CIRCOL OPERAIO
KARL MARX
I COMUNISTI SI DISTINGUONO... PER IL FATTO CHE SOSTENGONO COSTANTEMENTE L'INTERESSE DEL MOVIMENTO COMPLESSIVO, ATTRA-
VERSO I VARI STADI DI SVILUPPO PERCORSI DALLA LOTTA TRA PROLETARIATO E BORGHESIA. QUINDI IN PRATICA SONO LA PARTE PIU' RISOLUTA... E QUANTO ALLA TEORIA HANNO IL VANTAGGIO (SULLARESTANTE MASSA DEL PROLETARIATO) DI COMPRENDERE LE CONDIZIONI, L'ANDAMENTO E I RISULTATI GENERALI DEL MOVIMENTO PROLETARIO.

LO SCOPO DEI COMUNISTI E'... FORMAZIONE DEL PROLETARIATO CLASSE, ABBATTIMENTO DEL DOMINIO DELLA BORGHESIA, CONQUISTA DEL POTERE POLITICO DA PARTE DEL PROLETARIATO.
LE PROPOSIZIONI TEORICHE DEI COMUNISTI NON POGGIANO AFFATTO SU IDEE, SU PRINCIPI INVENTATI O SCOPERTI DA QUESTO O DA QUEL RIFORMATORE DEL MONDO. ESSE SONO SEMPLICEMENTE ESPRESSIONI GENERALI DI RAPPORTI DI FATTO DI UNA ESISTENTE LOTTA DI CLASSI, CIOE' DI UN MOVIMENTO STORICO CHE SI SVOLGE SOTTO I NOSTRI OCCHI. (Marx, • Il manifesto dei comunisti .)
SOMMARIO
- VERTENZA ALLA MAGNETI.
SITUAZIONE INTERNAZIONALE (VIETNAM).
PER RILANCIARE IL MOVIMENTO
- ATTACCO ANTISCIOPERO ALLA MAGNETI E RISPOIL DIBATTITO SUI CONTRATTI STA POLITICA.
LOTTA POLITICA CONTRO LA
- I RISULTATI DELLE
IS,OCCUPA ZION E. ELEZIONI DEL 7/5 E I NOSTRI COMPITI NELLA LOTTA DI CLASSE
- PER IL COMPAGNO FRANCO SERANTINI.
Questa è la piattaforma rivendicativa:
I).Garanzia dell'occupazione, dell'orario e del salarioRicontrattazione del premio di próduzione Anticipazione indennità INAM- INAIL
Estenzione a tutto il gruppo dell'accordo economisti Cresenzago
5)-Stabilire un minimo per categoria 4° elemento impiegati
6) Varie - Cottimo - Estenzione 3° elemento Rabotti Potenza. Compagni, se vogliamo fare un analisi corretta della piattaforma di quest'anno e quindi chiederci come mai i comunisti non sono intervenuti per qualificare i, suoi punti rivendicativi, dobbiamo fare un salto nel tempo.
Settembre 1971
Si Verificd un attacco ài livelli di occupazione nel gruppo Magneti Marelli con la messa in cassa integrazione di 1000 lavoratori. Ma come abbiamo già detto in altre occasioni questo attacco non era solo "aziendale" ma dentro una logica generale.
Perché questo,àil programma della borghesia che mirava e mira ad aumentare i livelli di dissocupazione.
Infatti a ben poco serve giudicare positivo (come fanno i revisionisti alla Magneti) il rientro di circa 500 lavoratori dalla cassa di integrazione; se poi sul mercato generale- le casse integrazioni e i licenziamenti aumentano.Compagni! sappiamo tutti cosa vuol dire quando aumentano i dissocupati (340000 occupati in meno nel 71-72) l'uso dì concorrenza che la borghesia ne fà nei.confronti degli occupati (ricatto per fare abbassare il tiro delle lotte, e quindi minor valore del nostro salario, intensificazione dello sfruttamento in fabbrica, ritmi, nocività ecc.).
Quindi era:ed è corretto affermare che il punto principale su.::cui il proletariato oggi deve rispondere èl'attacco ai livelli di occupazione. Ma non si fanno di certo gli interessi della classe (se non a Parole) se si propongono (come i revisionisti fanno) delle risposte aziendali, oppure la dove il fenomeno è più accentuato, delle risposte di zona (zona Sempione 3 scioperi contro l'attacco ai_ livelli di occupazione nella zona calati dell'otto %) o nel caso dei tessili risposte settoriali.
E quindi correttamente i comunisti del "Circolo Operaio Karl Marx" proponevano di superare i limiti aziendali di questa risposta1 prima proponevano l'allargamento del dibattito a livello di zona, ma poi visto che per ben 2 volte si veniva meno da parte dei funzionari sindacali di zona di rendere operativo il mandato che l'attivo dava "Convocare una riunione dei delegati dei C.D.F. delle fabbriche dalla zona, con al centro del dibattito il problema dell'attacco ài livelli di occupazione".
Quindi si tentò di farlo a livello aziendale con la mozione presentata nell' assemblea del 17/2 (sciopero provinciale Alfa Romeo)e da questa approvata, la quale dava mandato al consiglio di fabbrica di convocare un assemblea di lotta a Crascenzago, con la partecipazione dei delegati delle altre fabbriche della zona(es. Pirelli Sapsa),.

Ma di fronte a questo mandato tassativo dell'assemblea, e ben consci dell'allargamento della risposta che sarebbe conseguita a questa iniziativa, i revisionisti e la destra (maggioritaria all'interno del C.D.F.) si rifiutarono di portare avanti questo mandato, ma consapevoli delle grosse contradizioni che avrebbe causato questo ulteriore atto reppressivo verso gli interessi della classe, convocarono l'assemblea togliendo via la parte che la qualificava, e cioè il collegamento con i delegati delle altre fabbriche, inserendo però come collegamento all'esterno della fabbrica "le mimose". Ma anche se facevano di tutto per sabotare queste iniziative che tendevano a generalizzare la risposta, i revisionisti erano pur tuttavia daccordo,a quei tempi, che non era momento di piattaforme rivendicative, ma che il problema principale da risolvere era il rientro delle casse di integrazione (anche se scorrettamente si ostinavano a vedere il problema chiuso all'interno dell'azienda).

A questo punto però in fabbrica scoppiavano una serie dilotte spontanee di reparto, sui cottimi (4° Sezione),sulle qualifiche (Viteria) perequazione quarto elemento e percentuale di concottimo (carrellisti ed economisti in genere) le quali erano la logica conseguente di un peggioramento delle condizioni economiche, ma soprattutto della mancanza di una mobilitazione costante (e non sporadica) sul problema dell'occupazione.
Compagni! intervenire per qualificare questa piattaforma sarebbe stato avventurismo da parte nostra, perché presentarsi oggi isolati a liVello di azienda con una piattaforma tipo,70-711 con una situazione generale di rapporti di forza nei confronti della borghesia più debole rispetto a quegli anni, ci avrebbe portato ad una dura sconfitta.
Quindi non si può uscire da questa situazione di peggioramento generale a livello di azienda.
Compagni! Di fronte ad un attacco generale la nostra risposta deve essere generale.=
LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE (VIETNAM).
Il significato dell'offensiva vittoriosa dei nordvietnamiti, come fate della lotta di liberazionedel.Vietnam e come parte della lotta del proletariato mondiale, va chiarito innanzitutto mettendo in evidenza- 11 'quadro mondiale nuovo nel quale si muove militarmente e politicamente l'imperialismo USA.
Gli USA15ortavano avanti la guerra imperialiSta nel Vietnaà quando, con ampi margini di . Manovra, stendevano gli accordi di Yalta con l'URSS per il controllo della situazione mondiale, gliUSA continuano oggi la stessa guerra in un quadro che è quello di un mercato mondiale, teatro di Una accentuata concorrenza interimperialistica, dove è evidente la crisi dell'egemonia dell'imperialismo USA di fronte all'aumento di competitività dellebdrghesie imperiliste dell'Eurdpa occidentale e del Giappone ad un nuovo liello di espansione economica e politica dell'Unione Sovietica.
Se cioè oggi l'imperialismo USA manda Nixon in Unione Sovietica a contrattare a.livello diplomatico zone d'influenza, interessi edonlmici e politici, loia dopo l'apertura dei rappOrti con la Repubblica POliblare Cinese, lo fa dopo esere stato costretto a scatenare una ugierra” monetaria agli imperialismi europei nel tentativo di scaricare su dissi i costi della ripresa della bilancia coruierciale e se si.ripresenta'oggi nel Vietnam con un volto diverso, desistendo dallagtiera ditetta - e. tentando la via della vietnamizzazione e nuove strade di contatti diplomatici, non lo fa perchè ha rinunciato ad esercitare il controllo del sud-est asiatico, ma perdhè costrettovi dalle lotte,e resistenze interne, dalla resistenza ed offensiva vietnamita, in. un quadro di nuove e più acute contraddizioni con altri imperialismi.

Ma quello che caratterizza questa fase di sviluppo economico e politico dell'imperialismo è anche la,presenza di una serie di lotte a livello mondiale ché;a1 di là delle differenze e delle situazioni specifiche, sono lotte contro il capitale che OppOngono con Sempre maggior - chiarezza il fronte borghese al fronte proletario.
La modificazione della composizione di classe nelle economie imperiliste genera una crescita oggettiva del proletariato attraverso differenti processi di proletarizzazione ché, nonostante elementi di corporativismo localista o nazionàlista e- di stratificazioni interne, hanno lo stesso segno e diffondono lo scontro-di classe idtutto il mondo. -1-
-2Lo diffondono nei paesi arretrati (ueocoloniali), dove nuove forme di penetrazione e, di investimenti vsoprattutto degli imperialismi "giovani", (espansione imperialista italiana e tedesca in Medio Oriente, in Africa ,in America La,inal etc.), creano dei margini di sviluppo e di autonomia politica alle borghesie nazionali, ma sviluppa anche processi di proletarizzazione che interessano strati sempre più vasti di popolazione, accentuando la contraddizione tra'proletariato e borghesie sfruttatrici.

Lo diffondono nei paesi imperialisti, in particolare dell'Europa occidentale dove la bor„hesia, stretta tra la concorrenza interim, perialista e le lotte operaie, avvia un processi riformistico e di razionalizzazione che tende ad espropriare e proletarizzare altri strati sociali.
Si vanno così generalizzando le condizioni materiali perchè alla s solidarietà nelle lotte si sostituisca l'unità delle lotte del proletatiato mondiale, perchè vengano concretamente battute all interno del movimentooperaio quelle posizioni di solidarietà moralistica nei confrOnti della lotta di liberazione del Vietnam che dal revisionismo vengono contrabbandate per internazionalismo proletario; e questo è possibile nella misura in cui le avanguardie comuniste lavoreranno per la crescita dell'autonomia del paoDatatiato, per la crescita del carattere politico e generale degli scontri di classe nelle diverse situazioni, superandone i livelli di spontaneità e frammentazione, In questa direzione dovranno rivolgersi i tentativi dei comunisti che dirigono la lotta di liberazione nel Vietnam per trasformare quella che è stata, in questa fase, una vittoria militare in una vittoria politica che consacri il fallimento della cosidetta "vietnamizzazione" della guerra che gli USA hanno affidato a Thieu, ma rappresenti anche un consolidamento dell'autonomia del programma politico dei comunisti contro ogni equivoco interclassista di emancipazione nazionale, e contro gli effetti negativi che potranno derivare dalle contrattazioni a livello di potenze che Nixon e Breznev stanno conducendo: segno nello stesso tempo dei margine di manovra consentito oggi all'imperialismo ma arche della debolezza che gli deriva dall'acuirsi della conflittualità interimperialista.
E' necessario fermarci sui fatti di venerdi' 14 Aprile con l'Assemblea di fabbrica e con la manifestazione degli operai ed operaie fino a Sesto, allo stabilimento "A".
Diciamo subito che Assemblea e manifestazione, dibattito e scontro po litico, parole d'ordine del corteo e sicurezza degli obbiettivi immediati e strategici, sottolineano come una vittoria politica questi fatti. Vittoria politica contro l'attacco politico padronale alla lotta della IVa sezione che - sia nell'abolizione della paga fissa di cottimosia soprattutto nella messa in cassa d'integrazione di due reparti a valle delle linee degli avvolgimenti e dell'officina della IVa sezione, si è presentato - come attacco direttamente politico all'unità della classe, allo sciopero, a condizioni politiche della classe. Vittoria politica contro i revisionisti della fabbrica che - di fronte a questo ulteriore attacco del padrone Magneti, articolazione di quello generale della borghesia e seguito logico delle casse di integrazio ne nel gruppo Magneti Marelli - proponevano t ancora una volta, il rinvio della lotta, cercavano di boicotu.are prima l'Assemblea poi l'intervento dei nostri compagni che ponevano subito la necessità di una risposta politica, di una mobilitazione che uscisse dalla fabbrica come manifestazione politica di massa di fronte all'attacco padronale e come ripresa del movimento in fabbrica su basi non aziendalistiche. E' necessario - nello stesso tempo - non illuderci troppo sulla carica spontanea della classe-operaia della Magneti espressa venerdì. La carica spontanea c'è stata, ampia, forte. Ma se dimentichiamo il lavoro continuo fatto dai compagni nei reparti, la continua presenza del Circolo con volantini, documenti e interventi che da mezzo anno a questa parte danno un terreno di dibattito, di chìarezza e una proposta di organizzazione e di obbiettivi alla classe, non facciamo soltanto una dimenticanza, ma un danno ai lavoratori che sanno come da questa situazione si esce soltanto con una quotidiana presenza, con un lavoro politico senza ambiguità, con una proposta alternativa organica, tattica e strategica, al sistema, all'egemonia revisionista della classe.
La lotta alla IVa sezione e la repressione padronale
Le operaie degli avvolgimenti e dell'officina alla IVa sezione, erano da tempo in lotta per la estensione del cottimo speciale alle loro linee. Questa lotta scoppiava in fabbrica assieme alle agitazioni della fonderia, alla lunga lotta dei compagni della viteria, alla lotta stessa dei carrellisti.
E' vero che le rivendicazioni si sono mosse su piani diversi, ma il significato delle lotte è comune: le condizioni della classe sono peggiorate in assoluto dal '70 ad oggi, in termini di occupazione, in termini di potere d'acquisto del salario, in termini di unità politica e rivendicativa della classe.
Il salario appare come non mai agli occhi del proletariato come la catena che schiaccia il livello di vita dei lavoratori al livello minimo di sussistenza; ed ancora una volta la sua caduta assieme alla frani,mentazione delle lotte ed al fallimento della gestione revisionista delle lotte stesse fa apparire il slario reale come il risultato concreto del rapporto di forza nella lotta di classe tra borghesia e proletariato; questa affermazione è valida sia in fabbrica, per quelnto riguarda gli elementi materiali (ritmi, qualifiche, etc.) che fuori. Perchè rivendicare il salario e poi non difenderne il suo valore d'acquisto nelle sue componeneti sociali (scuola - casa - trasporti - etc....), cioè se si è deboli e scollegati dai proletari della scuola, dalle lot-

te nei'quartieri, incapaci di attuare una riVendicazione di massa sui trasporti nei suoi costi e tempi di trasporto, per una assistenza sanitaria gratuita a tutti, significa lasciare all'arbitrio completo della borghesia questi terreni che il proletariato deve obbligatoriamente praticare.
Analogo ragionamento vale per il caro-vita ed i prezzi: sia per quanto riguarda gli speculatori di aree o mercato speculativo sulla casa, sia per la piccola-borghesia della distribuzione che cerca di ristabilire i_suoi privilegi materiali e politici attaccando direttamente il salario operaio, la clasSe deve esercitare una pressione politica - e rivendicativa che stabilisca un rapporto di forza ad essa meno sfa vorevole.
Le vicende dell'andamento dei prezzi da quattro anni.a questa parte insegnano molto più che alle parole; la sconfitta -momentanea- degli obbiettivi del proletariato sul terreno della scuola, della casa, delle tasse, dei trasporti e della sanità, sono il risultato del movimento scoordinato e politicamente confuso del post-contratto.
E' in queste generali e complesse condizioni di peggioramento materiale e politico che la classe si è trovata sotto l'attacco padronale ai livelli di occupazione e sotto il tentativo di ristabilire la pace sociale in fabbrica e delineare il terreno di subordinazione politica e di repressione che la borghesia cerca di preparare per lo scontro contrattuale.
La gestione revisionista prima e dopo l'accettazione da parte del PCI dei tempi economici e politici della ristrutturazione e del processo "riformista" del capitale _(luglio '70, 'Decretonel, lotte aziendali '70-'71, appello'produttivo, del PCI, gestione fallimentare, delle lotte sul terreno delle riforme con le mistificazioni politiche sulle controparti: Stato, Regioni, Comuni; la rinuncia alla mobilitazione della classe di fronte all'attacco padronale sull'occupazione e al salario; il voto come principale lotta prospettata al proletariato) hanno sì fatto perdere al movimento la sua caratteristica di lotta e mobilitazione generale della classe, ma non hanno certo potuto impedire che l'immiserimento del proletariato determinasse una continua esplosione rivendicativa nei'repartij nelle fabbriche, nei quartieri, sino alla punta di massima generalizzazione provocata nel movimento dalla lotta dell'Alfa.

Questo è il quadro generale in cui vanno poste anche le' lotte -di reparto alla Magneti, questo anche il loro limite. Ma, appunto la manifestazione di venerdì, comincia a dare indicazione in senso inverso: cioè affiora nella classe la coscienza dell'importanza generale dello scontro, delle sue caratteristiche tutte politiche quando anche Si parta da un aggravamento materiale complessivo. La constatazione rimane "aziendale e ancora aziendalmente limitata me dobbiamo lavorare su questa coscienza, dobbiamo lavorare per un'alternativa politica cle oggi indirizzi e determini la chiareiza di obbiettivi e di sbocco delle lotte, che determini - ad un maggiore livello - la necessità dell'organizzazione e della disciplina politica nei compagni.
La repressione padrohale alla Magneti
Resta fermo che la linea padronale alla Magneti è del tutto analoga a quella generale della borghesia.
Bisogna vedere come si è articolata nella fabbrica maggiore di Crescenzago e nel gruppo, anche se - ancora una volta - dobbiamo riconoscere la nostra ignoranza sulle condizioni materiali .e politiche della classe operaia nelle minori aziende Magneti e sottolineare come il dibattito del Coordinaffiento sindacale del gruppo sia arenato senza .1.
una dinamica di propogte e lotte.
Le circa 900 ed oggi circa 600 cassa di integrazione Magneti si sono esercitate nel settore radiò e televisione dello stabilimento 'A' di Sesto e soprattutto nelle dUe fabbriche Fivre di Pavia e Magneti di Alessandria. •
Lo sfinimento degli operai messi in cassa-di integrazione(per favorire gli autoliCenziamenti) fa parte di quel taglio sulla occupazione che la ristrutturazione della Fivre e Magneti e l'attesa di un rilancio del settore radio-tv rende comunque necessario alla logica della azienda.
Ma poca importanza ha legare le casse integrazione alle vicende di un settore produttivo specifico - almeno qui - infatti vogliamo ribadire come il taglio sugli oCcupati non è una scelta aziendale Magneti, ma una scelta e una pratica del capitale in tutto il paese.
Abbiamo ormai chiara tutti la coscienza che è un attacco generale e non solo aziendale che - in quanto tale e in quanto risultato di uno spostamento dei rapporti di forza fra le classe in Italia - adesso va data una risposta di tipo generale, dove tutti gli operai prendono coscienza prima che ne vada di mezzo delle condizioni materiali è politiche non di questo o'di quel gruppo di lavoratori, ma delle condizioni di tutta la classe.
E. impOrtante vedere alcuni aspetti specifici come gli spostamenti allo stabilimento 'N', Prima motivati da esigenze produtt5ve, poi - invece - portati a colpire avanguardie di lotta isolandole dai reparti ove erano radicate e poi a smembrare le sezioni che avevano lottato di più in questi anni. Anche qui siamo riusciti a contras,are sia pure in parte - l'attacco padronale facendo chiarezza che cosa volessero dire politicamente questi spostamenti.
Questo ha voluto dire essere state ed essere riconosciute avanguardie politiche alla Magneti, con limit di isolamento orgnanizzativo che non ,sempre la nostra chiarezza delle analisi lhanno evitato.
Qualche passo avanti nel lavoro politico.
Dalla nascita del Circolo Operaio - fondato da compagni del Circolo Lenin ed altre avanguardie di fal-, brica -.si sono fatti alcuni passi avanti, di chiarificazione interna e della funzione del Circolo Operaio e di lavoro sulla fabbrica.

Il Circolo Operaio è nato come ipotesi di organismo politico di massa che - sia pure sotto una direzione precise', - accettava al suo interno anche compagni di altre organizzazioni.
Con questo compromesso si è andati avanti occupandoci soprattutto delle piattaforme di vertenza e di alcuni temi di lotta rivendicativa generale (riforme), Via via sia pure in un dibattito dominato da tematiche rivendicative si è arrivati ad una lenta chiarificazione.
Oggi siamo tutti coscienti che una istanza politica di massa si deve articolare a diversi livelli: I) una precisa guida politica che deve essere la cellula dei comunisti -- 2) nuclei di compagni che gravitino attorno ad essa applicando sia il programma politico che rivendicativo, radicandosi come organizzazione politica sia nella fabbrica che nella zona. Il riflesso di questo cammino si è avuto in fabbrica: le caratteristiche "nuove" del nostro lavoro a cominciare dall'autunno scorso, il rigore degli interventi, il carattere anche formalmente più ampio degli interventi stessi (volantini complessi, documenti) la necessità sempre più chiara ai compagni di una militanza politica complessiva (e non solo di un rotrovarsi su alcuni temi complessivi) ha cambiato qualcosa in fabbrica.
Le vittorie su mozioni politiche in Assemblea. I1 dibattito politico provocato in esse, anche se non hanno "magicamente" reso operative le decisioni e le norme delle mozioni stesse, hanno espresso una esigenza di chiarezza e dibattito politico molto pDecisa, e noi abbiamo saputo oltre che provocarla, gestirla.
La stessa lotta della viteria, così precisa di dibattito che dai temi rivendicativi va ad un più ampio dibattito politico, è un segno di questa trasformazione.
I. nostri interventi negli attivi di zona, il nostro intervento sulle fabbriche vicine e presto sul quartiere: sono manifestazioni non di volontà politica, ma di una linea politica a cui crediamo, che sentiamo come nostro sviluppo.
Naturale - allora - che consideriamo assemblea e manifestazione di venerdì I4,aprile come il risultato anche di questo lavoro e di questo impegno. Perciò sarebbe sbagliatopensare ad un moto di spontaneità improvviso della classe che noi abbiamo interpretato e "cavalcato".
Ed è sbagliato affermare come fa Lotta Continua di domenica 16/4 che "gli operai volevano andare in corteo, mentre i sindacalisti volevano rimanere in fabbrica". No! Noi comunisti volevamo la manifestazione politica e lo scontro diretto con il padrone, i revisionisti cercavano di rinviare lo scontro.
Perchè non abbiamo voluto lo striscione sul "salario garantito".
Davanti ad un attacco padronale che - sì - si esprimeva mettendo in cassa Integrazione per alcune ore circa 200 operaie a valle di una linea di lotta, si deWe parlare di attacco politico,di attacco di unità dei lavoratril di attacco allo sciopero!
E si deve rispondere quanto più efficacemente si crede ne/le forme, in termini politici, non rivendicativi.
Andare a chiedere al padrone di integrare quelle casse di integrazione ché--hessun.motivMgettivo (ristrutturazione? crisi di settore? etc.) avevano," ma era chiaro l'attacco politico e repressivo, significava confondere tutto il quadro e quindi l'efficacia della ASposta.

Vogliamo dire che - in assoluto - non siamo contrari a chiedere ed imporre con la lotta una integrazione del salario al '100% (vedi contratto dolciari, o - in parte Zanussi) quando lo sviluppo 'del casita recessine o ristrutturazione ci lasciano a casa: ma non di questo casa si trattava venerdì! -
Ed anche qui, non si è trattata di una scelta spontanea della classe, ma di una valutazione póliticai di una chiarezza che noi comunisti abbiaMo impoSto e che:gli operai e le operaie in corteo hanno fatto proprie.