Risposta a quattro obiezioni
Ciò che tutti ci aspettavamo ormai da parecchie settimane, anche se molti speravano di evitarlo, è ora certo: il 20 giugno si voterà. Era inevitabile questa scelta? Molti italiani sono convinti di no, e noi siamo tra questi. Era infatti possibile, e necessario, che le forze politiche trovassero un accordo che consentisse di arrivare alla fine della legislatura. Troppi, e molto gravi, sono infatti i problemi che il Paese ha di fronte perchè non si dovesse fare ogni sforzo per evitare le elezioni anticipate. In questo senso si era mosso già La Malfa quando si era fatto promotore di un accordo fra tutti i partiti democratici sui problemi della nostra economia. Il tentativo tuttavia era stato ritirato allorché il quadro politico era risultato gravemente compromesso dalla decisione democristiana di cercare lo scontro con gli altri partiti democratici sulla questione dell'aborto (il famoso emendamento all'articolo 2 della legge votato dalla DC e dai fascisti!). Anche la proposta avanzata successivamente dal Partito comunista di andare a ricercare una convergenza sui problemi più gravi, senza per questo modificare i rapporti fra maggioranza e opposizione, veniva rifiutata dalla Democrazia cristiana, la quale in tal modo sceglieva, tra l'altro, di isolarsi dai suoi stessi alleati repubblicani e socialdemocratici. In più veniva « resuscitato » Fanfani, il quale era nominato presidente del partito: dimostrazione questa delle difficoltà che la DC incontra sulla strada del suo dichiarato, ma mai concretamente realizzato, rinnovamento. La DC si presenta dunque col volto elettorale di sempre: alla segreteria un uomo per le masse popolari, alla presidenza uno per i moderati e i conservatori.
A questo punto perciò non rimane altro da fare che prendere atto della scelta della DC e an-
Il consultorio familiare in via Zama
Confronto con i cittadini al Centro Civico
dare alle elezioni: il dibattito parlamentare in tal senso si è dimostrato solo l'ultimo tentativo democristiano di cercare di scaricare le proprie responsabilità sugli altri. Si è aperta ora la campagna elettorale e il tentativo delle forze più retrive, e purtroppo fra queste spesso si ritrovano molti « capi storici » democristiani, è di trasformare queste elezioni in un referendum, cercando di agitare lo spettro della paura del comunismo. Noi ci auguriamo invece che il clima elettorale si mantenga il più possibile sereno, perchè la maturità degli italiani deve, ancora una volta, dimostrarsi attraverso una scelta ragionata e non emotiva. Quali sono infatti gli « argomenti » portati avanti da i fautori dello scontro? Schematicamente possono essere così riassunti.
1 — Il 20 giugno si vota « per » i comunisti o « contro » i comunisti. Pensiamo che ciò sia falso, sia perchè il Partito comunista non aspira nè a governare da solo, nè a governare col 51% dei voti dei partiti di sinistra; anzi la proposta politica dei comunisti è profondamente diversa: che cosa vuol dire infatti « compromesso storico » se non alleanza di tutte le forze democratiche e popolari (compresa una Democrazia cristiana diversa da quella attuale) per risolvere i problemi del Paese?
2 — Secondo molti conservatori i comunisti non danno sufficienti « garanzie ». Strana affermazione questa, pronunciata poi da chi in questo momento si trova coinvolto in gravi scandali che, tra l'altro pongono in discussione la stessa capacità della nostra classe dirigente di fare scelte tali che garantiscano il rispetto della nostra indipendenza nazionale. Crediamo infatti che, proprio in questo momento, siano soprattutto i comunisti a poter chiedere garanzie agli altri, sia che si tratti della DC che
Doveva essere un momento di pressione nella battaglia che il Comitato Sanitario conduce da circa 2 anni per avere questo servizio e si é trasformato in un dibattito sul come farlo, dopo la comunicazione che il Comune lo istituirà nell'asilo nido di via Zama. Sala piena e moltissime donne presenti. Per fortuna niente lunghe relazioni all'inizio, ma brevi introduzioni ad un'animata discussione, che é stata polemica, vivace, costruttiva. Perché polemica? Perché c'erano molte giovani femministe, che vedono nel consultorio il palcoscenico ideale per le loro battaglie: il Comune me lo dà e guai a chi me lo toglie, sembrano dire. Se il medico é bravo me lo tengo, se no lo licenzio. E sottolineano con impietose, giovanili risate certi goffi interventi maschili, che vorrebbero essere paterni ed imparziali e sono spesso patetiche autodifese. Discussione però costruttiva, perché nessuno ha
dei partiti che con essa hanno governato in tutti questi anni.
3 — C'è chi afferma che le proposte che i comunisti fanno alla Democrazia Cristiana contrastano con le continue accuse che le rivolgono. Noi crediamo che il problema sia in questo modo mal posto, poiché il risultato del 15 giugno ha dimostrato che solo se la DC perde, e la sinistra avanza, è possibile che la DC riveda le sue posizioni. Dopo il 15 giugno infatti è stato sostituito il segretario democristiano e Fanfani è stato messo da parte. Ora che costui torna alla ribalta, e con lui la linea politica da lui impersonata, bisogna dare un'altra lezione alla DC: solo in questo modo essa potrà rivedere la sua linea politica antipopolare ed abbandonare la discriminazione preconcetta verso i comunisti.
4 — A coloro che affermano che se si realizza il « compromesso storico » viene a mancare l'opposizione con grave danno per il « confronto democratico », pensiamo si debba rispondere che si tratta di una affermazione addirittura grottesca. Ciò perchè risulta evidente che un governo che si proponesse di modificare realmente le cose non potrebbe non incontrare l'opposizione dei gruppi di potere e di privilegio che approfittano della crisi attuale per speculare alle spalle della gente. La presenza anzi di questa opposizione estremamente pericolosa rende ancora di più indispensabile superare le contrapposizioni per andare ad un accordo unitario fra tutti i partiti politici democratici e popolari. Solo così sarà possibile il cambiamento che consenta di battere coloro che vogliono impedire che l'Italia esca dalla crisi e si avvii con sicurezza sulla strada di una maggiore giustizia, e quindi verso una democrazia non solo formale ma concreta e sostanziale.
Adriano Zagato
completamente torto e nessuno solo ragione. Tutti d'accordo nel dire che il nuovo consultorio non dovrà essere uno dei tanti ambulatori, ma un punto di riferimento per una serie di iniziative che colleghino e coinvolgano tutti i servizi e le strutture del quartiere, in una difesa della sessualità consapevole, della maternità responsabile di un piú equilibrato rapporto tra i sessi. In questa luce vengono fuori tutta una serie di suggerimenti: i tecnici sanitari non dovranno impegnarsi solo per una consulenza individuale, ma dovranno saper partecipare a riunioni di gruppo, dove i cittadini della zona possano scambiarsi le loro opinioni, in un confronto non solo con l'esperto (non sempre poi così esperto) ma anche con gli altri cittadini. Con l'aiuto dei vari organismi rappresentativi tali problemi dovranno essere discussi, non solo e non tanto all'interno del consultorio (che manca del resto di
Fino a che punto sia stata irresponsabilmente esasperata la polemica tra i genitori del Forlanini - Monluè sul problema della partecipazione degli alunni alle funzioni religiose durante l'orario scolastico lo dicono eloquentemente queste parole che concludono la circolare del 31 gennaio di una sedicente associazione « democratica » scuolafamiglia ...preghiamo di non cadere nel trabocchetto di una eventuale convocazione da parte del Consiglio di Zona, al quale vorremmo raccomandare i propri problemi specifici, guardandosi da inframmissioni religiose assolutamente estranee alle sue competenze, per non divenire, a duemila anni di distanza, erede screditato del vecchio Sinedrio». Par di sognare! Tanta ipocrisia condensata in così poche righe costituisce un vero e proprio primato.
Nessuna meraviglia quindi se nè il Consiglio di Zona nè i cittadini hanno accolto un invito siffatto concorrendo invece al successo dell'assemblea promossa sull'argomento il 30 aprile dallo stesso Consiglio di Zona in collaborazione con l'Associazione Genitori del Circolo DecoratiMeleri-Zama. Si è trattato di una lezione di democrazia che non mancherà di influenzare positivamente i futuri rapporti tra i genitori. Ma veniamo alla cronaca. Gremita la sala del Centro Civico. L'introduzione è di Fuso Nerini, presidente del Consiglio di Zona, il quale, auspicando una
scuola che non si chiuda in se stessa ma si apra sempre di più alla società, condanna ogni forma di integralismo clericale pur mettendo in guardia da atteggiamenti o azioni che possano dare luogo ad una guerra di religione. Dal canto suo la signora Brega, presidente dell'Associazione Genitori, dopo avere ricordato il giudizio positivo a suo tempo espresso dall'Associazione sulla legittimità della nota circolare del direttore didattico, protesta contro l'ennesimo sopruso del Consiglio di Circolo che si è rifiutato di concedere l'uso della palestra della scuola di Via Decorati per lo svolgimento dell'assemblea.
Secondo il Professor Rodelli, presidente dell'Associazione Libertà Religiose in Italia, primo dei relatori, il fatto che si discuta dell'argomento è segno della maturazione dei tempi. Egli ritiene che il caposaldo autoritario del Concordato per il quale l'insegnamento della dottrina cattolica è « fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica » rappresenti una concezione superata della scuola giaechè va diffondendosi sempre di più la convinzione che tale affermazione è in stridente contraddizione con l'articolo 3 della Costituzione Italiana che sancisce la pari dignità dei cittadini senza distinzione di religione. D'altro canto, lo stesso Concilio Vaticano II afferma la assoluta dignità delle coscienze. Non si dimentichi poi che il reSegue a pag. 2
L.150 ANNO II - n. 4 GIUGNO 1976 PERIODICO DI CULTURA POLITICA E ATTUALITA' IL 20 GIUGNO SI VOTA PER UN'ITALIA DIVERSA ENTRO IL 1976
CENTRO CIVICO
Genitori a confronto Cronaca di un'assemblea Segue a pag. 2 ,
AL
Scuola e Religione:
SCUOLA E RELIGIONE
spazio), ma anche nelle fabbriche, nelle scuole, nei quartieri.
I mezzi sono pochi e le strutture sanitarie sono in pieno caos, finché non si realizza la sospirata riforma sanitaria, ma dovrà esserci uno sforzo per garantire il massimo rigore scientifico negli interventi: niente pomposi discorsi del medico in cattedra al cliente sprovveduto, no alla distribuzione a casaccio di pillole e medicinali, alle visitine superficiali e falsamente rassicuranti, ma esami clinici dov'é il rischio sotto controllo, ricerca sistematica delle conseguenze.
Non tuteliamo solo la maternità, la sessualita, la parità dei sessi con le armi della medicina e della psicologia: cerchiamo nel concreto dei nostri quartieri, quali sono le strutture che mancano, i servizi carenti, le iniziative possibili.
La serata si é chiusa con un'appendice interessante. Il Dottore Brambati, il ginecologo che partecipava al dibattito come 'esperto', attraverso delle diapositive introduttive ad un discorso sui metodi anticoncezionali, ha condotto un esperimento interessante di ricerca di quel nuovo rapporto tra medico ed uteriti, di cui si era tanto parlato durante il dibattito. Siamo solo all'inizio, ma abbiamo imboccato la strada giusta della partecipazione e del confronto.
Ornella De Filippi
CONSULTORIO
FAMIGLIARE
ferendum sul divorzio ha sanzionato la libertà di scelta di larghe masse di cattolici in materia di diritti civili. Ricordando infine che la fede religiosa prende la sua vitalità da forze interiori senza poter essere insegnata in modo oppressivo, Rodelli conclude auspicando una trasformazione del Concordato fra Stato e Chiesa magari attraverso il ricorso al referendum che, a suo dire, rappresenta tal fine lo strumento più efficace.
Bartolucci, consigliere comunale democristiano, afferma che la scuola deve essere luogo di confronto dialettico aperto a tutte le sue componenti nel rispetto dell'educazione familiare dell'alunno.
Con chiaro riferimento al problema dell'insegnamento religioso a scuola egli indica nei decreti delegati la sede che consente il superamento della normativa coartatrice. Anche la concezione della « scuola di Stato » che dall'alto dispensa un'etica di valori è superata (d'accordo, ma in Italia questo pericolo dov'è? -n.d.r.-). Ci vuole una scuola dotata di una sua autonomia democratica che concorra alla formazione del giovane anche attraverso l'insegnamento delle religioni che deve essere garantito dallo Stato. Tocca a Sauro Tiberi del Coordinamento Genitori Democratici ricordare che il programma delle scuole elementari risalente al 1955 registra impressionanti analogie con quello del 1924 di origine fascista. Portando la sua esperienza di cittadino attivamente impegnato nella scuola, Tiberi afferma l'esigenza di pro-
grammi democratici che attuino pienamente il dettato della legge
477 anche se questa legge « comincia a starci un po' stretta ». Allo scopo di favorire il libero sviluppo della personalità dello scolaro non resta che accelerare i tempi della riforma della scuola di base (elementare e media inferiore). Per il principio della libertà l'unica strada praticabile è la Costituzione: i referendum possono portare a pericolose spaccature tra i cittadini. Ben conoscendo la realtà del circolo Decorati-Meleri-Zama caratterizzato dalla mancanza di volontà democratica della sua componente maggioritaria, Tiberi conclude auspicando l'apertura del circolo alla realtà sociale per andare verso una scuola nuova. Si apre quindi il dibattito al quale partecipano Maroni, Mei, Salvatori, Savarè, Rampini, Antoniazzi, Campana, Meldolesi, Zagato, Santagostino, Ferrari e Verro.
Attraverso una lucida analisi il direttore didattico, Dott. Mei, pone in evidenza le cause che hanno determinato la polemica e indica le condizioni per superarla. « Il problema non l'ho inventato io: l'ho solo riconosciuto », afferma il Dott. Mei, che così prosegue: « Non vi è stata una battaglia personale tra me e il parroco. Cosa è stato il fatto in sè se non il simbolo di una concezione integralistica che rifiuta la distinzione di compiti tra scuola, famiglia e chiesa? ». Ancora: « La scuola ha per suo compito la formazione della personalità critica dell'alunno: per questo essa non può insegnare a credere ma deve insegnare a ragionare ». Sostenendo inoltre che la scuola non può essere degradata ad esecutrice di volontà esterne, il Dott.
Mei afferma che non a caso il circolo Decorati-Meleri-Zama appare come chiuso alla società e subordinato ad una parte. Occorre una chiara demarcazione del confine tra scuola e parrocchia e una conseguente distinzione di compiti.
Per esigenza di spazio non ci è possibile riassumere qui gli interventi successivi per lo più caratterizzati da un profondo sforzo culturale teso a condannareconvalidi argomenti il fenomeno dell'integralismo religioso. Una scuola come servizio sociale, -senza valori ideologici da trasmettere dall'alto ma aperta al confronto e fondata sul pieno rispetto della personalità dello scolaro (partendo anche dalla scuola materna, ha aggiunto Zagato): questo in sintesi il significato di fondo degli interventi che hanno dato significato all'assemblea. Segue infine una breve replica dei relatori. In trasparente polemica con il confuso intervento del rappresentante di Comunione e Liberazione, Sauro Tiberi chiarisce come una corretta definizione di pluralismo si fondi sul confronto tra diversi per costituire momenti di unificazione e non per conservare ad ogni costo le diversità. Si conclude così l'assemblea. Un'esperienza che non deve restare isolata, ha affermato De Biasi, coordinatore della Commissione scuola del Consiglio di Zona, ma che deve stimolare un rapporto sempre più stretto tra istituzioni e realtà sociale.
Enrico Brega
cine -foto -ottica
GRASSI
lenti a contatto via dalmazia, 2 (ang. via mecenate) telefono 718.892
A quando la soluzione del problema delle scuole?
Uno dei problemi più sentiti dagli abitanti di Ponte Lambro è senz'altro la carenza di strutture scolastiche che ha raggiunto proporzioni allarmanti in seguito all'insediamento delle famiglie del lotto 25. Su questo tema e sulle proposte per una immediata soluzione, si è svolta 1'11 maggio, su iniziativa del Consiglio di Zona, presso la scuola media di via degli Umiliati, un'assemblea popolare che ha visto l'attenta partecipazione di un gran numero di genitori. Il dibattito si è sviluppato su una serie di proposte portate avanti dal Consiglio di Zona per dare una sistemazione provvisoria alla scuola materna ed elementare di via degli Umiliati, che lamentano una precaria situazione. La scuola materna è priva infatti di una sede adeguata e il costante aumento degli iscritti crea dei seri problemi sia per la mancanza di spazio, sia per la difficoltà di impostare delle iniziative didattiche e dei giochi di gruppo in grado di impegnare i bambini durante la giornata. La situazione si avvia però ad una definitiva soluzione in quanto il Comune ha già stanziato i fondi per la costruzione di un nuovo edificio che verrà ultimato in breve tempo.
I genitori di tale scuola hanno quindi individuato nella scuola di via Zama o via Sordello le strutture adatte per una provvisoria sistemazione dei bambini (rifiutando con fermezza il trasferimento nella scuola di Monluè). Per la scuola elementare la situazione si presenta forse più delicata in quanto una soluzione definitiva non è prevista in tempi brevi. Le classi eccedenti verranno ospitate provvisoriamente nella vicina scuola media dove sarà garantita agli insegnanti ogni struttura necessaria per un soddisfacente svolgimento dell'attività didattica. È stata quindi proposto l'ampliamento della vecchia scuola.
La proposta scaturita dall'assemblea per quanto riguarda la mensa, oggi insufficiente, è stata la costruzione di un capannone in grado di garantire la refezione alle 3 scuole.
È stata inoltre rilevata con fermezza, durante gli interventi, la fondamentale necessità di vedere questo specifico problema in un contesto più globale quale il risanamento di Ponte Lambro, previsto dalla legge 167, sola condizione perchè le iniziative che ci si accinge a prendere diano una definitiva soluzione ai problemi della zona. È in questo ambito che si inquadra l'esigenza improrogabile di bloccare l'assegnazione dei 130 appartamenti liberi del lotto 25 che rischia di far esplodere la già congestionata situazione dei servizi sociali e di utilizzarli invece per le famiglie interessate all'opera di risanamento. Il documento approvato dall'assemblea verrà presentato all'assessore all'Edilizia scolastica durante l'incontro fissato per il 19 maggio corr. e sarà quindi costituita una commissione incaricata di seguire gli sviluppi della situazione.
È necessario dunque un impegno unitario di tutte le forze democratiche e del Consiglio di Zona, per giungere a tale scadenza con degli obbiettivi chiari senza cedere a tentazioni avventuraste o
improvvisate, per dare, in stretta collaborazione con gli amministratori comunali, una definitiva soluzione ai gravi problemi di Ponte Lambro.
Mimmo Casucci
Una polemica al CAMM sulla vittoria dei trasportatori
Si è conclusa recentemente la vertenza contrattuale del trasporto merci e tra i primi commenti ci è capitato di leggere un articolo sul sedicente « Quotidiano dei lavoratori », firmato da Gasperini e Starniti. Costoro esprimono un giudizio che, per non essere giudicati troppo di parte, definiremo « anomalo ». Innanzitutto si premurano di rassicurare le Confederazioni sindacali che il contratto è, bontà loro, « accettabile », da cui si deduce che può essere tranquillamente sottoscritto:..Poi si va a constatare che, per nostra fortuna, dopo anni di oscurantismo, grazie a DP e alla « nuova sinistra » organizzata nelle Confederazioni, si è potuto fare questo contratto « accettabile ». Tutto ciò mentre una sparuta schiera di comunisti (del PCI) era intenta a seguire a tentoni l'evolversi degli eventi (!). Ah, dimenticavo, tutti gli altri lavoratori erano al caffè, a giocare a briscola!
Per ragioni di spazio non possiamo proseguire nell'elencazione di tutti i punti trattati nell'articolo. Vogliamo solo brevemente citare ciò che riguarda la parte economica, dove si afferma che nel contratto non si sarebbe accettato lo scaglionamento degli aumenti, e questo per merito della sinistra-sinistra. Io credo invece che 25.000 lire subito (escluso malattia infortunio) fino al 1978, 105.000 lire in tre rate e il conglobamento delle 25.000 lire più 12.000 lire (recupero) in detta
data siano degli scaglionamenti. Con questo non voglio dire che questi aumenti non si debbano accettare, perchè ciò vorrebbe dire ignorare la realtà nella quale i lavoratori del settore hanno lottato e vinto. Credo inoltre che per obiettività bisogna dire che i lavoratori di Milano si sono comportati meravigliosamente, ma è pur vero che...chi è senza peccato scagli la prima pietra. Questo perchè bisogna imparare ad usare il freno e l'acceleratore a tempo debito, e di quest'arte i dirigenti delle Confederazioni sindacali conoscono tutte le sfumature, anche attraverso le esperienze fatte in tempi (sindacalmente) più difficili di quelli attuali.
Per concludere, mi si qualifichi magari come uomo di parte, ma devo dire che per quanto riguarda i lavoratori del PCI credo di essere nel vero se affermo che, nel corso della lotta, sono sempre stati i più numerosi e attivi, e ciò non perchè abbiano preso lezioni da chicchessia, ma perchè è tradizione dei lavoratori comunisti sopportare il peso delle lotte, non solo per quanto riguarda le decisioni, ma anche fisicamente, con l'attivismo. Per cui...diamo a Cesare quel che è di Cesare, e più giustamente asseriamo che se non vi fosse stato l'apporto di tutti i lavoratori, al di là della loro caratterizzazione politica, non sarebbe stato possibile vincere la lotta contrattuale.
Carlo Poletti
2 PONTE
D'Attellis: "S.p.a. I.N.R.I." matita su tela 100x100 - 1975
LAMBRO
Fede religiosa e impegno politico
Fede e impegno politico: una precisazione per non cadere nella banalità, fede in Gesù di Nazaret divenuto Messia (annunciatore e primo artefice della salvezza) e Emmanuele (rivelatore dell'amicizia di Dio per noi), impegno politico cioè progetto e lotta contro ogni oppressione e ogni sfruttamento per una realtà alternativa.
La fede in Gesù di Nazaret è la scoperta che solo il dono gratuito dell'amore di Dio per me sa liberarmi dalla schiavitù egoista e egocentrica che mi opprime, per cui « faccio il male che non voglio e non il bene che voglio ». La fede in Gesù di Nazaret è ritrovarmi con altri fratelli a riscoprire insieme la novità (acqua viva) di un uomo di duemila anni fa che si è detto Figlio di Dio che « non è fra i morti ma è risorto e ci precede ». La fede in Gesù di Nazaret è la necessità in me di annunciare a tutti gli uomini il messaggio evangelico di amore di salvezza e di liberazione per l'intera umanità.
Occorre che io sappia tradurre nella realtà quotidiana della vita privata e pubblica la buona novella in gesti comprensibili e significativi qui e oggi. Il messaggio evangelico così preciso nel ricordarmi, perchè Dio è Padre, che ogni uomo è mio fratello, che la terra è un dono indivisibile e inalienabile di Dio all'intera umanità, che l'avventura umana è unica e nessuno può essere signore di alcuno o padrone di qualcosa, non mi dice nulla riguardo la sua traduzione nella realtà quotidiana della vita.
Occorre che io sappia cogliere « i segni dei tempi » agendo insieme ai fratelli con fantasia nella storia.
Il cristianesimo non è una scienza della natura o della storia, non dà quindi soluzioni ai vari problemi che l'umanità trova nel suo cammino, mi invita solamente a affrontarli serenamente e fattivamente ricercandone una positiva soluzione. Il cristianesimo non è alienante, non si risolve in un rapporto privatistico fra un singolo uomo o una singola comunità con una divinità fuori dal tempo e dallo spazio, ma mi invita insistentemente a entrare in situazione perchè la salvezza sarà possibile solo attraverso la liberazione dalle strutture di schiavitù (oppressione, sfruttamento) quando l'amore avrà permeato tutta la creazione. Incidentalmente va notato che spesso si confonde il messaggio evangelico con la tradizione cattolica, la cultura alienata e le strutture di potere che essa ha prodotto. Essa è ormai una manifestazione antistorica e la sua riaffermazione non costituisce altro che un rozzo tentativo intollerante, oscurantista e forse ateo (una religione verticale e gerarchica serve a legittimare l'ordine costituito) contro l'emancipazione degli uomini e il progresso dell'umanità. Io come cristiano sarò ancora « un sale che dà sapore » solo se saprò recuperare la gratuità del messaggio salvifico e la novità della forza dell'amore testimoniando con servizio e con indi genza.
Rendere testimonianza è per me essere uno fra tanti che vuole costruire una realtà alternativa dove la democrazia e l'uguaglianza (economica, politica e culturale) siano veramente possibili. Rendere testimonianza è per me essere uno fra tanti che vuole lottare in un progetto di liberazione dalle strutture di potere di questa società ingiusta
fondata sullo sfruttamento economico, l'oppressione politica e l'oscurantismo culturale. Per rendere questa testimonianza è quindi per me necessario riconoscere che i tanti che lottano e rinnovando costruiscono non sono una massa anonima informe composita e confusa ma la classe dei lavoratori, coloro che maggiormente sopportano nella vita quotidiana, e particolarmente al lavoro nei rapporti di produzione, l'oppressione e lo sfruttamento.
Il messaggio evangelico non è neutrale: Gesù di Nazaret indulgente con i peccatori (pubblicani e prostitute) buono con tutti i poveri del suo tempo (pescatori, pastori e agricoltori) diventa inflessibile con i professionisti di virtù (sacerdoti e benpensanti) e acido con i capitalisti del suo tempo (agrari e mercanti). Questo senza permettermi di pronunciare alcuna condanna verso uomini singoli mi suggerisce invece di riconoscere nella classe dei lavoratori il soggetto politico che può operare la liberazione e nella classe operaia, perchè maggiormente sfruttata del ceto impiegatizio e maggiormente cosciente quindi più organizzata (sindacato e partiti di sinistra) del sottoproletariato, colei che storicamente ha la capacità e la forza per essere guida e principale artefice di tale progetto rivoluzionario. Per questo dove la classe operaia come movimento unitario democratico e organizzato lotta
Gid nei numeri scorsi "Milano domani" ha ospitato interventi di amici della zona impegnati nell'aitivitd politica e sociale. Pubblichiamo ora questo scritto di Luigi Mussio, militante delle ACLI della zona 13, che, in questo particolare momento politico, porta il suo contributo ad un tema di grande peso e interesse.
per l'uguaglianza economica: difesa del posto di lavoro, umanizzazione dei rapporti di produzione, diritto alla casa, diritto ai servizi e ai trasporti, adeguamento del costo della vita ai salari reali, anche dove queste lotte per la violenza repressiva del potere economico diventano: blocco delle merci, picchetto ai cancelli delle fabbriche, occupazione delle case, autoriduzione delle tariffe, mercatini popolari, io sono presente e attivo. Come pure dove la classe operaia diventando addirittura punto inequivocabile di riferimento lotta per la democrazia reale, la partecipazione e l'autodeterminazione delle scelte politiche, il diritto allo studio, l'appropriazione della cultura e l'uso delle scienze della natura e della storia secondo gli interessi delle masse popolari, e per la violenza repressiva delle stesse istituzioni statali dà vita a civili manifestazioni, comitati di quartiere, scuole popolari, io sono presente e attivo.
Io sono presente e attivo come un compagno fra tanti, senza un'etichetta in più « il cattolico », nè qualche diritto in meno « perchè credente », sicuro che la mia presenza e la mia azione senza specifico sanfedista e senza arroganza clericale è vera testimonianza alla forza dell'amore di Dio Padre « assolutamente altro » che ha voluto fare di suo Figlio Gesù di Nazaret uno di noi ».
Luigi Mussio
In memoria di Giorgio Manzi
Poche settimane fa é scomparso un sincero democratico della nostra zona.
Giorgio Manzi aveva poco piú di 35 anni e gM da molto tempo era spesso al nostro fianco (dalla parte dei lavoratori e degli sfruttati) nelle lotte per la conquista di una vita migliore. Nel pubblicare un suo ricordo ci uniamo al dolore dei suoi amici e della sua famiglia.
Ho conosciuto Giorgio Manzi nel 1968 ad una riunione presso la parrocchia di S. Galdino sui problemi del quartiere. Benchè provenissimo da esperienze diverse ed anche i nostri interessi divergessero - lui allorà si occupava di un gruppo di anziani bisognosi delle case minime - decidemmo che era il caso di tentare una collaborazione. Con alcuni amici e giovani del quartiere si pensò di ridare vita al locale Circolo Acli.
Abbiamo lavorato in questi anni, forse non sempre con efficacia e lucidità, certo con il sincero desiderio di cambiare in meglio le cose.
Con Giorgio ci siamo interessati dapprima della condizione degli anziani, operando come Patronato, e dei problemi dell'educazione, della scolarità e dell'occupazione dei giovani che avevamo individuato quali nodi cruciali nel superamento della condizione di emarginazione della popolazione delle case minime.
E insieme abbiamo impostato e condotto la battaglia per il risanamento del quartiere e la costruzione di quello che oggi è il lotto 64, vincendo non solo l'inerzia e l'indifferenza delle autorità, ma anche lo scetticismo della gente ormai quasi rassegnata al ruolo di « non integrata ». In questo modo allargando la nostra presenza oltre i confini di via Zama, pensiamo di aver contribuito alla crescita democratica della zona. È proprio su questo terreno, del confronto democratico, che l'esperienza e la capacità di Giorgio sono state illuminanti.
Laureato in Economia e Commercio, per parecchi anni ha
Ma perchè tanti disegni?
La « comunicazione visiva » nel nostro giornale
Se da questo numero si è scelto di dedicare più spazio alle immagini, pubblicando disegni, illustrazioni, fumetti, oltre a fotografie, non lo si è fatto per ragioni decorative, « di gusto », che rendessero più distinta » l'impaginazione, o, come capita spesso, per esaltare commercialmente il prodotto di questo o quell'operatore, ma nella convinzione che fra gli attuali mezzi di comunicazione, quello visivo, grafico, pittorico, abbia voce e linguaggio diversi, con caratteristiche proprie di potenzialità espressiva e di immediatezza insostituibili, impossibili ad altre forme di comunicazione (verbale, scritta, persino audiovisiva).
Una immagine figurativa, vale, a volte, migliaia di parole, oppure, come simbolo inquietante, colpisce, ponendo nuovi interrogativi. Attrae immediatamente con l'evidenza eloquente dei suoi segni; ma un discorso più ampio sulla comunicazione non escluderebbe la musica, la poesia, la gestualizzazione, tanti argomenti che si potrebbero trattare anche sul nostro giornale come forme di verifica culturale. L'educazione artistica, ancora tanto sacrificata nelle scuole, può avere un senso in prospettiva di educazione permanente avvalendosi di proposte e scambi culturali, informazioni e manifestazioni a vari livelli, che possono trovare nel giornale un veicolo con una nuova fisionomia della cultura di massa; che sappia farsi intendere senza conformismi d'elité, nè compiacimenti « intellettuali á tradizionali. Ma non si tratta nemmeno di compiacere esigenze superficiali « di facile lettura », di evasione acritica. « Si deve parlare di lotta per una nuova cultura, « - afferma Gramsci - á, cioè per una nuova vita morale, che non può non essere intimamente legata a una nuova intuizione della vita, fino a che quindi diventi un nuovo modo di sentire e di vedere la realtà... ».
collaborato con l'Istituto Sociale Ambrosiano di cui è stato Direttore nel periodo 1973-74. Divenuto assistente di Sociologia alla Cattolica, avrebbe ottenuto tra breve la docenza universitaria. Desiderava infatti abbandonare il lavoro di bancario, per potersi dedicare completamente alle ricerche e agli studi che prediligeva. Per anni si è occupato di educazione e scuola, del rapporto formazione-occupazione; era esperto alla Provincia sui problemi dell'istruzione.
L'ultima sua fatica, rimasta incompiuta, è una ricerca sociologica sulla condizione operaia nel milanese.
Era anche sindacalista al Banco di Napoli e ha vissuto questi anni di crescita e di travaglio del mondo sindacale con impegno fino ad assumere la segreteria piovinciale della sua federazione.
E la molteplicità di interessi, la capacità critica, la generosità e disponibilità che hanno sempre colpito chi in questi anni, lo ha avvicinato. Io posso ancora ricordarne la sincera fede, la speranza religiosa che lo animava, la certezza di lavorare per una società più giusta, l'attaccamento ai valori della cultura quali fondamento per la crescita sociale e democratica, per una partecipazione reale. Al di là del dolore e del vuoto che ha lasciato in tutti noi che gli eravamo amici, del rammarico come Acli per la perdita di un vero militante, Giorgio Manzi era un esempio per tutti di coerente e sincero democratico; è per la sua strada, per gli ideali che lo hanno animato che noi tutti gli siamo stati vicini e intendiamo ancora impegnarci.
Sandro Guidolin
Rivolgiamoci quindi a interlocutori veri, in possesso semplicemente di facoltà umane di attenzione, di osservazione con occhi curiosi e critici, sensibili alla comunicazione emotiva.
Gigi Valsecchi
Gli ultimi siluri del ministro MALFATTI agli organi collegiali
Con due recenti sentenze, il pretorie di Genova e il Tribunale amministrativo della Calabria hanno stabilito che le sedute degli organi collegiali della scuola devono essere pubbliche. Nonostante queste autorevoli prese di posizione, che fanno seguito alle iniziative sostenute e portate avanti nei mesi scorsi dalle forze democratiche che operano dentro e fuori la scuola, il ministro Malfatti, con una recente disposizione, continua la sua assurda guerra contro gli organi di gestione della scuola. Voglio qui ricordare solo alcuni degli atti più recenti compiuti dall'onorevole ministro.
Obbligatorietà del libro di testo considerato come un dogma di per sè strumento ricco di stimolazioni culturali ».
Insufficienza dei fondi assegnati ai consigli di circolo e di istituto per l'esercizio della loro autonomia amministrativa.
Riesumazione delle norme fasciste sulla relazione annuale dei capi di istituto » per contrapporla a quella dei Consigli. - Rinvio delle elezioni dei Consigli di distretto, dei Consigli provinciali e del Consiglio scolastico nazionale.
- Non attuazione degli Istituti regionali per la sperimentazione e l'aggiornamento.
Queste sono le risposte che il ministro ha dato ai 13 milioni di cittadini - genitori, studenti, lavoratori della scuola - che nel febbraio del 1975 hanno partecipato alla elezione dei nuovi organi collegiali, decisi a dare il meglio di sè per rinnovare e far funzionare la scuola.
Impegnato a portare avanti la sua « rivoluzione silenziosa à il ministro d.c. Malfatti non si accorge (o, e questo sarebbe ancor più grave, finge di non accorgersi) dello stato di crisi e di degradazione cui è giunta la nostra scuola.
Per superare questo stato di cose è urgente e indispensabile che ancora una volta i cittadini e i lavoratori si facciano carico di questo grande problema nazionale ed operino per determinare una svolta. E per determinarla sarà necessaria, come nel febbraio del 1975, una vasta mobilitazione (politica, culturale e ideale) attorno ai temi della salvezza e della trasformazione della scuola.
Mario Caccia
3
Gigi Valsecchi: 'le ragazze di Rjbaska Koljba" acrilico 130x100
1
Reali poteri al Consiglio di Zona
La notizi4 dell'approvazione da parte del Parlamento della legge sul decentramento e sulla partecipazione dei cittadini all'amministrazione dei Comuni, è giunta a pochi giorni di disrúza dall'assemblea dei 400 consiglieri di zona, nel corso della quale la Giunta di Milano ha presentato i primi schemi contenenti proposte concrete per il decentramento dei poteri in materia di deminio o di patrimonio, gestione del territorio, manutenzioni, interventi socio-sanitari. Saranno dunque, quelli attuali, gli ultimi consiglieri di zona ad essere nominati dal Consiglio Comunale, su proposta dei partiti: ad essi, comunque, tocca'il compito decisivo di lavorare intensamente perchè i futuri Consiglieri eletti direttamente dai cittadini (in autunno, secondo l'impegno della Giunta) abbiano già una strutturazione di poteri da cui partire per la loro attività. Il voto del 15 giugno ha dimostrato che a Milano, come nel resta del Paese, è andata avanti nella coscienza delle grandi masse l'esigenza di un rinnovamento profondo delle strutture sociali, civili, amministrative; rinnovamento che passa attraverso un allargamento della democrazia con la partecipazione diretta dei cittadini alla determi-
L'ATTIVITÀ
Trasporti e Servizi
nazione delle scelte che li riguardano e al controllo della loro attuazione.
Il fatto che a Palazzo Marino ci sia ora una Giunta d'intesa democratica, risultato di quel voto, rende più di prima possibile far avanzare il processo di decentramento dei poteri, di allargamento della democrazia, di partecipazione effettiva dei cittadini al governo della città.
Le proposte della Giunta - illustrate dall'Assessore al decentramento Taramelli - sono un primo importante passo su questa strada.
I due schemi di decentramento dei poteri nei due grandi settori della gestione del territorio e delle attività socio-sanitarie contengono, infatti proposte che realizzano finalmente richieste che sono state per anni rivendicazioni disattese del decentramento milanese, e che vanno molto al di là di quanto non preveda il regolamento votato nel luglio del 1974, ispirandosi già a quanto prevede la nuova legge che è stata varata dal Parlamento.
Le proposte della Giunta per i primi poteri da delegare prevedono di dare ai Consigli di zona il diritto di avere l'inventario completo degli stabili e delle
DEL COMITATO SANITARIO
Sede: Via dei Liri 3 (Viale Ungheria)
Il lavoro portato avanti in questi due anni dal Comitato Sanitario incomincia finalmente a dare i primi risultati. Dal 10 maggio infatti la nostra zona ha a disposizione una Assistente sociale, la quale ha iniziato a svolgere la sua attività a Ponte Lambro, come era stato più volte richiesto dalla popolazione, l'ultima volta nel corso di una assemblea popolare tenuta il 23 aprile nella scuola di via degli Umiliati. A conclusione di questa stessa assemblea (alquanto vivace, e giustamente, pensiamo noi) i cittadini hanno richiesto un secondo medico scolastico perchè quello attualmente assegnato è impegnato in ben quattro scuole; la autorizzazione affinchè l'Assistente sanitaria possa collegarsi con le famiglie degli alunni al fine di collaborare al miglioramento delle loro condizioni igienico-sanitarie di vita; la copertura della fogna tuttora a cielo aperto e l'eliminazione dei rifiuti presenti nel quartiere che rendono le condizioni igieniche pericolose e non più sopporta-
bili.
Ancora più importante è poi la decisione, anch'essa conquistata grazie alla larga mobilitazione dei cittadini, di aprire, entro il mese di giugno, un « Centro oncologico » nei locali dell'ambulatorio comunale di via dei
Liri 3. Tutti i cittadini sanno, e soprattutto le donne, quanto sia importante la diagnosi precoce dei tumori, in particolare di quelli femminili (di questo argomento si parla, dal punto di vista medico, in altra parte del giornale). Ebbene, ora pensiamo che questo nuovo « Centro » consentirà ad un maggior numero di donne della nostra zona di sottoporsi al « test » per la diagnosi dei tumori dell'utero in modo più semplice, evitando di recarsi fuori zona e senza essere costrette a lunghe attese. Di importanza anèora maggiore è infine la certezza che entro il 1976 verrà aperto, presso l'asilo nido di via Zama, un Consultorio familiare che dovrà servire per la nostra zona e per la zona
12. Anche questa conquista non
aree comunali e di poter intervenire nella loro attuazione; di poter gestire, con proprie proposte di delibera, le manutenzioni e le migliorie delle scuole, delle attrezzature sociali, dei mercati rionali, della viabilità, del verde; di poter essere determinanti nel settore delle licenze edilizie e delle lottizzazioni; di poter affrontare con apposite commissioni (composte da Consiglio di zona, sindacati dei lavoratori e degli inquilini, dai rappresentanti della proprietà edilizia) il problema immediato della casa attraverso il continuo aggiornamento del rapporto proprietà-inquilini sul terreno dell'affitto e delle condizioni abitative; di avere giurisdizione per tutti i problemi riguardanti la medicina preventiva, quella scolastica e del lavoro, l'assistenza agli anziani, la scuola (refezione scolastica e trasporto alunni compresi).
Decentrare subito tutto questo significa - come ha rilevato Taramelli - che davvero l'Amministrazione è decisa ad andare avanti per governare in modo nuovo la città, attraverso la partecipazione dei cittadini e l'allargamento della democrazia.
Sergio Poggio
Intensa attività del Consiglio di Zona in questi ultimi 40 giorni e di rilevante importanza gli argomenti trattati.
Citiamo per primi l'esame, fatto dal Consiglio, di due « piani »: quello delle aree per servizi e quello dei trasporti. Nella storia dell'Amministrazione cittadina si tratta di un fatto nuovo; siamo cioè in presenza di un primo esempio di programmazione del futuro assetto della nostra città nei diversi settori.
È interessante notare che i documenti contenenti le osservazioni sono stati approvati dal Consiglio all'unanimità.
Va osservato che la Zona 13 si trova in una situazione di privilegio in fatto di dotazione complessiva di aree per servizi pubblici: lo standard previsto dal
Piano è di mq. 28,35 per abitante, contro una media cittadina di circa mq. 18. L'esame di due licenze edilizie richieste dalla Montedison di Linate, relative alla costruzione di un capannone e all'ampliamento di un altro esistente all'interno dello stabilimento di Linate, ha dato origine ad un vivace dibattito. Pur ravvisando l'opportunità di favorire una ristrutturazione industriale più moderna e funzionale dello stabilimento al fine di mantenere la piena occupazione delle maestranze, il gruppo comunista ha proposto all'approvazione del Consiglio un parere, approvato a maggioranza assoluta, che, in sostanza, subordina il rilascio delle due licenze all'urgente modifica del Piano Regolatore sull'area interessata.
stati sufficienti per predisporre un nuovo P.R.G. Il 3 giugno la nuova Giunta presenterà in Consiglio Comunale il nuovo Piano Regolatore. Singolare la presa di posizione del gruppo democristiano, che ignorando (o forse no?) la precisa responsabilità del proprio partito, dichiarava di non condividere questo « desiderio di osservanza della legge » e presentava un proprio documento, che veniva respinto dalla maggioranza assoluta dei consiglieri votanti. Dubbiosi i socialisti, il consigliere repubblicano e quello di Democrazia Proletaria che si sono astenuti nella votazione. Particolare rilievo hanno avuto, sia in sede di commissioni, sia in Consiglio, le questioni riguardanti il risanamento e la situazione scolastica di Ponte Lambro. Per quanto riguarda il risanamento del vecchio abitato, il Consiglio di Zona ha espresso all'unanimità parere favorevole all'assegnazione alla FEDERCOOP della « analisi di fattibilità », al fine di valutare la situazione in generale, in relazione anche alle esigenze soggettive, per formulare un progetto di ristrutturazione completa.
piove dal cielo, ma è il risultato dell'azione del Comitato Sanitario, e in particolare (pensiamo di poterlo affermare senza timore di essere smentiti) del gruppo comunista che è sempre stato il più attivo e sensibile alla risoluzione dei problemi sanitari dei cittadini della zona. La assemblea popolare del 21 maggio, voluta originariamente per sostenere la richiesta del Consultorio familiare, si è quindi trasformata in momento di analisi in merito alle caratteristiche che il Consultorio dovrà avere. Anche da questi esempi pensiamo si possano trarre alcuni « insegnamenti », poichè, pur essendo difficili le condizioni nelle quali le Amministrazioni comunali sono costrette ad operare, è giusto constatare che il « nuovo modo di governare », inaugurato dalla Giunta milanese, dopo il 15 giugno, in stretto collegamento con i cittadini della città, sia dando i primi risultati. Chissà che dopo il prossimo 20 giugno le cose non vadano ancora meglio!
Lo strumento urbanistico vigente (il P.R.G. del 1953) destina a verde agricolo le aree per le quali sono state richieste le licenze edilizie in questione, pur essendo queste aree all'interno di una recinzione industriale.
Questo fatto paradossale mette ancora una volta in evidenza come le precedenti Giunte Comunali abbiano amministrato le Città: 23 anni infatti non sono
In merito alla drammatica situazione scolastica di Ponte Lambro, il Consiglio di Zona ha sollecitato l'inizio dei lavori di costruzione della scuola materna, il cui progetto è stato già da tempo approvato, e ha richiesto di provvedere all'ampliamento dell'attuale scuola elementare. Verso una positiva soluzione sembra avviarsi la richiesta di 80 nuovi posti mensa per gli alunni della scuola elementare di Ponte Lambro.
Una notazione curiosa infine per quanto riguarda l'esito della votazione del documento contenente le osservazioni del Consiglio sul piano dell'industria della Zona: hanno votato a favore comunisti, democrazia proletaria due consiglieri democristiani, si sono astenuti socialisti e tre consiglieri democristiani.
, yi er o 1 /4 16 1/E k 'i OPPOSTI ESTREMISMI : IL BASTONE bELLA VECCHIAIA MERCERIA - MAGLIERIA COTONERIE - CONFEZIONI FUMAGALLI Via Mecenate, 38 - Tel. 504767 PATENTI A-B-C-D-F Sconto 30 AP presentando questo tagliando abbigliamento KISS V.LE UNGHERIA, 28 TEL. 501737 &ta deldecentramento) DOPO LE ELEZIONI DIRETTE DEL PROSSIMO AUTUNNO CONSIGLIO DI ZONA AL LAVORO "211DCINA.)22 41 9 4
Dal prossimo mese avremo il «Centro» per combattere i tumori
Come nasce un murale
Cultura popolare al Circolo Culturale Concetto Marchesi » di Via Bonfadini
Il circolo culturale « Concetto Marchesi » si è assunto il compito, in linea con i suoi programmi di intervento culturale attivo, di realizzare un murale nella propria sede o nelle sue immediate adiacenze (muri esterni che danno sul cortile, annessa bocciofila o altro ancora da individuare).
In base ad esperienze similari da me precedentemente portate a te/mine, l'intervento dovrebbe riassumersi nel modo che segue. Convocazione di una pubblica assemblea, adeguatamente pubblicizzata, mirante a far scaturire, da un democratico sondaggio, i temi da affrontare. Una volta definito il tema e, approssimativamente, avvertito il « clima » creato dalla diversa sensibilità dei presenti, si può passare alla fase realizzativa dei bozzetti. Bozzetti che nient'altro possono e devono essere delle proposte (tradotte in immapii) da sottoporre al vaglio di una seconda assemblea che avrà il compito attivo di discuterli, di intervenire per eventualmente modificarli. Si può passare così alla esecuzione vera e propria del murale che, intendiamoci, non dovrà in nessun caso essere considerato il manifesto o lo slogan politico, più o meno bello, pii o meno efficace, da utilizzare in ione di qualche problema (anche urgente, anche storicamente pregnante) da risolvere nell'immediato(ad esempio: i numerosi murales che vari collettivi politici fanno sorgere come funghi sui muri delle case occupate o per invitare all'autoriduzione). Il nostro murale vuole nascere invece come opera pittorica con il Minimo) crisma dell'ufficialità, della professionalità recuperata a nuovo ruolo. Esistono dei confini, pur aleatori o non ben contornati, tra arte (scienza della comunicazionalità espressiva) e illustrazione politica (scienza della comunicazionalità strumentale ai fini dell'agitazione): entrambe importanti ma da trattare, per quanto possibile, in separate sedi.
L'esecuzione del murale permetterà una partecipazione, o per lo meno, un contatto costante tra operatore e pubblico. Una ulteriore verifica potrà aversi in un successivo momento, ad opera compiuta, quando cioè alla manifestazione dell'« inaugurazione » si potrà discutere e dibattere su ciò che è stato realizzato.
Qual'è il significato di una tale operazione? NE sembra importante sottolineare il nuovo rapporto che fin dalla fase progettuale, creativa, può instaurarsi tra artista e pubblico.
Può avviarsi, con un minimo di organim7ione, un processo di aggregazione di forze interessate ai problemi dell'arte (che sono o si muteranno in problemi più squisitamente politici e sociali), in una « escalation » di esperienze che vedrà accrescere notevolmente i livelli partecipativi intorno ai temi più pressanti della cultura popolare. Non esiste univocità nell'intervento. Non v'è l'artista che in un pur enconiabile slancio di generosità comunicazionale (tanto generoso quanto patemalistico e velleitario), dall'alto della sua statura artistica, concede di dare le sue capacità creative alle passive masse meravigliate di tanto romantico e populistico amore (aberrante!). V'e invece una dialetticità che consente all'uno di acquisire i motivi dell'esperienza collettiva nel mentre che agli altri, in un vicendevole scambio dei modi di sentire e di intendere i problemi, viene oggettivamente data la possibilità di addentrarsi in questioni più specifiche che sono gli strumenti e i mezzi stessi (e le possibilità) del comunicare attrar verso immagini, forme e colori, cioè attraverso un vivo ed entusiastico operare artistico. Scambio di esperienze dunque e soprattutto divulgazione dell'artepresso i più ampi settori popolari in armonia con l'accresciuta coscienza sociale di cui gli stessi sono elemento deterrninante.
Ma il significato di un'operazione di intervento culturale di tal fatta non
si ferma a ciò. C'è di più. Bisogna mettersi nell'oniCa dell'operatore culturale per rilevare tante (ma tante!) evidentissime' incongruenze. Innanzitutto basta pensare a quelli che sono i canali di circolazione dei prodotti artistici per rivalutare un giusto senso liberatorio dell'opera pubblica. Le gallerie d'arte sono il luogo dove si perpetua lo stato di subordinazione dell'arte alla logica del mercato. E mercato, è ovvio, significa solo mercificazione e quindi privatirza7ione dell'opera, la quale è impossibilitata a svolgere quella funzione che la storia le assegna, cioè il compito di porsi come momento di sintesi comunicativa delle tensioni morali collettive, nella futura prospettiva di un'organizzazione comunitaria in sintonia con le più generali aspirazioni ad un mondo fatto a misura d'uomo. Per realizzare tutto ciò va dato un minimo di contributo organizzativo al circolo culturale ncetto Marchesi », poichè questa iniziativa diventerà tanto più unportante se riuscirà a travalicare i limiti dell'esperienza estemporanea per assumere carattere di continuità e permanenza da estendere nel tessuto urbano di tutta la zona 13 (nei suoi centri vitali comunque: circoli culturali, scuole, luoghi pubblici); per innestarsi in quella tendenza espressa dalla nostra società che avverte nel muralismo un mezzo di riscatto dell'arte avvilita dal mercato, un mezzo per aprire seriamente ad un modo nuovo di fare arte e comunicazione estetica (e politica). Dare un minimo di contributo organizzativo dicevamo. Perchè? Il murale avrà un suo costo (non saranno costi da « quotazioni di mercato »: se si vuole essere più precisi diciamo che il suo costo si aggirerà intorno ad una decima parte di quanto verrebbe a costare un'opera delle stesse dimensioni di un pittore mediamente quotato): ma anche questo spinoso problema - per le inesistenti capacità finanziarie di un circolo pop6lare come il « Marchesi » - può essere facilmente risolto (nei costi è compresa la realizzazione di film, o video cassette o altri mezzi audiovisivi che, oltre a porsi come autonoma presenza e quindi con un loro specifico modo di comunicazione, diventano al contempo momenti di sintesi documentaria dell'iniziativa nel suo complesso). Risolto come?
Abbiamo parlato di bozzetti preparatori. Perchè non porre in vendita, a prezzi politici, tale interessante materiale magari insieme ad opere di serigrafia (o bio) raffiguranti particolari del murale stesso e appositamente realizzate ad alta tiratura? Ecco che il murale, nel mentre si autofinanzia, si « stacca » in mille pezzi e va a raggiungere altrettanti luoghi per svolgere la sua funzione comunicante e, perchè no?, di saldatura degli stessi al centro (nel caso il circolo « Marchesi ») che si è fatto promotore dell'iniziativa, aggiungendo in tal modo nuovi numerosi anelli a quella robusta catena di partecipazione che faticosamente si sta cercando di forgiare.
Franco Migliaccio
Maggio culturale a Monluè
Con il titolo IL CONTENUTO DELLA REALTÀ si è organizzato presso la Cascina di Monluè un ciclo di manifestazioni culturali-popolari, a cura del circolo ARCI-UISP Cinque Giornate operante nella zona 13. L'apertura delle manifestazioni si è tenuta 1'8 maggio con l'inaugurazione della Mostra di Pittura di impegno civile, sul tema: IL CONTENUTO DELLA REALTÀ. Gli artisti partecipanti sono: Giorgio Cantonetti, Antonio D'Attellis, Dario De Sanctis, Giovanni Dradi, Giuseppe Giunta, Antonio Miano, Roncato e Ronchi, Enzo Vicentini. Giorgio Seveso ha aperto un breve dibattito asserendo la necessità di un nuovo tipo di comunicazione fuori dai canali inquinati dall'orienta-
alla luce della necessità di una più vasta partecipazione collettiva alla cultura.
La sera stessa dell'8 maggio, sempre nella splendida cornice della Cascina di Monluè, si apriva un dibattito sul tema: STRUTTURE CULTURALI E DEL TEMPO LIBERO NELLE ZONE 4, 11, 13 - REALTÀ E BISOGNI DEL DECENTRAMENTO. Dopo una breve introduzione del pittore Manuel Wagnest, che fungeva da moderatore, che rilevava l'importania della fruizione delle strutture della Cascina di Monluè, come centro culturale della zona 13 e zone limitrofe, quale momento di decentramento culturale, prendeva la parola il prof. Della Pergola sociologo, che accennava alla possibi-
gliata esposizione tecnica che denuncia la situazione dell'alienazione dell'essere, causata dalla speculazione edilizia che ha impedito la realizzazione di servizi..aree umane, nonostante la zona 13 sia la più dotata di servizi non utilizzati. Interviene anche Era del SUNIA] (confronto fra strutture parrocchiali funzionanti e strutture comunali inutilizzate). La conclusione del consigliere comunale del PCI Barbarisi pone l'accento sulla considerazione che le strutture periferiche non sono solo strutture di zona, ma devono servire l'intera città. La prospettiva del Comune, continua Barbarisi, è quella di poter rendere utiliziabile a breve scadenza la struttura di Monluè, per consentire un lavoro continuativo. Esi-
mento ideologico della società che ci regge. Da qui si avverte un disagio da parte degli operatori culturali circa gli spazi in cui operare, che si riflette nel loro lavoro. Da questo disagio sorgono formulazioni di indagini e di giudizio più acute, in qualche modo paradossalmente più reali, più radicalmente impegnate nella ricerca e nella denuncia che non, per esempio, la cronaca radiotelevisiva. Un altro aspetto consiste nell'importanza di identificazione di spazi che si pongano, nel concreto, vicino ad altri spazi tradizionali, per creare un rapporto dialettico che dia maggiore
lità concreta di utilizzazione di strutture fisiche, prima rurali, ed ora disponibili, disseminate in tutte le zone della città, aggiungendo che esiste una ambivalenza tra la specificità dell'arte ed i problemi del decentramento. Il Della Pergola concludeva dicendo che queste strutture fisiche possono far parte di nuovi processi di progressione a cui gli artisti sono chiamati a presenziare.
Interviene Guido Martinotti, docente universitario, rilevando come la cultura con la C maiuscola, è una realtà, quale definizione che la classe dominante ha formato, ed a cui si
ste però un problema di gestione (afferma tra l'altro che non è possibile che il Comune si assuma in questo momento di crisi i costi del personale) che va prosposto ad altre scelte prioritarie. Barberisi conclude con l'impegno di contattare entro breve tempo il Consiglio di zona per esaminare possibilità concrete circa la utilizzazione delle strutture di Monluè.
circolazione e quindi maggiore possibilità di fruizione della cultura da parte di più vaste masse. Circa il linguaggio di questo gruppo di artisti, continua Seveso, è da rilevare il superamento del momento in cui scelte politiche si traducevano direttamente in scelte estetiche. Non è però affinità di linguaggio che lega questi artisti, scelti comunque sulla base comune di un dato formale, ma affinità poetica che li lega con un rapporto soggettivo, tramite medio con la gente e gli spettatori. Seveso concludeva affermando che il concetto della qualità e lo specifico dell'immagine va trasferito sulla possibilità dell'immagine di non essere più termine convenzionale ma momento di rinnovamento
accede attraverso certi canali. Quindi è cultura falsa portare gli operai ai templi consacrati della cultura voluta dalla classe dominante. Si impone quindi una rottura degli schemi della classe dominante per attuare una appropriazione culturale da parte della classe lavoratrice. Si apre così il dibattito con vari interventi . che riferiamo in sintesi.
Zagato del Comitato Sanitario rileva un collegamento tra le opere del D'Attellis -(ispirate alla situazione degli Istituti Psichiatrici) e l'azione del Comitato Sanitario, nella rappresentazione della disgregazione del tessuto sociale. Giovanetti della Commissione Urbanistica del Consiglio di zona 13, presenta una detta-
Il 9 e il 12 maggio, nell'antica stalla della Cascina si è rappresentata l'opera teatrale Ü AUGUSTO, AUGUSTO, AUGUSTO » del drammaturco cecoslovacco Pavel Kohout, a cura del Teatro Verticale di Milano, con notevole successo. Un lavoro difficile e faticoso se pensiamo alla difficoltà della traduzione, soprattutto per riprodurre in italiano i giochi dí parole, e la difficoltà del trasferimento scenografico dal circo (dove negli intendimenti di Kohout l'opera avrebbe dovuto essere rappresentata) al palcoscenico teatrale.
Si tratta della denuncia delle sopprafazioni del potere che la bravura degli attori e della regia di Boris Stetka ha reso facilmente leggibile il dramma ad un vasto pubblico, anche ai ,‹ non addetti ai lavori ». Mentre il giornale va in macchina accenniamo brevemente alle altre manifestazioni che concluderanno il maggio culturale a Monluè ». Il 14 maggio proiezione del film MATTI DA SLEGARE di Bellocchio, Agosti, Rulli e Petraglia. IL 15 maggio Dibattito sul tema UNA ESPERIENZA DI 'ANIMAZIONE
CULTUTALE TRAMITE LE IM-
MAGINI: BILANCIO E PROSPETTIVE. Partecipano, tra gli altri, Davide Boriani - pittore, Tino Vaglieri - pittore, Giorgio Sevesocritico d'arte, Sebastiano Izzo - animatore. Hanno partecipato attivamente gli insegnanti ed i ragazzi delle. scuole della zona, esponendo numerosi pannelli sui temi della realtà quotidiana. Infine vi sarà un ciclo di films il cui calendario è stato pubblicato nel numero precedente del nostro giornale.
Gino Fossali
\ 14 e i4 Ä t 1;»ri:". >>g 1:1zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA140' 4"At
AN°Z0113fL) a n UNA IMPORTANTE INIZIATIVA
Un gruppo di cittadini visita l'esposizione di pittura sul tema "Il contenuto della realtà " Nella Cascina Monlue
5
Uno scorcio della mostra con alcune delle tele del pittore D'Attellis.
(va" Domata)Oovan9
Radio libere: una alternativa a « Mamma RAI? »
Centro Sociale. Dove?
Come dovrebbe essere per soddisfare le esigenze dei giovani
smettere, pur sapendo che •questa non arriverà mai. Per quanto riguarda il finanziamento la forma più « onesta » sarebbe quella dell'autofinanziamento, ma di radio strettamente autofinanziate ce ne sono ben poche. La maggior parte vive con la 'pubblicità locale avidissima di •nuovi mezzi di condizionamento, mentre sempre più frequentemente si fanno i nomi di grossi gruppi economici legati a queste iniziative (il petroliere Monti per « Radio Gamma », Rusconi per « Radio Milano International, »).
della privatizzazione selvaggia che favorisce solo chi è economicamente più forte: Solo così sarà possibile evitare che sotto aspetti diversi parli una sola voce: quella del padrone.
Luciano Zagato e Giuseppe Carangelo
PRINCIPALI "RADIO LIBERE"
IN FUNZIONE
NELL'AREA MILANESE
Sul dibattuto problema delle radio libere » tutti hanno detto la loro, intendiamo •quindi farlo anche noi per portare il nostro contributo alla discussione e chiarirP alcuni aspetti che ci interessano partiColarmente. Di emittenti « libere » si parla da circa un anno, da quando cioè nacquero le prime « radio-non-stop-music »; ora invece sono diventate, soprattutto in questo ultimo periodo, tantissime, una vera zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA e propria proliferazione: c'è chi parla di 500 radio « libere » presenti principalmente al Nord, nelle grandi città come Milano, Torino, Bologna, in picColi centri come Parma e Bra, ma non mancano però a Roma e al Sud.
Le radio « libere » trasmettono in modulazione di frequenza (FM), tra 88 e 108 Megahertz; già ora si parla di saturazione, avvenuta o imminente, della banda tra i 100 e i 108 MHz, Perlomeno in alcune grandi città. Tutto questo significa che si fa sempre maggiore il rifiuto verso certe forme di comunicazione e di informazione, o meglip versò il colonialismo culturale della Democrazia Cristiana protrattosi attraverso la RAITV per trenta anni.
A Milano la capostipite delle trasmittenti private è « Radio Milano International » che trasmette dal marzo dello scorso anno e che, via via, è andata assumendo una impostazione sempre più commerciale indirizzandosi principalmente ad un pubblico qualunquista; caratteristiche queste facilmente verificabili, ad un attento ascolto, dal tipo di messaggi pubblicitari trasmessi in continuazione e dal tipo di musica scelta dai discjokeys.
A causa della violazione del monopolio gli organi dello Stato sono intervenuti spesso nei confronti delle emittenti private, sequestrandone più volte gli impianti di trasmissione perchè non esiste una legge che permetta di trasmettere liberamente per radio o per televisione se non via cavo, infatti le norme giuridiche per poter impiantare una radio non esistono.
Per dare una parvenza di legalità a queste iniziative « pirata », ogni emittente si comporta come preferisce in relazione alla proprietà e alla direzione della testata; qualche radio si fa registrare al Tribunale ed invia copia dell'atto di registrazione al Ministero delle Poste aspettando l'autorizzazione a tra-
COLORIFICIO
AIRE ANDREA
VIA BONFADINI, 88
Concessionario dei prodotti BOCCADORO
Telefonate al n. 5061868
Infatti il grande capitale, che ha finora sempre mantenuto il possesso, l'uso e la gestione dei mezzi di comunicazione di massa, tende anche al controllo di quelli più moderni ed efficaci; nel caso delle radio « libere » si potrebbe verificare il fenomeno della « concentrazione delle testate » nelle mani di un unico padrone, la qual cosa finirebbe per soffocare le poche radio democratiche esistenti. La matrice comune per tutte le radio è la volontà di far qualcosa di diverso da « mamma Rai »: c'è chi si accontenta di trasmettere solo musica e chi cerca di fare un discorso più impegnato in senso sociale e politico. A Milano, fin'ora, le radio che si proclamano politicamente impegnate sono tre: « Radio SuperMilano » - strettamente legata a Comunione e Liberazione e i cui uffici sono stati recentemente devastati da un gruppo di teppisti, « Radio Canale 96 »controllata dalla sinistra extraparlamentare, « Radio Milano Centrale » che a nostro avviso merita un discorso a parte, proprio perchè si differenzia dalle sue numerose « cugine » commerciali. Questa emittente che si dichiara aperta a tutte le forze della sinistra, sia essa storica che aderente ai gruppi extraparlamentari, si può definire, a nostro parere, una radio alternativa perchè collegata agli organismi dei lavoratori, dei giovani, delle donne divenendone una importante voce. Naturalmente non manca mai la musica, sempre ad altissimo livello, sia essa classica, politica, pop, jazz, popolare, d'avanguardia. Lo sforzo di essere radio alternative a quella' ufficiale porta quindi le radio « libere » a diventare il mezzo radiofonico non solo strumento di informazione, ma soprattutto di organizzazione delle istanze che scaturiscono direttamente dagli organismi di base, dai sindacati, dalla scuola, dal •quartiere. Indubbiamente la RAI-TV non ha saputo soddisfare questa esigenza: alla richiesta di un uso collettivo e sociale della radio è stata data perciò solo una risposta « privata ».
L'esperienza delle radio democratiche in modulazione di frequenza servirà dunque a smuovere le acque, specialmente nel caso della loro possibile messa fuorilegge, da esse potrà scaturire quel contributo necessario alla nascita di una informazione alternativa che vada a rinnovare la decrepita gestione democristiana della cultura e dell'informazione. Questa serie di problemi rende indispensabile regolare l'uso del mezzo radiofonico ed eliminare il pericolo della lottizzazione e
Radio Milano International frequenza 101,1
Radio Gamma frequenza 96
Radio Lombardia frequenza 92,5
Radio City frequenza 87,5
Radio Montestella frequenza 103
Superadio frequenza 97,75
Free Radio frequenza 100,5
Supennilano frequenza 102,7
Milano 4
frequenza 104
Radio Milano Centrale
Sud Milano frequenza 107.3
Nord Milano frequenza 101,6
Radio Canale 96
frequenza 95,8
Radio Montevecchio frequenza 100,3
Radio Stramilano frequenza 102
Radio Duomo frequenza 105
I giovani che abitano nella nostra zona sono ormai molto numerosi e sempre meno trovano uno spazio che li accolga, ad eccezione dei bar o delle strade: manca un luogo d'incontro e di scambio di esperienze culturali dove si possano aprire quei contatti sociali di cui si sente tanto la necessità. A Ponte Lambro è sorto, o meglio si è insediato, in una palazzina semi diroccata un « centro sociale »; fra un anno però in quello stesso luogo dovrà sorgere un asilo nido, e lo stabile dovrà essere lasciato -libero. Per questo riteniamo che il problema rimane ancora aperto nel nostro quartiere, dove nel frattempo si sente sempre di più l'esigenza di un centro sociale che sia veramente aperto a' tutte le forze democratiche della zona. A questo punto bisogna chiedersi che cosa sia, che funzioni abbia e quali attività svolga -all'interno di un quartiere uno di questi centri. I centri sociali a Milano sono nati sull'onda dell'occupazione delle case nei mesi di ottobre e novembre del 1975 e per questo sono stati spesso accusati di essere luoghi di organizzazione delle frange estremiste protagoniste delle violenze cittadine. Ma non sempre queste accuse risultano vere; vi sono infatti esempi di centri sociali in cui vengono svolte attività associative, come corsi di musica, proiezione di film e documentari, scuole teatrali, ecc. Troppo spesso però queste iniziative pur valide non riescono a coinvolgere nella giusta misura i giovani del quartiere e rimangono monopolio di quelle forze che hanno portato
alla nascita dei centri sociali che, in tal modo, si trasformano effettivamente in •punto di partenza per le future occupazioni all'interno del quartiere stesso. Questa però non è e non deve essere la funzione dei centri sociali: infatti il limitare ad alcune forze politiche la possibilità di partecipare ai dibattiti culturali e alle attività sociali ci sembra contradditorio con il loro fine, che deve essere quello di soddisfare le esigenze di tutte le forze democratiche presenti nel •quartiere. Inoltre l'occupazione di stabili per la loro trasformazione in centri sociali non conduce alla risoluzione del problema: l'azione rimane infatti troppo episodica e non sempre è possibile trovare uno stabile adatto', un luogo che possa essere adibito a centro associativo. Per questo motivo le nostre -richieste devono piuttosto tendere all'ottenimento di costruzioni nuove appositamente create per svolgere quella determinata funzione e perchè ciò avvenga si deve prima giungere al riconoscimento pubblico del centro sociale come servizio che al cittadino spetta di diritto. Bisogna riconoscere che quello che è stato fatto sino ad ora ha contribuito a porre, sia pure limitatamente, la •questione all'attenzione pubblica, ma occorre anche sapere andare avanti, modificare i metodi di lotta per giungere ad una soluzione positiva del problema con la collaborazione delle forze sane e democratiche del quartiere.
Joanna Irranca Gigi Daffra
Nota di Medicina
La prevenzione dei tumori dell'apparato genitale fem minile e della mammella
tumori maligni occupano il secondo posto quale causa di morte. subito dopo le malattie cardiovaicolarz. In attesa che venga scoperti l'origine dell'affezione tumorale dandoci modo' di trovare la soluzione definitiva del problema e di ricorrere ad un'adeguata prevenzione, solo la diagnosi precoce ci puo consentire di ottenere der successi sia pure - parziali.
Nel sesso femminile i tumori dell'apparato genitale e della mammella ricorrono con particolare frequenza: E facile percio comprendere come siano stati oggetto di studi numerosi ed approfonditi e come giustamente si siano moltiplicati gli sforzi per la prevenzione di queste localizzazioni tumorali.
Uno dei momenti piu importanti della loro prevenzione è senz'altra un'adeguata e capillare opera di informazione medico«sciéntifica.
La guarigioné di urr tumore maligno è legata sempre' allaprecocita della diagnosi e alla tempestività della cura.
Anche nel nostro paese da vari anni, sia pure in modo incompleto sotto il profilo territoriale e non sempre secondo criteri di perfetta efficienza, funzionano centri per la prevenzione e lo studio dei• tumori, soprattutto di quelli che colpiscono il sesso femminile. Infatti essi aggrediséono organi di facile accesso clinico consentendo indagini di sjassa che possono essere elfet-
Con questo 'numero « Milano domani » inizia a pubblicare brevi « note di medicina », scritte per noi da specialisti qualificati, che si propongono di informare su argomenti di medicina di particolare rilevanza sociale e o gravita. Intendiamo inoltre mettere il nostro giornale a disposizione di tutti coloro che volessero avere chiariMenti e risposte a quesiti nel campo della salute. Risponderanno alle domande i medici: Prof. Alberto Giannetti, dermatologo, della Clinica Dermatologica dell'Universita dr Pavia;' Prof. Franco Saibene, chirurgo, dell'Ospedale Ronzoni di Milano; Dott. Giuseppe Zanusso, psichiatra, dell'Ospedale psichiatrico di Novara.
tuate cori un relativo impegno finanziario ed organizzativo.
Tumori della mammella
Risultano particolarmente esposte al pericolo quelle donne nelle cui famiglie (sorelle, madri) si sono già verificati casi di carcinoma della mammella. Ogni donna può controllare peronalniente i propri seni alnieno 'una volta al mese,• subito dopo il flusso mestruale, osservando eventuali alterazioni della cute o dei capezzoli o perdite di siero o di sangue dagli stessi.
' L'osservazione e la palpazione vanno effettuate secondo precise regole e a questo scopo sono in distribuzione opuscoli gratuiti presso l'Istituto dei tumori e le sue sedi staccate, ospedali, mutue aziendali ecc.
Qualora venga scoperta qualche alterazione sospetta e preciso interesse delle pazienti sottoporsi ad una visita più accurata presso il proprio medico o meglio ancora presso un centro specializzato, completando sé necessario la' Visita con esimi mammogratermogíafici ecc.
Osservando .queste semplici regole in molti paesi ad alto sviluppo sociale si é riusciti ad ottenere un netto miglioramento nella cura dei tumori del seno, tanto è vero che oltre la metà dei casi precocemente diagnosticati possono 'guarire definitivamente.
Tumori dell'utero
Molto spesso il• tumore si localizza a livello del collo dell'utero e -qiiincit la diagnosi precoce è possibile se la donna si sottopone periodicamente a controlli citologici secondo la tecnica di Papamcolau (striscio o pap-test). Si tratta di un metodo estremamente semplice, assolutamente indolore e molto preciso poichè attraverso lo studio delle cellule presenti nel secreto cervicale si possono scoprire alterazioni precancerose tanto iniziali da non aver ancora dato nessun disturbo di rilievo.
Con lo striscio vaginale molte donne hanno evitato di morire di cancro dell'utero.
Prof. France Saibened,
6
Perchè vogliamo il «Parco Est»
Parco Forlanini, cascina Monluè, zona dell'Idroscalo a disposizione per il tempo libero
È ormai maturata in larghissimi strati della popolazione la consapevolezza della necessità di intraprendere quanto prima iniziative concrete per il recupero all'uso sociale e la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali. La zona ad Est di Milano ad esempio, comprendente le aree ancora disponibili nei Comuni di Segrate e Peschiera Borromeo, il parco Forlanini, il borgo di Monluè Vecchio e l'area aeroportuale di Linate, per la sua continuità con l'area edificata della città di Milano e la presenza di strutture per lo sport ed il tempo libero di grande valore, tra cui l'Idroscalo e gli impianti che si sono organizzati intorno ad esso ed il Centro Sportivo SAINI con le sue numerose strutture sportive e ricreative già funzionanti o in corso di realizzazione, è caratterizzata in modo del tutto peculiare rispetto agli altri parchi ipotizzati attorno a Milano: il parco Sud ed il parco Ovest. Presso la Sala Convegni di «- Italia. Vacanze » nel Parco ci-'esposizione di Novegro. (Segrate)
1'8 maggio 1976 per iniziativa dell'Assessore al Turismo, Sport e tempo libero della Provincia, Emilio Diligenti, ha avuto luogo un incontro degli Enti locali che costituiranno il costituendo Consorzio per il Parco dell'Idroscalo.
In tale Consorzio saranno rappresentati il Comune di Milano, le Zone 12, 13, 14 che risultano le più direttamente interessate, la. Provincia di Milano, i Comuni di Segrate e . Peschiera
Borromeo. L'incontro è stato aperto dallo Assessore Diligenti che ne ha illustrato gli scopi. Si deve prioritariamente raccogliere una serie di proposte recependo le indicazioni che giungeranno da tutti coloro che direttamente o indirettamente sono interessati alla valorizzazione ed alla migliore utilizzazione di tutte le strutture già esistenti e che si intendono potenziare nell'area di questo parco. Sarà necessario-richiedere alla Regione una legge apposita di salvaguardia di tale area prima che la speculazione privata possa intaccarla e comprometterla: Si dovrà risolvere il problema della gestione delle numerose strutture esistenti.
Per quanto riguarda il collegamento con la città, l'ATM ha già assicurato che verrà garantito un servizio automobilistico che entrerà in funzione già a partire dalla prossima stagione estiva.
L'Assessore all'Ecologia Ferrario, nel portare l'adesione alla iniziativa da parte del Comune di Milano, ha sottolineato l'importanza, tra l'altro, del recupero storico ed ecologico delle numerose cascine che sono presenti su tale area.
Libero Traversa, coordinatore della Commissione Consiliare Provinciale, ha svolto infine la relazione ponendo l'accento sul carattere del convegno.
È dal dicembre 1971 che il PCI ed il PSI nel Consiglio Provinciale chiedono la Costituzione del Consorzio. Allora la proposta fu respinta e solo grazie
alla nuova Giunta di sinistra-eletta dopo il 15 giugno 1975 si andrà fra poco a costituire il Consorzio. Traversa ha messo in evidenza che il nuovo parco dovrà costituire il polmone verde di Milano e per potere soddisfare zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
l-esigenza dell'ipotizzato numero di 100.000 utenti dovrà conseguire alcuni obiettivi:
1 - salvaguardia dell'uso sociale del territorio, contro ogni ferma di speculazione;
2 - difesa dall'inquinamento delle acque, del suolo e dell'aria;
3 - utilizzazione di tutte le risorse esistenti, loro massima apertura a tutta la cittadinanza secondo un piano programmato;
4 - organizzazione di manifestazioni e iniziative organiche alle necessità culturali, sportive del riposo, della ricreazione, con particolare riguardo ai giovani, agli anziani ed ai bambini;
-5 - le manifestazioni che si svolgeranno nel parco per il trentennale della Repubblica dall'I al 6 giugno costituiranno un primo banco di prova in questa direzione. Risulta evidente che il Consiglio di Zona 13 su questi problemi dovrà far sentire la propria voce e dovrà contribuire a mettere in cantiere una serie di iniziative soprattutto per la valorizzazione e l'utilizzo del borgo di Monluè. Vecchio che risulta inserito a buon diritto nel parco est.
Diego Giovannetti
PER SOSTENERE IL GIORNALE ABBONATEVI
ABBONAMENTO ANNUO L. 1.500
ABBONAMENTO SOSTENITORE L. 5.000
Gli abbonamenti si raccolgono in Redazione presso il circolo Culturale "Concetto Marchesi" via Bonfandini 84
Martedì
Giovedì dalle ore 21 alle 23
Venerdì
Domenica dalle 10 alle 12,30
Il mancato 15 Giugno dell'IACP
Gravi responsabilità del Governo per l'immobilismo dell'IACP
(i o o
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Questo antico proverbio sembra calzare perfettamente per l'Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Milano.
Imperterriti e incuranti della ventata di aria nuova portata dai risultati elettorali del 15 giugno scorso, i burocrati dell'Istituto sono riusciti a stravolgere l'intesa raggiunta con l'Amministrazione comunale, i sindacati degli inquilini, le confederazioni sindacali sull'applicazione del canone sociale, soprattutto per quanto riguarda le famiglie (c-irca 12 mila) con i redditi più bassi.
Infatti, quando verso la fine di febbraio sono stati recapitati i bollettini con i nuovi affitti, gli affittuari hanno potuto constatare che le somme da pagare non corrispondevano a quelle che si ottenevano moltiplicando i mq. dell'alloggio per le quote fisse stabilite dal suddetto accordo, per le singole fasce di reddito. Con questa decisione unilaterale, presa senza consultare il SUNIA e gli altri sindacati dei lavoratori, l'IACP ha deciso di legare il canone sociale all'indice di affollamento, calcolando oltretutto quest'ultimo in modo astruso e sconosciuto a tutti gli uffici statistici d'Italia.
Secondo la legge l'indice di affollamento indica il numero di persone che vivono in una stanza, tenuto conto del numero dei locali dell'alloggio e del numero dei componenti la famiglia. In un alloggio di un locale più ser-
vizi, abitato da una persona, l'indice di affollamento sarà -uguale a 1; in un alloggio di tre stanze abitato da 5 persone, lo indice sarà 1,66. Un conteggio semplice e universalmente noto. L' IACP invece ha inventato un parametro mq.-persona scollegato dal numero dei vani. I parametri dell'IACP sono questi: mq. 25,48 per una persona in un locale; mq. 38.80 per due persone in due locali; mq. 52,48 per tre persone in tre locali; mq. 69,52 per quattro persone in quattro locali. Sulla base di questi parametri sono stati calcolati gli affitti, applicando il canone sociale sul numero di mq. corrispondenti al parametro e mantenendo il vecchio canone per i mq. eccedenti.
La spiegazione dell'IACP è che a questi parametri si è giunti per rendere esecutivo il punto dell'intesa che prevede lo spostamento in alloggi più piccoli delle coppie e delle persone sole che abitano in alloggi grandi. Il SUNIA ha però replicato che il problema del cambio alloggio va considerato soprattutto per redditi superiori ai 3,5 milioni, in quanto i canoni sociali riguardano persone o famiglie con redditi bassissimi (al massimo 2,4 milioni l'anno) e che sono generalmente persone anziane con pensioni molto basse. La situazione che si è venuta a determinare impone d'altra parte alcuni interrogativi. Come mai l'IACP ha proceduto all'attuazione del canone sociale in modo burocratico, assurdo e centralizzato, ignorando com-
pletamente sia i sindacati che le Commissioni del decentramento? Perchè ci si è comportati in modo da creare, con l'invio dei bollettini con il canone sociale, malcontento invece che soddisfazione tra le 12 mila famiglie assegnatarie? Tutto ciò non può essere considerato solo conseguenza di una interpretazione burocratica dell'accordo precedentemente raggiunto, ma, soprattutto, conseguenza dell'inerzia politica che ha colpito ('IACP. Infatti, mentre la Giunta comunale e provinciale hanno provveduto a rinnovare le cariche di loro competenza nel consiglio di amministrazione delPIACP; il Ministero del tesoro e la Giunta regionale, schiave dei giochi di potere delle correnti DC, continuano a rinviare il problema delle nomine da circa 2 anni costringendo l'Istituto stesso all'immobilismo. In questo modo risulta impossibile deliberare quelle scelte politiche che devono essere alla base della vita amministrativa di un ente pubblico. A tutto ciò vanno aggiunti i notevoli ostacoli opposti da molti funzionari al processo di democratizzazione dell'Istituto. I molti burocrati che da anni detengono il potere credono, con il loro atteggiamento di chiusura nei confronti di tutte le istanze democratiche, di poter bloccare la realizzazione del decentramento portato avanti dalla Giunta comunale, dalle forze democratiche e dai sindacati degli inquilini. A riprova di ciò possiamo ricordare il boicottaggio continuo a cui è sottoposta
l'opera delle sei Commissioni decentrate, le quali dovrebbero occuparsi dei problemi riguardanti l'applicazione del canone sociale, la manutenzione dei vari quartieri, del cambio degli alloggi, ecc.
Per vincere queste posizioni e per far avanzare il processo di democratizzazione è necessario che gli inquilini si organizzino nei loro sindacati e che stabiliscano un rapporto costruttivo con tutte quelle forze che sono impegnate nella costruzione di una gestione democratica del patrimonio immobiliare della collettività.
Antonio Biscàro
IN ESTATE I FURTI AUMENTANO
Purtroppo l'aumento della delinquenza in questi ultimi tempi ha raggiunto livelli molto preoccupanti. I furti agli appartamenti si susseguono ad un ritmo che pare inarrestabile e a poco o a nulla valgono le normali difese messe in letto dagli abitanti del quartiere (doppie aperture, lastre metalliche poste sulla porta d'entrata, ecc.). Quale difesa? La migliore difesa è (e sarè sempre) una polizza di assicurazione, unico strumento che Vi' garantisce il risarcimento del danno subito. La Spesa? Lire 20.000. Vi' tutelano in caso di furto ed inoltre Vi' assicurano contro i danni, da incendio dei muri e del contenuto della ~tra casa. DOVE?
AL CENTRO ASSICURATIVO
MILANESE una concreta realtà della Zona 13
Via Mecenate 107 Tel. 5063064 (aperto anche il sabato mattina)
' ` 2, " cg;:7 IMPORTANTE CONVEGNO A NOVEGRO
CIRCOLO DECORATI-MELERI
ZAMA:
LE CONTRAPPOSIZIONI PER USCIRE
DALL'IMMOBILISMO
Spettabile Redazione, nell'ambito del dibattito sui problemi della scuola della nostra zona, invio alcune considerazioni in merito al funzionamento del Consiglio di Circolo «Decorati, Meleri, Zama» e ciò al fine di portare un contributo di analisi che a mio parere'torna sempre utile quando si tratta di migliorare o cambiare qualcosa che non funziona bene. Infatti le valutazioni e le opinioni che sono state espresse da buona parte dei genitori nelle varie sedi e da ultimo nel dibattito avvenuto recentemente nell'assemblea generale sono sostanzialmente negative. Si è detto che questo Consiglio di Circolo non funziona, che è sede di discussioni accese e conflittuali, che non si riesce a sapere tempestivamente e con sufficienti informazioni di quali argomenti discute, che non tiene i collegamenti con nessuno e la sensazione è che non affronti nessuno dei reali problemi della scuola.
In effetti, e lo si è potuto notare dal resoconto dell'attività fatto in assemblea, questo organismo che avrebbe dovuto e potuto migliorare il funzionamento della scuola, stimolare la partecipazione dei genitori, si è limitato ad affrontare problemi molto marginali, ha preso decisioni criticabili, si è chiuso al confronto ed alla partecipazione ed è divenuto -la sede in cui si radicalizzano gli scontri.
Quali le cause? A me pare che si debba riflettere sulla natura di questo organismo e quindi non dimenticare che è un organismo elettivo e che l'elezione dei genitori è avvenuta su programmi di lavoro presentati e discussi nelle assemblee con l'impegno esplicito da parte di tutti i genitori presentatisi nelle liste di gestire le deleghe in modo democratico favorendo quindi nel maggior modo possibile la partecipazione ed il confronto con la base. Io credo che se su tali impegni, che rappresentavano anche l'obbiettivo qualificante delle piattaforme program matiche tutti i genitori eletti fossero stati concordi e si fossero conseguentemente impegnati in modo unitario ad osservarli si sarebbe potuto lavorare con maggior successo sia pure all'interno di opinioni diverse, anzi in un clima di maggiore reciproca tolleranza.
Nel nostro Consiglio di Circolo l'unitarietà da parte dei genitori su questo aspetto non è stata ancora raggiunta: sono emersi sin dalle prime riunioni due modi contrapposti di intenderne il funzionamento, in concreto su come concepire la partecipazione, quindi di conseguenza sull'apertura delle se-
dute ai genitori, sul collegamento con gli altri livelli di partecipazione quali le assemblee generali, di classe, col comitato dei genitori e con l'interclasse. Questa contrapposizione che vede i genitori divisi è a mio avviso l'origine dell'impossibilità di procedere in modo costruttivo.
Infatti ciò ha portato come conseguenza la chiusura, l'immobilismo, il ricorso costante ed ossessivo alle procedure, l'interpretazione restrittiva degli spazi (già angusti!) previsti dai Decreti Delegati per la partecipazione dei genitori. Se è prevedibile un atteggiamento ed un comportamento di questo tipo da parte degli insegnanti, tuttora nel nostro Circolo in gran parte timorosi del confronto e del cambiamento, ci impegna a riflettere questo comportamento tenuto da genitori.
Questa "chiusura" ha, a mio avviso, pesato notevolmente anche nei confronti della qualità del lavoro svolto: da una parte infatti si sono spese notevoli energie per non fare, perchè soprattutto ogni decisione non cambiasse nulla, dall'altra ci si è voluti privare di una collaborazione più allargata ai genitori, collaborazioni che avrebbe molto utilmente accresciuto le capacità di tutto il Consiglio di identificare i problemi e di affrontarli in ordine di urgenza e con maggiore competenza.
Un secondo punto, a mio avviso importante, e nei confronti del quale siamo totalmente carenti, è il collegamento con gli altri Consigli di Circolo e di Istituto presenti nella zona e con il Consiglio di zona. Non è pensabile infatti continuare a settorializzare i problemi dei nostri ragazzi al tempo scolastico ed i loro interessi all'interno delle mura della scuola; essi provengono dalla scuola materna e proseguiranno alla scuola media senza che i loro insegnanti confrontino i modi ed i metodi di insegnamento ed il modo di "far scuola", ed i loro problemi non possono essere staccati da quelli del territorio dove abitano e dalle strutture esterne alla scuola.
Un collegamento costante con gli altri organismi ci consentirebbe di avere una migliore e più globale conoscenza dei problemi, un confronto sulle possibili soluzioni ed una alleanza più allargata sia per un adeguamento della scuola alle reali esigenze dei nostri ragazzi, sia per la richiesta di strutture di sostegno alla scuola, quali quelle del tempo libero e dei servizi.
Apertura, collegamento, confronto costante e partecipazione che poi vuol dire democrazia pratica, questo è a mio avviso, un obbiettivo su cui sostanzialmente il nostro Consiglio di Circolo è in ritardo.
Angela Bucdardli Bau
A PROPOSITO DI EDUCAZIONE CIVICA
Spettabile Redazione, perché molti giovani sono maleducati?
Personalmente credo che questo fenomeno sia da attribuirsi alla scarsa educazione che viene insegnata ai giovani sia dalla famiglia sia dalla scuola. Giorni orsono, parlando del problema con Don Giancarlo Cereda, professore di religione, mi sentivo rispondere che la responsabilita principale ricade sui genitori essendo i naturali educatori dei propri figli. Possibile? Per la verità guardandosi attorno si sarebbe tentati di rispondere affermativamente.
Bastano alcuni esempi. Capita tutti i giorni di vedere una mamma che compera un dolce o una pizza ai figli gettando per terra la carta senza preoccuparsi che a pochi passi v'é un cestino per i rifiuti. Ugualmente, il padre pulisce la auto in presenza dei figli e non esita ad abbandonare sul marciapiede mozziconi di sigarette ed altre sporcizie. ( ) Si spiega
ge un ruolo di fondamentale importanza per l'educazione dei giovani. Cominciamo a discuterne. Distinti saluti.
Giuseppe Zanuti
ANCORA SU SCUOLA E FUNZIONI RELIGIOSE
Egregio Direttore, nonostante la mia riluttanza a scrivere, chiedo ospitalità al vostro giornale per dare il mio contributo al dibattito sul problema della partecipazione degli alunni e degli insegnanti alle funzioni religiose durante l'orario scolastico.
Si tratta a mio parere di una polemica che poteva essere evitata dal momento che nessuno, e tantomeno la circolare del Dott.
Mei, metteva in discussione il diritto dei cattolici ad approfondire nella scuola la conoscenza della loro religione.
Non sta scritto peró da nessuna parte che durante l'orario scolastico si debba mandare la scolaresca alla Messa sia per consuetudine che per altro motivo. Convinto come sono di vivere in uno stato di diritto, ne traggo la conclusione che ogni persona ci-
dente storico ma occasione unica perché ci buttiamo, senza risparmio, a servizio delle giovani generazioni con idee chiare, principi saldi, scelte illuminate e precise, nella libertà di coscienza a garanzia di una formazione umana e di sicuro indirizzo religioso per i nostri figli".
L 'appelo alle famiglie concludeva affermando: "... su queste basi, mi auguro si addivenga nel quartiere ad autentica maturità di atteggiamenti unitari". Come dire: " siete liberi di dire e pensare come volete, ma fate e pensate come dico io".
Con tali intendimenti Don Carnelli ha eretto subito uno steccato tra i genitori mettendo in atto automaticamente un processo di discredito di una istituzione democratica dello stato quale dovrebbe essere la scuola.
A meno che il referendum sul divorzio (che si poteva e si doveva evitare, Fanfani permettendo) gli sia talmente bruciato sulla pelle da indurlo a tentare una personale rivincita nel quartiere.
Ma allora bisognava avere il coraggio di dirlo!
Certo che il libero pensiero espresso dalla circolare del direttore ha risvegliato quelle forze reazionarie e clericali che con lettere e altri scritti hanno a piú riprese richiesto l'allontanamen-
-FINALMENTE
LA PACE I
cosi' anche un certo impegno dell'Amministrazione pubblica per l'educazione civica degli adulti: si veda ad esempio la campagna dell'A TM sia per quanto riguarda le norme di comportamento a bordo dei mezzi di trasporto pubblico sia per l'esortazione al regolare pagamento del biglietto di viaggio. Per tornare ai ragazzi, la colpa é davvero tutta dei genitori? Io direi di no, anche se non sono pochi i genitori che ignorano lo ABC dell'educazione civica e pertanto non sono in grado di educare adeguatamente i propri figli. Sarei piuttosto del parere che grande é la responsabilità della scuola anche in materia di educazione civica. Non bisogna ignorare che la scuola ha il privilegio di contare sui propri banchi ben 9.500.000 alunni all'anno.
E' un'occasione da non perdere. Puó bastare un po'di buona volontà: si potrebbe partire dalle elementari insegnando educazione civica durante i primi dieci minuti di ogni lezione.
D'altro canto, basterebbe imparare da alcuni paesi confinanti con il nostro dove la scuola svol-
vile ha il diritto-dovere di praticare l'ideologia nella quale crede, tranne naturalmente quella fascista, ma nessuno ha .il diritto di essere intollerante.
Se poi ognuno volesse attenersi al principio che la propria idea é piú giusta di quella degli altri, dovremmo nel nostro caso legittimare anche l'ipotetica usanza di portare gli scolari ai festival de l'Unità, de l'Avanti, ecc. che si svolgono ogni anno in zona. Dicevo sopra una polemica inutile, ma aggiungerei anche di retroguardia poiché in una situazione di "quieto vivere" dove sono possibili direttive impositrici non si fa altro che ritardare la soluzione dei problemi che alla lunga rischiano di esplodere.
Ed é il caso nostro o meglio il caso di Don Carnelli che gia nel Natale del 1974 voleva far prevalere ad ogni costo la propria ideologia e i propri metodi. Nel messaggio natalizio distribuito nel quartiere da Don Carnelli a tutte le famiglie si affermava infatti che "con l'avvento dei decreti delegati, la formazione educativa non é piu affare dello Stato, ma competenza della famiglia. La 477 non costituisce un inci-
to del dott. Mei rischiando in tal modo di coprire di ridicolo tutti i cittadini del quartiere.
Di ben altro ha bisogno la scuola. Essa va rinnovata nei suoi contenuti, richiede finalità e indirizzi diversi perché deve concorrere a costruire una società diversa.
Diversa, perché la verità é che alla scuola oggi é ancora affidato un ruolo di discriminazione sociale tale da non favorire affatto l'avanzamento e la maturazione dell'individuo.
Questa scuola non prefigura certamente una società più giusta e l'impressione che se ne trae é che essa vuole restare caparbiamente chiusa ai problemi della vita. I giovani ignorano gli sbocchi dei loro studi e non é loro consentito di farsi la pur minima idea di quello che potrà essere il loro avvenire.
Sono dunque maturi i tempi per una reale e democratica riforma della scuola cosi' come é giunto ormai il momento della revisione dell'art. 7 della Costituzione e del Concordato, in quanto anche gli stessi cattolici non integralisti li ritengono da tempo superati. Cordiali saluti. Primo Maroni (genitore iscritto al PSI) (istmo oomma zona13 presso Circolo Culturale "C.Marchesi"Via Bonfadini 84.
Supplemento a TICINIA Notiziario aut. Trib. di Milano n. 232 del 4.6.73 Direttore
Responsabile LUCIANO CAPITIN I
STAMPA: Coop. di Lavoro "IL GUADO"
ROBECCHETTO CON INDUNO TEL. 031/881475 A cura del P.C.I. e della della
ZONA 13. Le foto sono di Boschetti. Disegni di Cluet, D'Attellis, Valsecchi, Marco Vaglieri, Wagnest.
GELATERIA Via Mecenate, 12 Tel. 50.61.287 PINCELLI Detersivi Henkel AL 251DI SCONTO LA
VIA
Via
-LA RICERCA - PIù CHE RICERCA - lAtrELLETTLIALE CONTINUA... ORAMAI AU-LA RICERCA.. È SCHIZOFRENIA. Come passare un' ora piacevole
CASA CHE PRODUCE "I DIXAN"
LOMBROSO 32 (MERCATO POLLAME) - TEL. 592942
Mecenate, 103
(la
7.ongi
(311Lt140 zona fl)
posta deilettori
13)
-HA TROVATO QUALCOSA