centri

A.N. A .P., la Direzione generale dell'Ente ha fatto intendere che l'attuale situazione di crisi finanziaria è provocata da inadempienze di cui è responsabile il Ministero del lavoro, il quale, secondo la versione dell'Ente, non avrebbe alcun motivo per non erogare la sua quota.

Da parte sua, invece, il Ministero ha chiesto all'Ente di poter controllare alcuni aspetti della gestione attraverso la presentazione di una documentazione relativa all'attività che va dal '68 ad oggi, affermando, nel contempo, che fino a che il controllo non sarà ultimato non erogherà i finanziamenti che gli. competono.

Di fatto la crisi finanziaria ha determinato il non pagamento delle due ultime mensilità al personale insegnante e non insegnante, e la non corresponsione agli allievi dell'assegno giornaliero (L. 2.000).

Tutto questo ha generato, come è intuibile, un grave stato di disagio economico e un crescente malcontento che, tuttavia, è stato incanalato in forme di lotta adeguate alle circostanze e utilizzato come momento di crescita politica dei giovani meridionali ospiti del centro.

Innanzitutto è emersa l'esigenza di legami con i C. d F., della Zona (es. Magneti Marelli) e le forze politiche, sociali e sindacali della Zona, cittadine e regionali.

Questo lavoro è culminato nell'assemblea aperta del-

1'8 giugno alla quale sono intervenuti dirigenti della CGIL/scuola provinciale e regionale del SILAP/CISL Segreteria Nazionale, della FLM di Zona, il C. d F. della Magneti Marelli, rappresentanti del PCI e della FGCI milanese. È stato un momento di lotta, ma anche di dibattito nel corso del quale si sono messi a fuoco i problemi più urgenti e il modo per risolverli. L'assemblea si è conclusa con l'approvazione di una mozione che conteneva la richiesta di un incontro tra i rappresentanti del Ministero del Lavoro e dell'Ente ANAP perchè venga chiarita e sbloccata la questione finanziaria.

La situazione contingente dell'Ente, seppure grave, non deve farci dimenticare che tra radici lontane, profonde e generali, esse sono riconducibili, in modo schematico, alle seguenti:

I) La formazione professionale è, di fatto, controllata e indirettamente gestita dal padronato secondo linee funzionali alla sua strategia; i contenuti della formazione sono profondamente contraddittori rispetto alla scuola, da una parte, e al mercato del lavoro, dall'altra; l'appalto della gestione agli enti privati appare come il prodotto storico di un miope disegno che ha sempre delegato a gruppi di sottopotere, lotizzandoli, i settori a più alto contenuto assistenziale e a più basso tenore culturale.

Solo battendo questa linea tradizionale, che predomina in tutto il settore dell'addestramento professionale, sarà possibile liquidare le spinte più retrive e reazionarie che sin'ora lo hanno orientato in una direzione che è contraria agli interessi della classe operaia.

20127
MILANO applicazione FOTO - OTTICA DISTRIBUZIONE LENTI A CONTATTO CONVENZIONI MUTUE 13
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Bilancio di fine anno

Nonostante l'impegno dimostrato dagli organi delegati, e dalla Presidenza della Scuola, cui va il mio più ampio riconoscimento, devo, purtroppo, riscontrare che, anche dopo un biennio dall'entrata in vigore dei D.D., i risultati ottenuti sono da ritenersi quasi irrilevanti.

Le cause sono sempre le stesse e universalmente note, comunque vale la pena di denunciarle una volta di più: Difficoltà amministrative:

Il bilancio finanziartp preventivo per l'anno 19761977, presentato dalla Scuola per la regolamentare approvazione degli Organi Competenti, ci è stato restituito taglieggiato e mutilato in modo vergognoso (meno di 3 milioni concessi contro i 25 richiesti).

Va altresi detto che nella relazione illustrativa allegata alla presentazione di tale bilancio, ci si era premurati di dimostrare in modo articolato, le reali necessità

UNA RETTIFICA A PROPOSITO DELL'EX DAZIO

Egregio Direttore, Vorrei apporre una rettifica al mio articolo pubblicato nello scorso numero de "La nostra realtà", avendo appreso a pubblicazione già avvenuta che l'ex-dazio di viale Monza è stato destinato a sezione di Democrazia Proletaria, e non già a Centro Sociale come credePo.

Distinti saluti.

Granacci Venerio

specifiche della Scuola che, da poco ultimata, è ancora sprovvista dei più elementari ed indispensabili sussidi didattici.

Risulta chiaro che tali carenze, anche se di carattere tecnico-logistico, sono - destinate ad aggravare ulteriormente il già difficoltoso compito di « fare scuola ».

Continuità didattica:

È una delle più gravi piaghe che affliggono la scuola.

Quello che dovrebbe essere uno dei più sacrosanti diritti dello studente, per colpa di un macroscopico difetto di struttura del complicatissimo assetto funzionale del corpo insegnante, diventa un diritto del docente, che, peraltro, ne può godere in modo indiscriminato; in funzione del grado, della qualifica, dell'anzianità, ecc.

Tutto ciò determina fatalmente che ad ogni inizio di anno scolastico si verifichi il consueto « caos delle cattedre » per quadri incompleti,

per ritardi di nomine, spostamenti, avvicendamenti, supplenze ecc.

Tutto ciò è inammissibile e inaccettabile!

Mi sembra perfettamente legittimo pretendere, come genitore e cittadino, che un servizio sociale così importante come la scuola, abbia una erogazione omogenea continua e livellata.

Partecipazione

Molti genitori, troppi direi!, non si rendono conto, che nella struttura di una scuola moderna ed efficente, è indispensabile la loro fattiva e assidua partecipazione.

Il voto di delega per gli organi collegiali non significa semplicemente assolvere ad un qualsiasi dovere civico, ma più essenzialmente a sottoscrivere un impegno di collaborazione costante per la formazione culturale dei ragazzi.

A mio avviso, un'educazione culturale, pur se valida, ma soltanto scolastica, è terribilmente zoppa ed è indispensabile che venga integrata da tutti quei fattori acculturanti che spettano di competenza ai genitori (dialogo, esempio, correttezza di rapporti, apertura mentale, ecc.).

Se è vero che la scuola attuale può migliorare la società di domani e che la società attuale può migliorare la scuola di domani, siano tutti moralmente impegnati a « far scuola ».

Piero Oldani Presidente Consiglio di Istituto Scuola Media di via Frigia 4

FIORAVANTI:

Via Rovereto: un'incredibile parcheggio per camion

A passare per via Rovereto si ha l'impressione di attraversare uno di quei parcheggi per i TIR che di solito si trovano alla periferia della città.

Camion parcheggiati in seconda o terza fila e su tutti e due i lati in una via che si trova in un quartiere quasi centrale, sono uno spettacolo che non si vede, per fortuna molto spesso: a meno che questa via non sia via Rovereto.

A congiungere viale Monza con l'ingresso principale del Trotter i vecchi urbanisti avevano pensato ad una bella via larga e forse, qualcuno deve aver pensato, anche troppo. Pensato e fatto.

Ora questa via è stata ridotta dalle due ampie carreggiate originali a una molto stretta e quasi impraticabile.

Una'volta, si dice, i bambini di via Rovereto, visto che il parco del Trotter era chiuso al pubblico, giocavano sui marciapiedi, poi il parco è stato aperto itsabato pomeriggio e la dOmenica e quindi, sempre si dice, i marciapiedi non servono più.

Non sarebbe il caso che le « autorità » prendessero in seria considerazione l'uso più « pubblico » e razionale del « Trotter » e nello stesso tempo riportassero via Rovereto alla sua caratteristica originale di strada a due corsie e due marciapiedi?

DOPO I LICENZIAMENTI, LE DENUNZIE

L'attacco dei padroni Fioravanti ai lavoratori che lottano per difendere il posto di lavoro si fa sempre più grave e pesante: 17 lavoratori sono stati denunziati.

I padroni Fioravanti, che ritenevano con questo grave atteggiamento di stroncare la lotta dei lavoratori, hanno avuto la risposta che si meritavano. Nell'assemblea che si è tenuta il 15/6 i lavoratori della Fioravanti hanno dato la chiara dimostrazione della loro volontà di continuare la lotta fino al ritiro dei licenziamenti. Non solo, ma hanno dimostrato anche di saper raccogliere attorno alla loro lotta un arco di forze politiche e sociali sempre più ampio.

Ciò si è visto con chiarez-

za nell'affollatissima assemblea del 15 alla quale hanno partecipato rappresentanti del C. U.Z. (Comitato unitario di Zona), del consiglio di Zona, della segreteria provinciale della Federazione Lavoratori Metalmeccanici ed il consigliere comunale Vertemati, che ha manifestato l'impegno della Giunta per arrivare ad una giusta soluzione della vertenza.

Sono state programmate nuove iniziative, tra le quali una conferenza stampa e una sottoscrizione in appoggio alle lotte dei lavoratori della Fioravanti.

La « Nostra Realtà » invita tutti i cittadini della zona a manifestare anche con un contributo concreto la loro solidarietà ai lavoratori in lotta.

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Coop.

VIOLENTO, Casa del Popolo AGGRESSIVO, CRUDELE di V.le Monza

Nasce nel 1946 per iniziativa di un gruppo di cittadini del rione i quali chiedono, tramite il CLN di Zona, che vengano requisiti i locali di una trattoria, sita in v.le Monza 83, chiusa da diverso tempo a seguito di un provvedimento delle autorità. La trattoria era nota come un locale malfamato, dove, fino alla fine della guerra, si esercitava il gioco d'azzardo e la prostituzione sotto la protezione dei fascisti locali in quanto il titolare era uno di loro.

I promotori, ottenuta la requisizione, con prestiti personali, di amici e conoscenti e con l'apporto di alcune centinaia di quote azionarie da 500 lire l'una, riescono a mettere insieme la somma strettamente necessaria per affrontare le spese degli atti legali, di anticipo e deposito per l'affitto, luce e gas e per il riordino dei locali che si presentavano in condizioni di completo disfacimento. Questa operazione si realizza non solo con sacrifici di tempo e denaro, ma anche con prestazioni manuali di non poco conto da parte dei promotori che ricordiamo nei nomi di Scardigli Affiero, Zanella Socrate, Muzzocchi Carlo, Vaccarini Carlo, i fratelli Santini Cairoli e Tripoli, Cussol Antonio, Buruffa Antonio, Belloni Emilio, Stucchi Arnaldo, Sfondrini Pietro, Caviti Armando, Del Riccio Mario, Brusa, Bellinzaghi, Olmeda Aldo, Bruschi: sono operai, impiegati, artigiani, professionisti e persino piccoli industriali.

La cooperativa attraversò anni difficili a causa della mancanza di disponibilità finanziarie per gli acquisti all'ingrosso, in particolare nel settore dei prodotti alimentari ed anche per la ristrettezza dello spazio in cui si svolgevano le attività dello spaccio alimentare e del circolo-bar.

Soltanto a costo di grandi sacrifici personali da parte dei soci fu possibile superare questo periodo.

Fu comunque necessaria la chiusura dello spaccio alimentare, impossibilitato, ormai, a competere con il settore privato, che si era ripreso dalla stasi del periodo di guerra e che godeva particolari facilitazioni nei confronti delle Cooperative come, purtroppo è tutt'ora (lo Stato non concede infatti nessuna facilitazione fiscale). Le Cooperative, grandi o piccole che siano, sono obbligate a tenere una registrazione contabile annuale per gli acquisti e il magazzino; un bilancio annuale, il pagamento di una tassa per ogni socio e delle quote associative. Il tutto comporta un onere finanziario non indifferente, che il privato non ha; in particolare per i gravosi dazi comunali di allora che venivano, invece, elusi dai dettagli con facili

sotterfugi.

Dopo la chiusura dello spaccio alimentare fu necessario ricorrere a nuovi prestiti per il riordino dei locali e per la costruzione della sala del biliardo. A questa opera di ristrutturazione contribuirono i socialisti che, nel frattempo, dopo la chiusura del loro Circolo di Via Venini, erano confluiti nella Cooperativa. Di questi, per la loro opera fattiva e instancabile, ricordiamo Menni Renzo, Ceresoli Carlo, Ga leotti Riccardo, Polese Antonio e Franca Avanti.

Fu possibile così in maggiore spazio, attuare alcune iniziative sociali di carattere culturale - ricreativo - sindacale, con conferenze, gare, assemblee, ecc. In seguito con il miglioramento della situazione economica, la Cooperativa provvide anche all'abbonamento a diversi giornali, quotidiani e periodici, a disposizione dei frequentatori, a contributi assistenziali di vario genere, di cui, piace ricordare, l'offerta del pranzo di Santo Stefano ai « vecchioni » più indigenti, della « bustina » che si effettuò con successo per almeno una decina di anni consecutivi. Questa iniziativa venne sospesa alcuni anni or sono per cause di forza maggiore; il Consiglio attuale, quest'anno, ha però ripreso, in occasione del trentennale, l'iniziativa e intende proseguirla negli anni a venire. Per questa occasione è stato offerto uno spettacolo cinematografico ai bambini del rione presso il cinema Argo. Contributi vari anche ai bambini della scuola materna per le onoranze ai Caduti della Liberazione e per le famiglie bisognose. Inoltre un contributo di L. 100.000 per la ricostruzione del Vietnam e un altro ancora per i Circoli devastati dai fascisti.

La cooperativa è, oggi, frequentata assiduamente dai pensionati che trovano i prezzi del caffè e del vino più convenienti che negli altri posti. La loro permanenza, che talvolta si prolunga per diverse ore, non è condizionata all'obbligo di un proporzionale consumo: anche quelli che, per motivi di indigenza o di salute non possono bere, sono accolti a pari diritti degli altri. Non fosse altro che per il servizio reso a questa categoria di cittadini che bisognerebbe mantenere in vita la Cooperativa.

C'è ancora da dire che, anche se con ruoli e possibilità modesti, le Cooperative rappresentano sempre una scuola importante per lo sviluppo democratico del Paese. Sono un polo di attrazione meno condizionante della sede di partito o del sindacato e perciò adatte a stabilire dei contatti con persone non altrimenti reperibili. Inoltre la pratica

Il Teatro Officina si pone, oggi, tramite una programmazione articolata comprendente l'animazione per i bambini della Zona, e un ciclo di films che fanno riferimento a problemi i più diversi tra di loro, ma che si riallacciano a tutta una situazione di emarginazione e violenza che non esula dal nostro quartiere, nella più aperta disponibilità di incontro si con tutte le forze politiche e democratiche della zona, ma specialmente con gli abitanti di essa e quindi con nostri più diretti interlocutori.

Per questo motivo ci è sembrato importante inserire nel nostro ciclo tre proiezioni che affrontano il problema della emarginazione dal punto di vista della malattia mentale e dell'inesistenza di strutture adeguate al suo superamento.

I films: « Nessuno o tutti » di Bellocchio, Agosti, Petraglia e Rulli; « Fortezze vuote » di G. Serra; « Nel cerchio » di G. Minello non affrontano problemi specialistici tipo il perchè della terapia e della psichiatria in ogni suo aspetto, ma cercano di affrontare le cause sociali e famigliari della malattia mentale, abbandonando decisamente una analisi narrativa, (pur ottenendo risultati nel campo dell'arte cinematografica) per arrivare ad un risultato che sia effettivamente un contributo della collettività in cui sono stati girati i films.

Le riprese ad es. di « Fortezze vuote » nascono così da una analisi della realtà manicomiale fatta con gli stessi ricoverati, con gli Enti locali della provincia di Perugia, con i cittadini, con i vari operatori psichiatrici, tutti invitati ad una assemblea popolare che servì a delineare i contenuti e le linee programmatiche del film stesso.

Esperienza simile anche per « Nessuno o tutti » girato nelle case di Parma, nell'Ospedale Psichiatrico di Codogno, nei centri di Lubiana, Montepenna e Montagnana, delineando il ritratto di una provincia malsana, documentando una sensibilità umana deformata dalla miseria. « Nessuno o tutti », con questo tipo di analisi, scava nelle motivazioni economico-politicoculturali della emarginazione e po-

* * * amministrativa, che non si differenzia se non per l'importo delle cifre fra una piccola e una grande Cooperativa, comporta discussioni collettive e responsabilizzazioni individuali il cui esercizio rende idonei a capire e giudicare situazioni e organismi economici e sociali più importanti nella vita del Paese e magari a participare alla loro direzione.

Non può esistere, è stato detto, un buon stato socialista senza buoni amministratori.

ne le basi della sua tesi: l'irrazionalità dell'asociale è il prodotto dell'irrazionalità della società; i malati di mente sono quasi nella totalità proletari e sotto proletari e la loro situazione fisica è determinata esclusivamente da ragioni di classe.

Affrontiamo quindi questi problemi con un consenso a questa tesi, convinti che lo stesso malato.

posto in un ambiente che non sia di violenze, contenzioni e crudeltà, ma dove la vita sia possibile e vivibile, diventa un « malato diverso ». Perchè ciò che rappresenta ancora nella nostra cultura un malato di mente, non è altro che l'immagine di ciò che è l'ospedale che dovrebbe aiutarlo e non lo aiuta: violento, aggressivo, crudele.

CASA DEL POPOW

viale monza. 83

Voluta e creata dai cittadini della zona 10, la cooperativa CASA DEL POPOLO costituisce da trent'anni un punto d'incontro dove la discussione si accompagna al gioco distensivo, tra amici non occasionali.

APERTA TUTTI I GIORNI ( eccetto il martedì )

In Cooperativa stare assieme costa meno.

LA COOPERATIVA
15 30 anni della
UNA INIZIATIVA DEL TEATRO OFFICINA
OSPEDALE
F.11i FORTAREZZA VINI E OLII PUGLIESI L.go TEL AVIV, 2 (MI) tel. 28 20 498 dal grossista al consumatore SENZA PASSAGGI SUPERFLUI VISITATECI

Pedalate attraverso la Brianza

La Società Ciclistica Sport club Giovanni Gerbi in collaborazione con I'U.C. Carimatese (Carimate) ha organizzato con gli auspici del Circolo Familiare di Unità Proletaria - Milano il l° Trofeo G. Fiorentini V. Zangarini.

Alle 9 del 17 giugno 1976 circa 80 cicloturisti si immettevano sul v.le Monza per dare vita a questa simpatica iniziativa.

Preceduti da staffette motociclistiche della Polizia Stradale e dei Vigili urbani milanesi il plotone si sgranava lungo le strade cittadine per raggiungere poi Sesto San Giovanni, San Maurizio al Lambro, Vimercate ed addentrarsi poi nel cuore della Brianza.

Le cicloturistiche, contrariamente a quanto normalmente avviene nelle altre corse ciclistiche, non nascono al segno dell'agonismo ma sono bensi fatte con lo scopo di far incontrare degli appassionati della bicicletta che si spostano, tutti in gruppo, seguendo la macchina staffetta.

Lo spettacolo erd molto suggestivo in quanto i vivaci colori delle maglie indossate dagli atleti spiccavano come macchie di colore contrastanti sul verde dell'ubertosa Brianza.

Trovate le prime dure rampe a Monticello Brianza abbiamo potuto assistere ad in usitati episodi di cameratismo sportivo: si vedevano infatti giovani e freschi atleti spingere lungo le salite di Monticello, della Bevera e di Barzanò, ciclisti meno freschi e soprattutto gli anziani che nonostante il trascorrere degli anni non vogliono abbandonare il loro sport preferito.

Superato Cantù si giungeva verso le 12.00 all'arrivo posto di fronte al Suggestivo Castello di Carimate ove, effettuati i controlli da parte della Giuria, si procedeva alla Cerimonia della premiazione nella sala Consiliare del Castello alla presenza del Primo Cittadino di Carimate.

La Sig.na Olga Zangarini, figlia

IL CINEMA E L'ANIMAZIONE

3-7 LA CANZONE: DI ZEZA al Teatro Officina - Viale Monza 140 dal Gruppo Operaio di Pomigliano d'Arco Con la partecipazione del C.d.F.-C.d.L. ed il collettivo teatrale di Pomigliano d'Arco - I.. 500

4-7 ANIMAZIONE TEATRALE per bambini alla Fondazione Crespi

TREVICO TORINO (film) di Ettore Scola L. 300

8-7 FORTEZZE VUOTE di G. Serra Fina proposta politica alla follia - anteprima al Teatro Officina - Viale Monza 140 - L. 50(1

11-7 ANIMAZIONE TEATRALE per bambini

NESSUNO 0 TUTTI al Teatro Officina - Viale Monza 140 prima parte seconda parte Realizzato da Agosti, Bellocchio. Petraglia e Rulli

15-7 NEI CERCHIO di G. Nlinello - anteprima Incontro con l'autore al Teatro Officina - Viale Monza 140 - L. 500

18-7 ANIMAZIONE TEATRALE per bambini alla Fondazione Crespi

MORAGA mArro DA LEGARE di Reisz - film comico - E. 300

21-7 Al Parco Trotter: II PELLEGRINO di C. Chaplin - film comico - L 300

24-7 LA CANZONE Dl ZEZA del Gruppo Operaio di Pomigliano d'Arco - L. 300

25-7 ANIMAZIONE TEATRALE per bambini

MISTERO BUFFO film di Dario l'o - realizzato dal Collettivo La Comune - L. 300

28-7 Cascina S. Mamete, Crescenzago IL DITTATORE di C. Chaplin - film comico - L. 300

31-7 PELLE VIVA di G. Fina film sull'emigrazione - E. 300

1-8 ANIMAZIONE TEATRALE per bambini

HELLZAPOPPIA di Pooper (film comico) L. 300 Proposto dal Consiglio di Zona 10 in collaborazione con tutte le forze democratiche del quartiere.

del compianto (compagno), Valentino, procedeva alla assegnazione del Trofeo, consegnandolo al Rappresentante della Società sportiva SPUMADOR, la Classificata.

Lo Sport Club Giovanni Gerbi si aggiudicava la Coppa offerta dal Comune di Carimate quale 4a classificata. Dato il successo della manifestazione lo Sport Club G. Gerbi pensa di poter quanto prima organizzare altre manifestazioni consimili.

FORNITURA CON POSA IN OPERA

MOQUETTES TAPPEZZERIE

GOMMA-LINOLEUM

Armando Carelli

Al 40" Anniversario del martirio del popolo spagnolo, dedichiamo la pubblicazione di questa poesia di Pablo Neruda. Nella foto un dettaglio di "Guernica" di Pablo Picasso, simbolo della Spagna oppressa, al grido di rivolta e disperazione della gente inerme di Spagna, colpita dalla barbaria fascista.

Racconto alcune cose e per ogni bambino morto spunterà un fucile con occhi e da ogni angolo della Spagna spunterà la Spagna. Generali traditori venite a vedere la mia casa morta, guardate la Spagna distrutta, venite a vedere il sangue per le strade! venite a vedere il sangue per le strade!

si mangia bene alla Trattoria

B410 la nostra Ita% è supplemento a Ticinia Notiziario, aut. Trib. Milano n° 232 del 4.6.73 Dir. Resp. Luciano Capitini. Stampato presso Coop. Lavoro il Guado - Robecchetto con Induno (Milano) tel. 0331/881475.
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Trofeo G. Soffientini V. Vangarini
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