Quartiere in lotta3

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QUARTI:E IN LOTTA

giornale dei quartieri: Romana -Vigentina

Rozzano

Tessera

Lotto 26 • Cinisello

numero unico - -febbraio 1974-

In appoggio allo sciopero

E' stato indetto per il 27/2 uno sciopero nazionale di quattro ore che vedrà uniti i lavoratori di tutte le regioni e categorie contro l'attacco dei padroni e del governo alle condizioni di vita delle masse popolari attraverso gli aumenti dei prezzi, la cassa integrazione e i licenziamenti.

I Comitati di quartiere aderiscono a questo sciopero che ritengono un momento importante per un reale collegamento delle lotte delle fabbriche e dei quartieri per la difesa del salario.

In questi ultimi anni, infatti, anche nei quartieri i lavoratori si sono organizzati contro il caro affitti, l'espulsione dei lavoratori dal centro, per il diritto alla casa e per ottenere trasporti, scuole e servizi sociali nei quartieri popolari. Queste lotte hanno individuato delle controparti nei padroni di casa e della città, ma anche in quegli enti pubblici che sono direttamente responsabili dello sviluppo urbano, come il Comune, la Regione e lo I.A.C.P., rispetto ai quali sono state espresse delle precise richieste che vanno portate avanti con tutto il movimento operaio e popolare:

la Regione si impegni

- a fissare l'affitto delle case popolari al 10% del salario del capofamiglia;

- a rendere affettivamente gratuita la scuola dell'obbligo;

- ad immettere un rappresentate dei Comitati di quartiere nella commissione assegnazione alloggi;

lo I.A.C.P.

- conceda alle famiglie occupanti di abitare nei loro alloggi con un regolare contratto ad affitto popolare.

il Comune prepari ed attui un nuovo piano 167 sulla base delle esigenze espresse dai lavoratori;

- intervenga nelle vertenze sulle manutenzioni con interventi ingiuntivi o sostitutivi;

- requisisca gli alloggi sfitti; costringa le immobiliari a rendere pubblici i contratti di affitto per impedire gli aumenti di affitto all'atto del passaggio dell'alloggio da un inquilino all'altro.

Il progamma del governo Rumor: INFLAZIONE E CAROVITA

Dal 16 luglio 1973, giorno di entrata in vigore del cosiddetto "blocco dei prezzi", del quale abbiamo già mostrato la demagogia e l'inefficacia (vedi "Quartieri in Lotta"novembre 1973), non solo tutti i prezzi dei maggiori generi di consumo e di tante altre merci sono aumentati a dismisura, ma tutta l'economia italiana sta attraversando una crisi crescente di cui non si vede uno sbocco e il costo della quale viene fatto ricadere interamente sui lavoratori, in particolare quelli a reddito più basso.

In effetti questa crisi che, dati alla mano, colpisce tutti i paesi industrializzati a economia capitalistica e solo questi, è originata da enormi contraddizioni all'interno di questi paesi (sistema monetario occidentale che non funziona più, lotte di potere tra le diverse aziende monopolistiche e di queste contro le piccole aziende), all'esterno di essi (ribellione dei paesi produttori di materie prime che non accettano più di essere sfruttati come ieri e richiedono ad esempio un giusto prezzo per il petrolio), ma soprattutto si rivela come un nuovo e più violento attacco alla classe operaia, ai lavoratori, agli inquilini, agli studenti che avevano dimostrato e tuttora dimostrano di non volersi piegare alle manovre dei padroni e ai loro ricatti (complice il governo) per riportare il pugno di ferro sulle grandi capacità di lotta dei lavoratori. Lo sciopero generale nazionale del 27 febbraio 1974 è,la prima grande risposta di massa che tutta la classe lavoratrice italiana vuole dare dopo gli scioperi generali di categoria e provinciali, risposta che molt:ssimi operai e molte categorie vorrebbero ancora più dura e incisiva.

La considerazione di alcuni dati renderà più evidente la violenza dell'attacco dei padroni ai lavoratori:

- il prezzo del pane a Milano viene portato artificialmente a 400 lire al Kg (445 il pane all'olio). Il pane tipo O in pezzatura da 61 a 100 grammi, il cui prezzo è 1' unico ribassato (245 al Kg), è introvabi-

EDILIZIA POPOLAREIMMOBILISMO DEL GOVERNO

L'aggravarsi della crisi economica E politica del capitalismo italiano e il conseguente attacco portato dai padroni contro la classe operaia e le masse popolari hanno aumentato il peso politico dei settori padronali più apertamente reazionari. Questi settori (petrolieri, Montedison, etc.) guidano oggi direttamente l'attacco antioperaio, imponendo le loro scelte non solo ai settori più deboli ma anche agli altri gruppi monopolistici.

Il crollo della mistificazione del blocco dei prezzi e il dilagare degli aumenti, il netto rifiuto di La Malfa alla richiesta di prezzi politici per i generi di prima necessità, le continue minacce e ricatti contro il PSI e il PCI, giunte fino allo spettro del colpo di stato, affinché rinuncino ad

ogni velleità riformista, l'imposizionE de parte della DC del referendum sul divorzio, sono indicativi della linea seguita oggi dai padroni.

E' impossibile, comunque, che la crisi venga superata in tempi brevi o anche medi, sia per il carattere della crisi, per la sua dimensione internazionale, sia perché la classe operaia è ancora Forte e in grado di imporre lotte e mobilitazioni crescenti. Si prospetta così una lunga fase di crisi economica e politica più o meno acuta, di instabilità a livello governativo, con il continuo pericolo di scelte più apertamente reazionarie, anche senza arrivare al colpo di stato, se la classe operaia non saprà stringere le fila, rinsaldare la propria unità, difendere e rafforzare gli strumEnti di democrazia operaia, con alla testa i Consegue in 2° pag.

le in tutte le panetterie della città. il prezzo della carta è aumentato del 50%. - il cemento è aumentato del 50%, i fertilizzanti del 48%, automobili, pneumatici e elettrodomestici del 10%, tessili del 30%, autostrade del 12% (arrotondato fino al 25% in alcuni casi, ad es. Milano-Gallarate) e infine tariffe ferroviarie, latte, burro, carne, pasta, olio, etc.

Si vede quindi che si tratta di un piano generale di rapina del salario dei lavoratori, che ha riassorbito e largamente superato gli aumenti di salari e stipendi appena ottenuti o ancora in trattativa.

Sono però da ricordare altri tre fatti: Aumenti di affitto. Nonostante le lotte dei lavoratori siano riuscite a strappare un rinnovo del blocco dei fitti al governo, moltissimi padroni di casa hanno richiesto aumenti di affitto fino al 50% agli inquilini, minacciandoli in vario modo per riuscire a derubarli. Questi aumen ti strappati per debolezza degli inquilini o nei casi in cui l'affitto non era bloccato, hanno contribuito ad un rialzo generale del costo della vita.

L'aumento di tutti i prodotti petroliferi Con la scusa della crisi energetica che radio, televisione e giornali "indipendenti" ci hanno propinato per mesi, facendo ricadere la colpa sui cosiddetti "sceicchi" arabi, il governo - al servizio dei petrolieri - ha aumentato due vol• te di seguito il prezzo della benzina, del gasolio per riscaldamento e degli altri prodotti petroliferi. Il primo aumento ha fruttato 300 miliardi al governo e 100 ai petrolieri; il secondo, altri 200 miliardi, l'hanno incamerato tutto i petrolieri. Se la benzina nel giro di tre mesi è aumentata del 25%, il gasolio per riscaldamento è aumentato nello stesso pe• riodo quasi del 400%, passando da 25 a 96 lire al litro. I due terzi di questo aumento sono andati ai petrolieri. Le spese degli inquilini di case con riscaldamento segue in ultima

ROMA

CONTINUANO LE OCCUPAZIONI DI MASSA

A Roma si sta sviluppando,su vastissima scala,un importante fenomeno che preoccupa molto la grande speculazione edilizia privata : l'occupazione di massa da parte di numerosissime famiglie di palazzi ancora in via di completamento. Hanno cominciato quest'anno circa duecento famiglie del quartiere La Magliana il cui esempio è stato seguito da molte centinaia di altre; l'episodio più recente è avvenuto pochi giorni fa: la notte di giovedì 14 febbraio circa 100 appartamenti sono stati occupati. Si tratta di quattro palazzine di 25 appartamenti ciascuna costruite dalla società Apolloni,vicino a Tor Lupara. Queste occupazioni che configurano a Roma un vero e proprio movimento di lotta per una casa ad affitto accessibile ( 10% del salario del capofamiglia),presentano delle caratteristiche di novità assai interessanti per l'intero movimento. Le famiglie occupanti hanno in generale una estrazione di classe proletaria,e non sottoproletaria come era quasi sempre avvenuto precedentemente in analoghi episodi; si tratta non di un episodio isolato ma di un fenomeno di larghissime dimensioni che vede impegnati nella lotta migliaia di nuclei familiari organizzati e strutturati saldamente nei singoli palazzi; le occupazioni non hanno il carattere della protesta esemplare o disperata tendente ad ottenere dall'I.A.C.P. o da altri enti pubblici una sistemazione:le famiglie vogliono rimanere negli alloggi occupati ed ottenere dagli enti competenti i segue in 2° pag.

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: NO ALLA ABROGAZIONE DEL DIVORZIO

Fra qualche mese saremo chiamati a dire NO (o si) all'abrogazione della legge Fortuna, legge che ha istituito in Italia il divorzio; approvata tre anni fa circa, fu subito contrastata dalla D.C. e dai clericali che,senza perdere tempo iniziarono una sferrata campagna contro di essa, raccogliendo le firme necessarie per indire il referendum che abrogasse la suddetta legge.

Sia la segreteria democristiana, che la Presidenza del Consiglio,che il Ministero degli interni che il Vaticano,realizzarono dei sondaggi tramite gruppi sia italiani che americani,per avere dei dati sicuri sul comportamento degli italiani rispetto al problema "divorzio".

Dalle ultime inchieste realizzate all'inizio del 1973 è emerso che il 27% degli italiani ha detto si all'abrogazione della legge; il 18% di non avere una propria convinzione in proposito; il 65% è favorevole alla legge Fortuna. Ciò significa,tenendo conto di un certo margine di errore, che su ventisei milioni di voti espressi,diciotto milioni di italiani sono per il divorzio,otto per la sua abrogazione. Nonostante queste previsioni la D.C. con il governo Rumor indice il referendum abrogativo,portando con esso un attacco alle masse,provocando divisioni fra di esse imponendo il ricatto religioso.

Intanto, in questi anni di attesa,i1 Vaticano si è dato da fare portando di fatto la sua battaglia antidivorzista,cercando di ren— dere più difficile e complesso il divorzio civile, allungando i tempi in modo tale da scoraggiare chiunque dal servirsene e nello stesso tempo facilitare e accelerare il divorzio canonico (cosiddetto annullamento)rendendolo di fatto l'unica soluzione possibile,rapida, per i matrimoni falliti.

E' chiaro che di questo tipo di annullamento non hanno potuto usufruire coloro che non erano in grado di "guadagnarselo" sborsando fior di quattrini.

A livello di principio la legge Fortuna veniva criticata per le sue carenze e insufficienze sopratutto nei riguardi della tutela dei diritti dei figli.Carenze che, pur ammettendo i limiti di questa legge,non possono essere addossate e risolte da una legge sul divorzio,quanto nell'ambito di una riforma del diritto di famiglia.Non è un caso che la suddetta riforma è da anni paralizzata,nonostante l'accordo della maggior parte dei parlamentari di portarla avanti. Il referendum certo solleva il problema del matrimonio,della famEglia,sottolineando la stabilità del legame e la necessaria cura dei figli. Ciò che a noi interessa chiarire è che la stabilità o indissolubilità del matrimonio,non è un fatto formale che può essere imposto dalla legge e che quasi tutti i matrimoni falliti hanno cause che vanno ricercate nella società capitalistica in cui viviamo. Se passiamo ad esaminare le cause che contribuiscono alla rottura di molti matrimoni,alla cosiddetta crisi della famiglia dobbiamo per forza guardarci intorno ed attribuire la colpa delle separazioni di fatto alle condizioni di vita disumane dovute alla emigrazione,alla disoccupazione,sottoccupazione,a1 tipo di lavoro svolto,al pendolarismo,alla carenza di aaloggi adeguati,di asili nido,ai ritmi snervanti in fabbrica,alla distruzione del tessuto sociale dovuto ad un certo tipo di speculazione edilizia ecc. .

Tutto ciò mostra come la crisi della famiglia ha origine nella società capitalista, non certo nella Legge Fortuna. MOS

Che la famiglia sia in crisi,che dei matrimoni falliscano,è certo una realtà che va affrontata,che però potrà essere risolta soltanto se saranno eliminate le cause di questa crisi,quindi se si arriverà alla costruzione di una società totalmente diversa da quella in cui oggi viviamo. Tuttavia è giusto regolarizzare e risolvere giuridicamente quelle situazioni matrimoniali che già presentano un'impossibilità di riconciliazione fra i coniugi in quanto fra di loro' non esiste più alcun rapporto. Tramite il divorzio si potrà legalizzare questa separazione, evi tando che si creino rivendicazioni, tensioni vendette personali che spesso vengono riversate sui figli.

E' PER QUESTO CHE VA DETTO NO ALLA ABROGAZIONE DELLA LEGGE FORTUNA.

Il Referendum rappresenta uno scontro decisivo che si trascina da anni sul tema della laicità dello Stato,laicità che deve essere intesa come non ingerenza della Chiesa nella politica dello Stato. In realtà da sempre la Chiesa o almeno la sua parte più retriva ha condotto una politica di alleanza con i padroni appoggiando stati fascisti governi reazionari,opponendosi ad ogni esigenza di rinnovamento e crescita di coscienza dei lavoratori. L'appoggio e l'avallo del Vaticano alla proposta di referendum contro il divorzio rende evidente questa linea antipopolare che,promuovendo una "guerra di religione" mira a rinsaldare il fronte dei padroni in funzione antioperaia.

E' per questo che è necessario affrontare i problemi che nascono dalla proposta di questo referendum attraverso un largo dibat4 tito alla base. Non sarà facile contrastare l'influenza della televisione e della stampa padronale,nè si può ignorare che l'assalto dei padroni all'occupazione e al salario sta impegnando la classe operaia in lotte ben più dure; per questo è necessario che il tema "Referendum" oltre ad essere dib attuto nelle fabbriche e nei quartieri non venga presentato come un diversivo rispetto alla lotta per la casa,per la scuola,per la difesa del salario,ma un momento di queste lotte.

dalla 1° pag. / EDILIZIA POPOLARE sigli di Fabbrica e i Consigli di Zona.

All'interno di questo quadro generale è possibile comprendere quanto sta oggi succedendo rispetto al problema della casa.

In primo luogo, proprio per il loro rafforzamento a livello politico, le componenti della borghesia più legate ai settori di rendita e speculazione si sono trovate semp pre più le porte spalancate per ogni sorta di operazione speculativa di grandi dimensioni.

In secondo luogo, la linea di inflazione, anche se controllata, scelta dalla borghesia e dal governo, ha permesso ingenti aumenti dei fitti, i più rapidi e massicci dal dopoguerra a oggi, assolutamente non proporzionati all'effettivo aumento dei costi.

In terzo luogo, la sostanziale stagnazione economica e la crisi spingono capitali sempre più ingenti verso investimenti improduttivi di carattere speculativo. L'esempio della costruzione dell'autoporto nei pressi di Milano, che copre un'area di 12 milioni e 600 mila metri quadri vale per tutti.

E' in corso nelle grandi città una massiccia ristrutturazione dei centri storici delle aree intermedie con un rilancio di grandi operazioni di carattere speculativo, che farà fare un rapido salto al processo di terziarizzazione già in atto da anni anche nei grandi centri industriali come Milano.

L'abbattimento delle vecchie case operaie e la loro sostituzione con case di lusso uffici, con la conseguente espulsione dei ceti popolari, l'aumento continuo degli affitti, la prevalente costruzione di case destinate alla vendita rispetto a quelle in affitto sono fenomeni presenti praticamente da sempre. Quello che di qualitativamente nuovo sta succedendo oggi è dato dalle dimensioni di questo fenomeno e dalla sua pianificazione a livello comunale e regionale. All'anarchia della piccola e media speculazione si sostituisce oggi la pianificazione della grande speculazione condotta e guidate direttamente dai monopoli.

LA MISERA FINE DELLA " GRANDE RIFORMA " 865

dalla 1° pag. / ROMA

servizi necessari. I proletari occupanti stanno inoltre tentando un collegamento con gli operai dei cantieri che spesso gli spe". culatori colpiti cercano di aizzare contro di loro attraverso lo spetto della disoccupazione.

Questi fatti,per ora limitati a Roma, trovano la loro radice nel tessuto urbano particolarmente degradato della città dove la carenza di alloggi è molto grave e provoca la creazione delle borgate e dei borghetti,degli agglomerati di baracche privi di qualsiasi servizio igienico.

L'altra faccia della medaglia sono gli affitti elevatissimi delle abitazioni per altro,ad eccezione di quelle di lusso,di scarsissima qualità e tutte di proprietà privata in quanto l'edilizia pubblica è quasi inesistente.

E' questa situazione,ancora più grave di quella delle altre città italiane, a spingere i proletari romani ad usare la forma di lotta delle occupazioni.

L'indicazione che viene da questi episodi non è di applicare in modo meccanico forme di lotta di questo tipo,utilizzabili solo in situazioni particolarmente esplosive e con caratteristiche particolari come quelle di Roma ma,partendo dalle condizioni specifiche delle masse dalla loro composizione di classe,dalle loro esigenze, quella di individuare obbiettivi e forme di lotta che siano in grado di trovare la più ampia adesione la più forte unità dei lavoratori.

La riforma della casa non solo non ha dunque portato alcun miglioramento concreto nelle condizioni abitative delle masse popolari ma anzi non è servita neppure a frenare l'aumento della speculazione. Né poteva avvenire diversamente. Senza entrare nel merito dei numerosi limiti della legge, anche i suoi aspetti positivi sono stati resi inof inoffensivi con il metodo tradizionalmente usato in questi casi: quello di bloccare i finanziamenti in primo luogo, in secondo luogo quello di limitare la possibilità di utilizzare determinati punti della riforma modificando nella sostanza questi punti attraverso successivi decreti governativi: ed è quanto è avvenuto con i decreti delegati. Ma non basta. Oltre al governo sono intervenuti i vari enti locali dalla Regione ai Comuni, là dove esistono legami diretti, concreti e personali, con la piccola e la grande speculazione. E' noto come nelle varie commissioni urbanistiche, edilizie, etc. siano presenti direttamente i rappresentanti della speculazione edilizia.

In mancanza di vaste mobilitazioni popolari per l'applicazione anche parziale della 865, per l'esproprio delle aree libere e la loro utilizzazione per la costruzione di case popolari e di servizi per i lavoratori, la 865 verrà tranquillamente utilizzata, così come è stato fatto con la 167, per assecondare il piano di espulsione dei lavoratori dalla città con la fabbricazione non di servizi popolari ma di strutture utili ai padroni e ai ceti benestanti.

E' nostro compito invece lottare affinché la 167 e la 865 vengano applicate, vengano realizzati realmente gli espropri e i vincoli delle aree ancora libere, vengano costruite su di esse case popolari ad un affitto non superiore al 10 % del salario del capofamiglia, vengano risanate le case fatiscenti, venga diminuito l'affitto delle case IACP. Su questi fondamentali obiettivi dobbiamo lottare contro il Comune e la Regio ne, in stretta unità con i Consigli di Fabbrica e i Consigli di Zona Intercategoriali. E' questa l'unica strada per ottenere concreti risultati nell'utilizzazione effettiva della 865 e 167 e per rilanciare a livello più generale la lotta per una reale riforma della casa.

REFERENDUM

tessera Note di quartiere

... A proposito dell'ambulatorio

Per l'anno 1972, l'ambulatorio scolastico era stato sistemato in un negozio del quartiere sito in Via Turati. In seguito all'ampliamento della scuola elementare tale servizio fu trasferito in questa. I vecchi loca li dell'ambulatorio scolastico,completi di arredi, vennero abbandonati e tuttora lo sono. Come era facilmente prevedibile, tale negligente incuria da parte dell'Amministrazione Comunale ha favorito atti di vandalismo, ed il conseguente danneggiamento dei locali e dell'arredamento.

La cosa sarebbe già grave,visto che l'amministrazione comunale(D.C.-P.S.D.I.) i soldi per comprare quell'attrezzatura li ha presi dalle tasche di noi contribuenti,se il quartiere fosse provvisto di tutti i servizi ma diventa addirittura delittuosa se si cone.sidera che il quartiere non ha alcuna struttura sanitaria.

In seguito alle denunce fatte dall'Unione Inquilini, l'amministrazione comunale, per bocca del vicesindaco Marro e dall'assessore alla sanità Provera,in un incontro con la nostra organizzazione aveva promesso l'apertura di un centro antitumorale entro il mese di Gennaio.

A parte ogni considerazione in ordine alle priorità(-sarebbe molto più opportuno ad es. un poliambulatorio con guardia medica) la data entro cui questo servizio sarebbe dovuto entrare in funzione è già scaduta.

L'Unione Inquilini rinnoverà forme di pres sione e di lotta per ottenere quanto ci spet ta.

Al P.C.I. e al P.S.I. diciamo che sarebbe meglio che scendessero sul terreno della mobilitazione popolare per la difesa degli i: interessi delle masse anziché intavolare dia loghi con la DC e il PSDI (che come tutti i lavoratori sanno sono partiti che esprimono una politica antipopolare) su inefficaci e fumosi comitati sanitari di zona.

Tesseramento 1974

L'Unione Inquilini del quartiere TESSERA già l'anno scorso ha promosso il tesseramento all'organizzazione, tra gli inquilini del quartiere in lotta e tutti coloro che ne condividono la piattaforma.

Avevamo ritenuto opportuno fare ciò per due motivi:

I°, far si che l'inquilino si senta consapevole di appartenere ad una organizzazione che raccoglie migliaia di lavoratori che lottano per il diritto alla casa e che questa lotta non é portata avanti in modo spontaneo e isolato.

Far si quindi che il lavoratore partecipi alle varie lotte sui problemi del quartiere senza timore di sentirsi isolato e con la consapevolezza della forza dell'unità

21 Far fronte alle spese che l'organizzazio ne deve sostenere per la stampa di volan tini,manifesti,mostre,giornali,ecc.

I buoni risultati raggiunti lo scorso anno ci hanno convinto che il tesseramento alla Organizzazione é giusto e necessari e quindi abbiamo già aperto la campagna d'iscrizione.

LA SITUAZIONE SANITARIA

Il quartiere Tessera,come molti altri quartieri popolari, è stato costruito dall'IACF seguendo il criterio del trarre il massimo profitto anche dal parziale soddisfacimento di un bisogno elementare:la necessità di abitazioni.Infatti inizialmente le quasi 1.000 famiglie del quartiere,alle quali si aggiungono gli abitanti delle case private del COnte Panza,all'infuori delle quattro mura per dormire non avevano nient'altro. Soltanto la mobilitazione del quartiere,le manifestazioni continue hanno permesso che venisse attuata la costruzione di alcune scuole,campo giochi,farmacia. Non si è però andati oltre.Tuttora manca l'asilo nido,la posta,qualsiasi struttura sanitaria,dei 4 medici mutualistici ne sono rimasti due(per migliaia di persone!) e per di più l'igiene del quartiere é una cosa disastrosa. Chi avesse visto la sporcizia dei locali di raccolta rifiuti,lo sporco delle strade, le fogne mancanti ed i canali scoperti,non si meraviglierebbe che tra i bambini delle scuole materne ed elementari sía scoppiata una epidemia di epatite virale(solo per il nostro ufficiale sanitario e per la giunta i trenta e più casi non rappresentano una epidemia) tenuta nascosta per molto tempo come è accaduto a Napoli per il colera.

Di fronte a questo problema la nostra organizzazione è intervenuta tempestivamente mobilitando i lavoratori e imponendo alla giunta alcuni minimi provvedimenti:disinfe-

stazione dei locali, somministrazione della gammaglobulina.

La mancanza di volontà di portare la mobilia. tazione fino in fondo da parte dei partiti della sinistra, i quali si sono limitati ad una presa di posizione in consiglio comunale, ha permesso al sindaco e alla autorità sanitaria di ignorare la richiesta di misure più idonee , quali la somministrazione della gammaglobulina anche alle scuole elementari e l'analisi del sangue (transaminasi) atta ad individuare i casi di epatite e quindi a circoscrivere l'epidemia. Questo episodio, come quello dello spreco e dello smantellamento da parte della giunta socialdemocratico-democristiaha, delle strut ture sanitarie (ex ambulatorio scolastico) han posto con urgenza il problema dell'assistenza sanitaria e della prevenzione alle malattie nel nostro comune.

Come è stato affrontato fino ad ora questo problema?

Con la logica di sempre: niente mobilitazio ne contro i principali responsabili del caos sanitario, ma tentativo di "collaborazione costruttiva".

La democrazia cristiana affossa la "riforma sanitaria" non superando gli enti mutualisti ci anzi rafforzandoli e sostenendoli economicamente coprendo il deficit finanziario.

La D.C. smantella quelle strutture sanitarie democratiche che davano una prima risposta positiva alle esigenze dei lavoratori e blocca ogni iniziativa attraverso il taglio dei finanziamenti.

La D.C. reprime le lotte dei lavoratori ospedalieri,colpisce,attraverso l'ordine dei medici,i medici che non fanno lo sciopero corporativo,accusa di "assenteismo" i lavoratori che si ammalano per lo sfruttamento in fabbrica.

Invece di denunciare tutto questo,di mobilitare le masse contro la D.C.,si sceglie la via dél confronto "democratico" con la D.C. stessa. Il risultato di ciò é che,per esempio nel nostro quartiere,la D.C.(e il PSDI)dopo aver lasciato nel totale abbandono il locale adibito ad ambulatorio,hanno la spudoratezza di affermare che sono daccordo affinché l'ambulatorio venga creato.

I Comitati Sanitari di Zona

Oggi il dibattito sull'assistenza sanitaria é incentrato sulle strutture di base della legge regionale n° 37,i comitati sanitari di zona. Questi comitati,lungi dal garantire un control lo ed una gestione popolare dell'assistenza sanitaria, sono una riproduzione fedele ma in piccolo dei consigli comunali con una rappresentanza proporzionale (fascisti compresi),sono degli organismi burocratici in cui la parte

cipazione popolare,le organizzazioni dei lavoratori,i comitati di quartiere sono esclusi e non hanno nessuna possibilità di decisione e di gestione.

Non solo,queste strutture(150 zone di 100.000 abitanti ciascuna) dovrebbero funzionare con un finanziamento di 5 miliardi. Ammesso che questi soldi venissero utilizzati tutti,e non sottratti dalle ruberie democristiane o dalla

DENUNCIA

CI SONO GIUNTE VOCI CHE A ROZZANO, COSI' COME IN ALTRI QUARTIERI, SQUALLIDI INDIVIDUI, TEPPISTI SENZA SCRUPOLI, APROFITTANDO DEL BISOGNO ESTREMO DI UNA CASA IN CUI MOLTE FAMIGLIE SI TROVANO, OFFRONO ALLOGGI SFITTI DA OCCUPARE DIETRO UN COMPENSO IN DENARO.

L'UNIONE INQUILINI DI ROZZANO DENUNCIA DURAMENTE QUESTA SQUALLIDA SPECULAZIONE DI CARATTERE MAFIOSO FATTA SULLA PELLE DEI LAVORATORI, CHE NON HA NIENTE A CHE FARE CON LE

GIUSTE LOTTE CHE MIGLIAIA DI LAVORATORI PORTANO AVANTI PER IL DIRITTO ALLA CASA E GETTA DISCREDITO SU TUTTO IL MOVIMENTO POPOLARE

L'UNIONE INQUILINI INVITA TUTTI GLI INQUILINI A DENUNCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTE PERSONE E A SEGNALARLE ALL'UNIONE INQUILINI STESSA

CHE PROVVEDERA' A PORRE FINE A QUESTO INDE.,GNO MERCATO.

segue dalla pag. preced./SANITA' burocrazia,sarebbero ben misera cosa per un serio programma preventivo e assistenziale. In realtà tutto ciò é fumo negli occhi,é un contentino che non fa cambiare nulla, se non si colpiscono gli interessi enormi che stanno dietro al compo della medicinan dai monopoli farmaceutici,ai baroni ospedalieri,ai carrozzoni delle mutue.

La realizzazione di strutture che vadano nel senso di dare una risposta positiva se pur par ziale alle esigenze,alle necessità dei lavora tori,passa attraverso la denuncia,la lotta,la mobilitazione delle masse popolari contro i monopoli,i baroni,i carrozzoni,contro chi rappresenta costoro:la D.C.Contro costoro é necessario assumere un atte9. giamento di lotta e non di patteggiamento; di denuncia rigorosa e non di accordi di vertice,portando avanti nel contempo rivendicazioni concrete,mobilitando i lavoratori sugli obiettivi che nascono dalle loro esigenze:é l'unico modo per avviare realmente la "riforma sanitaria.

Nella lotta contro le condizioni di sfrutta — mento,dí peggioramento della salute,delle con dizioni antiigieniche nei quartieri,per le strutture sanitarie,deve essere in prima fila la e non brica

classe operaia così come la sua forza i patteggiamenti hanno imposto in fabla non monetizzazione della salute, la creazione di strumenti di indagine collettiva ecc. Non quindi con una struttura di tipo verticistico e burocratico si possono ottenere miglioramenti effettivi nella situazione sanitaria,ma attraverso la mobilitazione della classe operaia e delle masse popolari, con l'intervento diretto dei consigli di zona initercategoriali aperti alle organizzazioni dei. I lavoratori,i quali devono assumere il ruolo 'dirigente e nella lotta e nella gestione delle future strutture di base.

Unione Inquilini Quartiere Tessera

Via Turati 11 presso Centro Sociale Riunione dell'attivo: Giovedì ore 21

PEGGIORANO I SERVIZI

A Rozzano, come in tutti i grandi quartieri popolari di Milano e provincia, la situazione dei servizi per i lavoratori è estremamente carente. La mancanza dei servizi più elementari è una delle conseguenze tra le più gravi del modo in cui i padroni, con gli enti da essi controllati, portano avanti la loro "idea" di come deve essere la città, in altre parola del modo in cui esi utilizzano la città per realizzare enormi profitti ai danni dei lavoratori.

SANITA'

A Rozzano mancano i servizi sanitari: non esistono ambulatori I.N.A.M. nè una sede di pronto soccorso. Nelle scuole, inoltre, la medicina scolastica è quasi nulla, e di conseguenza manca una regolare opera di controllo e di prevenzione sulla popolazione infattile, con le conseguenze che tutti conosciamc epidelie di malattie infettive non controllate in tempo, rischio di estensione di malattie gravi per la carenza sia di misure preventive sia di controllo e di blocco immediato, ecc.

TRASPORTI

I trasporti sono anche un grosso problema e rappresentano un grave disagio per tutti i lavoratori residenti a Rozzano. Il 15 e la linea Gratosoglio-Rozzano hanno un numero insufficiente di corse, sono superaffollate nelle ore in cui la maggior parte della gente si reca al lavoro e rappresentano un aggravio non indifferente di spese per i lavoratori. Arrivare al posto di lavoro significa impiegare molto più del tempo reale necessario e i lavoratori sono costretti ad alzarsi prestissimo e a perdere ogni giorno dalle 2 alle 3 ore di viaggio.

L'Unione Inquilini di Rozzano sta affro'tando in modo organico il problama dei trasporti, per preparare una piattaforma di lotta ed avviare forme concrete di lotta. Tratteremo quindi il problema dei trasporti in modo organico in tempi successivi. Già da ora, in un altro articolo, iniziamo ad inquadrare la situazione generale.

I NUOVI INSEDIAMENTI

In questo quadro generale di insufficienza dei servizi, si inserisce il problema dei nuovi insediamenti di popolazione previsti per l'anno 1974 in corso e per il prossimo 1975.

Elenchiamo i dati che la stessa Amministrazione comunale ha reso pubblici:

ROZZANO - VECCHIO per il febbraio 1975 n. 40 appartamenti per il giugno 1975 n. 52 appartamenti

QUARTIERE I.A.C.P. consegne a partire dall'estate 1975:

n. 620 appartamenti a riscatto

CASSINO SCANASIO per il periodo gennaio-dicembre 1974:

SCUOLA

Anche per quanto riguarda i servizi scolastici riscontriamo grosse carenze: nelle elementari mancane aule al punto che 14 sezioni sono costrette a fare i doppi turni. Le 5e della scuola di Via Mincio vengono trasportate alla scuola elementare di Valleambrosia, mentre la scuola di Quinto manca tre sezioni preso la sede di Viale Monte Amiata.

Sono 30, inoltre, le sezioni elementari sistemate in aule di fortuna, comprendenti ben 645 alunni. Se consideriamo poi che per il prossimo anno scolastico sono previste per la scuola elementare 224 iscrizioni in più, e per la scuola media 302, risulta chiaro che la mancanza di aule e di strutture scolastiche si farà sentire in modo sempre più drammatico.

A Rozzano gli spazi e le aree per costruire scuole e servizi ci sono. Bisogna che gli organi competenti garantiscano l'attuazione di un piano di edilizia sculastica sufficiente alle esigenze della popolazione in età scolare.

n. 220 appartamenti

QUINTO STAMPI per il dicembre 1974 n. 35 appartamenti

PONTE SESTO entro dicembre 1974 n. 110 appartamenti

L'Unione Inquilini di Rozzano ha sempre preso una posizione molto chiara rispetto alle occupazioni abusive di appartamenti nel nostro quartiere, così come in tutti gli altri. Più volte altre forze presenti nei quartieri ci hanno mosso chiare critiche per l'appoggio chiaro e preciso che la nostra organizzazione fornisce alle famiglie che, per neces sità e dato che ormai i prezzi delle case private sono del tutto inacessibili per i lavoratori, occupano delle case popolari. Il nostro appoggio a queste famiglie ha un significato ben preciso: è l'appoggio a chi lotta, con l'unico strumento che ha a disposizione, per il diritto alla casa, a fianco di tutti i lavoratori del quartiere e in generale dei quartieri popolari e privati per la diminuzione degli affitti, per il diritto ad avere tutti case popolari a bassi affitti, per il diritti di vivere in quartieri decenti, forniti dei servizi più importanti. Sappiamo bene che in alcuni casi, dietro all'occupazione di una casa, si celano posi-

L'insediamento di più di 700 famiglie tra Rozzano nuovo e Rozzano vecchio, e quasi 400 per le frazioni vicine, significa un aggravio di popolazione che peserà immediatamente sui servizi e li renderà sempre più insufficienti Gli enti responsabili, e in primo luogo il Comune che è il promo responsabile per i nuovi insediamenti, come ad esempio quelli dei 620 appartamenti a riscatto (invece che in affitto), devono rispondere da subito di questi disservizi e della situazione che, tra un anno vedrà un peggioramento netto. D'altra parte, tutti i lavoratori del quartiere devono essere pienamente coscienti, così come lo sono ormai divenuti per il problema della casa, che solo con l'organizzazione e con la lotta si strapperanno concreti miglioramenti anche nel campo dei servizi. zioni opportuniste, di chi, staccandosi e disinteressandosi completamente dei problemi e delle lotte di tutti gli altri lavoratori, cerca solo una soluzione individuale. In questi casi, quando sono chiaramente e apertamente dimostrazioni di opportunismo e di individualismo, l'Unione Inquilini non fornisce indiscriminatamente il proprio appoggio. Di fronte a chi, comunque e per principio, rigetta e respinge questi lavoratori, respinge e disprezza le loro condizioni, noi comunque riaffermiamo la nostra posizione e ci poniamo il compito di trasformare 1' esigenze giuste e la giusta lotta di queste famiglie, spesso condotta in modo individualistico e disorganizzato, in una componente organizzata e cosciente del più vasto movimento per il diritto alla casa.

UNIONE INQUILINI ROZZANO Centro sociale, via Betulle 21 Attivo ogni Venerdì ore 21

rozzano
I nuovi insediamenti a ROZZANO aggravano le già pesanti situazioni di servizi
Le occupazioni abusive e la lotta per il diritto alla casa

lotto 26«- bovì

sa

ESPROPRIARE IL LOTTO 26

E LE ALTRE AREE LIBERE

Il quartiere Bovisa-Dergano, che gravita attor rimane vincolata al Piano Regolatore per una no al Lotto 26, è semicentrale; è un esempio strada, anche se secondo il parere degli attua di come tendono a realizzarsi i fenomeni di ri li urbanisti, questa strada non sarà mai realiz strutturazione che riguardano tutta la città.

E' noto infatti come Milano in questi ultimi 10 anni si è sviluppata secondo criteri che schematicamente si possono così riassumere: sviluppo del settore terziario (uffici, ami nistrazioni, ecc.) a scapito della abitazio ni.

- politica del contenimento demografico, ossia tendenza a mantenere inalterato il numero de gli abitanti attorné a 1.800.000. progressiva espulsione dalla zona centrale e poi dalle fasce periferiche dei proletari che a causa degli affitti proibitivi sono co stretti a cercar casa nei comuni della provincia.

A conferma di questa tendenza„si può notare che sé il numero di abitanti è contenuto attorno a 1.800.000, è pur vero che circa 50.000 abitanti proletari ogni anno lasciano la città, altrettanti di ceto medio e borghese (impiegati, dirigenti, ecc.) vi rientrano. Un esempio tipico quindi, non meno che clamproso, di come si attua concretamente questa p2 litica di"selezione", è dato dal Lotto 26, sul la cui vertenza si è costituito il nostro corni tato che da due anni circa opera nel quartiere. Situato in prossimità di P.za Maciachini, il Lotto interessa per quanto riguarda la sua destinazione soprattutto la zona Bovisa-Dergano. E' una zona dove più grave è la condizione abi tativa di parecahislabili:vecchi ormai di un se colo, qualcuno è già stato inserito nei piani di demolizione.

In queste case abitano per lo più anziani pen sionati, residenti qui ormai da parecchi anni, famiglie di immigrati, magari nella vana attesa di una sistemazione più decente, ma per la maggior parte chi abita queste case senza riscaldamento, coi "gabinetti" in comune (il più delle volte è una turca in cortile) sono famiglie di lavoratori per i quali i livelli di af Fitto astronomici delle case nuove sono inacces sibili. E' da notare che negli ultimi anni sono state costruite nella zona case nuove, ma ovviamente le loro caratteristiche sono tali da farle risultare accessibili solo al ceto me dio.

zata.

Nonostante queste decisioni fossero state pre se nel 1969, dopo più di due anni- il Lotto 26 era ancora (come oggi) un grande prato recintato e inaccessibile.

Il Comitato Lotto 26 si è allora impegnato in una campagna di sensibilizzazione del quartiere sugli aspetti, in parte favorevoli, di quel la proposta di legge, e di pressione perchè nér più breve tempo si desse un concreto sbocco alle prospettive accennate nel progetto, di costruzione di case popolari e di scuole dell'ob bligo.

Comitato Lotto 26

Via Imbonati 15 Quarto Piano

Attivo:Martedì ore 21

Sede aperta:Lunedì e Venerdì ore 18,30

cortile interno Via Imbonati 6/8

Nonostante l'evidenza del problema e da ragil Lotto

le urgen ti necessità di migliaia di famiglie, si sono incontrate non poche difficoltà nel tentativo di coinvolgere il consiglio di zona amministra tivo, già allora diviso nelle due posizioni: una che rivendicava la costruzione di quelle scuole, l'altra, in verità poco convinta e più trascinata, di schieramento contro l'attuale si tuazione di fatto e di rivendicazioni di case per i lavoratori nel tessuto della città, ac canto alle scuole.

Questo è un grande obiettivo politico giungere, tenendo conto del fatto che 26 è relativamente vicino al quartiere Isola

dove lo sviluppo del CENTRO DIREZIONALE sta OC cupando tutti gli spazi vitali.

Il grosso nodo da sciogliere rimaneva, almeno per le amministrazioni comunali e regionali, quello del finanziamento della costruzione del le case (chissà dove sono le trattenute dei lavoratori per i fondi Gescal).

spondere e impegnare unar-i battaglia che veda coinvolto sempre più il Consiglio unitario di zona intercategoriale. E questo perché il pro blema delà casa' e in genere delle lotte socia li investe direttamente i lavoratori.

Lo sciopero generale del 27 è stata una scaden za importante, anche perché ha segnato il coin volgimento più preciso delle strutture sindaca li sulle rivendicazioni sociali.

Nella scia dei punti rivendicativi in comune comitati di quartiere coordinati, si arti-

specifici che nella no colano gli obiettivi stra zona si possono così riassumere:

Per il Lotto 26:

1 - Rifiuto della variante proposta da Canna rella (D.C., assessore all'Urbanistica)

2 - Esproprio di tutto il Lotto 26

3 - NO alla strada, SI a case, scuole, verde sul lotto 26

4 - case popolari con affitto proporzionale al salario

Per le case:

- Costringere i padroni di casa, con lo scio pero delle spese e dell'affitto, a eseguire le manutenzioni degli stabili

- il Comune intervenga nelle vertenze aperte dalle organizzazioni degli inquilini sulle manutenzioni, con ingiunzioni alla proprietà o sostituendosi ad essa, come prescritto per legge, nelle opere di manutenzione

siano resi pubblici i contratti di affitto per impedire gli aumenti di affitto all'atto del passaggio dell'alloggio da un inquilino all'altro.

nostro comitato sta progressivamente diven a- tandopunto di riferimento per le famiglie del non quartiere, valendosi anche dell'assistenza gale di un compagno avvocato. le

In questo quadro, completato dall'ormai comune, a Milano, mancanza di scuole dell'obbligo e sili, si inserisce la tormentata e speriamo ancora conclusa vertenza sul Lotto 26. Dopo un primo contrasto fra il Consiglio di Sta Il fatto più grave di tutta la vertenza rimane inserito nel piano di esproprio della legge per to e il proprietario (S.p.A. Brambilla), viene nell'estate 73, non ancora discussa in Consicomunque la proposta della Giunta comunale, la casa n. 167 solo una metà di questo terreno, glio comunale, di destinare tutto il Lotto 26 vasto 124.000 mq. a verde pubblico e scuole.

Il priano prevedeva che vi fossero costruite ca Di fronte a questa manovra di chiara marca se popolari, scuole dell'obbligo e verde pubbli D.C. di supporto alle posizioni di rendita già co. L'altra parte, in prossimità di Via Murat, fin troppo consolidate nella zona, occorre ri

case nuove per i,lavoratori, ad affitto pro letario; scuole nuove, in primo luogo scuo le dell'obbligo, materne e asili nido; servizi sociali e verde pubblico.

Altri obiettivi, di una lotta che si è sviluppata sostanzialmente in questo ultimo periodo di attacco generalizzato al reddito popolare, e che ancora devono esprimersi precisamente, riguardano inziative sul kerosene, perché sia messo interamente a disposizione de gli abitanti della zona e venduto senza sovrap prezzi artificiosi, e per i trasporti pubblici

Lotta contro il caro affitti

I.A.C.P e regione fuorilegge

A Rozzano, specialmente in questo momento di duro attacco alle condizioni di vita dei lavoratori, di rialzo pauroso dei prezzi e dei beni di prima necessità, continua lo sciopero e l'autoriduzione degli affitti. E' questo l'unico modo per opporsi alla politica reazionaria dell'Istituto e della Regione che, invece di ridurre il canone, come deciso dai Decreti Delegati, entro il settembre 1973, mantengono il caro affitti e minacciano di rialzarlo.

Entrambi sono perciò fuori-legge e devono essere quindi combattuti fino in fondo con strumenti che li colpisscano direttamente: autoriducendosi il canone a lire 5.000 per locale e in modo tale, comunque, che non superi il 10% del salario del capofamiglia, o portando avanti lo sciopero totale dell'affitto.

Non solo a Rozzano, ma in tutti i quartieri popolari di Milano e della cintura, sono deci ne di migliaia, e questo numero aumenta di giorno in giorno, le famiglie che non pagano si autoriducono l'affitto. E non solo nei quartieri popolari, ma anche nelle case private gli inquilini fanno lo sciopero delle spese e lottano contro le vendite frazionate e le manovre speculative dei padroni di casa. La lotta contro il caro-affitto, per avere una casa ad un canone che sia veramente acces sibile alle possibilità dei lavoratori, la lotta per il diritto alla casaè portata avanti ormai in tutta Italia e da Cani gli strati del popolo.

I trasporti a Rozzano

L'attuale crisi del petrolio, manovrata come_sappiano dai padroni e dalle grosse società petrolifere, porta ad inasprire la già grave inefficienza del trasporto pubblico e ad aggravare sempre di più il costo di quello privato; la lotta, quindi, per un trasporto come servizio sociale, gratuito, per i lavoratori, le masse popolari e gli studenti figli dei lavoratori, diventa un mometto della lotta più generale per la difesa del salario e per migliori condizioni di vita.

A Rozzano, in particolare, questo problema è sentito perchè sia i lavoratori in genera, sia gli studenti, devono percorrere distanze considerevoli per recarsi o al posto di lavoro e a scuola. Rozzano si trova nell'hinterland milanese a più di 10 chilometri dal centro cittadino, ed i mezzi pubblici a disposizione sono scarsi, lenti, superaffollati, costosi.

La grave carenza dei trasporti si fa inoltre sentire perchè legata all'inefficienza o alla totale mancanza di altre strutture sociali; per esempio, non esistendo a Rozzano nessun ambulatorio I.N.A.M., gli abitanti sono costretti per una qualsiasi pratica o visita medica a recarsi fino a Milano, con il conseguente disagio, perdita di tempo, costo, che la cosa comporta.

Le frazioni, inoltre, o non sono servite da alcun mezzo pubblico, o in esse, vedi Valleambrosia, passa un'unica linea privata, superaffollata e assai più costosa.

Se si calcolano le ore impiegate per recarsi al posto di lavoro si può fare una media di 70 giornate lavorative non retribuite, per se ogni anno. Se a queste aggiungiamo quelle trascorse per recarsi all'ambulatorio medico, a quei serviei di cui ciascun lavoratore ha necessità per sè o per i propri famigliari ma che si trovano a distanze considerevoli dal luogo di residenza, ci rendiamo conto di quanto la carenza dei trasporti venga a pesare in soldi, tempo e salute.

Ultimamente, inoltre, a Rozzano, si è parlato di un probabile aumento della tariffa della line Gratosoglio-Rozzano.

Per la gravità di questa situazione e perche tutti gli strati popolari di Rozzano si ono da tempo espressi sull'esigenza e sulla necessità di affrontare il problema, l'Unione Inquilini di Rozzano e altri gruppi che operano in zona, hanno iniziato un'inchiesta in proposito per evidenziare con chiarezza le esigenze e le richieste che i lavoratori di tutta la zona evidenzieranno sulla situazione dei trasporti.

Da questi primi dati si inizierà un'opera di sensibilizzazione e di mobilitazione su obiettivi precisi, per ottenere dei reali miglioramenti del servizio.

La risposta del Comune alla petizione popolare

Nel mese di dicembre, il Collettivo di Quar tiere Romana/Vigentina, ha presentato al Co mune di Milano, una petizione firmata da pa recthie centinaia di abitanti del quartiere, in cui si facevano alcune richieste di essen ziale importanza per la permanenza in zona dei lavoratori, che ancora non sono stati portati via dal processo di espulsione in at to. In particolare queste sono le nostre rivendicazioni:

IL VINCOLO, NEI TERMINI PREVISTI DALLA LEGGE 167, DELLE AREE ANCORA LIBERE

LA COSTRUZIONE DI CASE POPOLARI NELL4A, REA BLIGNY-BOCCONI E ASSEGNAZIONE DEGLI ALLOGGI - :AI RICHIEDENTI DEL QUARTIERE

L'INGIUNZ;ONE ALLE IMMOBILIARI DA PARTE

DEL COMUNE, ATTRAVERSO I SUOI ORGANI COMPETENTI AD ESEGUIRE LE NECESSARIE MANUTEN ZIONI, E NEL CASO DI INADEMPIENZA, DI INTERVENTO SOSTITUTIVO DA PARTE DEL COMUNE

L'IMPEGNO DA PARTE DEL COMUNE A RENDERE

EFFETTIVO IL BLOCCO DEI FITTI ATTRAVERSO

LA PUBBLICIZZAZIONE DI TUTTI I CONTRATTI

D'AFFITTO VECCHI E NUOVI REGISTRATI PRES

SO IL TRIBUNALE

LA COSTRUZIONE DI UN ASILO NIDO E DI UNA SCUOLA MATERNA NELL'AREA LIBERA ALL'INCRO

CIO DI VIA G. ROMANO E VIA LIVENZA E NELL'AREA DI VIA ALTAGUARDIA GIA' DESTINATA

A QUESTO SCOPO DAL PIANO REGOLATORE; INOL ?RE LA FORNITURA DI 4 MOBIL-SCHOOLS AD IN TEGRAZIONE DELLA SCUOLA ELEMENTARE DI VIA G. ROMANO IN VIA TRANSITORIA, IN ATTESA CHE VENGA COSTRUITA LA NUOVA SEDE DELL'ISTITUTO PROFESSIONALE PACINOTTI, CHE CHIEDIAMO SIA IMMEDIATAMENTE COSTRUITA NELL'AREA DI VIA BRENTA, PRECEDENTEMENTE OCCUPATA DALLA FABBRICA GELOSO.

La risposta delle autorità comunali è stata in un primo momento quella di prendere tempo. La nostra delegazione, insieme con quelle di altri quartieri sono state ricevute dagli a* sessori del decentramento e dell'edilizia pub

GLI INQUILINI DI UMBRIA 21 dicono no alle vendite frazionate

In viale Umbria 21,dove già da tempo stanno ven dendo la casa,continuano ad arrivare lettere di disdetta e aumenti di spese. Spontaneamente alcuni inquilini si sono riuniti in assemblea in via Crema 8: nessuno ha alcuna intenzione di andarsene o di pagare di più Infatti anche la legge dice che queste disdette non hanno alcun valore e che gli inquilini si possono rifiutare di far visitare l'appartamento agli eventuali compratori e di pagare aumenti di spese.

In questa assemblea si é anche deciso di coinvolgere tutto il caseggiato con un'altra assemblea da farsi allà fine del mese,per dare una giusta risposta di lotta ai padroni di casa che vogliono cacciare gli attuali inquilini molti dei quali pensionati,che da anni ci vivono. Anche in altri caseggiati,come avevamo già scrib to nell'altro giornale(nov..73) la lotta continua:in V.le Montenero 34 e Salasco 30 contro le vendite frazionate e gli aumenti di spese.

C'é da sottolineare la vittoria ottenuta dagli inquilini di via Crema 29,che hanno respinto lo assalto dei compratori non facendo visitare gli appartamenti.

blica i quali hanno dato"assicurazioni" sul loro "sollecito interessamento", per poi risolversi in un nulla di Fatto che ignora eri sponde picche alle richieste dei lavoratori. Non si può infatti interpretare come una risposta positiva alle nostre rivendicazioni la decisione presa dal Comune, e comparsa sui giornali alcuni giorni fa, di vincolare a 167 (edilizia popolare) la piccola fetta dell'area di Via Aicardo, non ancora inghiottita dall'enorme speculazione già in atto (condominio Aicardo Club).

A parte il non piccolo particolare che prima di mettere il vincolo il Comune ha lasciato crescere tranquillamente il condominio di lus so non certo alla portata dei lavoratori, si tratta di sottolineare come la sua scelta per l'applicazione della legge 167 sempre su aree piccole e periferiche rispetto alla zona lascia invece nelle mani della speculazione pri vata le aree più centrali.

Il Comune per quanto riguarda la scuola ha ac colto solamente la richiesta di 4 mobil-shools (ad integrazione temporanea della scuola elementare di Via G. Romano), lasciando nel più profondo silenzio le rimanenti.

E' quindi necessaria una più generale e decisa mobilitazione di tutti gli inquilini della zona per fare pressione sul Comune per ottenere il riconoscimento concreto del nostro di ritto di rimanere nel quartiere.

Essa deve passare prima di tutto attraverso un coinvolgimento del Consiglio di zona amministrativo, di quello intercategoriale e di tut te le forze politico sindacali di zona disposte ad appoggiare le giuste rivendicazioni degli inquilini.

7 71,W t

Piazza Medaglie d'Oro: la Mostra dei quartieri allo sciopero generale (27/2/1974).

LE MOBIL

-SCHOOLS

Dopo le lotte dell'anno scorso contro i doppi turni alla Giulio Romano che aveva visto un pri mo successo con il reperimento di due aule nona usate all'interno della scuola e la costituzione dell'associazione genitori,quest'anno il cnmune ha pensato bene di installare quattro mo-bil-schools sull'area libera di via G. Romano, angolo via Livenza come era stato richiesto dai genitori;questa nuova vittoria che sottolinea l'importanza della lotta e dell'organizzazione dei genitori non sarà certo vanificata da quei consiglieri D.C. e dal parroco che vanno dicendo in giro che non c'era nessun bisogno di mobil-schools. Tutti i lavoratori della zona sanno quanto bisogno ci sia di aule per le scuole elementari e materne e della mancanza assoluta di un asilo nido (vedi art."La risposta del Comune alle richieste del quartiere"),ma hanno an che capito come solo l'organizzazione e la lotta possano costringere le autorità ad intervenire.

romana owvígentìna
COLLETTIVO DI QUARTIERE ROMANA-VIGENTINA , via Crema S, te1.553191 ,Attivo ogni Aart,'dì

LA SPECULAZIONE PRIVATA E PUBBLICA CONTRO UN QUARTIERE TRADIZIONALMENTE OPERAIO

Il quartiere Isola, ai margini del centro di rezionale, un tempo era tipicamente operaio: com presenza di fabbriche e di residenze ope raie. Da anni le fabbriche se ne sono andate; sono rimaste le case vecchie, prive di servizi e lasciate degradare dai padroni; è rimasto un ricco tessuto di attività economiche tradizionali (artigianato e piccolo commercio legati alle residenze popolari,mercato bi-set timanale che svolge un ruolo non indifferente in senso calmieratone, ecc.); è rimasto in par te consistente il tessuto dei servizi per il tempo libero ,,,legati ai ceti popolari (osterie, trattorie, cooperative); è mutata la struttura sociale: vi sono ancora gli operai, però vi-è una forte presenza di pensionati e di anziani (ex operai e artigiani) e di immi— grati fluttuanti (è questo un fenomeno che si ripete in molti quartieri dotati di patrimonio edilizio degradato).

Il quartiere è stato assediato da tutti i lati dalla nuova edilizia (uffici, in particolare quell'assurdo urbanistico che è il centro dire zionale, e residenze per i ceti medi e la piccola borghesia).

Il disegno del capitale è ora quello di spazzare via questo - per i padroni e p .rtroppo non solo per loro - "anacronistico" quartiere per poter espandere senza ulteriori intralci il centro direzionale e mandare avanti, qui come in altre parti de]]a città, il processo di terziarizzazione (uguale uffici) di Milano. Molte forze economiche; pubbliche e private, sono interessate a questa operazione volta a sfruttare le centinaia di miliardi di rendita urbana che possono sprigionarsi da questa por zione di territorio procedendo al suo "rinnovo" (edilizio, ma soprattutto di funzioni e di ceti sociali).

Tra queste forze ricordiamo: i singoli padroni di casa; le grandi immobiliari; le forze econc miche industriali (Brwn- Boweri , Siemens, il petroliere Monti, ecc.); gli enti pubblici (privatissimi però sotto il profilo della spe culazione edilizia come la Camera di Commercio, le Poste, le Ferrovie dello Stato, il Provveditorato agli Studi, la metropolitana milanese, ecc.).

Quanto alla MM, con la linea 2 - e gli illeciti espropri e abbattimenti operati - ha ra2 presentato la punta avanzata di questa operai' zione inserendosi nel cuore del quartiere e cominciando a sventrarlo.

Il Comune cosa fa?

Da tempo ha abbozzato in pieno questo disegno E periodicamente l'assessorato all'urbanistica tira Fuori varianti di P.R.G. che sancisco no il diritto per gli speculatori di sfruttare quella miniera d'oro che sono i terreni dell'I sola.

Finora questi progetti di variante - compresa l'ultima di Cannarella - sono stati battu ti;è invece andata avanti l'assedio attorno

al quartiere e l'inizio di erosione al suo interno.

In questa situazione opera il Comitato di Quartiere Isola.

Fino allo! scorso anno era formato dalle com ponenti partitiche "dell'arco costituzionale' (P.C.I., P.S.I., D.C.) e ha svolto un ruolo di difesa e di sensibilizzazione degli abitan ti soprattutto ad opera di alcuni militanti del P.C.I. collegati a consiglieri comunali dello stesso partito.

Da un anno a questa parte - in coincidenza con l'approssimarsi dello scontro decisivo sul futuro dell'Isola - il Comitato di Quartiere è stato rilanciato su nuove basi.

b - nell'estate e neI2 autunno si è sviluppato il lavoro con gli inquilini, case giato per caseggiato, diffondendo la pra tica dello sciopero delle spese nei caseggiati dove non si fanno le manutenzio ni, riducendo l'affitto dove vige il doj pio contratto, impegnando il Comune ad ingiungere ai padroni opere di manutenzione e risanamento; l'assessorato all'Igiene ha emesso tale ingiunzione e stanno trascorrendo i 90 giorni entro i quali i padroni devono assolvere ai loro obblighi.

In questa fase è stato inoltre occupato un terreno,_ della MM per aprire un par-

In primo luogo si è notevogmente allargato; e si configura come un organismo di base unitario, ma non per componenti partitiche.

In altre parole, l'unità si fonda sull'impegno di base e sulle esperienze quotidiane por tate avanti dai partecipanti (abitanti e mili tanti della sinistra) e sulla linea politica discussa e decisa all'interno senza interferenze 9 veti che rispondono a logiche esterne al Comitato. Questo tipo di unità ha comporta to l'uscita di fatto dei rappresentanti della D.C., non sulla base però di aprioristiche preclusioni, ma sulla base della linea politi ca del comitato che gli stessi hanno ritenuto per loro inaccettabile.

Da questo punto di vista il Comitato è aperto a tutti quanti intendono muoversi concretamente e non a parole in una linea di lotta contro le forze economiche che operano per distruggere il quartiere e contro le forze politiche che proteggono tale azione a Palaz zo Marino, in primo luogo la D.C.

Si possono distinguere tre fasi nel lavoro dell'ultimo anno, del Comitato di Quartiere

Isola:

a - fino all'estate 1973, l'impegno prevalen te è andato nella lotta contro la variar te Cannarella ottenendo un primo succes so nel farla rientrare; in questa fase con un gruppo di architetti della facoltà di architettura di Milano, inseriti organicamente nel Comitato, è stato anche elaborato un contro piano fondato sul risanamento del quartiere mantenendo ne le attuali caratteristiche popolari;

co giochi autogestito;

C - La fase attuale sta impegnando il Comitato di Quartiere nella occupazione di un edificio espropriato dalla MM e abban donato provvisoriamente - dove il Comitato ha aperto un centro sociale per il Quartiere - al fine di impedirne la demolizione.

Gli obiettivi verso i quali ci muoviamo sono ad un tempo: generali: piano di 167 e uso della legge 865 ('riforma della casa') per risanare il quartiere mediante edilizia economica popolare e per dotare il quartiere dei servizi sociali da collegare alla residenza popolare; conservazione dell'attuale struttu ra economica impedendo con ulteriore insedia mento di terziario e residenza di lusso; e particolari: poichè la controparte (forze economiche e loro rappresentanti in Comune) si muove oltre che attraverso le varianti, anche con singoli colpi di mano (tentativo di abbattere una scuola, tentativo della MM di abbattere un "suo edificio", degrado delle ca se voluto dai singoli padroni), il Comitato si muove anche su singoli obiettivi parziali sia in termini di difesa che di attacco. Tra i principali problemi aperti ve ne sono due: il collegamento con altri comitati di quartiere (in parte realizzato con i comitati di quartieri semicentrali) ed il collegamento organico con i eonsigli di fabbrica dei centri direzionali e con il consiglio di zona interca tegoriale Centro Direzionale - Bicocca.

Comitato Isola

Via Pastrengo,1

Isola

COME VIVONO GLI OPERAI

Cinisello Balsamo è un comune della cintura milanese: il suo sviluppo, avvenuto sull'on data dell'emigrazione, si è realizzato secondo una logica speculativa. Gravi contraddizioni trovano qui espressioni significative: concentrazione di manodopera operaia proveniente dal Sud per 1'80%; grande sviluppo di edilizia privata a prezzi inaccessibili e mancanza di edilizia popolare; assenza di verde pubblico; carenza di servizi; disagio notevole nei trasporti; alto costo della vita; case malsane in cui molte famiglie sono costrette a vivere; alta percentuale di malattie dovute all'inqui namento dell'aria e alla nocività dell'ambiente di lavoro.

La città è caratterizzata dalla presenza di quartieri con concentrazione sottoproletaria (Balsamo) e quartieri con concentrazione operaia; recentemente sono anche sorti quartieri residenziali (es. Parco dei Fiori) che tendono a riprodursi con l'obiettivo di ricacciare dalla città la presenza operaia (come è stato anche per Sesto S. Gio vanni e Milano).

L'edilizia privata, con licenze concesse dall'Amministrazione senza un preciso\riferimento ad un piano regolatore, presenta un aspetto caotico; gli affitti si aggirano sulle 60-70.000 lire mensili per due locali; le vendite (anche con mutuo pluriennale) ri chiedono una disponibilità economica inizia le non certo possibile alla classe operaia.

Le cooperative, legate ai partiti politici, godono delle sovvenzioni statali oltre che delle agevolazioni che l'Amministrazione Comunale ha assunto a suo carico pagando parte dell'interesse sul mutuo. Sono naturalmente riservate ai soci e non fanno di certo concorrenza all'edilizia pri vata: ritroviamo infatti prezzi molto alti.

Le case popolari comprendono gli stabili di Via del Carroccio, le case Pirelli, le case di Via Rinascita: sono tutte di vecchia costruzione e molte sono a riscatto.

Il programma del Comune, per il 1974, è totalmente centrato sull'edilizia popolare: 280 sono gli alloggi in costruzione a S.Eusebio. Tale programma è del tutto irrisorio perchè a Cinisello sarebbero necessari sei mila vani di edilizia popolare per le f amiglie attualmente abitanti nelle cascine, cantine, solai e case sovraffollate.

Ne dovrebbe sapere qualcosa l'ufficio di igiene che proprio in questi giorni sta rilasciando a centinaia le dichiarazioni di inabitabilità degli alloggi di Cinisello, su richiesta delle famiglie che inoltrano la domanda per le case popolari.

Le cascine sono concentrate nel vecchio cen tro di Balsamo e di Cinisello: si tratta di circa 600 alloggi, in mano a pochi proprietari fra cui anche il Comune, di costruzione rurale, disposti attorno ad una corte centrale. L'assoluta mancanza dell'opera di manutenzione da parte dei padroni, l'assenza di servizi igienici adeguati, l'assenza della rete fognaria (solo da quest'anno in costruzione!) rendono tali alloggi del tutto inabitabili. L'alto tasso di umidità è un attentato quotidiano alla salute delle famiglie.

Il piano di fabbricazione, pubblicizzato durante la fine dello scorso anno, ne prevede la demolizione senza garantire alle famiglie un alloggio popolare: si attua in questo mo-ì do il processo di espulsione dei lavoratori dalla città.

Inoltre la situazione del caro-fitti crea sovraffollamento e sfratti frequenti deriva _ ti dall'impossibilità a pagare canoni di locazione molto alti.

DIFESA MILITANTE DEGLI SFRATTI

Il primo intervento che il Collettivo Casa ha realizzato a Cinisello è stata la difesa militante degli sfratti che durante i mesi di ottobre-novembre 1973 erano saliti a una cinquantina. Decine e decine di compagni, presenti ad ogni scadenza, hanno di fatto impedito che lo sfratto divenisse esecutivo (gli sfratti riguardavano anche le famiglie che avevano occupato case GESCAL e che da mesi erano in attesa del contratto).

Dopo una riunione con le famiglie interessate, si è deciso di prendere delle iniziative collettivamente che si sono così concretizzate: - impegno nella difesa militante degli sfrat ti. La manovra che il Comune aveva in pre-

cedenza adottato inviando negli alberghi di Sesto S.Giovanni le famiglie sfrattate, per coprire il problema, non doveva assolutamente ripetersi; delegazione di massain Comune per far presente all'Amministrazione che gli sfrat ti non sarebbero passati e per richiedere al Sindaco di impedire l'invio della forza pubblica.

Questa iniziativa ha creato un momento importante di solidarietà tra le famiglie ed ha convinto gli incerti sulla giustezza degli obiettivi:

- BLOCCO DEGLI SFRATTI

DIRITTO AD AVERE UNA CASA DECENTE E SICURI

CASE POPOL ARI

Durante il mese di Gennaio l' IACP ha emesso un bando di concorso per 280 alloggi in costruzione nel quartiere S. Eusebio (il Comune l'ha pubblicizzato alla fine di Gennaio restringendo così il termine della presentazione delle domande a un mese).

Le famiglie delle cascine sono state di nuovo raggiunte in modo capillare per comunicare informazioni precise circa la modalità delle domande ( aspetto formale). In assemblee successive per il diritto alla casa popolare si denunciavano raccomandazioni, bustarelle e privilegi come cri teri correnti usati nell'assegnazione delle case stesse.

Il nostro impegno, che nei prossimi mesi sarà orientato verso momenti organizzativi ben precisi, prevede una serie di interventi:

propaganda verso quelle persone che in un modo o nell'altro sono investite del problema della casa,cioè la classe operaia contatti e collegamenti con gli organismi di fabbrica e gli organismi sindacali di 2_ozona ( C.di F. e C.di z.) iniziative varie come mostre, volantini, giornali che promuovano un'informazione capillare circa il nostro programma di azione.

Dalle assemblee che faremo successivamente dovrà emergere in modo chiaro che la lotta è l'unico mezzo per avere le case popolari; che l'unità e la compattezza sono una forza difficile da incrinare.

cíniseiio balsamo
UNA DELLE CASE MALSANE DOVE VIVONO GLI OPERAI IMMIGRATI Collettivo Casa di Cinisello Balsamo

VIA LA PAURA

Come gli inquilini possono far valere i propri diritti e fare salvi i propri interessi nei confronti dei padroni di casa

COME FUNZIONA IL BLOCCO

QUANDO HAI FIRMATO IL PRIMO CONTRATTO?

1° CASO : Prima del 1/3/1947

Allora vale il blocco del canone del contratto se:

- hai un indice di affollamento pari o superiore a 0,75

- reddito non superiore a LIRE 2.500.000

2° CASO : Prima del 1/12/1969

Hai un numero di locali (servizi esclusi) superiore a 5 ?

Se NO: si ha il blocco del canone del contratto se il reddito non è superiore a £ 2.500.000 Se SI: si ha il blocco del canone se l'indice di affollamento è pari superiore a 0,75 e se il redditc non è superiore a £ 2.500.000

3° CASO : Dopo 1'1/12/1969

A) Se sei subentrato ad un vecchic inquilino con contratto stipulato fra il 1/3/1947 e il 1/12/1969 si ha il blocco del canone se:

-l'indice di affollamento è pari superiore a 0,75

-il reddito non è superiore a £ 2.500.000

B) Se sei il primo inquilino ad affitto libero,il blocco non viene applicato.

NOTA BENE:

Tutti i contratti attualmente in corso sono prorogati fino purché l'inquilino non sia iscritto a ruolo ai fini dell'imposta complementare per un reddito complessivo netto superiore a quattro milioni.

RICORDA CHE: I contratti firmati che per qualsiasi ragione prevedano aumenti di affitto sono NULLI Anzi è possibile ottenere il rimborso di quanto è stato pagato in più. Questo è già successo a Milano

LE SPESE

C'E' UN AUMENTO DELLE SPESE?

PRIMA DI TUTTO GUARDIAMO QUALI SPESE DEVE

PAGARE L'INQUILINO:

Quelle per l'uso dei servizi: nafta,forza motrice,l'uomo delle caldaie,luce scale, acqua, portinaio,immondizie e le spese di piccole manutenzioni.

ESEMPIO: Se il tuo calorifero perde perchè il tuo bambino gioca a pestarlo col martello, allora la spesa tocca a te; se invece è difettoso la spesa tocca al padrone.

IL PADRONE DEVE PAGARE INVECE:

L'amministratore e le spese di amministrazione

La rottura di qualsiasi parte del palazzo

La rottura dovuta a vecchiaia e a difetti di costruzione dello stabile

La rottura di parti comuni e le spese di grande manutenzione (tetto,caldaia ecc.)

In quest'ultimo caso soltanto la proprietà dello stabile può richiedere un concorso nella spesa agli inquilini in misura pari al 5% dei costi globali sostenuti. Questo 5% verrà diviso tra tutti gli inquilini.

LE RIPARAZIONI

IL PADRONE NON VUOLE FARE RIPARAZIONI ?

Il padrone lascia generalmente che le vecchie case vadano in rovina perché gli costerebbe troppo mettere a posto i muri scrostati che cadono,i tetti attraverso i quali piove,i pavimenti sconnessi,i gabinetti in comune e'senza scarichi.

DAL MOMENTO CHE IL PADRONE HA L'OBBLIGO DI MANTENERE LA CASA IN CONDIZIONI CIVILI, SE NON SI DECIDE A FARE LE RIPARAZIONI BISOGNA DENUNCIARLO IN PRETURA CHIEDENDO CHE SIANO FATTE SUBITO LE RIPARAZIONI NECESSA+ RIE.

A questo riguardo c'è pure una sentenza della Cassazione: Se il contratto di affitto non deroga specificamente a quanto dispone la legge, il locatore-afferma il codice civile-"deve eseguire,durante la locazione,tutte le riparazioni necessarie,eccettuate quelle di piccola manutenzione,che sono a carico del conduttore"; chi dà in locazione un bene deve,dunque,eseguire le opere di straordinaria amministrazione,salvo che,come si è detto,il contratto non disponga altrimenti.

Quando però il locatore si rifiuti di eseguire le opere che la legge pone a suo carico,l'inquilino-secondo quanto deciso dalla Cassazione-può sospendere il pagamento dell'affitto.

LE VENDITE

FRAZIONATE

PERCHE' QUESTE INFORMAZIONI

Perchè le informazioni sai regolamenti e sulle leggi della casa siano pati,imonio di tutti e non solo dei padroni

A CHI SERVONO :

Ai lavoratori e a tutti gli inquilini che non vogliono farsi derubare dai padroni

A chi è deciso alla lotta come unico strumento per far valere i propri diritti Scio ERO

egu:AFFiTTO

Qualunque lettera, avviso, documento che arriva dall'Istituto va immediatamente consegnato all'UI o al Comitato di Quartiere. Ricordiamoci che molto spesso la tempestività nella consegna è un elemento decisivo per intervenire efficacemente in tempo.

Non recarsi mai da soli, anche se convocati, all'Istituto, ma concordare sempre con l'UI del quartiere e se possibile recarvisi con un suo rappresentante.

Non firmare mai documenti di alcun genere sottoposti dall'Istituto senza prima averne informato l'UI.

Estendere e rafforzare lo sciopero e l'au toriduzione dell'affitto, parlarne con i vicini, partecipare alle riunioni dell'UI, poi ché l'organizzazione e l'estensione della nostra lotta è la maggiore garanzia anche rispetto ai tentativi di repressione da parte dell'Istituto.

UNITÀ NELLA LOTTA

Che cos'è la vendita frazionata? E' uno dei metodi dei padroni di casa per espellere i lavoratori dal centro cittadino, imponendo all'inquilino l'acquisto dell'appartamento e - nel caso in cui questi non lo voglia acqui stare - vendendolo ad altri, con il conseguente sfratto.

Cosa dobbiamo fare se il padrone tenta di venderci l'appartamento?

DOBBIAMO RIFIUTARCI TUTTI DI COMPERARE PER RIUSCIRE A RESTARE NELLA CASA SENZA COMPERARE DOBBIAMO ORGANIZZARCI Dobbiamo cominciare a parlare con i no stri vicini e spiegare loro perché è tutto un imbroglio. Facciamo cartelli per informare sia gli inquilini che eventuali altri compratori della situazione della casa.

Colleghiamoci con le forze che nel quartiere si occupano del problema del la casa.

Promuoviamo l'assemblea degli inquilini, ambito nel quale devono essere pre se le decisioni su come condurre avanti l'iniziativa di lotta.

QUANDO IL PADRONE È LO I.A.C.P.

L'Istituto Autonomo Case Popolari, da due anni a questa parte, non usa più la minaccia dello sfratto contro le famiglie che attuano lo sciopero dell'affitto o l'autori duzione. Dobbiamo però stare attenti! Infat ti l'Istituto ha rinunciato alle prove di forza solo dopo aver subito numerose sconfitte, solo dopo che l'Unione Inquilini ha dimostrato di saper organizzare la difesa dagli sfratti mobilitando i lavoratori del quartiere. L'Istituto quindi, se ha rinunciato per ora allo scontro frontale con i lavoratori organizzati nell'Unione Inquilini, non ha certo rinunciato a sfrattare i lavoratori isolati, non organizzati nell'UI, quei lavoratori che, credendosi Furbi, hanno ricercato la soluzione individuale. Come dobbiamo comportarci?

ISOLATI SI PERDE, UNITI SI VINCE Poiché gli aumenti di affitto, di spese e le vendite frazionate non colpiscono mai il singolo individuo ma caseggiati interi, il modo migliore per far valere i propri diritti è che tutti gli inquilini di un caseggilto si uniscano insieme.

Si sconfiggono così le manovre dei padroni che puntano sulla divisione degli inepAli. ni tentando di convincerli separatamente.

POTRESTI PENSARE: che bisogno c'è che mi unisca con gli altri inquilini se so già da me quali spese devo pagare e quali no; se so già cosa devo fare, visto che anche la legge è dalla mia parte?

La conoscenza delle leggi sulla casa è senz'altro importante per ogni inquilino. Ma le esperienze di lotta di questi anni hanno insegnato che le leggi sono utilizzabili soltanto se siamo forti e uniti.

Questo perché i padroni di casa sono speculatori e sfruttatori che, come il padrone in fabbrica, si arricchiscono sulle spalle di tutti noi e quindi non daranno mai niente agli inquilini sulla base di semplici richieste ma solo se si lotta e si mette loro paura e li si danneggia economicamente.

NON DIMENTICHIAMO che è questa gente ad avere in mano il potere e lo usa per fare e controllare le leggi.

Per questo non dobbiamo mai illuderci che esista una legge che faccia. veramente gli interessi dei lavoratori finché ci saranno i padroni.

Se esiste qualcosa di simile, nello stes so tempo vengono creati mille strumenti per ché gli speculatori, le immobiliari possano fare ugualmente quanto vogliono.

TON! ANCHE Ce FANNO LA VENDITft _ FRAzoNmii

centrale sono quindi aumentate a dismisura, anche per le notevoli "creste" che padroni di casa e amministratori hanno realizzato sugli aumenti governativi. Per chi ha la stufa a kerosene vale lo stesso discorso: aumento da 800 a 1270 lire al fustino (60%) da parte del governo e aumenti di fatto fino a 1600, 1800, 2000 lire al fustino ad opera dei grandi rivenditori e grossisti.

3) L'aumento delle tasse per i lavoratori dipendenti.

L'avevamo già detto in novembre che il nuovo sistema di tassazione dei lavoratori dipendenti sarebbe stato in realtà un aumento delle tasse pagate al governo e quindi una diminuzione del salario. Alla fine di gennaio anche chi credeva ancora nella buona volontà del governo ha dovuto alla fine ricredersi e constatare la "realtà" della paga più bassa che ha preso. Questo nuovo sistema scientifico di estorsione in primo luogo colpisce solo i lavoratori dipendenti (restano fuori industriali, liberi professionisti, etc.); in secondo luogo colpisce duramente i lavoratori; in terzo luogo discrimina fork temente tra lavoratori dipendenti a basso reddito (fino a 2-3 milioni annui) e lavoratori dipendenti ad alto reddito (da 5 -10 milioni in su), cioè tra operai e impiegati da un lato e dirigenti, capi, con sulenti, etc. dall'altro, categorie cioè che hanno legami più stretti con i padroni che con i lavoratori.

Il principio è quindi: più guadagni, meno paghi (in proporzione). Infatti le aliqua te sui primi milioni sono proporzionalmen te più alte che sui successivi: per i reca diti fino a 7 milioni le aliquote crescono di scatti pari al 3% (10-13-16-19-2225%), per i redditi fino a 9 milioni del 2% (27-29-31%), ma dai 10 milioni in su solo dell'1%; soprattutto i primi scaglia ni sono di un milione fino a 10 milioni, successivamente diventano di due milioni fino a 20 milioni, poi di cinque milioni e così via.

Questa situazione ogni operaio, ogni impiegato, ogni inquilino l'ha vissuta direttamente e sa quanto ha pagato in più rispetto all'anno scorso; sa anche che a fine anno, per i redditi familiari superiori a 4 milioni (marito e moglie o figli che lavorano),ci sarà un conguaglio che di fatto farà sparire una buona parte, se non tutto, della tredicesima. E' per questo che molti lavoratori' rivendicano già dal governo l'esenzione dalle tasse dei primi due o anche del terzo milione di reddito annuo. Una richiesta giusta per non pagare il peso di una crisi sulla quale i padroni hanno speculato abbondantemente. Per concludere, facciamo una breve considerazione su due fatti reali, ormai a conoscenza di tutti i lavoratori. Il primo è la generale manovra di imboscamento attuata dai padroni sui generi di prima necessità (olio, zucchero, sale, pasta, benzina, etc.) con il preciso scopo di far aumentare i prezzi di questi generi e quindi spillare soldi alla classe operaia direttamente e al governo tra mite agevolazioni di vario tipo, sempre ai danni dei lavoratori.

Il secondo, legato all'imboscamento della benzina e di altri prodotti petroliferi, riguarda le diverse decine di miliardi che i petrolieri hanno dato al governo perché aiutasse le loro speculazioni aumentando il prezzo della benzina, come ha prontamente fatto. Questa sporchissima manovra è venuta alla luce proprio in questi giorni e vede come accusati, prima dai pretori di Genova e ora da quelli di Roma, i più grossi petrolieri italiani, compresi quelli dell'ENI, ente di stato per il petrolio, e gli uomini politici che attualmente guidano (si fa per dire) l'economia italiana e la politica governativa; quel che è certo, tra le tante ipotesi sui nomi di questi capipartito dell' area governativa, è la funzione di copertura, di favoreggiamento, di spalleggiamento che ha dato il governo al violento attacco ai salari dei lavoratori, al loro livello di vita, alle loro ristrette libertà costituzionali, alla loro volontà di liberarsi da un giogo che si sta facendo ogni giorno più pesante, non solo economicamente.

Ebbene, nonostante tutto ciò, il governo annuncia spudoratamente un ulteriore aumento di 50 lire al litro della benzina. Lo sciopero generale del 27 è una risposta anche a quest'ultima truffa del governo, e se non è contro il governo, certamente è contro la politica del governo.

BIETTIVI DEI COMITATI IQUARTIERE PER LACASA

CONTRO I.A.C.P. , COMUNE , REGIONE

di fronte

al continuo attacco alle condizioni di vita dei lavoratori che si manifesta: in fabbrica, nel tentativo di svuotare le conquiste politiche e sindacali della classe operaia, di aumentare lo sfruttamento e ridurre i livelli di occupazione attraverso la ristrutturazione, l'aumento degli straordinari, del lavoro a domicilio, ecc. fuori dalla fabbrica, nel tentativo di aumentare i profitti attraverso meccanismi "sociali": più tasse, caro affitti, caro prezzi, per dinanziare i petrolieri e il grande padronato;

le controparti

contro cui indirizzare la nostra lotta e le nostre rivendicazioni devono essere, oltre ai singoli padroni di casa, gli enti pubblici direttamente implicati nelle operazioni speculative e responsabili in prima persona delle condizioni di vita e abitative dei lavoratori e delle loro famiglie, in modo particolare lo I.A.C.P., il Comune e la Regione. Nei confronti di questi enti rivendichiamo:

che la regione di fronte

all'aumento della' speculazione edilizia, alle grandi operazioni, speculative, all'espulsione sempre più massiccia dei lavoratori dal centro e dalle zone semicentrali, al blocco sostanziale della costruzione di case popolari, alla mancata diminuzione degli affitti delle case popolari;

di fronte

alla necessità di mantenere l'unità della classe operaia e delle: masse popolari, rafforzando gli organismi di democrazia operaia, in primo luogo i Cons_gli di Fabbrica e i Consigli di Zona intercategoriali, e la direzione operaia nelle lotte sociali;

si impegni a fissare l'affitto delle case popolari al 10% del salario del capofamiglia;

immetta almeno un rappresentante dei comitati di quartiere nella commissione assegnazione alloggi;

- renda effettivamente gratuita la scuola dell'obbligo (gratuità dei libri di testo, dei trasporti e istituzione generalizzata delle mense gratuite)

che lo I.A.C.P.

conceda alle famiglie occupanti di abitare nei loro alloggi con un regolare contratto, ad un affitto popolare;

i comitati di quartiere che il comune

di Rozzano, Tessera, Cinisello, Romana-Vigentina, Lotto 26 ribadiscono la necessità di portare avanti, in stretta unità con gli altri comitati di quartiere, con i Consigli di Fabbrica e soprattutto con i Consigli di Zona intercategoriali, gli obiettivi più urgenti e più sentiti dai lavoratori, per la difesa della loro coydizione di vita e delle condizioni abitative.

Litografia PRESTAMPA AMBROSIANA

Via Martelli, 2 Zibido S. Giacomo (Mi)

- costringa le immobiliari a rendere pubblici i contratti d'affitto, per impedire gli aumenti di affitto all'atto dei passaggi di alloggio da un inquilino all'altro; prepari e attui un nuovo piano 167 per la costruzione di alloggi popolari e di servizi nelle aree libere, sulla base delle esigenze espresse dai lavoratori;

- intervenga neIb vertenze aperte dalle organizzazioni degli inquilini sulle manutenzioni, con l'ingiunzione alla proprietà o sostituendosi ad essa, come prescritto per legge, nelle opere di manutenzione;

- requisisca le migliaia di alloggi sfitti e li ceda ad un affitto popolare alle famiglie che abitano nelle case malsane.

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