L'Altra campana2

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In molte aziende i lavoratori hanno una propria stampa sindacale, attraverso la quale possono seguire tutto ciò che li riguarda, siano essi problemi di fabbrica o problemi più generali della società nella quale viviamo.

A parte però alcune aziende, la maggior parte di questi periodici sono di questo o di quel sindacato, per cui il lavoratore è abituato a seguire un certo discorso per il semplice motivo che in queste aziende non tutte le correnti sindacali si sono date questo validissimo strumento di informazione.

Un giornale con le carte in regola, fatto dai lavoratori, è quello nel quale i lavoratori possono identificare i loro problemi attraverso gli scritti che vi appaiono.

Questa è stata la considerazione più valida che ha portato

FIM - FIOM e UILM della FIAR - DEP a dare vita al giornale sindacale unitario "L'altra campana". L'abbiamo chiamato cosi perchè di campane (stonate) ne sentiamo in tutti i momenti e in tutti i luoghi, a cominciare da Teleradar, che per essere un periodico di informazione per i la-

PRE SE NTAZ IONE

voratori della Fiar, non parla altro che di scarponi e lamette usate in vendita. Le altre campane sono la cosidetta stampa "indipendente" troppo presa dai problemi della borsa e dell'Infelice Felice (per citare un caso) e la TV italiana, dove se per caso appare una manifestazione di studenti o di lavoratori, viene coperta con la scritta INTERRUzione VIDEO e subito dopo mostrano le pecorelle. E dei problemi dei lavoratori chi ne parla? Non certamente questi mezzi di informazione, e le poche volte che lo fanno li presentano in maniera distorta.

Ancora una volta il compito spetta a noi. I problemi, le rivendicazioni, la libertà e la democrazia in fabbrica e nel paese, migliori condizioni di vita, tutto ciò insomma che riguarda i lavoratori, saranno gli argomenti che tratteremo sul nostro giornale al quale vogliamo che tutti i lavoratori diano il loro contributo per farlo sempre migliore, attraverso scritti, proposte, ecc.

Dar vita a questo giornale unitario, non ci è stato certamente imposto dall'alto per amore di unitarietà. E' stata una esigenza sentita dai lavoratori del DEP,

che in questi ultimi tempi hanno saputo rompere con una tradizione che li voleva "buoni, esemplari, non sindacalizzati" per servire meglio il padrone.

Non partiamo da zero. Dietro di noi abbiamo le recenti esperienze di lotta, abbiamo da poco tempo siglato un accordo aziendale, altre esperienze ce le faremo, e saranno esperienze che vedranno FIOM, FIM e UILM proseguire sulla via dell'unità in maniera compatta per non lasciar adito a false interpretazioni, se non da parte di qualcuno che ama definirsi indipendente.

Vogliamo cambiare, avere nuovi rapporti all'interno dell'azienda, vogliamo la democrazia sul luogo di lavoro e nel paese, vogliamo che i lavoratori si sentano protagonisti nella società.

Vogliamo cambiare le strutture del paese e le cambieremo. La crescita dei lavoratori dipende da loro, da come sapranno usare gli strumenti che si sono dati faticosamente a prezzo di dure battaglie e sacrificio.

Anche questo giornale è una conquista. Una piccola parte di una conquista che è la più alta e N più sentita da tutti i lavoratori: l'unità. La Redazione

PR IL
BOLLETTINO PER I LAVORATORI DELLA FIAR DEP * A CURA DELLE SEZ. SINDACALI AZ. FIM FIOM UILM

RUOLO DEL SINDACATO

La funzione del sindacato è la difesa degli interessi dei lavora tori, ma affinchè il termine difesa abbia un significato, deve essere difeso e garantito il diritto di sciopero, unica arma idonea per opporsi allo strapotere del padronato.

Ci sono esigenze che ia coscienza comune acquisisce come inalienabili. Orbene oggi noi comsideríamo diritti inalienabili del lavoratore la sicurezza sociale, l'asaistenzo medica veramente efficace, il diritto al lavoro ed allo studio, la compartecipazione alle decisioni della collettività e delle imprese e nell'elaborazione di interventi socialmente prioritari.

E' troppo comodo pensare che il sindacato debba limitare la sua funzione nella gretta rivendicazione di aumenti salariali in una visione corporativa (aziendale) dei problemi. oppure come è accaduto anche recentemente con gli scioperi per le pensioni, gridare allo scandalo perché il sindacato quando non si limita a chiedere il solito contentino PR E VARICA, ESULA LA SUA FUN ZIONE, fa politica, fa la rivolu none (con la zeta, non con ia esse).

Oggi è di moda parlare di contestazione, ma il sindacato, non da oggi, ma da quando ha int-

nato la sua travagliata esistenza contesta, quando mosso da sa crosante esigenze di giustizia, chiede qualcosa che dalle leggi, dagli usi, dal sistema vigente non e previsto, quindi intacca privilegi ed interessi costituiti da chi vuole che le cose non cambino. Ecco il punto. Agli operai della fine dell'ottocento che chiedevano le otto ore giornaliere si rispondeva sparandogli addosso con la coscienza tranquilla perché la iegge del tempo non prevedeva lo sciopero. E' chiaro che in base a quelle leggi, gli operai, avrebbero dovuto crepare in eterno la vorando tredici o quattordici ore al giorno, perchè per loro la legge assumeva l'aspetto di una maseerizione biblica.

Questo non significa che oggi l'azione sindacale debba svolgersi al di fuori delle norme giuridiche vigenti, ma al contrario, nel pie no rispetto della legge, deve promuovere tutte quelle conquiste che la dignità dell'uomo e la possibilità dei tempi permettono senza che le forze economiche cerchino di (imitare nei loro interesse, con delle unilaterali defi nizioni dei compiti e delle fun?ioni nel sindacato, la sfera dei problemi che con la nostra lotta si vogliono risolvere.

I lavoratori sono maturi per

affrontare e far sentire la loro voce sui problemi che solo qual che tempo fa sarebbero sembrati impossibili, come ad esempio, il problema delle pensioni. del disarmo della polizia, statuto dei lavoratori, ecc.

Esiste una sfera di problemi che il sindacato indica e di cui i lavoratori devono prendere an cora piena coscienza, ma le cui soluzioni sono necessarie ed in dispensabili.

Facciamo sentire la nostra voce di opposizione e di rivolta contro la speculazione edilizia, contro il costo di insediamento del la voratore nell'area urbana, contro gli inquinamenti che intaccano la nostra salute dentro e fuori dalle fabbriche, contro i trasporti, pubblici e privati.

Contro la società, che non permette ai nostri figli di proseguire nello studio superiore ecc.

Vogliamo che ai lavoratori fuori dalla fabbrica sia garantito un ambiente di vita civile e non degli schifosi dormitori come sono attualmente i quartieri operai tipo Gescal.

problemi non sono naturalmente tutti qui elencati, ma noi vogliamo la soluzione di questi come di altri; basta con le scuse, i piagnistei, l'appello alle leggi di una economia ferrea e crudele!

Mettiamo questa economia al servizio dell'uomo,del lavoratore!

PIRELLI E LE SUE "OFFERTE „

PATERNALISMO 69

Le proposte che Pirelli ha fatto settimane fa ai lavoratori del gruppo di stabilimenti di cui è a capo riguardavano: settimana lavorativa di cinque giorni, scelta dei turni di lavoro da parte degli operai, possibilità alle lavoratrici di lavorare 24 ore settimanali, possibilità di godere due giorni di riposo consecutivi, nuove assunzioni, ecc.=

Malgrado che la stampa padronale e la RAI-TV abbiano cercato di confondere le idee i lavoratori hanno capito il senso della manovra del "magnifico

Leopoldo: cioè "calare dall'alto", "concedere", scavalcare le organizzazioni sindacali.

Infatti queste cose erano da anni rivendicate dai lavoratori. Ma c'è di più, Pirelli non ha minimamente accennato ai problemi reali, urgenti, relativi allo ambiente di lavoro, ai cottimi, alle qualifiche, ecc.

A questo giovane leone della industria italiana vogliamo dire che anche quando lui e gli altri industriali si vestono da agnelli i lavoratori li sanno riconoscere e sanno soprattutto che il lupo non perde il vizio.

Con una manciata di migliorie spicciole si tende a sottrarre il capitalismo alla necessità di rendere conto delle proprie decisioni e a dividere i lavoratori.

E' troppo comodo sig. Pirelli, ormai certe cose le abbiamo imparate sulla nostra pelle e poi, stia in pace, sappiamo noi quello che vogliamo e sappiamo anche valutare la nostra capacità di lotta. Per questo gli accordi avverranno sul terreno che noi abbiamo scelto da diverso tempo, non su quello che fa comodo ai padroni.

Abbattute con la lotta le "gabbie salariali „

Le cifre e i tempi dei nuovi minimi

1.4-1969 50% 1-10-1970 25% 1-7-1972 100% Genova-Roma 99,25 99,62 100 I zona 98,50 99,25 100 Crema 99,58 99,79 100 Mena 98,97 99,48 100 Varese 98,95 99.47 100 él zona 97,50 98,75 100 III zona 96.00 98.00 100 Napoli 96,75 98,37 100 IV zona extra 94,50 97,25 100 Udine, Pordenone 95,50 97,75 100 Palermo 95,25 97,62 100 Lucca, Treviso 95.00 97,50 100 V zona' 92,25 96,12 100 extra 93.50 96,75 100 VI zona 90,00 95,00 100

,DAI REPARTI A

DDIO

Ha improwisamente rassegnato le dimisinni il sig. Cipolla, innovatore di un sistema di lavoraziooc consistente nel fare eseguire il lavoro tramite "suggerimenti" incisi su di un registratore.

Si ha ragione di credere che le dimissioni siano state causate dalla mancata messa in opera, dopo le prove, del nuovo (per noi) metodo, meglio conosciuto come O.K. Cipolla. _A UMENTI D'IMMERITO

Alcuni impiegati hanno detto che dopo la cifra sborsata dall'azienda, per l'accordo recentemente firmato, potevano dire addio agli aumenti di merito.

A parer loro l'azienda li ha sotterrati, per cui era meglio prendersi un aumento di merito (che loro avrebbero sicuramente percepito) che non le 60.000 lire per tutti i dipendenti. Noi siamo soddisfatti di come stanno le cose, ma siccome siamo sensibili a questi aumenti di merito prematuramente scomparsi, faremo celebrare per questi un'orazione funebre. Il rito verrà ufficiato da mons. Ferrari, incaricato delle relazioni spirituali del DEP.

IMF I cci-i IMONE

QUALCUNO CHE SERVA

PREVISIONI DEL TEMPO

SIAMO IN ATTESA

Alla riunione conclusiva della trattativa, riguardante tutti i lavoratori del DEP, sono mancati all'appuntamento quei campioni di opportunismo armati di "virile coraggio" meglio conosciuti come gruppo indipendenti, i quali, per un errore di calcolo sono finiti nel ridicolo.

Noi, senza essere maligni, vorremmo chiedere a questi signori se con l'accordo concluso si è ottenuto troppo o troppo poco.

Se la risposta è la seconda, li awisiamo che i lavoratori del DEP sono impazienti di sapere quando potranno godere dei miglioramenti ottenuti dal gruppo dei "nostri".

VEsEmpic•

Dopo la burrasca dei giorni scorsi il bel tempo sembra tornato su tutta la FIAR - DEP.

La perturbazione accompagnata da "aria calda" proveniente dalla zona F.1 si è però stabilizzata sulla zona F.2 e questo lascia prevedere che avremo ancora delle giornate movimentate accompagnate da precipitazioni non indifferenti.

Se le condizioni generali si dovessero stabilizzare per lungo tempo, dovremo rinunciare a quell'inizio primaverile che si era presentato sotto buon auspicio.

DOPO LA QUOTIDIANA RAZIONE DI PESCI IN FACCIA.iene ,

SIGLATO L' ACCORDO

Sulle rivendicazioni poste dai lavoratori della Fiar - DEP, è stato siglato l'accordo nella giornata di mercoledì 12 marzo.

L'accordo (di cui pubblichiamo il testo) accoglie in gran parte le richieste economiche avanzate, ed è il risultato dell'azione a livello aziendale, portata avanti in questi ultimi anni dai lavoratori.

In esso, viene riconosciuta, seppure sotto la voce "in virtù delle caratteristiche specifiche delle attività del DEP" la richiesta dell'indennità di segretezza, mentre per la richiesta di istituzione della 14" mensilità viene corrisposto un "premio annuale".

L'esatta valutazione ed impostazione della linea politica che FIOM,

ADDI' 12 marzo 1969, in Milano tra l'Associazione Industriale Lombard da in persona del Rag. Piero Facchinetti che rappresenta ed assiste la Ditta CGE - FIAR DEP, presente nelle persone dei Sigg.: Dr. Giuseppe Ricci, Dr. Carlo Ramiano, Cav. Pierino Bandini

I Sindacati dei Lavoratori:

FIOM — nella persona del Sig. Renato Maiorano

FIM — nella persona del Sig. Nicola Ballatore, Bruno Provasi

UILM — nella persona del Sig. Remo Varotti

FIM e UILM si sonò date, sta a riconfermare, e questo accordo ne è una prova, che non bisogna mai dare tregua al padrone. In ogni azienda vi sono realtà diverse — seppure i padroni la pensino tutti allo stesso modoper cui in ogni fabbrica si devono avanzare rivendicazioni, che pur diverse nella formulazione devono mirare tutte all'identico risultato; accrescere il potere del sindacato nella fabbrica per potersi conquistare nuovi benefici economici.

Dei problemi posti alla trattativa dai lavoratori del DEP, alcuni sono rimasti insoluti; altri, che in altre fabbriche si sono già risolti; non sono stati presentati ed è necessario che se ne cominci a discutere per toglierli dallo stato embrionale in cui sono.

e la Commissione Interna in relazione alle richieste formulate dalle Organizzazioni sindacali in data 5 febbraio 1969, si è raggiunto il seguente accordo:

in considerazione delle caratteristiche specifiche delle attività del Dipartimento Elettronica Professionale a decorrere dal 1.o febbraio 1969, verrà corrisposto ai dipendenti• un importo mensile di L. 2.000 - a ti tolo di terzo elemento (per 13 mensilità).

Sempre dalla data suddetta verrà corrisposta un'ulteriore erogazione

Ci riferiamo al diritto di assemblea in fabbrica del sindacato, al riconoscimento delle Sezioni Sindacali Aziendali, al diritto di comunicazione da parte della C.I. tramite il microfono in mensa e che già avevamo.

Dipenderà da noi tutti, da come riusciremo a mobilitarci attorno a questi grossi problemi, che ci conquisteremo nuovi strumenti adeguati alla realtà dei giorni nostri per poter andare avanti.

La strada che indichiamo per arrivare a questo è la solita.

L'unità di tutti i lavoratori, operai e impiegati, è la premessa indispensabile per arrivare a questi ambiti traguardi.

nella misura di L. 34.000 - annue (pari a L. 2.615 x 13 mensilità) da accantonarsi per essere pagate prima del periodo feriale.

Gli importi di cui ai punti 1) e 2) sono comprensivi di tutti gli istituti contrattuali.

Gli importi di cui ai punti 1) e 2) ed il premio di produzione in atto verranno erogati in misura fissa.

. 5) La Direzione esaminerà a livello aziendale, allo scopo di risolverle, le situazioni di disparità salariali che sono state segnalate dalla Commissione Interna.

ANDARE OLTRE
C.B.

Le azioni di sciopero pongono sempre gravi interrogativi di ordirei morale e sociale, sia a chi vi partecipa o vi dovrebbe partecipare, sia alla pubblica opinione, che non può rimanere indifferente ai conflitti sociali, di cui gli scioperi sono la più genuina espressione.

In una fabbrica qual'e la PIA R DEP, sia per le sue particolari carat teristiche, sia per la scarsa prese di coscienza e di sindacahzzazione, operai e Impiegati sono portati a credere, sia pure in buona fede, che gli scioperi vengano proclamati a ragione non veduta e quindi, secondo loro, cori poco senso di responsabilità da parte dei sindacati.

La riprova di questo si e avuta recentemente durante lo sciopero generarle per la riforma delle pensioni ed in occasione dello sciopero provinciale per l'abolizione delle zone salariali.

Non fa meraviglia quindi che di fronte allo sciopero anche i diretti

interessati si trovino a non capire il perché dello sciopero, ed a trarne dei giudizi negativi.

Lo stesso discorso vale per l'opinione pubblica, non in grado, per mancanza nostra, di recepire la necessita che porta i lavoratori all'azione sindacale.

Valga a questo esempio lo sciopero del 5 febbraio per le pensioni Di fronte alla proclamazione dello sciopero generale, parte dell'opinione pubblica e quindi una grossa parte dei lavoratori, veniva "informata", tremar la stampa indipendente (per modo dr dire) dell'inutilità della manifestazione in quanto a giorni si sarebbe dato inizio allo riforma del sistema pensionistico in modo soddisfacente per i lavoratori.

Uno sciopero inutile, dicevano certi giornali e la TV. Uno sciopero "inutile", a nostro avviso, che si è rivelato decisivo ai fini della vertenza.

Una maggior presa di coscienza da parte dei lavoratori tutti, una più

ampia discussione dentro r fuori la fabbrica, dei problemi che travagliano il mondo del lavoro, aiuterebbero a modificare radicalmente certe prese di posizione di chi ha dei preconcetti sulla validità o meno dello sciopero e servirebbero a far conoscere ed a rendere partecipe delle nostre battaglie l'opinione pubblica. In una società qual'è la nostra, lo sciopero garantito dalla costituzione è indispensabile, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro; i benefici economici o normativi che si conquistano, non servono solo per i diretti interessati, ma si riversano su tutti i cittadini /esclusi i padroni, questo sia chiaro) e quindi danno impulso alla vita economica e sociale del paese.

Lo sciopero deve essere quindi considerato essenzialmente come espressione di lotta di classe, cui si deve ricorrere, sia pure come mozzo estremo, per assicurare la tutela di interessi legittimi e per acquisire nuovi diritti, nell'interesse di tutta la collettività.

LO SCIOPERO

CARO AMICO E COMPAGNO LAVORATORE della FIAR DEP

Il nostro Dipartimento è stato nei giorni scorsi interessato alla vertenza della fabbrica 1, e noi vorremmo spiegarvi le ragioni del perchè noi del DEP abbiamo contribuito con tre ore di sciopero alla lotta della Fiar 1.

Su, non storcere il naso, lo so che cosa vorresti dire. Calma. Frenati. Mi sembri abbastanza intelligente di capire e, per il semplice fatto, che sei capitato al DEP, non devi considerare i tuoi compagni lavoratori della F.1 come lavoratori di serie R.

Lo so che il tuo capo ti ha spiegato con aria umile ed accento leggermente nasale che noi con la fabbrica 1 abbiamo rotto tutti i ponti-che si, sta bene la solidarietà, ma non si deve farsi pigliare da facili sentimentalismi, anche lui, "poverino" come uomo è colpito dalle disgrazie altrui, ma che, insomma, egoisticamente parlando purtroppo dobbiamo difendere la nostra pagnotta.

La mamma CGE però è sempre una sola e quando munge per ficcare denaro in cassa munge da tutte le fabbriche e caccia in un sol calderone e se può spremere il nostro sudore non ha certamente la mano leggera.

Quando in qualche attività - come è naturale - finiscono gli anni grassi, allora ecco che divide (cambia la targa) uno stabilimento e pretende che noi solo per questo stiamo al suo gioco.

Negli anni facili (i televisori si vendevano a 200.000 lire) ha spremuto i lavoratori della F. i finchè ha potuto. Adesso perchè le fa comodo li vuole ridurre alla fame (vedi riduzione a 32 ore).

Signori della CGE, dove sono i soldi che avete guadagnato? Perchè non fate quegli investimenti che servono a garantire un livello di occupazione sicuro e duraturo?

I lavoratori del DEP non sono poi cosi allocchi e sprovveduti come qualcuno è stato solito finora considerarli, sanno che domani può toccare a loro di trovarsi nelle condizioni in cui avete gettato i lavoratori della F.1.

Chi oggi fa tanto il "profeta" dicendo: " a noi il lavoro non manca J• vada a scambiare quattro parole con gli anziani della F.1, i quali sapranno fargli rivivere il facile ottimismo degli anni buoni che oggi sono finiti a p Amico, il nostro contributo per la soluzione della vertenza della-F.1, è servito a mutare l'atteggiamento della Direzione Fiar, e di questo siamo orgogliosi.

Se mai, dovevamo contribuire con più slancio. Di fronte ad un problema del genere non ci sono alternative; ci va di mezzo il posto di lavoro! E se i lavoratori della F.1 qualche volta si sono messi davanti all'ingresso del DEP, non era certamente perchè ce l'avevano con noi.

Bisogna colpire dove fa male. Ed al gruppo CGE in questo momento fa molto male fermare la produzione al DEP, ed una volta bloccata una attività "che sta a cuore", la Direzione diventa sensibile, malleabile e cede

Il vero problema che fa paura e che ci riguarda tutti è la politica che il gruppo persegue.

Questa politica si sintetizza nel rifiuto di dare vita ad aziende autosufficienti, che abbiano un loro mercato, ad un continuo flusso di investimenti, ad una staffdi progettisti che permettano di mantenere competitivi i prodotti dell'azienda.

Al contrario• si punta, come da noi, su prodotti che sono contingenti e che conviene produrre in questo momento. Finita questa attività si sbaracca tutto e ne va del nostro lavoro e del nostro pane.

Su questo problema saremo chiamati tutti a dar battaglia ed a mettere la Direzione di fronte a precise responsabilità.

Il Fascista Franco ha abolito, con un mese di anticipo, le leggi speciali che il suo governo aveva emanato qualche mese fa.

Per chi non lo sapesse le leggi speciali davano facoltà alla polizia falangista di infierire, perquisire, arrestare qualsiasi -dittadino ritenuto sospetto.

L'entrata in vigore della legge speciale ha fatto registrare grosse manifestazioni popolari, con scioperi di studenti, operai e contadini.

Le notizie che giornali "insospettabili", tipo Corriere della Sera, riferivano in quei giorni sulle vicende spagnole erano veramente allarmanti. La furia franchista si era scatenata bestialmente contro i lavoratori che chiedevano e chiedono ancora libertà nel paese, diritto di discioperare ecc.

Anche religiosi che si erano messi dalla parte dei lavoratori - venendo meno alla funzione di "instrumento regni" a cui è sempre stata asservita la religione in Spagna - sono stati incarcerati e tórturati.

Per valutare pienamente la grave situazione in cui debbono lottare i lavoratori spagnoli basti ricordare che, in dispregio ai diritti inalienabili sanciti anche dalla carta delle Nazioni Unite in difesa e rispetto del cittadino, viene abolita, quando fa comodo all'esecutivo qualsiasi libertà individuale.

Ora che Franco ha fatto abolire le leggi speciali, i benpensanti saranno contenti della magnanimità con cui il regime ha deciso di anticipare l'abrogazione di una legge nazifascista.

Ma questo significa forse che tutti gli "oppositori" del regime sono stati neutralizzati e messi a tacere definitivamente ?

Crediamo proprio di no. Anzi abbiamo ragione di ritenere che proprio il fatto che il regime sia arrivato ad eccezionali misure di sicurezza, in aggiunta a quelle che normalmente vigono in Spagna, denunci il suo stato di debolezza.

La Spagna è forse ad una svolta decisiva. Il popolo spagnolo ha già sopportato per troppo tempo il fascismo e le atrocità quotidiane Aiutare con ogni mezzo il popolo spagnolo è compito e dovere di ogni lavoratore italiano, che per esperienza diretta sa che cosa significa "fascismo".

VIETNAM

Il giorno 25 marzo 1969 verrà ricordato come un fausto giorno per la causa della pace: una compagnia di artiglieria USA nel Vietnam ha ceduto tutte le proprie attrezzature (cannoni, munizioni, ecc.) ai soldati Sud Vietnamiti.

Ma che bravo questo Nixon, come è sensibile al grido di dolore delle mamme USA. Peccato che le esigenze del capitalismo USA vadano anch'esse rispettate, quindi la guerra deve continuare e continuerà, ma a morire saranno solo i poveri Sudvietnamiti i quali non essendo cittadini USA sono uomini di seconda categoria.

Per chi nutrisse sentimenti religiosi, preghi il buon Dio che Nixon tenga lontano i suoi occhi ed i suoi pacifici sentimenti dall'Italia.

SPAGNA

Se noi fossimo in uno stato mi: gliore, se noi fossimo in uno stato governato meglio, nel quale la ricchezza non fosse accentrata nelle mani di poche persone, se noi fossimo in un Paese "che si predicasse un po' meno civile", ma che considerasse un po' di più il valore umano, se noi fossimo si starebbe meglio.

E penso che su questo la maggioranza sia d'accordo con me. Però per stare meglio bisogna eliminare tutta quella infinita schiera di se, bisogna distruggere la forma dubitativa per realizzare una realtà più concreta, più organica, più consona all'uomo civile completo della sua dignità umana. E credo che sin qui siamo ancora tutti d'accordo.

Ora cerchiamo di vedere come si potrebbero eliminare tutti quei se, e partiamo dalla base, cioè da noi stessi. Siamo sicuri di avere agito sempre nel modo migliore verso la Società,

e per Società intendo i nostri comapgni di lavoro, i nostri conoscenti, amici e nemici? Se è si, allora abbiamo tutti i diritti di gridare tutto il nostro malcontento, ma se è anche solamente ni prima di poter gridare dobbiamo modificare noi stessi.

Il nostro grido di protesta deve essere puro, cristallino, non deve essere uno schiamazzo per coprire le porcherie fatte e salvare la faccia. La Società che noi cerchiamo di ricostruire deve essere solida, e intendo solida alla base, dove nessuno avrà motivo di combattermi e tacitarmi con il rinverdire una mia pecca recentemente fatta. Quando avremo realizzato ciò noi potremo esigere con pieno diritto che si cambi tutto ciò che è improntato su un rapporto di sfruttamento, di annullamento della personalità, di sfaldamento della dignità umana.

IL BATTACCHIO SI GIRA

AVEVA COMINCIATO COL DIRE

All'inizio della vertenza: "le richieste andavano fatte a livello di gruppo" (quello indipendente? )

"la Direzione non accetterà mai di concedere in nessuna azienda danno (i padroni) la quattordicesima noi non siamo d'accordo nel chiedere"

Dopo un mese, quando l'azienda aveva mollato qualcosa (30.000 circa all'anno): "per me la cifra offerta dalla Direzione mi accontenta " il mio gruppo ha valutato e non sarebbe disponibile a scioperare (lo sappiamo da anni)"

A conclusione della vertenza: "avete visto che figura (i sindacati) chiedono la quattordicesima, poi si accontentano di 60.000 lire all'anno " hanno adottato (sempre i sindacati) la nostra politica quella della trattativa senza scioperi "era ora che lo capissero +(ancora i sindacati) di non scioperare inutilmente

Queste cose, dette da un rappresentante, diciamo cosi per dire, dei lavoratori non fanno altro che confermare da che parte si sia collocato il personaggio che ha detto quanto sopra.

La popolarità che gode in azienda, ci esula dal nominarlo pubblicamente.

La risposta che avremmo dovuto dargli per queste idiozie, l'ha già avuta dai lavoratori, pertanto riteniamo chiusa la questione.

A buon intenditore CAINO

Un regista cinematografico, noto-per aver girato un film sulla malavita cittadina, sarebbe intenzionato a girarne uno dello stesso genere ed ambientato nel mondo industriale.

Titolo provvisorio del Film sarebbe: ACTHUNG, CGE.

Gli interni, tratti dal vero, verrebbero girati in palazzina per ragioni economiche.

Non avrebbe difficoltà a trovare i protagonisti.

CI

Non sarà certamente sfuggito a nessuno, come nei momenti di maggior tensione, la Direzione aziendale emetta dei comunicati nei quali ricorre sempre al "senso di responsabilita dei sindacati e dei lavoratori" per non aggravare la situazione e soprattutto per non compromettere lo sviluppo dell'azienda.

Non se ne preoccupi dottore. Ci sono i biscotti al nipiol Buitoni.

tska o Cosa ne pensa dell'operaio... Ing. Vedremo. Se si adatterà.... maturerà.
N iR0 di
FCRU SCP
s vrLuPp

Stentavamo a crederlo. Eravamo presenti al tatto, eppure eravamo increduli. Ora siamo convinti che è una realtà e la cosa ci rallegra moltissimo.

Si era in strada, durante lo sciopero; a qualcuno venne voglia di andare a trovare la Direzione aziendale. Una voglia che ben presto venne a tutti: loro, i figli prediletti, volevano fare una sorpresa. E che tipo di sorpresa.

Giovani o meno, donne e uomini, una sola proposta, andiamo a trovare la Direzione. Erano stati contagiati e si chiedevano ripetutamente: come stà la Direzione? E' vero che è molto ammalata? Se è così bisogna andare a fargli visita. E ci sono andati.

Noi non volevamo, sapevamo del suo stato pietoso da qualche anno a questa parte e ritenevamo che una brusca visita, non programmata, potesse causarle una ricaduta.

Ma ormai il desiderio e l'ansia di constatare personalmente, aveva prevalso nel loro animo. Nemmeno l'anticamera, in attesa di essere ricevuti.

Di slancio si trovarono a tu per tu con un suo rappresentante - pre Chianciano - che alla vista di tanto "entusiasmo" ebbe (come noi avevamo previsto) la ricaduta. E questa volta fu più grave del solito.

L'INCREDULO

dedicato agli impiegati

I sindacati hanno impostato e risolto una lunga vertenza con l'accordo del 12/3.

Forse a qualcuno la cifra dell'accordo sarà sembrata esigua, beato lui, significa che prende già troppi soldi.

A prescindere dalla valutazione della cifra raggiunta nell'accordo ci preme far rilevare che non si potranno accusare i sindacati, come è avvenuto tante altre volte ingiustamente, Ai non dar prova di senso di responsabilità e di ricorrere in ogni caso lo sciopero.

Il vero problema è sempre la disponibilità dell'azienda: quando esiste gli accordi si concludono senza scioperare.

E' indispensabile che anche la FIAR DEP, cosi come è avvenuto in altre ditte, gli impiegati prendano completa coscienza dei loro problemi e all'occorrenza dimostrino di far valere le proprie ragioni!

E' ora di finirla di sfruttare sempre la lotta e i sacrifici degli opetai.

Bisogna sfatare l'impressione di essere sempre degli opportunisti pusillanimi, di godere della divisione che vi favorisce, ma che, sulla vostra pelle e quella degli operai, serve solo al padrone.

IL SOGNO DI CRIC E CROC INASPETTATAMENTE USCIRE DAL GUSCIO
sogno.
OBIETTIVO F. 2
D. Abbiamo bisogno di un esperto alla F.2 per organizzare il gruppo. B. I mezzi a disposizione mi sembranc abb a st an z a convincenti. Cric. Ho sempre desiderato fare il domatore. Croc. Pure io. purtroppo rimarrà solo un

DISARMO DELLA POLIZIA

Noi lavoratori italiani oggi vogliamo il disarmo della polizia impegnata nel cosidetto "servizio d'ordine" in occasione di manifestazioni sindacali, per la semplice ragione che siano stufi di essere presi a fucilate e lasciare sul selciato delle strade morti e feriti.

Mi sembra già di sentire gli alti lamenti dei benpensanti con la terra al sole ed il conto in Svizzera contro questa rivoluzionaria

eversiva inaudita richiesta dei sindacati.

"Chi difenderà i beni dei cittadini" la proprietà privata dalla masnada di facinorosi lanciati all'assalto ed alla vandalica distruzione rosi solo dall'odio di classe. Se un torto dobbiamo imputare ai lavoratori ed ai sindacati è quello di aver aspettato troppo a richiedere drastiche misure ed a distinguere i lavoratori in lotta per la difesa dei loro diritti dai delinquenti comuni.

La cosiddetta collera distruttiva dei lavoratori si riduce alla "intemperanza" di qualcuno che lancia qualche pietra contro la sacra proprietà.

La lotta sindacale non è una semplice contrapposizione di interessi ma un momento del conflitto determinato dalla situazione di non libertà che i lavoratori subiscono dell'attuale sistema.

I padroni intanto si avvolgono in una legislazione che permette loro tutte le porcherie di questo mondo e, per perpetuare un mondo diviso in ricchi e poveri, sfruttati e sfruttatori ricorrono alla polizia.

Noi dobbiamo lottare perchè sia realizzato- lo spirito della costituzione con leggi che salvaguardano i diritti dei lavoratori in senso sostanziale; è penoso che si debba lottare per chiedere che non ci venga sparato addosso.

Non facciamoci irretire da ragionamenti, "La polizia spara solo in caso di necessità" oppure "la polizia è al servizio di tutti i cittadini e non dipende dai padroni" perchè l'esperienza ci insegna che quando ci sono armi queste sparano con o senza intenzione e inoltre, per convincerci che è per i padroni che la polizia lavora noi riflettiamo sul numero di volte che la polizia è venuta ai nostri scioperi per difendere noi dal l'incaponi mento padronale.

Lavoratori, la nostra vita vale più di qualche vetro rotto, che in ogni caso paghiamo sempre noi, quindi imponiamo con energia il disarmo della polizia, e poi l'allontanamento della stessa dai conflitti di lavoro.

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