Un voto chiaro
La consultazione elettorale del 20-21 giugno si è svolta anche a Dergano-Bovisa nella massima tranquillità e serenità, il che dimostra la responsabilità e l'alto senso civile dei cittadini della nostra zona.
Vi è stata molta partecipazione e buona volontà da parte dei componenti dei seggi elettorali (presidenti scrutatori e rappresentanti di lista). Non si può in questa occasione tacere sul lavoro encomiabile svolto dalle forte dell'ordine, dai militari, dai vigili e da tutti i dipendenti comunali. Questo numero del Dergamo-Bovisa è praticamente dedicato alle elezioni: si è trattato di un voto chiaro e i cittadini hanno riconfermato la domanda di cambiamento già avanzata il 15 giugno 75. Sta ora ai partiti democratici trarre le dovute conseguenze di questi risultati, nello spirito di un confronto leale e costruttivo al fine di contribuire alla soluzione dei tanti e gravi problemi che stanno di fronte al Paese. Una valutazione comunque, ci sentiamo di farla anche noi: crediamo ormai, alla luce del responso elettorale del 20 giugno, che piú nessuno, o almeno pochissimi, troveranno il coraggio di affermare che un anno fa, quando si rinnovarono i Consigli Comunali, Provinciali e Regionali, si espresse un voto "di protesta". Il voto del 20 giugno é infatti la precisa conferma di una tendenza: non sarà possibile dare una solida prospettiva alla Nazione, perseverando sulla strada della discriminazione predeterminata e della pregiudiziale
anticomunista. E' ingovernabile un Paese che ritrovi all'opposizione, non per scelta, forze popolari importanti che raccolgono milioni e milioni di consensi.
Ció vale per tutti.
Le discriminazioni aprioristiche in un momento di crisi quali l'attuale, oltre all'ingovernabilità produrrebbero una spaccatura verticale della società, non richiesta crediamo, neppure da coloro che alle proposte di intesa unitaria rispondono no.
Esistono in Italia le forze e la volontà per dare avvio all'opera di ricostruzione, per interpretare alla lettera lo spirito del confronto democratico. Ripetiamo che la prospettiva deve essere quella della caduta di ogni pregiudiziale anticomunista andando in direzione chiaramente rinnovatrice tenendo conto del ruolo affidato al PSI che si conferma parte insostituibile nella composizione di una coalizione unitaria e democratica capace di azioni precise e decise. Le forze laiche minori, duramente colpite in questo confronto elettorale, non possono continuare ad essere considerate le eterne stampelle di governi le cui formule si sono rivelate deteriori e non ripetibili. Un ruolo autonomo e non subalterno - a nessuno - -é certamente l'unica strada da percorrere, da parte di questi partiti per evitare il peggio. Scadenze importanti ci stanno di fronte, saranno occasioni altrettanto importanti per verificare che il significato del voto espresso da cittadini, lavoratori, donne e giovani ha segnato veramente un punto di non ritorno. Anche nella zona 7
BOVISA - Camera dei Deputati
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PERIODICO DELLA
nell'interno: Come cambiare Milano
DÉRGANO BOVISA
ZONA 7
N' Voti seggi validi P.C.I. 1972 1976 P.S.I. 1972 1976 1972 D. C. 1976 P.S.D.I. 1972 1976 1972 P.R.I. 1976 1972 P.L.I. 1976 P. Rad. 1976 D.P. 1976 1972 M.S.I. 1976 1151 283 161 154 35 32 93 65 4 4 3 5 5 / 3 11 16 8 47,6 54,42 10,3 14,31 27,5 2 2 ,97 1,2 1,41 0,9 1,77 7,4 ,06 3,89 4,7 12,83 1165 515 181 238 61 43 138 148 36 24 23 12 36 7 6 13 42 24 33,3 46,21 11,4 8,34 25,8 28,73 6,7 4,66 4,3 2,33 6,7 1,13 1,16 3,52 7,8 4,66 1166 596 234 281 79 74 116 144 29 20 16 16 33 7 8 18 57 27 38,00 47,15 13,2 12,42 19,4 24,16 4,8 3,36 2,6 2,68 5,5 1,17 1,34 3,02 9,6 4,53 1167 705 210 268 77 78 176 196 35 22 47 46 59 15 18 27 62 35 30,3 38,10 11,0 11,0 25,4 27,80 5 3,12 6,7 6,52 8,5 2,13 2,35 3,83 8,9 4,96 1168 661 179 234 71 54 229 230 52 20 34 32 62 13 10 33 43 34 26,16 35,4 10,04 8,17 33,4 34,79 6,7 3,02 4,97 4,84 10,9 ) ,9 7 1,31 4,99 6,28 5,74 1169 700 170 229 84 94 192 236 46 20 40 39 52 10 7 24 59 40 25,7 32,11 12,2 13,43 29,0 33,71 6,9 2,86 6,0 5,57 7 ,8 I ,43 1,0 3,43 8,9 5,71 1170 524 193 239 69 67 126 114 38 28 21 13 24 4 6 23 40 30 36,4 45,61 13,1 12,79 23,7 21,75 7,1 5,34 3,9 2,48 4,5 0,76 1,14 4,39 7,5 5,72 1171 310 94 131 38 39 82 91 24 15 12 9 19 3 2 9 45 11 28,7 42,25 11,6 12,58 25,0 29,35 7,2 4,83 3,6 2,90 5,8 0,96 0,14 2,90 13,7 3,54 1172 644 138 192 82 75 191 194 52 31 33 44 58 16 15 30 62 45 21,8 29,81 12,9 11,64 30,2 30,12 8,2 4,81 5,2 6,83 9,1 2,48 2,33 4,66 9,8 5,99 1173 724 230 279 96 102 238 212 34 28 33 20 33 9 12 30 59 32 30,2 38,33 12,8 14,8 31,2 29,28 4,5 3,86 4,4 2,76 4,4 1,24 1,65 4,14 7,8 4,41 1174 586 106 157 69 60 204 266 46 20 29 20 71 8 12 14 56 19 17,2 17,69 11,5 10,24 34,2 45,39 7,7 3,41 4,8 4,95 1 1,9 1,36 2,05 2,39 9,3 3,24 1175 503 198 245 51 58 147 121 45 17 13 14 25 4 1 24 35 19 36,8 48,71 9,4 11,53 27,3 24,06 8,3 3,38 2,4 2,78 4,6 0,79 0,20 4,79 11.5 3,78 la tabella *nue a pag. 2
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DERGANO - Camera dei Deputati l voto
delle donne
Dopo il 20 giugno, tutti i tipi di analisi sul voto sono stati fatti, solo uno è quasi impossibile riuscire a valutare a pieno, come hanno votato le donne?
Indubbiamente il loro voto, come sempre è stato determinante, poichè sappiamo che la loro maggioranza numerica è superiore a quella maschile, però vediamo che le loro scelte non sono state di spostamento alla sinistra, ma hanno mantenuto una posizione che ricopre l'intero arco dei partiti.
Innegabile questo, ma proprio per motivi che riguardano la donna così da vicino, come il problema della sua emancipazione, avrebbero voluto uno spostamento maggiore alla sinistra.
Perchè questo, perchè avrebbe significato una presa di posizione da parte dell'elettorato femminile, una presa di coscienza del grande tema della donna partecipe ai grandi problemi sociali politici ed economici del Paese.
Sappiamo come la donna si trovi ancora oggi ad essere discriminata sin dall'infanzia nel tipo di educazione che riceve, una educazione che le impone determinate scelte, frutto di una scuola ormai sorpassata e che necessita di un rinnovamento sostanziale, ma non solo la scuola anche il lavoro è un tema dominante nella ricerca della libera-
zione della donna, noi sosteniamo Che l'occupazione femminile sia il primo passo verso una vera emancipazione; dobbiamo però tener conto del fatto che non tutti icasiièpossibile una occupazione, ed è in questo momento che la donna necessita maggiormente di strutture sociali che le permettono di poter mantenere le sue scelte in modo coerente.
L'Aborto, i consultori, le scuole, gli asili, i nidi per l'infanzia, i mezzi di trasporto, le mense sociali, la casa, e potremmq.continuare a lungo in questo elenco: sono battaglie lunghe e difficili da ottenere e soprattutto devono vedere le donne sempre maggiormente impegnate nella lotta e nella organizzazione positiva dei movimenti femminili perchè è importante uscire dalla crisi del paese ed esse devono esserne parte attiva, ma mai scollegata dal movimento dei lavoratori in quanto non è pensabile che l'emancipazione sia solamente femminile, la emancipazione femminile è lostimolo per la maturazione e la emancipazione dell'uomo e della società.
Forse quello che abbiamo detto non è esattamente una analisi sul voto femminile, ma pensiamo sia uno stimolo, per tutte le donne che ci leggeranno, ad essere sempre più undforzazattivache conti nelle scelte del Paese.
Laura Quattrini
dalla
SEGUITO DELLA TABELLA: 2
prima
N Voti seggi validi P.C.I. 1972 1976 P.S.I. 1972 1976 1972 D. C. 1976 P.S.D.I. 1972 1976 1972 P.R.I. 1976 1972 P.L.I. 1976 P. Rad. 1976 D.P. 1976 1972 VLSI 1976 1176 373 154 197 37 45 104 91 24 7 2 6 7 3 3 12 18 9 42,6 42,6 52,81 10,2 12,6 28,8 24,39 6,6 1,87 0,5 1,60 1,9 0,80 0,80 3,21 4,9 2,41 1177 460 203' 243 50 44 92 96 13 14 14 13 8 3 7 21 28 18 47,8 52,83 11,2 9,56 21,6 20,87 3 3,04 3,3 2,83 1,8 0,65 1,52 4,56 6,6 3,91 1180 332 127 190 41 36 68 49 36 14 12 10 18 1 5 8 29 19 35,2 57,23 11,3 10,84 18,8 14,76 9,9 4,22 3,3 3,1 5,1 0,30 1,51 2,41 8,0 5,72 1181 422 159 186 68 68 76 92 48 27 8 7 19 1 16 6 34 19 37,2 44,07 15,9 16,11 17,7 21,80 11,2 6,39 1,8 1,65 4,4 0,23 3,79 1,42 7,9 4,50 1390 577 245 282 97 97 139 108 29 14 15 21 28 10 2 20 29 22 41,1 48,75 16,3 16,84 23,3 18,15 4,6 2,43 2,5 3,64 4,4 1,73 0,34 3,47 4,6 3,8 1418 542 163 199 61 139 123 122 35 26 36 51 53 6 13 20 38 24 30,4 38,12 12,8 11,69 22,9 22,99 6,5 4,98 6,7 10,5 9,9 1,13 2,49 3,83 7,1 4,6 1455 441 123 149 49 49 158 161 33 16 18 13 24 5 5 12 30 30 27,2 33,79 10,8 10,8 34,9 36,51 7,3 3,63 3,9 2,95 5,3 1,13 1,13 2,95 5,6 6,80 1456 403 87 128 47 53 138 137 32 20 24 24 29 7 6 12 30 16 21,9 31,76 11,8 13,15 34,8 33,91 8,0 4,96 6,0 5,95 7,3 1,14 1,49 2,98 7,5 3,97 1477 416 78 123 49 44 140 125 30 25 21 43 41 12 10 14 34 20 18,4 29,57 11,15 10,58 33 30,05 7,0 6,01 7,3 10,34 9,6 2,88 2,40 3,36 8 4,81 1597 742 164 202 94 94 231 220 45 27 38 56 74 18 19 17 67 39 22,5 27,22 12,9 12,67 31,7 36,39 6,1 3,64 5,2 7,54 10,1 2,42 2,56 2,29 9,2 5,26 1736 408 84 112 70 45 111 133 31 17 28 41 39 12 6 15 43 26 20,2 27,45 16,8 11,3 26,7 32,60 7,4 4,17 6,7 10,5 9,3 2,94 1,47 3,68 10,3 6,27 1904 599 134 213 73 82 197 188 50 29 37 28 36 8 10 16 51 24 22,3 35,56 12,1 13,69 32,8 31,38 8,3 4,84 6,1 4,67 6,0 1,33 1,66 2,67 8,5 4,0 1963 623 178 230 75 73 191 218 37 28 26 24 59 9 9 16 34 16 28,6 36,92 12,0 11,72 30,7 34,99 5,9 4,49 4,1 3,85 9,5 1,44 1,41 2,57 5,4 2,57 Totali 13068 3993 5101 1632 1567 3200 3807 884 513 593 616 412 191 211 446 1041 606 30,26 40,08 12,22 11,94 28,04 28,46 6,70 3,95 4,49 4,58 6,91 1,37 1,51 3,37 7,89 4,25
N. Seggio P.C. . P.S.I.D.C. P.S.D.I.P.R.I. P. L. I . P. Rad. D.P. M.S. I. Voti validi 1182 190 83 181 25 26 11 18 20 37 592 31,9 13,9 30,4 4,2 4,36 1,8 3,0 3,36 6,2 1183 180 74 133 33 30 15 12 21 28 526 33,7 13,8 24,9 6,56 5,6 2,81 2,25 3,93 5,25 1184 270 53 110 10 19 9 12 18 31 532 49,7 9,76 20,2 1,84 3,5 1,65 2,20 3,3 5,7 1185 244 60 102 15 16 6 11 15 11 481 50,0 1 2, 3 20,9 3,1 3,3 1,2 2,3 3,1 2,3 1186 282 123 242 37 40 11 13 24 53 825 33,7 14.7 28,9 4,4 4,8 1,3 1,6 2,9 6,3 1187 210 88 179 21 38 7 13 9 24 589 35.23 14,76 30 3,5 6,4 1,17 2,2 1,5 4,0 1188 184 47 112 9 18 9 13 11 22 429 42.9 11,0 26,1 2,1 4.2 2.1 3.0 2.6 5,1 1189 192 90 216 20 24 8 11 17 36 614 30,9 14,5 34,7 3,2 3.8 1,3 1,8 23 5,8 1190 246 75 151 19 8 3 6 19 12 539 44,6 13,6 27,4 3,4 1,5 0.5 1.1 3,4 2.2 1191 120 74 239 25 50 9 7 21 17 563 21,0 12.9 41,8 4,4 8,7 1,6 1,2 3,7 3.0 1205 206 74 229 29 47 19 17 22 29 672 30,02 10,7 33,2 4,2 6,8 2,76 2.5 3,20 4.2 1206 283 82 124 25 18 5 10 13 17 577 47 13,6 20,6 4,2 3,0 0,8 1,66 2,2 2,8 1207 262 52 97 10 9 6 5 9 13 463 56,0 11,1 20,7 2,1 1,9 1,3 1,1 1,9 2,8 1208 183 57 146 12 21 7 9 17 18 470 37,96 11,8 30,3 2,48 4,35 1,45 1,86 3,5 3,7 1457 203 83 179 16 24 10 10 22 36 584 34,3 14,0 30,2 2,7 4,1 1,7 1,7 3,7 6,1 1458 295 95 198 27 15 11 16 14 24 696 41,5 13.3 27,8 3,8 2,1 1,54 2,25 1,96 3,37 1524 110 44 154 12 14 8 6 15 16 379 28.6 11,5 40,1 3,1 3,6 2,1 1,6 3,9 4,2 1906 257 56 160 18 36 6 11 26 35 606 41,9 9,1 26,1 2,9 5,9 1,0 1,8 4,2 5,7 1908 224 53 137 21 12 3 6 21 23 502 44,0 10,4 26,9 4,1 2,4 0,6 1,2 4,1 4,5 1909 146 50 101 18 13 10 9 11 12 370 39,5 13,5 27,3 4,9 3,5 23 2.4 3,0 3,2 1912 138 45 154 23 22 8 10 11 23 436 31,5 10,3 35,2 5,3 5,0 1,8 2,9 2,5 5.3 1954 177 78 156 15 39 13 14 18 31 541 32,4 14,3 28,6 2,7 7,1 2,4 2,6 3,3 5,7 2057 154 70 169 21 32 10 13 14 25 508 30,1 13,7 33,0 4,1 6,3 1,9 2,5 2,7 4,9 2226 217 94 169 27 23 8 11 26 48 623 34,1 1 4,8 26,5 4,2 3,6 1,3 1,7 4,1 7,5 2229 226 70 166 22 19 4 6 16 23 552 40.1 12,4 29,5 3,9 3,4 0.7 1,1 2,8 4 TOTALI 5199 1770 4004 510 613 216 269 430 631 13 676 37,47 12,75 28,8 3,7 4,4 1,55 1,93 3,09 4,55
Come cambiare Milano
Milano sta dibattendo il suo piano regolatore, finalmente si archivierà dopo 23 anni, dal 1953 per l'esattezza, lo strumento urbanistico ancora oggi vigente.
Caduti nell'oblio i vari « volumi bianchi o verdi » presentati come nuovi altrettanti piani regolatori da questo o quell'assessore all'urbanistica abbiamo (ed era tempo!) una proposta concreta da discutere.
Certo agli stesori del pianonon si presentava né una realtà da costruire, né una situazione che permettesse interventi di grande in-
novazione; ma « una Milano » come quella che tutti conosciamo, « una Milano » dove una cattiva amministrazione urbanistica ha permesso uno sviluppo territoriale distorto e caotico e dove si è, per decenni, continuato a costruire per il profitto e per la rendita, al di fuori di ogni vincolo o convenzione che potesse intaccarli. Il privilegio incontrastato della rendita fondiaria e dell'iniziativa privata è stato pagato da tutti i cittadini che oggi chiedono aree per verde e servizi, in passato concesse assai avaramente; ma è stato pagato soprattutto dalle classi
i( nostro CONSIGLIO DI ZONA
meno abbienti espulse dalla città e ricacciate nei comuni-dormitorio dell'hinterland milanese. Espulsione dei ceti popolari che è conseguente all'allontanamento delle fabbriche: profitto industriale e rendita fondiaria sono le forze motrici di questo processo; sulle aree rimaste libere si è costruito il « centro direzionale », sono sorti uffici, « residence» », sedi bancarie; il tentativo di cambiare il volto della nostra città ha sviluppato fenomeni quali il mercato delle case vecchie e lo avvio alle vendite frazionate.
Anche l'entrata in vigore della
167 non ha segnato per Milano un'involuzione della tendenza in atto: ne è stata fatta una applicazione di tipo assistenziale, vin-
Si sono tenute diverse riunioni alla fine delle quali sono stati approvati i due documenti che qui riportiamo per intero. Uno é stato approvato all'unanimità nell'assemblea del 217, e riguardava la proposta di variante del Piano Regolatore Generale e l'altro, in data 717.é stato approvato all'unanimità con l'astensione di un consigliere DC su un punto specifico che riguardava la zona sempre per una variante al Piano Regolatore Generale.
MOZIONE APPROVATA ALL'UNANIMITÀ NELL'ASSEMBLEA POPOLARE DEL 2 LUGLIO 1976 SULLA PROPOSTA DI VARIANTE DEL P.R.G.
L'Assemblea riunitasi il 2 luglio 1976 presso la sede del C.d.Z. 7 per dibattere la proposta di P.R.G. presentata dall'Amministrazione Comunale, a conclusione della discussione svoltasi, formula le seguenti considerazioni: dopo anni di attesa è stato finalmente presentato dalla Giunta il P.R.G. indispensabile ad una città che ancora aveva uno strumento vecchio di 23 anni.
Fra gli obiettivi generali che il Piano persegue ci pare doveroso sottolineare i seguenti:
l'aggancio al Piano Comprensoriale, del quale Milano è una parte, per l'effettivo riequilibrio e decentramento dei fattori che hanno caratterizzato fino ad oggi lo sviluppo congestionato della città;
un sistema di mobilità impostato in termini di razionalizzazione e completamento della maglia-esistente, evitando grandi opere e dando priorità assoluta al trasporlo pubblico di superficie;
obiettivo di fondo del Piano è costituito dalla ristrutturazione delle aree degradate attraverso, e ciò è determinante, la pianificazione particolareggiata di iniziativa pubblica e interventi estesi di 167;
il mantenimento delle attività industriali e l'ampliamento di aree da destinare alle stesse, in modo da poter potenziare e mantenere le attività produttive nella città;
il blocco del terziario privato per modificare lo squilibrio sino ad oggi esistente tra Milano e l'area comprensoriale, non dimenticando che lo sviluppo indiscriminato del settore terziario è stato causa determinante dell'espulsione dei ceti popolari e delle attività produttive dalla città;
il recupero di aree a servizi per compensare la carenza di infrastrutture tipica della realtà cittadina. In particolare per la Zona 7 si formulano le seguenti osservazioni:
Il settore dell'autotrasporto manifesta precise esigenze di riorganizzazione che vanno viste in scala regionale e comprensoriale.
Si pone il problema di individuare aree esterne alla città a contatto con i grandi nodi di traffico sia ferroviario che autostradale;
individua come essenziaie alla attuazione del Piano la parte normativa che stabilisce l'intervento dei cittadini e dei Consigli di Zona nella gestione del Piano stesso.
L'ASSEMBLEA DEL CONSIGLIO DI ZONA 7
CON GIARDINO Peppino
ORDINE DEL GIORNO SULLA PROPOSTA DI VARIANTE AL P.R.G. DEL C.d.Z. 7 APPROVATO ALL'UNANIMITÀ CON L'ASTENSIONE DI UN CONS. D.C. SU UN PUNTO SPECIFICO RIGUARDANTE LA ZONA.
Il Consiglio di Zona n. 7 riunitosi nei giorni 6 e 7 luglio 1976 per discutere la variante al P.R.G., dopo che la stessa è stata valutata in due riunioni di Commissione Urbanistica, una Sottocommissione e una Assemblea Pubblica (di cui si allega mozione finale), ne approva i contenuti generali, emergenti anche dalla relazione del coordinatore della Commissione Urbanistica, che viene allegata, sottolineando alcuni aspetti riguardanti la zona, che possono presentare problemi nella applicazione della variante stessa:
Si sottolinea la grave situazione esistente in zona, dovuta alla presenza di una forte concentrazione di autotrasportatori, con tutte le ripercussioni sulla viabilità (traffico che avviene su strade suburbane) e gli eventuali problemi di cambiamento di dislocazione e liberazione di aree. Per favorire il trasferimento dei piccoli e medi trasportatori si richiede il vincolo di 865 sulle aree scelte nel comprensorio da destinare a servizi collettivi per il settore e ad impianti per le piccole e medie imprese.
Si propone l'introduzione in zona B 2 dell'area delimitata da:
via Lancetti - via Jenner n. 46-70 - via Resegone lato sinistro - via Teglio - via dell'Aprica dal n. 6 al 26. In tale area sono comprese aree di edilizia residenziale in stato di grave degrado e edilizia industriale fortemente degradata (proposta P.R.G.: zona industriale).
Si propone che l'area delimitata dalle vie Durando, Andreoli, Morghen (area Ceretti & Tanfani) sia destinata ad area industriale (proposta P.R.G.: zona B 2)
Si rende opportuna una verifica in relazione alla strada (Nuova proposta P.R.G.) che dall'altezza di via Candiani, attraversando una parte del lotto di 167 n. 55 si inserisce in via Colico.
Così pure per la proposta di nuova strada che da via Maffucci a via Catone viene ad ubicarsi nelle vicinanze di complessi scolastici.
Si sottolinea infine l'importanza che la gestione e l'attuazione del P.R.G. veda il massimo di partecipazione delle organizzazioni politiche e sociali, nonchè dei cittadini della zona.
p. IL CONSIGLIO DI ZONA N. 7
IL PRESIDENTE
F.to Antonio Arcari
colando le aree periferiche e risparmiando i suoli che più interessavano la speculazione; aumentando le già elevate previsioni abitative e distruggendo infine la pratica agricola del comune. Certo in questi ultimi anni per la nostra città qualcosa è cambiato: mobilitazioni popolari appoggiate da organizzazioni di base, dai sindacati, dai Consigli di Zona hanno aperto la lotta per mantenere Milano « centro produttivo » e non « metropoli terziaria e parassitaria ». per contrastare gli sventramenti in atto e per richiedere il vincolo di 167 su stabili degradati abitati da operai, artigiani, piccoli commercianti reagendo così, unitariamente, agli sfratti collettivi, alle vendite frazionate,
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all'ormai abituale espulsione delle funzioni produttive. Frutto di quelle mobilitazioni fu il Piano Integrativo di 167 varato nella primavera del 1975 e ultimo atto della passata Amministrazione: sappiamo come il piano oggi, ampliato e ridisegnato più dettagliatamente, ha recepito ulteriori istanze intervenendo con maggiore incidenza soprattutto nei nuclei degradati cittadini dove più forte era ed è la presenza popolare.
Ora, all'attenzione dei milanesi, è stata posta la variante di piano regolatore generale: essa segna una netta inversione di tendenza rispetto a quei fenomeni che hanno caratterizzato lo sviluppo di Milano sino ai giorni nostri e verso i quali ormai da anni. si era elevata la protesta dei cittadini in generale e dei ceti popolari in particolare. segue a pag. 4
"DERGANO BOVISA" mensile della zona 7
Autorizzazione Tribunale Milano n.245 del 13-7-76.
Direttore Responsabile: Carlo Fantini.
Stampa: Coop. di lavoro "il Guado" Robecchetto con Induno
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segue dalla tersa
Come cambiare Milano
a proposito di un' articolo su:
Scuola e bilanci un dibattito da aprire
Sul n. 3-4 Marzo - Aprile 1976 di « Impegno sociale » è apparsa una nota, pensiamo redazionale, che propone l'apertura di un ampio dibattito nella zona sul metodo seguito nella stesura dei bilanci degli organi collegiali della scuola. Lo spunto sarebbe offerto da un articolo dell'Unità del 18marzo scorso, nel quale, secondo questa nota, si « irride ai bilanci scolastici » definendoli « faraonici » e « libro dei sogni ».
Il nuovo piano regolatore sancisce il mantenimento del carattere industriale della città, consentendo alle unità produttive esistenti possibilità di ampliamento e predisponendo un'adeguata normativa tendente al recupero di aree da destinare ai necessari servizi collettivi occorrenti alle fabbriche milanesi.
S'impone un vigoroso contenimento e decentramento su scala comprensoriale e regionale delle attività direzionali e terziarie, bloccando questo tipo di edificazione soprattutto nel « centro direzionale ».
Diversifica nettamente il terziario privato da quello pubblico destinando solo a quest'ultimo nuove possibilità di ampliamento nel tessuto cittadino.
Definisce un sistema di mobilità basato sulla priorità data al
mezzo pubblico di superficie e sulla riqualificazione della cintura ferroviaria vista come più razionalizzato servizio non solo per l'area comprensoriale e regionale, ma anche per quella cittadina. La riqualificazione del tessuto urbano rende indispensabile il reperimento di un elevato numero di aree libere da destinare ai servizi urbani odi quartiere: il piano vincola perciò più di 50.000.000 di mq. del suo territorio per compensare fabbisogni arretrati di infrastrutture e per soddisfare gli standards previsti, in mq. 26,5 per abitante, dalla legge regionale per verde attrezzato ed attività collettive. Ma soprattutto il piano blocca le grandi espansioni residenziali, limitandole ad interventi di completamento quasi esclusivamente di iniziativa e permettendo con questa scelta da un lato la salvaguardia delle aree verd
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delle periferie, dall'altro il recupero attento del tessuto già edificato.
Il territorio cittadino è soggetto (esclusione fatta per aree ormai consolidate ed in buone condizioni) a pianificazione esecutiva pubblica, tendente all'eliminazione dei fenomeni di degrado e contestualmente alla difesa delle piccole attività economiche ed artigianali che, con la residenza popolare costituiscono quel tessuto misto tradizionalmente sviluppatosi per secoli in Milano.
Anche la Zona Dergano-Bovisa caratterizzata da ampi nuclei di carattere artigianale e popolare, nonchè da grosse concentrazioni industriali, trova nel piano una valida alternativa di ristrutturazione programmata, caratterizzata da interventi estesi di 167, dal recupero di aree per servizi pubblici, dalla riorganizzazione funzionale del tessuto produttivo.
Se il piano avvia a soluzione il grave problema dell'autotrasporto, per il quale non è sufficiente lo allontanamento indiscriminato, il decentramento di questo servizio va visto su scala comprensoriale e regionale, individuando aree per svolgere l'attività di smistamento in stretto rapporto con la rete ferroviaria e a diretto contatto con i maggiori nodi di viabilità.
Un problema come tanti che trova soluzione nel comprensorio, in una realtà territoriale più estesa con la quale Milano non poteva non confrontarsi e nella quale il suo nuovo piano regolatore non poteva non inserirsi. Programmi annuali e pluriennali di attuazione collegati al bilancio comunale daranno ordine alle priorità d'intervento sul territorio e, quali strumenti di gestione democratica. concorreranno a mantenere vivo il dibattito nei consigli di Zona e nelle città; un dibattito che la Giunta C. non vuole spento all'approvazione del P.R.G., ma partecipa ad ogni fase futura d'elaborazipne dello stesso.
Patrizia Gianelli
Un esempio di tali bilanci sarebbe costituito da quello del Consiglio di circolo della scuola elementare di via Bonomi.
La nota dell'« Impegno sociale » si scaglia con particolare virulenza contro l'opinione del quotidiano del P.C.I. adombrando una presunta insensibilità del giornale comunista nei confronti di un ampio lavoro di base che avrebbe visto un largo contributo dei comunisti della zona 7. Non si tratta qui di gridare allo scandalo, nè « dai all'untore » anche se la tentazione di dire basta con le bugie è piuttosto forte. Per un comunista la favola di un vertice perennemente contrapposto alla base, insensibile ai contributi nuovi ed interessato chissà a quali macchinazioni ha perso ormai anche lo stimolo alla polemica. E chi volesse capirne la ragione, ma ritiene il caldo di luglio preclusivo per un'approfondita ricerca, vada a sfogliare una qualsiasi raccolta di quotidiani e si soffermi su una data: 20/6/1976. La proposta di un dibattito, viziata all'origine da un simile elemento, non sembra certo incoraggiante; e non è per nulla chiaro se si preferisca discutere intorno ad un ventilato inquinamento conservatore dell'Unità o sui criteri di redazione e sulla sostanza dei bilanci scolastici.
Ma tralasciamo questo argomento per entrare nel merito della questione, dal momento che con I'« Impegno sociale » è possibile sviluppare un confronto sgombro da ogni pregiudiziale.
Vi è una prima conside-
razione da fare: se un bilancio debba essere una pura e semplice elencazione di bisogni da soddisfare, o se invece debba rappresentare un momento di scelte prioritarie nell'ambito di bisogni complessivi È chiaro che, in questo secondo caso, si fanno i conti con le reali disponibilità finanziarie che sono, Io si voglia o no, quelle effettivamente esistenti. Ma diventerebbe scontata l'obiezione secondo la quale, se gli organi collegiali non sono dotati di mezzi sufficienti, non servirebbe assegnare loro compiti gestionali. È vero. Ma è lecito confondere la battaglia per la piena valorizzazione degli organi collegiali, battaglia i cui obiettivi non sono tutti di carattere immediato, con la corretta e seria gestione degli organi stessi?
C'è da chiedersi se, accanto a previsioni spropositate rispetto ai mezzi reali, vi sia anche la capacità, o meglio, la volontà, di indirizzare correttamente lo impiego dei mezzi stessi.
Ci auguriamo che questi primi e sommari spunti permettano di aprire nella zona un dibattito serio e costruttivo intorno ai bilanci degli organi collegiali, concordando con la nota dell'« Impegno sociale » sul fatto che si tratta di un momento estremamente importante della vita degli organi medesimi. Noi comunisti mettiamo a disposizione i nostri documenti, invitando a leggere ciò che vi è scritto e a non disgiungerli dalle indicazioni emergenti dal patrimonio di lotte che li esprimono.
Ci auguriamo ancora che, nel prospettare gli obiettivi, anche altri tengano presente, come del resto fa il movimento dei lavoratori, la situazione generale del nostro paese. In questo modo sarà più agevole comprendere perchè 46 milioni di previsioni contro 3 effettivamente disponibili si presentino come « bilanci faraonici » o « libro dei sogni ».
Segretario Sez. P.C.I.
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