L'Eco di Niguarda4

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nell' interno : la scomparsa di un fervente antifascista lettera aperta all' Assessore allo sport del comune di Milano

Mensile di vita Niguardese

ì prIncipi d ella cooperazione se no inalienabili „

Ai cErig enti della Cooperativa di via Grivola si pongono seri interrogativi Siamo in periodo elettorale ed il confronto, tra i vari schieramenti politici che si trovano alla direzione o alla opposizione della cosa pubblica, è all'ordine del giorno e sono molto evidenti e profondi i contraiti.

I partiti e gli uomini che sono, diret:amente o indirettamente, legati al monopolio sono apertamente- in mala fede quando si presentano al corpo elettorale con programmi popolari che san-

Perhè la D. merita sfiducia

La malafede dei dirigenti della D.C. di Niguarda è apparsa in tutta la sua evidenza allorquando, giorni fa, hanno diffuso un volantino rivolto agli elettori per l'apertura della loro campagna elettorale. L'assoluta mancanza di argomenti e i troppi « panni sporchi » che devono lavare in famiglia li ha portati a riesumare i più vecchi, logori e ormai superati slogans anticomunisti pavoneggiandosi d'altra parte dietro fantomatici meriti dei DC. a palazzo Marino come garanzia per gli elettori che dovrebbero rinnovare a loro la fiducia.

Definire, poi, come i tradizionali avversari della D.C. e della Democrazia italiana i fascisti coi quali essi hanno dato vita e sostenuto il governo Tambroni d'infausta memoria e coi quali dirigono ancora oggi i comuni di decine fra i più importanti d'Italia significa avere una faccia tosta veramente fuori del normale.

Ma dove credono di essere, e con chi credono di trattare questi sedicenti uomini di « sinistra >> della D.C. di Niguarda?

La risposta è semplice. Conoscendo lo spirito democratico ed antifascista dei niguardesi essi sanno che non è possibile rispondere a questi interrogativi, dire le cose come sono realmente e quindi preferiscono ancora una volta ricorrere al metodo della disinformazione e della falsità. A quella cioè che è l'arma più bassa che uomini politici, dirigenti, possano usare in una competizione elettorale. Bruno Cremascoli

no in partenza di non rispettare, così come ha sempre fatto e farà ancora il partito della democrazia cristiana.

Questo ragionamento, se è valido per i partiti politici che, come tali, rappresentano sempre un interesse di classe (anche se a parole la d.c. dice di essere un partito interclassista), non dovrebbe essere valido per gli organismi di massa che perseguono scopi e finalità economiche nell'interesse popolare.

A questo proposito, m sembra pertinente e molto necessario fare il co nfronto tra le due cooperative edi..(.tutrici del nostro rione

La cooperativa edificatrice-P -Nigutirda che viene impropriamenii 1.hiamata la e cooperativa rossa » (forse perchè i comunisti detengono la presidenza da oltre 10 anni) è una delle più vecchie

Alla vigilia di

La Società Case Popolari di Via Grivola 18 ha indetto per il 7 (prima convocazione) e 1'8 Ottobre (seconda convocazione) p.v. un'Assemblea Straordinaria dei Soci nel salone-teatro del locale oratorio « G.B. Frassati per discutere: la modifica dell'art. 3 dello Statuto per aggiungere alla funzione di costruire case da affittarsi ai Soci, anche quella di trasferire in proprietà dei Soci la casa; il mandato al Consiglio di Amministrazione di realizzare il programma per il passaggio della proprietà delle case ai singoli Soci inquilini; un regolamento condominiale.

Questa la notizia di cronaca, nuda e cruda, sulla bocca ormai dell'intera cittadinanza del Rione, di cui la Società Case Popolari ha sempre costituito un vanto, e che non può non indurre a riflessione l'appassionato di problemi della cooperazione ed in particolare di quel tipo di cooperazione, - riconosciuto il classico per la indivisibilità dei beni sociali, per la sua ormai secolare esperienza e per l'opera altamente sociale di cui è stata e continua ad essere capace.

Che cosa vi è alla radice di un simile sovvertimento di princìpi? Perchè ad esso si è giunto? Questi ed altri interrogativi is pongono, per cui — compatibilmente con lo spazio offertoci e la conoscenza della vita di tale Cooperativa — ne tentiamo una argomentazione.

Se non andiamo errati, da quasi un anno il Consiglio di Amministrazione della Società Case Popolari di Via Grivola n. 18, avendo constatato un notevole appesantimento della situazione finanziaria dell'Organismo, dovuto soprattutto ad una errata impostazione degli affitti ed alla numerosa richiesta di rimborsi dei depositi a risparmio peraltro non bilanciata da un'analoga entrata df risparmi, affrontava una serie di contatti col Corpo Sociale per denunciare la situazione e -- nella convinzione che l'andamento negativo dei depositi risparmio era rapportabile ad un senso di sfiducia nella Società e nel sqo Consiglio di Amministrazione — per riottenere la fiducia dei Soci quale unico presupposto per continuare nello Sviluppo della funzione sociale di costruire case per i Soci che ne facevano richiesta. Varato comunque un piano di ritocco dei rimborsi per i costi dei servizi, che -doveva portare al superamento dell'anti-economicità delle precedenti gestioni in proposito, venne lanciato l'appello per la ripresa del-

d'Italia e registra al suo attivo una ininterrotta attività costruttiva special mente in questi ultimi 10 anni. Più di 1000 locali sono stati costruiti negli ulrmi 10 esercizi, ed il quartiere di via Vai di Ladro è in fase di ultimazione.

Il penultimo stabile di 231 locali è già stato appaltato e prima della fine del corrente anno verranno gli alloggi a 70 famiglie. In primavera, e forse anche prima, si prevede di appaltare anche l'ultima casa, pure di 70 appartamenti, e quindi completare tutto il quartiere entro la primavera del 1962 e cioè nel tempo previsto.

Il quartiere cooperativo, quando sarà ultimato, alloggerà 364 famiglie oltre_ i negozi della cooperativa di consumo e quelli del circolo famigliare.

gravi decisioni

Il risultato fu però negativo e la situazione finanziaria da pesante è divenuta insostenibile. Perchè tanta freddezza dei Soci nei confronti della propria Società? . A nostro modesto giudizio, una ragione potrebbe essere individuata nella numerosa recente assunzione di Sol'afflusso nella Cassa della Cooperativa dei risparmi dei Soci.

Dalla liberazione in poi la cooperativa (rossa) ha moltiplicato per oltre 3tntvolte il proprio patrimonio sociale én Amobiliare non solo costruendo nuovi stabili ma acquistandone anche uno vecchio, quello di via Cicerone (e El Cairo 21() togliendo una cinquantina di famiglie dalla preoccupante alternativa: dello sfratto o del riscatto e inserendole tutte nella grande famiglia della cooperazione.

A distanza di 10 anni, queste famiglie e la cooperativa stessa, possono meglio valutare i risultati sociali ed economici altamente positivi di quella saggia decisione. Come è stato possibile ottenere questi risultati?

Prima di tutto, e fondamentalmente, la risposta va ricercata nella fedeltà agli ideali cooperativistici e nello spirito democratico e unitario alla quale viene retta la cooperativa.

In secondo luogo nella capacità amministrativa congiuntamente all' onestà dei suoi dirigenti. La Cooperativa non ha solo un patrimonio immobiliare e cioè materiale da conservare ma ha anche un patrimonio morale che deve gelosamente custodire e sviluppare. Questo bene morale è e deve rimanere inalienabile, indivisibile, perchè è rappresentato soprattutto dallo spirito dal sacrificio dei nostri padri quando continua in 4.a pagina

Demagogia a caro prezzo

La parziale consultazione elettorale per la sostituzione del consigliere provinciale. Marmori, aveva dato modo agli estrosi democì locali di esibirsi con la loro immodestia. Scomodando Å Il Popolo Lombardo «, presentarono in una intera pagina di didascalie e cliches i frutti dei loro sforzi nella realizzazione di un ambizioso piano edilizio sotto gli auspici della Società Case Popolari.

l' edificio di via Grivcla che rappresenta il primo stono cooperativistico della Soc. Case Popolari

ci non completamente maturi ai principi ispiratori della Cooperativa, alla quale ricercavano là soddisfazione di un proprio bisogno (quello di un tetto) senza tuttavia tener conto che la Società poteva andar loro incontro una funzione di una disciplina morale, di un sacrificio e di un preciso metodo di vita sociale, al quale si ispiravano i vecchi Soci ed al quale i nuovi Soci pure avevano il sacrosanto dovere di uniformarsi, non solo per gratitudine, ma perchè la solidarietà ricevuta doveva ancora essere offerta a coloro che attendevano. con l'ingigantire dei numero dei Soci, si poneva l'urgente problema della costruzione di case, affrontato da dei continua in 4.a pagina

Niente da eccepire in tutto ciò. Anzi, quando si costruiscono case per ; lavoratori a prezzo accessibile e con i sani intendimenti della cooperazione non sí può che esprimere elogio simpatia per i loro iniziatori. Però, qui sta il nocciolo della questione, quella spinta studiata anche per fronteggiare lo sviluppo costante della Cooperativa Edificatrice di Niguarda, nascondeva dietro di sè i sintomi di una debolezza per la divisione del corpo sociale; quale risultato di una scarsa educazione cooperativistica.

Cosicchè è accaduto quello che ormai i niguardesi conoscono; e i soci di - quella Cooperativa stanno pagando di persona -la demagogia dei loro dirigenti.

In questa stessa pagina vengono documentati i termini della questione ed esposti in modo reale le prospettive che potrebbero sanare la piaga che rischia di contagiare tutto il movimento cooperativo del nostro rione creando sfiducia nei suoi prin- cipi e nelle sue formulazioni popolari. In questo angolo quindi ci limiteremo n rilevare le voci interessate che hanno tentato di gettare ombra

discredito su coloro che veramente hanno difeso e portato avanti il movimento cooperativo che ha in Niguarda un così vivido esempio. Dicevamo della grave situazione della Società Case Popolari e ci auguriamo che Essa ritrovi forza e capacità per superare le difficoltà di ordine finanziario, ma non vorremmo che le fantasticherie che vanno dicendo alcuni galoppini dello scudo crociato non prendano l'imbeccata da qualcuno che in questo modo vuole attenuare le proprie responsabilità. Citiamone alcune: la colpa è dei rossi Å che hanno seminato l'allarme provocando sfiducia dei soci che si sono affrettati a ritirare i loro risparmi; la colpa è di quei « satanassi « di comunisti. Oppure altre tutte infiorite di insinuazioni sulla stabilità della Cooperativa di via Hermoda, sui suoi imperbolici prezzi ,di affitto, su presunte pressioni politiche sui soci inquilini, ecc., ecc. E' inutile egregi. signori arrampicarsi sugli specchi per travisare la realtà ' dei fatti: i cittadini di Niguarda ormai li conoscono e sapranno esprimere il loro giudizio. Da parte nostra continueremo a sostenere il movimento cooperativistico niguardese come per il passato e senza diScriminazione alcuna, ma non passeremo sottò silenzio, se ciò fosse necessario per impedire il disagio a centinaia di famiglie niguardesi, di indicare chiaramente i responsabili di una così malaccorta conduzione economica.

REDAZICNE VIA DE CALBOLI, ANNO VII- N. 9 - Settembre- 1960 L. 30
L'ECO DI NIGUARDA
UNA PREOCCUPANTE PROSPETTIVA PIR I SOCI DELLA SOC. CASE POPOLARI DI NIGUARDA
la prima casa della Cooperativa Edificatrice di Niguarda costruita nel 1896
A. F.
LE,,IMPRESSIONI DI UN COOPERATORE

notiziario spartivo

ALLE OLIMPIADI

Å

Indiscrezioni aneddotiche

Assieme agli spaghetti che ingoiai alcuni mesi fa a Marsiglia (!), ciò che più, sino ad ora, mi ha meravigliato, è stato l'incendio di Monte Mario. Ho visto Monte Mario in fiamme! Fu la sera della chiusura dei Giochi. Avevo appena visto alla TV spegnersi il tripode, quando sentii un urlo al balcone: corsi e vidi Monte Vario ridotto ad una torcia; da via Dardanelli, si vedeva benissimo. Che era - successo? I romani avevano dato fuoco ai giornali che avevano, ai cespugli che si trovavano sulla collina, per salutare Roma olimpica che stava morendo. Da lì la grande torcia...

*5*

Anche ai e Giochi » non sono mancati i concorsi di bellezza: quello per le più belle gambe del « Villaggio » è andato alla formidabile scattista negra Wilma Rudolph, vincitrice dei cento e duecento piani. Wilma è fidanzata con il peso medio americano Crook, anche egli vincitore di una medaglia d'oro. *

Sono stato invitato alla finale di pallanuoto. Per la tribuna era di rigore lo smoking. Metto lo smoking. Mi reco allo stadio del nuoto. E all'entrata mi ordinano di togliermi le scarpe: temono che, camminando sulla sabbia, possa perdere... qualche chiodo, che potrebbe infilzare un atleta!, Mi reco alla tribunetta con lo smoking ed i piedi nudi ( I .). Quando mi siedo, un inserviente mi porge nuovamente le mie scarpe...

Alla cerimonia d'apertura è capitato, in mezzo agli atleti impettiti, un giovane in mutandine e canottiera. Il tizio fece velocemente mezzo giro, sotto i flashes esterefatti dei fotografi. Poi gli agenti riuscirono a fermarlo: dapprima fu scambiato per un pazzo. Poi si venne a conoscenza della verità: quel tizio, certo Cohen, turista americano, aveva scommesso cento dollari con un amico, il quale sosteneva che il Cohen non sarebbe riuscito nell'impresa suddetta. Si era sbagliato l'amico: dovette pagare.

PARLIAMO ANCORA DI LOI

CON LA "TODESCHINI , Å "CASTAGNATA „ A CUVIO

PiqONTO PER IL ££ VIA

Naovo appello agili spoztivi niguardesi

Il Gruppo Alpinistico «Battista Todeschini » organizza per il gior..M 16 ottobie 1960 una caStagnata a Cnvio. Le quote di partecipazione alla gita che verrà effettuata in zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA« auto pulman, sopo state fissate in L. 800 per i soci e L. 900 per gli altri gitanti. A tutti i partecipanti, la Società offrirà il tradizionale sacchetto di castagne. Per la prenotazione del pranzo si invitano gli stessi a comunicarlo durante l'iscrizione.

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E' sorto «Ring Illustrato»

Dopo á che « Europa Ring » ha sospeso la sua pubblicazione, Ernesto Catani è tornato a Roma, dove, con Roberto Fazi e Rino Tommasi, ha fondato « Ring Illustrato », una nuova rivista che si avvale di qualificati collaboratori.

Tra gli altri: Mario Sanvito dello « Sport Illustrato », Alessio Cerrati de « L'Avanti! », Domenico Giordano, corrispondente dagli U.S.A. del «Corriere dello Sport », Alfredo Giorgi, della redazione spagnola de «La Gazzetta dello Sport ». All'amico Catani è nostri più caldi auguri per una felice direzione di « Ring Illustrato ».

L'Unione Sportiva Niguardese è pronta per il via! Ormai pochi giorni ci separano dall'inizio del campionato e i giocatori scalpitano vogliosi di battersi con orgoglio dinnanzi ai tifosi in gare che prevediamo combattute e piacevoli.

I dirigenti hanno , fatto compiere in queste ultime battute d'attesa una serie di severi allenamenti ai propri ragazzi che sono stati opposti a squadre ben preparate come la e Frassati » che quest'anno ammireremo sul campo di via Ornato.

Tutto è pronto quindi, o quasi. Manca soltanto, e purtroppo dobbiamo ripeterlo, l'appoggio morale e materiale degli sportivi niguardesi alla squadra. Ognuno sa che quest'anno la « Niguardese » dovrà cimentarsi in un difficile e più oneroso campionato, per cui è indispensabile non soltanto la semplice simpatia.

E' un appello quindi che lanciamo a tutti gli sportivi del nostro rione, a tutti coloro che desiderano lo sviluppo di questo popolare sport per le giovani leve: seguite con rinnovata passione e con maggiore entusiasmo la vostra squadra! Aiutate la Società divenendo suoi soci e sostenitori!

« Cronos »

NOTE DI CACCIA á LE NECESSITÀ DELLA SOTTOSEZIONE DI NIGUARDA

Nel giorno di apertura della stagione venatoria, sono scesi sul á terreno di guerra á anche i cacciatori della sottosezione niguardese. E' stata questa una giornata deludente per noi, ma i á carnieri magri » sano subito scomparsi per i successi confortanti risultati, e ben 30 lepri hanno costituito il provvisorio bilancio. Ma il fatto più significativo è che il bottino di selvaggina è stato equamente distribuito fra tutti i cacciatori, coi cani e senza, così da sfatare una vecchia abitudine di suddividere in categorie superiori o inferiori i cacciatori a seconda della. proprietà o meno dell'intelligente animale. Purtuttavia una dolente nota si deve qui registrare che riguarda gli aspetti organizzativi della sottosezione e la sua stessa vita associativa. Qualche anno fa, i cacciatori tesserati alla sottosezione erano oltre un centinaio; poi mano a mano le file si ridussero sino a diventare meno della metà, ed al posto della naturale fraternità cominciò ad insinuarsi un antagonismo più che dannoso.

Ci permettiamo quindi, ringraziando l'ospitalità offerto dalla redazione di questo mensile, di richiamare tutti i cacciatori niguardesi al loro senso di responsabilità perchè ritornino a ravvivare l'attività della loro sottosezione che se ben sorretta ed organizzata offrirà a tutti i suoi iscritti le soddisfazioni sperate.

Un gruppo di cacciatori di Niguarda -

Irgeir..autzt.-...es

DA CI ANNA

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Il tempo di lasciare alle spalle l'Olimpiade, e poi si torna allo stadio: questa volta ad appassionare è il calcio.

L'accostamento del campionato di foot-ball alla più grande rass sportiva del dilettantismo non suale, ma messa li apposta per cune considerazioni.

divo. Non lo sa ancora Nando Pensa?

Loi è un divo, con i pugni pesanti così: per questo nessuno si azzardi più a sparlare di lui od a criticarlo: se no il mio amico Duilio stringerà i denti e saranno guai per tutti.

Il 29 ottobre Duilio Loi affronterà, a Milano, il francese Maurice Auzel per il titolo europeo dei pesi welters, titolo che ha ritenuto opportuno non abbandonare, dopo la conquista del « mondiale »; e questo per diverse ragioni e non ultima quella di dilazionare la data per la rivincita con Ortiz (che, a rigor di contratto, avrebbe dovuto aver luogo entro sessanta giorni dal secondo combattimento), con un altro match che può vincere « a mani basse ».

Le nuove leve del calcio italiano sono uscite a testa alta dal torneo olimpionico e solo la sfortuna, capitata nel sorteggio, ha impedito agli azzurri di potersi battere — con molte probabilità di successo — per la conquista della medaglia d'oro. Comunque ci è bastato notare che i nostri « P.O. á hanno retto il confronto con le nazionali dei forti Paesi dell'Europa Orientale, che sono le stesse impegnate ai campionati 'mondiali (perchè in quelle nazioni non è permesso il professionismo: quindi anche i migliori sono considerati dilettanti).

Questo fatto non deve passare inosservato sotto gli occhi dei nostri dirigenti, nè, per gli stessi, deve costituire un alloro sul quale essi si possono assopire.

Il risultato alle Olimpiadi dovrei) be solo essere il punto di partenza per il ridimensionamento di tutto il nostri calcio, in vari settori mal organizzato, in altri addirittura corrotto.

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Mentre l'uomo della strada trascorreva notti insonni nel Ç suspense » creato dall'interrogativo: Ç A chi darà Benvenuti la percentuale dell'orgeni guadagnato, dando via scapaccioni? », Duilio Loi, albergatore di professione, pugile a tempo perso, metteva in grave pericolo, tra i muri del suo ristorante, il titolo mondiale dei Ç w.j. », incontrandosi con Nando Pensa.

Pensa stimato critico, già presidente direttore della Ç Boxe nel mondo », traduttore dell'edizione italiana de Ç La storia dei pesi massimi Ç di Nat Fleisher, aveva « passata » al collega di un giornale scandalistico milanese (si tratta de « Il Guerin Sportivo.) una notizia riguar- dante Loi; notizia tanto piccante da mandare su tutte le furie Duilio, quando, proprio nel suo ristorante, si vide dinanzi Nando Pensa. Tra i due sono corse parole da far rabbrividire le donne (i bambini no, perchè non erano presenti); per poco non correvano anche i pugni: pei questo intervennero gli agenti di P.S. Certo che Pensa ha avuto un bel coraggio nel presentarsi al Ç Pinzacchic Ç; il gesto, comunque, gli ha fruttato un sacco di pubblicità. A parte la pubblicità, Pensa doveva ammettere di aver torto, non fosse altro perchè si trovava dinanzi a Loi. E Loi ha sempre ragione. Loi è il campione del mondo. Loi è un

Perchè Maurice Auzel, già larga- mente battuto da Loi, non è che un mediocre pugile, non certo, comunque, il secondo welter europeo. Solo l'inviato della « Gazzetta dello Sport ».al Boswel St. Louis-Auzel (incontro perso qualche giorno fa dal francese a Parigi) crede che l'atleta di monsieur Dupain sia di poco inferiore, udite udite!, a... Carlos Ortiz! Ma non fate caso: chi ha scritto simili panzane sulla « rosea » è lo stesso giornalista, o pseudo tale, che. unico tra gli inviati al Loi-Ortiz di San Francisco, vide Vern Bybec « contare . Ortiz a terra. Ci siamo capiti!

a. p.

Il primo punto che la F.I.G.C. dovrà rivedere riguarda il professionismo dei giocatori: ammesso che oggi è inevitabile una forma di semiprofessionismo, non possiamo, però, transigere che si travisi. il vero significato dello sport, pagando cifre astronomiche per assicurare al proprio club la prestazione di un determinato atleta, perchè allora l'agonismo e nel nostro caso specifico il calcio, si tramuterebbe in uno show, dei tipo che vediamo più volentieri in teatro.

Non siamo paladini di un'idea utopistica: non pretendiamo che si torni al più rigoroso dilettantismo, ma solo che ci si moderi con il denaro speso nel calcio, e ne trarremo, tutti i benefici.

I giocatori imparerebbero che sport non è sinonimo di pecunia, le sdut-ldre si troverebbero in migliori situa zioni finanziarie ed il calcio godrebbe di questo stato di- cose.

La F.I.G.C. sa che il progetto, con qualche accorgimento ed un paio (i, clausole nei regolamenti, è realizzabile. Staremo a vedere se la Federazione Calcio lo desidera veramente.

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Dalla chiassata del " Pinzacchio all' incontro con Auzel

Cambiano i ministri ma tutto rimane come prima

La censura arma dei vandali

la lettera di Tupini e le ripercussioni fra gli artisti. Come si può giungere con la censura a snaturare una pellicola

Il 13 Giugno 1960, l'avv. Eitel Monaco, presidente dell'ANICA, riceve Ministro per lo Spettacolo, accusa con proponimento battagliero, l'ex l'ormai nota lettera Tupini, in cui, il cinema di degenerare in un livello sempre più basso di produzione immorale e scandalistica, minacciando gravi provvedimenti di censura. Questo, il primo passo, per tentare l'arginamento ad un certo risveglio della produzione cinematografica italiana registratasi in questi ultimi mesi. I produttori rimangono sbalorditi, e subito cercano di opporre una resistenza che si conclude con una risposta (piuttosto indecisa per la verità) da parte dell'Associazione degli Autori Cinematografici (l'ANAC). L'ANICA a cui inizialmente era rivolta la prima lettera tace.

Perchè tutto questo? Quale gli intendimenti del Ministero dello Spettacolo, e quindi del governo? Come si sa, il dibattito alla Camera tenuto sulla questione, trovò i D.C. pronti alla difesa dell'operato di Tupini.

Lo spettatore, questo anonimo individuo, che alla sera si volge verso il cinema, è considerato alla stregua di un bambino a cui non vanno dette le verità come sono. Va trattato con guanti di velluto, esso non ì ancora maggiorenne. Questo ragionamento, senza dubbio tendenzioso, vuole inculcare nelle persone le idee già confezionate, e fossero almeno idee!

Si vuole evitare un troppo poco salutare logorio mentale. Chi siede nella poltrona di una sala cinematografica, non deve pensare dopo un giornata di lavoro, ha bisogno di riposo cosa di più distensivo di un film come Ö Il Mattatore », piccola apologia al truffatore trasformato per l'occasione in una specie di eroe comico. Attraverso gli occhi della macchina da proiezione l'uomo dimentica i suoi fastidi i suoi problemi, dimentica di essere sfruttato e spremuto come un limone, d'avere a che fare con una classe dirigente astuta, smaliziata e priva di scrupoli. Il lavoratore dimentica la sua lotta quotidiana per un miglioramento salariale, il caro alloggio, il problema dell'educazione dei propri figli.

Tutto questo censurare, involgarire deturpare lo spettacolo, non tende altro che a cercare di mascherare, dietro supposti furori moralistici un ben più pericoloso antimoralismo, più temibile perchè meno evidente. Quale significato hanno nella televisione le ballerine costantemente con le gambe coperte? Non credo che lo spettatore televisivo dia in ismanie per delle gambe. Ma ben più efficacia ha tutto ciò che nasconde questo paravento: lo_ spettacolo melenso, senza nessun significato, la raccolta ormai trita delle solite battute umoristiche, ii tribolato e stanco continuare di spetta-

NOZZE D' ARGENTO

I signori Iole Biancardi e Angelo Gavetti hanno celebrato il loro 25) anniversario di matrimonio. Ai festeggiati giunga gradito lo augurio più sentito da parte della redazione de l'Eco di Niguarda,

I nostri bimbi

Inviate le roto alla redazione dell' Eco in busta chiusa

Nessun cittadino, nella sua veste di lavoratore-consumatore tartassato con le imposte indirette che continuano a deliziarci„ può essere insensibile all'articolo: Ç Le Olimpiadi l'uomo della strada », e alla allegra sarabanda di miliardi che l'Amministrazione di Roma — già oberata da centinaia di miliardi di debiti che tutti noi, in, definitiva, dovremo pagare — continua a regalare migliaia di milioni a pochi centinaia di membri appartenenti all'aristocrazia nera ad enti ecclesiastici, valorizzando terreni classificati agricoli e trascurando nel modo più sfacciato di applicare i _ contributi di miglioria, di cui qualsiasi onesto amministratore comunale si avvarrebbe onde sanare gli scandalosi deficit di bilancio.

E come si può, con questi criteri, sperare di realizzare l'auspicato sport popolare a beneficio dei giovani italiani che bramerebbero di esercitarsi a loro ristora morale e fisico?

Milano, per fortuna, non è Roma. Tuttavia per dimostrare quanto certi problemi siano negletti anche da noi, valg uan esempio che riguarda pressochè tutti i rioni milanesi.

Niguarda, con tutti i nuovi quartieri che gravitano sul vecchio borgo, conta qualche migliaio di giovani che, specie in queste sere, non sanno come passare il tempo e vanno bighellonando per le strade, insoddisfatti della loro condizione e abbandonandosi perciò, qualche volta, a degli eccessi alla stregua dei teddy

coli sempre più scadenti e insignificanti. Si pensi ai films presentati al lunedì sera dalla televisione. Per citarne uno « Il padrone sono Me ». Come il movimento operaio degli anni che seguirono la prima guerra mondiale è svitalizzato, fatto passare come un qualcosa di pangruelico. Come quando dei contadini siano riusciti a risparmiare tanti quattrini da poter riscattare una villa e gli annessi poderi? E' una domanda che vorrei fare alla Commissione televisiva degli spettacoli. Per non parlare poi dei compromessi, degli intrallazzi imperanti nel campo dello spettacolo: Lonero è un esempio tipico di uno stato di cose guidato da una classe che tende a clericalizzare tutto quanto è possibile. La premiazione mancata di « Rocco e i suoi Fratelli », e tornando di qualche passo indietro, le polemiche violente e accanite, in particolare da parte del clero,. a Ö La Dolce vita di Fellini, l'imbarazzo di Tupini di fronte a Ö La lunga Notte del '43 » di Florestano Vancini. Di questi esem-

pi si potrebbe continuamente discorrerne tanto di riempirne un libro di notevble volume. Ma come sono state accolte le modifiche alle leggi che reggono la spettacolo presentate dai deputati Lajolo, Alicata, De Grada, Seroni, Santarelii Viviani sulla Ö Vigilanza delle proiezioni cinematografiche e le rappresentazioni teatrali? Con un nulla di fatto. Inasprire il già imperante oscurantismo sta bene, ma non parlate di rendere il popolo edotto delle nostre condizioni. Non risanare, ma aggravare la situazione già compromessa. Lo spettatore deve quindi stare in guardia da quali spettacoli che tendono a riportarlo a casa condizionato, non deve farsi lavare il cervello, ma scegliere con giusta ragione i films altro che vorrà andare a vedere. Non si lasci inchiodare alla poltrona dal vuoto divertimento ma cerchi di ricordare che dietro a questo vuoto ve ne è un altro peggiore.

GIANNI UMIDI

Riceverete in dono dalla Cooperativa I' Ancora una specialità Euircni,

Nel numero del 9 settembre di Ç Il Buon Pastore », mensile della parrocchia Milano-Niguarda, si legge un articolo apologetico sulla stampa cattolica. Ci si scaglia contro tutte le pubblicazioni di grande o piccola tiratura, lamentando lo scarso interessamento della popolazione verso la stampa clericale. Credo sinceramente che a questo stato di cose l'articolista dovrebbe fare un piccolo esame di coscienza, che senza dubbio gli riuscirà facile. Si domandi per quale motivo, solo usando mascherati paraventi la stampa cattolica riesce a penetrare. Ma ove essa si presenta chiaramente qualificata riceve solo una alzata di spalle. Si domandi chi scrive certe cose, per quale motivo il clero non affronta mai problemi di carattere pratico iiii e popolare, ma preferisce Ç ggiare alla provvidenza Si ha u l dire ed esaltare i poveri di spir percht di loro sarà il regno dei cieli, ma alla luce dei fatti e della situazione politica ed economica attuale certe argomentazioni non servono che a togliere definitivamente quella poca considerazione che a taluni e ancora rimasta. Vorrei fare una domanda nostro caro Ç Buon Pastore », cosa esso pensa dei famosi articoli pubblicati nel 1860 su Ç Civiltà Cattolica Ç durante la guerra per l'unità d'Italia. Se si scorresse solo minimamente queste riviste, potremmo trovare le arringhe più crudeli e più spietate da parte dell'organo dei gesuiti, verso un'azione storica di vitale importanza. Garibaldi e suoi .vorontari vengono definiti prima musulmani poi selvaggi, si parla sprezzantemente Ç del mostruoso principio della sovranità popolare », Cavour zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA -è paragonato a Nerone, Gengiskan, Solimo e Maometto, la politica del governo piemontese definita « traffico da ghetto ». Nota la rivista Ç Rinascita», che nell'editoriale dell'epoca le parole Ç ebreo » « giudeo » sono usate spregiativamente come le userà Hitler più, tardi.

Ma i gesuiti non si fermano ancora arrivano a mettere in dubbio la provvidenza: « Noi non ci meravigliamo » scrive ancora Civiltà Cattolica Ç di ciò che fanno i Garibaldini ed i loro satelliti; ma bene abbiamo ragione di lamentarci che Iddio benedetto lo lasci fare ». L'uso della parola benedetto in questa frase è un istrionico eufemismo, un voler salvare capra e cavoli.

Come è possibile, ci si chiede ancora, dare la minima fiducia ad una stampa in cui è evidente l'interesse la difesa del potere (si badi bene terreno, materiale e non spirituale) è così accanitamente difeso?

Ma il nostro bollettino parrocchiale insiste. Nega il valore, sia pure di interesse scientifico o di visione com-

pleta, della lettura della stampa non precisamente cattolica. Si vuole quindi escludere la possibilità di far conoscere a tutti la loro malafede e la loro ipocrisia. Leggeteci, solo noi diciamo la verità, dicono, e non confrontateci e vedrete chi dice la verità. Per citare un casu avvenuto direcente, si rammenti l'attacco portato da Ç L'Osservatore Romano Ç verso il film « La dolce Vita ». Se avessimo letto solo la stampa consigliata non saremmo mai andati a vedere un'opera del genere, ove l'unico difetto costituisce nell'accusare proprio quellaÇ classe in cui, il compromesso l'ingerenza clericale è più forte più completa.

GIANNI UMIDI

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La Biblioteca Sociale c l'Ancora P è aperta tutti i martedì, giovedì e la domenica

Ritorno a scuola

Sabato 1° ottobre ore 9: le strade niguardesi risuonano dell'allegro vociare di decine e decine di fanciulli e di bimbette graziosi nel grembiulino nuovo fiammante, orgogliosi della minuscola cartella che contiene il loro primo quaderno.

E' il loro primo giorno di scuola e nascondono dietro ad un'allegria un po' troppo marcata, un certo timore per la nuova vita cui vanno incontro.

dell'Alfa Romeo, in pieno regime fascista e sotto la ferrea sorveglianza degli Ö sbirri Ö in camicia nera, fu attivo raccoglitore di somme per il « Soccorso Rosso », una organizzazione che aiutava i perseguitati politici, ma la sua azione si rivolgeva maggiormente verso le giovani generazioni per farne degli uomini capaci di affrontare la situazione, consapevole che queste forze sarebbero state indispensabili per la guerriglia partigiana. I frutti della Sua costanza e dei Suo lavoro poco appariscente, ma efficace, si colsero alla formazione delle Brigate di combattimento: la Ö 1105 Garibaldi Ö ebbe il suo distaccamento a Niguarda e Carletto ne divenne commissario.

Ma conclusa vittoriosamente la lotta di liberazione si presentò dinnanzi ai dirigenti dell'antifascismo niguardese il problema dell'occupazione, dei giovani partigiani. Qui Egli diede un ilontributo notlevole attraverso la costituzione della Cooperativa Autotrasporti che oltre a dare lavoro li iniziava alla nuova attività politica.

boys... e quindi poco graditi agli abitanti. Ormai da parecchi anni sono state interessate le autorità comunali per la creazione d'un campo sportivo atto ad accogliere la gioventù desiderosa di dedicarsi alla ginnastica e agli sport preferiti. Da parecchi anni gli uffici tecnici comunali hanno approntato i progetti relativi. Da parecchi anni è stato fissato il terreno di proprietà comunale... e condotto a termine il def'zdigante iter con un'infinità di uffici funzionari municipali: centinaia di colloqui con assessori, dirigenti e addetti sportivi che, spesso, danno la impressione che la loro funzione sia quella di non concludere nulla. malgrado le campagne di stampa e i sacrifici di attività e di denaro degli appassio.nati associati a varie società sportive locali.

Forse che gli abitanti della periferia milanese non godono le simpatie degli attuali reggitori del Comune, per essere tanto trascurati nelle loro più legittime aspettative?

E perchè sono tanto solleciti nell'erogare- diecine di milioni a fondo perduto ai factotum delle varie ÇElipadane Ç che, fra l'altro, avevano in progetto il... servizio pubblico di trasporto dei giocatori milanesi al Casinò di Campione, a parziale carico del contribuente e a maggior gloria delle... civiche virtù?

Cordialmente

Un grave lutto ha colpito recentemente l'antifascismo niguardese. La scomparsa di Carletto Piovani ha destato in tutti coloro che lo conoscevano un profondo cordoglio. Antifascista e militante del P.C.I sin dai primi anni della sua fonda zione, non Si stancò mai, neppure nei periodi più duri della' dittatura fa scista, di svolgere la sua opera (1: convinzione agli ideali che sono comuni a tutti i lavoratori. Operaio

Più tardi coerentemente ai Suoi principi si adoperò con il compianto Bertino Colombo alla formazione del Circolo Primavera che divenne il luogo' di ritrovo e di ricreazione dei giovani niguardesi.

La malattia però che lo aveva colpito da tempo avanzava inesorabilmente e nonostante l'aiuto morale e materiale dei Suoi compagni e partigiani cessò di vivere.

All'A.N.P.I. di Niguarda che ha voluto in occasione dei funerali onorare degnamente Carletto Piovant, vogliamo accomunare anche a nome dei nostri lettori i sentimenti del più vivo cordoglio.

Benvenuti fra la folla degli scolari e ben tornati agli altri, quelli che vi guardano con un certo sussiego e un tantino di compatimento: capirete, non sono più matricole!

« L'Eco li vi porge i suoi auguri più fervidi per un proficuo anno di studio: poi a giugno, tirate le somme, raccoglierete i frutti.

Augurio, questo, che nòi estendiamo a tutti gli insegnanti, riconoscendo sino in fondo l'importanza decisiva della loro attività per educare, formare il futuro cittadino della Repubblica italiana. Sappiamo che la scuola italiana di oggi non corrisponde per il suo contenuto e le sue strutture ai bisogni del Paese e sappiamo anche che questa è una delle battaglie più importanti che il movimento democratico sta conducendo.' Salutiamo quindi oggi l'inizio del nuovo anno scolastico con un impegno: quello di lavorare e lottare tutti insieme perchè la scuola italiana diventi veramente un centro di educazione e formazione delle nuove generazioni secondo i princìpi e gli ideali della Costituzione e della Resistenza.

N. 13.

DIRETTORE RESPONSABILE EDIO VALLINI Autorizzazione Tribunale n. 3531 Milano - Via De Calboli, I TIP. Ç PORPORA

LUCIO ROCCOLI

IMPIANTI ELETTRICI CIVILI :NDUSTRIALI - ELETTRICITÀ- RADIO Ç DISCHI - TV

COMMI'SIONARIO TV:

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RIPARAZIONI RADIO TV

MILANO - VIA L. ORNATO, 39 - TELEFONO 64.21.427

Fabio Tagliabue anni 2 Wladi Gusmini anni 4
l' ECO DI NIGUARDA 3
LEI TERA APERTA DI UN CITTADINO NIGUARDESE 1191.1Ç11 11ErMIMO....
Che ne pensa il dott. Crespi?
La
LUTTO PER L' ANTIFASCISMO NIGUARDESE LA SCOMPARSA DI CIIIIITTO
QUATTI«) CHIACCHIERE COL «BUON PASTORE»
stampa cattolica ovvero la 'fiera della verità'
P1011ANI

4 L'ECO zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA DI NIGUARDA

cronaca rionale

DALLA PRIMA PAGINA

PAROLE E FATTI I PRINCIPI

della cooperazione hanno gettato il seme e le basi della cooperazione. Questo bene morale non deve essere noti sottovalutato come espressione sentimentale o tradizionale ma deve essere inteso come valore ideale, come elemento socialmente più avanzato, più moderno, più economico.

Per questi motivi: materiali e morali, la forma della proprietà indivisa è senza dubbio la più aderente agli scopi economici, sociali, mutualistici e democratici della cooperazione.

Essa realizza il fine economico della riduzione del canone di affitto con la eliminazione del progetto capitalistico del proprietario di casa, e garantisce un tasso d'interesse sui depositi dei soci superiore a quello che comunemente viene praticato dagli istituti di credito.

La sua funzione sociale, specialmente per i servizi complementari della casa, è evidentissima: basta dare uno sguardo alla lavanderia meccanica, alle docce, alla biblioteca, agli spacci della cooperativa di consumo, ai circoli ricreativi. In pratica si è costituito un centro sociale di servizi e di attività che contribuiscono notevolmente alla elevazione sociale e morale dei soci, alla emancipazione della classe lavoratrice.

La sua natura mutualistica risulta dalla solidarietà che lega i soci e le loro famiglie per tutta una vita. Questa solidarietà concretizza il motto cooperativistico che dice:

e Uno per tutti, tutti per uno ». creando, con l'apporto finanziario dei depositi, le possibilità di dare un alloggio a tutti i soci.

Inoltre, riducendo la quota di reddito da destinare all'alloggio, la cooperativa a proprietà indivisa porta un notevole contributo al miglioramento del tenore di vita del lavoratore.

Infine la cooperativa, mantenendo unito il proprio patrimonio sociale e immobiliare, crea favorevoli condizioni alla continuità costruttiva e una maggiore possibilità di offrire migliori servizi sociali e contribuisce a sviluppare altri settori di attività cooperativistica.

Sull'altra Cooperativa Case Popolari di Niguarda pure di vecchia costituzione non ho molti elementi a disposizione per portare a fondo il confronto sugli aspetti costruttivi, economici e sociali.

Nell'interesse generale del movimento e quindi di tutti i cooperatori sarebbe molto utile avere dei frequenti contatti per lo scambio di esperienze e soprattutto per rivendicare assieme la !nem applicazione del testo unico sull'Edilizia popolare dal parte del Comune di Milano, e condurre un'azione unitaria contro la famigerata imposta sulle società che mette sul medesimo piano le nostre cooperative che non hanno scopi speculativi e le private società immobiliari.

A questo punto, proprio non riesco più a spiegarmi le voci insistenti che circolano u Ñ Niguarda Sulla imminente assemblea straordinaria dei soci per proporre la trasformazione delle cooperative da patrimonio indivisibile a patrimonio individuale e cioè ponendo in vendita gli stabili sociali e dare vita all'istituto del condominio.

Premetto subito che non alberga in me nessuna presunzione nei confronti della proprietà dell'alloggio, e la nostra stessa Associazione Provinciale, in quesiti ultimi anni ha sostenuto in tutti i modi lo sviluppo di tutte e due le forme di cooperative. Ma un conto è costituire una cooperativa ex novo col patto di futura vendita e un'altro conto è trasformare una vecchia cooperativa che, se non vado errando, ha una cinquantina d'anni di vita sociale e costruttiva.

Non conoscendo i veri motivi del proposito di voler uscire dalla strada maestra della vera e completa cooperazione, mi vengono spontanei alcuni interrogativi:

i motivi sono di ordine politico o economico? Si vuole forse ripetere la operazione di alienazione già intrapresa dalla stessa Cooperativa una trentina d'anni fa, creando, come allora, molto malcontento tra gli interessati e sfiducia nei confronti del movimento cooperativo?

tb si vuole convincere -la gente, dal momento che siamo in periodo elettorale, a sostenere la tesi della D.C. che solo i padroni hanno i titoli per costruire. amministrare e dirigere, e non i lavoratori?

Mi auguro di poter leggere presto su e L'Eco » la risposti a questi interrogativi e di iniziare un dibattito che vuole essere utile alle due cooperative edificatrici nell'interesse dei loro 3-4000 soci.

ALLA VIGILIA DI GRAVI DECISIONI

Consigli di Amministrazione cui, a nostro parere, forse difettava la perfetta conoscenza delle possibilità concretavano piani di costruzione che richiedevano una gradualizzazione nel tempo, anzichè una accelerazione, se si voleva evitare di mettere tosto o tardi la Società nelle attuali condizioni.

Non si può poi dimenticare che; eccezion fatta per questi ultimi tempi, nella Società mancava (o perlomeno lasciava molto a desiderare) quella democrazia sociale e cioè quei costanti rapporti tra Consigli di Amministrazione e Soci, che soli permettono quella elaborazione di orientamenti e di programmi da tutti compresi e seguiti, rafforzando sempre più la fiducia dei Soci verso l'Organo direttivo, quella fiducia che in questi ultimi tempi si è tentato invano di ricreare.

D'altro canto il Corpo Sociale (Soprattutto quello che occupa -gli stabili di Via Grivola 18 e vorremmo augurarci anche quello delle nuove case di Via Palanzone, Via Terruggia e Via Frugoni5 è .ancora fortemente ancorato al-- principio della indivisibilità dei beni della Società; lo ha pure ufficialmente dimostrato in tutte le riunioni ed Assemblee di questi anni ed in ciò solidale col proprio Presidente e con l'intero Consiglio di Amministrazione.

Siamo giunti alla resa dei conti: il 6 novembre in tutta Italia si rinnoveranno i consigli comunali e pro vInciali. Vogliamo come è nostro compito, tracciare un piccolo bilancio in famiglia per esaminare quale concretezza hanno avuto le parole e le promesse di coloro che per quattro anni hanno amministrato la città. Non abbiamo dovuto compiere sforzi eccessivi per raccogliere dati inconfutabili che riprovano l'a§senza da parte della Giunta Municipale nei problemi che travagliano la periferia milanese ove Niguarda è forse una delle zone per cui il disinteresse degli organi comunali è più evidente. Inizieremo rilevando uno dei molteplici aspetti della viabilità rionale. La

Perchè dunque oggi si vorrebbe porre come soluzione di una situazione contingenziale un'alternativa che izyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA - Soci hanno sempre rifiutato?

Proprio non esistono altre soluzioni che facendo perno sul senso della solidarietà cooperativistica 'possano portare alla normalizzazione della Società, salvaguardandone gli attuali principi informatori?

A parte poi che la cooperazione di tipo condominiale ha fornito e sempre più fornirà esperienze tutt'altro positive,- con quale coraggio si potrà chiedere il risdatto dei propri locali a quegli' inquilini-soci che, abitandoli da trenta, quaranta ed anche cinquant'anni, se li sono — sia pur anche,-con sacrificio in parte dillevato dalle svalutazioni della lira in consegtfenza di fatti bellici — sacrosantamente 'già pagati ,ed in diff hanno 'costituito per la Società il *supposto per il notevole svilupy, i questi ultimi anni?

Com'è facile constatare, non zzppena un interrogativo si esaurisce atri ed altri ancora sorgono e le previsioni sono tutt'altro che rosee, per cui non ci rimane che .augurare che i Soci della Società' Case Popolari di Niguarda sappiano nell'Asse Straordinaria del 7 o dell'S ot ritrovare se stessi per impedire tt tutte le loro forze che venga' ammainata la bandiere della propria cooperativa, dopo che neppure il Fascismo era riuscito a tanto.

SERGIO SQUARZONI

strada principale, via Ornato, è rimasta come la ricordano i nostri vegliardi: tortuosa, con il pericoloso budello Å prima del ponte sul Seveso e il non meno pericoloso incrocio cori le vie Hermada e Passerini. Saremmo insinceri, ingiusti se confrontassimo questo luogo con la vastissima piazza Repubblica ove in questi ultimi tempi sono stati installati oltre 70 semafori e stazionano in permanenza quattro vigili urbani, ma

Un semaforo che non arriva mai almeno un semaforo si poteva mettere in questo incrocio, almeno un vigile che coordinasse il. costante flusso dei veicoli avrebbeÅ dovuto essere presente su questa arteria che collega Milano ai ridenti centri della Brfanza.

Una seconda questione, tanto discussa _ed a più riprese auspicata, è qyelia che riguarda. l'ins,egnamento nella scuolA di via--MsserifiC dét corsi professionali, industriali o comunque superiori alle elementari. La costruzione della nuova ala interna aveva lasciato prevedere questa possibilità

COME SOSTITUIRE

LA LINEA DEL TRAM III

Giorni fa, salendo sul tram che collega il nostro rione con via Arco, si notava un insolito concitato discutere: « ... ma è vero che sono proprio decisi a togliere la carrozzetta? e — Å E sì, col l' ottobre verrà sostituita con un autobus che arriverà solo sino a Porta Volta! ». Questa era la notizia che allarmava i passeggeri fino a spingerli ad imprecare contro chi aveva intenzione di privarli di un indispensabile servizio di comunicazione col centro cittadino.

Ci siamo premurati di vedere se le cose udite rispondevano al vero, e la risposta ottenuta dai dirigenti dell'A.T.M, ha confermato in parte le preoccupazioni dei cittadini. Prima di quest'inverno (che è già alle porte) l'operazione andrà in porto, ma gli stessi dirigenti dell'Azienda non hanno saputo spiegarci i parti- colari ed il mezzo che sostituirà la carrozzetta.

Le scusanti per sopprimere la linea sono quelle di sempre: essa è « deficitaria Å e porta un aggravio al bilancio dell'A.T.M. Ma discutiamo con calma sulle conseguenze della soppressione dell'attuale servizio e sulle possibili soluzioni. Innanzitutto sarebbe errato ed inefficace mettere in funzione un autobus che faccia capolinea a Porta Volta perchè siamo convinti che la perdita per l'Azienda sarà superiore in quanto diminuirà notevolmente il numero dei passeggeri, e più oneroso diverrà per i niguardesi cl-ip saranno costretti a prendere due tram per raggiungere il proprio luogo di lavoro.

Siamo quindi favorevoli — e come noi lo sono i niguardesi — alla sostituzione della carrozzetta, purchè si attui un servizio che migliori il collegamento con la città.

che avrebbe certamente sollevato un buon numero di genitori dalla preoccupazione di avviare i propri figli alle scuole situate verso il centro della città. Purtroppo, la cecità degli organi competenti del nostro Comune, ha fatto sorgere nel popoloso Quartiere e Ca Granda > una piccola scuola elementare con un numero di aule sufficienti a soddisfare un quinto delle sue esigenze; cosicchè i bimbi del « Quartiere Å sono costretti a recarsi nelle aule della Å Vittorio Locchi Å impedendo in pari tempo lo svolgimento dei corsi suaccennati.

La strada di " dtsimpegno 99

Concluderemo questo breve panorama con la citazione di un episodio che caratterizza l'ambiguità della posizione dei Å sinistri > della D.C. niguardese sui problemi rionali. Durante una Assemblea púbblica tenutasi nello scorso mese di aprile il signor Colzani espoSe con enfasi alla presenza dell'ing. Giambelli la necessità della sistemazione del tratto coperto del Seveso -trasformandolo in una strada di Å disimpegno e al_ caos di via Ornato. Il suggerimento non piacque però al vice-sindaco e le sue conclusioni sull'argomento furono quanto mai esplicite anche se, per indorare la pillola, egli spiegò il rifiuto :con la- esistenza di « impedimenti > di ordine tecnico. Non sappiamo che cosa il" gioVane segretariò democristiano abbia fatto da quella sera ad oggi per perorare presso la Giunta la stia causa che noi riteniamo possibile di soluzione, e non solo Å disimpegnerebbe > il traffico ma collegherebbe altresì il nostro rione con Pratocentenaro. A conti fatti però tutto

ALLA SANTAGOSTINO r..-ecasmaule,011111Mir - Å

Un chiaro successo del Sindacato Unitario

Una chiara affermazione unitaria, è stata ottenuta dalla lista della C.G.I.L. alla fabbrica Santagostino. I lavoratori del calzificio niguardese che è stato nel passa to teatro di aspre lotte per il mantenimento 01 posto di lavoro e che aveva sempre visto la netta maggioranza del sindacato cislino, si sono scrollati finalmente con energia dai timori e dalle prevenzioni del passato.

Significativo inoltre è il risultato delle elezioni fra gli impegati. La lista della C.G.I.L. che si è presentata per la prima volta nella fabbrica, ha ottenuto un lusinghiero successo.

Ecco comunque i risultati:

Votanti N. 395

Schede bianche N. 7

OPERAI

C.G.I.L. voti 160

C.I.S.L. » 167 Altre liste » O

IMPIEGATI

C.G.I.L. voti 19

C..IS.L. » 42 I seggi sono stati così distribuiti:

C.G.I.L. seggi 2

C.I.S.L. seggi 3

COMUIdeai0 A. V.I.S.

La Delegazione, comunica a tutti i Volontari iscritti - ai Volontari occasionali e ai cittadini, che la nostra Delegazione ha aperto la propria Sede in via Ornato 7 (interno), ove grazie al contributo di Volontari e Cittadini è stata modestamente arredata e resa accogliente. Con l'apertura di questo locale (offerto dalla Coop. Edificatrice di Niguarda) la nostra Delegazione ha la' possibilità di meglio organizzarsi, sviluppare leiniziative sociali e i prelievi collettivi nella nostra zona, che' è il nostro maggiore obbiettivo, per dare un continuo contributo alla scienza sanitaria nella sua opera di salvezza di vite umane.

Sarebbe auspicabile a quego proposito il prolungamento della linea 17 in quanto riteniamo. superabili le difficoltà di ordine tecnico come la diversità di tensione da piazzale Macciacchini in poi, e l'esistenza del binario unico. Basterebbe per questi motivi applicare un -trasformatore di corrente sulla vettura, e, mantenendo la frequenza del servizio nel modo vigente non si dovrebbero creare difficoltà maggiori di quelle che già esistono.

L'ultima ragione a cui s'appella l'Azienda è che la linea ha un percorso molto lungo, e questo è vero, ma nella nostra- città — vogliamo ricoroare — ci sono molte linee con percorsi superiori a quello della carrozzetta. Non è la prima volta che affrontiamo questa problema, ma nuovamente vogliamo precisare il nostro giudizio per una soluzione che riteniamo la migliore. Senza trascurare che il tram è un servizio di pubblica utilità e che non è giusto ve dere la cosa sotto l'aspetto del guadagno, pensiamo che per una buona parte, il deficit della carrozzetta sia causato non tanto per la mancan; di passeggeri, quanto per i suoi orari e per il servizio ridotto alle ore di punta. E qui il ragionamento sarebbe lungo, ma sorvoliamo per ora; abbiamo però la piena convinzione che il nostro rione ha bisogno di una nuova e più razionale linea che passando per il centro arrivi a toccare altre zone opposte al percorso della « 83 e.

Niguarda si sta rapidamente sviluppando, e un servizio municipale piu rapido, completo e moderno oltre che una necessità è la sola condizione per mandare in pensione il vecchio Å III e: Niguarda - via Arco.

si è risolto nel nulla e questo luogo si è sostituito alla vergogna che offriva il Seveso scoperto.

Amici lettori questa è soltanto una piccola parte di ciò che andremo documentando nei prossimi numeri del nostro giornale prima del 6 novembre. Sappiamo che così facendo contribuiremo a smascherare coloro che non hanno tenuto fede alle promesse ed aiuteremo a portare nell'aula di Palazzo Marino uomini che tengano in dovuto conto le -ispirazioni popolari, che nella città di Milano sono maggiormente rappresentati dai cittadini della periferia mi- lanese. AMLETO FARINA

Con qùesta la Delegazione invita i Volontari e Cittadini a visitare la Sede dell'A..V.I.S. i Niguarda, a présentarsi per qualunque necessità o Pratica associativa inerenti alle trasfusioni di sangue. Nell'occasione, rivolgiamo un caldo ringraziamento a tutti, Enti, Circoli, Cooperativè e Cittadini che hanno contribuito nell'assistenza e -alla realizzazione délla nostra Sede. ; La Delegazione X.V.1.8. Niguarda Riteniamo doveroso far seguire al comunicato alla Delegazione AVIS di Niguarda le nostre espressioni di simpatia e di ringrakidmento per essersi sforzata in tutti questi anni, a dare una struttura sempre migliore alla sua organizzazione, capace di soddisfare le esigenze dei bisognosi e per pienamente rispondere agli idedli'.4tessi a cui si ispira.

E' peraltro opportuno però rivolfere una- critica severa al responsabili del Comune di Milano che non hanno saputo o voluto aiutare questa benemerita Associazione con una decorosa ed indispensabile sistemazione, ove poterzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA - svolgere con serietò le Sue funzioni. L'offerta di un locale da parte della Cooperativa Edificatrice di Niguarda fa pesare ancor più la responsabilità degli organi 'comunali per la loro incuria. LA

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