Lasedicesima
I giovani vogliono ricostruire il pronto soccorso in zona
Certo con un articolo del genere non abbiamo e non vogliamo avere la pretesa che tutti i cittadini della Zona 16 siano di colpo sensibilizzati a prendere coscienza di un grosso problema fino ad oggi trascurato e di colpo diventato di primaria importanza, grazie anche alla Riforma Sanitaria, e in parte all'apertura del Centro Ospedaliero S. Paolo.
Circa 4 anni fa un gruppo di ragazzi della zona aveva iniziato un discorso inerente al Pronto Soccorso e all'Assistenza Sanitaria in generale. Erano arrivati ad ottenere il Servizion di Pronto Soccorso 24 ore su 24 e stavano iniziando l'assistenza domiciliare per gli anziani e gli handicappati della zona.
All'iniziativa avevano aderito in partenza una ventina di giovani, numero questo ampliato fino a raggiungere una settantina di volontari di tutte le età, tutti abitanti della nostra zona.
Poi, di punto in bianco, tutto quello che avevano costruito a prezzo di notevoli sacrifici e con molta promessa ma senza un aiuto concreto da parte di forze poltiche e sociali della zona, è crollato, indipendentemente dalla loro volontà.
Non convinti, e ben lontani dall'arrendersi a una simile sconfitta i volontari si rivolsero a diverse organizzazioni di Pronto Soccorso, tutte facenti parte della Associazione Provinciale Pubblica Assstenza, fino all'ultima Associazione, che tutt'ora presta servizio nella nostra Zona.
In tale Associazione, erano confluiti la maggior parte dei Volontari della Zona, fiduciosi di continuare il lavoro intrapreso.
Purtroppo, con il passare del tempo, non si sa bene per quale ragione, alcuni dei nostri ragazzi venivano allontanati da questa Associazione.
Oggi quasi tutti questi ragazzi (ex - volontari), non vendendo in zona nessuna iniziativa concreta atta a portare avanti quel vecchio discorso, hanno deciso di rimboccarsi le
maniche e rimettersi al lavoro. Constatando che il Servizio di Pronto Soccorso oggi esistente non ha più quei requisiti per i quali i nostri ragazzi avevano lottato, hanno cercato aiuto presso le Forze Politiche e Sociali ricevendone risposte affermative. Ci sembra giusto a questo punto fare una piccola riflessione: "Questi giovani da molti non capiti e abbandonati a sè stessi, vengono accusati di essere dei distruttori di ideali; cari cittadini, non vi sembra giunto il momento di mettere da parte lo scetticismo, per tutto quanto viene dai giovani considerare concretamente e attentamente ciò che hanno deciso di portare, avanti ben coscienti di essere di fronte ad una iniziativa tesa ad aiutare, salvaguardare e tutelare la salute di tutti gli abitanti della nostra Zona"?
Ci sembra che questi ragazzi meritino non solo un incoraggiamento ma anche un aiuto sostanziale e concreto per far sì che questa loro iniziativa non cada ancora nel vuoto'A. F.
Il 19 aprile ore 21 presso la Coop. Barona E. Satta via Modica 8, si terrà una assemblea aperta a tutti i cittadini sulla ricostituzione del Corpo Volontari del PRONTO SOCCORSO IN ZONA 16. i giovani promotori
Molto verde nel futuro
Nella seduta di venerdì 16 3, il Consiglio di Zona 16 ha approvato all'unanimità la sistemazione a verde pubblico e servizi di tutte le aree previste dal Piano pluriennale di Attuazione 1979 - 81 del Comune di Milano per la nostra zona. Un quartiere come il nostro, notoriamente carente di verde pubblico, si dovrebbe pertanto arricchire nel giro di pochi anni di una serie di campi giochi ed attrezzature sportive, tale da rendere la nostra zona una delle meglio servite sotto que-
Resistenza oggi
Ce le immaginiamo, il 25 aprile, le conventicole di potenti piccoli e grandi, quelli con vari toni di nero nelle nostalgie, ce le immaginiamo nei riti ovi signorili o nelle ville segrete a sorridere delle nostre manifestazioni che ancora una volta gridano l'attualità della Resistenza. Ci immaginiamo la loro derisione, al loro arroganza, le mani curate descrivere gesti di sufficienza.
A 34 anni da quel glorioso 25 aprile 1945, questi eccellenti microbi del "male oscuro" che minaccia l'essenza stessa della nostra Repubblica possono ancora vantare, non solo impunità, ma anche insospettati poteri. Le sentenze sugli attentati di Trento, le stragi di Piazza Fontana e di Peteano, non sono stati altro che fuggevoli brividi su per le loro schiene vili. Diecine e diecine di vittime oscure o illustri sono servite da avvertimento a non guardare oltre .erte pieghe oscure, in certe zone d'ombra che ancora permaigono nelle nostre istituzioni, nella nostra società.
Ma ben diversi sarebbero i pensieri di questi onorati criminali se si rendessero conto che da 34 anni la Resistenza avanza. Abbandonate le armi della guerra, sono quelle lente ma inesorabili della pace e della democrazia che grandi masse di cittadini stanno impugnando, per manifestare in

tutte le piazze che il fascismo, la violenza, il terrorismo non passeranno. A diecine, a centinaia di migliaia i pacifici combattenti della democrazia dimostreranno per chiedere ancora una volta che giustizia sia fatta, che lo scandalo di troppe omissioni, ignoranze, connivenze, sia cancellato dalla storia della nostra Repubblica antifascista.
La loro richiesta di giustizia non è altro che l'eco di un ben più vasto bisogno che oggi è oramai tanto ampio da accomunare classi e categorie fino a ieri lontane, spesso antagoniste. L'Italia è repubblicana ed antifascista: la sua Resistenza agli anni della "strategia della tensione" ne è la prova assoluta.
Ed è perciò che non abbiamo dubbi: presto o tardi, la tenuta democratica dei lavoratori, il coraggio di tanti magistrati, funzionari dello Stato, uomini politici daranno i loro frutti. Presto o tardi sarà aperto quell'ultimo cassetto, si illuminerà quell'estrema zona d'ombra per mostrarci i volti miserabili, per tradire i nomi improvvisamente insignificanti dei mandanti di Piazza della Loggia, dell'Italicus, di via Fani... Solo allora potremo capire veramente quanto peso abbiano avuto le nostre manifestazioni, i nostri 25 aprile.
Il Comitato di Redazione
sto punto di vista. Per gran parte delle aree destinate esclusivamente a verde pubblico è prevedibile il completamento dei lavori di sistemazione entro il triennio, data l'esiguità sia dei tempi che dei fondi necessari.
Ma veniamo all'elenco delle aree ed ai relativi provvedimenti.
Via Bari: Campo giochi nel terreno antistante le case della Immobiliare Castello, per complessivi 3.400 mq.
Vie Ovada - S. Vigilio: sistemazione a verde attrezzato per complessivi 19.000 mq. ad esclusione dell'area di competenza dell'Ospedale S. Paolo (già cintata).
Via Boffalora: trattasi di una vasta area di 396.000 mq. da sistemare a parco e verde attrezzato, con consolidamento della Cascina Carliona, di cui 182.000 mq. ancora da espropriare, mentre il resto è già di proprietà comunale. In questa area avrebbe dovuto essere inserito il costruendo Centro Sportivo per le guardie di PS, già in passato destinato in zona Teramo. Pare comunque che gli organi di PS abbiano rinunciato definitivamente a realizzare il proprio Centro Sportivo della Zona 16.
Viale Faenza - Via Parenzo: area di 57.000 mq. che dovrebbero andare a completare il parco Teramo. Di questi 23.000 sono già di proprietà comunale.
Via La Spezia: completamento delle attrezzature del Parco Giochi già in parte sistemato per cornplessivi 43.000 mq.
Via Bordighera: area destinata al costruendo asilo nido.
Piazza Ohm: area di 17.920 mq. da destinarsi a verde pubblico e servizi. In quest'area il C.d.Z. 16 chiede l'inserimento del terreno prospicente, sulla via Lodovico il Moro.
Via Lodovico il Moro 105: 12.000 mq. da destinarsi a verde pubblico e servizi.
Via Moncucco: area di 54.000 mq. da destinarsi a verde e servizi pubblici, in corrispondenza dei costruendi 3 lotti di edilizia economica e popolare.
Via Teramo - Voltrl: sistemazione di area a verde pubblico e servizi nell'ambitodella ristrutturazione prevista come lotto di 167. Complessivi 85.000 mq.
Via Teramo: destinazione a verde pubblico e servizi di 122.000 mq. Inoltre 28.000 mq. tra via Teramo e il quartiere S. Giulio da destinarsi a servizi. A.
Le verande si complicano
Un altro ritardo dello IACP sta creando uno stato di tensione tra i cittadini del Quartiere S. Ambrogio coinvolti nell"'affare verande". Da circa un mese dall'Ufficio Decentrato dell'Istituto è stata approntata la documentazione corredata di fotografie delle verande da presentarsi in Comune. Sulla base ditale documentazione il Comune, sentiti i pareri tecnici (vigili del fuoco, Ufficiale Sanitario ecc.) potrebbe esprimere il proprio giudizio. Ma la "pratica" si è fermata inviale Romagna e fino ad ora sono stati vani i continui solleciti. Frattanto, seppur lentamente le pratiche amministrative e legali contro i verandisti vanno avanti. Per esempio, ci risulta che ad un inquilino di Via S. Vigilio siano già stati notificati sia l'ingiunzione del Comune di smantellare la veranda entro 60 giorni, sia la citazione della pretura. E qui non si tratta di una scelta "punitiva" da parte del Comune. Come aveva già fatto notare in C.d.Z. 16 l'Assessore Baccalini, il Comune, il vigile sono tenuti dalla legge a dar corso alla pratica amministrativa per la costruzione abusiva delle ve-
SOMMARIO:
rande. Ma nel contempo sin dall'anno scorso, sia la Giunta Comunale che il C.d.Z. avevano assicurato agli inquilini tutta la loro disponibilità a cercare di risolvere la questione, nel rispetto delle leggi, ma senza eccessive penalizzazioni per i verandisti. Invece ora, per un incomprensibile ritardo dello IACP, non si sono ancora fatti pervenire in Comune i primi dati per istruire una eventuale richiesta di licenza.
Proprio per cercare di superare questo ostacolo, è stata indetta per lunedì 2 aprile una riunione tra la Commissione Casa del C.d.Z. 16 ed i rappresentanti dei verandisti. Come ha dichiarato lo stesso Coordinatore della Commissione,Barsotti, occorre rendere consapevole la Direzione dello IACP "delle responsabilità che si sta assumendo verso gli inquilini" con questi inspiegabili ritardi nell'avanzamento della pratica. L'incontro del 2 aprile servirà appunto a coordinare eventuali iniziative di C.d.Z 16 e dei verandisti in questa direzione.
La Rioda non ha firmato pag. 4
Vandalismo all'asilo nido di via Lope de Vega pag. 6 25 Aprile pag. 8
Cos'è il decentramento senza la partecipazione?
A costo di essere presi per degli ingenui, non vogliamo nascondere l'imbarazzo che ci coglie ogni qualvolta dobbiamo constatare che II C.d.Z. 16 si riunisce in seduta "pubblica" davanti ad una platea di quattro o cinque persone. Per non parlare poi di quelle assemblee, e son molte, che il C.d.Z. organizza per informare o coinvolgere la cittadinanza e che ci pongono sempre lo stesso dilemma: fotografare la gran maggioranza di sedie vuote o no?
Ora anche ammettendo che il famoso "riflusso" abbia raggiunto la Zona 16, che cioè la "fuga nel privato" abbia sottratto attenzione alla vita politica della zona, è pur sempre incredibile che degli argomenti di cui si discute, e SI DECIDE, in C.d.Z. 16, siano solo quattro o cinque cittadini ad interessarsene su una popolazione di oltre cinquantamila abitanti!
Ingenuo ci sembra sarebbe piuttosto chi si scandalizzasse di fronte a una constatazione di fatto: la gente non sa nemmeno se, e cosa, serva il decentramento, anzi non lo vuole neppure sapere, lo snobba, "Tanto non cambia niente ...".Per non dire di peggio.
E, badiamo bene, questo fenomeno che denunciamo non può essere fatto rientrare con buona pace di tutti nella solita frattura tra "Paese legale e Paese reale", che TV e giornali bene o male contribuiscono a ricomporre. Il decentramento, an-
Commissione cultura
che se innestato nel nostro sistema rappresentativo, costituisce un esperimento di partecipazione qualitativamente nuovo nella storia della nostra democrazia. Un esperimento che per uscire dalla precarietà e dall'incertezza ha bisogno, oltre che delle scelte coraggiose di alcuni Comuni o del lavoro disinteressato dei Consiglieri, di funzionare come libero accesso del cittadino alla vita politica ed amministrativa delle istituzioni, come momento di sintesi tra le intricate esigenze della democrazia ed i semplici bisogni del cittadino laico.
Mancando il principale interlocutore, non ci pare che la funzione del decentramento possa svolgersi ap-
pieno. Si sono posto questo problema le forze politiche della zona? Cosa fa il C.d.Z. 16 stesso per ottenere l'attenzione del cittadino, per costruire un rapporto che è tuttora inesistente, vista anche la colpevole ignoranza dei grandi organi di informazione?
Lo ripetiamo. Se il decentramento non vuole rimanere rinchiuso nel ghetto amministrativo, ma rappresentare uno sviluppo politico innovativo per la democrazia, occorre che la gente impari ad apprezzarne le potenzialità, che cioè i cittadini siano partecipi delle sue decisioni e del suo lavoro di controllo. A meno che qualcuno, con l'aria di campagna elettorale che tira, non scambi anche questa istituzione per una valida tribuna da cui raccattare voti: ma cadrebbe male visto che, per ora, ad ascoltarlo c'è solo il cronista de "La Sedicesima".
A. E.Calendario del C.d.Z. 16
Venerdì 6-4:Consiglio di Zona
Lunedì 9-4: Commissione Cultura - Commissione Bilancio e Demanio
Mercoledì 11-4: Commissione Educazione - Commissione Igiene e Sanità
Venerdì 13-4: Consiglio di Zona - Gruppo di lavoro
Mercoledì 18-4: Commissione Pianificazione Territoriale - Commissione Lavoro e Commercio.
Venerdì 20-4: Consiglio di Zona - Gruppo di lavoro
Lunedì 23-4: Commissione Casa - Commissione Sport.
Lunedì 30-4: Commissione Cultura - Commissione Bilancio e Demanio •
Ricevuto dal sindaco il consiglio di zona 16
Queste le proposte per il '79

Chiunque avesse avuto l'avventura (e l'energia) di ascoltare all'alba della 1.30 di sabato 17 marzo l'imperterrito Lodovichetti esporre il programma della Commissione Cultura, avrebbe avuto di che restare sorpreso. Con frasi stringate, Lodovichetti ha prospettato per il 1979 una serie di iniziative culturali che, rifuggendo il facile alibi della "carenza di strutture", vanno piuttosto a proporsi come un modo originale e diverso di fare cultura.
Le proposte, che hanno fatto aggrottare qualche sopracciglio consigliare, prendono avvio da una premessa: la Commissione più che "fare in prima persona deve funzionare da stimolo per le attività culturali". Altra premessa, non riportata nella relazione, ma che ci pare stia alla base delle 'originale proposte della Commissione, è la convinzione che la cultura non è solo quella con la "C" maiuscola, quella cioè che si confonde con l'erudizione. Tutto ciò che è conoscenza è cultura, in quanto strumento per una più efficace comprensione del mondo in cui viviamo e dei processi che lo regolano.
E veniamo alle iniziative così come sono proposte dal documento della Commissione Cultura alla discussione del C.d.Z. 16 e di tutti i cittadini.
ASSOCIAZIONE TRA CON-
SUMATORI: partendo da quei fenomeni che interessano la "spesa quotidiana" promuovere forme di associazionismo tra i consumatori della zona.
PROBLEMA DEGLI HANDY-
CAPPATI: si dovrebbero organizzare dibattiti ed iniziative per illustrare l'attività del Comune in questo settore, per far conoscere ai bambini ed agli adulti i problemi che gli handycappati devono affrontare quotidianamente. Si suggerisce inoltre, a conclusione delle iniziative, un dibattito - incontro tra operatori
specializzati, genitori, insegnanti ed handycappati.
RACCOLTA DI DATI SUL PERIODO ANTECEDENTE PIAZZA
FONTANA: Si dovrebbe procedere alla costituzione di una documentazione sullo stato del Paese nei giorni precedenti la strage di Piazza Fontana attraverso giornali, riviste ed altre pubblicazioni dell'epoca. Per svolgere questo lavoro si suggerisce l'impiego, retribuito, dei giovani disoccupati della zona.
RACCOLTA DI CARTOLINE: un'iniziativa questa che dovrebbe coinvolgere i bambini delle scuole a cui si chiederebbe di inviare una cartolina durante le loro vacanze estive. Si costituirà così un atlante fotografico che sarebbe a disposizione delle scuole della zona.
DIBATTITO IN C.D.Z. SULLE
PUBBLIAZIONI OSCENE: tale dibattito, senza avere scopi moralistici, dovrebbe cercare di analizzzare la situazione, chiarendo tra l'altro le contraddizioni di una legislazione che permette la diffusione anche tra i minori di pubblicazioni oscente, o lo sfruttamento di figure "allusive" spesso più oscene del nudo a scopi pubblicitari.
CENSIMENTO E CONTATTI CON "OPINION LEADERS": si tratta di persone la cui opinone, anche al di fuori del campo specifico della loro attività, ha un'accentuata influenza sulla gente. Medici, insegnanti,religiosi, attivisti politici e sindacali sono veri e proprio operatori culturali: si tratterà di coinvolgere questi operatori come interlocutori da contattare per ogni specifica iniziativa.
STUDIO ANALITICO DELLA
ZONA: sarebbe utile promuovere iniziative di ricerca nella storia, nell'economia, e della configurazione urbanistica della zona, affidando questi lavori ai giovani.
RECUPERO DELLE TRADI-
ZIONI CULTURALI DEI GRUPPI
ETNICI: una buona parte dei cit-
tadini della notra zona proviene da altre Regioni. Si organizzerebbero giornate dedicate aigruppi etnici in cui si potranno esibire gli abitanti della zona con materiale e repertorio tipici delle Regioni di provenienza.
Il documento della Commissione Cultura del C.d.Z. 16 non trascura, naturalmente, anche il problema delle strutture. Si sottolinea infatti la necessità di un "centro culturale onnicomprensorio attrezzato ed accessibile a tutti per lo sviluppo di tecniche diverse (musica, teatro, grafica ecc.) direttamente gestito dai partecipanti, con la costante presenza di animatori e di esperti di ogni ramo". Infine si propongono iniziative per sviluppare l'insegnamento della musica e del teatro nelle scuole.
Le idee, come si vede, nella neo - costituita Commissione Cultura non mancano. Il nostro augurio è che, in sede di realizzazione, i membri della Commissione sappiano ritrovare quello spirito innovativo che ne ha ispirato i programmi. I risultati allora non mancheranno.
A. E.Alle 13 di sabato 10 marzo, i rappresentanti del Consiglio di Zona 16 sono stati ricevuti dal Sindaco di Milano, Tognoli, a Palazzo Marino. Scopo dell'incontro era la sollecitazione da parte dei Consiglieri di un interessamento del Sindaco al problema della ristrutturazione del Centro Civico di via S. Paolino. Come è noto, viene da tempo e da più parti sollecitata una più razionale utilizzazione dei locali del Centro Civico dove, con opportuni lavori, potrebbero essere ricavati spazi idonei alla sistemazione dei vari servizi. Il trasferimento dell'Ufficio dell'Anagrafe, potrebbe essere l'occasione per una sistemazione definitiva che attende da anni di essere realizzata.
Il Sindaco ha dato assicurazioni circa il proprio interessamento presso le varie Ripartizioni e gli Uffici Comunali competenti.
A. E.Nuovo capogruppo
Dal mese di marzo Tosca Beccari ha assunto la carica di capogruppo comunista in Consiglio di Zona 16. Beccari sostituisce Lodovichetti passato recentemente Coordinatore della Commissione Cultura, oltre che alla Segreteria Politica della Sezione "I.
Fantoni" del PCI.
Alla simpatica Tosca, cui all'impegno nella Commissione Igiene e Sanità si aggiunge ora quello di coordinare il gruppo consigliare più numeroso (unica donna tra 10 consiglieri), vanno i nostri auguri di buon lavoro.
A. E.Ritarda l'anagrafe
La notizia che ancora in questi giorni, e siamo al 28-3, non è stata conclusa la gara di appalto per l'arredamento e l'equipaggiamento della nuova sede dell'Anagrafe, autorizza a prevedere un certo ritardo nel trasferimento. A conferma di tale ritardo si può addurre il fatto che l'Ufficio di Via S. Paolino non è stato chiuso, come in un primo tempo annunciato, dopo la metà di marzo. Un tale provvedimento avrebbe senza dubbio causato un notevole disagio per gli utenti che si sarebbero dovuti rivolgere all'Ufficio di Via Cristoforo Colombo, a Porta Genova per un periodo imprecisato di tempo. Confidiamo che, tenendo conto del ritardo eventuale, la chiusura per il trasloco dell'Anagrafe da via S. Paolino alla nuova sede di Viale Famagosta 2 verrà programmata in modo da ridurre ai soli "tempi tecnici" il periodo di sospensione del servizio.
La cultura: da chi e per chi
Il dibattito aperto sulle nostre pagine registra un altro intervento di un nostro redattore, intervento che pubblichiamo qui di seguito. Resta valido l'invito ai nostri lettori, alle forze politiche e sociali della Zona 18, ad esprimere la propria opinione su di un tema che ci riguarda tutti ed in maniera drammatica: la costruzione di una società più giusta quale garanzia di vero progresso per il nostro Paese.
La nota informativa sotto forma di intervista a proposito della prossima uscita del nuovo quotidiano "La Sinistra', pubblicata sul numero di Gennaio de "La Sedicesima", offre la possibilità di sviluppare un dibattito su un argomento molto stimolante che difficilmente potrebbe essere sintetizzato in poche battute, o in una serie di botte e risposte. Innanzitutto una considerazione di carattere generale: ci sono testate che nascono per l'esigenza di creare un nuovo "fronte", di dar fiato ad una tromba che ha già una musica scritta, e deve solo riuscire a farsi ascoltare, e ci sono invece testate che nascono dall'esigenza, non opposta, ma comunque ben diversa, di far discutere, senza proporre idee o soluzioni già confezionate per ogni problema.
Ma anche all'interno di questo secondo gruppo di testate si possono scorgere, senza troppa fatica, tendenze ed atteggiamenti differenti. C'è chi vuole un dibattito aperto, franco, sincero, critico ed autocritico, ma ben delimitato, con interlocutori selezionati, o meglio: con tesi preconfezionate, e c'è chi invece sfronda la propria immagine da ogni pretesa di purezza originale, rinuncia ad aureole ed investiture affascinanti, e parte da una realtà più estesa, anche se indubbiamente meno organica. Questa è, per esempio, "La Sedicesima". Nata, credo, dalla considerazione chè già ci sono tante voci di parte in circolazione, che molte di queste voci riescono solo a "far la predica" a questo ed a quello: qualche volta al governo (raramente), più seivente verso la sinistra e i Sindacati, "La Sedicesima" ha voluto essere uno strumento di informazione e di stimolo alla partecipazione del cittadino in quanto tale. Certo, alcune cose vanno dette con chiarezza: noi preferiamo che gli individui siano organizzati, anche
perchè così secondo noi contano dl più, convinti come siamo che I problemi si risolvono col contributo di grandi masse di persone, che la storia la fanno i popoli, non i generali (figuriamoci poi di singoli sconosciuti di un quartiere di periferia!).
Ma sappiamo anche che per diventare quadri attivi di masse in movimento occorre seguire un percorso non facile, che passa attraverso una serie di tappe che sono fasi successive — vere e proprie conquiste! — di una presa di coscienza.
Grosso modo si potrebbero sintetizzare così: sensazione dell'esistenza di un problema individuale — scoperta della portata collettiva dello stesso problema — decisione di discutere e intervenire — volontà di affrontare e risolvere — coscienza dei propri limiti individuali, scoperta del peso della collettività.
E un percorso lungo, non facile, che molti non seguono per intero, trovando più comodo fermarsi ad un certo punto, quando il coinvolgimento è ancora relativo e l'impegno è minimo. Secondo noi è giusto che esistano voci di parte, schiette, dichiarate, come organi di partito, notiziari, bollettini, periodici e quant'altro di informativo e formativo prodotto da organismi ed associazioni; è altrettanto giusto che esistano altri strumenti "non allineati" di informazione, documentazione, intervento, critica, proposta, etc...; ma la realtà non è proprio cosi semplice: oltre ad essere più articolata, è anche molto, molto subdola. Sovente dietro la facciata della neutralità si tenta di propinare una linea politica ben precisa, addirittura non dissimulata; quanti commenti "sereni", quante relazioni "al di sopra della mischia" si rivelano poi, ad un esame più attento, vere e proprie "veline" uscite dalla scrivania (cioè la trincea dietro cui si ripara una poltrona) di qualche personaggio o di qualche "gruppo" di personaggi?
Una replica dell'MLS
Siamo rimasti sinceramente sorpresi nel leggere su "La Sedicesima", l'articolo "Il contributo della Sinistra Storica" siglato LF.
Non pensavamo che la Sinistra Storica, ma forse è più giusto dire il summenzionato LF, potesse prendere a pretesto l'intervista rilasciata dal Movimento dei Lavoratori per il Socialismo su questo giornale per l'uscita del nuovo quotidiano "La Sinistra", per dire delle cose che secondo noi non hanno nulla a che vedere con questo progetto politico.

In primo luogo, se confronto politico ci deve essere, questo deve essere tale per cui bisogna farla finita con il discorso che se uno non ha fatto la Resistenza non posa essere in grado di esprimere dei giudizi politici.
In secondo luogo non è certo una novità (almeno per noi) che l'offensiva reazionaria della DC ha trovato un terreno fertile nella non - opposizione della Sinistra Storica, specialmente dopo il 20 giugno 1976, ma è altrettanto vero che la DC ha difficoltà
a ricompattare quel blocco moderato e conservatore su cui prima esercitava la sua egemonia, blocco che le lotte popolari di questi anni e la Sinistra TUTTA hanno contribuito a sgretolare.
È all'interno di questa offensiva DC che vanno collocati sia la ripresa dello squadrismo fascista che il fenomeno del terrorismo.
La sinistra nel suo complesso si trova spiazzata di fronte alla offensiva DC, priva com'è di un orientamento ideologico saldo e di un programma politico alternativo a quello della DC e dei grandi monopoli. Ciò che allora deve andare avanti all'interno della sinistra è un dibattito ed un confronto franco e serio sull'individuazione di un programma unitario e di opposizione. È per contribuire a sviluppare questo dibattito che "La Sinistra" è nata e non si pone quindi problemi di grandi mediazioni o diritti di primogenitura per quanto riguarda confronti generici con le altre forze politiche.
L6 Sinistre all'opposizione non possono però essere con-
La concentrazione delle testate è un caso clamoroso, molto significativo. In questo senso, "La Sinistra" non si nasconde dietro un velo pudico di neutralità. Ma...
Elementi di debolezza non mancano, nella fisionomia che si dà il nuovo quotidiano, nella linea politica che non ha, per avere un orientamento di massima, sulle cui oscillazioni prevedibili si sorvola con disinvoltura.
La presentazione stessa fatta in Zona apre perplessità e fa tornare alle orecchie vecchie situazioni, in cui certi spazi erano a disposizione della "sinistra" almomento delle premesse, e poi, al momento della gestione, accanto alla "sinistra" era tutto un fiorire di aggettivi, di precisazioni, di definizioni, di esami - finestra sul diritto o meno di far parte della sinistra, sulla ricerca del rosso che più rosso non si può, neanche con la chiave inglese. Cara, vecchia Statale.. E che dire del solito lapsus freudiano, puntualmente ricorrente, quando si tratta di critiche, dopo un frettolloso e distratto riferimento al governo, al partito di maggioranza relativa ed ai potentati politici, economici e di altro tipo, la fetta più grossa di critiche sta sempre nel piatto dei partiti di sinistra e dei sindacati; attenti, che a forza di cercare la pagliuzza nei nostri occhi (omeglio: in quelli dei nostri vicini) si trascuri la trave negli occhi degli altri! "La Sinistra" si offre come tribuna di confronto e di dibattito aperto a tutta la sinistra, ma non delimita il concetto. Attenti a non ritrovarsi fra coloro che includono nell'elastico della sinistra anche l'area dell'Autonomia, o peggio. Certo, ciascuno si presenta come meglio crede: ci si può anche definire unitari e poi essere nella realtà settari fino all'osso. Si può anche parlare di unità nella sinsitra, pur sapendo che questo fronte oggi coaugula tutt'al più il 50% come di un obiettivo strategi-
Dibattito per una società più democratica e più giusta
co?
Per volgere il discorso in positivo, e per procedere slegato da ogni dubbio di polemica (la polemica non produce, non costruisce, non chiarisce, non avvicina: quanti disastri fai) vorrei ricordare su quali basi — fatte le debite proporzioni nasce e si sviluppa "La Sedicesima".
Innanzitutto, parte da un concetto di unità che non ha discriminazioni, salvo quella, irrinunciabile, nei confronti del fascismo vecchio e nuovo, sia che si presenti sotto l'effige di vecchie cariatidi, sia che si proponga come forza "attiva" e "militante" (leggasi: violenta).
Per noi conta e vale la forza della ragione. La violenza è il campo su cui tenta di battersi il nemico dei valori positivi che noi, come la maggior parte dei cittadini, sosteniamo. E questo, si, è un campo vastissimo, che permette grandi aggregazioni. Le ideologie, se prese con misura ed intelligenza, fanno cultura, stimolano la mente e favoriscono il confronto. Ma l'obiettivo deve sempre essere quello di costruire cose nuove, migliorare la società e le condizioni di vita — non solo materiale — di tutti, con calma, usando l'accortezza di consolidare le conquiste e di renderle patrimonio di tutti, non pretesto di recriminazione tra opposte fazioni.
Occorre fare un salto di qualità e capire che in tempi duri come questi ci si offre la possibilità di abbattere tante barriere dannose. Non è certo un appello al "vogliamoci tanto bene": le differenze restano, e guai a tentare di cancellarle.
Ma, mentre si tengono ben precisi gli elementi di originalità, di autonomia storica, culturale, ideologica, di ogni forza politica e sociale, si devono cogliere gli elementi di vicinanza, i lati comuni o prossimi, per realizzare, poco alla volta, obiettivi su cui converga il consenso di quanti più possibile; solo così, chi si sottrae allo sforzo comune se ne assume la piena responsabilità: si isola, non viene emarginato; ecco la differen-
za. L'unità è fatta di cose concrete, non di fumo: l'improvvisa ma non inattesa scossa nello schieramento della maggioranza programmatica è derivata propriodal fatto che per qualcuno "unità" si traduce con scrivere e raccontare cose giuste e a fare le cose di sempre. Per noi "unità" è un concetto attivo: si è uniti e unitari per fare le cose, non solo per dirle, perchè sovente a parole siamo tutti d'accordo; la vera unità si fa, non si dice. Noi abbiamo scelto come strumento specifico un giornale di zona, per iniziare a colmare il distacco che c'è fra chi produce carta stampata e chi la consuma, per arrivare a sancire che "produttore" e "consumatore" possono essere la stessa entità, possono stare dalla stessa parte, possono scambiarsi i ruoli; che non esistono barriere insormontabili, che la cultura è una cosa impegnativa, ma non estranea alla gente semplice; che per far cultura basta avere la mente sveglia, la voglia di partecipare, e quel minimo dinozioni elementari per comunicare col prossimo. Anche la cultura per noi è un concetto attivo: non si consuma, "si fa", si produce, si rinnova, a volte si dissacra e si mette sotto satira: basta che smuova, che diventi un concetto dinamico, di partecipazione e di attività. Cultura non sono solo le riviste, i quotidiani a tiratura nazionale; per noi cultura è anche un giornale di zona che coinvolge il cittadino in problemi suoi e di tanti altri; roba che nemmeno certe superpenne strapagate riescono a fare (sovente perchè proprio per questo sono strapagati...). E questo è anche far politica; sissignori. E chissà che, poco alla volta, si reisca a coinvincere gli ultimi scettici che "politica" non è una porcheria, ma un diritto e un dovere di tutti. Con tanti saluti a un certo Indro, detto il pennino d'oro (o la penna d'oca!).
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cepite come un momento tattico per ritornare al governo, prendendo forse qualche voto in più e poi uscirne di nuovo quando ci si accorge che la DC non vuole rispettare gli accordi presi, ma una opposizione che muovendosi su di un programma unitario sia in grado di creare un terreno ideale, politico e culturale per l'aggregazione di un blocco sociale progressista alternativo a quello della DC e della borghesia, capace allora si di fare andare avanti il paese sulla strada della democrazia, del progresso e del socialismo.
Ecco noi crediamo che di questo dibattito ci sia bisogno nella sinistra e non tanto di generici appelli al qualunquismo del tipo ogni partito, ogni gruppo si faccia i fatti propri, così come possiamo fare a meno dei dubbi se I'MLS ha o non ha una via migliore a quella proposta dal nostro LF terminando il suo articolo..
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Smentita:la Rioda non ha firmato
La vicenda della Rioda sta assumendo aspetti rocamboleschi. Il signor Rioda non ha affatto firmato il contratto di vendita al Comune: è quanto abbiamo appreso in C.d.Z. 16 all'inizio di marzo.
Nel numero di febbraio, il nostro giornale dava per avvenuta la firma del contratto in base al quale la Vetreria Rioda veniva ceduta al Comune per la realizzazione del costruendo Centro Commerciale. Nel nostro articolo citavamo anche alcuni dettagli dell'accordò.

Purtroppo tutti i dati in nostro
possesso si riferivano solo ai termini della proposta del Comune a cui i proprietari della fabbrica non hanno però ancora deciso di aderire. Come è successo che "La Sedicesima' abbia fatto un tale buco? Apparentemente la notizia da noi rilevata per certa in C.d.Z. 16 era stata diffusa da un volantino del P.S.I. che, in assoluta buona fede, aveva annunciato con precipitazione un accordo non ancora raggiunto tra Comune e Rioda. Alcuni sostengono che l'accordo fosse stato soltanto siglato dai rappresentanti del-
Le verande anche in via Ovada
le parti e che ora la Rioda non sia più disponibile alla firma del contratto di vendita ufficiale.
Sta di fatto che numerosi consiglieri, ed il nostro giornale, abbiano preso nota con piacere di un avvenimento che in effetti non si era verificato. Per ora la Vetreria Rioda resta ai proprietari ed il Centro Commerciale rischia di dover aspettare ancora.
A. E.Anche gli inquilini degli stabili di via Ovada 20 e 24 hanno ricevuto la visita dei vigili urbani per le "verande abusive". Alla contestazione da parte del Comune, gli inquilini hanno risposto facendo opposizione per il tramite dell'Amministrazione dei loro stabili.
"Le verande — ci ha dichiarato un inquilino — non sono sorte per capriccio. Per esempio gli inquilini dei piani rialzati sono stati costretti ad installare le verande per delle ovvie ragioni di sicurezza".
A. E.Istituto Nazionale Confederale di Assistenza ente di diritto pubblico per la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori assiste gratuitamente tutti i cittadini nel disbrigo delle pratiche per:
infortunio e malattia professionale • pensione di invalidità • vecchiaia reversibilità • tubercolosi • disoccupazione assegni familiari • versamenti volontari • recupero contributi • maternità • malattia • responsabilità civile
lavoratori cittadini per qualsiasi pratica assistenziale e previdenziale rivolgetevi al patronato INCA
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Handycappati! Legge sulla detrazione alle pensioni 1979
Da circa un anno sono divenuto amico di una coppia di Handycappati, ed ho avuto così il modo di conoscerne anche altri. Ho avuto la possibilità di conoscere i loro problemi ed a dire il vero non sono cose in astratto ma bensì giuste esigenze che anche loro facenti parte della popolazione hanno. Intempo di elezioni lo Stato chiede anche a loro di recarsi alle urne per votare e questo è giusto, MA NON
TROVANO GIUSTA LA MISERA
PENSIONE DI L. 70.000 MENSILI PARI A L. 2300 al giorno.
N.B. Se a loro è riconosciuto il 100/100 di invalidità.
Il Comune di Milano dà loro inoltre un sussidio mensile che da novembre a marzo è di L. 35.000 pro capite e dai mesi di aprile ad ottobre è di L. 30.000 pro capite per un Totale di Lire 385.000 annue. Percepiscono quindi dallo Stato L. 840.000 + dal Comune 385.000 = Lire 1.225.000 a testa; va da sè quindi che tale cifra, parlando di due coniugi raddoppiata diventa di L. 2.450.000 pari a L. 204.000 al mese.
Attualmente abitano in case dello I.A.C.P. di via LOPE DE VEGA e pagano comprese le spese L. 45.500 mensili di affitto, naturalmente vanno incluse anche le spese per GAS - LUCETELEFONO non contemplate.
Il conto è quindi presto fatto, risultano L. 158.000 mensili per vivere in due.
Certi argomenti passano inosservati forse perchè "Io STATO è così oberato da altri problemi più importanti, MA ANCHE QUESTO È UN PROBLEMA GROSSO E UMANO e si deve decidere qualche cosa di più che consenta a queste persone di non dover VEGETARE. La maggior parte di questi Handycappati ha aiuto da parte di amici a benefattori ma per lo più sono aiuti morali che avvengono in caso di ricorrenze, Natale o Pasqua. Vi è altro da aggiungere: Visite ai Musei precluse per scomodità di accesso, cassette postali troppo alte, cabine telefoniche stradali dove un handycappato in carrozzella non può accedere perchè strette, Uffici Comunali, Banche dove con molta difficoltà possono accedere per gradini troppo alti per loro; sarebbero opportuni gli scivoli che però in altri stati esistono, in Italia nò. Richiedono altresì visite di Sanitari e degli Assistenti Sociali programmate. Questi sono problemi che un cittadino ha constatato e si augura che vengano presi in considerazione ed attuati al più presto.
A. MantovaniNella Legge Finanziaria già approvata alla Camera dei Deputati, i Sindacati dei pensionati, sono riusciti ad inserire una nuova norma che esenta dal fisco per il 1979 tutte le pensioni al minimo.
Con effetto dal 1° gennaio 1979 ai possessori di redditi di lavoro dipendenti e dei redditi di cui all'art. 47, primo comma, lettera A) del DPR 29 settembre 1973, n. 597, e successive modificazioni, che da soli o con altri redditi non eccedono l'ammontare complessivo annuo lordo di lire 2 milioni, compete in aggiunta alle detrazioni di cui agli articoli 15 e 16 dello stesso decreto, una ulteriore detrazione d'imposta di lire 24 mila annue rapportate al periodo di lavoro nell'anno. La detrazione trova applicazione anche agli effetti del penultimo comma dell'art. 23 del DPR 29 settembre 1973 n. 600. A TALE RIGUARDO FACCIAMO ALCUNI ESEMPI:

Minimo pensione L. 122.300 x 13 mesi = L. 1.589.900 al 10% come prevede la legge = L. 158 .990- 138.000 di detrazione annua (L. 11.500 al mese) = L. 20.990 che i minimi avrebbero dovuto pagare. Con l'aggiunta invece di altre 24.000 lire, di detrazione previste dalla nuova norma, i minimi non pagheranno niente.
Inoltre, la nuova norma prevede la detrazione di queste 24.000 lire fino ai redditi di L. 2.000.000 annui; pertanto ne beneficeranno anche coloro che hanno pensioni sino a L. 153.845 al mese.
Pensione di L. 150.000 x 13 mesi = L. 1.950.000 al 10% = L. 195.000 - 138.000 di detrazione annua = L. 57.000 - 24.000 (nuova norma) = L. 33.000; quindi anche questa pensione beneficia della nuova norma e pagherà L. 33.000 invece di L. 57.000 come prevedeva la legge precedente senza l'intervento del Sindacato.
zione globale annua, in questo caso, sarà di L. 138.000 + 72.000 = L. 210.000 pari a L. 17.500 mensili.
DETRAZIONI DI IMPOSTA PER FIGLI A CARICO
A) quando non spetta la detrazione per il coniuge (possessore di reddito proprio superiore a L. 960.000 annue)
1 figlio L. 7.000 annue
2 figli L. 15.000 annue
B) quando spetta la detrazione per il coniuge a carico o quando si tratti di adottati o affiliati dal solo contribuente e non anche dal coniuge
1 figlio L. 14.000 annue
2 figli L. 30.000 annue
C) quando manca il coniuge
1 figlio L. 72.000 annue
2 figli L. 88.000 annue
IMPOSTA ANNUA
SUI REDDITI
3.000.000 - 10%
a 4.000.000 - 13%
a 5.000.000 - 16%
a 6.000.000 - 19%
a 7.000.000 - 22%
ALCUNI ESEMPI ESPLICATIVI Pensionato senza persone a ca-
Una fermata per anziani e utenti del S. Paolo
Il tracciato della linea 74 non tiene conto nè delle esigenze degli anziani ospiti della Casa di Riposo Famagosta, nè dei passeggeri che si recano all'ospedale S. Paolo. È quanto fa rilevare una comunicazione del Consiglio di Amministrazione del S. Paolo che da un mese e mezzo ha richiesto all'ATM una lieve modifica al percorso della 74. In effetti il disagio, soprattutto per gli anziani della Casa di Riposo, è notevole. Per andare verso il centro, la fermata è vicina, in via S. Vigilio. Ma, al ritorno, la 74 ferma in via S. Paolino costringendo l'anziano, o l'utente del S. Paolo, a percorrere diverse centinaia di metri di spazio "scoperto" a piedi.
A m'è vegnù la voeia, e me sucedt de rar, de leg un quotidiano per vedè 'n pou se disen de quel che incoe sucedt in del noster Milan.
O bestia, a vess sincer a sundt restaa de stucch a leg quanti purcat se fan in 'sta città; E tutto questo, disen, grazie a la libertà.
Ma intanta cuntinuavi, quasi a cerca tra i righ una parola bona che dass serenità. Macchè, porca sidela, a gh'era nient de fa.
I robb bei o bun che sia a fan minga la "notizia". Stà lì a scriv che la Cesira l'ha salvaa un cagnoo dal frecc o che la scioura Palmira la sgoubassa per i vecc?
L'è che tutt 'sta roba chi la fa no leg el giournal. Ma perchè, me disi mi, forsi che se ghè no 'I mal podum propi minga dì 'me l'è porcu ch'el mound chì?
E pensa che propi mi, quest si podi dil a tucc, ù poudù tuccà count man quanta gent bona ghe sia propi chi in del nost Milan 'me se dis: Coul couer in man.
Antonio FarinaQuesta nuova norma in vigore per il 1979 pone una questione di principio importante che esclude dalla tassazione i minimi delle pensioni; spetta a noi come Sindacato, come pensionati, intervenire affinchè per il 1980 le pensioni minime siano esenti dal pagamento delle tasse. Per tutti coloro che hanno pensioni o redditi superiori a L. 2.000.000; rimangono in vigore le norme precedenti. Si fanno alcuni esempi.
DETRAZIONI DI IMPOSTA raggruppamento per tutti di L. 84.000 per spese di produzione + L. 18.000 per oneri deducibii + L. 36.000 di quota fissa = L. 138.000 pari a L. 11.500 mensili per coniuge a carico ulteriore detrazione di imposta di L. 72.000 annue; quindi la detra-
La modifica al percorso della 74 si limiterebbe al proseguimento dell'autobus su via S. Vigilio, fermata in via de Rudinì, e ritorno per via S. Paolino, cioè sull'attuale linea. Una modifica di 500 metri, si e no, che oltretutto favorirebbe alcuni tra gli utenti più bisognosi di questo servizio. Secondo quanto abbiamo appreso, la modifica al percorso della 74, approvata dall'Uff. Tecnico dell'ATM, è stata recentemente trasmessa alla Giunta Comunale, per l'approvazione. A. E.
LA SEDICESIMA Mensile della Zona 16
Autorizzazione n° 20/79 del Tribunale di Milano
Redazione ed amministrazione: Viale Famagosta 4
Direttore responsabile: A. Estacchini.
Comitato di Redazione: G. Borella, W. Colombo, L. Ficini, A. Fugazza, V. Lissoni, A. Mantovani
Pubblicità: A. Ferrari (tel. 8132357)
Amministrazione: A. Ferrari.
Impaginazione e stampa: Coop "il Guado", Robecchetto con lnduno (MI) - Tel 0331/881475
Perseguitato da Ladri e vandali
l'asilo nido di via Lope de Vega
Il 24 maggio del 1976 venne aperto l'Asilo Nido di Via Lope de Vega 37. In quel periodo in Milano erano stati aperti 9 Asili Nido comunali.
La prima settimana fu di preparazione e sette giorni dopo arrivarono i primi bambini.
C'era molto entusiasmo nell'ambiente, molte educatrici erano al primo impiego, altre venivano da altre esperienze; unito all'entusiasmo la 'paura di non farcela; l'ansia di dover far bene il nuovo lavoro. Le idee erano chiare, ma non era facile tradurle nella realtà concreta.
Ricordiamo quei giorni: i mobili erano ancora imballati, il lavoro da svolgere era molto, ma eravamo lì tutte quante a divertirci per la novità, la sorpresa di scoprire ciò che era nei pacchi, negli scatoloni. Poi piano piano vennero i bambini e tante facce nuove si guardarono per la prima volta. Quanti pianti all'iniziò, non furono certo un momento di gioia per i bambini quei primi giorni.
E parso subito importante stabilire i rapporti di collaborazione con i genitori, come unico mezzo valido per dare ai bambini serena continuità di vita e d'abitudini.
Non volevamo che il Nido diventasse un semplice parcheggio dove lasciare i bambini durante le ore di lavoro dei genitori, ma un posto dove tutti si trovassero a loro agio e lavorassero seriamente avendo quale fine il bene dei piccoli e la serenità degli adulti. Le prime difficoltà, le più evidenti, furono fin dall'inizio la mancanza totale_ di materiale didattico e quella di riuscire a svolgere attività di gestione sociale (collettivi, assemblee, gruppi di studi e di lavoro, colloqui con i genitori) data la mancanza di ore disponibili. Il personale svolge infatti attività con i bambini per 8 ore al giorno; a tale proposito vennero avanzate le richieste per avere ore a disposizione per tali fini, ribadendo che anche questi momenti
fanno parte del lavoro educativo che all'interno di un Nido si deve svolgere.
Furono subito evidenti anche le difficoltà a costruire rapporti con l'ambiente esterno, date le caratteristiche del quartiere con tutte le sue contraddizioni. Vogliamo riferire un episodio di modesto rilievo ma emblematico: già nei giorni di pre - apertura furono rubate da sconociuti i tricicli; ebbene, furono proprio alcuni ragazzini del quartiere a ritrovarli e a riportarceli.
Inizialmente le liste d'attesa erano molto lunghe, le difficoltà ad inserire i bambini erano notevoli.
Malgrado si presentassero casi di notevole urgenza si era costretti a deludere parecchie aspettative.
Dopo pochi mesi di apertura
del Nido si presentò un altro grosso problema in aggiunta alle difficoltà inerenti all'avvio della nuova attività; l'asilo venne preso dì mira da ignoti che durante la notte o nei fine settimana vi entravano asportando ciò che era possibile: generi alimentari, macchinari, utensili di cucina, giochini ecc.
Dopo la 2' chiusura estiva il Nido venne letteralmente svuotato, al rientro si trovarono persino scatoloni con piatti imballati, pronti ad essere asportati evidentemente da una banda ben organizzata.
Alle prime denuncie fecero seguito le prime richieste presso l'amministrazione competente affinchè il Nido venisse fornito di maggior protezioni atte a scoraggiare tali inqualificabili atti.
Malgrado ciò a distanza di ol-
Protestano i genitori della Media Gramsci
I genitori rappresentanti di classe e del Consiglio d'Istituto della scuola media statale"A. GRAMSCI" vogliono portare a conoscenza della comunità locale e degli organi del Distretto Scolastico lo stato di disagio creatosi nella presente gestione scolastica.
La nostra vuole essere una denuncia sulle norme di comportamento all'interno della scuola phe disattendono le aspirazioni di quanti, genitori e docenti e comunità locale, aspiravano con l'avvento dei Decreti Delegati ad un innovamento.
Inadempienze delle delibera del Consiglio d'Istituto.
Assenza di una programmazione in nome di una presunta democrazia che pur nel rispetto della autonomia personale d'insegnamento provoca negli alunni traumi da eccessive differenzazioni da docente a docente.
Carenze di rapporti fra docenti che si riflettono negativamente sul piano disciplinare degli alunni.
Non inserimento In un piano organico le attività pomeridiane
creandone motivo di disagio sia fra docenti che per gli alunni.
Mancata presenza nella scuola di un controllo continuo e organico dei servizi.
Rifiuto da parte di docenti della presenza dei genitori in consigli di classe. Comportamento non corretto discriminatorio nei confronti degli alunni considerati da qualche docente un sottoprodotto socio - culturale.
Facilità e programmazione delle assenze nella scuola de parte di alcuni docenti.
Inadempienze amministrative sottrazioni di documenti amministrativi da parte del segretario uscente che non permettono la stesura dei bilanci consuntivi 1976/77.
Tutto questo è lesivo per la dignità della scuola che coi Decreti Delegati viene portata ad una gestione sociale, e non più un corpo separato autonomo, ma diventa un luogo si di culturizzazione ma in modo più preciso di socializzazione, di preparazione, di inserimento nella società.
Quanto sopra da noi esposto
ci sembra anzi è profondamente lesivo per l'insegnamento e la disciplina vanificando lo scopo primario della scuola che è a nostro sommesso parere quello di essere portatore di conoscenze civili e democratiche e non ingenerante confusione e incertezza fra gli alunni e rabbia fra i genitori, ottenendo il risultato di un allontanamento e quanto mai lesivo alla scuola.
Ci siamo limitati ad esporre alcuni fatti astenendoci volutamente da ogni polemica e ce ne sarebbe ben donde in quanto la nostra denuncia vuole essere pubblica lasciando ai cittadini e alle autorità trarne le conclusioni, a tal fine invitiamo il Distretto Scolastico ad indire un pubblico dibattito sugli argomenti da noi denunciati con il presente documento al fine di porre rimedio a questo modo deplorevole di intendere sia la scuola sia i decreti delegati.
I genitori Rappr. di Classe e del Cono. d'Istituto Scuola Media "A. Gramsci"

escrementi ecc. A questo punto personale e genitori non possono più aspettare in silenzio e pazientemente che vengano presi provvedimenti. Vogliamo che almeno sia detto chiaro che questa situazione pesa su chi non ne ha nessuna colpa; sui bambini che si vedono defraudare dai pochi giochi di cui pazientemente è stato fornito il nido e sono costretti ad assenze che interrompono la continuità di rapporti e attività fondamentali alla loro età; sul personale che vede distruggere quel poco che è riuscito a costruire nell'ambiente; sui genitori che sono costretti a perdere inutilmente giornate di lavoro.
La nostra impressione è che questi atti siano l'espressione di problemi profondi di sofferenza e di rabbia che la gente si porta dentro per le difficili situazioni che ha dovuto subire. Quello che si auspica è che queste persone comprendano l'inutilità di questi atti aggressivi fine a se stessi ma che si immettano nella società come persone adulte e mature, che sappiano lottare anche nel difficile contesto di cui fanno parte per gridare ad alta voce i loro diritti.
tre 2 anni la lista dene denuncie per incursioni nel Nido è arrivata a quota 21 con un'alternanza di periodi di calma durante i quali ci si illudeva che tutto fosse finito e punte incredibili come quella del mese scorso (3 volte in una settimana). Da notare anche che ultimamente i furti hanno laciato il posto a veri atti di vandalismo durante i quali vengono lanciate uova contro i muri, sparsi borotalco, creme, generi alimentari,
Anche noi vogliamo gridare con loro: "La gente non deve essere costretta ad immigrare, vogliarno scuole a tempo pieno, centri culturali e sportivi, lavoro per tutti e soprattutto bambini desiderati e amati nelle loro famiglie e nelle istituzioni; e per tutto questo lottiamo".
Le lavoratrici dell'Asilo Nido Lope De Vega
Alberiamo viale Famagosta. La petizione a quota 700 firme
La proposta per l'alberazione di Viale Famagosta, sta dando i primi risultati positivi; infatti la petizione organizzata dal nostro giornale, fila a vele spiegate. È bastato installare un tavolo e due cartelli di fronte al "GS" Famagosta per attirare la curiosità e l'interesse del maggior numero dei passanti. In sole tre ore, sono state raccolte circa 600 firme, altre ne sono arrivate dagli inquilini del "Lotto 40",
inoltre alla nostra redazione stanno arrivando i primi tagliandi riprodotti sull'ultimo numero de "La Sedicesima". Per facilitare l'iniziativa, tutti gli esercenti di Viale Famagosta, sono stati riforniti di alcune schede per la raccolta delle firme da presentare ai propri clienti.

Quando abbiamo avuto l'idea della petizione, non eravamo molto sicuri della riuscita, anche
perchè di problemi in zona ve ne sono molti e non meno importanti degli alberi in Viale Famagosta; ma ci siamo subito ricreduti.
Il problema del verde in zona è molto sentito dalla gente, chiunque si fermava al nostro tavolo per porre la propria firma, non poteva fare a meno di esprimere il suo compiacimento per l'iniziativa da noi intrapresa; molti ci hanno addirittura invitato ad usare questo metodo anche per quanto riguarda altri tipi di problemi di natura sociale; come la costruzione di nuove case popolari, l'apertura di un ufficio postale, maggiore vigilanza in zona, nuove reti autofilotranviarie. il prolungamento della Via Voltri ecc. ecc.
Noi ci siamo prodigati come abbiamo meglio potuto, per dare ai cittadini delle risposte il più possibile soddisfacenti riguardo alle scelte prioritarie programmate dal C.d.Z. e alcune di esse già programmate, come l'apertura di Via Voltri - ci siamo inoltre impegnati per quanto ci sarà possibile a future petizioni: es. come prima iniziativa un Ufficio Postale al Quartiere S. Ambrogio. Mantenendo questo ritmo, riteniamo di raggiungere in breve tempo circa 2000 firme da presentare al Consiglio di Zona 16, nella cui sede verranno valutate e discusse, dopo di chè seguirà un'assemblea aperta a tutti i cittadini della Zona.
L. F.Riflessioni su "l'uomo nuovo"
Gli avvenimenti di questi ultimi tempi hanno posto all'attenzione dell'opinione pubblica quanto importante sia rispondere, in maniera forte e decisa, all'ondata di fatti delittuosi e terroristici che oramai da troppo tempo avvengono nel nostro paese.
Mi rendo perfettamente conto di quanto già giornali, televisione, settimanali abbiano attentamente e dettagliatamente informato tutti di quanto è successo e che lo continueranno anche per il futuro, ma mi sembra altrettanto importante che un mensile di zona copie "La Sedicesima", a cui va tutta la mia simpatia, dia anch'esso il suo contributo in questo senso.
Questa mia lettera che mi auguro venga pubblicata, vuole tentare di far discutere su come noi vorremmo, o su cosa ognuno i noi dovrebbe fare perchè tutto ciò abbia una fine, perché tutti possano vivere serenamente, tutti possano esprimersi liberamente e abbiano comprensione e serenità umane.
Se è vero che con questi atti si vuole colpire la democrazia e la libertà, credo che chiunque sia sinceramente democratico non può restare insensibile e indifferente di fronte a coloro che si arrogano il diritto di decidere la distruzione di ogni cosa, ferire vigliaccamente o assassinare barbaramente un uomo. Mi riferisco ai fatti avvenuti all'inizio di quest'anno che hanno visto l'assassinio dell'operaio Rossa e del magistrato Alessandrini. Non ho nessuna intenzione di entrare nel merito del terrorismo in quanto tale, anche perchè altri e più autorevoli di me l'hanno fatto e continueran-
no a farlo, per capirne le fasi e le articolazioni, per capirne il disegno ed infine quali obiettivi si pongono con tali atti criminali e allucinanti. lo mi voglio solo limitare a ricordare questi due uomini, ultimi di una lunga serie, perché da essi si tragga il dovuto esempio e insegnamento. Secondo me Rossa e Alessandrini rappresentano gli "uomini nuovi" di una società. Quella nuova società per cui migliaia di uomini, donne e giovani sono morti nella lotta Antifascista. Ma perchè li ho chiamati UOMINI NUOVI?
Non vuole essere certamente una frase fatta e tantomeno mia: io l'ho sentita ripetere più volte nell'Omelia della Messa di Mezzanotte a Natale, nella Chiesa di via Zumbini alla Barona. L'omelia tenuta dal parroco Don Ezio era incentrata, se ben ricordo, sul tema evangelico della Natività e cosa questo fatto doveva rappresentare, quale messaggio comportare, quale significato aveva per i fedeli, cosa ci si augura festeggiando la nascita di Cristo, la convinzione, che è poi atto di fede, che nascesse proprio in questo 1979 "l'Uomo Nuovo".
Per ragioni di spazio sono costretto a schematizzare questi concetti, ma credo che, nella sostanza, così Don Ezio poneva i problemi. Anche se personalmente ritengo un po' riduttiva la formulazione di "Uomo Nuovo", ma credo più si addicesse l'espressione "Creatura Nuova", devo dire che ho ascoltato con molto interesse questa Omelia, che mi ha inoltre colpito profondamente, portandomi continuamente, anche a distanza di tempo, a riflettere e forse a com-
prendere meglio alcuni concetti di fede. Quando seppi dell'assassinio di Rossa, mio compagno di partito, e del magistrato Alessandrini, anche se in due momenti diversi, venni colto da una grande commozione e mi ritornarono alla mente quasi in maniera istantanea le parole di Don Ezio e in quel momento, e oggi ne sono ancora più convinto, ho pensato che questi "Uomini Nuovi" erano arrivati.
Sono sicuro che Don Ezio non me ne vorrà per questo accostamento che io faccio prendendo spunto dalle sue frasi; sono anche sicuro che perdonerà il malo modo dell'espressione dei suoi concetti.
L'importante secondo me è capirsi sulle reali intenzioni, anche da posizioni che sembrano lontane fra loro.
Dico posizioni che ci sembrano lontane perché molti pregiudizi bloccano una effettiva comprensione degli uni con gli altri. Il fatto che un militante comunista, come lo sono io, vada in chiesa, si identifichi con molte cose del messaggio evangelico, crede, anche in maniera contradditoria (può sembrare) al mondo della fede praticante, viene visto, non certamente da persone come Don Ezio, ma da tanti altri cattolici praticanti, come un fatto di ripensamento ideologico oppure come una crisi personale o ancora per ultimo una scelta del tutto opportunistica e strumentale.
lo affemo che non è niente di tutto questo, ma solo un processo di continua e costante verifica della propria coscienza per arrivare a dare il più possibile di risposte a ciò che sono, a ciò che mi circonda, cosa voglio e
cosa faccio per vivere in una società sempre più giusta e rispettosa delle libertà di coscienza individuali.
Ecco perchè molti anni fa aderii al PCI, proprio in rapporto al fatto che lo Statuto del Partito prevede all'articolo 2, "indipendentemente dalla razza, dalla fede religiosa e dalla coscienza filosofica", purchè se ne approvi il programma e ci sì impegni a lavorare per realizzarlo. Convinto di questo programma, ho tentato sempre coerentemente di tener fede all'impegno assunto.
Se si comprendono questi sentimenti, si comprenderà il senso di laicità ed il conseguente rispetto di una libertà di coscienza individuale, senza interferenza nella vita privata del militante.
Per questi motivi ritengo giusto battermi contro ogni posizione di integralismo, che confonde religione e politica e pretende di subordinare in ogni momento della vita individuale, anche l'essenza più intima della coscienza, ad un controllo esterno.
Naturalmente vi sono varie forme di integralismo. Ne vorrei citare solo due, a mio avviso più comprensibili nella nostra realtà: il primo è un integralismo socialista che si esprime in una concezione dogmatica del partito rivoluzionario, onnipresente in ogni sfera del pensiero e dell'azione. Il secondo è un integralismo cattolico di cui possiamo osservare le manifestazioni che avvelenano la vita politica italiana e che hanno fatto, per esempio di questioni civili come il divorzio e l'aborto, un fatto lacerante e discriminante nella vita nazionale.
Secondo me contro l'integralismo, fonte di intolleranza e di fanatismo, deve levarsi la coscienza laica della vita che deve distinguere fra politica e religione e che affida alla libera scelta dell'individuo, alla sua libertà di coscienza, la soluzione dei problemi.
Forse ho spaziato più del dovuto e più del necessario. rubando spazio ad altri; ma ritengo necessario far sapere quanto io penso per scoprire che forse siamo in molti a pensarla così e quindi idealmente più vicini di quanto noi pensiamo. Rinnovo gli auguri a "La Sedicesima" a me tanto cara.
TORREFAZIONE
NUOVA BRASILIA
"GRANDI RIBASSI" veniteci a trovare troverete le qualità migliori
pag. 8 - La sedicesima
La manifestazione è stata disturbata dalle intemperanze di un gruppo di autonomi del Collettivo Barona
Unità democratica contro i I terrorismo 25 Aprile Vittoria di un popolo
Cooperativa Barona E. Satta, Martedì, 27 Febbraio ore 21. Grande partecipazione di cittadini, alla pubblica assemblea sul tema: "Terrorismo oggi perchè" indetta da P.C.I.M.L.S. - P.S.I. Presiedevano .al dibattito: per I'M.L.S. W. Sisti Segretario provinciale, per il P.C.I. N. Dioda del gruppo "Giustizia " della Federazione cittadina e per il P.S.I., P. Marchetti del Direttivo Cittadino.
La prima introduzione è stata fatta da W. Sisti dell'M.L.S., il quale ha espresso l'augurio che iniziative come questa, tra le forze di sinistra siano portate avanti anche nel futuro.
Dopo aver espresso la ferma volontà di una linea comune tra tutte le forze che si richiamano alla sinistra, in un impegno politico e concreto, per opporsi al terrorismo e per sconfiggerlo definitivamente, coinvolgendo le masse popolari, è passato ai fatti che nei giorni scorsi, hanno scosso la nostra zona per il delitto Torregiani; un fatto di cronaca, che ha investito radio e televisione, compreso le prime pagine di tutti i principali quotidiani nazionali.
Non si è risparmiato critiche nei confronti dell'operato della DIGOS della stessa stampa, per come si è proceduto alla cattura in maniera collettiva, senza precise prove nei confronti dell'intero "Circolo Autonomo Barona" e per il modo in cui la stampa ha divulgato la notizia a grandi caratteri, con tanto di fotografie in primo piano dando così un'idea più o meno scontata della matrice assassina. Ha definito inoltre "medoti nazisti" il modo in cui a S. Vittore, si è proceduto agli interrogatori dei presunti imputati.
Parlando delle origini del terrorismo nel nostro Paese, non si è limitato nel richiamare all'autocritica la Sinistra neÍ suo complesso, per avere abbandonato troppo presto la bandiera dell'antiterrorismo, relegando secondo lui, il tutto alle istituzioni dello Stato.
E stata poi la volta del comunista N. Dioda, il quale ha ricordato che la storia è tormentata da fatti di terrorismo: dal periodo prefascista, a quello repressivo del periodo fascista. Facendo inoltre un confronto, tra la situazione attuale e quella degli anni 50, ha ricordato il grande contributo di sangue della classe operaia. .
Nel corso del suo intervento, ha ribadito che bisogna fare un rapporto tra il terrorismo, la crisi di Stato e il movimento che lotta e opera nel nostro Paese.
— La crisi che noi viviamo da anni, prosegue l'oratore, è anche il prodotto di una grande crescita di massa; la quale ha visto il raggiungimento da parte della classe lavoratrice, di enormi traguardi in senso sociale e democratico.
- Il Terrorismo non nasce spontaneamente, perciò bisogna fare i conti col passato, le grandi conquiste operaie del '69, la battaglia sul divorzio, i successi elettorali del 15 e 20 giugno, la regolamentazione dell'aborto, l'intesa programmatica tra i partiti democratici in questi ultimi tempi, hanno corrisposto con acuirsi della strategia del terrorismo nel nostro paese.
l'obbiettivo del terrorismo,
prosegue Dioda, è quello di impedire alla gente di organizzarsi, di far politica.
- L'espropriazione della politica non deve passare, dichiara con forza l'oratore, pertanto, è necessario un massimo sforzo di convivenza civile tra tutte le forze dell'Arco Costituzionale; bisogna rispondere colpo su colpo ad ogni atto di terrorismo, sotto qualsiasi matrice esso si mascheri; è necessaria una Democrazia Statuale più efficiente, un maggior controllo e funzionamento della Magistratura. È necessario risolvere in tempi immediati, la riforma della P.S.; non è possibile chiedere garantismo a delle strutture che non funzionano.
È stata poi la volta del Socialista Marchetti il quale ha esaltato i grandi passi avanti in senso democratico, dalla Resistenza a oggi, sottolineando l'importante traguardo raggiunto con lo "Statuto dei lavoratori".
Dopo aver elencato il tragico bilancio del terrorismo nel nostro Paese, in numero di omicidi e attentati, fa appello a tutte le forze democratiche, a rimboccarsi le maniche e far fronte unitariamente all'ondata criminale che investe l'Italia e le sue istituzioni.
Nel corso della sua relazione; Marchetti fa rilevare in maniera forse un po' ambiziosa, i grandi sforzi compiuti anche dal suo partito nella Battaglia al terrorismo e ripropone in base alla linea del P.S.I., rAlternativa di Sinistra" come un metodo strategico fondamentale a questo tipo di battaglia.
Proseguendo, l'oratore ha citato il tema scottante della situazione giovanile; mentre esponeva questa tesi però, è stato bruscamente interrotto da un Autonomo, il quale faceva parte di un folto gruppo di giovani, probabilmente non tutti della zona, venuti ad assistere ai lavori con intenzioni soltanto provocatorie. A questo punto, il giovane disturbatore è stato invitato a far silenzio e ad aspettare il suo turno per un eventuale intervento; Marchetti, ha così potuto seppure in un clima di tensione e nervosismo tra i presenti, terminare il suo discorso.
Si è dato immediatamente dopo, libero accesso al dibattito: i primi a prendere la parola, sono stati tre giovani autonomi della zona rilasciati dopo l'interrogatorio a S. Vittore, per mancanza di prove a loro carico.
Questi giovani hanno letto un documento di condanna e di denuncia nei conronti della "DIGOS" e delle Guardie carcerarie per il metodo barbaro (perlomeno questa è la versione) di come sono stati sottoposti a interrogatorio ... torture ... sevizie ... È seguito poi un secondo intervento, (se intervento i può chiamare) da parte di un altro giovane, il quale, ha criticato duramente e sfacciatamente l'intera assemblea, citando di burocrati i tre esponenti politici, frasi infamanti nei confronti del C.D.Z. 16, ed inoltre, senza esprimere minimo segno di condanna per l'infame assassinio del Torregiani, si abbandona istericamente, con accuse di terrorismo alla stampa, alla RAI, alla Magistratura, alla DIGOS, continuando con velleitarie minacce e militanti del P.C.I. e

dell'M.L.S. della Zona. Subito dopo in segno di disprezzo nei confronti dell'assemblea, il gruppo di. autonomi si è allontanato, scandendo i loro stupidi slogans e sbeffeggiando i presenti. A niente è servito l'invito alla ragione e a un momento di confronto politico, civile e sereno, da parte del Comunista Lodovichetti, Segretario della Sezione Fantoni; questi giovani si sono allontanati rifiutando totalmente ogni forma di dialogo, mettendo in questo modo sullo stesso piano le forze progressiste di sinistra, che da sempre si sono battute per lo sviluppo sociale e civile della Società con le altre forze, quelle reazionarie, quelle forze padronali che da sempre hanno detprminato con prepotenza lo strapotere del nostro Paese.
lo vorrei ricordare a questi giovani, che non è attraverso le chiusure, le minacce e i rifiuti di dialogo che si può cambiare la Società. Tuttaltro: con certi metodi non si fa altro che peggiorare la situazione, coprendo direttamente o indirettamente, chi del terrorismo ne fa un momento di lotta politica; e inoltre, si dà il pretesto alle forze della reazione, di poter usare quegli strumenti repressivi e falsamente legali, come arma di ricatto nei confronti di tutto il movimento democratico, rallentando così notevolmente il cammino verso il progresso e il Socialismo.
Dopo questa incresciosa parentesi si è dato il via a quello che era un vero e proprio dibattito, nel corso del quale hanno preso la parola Capodieci per la F.G.C.I., Bornaghi per l'A.N.P.I., Vietri per il P.C.I. e Burresi dell'F.L.M. di Zona.
Tutti gli interventi si sono attestati su un fermo richiamo all'unità e alla vigilanza fra tutte le forze democratiche antifasciste, per sconfiggere il terrorismo e le sue coperture.
Nel corso del dibattito si è espressa la ferma volontà di andare a costituire in Zona un comitato unitario antifascista, coinvolgendo le masse popolari del rione, in modo da tenere sempre vivo lo spirito della resistenza fra i cittadini; nelle scuole, nei luoghi di lavoro ecc. Appelli ai partiti della sinistra per un maggiore sforzo di coinvolgimento e di chiarimento tra i giovani della zona.
Non sono mancate dure critiche alla magistratura, per la vergognosa conclusione del processo di Catanzaro, dove a 10 anni dalla strage di Milano, sono stati colpiti da condanna, a malapena Freda, Ventura e Giannettini (i primi due uccel di bosco) ricorrendo con rinvii e con ogni stratagemma, alla copertura dei loro mandanti.
Nel trarre le conclusioni; Sisti, Dioda e Marchetti, hanno rinnovato a norme dai rispettivi partiti, il loro impegno di volontà e di sforzo politico tra tutte le forze democratiche e di sinistra in modo particolare, per una ferma battaglia sia a livelli locali, come in parlamento, affinché il Governo appronti quelle necessarie riforme e modifiche, per battere il terrorismo e per garantire una Società più civile, più giusta e democratica.
Mi pare che ricordare la data del 25 aprile sia atto civile oltre che politico. Civile perché quella data resta una delle più belle pagine della storia contemporanea del nostro Paese, un esempio di come un popolo possa lottare anche a costo di grandi sacrifici dopo che un ventennio di regime totalitario e terroristico aveva soppresso tutte le libertà civili e democratiche. E politico perché quella data del 25 aprile ha consegnato alle masse popolari, ai giovani, alle donne un retaggio di valori umani e morali, quelli della Costituzione repubblicana, da realizzare con la lotta.
Già da questo si può comprendere perchè la Resistenza non può essere dimenticata. E va aggiunto che per la prima volta nella storia del nostro Paese, uomini, donne e giovani di tutte le classi sociali si sono uniti nella lotta per riscattare l'onore della bandiera italiana dal fango fascista, per cacciare dal suolo nazionale un nemico spietato, realizzando così quell'unità che da sola rappresenta uno dei valori più alti per una comunità umana. Non bisogna dimenticare infatti che accanto alla dura resistenza che la classe operaia e le masse popolari seppero opporre al fascismo, dopo 1'8 settembre molti furono quegli ufficiali e sottufficiali che decisero di raggiungere le Brigate partigiane ed affiancarle nella lotta contro il nemico nazi - fascista.
Ma a ricordare come fu il 25 aprile 1945 viene soprattutto in mente il popolo in festa, le masse esultanti che facevano ala, applaudendo, alle gloriose brigate partigiane.
Quelle masse che avevano oscuramente sopportato il peso della guerra, dell'occupazione nazista, delle rappresaglie e delle deportazioni, ma che avevano saputo dare durante la Resistenza un contributo insostituibile ai combattenti per la libertà. E anche la nostra zona diede il proprio eroico contributo alla lotta, subendo per questo le violente e atroci vendette dei criminali nazifascisti. Vengono allora alla mente
tanti eroici compagni caduti sullemontagne, oppure strappati alle loro famiglie e sommariamente fucilati, oppure torturati e poi trasferiti lontano, in carceri e campi di sterminio e di loro non si è saputo più nulla...
La lista dei nomi sarebbe troppo lunga per riportarla in queste poche righe: basti dire che furono 30 i caduti per la libertà della nostra zona, giovani o anziani che avevano combattuto fianco a fianco, sostenuti dalla loro fede nella libertà e nella giustizia sociale. Essi sono morti anche per noi, perchè un giorno trionfino gli ideali di giustizia e gli uomini non debbano più uccidersi tra di loro.
Non dimentichiamo quindi questi gloriosi figli che hanno sacrificato la loro vita e che hanno inciso con il proprio sangue la più bella pagina della nostra storia: dimenticare significa anche dare spazio a coloro che attentano ancora alla libertà e alla pace.
E voglio dire ai giovani, soprattutto quei giovani che spesso nella loro disperazione si lasciano trascinare ad atti di violenza: quando passate per le vie e per le piazze della nostra città dove le lapidi ricordano giovani come voi che hanno sacrificato la loro vita per la libertà, meditate, pensate quanto sia bello vivere in una società giusta, una società per cui quei giovani hanno sacrificato la loro gioventù.
Certamente la vostra epoca attraversa momenti difficili.
Non tutti gli ideali della Resistenza sono stati realizzati, anzi, alcuni sono stati traditi. Ma con il vostro entusiasmo sono certo che nella lotta unitaria, democratici ed antifascisti uniti potranno rimediare agli errori commessi e costruire così un avvenire sereno e di pace per il nostro popolo.
Fiaccolata il 24 aprile
Come ogni anno l'ANPI Sez. Barona organizza per la sera del 24 aprile una manifestazione in memoria dei caduti della Resistenza della Zona 16. Un corteo partirà alle 21 dalla Cooperativa Barona E. Satta, in via Modica, per recare corone alle lapidi che ricordano gli eroici caduti.
Alle 22 circa, il corteo tornerà in Piazza Miani dove si concluderà la manifestazione.
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L. F.clao/ daoita292iiiéLa fortuna
Una fiaba a cura di A. Ferrari
Una volta, quando i bambini di oggi ancora non erano nati, tre fratelli abitavano in un paesino del Meridione. Erano poveri e non sapevano come campare. Una sera, mentre stavano cenando con pasta e ceci, il fratello maggiore disse: "Fratelli miei, così non si può andare avanti. Non abbiamo i soldi per comperare le sementi e il concime. Il nostro campicello dà un raccolto che non basta neppure per mangiare. Domani partirò: ho sentito dire che al nord, nelle grandi città, si può trovare lavoro. Se la fortuna mi assiste, tornerò con qualche soldo e potremo vivere felici".
La mattina dopo il fratello maggiore partì. Prese il treno e dopo tante ore di viaggio giunse in una grande città. Camminò e camminò senza sapere dove andare: allora entrò in un bar per mangiare un panino e chiese al padrone dove avrebbe potuto trovare un posto per dormire la notte. Il padrone del bar gli indicò un indirizzo. Arrivato alla casa, il fratello maggiore trovò una donna di modi bruschi che, dopo aver ascoltato la sua richiesta, gli disse che il letto per dormire c'era, solo che avrebbe dovuto pagare in anticipo e dividere la stanza con altri quattro giovanotti. Lui pagò con quei pochi soldi che aveva ed andò a coricarsi perchè era molto stan-
co. Si svegliò presto perchè i contadini sono abituati ad alzarsi prima dell'alba. Si vestì piano piano per non svegliare gli altri ed uscì. Si trovò subito in mezzo ad una confusione di macchine e tram che lo spaventava. Si mise la mano in tasca e scoppiò a ridere. C'era un biblietto da mille ed un foglietto con tanti nomi e indirizzi di Ditte. Pensava già di aver trovato un po' di fortuna quando si rese conto che, al buio, si era sbagliato ed aveva indossato i calzoni di un altro. E siccome era una persona onesta corse indietro a scusarsi con il proprietario dei pantaloni.
Questi lo ringraziò e gli disse: "Senti, visto che stai cercando anche tu lavoro, andiamo insieme a questi indirizzi". Trovare lavoro non fu facile, anche se tutti e due avevano tanto bisogno. Ma alla fine i due amici furono assunti. Passarono alcuni anni. Furono anni difficili. Il fratello maggiore lavorava un po' di giorno, un po' di notte perchè faceva i turni. Poi in fabbrica c'era un enorme frastuono e se non si stava attenti c'era anche il rischio di farsi molto male. E per risparmiare il fratello maggiore abitò sempre nei quartieri più poveri, dove si affittava un letto per pochi soldi. Fatto sta che alla fine si trovò qualche soldo da
parte e decise di tornare per comperare le sementi e gli attrezzi per coltivare il campicello. "Bravo!" lo salutò il secondo fratello, vedendo quanto aveva risparmiato. "Anzi, disse ancora il secondo fratello, credo propio che se anch'io riuscissi a guadagnare quanto te, potremmo comperare un secondo campicello e vivere proprio da signori. Domani parto per il nord". Il fratello maggiore cercò di dissuaderlo raccontandogli tutti i sacrifici che ci erano voluti per risparmiare quei soldi,ma l'altro aveva deciso.
Il giorno dopo il secondo fratello partì. Con i consigli e l'esperienza del fratello maggiore gli riuscì di farsi assumere in una fabbrica e, malgrado i sacrifici e la fatica, scrisse a casa soddisfatto, che guadagnava bene. Il fratello più piccolo allora disse "Se anch'io andassi nella grande città anch'io potrei fare fortuna. Allora ci potremmo comperare un terzo campicello e saremmo abbastanza benestanti da prenderci moglie". Il fatello maggiore cercò in tutti i modi di dissuadere il più giovane dicendo che se ora avevano gli attrezzi e le sementi, con la sua partenza sarebbero mancate le braccia.
Ma non ci fu ragione. Il fratello minore partì per la grande città. Andò a cercare un lavoro.
UN PITTORE AL MESE Antonio Mendola
Presento un altro giovane artista che per la sua versatilità può essere definito cultore di tutte le arti figurative.
La Scultura è però l'arte che di più lo appassiona, in quanto gli permette di esternare il proprio io, modellando figure sempre ispirate dal vero; non disdegna però anche eseguire opere che gli ispira la sua fantasia di artista.
Credo di aver scoperto un giovane Artista e lo ritengo tale poichè ho visto ciò che sa fare e questo è inconfutabile. Il Mendola sin da bambino ha avuto modo di iniziarsi alla scultura in quanto nella Palermo dove viveva ha frequentato lo studio dello scultore Giovanni VARA dal quale ha appreso i primi rudimenti. Fu !o stesso VARA ad invogliare il Mendola a continuare le scuole interrotte, ed oggi Mendola frequenta con profitto il Liceo Artistico lo .di via Hayech: inoltre frequenta anche una scuola serale per ceramisti. La sua aspirazione è quella di poter anche con sacrificio continuare gli studi presso l'Accademia di Belle Arti.
Questo è l'augurio più bello che gli faccio, perchè da lui scaturirà un vero Artista, sempre sensibile all'espressione del sentito e del vero.
A. MantovanlStava con il secondo fratello che lo manteneva fino a quando non fosse stato assunto. Solo che i tempi erano cambiati. Molte Ditte non assumevano più, altre addirittura chiudevano. Così il secondo fratello si ritrovò senza lavoro, ed in poche settimane si erano già spesi tutti i suoi risparmi. Allora scrisse al fratello maggiore perchè almeno gli mandasse su qualche soldo per comperare il biglietto di ritorno per lui e per il fratello minore.
Arrivati, mogi mogi, al paese, trovarono il fratello maggiore che mangiava un piatto di pasta
e ceci. "Sedete e mangiate". Invitò triste il fratello maggiore — Questo è tutto quello che ci rimane. Ho dovuto vendere gli attrezzi e le sementi per mandarvi i soldi del biglietto. Forse abbiamo sbagliato tutto a pensare che i soldi delle grandi fabbriche del nord fossero la vera fortuna, perchè i soldi così come si guadagnano si devono subito spendere. Forse la vera fortuna stava in questo campicello che avevamo e nella forza unita delle nostre braccia".
Al centro per l'Assistenza finanziaria ai paesi africani in via S. Vigilio 10 con il patrocinio della CA.RI.PLO verranno effettuati i seguenti concerti proposti dal CONSIGLIO DELLA ZONA 16
Evoluzione della Musica tradizionale Nordamericana: dall'Arcaico al Commerciale
11 APRILE 1979 Ore 21
CONCERTO del: SOUTHERN COMFORT STRING BAND OId Time Blue Grass
Musica per strumenti a fiato nelle diverse epoche:
18 APRILE 1979 ORE 21

CONCERTO DI MUSICA BAROCCA PER FAGOTTO E CLA-
VICEMBALO
Fagotto: Edmondo Crisafulli - Clavicembalo: Loredana Marzotto
Musche di: Gaillard, Byrd, Munday, Telemann, Scarlatti, Marcello, Vivaldi
23 APRILE 1979 ORE 21
CONCERTO DI MUSICA ROMANTICA
DEL TRIO MEDIOLANUM
Soprano: Eileen King - Clarinetto: Cosimo Ferraro - Pianoforte: Angela Bonfanti
Musiche di: Meyerbeer, Saint - Saens, Hook, Mouquet, Mozart
10 MAGGIO 1979 OP2 21
CONCERTO DI MUSICA DEL '500 E DEL '900
ENSEMBLE "EDGARD VARESE"
Esecutori: Lorenzo Missagli,flauto - Paolo Pinferetti, oboe, Amedeo Bianchi, clarinetto - Ferruccio Antoniolli, fagotto, Luca Bonvin!, frombon0 - Paolo Rizzi, contrabbasso, - Direttore: Riccardo Bianchini
Il GS. Q. S. Ambrogio: il judo alla ribalta

Il judo, considerato dai popoli dell'estremo oriente una delle arti marizali, viene praticato da noi occidentali a livello puramente sportivo e sotto questo profilo ha delle ferree regole cavalleresche. Queste regole che vengono severamente applicate nella palestra della Scuola Media di Via De Nicola, puntualmente danno i loro frutti. Infatti anche quest'anno sportivo ha visto i colori del G.S.Q.S. Ambrogio fregiarsi di notevoli successi agonistici.
In sintesi ecco i risultati:
un 1° posto con Nocera Vincenzo - un 2° posto con Mariani Renato - cat. Juniores Femminile - due 2° posto con Zucchelli Claudia e Filatori Isabella cat. speranze maschili - un 2° posto con Nocera Roberto; inoltre non dobbiamo dimenticare il Galli Aurelio che lo scorso anno era Campione Regionale per la cat. ragazzi e che si sta intensamente preparando per potersi riconfermare, anche quest'anno, partecipando alle finali che si terranno il prossimo 31 marzo ed a cui parteciperà
anche il nostro Baglioni Alessandro. Tutto questo per merito degli intensi allenamenti praticati dal Maestro Angelo Motta (cintura nera 3° Dan) che con la sua esperienza ha saputo trasmettere ai nostri atleti molte cognizioni tecniche ed una notevole carica agonistica, validamente coadiuvato dagli aiutoistruttore (cinture marrone) Bottani Piero e Mereghetti Davide; inoltre non dobbiamo dimenticare i meriti del Dirigente di Sezione il maestro Folini Umberto, temporaneamente assente in quanto all'estero per motivi di lavoro, che in tutti questi anni ha saputo ben seminare; infine, degna di nota è anche la Segretaria di Sezione, l'onnipresente Lauretta Folini. Prima di chiudere vorrei ricordarvi che anche quest'anno verrà organizzato il Trofeo di Judo S. Ambrogio giunto alla 6.a edizione e che vedrà partecipare ben 16 società di tutta la Lombardia; la manifestazione si terrà nella palestra in Via S. Paolino 4/A il prossimo 25 aprile. Arrivederci in palestra.
Per il G.S.Q.S.A. Enrico
Grande sorpresa alla 3a Stragiussani
La tradizionale corsa primaverile organizzata dal Gruppo Sportivo Giussani si è svolta il 16 marzo. La gara non competitiva di km. 12 è stata disputata sotto una persistente pioggia che ha portato alla mancata partecipazione di molti iscritti. Nel quartiere la "Stragiussani" è considerata tradizione dato che si ripete puntuale da tre anni continuando a raccogliere apOvazione e opinioni consenzienti.
Alle 9.30 da Via Giussani il presidente del G.S. Sig. Demuti R. dà il via alla gara, che si conclude soprendentemente con la vittoria di Lunghi che supera di soli 10 secondi il favoritissimo
Panizzaro che deve così accontentarsi dopo due vittorie consecutive di un secondo posto.
Grande è stata la soddisfazione degli organizzatori nel vedere che nonostante il maltempo gli oltre 280 bambini iscritti in età compresa fra i 5 e i 15 anni hanno con entusiasmo portato a termine la gara. Le coppe messe in palio erano oltre 25 più numerosi trofei a tutti i partecipanti è stata consegnata una medaglia "d'argento" ricordo come di consueto, e regali fra tutti i sorteggiati di dischi, vassoi; orologio, ecc. (chi non avesse ritirato la medaglia o i premi del sorteggio è pregato di recarsi in sede del G.S. Gius-
Minibasket
Quest'anno il Centro Minibasket del Gruppo Sportivo Quartiere Sant'Ambrogio si avvale di un centinaio di ragazzi suddivisi in varie categorie e della partecipazione di molti allenatori, in media 2 allenatori per ogni gruppo di 20 ragazzi.
Quest'anno abbiamo disputato il 5° Palio Città di Milano, ottenendo risultati soddisfacenti. Tuttora stiamo partecipando ad un torneo: Torneo Mini Milano Basket, al quale possono partecipare tutte le Scuole Elementari del Comune di Milano.
sani il venerdì dalle 20.45 alle 22.30).
Un ringraziamento particolare va agli organizzatori che si sono impegnati con ammirevole volontà e spirito di sacrificio. Il Gruppo Sportivo Giussani nel ringraziare tutti coloro che hanno contribuito (negozi, ditte, comune, consiglio di zona) e partecipato alla riuscitissima manifestazione sportiva dà un arrivederci alla 4° Stragiussani che si svolgerà il prossimo marzo nella speranza che il numero dei partecipanti sia sempre più numeroso.
M. Grazia Cellamaro
Ci auguriamo di poter migliorare, ogni anno, questo affiatato gruppo ed invitiamo i giovanissimi a partecipare a questo meraviglioso Sport, che è il Minibasket.
per il G.S.Q.S.A. Damonte Mauro
I problemi dello sport in zona 16 visti da una piccola società
Il G.S. "GIUSSANI" vuole aprire un dibattito su questo giornale e perciò invita tutte le Società ad inviare un loro articolo alla redazione della "SEDICESIMA".
Parliamo ora dei vari problemi che la pratica di uno sport a livello dilettantistico comporta per ogni Società.
Attrezzature: nella nostra Zona abbiamo la fortuna di avere molte aree libere, nelle quali il piano regolatore (fermo per la sua approvazione alla Regione) prevede diverse zone a verde tipo come quella già realizzata al Quartiere La Spezia, si chiede perciò che il C.d.Z. 16 deliberi per la concessione di queste aree, in modo rapido e giusto, mettendo così in condizioni Le Società che hanno fatto richiesta di poter predisporre i piani di intervento, che sono molto lunghi per questioni finanziarie.
Infatti tutte le Società di Calcio della Zona, sono sorte grazie all'impegno ed al contributo personale, dei fondatori che non essendo industriali ma bensì lavoratori dipendenti, non hanno reddito che permettono di far sorgere campi di calcio ecc. ecc. Si chiede inoltre che anche il Comune non trascuri questo problema. in quanto poi, non si venga a domandarsi perchè vi è un certo tipo di gioventù; lo sport è disciplina e viene fatto con serietà, in quanto permette ad ogni giovane di esprimersi al meglio delle sue possibilità fisi-
che.
Non si chiedono i miracoli ma quel poco che sia le Leggi ed i vari regolamenti permettono di fare venga fatto.
Il nostro vuole essere un invito a tutte le forze politiche e sociali della Zona affinchè non ci si dimentichi del problema dello Sport che non ha purtroppo risultati immediati ma che nel futuro danno dei frutti migliori di quel che si pensa.
Altro grosso problema è quello derivante dai diversi gruppi che a livello nazionale detengono una parte del potere sportivo.
E ora di finirla con le guerre assurde del io sono più bravo di te ecc. ecc. che si ponga finalmente il problema di unire queste grosse forze (anche finanziariamente) in modo da operare con più organicità su tutto il territorio ed in particolar modo nelle grandi aree metropolitane, dove più è sentita la mancanza di attrezzature sportive e dove vive la maggioranza dei giovani (per motivi di studio odi lavoro).
Chiudiamo il discorso che potrebbe essere molto lungo per vedere finalmente se le Società della Zona vogliono intavolare un discorso come questo, e attendiamo da altre Società che la Loro voce si faccia sentire, onde poter in un secondo tempo organizzare una tavola rotonda con TUTTE LE SOCIETA inerente ai nostri problemi.
Menga N.
Il G.S. Giussani ritorda con profondo dolore l'allenatore GIUSEPPE GOTTARDO prematuramente scomparso all'affetto dei suoi cari.
Carnevale 16: poteva riuscire meglio

Sabato grasso in Zona 16. È stato anche divertente, certo, ma avrebbe potuto essere meglio organizzato.
Comunque per la prima yolta nella nostra zona si è visto qualcosa che poteva rammentare il Carnevale. C'erano tantissime mascherine e qualche corteo.
Alla scuola Tre Castelli i ragazzi della Compagnia "Il Chiodo", in collaborazione con la Commissione Cultura del CdZ 16, si sono dati parecchio da fare. Hanno costruito pupazzi, si sono dipinti il viso ed hanno intrattenuto parecchie diecine di bambini e relativi genitori. Ma nel frattempo ti passavano accanto gruppi di bambini in maschera diretti chissà dove. Veniva da dire, ma che fate, dove andate, il Carnevale è qui. mettetevi tutti assieme! Invece se ne sono andati per conto loro, con tanto di vigile che cercava di facilitare l'attraversamento del pericolosissimo viale Faenza.
In via Teramo altro piccolo corteo raccolto attorno a un carro allegorico. Sono passati su viale Faenza, via Barona e poi ritorno al Teramo.
"Almeno si fosse tentato di mettersi d'accordo! - ha esclamato Roberto della Compagnia "Il Chiodo" - si sarebbe potuto formare diversi cortei e tutti insieme convergere su Piazza Miani".
Invece si sono voluti fare tanti carnevali alternativi (di parrocchia) a quelli del Consiglio di Zona e la grande festa in Piazza Miani non c'è stata. Peccato. Speriamo che l'anno venturo vada meglio.
A. E.Riecco Radio Delta Barona
Dai primi di marzo ha ripreso le trasmissioni Delta Radio Barona, la stazione con sede in via Zumbini 19.
Dopo aver iniziato un periodo di trasmissioni di prova nello scorso giugno, Radio Barona aveva lavorato per superare alcune difficoltà tecniche dovute alle attrezzature. Ora, i giovani di Radio barona sono ritornati a trasmettere sulla lunghezza di 100/400 Megaherz e con frequenza quotidiana, dalle 18 alle 22.
I programmi di Radio Barona sono rivolti principalmente alla Zona 16. Avvenimenti culturali, sociali e di attualità del nostro quartiere vengono commentati
nei loro notiziari quindicinali, mentre sono state annunciate rubriche sulla scuola e interviste, per la serie "In salotto", con il Decano e con un rappresentante del Consiglio di Zona 16. E, naturalmente, molta, molta musica per i giovani della Zona 16.
A. E.
Piana Miani, 5 - Tel. 81.74.30 MILANO
Foto 1: I pupazzi de "Il Chido" a spasso per il lotto 6.
Foto 2: Il carro di via Teramo.
Foto 3: Il corteo organizzato dalla Comm. Cultura e da "Il Chiodo".
MILANO - Piazza Miani, 5 tel. 817.420
FOTO - CINE
Via S. Rita da Cascia, 10 tel. 813.0546
Foto Tessere immediate Fotocopie
Mobilitazione e isolamento degli autonomi Per una maggiore presenza del sindacato nella zona
Il "pomeriggio bravo" degli autonomi ripropone gli stessi problemi: i cittadini non possono essere coinvolti in iniziative e metodi di lotta che sono estranei alla democrazia. Per trovare un reale rapporto con il quartiere questi giovani devono uscire dal loro ghetto fatto di frasi violente e di atteggiamenti aggressivi.
Sabato 10 marzo, pomeriggio. Mobilitazione degli autonomi per coinvolgere la cittadinanza della Barona nella loro campagna per la scarcerazione dei giovani arrestati per il "caso Toregriani". Sono circa una ventina, con bombolette spray, manifesti, colla e volantini. Coprono i muri di viale Famagosta di scritte "Vogliamo con noi i compagni sequestrati: fuori subito!" oppure "Il Collettivo Autonomo Barona resiste ancora ma non clandestinamente". Firmano come Collettivo Autonomodella Barona (CAB) o Comitato Controcarceri. Vanno anche nei negozi per chiedere agli esercenti un contributo in denaro.
Ma restano isolati, soli. Quando uno di loro va a scrivere sul muro, gli altri gli coprono le spalle, si guardano intorno perchè sanno che la gente disapprova. C'è anche qualche battibecco. Da una finestra una signora protesta, li chiama "drogati" e loro non stanno certo zitti. rispondono per le rime. Ma in genere il gruppo degli autonomi incute timore, è meglio far finta di non vedere, pensa alla spesa ed i commenti tienili per dopo.
Così si conclude un altro "pomeriggio bravo" dei' giovani autonomi. Sul muro nelle vicinanze del GS resta una scritta: "I compagni della Barona devono uscire subito. Abitanti del quartiere:
il vostro silenzio li tiene in galera". È in sintesi l'analisi degli autonomi. I giovani sospettati per l'assassinio del gioielliere Torregiani sono innocenti: la cittadinanza della Barona deve lottare per la loro scarcerazione. E se i cittadini fan finta di non sentire, ignorano le scritte, i volantini, allora essi sono complici del "sistema", della Digos.
Vien quasi da chiedersi se i giovani dell'autonomia siano davvero convinti di ciò che sostengono: perchè, ammesso che si voglia coinvolgere la cittadinanza, sarebbe questo il modo? Imbrattando i muri, attirandosi la disapprovazione di chiunque creda nella democrazia con la prepotenza del numero, senza curarsi di parlare alla gente con un linguaggio comprensibile, e soprattutto pacifico. Non sarebbe invece necessario imparare anche dall'esperienza di sabato, convincersi che gli abitanti della Barona non possono esprimere la loro solidarietà a chi ricorre a metodi ed atteggiamenti che anche lontanamente richiamano la violenza?
E veramente sincero l'impegno degli autonomi per la liberazione dei loro compagni, della cui innocenza si dicono certi?
Bene, allora perchè non portare prove, testimonianze, non avvicinare le forze sociali e politiche,
Scioperi del marzo '43-45
Il 25 marzo, in Piazza Miani, si è svolta la manifestazione per gli scioperi del marzo 1943 - 45. Nei loro interventi, sia Bornaghi dell'Anpi - Barona, che il partigiano Migliavacca che Arnaboldi in rappresentanza della Giunta Comunale, hanno sottolineato l'importanza di quegli eroici scioperi, primi da quando i; fascismo aveva soffocato ogni libertà sindacale. Diffondendosi a
macchia d'olio in tutte le grandi fabbriche del triangolo industriale, gli scioperi di marzo diedero la misura dell'opposizione delle classi lavoratrici al fascismo.
Alla manifestazione, svoltasi sotto la pioggia, erano presenti delegazioni di tutti i partiti democratici della zona.
le istituzioni della zona in cui gran parte dei cittadini si riconoscono, dimenticando almeno in quell'occasione il bisogno di rivalsa, rinunciando ad atteggiamenti aggressivi. Certo sono comprensibili l'amarezza ed il risentimento dei giovani del Collettivo Autonomo 'per la "criminalizzazione" di alcuni di loro, risultati poi estranei ai fatti, per il modo vergognoso come alcuni organi di informazione hanno trattato l'intera vicenda e soprattutto per le violenze che si sarebbero esercitate su alcuni degli arrestati.
Ma deve essere chiaro che i cittadini della Barona non intendono certo sostituirsi alla magistratura nel compito di formulare il giudizio di colpevolezza o innocenza sugli arrestati. Questi stessi cittadini che saprebbero anche rispondere positivamente a chiunque sappia provare loro che le accuse ai giovani arrestati sono infondate. Ad una condizione però: che chi sostiene l'innocenza degli autonomi ancora in carcere !o faccia secondo le regole della democrazia, lottando quindi, non certo contro un "sistema" in cui tutti bene o male crediamo, ma perché proprio in questo "sistema" trionfino la verità e la giustizia.
A. E.
La Costituzione dei C.U.Z. (consigli unitari di zona) ha rappresentato per il movimento sindacale, una delle più importanti e significative conquiste politiche di questi ultimi anni. Infatti attraverso questo tipo di strutture decentrate, è possibile prima di tutto, un contatto più diretto fra funzionari sindacali e Consigli di Fabbrica anche per quanto riguarda quelle piccole e medie aziende sia del settore commerciale o industriale, che per il loro basso livello di organico, si trovano in passato in grosse difficoltà organizzative, rispetto alle grandi aziende, nel darsi una struttura sindacale al loro interno e restando così molte volte, isolate o addirittura emarginate dal resto del Movimento.
Ma la cosa più importante, è da ricercarsi nella possibilità di dibattito che all'interno di ogni C.U.Z., viene data ai lavoratori nelle varie riunioni di categoria o intercategoriali. I delegati di tutte le aziende della zona hanno diritto alla parola, possono portare il loro contributo, esprimere i loro giudizi critici in uno spirito unitario e pluralista, possono denunciare le difficoltà che incontrano ad operare come Consiglio d'Azienda, le carenze nelle strutture lavorative ecc...
In queste sedi si opera unitariamente affinchè i problemi di un'azienda non restino isolati ai soli lavoratori che la occupano, ma bensì investono tutto il movimento in zona, decidendo nei casi che lo necessitano, le eventuali mobilitazioni, anche in forme di lotta.
Attraverso i C.U.Z., la classe lavoratrice si sente più valorizzata e rappresentata, acquista una maggiore conoscenza dei problemi sindacali, rafforzando sempre di più la capacità di inci-
dere e di pesare nei confronti della classe padronale.
Allo scopo di rendere maggiormente efficace l'azione dei Consigli Unitari di Zona, le Confederazioni Sindacali hanno concordemente deciso la ristrutturazione territoriale dei CUZ con un accordo di cui riportiamo, di seguito, i punti essenziali.
Questo accordo è stato raggiunto a livello Provinciale tra C.G.I.L. - C.I.S.L. - U.I.L., per permettere ai lavoratori maggiore raccordo. Infatti, passando dai 28 concentramenti esistenti fino ad oggi, ai 18 previsti dal nuovo accordo, sarà possibile dare vita a strutture più concentrate e di maggiore funzionalità.
Con tale iniziativa, sono stati tenuti presenti altri criteri basilari:
gli attuali insediamenti industriali e lavorativi a cui è collegata la presenza sindacale in termini di sedi, uomini e strutture; per quanto concerne la definizione dei comprensori, loro competenze, formazione, formazione delle unità territoriali, dei servizi ecc. Le nuove zone saranno così suddivise:
(1) LODI - (2) S. DONATO(3)GORGONZOLA - (4) VIMERCATE - (5) MONZA - (6) SESTO S. G. (+ Zona 10) - (7) DESIO - (8
) CUSANO E CESANO M. - (9) SEMPIONE e BOLLATE (Zona 20) - (10) RHO e SAN SIRO (Zone 6, 18, 19) - (11) LEGNANO(12 MAGENTA) - (13) CORSICO e ABBIATEGRASSO - (14) LAMBRATE e SEGRATE (Zone 11, 12, 13) - (15) ROMANA (Zone 4, 14, 15) - (16) GIAMBELLINO (Zone 5, 16, 17) - (17) CENTRO DIREZIONALE BICOCCA (Zone 2, 7, 8, 9) - (18) CENTRO STORICO (Zone 1, 3).
Possono essere eletti delegati ai Congressi dei CUZ, tutti i lavoratori iscritti alla Federazione C.G.I.L. - C.I.S.L. ed U.I.L., attraverso i precongressi di base aziendali, o interaziendali.
I direttivi dei CUZ, saranno composti da un numero massimo complessivo di 80 componenti, regolarmente eletti tra gli iscritti alla Federazione unitaria C.G.I.L. - C.I.S.L. - U.I.L., di ciascun CUZ.
LA SEDE DEL CUZ PER LA NOSTRA ZONA. È COLLOCATA IN VIA LEONE TOLSTOJ AL N° 14, (zona 17) TELEFONO 47.98 .71 / 47.06.67.
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