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A CHE PUNTO SIAMO CON IL NOSTRO CONSIGLIO DI ZONA
e verso una nuova società Si apre il dibattito sulla Conferenza di Zona che si svolgerà nei prossimi mesi.
Il tema dell'educazione e della scuola stà diventando sempre più nodo centrale della vita sociale e civile del nostro paese e l'apertura dell'anno scolastico lo ripropone oggi in termini assai pressanti, non senza inquietudini ed incertezze.
I milioni di giovani che in questi giorni rientrano nelle scuole italiane portano con sé gli interrogativi presenti nella società, cui la struttura e l'organizzazione scolastica non é in grado di dare una risposta, che sia contemporaneamente completa e positiva.
Quei giovani che hanno appena lasciato la scuola di ogni ordine e grado, si ritrovano a ricercare, spesso vanamente, una collocazione nella società civile, percorsa da una crisi economica di vasta portata ed incapace di dare ad essi un ruolo produttivo, dove le conoscenze tecniche e culturali acquisiste, anche se scarse, diventino strumento reale di produzione di cambiamento.
Di fronte a questa realtà complessa e difficile, le forze migliori operanti nel mondo scolastico, gli insegnanti, il movimento degli studenti, le forze politiche democratiche e tutti coloro che so-
Sommario
Lettere al giornale
Mistificazione programmata
Consiglio di Zona
A che punto è il
Consiglio di Zona
Problemi di oggi
Per una scuola nuova
I giovani e il lavoro
Gli asili-nido
Unità delle donne
Ospedali e territorio
Solidarietà con i lavoratori della Gestetner
Area del VII°
La storia del VII I.T.C.
Esperimento riuscito
Festa popolare
Attività culturali
Circolo ARCI
"IL QUARTIERE"
Scuola popolare Argonne
Centro Apollodoro
I giovani di Via Lulli
Centro Culturale
ANTONIANUM
Varietà
Leggende mediterranee al Polo Nord
no davvero convinti di voler combattere le vecchie idee arretrate ed integraliste, facendosi portatori di nuova cultura e di nuovi principi educativi, sono chiamati ad un compito assai arduo. Costruire faticosamente il nuovo, senza imboccare inutili e pericolose scorciatoie, combattere l'irrazionalismo ed il risorgente qualunquismo, aprirsi ed aprire la scuola alla società civile in tumultuosa trasformazione significa porsi l'obiettivo di risolvere alcune decisive questioni, che costituiscono i nodi centrali di una riforma complessiva della scuola italiana. La scuola non costituisce una struttura a sé stante, separata dalla società, ma é parte integrante della vita civile e produttiva del paese: pertanto il primo punto da cui partire é il rapporto della scuola con il mercato del lavoro, che deve consentire una ridefinizione degli obiettivi cc;-nplessivi del sapere culturale e scientifico, da ancorare ai bisogni reali di un settore industriale, commerciale ed agricolo, come quello italiano, oggi in fase di ristrutturazione, che va indirizzato verso obbiettivi nuovi, non più ancorati al solo terreno del profitto, ma anche al terreno del controllo democratico dei bisogni collettivi, come prima fase di un cambiamento di fondo dell'economia, della società dello Stato.
Per sapere costruire e gestire tali obbiettivi culturali e scientifici é assai urgente un aggiornamento del corpo insegnante, collegato però ad un vasto e cosciente movimento di massa, che abbia al suo centro la classe operaia ed il movimento democratico che é nato in questi anni di lotta e che prima di chiunque altro hanno interesse ad una scuola rinnovata nelle strutture e nei contenuti, che diventi sia strumento essenziale di egemonia e di confronto, sia strumento di formazione scientifica e culturale.
Un tale movimento di massa potrà allora dare vita e vigore alle strutture di partecipazione della scuola, dai consigli scolastici ai consigli di istituto, alle nuove strutture dei consigli di distretto, che fra poche settimane dovranno eleggersi.
Non con la logica, e ciò appare decisivo, della partecipazione come puro fatto meccanico o come pura presenza di partito, ma con la profonda convinzione che é necessario costruire un rapporto nuovo e diverso fra i cittadini e lo Stato, capace contestualmente sia di mutare lo Stato ed indirizzarlo verso le previsioni costituzionali, sia altresì di mutare un atteggiamento ancora diffuso nel nostro paese per cui il rapporto fra governati e governanti, tra Società e Stato, tra il cittadino e le Istituzioni é statico, passivo, incapace di adeguarsi e di cogliere il nuovo.
A. CabriniDoveva essere un consiglio "transitorio", della durata di pochi mesi. Costituito nel 1976, il suo compito era quello di portare la Zona alle elezioni dirette previste per l'autunno dell'anno scorso. Poi il rinvio alla primavera di quest'anno e adesso la nuok/a scadenza prevista per la primavera dell'anno prossim o.
A quella data il Consiglio "transitorio" avrà invece compiuto due anni. Due anni saranno un lungo periodo su cui fare dei bilanci, ma già da ora possiamo dire che anche il nostro Consiglio, pure nato per avere vita breve, potrà presentare un bilancio nel complesso positivo.
Alla prossima scadenza delle elezioni dirette possiamo infatti guardare con fiducia poichè ormai il decentramento milanese si è dato un proprio regolamento, ormai approvato anche dalle autorità regionali, e poichè ha retto in questo lungo periodo di parcheggio.
In questi due anni molte cose sono successe, molti sono i risultati raggiunti, anche se molte sono le cose che non sono andate, a nostro giudizio, nel senso giusto.
Il cambio del Presidente
Alla presidenza del nostro Consiglio di Zona era stato eletto, con i voti di tutti i partiti democratici, un democristiano, realizzando una solidarietà politica di buon auspicio per il decentramento; infatti in tal modo si realizzava un rapporto non meccanico con la maggioranza che
regge la Giunta Comunale. noscono la presenza e il ruoPoi, dopo poco più di 6 lo del decentramento nella mesi, le dimissioni del presi- nostra Zona, ma anche da dente e la sua sostituzione una maturazione delle posicon un presidente socialista, zioni delle forze politiche eletto da una maggioranza di presenti nella Zona. sinistra (PCI, PSI, PSDI) e Le iniziative unitarie hanno con l'astensione del PRI. consentito numerose realizDobbiamo a questo punto zazioni nel settore della dire — come ha sempre di- scuola (bacini di utenza, spechiarato il nostro gruppo — rimenta±ione, per esempio) che non riteniamo positivo il in quello della sanità, dove si disimpegno dalla responsa- è giunti al presidio unitario bilità della presidenza da dell'Assessorato per l'otteniparte della DC, perchè non è mento di spazi per l'assistennostro orientamento che il za.
Consiglio di Zona ripeta le Unitarie anche le prese di maggiorànze e le contrappo- posizione sulle questioni delsizioni di Palazzo Marino. la occupazione (Unidal, WasFortunatamente l'atteggia- serman) e del lavoro giovanimento unitario della "nuova le. maggioranza" attuata nel Consiglio di Zona, in particolare sostenuto dal gruppo comunista, ha consentito di superare numerose fratture e di lavorare quasi sempre in modo unitario.
Per esempio ciò avviene nelle commissioni, alle quali partecipano come coordinatori e come membri rappresentanti di tutte le forze politiche della Zona.
I rapporti con l'Università
L'Area verde del VII ITC Importante l'esperienza unitaria in corso per la gestione dell'Area Verde del VII ITC in Via Don Carlo S. Martino, aperta alla popolazione in accordo con l'Amministrazione provinciale e retta da un comitato di Gestione, nominato dal Consiglio di Zona, del quale fanno parte i rappresentanti delle forze sociali, sindacali, culturali e sportive della zona.
Importanti i risultati otte- Questo impegno ha reso nuti nel corso di questo ulti- possibile l'organizzazione di mo anno con una posizione due feste popolari da parte unitaria del Consiglio. Pen- del Consiglio di Zona: il 5 siamo per esempio alla giugno di quest'anno con "svolta" dei rapporti con il l'intervento dell'Assessore Politecnico in occasione del- provinciale all'Istruzione Nola Conferenza di Ateneo e al vella Sansoni e nei giorni 8 e lavoro comune tra Università 9 ottobre con dibattiti sulla e Zona sui numerosi e difficili condizione giovanile, sulla temi di interesse comune. occupazione e sulle scuole, Una svolta resa possibile oltre a manifestazioni cultuda un mutamento degli at- rali (teatro della Selva) e altre teggiamenti delle autorità manifestazioni ricreative. universitarie che oggi rico- segue a pag. 3
Com'è composto e come funziona
Presidente: Adriano Fiore (PSI)
Vice Presidente: Luigi Voltan (PRI)
Coordinatori Commissioni:
URBANISTICA: Piero Puddu (PCI); ASSISTENZA: Tiziano Collinetti (DC); COMMERCIO E CARO VITA: Daniele Lorenzano (PRI); LAVORO: Maria Dosio (PSDI); OCCUPAZIONE GIOVANILE: Giovanni Bellini (PCI); CASA: Alberto Spinosa (PCI); MANUTENZIONI: Catania (DC); EDUCAZIONE: Oscar Bellazzi (PSI); SPORT E CULTURA: Libero Traversa (PCI); BILANCIO: Benito Zocco (DC); ORDINE PUBBLICO e ANTIFASCISMO: Adriano Fiore (PSI).
GRUPPI CONSILIARI
DC: Zocco, Catania, Collinetti, Bracchi, Faggi, Ticozzi (sostituiti: Dedè, Apicella).
PCI: Puddu, Bellini, Panti, Spinosa, Taversa (sostituiti: Pedeferri, Maggi).
PSI: Fiore, Voleno, Bellazzi.
PRI: Voltan, Lorenzano (sostituito: Filetici).
PSDI: Dosio.
PLI: Ferrario (sostituito: Salvi).
Vi sono anche due rappresentanti del MSI.
CAPI GRUPPO: Zocco (DC), Puddu (PCI), Voleno (PSI), Voltan (PRI), Dosio (PSDI), Ferrario (PLI).
MENSILE DI INFORMAZIONE E POLITICA ANNO 1 N.2 - NOVEMBRE 1977 - L. 250BREVE VIAGGIO NEL FANTASTICO MONDO DI PETER KOLOSIMO
Leggende mediterranee al Polo Nord
Chi fu? Ulisse o un altro? Chi accecò Polifemo, il gigante monocolo? Chi rischiò la pelle, fra Scilla e Cariddi? Chi si fece legare all'albero della nave pur di non cedere al canto insidioso delle Sirene? Fu Ulisse o un altro? Passano i millenni e qualcosa non va: la leggenda non riesce a farsi storia. Oggi la notizia. Polifemo, Scilla, Cariddi e le Sirefie non avevano casa nella nostra penisola ma al Polo nord. E Ulisse era un eschimese.
All'Associazione studi preistorici, sezione scientifica dell'Associazione Italia-Repubblica Democratica Tedesca, sono cauti. Parlano di indizi e di sospetti, di scoperte interessanti. Peter Kolosimo, coordinatore dell'Associazione, dice che le ricerche vanno avanti, che mancano le prove sicure. Ma i graniti polari sembra non lascino dubbi: un tempo, la paura fra i ghiacci non erano solo l'iceberg e l'orso bianco ma mostri di mare e di terra in tutto simili ai nostri. Un Omero "in pelliccia" è certo l'autore dei graffiti. Un Ulisse che dorme nell'igloo fu lo sconosciuto che per primo vide i mostri. La Storia si scriverà domani: ma dove? Qui o lassù? Oppure i due Omero, pur ignorandosi. avevano entrambi ragione? Lasciamo la parola a Peter Kolosimo: c'é da mettere a posto un mosaico di informazioni e di scoperte.
"Per cominciare — dice Kolosimo — i graffiti rinvenuti al Polo nord due anni e mezzo fa sono ancora poco decifrati. I caratteri
sono etruschi fenici e semitici, ma non del tutto. Riprodotti adesso in disegno, i graffiti raccontano storie mediterranee, parlano di creature che tutti conosciamo: le Arpie dal volto di donna e dal corpo di uccello, Scilla e Cariddi qui sorprese mentre afferrano una balena, Polifemo ritratto però con tutt'e due gli occhi, la Sirena colta ad allattare i sirenotti. Poi ci sono uccelli tropicali, conigli bianchi, piovre sconosciute nel continente artico e animali stranissimi mai visti. Le affinità di leggenda sono evidenti soprattutto nel ciclope Polifemo; uguale smisurata statura, uguale ostilità verso gli uomini che infine l'uccidono. Qui sembra di sentire Omero che parla".
"Le ricerche proseguono in più direzioni — precisa Kolosimo — Un'équipe di studiosi dei paesi socialisti impegnata a misurare l'incidenza dei raggi cosmici sul nostro pianeta e gli spostamenti, quelli regolari e quelli dovuti a catastrofi, dei poli magnetici, fa grosse scoperte. Dapprima pochi reperti insoliti di una civiltà sviluppata, depositati sul fondo marino tra la fascia settentrionale del Canada e la Siberia. Poi coralli pescati a grandissime profondità. Ancora fossili di animali abituati a vivere all'aria aperta o, tutt'al più, in acque dolci, e rinvenuti invece nel mare. Infine, chiara, l'ossatura di una catena di montagne sommersa, lungo questo asse ramificato: Cadice-Madera-CanarieAzzorre-Bahamas-Terranova-
Due uomini uccidono un gigante. Qui, come in altre raffigurazioni, i riferimen• ti ai miti mediterranei sono evidentissimi.
Groenlandia. Platone non si era sbagliato: Atlantide esisteva davvero. Un arcipelago lunghissimo, più che una distesa uniforme, fra le due Americhe e l'Europa. Poi undicimilacinquecento anni fa, il disastro: un asteroide precipita nel golfo del Messico. E la fine di Atlantide, che sprofonda, e la comparsa, dovuta al brusco sollevarsi della Terra, delle Ande". Dal Polo nord all'America latina. Qui di Sirene e di Arpie, per adesso, neanche l'ombra. Una piramide invece, sul confine fra Bolivia e Perù, incompiuta. I lavori interrotti di colpo e non più ripresi. Altre piramidi in regioni diverse. Se ci si sposta altrove, i segni di una catastrofe di enormi proporzioni: in Siberia, scheletri di mammuth come schiacciati dalle mani di un gigante. E reti di un impianto portuale sulle Ande (a Tiahuanaco, sul lago Titicaca). La Terra fu tutta sconvolta dal disastro: popoli, grazie al "ponte transoceanico" di Atlantide, relativamente vicini, con costruzioni e usanze comuni, si allontanano per sempre; città di mare diventano desolati cimiteri di montagna.
"Il diluvio universale — afferma Kolosimo — non é affatto un'invenzione della Bibbia. Tonnellate di polvere, effetto del cataclisma, coprono ora come uno spesso guscio la Terra. I raggi del sole non passano più. Si condensa l'umidità dell'aria perché niente l'asciuga. E comincia a piovere. I Noè febbrilmente impegnati a costruirsi la barca sono moltissimi. In Amazzonia c'è Noa, che vuol dire proprio "salvato dalle acque". Troviamo Tapi nel Messico, Nu-u allle Haway. Altri Noè sono in Cina, con l'originale nome ebraico Noah. E tutti, nella tradizione popolare, hanno avuto l'avvertimento di Dio".
Il mosaico di dati prende forma. Un intero arcipelago o comunque un continente (i pareri degli studiosi non sono concordi sull'aspetto di Atlantide) dalla Spagna alla Groenlandia giustifica non solo le piramidi in America e i sosia del Noé biblico presenti un po' ovunque sulla Terra: con gli uomini e con l'ingegno, hanno sempre camminato i costumi e le credenze, si sono difuse le leggende.
Ma a Peter Kolosimo non bastano sospetti, pure fondati, e suggestivi indizi: ci vuole dell'al-
tro. Dice: "Le prove geologiche sono tante e tutte sicurissime. Con le archeologiche siamo più o meno sulla sufficienza. La linguistica ci viene spesso in aiuto: é il caso del Noé. E, grazie agli studi antropologici, grazie al controllo del gruppo sanguigno e della pigmentazione, oggi sappiamo che al Polo nord ci sono tutte le razze. Non solo europei e asiatici: anche negroidi. Esistono segni evidentissimi. La pelle molto bianca degli eschimesi non dice nulla. Piuttosto i graffiti lasciano perplessi. Sirene e piovre si conoscono. Altri animali no. E parecchie incisioni neppure gli elaboratori elettronici di Mosca e Lenigrado riescono a decifrare. Ad esempio: che cosa sono certe grosse imbarcazioni? Come mai oggi non si usano più? Perché di alcuni animali riprodotti non si ha la pur minima traccia? Erano piccoli o grossi? Miti o feroci? Ci sono poi armi che non ricordano alcun tipo conosciuto. E il calendario eschimese risulta aver avuto un tempo otto mesi anziché dodici: la catastrofe mutò l'inclinazione dell'asse terrestre? Probabile. Certo é che se l'uomo, qui in Occidente, continua a guardare solo al futuro e vede la chimica, la medicina e la fisica, ma non si preoccupa di applicare la scienza allo studio del suo passato, non capirà mai molto e la scuola resterà quello che é: un posto dove si ignora che i re di Roma erano soltanto tre, gli ultimi nell'ordine, e tutti etruschi".
Fabrizio Chiesura
Una sirena allatta i suoi due piccoli (Capo Dorset).
Sopra: II gigante e le sue vittime designate. Sotto: Uomini e animali si ribellano alla tiranna dei titani. (Le leggende sono ancora vive presso gli eschimesi del gruppo Innuit).
Riprodotto dall'artista Toongooktok, il calendario eschimese illustra il passaggio del tempo. I conigli simboleggiano otto mesi: alcuni sorridono alla temperatura mite, altri appaiono intrisiti per il sopravvenire di giorni inclementi. La testa centrale riprende il medesimo tema: la figura allegra rappresenta il bel tempo; vista all'inverso, con espressione triste, quello cattivo.
ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI
Un problema da risolvere
Non tutti i rischi che incombono sulla nostra esistenza sono protetti dalle assicurazioni sociali obbligatorie. Alcuni e forse i maggiori, non godono di alcuna garanzia per cui il nostro bisogno di sicurezza rimane ancora un problema da risolvere: in che modo?
A questi interrogativi potrete rispondere rivolgendovi all'I.N.A. (Ente di Stato), il quale offre osai ai lavoratori:
LE POLIZZE con adeguamento al costo della vita LE PENSIONI adeguabili al costo della vita
Per informazioni: Agenzia Generale di Milano
"LE ASSICURAZIONI D'ITALIA"
Mistificazione programmata
Fiore e Voltan, presidente e vice presidente del Consiglio di Zona 11, smentiscono il "Giornale" di Montanelli.
Siamo lieti di pubblicare su richiesta degli interessati, il testo della lettera di smentita inviato, con preghiera di pubblicazione, al redattore de "Il Giornale" che ha condotto l'inchiesta nella zona 11.
Egregio Dott. Gualazzini, la serie di articoli predisposta da Lei e dai Suoi colleghi sulla Zona 11 contiene numerosi errori e distorsioni, per cui crediamo necessario fare alcune precisazioni. Speriamo, facendo appello alla Sua correttezza professionale, da Lei sottolineata quando stabilimmo il nostro incontro, che vorrà pubblicare integralmente quanto segue per dovere di informazione verso i lettori del Suo giornale.
Articolo del 19/10 sul problema del Politecnico Si afferma che èstato raggiunto un accordo in base al quale il Politecnico non si sposterà. La notizia è priva di ogni fondamento. Esiste invece, oggi come in passato, una legittima aspirazione della zona e dello stesso Politecnico sia alla ristrutturazione che al reperimento di nuove aree decentrate per rispondere correttamente alle esigenze del servizio universitario e dei cittadini della zona. L'accordo citato, per il quale si sta tuttora lavorando e che quindi non è già concluso, mira a far coesistere in zona le esigenze dei cittadini e quelli del Politecnico di cui nè oggi nè in passato il Consiglio di Zona ha mai chiesto la cacciata, per ovvi motivi culturali ed economici.
Articolo del 19/10 sulla criminalità
Come Le abbiamo già sottolineato, le Sue affermazioni non sono del tutto attendibili. Il fatto che noi, come tantissimi altri cittadini che svolgono attività politica o partecipano ad assemblee e riunioni, non abbiamo da segnalare inconvenienti di particolare gravità, sdrammatizza molto le Sue affermazione e dimostra in sostanza che la nostra zona, anche di sera, non è peggiore del resto di Milano.
Articolo 20/10 sulla scuola
L'articolo si basa quasi esclusivamente su informazioni raccolte in Provveditorato e fa apparire il piano dei bacini di utenza come predisposto in Piazza Missori. La verità è che tale piano (che è solo la prima parte di un più completo studio sull'utilizzo dei servizi che la zona sta elaborando) è frutto esclusivo del lavoro del Consiglio di Zona, che si è avvalso dell'opera di tecnici privati e volontari e del contributo dei rappresentanti di tutte le scuole interessate. Il piano è stato predisposto con un lavoro difficile e capillare di circa 5 mesi sui dati messi a disposizione dal Comune ed è stato presentato come proposta del Consiglio di Zona al Provveditorato ed al Comune a fine maggio.
Gli inconvenienti per il carosello di alunni, aule ed insegnanti, verificatisi il 20 /9, sono stati causati proprio dal ritardo con cui il Provveditore Tortoreto ha ordinato alle scuole di adottare la ripartizione dei bacini di utenza da noi predisposta.
Tale ordine è pervenuto infatti alle scuole solo dopo la metà di settembre (dopo molte pressioni sia nostre che dell'Assessore), mentre nel frattempo, sia per le iscrizioni che per la formazione delle classi, i Presidi ed i Direttori didattici avevano dovuto attenersi alle vecchie circoscrizioni, le uniche ufficialmente valide.
Atteggiamento del tutto diverso è stato quello tenuto dal Comune.
Non solo ci sono stati forniti tutti i dati necessari ma, a lavoro compiuto, esso è stato subito adottato dalla Ripartizione Educazione.
L'Assessore ed i funzionari ci sono poi stati sempre vicini per rendere operative le soluzioni proposte.
Articolo del 21/10 sul rapporti col Comune
Sia il titolo che le prime righe dello scritto sono pura fantasia dell'articolista. Il clima del lavoro in Consiglio di Zona come pure i rapporti con l'amministrazione comunale sono tutraltro,che tesi ed anzi esiste un notevole grado di collaborazione sia all'interno del Consiglio sia tra Consiglio e Comune.
Molte delle affermazioni attribuite (alcune anche tra virgolette) non sono state pronunciate, come la frase "giunta frontista" o l'accusa generalizzata di incapacità ai funzionari del Comune a svolgere un lavoro in equipe.
A riprova dell'infondatezza di quanto da Lei scritto circa i rapporti col Comune esistono numerosi esempi (da! lavoro sul bacini di utenza alla variante del P. R.G., al piano delle aree a servizi, al piano di 167, all'impegno sui problemi dell'occupazione, a Piazzale Loreto, al Campo Giurati, all'istituzione del SIMEE, ai rapporti nuovi di collaborazione col Politecnico, ecc.) che stanno a dimostrare innanzi tutto ai cittadini la proficuità del lavoro svolto insieme al Comune dal Consiglio di Zona. Non far precedere queste considerazioni alle critiche che pure abbiamo espresse, serve solo a dare un quadro distorto e incomprensibile di una realtà ben diversa. La verità è che da un colloquio molto articolato in cui si sottolineavano sia gli aspetti positivi che le necessità di avanzamento, proseguendo sulla strada, da noi ritenuta giusta, dell'affidamento di poteri diretti e di compiti di gestione politica in uno col decentramento dell'apparato amministrativo e tecnico del Comune, l'articolista ha estrapolato esclusivamente alcuni concetti (in parte anche forzandoli) che assumono un tono ben diverso dal quadro generale da noi fatto, al fine di giustificare l'assurdo e ridicolo titolo dell'articolo, a sostegno di una tesi che vuole far apparire i Consigli di Zona schierati contro l'attuale Giunta. Il che farà anche comodo al Giornale Nuovo, ma è del tutto infondato. La ringraziamo per l'ospitalità e Le porgiamo i nostri più distinti saluti.
I giovani e il lavoro È nata la lega dei giovani disoccupati
Il problema della disoccupazione giovanile, dopo la tappa importante, ma certo non risolutiva e ancorà insoddisfacente, dell'approvazione da parte della Camera il 19 maggio 1977 della "legge per il preavviamento al lavoro e la formazione professionale dei giovani", é giunto ad una fase decisiva per i futuri sviluppi che si potranno avere: le leghe dei giovani disoccupati si moltiplicano, nella nostra città e altrove, rivendicano, insieme alle organizzazioni sindacali dei lavoratori, una nuova politica dell'occupazione che, favorendo l'innesto di energie nuove, inneschi un pocesso di vigoroso ampliamento della base produttiva e tolga di dosso ai giovani il pesante fardello della disoccupazione e la sempre incombente tagliola del lavoro nero e della sottoccupazione.
Come i nostri lettori già sapranno, i giovani iscritti alle liste speciali del collocamento erano,
alla data dell'Il agosto (prima chiusura delle liste) 650.000. Senza considerare coloro che si sono iscritti dopo la riapertura di settembre, abbiamo già un'idea piuttosto indicativa della situazione di estrema gravità che le neonate leghe si trovano ad affrontare e, d'altro canto delle enormi potenzialità che un lavoro capillare e accorto può sviluppare.
La difficoltà dei compiti, ancor più di fronte agli atteggiamenti dilatori e ostruzionisti delle associazioni degli industriali e alla già precaria e distorta condizione in cui si trova il mercato del lavoro in Italia, impone la mobilitazione più vasta possibile dei giovani iscritti alle liste e degli stessi lavoratori, perché si giunga all'applicazione della legge 385 e all'apertura di vere e proprie vertenze nelle industrie per ottenere un inserimento non precario dei giovani nel processo produttivo.
A disposizione dei cittadini della zona
Un foglio messo a disposizione dei cittadini della zona e delle forze che essi esprimono: questo vuole essere il giornale "Zonaundici". La linea editoriale sarà quindi più che coordinamento degli interventi che di scrittura del giornale. Le pagine di "Zonaundici" sono a disposizione di tutte le forze politiche, sociali ed i centri di aggregazione democratica che vorranno intervenire sui temi che di volta in volta saranno individuati a scaturire dalla realtà della zona e della città.
Unica discriminante: la Costituzione della Repubblica Italiana. L'obiettivo: rinforzare ed estendere il tessuto democratico ed il dibattito delle idee nella zona, contribuire allo sviluppo della democrazia ed all'avanzamento civile e morale delle comunità. Lettere di lettori contenenti suggerimenti, commenti, critiche, opinioni saranno pubblicate ancorchè firmate.
In particolare, nella zona 11, gli iscritti alle liste speciali, dopo la prima chiusura, erano 493, e l'organismo di lotta e di organizzazione cui possono fare riferimento é nato da pochi giorni.
La "lega dei giovani disoccupati" delle zone 11 e 12 (Lambrate), sorta dall'iniziativa del C.U.Z. sindacale e di alcuni giovani iscritti alle liste, dopo un primo incontro assembleare avvenuto 1'11 ottobre scorso, ha iniziato a muovere i primi passi Sono stati presi i primi contatti con le altre leghe di Milano nell'assemblea cittadina svoltasi il 17/10 ed é stato inviato un delegato all'assemblea nazionale del 20 e 21 ottobre a Roma; é stato recapitato a tutti i giovani iscritti un questionario da compilare e restituire, per conoscere eventuali situazioni di precariato e di lavoro nero e per verificare la disponibilità dei giovani a impegnarsi all'interno della lega. Si tratta di un lavoro difficile, di avvicinamento e di chiarificazione, che richiederà del tempo, ma le premesse lasciano intendere che non manchino i giovani disposti a dedicare una piccola parte del loro tempo ad una organizzazione di difesa del proprio diritto al lavoro.
Il collegamento col sindacato non é solo formale, ma vi é (sia nei momenti di dibattito, sia nei momenti di organizzazione delle attività) un continuo confronto di esperienze, di proposte, ed un'intesa significativa sulle funzioni e sugli scopi della lega e sul rapporto tra essa e i lavoratori.
Ora é tempo di riempirla di giovani; la sua sede é in via Saccardo 39 (presso la FLM - Lambrate) ed ogni martedì e giovedì, dalle 9 alle 11, saranno presenti alcuni giovani della lega che potranno fornire ogni informazione o chiarimento in merito.
M. Zerbinidalla prima Consiglio di Zona
Tutto bene, quindi? No, purtroppo non è così. Abbiamo avuto troppe occasioni di scontro e di conclusioni contrapposte per volontà soprattutto di alcune forze presenti nella DC che hanno teso a svolgere una opposizione preconcetta alle, proposte della Giunta Comunale.
Ricordiamo gli scontri in Congiglio e nelle Assemblee popolari sulla variante generale al Piano Regolatore, per la Costituzione della Commissione Casa, per l'aumento delle tariffe pubbliche (refezione scolastica e ATM), sullo stesso piano commerciale e sul regolamento del decentramento.
Tutte questioni sulle quali il gruppo DC si è preoccupato soprattutto di non scostarsi dalla posizione della DC in Consiglio Comunale (c'è da osservare che sulla questione delle tariffe ATM la DC di Zona è andata persino oltre votando contro la proposta di aumento, mentre a Palazzo Marino la Dc ha votato a favore).
Verso la Conferenza di Zona
rapporto che tenda a costituire una base unitaria, non per tatticismo politico, ma per andare incontro alle realtà e ai bisogni della zona.
Certamente anche noi, il nostro gruppo, non sempre abbiamo saputo lavorare per superare talune contrapposizioni. Spesso difronte alla "provocazione politica" si è riportati troppo facilmente alla logica di schieramento.
Sappiamo che anche le altre forze politiche, per scelte di linea oppure per motivi contingenti, talvolta volontariamente, spesso in modo involontario, favoriscono prese di posizione non unitarie.
II nostro impegno, soprattutto nel quadro delle scelte previste dall"'Accordo programmatico a 6", deve ten-
dere sempre più a superare le contrapposizioni e a realizzare le più ampie convergenze unitarie sulla base degli interessi popolari. Per questo desideriamo andare nei prossimi mesi alla Conferenza di Zona, che il Consiglio e le forze politiche hanno già previsto di organizzare, come ad un momento "costituente" dei nuovi Consigli, che verranno prossimamente eletti e potranno usufruire degli ampi poteri previsti dal Regolamento sul decentramento.
In questa ottica va aperto tra tutte le forze politiche, quelle sociali e i cittadini della zona il più ampio dibattito.
LIBERO TRAVERSA del gruppo PCI al Consiglio di Zona 11
ADRIANO FIORE Presidente Consiglio Zona11
LUIGI VOLTAN Vice Presidente Consiglio Zona11
Non saremo certamente noi a negare alla DC di fare la "sua" politica, a svolgere un ruolo di opposizione, ma il nostro desiderio e la nostra volontà spingono verso un
ESPERIENZE CULTURALI REALIZZATE NELLA ZONA 11
RICREATIVO CULTURALE A.R.C.I.quartiere
Sulla scia della preziosa esperienza degli ultimi due anni il Circolo ricreativo e culturale ARCI "IL QUARTIERE" (Via Amadeo 29 - tel. 718291) ha divulgato il programma delle attività per l'annata 1977/78. Un programma che, ovviamente, si ricollega ai precedenti.
Durante il primo anno di attività, 1975/76, furono organizzati diversi dibattiti su argomenti di attualità e con la partecipazione di esperti altamente qualificati. Il successo fu innegabile, ma gli argomenti erano tali da interessare solo una parte (Imitata della popolazione della Zona, quella che aveva una preparazione specifica in relazione al tema.
La successiva gestione, quella per l'anno 1976/77, decise invece di aprirsi maggiormente a quelle che si riteneva fossero le richieste degli abitanti e venne dato il via ad una ampia gamma di attività diversificate al massimo per poter accontentare il più gran numero possibile di persone.
Si cominciò con il Cineforum e la proiezione di un film alla settimana; l'ingresso era gratuito e riservato agli iscritti; questo affinché non si potesse dire che entravamo in concorrenza con le sale cinematografiche che operano nella zona.
La scelta dei film, limitatamente alle disponibilita in 16 mm, fu decisamente felice; la prova l'abbiamo avuta l'estate scorsa quando i medesimi films vennero programmati a Milano in prima visione, senza contare quelli trasmessi in televisione. Per ogni film veniva preparata una scheda critica.
Purtroppo la risonanza dell'iniziativa non é stata pari all'impegno, principalmente perché non venne pubblicizzata ade-
guatamente, a causa della scarsità dei mezzi finanziari. Immediatamente dopo seguirono corsi musicali con lezioni di chitarra, flauto e pianoforte. Due ore settimanali, una di teoria ed una di pratica ad un prezzo modicissimo. Sono stati un vero successo, specialmente quelli di chitarra, ed alla fine del corso molti erano già in grado di affrontare brani piuttosto impegnativi. I flautisti hanno addirittura affrontato il pubblico suonando assieme arie del 500.
Il corso di fotografia si é regolarmente svolto per quanto riguarda la parte teorica, ma, a causa di contrattempi dovuti ad una prolungata assenza dell'insegnante, non è stato condotto a termine il corso pratico.
C'é stato anche un tentativo di sperimentazione teatrale al quale ha aderito un numero di persone nettamente superiore al previsto e che, in un certo modo, é scoppiato per eccesso di entusiasmo e partecipazione rispetto allo spazio disponibile.
A queste attività si sono aggiunti una serie nutrita di dibattiti e incontri su tematiche diverse: poesia contemporanea, con la partecipazione dei poeti Cucchi e Majorino e del critico Mario Spinella; linguaggio della musica con il direttore d'orchestra Massimo Predella; la pittura all'inizio del secolo con Luigi Veronesi; conferenza sulle civiltà perdute con lo scrittore Peter Kolosimo.
Come si vede un ventaglio abbastanza ampio, tale da soddisfare-come si diceva - il maggior numero possibile di persone; il tutto legato con l'esigenza di portare la cultura fra la gente in maniera nuova, cioè non calandola dall'alto di una cattedra ma con la partecipazione attiva di tutti.
Non é stata una cosa semplice, specialmente in una zona come la nostra dove il tessuto sociale é enormemente vario e differenziato, sia per livello di istruzione, sia per censo. Tuttavia abbiamo tentato e possiamo reputarci soddisfatti dei risultati raggiunti. Quindi intendiamo proseguire sulla strada intrappresa allargando il discorso.
Il programma del nuovo Consiglio Direttivo é chiaramente esposto nei riquadro; si tratta della ripresa delle attività dello scorso anno mondate dai difetti tipici di tutte le iniziative realizzate per la prima volta. Ma non intendiamo affatto fermarci qui. Come é doveroso per ogni istituzione democratica siamo aperti a tutte le richieste, pronti ad accettare suggerimenti e critiche.
Anche la parte più propriamente culturale, quella dedicata agli incontri con esponenti di varie attività artistiche ed ai dibattiti, verrà adeguatamente potenziata e ampliata. Tutte le iniziative verranno adeguatamente pubblicizzate con volantini e manifesti.
Nel programma non sono menzionate le attività sportive che tanta parte occupavano nei progetti dello scorso anno. Si tratta solo di un atteggiamento prudenziale in quanto, prima di prendere impegni con la cittadinanza, desideriamo essere certi di poter usufruire di una palestra; per l'esattezza quella del VII° I.T.C. In altra parte del giornale la questione é stata esaminata a fondo e chi avrà la pazienza di leggere capirà.
Quello che vorremmo fare é
presto detto: corsi di ginnastica non competitiva per bambini e adulti, formazione di squadre femminili di palla volo e palla mano, approntamento di un bocciodromo. Se sarà possibile vorremmo anche organizzare squadre di giardinaggio per riassettare e abbellire i trascuratissimi giardini del citato VII° ITC.
Questo é il Circolo "IL QUARTIERE" e questo il suo modo di operare. Per partecipare alla sua attività basta richiedere la tessera ARCI che costa L. 4.000 annue e dà diritto a svariati sconti (nei cinema, ad esempio). Chiunque si presenti per chiedere informazioni é il benvenuto e, sia chiaro, a nessuno verrà chiesto in quale partito milita o quale sia la sua fede. L'unica preclusione é nei confronti di chi si professa fascista.
Il Presidente
Programma 1977-78
MUSICA Corsi di Chitarra (classica e d'accompagnamento) - Flauto (dolce e traverso) Pianoforte - Strumenti a percussione. Con due lezioni settimanali; una di due ore con teoria e pratica dello strumento scelto ed una di un'ora per seminari musicali per i principianti e musica d'insieme per chi ha già completato 3 mesi di corso. Tariffa L. 10.000 mensili
CINEFORUM
Proiezione settimanale di un film con presentazione, verbale o con scheda critica, e dibattito. Films di normale circuito reperibili in 16 mm e produzione in "superotto", quando é possibile con la partecipazione del regista.
Ingresso gratuito riservato ai soci del Circolo
FOTOGRAFIA
Corso tecnico pratico di fotograia in 12 lezioni suddivise, in 6 di teoria e 6 di pratica. Il corso si concluderà con due uscite domenicali per la realizzazione di foto di esterni e con una mostra non competitiva dei lavori realizzati.
Corso teorico L. 6.000 - Corso pratico L. 10.000
TESSITURA
Tessitura popolare su telaio a mano, con sistema cileno. Lane e telai possono essere acquistati presso il Circolo stesso. I lavori eseguiti restano di proprietà dei partecipanti. Una lezione settimanale di 2-3 ore. Durata del corso 3 mesi circa.
Tariffa L. 6.000 mensili
TEATRO
Corso di orientamento teatrale, riservato agli abitanti della zona, comprendente: recitazione, dizione, gestualità, realizzazione di scene e costumi, sempre sotto la guida di esperti ecc.
Gratuito per gli iscritti al Circolo.
Gli orari delle lezioni vengono volta a volta concordati con i partecipanti ai diversi corsi. Per altre informazioni rivolgersi alla sede di via Amadeo 29, Tel. 718291 tutte le sere dalle ore 18 alle 19,30
UNA SCUOLA PER ADULTI NUOVA E AUTOGESTITA
Scuola popolare Argonne
Questo articolo é stato pensato e scritto dai corsisti della Scuola Popolare Argonne. Essi vi illustrano i motivi che li hanno spinti a frequentare questa scuola, ciò che all'inizio pensavano di trovarvi e ciò che poi ci hanno trovato; parlano di come é organizzata e di come si svolge l'attività di studio; spiegano l'identità e il ruolo degli insegnanti. Ma l'intenzione principale che li spinge a scrivere é quella di far conoscere agli abitanti della zona l'impostazione e la funzione della Scuola Popolare, mettendo in luce gli aspetti che maggiormente differenziano quest'esperienza culturale da quella normalmente presente nelle strutture scolastiche ufficiali.
L'articolo é frutto di un lavoro collettico articolato in questi diversi momenti: una discussione nel corso della quale i corsisti hanno messo a fuoco e formulato i concetti che meglio avrebbero definito l'identità e la funzione della Scuola Popolare. una comunicazione scritta nella quale ogni corsista individualmente ha esposto e sviluppato i punti fissati con la discussione, secondo un'ottica e con un linguaggio personale.
una correzione collettiva con la quale gli scritti sono stati ordinati in una successione logica e raccolti in un'esposizione conclusiva essenziale ed unitaria.
Vi parliamo della nostra scuola
Chi sono i corsisti
Siamo persone che non hanno avuto la possibilità di continuare gli studi per diverse cause: il lavoro precoce, la mancanza di scuole nel paese d'origine, l'atteggiamento discriminatorio degli insegnanti e in generale per come è organizzato tutto il sistema scolastico italiano.
Siamo tornati a scuola per ottenere il Diploma di terza media, necessario per migliorare le nostre condizioni di lavoro, per acquisire le capacità espressive indispensabili per comunicare con gli altri e non sentirci emarginati. Alcuni di noi prima di veni-
re pensavano di trovare una scuola di tipo tradizionale, invece hanno trovato una scuola diversa.
Perche la Scuola Popolare è una scuola diversa Non abbiamo un programma di studio prestabilito ma scegliamo noi stessi gli argomenti che vogliamo studiare.
Non usiamo libri di testo ma cartelloni che raccolgono le nostre esperienze, ciclostilati di passi di libri o di annuari statistici, film, programmi televisivi etc. Nel nostro materiale di studio é incluso anche il giornale che ci informa dei problemi attuali sui quali discutiamo. Non abbiamo insegnanti tradizionali ma "animato-
ri"
Chi sono gli animatori?
Sono studenti, lavoratori, insegnanti non retribuiti che vengono a scuola non per imporci la loro cultura ma per fondere le nostre esperienze e conoscenze con le loro perchè tutti insieme prendiamo coscienza della nostra realtà e possiamo così conoscerla meglio.
Gli animatori hanno scelto di fare scuola popolare perché avendo preso coscienza della mancanza di istruzione dei lavoratori, hanno deciso di mettere al loro servizio gli strumenti di cui dispongono.
I corsisti della scuola popolare Argonne
GIOVANI PER LA LOTTA CONTRO LA DROGA Centro sociale Apollodoro
Nei maggio 1976 alcuni compagni dei circoli giovanili occupano la villetta di via Apollodoro, 4: si tenta un esperimento con alcuni tossicomani, individuato il problema dell'emarginazione sociale come causa prima della tossicomania. Si cerca di fornire a questa gente un minimo di struttura all'interno della quale poter sviluppare un discorso critico e alternative pratiche: si parla di creare una cooperativa di lavoro di gestione degli interessati. L'esperienza fallisce a causa della mancanza totale di sostegno da parte delle autorità competenti e per il disinteresse dell'opinione pubblica. La situazione sfugge, si disgrega. Nella palazzina si insediano spacciatori d'eroina che sfruttano le condizioni d'abbandono, la disperazione, la solitudine dei tossicomani che vi abitano.
MAGGIO 1976
Il collettivo di quartiere decide di intervenire direttamente nella situazione. Gli spacciatori vengono allontanati: si interrompe il giro di spaccio che aveva trasformato la palazzina in una meta di pellegrinaggio a cui affluivano persone da tutta la città
in cerca di "roba". Da parte del collettivo vengono date precise garanzie sul controllo della situazione. Si unisce al collettivo di quartiere il Circolo giovanile Francesco Lorusso. Si provvede ad un lavoro di risanamento dell'edificio: la palazzina viene suddivisa in due parti. I piani inferiori vengono adibiti a Centro Sociale così articolato:
- Collettivo di Quartiere - Circolo Giovanile - Collettivo Donne
Scopo principale del centro sociale vuole essere quello di creare un punto di riferimento e di organizzazione per gli abitanti del quartiere; questo perchè nella nostra zona molti problemi che vanno dal carovita alla mancanza di strutture sociali, al problema del rincaro dei trasporti e degli affitti, alla disoccupazione ed emarginazione dei giovani, anche se sono sentiti non hanno mai avuto momenti di dibattito né di organizzazione.
Già all'interno del Centro Sociale si é sviluppata una scuola di musica e sono in allestimento una serigrafia e una palestra. Centro Sociale di via Apollodoro
CIRCOLO II giovani di via Lulli
Oggi, in noi giovani, è sempre più viva l'esigenza di avere un luogo in cui ritrovarci tutti insieme, un punto di riferimento, che non sia il solito bar, dove discutere, cercando anche di risolvere i tanti problemi della nostra età e del nostro tempo.
Questa esigenza é particolarmente sentita in un quartiere come il nostro, dove gli spazi verdi e le strutture per una vita associativa sono assolutamente insufficienti.
Partendo da queste considerazioni é nato e si é sviluppato l'impegno di lotta dei giovani del Quartiere Lulli, lotta che ha portato alla concessione da parte dello IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) dei locali per soddisfare la necessità di trovarci insieme e di fare insieme attività sportiva, ricreativa e culturale. Ora possiamo utilizzare alcune strutture attrezzate comprendenti un salone e alcuni locali di riunione, ma soprattutto siamo diventati un importante centro di aggregazione di altri giovani disposti a lavorare e a impegnarsi a fondo, come hanno dimostrato le esperienze di quest'anno e le iniziative portate avanti con l'aiuto del CRAL Enal dell'Associazione Inquilini Quartiere Lulli, che gestisce di diritto tutte le attrezzature di cui noi disponiamo. Per quanto riguarda le scelte fondamentali del nostro gruppo (che abbiamo chiamato Gruppo Giovanile Lulli), durante il nostro primo anno di vita abbiamo seguito due direttrici tendenti, la prima, ad aggregare sempre più ampi strati di giovani e di famiglie, l'altra alla formazione di un gruppo dirigente in grado di ampliare il nostro campo di intervento e di contribuire alla gestione di tutte le strutture disponibili (che peraltro riteniamo ancora troppo sottoutilizzate).
Durante l'anno trascorso abbiamo certamente commesso degli errori, come dimostra l'accavallarsi di iniziative troppo spesso al di fuori di un programma organico e ben ponderato, tuttavia non possiamo non mettere in evidenza l'importanza che hanno avuto alcune nostre manifestazioni, quali, p. es.,
quelle della settimana artistica alla quale, sotto la guida di pittori e di scultori, hanno partecipato questa estate tutti i bambini e i giovani del quartiere. Un'altra iniziativa certamente esemplare é stata quella in occasione del 25 Aprile, quando ci siamo incontrati con i partigiani della zona ( era presente il famoso maggiore Nannini, ora presidente dell'ANPI dell'Alfa Romeo). Molte sono state le domande dei giovani e assai grande l'attenzione posta alle risposte dei partigiani. Questo modo nuovo di affrontare la ricorrenza si è rivelato assai stimolante e in grado di coinvolgere i giovani proprio perché, attraverso le domande, nel momento in cui i giovani soddisfavano la propria curiosità, si scoprivano episodi e anedotti mai riportati dalla storiografia ufficiale.
Al di là di queste buone iniziative, oggi bisogna fare dei passi in ai; il Gruppo Giovanile Lulli é ormai vivo e vitale e non può più sostenersi su iniziative sporadiche e volontaristiche. Occorre darsi una programmazione e realizzare collegamenti con le altre .realtà della zona.
Prima di tutto con il CRAL dell'Associazione Inquilini di via Lulli (e in questa direzione é assai importante il riconoscimento che abbiamo ottenuto con l'inserimento di Carlo Torre nel direttivo del CRAL), ma dobbiamo pensare anche al Circolo ARCI Giordano Fiocchi, con sede in viale Lombardia e al gruppo di giovani della parrocchia di San Luca. Dobbiamo cercare un collegamento che, da un lato, ci permetta di utilizzare reciprocamente le nostre strutture, e dall'altro, ci permetta di uscire dall'ambito ristretto del Quartiere
Lulli per iniziare un confronto con altri giovani, unico modo per rendere più stimolante l'esperienza. È proprio cosi che, impegnandosi sul terreno del confronto democratico e sempre più responsabilizzandoci nella gestione di iniziative o in comune con altri gruppi e associazioni intendiamo contribuire a impostare in zona un modo nuovo di fare cultura. Solo tenendo presente tutto ciò sarà
Ricordo di Enzo Ferrieri
Sono passati circa otto anni dalla morte di Ferrieri, la Libreria Del Convegno che proprio in omaggio a Enzo Ferrieri e in ricordo del suo "Teatro del Convegno" ha voluto dedicargli il nome della libreria, lo ha ricordato in una serata durante la quale sono state lette alcune sue poesie dalle attrici Maria
Grazia Santarone e Renata Padovani che con Ferrieri recitarono.
Emilio Carizzoni, che di Ferrieri fu amico, ha ricordato la sua figura di uomo di cultura, il
Inchiesta sull'attività culturale in zona 11
possibile stendere II nostro nuovo programma di attività e di intervento. Già da ora possiamo però ritenere che esso comprenderà un corso di musica, Un Cineforum e un corso di pittura, intesi però non a fare degli artisti, bensì a stimolare il piacere di ascoltare buona musica e di capire il cinema e la pittura. Abbiamo in cantiere anche Iniziative per collegare i giovani alla realtà sociale con tutti I problemi e con le esigenze dl lotta che essa propone per realizzare un nuovo modo di essere e di vivere il ruolo dl cittadino cosciente. i giovani del GRUPPO GIOVANILE QUARTIERE LULLI via LuIll 30 bis c/o CRAL Lulli
Con questo numero inizia un'inchiesta sui luoghi in cui, nella zona 11, si fa cultura. Chiederemo che i responsabili dei luoghi in cui i giovani ed i cittadini della zona si incontrano spieghino sulle nostre pagine il carattere delle iniziative ed annuncino i loro programmi. Già in questo numero pubblichiamo il materiale che ci è pervenuto da cinque centri di Iniziativa culturale. Auspichiamo che già dal prossimo numero altri rispondano alla nostra iniziativa. Già dal prossimo numero saranno inoltre ospitati articoli del responsabili culturali e giovanili delle forze politiche della zona a commento delle iniziative e dei programmi culturali che verranno via via pubblicati. Ci auguriamo di fornire cosi un servizio ai giovani ed ai cittadini della zona, e soprattutto di dare il nostro contributo per rinforzare ed estendere il tessuto democratico ed il dibattitto delle idee nella zona 11.
VITA, ATTIVITÀ ED ESPERIENZE DEL Circolo Antonianum
Fra i circoli culturali che hanno più profonde radici nella realtà della zona 11 merita certamente un posto a sè il Centro Culturale Antonianum (la sede che era prima in via Kolbe è ora in viale Corsica). Abbiamo fatto le seguenti domande al presidente del Centro, Alberto Boccotti.
Quali fini si proponevano I fondatori dell'Antonianum?
Qual'è il tuo giudizio sul lavoro fatto dal Centro?
Ritengo che la risposta, onde evitare possibili equivoci, possa essere data, testualmente dall'articolo 2 del nostro statuto: 'L'associazione ha per scopo la diffusione del pensiero cristiano attraverso la cultura ed il confronto del pensiero cristiano stesso con le altre correnti ideologiche contemporanee per mezzo di conferenze, dibattiti, iniziative culturali ed artistiche che rispondano, in particolare, alle esigenze formative e ricreative dei cittadini..."
Questo era inteso, anche attraverso una prima convenzione stipulata nel 1971 con i Frati Minori Conventuali di Viale Corsica, con una particolare attenzione agli abitanti della nostra parrocchia.
Quali sono ora l campi di attività del Centro?
suo raro e raffinatissimo gusto letterario che gli consenti di far conoscere in Italia Autori e testi acclamati. La presenza del figlio Giuliano che ha raccontato aneddoti sulla vita artistica del padre ha reso più viva l'immagine che in Ferrieri vide il maestro di un modo di far cultura.
Una più giusta dimensione della sua figura artistica e intellettuale la si potrà trovare quando saranno pubblicati gli scritti e gli epistolari che testimoniano della funzione che egli esercitò nella Cultura Europea.
Sono sette attività e precisamente: Arti figurative (2 mostre all'anno in biblioteca), Biblioteca (18.000 volumi con prestito a domicilio; consultazione gratuita e assistenza per gli studenti) Cineforum, Coro (70 elementi con programma lirico e religioso), Dibattiti, Rivista bimestrale "La Piccola Città", Spettacoli. Tutto è coordinato da un Consiglio Direttivo, liberamente eletto dal soci e rappresentativo di tutte le attività. Vorrei sottolineare il fatto che la collaborazione dei soci e l'impegno dei dirigenti è volontario, senza alcuna eccezione.
Quali sono stati i momenti più difficili della vita del Centro?
Le prime difficoltà sorsero nel 1970 allorchè venne trasferito il frate fondatore del C.C.A.. Egli, (con tutta la comunità) appoggiati dalla allora commissione di studio in preparazione al Consiglio Pastorale, avevano rivendicato per le attività collaterali della parrocchia l'uso del fabbricato costruito in Via Kolbe 5 in gran parte con i finanziamenti dei parrocchiani. I frati che solidarizzavano con questa linea vennero tutti trasferiti e le altre organizzazioni interne ristrutturate; soltanto II C.C.A., grazie allo
statuto e alla convenzione stipulata davanti al notaio, riuscì a sopravvivere. Da qui, però, iniziarono le ingiunzioni di sgombero dei locali, negando la stessa validità della convenzione fino alla citazione in tribunale di tutto il Consiglio Direttivo. Dopo tre udienze II giudice impose l'accordo che è tutt'ora in vigore.
Quali sono attualmente i rapporti con i cittadini del quartiere e in particolare con I parrocchiani dell'Immacolata e S. Antonio?
La causa ha senz'altro influito negativamente sulla cordialità dei rapporti fra C.C.A. e frati che vollero prendere la strada legale. Con i parrocchiani e i cittadini c'è invece massima e aperta collaborazione come dimostra la frequenza alle nostre attività.
Perchè il Cineforum, per il secondo anno consecutivo, non si tiene in zona 11?
In effetti fino a due anni fa, (dal 1966) le proiezioni si svolgevano con enorme successo nella sala del cinema Corsica (di proprietà dei frati). La qualità dell'iniziativa è testimoniata dall'inserimento del nostro centro nella consulta del cinema creata presso il Comune di Milano. Ma quando iniziò il procedimento giudiziario la sala ci fu negata in quanto non prevista espressamente dalla convenzione. Costretti ad allontanarci, abbiamo affittato il cinema Fiamma, mentre i frati davano vita ad un altro cineforum in chiara e polemica concorrenza. Oggi questa situazione permane anche perchè il Consiglio Pastorale non ha rite-
nuto "sufficientemente decantata" la situazione. Ritengo tutto ciò assai grave, in quanto con l'iniziativa concorrente dei frati si crea confusione fra i parrocchiani e gli abitanti del quartiere.
Ritiene che sia possibile superare le attuali difficoltà rafforzando il legame tra l'Antonianum e i cittadini della zona?
Certamente. Questa è la direzione verso la quale ci muoviamo e approfittiamo di uno strumento importante come questo giornale per ribadire la nostra disponibilità culturale verso l'intera zona 11.
Quali sono i rapporti dell'Antonianum con le istituzioni e in particolare con il Consiglio dl Zona 11?
Siamo stati fra i primi a richiedere un rapporto costruttivo con questa nuova realtà amministrativa. Chiediamo, però, che i nostri bisogni siano compresi e il nostro lavoro venga aiutato concretamente.
Ritieni che nel campo dell'attività culturale sia possibile fare di più e meglio coordinando le iniziative a livello di zona? Che proposte ritieni dl poter fare a questo proposito?
L'esigenza di un maggior coordinamento è senz'altro avvertita, anche per evitare spreco di risorse. Sotto questo aspetto ritengo utile la creazione di una commissione cultura nella zona, autonoma rispetto a quella della pubblica istruzione, già operata di compiti assai impegnativi.
Scheda del Circolo Antonianum
Sede sociale: viale Corsica 72 (c/o CMAPAL) tel. 740784
Presidente: Alberto Boccotti
Anno di fondazione: 1963
Attività: 1) Cineforum; 2) Biblioteca; 3) Coro; 4) Rivista
Cineforum: sede presso il cinema Fiamma responsabile Michele Selvini
Biblioteca: sede in via P.M. Kolbe 5; tel. 733327 numero di volumi 18.000 direttore Giorgio Castellari
Coro: sede nell'Auditorium di via Kolbe 5 direttore responsabile Enzo Soncini
Rivista: LA PICCOLA CITTÀ sede in v.le Corsica 72 (c/o CMAPAL) tel. 740784-733327 periodicità bimestrale; L. 450; 42 pag. direttore Giacomo de Antonellis
ALLA CONQUISTA DEL VERDE PUBBLICO - Servizio a cura di S. Ruggeri
La storia del VII° I.T.C.
Come si è giunti a sperimentare l'autogestione
È noioso ripetere sempre le stesse cose, ma la situazione del VIII° ITC é piuttosto anomala e forse, al di fuori della ristretta cerchia degli addetti ai lavori, pochi la conoscono. Vale dunque la pena ripetersi.
Di chi è
L'area e l'edificio appartengono al Pio Istituto Figli della Provvidenza, un ente benefico che ha lo scopo di aiutare ragazzi orfani o poveri. I beni, frutto di lasciti, sono amministrati dal Banco Ambrosiano. Era attrezzato per ospitare fino a 160 ragazzi, più gli assistenti.
Con il trascorrere degli anni l'Istituto si era quasi vuotato e gli amministratori, sistemati i pochissimi rimasti, avevano deciso di affittarlo ad altri enti o scuole private. Il tentativo venne bloccato dall'occupazione da parte di forze politiche della Zona e da un gruppo di alunni e docenti del VII° ITC, fino allora senza una sede propria. A questo punto intervenne la nuova Amm. Provinciale che, tramite l'assessore Novella Sansoni, stipulò un contratto d'affitto con la proprietà e utilizzò l'edificio per trasferirvi il citato VII° ITC. Contemporaneamente venivano avviate trattative per l'acquisto che ancora oggi sono in corso; la somma richiesta sembra superi i 4 miliardi e le disponibilità di bilancio, ridottissime, non hanno consentito una rapida conclusione.
Cosa si può fare
Dunque la Provincia non é proprietaria ma solo affituaria, quindi non può disporre liberamente dell'area e dell'edificio. Non basta: poiché é suo compito istituzionale occuparsi delle scuole medie superiori, e non d'altro, non può stanziare in bilancio somme destinate ad attività che non siano strettamente scolastiche. Se lo facesse andrebbe contro la legge.
Dal canto suo il Comune, che pur dispone di strutture e dotazioni atte ad attrezzare il verde pubblico (panchine, giochi per bambini, ecc.) non ha alcun titolo per intervenire con personale e mezzi propri su un'area che, giuridicamente, é privata. Le autorità comunali hanno dimostrato la massima comprensione, nei limiti del possibile sono disposte a collaborare, ma an-
ch'esse non possono andare oltre le proprie competenze.
Il Consiglio di Zona, interessatissimo alla questione, si trova in condizioni ancor peggiori. Fino a quando non si procederà a regolari elezioni, non saranno attribuite le competenze e non sarà varato il regolamento, resta un organismo dai poteri non chiaramente definiti per ciò che riguarda le attività culturali e, soprattutto, non dispone nemmeno di una lira.
A questi non lievi ostacoli se ne aggiungono altri: l'impossibilità di chiedere l'assunzione di personale per la custodia e sorveglianza, il divieto di esigere dal custode ore di strordinario e, non ultimo, il rifiuto del Consiglio d'Istituto di aprire l'edificio ad attività che non siano specificatamente scolastiche; a torto o a ragione ritiene che possano disturbare il tranquillo svolgimento delle lezioni.
Cosa si è fatto
Questa la lunga e complicata storia, ed é bene che la cittadinanza la conosca, ma é giusto sappia anche che, per la tenace volontà e impegno di alcune forze politiche e sociali della Zona, e della grande maggioranza del Consiglio di Zona, quasi tutti gli ostacoli sono stati superati. È stato nominato un Comitato di gestione, responsabile di fronte al C.d.Z., al quale la Provincia ha consegnato le chiavi per l'apertura degli spazi verdi. L'area é quindi aperta al pubblico e aperta resterà. Nel contempo il Comitato rivendica l'uso sociale della palestra e dell'Auditorium, naturalmente nelle ore in cui non vi si svolgono attività scolastiche. Deve tuttavia essere chiaro che per realizzare alcune iniziative che il Comitato ha in mente, e che verranno sottoposte al giudizio della cittadinanza, é necessario il contributo di tutti; contributo di attività, di idee, di denaro. Facciamo qualche esempio: vorrebbero mettere in opera delle tettoie affinché la gente possa ripararsi in caso di pioggia improvvisa; approntare campi per il gioco delle bocce; installare giochi per bambini; istituire corsi di ginnastica per bambini e — se vengono richiesti — anche per adulti; organiz-
zare un piccolo punto di ristoro.
Si tratta di cose semplici, poco costose, realizzabili in tempi brevissimi, ma, se si vogliono, bisogna che qualcuno si faccia avanti. In seguito, quando il complesso sarà funzionante e il C.d.Z. disporrà di un minimo di fondi, si potrà ottenere di più.
Chiunque intenda dare un apporto, anche minimo, si rivolga al Comitato di gestione o al Circolo ARCI "IL QUARTIERE" di Via Amadeo 29, dov'é anche la redazione del presente giornale. Tutti saranno i benvenuti.
Esperimento riuscito
I vasti prati dell'istituto aperti ai cittadini
Dopo due anni di esasperanti discussioni, incontri a vari livelli, verifiche e confronti, gli spazi verdi del VII° Istituto Tecnico Commerciale di Via Don C. San Martino, sono stati finalmente aperti al pubblico. Fino all'ultimo momento ottenere il diritto di aprire sembrava essere un'impresa disperata e quando, dopo tante lotte, si sono ottenuti i necessari consensi, si é corso il rischio di non poter far nulla per mancanza di chi si assumesse l'incarico di tenere materialmente aperto nei mesi estivi. Il via all'apertura, infatti, é giunto ai primi di luglio, quando tutti si accingevano a partire per le ferie.
Poi anche quest'ultimo problema é stato risolto grazie all'abnegazione di un pensionato settantacinquenne, Amilcare Bestetti, che ha rinunciato alle ferie già programmate per far fronte all'impegno che aveva assunto. È stato saltuariamente aiutato da qualche altro pensionato, ma, praticamente, per tre mesi ha fatto tutto da solo: apertura, sorveglianza, chiusura. Gli altri sono andati in ferie ed an-
che al loro rientro si sono ben guardati dal farsi vedere, specie molti di quelli che avevano accanitamente preteso di entrare a far parte del Comitato di Gestione. Come si prevedeva l'afflusso di abitanti della Zona é stato elevatissimo; in prevalenza madri con bambini, bambini soli, persone anziane. In alcuni pomeriggi erano presenti centinaia di persone; c'é stato perfino chi, non potendosi muovere da Milano per gravi motivi, ha trascorso tutto il periodo estivo sui prati del VII°.
Contrariamente a quanto si temeva, invece, non si è verificato alcun episodio spiacevole; nessun bambino si é fatto male, non sono stati provocati danni, nessuno é venuto a infastidire. Solo una volta un gruppetto di bambini fra i 9 e i 10 anni ha rotto qualche vetro a sassate. Questo é tutto. Nessuno dei frequentatori ha mai messo piede nell'edificio scolastico che, peraltro, era chiuso o controllato dal custode. Da rilevare che quest'ultimo, il Sig. Conti, ha collaborato attivamente ogni volta che ha potuto pur senza
avere alcun obbligo. Qualche difficoltà si é avuta con i proprietari di cani ai quali non sembrava vero di far correre liberamente sui prati le proprie bestie, ma l'Amministrazione aveva stabilito uno specifico divieto perché non si può ammettere che i bambini giochino su prati cosparti di escrementi. È tuttavia doveroso riconoscere che quasi tutti hanno mostrato la massima comprensione. Più difficile bloccare l'accesso a giovani in ciclomotore o motoretta che intendevano cimentarsi in tentativi di motocross; autorizzarli avrebbe costituito un pericolo per i moltissimi bambini piccoli.
Naturalmente si è sentita la mancanza di quel minimo di attrezzature che erano state richieste fin dal giugno scorso. Cose da poco ma importanti: servizi igienici, qualche panchina per chi non può sedere sull'erba, alcuni cestini per le immondizie. Purtroppo i tempi tecnici (o burocratici) sono sempre lunghi, ma si sono avute a questo riguardo ampie assicurazioni. Non c'è che da attendere.
Festa popolare
Cronaca di due giornate dense di attività varie
Il Consiglio di Zona 11, su proposta del Comitato di Gestione, ha organizzato negli spazi disponibili del VII° I.T.C. due giornate di festa popolare dense di iniziative: dibattiti su temi di attualita, manifestazioni culturali, attività ricreative. La decisione é stata presa con l'intento di ribadire il diritto della cittàdinanza ad usufruire delle aree all'aperto e di parte degli spazi interni destinati ad attività scolastiche per svolgere attività di natura sociale. Naturalmente sempre in ore e modi tali da non disturbare minimamente il regolare svolgimento delle lezioni. Non è stato facile ottenere le necessarie autorizzazioni, e sui motivi ci siamo già dilungati in altri articoli, ma questa volta l'iniziativa rischiava di naufragare a causa della netta opposizione del Consiglio d'Istituto; un'opposizione aprioristica e, a nostro avviso, del tutto ingiustificata. Valga, a dimostrazione, la circolare del ministro democristiano Malfatti che dispone, appunto, l'apertura degli spazi scolastici per attività sociali.
Quando il Consiglio d'Istituto si preoccupa del buon andamento della scuola esercita un'azione legittima e doverosa; ma quando, richiamandosi ai
suoi diritti-doveri, pretende di bloccare iniziative di questo genere ed esige la chiusura totale di un edificio pubblico, pagato con il denaro di tutti i contribuenti, va al di là di quelle che sono le sue funzioni e prerogative. La cosa più strana é che questo Consiglio d'Istituto, che oppone un netto rifiuto ad ogni forma di dialogo, si professa di sinistra. Non solo, alcuni dei suoi membri presero parte attiva all'occupazione di 3 anni fa e già allora chiesero a gran voce che l'intero edificio divenisse un centro sociale per la Zona 11.
I partecipanti e il programma
La manifestazione era stata programmata in un primo tempo per i giorni 1 e 2 ottobre, ma, poiché nella stessa data doveva svolgersi una festa nella vicinissima parrocchia di S. Nereo, é stata rinviata ai giorni 8 e 9 ottobre. Purtroppo i giorni scelti sono stati funestati da un tempo pessimo che ha limitato l'afflusso degli abitanti e impedito le attività all'aperto. Malgrado ciò tuttavia, la riuscita é stata del tutto soddisfacente. Nell'antipalestra, un vasto locale con ampie vetrate, sono stati allestiti di-
versi stands. Un posto di ristoro e bar, un banco di libri e prodotti artigianali a cura del Centro Apollodoro, uno della libreria del Convegno; presenti il Circolo ARCI "IL QUARTIERE" e la Scuola popolare Argonne. Alle pareti mostre sul problema della droga, a cura del centro Apollodoro, e della casa, a cura del SUNIA. La palestra é stata attrezzata per i dibattiti e la rappresentazione teatrale; Geppino Materazzi ed i suoi collaboratori si sono occupati dell'animazione per bambini, Carella ha provveduto all'organizzazione di un torneo di calcio fra le Società sportive della Zona.
Gli organizzatori avrebbero dovuto avere a disposizione l'Auditorium, sia per i dibattiti, sia per la rappresentazione teatrale, ma, inesplicabilmente, all'ultimo momento si é saputo che non erano ancora stati riattivati i collegamenti elettrici, quindi era inagibile. Si é dovuto ripiegare sulla palestra, ancora sottosopra a causa dei lavori in corso, costringendo tutti ad un duro lavoro per ripulire il pavimento e trasferirvi le sedie. Questo inconveniente, e la pessima acustica del locale, ha
dalla sesta
creato non poche difficoltà ma non ha impedito il regolare svolgimento del programma.
Il sabato
Il sabato pomeriggio la festa popolare ha preso l'avvio con l'animazione per bambini, un attività che riscuote sempre un successo strepitoso. A sera il primo dibattito sui problemi dei giovani. Presiedeva il V. Pres. del C.d.Z. Voltan ed erano presenti i consiglieri Traversa e Bellini. L'argomento é di vivissima attualità ma é anche così tremendamente vasto da rendere impossibile una disamina, sia pure superficiale, nel breve tempo concesso a un dibattito. Tuttavia gli interventi sono stati validissimi e ben centrati, densi di argomenti e non di affermazioni astratte. I giovani del centro Apollodoro si sono soffermati sulle difficoltà oggettive del momento, quelli della FGCI hanno sottolineato la necessità di affrontare unitariamente i molti problemi sul tappeto.
La sera, alle 21, la compagnia "Teatro della Selva" ha rappresentato la commedia di Goldoni: Un curioso accidente. Quasi 200 gli spettatori e, fra essi, numerosissimi i bambini che hanno seguito lo spettacolo con estremo interesse. Gli attori sono stati bravissimi ed hanno riscosso calorosi applausi.
La domenica
Il dibattito sulle fabbriche e l'occupazione, iniziato la dome-
nica alle 11, ha avuto momenti vivacissimi ed anche di vera tensione. È noto che la situazione in Zona é pesante, basta ricordare la gravissima situazione della Motta, la cassa integrazione alla Gorla Siama, i licenziamenti della Wassermann. Naturale quindi che gli animi siano riscaldati, ma gli eccessi verbali di alcuni sono comunque da condannare; i problemi della classe operaia non si risolvono certo chiudendo gli occhi di fronte alla realtà (o insultando presunti avversari). Il pomeriggio ancora animazione per bambini poi il dibattito sulla scuola. È stato diretto da Adriano Fiore, Pres. del C.d.Z., presenti i consiglieri Bellazzi e Traversa; insolitamente numerosi gli interventi; il dibattito é stato seguito con grande attenzione da tutti i partecipanti.
Gli assenti
Tutto bene dunque, ma non si possono passare sotto silenzio due gravi assenze. Primo: a nessuno dei tre dibattiti sono interventui rappresentanti della DC, que§to sebbene i 6 consiglieri democristiani avessero dato il loro assenso in sede di Consiglio di Zona; neppure i rappresentanti di Comunione e Liberazione, sebbene invitati, hanno ritenuto opportuno portare il loro contributo. Eppure era un'ottima occasione per ascoltare la base! Secondo: non è intervenuto neppure un rappresentante del Consiglio d'Istituto, che pure giustamente rivendica il diritto di essere presente nel Comitato di gestione.
Gli asili nido
La lotta che iniziammo nella Zona per avere Asili nido nacque in seguito alle lamentele di giovani coppie che non riuscivano a collocare i propri figli in queste strutture sociali.
Infatti, da una breve indagine fatta sulla popolazione infantile della Zona, circa 4000 bambini da O a 3 anni,constatavamo che c'erano solo due nidi, di cui uno comunale in via Canaletto e l'altro OMNI in Via Porpora, ora comunale. Inoltre ci furono forniti i dati in base alle richieste di ammissione inoltrate dai residenti nella rispettiva area di utenza di ciascun nido.
La situazione era questa:
Asilo nido di Via Porpora - Capienza massima n. 60 posti di cui 40 per bambini già grandi e 20 per lattanti.
Richieste di ammissione rimaste inevase - 180 per il 1973 più altre 120 per il 1974. Totale 300.
Asilo nido di Via Canaletto - Capienza massima 64 posti di cui 46 per i più grandi e 18 per lattanti - Richieste di ammissione rimaste inevase nel 1974 - circa 120.
Sommando entrambe le richieste di ammissione inevase per i due Asili nido si avevano circa 400 bambini in "lista di attesa". Se si considera che ogni Nido ha una capienza massima di 60 posti risulta evidente che per soddisfare solo queste richieste la Zona avrebbe bisogno di 7 Asili.
I molti genitori, lavoratori entrambi, che non riuscivano a collocare i propri figli nei nidi pubblici si rivolgevano a quelli privati, ma le rette mensili dei suddetti si aggiravano da un minimo di 60.000 lire a 90.000 e, in alcuni casi superavano le 100.000
Trattando di questo argo-
mento non vanno dimenticati tutti i nonni, zii ed affini addetti, anche se con sentito affetto, al "baby-sitteraggio" d'obbligo. I nostri scarsi campi gioco traboccano di questi esempi.
In base a queste indicazioni, in qualità di cittadini della Zona, redigemmo un documento in cui si denunciava la carenza quasi assoluta di questo servizio sociale; indicate le aree dove potevano sorgere i nidi lo inoltrammo a due commissioni del Consiglio di Zona: urbanistica e educazione.
Nel frattempo si cercò l'adesione delle forze politiche e organismi di massa presenti nella Zona e si creò così un vero Comitato per gli Asili nido, unitario, che ebbe più forza per far valere la propria richiesta.
Il Comitato si organizzò per sensibilizzare i cittadini della Zona ed averne l'adesione. Infatti con una petizione popolare furono raccolte firme nelle case, nelle vie, nelle fabbriche, in tutti i punti di maggior passaggio, come davanti alle scuole o ai mercati.
Inoltre fu preparata una apposita mostra fotografica che illustrava i dati del problema, indicava le aree libere, spiegava le richieste avanzate dal Comitato. Infine fu occupata simbolicamente l'area di Via Golgi, angolo Via Bassini, che era stata indicata da noi come una di quelle ove sarebbe stato possibile costruire un Nido.
Ottenuto il consenso popolasegue a pag. 8
Programma
cineforum del C.C. Antonianum
L'ARGOMENTO MILITARE: COMMEDIA SATIRA
25-11-77 SCUSI, DOVE' IL FRONTE (USA) di Jerry Lewis Int.: Jerry Lewis, Jan Murray
8-11-77 IL DOTTOR STRANAMORE (USA) di Stanley Kubrick
15-11-77 COMMA 22 (USA) di Mike Nichols
22-11-77 TRE UOMINI IN FUGA (Francia) di Gérard Oury
29-11-77 L'ULTIMA CORV E' (USA) di Hai Ashby
6-12-77 IL MEDIATORE (USA) di Robert Mulligan
13-12-77 LUNA NERA (Francia) di Lous Malie
20-12-77 ATTENTO, SICARIO: CROWN E' IN CACCIA (USA) di John Frankenheimer
10- 1-78 LA RABBIA GIOVANE (USA) di Terrence Mal ick
17- 1-78 MINNIE & MOSKOWITZ (USA) di John Cassavetes
24- 1-78 CHI E' HARRY KELLERMAN E PERCHE' PARLA MALE DI ME? (USA) di Ulu Grosbard
QUOTA D'ISCRIZIONE L. 10.000
Le proiezioni si svolgeranno al Cinema Fiamma in C.so XXII Marzo, 25
segue da pag. 7 - GLI ASILI NIDO
re iniziava per il Comitato una seconda fase, più lunga e meno esaltante della mobilitazione iniziale, in quanto si dovette entrare nel merito dell'iniziativa. In un primo tempo mantenendo un rapporto costante con il Consiglio di Zona come interlocutore essenziale per portare l'istanza al Comune di Milano; poi ci si addentrò in tutti i particolari come, leggi sull'edilizia pubblica, finanze locali, spese pubbliche, ecc. La città di Milano, come in generale tutto il paese, risente di una crisi economica e strutturale la cui ampiezza immobilizza e soffoca la disponibilità delle ri-
sorse, ma, allo stesso tempo, moltiplica le richieste di servizi rivolte alle pubbliche amministrazioni. Uno dei bisogni essenziali è, appunto, la creazione di servizi sociali nel settore materno-infantile.
Solidarietà
con i lavoratori della Gestetner
Rapporto fra
È sorto, da alcuni mesi, il Coordinamento cittadino per i Consultori, di cui fanno parte l'U.D.I. e vari collettivi e gruppi, organizzati e non, delle venti zone di Milano. Questo, del Coordinamento, é un momento estremamente importante per tutto il movimento femminile a Milano, perché per la prima volta le donne hanno sentito l'esigenza di unire le loro forze per un obiettivo comune, ma ben definito, che é la conquista dei consultori.
Finora le forze femminili non avevano mai trovato un momento di unità, perché all'interno del movimento delle donne non si era ancora riusciti a comporre e a superare le diversità e le divisioni ideologiche. Infatti, da un lato, c'era l'U.D.I., unica forza organizzata con sue strutture, con una sua storia legata alla storia del nostro paese, che ha sempre individuato nel movimento operaio e democratico, nei partiti e nelle istituzioni, gli interlocutori coi quali e attraverso i quali lottare per raggiungere i propri obiettivi. Dall'altra i vari gruppi e collettivi sorti nella città e sui posti di lavoro, che in maniera molto "individuale", e quindi molto frazionata, erano presenti senza essere ancora riusciti a formare un movimento organizzato e unitario. Dall'esigenza comune di riuscire a creare un movimento di unità, di formare una forza contrattuale nei confronti delle istituzioni per ottenere un Servizio che il movimento femminile nel suo complesso riconosce come "primario" nella sua lotta di emancipazione, il consultorio appunto, é nato questo coordinamento che ponendosi in una giusta dialettica vuole costringere le Amministrazioni locali a dare una giusta risposta a una giusta domanda delle donne.
Questa unità, che travalica quello che é il raggiungimento di un obiettivo contingente, dovrà essere un punto di partenza, sia per tutti quegli obiettivi che ormai da lunghi anni di
Tutto ciò rendeva particolarmente difficile il reperimento dell'area per costruire un asilo nido nella zona 11. Ciononostante, lo sforzo di cittadini, organizzazioni e forze politiche della zona ha sortito un risultato: è stata reperita l'area ed è stata avviata la procedura che porterà, in un tempo molto breve, all'inizio dei lavori. Si è potuto così dimostrare che un rapporto fatto ci trovano vicine, sia per quelli che spesso ci hanno trovato divise, impedendo, proprio per questa debolezza del movimento, di raggiungerli e ottenere ciò che ci eravamo prefisse.
tra le forze politiche della zona e l'amministrazione comunale di Milano porta all'individuazione e alla risoluzione dei problemi dei cittadini. L'area in questione è quella di Via Sismondi, dove oggi ha sede un Tennis Club. Ristrutturando opportunamente l'area sarà possibile comprendervi sia le attrezzature sportive del Tennis Club che l'asilo nido. Questo indica che, in una zona con alta densità di popolazione come la nostra è vitale, per disporre di servizi adeguati ai bisogni della cittadinanza, la massima razionalità nell'utilizzo delle risorse e delle stesse aree.
I drammatici fatti avvenuti nelle scorse settimane in Germania hanno avuto nel nostro quartiere un penoso risvolto che solo fortunatamente non ha recato danni fisici a persone. Uno sparuto gruppo di "autonomi" ha preso d'assalto per due volte le vetrine ed i laboratori della Società Gestetner, una commissionaria italiana con sede in via Paisiello.
Unità delle donne
Prendiamo l'esempio della legge sull'aborto e quanto di negativo le posizioni diverse espresse dal movimento hanno indebolito la "contrattualità" delle donne, aprendo spazi entro cui le forze conservatrici e clericali sono passate e hanno condizionato la legge.
Da qui la necessità di un confronto, che a nostro avviso deve partire soprattutto dai quartieri, delle forze organizzate e non, per realizzare quel dibattito e iniziare quei rapporti senza i quali il movimento delle donne cesserebbe di essere movimento rischiando di rimanere semplice aggregazione. Un occasione in questo tempo ci viene data dal nostro X Congresso, Congresso che vogliamo "aperto e dal basso", che vogliamo costruire attraverso un confronto
G. Tosini capillare con i gruppi e con le donne presenti nel quartiere, anche con quelle che non conoscono la nostra associazione, per costruire insieme una organizzazione femminile nuova, "delle donne e per tutte le donne", in cui le donne possano realmente riconoscersi e organizzarsi, per divenire forza presente e contrattuale nel paese, affinché la partecipazione femminile diventi reale e tale da incidere all'interno della nostra società.
Cogliamo l'occasione di questo giornale per invitare le donne e le forze sociali e politiche presenti nella nostra zona a partecipare a questi nostri incontri che si svolgono tutti i lunedì alle ore 18 — nella nostra sede di via Amadeo 29, presso il Circolo il Quartiere — per meglio conoscerci, discutere e portare avanti anche nella nostra zona tutti i temi e i problemi legati alla condizione femminile.
U.D.I
Unione Donne Italiane Circolo Zona 11
A parte il grosso abbaglio (la Gestetner è sempre stata inglese) i terroristi questa volta hanno operato con vere intenzioni criminali poiché la mattina del 21 ottobre, durante la loro seconda incursione, non hanno nemmeno lasciato il tempo di abbandonare gli uffici agli operai e agli impiegati presenti. Solo per caso gli incendi causati dalle prime molotov lanciate nell'unico ingresso rimasto agibile (l'altro era stato chiuso alla belle e meglio dopo le "spaccate" notturne) non sono stati di entità tale da bloccare l'uscita dei lavoratori che altrimenti si sarebbero trovati chiusi in un tragico "cul de sac". I danni, molto ingenti, hanno causato un certo scompiglio nell'organizzazione del lavoro solo nei primi giorni: con molta tenacia i lavoratori della Gestetner hanno riportato in breve tempo tutto alla normalità.
Ci pare doveroso pubblicare per intero il comunicato stampa immediatamente redatto dalla Segreteria della Federazione Unitaria dei Lavoratori del Commercio a proposito di questo ennesimo atto terroristico di chiara marca antidemocratica.
"La Segreteria della Federazione Unitaria dei lavoratori del Commercio, venuta a conoscenza degli atti di terrorismo occorsi presso la sede della Gestetner in cui sono rimasti coinvolti i lavoratori dipendenti dell'Azienda, esprimono la propria condanna sia verso coloro che durante la notte scorsa hanno distrutto, con lancio di sassi, le vetrine del salone di esposizione sia verso coloro che nella mattinata successiva hanno fatto irruzione negli uffici lanciando bottiglie incendiarie e distruggendo nel contempo arredi e macchinari all'interno degli uffici stessi mettendo a repentaglio l'incolumità dei 25 lavoratori presenti sul posto di lavoro.
Ritenendo che tale episodio si inquadri nei fatti accaduti nei giorni scorsi rivolti a contestare l'operato del Governo della Germania Occidentale verso i gruppi terroristici, la Segreteria, mentre precisa che la Gestetner, pur avendo una denominazione straniera, è una azienda italiana importatrice di prodotti inglesi; respinge in ogni caso tali comportamenti di presunta lotta politica nella quale non si tiene assolutamente in considerazione la vita umana dei lavoratori che stanno lottando attraverso metodi democratici per il cambiamento della società, finalizzato ad un avanzamento delle condizioni sociali degli sfruttati, degli emarginati, delle minoranze nel contesto degli interessi di classe".
Queste azioni terroristiche oltre ad arrecare danni materiali sono più che mai pericolose politicamente e ancora una volta si dimostrano diametralmente opposte alle tradizioni di lotta e di antifascismo dei lavoratori italiani.
La sezione del PCI "Jenide Russo" "esprime la sua solidarietà con i lavoratori della Gestetner, la propria ferma condanna dell'episodio, l'impegno di battere questi atti di violenza che tendono ad isolare il movimento operaio, vigilando attivamente e continuando l'azione nelle istituzioni democratiche, il metodo della democrazia politica nei luoghi di lavoro, nelle scuole tra i cittadini".
Ospedali e territorio
La realtà ospedaliera, considerata nell'ottica di chi scrive, che vi lavora a tempo pieno da dieci anni, é vista attualmente sotto tre diverse angolature: come presidio sanitario, come luogo di lavoro, come elemento strutturale di un territorio.
Nelralluale sistema sanitario, notevolmente distorto per molteplici cause, l'ospedale é un presidio che svolge una funzione curativa essenziale ed insostituibile, sopperendo anche in maniera casuale alle molte carenze del servizio esterno; ma questa valida funzione la svolge autonomamente, in maniera cieca e sorda alle istanze della
realtà che lo circonda. La patologia attualmente dominante é di tipo degenerativo, poco curabile e solamente prevenibile. Questo significa che, in una corretta impostazione, il massimo sforzo per la tutela della salute dovrebbe essere indirizzato all'individuo ancora sano, nel senso della promozione della coscienza sanitaria e del recupero di una igiene ambientale. Al contrario, nella attuale realtà, il massimo impegno in soldi e personale é investito nelle attività curative, principalmente ospedaliere. L'ospedale, oltre ad esserEk un servizio che primariamente gestisce la salute, sia pure con limiti dei quali ci facciamo sempre più coscienti, é anche un luogo di lavoro che garantisce un certo livello occupazionale e nel cui ambito si é sviluppata una vita sindacale. Per ragioni dipendenti dalla evoluzione degli ospedali i lavoratori ospedalieri si sono attivati nella vita sindacale in ritardo rispetto ai lavoratori di altri settori, sono sindacalmente più giovani; inoltre essendo l'ospedale non produttivo, ma un servizio in una società a forte impronta capitalistica, il lavoratore ospedaliero é economicamente svantaggiato rispetto ai lavoratori di uguale livello che operano in settori produttivi. Questi due fattori possono spiegare le spinte "autonome" recentemente osservate nel mondo ospedaliero, quando istanze normative hanno dovuto prevalere su quel-
le rivendicative. Tuttavia la conquista di spazi politici all'interno dei posti di lavoro va vista come un fattore decisamente positivo in quanto é conseguenza della maturazione degli individui. Né deve dare adito a preoccupazione il pericolo di frazionamento del movimento unitario dei lavoratori nelle varie componenti politiche; ciò in considerazione della sostanziale analogia, pur nelle rispettive autonomie, della linea dell'attuale politica e della linea sindacale unitaria.
E veniamo al terzo punto: l'ospedale come elemento strutturale di un territorio. Cominciamo col chiederci cosa vuole il territorio da una struttura ospedaliera, in particolare che cosa pretende la zona dall'ospedale, sia dal punto di vista sanitario in senso lato, sia dal punto di vista della copertura occupazionale. Mentre prima ogni ospedale era un mondo chiuso e autonomo, che si gestiva per proprio conto e secondo proprie direttive,
quasi sempre diventando un centro clientelare con le sue proprietà e i suoi beni, attualmente gli ospedali dipendono dalle regioni, ed esiste un decentramento con i Consigli di Zona; esistono cioé gli strumenti per un rapporto autenticamente democratico tra cittadini e potere. È quindi della massima importanza che chi abita in una zona riconosca nell'ospedale una struttura integrata e che tale struttura debba corrispondere alle esigenze della zona stessa. È solo attraverso la maturazione politica dei cittadini e dei lavoratori, all'esterno e all'interno dei luoghi di lavoro, e quindi anche dell'ospedale, che é possibile superare i problemi su tratteggiati e, più in generale, portare avanti quel processo di partecipazione sancito dalla Costituzione come fattore essenziale della democrazia repubblicana.
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Mensile di informazione e politica - Direttore editoriale: Bruno Rindone - Direttore responsabile: Sergio Ruggieri - Redazione presso: Circolo "Il Quartiere"
Via Amadeo, 29 - Tel. 718291.
Suppl. alla riv. Elettrauto - Via Castelfidardo, 11 - Milano Registr. Trib. di Milano N. 5431 del 8/11/60