Quartiere in lotta2

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QUARTIERI IN LOTTA

giornale dei quartieri Romana-Vigentina Rozzano Tessera

Questo giornale è stato fatto in collaborazionr OCCUPAZIONE CASAPB/EZZI

Fra i comitati dei quartieri Romana-Vigentina, Tessera e Rozzano e rappresenta un contributo a quel processo di unità sempre più stretta fra le lotte dei quartieri popolari.L'impegno nostr

e di molti altri organismi di quartiere è di 1111:011111[0111

Numero unico

Novembre 1973

P1E1NIIII011I

UN N1101,0 GOVERNO

far in modo che questa convergenza si traduca nel più breve tempo possibile in una unità stabile e organizzata di tutti i quartieri di Mi- C0111 UNA v Ecell /A POLITICA lano in lotta.

SI RAFFORZA

L'UNITA' DEI

QUARTIERI IN LOTTA

I comitati di quartiere, nelle case popolari e in quelle private, hanno condotto negli ultimi anni numerose lotte contro i padroni ai casa, in difesa degli interessi e delle condizioni di vita dei lavoratori.

Nei quartieri di case popolari, come Tessera, Rozaano, Gallaratese, Olmi, ecc. la lotta per la riduzione dell'affitto al 10% del salario del capo famiglia si è estesa e ha coinvolto migliaia di famiglie, che ormai da molti mesi portano avanti l'autoriduzione e lo sciopero dell'affitto.

Nei quartieri di case private sono continuate e si sono estese le lotte contro gli aumenti degli affitti e delle spese, l'abbattimento delle case vecchie e la loro sostituzione con case di lusso o uffici, e negli ultimi tempi soprattutto contro le vendite frazionate.

In questi anni di lotta abbiamo così imparato a difenderci dagli attacchi padronali anche nei quartieri, riportando vittorie importanti: e la maggiore di queste vittorie è senza dubbio quella di aver cominciato ad unirci e ad organizzarci.

Dopo il governo Andreotti, che non aveva avuto COME VANNO IN REALTA' LE COSE alcun ritegno a presentarsi esplicitamente al paese come il governo dei padroni, antioperaio e Come abbiamo già spiegato in altri articoli, il antipopolare, e che aveva condotto duri attacgoverno Rumor finge di dimenticare che il blocco chi alla classe operaia in modo aperto e Pronta- dei prezzi, ammesso che funzionasse, non ripale, il governo Rumor ha cercato di presentarsi gherebbe i lavoratori degli aumenti già avvenuti in passato, e tanto meno- li ripaga se, come è come un governo equilibrato e cosciente, in gra- poi avvenuto, i prezzi sono aumentati lo stesso. do di bloccate l'inflazione e di "stimolare" la Gli aumenti delle pensioni, dell'indennità di ripresa produttiva, per il bene di tutti. Per il bene degli industriali, che in questo disoccupazione e degli assegni famigliari sono talmente bassi da funzionare al massimo come dei modo, con la ripresa produttiva, possono (pove- pallidi palliativi subito rimangiati dall'aumenrini) ricominciare a guadagnare quei pochi miliardi, appena appena sufficienti per tirare avanti

In cambio di queste briciole il governo Rumor Per il bene dei lavoratori, che con il blocco dei prezzi non vedrebbero più i loro salari de-

pretende dalla classe operaia la "pace sociale". Ognuno al suo posto: gli operai a sudare e a sof curtati continuamente dall'inflazione; con la ripresa produttiva si formerebbero nuovi posti frire, a fare le fame, a cercare nuovi posti di lavoro, ecc. e i padroni a guadagnare, questo di lavoro, specialmente al Sud, e il pericolo significa pace sociale. della disoccupazione svanirebbe. Infine, con Nel frattempo i padroni, che da tempo prel'economia che avanza gonfie vele, si potrebbero finalmente fare quelle riforme da tanto temdicano la necessità di utilizzare di più gli impo richieste invano dai lavoratori. pianti, introducono nuovi turni, impongono gli straordinari, ristrutturano le loro fabbriche

Manifestazione alla Regione

Ma proprio in questi mesi i padroni a Milano si stanno preparando a sferrare un nuovo massiccio attacco contro le condizioni di vita dei lavoratori, intensificando, con la complicità del Comune, i loro tentativi di cacciare i lavoratori dalla città verso l'estrema periferia. L'abbattimento delle case vecchie, la mancata manutenzione dei vecchi stabili e le vendite frazionate sono ancora gli strumenti più usati.

Nel contempo nelle case popolari l'Istituto si prepara a intensificare gli attacchi contro gli inquilini in lotta, e la Regione, a cui spetta di stabilire i muovi canoni di affitto, sembra intenzionata a concedere diminuzioni ridicole a scapito dei lavoratori a più basso reddito, dei pensionati, dei disoccupati, ecc. (affitto uguale al 12% del reddito famigliare medio della zona e non del capofamiglia).

Si pone così per tutti i comitati di quartiere il problema di far fare alla nostra lotta un nuovo passo in avanti e di superare alcuni limiti che ancora non siamo riusciti a superare.

I LIMITI CHE DOBBIAMO SUPERARE

Noi crediamo che i nostri limiti maggiori siano stati fino ad era il frazionamento e la divisione delle diverse lotte: divisione tra lot

Dal 16 luglio è in vigore il cosiddetto "blocco dei prezzi", che è andato a incidere su due distinti settori: blocco dei prezzi al dettaglio, cioè dei negozi e blocco dei listini prezzi dei grandi produttori, cioè delle aziende con un fatturato annuo superiore a 5 miliardi. Come sia andato il primo ognuno l'ha potuto vedere: squadre speciali della vigilanza urbana che giravano multando i negozianti spesso per le infrazioni più modeste (onnissione di un cartellino prezzi, aumenti di 10 lire su qualche merce, ecc.). Ora, se veramente si volevano ploccare i prezzi dei prodotti più necessari alle classi meno abbienti (tra l'altro sono solo 23 i prodotti a prezzo bloccato) per venire incontro alle loro necessità e ai bilanci famigliari che diventano di giorno in giorno più negativi, ognuno capisce che il blocco deve partire dalla produzione di queste merci ed estendersi a grossisti e intermediari. Invece questo non si è voluto, il blocco non ha funzionato ed ecco in sintesi il perchè:

1° - Comunque sia stato applicato, questo blocco è partito in ritardo, perchè i prezzi hanno subito continuamente aumenti consistenti a partire "da prima" del rinnovo degli ultimi contratti (novembre 1972) e un ultimo forte aumento nei giorni precedenti il 16 luglio.

20 - I prezzi non sono stati bloccati alla produzione, salvo per le 400 aziende con un fatturato superiore ai 5 miliardi, e anche in questo caso, a parte la generale non volontà di aderire al blocco degli

operaia e attaccano gli attuali livelli di occupazione.

I vertici sindacali hanno in buona parte accettato questa "tregua sociale", in nome del bene

Per dimostrare quanto stiano veramente a cuore chiudendone alcune, reintroducono il lavoro a a Rumor le condizioni di vita delle masse, il domicilio, che costa meno e rende moltissimo, in governo si è anche affrettato a concedere aumen- una parola aumentano lo sfruttamento della classe ti dei minimi di pensione, degli assegni familiari e dell'indennità di disoccupazione, senza bisogno di lotte; e prima ancora aveva prorogato il blocco dei fitte .n degli sfratti fino al 31 gennaio 1974. eiA siy Però (e c'è semobre ii.fl però in questi "casi) di tutto il paese (che poi vorrebbe dire in nome del bene dell'economia dei padroni) e questo ha i lavoratori devono smetterla di fare richieste, specialmente richieste salariali, di lottare, di gettato un certo disorientamento all'interno della classe operaia. scioperare: i lavoratori devono starsene buoni Le assurde accuse di corporativismo lanciate e lavorare per il bene di tutti, come prima e contro qualunque richiesta di aumenti salariali ne sono una prova lampante.

industriali, numerose sono state le scappatoie alle quali sono ricorsi per raggirare il blocco e se possibile aumentare ancora di più i prezzi.

UN ESEMPIO PER TUTTI, LA MONTEDISON Invece di vendere direttamente i prodotti, fa passare le ordinazioni alle consociate che hanno un fatturato inferiore ai 5 miliardi e non sono quindi sottoposte al blocco.

I prezzi del listino (aumentati appena prila del 16 luglio) sono stati calcolati sui massimi prezzi fatturati dalla Montedison (cioè quelli per ordinazioni di 50/100 kg. di prodotto al mese) che sono notevolmente superiori alla media dei prezzi abitualmente fatturati (cioè quelli per ordinazioni di tonellate di prodotto al mese, che sono la maggior parte).

Usufruendo dei suoi collegamenti internazionali di azienda multinazionale, chiude la vendita di suoi prodotti in Italia ad aouirenti italiani che sono costretti a rivolgersi a ditte straniere produttrici della stessa merce e non soggette a blocco. L'inverso avviene nei paesi esteri dove la Montedison è presente.

Il risultato di questo "blocco" è stato quindi che i prezzi alla produzione sono aumentati lo stesso e chi ne ha fatto maggiormente le spese sono stati i negozianti. D'altra parte gli aumenti precedenti al 16 luglio (quindi mesi e mesi di acquisti a prezzi maggiorati) non sono Segue

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BLOCCO
to dei prezzi, e che lasciano le cose piu o meno come stanno.
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DELLA DEMAGOGIA
DEI PREZZI E CAROVITA

LOTTA CONTRO IMMOBILIARE CERESIO PREALPINA

Per la prima volta gli inquilini del Tessera settore privato sono riusciti ad organizzarsi e a dare una risposta collettiva ai soprusi dell'amministrazione degli stabili. Lo spunto è stato dato da una serie di richieste di aumento dei canoni di affitto scadenti il 29/6/73

Una parte degli inquilini a cui è stato chiesto l'aumento avevano stipulato il contratto nel 1969 e rientravano quindi già nella vecchia legge del blocco; una parte invece aveva stipulato il contratto in data successiva.

Ma l'Immobiliare Ceresio Prealpina non ha guardato per il sottile, legge di blocco si o no, e ha mandato gli aumenti, sicura che gli inquilini, avendo bisogno della casa, as,rebbero accettato passivamente.

Ma questa volta ha sbagliato i corti: sono state Fatte riunioni, assemblee, ci si è dati un'organizzazione tramite i delegati di scala, e si è riusciti a non far accettare l'aumento a circa il 30% di coloro a cui è stato richiesto.

Si è inoltre preso coscienza di altri proble-

Segue dalla prima:UNITA'DEI QUARTIERI te nei quartieri popolari e quelle nei quartieri privati, all'interno degli stessi quartieri privati divisione fra le lotte contro i singoli padroni di casa; divisione, infine, tra le lotte della classe operaia in fabbrica e le lotte popolari nei quartieri.

Ma l'attacco che i padroni si preparano a condurci pone oggi a tutti i comitati con grande urgenza una serie di problemi comuni a tutti i lavoratori e per i quali è possibile lottare solo raggiungendo la massima unità e organizzazione tra tutti i comitati di quartiere. Solo sulla base di questa unità è possibile definire e gestire un programma comune di obbiettivi di difesa delle condizioni di vita dei lavoratori nei quartieri, per il diritto alla casa.

I NOSTRI OBIETTIVI

Pur continuando a lottare contro i singoli padroni di casa, per la manutenzione degli stabili, contro le vendite frazionate e l'aumento degli affitti, dobbiamo oggi rispondere al piano padronale di scacciare migliaia di lavoratori da Milano verso l'estrema periferia per usare le aree a scopo speculativo, imponendo la costruzione di case popolari all'interno degli attuali quartieri proletari di Milano.

Il primo passo in questo senso è quello di impedire che le aree ancora libere vengano usate per speculazioni e vengano invece usate per costruire case popolari e servizi per lavoratori.

Dobbiamo perciò unirci per individuare queste aree libere e per esigere dal Comune che le vincoli, cioè che le tolga dalle mani degli speculatori, e dalla Regione che vi costruisca case e servizi per i lavoratori.

Dobbiamo poi rivendicare, tutti insieme, la ri duzione degli affitti delle case popolari al 10% del salario del capo famiglia: anche i lavoratori delle case private hanno tutto l'inte resse a lottare per questo obbiettivo, poichè sanno bene che questo costituisce il primo passo per ottenere riduzioni anche nelle case private. Il movimento di lotta dei quartieri popolari può così conoscere un nuovo impulso e una nuova forza con l'apporto di tutti gli altri lavoratori.

LA LOTTA PER LA CASA

La lotta per la casa a Milano si estende e si rafforza ogni giorno di più.

mi, quali le spese accessorie che non ci sono mai state documentate e i depositi cauzionali cui quali non sono mai stati pagati gli interessi.

La risposta della Ceresio Prealpino è stata:

Al fianco dei quartieri popolari I.A.C.P, mialiaia di' inquilini di case private sono scesi in lotta per il diritto alla casa, contro l'espulsione dalla città, per la manutenzione degli appartamenti, contro le vendite frazionate, per i servizi.

1)Per quanto riguarda coloro tato l'aumento dell'affitto che non hanno accet e che avevano stipulato il contratto nel 1969, vio delle bollette sperando forse di ad uno sfratto per morosità (cosa impossibile poichè si continua a pagare l'affitto tramite vaglia); a quelli che avevano stipulato il contratto dopo il 1969 (10 persone) ha inviato lo sfratto.

Rinnovo dei vincoli 167; cioè dei vincoli ch stanno per scadere e che riporterebbero nell mani degli speculatori privati parti delle aree ancora libere;

ha sospeso l' inarrivare

La Fase che stiamo attraversando, sia per un inizio della centralizaazione delle lotte, sia perchè gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere necessitano di una crescente mobilitazione unitaria a livello milanese partendo dall'intensificazione e dall'estensione della lotta nei singoli quartieri.

Lo sciopero dell'affitto e l'autoriduzione

La causa per detti sfratti, che avrà luogo il 9/11/73 dovrebbe dar ragione agli inquilini in base al decreto legge del 24/7/73 n. 426 che ha prorogato il blocco fino al 31/1/74.

2) Per quanto riguarda la richiesta avanzata dagli inquilini in merito alla documentazione delle spese accessorie e all'accordo degli interessi maturati sui depositi cauzionali, la Ceresio Prealpina non ha dato alcun cenno di risposta. Si sta attuandola sospensione del pagamento delle spese accessorie da due trimestri; in questi giorni si invierà all'amministrazione un'ulteriore lettera con la richiesta di un incontro per discutere i problemi aperti, dopo di che, se anche questa dovesse restare senza risposta, si passerà a forme più incisive di lotta.

Risultati positivi ne abbiamo già ottenuti: nessuno di coloro che avevano ricevuto la richiesta di aumento del canone a partire dal 29/9 ha effettivamente subito l'aumento; nessuna richiesta di aumento è stata,avanzata a partire dal 29/12; ma ciò che va messo in risalto è che Finalmente anche gli inquilini delle case private hanno saputo rispondere in modo deciso alle richieste padronali dimostrando di non essere più disposti ad accettare passivamente tutte quello che i padroni pongono in atto.

Nel nostro quartiere, ;onostante un certo rallentamento della propaganda, la lotta per la casa procede con forza (oltre la metà del quartiere è in lotta e attua lo sciopero dell'affitto) ma è necessario che il fronte dei lavoratori in lotta si allarghi, precisando metodi di lotta nuovi in arado di coinvolgere tutti gli inquilini.

L'inchiesta condotta prima delle ferie ha messo in evidenza come l'autoriduzione degli affitti sia una forma di lotta che incontra il favore della maggioranza dei lavoratori del quartiere.

E' bene precisare come, benchè molti lavoratori di Fatto già praticano l'autoriduzione non pagando 5-6-7 mesi di affitto all'anno, è necessario non lasciare la lotta alla spontaneità, ma darsi degli strumenti organizzativi che permettano la propaganda capillare, l'azione di convincimento presso altri lavoratori che facciano della disponibilità individuale alla lotta una Forza compatta e decisa. Questo sta avvenendo nel quartiere Gallaratese e a Rozzano: occorre che anche noi Facciamo altrettanto. qualche giorno inizieremo una campagna di propaganda per avviare l'autoriduzione, fornendo i moduli di pagamento presso il Centro Sociale, che sarà tenuto aperto dalle 19.00 alle 20.30 di ogni giorno e il giovedì dalle ore 21 in poi.

Questo è l'interno del locale adibito l'anno scorso ad ambulatorio scolastico. Rimasto inutilizzato, è ridotto in questo stato grazie all'incuria della nostra amministrazione. Rivendichiamo che in questo locale trovi sistemazione l'uff i-

cio postale o una biblioteca popolare. 5

SFRATTI: LA LOTTA E P IU FORTE

DELL'UFFICIALE G IUDIZIARIO

- Vincolo delle altre aree libere; Costruzione su di esse di case popolari e sex vizi per lavoratori della zona; Immediata esecuzione delle opere di manutenzione nelle vecchie case, secondo le richieste dei lavoratori che vi abitano;

- Riduzione degli affitti delle case popolari al 10% del salario del capofamiglia;

- Stesura di un contratto regolare per tutte l famiglie che hanno occupato alloggi liberi nelle case popolari.

Questi obiettivi sono stati oggetto di un approfondito dibattito all'interno dei comitati di quartiere che operano a Milano e provincia, e dovranno essere portati avanti contro il Comune, la Regione e lo IACP per ottenere concreti miglioramenti nelle condizioni di vita delle masse popolari, nel modo più unitario e organizzato possibile.

Prima che si costituisse l'Unione Inquilini, molte famiglie di lavoratori che non pagavano l'affitto per impossibilità, venivano sfrattate dai padroni, si,a che il padrone fosse un privato, sia che il padrone fosse lo I.A.C.P. L'UNIONE INQUILINI, fin dall'inizio della lotta e dello sciopero dell'affitto, affrontò il problema della difesa del lavoratore in lotta attraverso una serie di azioni legali (intervento degli avvocati, cause contro l'I.A.C.P.), sia attraverso azioni che i padroni considerano illegali, come l'impedimento con la mobilitazione all'ufficiale giudiziario di eseguire le sfratto.

Il largo uso di questi strumenti e soprattutto il ricorso alla mobilitazione di massa come strumento principale per la difesa dagli sfratti ha permesso che centinaia e centinaia di cause di sfratto venissero bloccate e tuttora gli inquilini in lotta sono nelle loro abitazioni.

In ogni caso solo la lotta, l'organizzazione e la mobilitazione dei lavoratori ha battuto i padroni di casa.

Un altro discorso bisogna fare sul problema dell'occupazione di appartamenti sfitti che i lavoratori hanno giustamente compiuto.

La posizione dei lavoratori rispetto alla legge non è uguale a quella di coloro che hanno un regolare contratto e attuano lo sciopero dell'affitto ma, sempre dal punto di vista le-

gale, non c'è nessuna possibilità d] difesa. Gli occupanti rivendicano il giusto diritto ad una casa decente e questo è il loro obiettivo quando occupano un appartamento.

L'esperienza ci ha dimostrato che è molto difficile costringere l'Istituto ad assegnare all'occupante lo stesso appartamento occupato; con la scusa che quell'appartamento era già stato assegnato propone all'inquilino delle topaie che osa chiamare alloggi.

Si tratta quindi dí imporre all'Istituto l'assegnazione di un alloggio degno di tale nome. In questo senso l'Unione Inquilini del Tessera si è mossa in passato riuscendo, nei casi in cui l'occupante a noi si è rivolto, a trattare con lo I.A.C.P. una sistemazione decente.

Si è verificato purtroppo che alcuni inquilini abbiano pensato di risolvere il loro caso da soli, senza una organizzazione alle spalle, e siano andati a trattare la sistemazione individualmente. Il risultato è stato l'accettazione di quanto l'Istituto offriva e in un caso anche lo sfratto dell'inquilino con l'uso della forza pubblica.

LAVORATORI, OCCUPANTI, è necessario contrapporre alle intimidazioni e ai soprusi dei padroni di casa, dell'Istituto, la forza organizzata dell'Unione Inquilini.

ESTENDIAMO E RAFFORZIAMO LA LOTTA PER LA CASA ORGANIZZIAMOCI NELL' UNIONE INQUILINI

Pa .2_' Novembre 1973

A CHE PUNTO SIAMO CON LA SCUOLA

TESSERA

Il nostro quartiere non è diverso da tanti altri che sorgono nella immediata periferia di Milano: casermoni o palazzi prefabbricati con poco spazio intorno, qualche albero rachitico, qualche negozio, quasi niente servizi: niente strutture mediche, niente ufficio postale, scuole insufficienti, senza citare poi l'assoluta mancanza di qualsiasi tipo di struttura per attività ricreative, Intanto da qualche anno in qua sono sorti nei dintorni decine di palazzi, la popolazione è

In questo senso la scuola viene vista come qualcosa dove si possono depositare i bambini e poco si bada a ciò che succede una volta che sono stati affidati ad. essa.

* I ragazzi che hanno altri Fratelli, a volte numerosi e più piccoli, si trovano nell'impossi bilità di un minimo di applicazione nello studio, o perché devono badare a loro, o non hanno un posto in cui poter scrivere e leggere in pace; sappiamo come le abitazioni siano poco adeguate e non sufficienti per il numero di persone che vi abitano.

Queste sono solo alcune delle tante cause che quindi aumentata e continuerà ad aumentare, impediscono ai nostri figli di applicarsi nelma non altrettanto rapidamente vengono costru- lo studio, di arrivare alla terza media, che ite le scuole che sono già adesso insufficienti. li costringono a ritirarsi dalla scuola non Costruire scuole non è certo un investimento appena raggiunti i 14 anni per andare a imparare un lavoro (in realtà per andare a lavorare 8 ore al giorno con paghe bassissime).

che fa gola ai grossi speculatori, le scuole non sono palazzi da affittare ad alti prezzi, per cui spesso si assiste a giochi di responsabilità scaricate dai costruttori al Comune e viceversa: in tutto ciò quelli che sempre ci rimettono sono i lavoratori e le loro famiglie.

Esaminiamo brevemente come la scuola dell'obbligo (elementare e media), asilo nido e scuola materna, pesano sulle spalle dei lavoratori in termini di:

- Selezione e costi -

La selezione inizia in maniera evidente, tramite le bocciature, nella scuola elementare e va aumentando nella scuola media, quando si tratta di conseguire il primo titolo di studio di un certo peso per la collocazione sul mercato del lavoro; i dati in percentuale dei ragazzi che non portano a completamento gli studi sono tutt'altro che confortanti, spe-

Per quarto riguarda i costi, che vanno dalla mensa ai grembiuli, al materiale didattico specifico per ogni grado di scuola (fate il conto che cosa costa un bambino delle elementari in quaderni, pennarelli, matite e varie), si può tuttavia affermare che i costi maggiori vengano sostenuti nella scuola media per l'adozione di testi il cui prezzo è alto e va aumentando di anno in anno, questo perché: le case editrici vogliono trarre il maggior profitto dalle vendite e quindi inventano nuovi strumenti di spectalazione quali: copie omaggio agli insegnanti per spingerli ad adottare quei testi,rimoder rare i vecchi libri rima neggiandoli e cambiando la copertina,(esistono circa trentamila titoli

cialmente se constatiamo che queste percentua- di libri di testo)alzanriedi li sono rappresentate dai figli dei lavorato- do il prezzo delle zioni dei libri di testo ri più disagiati, di recente immigrazione, non il venduti,abbellendoli certo perchè questi ragazzi manchino di capa- r un po'e rinnovando delle cita e voglia, ma per tanti altri motivi che parti(ad es.le riedizioni vanno ricercati nell'ambiente in cui sono eredei libri di matematica sciuti e vivono: _hanno sempre esercizi nuc * spesso sono abbandonati a se stessi perché i vi che non corrispondono genitori lavorano entrambi e hanno poco tempo a quelli dello stesso lia disposizione per occuparsi anche degli stu- bro adottato negli anni di dei figli; a volte non sono in grado di precedenti questo per co- seguirli iy_spAnto essi stessi o hanno fre- stringere all'acquistp quentato solo le scuole elementari o neppure dei libri nell'ultima edi quelle, quindi la scuola passa in secondo pia- zirme,più cara.4 eit si no rispetto ad altri problemi più gravi e ur- aggiunge la banalità dei genti specifici per ogni famiglia, quali il contenuti lavoro in fabbrica o altrove, il riuscire con un solo salario a mandare avanti un'intera famiglia spesso numerosa, oppure, se lavorano entrambi i genitori, a chi affidare i Figli,

I PROBLEMI DELLA SCUOLA IN ZONA ROMANA

L'inchiesta che il Collettivo di quartiere ha condotto lo scorso anno sui problemi della scuola, ha messo in luce quali sono le carenze scolastiche che maggiormente sentono i lavoratori del quartiere. Innanzi tutto va rilevata l'insufficienza dell'edilizia scolastica per la carenza sempre maggiore di aule, che causa doppi turni, trasporto quotidiano dei bambini in altre scuole, sovraffollamento nelle aule.

I lavoratori del quartiere sentono la necessità di imporre al Comune la costruzione di scuole, iniziando dalle aree libere che già hanno il vincolo per questo servizio ed esercitare parai lelamente il controllo sui materiali e sui criteri di costruzione.

E' necessaria la costruzione di un asilo nido che manca nel nostro quartiere sull'area di via Giulio Romano (come già richiesto dal Consiglio di zona).

Molti bambini della scuola materna G.PEZZI si_ trasferiscono ogni mattina con il pulman in una altra scuola e moltissimi altri non hanno il posto: usiamo l'area di via Altaguardia che da anni ha il vincolo a scuola.

Gli studenti dell'istituto tecnico Pacinotti stanno aspettando da anni la costruzione di una nuova scuola che permetterebbe di risolvere i. loro problemi di sovraffollamento (hanno ricava to aule persino dalle cantine!) e quelli della scuola G. Romano.

Inoltre in molte scuole del nostro quartiere si verifica la mancanza del prescuola e del doposcuola e l'alto costo delle attività parascola stiche, come la ginnastica, fa sì che non tutti

i bambini possano usufruirne. Nella scuola media Confalonieri i buoni libro non coprono le richieste e la spesa complessiva dei libri di testo.

Proprio perché questi problemi colpiscono in modo particolare i lavoratori, è necessario che essi stessi portino le loro esigenze all'interno della scuola, costituendosi in Associazioni Genitori, in modo di garantire con la loro pre senza il collegamento continuo con le forze che operano nel quartiere. Il Collettivo di quartie re ritiene necessario lottare contro tutte le forme di selezione ed in particolare per:

a)totale abolizione delle bocciature e costitu zione dei corsi di recupero

b)abolizione delle classi differenziali

c)abolizione del trasporto dei bambini in altre scuole e costruzione di nuove scuole nel quartie re d)completa gratuità della scuola dell'obbligo, comprese le attività parascolastiche e, per la scuola media, i libri di testo (in via transitoria concessione dei buoni libro a tutti i richiedenti e in modo che venga coperta totalmente la spesa)

Ocollaborazione con gli insegnanti per la lotta contro i contenuti antipopolari dell'insegna mento ed in particolare dei libri di testo g)istituzione immediata del prescuola e doposcu la e in prospettiva della scuola a tempo pieno. Questi obbiettivi possono essere portati avanti solo con l'unità e la lotta dei genitori, degli insegnanti e delle Forze del quartiere.

dei libri di testo che sono tali e quali quelli di 20 anni fa, e specialmente quelli adottati nelle elementari riportano temi reazionari e illustrazioni di un mondo che non è certo quello che i nostri bambini conoscono.

Così, quando ha inizio l'anno scolastico, con alle spalle tutti questi problemi, i lavoratori e i loro figli si trovano di fronte ai altri problemi altrettanto gravi quali: aule sovraffollate, doppi turni, aumento del costo della refezione.

Nascono proteste, giustamente i genitori si mobilitano, vengono risolti momentaneamente i problemi più urgenti, reperendo aule in altre scuole, trasformando scantinati in aule, ma alla riapertura di un nuovo anno scolastico i problemi risaltano fuori tali e quali l'anno precedente.

NEL NOSTRO QUARTIERE

Manca l'asilo nido, per cui le mamme che hanno i bambini di età inferiore ai tre anni devono rinunciare a lavorare nonostante il bisogno; oppure affidano i figli ai privati o lavorano a domicilio: in questi ultimi anni è molto aumentata questa forma di sfruttamento malpagato.

Scuola materna, scuola elementare, scuola media per quest'anno sono sufficienti grazie alla mobilitazione che c'è stata in passato. Per la costruzione della scuola materna ci seno state varie occupazioni della Vigevanese, assemblea per l'eliminazione dei doppi turni

al le elementari, manifestazioni per la diminuzione dei costi della refezione. Ma quale sarà la situazione il. prossimo anno? Si prevede un forte aumento della popolazione scolastica e, non essendoci in programma nessuna costruzione di nuove scuole, si dovrà .ricorrere ai doppi turni, E' chiaro quindi come sia necessario superare la logica delle lotte parziali che ogni anno vedono impegnati i lavoratori di Cesano a tappare i buchi e le carenze di una amministrazione che non porta avanti una politica a favore dei lavoratori ma è pronta a soddisfare ogni richiesta speculativa dei padroni. E' necessario che i lavoratori intervengano in prima persona nelle scelte che l'Amministrazione comunale fa, rivendicando uno sviluppo edilizio del territorio che tenta conto degli interessi concreti delle masse e non di pochi speculatori.

Ciò significa in concreto: rivendicare la costruzione di nuove aule per l'ampliamento delle scuole medie ed elementari; la costruzione dell'asilo-nido; - che una parte dell'area del conte Panza destinata ad edilizia residenziale sia espropriata per la costruzione di servizi (posta, biblioteca, ambulatorio), ostacolando l'uso speculativo che si vorrebbe fare dell'area (villette e palazzi di lusso); rivendicare che il prezzo della refezione sia ridotto a 150 invece che 400; la gratuità del pre e dopo-scuola; il funzionamento di una commissione che permetta il controllo diretto da parte dei lavoratori delle attività parascolastiche. Soltanto se ci si mobiliterà su un preciso programma che veda da un lato i problemi più urgenti, ma che riesca a collocarli nella situazione complessiva, si riuscirà a vedere più lontano e ad evitare che i nostri figli siano espulsi dalla scuola.

Novembre 1973 r50 Pag.5
Tessera.Manifestazione per la diminuzione del costo della refezione. Anno scolastico 1972/1973

pagina scritta da inquilini in lotta

LA VOCE DEGLI INQUILINI

Crema 29 LA MALATTIA della VENDITA FRAZIONATA

Anche il caseggiato di via Crema 29, come tanti àltri caseggiati del quartiere di Porta Romana, in aprile è stato messo in vendita. Vendite convenienti, a basso corso e tante altre belle cose, dicono i rivenditori della società incaricata della vendita.

Sì, convenienti, a basso costo, abitazioni costruite nei primi anni del secolo, non dico cadenti ma trascurate al massimo, dove i padroni hanno sfruttato i muri prendendo l'affitto alle povere persone che vi abitano, come sanguisughe dove non si sono mai sognati di apportare una modifica, una riparazione, un cambiamento, perchè se no sbilanciava troppo il loro introito e dimezzava il loro guadagno, poveri padroni l!

Ora anno 1973 proprio nulla è rimasto: i serramenti sono cadenti, i muri screpolati, le riparazioni urgono, ed ecco che allora si incaricano le Illustrissime Società Immobiliari della vendita Frazionata.

La disperazione nelle case, lo sbandamento tra le famiglie, perchè non tutti hanno i milioni che chiedono i nostri padroni per comperare quattro vecchie mura dove la maggior parte delle persone sono nate, vissute e diventate vecchie. Bisogna assogettarsi all'umiliazione della visita di estranei imposta da non si sa quale legge e con quale diritto.

Noi inquilini di via Crema 29 ci siamo opposti a questi soprusi.

Appoggiati dal Collettivo di Quartiere di Porta Romana, abbiamo dimostrato la nostra fermezza chiudendo la porta in faccia a tutti i probabili compratori e rivenditori.

Con striscioni, volantini, leggi alla mano, abbiamo imposto un veto.

Se delle persone hanno voluto comperare lo hannd Fatto a porta chiusa.

Viale SINO 64 LA TRUFFA delle DOPPIE BOLLETTE

E' il solito vecchio stabile a ringhiera apparentemente ben tenuto, in realtà i servizi igienici scarseggiano, infatti c'è un cesso ogni 8 "appartamenti".

In questo stabile non esistono o quasi nuclei famigliari giovani; per la maggior parte sono persone anziane che vivano qui ormai da molti anni. Il ricambio è costituito da persone giovani, lavoratori-studenti o giovani lavoratori le cui famiglie risiedono in luoghi inaccessibili per poter fare i pendol3ri, ai quali viene affittata la stanza dopo accurate indagini

Tutti questi nuovi venuti si sono trovati a dover pagare, oltre l'affitto che oscilla tra. le 80.000 e le 90.000 lire annue per una stanza e le 120.000 e le 130.000 per due stanze, una bolletta extra non registrata nel

ALTRE SITUAZIONI

Al Collettivo ci hanno preparato degli striscioni, che appesi ai nostri balconiavvisavanodelle nostre intenzioni.

Abbiamo preparato manifestini che sono stati applicati alle porte d'entrata e tenevamo in casa una copia della sentenza del Pretore, dove si affermava che l'inquilino poteva rifiutarsi di far entrare nelproprioppartamento visitatori estranei.

Tutte queste decisioni sono state prese con riunioni presso il Collettivo e con l'assistenza di avvocati.

La situazione di molti inquilini è senza esagera zione disperata perchè bisogna provare per credere certe cose: aver sempre la prospettiva che da un momento all'altro arrivi incasa un'ingiunzione di sfratto.

Provate a pensare alla maggioranza di vecchi pen sionati che vivono nel nostro quartiere con una pensione favolosa di 19.000 lire al mese, comefarebbero a trovare un altro tetto!

Le case popolari: diranno tanto persone

Sì, a Cernusco sul Naviglio, o a Rozzano, dove non ci sono quasi mezzi di trasporto, dove tutte le necessità più elementari mancano per mancanza di fondi; ma il rione di Porta Romana deve diventare un ambiente di élite. Debbono abitare tutte famiglie di alto lignaggio, non i lavoratori con stipendio fisso. Ecco qui la nostra lotta di quartiere.

Ogni due settimane ci riuniamo presso il Collettivo e decidiamo la lotta che dobbiamo portare avanti contro queste speculazioni e abusi. Sembra che il costante appoggio dei membri del Collettivo faccia in modo che la coscienza di coloro che hanno partecipato alla lotta di ribelli al Fatto che questa grande città fatta dai lavoratori e costruita Con il loro sangue e le loro lotte affondi nelle mani di quelle poche persone che non sanno cosa vuol dire guadagnare il pane onestamente. Perchè salvo pochissime eccezioni chi si arricchisce bob sono le persone che prendono uno stipendio fisso alla fine del mese ma chi le sfrutta.

contratto, che varia a seconda del numero dei vani dalle 30.000 alle 70.000 lire annue.

Dopo la sensibilizzazione e la lotta iniziata dal Collettivo sui problemi degli alloggi e dei fitti, sono tre i nuclei famigliari che hanno sospeso per il II° trimestre consecutivo il pagamento di questa bolletta, ne.:nostante telefonate e lettere a carattere intimidatorio da parte dell'amministrazione.

Purtroppo in questo stabile, per carenza di ordine oggettivo, non è stata ancora costruita una organizzazione capillare per denunciare questo furto che viene compiuto ancora una volta dai padroni sulle pensioni e sui salari dei proletari.

Questo è un compito che ci attende, peichè per passare da un'azione meramente difensiva per tutelare i propri diritti ad un'azione più incisiva e vasta che permetta una mobilitaziene per difendere il proprie diritte di rimanere nel quartiere è necessario che sia coinvolto il maggior numero possibile di proletari.

NO! alle DISDETTE e agli ALIMENTI delle SPESE

La vendita Frazionata rappresenta tuttora uno dei problemi più gravi per i lavoratori che la subiscono. Infatti anche nel nostro caseggiato di V.le Monte Nero 34, dove è stata fatta la vendita frazionata, il problema si presenta in tutta la sua gravità.

I nuovi proprietari, illusi dalla società immobiliare che prometteva loro di entrare con estrema facilità negli appartamenti ancora occupati, iniziavano una serie di pressioni sui vecchi inquilini, in massima parte persone anziane P pensionati, affinchè lasciassero liberi i locali e accettassero un aumento illegale del canone d'affitto.

A seguito di questa situazione, gli inquilini hanno reagito riunendosi in assemblea, decidendo uniti e compatti di far fronte a questo stato di cose e di non accettare i soprusi e i ricatti dei nuovi proprietari.

Uno dei maggiori problemi emersi è quello dell'aumento ingiustificato e sconsiderato delle spese. Noi l'abbiamo risolto rifiutando tale sopruso che va contro la legge sul blocco degli affitti che non prevede alcun aumento: le spese che sono state fatte sono tutte a carico del padrone di casa.

Per noi e per tutti gli inquilini che usueruiscono attualmente del blocco, a Gennaio la situazione si presenterà gravissima se l'attuale governo non prenderà provvedimenti che difendano i nostri interessi.

Infatti se Si verificasse lo sblocco degli affitti, micliaia di famiglie si troverebbero a pagare affitti sproporzionati alle loro possibilità e in rapporto anche allo stato penoso in cui si trovano le abitazioni in cui vivono da anni, pagate e strapagate senza che il padrone di casa si sia mai preoccupato di renderle più decenti.

Quindi è importantissimo che ognuno capisca che questo problema ci coinvolge tutti e che quindi partecipi in prima persona a quelle assemblee ed iniziative che verranno promesse dal Collettivo di Quartiere e che devono coinvolgere, per essere efficaci, anche i lavoratori delle fabbriche della zona.

E' importante poi collegarsi con gli abitanti degli altri quartieri popolari di Milano per imporre il blocco degli affitti e delle spese e la costruzione, in tutte le zone che ne hanno bisogno, di case popolari per i lavoratori con un affitto non superiore al 10% del salario del capo famiglia.

In yiale Blignv 60 oli inquilini si sono riuniti in assemblea, hanno costituito il comitato di caseggiato e si sono opposti alla vendita rifiutandosi di far visitare il loro appartamento agli eventuali compratori.

Con numerosi cartelli affissi ripetutamente (perchè la padrona di casa li faceva immediatamente togliere tramite la portiera), tipo: NON CE NE ANDREMO DA QUESTA CASA, NON ACCETTEREMO AUMENTI DI FITTO E SPESE, NO ALLE VENDITE FRAZIONATE, NON CI MANDERETE VIA DA QUESTA CASA, NON CONVIENE COMPRARE e altre ancora, sono riusciti a scoraggiare gli aquirenti e hanno dimos' 'ato agli abitanti del quartiere come organizzandosi si possa impedire la vendita.

Il risultato si è avuto immediatamente; molti vedendo che nel caseggiato c'era la volontà di -restarci e di opporsi con ogni mezz a eventuali sfratti, rinunciavano addirittura a chiedere informazioni.

Tuttora solo due o tre appartamenti sono stati venduti (comprati dagli stessi inquilini); si è riusciti quindi a bloccare le vendite.

Questa lotta si è poi momentaneamente arrestata in quanto non si è riusciti a coinvolgere gli inquilini in una lotta più vasta anche per ottenere le riparazioni indispensabili al mantenimento del caseggiato in stato abitabile.

Analoghe situazioni si sono verificate in Via Salasco 30 e in Viale Umbria 21. In questi caseggiati non si è riusciti però a bloccare totalmente le vendite perchè è mancata un'organizzazione degli inquilini decisa e forte.

In Via Salasco 30 i nuovi padroni di casa hanno inviato lettere intimando lo sfratto. Alcuni inquilini hanno risposto dichiarando volontà precisa di non andarsene in quanto il loro contratto è tutelato dal blocco.

In Viale Umbria 21, oltre .a tentativi e minacce di sfratto, vi sono stati aumenti ingiustiPicati di spese. Anche in questo caseggiato gli inquilini hanno risposto rifiutando sfratti e aumenti ingiustificati.

In Viale Monte Nero 8 la Cassa di Risparmio, proprietaria anche di ci,lesto caseggiato, ha inviato lettere di disdetta a tutti gli inquilini con la motivazione che il caseggiato deve essere ristrutturato. In realtà gli inquilini, riunitisi in assemblea, hanno capito benissimo che si tratta di una manovra speculativa della cassa di Risparmio che vorrebbe sì ristrutturare ma non perchè la casa crolla anzi percM Vorrebbe ricavarne una casa di lusso e mandare via i lavoratori, pensionati e artigiani che da anni ci vivono.

Ora gli inquilini sono rimasti dove erano perchè hanno tutti i contratti bloccati e la Cassa di Risrarmio ha dovuto ricevere una loro delegazione : - Pino alla Fine del 1974, ha ammesso, non può fare nulla, poi si vedrà! Intanto ha tolto la portineria per rendere più disagevoli le condizioni abitative, ma gli inouilini hanno già cominciato a muoversi per respingere anche questa manovra.

Vittoriosa è stata la lotta di Viale Bligny 54. Il padrone di casa ha effettuato alti aumenti ingiustificati di spese nel trimestre marzo/ giugno 1973. Gli inquilini, riunitisi in assemblea, si sono opposti all'aumento, non pagandolo. Non è stata una lotta compatta, nonostante il lavoro di propaganda svolto dal comitato di caseggiato, solo una minoranza si è rifiutata di pagare.

Il risultato è stato significativo. Lo è stato in particolar modo per quelli che hanno avuto paura di unirsi agli altri per far valere i propri diritti. Infatti nei due trimestri successivi l'aumento è stato tolto. Questo significa chiaramente che era ingiustificato e che il padrone di casa voleva rubare i soldi agli inquilini.

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'UNIONE INQUILINI ROZZANO CHI SIAMO E CHE COSA VOGLIAMO

L'Unione Inquilini di Rozzano è l'organiz"razione di base degli inquilini che patrocina la lotta per la casa e tutte le altre forme di lotta di quartiere che riguardano i servizi: sanità, scuola, trasporti, ecc.

L'Unione Inquilini sta effettuando l'autoriduzione dell'affitto, come forma di lotta per ottenere un equo canone.

Che cos'è l'autoriduzione?

Come abbiamo già spiegato in alcuni volantini distribuiti in quartiere, autoriduzione significa che:

- per costringere lo I.A.C.P. ad abbassare gli affitti

- per difenderci concretamente dall'aumento dei prezzi paghiamo già da ora un affitto ridotto. QUANTO?

L. 5.000 per locale, purche non si superi il 10% del salario del capo-famiglia.

Molti lavoratori, pur facendo lo sciopero dell'affitto o l'autoriduzione, si vergognano di dirlo, non si fanno vedere alle riunioni dell'Unione Inquilini, se ne stanno a casa a vedere come andrà a finire.

C'è chi poi fa di tutto per alimentare i timori e i tentennamenti dicendo che lo sciopero dell'affitto e l'autoriduzione vengono portata avanti solo da un gruppetto di estremisti. Ma 'se controlliamo i dati riportati in luglio di quest'anno dal Corriere d'Informazione, si può verificare che a Rozzano il 41,6% delle Famiglie portano avanti lo sciopero dell'affitto o l'autoriduzione.

xl che significa che più di 2.000 famiglie, solo nel nostro quartiere, stanno lottando con noi. Come gruppetto non è poi male. Consideriamo poi che lo stesso avviene in tutti gli altri quartieri popolari, e ci rendiamo conto delle grandi possibilità della nostra lotta. Come mai allora non si sono ancora ottenute concrete diminuzioni dell'affitto?

Perchè le famiglie che portano avanti queste forme di lotta non sono ancora abbastanza unite e organizzate. Per superare queste difficoltà l'Unione Inquilini di Rozzano sta elaborando assieme all'Unione Inquilini di Milano e agli altri comitati di quartiere di Milano, una piattaforma rivendicativa da presentare alla Regione e all'Istituto per ottenere appunto una reale diminuzione degli affitti nelle case popolari, il blocco degli affitti nelle case private, affrontando anche il problema dell'equo canone, e la risoluzione di tutti i problemi che riguardano i quartieri e la casa in generale (servizi, trasporti, sanità, scuola, ecc.),

La Rozzano di 6 anni fa e completamente cambiata e invece di stabili per i servizi per i la,Toratori (come ad esempio l'ambulatorio INAM, il pronto soccorso, ecc.) sono sorte e stanno sorgendo case private, villette, ecc. Rozzano, che attualmente conta 35.000 abitanti, manca inoltre di servizi sanitari adeguati, manca di aule sufficienti nella scuola dell'Obbligo (vedi i doppi turni che tanto disagio portano sia ai bambini che alle loro famiglie). Il servizio di nettezza urbana poi è deplore-

LE OCCUPAZIONI «ABUSIVE»

In generale, la situazione abitativa a Milano e provincia è disastrosa.

Dai dati pubblicati sul Corriere della Sera risulta che "in Milano mancano 50.000 alloggi popolari, mentre 50.000 appartamenti di lusso sono sfitti, e 57.000 famiglie circa vivono ir case decrepite". Le case che sono disponibili hanno affitti elevatissimi, impossibili da pa• gare, o sono vecchie e disagiate, inabitabili.

I lavoratori sono costretti ad aspettare per anni una casa popolare e il più delle volte non riescono ad ottenerla (ci sono famiglie che hanno fatto domanda 7 - 8 anni fa).

Inoltre, dalla fine del 1972 sono state bloccate le assegnazioni degli alloggi popolari in affitto, e vengono dati solo alloggi a riscatto (il che significa pagare 60-70.000 lire al mese per una casa popolare).

Un lavoratore che cerca casa si sobbarca affitti che incidono per circa il 50% sul suo salario, o è costretto ad accettare di vivere in case vecchie, senza servizi, malsane e senza alcun conforto.

Le famiglie poi che si trovano da anni in alloggi disagiati, antigienici, più simili a topaie che a vere e proprie abitazioni (pensiamo a quei caseggiati dichiarati inagibili, ma che rimangono tali e quali senza che i padroni di casa facciano il benchè minimo lavoro di restauro o di miglioria), oppure che vivono nelle case minime, in uno o due vani, senza riscaldamento, nè servizi, e che rifiutando una simile situazione cercano una casa, ma non trovano nulla di alternativo: questo perchè gli alloggi popolari, come abbiamo detto, non vengono neppure più assegnati se non a riscatto, e le case private hanno affitti elevatissimi.

Molte di queste Famiglie si sono trovate costrette a trovare comunque una soluzione, o perchè i Figli si ammalavano per le condizioni artigieniche (reumatismi, febbri reumatiche, bronchiti criniche, e così via), o perchè il numero dei componenti della famiglia non permetteva più di vivere in uno o due locali, o perchè, infine, le case dove abitavano prima venivano abbattute, o il loro appartamento veniva venduto (col sistema delle vendite frazionate).

L'unica soluzione per molte di queste famiglie è stata quella di occupare gli alloggi vuoti e sfitti.

La loro azione è un modo di rivendicare il diritto ad avere una casa decente ad affitto popolare ed è l'unico modo per risolvere la loro grave situazione in breve tempo.

Per questi motivi, anche se sappiamo molto bene che non saranno certamente le occupazio-

ni a risolvere per la classe operaia e le masse popolari il problema della casa, noi siamo dalla parte di queste famiglie, le consideriamo facenti parte integrante delle masse lavoratrici in lotta per il diritto allacasa, e ci impegnamo a difendere i loro diritti e i loro interessi.

Ma una volta occupato l'alloggio, queste famiglie si trovano di fronte a dei fermi rifiuti da parte dell'Istituto, del Comune e delle altre aziende pubbliche competenti: viene loro negato il contratto della luce, del gas-metano .e, cosa ancora più grave, la residenza nel Comune in cui abitano, con le relative conseguenze. Non essendo riconosciuti come cittadini residenti, non possono usufruire dei servizi, come la scuola materna, il patronato scolastico, gli eventuali sussidi, ecc.

Per quel che riguarda il contratto della luce, l'Unione Inquilini ha rivendicato per le famiglie occupanti il diritto a una regolare deFinizione del contratto e, demolendo le "false voci" di regolamenti inesistenti, è riuscita a far avere una normale erogazione della luce a tutti.

Questa è stata una prima importante vittoria. Nello stesso modo si sta procedendo per la definizione del contratto del gas; nelle prossime settimane porteremo avanti tutti insieme una azione verso l'azienda erogatrice, se non si troverà una soluzione.

Per il rpoblema della residenza poi, stupisce il Patto che un'amministrazione comunale di sinistra, come quella di Rozzano, non la riconosca agli abitanti del Comune, come sono queste famiglie ormai da un anno e più, adducendo à pretesto che senza un regolare contratto di affitto essi non possono risultare residenti.

In questo modo l'amministrazione comunale nega a lavoratori di Rozzano di servirsi di quei servizi che per diritto spettano alle famiglie residenti in un Comune, e discrimina così un gruppo di lavoratori in modo del tutto ingiustiFicabile.

Per questo motivo l'Unione Inquilini, in un incontro -col Sindaco, ha chiesto di assumersi le responsabilità di rilasciare la residenza a queste famiglie, e di intervenire presso l'azienda erogattice del gas per costringerla ad erogare il gas a tutte le Famiglie. Sappiamo bene che il Comune non può risolvere tutti i problemi, nè lo chiediamo: quello che chiediamo è che si schieri chiaramente dalla parte dei lavoratori e dei loro bisogni, e li appoggi concretamente nelle loro lotte.

vole. Lo abbiamo purtroppo constatato anche nelle ultime settimane, quando abbiamo trovato le pattumiere strapiene: di questo disservizio i primi piani sono quelli maggiormente colpiti, poichè dal sabato al lunedì l'immondizia si accumula fino a provocarmi tanfi disgustosi e a creare situazioni pericolose dal punto di vista igienico.

Questi disagi non sono nuovi per jli inquilini di Rozzano, ma adesso è ora di dire basta, e prendere provvedimenti affinchè situazioni di questo genere non si ripetano più nel nostro quartiere.

Il SUNIA, organismo cosiddetto "sindacale" che opera in quartiere e che dovrebbe tutelare gli inquilini, non ha fatto e non sta facendo nulla (a parte l'elemosina che, concordata con lo I.A.CP. ci ha propinato: e cioè il non pagamento di due mesi d'affitto una tantum); non vogliamo la carità da nessuno, ma esigiamo quello che ci aspetta.

Per questo invitiamo tutti i lavoratori del quartiere ad Unirsi al-l'Unione Inquilini, a rivolgersi a noi per qualunque chiarimento e delucidazione e per qualunque richiesta.

L'Unione Inquilini è a disposizione di tutti i lavoratori del quartiere ogni venerdì, dalle ore 20.30 alle ore 22.00, al Centro Sociale, via Betulle 21.

Solo se si è uniti e decisi a lottare contro l'Istituto, il nostro padrone di casa, e contro la Regione, riusciremo a raggiungere presto Concreti obbiettivi: una diminuzione dell'affitto reale e consistente, maggiori servizi per i lavoratori nel quartiere, più scuole.

Manifestazione antifascista a Rozzano

LO SFRATTO

UNA PAURA DA BATTERE

Nel nostro quartiere si è verificato ultimamente l'invio di due avvisi di sfratto ad inquilini che l'anno scorso avevano occupato l'alloggio. Occorre subito chiarire che la posizione degli occupanti nei riguardi dell'Istituto è diversa, a tutti gli effetti, da quella degli inquilini che hanno firmato un regolare contratto di affitto e che fanno lo sciopero o l'autoriduzione degli affitti. Comunque anche per questi due casi l'Unione Inquilini di Rozzano si è impegnata a difendere le famiglie interessate: è stata formata una delegazione di massa per andare all'Istituto e trattare una sistemazione accettabile il ritiro dell'avviso di sfratto. Anche in questo caso, con la mobilitazione, si è ottenuta una piccola ma importante vittoria. Questo dimostra come i lavoratori uniti e organizsati sono in grado di difendere i loro interessi, mentre invece se rimangono divisi e disorganizzati saranno facile preda degli attacchi dell'Istituto. Ecco perché noi invitiamo tutti a non cercare mai soluzioni individuali dei problemi, ma rivolgersi, nel loro interesse, all'Unione Inquilini, che è a disposizione di tutti ogni venerdì sera, dalle ore 20.30 in poi, al Centro Sociale, via Betulle 21 (di fronte al PAM).

Novembre 1973

a proposito dell'A.P.I.A.

DENUNCIAMO UNA MANOVRA

CONTRO OLI INQUILINI

LA STUPIDITA DEI LIBRI DI TESTO

1' APIA. Ma come - si chiederanno giustamente ta nessuno, non gli in- c'entra niente,

E' stata costituita a livello provinciale e, così dicono, anche a livello di Rozzano, una fantomatica nuova associazione inquilini: quilini - due organizzazioni di quartiere non sono più che sufficienti, a che cosa serve costituirne una terza?

Gratta, gratta, e il motivo viene fuori facilmente,.e si tratta, tanto per cambiare, di una cosa niente affatto favorevole per i lavoratori

Che cosa succede: poiché la legge prevede che nella Commissione assegnazione alloggi, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, entrino a farne parte anche due rappresentanti delle organizzazioni degli inquilini, e dato che le organizaazioni esistenti sono proprio due, l'Unione Inquilini e il SUNIA, inevitabilmente un nostro rappresentante avrebbe dovuto entrare nella commissione.

Solo che nella commissione si trattano cose "riservate": si decide a chi dare quelle poche case popolari ancora libere o che vengono costruite, e, si capisce, che gli intrighi clientelari sono all'ordine del giorno, a tutto discapito di chi realmente ha diritto alla casa. L'Unione Inquilini, là dentro, potrebbe rompere le uova nel paniere a diversa gente, e si deve quindi assolutamente tenere fuori!

CAROVITA

Ma come Fare? Ecco l'idea geniale: inventando un'altra organizzazione. Non importa se questa nuova fantomatica organizzazione non rappresenha mai condotto una lotta, non in una parola, con gli inquilini. Quello che conta è di tenere fuori l'Unione Inquilini dalla Commissione assegnazione alloggi. Le vere vittime di questa manovra sono proprio gli inquilini in lotta, i lavoratori che da anni aspettano la casa popolare. L'Unione Inquilini ha avuto, a questo proposito un incontro con l'assessore regionale all'edilizia, il quale ha Patto finta di non sapere nulla e ha detto che studierà la cosa. Nel nostro incontro con il Sindaco di Rozzano abbiamo chiesto che la giunta prenda posizione su questa .Paccenda, testimoniando che nel quartiere l'unica organizzazione che agisce e rappresenta gli inquilini è, oltre. al SUNIA, l'Unione Inquilini: chiediamo che la giunta prenda questa posizione proprio perchè questa è chiaramente una manovra contro l'interesse degli inquilini e dei lavoratori in generale e come tale va denunciata da tutte le forze autenticamente popolari.

. Il Sindaco si è riservato di darci la risposta: sarà interessante e significativo veriFicare da che parte si collocherà la giunta: con gli inquilini o con le beghe clientelari?

GRAN DECONc.oRSO PREMi

Riportaimo alcuni brani estratti da testi che attualMente sono in uso nelle scuole rlrmentari; batiano questi per Far capire come la cultura impartito ai nostri figli fin dal primo giorno di scuola sia Patta di banalità, di te mi dhe per la loro astrattezza e il linguaggio con cui vengono espressi f;-,-no apparire la scuola come un qualcosa che non fa parte della vita del bambino: nasce spesso da ciò il rifiuto, il considerare la scuola e i compiti come un castigo.

Tuttavia ancora più grave e da tener presente sono i contenuti reazionari che spesso vengono espressi sotto forma di storielle, di aneddoti che però hanno certo effetto sulla educazione sul comportamente del bambino:

Il lavoro del babbo:

Entra il babbo. E' uscito presto al mattino per il suo lavoro e rientra solo adesso che è buio. E' stanco, ma sulle labbra ha un sorriso di gioia. - Una buona notizia! - Dice, dopo aver salutato la moglie e i piccoli che gli sono corsi incontro. Il caporeparto mi ha dato un lavoro straordinario. E' Faticoso e lungo, ma....meglio così! e guarda affettuosamente i suoi cari.

Una famiglia felice:

A Nazareth, in una povera casetta viveva il piccolo Gesù con la sua mamma e il suo babbo. Giuseppe faceva il Falegname: segava, piallava, inchiodava dalla mattina alla sera. Maria riordinava la casa, lavava i panni, impastava e cuoceva il pane. Gesù, sempre buono ed ubbidiente, aiutava i suoi genitori. Quella famiglia era povera, ma tanto felice perché tutti si volevano bene.

Che bellezza! (poesia)

Il Signore all'ingresso del Paradiso controlla le mani di chi entra....L'operaio fa vedere/le sue mani dure di calli:/han toccato tutta la vita/terra, fuochi, metalli./Sono vuote d'ogni ricchezza/ nere, stanche, pesanti/ Dice il Signore: che bellezza!/così sono le mani dei Santi.

Il lavoro minorile:

L'alba imbianca appena la nebbia umida e fredda e già il campanello squilla. E' l'amico lattaio che mi porta il latte. Corro ad aprirgli. Egli mi saluta e sorride allegro. Ha undici anni, è piccolo, maaro, vispo. Il lavoro che unisce:

Tutti i giorni tutti i giorni non si può più il costo della

una novità una sorpresa, far la spesa, vita è diventato un'indecenza.

E' una vera ignominia, mentre tutto è in aumento riducon le ore di lavoro dimezzan lo stipendio! continua l'industriale - col sudor dell'operaiofar all'estero evacuare l'aumentato capitale.

E' un vero scandalo, non se ne può più, mentre il salario s'assottiglia sempre più!

S'esce per le spese, si cambia un Michelangelo, un Giuseppe Verdi, per poi tornare a casa quasi sempre al verde con la borsa dimezzata!

Mentre i giorni volano, i soldi se ne vanno, chissà se basteranno? per colmare il vuoto la cinghia tireremo!

Ci prendon per il collo anche se sofferenti, la giustizia è con loro.

Su, non stiamo indifferenti, questo è il nostro motto: Uniamoci, muoviamoci, nell'incruenta lotta!Facciamoci valere chiediam quel che ci spetta, se no ci schiacceranno in men che se l'aspetta!

Felicita Marchesi

cmi SA PR SeovARE L. 54 DéFFERENZ.S. Frk,k LE Due víGNP-Tre. vRRRA% IN MATO 1 LITRO DI BEN21NA NoRmALa PREZzO fitAV04-050 DI 4- 152..

Il lavoro è voluto e benedetto da Dio, che ha dotato di intelligenza, di immaginazione e di sensibilità per portare a compimento la sua opera: sia egli artista o artigiPno, operaio contadino, ogni lavoratore è un creatore. Il lavoro vissuto in comune, unisce la volontà e Fonde icuori: nel compierlo gli uomini si scoprono Fratelli. (Paolo VI)

Una linguetta curiosa:

....Chi siete? Noi siamo gli orecchi.- Che cosa fate lì sull'attenti come due sentinelle?

Abbiamo il compito diascoltare.- Perché bisogna asooltare molto e parlare poco (quindi vengono citati alcuni proverbi Fra i quali "Parla poco, ascolta assai e giammai ti pentirai")

E noi Frasi come nueste: la nonna che Fila la lana - il contadino che giace - l'Italia che somiglia alla mamma - la mamma che cuce il grembiulino del bambino con amoreIl bambino leggendo il suo libro di testo imparerà che: è bello Fare lavoro straordinario, che più si è poveri più si è Felici; che gli operai vanno in Paradiso perchè hanno le mani callose come i Santi; che è meglio lavorare ad 11 anni piuttosto che andare a scuola; che ogni lavoratore è un creatore, simile a Dio; che è meglio stan zitti ed ascoltare; non considerando poi la stupidità di certe cantilene che Fanno ridere anche i neonti.

Provate a dare uno sguardo ai libri che hanno dato a scuola ai vostri bambini, troverete temi uguali a quelli sopracitati, leggerete poesie che erano anche sui vostri vecchi libri di scuola: dalla "Vispa Teresa" alla "Donnina piccina picciò" alla "Bandiera tricolore che è stata sempre la più bella" ecc. Ciò che è cambiato è il prezzo e la copertina. E' necessario quindi che assieme a tutti gli altri problemi che la scuola impone, vengano presi in considerazione i contenuti dei libri di testo per impedire che venga attuata a nostre spese una doppìa speculazione: per quanto riguarda i costi (anche se i libri delle elementari sono gratuiti i soldi per gli stanziamenti vengono sempre allenaeritidalle tasce dei lavoratori) e per quanto riguarda il contenuto.

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Pag.4 Novembre 1973

UNA ESPERIENZA DI LOTTA:

LA GIULIO ROMANO

Nel gennaio dello scorso anno alcuni genitori della scuola elementare di via Giulio Romano si sono rivolti al Collettivo di Quartiere perchè due classi facevano i doppi turni, con grave disagio per i bambini e per le famiglie.

Si sono tenute varie assemblee nelle quali si è affrontato il problema immediato di trovare nuove aule per la sistemazione dei bambini e che ha visto la partecipazione di molti genitori.

In queste prime riunioni, che. si sono tenute fuo ri dalla scuola, i genitori hanno sentito la necessità di costituirsi in Associazione per poter contattare tutti i genitori affinchè partecipino alle decisioni sui problemi della scuola.

Il deciso atteggiamento dei genitori ha costrett il direttore a cedere alcune aulette, prima adibite a sale di ricevimento, per potervi sistemare i bambini del turno pomeridiano.

Per quest'anno l'associazione genitori si propone.di affrontare il problema delle attività parascolastiche e quello di una maggiore collaborazione con gli insegnanti.

Inoltre è stata fatta alle autorità comunali la richiesta di mobil-schools in quanto, per poter evitare i doppi turni quest'anno, si sono sacrificate le aule di musica e di proiezioni di fulmini.

L'esperienza dello scorso anno ha insegnato che per poter risolvere i problemi della scuola è necessario che tutti i genitori e soprattutto quelli che già lottano nei caseggiati partecipi no attivamente alla vita della scuola.

Questa esperienza, qui sopra raccontata da alcu ni genitori che hanno partecipato alla lotta, è importante perchè è la prima vittoria nel nostro quartiere conseguita contro le autorità sco lastiche che anche quest anno sono dovute inter venire per evitare i doppi turni. Ciò dimostra che solo attraverso una lotta decisa, i genitori possono costringere chi dirige la scuola a tener conto delle esigenze dei lavoratori.

ASSEMBLEA del 28 SETTEMBRE I LAVORATORI VOGLIONO CASE POPOLARI

Venerdì 28 Sedtembre si è svolta, per iniziativa del Collettivo di Quartiere, un'assemblea di inquilini, sul problema dell'uso delle aree libere della zona Romana-Vigentina. E' la prima assemblea di (mesto tipo che si tiene nel quartiere ed è un fatto molto significativo che la partecipazione dei lavoratori della zona sia stata attiva e molto interessata. L'intervento dei lavoratori sull'uso delle aree è stato detto nell'assemblea, si rende infitti sempre più urgente e necessario; i padroni e il Comune hanno permesso Fino ad ora che sulle atee libere gli speculatori costruissero case di lusso e medio lusso con affitti così elevati da enRere inacessibili a qualsiasi lavoratore. Anche l'Istituto Autonomo Case Popolari, che dovrebbe in teoria costruire case per i lavoratori, , non si è comportato in modo diverso dagli altri padroni: classico esempio sono i grandi palazzi costruiti in via Tibaldi dall'Istituto, in cui abitano soltanto medi e grossi borghesi. L'Istituto fino ad ora ha costruito case popolari solo in periferia, lasciando le zone centrali libere per la borghe4 sia. La costruzione di case di questo genere è coerente alla trasformazione della nostra zona in zona residenziale per i padroni poichè essa ormai è diventata molto centrale.

Per questo motivo sì cerca di cacciare da qui i lavoratori che vi abitano da tantissimi anni.

Fanno parte di questo piano le vendite frazionate, l'aumento dell'affitto e delle spese, gli sfratti, la mancata manutenzione degli stabili più vecchi.

I padroni, sempre desiderosi di guadagnare di

AUTOPORTO, PORTO-CANALE INTENZIONI DEI PADRONI SUL SUD MILANO

Qui a Porta Romana un po' alla volta stanno mandando via tutti i lavoratori. Questo succede sia per le case sia per le fabbriche.

La zona, per la sua vicinanza al centro, (dove ci sono negozi, servizi, ecc.) diventa sempre più un gustoso boccone per gli speculatori, che al posto delle case vecchie vogliono far crescere grandi e lussuosi palazzi.

Questa tendenza viene facilitata anche dalle intenzioni dell'ENI di mettere un nuovo centro direzionale a S. Giuliano e di costruire un enorme porto-canale (del canale navigabile Cremona-Milano) che diventerebbe, con i suoi 12 milioni di metri quadri, il luogo di scambio delle merci trasportate via acqua, con la ferrovia e i camions.

E' chiaro che le aree comprese all'interno della nuova tangenziale che delimiterà il Comune di Milano, dovranno diventare, una volta ,espulse le fabbriche e la residenza popolare, zone di lusso in cui ci saranno parchi e giardini pubblici ma il cui prezzo sarà inacessiMie per i lavoratori.

Infatti, il Comune intende contenere la popolazione di Milano entro un massimo di.1.800.000 abitanti, ma non dice dove andranno a finire quelli che saranno espulsi (e se ne deduce che, come al solito, si ritroveranno nelle estreme periferie isolati da tutti, senza servizi, ecc.).

Ma un problema importantissimo che solleva la costruzione del porto-canale è quello riguardante le fabbriche. I padroni delle industrie le vorranno certamente spostare vicino alle nuove infrastrutture che verranno costruite a S.Domano e a S. Giuliano, trascinandosi dietro questi problemi:

lo spostamento delle fabbriche coincide in genere con la loro ristrutturazione, quindi diminuzione dell'occupazione cioè licenziamenti, cassa integrazione, ecc.;

le aree lasciate libere vendute ad altissimo prezzo agli speculatori, saranno carta bianca in mano alla-mafia dell'edilizia;

l'espulsione della residenza popolare vorrà dire la distruzione dell'attività di tutti i piccoli commercianti soppiantati dai negozi di lusso, specializzati nella vendita di un solo prodotto (formaggi regionali, vini tipici, ecc.), gli unici che potranno pagare gli affitti altissimi delle botteghe.

Il nuovo polo di sviluppo non risolverà affatto i problemi legati alla congestioneindustriale, anzi li (aggraverà ancora di più, comporterà una spesa non indifferente da parte dello Stato (e quindi sarà pagato con i nostri soldi, visto che siamo noi che paghiamo le tasse), e nello stesso tempo dimostrerà che tutti i discorsi sullo sviluppo del meridione sono molto improbabili visto che si continua ad investire massicciamente al Nord.

E' necessario quindi lottare contro questa ristrutturazione dei padroni, che viene interamente pagata dalla classe operaia. Per quanto riguarda il problema della casa, bisogna impedire che le poche aree libere rimaste o quelle che rimarranno libere cadano in mano agli speculatori.

VOGLIAMO CHE SIANO COSTRUITE CASE POPOLARI NELLA ZONA !

NON VOGLIAMO ANDARE A VIVERE NEI QUARTIERI DI PERIFERIA!

UNIAMOCI ALLA LOTTA DEGLI OPERAI CONTRO LA RISTRUTTURAZIONE NELLA FABBRICA E NEL QUARTIERE!

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più, arrivano persino a minacciare gli inquilini che giustamente non se ne vogliono andare. Nell'assemblea è stato quindi detto che i lavoratori devono sì lottare ognuno nel proprio caseggiato e in modo organizzato contro le vendite frazionate, gli aumenti dell'affitto, ecc., ma che questo ormai non basta più. Per dare una prospettiva veramente vincente a ,quelle lotte è necessario che i lavoratori in zona comincino ad occuparsi delle aree libere e a richiedere agli enti pubblici, Comune e I.A.C.P. di intervenire per la costruzione su di esse di case popolari.

Al Comune si deve chiedere di vincolare, con la legge 167, certe aree alla costruzione di case per i lavocatori, allo I.A.C.P. di costruirle con degli affitti non superiori al 10% del salario del capofamiglia.

L'assemblea degli inquilini ha quindi deciso di delegare ad una commissine il reperimento dei dati sulla situazione delle aree libere esistenti per individuare su quali di esse aavanzare le proprie richieste e iniziare la lotta.

I lavoratori sanno infatti per esperienza che nulla si possono attendere dagli enti pubblici se non fanno pressione su di essi con la forza delle loro Lotte.

Si è deciso infine di convocare un'assemblea in cui, sulla base di una chiara visione della situazione di zona, si decideranno le iniziative da prendere, su cui si chiameranno ad una presa di posizinne i consigli di fabbrica della zona e i consigli di zona.

ANCHE L'ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO -7 DELLA CITTA' DEVE ESSERE NELLE MANI DEI LAVCRATORI

PARTECIPIAMO TUTTI

ALL'ASSEMBLEA DI QUARTIERE

VENERDÌ 16 NOVEMBRE

alleare 21 invia Crema 8

- A fine anno scadono i vincoli sulle aree per edilizia popolare e per servizi: LE AREE ANCORA LIBERE NON DEVONO CADERE IN MANO ALLA SPECULAZIONE.

Il blocco degli affitti deve essere rinnovato ed il Comune deve garantire che gli inquilini possano veramente usufruirne.

I padroni di casa non fanno le riparazioni delle case: il Comune deve intervenire.

Il Collettivo di quartiere invita tutti a parte cipare per decidere insieme come lottare su questi obbiettivi in vista della manifestazione cittadina sulla casa di fine mese

DOPO LA GELOSO LA SEIMART

Richiedete l'opuscolo "Via la paura" indispensa bile per la difesa contro i padroni di casa al Collettivo di quartiere Romana-Vigentina in via Crema 8 tutti i martedì alle ore 21

I lavoratori della LESA (oggi SEIMART)q, dopo avere condotto una lotta dura e vincente due anni fa per mantenersi il posto di lavoro, oggi sono nuovamente minacciati di licenziamento. Chi minaccia il loro posto di lavoro è la GEPI, un ente statale che possiede gran parte del pacchetto azionario della SEIMART, che intende ristrutturare la fabbrica: ciò significa trasferimento di alcuni uffici a Torino, licenziamento di tutti gli operai e gli impiegati, ,speculazione edilizia sull'area così liberata. Questo rientra nel disegno che i padroni e gli enti pubblici hanno fatto sulla nostra zona (Credi articolo "Le intenzioni dei padroni sullo sviluppo del Sud-Milano).

Tutti gli inquilini e i lavoratori della zona devono appoggiare la letta dei lavoratori della SEIMART e denunciare queste manovre antipopolari.

(
1973 Pag.7
Nnvembre

PANORAMA DELLE LOTTE IN ALCUNI QUARTIERI

Ormai in tutti i quartieri di Milano si sviluE pano lotte tendenti ad alleviare le precarie condizioni igieniche e abitative.

A Quarto Cagnino ali inquilini del quartiere 'd in particolare quelli di via Fratelli Zoia 105, che da ormai un anno Fanno l'autoriduzione dell'affitto nelle case IACP hanno occupato le case minime di via Fratelli Zoia. Dopo aver promosso assemblee di quartiere, gli inquilini organizzati dall'Unione .Inquilini hanno deciso di mobilitarsi:

l) contro la mancanza di servizi in cui i padroni ed il Comune lasciano i quartieri popola ri contro le precarie condizioni igienicó sani tarie per l'ingiunzione a privati di risanare i vecchi stabili dotandoli di servizi igienici decenti e sufficienti per il blocco delle licenze edilizie, polche le costruzioni ammassate stanno soffocando gli inquilini nel cemento.

In concreto si chiede:

1° Destinazione a verde dell'area sulla quale sorgono le baracche di via Zoia 105 le cui macerie devono essere sgombrate.

2°Copertura dei fossi-immondezzai

3° Che il Comune imponga il risanamento dei vec chi stabili.

Gli inquilini di Quarto Cagnino e di via Zoia 105 sono impegnati nella propaganda e nella creazione di comitati di caseggiato per creare una più ampia pressione di massa in sostegno delle loro richieste. Fra le adesioni è da sot tolineare quella del C. di F. della Spraguel Creas.

A Cesano Boscone gli inquilini organizzano la loro lotta contro il costruttore RANCILIO. Questo, come tutti i padroni, sfruttando la con vivenza con la D.C. e della amministrazione comunale ha costruito un intero quartiere sacri ficando alla logica del profitto le esigenze di verde e di servizi. Gli inquilini vanno sempre più prendendo coscienza che non sarà il sindaco D.C. Cavalloni a risolvere i loro problemi ed hanno iniziato con successo la sospensione del. pagamento delle spese nella prospettiva di priticare l'autoriduzione dell'affitto contro Par cilio che Si appoggia ai fascisti per seminare terrore e frenare le lotte a Cesano Boscone.

A Baggio gli inquilini di via Sella Nuova si oppongono risolutamente alla manovra del padre ne di casa "NOVA" di praticare la vendita degli. appartamenti. 240 famiglie hanno saputo organiz zarsi, investire del loro problema il quartiere con manifesti, volantini e comizi. e bloccare la vendita frazionata. La lotta continua: gli inquilini più decisi Fanno picchetto ogni sabato davanti ai-portoni facendo così opera di propa. ganda.

A Crescenzago, mentre da una parte si sviluppa la lotta sostenuta con successo dagli inquilini di alcuni. caseggiati per le riparazioni, diretti dal Comitato di agitazione, dall'altra, dal l'inizio di agosto si è sviluppata una lunga lotta per la difesa delle ragazze madri di via Pusiano. L'Amministrazione Provinciale è arriir ta a decretare spudoratamente l'espulsione ragazze madri minorenni. I Comitati di auartiore: Ponte Nuovo, Cimiano,Casoretto ed il C.di di Crescenzago, ricevendo l'appoggio dei Corsigli di Fabbrica della Ri.zzoli, Innocenti, Arden, Laben coinvolgendo anche le Sezioni di zo na del P.C.I. e del P.S.I. hanno saputo mobilitare a foydo le yagazze madri e la gente del quartiere.

Con svariate assemblee hanno chiesto:

1° La revoca dei provvedimenti di espulsione

Dalla prima pagina: PREZZI stati compensati neanche in minima parte da questo periodo di blocco durante il quale, tra l'altro, tutti i generi alimentari sono aumentati dal 4 al 10% come da indagine statistica del Comune di Milano (da "Il Giorno" del 19/10 1973).

In definitiva questo blocco dei prezzi è stato sono Formale, ma nella sostanza ha inciso negativamente sul potere d'acquisto e sul salario dei lavoratori. L'altro aspetto è che si sono accordate tutte le possibilità di evadere il blocco agli industriali e nessuna ai piccoli negozianti, cercando invece di colpire duramente questi ultimi e di mettere i lavoratori contro di essi, come già è stato fatto con 1' I.V.A..

MA SE TUTTO QUESTO E' VERO PERCHE' IL BLOCCO DEI PREZZI?

Ciascuno può vedere che è stato soltanto un provvedimento demagogico, per "far stare buoni i lavoratori" e consentire la ripresa produttiva agli industriali. Lo stesso governo ha contribuito direttamente, con un appoggio ai grandi produttori, a rendere nullo questo blocco; con l'aumento del prezzo della benzina (e questo dimostra che le intenzioni del governo non erano di agevolare le classi lavoratrici e di contrastare il grande capitale); con la revisione delle tasse, che andranno a colpire più di tutti i lavoratori dipendenti con il reddito più basso; con la contingenza, che scatterà solo di 3 punti, in virtù di un blocco del costo della vita che non c'è stato; con lo sgravio degli oneri fiscali, che vuol dire prendere a suo carico (cioè con i soldi dei lavoratori) la spesa per l'indennità di disoccupazione prima pagata dalle aziende. L'aumento del prezzo della benzina è arrivato dopo che i produttori avevano minacciato di tagliare i rifornimenti dei prodotti petroliferi in genere, come era stato fatto a suo tempo per il grano, ottenendo così un finanzi 'ento diretto da parte del governo. Nonostante ciò, oggi abbiamo l'eliminazione del pane comune che provoca quindi un aumento di circa 70 lire al kg.

COSA DICE IL GOVERNO

"I lavoratori hanno avuto questo provvedimento che aumenta di fatto i loro salari; non è più necessario, quindi, che vengano aperte altre vertenze per richieste economiche alle aziende ed è necessario invece Garantire un periodo di pace sociale per la ripresa produttiva del paese". (Dal Corriere della Sera del 15/10/73). Questo dunque er l'obiettivo del blocco dei. prezzi, sbandierLto come intervento a favore dei lavoratori. La verità è invece che i lavoratori ora stanno subendo le conseguenze del continuo aumento del costo della vita (a partire dal prezzo

della benzina, che darà 300 miliardi in più all'anno al governo e 100 miliardi ai petrolieri); che a fine ottobre ci sarà la fine di questo fittizio blocco dei prezzi con le conseguenze che tutti possono immaginare; che a partire dal 1 gennaio tutti i lavoratori dipendenti saranno tassati direttamente sul salario (con forti percentuali); che il governo ha intenzione di togliere anche il blocco degli affitti dal 31 gennaio (anche in questo caso con conseguenze disastrose per il salario dei lavoratori e allettanti per i padroni di casa, grosse immobiliari in testa).

i! Il contentino che il aoverno ha dato ai lavora delletori è stato l'aumento delle pensioni, l'indennità di disoccupazione, e gli assegni famigliari. Ma a guardare bene anche questa è una truffa.

Le pensioni sono state aumentate di 6.000 lire al mese: così chi ha una pensione minima prenderà in tutto 360.000 lire all'anno.

L'indennità di disoccupazione passa da 400 a 800 lire al giorno, come dire che se uno resta disoccupato un mese vive con 25.000 lire lui e la sua famiglia.

Questo vuol dire che ogni futuro aumento resta a discrezione del governo. Non a caso le trattative su questi punti sono state condotte tra governo e vertici sindacali direttamente, senza impegnare minimamente la Forza di pressione dei lavoratori, la qual cosa poteva senz'altro portare ad aumenti più rispondenti alle reali necessità della classe operaia.

2° L'assegnazione di un alloggio alle ragazze madri dimesse

3° Comleta assistenza ai Figli delle stesse

4° Garanzie di funzionamento della Casa della Madre e del Fanciullo.

La lotta ha portato al rientro delle espulsioni ed al consolidamento dell'unità e della vicinan za fra le ragazze madri contro ogni sporca mano vra dell'Amministrazione Provinciale.

Gli assegni famigliari passano da lire 4.500 per la moglie a lire 8.000 e per il figlio da 5.900 a 8.000; quindi un lavoratore dovrebbe mantenere moalie e un Figlio con 16.000 lire al mese.

Per prima cosa questi aumenti partono dal 1 gennaio 1974 e quindi non coprono assolutamente l'incremento del costo della vita verificatosi durante tutto il 1973.

Come seconda cosa nessuno di questi elementi: pensioni, assegni Famigliari, indennità di disoccupazione, viene automaticamente agganciato alla scala mobile, cioè agli. effettivi aumenti del costo della vita che si verificheranno in Futuro.

Dalla prima pagina: GOVERNO RUMOR

Anche se nelle fabbriche più avanzate stanno partendo in questi giorni numerose vertenze su piattaforme che contengono molti aspetti positivi, rimane pur sempre una certa divisione tra le grandi e le piccole Fabbriche, tra i lavoratori di Fabbrica e i lavoratori a domicilio, tra gli occupati e i disoccupati.

Permettendo che vengano attaccati i livelli minimi di sussistenza della classe operaia, e sui strumenti organizzativi, come i Consigli di fabbrica, allorà sì che si favoriscono spinte corporative! Questa sarebbe la politica popolare del governo Rumor!

RUMOR E IL PROBLEMA DELLA CASA

Che la reale funzione del governo Rumor sia quella di far pagare alla classe operaia e alle masse popolari il peso della crisi dei padroni, in modo più furbo e sottile di come voleva farlo Andreotti, è confermato dalla sua politica sulla casa.

Mentre Andreotti aveva anche qui condotto un attacco chiaro ed esplicito contro le masse popolari, impedendo la benchè minima applicazione della legge di riforma della casa (865), tagliando i finanziamenti, facendo emettere alla Corte Costituzionale la famosa sentenza che permette di fatto ai padroni di casa di aumentare anche gli affitti bloccati, e soprattutto con i Decreti Delegati, vera ,e propria controriforma della casa, Rumor ha esordito con una misura apparentemente popolare: il rinnovo del blocco dei Fitti e degli sfratti, però .......solo fino al 31 gennaio 1974.E poi che cosa accadrà?

L'intenzione ancora una volta è di liberalizzare i canoni, se non lo si costringerà con la lotta a prolungare indefinitamente il blocco. Anche nei mesi del governo Rumor di case popolari ne sono state costruite molto poche e quelle che vengono o che stanno per essere costruite sono quasi tutte case a riscatto: ecco il nuovo modo del governo Rumor di fare le case per lavoratori. Ma non basta. Il governo ha prorogato per altri tre anni il prelievo del contributo GESCAL, che doveva scadere quest'anno, per rifinanziare la legge di riforma della casa.

Ma come - chiederebbe qualunque persona di buon senso e tutti i soldi, e si tratta di migliaia di miliardi, dei contributi GESCAL versati in tanti anni dove sono andati a finire, se di case popolari ne hanno costruite pochissime?

Spariti!! Migliaia di miliardi tolti dalle tasche dei lavoratori e regalati ancora una volta ai padroni.

In definitiva si ricomincia daccapo: se vogliono case popolari i lavoratori devono ricominciare a pagarsele; con quale garanzia poi che vengano effettivamente costruite proprio non si sa, visto come è andata a Finire in passato!!!

La morale di questo discorso è: se non ci si organizza per difenderci dai continui attacchi dei padroni, se non si lotta per la diminuzione degli affitti delle case popolari e per la costruzione di case e servizi per i lavoratori all'interno delle città, e prima di tutto nelle aree ancora libere, se non si lotta per la manutenzione dei vecchi stabili, contro gli aumenti delle spese, contro gli scratti e le vendite frazionate, se non si comincia da subito a lottare per una proroga indefinita del blocco dei' fitti e degli sfratti, tra un po' proveremo ancora di più sulla nostra pelle la grande "attenzionri 'del governo Rumor per i nostri bisogni e per i nostri interessi.

Anche il governo Rumor è il governo dei padroni: questa è la ovvia verità e guai dimenticarlo anche solo per un attimo.

Paa.8 Novembre 1973
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