L'Eco di Niguarda9

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Mensile di vita Niguardese

Preciso impegno della Giunta di sinistra ELEZIONI DEI CONSIGLI DI ZONA

PER CHI VOTARE IL 30 NOVEMBRE

Il 30 novembre i cittadini di Milano si recheranno alle urne per eleggere direttamente i Consigli di zona. E' questa una data molto importante perchè consentirà di eleggere attraverso la reale espressione della volontà popolare 20 cittadini quali rappresentanti di parte del governo locale.

Vogliamo ricordare che dal 1969 data di nascita dei CdZ, ad oggi, la nomina avveniva tramite il Consiglio Comunale su designazione dei singoli partiti politici. Questa operazione di rinnovamento può avvenire perchè la nuova. Amministrazione di sinistra ha mantenuto gli impegni assunti.

Il nuovo modo di governare si realizza concretamente estendendo, ampliando e articolando le varie forme di governo.

Non vogliamo certo peccare di orgoglio nel ribadire queste cose. Vogliamo tuttavia dare un breve sguardo al passato alle cose promesse e mai mantenute della DC; ai continui soprusi e rinvii a cui sono stati soggetti i Consigli di Zona.

Oggi con il PCI, si gira pagina nel modo più chiaro e più pulito, cioè con le elezioni dei CdZ. Ma i critici, si sa, sempre rispuntano magari pungolati da un po' di amarezza per il potere perduto.

Questi personaggi, con molta stizza e sempre con molto affanno chiedono alla nuova giunta quali saranno i precisi poteri che verranno affidati ai CdZ.

Ma che belle facce di bronzo!

Come è possibile preparare delle delibere che definiscano in modo preciso gli ambiti entro i quali verrà realizzato un processo di decentramento di poteri in 2 mesi, quando Lor Signori non sono stati capaci di assegnarne alcuno per ben 6 anni!

E potremmo, credeteci, lungamente ed a ragione dissertare su questa polemica. Ma il terreno di una sterile ed astratta denuncia su-passate responsabilità non può essere il solo argomento vincente. Oggi i cittadini vogliono sapere per chi andranno a votare, intendendo cioè con questa frase segnalare quali saranno i compiti che sono o che verranno delegati ai CdZ. Occorre pertanto entrare nel merito dei problemi. Fino ad oggi le precedenti Amministrazioni hanno assegnato ai CdZ un ruolo Consultivo. Nè è derivata una evidente limitatezza e scarsa efficacia di "intervento nel risolvere i problemi della zona, anche se non sono mancati esempi positivi.

E' stato nel mese di luglio del 1974 votato un regolamento presentato dal Centro Sinistra che assegnava ai CdZ alcuni compiti.

E noi lo abbiamo considerato e

L'Ing. Vittorio e Machiavelli

L'accostamento è puramente casuale poichè le qualità imprenditoriali dell'ing. Vittorio Santagostino non hanno nulla a che spartire col grande e mirabile autore de « Il Principe ».

lo consideriamo insufficiente ed arretrato. Pertanto formuleremo delle proposte, che dovranno essere tradotte in delibere per materia, che superino il vecchio regolamento.

Mentre riconfermiamo il concetto che il CdZ è uno strumento per allargare ed estendere la democrazia, vogliamo che essa diventi un reale centro di potere locale. Si tratta di far assumere ai CdZ la sembianza di una vera e propria Municipalità che è competente ed ha compiti specifici sui problemi riguardanti la zona.

(segue a pag. 2)

VIVA LA SPAGNA LIBERA

La bestiale ferocia del fascismo ha fatto in Spagna nuove vittime: sono stati assassinati cinque giovani che lottavano per la libertà, per un avvenire migliore del popolo spagnolo.

Alla domanda di democrazia di progresso sociale che viene dalle masse il regime di Franco non sa rispondere che con la tortura e la repressione. Credendo di dimostrare forza, in realtà il fascismo spagnolo dimostra la sua debolezza e frana sempre più sotto le lotte unitarie dei raggruppamenti antifascisti.

Ma il sacrificio dei giovani spagnoli non è stato inutile: in tutta Europa e nel mondo (con la vergognosa defezione degli U.S.A.) ha suscitato una grandiosa risposta antifascista, che isola politicamente il regime e rappresenta un enorme contributo alla causa della democrazia in Spagna e della libertà di tutti i popoli.

Quanto è stato fatto è importante, ma non basta. E' un preciso dovere di tutti i governi e i cittadini democratici antifascisti isolare economicamente la Spagna e portare contributi concreti alla resistenza del popolo spagnolo.

Oggi come trentacinque anni fa, la causa del popolo spagnolo è la causa di tutti gli uomini liberi, di un'umanità che unita si batte per la democrazia e il progresso civile.

SOTTOSCRIVIAMO PER LA

RESISTENZA SPAGNOLA!

SOLIDARIETA' CON LA

LOTTA UNITARIA DEL PO-

POLO SPAGNOLO PER UNA

SPAGNA LIBERA E DEMOCRATICA!

Il nuovo anno scolastico è iniziato ormai da qualche settimana con la riapertura delle scuole si sono ripresentate a genitori, insegnanti e studenti, le vecchie croniche carenze che la giunta di centro-sinistra ha lasciato in eredità ai cittadini milanesi. Nei suoi 45 giorni di vita la nuova giunta di sinistra e l'avvocato Bonzano, assessore all'educazione, hanno fatto quello che era umanamente possibile fare per porre un rimedio, seppure parziale, alla grave situazione esistente per la mancanza di sufficienti strutture scolastiche. Non vogliamo certamente creare dei falsi alibi che servano magari, come spesso è avvenuto in passato, come scusante per non fare nulla, ma non si può nemmeno pensare che in poco più di un mese si possano risolvere tutti i problemi rimasti insoluti in quasi 30 anni di malgoverno.

Questo i lavoratori e i cittadini onesti hanno dimostrato di averlo capito, mentre la D.C. non lo ha capito. Questo partito che è stato maggioranza relativa nella giunta precedente e che ha lasciato ai nuovi amministratori un buco finanziario di 534 miliardi, ora lancia demagogicamente lo slogan falsamente populista della refezione gratis per tutti.

A Milano sono 2.000 gli studenti della scuola dell'obbligo che sono costretti a subire i doppi turni. Tutto questo avviene nel momento in cui il mondo della scuola è seriamente impegnato per la riforma dei contenuti didattici e per l'attuazione del tempo pieno. Perciò è indispensabile una seria programmazione che sia indirizzata verso la costituzione di centri scolastici omnicomprensivi, dotati di tutti i servizi, con attrezzature sportive, biblioteche, laboratori, sale per riunioni e proiezioni, in modo che

ogni attività didattica possa svolgersi nell'ambiente più consono. Proprio per questo è anche giunto il momento di dire basta ai palliativi ed alle sistemazioni momentanee che se possono tamponare esigenze contingenti giuste e sacrosante, non si collocano in prospettiva nell'ottica di un reale rinnovamento della scuola.

Premesso che anche per il nostro quartiere i problemi delle strutture scolastiche potranno essere risolti definitivamente solo con la costruzione del centro di via Adriatico, che comprenderà l'asilo nido, la scuola materna, la elementare e la media inferiore, vogliamo fornire di seguito, un quadro della situazione attuale. La scuola elementare di via Passerini già dallo scorso anno era insufficiente a soddisfare i fabbisogni, tanto è vero che si riuscì ad evitare i doppi turni mediante l'affitto di alcune aule all'istituto Girola.

In pari tempo il consiglio di circolo unitamente al consiglio di zona ed ai cittadini del quartiere aveva iniziato la battaglia per la ristrutturazione della casa del Popolo. Proprio negli ultimi giorni dello scorso anno scolastico si riuscì a strappare all'ex assessore Bellini, l'impegno che i lavori sarebbero iniziati il 10 luglio ma purtroppo sono cominciati solo alla fine del mese di settembre e saranno ultimati da po 120-130 giorni lavorativi.

Per la scuola elementare « all'aperto » di via Cesari, da quest'anno c'è una importante novità. Le prime classi infatti sono state formate per la prima volta con una forte percentuale di bambini di Niguarda; si è così iniziato a trasformare questa scuola in scuola di quartiere. Entro il mese di gennaio dovevano essere ultimati i lavori di ampliamento che avrebbero eliminato i (segue a pag. 2)

L'ing. Vittorio ha invece qualcosa in comune col machiavellismo di maniera, quello dell'eloquio contraddittorio, di chi sa fare lunghi discorsi per dimostrarti che lui è in gamba e gli altri fessi, passa notti insonni ad elucubrare i ?nodi per salvare la sua azienda chiedendo agli altri, i lavoratori, di sacrificarsi per il bene comune.

Quest'uomo, uno degli ultimi discendenti del secolare ceppo dei Santagostino, non vuole smentire le caratteristiche del proprio albero genealogico. Coloro che hanno partecipato al duplice confronto con il Nostro dinnanzi all'assessore all'edilizia popolare invitato a mediare i termini della vertenza sindacale, illustrano un quadro in cui il gioco machiavellico dell'ing. Vittorio si rivela in forma poliedrica.

Quali sono le richieste (che a tratti hanno assunto il tono di aperta minaccia) dell'imprenditore niguardese che, dopo la recitazione di un interminabile requiem per le aziende clienti della « Condor » ormai, secondo lui, defunte o in via di decomposizione produttiva? « Signori, vogliamo salvare l'azienda?, queste sono le mie proposte: il Comune di Milano mi deve lasciare il capannone che ho costruito in precario (cioè con l'impegno di abbatterlo secondo le esigenze della Civica Amministrazione), non mi deve toccare il secondo capannone che ho costruito senza licenza edilizia (si perde troppo tempo a richiederla), mi deve autorizzare l'utilizzo del terreno ancora libero perchè mi serve per l'espansione produttiva dell'azienda ».

A questo punto i presenti attendevano con ansia i termini della contropartita, cioè quella del dare. Ebbene i rappresentanti dei lavoratori e del Consiglio di Zona hanno avuto una risposta incredibile, anche se l'ing. Vittorio l'ha sciorinata con tono da consumato attore: « Sul licenziamento dei 10 operai non si discute, probabilmente dovrò chiedere altri sacrifici ai lavoratori (licenziamenti), non posso accettare la proposta del ricorso alla Cassa integrazione perchè danneggia l'azienda, ho bisogno di turnificare il lavoro di un gruppo di operai per proseguire la produzione, smettiamola con gli scioperi e le fermate a singhiozzo che sono contrarie ai principi di una comune convi(segue a pag. 2)

nell'interno: APERTO LO S. M. A. L. PER UNA SCUOLA RINNOVATA
L'ECO DI NIGUARDA
INTERVENTI URGENTI PROSPETTIVE
ANNO I - Nuova Serie OTTOBRE-NOVEMBRE 1975 L. 100
I lavori in corso per 10 nuove aule nella Casa del Popolo

(segue da pag. 1)

L'Ing. Vittorio

vena aziendale ». Roba da far rabbrividire!

Dicono che l'assessore Cuomo, comunista, uomo temprato ad ogni tipo di confronto e di scontro politico che aveva ascoltato la tiritera del Santagostino lisciandosi nervosamente l'ispida barba, sia sbottato con un « ma questo è troppo »!

Pensate, un «fuorilegge» per il Comune di Milano e per lo Statuto dei lavoratori, ha il coraggio di ricattare il Consiglio di Zona se attuerà i servizi sociali nel Lotto 41 minacciando altri licenziamenti, con una diabolica capacità di saper dividere i lavoratori, crede di proseguire tranquillamente per la sua strada.

Ma i tempi sono cambiati anche per i Santagostino. Forse i lavoratori della « Condor » e particolarmente le donne operaie, combattive e per nulla intimorite dall'atteggiamento padronale, perderanno questa battaglia. La lotta tuttavia non si ferma perchèÑ i lavoratori sono stanchi di essere coloro che pagano maggiormente il peso della crisi e delle incapacità di chi governa.

L'ing. Vittorio Santagostino dice di aver fatto il proprio dovere nel costruire gioielli di macchine, infilate in mezzo ad una marea di catorci inservibili, per far fronte alla concorrenza. Dicono che si è dato molto da fare per il bene di tutti i suoi lavoratori (?).

Un riconoscimento però deve essere dato all'ingegnere: i « servizi igienici » trasformati da vecchie latrine puzzolenti in luogo dove ogni lavoratore si senta a suo agio. Ergo, alla Condor si licenzia, ma la pupù ha il posto che gli spetta.

30 Novembre

Non vogliamo in questa sede fare un elenco preciso delle materie delegate alle zone, che sarà trattato in altra e successiva parte del giornale, ma ribadire che i nuovi CdZ che eleggeremo garantiranno l'efficienza della macchina comunale, l'onestà e le mani pulite, grazie evidentemente al contributo popolare, ed al necessario controllo che su di essi verrà esercitato.

Tutti ormai hanno indicato nel fallimento della programmazione una delle cause della grave crisi economica che investe il paese. Occorre allora riprendere la strada interrotta, o meglio mai iniziata, per mettere al centro della ripresa produttiva, oltre alle riconversioni industriali, il cambiamento della domanda cioè costruire più asili, scuole, opere pubbliche, ecc. Questo spazio di elaborazione deve essere coperto dal CdZ che contribuirà ad allargare la base produttiva e a darci sbocchi seri al problema dell'occupazione e dei servizi sociali.

Su questi temi si è chiamati a discutere e su questi quesiti sulle risposte che si intendono dare le forze politiche dovranno esprimersi.

Da parte nostra ci impegnamo a condurre una campagna elettorale di colloquio con gli elettori e di confronto senza pregiudiziali, con le forze politiche.

Rafforzeremo l'unità con i compagni del PSI e nello stesso tempo rifiuteremo un arroccamento orgoglioso derivante dallo straordinario risultato del Ñ15 giugno. Non lavoreremo per creare schieramenti a modelli prefigurati. Lavoriamo invece per creare nelle zone alleanze ampie ed articolate che potranno anche essere non necessariamente identiche a quelle di Palazzo Marino. Ciò premesso, invitiamo la DC a discutere sui problemi reali ed a non intestardirsi nella ricerca dello scontro frontale Con il PCI, o nella ricerca di una rivincita del risultato del 15 giugno.

Roberto Camagni

Anche i grossi quotidiani si sono *scomodati nei giorni scorsi per parlare della lotta degli ospedalieri di Niguarda. Si è trattato di un grosso fatto, sia per il modo nuovo in cui la lotta si è articolata, sia per il successo degli obiettivi che i lavoratori si sono dati.

Nella metà dei reparti dell'Ospedale i lavoratori erano costretti a turni massacranti di 56 ore settimanali, con turni di notte di 72 ore, nonostante che il diritto alle 40 ore settimanali fosse riconosciuto fin dal '69 per contratto. Condizioni di lavoro di questo tipo, unite al sovraffollamento cronico dell'Ospedale (tremila malati e oltre, contro i 2.500 previsti dal Piano Regionale Ospedaliero), determinavano uno scadimento grave dell'assistenza.

Il primo fatto nuovo della vertenza è stata la ricerca paziente, da parte del Consiglio dei Delegati dell'Ospedale, della solidarietà dei malati, dei loro parenti, e di tutti i lavoratori fuori dell'Ospedale: sono state numerose le assemblee aperte, i comizi volanti all'ingresso dei parenti e con i malati, i volantini e le conferenze stampa, che hanno contribuito a creare un vasto movimento attorno ai problemi dell'Ospedale. Questa solidarietà, oltre a costituire un patrimonio da non disperdere per le future vertenze, si è rivelata particolarmente incisiva sulle controparti « politiche >, degli ospedalieri, dall'Amministrazione all'Assessorato Regionale alla Sdnità.

L'altro fatto originale è stata la forma di lotta che i lavoratori hanno realizzato: non il tradizionale sciopero, di dubbia efficacia nell'Ospedale, ma una forma coraggiosa di autogestione che ha consentito di « autoridurre » gli orari da 56 a 42 ore settimanali,

(segue da pag. 1) INTERVENTI

doppi turni per alcune classi. Purtroppo, e questa è un'amara realtà, non si erano previsti in tempi reali gli appalti per gli impianti tecnologici: riscaldamento, idraulici e di illuminazione. Tali appalti sono stati realizzati dalla nuova Giunta nel mese di settembre. Tuttavia per ovviare al disagio dei doppi turni, il Consiglio di Zona e alcuni rappresentanti del Consiglio di circolo hanno presentato all'assessore all'educazione la proposta di ultimare in tempi brevi almeno tre aule costruite accanto alla struttura scolastica preesistente.

Anche per la scuola media « Cassinis » di via Hermada esistono problemi di edilizia scolastica perchè da alcuni anni è costretta ad affittare alcune aule (e quest'anno sono sei) al convitto Girola. Ma non vi è solo un problema di capienza. La scuola media « Cassinis » deve anche applicare il tempo pieno e quindi ha bisogno di strutture valide per realizzarlo. Ecco la richiesta del Consiglio di Istituto e dei genitori di un ampliamento dell'edificio scolastico, che nelle previsioni di alcuni dirigenti della Civica Amministrazione passata doveva realizzarsi nel luglio scorso.

L'assemblea dei genitori, che si è tenuta il 16 settembre, alla presenza di un rappresentante del Consiglio di Zona, ha deciso di imboccare una strada nuova per portare avanti le proprie esigenze e cioè quella dell'incontro diretto con i rappresentanti politici che possano dare una soluzione globale al problema dello ampliamento che significa: progettazione, appalto, delibera comunale e tempi di realizzazione.

Bisogna però uscire dall'ambito ristretto della propria scuola proponendo soluzioni che devono andare nell'interesse di tutti mediante un programma organico di interventi.

concentrando all'assistenza tutto il personale di corsia (infermieri e ausiliari) in modo da garantire 24 ore su 24 la cura del malato. L'Amministrazione e la Direzione sanitaria hanno manifestato inizialmente un atteggiamento di assoluta chiusura, minacciando provvedimenti disciplinari e negando al Consiglio dei Delegati il contingente di personale per le normali sostituzioni. Per non mettere a repentaglio l'assis.tenza i lavoratori hanno dovuto ricorrere al volontariato, offrendosi per i turni scoperti: si è così verificato che alcuni medici hanno sostituito infermieri o ausiliari, per la prima volta, forse, nell'Ospedale. La solidarietà tra i lavoratori, oltre a garantire il buon esito della lotta, ha così portato nelle corsie il segno della contestazione delle vecchie e rigide gerarchie. La lotta si è rivelata vincente nel giro di pochi giorni: l'Amministrazione, messa alle corde dalla efficacia dell'autogestione e dall'opinione pubblica ad essa favorevole, ha dovuto prendere atto della situazione accettando i turni autoridotti come base per la realizzazione delle 42 ore in tutto l'Ospedale e impegnandosi in un programma di assunzioni fino a completamento dell'organico. La vertenza tuttavia non si è conclusa: continua sugli altri obiettivi qualificanti che il Consiglio dei Delegati si era dato nella piattaforma di luglio, concordata con la Federazione CGIL - CISLUIL. Si tratta di porre un limite al sovraffollamento dell'Ospedale, attuando le linee del piano regionale, di concretare un piano di riqualificazione del personale in servizio, di attuare una struttura filtro all'ingresso dell'Ospedale. Sono obiettivi per nulla corporativi che i lavoratori perseguiranno con una mobilitazione non corporativa: la lotta dei giorni scorsi ha dimostrato che ciò è possibile, anche in un settore « difficile » come quello degli ospedalieri.

EDUCAZIONE E PREVENZIONE

Ho letto attentamente l'articolo sperando di trovarvi scritto qualche cosa di nuovo, ma non è stato così. Solita statistica sulla mortalità infantile (dimenticandosi di citare statisticamente anche i casi di mortalità materna che sono tristemente alti rispetto agli altri paesi) solito discorso sulla necessità di dare alla donna maggiori nozioni sanitarie di controllare sempre più gli ambienti dove esse lavorano ecc. Tutte cose giuste ma con il torto di essere formulate sempre alla vecchia maniera. Nuovo sarebbe se la medicina moderna cioè la prevenzione si dimenticasse gli schemi igienico sanitari esistenti ma ne inventasse, se occorre, di nuovi con il diretto contributo della donna. La prevenzione non può cominciare con la gravidanza o meglio quando si parla di prevenzione per la salute della donna non si può intendere solo il periodo della gravidanza. La vera prevenzione si fa anche attraverso una nuova educazione e per educazione si intende che la donna deve imparare a conoscere se stessa, il proprio corpo, per imparare a curarsi. Per fare ciò bisogna cambiare i medici e la medicina come oggi ci vengono dati, bisogna creare medici che sappiano insegnare alla gente come curarsi e come capire e prevenire le principali disfunzioni. Non più medici e medicina che cade dall'alto, ma una nuova struttura dove la medicina diventi patrimonio popolare. Questa è l'unica nuova struttura che può chiamarsi una nuova medicina. La prevenzione.

Non intendiamo, in questa sede, polemizzare con la lettrice circa lo articolo del compagno Poletti, anche perchè in materia di medicina preventiva le posizioni sono opinabili. Rinviamo pertanto il discorso della signora Barbieri proprio nella direzione da lei indicata invitandola a partecipare concretamente ai dibattiti che andremo a fare nel quartiere con tutti i cittadini. Così po-

tremo confrontarci e costruire un discorso più organico sulla medici. na preventiva.

Questo per evitare un dialogo tra « addetti ai lavori » che risulterebbe sterile per I fini che comunemente vogliamo raggiungere.

NON ERA POLEMICA

Con riferimento allo scritto apparso su « L'Eco di Niguarda » del mese di settembre « La Villa Mellin in Via Cesari di cui il Consiglio di Zona ha indicato a destinazione di un Centro per anziani » vorremmo precisarVi quanto segue:

Lo stabile di proprietà della COGESTA S.p.A. è attuale sede di Uffici sia della Società proprietaria che di altra azienda specializzata nel settore dell'illuminotecnica.

Da diverso tempo i rappresentanti della Società proprietaria tengono contatti con il Consiglio di Zona 9.

Lo scopo di entrambe le parti è quello di giungere ad una soluzione compatibile tra l'interesse pubblico e quello privato. Il positivo risultato darà possibilità ad ulteriori posti di lavoro nell'ambito dell'azienda interessata. Ringraziamo per l'accoglienza che vorrete riservarci e porgiamo distinti saluti.

COGESTA S.p.A.

IL PRESIDENTE (Geom. Angelo Verderi)

Se abbiamo ben compreso, i dirigenti della Cogesta sono d'accordo di realizzare, pur con il rispetto di diritti reciproci, il Centro diurno di assistenza per gli anziani con le prerogative chiaramente espresse dalla Commissione Sicurezza Sociale del Consiglio di Zona 9 e dalla esposizione di alcuni Consiglieri di zona e di due medici, il dott. Landonio e il dott. Marani. Pertanto non vediamo alcun pericolo nella esposizione dell'articolo apparso sull'Eco nel mese di settembre che, appunto, ribadiva tali concetti.

BATTERE LA TRACOTANZA DEI SANTAGOSTINO

La lunga mano della disoccupazione che da tempo ormai sta mietendo vittime in tutti i settori della nostra economia e principalmente nel settore tessile-abbigliamento, è arrivata anche ai cancelli della Santagostino. Infatti i lavoratori del calzificio sono già mobilitati, e fin da ora stanno discutendo e lottando per contrattaccare le intenzioni nascoste o palesi del padrone della Santagostino in difesa dell'occupazione. Per questi lavoratori è giunto il momento di dare prova della propria maturità, devono sapere, cioè, nei prossimi giorni dare risposte chiare alle argomentazioni padronali e dare anche indicazioni positive sulle scelte che si dovranno fare per la salvaguardia dell'occupazione.

Questa volta per i lavoratori della Santagostino non è più sufficiente chiedere garanzia per il posto di lavoro e basta, bisogna fin da ora saper contrattare con la controparte le intenzioni che essa ha in materia di investimenti nelle aziende, e non come si è fatto fino ad ora decentrandoli in piccolissime aziende dove si tende a tenere in piedi il settore sulla base dello sfruttamento della forza lavoro, dei bassi salari, delle evasioni contributive, degli orari indefiniti e del lavoro a domicilio.

Dunque investimenti — e questo è necessario ripeterlo — non per estendere ulteriormente il decentramento produttivo, ma per rafforzare la produzione all'inter-

no della propria fabbrica. Certamente starà poi ai lavoratori contrattare in che misura devono e dove essere fatti. Chiedere anche alla controparte che intenzioni ha in materia di programmi produttivi, senza questi chiarimenti ambedue legati (programmi, investimenti) non c'è sbocco per i lavoratori della Santagostino e l'azienda continuerà la sua politica fino ad ora seguita sulla pelle dei lavoratori.

Il sindacato in un convegno tenutosi al teatro Lirico il 29 settembre ha dato alcune indicazioni che noi riteniamo utili, necessarie ed interessanti. Prima di tutto è emerso che il ruolo del settore tessile-abbigliamento in Italia è ritenuto insostituibile sia per la quantità (1.200.000 lavoratori) e la qualità dell'occupazione impiegata che è in larga parte femminile, ma anche per il saldo attivo della bilancia commerciale del settore, e per non dipendere dall'estero come è avvenuto in altri settori.

Per dare cioè una concretezza all'affermazione di insostituibilità del ruolo del settore è necessario da un lato che siano intensificati gli investimenti, l'aggiornamento tecnologico, e la specializzazione produttiva, dall'altro che sia combattuto e contenuto il decentramento produttivo.

Per fare ciò bisogna mobilitarsi in modo che i nostri principali interlocutori diano risposte positive alle richieste del sindacato.

Il Governo deve impegnarsi a

realizzare un piano settoriale tessile della produzione di macchine tessili e di fibre chimico-tessili fino alla distribuzione; la riconferma del ruolo della presenza pubblica nel settore attraverso l'E.N.I., la G.E.P.I. e la Montedison capovolgendo l'attuale tendenza di queste imprese al disimpegno del settore; una politica selettiva del credito per gli investimenti nel settore; idonei e tempestivi interventi atti ad impedire che le 150 aziende oggi in gravi difficoltà cessino l'attività.

La Regione Lombardia deve anch'essa contribuire con un pro'prio piano tessile, deve darsi concreti strumenti finanziari per intervenire in difesa dell'occupazione, utilizzando, per esempio, la Finlombarda per i casi eccezionali.

Impedire cioè con ogni mezzo che circa 13.000 lavoratori lombardi dipendenti di aziende oggi in difficoltà perdano il posto di lavoro.

Alla Federtessile si chiede di rinviare ad un esame globale presso il Ministero, dell'Industria ogni richiesta nelle aziende a licenziamenti o chiusura di aziende e di impegnarsi a non estendere ulteriormente il decentramento produttivo.

Inoltre deve intervenire, in collegamento con le autorità politiche, in quelle situazioni aziendali in cui si verifica una carenza di imprenditorialità con nuove iniziative gestionali.

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pag.
* * *
Per
un'efficiente assistenza
LA LOTTA DEGLI OSPEDALIERI LA POSTA DEI LETTORI (segue da pag. 1) IN DIFESA DELL'OCCUPAZIONE

STRUTTURE, CONTROLLI DEMOCRATICI E CONTENUTI

NUOVA FASE DELLA GESTIONE DELLA SCUOLA

GENITORI E INSEGNANTI OTTENGONO DUE CLASSI IN PI U'

« Certamente va ridimensionata una tradizione, un modo di concepire la scuola: il primo ottobre non è un " totem " intoccabile, un qualcosa di sacro per cui quando il bambino si presenta in aula tutto deve essere perfettamente al suo posto... ». Queste le incredibili parole del provveditore agli studi di Milano, dott. Vincenzo Tortoreto, apparse sul Corriere della Sera del 30 settembre c.a.

Applicate alla scuola di Via Passerini assumevano questo significato: niente di grave che due classi « prime » effettivamente esistenti non abbiano ancora avuto il 2 ottobre assegnazioni d'insegnante, cosa che mette la Direzione Didattica in condizione di non poter nemmeno nominare nelle classi una supplente in quanto, se il posto non è istituito, nessuno è pagato per occuparlo.

Dunque i 50 alunni avrebbero dovuto restare a casa fino a situazione risolta, oppure essere inseriti nelle altre classi prime, oppure avere ogni giorno un'insegnante diversa, cioè una delle 5 insegnanti di classe prima che per un giorno la settimana avrebbe lasciato a casa i suoi alunni per colmare questa lacuna dei ritardi di nomina. Per 50 bimbi di sei anni il primo contatto con la scuola, momento tanto delicato nella vita di un fanciullo, non avrebbe certamente potuto essere positivo.

Ecco il primo motivo che ha indotto il corro insegnanti a riunirsi il giorno 30 settembre per mandare in seguito in Provveditorato un comunicato in cui si decideva l'astensione dalle lezioni fin che non fossero stati isti-. tuiti questi due posti e altri due posti richiesti per classi seconde e terze, le quali avrebbero dovuto ricevere rispettivamente 14 e 18 alunni nuovi, benchè già eccedenti il numero legale di 25 (classi istituite dopo l'entrata in vigore della legge n. 820 del 1971 che stabilisce un massimo di 25 alunni per classe).

I docenti facevano inoltre presente che, come già previsto e comunicato, anche quest'anno si sono verificati inserimenti di nuovi alunni in classi di 27 - 2830 - 32 scolari, e che si prevedono nel corso dell'anno nuovi inserimenti di alunni provenienti da caseggiati in via di ultimazione.

Rifiutavano quindi che in qualsiasi classe venissero aggiunti alunni eccedenti il numero legale già superato, chiedendo altresì che venisse considerato con ponderazione l'avvenuto inserimento di « handicappati » in classi tanto numerose, dove non possono trovare le condizioni favorevoli al loro recupero.

Iniziata la scuola, gli insegnanti hanno chiesto l'appoggio dei genitori in questa affermazione di diritti loro e dei loro alunni, perchè con l'appoggio dei soli sindacati non riescono a superare la situazione. La legge c'è ma non viene attuata. Il singolo insegnante può rifiutare gli alunni in più a lui assegnati solo presentando un ricorso, ma nel frattempo gli viene assegnato l'alunno e quando il bambino è presente nessun educatore si sente più di rifiutarlo.

Per lo stesso motivo dal 1971 nessun insegnante ha voluto smembrare la sua classe composta anche di 35 - 38 alunni, l'ha portata a fine ciclo sicuro poi di iniziare coi 25 alunni. Alcune di queste insegnanti, ora in seconda, si ritrovano 27 alunni e si chiedono quanti ne avranno in quinta.

Di questa situazione si approfittta: il ministro presenta bilanci ridotti, assegna posti insuffi-

cienti, rendendo consapevolmente inattuabile la legge 820. Gli insegnanti accettando la situazione lo hanno finora assecondato a scapito della qualità del loro lavoro: è infatti gravemente svantaggiato l'alunno della classe numerosa perchè non può avere l'insegnamento individualizzato a cui ha diritto, insegnamento che permette il massimo rendimento dell'alunno dotato e la cura particolareggiata del bambino che presenta difficoltà; insegnamento che permette l'adozione del lavoro di gruppo, di nuove tecniche e di avanzate sperimentazioni che favoriscono lo sviluppo delle capacità critiche.

L'accettazione della classe numerosa perpetua invece gli schemi della vecchia scuola che impartiva nozioni a masse passive di alunni dei cui interessi non era tenuto conto: si attuavano programmi prestabiliti col risultato di eliminare chi non teneva il passo e di livellare ogni individuo.

I genitori di Via Passerini presenti all'assemblea del 6 ottobre hanno dimostrato di aver capito l'importanza di questa presa di posizione ed hanno appoggiato nel modo più generoso ed efficiente l'azione dei docenti, disposti perfino ad una eventuale occupazione della scuola.

La delegazione dei genitori che martedì 7 ottobre ha bloccato in mattinata le entrate e le uscite del Provveditorato è arrivata appena in tempo a « stimolare » l'assegnazione di due delle ultime _ eeei (che 4.i carohhern esaurite nel giro di poche ore) alla scuola di Via Passerini (le altre due richieste per le classi prime erano state concesse per il 3 ottobre).

Durante l'assemblea ho avuto l'impressione che gli stessi genitori saranno disponibili per aiu-tarci ad imporre un limite alla numerosità delle classi per il prossimo anno, ottenendo per tempo l'istituzione di nuove classi con i relativi posti-insegnanti adeguati alla situazione.

MALAFEDE E CATTIVA INFORMAZIONE PER VIA CHERASCO

Desidero riportare queste righe di Mario Lodi, per ringraziarli di non appartenere più a quella « maggioranza di genitori che purtroppo- accetta le cose come stanno perchè così la scuola è stata per loro come lo fu per i nonni: qualcosa di immutabile in cui il bambino, dopo l'esperienza dell'autorità paterna, passa sotto quella del maestro, il quale gli insegna che si troverà sempre sotto qualcuno che gli traccerà il suo destino. Milioni di croci nei cimiteri di guerra di tutto il mondo ci dicono quale destino hanno avuto uomini ai quali la scuola non aveva insegnato che in certi casi si può, si deve dire di no ».

Vanna Porta Terenghi

Nel Pluricentro di via Cherasco, oltre ai vari servizi di medicina preventiva per l'infanzia (vaccinazioni, oculistica, otofoniatria, centro medico-psico-pedagogico) entrerà in funzione, a giorni, una scuola materna avente contenuti e caratteristiche nuove ed estremamente valide.

CONTROLLO SOCIALE DELLA REFEZIONE SCOLASTICA

LIBRI DI TESTO E DIRITTI DEGLI INSEGNANTI

Doveva essere, nelle intenzioni del ministro, una « rivoluzione silenziosa » cioè uno di quei cambiamenti che non cambiano nulla. Così, invece, non è stato: l'istituzione degli organi collegiali di gestione della scuola ha recato una ventata di democrazia, ha avviato un rapporto nuovo tra genitori ed insegnanti e studenti, ha introdotto elementi di rinnovamento che vanno nella direzione di una forma più generale della scuola. L'esperienza di questi primi mesi è da ritenersi complessivamente positiva. I pericoli di stanchezza da parte degli organi collegiali e il sopravvento della burocrazia possono essere vinti se subito si danno agli insegnanti e ai genitori strumenti reali di controllo che vanno nella direzione di un rinnovamento culturale della scuola italiana.

Occorre dare all'insegnante il diritto di decidere lo strumento bibliografico che ritiene necessario allo svolgimento della propria attività didattica.

Un diverso uso, nella scuola elementare, della cedola libraria significa anche aprire una prospettiva reale per una diversa presenza della editoria nella scuola.

Sempre più numerosi sono gli insegnanti che rifiutano il contenuto dei testi ministeriali perchè ciò che li caratterizza è la fuga

Con l'inizio del nuovo anno scolastico, il Consiglio di Circolo delle scuole Elementari, di via Pianell - Da Bussero - e Thomas Mann, ha ripreso in pieno la propria attività di contatto con i genitori; convocando tre assemblee nelle sere del 1 - 2 - 3 ottobre. Dopo l'entrata in vigore dei decreti delegati è la prima volta nella storia della scuola italiana, che i genitori attraverso i loro organi liberamente espressi, hanA icrl It.rí> dprtrlere con gli insegnanti e direttore didattico la composizione delle classi, il numero degli alunni, gli orari, il dopo scuola ed in qualche caso anche la scelta dei libri di testo. Si è iniziato in questo « momento » l'impatto da parte dei genitori con il « contenuto » della scuola e non solo con quello dei problemi fisici della stessa (aule, servizi, ecc.). Un altro risultato positivo è stato ottenuto, ed è quello della composizione delle prime classi in formazioni dalla realtà che circonda la vita dell'alunno in nome di una falsa neutralità della scuola. Nei libri di testo ministeriali mancano temi che investono la problematica moderna per la crescita civile e sociale dei futuri cittadini.

La scelta responsabile fatta da più di seicento insegnanti milanesi del rifiuto del testo ministeriale per un uso diverso delle cedole di prenotazione è un primo risultato positivo.

Tale scelta agirà certamente come momento di pressione nei confronti degli editori e si sommerà positivamente alla lotta che i lavoratori poligrafici stanno conducendo all'interno delle case editrici. Insegnanti e genitori chiedono che venga avviata una produzione diversa per soddisfare la crescente domanda di cultura dei cittadini. Inoltre la costituzione di biblioteche di classe e di istituto affidata alla Regione, modificherebbe iniziative industriali ed economiche, che allargando a indici europei il mercato del libro, creerebbe nuovi posti di lavoro e varrebbe anche ad eliminare il costo esorbitante della distribuzione.

In questo modo anche il problema della completa gratuità della scuola per tutta la fascia dell'obbligo troverebbe adeguata soluzione.

Dopo vari incontri-scontro fra il Consiglio di Zona (che al riguardo avanzava proposte ben chiare e precise) gli assessori preposti dalla precedente giunta e le responsabili delle scuole materne dell'intera città, si affermava in modo unanime che questa scuola materna doveva essere di tipo normale, formata da classi con non più di 25 bambini iscritti e prevedere inoltre l'inserimento miste, che rimarranno tali per tutto il ciclo scolastico. Una scelta che sta a significare il superamento di certi tabù e che apre in prospettiva un nuovo modo di vivere, dove bambine e bambini imparano a studiare e giocare insieme oggi, ad operare, lavorare e vivere insieme domani.

Un secondo fatto nuovo è emerso dalle assemblee: l'esposizione, la discussione, sull'istituto della refezione scolastica (che quest'anno è iniziata con una set- L. La* una spesa di 330.000.000 di lire), in tutti i suoi aspetti dietetici, organizzativi, di costi, e di prospettiva: la refezione intesa come strumento per l'attuazione della scuola a tempo-pieno, per i lavoratori studenti e come elemento calmieratore del costo della vita.

Si è registrato così il primo incontro tra genitori e Consiglio di zona sulla base delle nuove linee dell'Amministrazione comunale, cioè la composizione delle commissioni per le tabelle dietetiche e quella di controllo degli acquisti per la refezione; che devono essere composte da tecnici e genitori.

E' stato il primo atto di una lunga serie che si presenterà nel prossimo futuro attraverso i quali i cittadini, saranno chiamati a decidere sulle scelte che regoleranno la vita della nostra città.

Oggi, esistono due strumenti attraverso i quali la gestione democratica deve diventare una realtà: i Decreti delegati, i Consigli di zona con ampi poteri deliberativi, conquistati entrambi con le lotte popolari. Si tratta solo di usarli!

Non è più possibile continuare a pensare ad una scuola staccata dai problemi della città, come non è pensabile considerare Milano con i suoi cittadini, lontani dalla scuola dentro la quale vengono formati i loro figli.

Questo è emerso nelle assemblee delle scuole di Prato e Bicocca, che hanno rappresentato un primo passo su una strada nuova tutta da percorrere.

Quella della gestione democratica.

Tutti gli artigiani di Niguarda sono invitati a partecipare alla Assemblea che avrà luogo Giovedì, 13 Novembre p.v. alle ore 21, nel saloncino del Consiglio di Zona (g.c.) in Via Monterotondo, 10.

Ordine del giorno: strutture per gli artigiani da realizzarsi sulle aree e stabili già destinati dal Consiglio di Zona 9 per at- tività produttive del quartiere. Il comitato promotore

di bambini handicappati. Su questo ultimo punto erano sorte difficoltà e non è stato facile far accettare questa proposta del consiglio di zona; forse non da tutte le parti si era seriamente intenzionati a « fare qualche cosa » per evitare che bambini sofferenti di lievi handicaps (es. sordastri, motulesi) finissero relegati in quei veri e propri « ghetti per l'infanzia » che sono le scuole speciali. Dati nazionali, non verificabili ma utili a scatenare la « caccia all'handicappato » al solo fine di mantenere in piedi e rafforzare tutte le scuole speciali esistenti, parlano di quasi tre milioni dl bambini handicappati: a Milano, in solo 5 di queste scuole, vi sarebbero 2.225 bambini!

Non si è a conoscenza di quanti siano realmente gli handicappati fisici, psichici e sensoriali per il semplice e triste fatto che sono stati messi insieme, in un unico calderone, soggetti gravemente affetti con soggetti che non lo sono affatto. Sono proprio questi ultimi, che essendo capaci di processi di socializzazione, sono in grado di integrarsi nelle normali comunità se davvero si vuole recuperarli alla società.

Purtroppo però, ad avallare la teoria secondo la quale bambini handicappati o soltanto disadattati e sofferenti psichicamente, devono essere trattati « a parte », hanno contribuito anche quei genitori che, all'atto di iscrivere i propri figli, essendo stati informati da qualche dirigente della tradizionale scuola materna che in via Cherasco sarebbero stati normali », hanno preferito rimanere in lista d'attesa in una delle materne di zona o peggio mandare il proprio bambino in aule super affollate (40 iscritti!). Così facendo sono rimasti fedeli alla logica profondamente sbagliata, frutto di insufficiente informazione sanitaria, che li ha portati ad opporsi a che loro figlio frequentasse con qualche handicappato.

La conseguenza è stata che, al 10 ottobre si sono chiuse le iscrizioni con soli 87 bambini residenti in zona mentre sappiamo che oltre un centinaio sono in lista d'attesa nelle altre materne. Il Consiglio di Zona, che tanto aveva lottato per ottenere un servizio qualificato, di fronte all'evidenza dei fatti, ha accettato solo per quest'anno, le iscrizioni di bambini residenti nella zona 3 (C.so Buenos Ayres - C.so Venezia) i quali, essendo quasi totalmente sprovvisti di scuole materne, hanno intravisto in questa di via Cherasco una sistemazione sicura per il corrente anno scolastico.

Nostra intenzione è ribadire, anche dalle colonne di questo giornale, che la scuola materna di via Cherasco deve essere considerata « normale » a tutti gli effetti, per cui l'inserimento di qualche bambino in difficoltà non deve essere di freno, nè costituire paure infondate, per quei genitori che hanno bambini in età pre-scolare. Bisogna inoltre prendere atto che l'inserimento dei bambini handicappati è stato proposto da tutti i consigli di circolo nelle scuole dell'obbligo e, dove è già stato attuato, ha dato risultati altamente positivi per tutti i bambini.

La materna di via Cherasco non rappresenta pertanto un « esperimento » ma bensì un adeguamento a realtà già sperimentate.

L'Eco di Niguarda

Redazione Via Hermada 8 resp. Bruno Cremascoli

Aut. Tribunale di Milano

N. 141 del 22-5-1965

Artigrafiche Baraggia Via Ornato 14 - Milano

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Dove e quando GLI ASILI NIDO

Con l'approvazione della legge statale n. 1044 sugli asili nido, si è aperta una nuova fase dei servizi sociali per la prima infanzia.Finalmente si è riconosciuto che l'asilo nido costituisce un servizio sociale di interesse pubblico, non più quindi inteso soltanto come la risoluzione di un problema contingente (la donna deve andare a lavorare e non sa a chi affidare il figlio), ma anche e soprattutto il riconoscimento della maternità come valore sociale. Un servizio di tipo nuovo dunque quello sancito dalla 1044: un servizio che oltre a garantire l'armonico sviluppo psico-fisico del bambino, vede nella sua gestione sociale (appunto perchè educare non è solo « compito privato » della madre) la presenza e la collaborazione di tutti, operatori, utenti, cittadini, forze sociali e organizzazioni sindacali.

Anche nel nostro quartiere grazie al piano particolareggiato presentato dal Consiglio di zona, si è riusciti ad ottenere gli stanziamenti (60 milioni per nido) per la costruzione di asili nido comunali entro termini precisi, che sta poi in noi far rispettare a breve e media scadenza.

Stanziamenti Locazione nido Prevista attuazione

1972 V.le F. Testi Nord Marzo 1976 Via Nota

1973 V.le Ca' Granda 19774978 Via Adriatico (lotto 41)

1974 Via Pianel-Sarca 1978.1979 Previsto dal Via Hermada 1980 Consiglio di Zona

Da circa un anno è già in funzione un nido comunale nel quartiere della Bicocca, non oltre gennaio sarà agibile anche quello compreso nel complesso di via Cherasco e con aprile sarà aperto quello di via Bignami. IN VIA VAL

D'OSSOLA, 19

APERTO LO S. M. A. L.

Dopo la lunga pressione del Consiglio di Zona e grazie alla offerta di locali da parte della Cooperativa Edificatrice, si è finalmente aperto lo S.M.A.L. (Servizio di Medicina preventiva per gli Ambienti di Lavoro) per le zone 2-9. E' un primo risultato concreto conseguito anche con il concorso della nuova Amministrazione comunale di Milano.

Non bisogna credere, però, che l'apertura del servizio rappresenti la fine della battaglia. Affinchè lo S.M.A.L. possa conseguire risultati concreti nella prevenzione delle malattie in fabbrica e nel miglioramento degli ambienti di sostegno dei lavoratori e dei cittadini della zona. Le strutture sindacali di zona e i Consigli di Fabbrica, in particolare, pur nella difficoltà della situazione produttiva del nostro quartiere, devono rivendicare l'uso di questa struttura e iniziare contatti con i medici e i tecnici.

Anche il Comitato Sanitario di zona, che è il gestore politico dell'attività dello S.M.A.L., dovrà assumersi le sue responsabilità e consentire che questo nuovo servizio risponda alle esigenze dei lavoratori. Da troppo tempo, infatti, il C.S.Z. della zona 9 è paralizzato nella sua attività per il costante disimpegno del presidente democristiano e dei rappresentanti dei partiti minori.

Abbiamo già denunciato su queste colonne l'assenteismo di alcuni consiglieri, il disimpegno e la mancanza di iniziativa sui problemi reali della zona (poliambulatorio della Bicocca, centro per gli anziani, ecc.), ma abbiamo la sensazione di essere stati fraintesi... non intendevamo che il presidente del C.S.Z. dovesse assumere iniziative personali senza neppure una consultazione democratica all'interno del C.S.Z.!

Noi comunisti, mentre denunciamo le responsabilità dello scarso funzionamento del C.S.Z.,

Un saluto al prof. BRUNO

Il prof. F. Bruno, preside della Scuola Media « G. Cassinis » di Via Hermada 18, ha lasciato il suo incarico nella sua scuola, chiamato ad altro incarico simile in altra città. Era giunto a Niguarda all'inizio del lontano 1963 quando nel nostro rione non esisteva neppure una scuola media. Aprì la scuola prendendo in prestito 3 aule presso le Scuole elementari di Via Passerini all'inizio anche senza insegnanti.

Mentre calorosamente rinnoviamo i nostri saluti al Prof. Bruno porgiamo al nuovo Preside Prof. Forneroni Enrico i nostri più fervidi auguri di buon lavoro tra noi pur tra le infinite difficoltà che ci attendono.

La Salmonellosi Un male sociale

Nella nostra zona, in questi ultimi tre mesi, si registrano 16 casi di salmonellosi: malattia infettiva che la strage di Avellino ha fatto diventare tristemente famosa. Anche se 19 bambini uccisi e 3 medici in galera sono sufficienti per interessare e preoccupare l'opinione pubblica, la situazione epidemiologica generale non è allarmante (in zona ai 16 casi di quest'anno ne corrispondevano 12 l'anno scorso); questo non per dipingere la realtà migliore di quello che è, ma per non creare pericolosi allarmismi. Bisogna tener presente, comunque, che una infezione spesso letale, specialmente per i neonati, non deve essere accettata come un fenomeno immanente, dal momento che esistono cause ben precise che la determinano.

Le origini della salmonellosi e di gran parte delle malattie infettive, nascono da una insufficiente sensibilità e conoscenza dei problemi igienico-sanitari, accompagnate da una mancanza di strutture atte ad eliminare le condizioni di inquinamento, sporcizia e di abbandono degli ambienti in cui viviamo.

Domande e risposte

PARLIAMONE INSIEME

Inizia, da questo numero, una rubrica di domande-risposte tra la redazione de L'Eco e un rappresentante del Consiglio di Zona 9. Sono argomenti che raccogliamo dalla viva voce dei cittadini che, per motivi diversi, non mettono per iscritto le loro osservazioni.

A sostenere il primo round abbiamo chiamato il compagno Amleto Sigismondo Farina attuale presidente del Consiglio di Zona.

Si sente continuamente parlare di nuovi confini del Parco Nord che, se venissero rigidamente applicati, farebbero saltare il Lotto 41 di via Adriatico e quindi blocco delle case della Cooperativa, del centro polivalente scolastico, dell'asilo nido, dei campi gioco, della piscina e della palestra.

Sdrammatizziamo subito il problema perchè sul Lotto 41 ci si è già mossi con decisione, discusso ad ogni livello (compresi i rappresentanti del Consorzio del Parco Nord) e ottenuto significativi riconoscimenti dagli stessi progettisti della nuova perimetrazione del Parco che appunto ingloba il complesso di Via Adriatico.

ti coloro i quali credono che nulla sia cambiato dopo il 15 giugno. Certo che occorre anche la collaborazione della popolazione che però, voglio sottolinearlo, deve essere corretta e priva di ogni spirito « velleitario » e di motivazioni personali.

intendiamo rilanciarne l'importanza e l'attività perchè crediamo nel decentramento politico e nella partecipazione dei cittadini alle scelte sanitarie della zona.

Anche se dopo l'elezione dei Consigli di Zona il C.S.Z. dovrà essere rinnovato, è importante che in questi mesi non si smobiliti, ma, al contrario, che si af-É frontino i problemi sanitari della zona.

Lo scioglimento del Comitato Sanitario Cittadino, ordinato dal Tribunale Regionale amministrativo, toglie un altro ostacolo al lavoro dei C.S.Z. Se infatti in fuhiRiorriee'r 212el delle sanitarie a livello cittadino, si farà riferimento all'Assessorato e alle commissioni consiliari, si troverà un interlocutore più valido ed efficiente, che consentirà interventi in tempo utile e senza intralci burocratici.

Marco Maroni

Certo Milano non è Avellino, ma anche qui esistono infrastrutture igienico-sanitarie (fognature, acquedotti, depuratori) non adeguate alle esigenze che il continuo espandersi della città, secondo la tipica ottica capitalistica, richiede.

Di fatto se si realizzasse — come tante volte richiesto dal P.C.I. — quella rete capillare di ambulatori e di unità sanitarie destinate all'educazione sanitaria, alla prevenzione, alla ricerca epidemiologica sulle malattie infettive endemiche nella popolazione, non solo si eviterebbe i numerosi casi addirittura mortali, ma sarebbe assai difficile l'insorgere delle stesse malattie enidemiehe. E' necessario, pertanto, da parte della popolazione seguire, da un lato, le più elementari e semplici norme igieniche per eliminare le probabilità di malattia e dall'altro premere per ottenere quelle strutture in grado di sopperire alle attuali lacune sanitarie.

È aperta la campagna Soci per la U. S. N IGUARDESE

Aggiungo che la Legge Regionale n. 321 istitutiva del Parco, destina al Consorzio non solo i compiti di elaborare il piano territoriale e realizzare e gestire i servizi, ma anche destina le aree in esso perimetrate a uSo pubblico quali, tra l'altro, servizi sociali per la comunità. Il nodo da sciogliere e quindi i modi e i tempi per permettere il realizzo del Lotto nel suo assieme, sono la ricerca di una strada che, pur nel rispetto della Legge regionale del Parco, non impedisca il realizzarsi dei presupposti indicati nel Lotto 41, stabiliti dalla Legge 167, sui quali ha operato il Comune di Milano.

Certo che queste incongruenze e questi conflitti di competenza si sarebbero potuti evitare, se i ~presentanti della precedente Amministrazione comunale avessero partecipato alle riunioni del Consorzio per la perimetrazione del Parco, congiuntamente a quelli dei Comuni di Bresso, Cormano, Cinisello e Sesto S. Giovanni.

Si vedono qua e là lavori di rammodernamento di alcune case ma anche vere e proprie costruzioni che sorgono accanto a quelle esistenti. C'è da parte del Consiglio di Zona la possibilità di un controllo per vedere se tutto questo è regolare?

Sì, il Consiglio di Zona attraverso una sua commissione speciale ha la possibilità di verificare se i lavori di ristrutturazione, di modifica degli stabili e di nuove costruzioni sono « regolari » e cioè muniti di licenza edilizia. Nel recente passato, pur con il fermo proposito del Consiglio di Zona di bloccare costruzioni che alteravano l'assetto urbanistico del territorio e producevano il meccanismo della speculazione privata, certe licenze sono passate per l'imposizione dell'Assessore competente. Inoltre le licenze delle piccole opere quali il rifacimento degli intonaci esterni e modifiche parziali all'interno delle abitazioni, non passavano dal Consiglio di Zona.

IL CALENDARIO DELLE PARTITE

Giornata - 2 Novembre

SOLESE - NIGUARDESE

Campo USVA - Paderno D. - ore

10,45.

Giornata - 9 Novembre

NIGUADESE - BARAGGIOLE

Campo V. Pozzo - ore 10,45

5a Giornata - 16 Novembre

GORIZIANA - NIGUARDESE

Campo Oratorio Baranzate - ore

10,45.

Giornata - 23 Novembre

NIGUARDESE - ARDOR BOLL.

Campo V. Pozzo - ore 10,45.

Giornata - 30 Novembre

DINAMO M. - NIGUARDESE

Campo Cusano M. - ore 10,45.

Su iniziativa del Consiglio di zona si è svolta una riunione con le società sportive del quartiere: U.S. Niguardese, Atletica Niguarda e G.S. Frassati per elaborare un documento unitario da presentare all'Assessore allo sport e turismo del Comune di Milano. Il fatto riveste particolare importanza e va verso la gestione democratica dei servizi sociali compresi i centri sportivi comunali che finora comportano per le squadre sportive disagi e difficoltà di allenamento. In previsione dell'incontro con l'Assessore i rappresentanti delle squadre sportive e del Consiglio di zona hanno fatto, assieme ai tecnici del Comune, un sopralluogo al campo di via Ornato per risolvere alcuni problemi riguardanti le attrezzature. Solo con la partecipazione dei cittadini, assieme al Consiglio di zona, si possono affrontare e risolvere i problemi riguardanti i servizi sociali e sportivi.

Ora l'arch. Sacconi, Assessore all'Edilizia Privata invia non solo tutte le licenze edilizie al Consiglio di Zona per il relativo parere ma lo invita a compiere sopralluoghi, indagini e a riferire tempestivamente ogni irregolarità vera o presunta. Un esempio abbastanza indicativo di questo nuovo modo di controllo dal basso riguarda la Ditta Cergiul di Via Ornato 130. Questa chiede ed ottiene di eseguire un parziale rammodernamento delle strutture perimetrali esterne e poi inizia i lavori per un sopralzo. Il Consiglio di Zona ne viene informato, esegue una rapida indagine, e chiede chiarimenti all'Assessore. Questi risponde in tempi altrettanto rapidi. Ai funzionari della Ripartizione risulta che la Cergiul sta operando senza licenza edilizia per cui i lavori vengono bloccati.

E' un fatto singolare? No, perchè a questo seguiranno altri interventi amministrativi verso tut-

In ogni angolo del quartiere, in ogni assemblea dei genitori, si sente parlare dello « scandalo » dei 514 milioni per la ristrutturazione della Casa del Popolo. Ma perchè fare questa operazione con il deficit di bilancio del Comune di Milano che ammonta, tra consuntivo e preventivo, a oltre 500 miliardi? Non si poteva proprio far nulla per evitare la ristrutturazione, anche perchè fra due-tre anni sarà pronto il centro scolastico di via Adriatico?

Certo 514 milioni sono troppi e il Consiglio di Zona non ha atteso l'imbeccata per esprimere il proprio dissenso nelle sedi opportune.

Bisogna però, se vogliamo rimanere coi piedi per terra e non fare discorsi che rischiano di diventare qualunquistici, fare mente locale alla situazione precedente.

L'avv. Bellini, ex assessore all'Educazione, dichiarava e faceva scrivere su un verbale preparato dai rappresentanti di tutte le scuole della zona — verbale che si guardava bene di firmare — che la ristrutturazione dell'ex Casa del Popolo, chiesta con forza e con sacrosanta ragione dai genitori della Scuola di Via Passerini per evitare i doppi turni, sarebbe costata 150-200 milioni circa. L'appalto e il progetto erano già stati predisposti e i lavori dovevano iniziare il 1° luglio 1975.

.La copertura della spesa sarebbe avvenuta attingendo da un fondo che, visti i risultati, era probabilmente estinto da alcuni anni.

La nuova Giunta Municipale che ha ereditato tra la moltitudine delle inadempienze per servizi sociali della città, anche quella delle aule di Via Passerini decideva, sotto la pressante richiesta del Consiglio di Circolo della Scuola di Via Passerini e del Consiglio di Zona, di dare avvio ai lavori i cui costi sono ben diversi da quelli ipotizzati — e sapeva di dire una grossa bugia — dall'avv. Bellini.

Cosa fare? Costringere i ragazzi della Scuola di Via Passerini ai doppi turni rinviando alle calende greche la ristrutturazione dell'ex Casa del Popolo — promessa dall'ex Assessore Hazon, sin dal 1961 — oppure dare inizio ai lavori? La scelta è stata per chi guarda le cose con l'ottica della finestra; probabilmente impopolare, ma per chi sente il bisogno di una scuola a tempo pieno per un suo salto di qualità sia sul piano educativo che didattico, doveva scegliere nel modo che ha fatto. E credetemi che nessuno si esimerà dal compito di controllare ogni voce dei costi dell'appalto.

Il secondo aspetto, quello di evitare la ristrutturazione perchè con il Centro di Via Adriatico, l'ex Casa del Popolo ristrutturata sarebbe servita a ben poco, rispondo con estrema franchezza che questo è falso problema. Infatti, nonostante lo stato di degrado in cui è stato lasciato questo edificio di proprietà comunale, quindi di tutti i cittadini, ha strutture solide e una superficie utilizzabile di notevoli dimensioni per diventare domani, dopo la soluzione del problema scolastico, un efficiente Centro Civico della Zona 9 con un insieme di servizi tecnici, amministrativi e sociali di cui tanto abbiamo bisogno.

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