Circolo operaio3

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CIRCOL OPERAIO

KARL MARX

I COMUNISTI SI DISTINGUONO... PER IL FATTO CHE SOSTENGONO COSTANTEMENTE L'INTERESSE DEL MOVIMENTO COMPLESSIVO, ATTRA-

VERSO I VARI STADI DI SVILUPPO PERCORSI DALLA LOTTA TRA PROLETARIATO E BORGHESIA. QUINDI IN PRATICA SONO LA PARTE PIU' RISOLUTA... E QUANTO ALLA TEORIA HANNO IL VANTAGGIO (SULLARESTANTE MASSA DEL PROLETARIATO) DI COMPRENDERE LE CONDIZIONI, L'ANDAMENTO E I RISULTATI GENERALI DEL MOVIMENTO PROLETARIO.

LO SCOPO DEI COMUNISTI E'... FORMAZIONE DEL PROLETARIATO CLASSE, ABBATTIMENTO DEL DOMINIO DELLA BORGHESIA, CONQUISTA DEL POTERE POLITICO DA PARTE DEL PROLETARIATO.

LE PROPOSIZIONI TEORICHE DEI COMUNISTI NON POGGIANO AFFATTO SU IDEE, SU PRINCIPI INVENTATI O SCOPERTI DA QUESTO O DA QUEL RIFORMATORE DEL MONDO. ESSE SONO SEMPLICEMENTE ESPRESSIONI GENERALI DI RAPPORTI DI FATTO DI UNA ESISTENTE LOTTA DI CLASSI, CIOE' DI UN MOVIMENTO STORICO CHE SI SVOLGE SOTTO I NOSTRI OCCHI. (Marx, • Il manifesto dei comunisti .)

SOMMARIO

- VERTENZA ALLA MAGNETI.

SITUAZIONE INTERNAZIONALE (VIETNAM).

PER RILANCIARE IL MOVIMENTO

- ATTACCO ANTISCIOPERO ALLA MAGNETI E RISPOIL DIBATTITO SUI CONTRATTI STA POLITICA.

LOTTA POLITICA CONTRO LA

- I RISULTATI DELLE

IS,OCCUPA ZION E. ELEZIONI DEL 7/5 E I NOSTRI COMPITI NELLA LOTTA DI CLASSE

- PER IL COMPAGNO FRANCO SERANTINI.

Bollettino N.° 2 GIUGNO 1972 MAGNETI MARELLI

Questa è la piattaforma rivendicativa:

I).Garanzia dell'occupazione, dell'orario e del salarioRicontrattazione del premio di próduzione Anticipazione indennità INAM- INAIL

Estenzione a tutto il gruppo dell'accordo economisti Cresenzago

5)-Stabilire un minimo per categoria 4° elemento impiegati

6) Varie - Cottimo - Estenzione 3° elemento Rabotti Potenza. Compagni, se vogliamo fare un analisi corretta della piattaforma di quest'anno e quindi chiederci come mai i comunisti non sono intervenuti per qualificare i, suoi punti rivendicativi, dobbiamo fare un salto nel tempo.

Settembre 1971

Si Verificd un attacco ài livelli di occupazione nel gruppo Magneti Marelli con la messa in cassa integrazione di 1000 lavoratori. Ma come abbiamo già detto in altre occasioni questo attacco non era solo "aziendale" ma dentro una logica generale.

Perché questo,àil programma della borghesia che mirava e mira ad aumentare i livelli di dissocupazione.

Infatti a ben poco serve giudicare positivo (come fanno i revisionisti alla Magneti) il rientro di circa 500 lavoratori dalla cassa di integrazione; se poi sul mercato generale- le casse integrazioni e i licenziamenti aumentano.Compagni! sappiamo tutti cosa vuol dire quando aumentano i dissocupati (340000 occupati in meno nel 71-72) l'uso dì concorrenza che la borghesia ne fà nei.confronti degli occupati (ricatto per fare abbassare il tiro delle lotte, e quindi minor valore del nostro salario, intensificazione dello sfruttamento in fabbrica, ritmi, nocività ecc.).

Quindi era:ed è corretto affermare che il punto principale su.::cui il proletariato oggi deve rispondere èl'attacco ai livelli di occupazione. Ma non si fanno di certo gli interessi della classe (se non a Parole) se si propongono (come i revisionisti fanno) delle risposte aziendali, oppure la dove il fenomeno è più accentuato, delle risposte di zona (zona Sempione 3 scioperi contro l'attacco ai_ livelli di occupazione nella zona calati dell'otto %) o nel caso dei tessili risposte settoriali.

E quindi correttamente i comunisti del "Circolo Operaio Karl Marx" proponevano di superare i limiti aziendali di questa risposta1 prima proponevano l'allargamento del dibattito a livello di zona, ma poi visto che per ben 2 volte si veniva meno da parte dei funzionari sindacali di zona di rendere operativo il mandato che l'attivo dava "Convocare una riunione dei delegati dei C.D.F. delle fabbriche dalla zona, con al centro del dibattito il problema dell'attacco ài livelli di occupazione".

Quindi si tentò di farlo a livello aziendale con la mozione presentata nell' assemblea del 17/2 (sciopero provinciale Alfa Romeo)e da questa approvata, la quale dava mandato al consiglio di fabbrica di convocare un assemblea di lotta a Crascenzago, con la partecipazione dei delegati delle altre fabbriche della zona(es. Pirelli Sapsa),.

VERTENZA ALLA MAGNETI
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Ma di fronte a questo mandato tassativo dell'assemblea, e ben consci dell'allargamento della risposta che sarebbe conseguita a questa iniziativa, i revisionisti e la destra (maggioritaria all'interno del C.D.F.) si rifiutarono di portare avanti questo mandato, ma consapevoli delle grosse contradizioni che avrebbe causato questo ulteriore atto reppressivo verso gli interessi della classe, convocarono l'assemblea togliendo via la parte che la qualificava, e cioè il collegamento con i delegati delle altre fabbriche, inserendo però come collegamento all'esterno della fabbrica "le mimose". Ma anche se facevano di tutto per sabotare queste iniziative che tendevano a generalizzare la risposta, i revisionisti erano pur tuttavia daccordo,a quei tempi, che non era momento di piattaforme rivendicative, ma che il problema principale da risolvere era il rientro delle casse di integrazione (anche se scorrettamente si ostinavano a vedere il problema chiuso all'interno dell'azienda).

A questo punto però in fabbrica scoppiavano una serie dilotte spontanee di reparto, sui cottimi (4° Sezione),sulle qualifiche (Viteria) perequazione quarto elemento e percentuale di concottimo (carrellisti ed economisti in genere) le quali erano la logica conseguente di un peggioramento delle condizioni economiche, ma soprattutto della mancanza di una mobilitazione costante (e non sporadica) sul problema dell'occupazione.

Compagni! intervenire per qualificare questa piattaforma sarebbe stato avventurismo da parte nostra, perché presentarsi oggi isolati a liVello di azienda con una piattaforma tipo,70-711 con una situazione generale di rapporti di forza nei confronti della borghesia più debole rispetto a quegli anni, ci avrebbe portato ad una dura sconfitta.

Quindi non si può uscire da questa situazione di peggioramento generale a livello di azienda.

Compagni! Di fronte ad un attacco generale la nostra risposta deve essere generale.=

LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE (VIETNAM).

Il significato dell'offensiva vittoriosa dei nordvietnamiti, come fate della lotta di liberazionedel.Vietnam e come parte della lotta del proletariato mondiale, va chiarito innanzitutto mettendo in evidenza- 11 'quadro mondiale nuovo nel quale si muove militarmente e politicamente l'imperialismo USA.

Gli USA15ortavano avanti la guerra imperialiSta nel Vietnaà quando, con ampi margini di . Manovra, stendevano gli accordi di Yalta con l'URSS per il controllo della situazione mondiale, gliUSA continuano oggi la stessa guerra in un quadro che è quello di un mercato mondiale, teatro di Una accentuata concorrenza interimperialistica, dove è evidente la crisi dell'egemonia dell'imperialismo USA di fronte all'aumento di competitività dellebdrghesie imperiliste dell'Eurdpa occidentale e del Giappone ad un nuovo liello di espansione economica e politica dell'Unione Sovietica.

Se cioè oggi l'imperialismo USA manda Nixon in Unione Sovietica a contrattare a.livello diplomatico zone d'influenza, interessi edonlmici e politici, loia dopo l'apertura dei rappOrti con la Repubblica POliblare Cinese, lo fa dopo esere stato costretto a scatenare una ugierra” monetaria agli imperialismi europei nel tentativo di scaricare su dissi i costi della ripresa della bilancia coruierciale e se si.ripresenta'oggi nel Vietnam con un volto diverso, desistendo dallagtiera ditetta - e. tentando la via della vietnamizzazione e nuove strade di contatti diplomatici, non lo fa perchè ha rinunciato ad esercitare il controllo del sud-est asiatico, ma perdhè costrettovi dalle lotte,e resistenze interne, dalla resistenza ed offensiva vietnamita, in. un quadro di nuove e più acute contraddizioni con altri imperialismi.

Ma quello che caratterizza questa fase di sviluppo economico e politico dell'imperialismo è anche la,presenza di una serie di lotte a livello mondiale ché;a1 di là delle differenze e delle situazioni specifiche, sono lotte contro il capitale che OppOngono con Sempre maggior - chiarezza il fronte borghese al fronte proletario.

La modificazione della composizione di classe nelle economie imperiliste genera una crescita oggettiva del proletariato attraverso differenti processi di proletarizzazione ché, nonostante elementi di corporativismo localista o nazionàlista e- di stratificazioni interne, hanno lo stesso segno e diffondono lo scontro-di classe idtutto il mondo. -1-

-2Lo diffondono nei paesi arretrati (ueocoloniali), dove nuove forme di penetrazione e, di investimenti vsoprattutto degli imperialismi "giovani", (espansione imperialista italiana e tedesca in Medio Oriente, in Africa ,in America La,inal etc.), creano dei margini di sviluppo e di autonomia politica alle borghesie nazionali, ma sviluppa anche processi di proletarizzazione che interessano strati sempre più vasti di popolazione, accentuando la contraddizione tra'proletariato e borghesie sfruttatrici.

Lo diffondono nei paesi imperialisti, in particolare dell'Europa occidentale dove la bor„hesia, stretta tra la concorrenza interim, perialista e le lotte operaie, avvia un processi riformistico e di razionalizzazione che tende ad espropriare e proletarizzare altri strati sociali.

Si vanno così generalizzando le condizioni materiali perchè alla s solidarietà nelle lotte si sostituisca l'unità delle lotte del proletatiato mondiale, perchè vengano concretamente battute all interno del movimentooperaio quelle posizioni di solidarietà moralistica nei confrOnti della lotta di liberazione del Vietnam che dal revisionismo vengono contrabbandate per internazionalismo proletario; e questo è possibile nella misura in cui le avanguardie comuniste lavoreranno per la crescita dell'autonomia del paoDatatiato, per la crescita del carattere politico e generale degli scontri di classe nelle diverse situazioni, superandone i livelli di spontaneità e frammentazione, In questa direzione dovranno rivolgersi i tentativi dei comunisti che dirigono la lotta di liberazione nel Vietnam per trasformare quella che è stata, in questa fase, una vittoria militare in una vittoria politica che consacri il fallimento della cosidetta "vietnamizzazione" della guerra che gli USA hanno affidato a Thieu, ma rappresenti anche un consolidamento dell'autonomia del programma politico dei comunisti contro ogni equivoco interclassista di emancipazione nazionale, e contro gli effetti negativi che potranno derivare dalle contrattazioni a livello di potenze che Nixon e Breznev stanno conducendo: segno nello stesso tempo dei margine di manovra consentito oggi all'imperialismo ma arche della debolezza che gli deriva dall'acuirsi della conflittualità interimperialista.

E' necessario fermarci sui fatti di venerdi' 14 Aprile con l'Assemblea di fabbrica e con la manifestazione degli operai ed operaie fino a Sesto, allo stabilimento "A".

Diciamo subito che Assemblea e manifestazione, dibattito e scontro po litico, parole d'ordine del corteo e sicurezza degli obbiettivi immediati e strategici, sottolineano come una vittoria politica questi fatti. Vittoria politica contro l'attacco politico padronale alla lotta della IVa sezione che - sia nell'abolizione della paga fissa di cottimosia soprattutto nella messa in cassa d'integrazione di due reparti a valle delle linee degli avvolgimenti e dell'officina della IVa sezione, si è presentato - come attacco direttamente politico all'unità della classe, allo sciopero, a condizioni politiche della classe. Vittoria politica contro i revisionisti della fabbrica che - di fronte a questo ulteriore attacco del padrone Magneti, articolazione di quello generale della borghesia e seguito logico delle casse di integrazio ne nel gruppo Magneti Marelli - proponevano t ancora una volta, il rinvio della lotta, cercavano di boicotu.are prima l'Assemblea poi l'intervento dei nostri compagni che ponevano subito la necessità di una risposta politica, di una mobilitazione che uscisse dalla fabbrica come manifestazione politica di massa di fronte all'attacco padronale e come ripresa del movimento in fabbrica su basi non aziendalistiche. E' necessario - nello stesso tempo - non illuderci troppo sulla carica spontanea della classe-operaia della Magneti espressa venerdì. La carica spontanea c'è stata, ampia, forte. Ma se dimentichiamo il lavoro continuo fatto dai compagni nei reparti, la continua presenza del Circolo con volantini, documenti e interventi che da mezzo anno a questa parte danno un terreno di dibattito, di chìarezza e una proposta di organizzazione e di obbiettivi alla classe, non facciamo soltanto una dimenticanza, ma un danno ai lavoratori che sanno come da questa situazione si esce soltanto con una quotidiana presenza, con un lavoro politico senza ambiguità, con una proposta alternativa organica, tattica e strategica, al sistema, all'egemonia revisionista della classe.

La lotta alla IVa sezione e la repressione padronale

Le operaie degli avvolgimenti e dell'officina alla IVa sezione, erano da tempo in lotta per la estensione del cottimo speciale alle loro linee. Questa lotta scoppiava in fabbrica assieme alle agitazioni della fonderia, alla lunga lotta dei compagni della viteria, alla lotta stessa dei carrellisti.

E' vero che le rivendicazioni si sono mosse su piani diversi, ma il significato delle lotte è comune: le condizioni della classe sono peggiorate in assoluto dal '70 ad oggi, in termini di occupazione, in termini di potere d'acquisto del salario, in termini di unità politica e rivendicativa della classe.

Il salario appare come non mai agli occhi del proletariato come la catena che schiaccia il livello di vita dei lavoratori al livello minimo di sussistenza; ed ancora una volta la sua caduta assieme alla frani,mentazione delle lotte ed al fallimento della gestione revisionista delle lotte stesse fa apparire il slario reale come il risultato concreto del rapporto di forza nella lotta di classe tra borghesia e proletariato; questa affermazione è valida sia in fabbrica, per quelnto riguarda gli elementi materiali (ritmi, qualifiche, etc.) che fuori. Perchè rivendicare il salario e poi non difenderne il suo valore d'acquisto nelle sue componeneti sociali (scuola - casa - trasporti - etc....), cioè se si è deboli e scollegati dai proletari della scuola, dalle lot-

IL LAVORO POLITICO ALLA MAGNETI MARELLI E IL SIGNIFICATO DELLA MANIFESTAZIONE DI VENERDI' 14 APRILE

te nei'quartieri, incapaci di attuare una riVendicazione di massa sui trasporti nei suoi costi e tempi di trasporto, per una assistenza sanitaria gratuita a tutti, significa lasciare all'arbitrio completo della borghesia questi terreni che il proletariato deve obbligatoriamente praticare.

Analogo ragionamento vale per il caro-vita ed i prezzi: sia per quanto riguarda gli speculatori di aree o mercato speculativo sulla casa, sia per la piccola-borghesia della distribuzione che cerca di ristabilire i_suoi privilegi materiali e politici attaccando direttamente il salario operaio, la clasSe deve esercitare una pressione politica - e rivendicativa che stabilisca un rapporto di forza ad essa meno sfa vorevole.

Le vicende dell'andamento dei prezzi da quattro anni.a questa parte insegnano molto più che alle parole; la sconfitta -momentanea- degli obbiettivi del proletariato sul terreno della scuola, della casa, delle tasse, dei trasporti e della sanità, sono il risultato del movimento scoordinato e politicamente confuso del post-contratto.

E' in queste generali e complesse condizioni di peggioramento materiale e politico che la classe si è trovata sotto l'attacco padronale ai livelli di occupazione e sotto il tentativo di ristabilire la pace sociale in fabbrica e delineare il terreno di subordinazione politica e di repressione che la borghesia cerca di preparare per lo scontro contrattuale.

La gestione revisionista prima e dopo l'accettazione da parte del PCI dei tempi economici e politici della ristrutturazione e del processo "riformista" del capitale _(luglio '70, 'Decretonel, lotte aziendali '70-'71, appello'produttivo, del PCI, gestione fallimentare, delle lotte sul terreno delle riforme con le mistificazioni politiche sulle controparti: Stato, Regioni, Comuni; la rinuncia alla mobilitazione della classe di fronte all'attacco padronale sull'occupazione e al salario; il voto come principale lotta prospettata al proletariato) hanno sì fatto perdere al movimento la sua caratteristica di lotta e mobilitazione generale della classe, ma non hanno certo potuto impedire che l'immiserimento del proletariato determinasse una continua esplosione rivendicativa nei'repartij nelle fabbriche, nei quartieri, sino alla punta di massima generalizzazione provocata nel movimento dalla lotta dell'Alfa.

Questo è il quadro generale in cui vanno poste anche le' lotte -di reparto alla Magneti, questo anche il loro limite. Ma, appunto la manifestazione di venerdì, comincia a dare indicazione in senso inverso: cioè affiora nella classe la coscienza dell'importanza generale dello scontro, delle sue caratteristiche tutte politiche quando anche Si parta da un aggravamento materiale complessivo. La constatazione rimane "aziendale e ancora aziendalmente limitata me dobbiamo lavorare su questa coscienza, dobbiamo lavorare per un'alternativa politica cle oggi indirizzi e determini la chiareiza di obbiettivi e di sbocco delle lotte, che determini - ad un maggiore livello - la necessità dell'organizzazione e della disciplina politica nei compagni.

La repressione padrohale alla Magneti

Resta fermo che la linea padronale alla Magneti è del tutto analoga a quella generale della borghesia.

Bisogna vedere come si è articolata nella fabbrica maggiore di Crescenzago e nel gruppo, anche se - ancora una volta - dobbiamo riconoscere la nostra ignoranza sulle condizioni materiali .e politiche della classe operaia nelle minori aziende Magneti e sottolineare come il dibattito del Coordinaffiento sindacale del gruppo sia arenato senza .1.

.1. - 2-

una dinamica di propogte e lotte.

Le circa 900 ed oggi circa 600 cassa di integrazione Magneti si sono esercitate nel settore radiò e televisione dello stabilimento 'A' di Sesto e soprattutto nelle dUe fabbriche Fivre di Pavia e Magneti di Alessandria. •

Lo sfinimento degli operai messi in cassa-di integrazione(per favorire gli autoliCenziamenti) fa parte di quel taglio sulla occupazione che la ristrutturazione della Fivre e Magneti e l'attesa di un rilancio del settore radio-tv rende comunque necessario alla logica della azienda.

Ma poca importanza ha legare le casse integrazione alle vicende di un settore produttivo specifico - almeno qui - infatti vogliamo ribadire come il taglio sugli oCcupati non è una scelta aziendale Magneti, ma una scelta e una pratica del capitale in tutto il paese.

Abbiamo ormai chiara tutti la coscienza che è un attacco generale e non solo aziendale che - in quanto tale e in quanto risultato di uno spostamento dei rapporti di forza fra le classe in Italia - adesso va data una risposta di tipo generale, dove tutti gli operai prendono coscienza prima che ne vada di mezzo delle condizioni materiali è politiche non di questo o'di quel gruppo di lavoratori, ma delle condizioni di tutta la classe.

E. impOrtante vedere alcuni aspetti specifici come gli spostamenti allo stabilimento 'N', Prima motivati da esigenze produtt5ve, poi - invece - portati a colpire avanguardie di lotta isolandole dai reparti ove erano radicate e poi a smembrare le sezioni che avevano lottato di più in questi anni. Anche qui siamo riusciti a contras,are sia pure in parte - l'attacco padronale facendo chiarezza che cosa volessero dire politicamente questi spostamenti.

Questo ha voluto dire essere state ed essere riconosciute avanguardie politiche alla Magneti, con limit di isolamento orgnanizzativo che non ,sempre la nostra chiarezza delle analisi lhanno evitato.

Qualche passo avanti nel lavoro politico.

Dalla nascita del Circolo Operaio - fondato da compagni del Circolo Lenin ed altre avanguardie di fal-, brica -.si sono fatti alcuni passi avanti, di chiarificazione interna e della funzione del Circolo Operaio e di lavoro sulla fabbrica.

Il Circolo Operaio è nato come ipotesi di organismo politico di massa che - sia pure sotto una direzione precise', - accettava al suo interno anche compagni di altre organizzazioni.

Con questo compromesso si è andati avanti occupandoci soprattutto delle piattaforme di vertenza e di alcuni temi di lotta rivendicativa generale (riforme), Via via sia pure in un dibattito dominato da tematiche rivendicative si è arrivati ad una lenta chiarificazione.

Oggi siamo tutti coscienti che una istanza politica di massa si deve articolare a diversi livelli: I) una precisa guida politica che deve essere la cellula dei comunisti -- 2) nuclei di compagni che gravitino attorno ad essa applicando sia il programma politico che rivendicativo, radicandosi come organizzazione politica sia nella fabbrica che nella zona. Il riflesso di questo cammino si è avuto in fabbrica: le caratteristiche "nuove" del nostro lavoro a cominciare dall'autunno scorso, il rigore degli interventi, il carattere anche formalmente più ampio degli interventi stessi (volantini complessi, documenti) la necessità sempre più chiara ai compagni di una militanza politica complessiva (e non solo di un rotrovarsi su alcuni temi complessivi) ha cambiato qualcosa in fabbrica.

-30/9

Le vittorie su mozioni politiche in Assemblea. I1 dibattito politico provocato in esse, anche se non hanno "magicamente" reso operative le decisioni e le norme delle mozioni stesse, hanno espresso una esigenza di chiarezza e dibattito politico molto pDecisa, e noi abbiamo saputo oltre che provocarla, gestirla.

La stessa lotta della viteria, così precisa di dibattito che dai temi rivendicativi va ad un più ampio dibattito politico, è un segno di questa trasformazione.

I. nostri interventi negli attivi di zona, il nostro intervento sulle fabbriche vicine e presto sul quartiere: sono manifestazioni non di volontà politica, ma di una linea politica a cui crediamo, che sentiamo come nostro sviluppo.

Naturale - allora - che consideriamo assemblea e manifestazione di venerdì I4,aprile come il risultato anche di questo lavoro e di questo impegno. Perciò sarebbe sbagliatopensare ad un moto di spontaneità improvviso della classe che noi abbiamo interpretato e "cavalcato".

Ed è sbagliato affermare come fa Lotta Continua di domenica 16/4 che "gli operai volevano andare in corteo, mentre i sindacalisti volevano rimanere in fabbrica". No! Noi comunisti volevamo la manifestazione politica e lo scontro diretto con il padrone, i revisionisti cercavano di rinviare lo scontro.

Perchè non abbiamo voluto lo striscione sul "salario garantito".

Davanti ad un attacco padronale che - sì - si esprimeva mettendo in cassa Integrazione per alcune ore circa 200 operaie a valle di una linea di lotta, si deWe parlare di attacco politico,di attacco di unità dei lavoratril di attacco allo sciopero!

E si deve rispondere quanto più efficacemente si crede ne/le forme, in termini politici, non rivendicativi.

Andare a chiedere al padrone di integrare quelle casse di integrazione ché--hessun.motivMgettivo (ristrutturazione? crisi di settore? etc.) avevano," ma era chiaro l'attacco politico e repressivo, significava confondere tutto il quadro e quindi l'efficacia della ASposta.

Vogliamo dire che - in assoluto - non siamo contrari a chiedere ed imporre con la lotta una integrazione del salario al '100% (vedi contratto dolciari, o - in parte Zanussi) quando lo sviluppo 'del casita recessine o ristrutturazione ci lasciano a casa: ma non di questo casa si trattava venerdì! -

Ed anche qui, non si è trattata di una scelta spontanea della classe, ma di una valutazione póliticai di una chiarezza che noi comunisti abbiaMo impoSto e che:gli operai e le operaie in corteo hanno fatto proprie.

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I RISULTATI DELLE ELEZIONI DEL 7 MAGGIO E I NOSTRI COMPITI NELLA LOTTA DI CLASSE

Le elezioni dei 7 Maggio si sono svolte in una situazione di .forte scontro di classe a livello nazionale ed internazionale.

Le contraddizioni dello sviluppo capitalistico italiano, la crisi della piccola borghesia,e la diffusione del lavoro salariato .a strati sociali prima indipendenti, hanno determinato profondi con trasti all'interno del fronte borghese.

Di fronte alla crisi dell'imperialismo:USA,alla crescente concor renza internazionale, alla ristrutturazione: imposta dalla integrazione europea; la-borghesia italiana ha cercato di rispondere sotto la pressione delle lotte operaie e dei suoi contrasti in'terni con una ristrutturazione a destra dell'unità tra le forze padronali e con un uso manovrato della crisi in funzione anti-ope raia.

L'aumento dei prezzi e delle tasse, l'attività provocatoria delle bande fasciste e la repressione dello Stato e, prima di tutto, l'attacco alla occupazione, e la cassa di integrazione, sono stati gli strumenti con cui padronato e governo hanno cercato di piegare la classe operaia per frenare le lotte e rilanciare su basi di forza liespanSione produttiva e_la, politica dei redditi.

Il maggiore partito della borghesia italiana, la Democrazia Cristiana, si è trovato in difficoltà... La sua natura di partito interclassista che organizza forze piccolo-borghesi e proletarie sotto la direzione della grande borghesia è stata messa in crisi sotto la spinta congiunta delle lotte a cui partecipano in prima persona milioni di lavoratori cattolici, e dalla spinta reazio,haria di gran parte della piccola-borghesia che lo stessosviluppodel capitale e i processi di "riforma" gettano prima in difficoltà e miseria e poi nel proletariato. Anche le forze fasciste possono allora diventare un elemento di disturbo per la stessa Democrazia Cristiana e per la sua funzione ed il ruolo di fronte alla grande borghesia. Bande fasciste.e partito neo-fascista prima pagati e--usati dal capitale in senso"anti-operaio tendono ad acquistare un ruolo autonomo che immagazzina il malcontento e la disperazione della piccola-borjhesia, particolarmente in zone di disgregazione'sociale (soprattutto la campagna, e valga pér tutte Reggio Calabria)

Ma, prima frenando il processo riformistico e di razionalizzazione, prima concedendo larghi margini materiali e legislativi alla piccola borghesia del commercio,della,terra, agli alti funzionari dello Stato e della scuola (slittamento dell'IVA, aumenti ai Dirigenti Statali etc...), poi con:una campagna elettorale dura e spregiudicata (dall'assassinio Feltrinelli, alle "brigate rosse", alle providenziali piste nere) la DC è riuscita a superare queste difficoltà, costringendo la Ccnfindustria ad appoggiarla (discorso pre-elettorale di Lombardi alla Confindustria - anche da questo è derivata la sconfitta dei liberali), presentandosi di fronte alle masse piccolo-borghesi, àd una serie di strati di neb-proletariato (insegnanti, impiegati dell'industria, ma soprattutto della

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Amministrazione statale) come garanzia d'ordine e di blocco anticomunista, mantenendo su milioni di proletari un'influenza massiccia, nonostante la sua contemporanea e tradizionale politica di violenta repressione e attacco anti-operaio.

La DC esce dunque vittoriosa da queste elezioni: vittoriosa contro Almirante che non è riuscito ad incidere sulla base democristiana e anti-comunista, vittoriosa contro le sinistre che hanno perso voti e non sono in grado di esprimere un rapporto di forza nel paese e sul terreno parlamentare per imporre quella "svolta democratica" rivendicata dal PCI.

La prima lezione che dobbiamo trarre da questi risultati è che la lotta sindacale da sola non basta. Abbiamo avuto in questi anni un grande ciclo di lotte operaie, una disponibilità continua e molto alta nelle fabbriche di lotta anti-capitalista. Eppure noi vediamo che i risultati elettorali non riflettono réàltà: a Bergamo, a Vicenza, a Pordenone, dove metalmecCanici e tessili hanno combattuto lotte durissime, dove i consigli dei delegati stanno realizzando una reale organizzazione unitaria operaia, la DC continua a prendere il 50/60% dei voti, mentre il PCI è fermo al 10/15%.

In alcune situazioni le sinistre perdono voti, con frange di elettorato che si spostano a destra sino al MSI: nelle regioni centrali è una parte della piccola-borghesia e media (quella delle "alleanze" revisioniste, commercianti, coltivatori diretti, piccoli imprenditori), nel Sud dove il fenomeno è più grave, sono non soltanto masse piccolo-borghesi, ma anche disoccupati e sottoccupati (vedi Reggio e Taranto), braccianti salariati e avventizi, che in parte votano fascista per una protesta esasperata contro la miseria, per la mancanza di una alternativa politica e rivoluzionaria ci capitalismo, per un discorso rivoltoso e anti-statale (che il MSI strumentalmente gli presenta).

Nel constatare il voto DC di molti proletari dobbiamo prendere at to (e farne conseguire contenuti e tagli diversi di iniziativa politica) delle profonde strati2icazioni ideologiche che accompagnano larghi strati di lavoratori, sia nel loro inurbamento, sia nel quadro ideologico in cui essi risiedono (la provincia, la campagna), riguardo a queste elezioni non possiamo che riconfermare quanto dicevamo prima delle stesse: la classe operaia ha subito come una sconfitta la consultazione elettorale perchè le sue lotte sono state frenate e divise dai dirigenti del movimento operaio, perchè il movimento è stato costretto sul terreno difensivo quando era possibile e necessario attaccare, perchè l'iniziativa è stata lasciata per troppo tempo al padronato e al Governo.

La mancanza di proposte politiche chiare da parte dei revisionisti, l'avere abbandonato le fabbriche al sindacato senza sviluppare una azione di propaganda e di educazione politica comunista -come logica conseguente al tradarionismo del PCI - ha lasciato una parte dei lavoratori nelle mani della borghesia, della DC, dei preti, di videndoli da quel livello politicamente avanzato e di scontro che pur tuttavia rappresentano le organizzazioni operaie tradizionali.

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La sconfitta del PSIUP e del Manifesto (e sulla scomparsa del PSIUP alla Camera va sottolineata l'ottusità settaria del PCI che non riesce a convogliare poche migliaia di voti sul simbolo del PSIUP in modo da fargli superare il quorum e guadagnare così 7-8 deputati...), la concentrazione dei voti operai sul PCI è a nostro giudizio un fatto positivo perchè rappresenta la fine di alcuni equivoci.

Di fronte alla mancanza di una linea politica autonoma da parte del PSIUP, di fronte all'estremismo parolaio senza rapporto con le sitúazioni di Classe'da parte del Manifesto, il prmletariato italiano ha ulteriormente concentrato i voti sul PCI perchè lo vede come l'unica organizzazione che oggi esiste' in grado di dargli un minimo di unità e dì difesa contro il padronato. E il voto alla Camera ne è riconferma..

Sulla base di questa esigenza unitaria della clasSe noi abbiamo votato PCI.

Ma proprio sulla base dell'unità di classe, della lotta per difen dere le condizioni materiali dei lavoratori, noi denunciamo la po litica dei revisionisti del PCI come sbagliata, come incapade di rafforzare,le lotte operaie 'e guidare il proletariato verso la conquista del potere politico.

Compagni!, ci siamo guardati allo specchio: i risultati di queste elezioni sono il riflesso dello scontro di classe in atto, della involuzione della situazione che parte dalla seconda metà del '70 -quando le organizzazioni operaie iniziarono una serie clamorosa di cedimenti (revoca dello sciopero generale del 7 Luglio, decretone, frantumazione volontaria delle lotte aziendali etc..)- della mancanza di iniziativa politica e di risposta politica del pro letariato al fronte di destra della borghesia, al suo autoritarismo, alla sua intimidazione, alla repressione..

Non si può'non tener conto del fatto che i risultati elettorali condizioneranno le scelte politiche che sono sul tappeto, ma dobbiamo soprattutto vedere le origini dello scontro di classe qui riflesso ed individuare il terreno di fondo su cui il proletariato può sviluppare la sua forza e la sua risposta politica.

Le scadenze che abbiamo di fronte sono importanti ed urgenti: contratti da rinnovare, i contenuti della lotta proletaria sul terreno delle riforme, l'unità sindacale.

Il quadro politico di queste scadenze è quello dei prossimi mesi, e cioè una situazione politica instabile, con la DC che cercherà di continuare la sua politica attuale di unità del fronte borghese, premendo sul PSI,,con l'attuale monocolore e .con la minaccia di un ritorno al centrismo, per ricostruire un centro-sinistra moderato che ancor più indebolisca e divida il movimento.

Assieme l'integrazione europea e la concorrenza internazionale accelereranno la riorganitzazióne capitalistica, don nuove concentrazioni, crescita dell'industria di Stato ed ammodernamenti tecnologici. Il padronato cercherà di aumentare la produttività del lavoro scaricando i costi della ristrutturazione sulla classe operaia, aumentando i ritmi ed il carico macchine, tagliando sulla occupazione e cercando di tenere alti gli orari di lavoro. -3-

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Su questo terreno di attacco antioperaio e di duro scontro di classe il proletariato dovrà misurare nei prossimi mesi la sua forza, la sua capacità di organizzazione e di lotta anticapitalistica. Oggi la borghesia si presenta unita in questo scontro e la classe operaia divisa. Dobbiamo rovesciare questo rapporto:Presa di coscienza della gravità dello scontro di classe, contenuti rivendicativi ed il loro significato e soprattutto i termini politici di questo scontro:-l'unità e l'autonomia del proletariato!

I) Di.frOnté all'attacco ai livelli di occupazione, al funzionamento:delle piccole-medie fabbriche come fasce di supersfruttamento, al funzionamento analogo del lavoro a doMicilio accentuato dalla recessione economica, di fronte -soprattutto- al ricatto dell'esercito di disoccupati che si presenta più insidioso per la articolazione che assume in differenti settori (tessili, edilizia, meccanica) il perno della nostra battaglia contrattuale deve essere l'orario di lavoro.

Una battaglia sull'orario di lavoro, sulla sua riduzione drastica, come battaglia che unifica il proletariato, non solo, ma i settori neo-proletarizzati, gli espulsi dalla terra, la piccolissima borghesia immiserita. Una battaglia che . per le sue caratteristiche generali, per come si pone di fronte all'attacco della borghesia oggi e nel tradizionale antagonismo tra capitale e IavOro salariato è battaglia politica e generale di tutti i lavoratori.

Di.fronte allo sviluppo del capitale, alla sua dinamica riformista, alla costante dialettica degli interessi proletari su que sta dinamica: è nostro compito portare avanti questi interessi relativi del proletariato. Rifiutare la mistificazione revisionista e riformista sulle riforme, combatterla, individuare gli interessi proletari sul terreno delle riforme come componenti sociali del salario, prevedere e guidare gli interessi politici in sviluppo del proletariato. La crescita in dimensione della classe, la saldatura tra fabbrica, scuola, quartiere; traendo dalla cresci ta in quantità e qualità del proletariato la forza per la sua autonomia oggi nei temi generali di lotta e per la concreta costruzione delle premesse politiche ed organizzative per la nuova dire zione politica della classe.

Fare dell'unità sindacale un momento-base di lotta politica per la classe operaia. Contro l'accordo moderato che finora ha prevalso fra le maggiori forze politiche che dirigono il sindacato(PCI, PSI,DC) e che prefigura nuovi equilibri parlamentari, dobbiamo imporre,un programma politico dì lotte e di organizzazione che risponda,ai reali interessi della classe,che faccia leva sulle contraddizioni oggi esistenti in seno alla borghesia e che si ponga come uno strumento di crescita politica della classe. Questa è nello stesso tempo una battaglia non demagogica nè deviante contro le forze antiunitarie e contro gli opportunisti, per imporre una unità sindacale reale, nel rispetto-dei tempi fissati, che parte dai consigli e dalle struttlire di base del sindacato come organismi portatori di un programMa concreto legato alle esigenze della classe con l'obbiettivo di lotte unitarie e tempestive contro lo attacco all'occupazione e ai salari.

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Il compagno anarchico Franco Serantinì, di 20 anni, è stato assassinato.

Preso durante gli scontri di venerdì 5 maggio, in una manifestazione anti-fascista organizzata nella città di Pisa, Serantini, pestato durante il fermo è stato di nuovo "interrogato in carcere".

Questo "post interrogatorio", ha ucciso il giovane compagno.

Si è poi tentato di trafugarne la salma, anche approfittando del fatto che Serantini è figlio di nessuno.

La versione poliziesca non si conosce ancora, ma è certo che batterà la pista della morte avvenuta accidentalmente durante gli scontri: 'per quanto riguarda i fatti crudi dobbiamo ribadire che durante l'interrogatorio del magistrato il compagno era lucido e cosciente - se pure malconcio - che ha risposto e firmato regolar mente i verbali. Lo spappolamento del cervello non avrebbe certo permesso tanta presenza. E' dopo l'interrogatorio, che gli sgherri della borghesia si sono presentati per pestare sistematicamente Serantini e farlo morire.

Ancora una volta la macchina repressiva della borghesia, il suo Stato, la sua polizia, la sua magistratura (per la stessa manife stazione il grande repressore Calamari ordina l'arresto di 32 compagni) colpiscono: ciò avviene senza spietatezza particolare, ma con la naturalezza del sistema.

Assieme a Pardini, assieme a Pinelli, assieme ai morti braccianti di Avola, ai morti di Battipaglia, al compagno Santarelli, alle bombe di piazza Fontana e alla strage di Stato, al pensionato caduto sabato II Marzo a Milano: di fronte alle lotte del proletariato ogni velo cade e rimangono gli atti di uno scontro di classe durissimo che scoppiato nel '68 ancora oggi prosegue con un sempre più preciso fronte di destra della borghesia, una spontaneità operaia viva anche se disorganizzata, una necessità politica sempre più urgente di direzione, di alternativa, di prospettiva rivoluzionaria.

'Oltre alle risposte che si possono - sia pure in una condizione organizzativa precaria - organizzare sul fatto specifico dello assassinio a freddo di Serantini, la risposta anche a questo nuo vo atto repressivo - che va assieme all'assassinio Feltrinelli, alla provocazione di sabato II Marzo, alla provocazione delle "brigate rosse"- va tenuta all'interno dello scontro che si profila in una nuova fase in questi tempi: al centro i contratti, al centro l'occupazione, al centro l'aumento dei prezzi, al centro gli ineterssi del proletariato sul terreno di scontro della riforma borghese.

Ancora una volta dobbiamo ribadire che constatare una condizione di classe ed una situazione generale in cui il proletariato è disorientato ed in difesa sotto l'attacco della borghesia, non è solo l'accettazione dello stato di fatto ma la premessa dell'ulteriore peggioramento delle condizioni degli sfruttati.

Bisogna reagire, bisogna contrattaccare, bisogna sviluppare grandi campagne di dibattito politico che facciano perno su due-tre temi organici dello scontro:occupazione,orario di lavoro,riforme,repres sione, e su queste grandi tematiche di lotta riscattare la classe, organizzarla, prepararla all'acutizzarsi dello scontro.

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PER IL COMPAGNO FRANCO SERANTINI

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